Quotidiano Meeting | 26 agosto 2025

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26 uotidiano

EDITORIALE

Volti e storie di speranza

olti che costruiscono” dice una newsletter di questo Meeting 2025. Sono le pietre vive di queste giornate riminesi. Giornate iniziate dall’incontro con le due madri “per la pace”: Layla ed Elana. E con suor Aziza, com’è conosciuta suor Azezet Habtezghi Kidane, religiosa comboniana di origine eritrea. Passate per la straordinaria testimonianza dei sopravvissuti della bomba atomica, gli Hibakusha. Oggi è di scena Diane Foley, una madre che ha avuto James, il figlio, ucciso a Raqqa nel 2014 dopo un lungo rapimento dell’Isis in Siria. La sua storia è stata raccontata da un grande scrittore come Colum McCann nello stupendo libro Una madre (edizione Feltrinelli), titolo originale An American mother. La sua storia è quella di una donna che ha pervicacemente voluto capire meglio, dopo la tragedia della morte violenta del figlio, chi fosse il suo assassino. Alexanda Kotney, questo il nome del terrorista inglese dell’Isis (parte del feroce gruppo chiamato “Beatles”), ha poi accettato di incontrarla in una prigione americana. Durante quegli incontri in un angolo c’era Colum McCann a prendere nota di tutto. E lo stesso scrittore sarà presente oggi a parlare di questa storia. La madre lo ha perdonato, anche se il giovane militante Isis non si è mai davvero pentito. «Una grazia», dice oggi Diane Foley.

C’è un filo rosso che passa attraverso i diversi incontri e appuntamenti del Meeting. Lo si capisce quando Diane racconta che papa Francesco l’ha chiamata al telefono, subito dopo la decapitazione, per dire che suo figlio era un “martire”. Volti, testimoni, storie che sono la speranza di costruzione nel deserto contemporaneo. Un deserto fisico, come quello provocato dalla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki. Un deserto mentale come quello creato dall’abuso della rete e dei telefonini. Un

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Obiettivo Europa

Un cambiamento d’epoca sempre più rapido, dagli sbocchi imprevedibili, ci consegna in continuazione scenari nuovi che rendono urgenti le risposte ai problemi emergenti. Di fronte a tale situazione l’aspettativa verso le istituzioni è grande, ma spesso esse rivelano una condizione di fragilità e la necessità di profonde riforme. È il caso dell’Unione europea, al

centro anche qui al Meeting di una serie di confronti che proseguono oggi con gli interventi della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto e con Enrico Letta, autore del rapporto sul futuro del Mercato comune europeo.

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La mostra Nicea: un fatto di nome Gesù A pagina 13

futuro AI, una sfida all’uomo A pagina 7 I sopravvissuti Mai più bombe nucleari A pagina 5 La ristorazione Giro d’Italia seduti a tavola A pagina 15

ANNO 46 N° 5
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
Il futuro dell’Unione sotto i riflettori. In arrivo Roberta Metsola, Raffaele Fitto ed Enrico Letta

PRIMO PIANO Katerina Gordeeva racconta la guerra in Ucraina in un libro e in un documentario

MARTEDÌ 26 AGOSTO

La forza della compassione

Ha lasciato la Russia dopo il conflitto del Donbass nel 2014. I volti di chi soffre interrogano la nostra umanità

di Francesca Rovati

«Èinnanzitutto con gratitudine che il Meeting accoglie l’impegno di Katerina Gordeeva, giornalista tv, documentarista e scrittrice russa pluripremiata, nel raccontare le storie di chi vive la guerra sulla propria pelle» afferma Davide Perillo che introduce il dialogo. Nata a 90 chilometri dall’Ucraina, la sua vicenda umana si intreccia con il popolo russo e quello ucraino. Nel 2014, con la guerra del Donbass, lascia il suo Paese e apre un canale Youtube indipendente che oggi conta 1,9 milioni di iscritti. Quando scoppia il conflitto in Ucraina, nel 2022, decide di produrre un documentario per dare voce alle persone che si trovano improvvisamente catapultate in un orizzonte di morte e di distruzione, costrette a lasciare i propri affetti e le proprie case per mettersi in salvo. Tralasciando le analisi geopolitiche e le semplificazioni, Gordeeva va dritta al cuore. Struggente il racconto di una don-

na che, a un posto di blocco, vede i cadaveri dilaniati di bambini piccoli nell’indifferenza totale dei soldati russi o di Inna, che vede bruciare la sua casa colpita da una granata senza poter fare nulla per il marito rimasto intrappolato. Il libro “Oltre la soglia del dolore” scava ancora più in profondità, recuperando le voci degli intervistati non inserite nel documentario, e raccogliendo in tutto 24 testimonianze di ucraini e di russi. Gordeeva non vuole e non riesce a dimenticare quegli incontri. «Sono molto grata a queste persone che hanno accettato di parlare con noi che, in quanto russi, siamo il nemico. Con alcuni è nata un’amicizia che continua negli anni». Nessun freddo distacco, come insegnano nelle scuole di giornalismo, ma la piena condivisione che nasce da un’esigenza interiore è la cifra narrativa dell’autrice. «La crisi del Donbass è avvenuta nel silenzio dell’opinione pubblica. Sono cresciuta al confine, in Ucraina avevo amici e familiari. Non

potevo accettarlo. Per questo ho lasciato la Russia e ho deciso di prendere posizione». Nello svolgersi delle storie di chi riesce a scappare, emerge tutta l’incommensurabilità di ogni esistenza: «L’uomo è davvero un mistero. Alcuni perdonano, altri tagliano completamente i ponti con il loro passato». Nel viaggio di scoperta di sé, Katerina Gordeeva si dice profondamente stupita della forza dell’amore: «Personalmente non ne sono capace, ma desidero questa capacità di misericordia, di perdonare l’ingiustizia che il mondo ti ha inflitto e di andare oltre».

Il suo lavoro è un invito potente e appassionato a dire la verità, immedesimandosi nel dolore dell’altro e denunciando con coraggio la repressione in atto in Russia per non lasciare solo chi desidera la pace.

«Non voglio che vi accada la stessa cosa» sembra essere la chiave per ripartire, indicata da una delle protagoniste del libro.

