Famiglie Trentine Calendario 2023

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Il calendario realizzato dall'Unione delle Famiglie Trentine all'Estero è diventato, ------Il calendario realizzato dall’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è diventato, ormai, una tradizione che cerca di mettere in contatto il Trentino con gli emigrati, i discendenti e le culture di tutto il mondo.

Negli scorsi anni abbiamo sempre cercato di portare il Trentino in giro per il mondo (con i suoi piatti e i suoi paesaggi), ed i Paesi nei qu ci sono i nostri Emigrati, naturalmente con i loro piatti. Quest’anno abbiamo pensato di proporre a tutti voi una sorta di “giro del mondo culinario attraverso le spezie” che tocchi tutte le zone del pianeta in cui è presente la nostra Associazione.

L’idea ci è venuta partendo dalla particolare situazione con cui ancora oggi, purtroppo, dobbiamo fare i conti con il COVID19. Del resto lo sappiamo che la cucina è un veicolo formidabile di cultura, usanze e tradizioni e comunità.

E se siamo in grado di destreggiarci tra i fornelli, o siamo anche solo delle buone forchette, il gioco è fatto: possiamo partire per un viaggio lungo 12 mesi alla scoperta dei 5 continenti.

Le spezie rappresentano il risultato di una ricerca da parte di tutti i popoli, di trovare degli elementi degli accorgimenti, che rendessero il cibo più buono, quella ricerca, equivale un po’ a quello che la nostra Associazione sta cercando di fare con i rapporti con i nostri Emigrati e discendenti degli stessi: essere la spezia che crea un legame che uniformi, nelle differenze degli ingredienti, la visione della cultura trentina all’estero creando un elemento di vicinanza.

Buon viaggio, quindi, o buon appetito, come preferite!

Vi auguriamo che il 2023 sia un anno goloso e gustoso!

Il Direttivo

dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero

L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è nata alla ne degli anni ’60 dalla volontà degli emigrati trentini in Svizzera di mantenere il legame con la loro terra di origine. Agli inizi degli anni ‘90 abbiamo ricevuto le prime domande di adesione dal Sudamerica, da parte di comunità trentine in Argentina, Brasile, Paraguay e poi dall’ex Jugoslavia, mentre in questi ultimi due anni sono nate nuove diramazioni in Colombia, Messico, Paraguay. Oggi abbiamo più di 2000 soci sparsi in Trentino ed in tutto il Mondo.

Tramite il nostro sito internet www.famiglietrentine.org si può richiedere la nostra rivista, “Famiglie Trentine”, ricca di storie e di informazioni utili per gli emigrati ed i loro discendenti. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero infatti è impegnata su due fronti. Il primo ambito di azione è la tutela dell’identità culturale e linguistica, tramite viaggi ed interscambi, corsi di italiano, corsi di cucina e gastronomia trentina, la costituzione di corali con repertorio trentino, visite di cori, scambi di spartiti e materiali, corsi di storia del Trentino, cineforum, formazione cooperativa, manifestazioni, mostre artistiche e fotogra che, concorsi letterari, pubblicazioni. Grazie a queste attività è nata una rete tra i trentini sparsi nel mondo attraverso la quale esprimere le proprie potenzialità nei diversi settori, attivando interscambi e promuovendo iniziative per la reciproca conoscenza.

Il secondo settore di intervento è lo sviluppo economico delle comunità trentine all’estero. L’emigrazione infatti non è solo nostalgia per la terra d’origine, ma anche un ponte tra le nostre montagne ed il resto del mondo, uno strumento di sviluppo e promozione per il Trentino e le terre d’emigrazione, una ricchezza in termini di contatti, esperienze, referenti.

Ci impegniamo anche ad aiutare i trentini che non hanno trovato all’estero condizioni di vita migliori di quelle che hanno costretto i loro antenati ed emigrare, creando opportunità di sviluppo economico durature tramite progetti solidali.