PRIMO PIANO Oggi alle 12, in Sala Neri Generali Cattolica, Roberta Metsola parla delle sfide che attendono il Parlamento Ue

Nuovi mattoni per la casa europea

La presidente punta all’unità nella diversità, partendo dalle idee di chi ha lottato per costruire una casa comune

“Unita nella diversità” è il motto dell’Unione europea, scelto 25 anni fa per sottolineare come anche le peculiarità possano costituire una ricchezza, un elemento di costruzione e non di divisione. Ma è così? Oppure le diversità prevalgono? Roberta Metsola, 46 anni, avvocato maltese, quattro figli, rieletta un anno fa alla presidenza del Parlamento europeo con larghissimo consenso (562 voti, 161 in più della nuova ‘maggioranza Ursula’), aveva dedicato una parte rilevante del discorso di insediamento proprio allo slogan che esprime l’identità europea, preso come spunto per due ordini di riflessioni. Il primo sull’importanza dell’unità («Siamo insieme per difendere la politica della speranza») e il secondo sul valore, ancora intatto, di una storia iniziata per voltare pagina nelle relazioni internazionali fondandole sulla pace: «La nostra deve essere un’Europa che ricorda e riconosce la lotta di chi ha difeso gli ideali fondativi». Da qui la citazione di personalità che, nel corso dei decenni, si sono spese per avvicinare Stati e popoli (con una particolare attenzione a costruire un parterre comprensivo delle diverse componenti culturali). Accanto al predecessore David Sassoli, ecco Simone Veil, Lech Walesa, Vaclav Havel, Fenech Adami, Konrad

Adenauer, Françoise Mitterrand, Karol Wojtyla. Un lungo elenco, qui non completo, che ad Alcide De Gasperi riservava un posto di rilievo e il ricordo di una frase: «Parliamo, scriviamo, insistiamo, non lasciamo un istante di respiro, che l’Europa rimanga l’argomento del giorno». Nel luglio 2024 Metsola (che il Meeting incontra oggi alle 12, Sala Neri Generali Cattolica, introduce Bernhard Scholz) faceva appello al sentimento europeista auspicandone una rinascita vigorosa. Lei, la più giovane presidente al Parlamento Ue, riproponeva il messaggio delle origini consapevole che un mondo di incertezze crescenti e di profonde lacerazioni poteva essere affrontato unendo le forze, non imboccando sentieri divergenti. Oggi però siamo di fronte a un’accelerazione del cambiamento: gli scenari di guerra sono diventati più numerosi e sanguinosi, è arrivato il ciclone Trump con i dazi e il disegno di abbandonare gli europei al loro destino e al loro piano di riarmo, va in scena il tramonto – se non la fine –della globalizzazione, incombe l’inverno demografico. La necessità di individuare soluzioni è diventata più urgente. Così, mentre dovrebbe esserci più spazio per un’Europa unita, paradossalmente tutti gli Stati inseguono progetti “particulari”. E il Vecchio Continente assume le sembianze del vaso di coccio in mezzo ai vasi

di ferro di grandi potenze, complice l’inadeguatezza di organismi e politiche spesso inconcludenti o individuate con ritmi troppo lenti. Il contesto, per le istituzioni europee e in primis per il Parlamento, che rappresenta le voci dei cittadini, Raffaele

si è fatto ancora più sfidante, rendendo non più rinviabile un approccio basato su riforme e azioni. Servono mattoni nuovi – una concretezza che non si accontenti della moral suasion – ed è il tema dell’intervento della presidente Metsola oggi.

A colloquio con Raffaele Fitto ed Enrico Letta

di Lucio Bergamaschi

Dopo la vigorosa scossa iniziale di Mario Draghi, che aveva il sapore di un’ultima chiamata alla responsabilità, il Meeting torna a parlare di Europa, della sua crisi e delle sue prospettive, con due ospiti prestigiosi come Enrico Letta, oggi presidente dell’Istituto Jacques Delors e autore del rapporto sul futuro del Mercato Unico dal titolo “Much More than a Market”, e Raffaele Fitto, già ministro e oggi vicepresidente della Commissione europea con delega alla coesione e all’attuazione del Pnrr. L’incontro dal titolo “Molto più di un mercato: dal neoliberismo a uno sviluppo per l’uomo nell’Unione Europea” (ore 17, Sala Gruppo Fs C2). sarà moderato da Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione Sussidiarietà. «Occorre andare oltre – commenta Vittadini –la deriva neoliberista, che negli ultimi decenni ha generato diseguaglianze, ha sacrificato l’economia reale e il lavoro e ha rallentato la crescita, dobbiamo pensare a uno sviluppo armonico, solidale, che non lasci indietro nessuno e non penalizzi ulteriormente il ceto medio». Altra opportunità di affrontare il tema Europa è offerta nell’incontro delle 15.45 nello stand di Confagricoltura (Padiglione A5) sul tema “L’Europa, la grande incompiuta” in cui Fitto e Letta si confronteranno con il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Ultimo appuntamento alle 19 in Sala Conai A4, quando Fitto e Vittadini dialogano con il presidente della Compagnia delle Opere, Andrea Dellabianca, sul tema “Coesione e sviluppo per un Europa unita”.

Il Report di Letta si articola in due parti principali: la prima delinea la visione

politica, mentre la seconda presenta raccomandazioni politiche pratiche ed esplora gli aspetti più tecnici del rapporto in sei capitoli. Tra i temi chiave, la necessità, in un contesto in continua evoluzione, di superare la mancanza di integrazione in tre settori strategici: mercati finanziari, energia e telecomunicazioni, oltre che il supporto a una transizione giusta, verde e digitale, il rafforzamento della sicurezza dell’Ue e la creazione di occupazione. Un Mercato Unico rinnovato dovrà avere al centro i cittadini: per loro, inoltre, oltre alla “freedom to move” sarà  necessario garantire la “freedom to stay” riferita ai territori meno sviluppati dell’Ue e a quelli a rischio di diventarlo.

PRIMO PIANO La sfida di Jean-François Thiry, per trent’anni in Russia e ora in Siria

Ad Aleppo in missione di pace

Oggi alle 13 in Arena Tracce spazio ai progetti dell’associazione

di Costanza Lucchini

«Il nostro compito è collaborare alla creazione di “ambienti di pace”, come li chiama il cardinale Pizzaballa. Luoghi in cui vedere che la pace vince, dove si guardi alla persona, condividendone i bisogni e favorendo un’educazione. Solo costruire questi spazi di incontro e convivenza potrà portare, forse, alla pace a livello nazionale». Così Jean-François Thiry, memor domini belga, racconta la missione di Pro Terra Sancta ad Aleppo, dove vive ed è responsabile dei progetti. La sua esperienza sarà uno dei temi dell’incontro in programma oggi alle 13, nell’Arena Tracce, con Giacomo Gentile, coordinatore dei progetti dell’associazione Pro Terra Sancta. Thiry incontra Cl in università, dove studia russo «un po’ per caso, ma l’incontro col movimento mi ha fatto scoprire un senso in quella scelta». Dopo un anno in Siberia nel ’91, parte per la Russia nel ’93, e ci resterà per trent’anni, anche durante la guerra. Espulso dal paese, nel 2023

di Pro Terra Sancta

arriva ad Aleppo: «Ma tra la Russia e la Siria non vedo differenza, la missione è la stessa. A Mosca, davanti a una società in frantumi, volevamo restare lì per rispondere ai bisogni, non tanto a quelli materiali, che pure ci sono, ma al bisogno di felicità dell’uomo. E l’unica cosa che risponde a questo è incontrare Cristo. Per cui il nostro compito, in Russia

come in Siria o in Italia, non è solo quello di aiutare, ma di essere testimoni di Cristo vivo».

Realizzare la convivenza tra persone diverse è davvero una sfida: «Ad Aleppo siamo persone diverse, cristiani e musulmani, ognuno con la sua testa e la sua tradizione. La prima cosa è scoprire l’alterità, essere interessati all’altro per quel-

lo che è come esigenza di felicità». Bisogna guardare l’altro come uno amato da Dio, amando il suo cammino, e il primo passo in questo è conoscere l’altro. «Il primo amico che ho avuto ad Aleppo è un musulmano. Per prima cosa l’ho voluto conoscere, conoscere le sue domande e condividere con lui le mie. Questo amico musulmano è il primo con cui ho iniziato una scuola di comunità, proprio partendo dalle sue domande». Per poter guardare così l’altro serve un luogo in cui ritrovare una posizione più umana, dove sentirsi amati. Per lui, dice, è la sua comunità. Ma non tutti lo hanno, e senza un posto a cui tornare si rischia di diventare schiavi della paura e quindi violenti. «In Siria vedo tante persone senza un luogo, ed è la disperazione, e la violenza. Allora il nostro compito è offrirglielo. L’unica proposta che vedo essenziale è proporgli un luogo dove essere sostenuti. Non psicologicamente, ma dove poter tornare e fare un cammino per scoprire qual è il senso della vita. Anzi, dove fare un cammino insieme di crescita».

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MARTEDÌ 26 AGOSTO

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

PRIMO PIANO L’appello del premio Nobel Toshiyuki Mimaki e di di Masao Tomonaga, sopravvissuti alla bomba atomica

«Non arrendetevi mai!»

«A costruire la pace contribuiscono la compassione del buddismo e l’amore del cristianesimo»

di Gianni Mereghetti

“S opravvivere alla bomba atomica. La testimonianza degli Hibakusha” è stato un incontro commovente che ha visto la partecipazione di due sopravvissuti straordinari per l’umanità che hanno comunicato e per la speranza che hanno portato contro un mondo che sembra aver imparato poco dalle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki: si tratta di Toshiyuki Mimaki, attivista e copresidente di Nihon Hidankyo, premio Nobel per la pace 2024, e di Masao Tomonaga, professore della scuola di medicina dell’Università di Nagasaki. Bernhard Scholz, ha letto una lettera del vescovo di Nagasaki Peter, Michiaki Nakamura, che ringrazia il Meeting di aver ospitato i due amici giapponesi testimoni del dramma della bomba atomica e in cui si augura che questo sia il primo passo per realizzare la pace che Dio desi-

dera. Toshiyuki Mimaki ha iniziato il suo intervento sottolineando che il Giappone è l’unico Paese al mondo ad essere stato colpito da due bombe atomiche, il 6 agosto 1945 ad Hiroshima e tre giorni dopo a Nagasaki. Nel 1956 è stata fondata l’Associazione Nihon Hidankyo nella consapevolezza maturata negli hibakusha che armi nucleari e umanità non possono coesistere, perché l’umanità deve vivere. “Non arrendersi mai” è il motto della loro associazione e anche con il passare degli anni e con le forze che vengono meno sempre lui è sorretto da questo monito. Toshiyuki Mimaki ha poi affermato con vigore che la vera pace può essere raggiunta solo perdonandoci. Purtroppo, a ottant’anni dalle due bombe atomiche si continua a sviluppare l’armamento nucleare, nove paesi sono oggi responsabili di continuare sulla strada delle armi nucleari e questo è contro l’umanità. I sopravvissuti alla bomba sono testimoni

del dramma e delle difficoltà che sono seguite a Hiroshima e Nagasaki, hanno girovagato alla ricerca dei famigliari, sono stati esposti alle radiazioni, hanno visto come il loro corpo ha avuto delle ferite permanenti e ha subito malattie ricorrenti e questo ha rafforzato il loro impegno per la pace, perché non vi sia una terza esplosione nucleare. Per Toshiyuki Mimaki il Premio Nobel 2024 ha rappresentato un cambiamento di vita si è impegnato ancora di più per la pace e ha avuto la possibilità di parlare con tante persone e tanti politici. Ha poi ricordato con commozione il suo incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’8 marzo di quest’anno e ha concluso il suo intervento esprimendo il desiderio che non vi siano più sopravvissuti e ha ridetto con forza che il suo motto rimane «non arrendersi mai». Ha preso poi la parola Masao Tomonaga raccontando dei sopravvissuti e del loro impegno che ha impedito il terzo uso della bomba atomica, lui aveva due anni quando è stata sganciata la bomba su Nagasaki. Ha fatto poi presente l’importanza dell’educazione alla pace che viene dai sopravvissuti e che deve raggiungere i giovani di tutto il mondo. Lui come medico si è impegnato a fare delle ricerche e ha verificato come gli effetti delle radiazioni e le malattie che gene -

MINISTERO DEGLI ESTERI

rano colpiscono non solo i sopravvissuti ma anche i figli fino alla seconda generazione, perché sono a lungo termine le conseguenze delle radiazioni. Masao Tomonaga vede un futuro incerto perché sembra aumentare la produzione di armi nucleari. Per fermare questa minaccia i giovani sempre più devono impegnarsi in un dialogo e in una comprensione reciproca, sono loro che hanno la responsabilità di realizzare un mondo senza armi nucleari. Toshiyuki Mimaki ha ripreso questa sollecitazione sottolineando che l’età media dei sopravvissuti è di 86 anni; quindi, sono i giovani che devono portare avanti la loro attività che ha un forte impatto educativo. Nelle scuole vi è una forte attività di educazione alla pace, i sopravvissuti vanno a testimoniare la loro esperienza e lui si augura che questo valga per tutti i giovani giapponesi e del mondo. Ha poi espresso il desiderio che i giovani di Hiroshima e Nagasaki possano partecipare al Meeting di Rimini dove approfondire il valore dell’amicizia fra tutti i popoli. «Non arrendersi mai! – a concluso Toshiyuki Mimaki – Vi offro queste parole per la pace nel mondo. Mi impegnerò per questo finchè vivrò». E ha sottolineato con forza e commozione che a costruire la pace contribuiscono la compassione del buddismo e l’amore del cristianesimo.

Bambini feriti due volte

di Arianna Raffaello

Quanti bambini vivono oggi in un contesto di guerra? In che modo l’Italia contribuisce a garantire il diritto all’istruzione dei minori colpiti da attacchi armati?

Ieri al padiglione del Ministro degli Affari Esteri queste domande hanno trovato risposta durante il panel organizzato dalla ng Save the Children “Crescere ricostruendo il proprio futuro: le nuove generazioni nella ripresa dei territori devastati dai conflitti”.

“Ogni guerra è una guerra contro i bambini”: con questa frase coniata nel 1919 da Eglantyne Jebb, fondatrice di Save the Children, si apre il confronto. La citazione continua ad essere attuale, infatti, più di 440 milioni di bambini abitano in paesi in guerra e si trovano

costretti a subire conseguenze disastrose, sebbene non siano stati loro la causa degli scontri.

Il conflitto ferisce un bambino due volte: prima nella sua infanzia, poi nel suo futuro. È da questa consapevolezza che nascono le azioni di Save the Children. L’ong accompagna i bambini in un percorso di guarigione fisica e psicologica, difendendo il diritto all’istruzione nei Paesi in conflitto. L’educazione, infatti, non salvaguarda soltanto i bambini di oggi, ma getta le basi per il futuro delle loro comunità. Anche Mariatou Koné, Ministra dell’educazione della Costa d’Avorio, nel successivo panel organizzato in collaborazione con AVSI “educazione è speranza”, ha ribadito il ruolo cruciale dell’educare nei contesti bellici.