L'Unione
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noi!
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Prezzemolo

Il prezzemolo è l'erba aromatica più popolare al mondo, ma pochi sono consapevoli di quanto siano straordinarie le sue proprietà curative e nutrizionali. Spesso data per scontata, questa meraviglia verde merita grande rispetto e un uso migliore della semplice guarnizione decorativa. Originario del Sud Europa, il prezzemolo iniziò a essere usato più di 2000 anni fa. I greci lo consideravano in primo luogo un medicinale, e solo successivamente una pianta con usi culinari. I romani, invece, amavano cibarsene in abbondanza. Creavano ghirlande di prezzemolo per abbellire le tavole dei banchetti e da appendere al collo nelle feste, soprattutto per la sua capacità di rinfrescare l'alito, assorbire gli odori del vino e, almeno così credevano, prevenire l'ubriachezza. Spostandosi verso l'India, la radice secca, l'olio essenziale e l'estratto della pianta trovarono un ampio uso nella medicina ayurvedica.

La lunga storia dell'uso terapeutico del prezzemolo nel mondo lo caratterizza come rimedio tradizionale per la depurazione del sistema urinario, come aiuto contro la ritenzione dei liquidi e sollievo in caso di mestruazioni dolorose; è sempre stato ritenuto in grado di aiutare la digestione, abbassare la pressione sanguigna, migliorare allergie, asma e bronchite, rinfrescare l'alito, dare sollievo in caso di lividi e punture d'insetto, e promuovere la bellezza di pelle e capelli.

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2023 G I O V E D I GENNAIO 9 2 16 30 23 3 10 17 24 31 4 18 11 25 5 19 12 26 6 13 20 27 7 14 28 21 8 1 15 29 22 L U N E D I M A R T E D I M E R C O L E D I V E N E R D I S A B A T O D O M E N I C A

Curcuma

Troviamo la curcuma nel IV secolo a.c. .È difficile ricostruire in maniera chiara e definita la storia di una delle spezie utilizzate da più tempo. Quello che si sa per certo è che alcuni reperti archeologici provenienti da scavi effettuati nel sud dell’India, risalenti al quarto secolo a.c. riportano tracce di curcuma, zenzero e aglio. Non solo, quindi, si utilizzavano già certe spezie, ma si usava anche mescolarle tra loro. La curcuma è una spezia ricca di proprietà benefiche per il corpo. È molto utilizzata per le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antipiretiche.

È un potentissimo antiossidante e aiuta a prevenire tumori e altre malattie neurodegenerative. Agisce sulle vie biliari grazie alla funzione coleretica. Importantissimo il suo utilizzo come antinfiammatorio e quindi nella prevenzione di dolori artricici e reumatici. Funziona come cardioprotettivo aiutando a fluidificare il sangue. Aiuta la digestione ed è un antiacido.La curcumina è contenuta in alcuni spray nasali grazie alla sua azione decongestionante. L’azione cicatrizzante la rende utile per ferite ed eruzioni cutanee.

Si consiglia di utilizzarla in piatti dove sia presente del fondo di cottura, nel quale si scioglie e si amalgama, preferibilmente olio vegetale o grasso animale. È consigliato aggiungerla verso la fine della cottura in modo che possa mantenere le sue caratteristiche organolettiche, e evitare che il suo sapore vada verso l’amaro.

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Rosmarino

I popoli antichi consideravano il rosmarino (Rosmarinus officinalis) una pianta eccezionale per doti aromatiche e terapeutiche. Fino al II sec. d.C. questa erba non era un ingredienti di cucina, poi Galeno ne identificò la virtù digestiva. Da allora il rosmarino iniziò quel percorso gastronomico che la portò a diventare quell'aroma italiano per eccellenza, che nelle calde giornate estive emana il suo aroma intenso e gradevole, trasportato dalle brezze marine. Noto in Italia anche come “ramerino”, sembrerebbe derivi il suo nome dal latino “ ros ” (rugiada) e “maris” (del mare), ma un 'altra tesi lo farebbe provenire dal greco “ rops ” (arbusto) e “myrinos” (odoroso). Presso gli Egizi veniva considerato un elemento magico, i cui rametti erano in grado di procurare l’immortalità perché pur recisi si mantenevano freschi nel tempo. Nel XVII sec. alla corte di Francia divenne di gran moda una particolare preparazione detta “Acqua della Regina d’Ungheria” o anche "Acqua di Colonia", fatta distillando due parti di fiori di rosmarino e tre di alcol. Nella medicina popolare il rosmarino è ideale: per uso interno a tonificare la memoria, per uso esterno (olio essenziale) a combattere dolori muscolari o reumatici.

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MARZO 2023 L U N E D I M A R T E D I M E R C O L E D I G
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Cannelellala

La cannella, quasi sicuramente è una delle spezie più antiche, usata ancora oggi sotto forma di piccole canne o bastoncini.