EDITORIALE

[Segue da pagina 1]

deserto morale come quello delle nostre città affollate. “The desert is in the tube train nearest to you”, scrive Thomas Stearn Eliot, negli stessi “Cori da La Rocca” da cui viene il verso che dà il titolo alla kermesse riminese. Eppure nel fondo della disperazione e dell’angoscia emergono questi testimoni, questi martiri, queste pietre vive di speranza. La questione che si pone a Rimini è lo sguardo che viene rivolto a tutte queste testimonianze. Si potrebbe infatti dire che il Meeting mostra prima di dimostrare. Mostra nel senso di offrire allo sguardo e alla visione prima che al ragionamento. Ma anche mostra nel senso di esposizione.

Sia che si parli di Carlo Acutis sia che si tratti di San Francesco, di romanico, di elementi primi della natura o dei 19 martiri d’Algeria o di Grossman. La domanda è sempre farsi raccontare un volto, una storia, una testimonianza. L’etica è un’ottica, diceva il grande Emanuel Levinas, per dire: dallo sguardo si capisce la posizione di un uomo di fronte alla realtà. Tutto è in quello sguardo dove niente è perduto. Una vita interamente personale ma anche interamente protesa all’altro. Dove l’ultima parola ogni giorno, ogni sera, ogni edizione del Meeting sia un grazie.

EDITORIAL

Faces and Stories of Hope

“Faces that build” says a newsletter from this 2025 Meeting. These are the living stones of these days in Rimini. Days that began with the encounter of the two “mothers for peace”: Layla and Elana. And with Sister Aziza, as Sister Azezet Habtezghi Kidane is known, a Comboni missionary of Eritrean origin. Then came the extraordinary testimony of the atomic bomb survivors, the Hibakusha. Today, the focus is on Diane Foley, a mother whose son, James, was killed in Raqqa in 2014 after a long captivity by ISIS in Syria. Her story has been told by the great writer Colum McCann in the powerful book American Mother (Italian edition: Una madre, Feltrinelli). It is the story of a woman who, with determination, sought to understand more deeply — after the violent death of her son — who his killer really was. Alexanda Kotey, the name of the British ISIS terrorist (his brutal group was infamously called “The Beatles”), later agreed to meet her in an American pris -

on. During those meetings, in a corner, Colum McCann sat taking notes. The author himself will be present today to talk about this story.

The mother forgave him, even though the young ISIS militant has never truly shown remorse. “A grace”, says Diane Foley today.

There is a common thread running through the various meetings and events at the Meeting. You can sense it when Diane tells how Pope Francis called her on the phone, shortly after the beheading, to say that her son was a “martyr.” Faces, witnesses, and stories that represent the hope of rebuilding in today’s contemporary desert.

A physical desert, like the one caused by the atomic bomb in Hiroshima and Nagasaki. A mental desert, like the one created by the overuse of the internet and smartphones. A moral desert, like the one found in our crowded cities.

“The desert is in the tube train nearest to you”, wrote Thomas Stearns Eliot in the same Choruses from The Rock from which the title of the Rimini event is drawn. And yet, from the depths of

despair and anguish, these witnesses emerge — these martyrs, these living stones of hope.

The question posed in Rimini is about the gaze we cast upon all these testimonies.

One might say that the Rimini Meeting shows before it explains. Shows, in the sense of presenting something to be seen and contemplated before it’s analyzed. But also shows in the sense of exhibition.

Whether we are speaking of Carlo Acutis or St. Francis, Romanesque art, the primal elements of nature, the 19 Algerian martyrs, or Grossman — the question is always to be told a face, a story, a witness.

“Ethics is optics,” said the great Emmanuel Levinas — meaning: from a gaze, one can understand a person’s stance toward reality. Everything is in that gaze, where nothing is lost. A life that is entirely personal and yet wholly directed toward others.

Where the final word, each day, each evening, each edition of the Meeting, is a simple thank you.

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

INCONTRI Il confronto sulle nuove tecnologie, tra limiti e potenzialità

Intelligenza artificiale, che fare?

I bambini incuriositi dai robot intelligenti: ne imitano le mosse e ci “dialogano”

di Agnese Santori

“C

iao Teddy!”, “Guarda papà sono uguale ad Alfred!”. Queste sono solo alcune delle frasi che in questi giorni si possono ascoltare (sono gridate a gran voce da bambini euforici) girando all’interno del padiglione A5 dove trascorrono le loro giornate due

queste nuove tecnologie sia positivo e quando invece rappresenti un limite. Che sia un cambiamento epocale è certo ma, come ha sottolineato Nello Cristianini, professore di Intelligenza artificiale all’università di Bath «il cavallo corre più forte dell’essere umano quindi non ha senso cercare di superarlo, ma è meglio imparare a caval-

amici robotici: Teddy e Alfred. I due sono circondati ogni giorno da un gran numero di bambini che emulano le loro mosse o cercano di dialogare, soddisfatti e increduli del fatto che arriva veramente una risposta agli stimoli proposti. «La presenza simbolica presso lo stand di “Teddy” e “Alfred”, i due robot - il primo dalle sembianze canine, il secondo umanoide - che supportano ogni giorno i tecnici al lavoro sulle reti elettriche e idriche è un’occasione per far conoscere gli importanti progetti che il gruppo Acea porta avanti focalizzati sull’innovazione, in particolare sulla robotica e sull’intelligenza artificiale» spiegano i responsabili dello stand Acea. Il tema dell’intelligenza artificiale si pone come uno degli argomenti più discussi e dibattuti degli ultimi anni e, data la velocità con cui la nuova tecnologia prende piede, anche il Meeting ha dedicato vari incontri al riguardo. Rimane da chiedersi se, e fino a che punto, l’interazione dell’uomo con

carlo e insieme andare lontano». Così è l’intelligenza artificiale: troppo brava in alcuni procedimenti logici da non riuscire a emularla. La cosa più sensata da fare sarebbe imparare il suo funzionamento e applicarla nello sviluppo degli ambiti della vita in cui potrebbe creare la differenza come, ad esempio, nei lavori pericolosi per l’uomo. Proprio su questi argomenti si sono concentrate le conferenze di questi giorni con i massimi esponenti del settore, come Natale Brescianini. La sua è stata una riflessione profonda e consapevole sulla relazione tra uomo e macchina e sul diverso metodo di paragone che si deve usare per questi due: le macchine vanno misurate per la loro efficienza, mentre l’uomo per la sua profondità. O, ancora, l’incontro “Intelligenza artificiale e futuro”, dove alcuni esperti hanno dialogato sul confine tra ciò che l’uomo può delegare alla tecnica e quello che invece lo definisce in modo unico.

«Educare

alla tecnologia»

Come si concilia l’attività di monaco con quella di studioso dell’intelligenza artificiale? Ce lo spiega Natale Brescianini, religioso dell’eremo di Monte Giove, impegnato nella realizzazione dei percorsi formativi che si rifanno alla Regola di San Benedetto e in attività formative presso aziende ed enti. «Le aziende non volevano solo un tecnico ma anche un senso - spiega -. E io, che sono una persona abbastanza curiosa, mi sono posto l’interrogativo. Da sempre la condizione dell’umano è tecno-umana, ogni progresso tecnologico ha poi aiutato l’essere umano a cambiare il modo in cui si rapporta alla realtà». Usa un paragone forte padre Natale, dicendo che nei secoli viviamo continui cambiamenti che ci scombussolano, come è successo con la scoperta del telescopio nel secolo scorso: «Questi cambiamenti ci costringono a chiederci cosa ci rende umani, oggi ce lo chiediamo di fronte all’intelligenza artificiale». L’AI stravolge i nostri concetti di intelligenza, la nostra consapevolezza e la nostra comprensione perché in vari settori è più brava di noi, sempre più performante e invadente: la vita deve essere razionale come l’intelligenza artificiale. «Qualcosa però va oltre – prosegue Brescianini – le decisioni fondamentali, quelle più

importanti, non sono razionali. Per esempio l’amore: tu non puoi chiedere a una macchina se sposare o no la tua ragazza perché non ha la sensibilità per rispondere. Ciò che ci rende ancora umani è che siamo mammiferi, che abbiamo un corpo, una dimensione fisica che l’intelligenza artificiale può simulare e interpretare ma è diverso». Dal dialogo con padre Natale emerge la sua visione fortemente ottimista: ha compreso a fondo come nel mondo esistano diversi tipi di intelligenza e che quella artificiale sia semplicemente l’ultima che si sta svelando. Ma resta in allerta: «I rischi dell’“empatia artificiale” sono tantissimi. Primo fra tutti che sostituisca la relazione umana che ci contraddistingue come tali. Per questo motivo c’è bisogno di educare alla tecnologia. Noi diamo in mano a tutti l’intelligenza artificiale mentre ci vogliono formazione, istruzione e regole. Io dico sempre che, quando siamo passati dall’utilizzo del cavallo a quello dell’auto, ci siamo inventati il codice della strada e la scuola guida per poter prendere la patente, mentre in questo momento non c’è nessuno che dica “diamoci delle regole”. Questa è la grande sfida sociale da affrontare, ricordandoci che noi non funzioniamo ma viviamo». (a.s.)

Padre Natale: un monaco favorevole all’AI

INCONTRI Nell’arena di Tracce il ricordo del sacerdote siciliano a dieci anni dalla scomparsa

Don Ventorino: memoria e presenza

Le testimonianze di chi ha vissuto un’amicizia profonda che ancora oggi è in grado di generare vita

di Francesco Maria Capitanio

Il fare memoria rischia sempre di scadere in celebrazione; il concetto di presenza può sfociare nel sentimentale. Quando, invece, coincidono, diventano il rinnovarsi di una esperienza. È quanto è accaduto ieri nell’incontro “Francesco Ventorino, la memoria e la presenza”, un appuntamento promosso in collabora-

zione con Tracce. Come ha detto monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, don Ciccio, come era conosciuto da tutti, non avrebbe mai voluto un incontro commemorativo, «ma una memoria capace di generare ancora vita». Insieme all’alto prelato, a ricordare la figura del sacerdote, teologo e saggista siciliano, c’erano la storica Lucetta Scaraffia e Stefano Fi-

lippi, direttore della rivista internazionale di Comunione e liberazione e suo amico personale.

«Ho conosciuto don Ciccio al Meeting –ha ricordato Scaraffia -, mi ha guardata con uno sguardo che mi ha letteralmente trapassata, che ti vede come sei, al di là delle immagini che vuoi dare agli altri, ma nello stesso tempo carico di un amore infinito. Ho pensato in quel momento che questo è quanto di più vicino deve esistere nel mondo al modo in cui Gesù guardava le persone che incontrava quando girava per la Palestina. Poi negli anni ho capito che l’amicizia che ti proponeva era generosissima ma allo stesso tempo molto impegnativa». Amicizia mai consolatoria, talvolta anche critica ma che invitava sempre ad un passo in avanti, facendo capire quali fossero i lacci che tenevano imbrigliata l’umanità di chi aveva di fronte.

Commosso il ricordo di Stefano Filippi che ha conosciuto don Ventorino in una fase particolarmente dolorosa della sua vita: «Proprio al Meeting, alla fine di una conferenza, mi viene incontro e abbrac -

ciandomi mi dice: è un mese che ti cerco, voglio venire a casa tua. In quel momento ho capito l’esperienza di Zaccheo: quando la tua umanità viene messa alla prova, la sola cosa che può accadere è che qualcun altro la prenda seriamente a cuore». Una amicizia sviluppatasi in tanti incontri in cui «a tema è sempre stata la ragionevolezza dell’avvenimento cristiano e la sua corrispondenza al cuore dell’uomo, l’unica cosa che veramente gli importava».

Passione assoluta per la verità, una grande fiducia nella ragione dell’uomo, lealtà verso l’esperienza, educazione della affettività sono, secondo monsignor Baturi, i tratti caratteristici della personalità di don Francesco, senza dimenticare che la radice di tutto è l’amore incondizionato a Cristo. Ricorda anche il rapporto tra don Ventorino e don Giussani «il cui incontro aveva corrisposto al desiderio profondo di fecondità sacerdotale, in una sequela basata sul desiderio di imparare una sguardo così profondo fino a immedesimarsi con lo sguardo di Cristo».

MARTEDÌ 26 AGOSTO

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

INCONTRI Dai Cinque Cerchi di Milano-Cortina un messaggio di socialità e pace

Olimpiadi già da medaglia

Il ministro Abodi: «Realizzate infrastrutture pensando al futuro». Il governatore Fontana: «Sinergia tra pubblico e privato»

Milano-Cortina 2026 sarà un’Olimpiade invernale dai grandi numeri, con atleti di 93 Paesi, 18.000 volontari, investimenti in infrastrutture per 3 miliardi e mezzo, una copertura mediatica mondiale. «Ma noi - ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi, per la prima volta presente al Meeting,- siamo convinti che stiamo lavorando non soltanto in funzione di un grande evento agonistico, ma soprattutto per raggiungere un obiettivo dall’enorme valore umano, per promuovere, cioè, il valore sociale dello sport ispirandoci alla Costituzione e anche agli insegnamenti di papa Francesco e papa Leone XIV. Abbiamo voluto agire con una visione di lungo periodo, costruendo opere che i territori attendevano da tempo e attuando un programma educativo scolastico che si propone di sviluppare la diffusione di una buona pratica sportiva tra i ragazzi». Delle grandi opere programmate e che verranno completate in linea con le attese ne hanno parlato con un certo orgoglio il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha sottolineato la positività di un motore a trazione locale formato da due Regioni e da due Province autonome, e il ceo di Simico (la società che si occupa di infrastrutture per il progetto olimpico) Fabio Saldini, il quale ha ricordato l’importanza del lavoro di squadra: «La collaborazione con gli enti locali del territorio è stata decisiva

L’appuntamento è per oggi alle ore 13 in Sala Neri Generali Cattolica. 9 MARTEDÌ

così come la consapevolezza di tutti i lavoratori dei cantieri, provenienti da ventuno nazionalità diverse, di essere parte di un unico grande progetto, destinato a non concludersi con l’appuntamento sportivo». «Stiamo costruendo grandi infrastrutture, migliorando opere strategiche stradali e ferroviarie – ha aggiunto il presidente Fontana – e tutto ciò è possibile grazie alla determinazione della parte pubblica e alla sinergia coi privati. Questi ultimi si stanno occupando solo degli impianti nuovi, i quali avranno una finalità pubblica anche post Olimpiadi. Il Villaggio olimpico, per esempio, diventerà un grande studentato».