Il nome deriva dalla forma a piccola canna che assume quando è essiccata per la conservazione, ed è la parte interna ricavata sia dalla corteccia dei rami giovani del Cinnamomum verum che del Cinnamomum cassia.

In effetti è la prima, di color nocciola chiaro, dall’aroma penetrante ma delicato, ad essere chiamata “cannella vera ” , “cannella regina” o “cannella di Cylon”, ed è sempre stata molto più pregiata della “cassia”, che è la cannella cinese di colore bruno rossiccio dall’aroma più forte.

La cannella può essere utilizzata per favorire la digestione dopo pranzo; in questo caso si consiglia di prendere un pezzo di cannella in corteccia e far bollire in una tazza d’acqua, dopodiché si lascia bollire per 10 minuti, e si beve calda; aiuterà la digestione.

Per problemi di digestione si può assumere un’infusione di 810 grammi di corteccia di cannella per litro d’acqua. In caso di bronchite e infezioni respiratorie utilizzare l’essenza di cannella, poche gocce diluite in acqua nebulizzata.

La cannella contiene circa l’uno percento di olio essenziale (eugenolo, aldeide cinnamica, ecc.), tannini e polifenoli, tra cui le “famose” epicatechine. Per quanto riguarda Calorie e valori nutrizionali della cannella, 100 g di questa spezia contengono 247 kcal, e: Proteine 3,99 g, Carboidrati 80,59 g, zuccheri 2,17 g, Grassi 1,24 g, fibra alimentare 53,1 g e Sodio 10 mg.

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Zafferano

Lo zafferano, con il suo bel colore dorato, il gusto intenso e caratteristico e con quell’aroma inconfondibile si impose in tutto il paese e divenne il “ re della cucina”. Il suo sapore, il profumo intenso ed aromatico, congiunto alle ben note proprietà terapeutiche, esaltarono i cibi e le pietanze soddisfacendo i palati più esigenti.

Nel 1450 Martino de Rossi, celebre cuoco del tempo, imbandiva le tavole degli Sforza utilizzando lo zafferano in circa 70 ricette diverse tra primi, secondi, contorni e dolci. In quel periodo, narra la leggenda, fu per caso utilizzato nella preparazione del famoso “risotto alla milanese”. Essendo una pianta che si riproduce solo agamicamente, lo zafferano che gustiamo oggi, è lo stesso usato dagli antichi Egizi, Greci e Romani.

In Spagna è un ingrediente fondamentale della “paella”. Ricordo infine che lo zafferano venduto in stigmi e non polverizzato, garantisce ai clienti la mancanza di qualunque forma di sofisticazione.

Tutto incomincia da un fiore. Lo zafferano – nome ufficiale Crocus Sativus Linnaeus – è una pianta che dà origine a un bel fiore dai petali lunghi e leggeri, di un colore tra il lilla e il viola. Ma è al centro dei petali di questo fiore che si nasconde il vero tesoro: al termine di un filamento bianco, si trovano tre stimmi di colore rosso vivo, da cui si ricava una spezia preziosissima.

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MAGGIO 2023 G I O V E D I 4 8 1 15 29 22 9 2 16 30 23 3 10 17 24 31 18 11 25 5 19 12 26 6 13 20 27 7 14 28 21 L U N E D I M A R T E D I M E R C O L E D I V E N E R D I S A B A T O D O M E N I C A

Cumino

Il cumino, con i suoi piccoli semi scuri a forma di goccia, è una spezia che, nonostante le origini incerte, è stata utilizzata fin dall’antichità in tutto il bacino del Mediterraneo e in Asia. Adoperato dagli Egizi in virtù delle sue proprietà curative o come droga in India, questa preziosa spezia svolse anche l’importante ruolo di merce di scambio durante il Medioevo. In epoca classica il commercio del cumino, così come accadeva per molte spezie orientali, fu per secoli una delle attività principali. L’uso di questa spezia per Greci e Romani fu prevalentemente domestico: il suo sapore pungente e aromatico arricchì per secoli i piatti e le vivande della classicità.

Una piccola curiosità: secondo un ’antica leggenda il termine cumino deriverebbe da un piccolo centro cittadino, Kerman, il maggiore produttore di cumino in epoca persiana.