L’incontro è stato coordinato da Mario Del Verme (Compagnia delle Opere Sport) e ha coinvolto anche Andrea Vernier (amministratore delegato Fondazione Milano Cortina 2026), Vittorio Bosio (presidente Csi) e Luca Santandrea (general manager Olympic and Paralympic Games).

Il messaggio a Cinque Cerchi di pace e di sport come veicolo di socialità verrà diffuso simbolicamente in tutte le province italiane attraverso il viaggio della fiaccola olimpica, che raggiungerà tutte le province Italiane grazie a 10mila tedofori. Dalla cerimonia di accensione (26 novembre a Olimpia) all’apertura dei Giochi (6 febbraio per le Olimpiadi, 6 marzo per le Paralimpiadi) è prevista tutta una serie di manifestazioni dalle quali sarà difficile sfuggire.

Il ponte che verrà

Nell’area riservata dal Meeting al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si presentano davanti agli occhi incuriositi dei visitatori giovani e adulti un plastico in scala del Ponte sullo Stretto di Messina e una esperienza immersiva tridimensionale, calata nei panni del viaggio di attraversamento utilizzando vari mezzi di trasporto. Il collegamento, strategico per il Mezzogiorno ma anche su scala nazionale ed europea, dovrebbe essere completato nel 2032. Cer-

tamente il Ponte sullo Stretto verrà percorso sia da auto che da treni. A tal proposito lo stand delle Ferrovie dello Stato contribuisce a una corretta informazione riguardo alle potenzialità dell’attraversamento per treni ad alta velocità, risparmiando ore di viaggio. Dando uno sguardo più approfondito, è possibile visionare nelle vicinanze degli stand del Mit un maxischermo interattivo con la mappa delle infrastrutture concluse o in fase realizzativa su territorio nazionale, la loro fonte o progetto di finanziamento e l’importo dell’opera.

Giovani, che risorsa

di Giuseppe Bianchini

La presenza del ministro Giuseppe Valditara, in arrivo al Meeting, è la conferma della comune volontà di costruzione sociale tra istituzioni, enti e persone. Tema: l’educazione dei giovani. Educare è sondare ogni possibile percorso formativo, che nasca dalla coscienza del popolo, qualunque esso sia, dalla sua tradizione e dalla volontà di comunicare la tradizione. Nelle giornate in fiera ci sono tantissimi ragazzi tra volontari e visitatori ed è uno spettacolo di vivacità di fronte al quale non sono sufficienti le analisi sulle fatiche della popolazione giovanile. Ci deve essere altro. Come formare le nuove generazioni in un’epoca di cambiamenti vertiginosi? Come rimettere la persona,

con i suoi talenti e le sue domande, al centro di ogni percorso?

Uno dei momenti più attesi su queste domande, sarà senza dubbio l’incontro “I giovani e la sfida della formazione”, un’occasione per un dialogo diretto con il ministro dell’Istruzione e del merito. In quello che sarà un vero dialogo a più voci, dalla scuola all’imprenditoria, i punti progettuali che stanno ridefinendo la mission della scuola italiana: la nuova filiera formativa tecnologico-professionale, il potenziamento degli Its Academy, all’insegna della indispensabile alleanza tra banchi e mondo del lavoro per combattere la dispersione e valorizzare il potenziale di ogni ragazzo.

PLASTICO ED ESPERIENZA IMMERSIVA
Oggi l’incontro con ministro dell’Istruzione Valditara

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

IN FIERA Il network “Ditelo sui tetti” e il Movimento per la Vita Italiano insieme a Rimini

Prendersi cura della vita

«Non bastano le battaglie su singoli temi, serve uno sguardo che abbracci l’uomo in tutte le sue dimensioni»

di Alessandro Vergni

Al Meeting, il network “Ditelo sui tetti” e il Movimento per la Vita Italiano, soggetto costitutivo del network e che quest’anno festeggia i suoi cinquant’anni, condividono uno stand per proporre una risposta positiva alla crisi demografica. La loro condivisione nasce dalla comune convinzione che la natalità e la speranza siano “mattoni nuovi” per la società.

“Ditelo sui tetti” è un network di oltre cento organizzazioni che opera in uno spazio culturale e prepolitico per fornire un giudizio antropologico sulle questioni pubbliche. La sua missione è contrastare la cultura dello scarto e promuovere la sussidiarietà, proponendo soluzioni normative e politiche concrete, articolate in una pubblica agenda di temi chiave e di proposte concrete.

abbracci l’uomo secondo tutte le sue dimensioni. Si tratta di riscoprire, in chiave contemporanea, un’autentica visione antropologica come ci tramanda e propone la Dottrina sociale della Chiesa”. Il Movimento per la Vita Italiano porta al Meeting la sua esperienza cinquantennale di accoglienza. Dal 1975, i suoi Centri di Aiuto alla Vita hanno sostenuto oltre 856.000 donne e contribuito alla nascita di più di 280.000 bambini. Questa opera, sostenuta da oltre 10.000 vo -

lontari, è al centro della mostra “50 anni di Speranza” allestita allo stand, che celebra un lavoro silenzioso e fondamentale per il “prendersi cura” della vita umana. Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la Vita dichiara: “I 50 anni di storia del Movimento rappresentano un dono alla società e alla Chiesa, testimoniato da oltre 280.000 bambini nati, che dimostra che la prima prevenzione dell’aborto è l’accoglienza e l’aiuto alle mamme in difficoltà”. “La

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presenza del Movimento per la Vita al Meeting – continua Casini - è un’occasione di dialogo e formazione, un’opportunità per riaffermare l’impegno per una cultura che riconosca e difenda la dignità della vita umana, a partire da quella non ancora nata.”

Lo stand comune del MPVI e di “Ditelo sui tetti” ospita un ricco programma di incontri sui temi della Pubblica Agenda Condivisa. Altro momento significativo di questa presenza a Rimini, l’incontro che si è tenuto su “Sostegno alla natalità: un impegno di tutti”. L’evento, che ha visto la partecipazione di figure di spicco tra i quali proprio la presidente del MPVI Marina Casini e il presidente di “Ditelo sui tetti” Domenico Menorello, ha sottolineato come la questione demografica sia una sfida esistenziale e non solo economica. I relatori hanno ribadito che la salvezza dal baratro demografico non viene solo dalla politica, ma dalla riscoperta della nascita come “meraviglia” e “dono”. 10

“Non bastano le singole battaglie su singoli temi - commenta Domenico Menorello, presidente del network - ciò di cui abbiamo bisogno è uno sguardo che

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LA STORIA Punta Marina Terme ospita un modello di inclusione che è stato anche raccontato all’Onu

Il mare per tutti alla spiaggia dei valori

Debora Donati: «Dalla malattia di mio marito è nato un luogo che accoglie chiunque soffra»

Dal mare di Punta Marina Terme di Ravenna, al Palazzo di Vetro. Il 12 giugno 2025 Debora Donati è intervenuta all’Onu portando l’esperienza della spiaggia dei valori, un modello di inclusione innovativo, concreto e riconosciuto a livello internazionale. Al Meeting ha raccontato la sua storia nell’incontro

“Carità e gratuità: costruire oggi nei luoghi di cura”.

«Tutto è iniziato con la malattia di mio marito Dario, che si è ammalato di Sla nel 2013 quando avevo 3 bimbe piccole. In soli 6 mesi dall’esordio della malattia era paralizzato, ventilato, nutrito con un tubicino. Nonostante la vita si fosse capovolta abbiamo provato a tenere la porta di casa aperta. Le nostre bimbe mi chiedevano di andare al mare lo stesso, ma non c’era una spiaggia per disabili vicina a casa. Finimmo in Puglia, a 800 chilometri di distanza. Era una spiaggia piccolina, ma bastava una sedia a rotelle

speciale per fare il bagno. Al ritorno da questa vacanza ci siamo detti che non era possibile che non esistesse una spiaggia attrezzata in Romagna. Ho coinvolto il Comune di Ravenna col sindaco, che è l’attuale presidente regionale De Pascale, e c’è stata subito una risposta molto positiva. Abbiamo avviato il progetto “il mare insieme a te”». La notizia dell’apertura è arrivata in un giorno significativo: «Ci è stata data Venerdì Santo del 2018. Ho fatto in tempo a dirlo a Dario che è mancato Lunedì dell’Angelo, 2 aprile, lo stesso giorno di san Giovanni Paolo II. L’abbiamo aperta in estate con accesso gratuito. Da lì non ci siamo più fermati. Abbiamo creato l’associazione “Insieme a te” e siamo rimasti aperti anche durante il Covid. Nel 2021 abbiamo raddoppiato la spiaggia, nel 2022 abbiamo costruito 3 appartamenti completamente autonomi per disabili. Nel 2023 abbiamo partecipato a un bando per il turismo accessibile e ci siamo aggiudicati una concessione di 20

anni, così abbiamo potuto costruire una spiaggia definitiva. Ha ombrelloni per tutti, disabili e non». Una spiaggia che si è trasformata in luogo di aggregazione: «Il valore più grande dell’associazione sono i 3.000 giovani che sono venuti da tutta Italia, gruppi scout e parrocchie, frati e suore francescani coi giovani. Vengono bambini di 6-7 anni che fanno volontariato con noi e magari accompagnano un loro coetaneo in acqua con la tracheo. Sarebbe un grande valore avere anche i volontari del Meeting. Poi c’è il risvolto scientifico. Dall’ospedale di Bologna vengono a fare tirocinio per le professioni sanitarie, da Ravenna gli studenti del professor Giampaolo Ugolini, che mi invita a tenere una lezione ogni anno. Una ricerca condotta dal professor Marco Maltoni, oncologo e palliativista, sui dati clinici degli ospiti ha dato risultati incredibili: viene un ospite tracheo-ventilato con 2 litri di ossigeno e va via senza ossigeno. Cosa succede? Parlo di ospiti molto gravi, anche pazienti

oncologici dall’hospice con cui la famiglia ha il desiderio di passare ancora una giornata normale e di grande bellezza. Si fa a gara per accogliere questa famiglia e dare un respiro di infinito a questi ultimi momenti. Ai volontari raccontiamo da cosa è nata l’associazione. Fanno un corso sugli ausili, un corso di primo soccorso, incontrano una logopedista per la comunicazione col paziente e alla fine, con gli psicologi, fanno una restituzione di quello che hanno vissuto qui. Attualmente abbiamo 18 ospiti gravi e 6 meno gravi, di cui si occupano 56 volontari dai 16 fino ai 25 anni».

Debora è un mare mosso, ma le sue onde si distendono tenendo insieme passato e presente: «In quest’opera ho dato senso a quello che mi è accaduto e sono sicura che mio marito gode di tutta questa ricchezza. Da qui imparano tutti, studenti e accompagnatori. Prima che un paziente ospitiamo una persona: anche se ha una patologia terminale desidera vivere fino in fondo. Di questa intensità ne beneficia pure chi gli è vicino. Dario ha lasciato una eredità a chi ha passato dei momenti della malattia con lui. Auguriamo a tutti coloro che vengono qui un cambiamento culturale dello sguardo nei confronti del paziente e di se stessi».

DOMANI IN SALA NERI

Ogni persona, un talento

La disabilità non è un limite da superare ma un pilastro su cui costruire comunità autentiche. Muove da questo assunto l’incontro “Investire sul talento di ogni persona” in programma domani alle 13.30 in Sala Neri che vede la partecipazione del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e dei genitori di Sammy Basso, Laura Lucchin e Amerigo Basso. Accorgersi delle potenzialità di ciascuno richiede un cambio di paradigma anche nelle politiche sociali troppo spesso ridotte a semplice assistenzialismo. La storia di Sammy Basso ci ricorda che nella fragilità estrema nascono spazi di senso che generano bellezza, cultura e partecipazione sociale. Quali strumenti mettere in atto perché la sua esperienza non rimanga un caso fortuito? (f.r.)

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI

AGOSTO

IN

MOSTRA Fascino e stupore non si esauriscono nei giorni della Fiera di Rimini

La bellezza itinerante del Meeting

Le mostre vanno in giro per le città italiane, diventando una nuova possibilità di incontro di Pietro Mazzeschi

Portare in giro per l’Italia le mostre itineranti del Meeting non è un gesto di esibizionismo o messa in scena di cose effimere che non destano le sensazioni primitive e innate più vere dell’umano. È un atto che nasce dallo stupore che ha colpito l’interessato che si ritrova mosso da tanta pienezza d’animo che non può trattenere per sé e che, inevitabilmente, è tutto teso a farlo conoscere a più persone possibili. Insieme a un valido gruppo di amici si può riuscire a creare un bel momento culturale nella propria parrocchia, centro culturale, ospedale, università in occasione di eventi o ricorrenze. Quanto è stato visto nei giorni frenetici e affollati nella Fiera di Rimini può diventare un momento di incontro nelle varie città, per portare a tutti la bellezza e lo stupore che ha colpito chiunque abbia avuto la possibilità di essere guidato alla scoperta di grandi scrittori, santi del passato e futuri oppure la superba arte romanica che ha segnato le regioni italiane, giusto per ricordare alcuni dei temi che hanno

segnato questa edizione del Meeting. Ad esempio la mostra sulla “Tregua di Natale”, presente alla scorsa edizione del Meeting, ha riscosso un enorme successo in molte città, in particolare ad Arezzo, dove una squadra di amici

valorosi ha speso tempo, forze e studio per presentare al meglio l’evento in occasione dell’a famosa manifestazione “Arezzo città del Natale”. Anche gli enti pubblici possono richiedere la loro mostra in formato itinerante. Dall’ufficio

di coordinamento delle mostre fanno sapere che ci sono già molti apprezzamenti e diverse richieste. Ovviamente non tutte le mostre saranno disponibili nell immediato data la necessità di snellire, semplificare linguisticamente e logisticamente gli elementi espositivi e le descrizioni.