Il suo olio essenziale ha diverse proprietà benefiche: è antibatterico, digestivo e diuretico. Inoltre ha effetti tonificanti e stimolanti, e funziona perfino da disintossicante. È molto usato nella cucina indiana. Un piatto tipico è il Gobi Matar, fatto di cavolfiore, piselli e cumino. Per otto porzioni se ne usano ben cinque cucchiai! Il Jal-jeera invece è un tè fatto con i semi di cumino, che gli indiani abbinano anche allo yogurt.

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Il pepe è la bacca del Piper nigrum, una pianta rampicante della famiglia delle Piperaceae, originaria dell’India occidentale (Malabar), ma viene coltivata in modo estensivo anche in altri Paesi tant’è che il Vietnam è il maggior produttore di pepe, seguito da Indonesia, India, Brasile, Malesia, Sri Lanka, Thailandia e Cina. Lo stesso frutto, attraverso procedimenti di lavorazione diversi, è utilizzato per produrre i vari tipi di pepe. Quello bianco è ideale per la preparazione di salse, il pepe nero è indicato per le carni rosse, quello verde si usa soprattutto per preparare il filetto di manzo. Il pepe rosso, invece, è il meno pungente, ma è rarissimo in Occidente. È convinzione piuttosto comune che il pepe in passato servisse a nascondere il sapore della carne o del pesce andato a male, ma si tratta in realtà di un’ipotesi poco plausibile poiché era una spezia molto costosa. Oltre che in cucina, il pepe era usato per i disturbi di stomaco e come conservante. Di quest’uso, in particolare, ne è rimasta traccia nella nostra abitudine di mettere grani di pepe negli insaccati (vedasi i salami).

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Pepe
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Salvia

La salvia era considerata erba sacra dai Romani e la raccoglievano con grandi cerimonie. Gli antichi Greci ed i Romani, la usavano altresì come conservante naturale per gli alimenti: a tale scopo ricoprivano il cibo con le sue foglie per assicurarsi una certa conservabilità e protezione dai batteri. La salvia, detta officinalis per le sue funzioni curative, svolge una funzione antibatterica e disinfettante per via di tannini e acido rosmarinico (comune a tutte le laminacee). Inoltre, questa pianta è utile nei casi di asma e nelle patologie dell’apparato respiratorio. Ipoglicemizzante e diuretica, la salvia favorisce la digestione, soprattutto dopo un lauto pasto, grazie all’azione sinergica di flavonoidi e acidi fenolici. Tra i principali effetti riconosciuti alla pianta quello antisettico, digestivo e calmante. Secondo la tradizione veniva utilizzata in infuso per curare l'eccessiva sudorazione o contro l'esaurimento nervoso, o era strofinata fresca per disinfettare le ferite o per rendere più bianchi i denti. Nel Medioevo la salvia era ancora considerata una vera panacea, la più efficace di tutte le medicine. Il suo raggio d’azione era vastissimo, e con il verbo “salviare” si intendeva genericamente la sua prescrizione. Una maschera di salvia vi salverà. La salvia è un ottimo rimedio anche per i capelli spenti e poco luminosi, nonché per scurire i bruni e i castani naturalmente.

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Chiodi di garofono

Sembra che furono gli Arabi nel IV sec. ad introdurre questa spezia in Occidente, esaltandone il valore e la provenienza mitologica. È del VI sec. la prima testimonianza archeologica, rinvenuta in Alsazia (FR), in una tomba contenete una piccola scatola d'oro che racchiudeva due chiodi di garofano. Pochi però sanno l’origine precisa di questa spezia: si tratta di un bocciolo fiorale, che viene raccolto prima della schiusura e fatto essiccare. Guardandolo con attenzione possiamo ancora distinguere il lungo calice, i quattro sepali che formano la corolla e i petali che ancora si devono schiudere. La pianta che li genera è un albero sempreverde che raggiunge l’altezza di circa 15 metri, con foglie di colore rosato da giovani, ma che con il passare del tempo tendono a diventare verde scuro. I boccioli appaiono dopo la stagione delle piogge, riuniti in pannocchie presenti all’apice del ramo. Si raccolgono quando dal colore verde tendono a virare verso il rosa, e si fanno essiccare. Ogni pianta riesce a produrre al massimo 3-4 kg di boccioli, che danno origine a circa 1 kg di chiodi di garofano pronti per la vendita. Questa scarsa produzione è uno dei motivi del costo elevato di questa spezia. Oggi la sua coltivazione è ampiamente diffusa a Zanzibar, in Madagascar e Indonesia. I chiodi di garofano sono da sempre utilizzati nella medicina popolare per le loro innumerevoli proprietà: sono antisettici, antinfiammatori, riscaldanti, lenitivi, stimolanti e chi più ne ha più ne metta. Utilizzati da secoli per il mal di denti, il loro olio essenziale finisce spesso nella composizione dei dentifrici. L’importante è non esagerare ed evitare l’assunzione durante il periodo di gravidanza.

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Pinoli

Pinoli o pignoli sono i semi dei pini, in particolare del pino domestico (Pinus pinea), ed hanno un sapore delicatissimo, differente da ogni altra mandorla. Frutto ritenuto molto prezioso anche perché per maturare gli occorrono tre anni, e trenta chili di pigne offrono solo un chilo di pinoli.

Motivi mitologici, magici e medici contribuirono sin dall’antichità a dare origine alla fama di questi straordinari potenziatori di fertilità.

Già i Frigi, popolo originario dell'Anatolia centrale, nel millecento a.C. adoravano il pino non solo per la sua bellezza sempreverde, ma anche perché forniva dei frutti con i quali preparare un vino inebriante.

I pinoli sono un sano capolavoro di sapore, piccole perle di gusto che impiegano tre anni a maturare all’interno dei loro scrigni, le pigne. Tra tutti i pini, quello tipico che caratterizza il panorama delle coste del mediterraneo è l’albero che produce i pinoli più famosi e consumati. Infatti, sono i pinoli per eccellenza, i migliori per l’utilizzo in cucina, come quella mediterranea che è testimone del loro uso tradizionale in moltissimi piatti, condimenti e dolci.

In cucina i Romani accompagnavano l’aroma dei pinoli al formaggio, e Apicio (Marco Gavio Apicio, gastronomo, nato nel 25 a.C. e morto nel 37 d.C., durante l'epoca dell'Impero Romano e sotto il regno di Tiberio.) li consigliava quale ingrediente per confezionare salse, carni o ripieni.

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Timo

La pianta comune del timo, Thymus vulgaris, fa parte della famiglia delle lamiacee, piante perenni che crescono in cespugli compatti e ramificati. Le foglie della pianta del timo sono molto piccole e hanno una forma allungata. Il colore varia dal verde scuro al grigio argento.

In cucina si accompagna soprattutto con i piatti a base di pesce. E in genere è una delle erbe usate per marinare sia la carne che il pesce. Il suo aroma si sposa bene con i capperi, le olive, le alici e le uova. Nella cucina francese il timo è un ingrediente del bouquet garni ed è uno degli aromi base della cucina d'Oltralpe, sia per piatti a base di carne che di pesce. Nella tradizione culinaria italiana il timo viene spesso utilizzato per la cottura al barbecue per profumare le pietanze. Il timo migliore in cucina è il timo serpillo.

Il timo può essere utilizzato sia fresco che essiccato e si può conservare in un barattolo a chiusura ermetica in un luogo buio e arieggiato o nel congelatore.

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Cappero

Il cappero è tra gli ingredienti base della cucina mediterranea, si coltiva da tempo immemorabile e l'origine pare essere tra il Nord Africa e il Medio Oriente. Riferimenti si trovano nella Bibbia, negli scritti di Ippocrate, Aristotele e Plinio Il Vecchio, sia per uso alimentare che medicinale. Quello che siamo abituati a conoscere – e a consumare – è il bocciolo, mentre il frutto è il cosiddetto "cucuncio". La pianta nasce su rupi, falesie, vecchie mura, creando cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. Di base ha bisogno di poca acqua, ma il successo dei suoi frutti ha esteso le coltivazioni anche in piano e qui l'irrigazione diventa un po' più importante. La raccolta si effettua da fine maggio a tutto agosto, ogni 8-10 giorni con sveglia prestissimo per evitare il solleone: una volta raccolti, i capperi vengono stesi ad asciugare su teli di juta, al fresco, per impedire loro di sbocciare.

Questa pianta ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunoprotettive. i capperi sono ricchi di sali minerali, come calcio e magnesio, e di vitamine come la vitamina A, C, E, K. A causa del metodo di salatura sono inadatti a chi soffre di ipertensione, mentre sono un ottimo alimento contro il diabete perché riducono lo zucchero nel sangue e migliorano le funzioni epatiche senza effetti sui reni.

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