La prima mostra che uscirà a fine settembre dai padiglioni del Meeting sarà quella dedicata a Carlo Acutis, figura amata da grandi e piccini, di prossima canonizzazione, già molto popolare e richiesta da molta gente. Anche le mostra “Profezie per la pace” sta ricevendo molte richieste, mentre la mostra “Homo faber” e quella sui martiri d’Algeria saranno disponibili da ottobre. Un altro allestimento che sta riscuotendo apprezzamenti e interessamenti è “Ermanno lo storpio”. Per prenotare una mostra e farla arrivare nella propria città si può contattare l’organizzazione all’indirizzo email info@meetingmostre.com oppure telefonando al numero che troverete nella sezione apposita del sito del Meeting.

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NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

IN MOSTRA I mattoni della religione: quando un apparente tecnicismo diventa esperienza di vita

Nicea, un fatto di nome Gesù

Il Concilio e noi. Vigorelli: «Abbiamo ricevuto la luce di Cristo, ora dobbiamo penetrare il mistero»

di Sofia Gigliotti

Quante volte ci siamo chiesti chi siano realmente Padre, Figlio e Spirito Santo? E, soprattutto, se questa domanda riguardi davvero la nostra vita quotidiana. Ha un impatto sul nostro modo di guardare il mondo, sulle scelte che compiamo?

«Conoscere Cristo nasce da due desideri: quello di capire chi siamo e quello di trovare le ragioni della fede. Una volta incontrato Cristo, nasce in noi il desiderio naturale di conoscerlo più a fondo, come accade con un amico: più lo frequentiamo, più vogliamo scoprire chi è», spiega Andrea Giai Merlera, volontario che guida i visitatori attraverso l’esposizione allestita al Meeting.

La mostra racconta il “prima” e il “dopo” del Concilio di Nicea, in cui al centro

vi fu la discussione sul rapporto tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Ci aiuta a capire come i conflitti interni alla Chiesa non siano stati – e non siano tuttora – distruttivi, ma parte di un cammino di ricerca della verità. Parlando del Concilio, l’allestimento riesce a coinvolgere anche noi: mostra come la strada che percorriamo, pur segnata da contraddizioni, possa condurre verso una verità più grande. Sorprende, ancora oggi, la capacità del cristianesimo di abbracciare la realtà intera, di illuminare ogni aspetto dell’esistenza, di riconoscere a ciascuna cosa il suo posto nella storia. Persino le controversie e le eresie hanno contribuito a rendere più chiaro ciò che è vero: inciampando nell’errore, la Chiesa ha potuto affermare con maggior forza quelle certezze che la costituiscono.

L’ALLESTIMENTO Attraversare il Concilio

In fiera si innalzano le pareti dell’antica basilica

«È stato fondamentale il rapporto con Cecilia Torchiana e Alessandra Viterzi, gestiscono l’allestimento di tutte le mostre e ci hanno insegnato a parlare a tutti, hanno pensato alla trasposizione sui pannelli in modo tale che tutti potessero capire questo tema elevato, nel senso che non è di uso quotidiano» afferma Ilaria Vigorelli, curatrice della mostra.

Questa è la prova tangibile di quello che ci vuole comunicare “Luce da Luce”: quando uno si concepisce figlio cura ogni dettaglio affinché tutti

«Ci siamo chiesti che cosa fosse davvero fondamentale trasmettere – racconta Ilaria Vigorelli, presente sin dall’ideazione della mostra – e da lì è nato il desiderio di capire come parlare del Concilio a tutti. Il punto centrale resta questo: ricordare che Gesù è un fatto. Così nasce questo viaggio, il percorso della mostra riprende il profilo della basilica di Nicea».

Dalle parole della curatrice emerge bene il duplice binario che la mostra percorre: da un lato la concretezza di un evento storico, dall’altro lo sguardo sul presente, fatto di domande, fragilità e difficoltà nell’affidarsi. La sfida è grande: riscoprire una trama di rapporti capace di trasformare la vita quotidiana, fino a riconoscere che l’altro non è un ostacolo ma una benedizione. Al cuore di “Luce da Luce” c’è dunque la domanda sul rapporto tra Padre e Figlio. La risposta non si trova solo nell’allestimento, ma anche nelle voci e nei dialoghi che hanno animato le giornate del Meeting. Non sorprende che il tema sia riaffiorato anche in contesti apparentemente lontani: durante l’incontro “Il mondo dopo il liberalismo”, ad esempio, si è ricordato come il cristianesimo si sia diffuso nei primi secoli non grazie a imposizioni politiche, ma attraverso relazioni vive. «Essere padri e madri oggi è difficile se prima non ci si riconosce come figli», ha sottolineato Maria Francesca Righi nell’incontro “La vita come vocazione”.

gli altri fratelli possano capire e vedere quella bellezza.

«Noi siamo degli intellettuali, ci perdiamo spesso nelle parole, le persone che hanno lavorato all’allestimento sono state fondamentali. Penso al grafico che è entrato nella nostra mente e ha avuto tanta attenzione alle immagini; alla genialità dell’architetto che ha costruito la basilica partendo dai concetti che avevamo in testa; infine, il coinvolgimento dell’artista della cosmografia biblica che ci permette di osservare tutta la Bibbia in un solo sguardo».

«Ma tu chi sei, Gesù? Chi sei per me, e chi sei in te stesso? – prosegue Vigorelli – Il mistero supera la nostra intelligenza, ma chiede anche la nostra intelligenza per essere comunicato. Tutto ciò che è vero è cristiano, ma non tutto si esprime con le stesse forme. Gregorio di Nissa diceva che solo lo stupore conosce. E questo è molto trinitario: il Padre, conoscendo sé stesso, si dona al Figlio; il Figlio è splendore del Padre, ma anche stupore, perché restituisce al Padre quello splendore. Così anche noi, quando ci stupiamo, ridiamo splendore al Padre».

L’immagine è potente: la fede non come adesione astratta a un dogma, ma come esperienza di stupore che continuamente si rinnova. «Mi colpisce – conclude Vigorelli – come anche il Meeting sia esperienza di stupore: nella cura dei dettagli, nell’attenzione data a ogni persona che entra. Qui, ciascuno può riscoprirsi figlio e restituire splendore al Padre».

In questo intreccio di storia e presente, di concetto e vita, la mostra “Luce da Luce” ricorda che il cristianesimo non è anzitutto un sistema di regole o un’astrazione teologica. È piuttosto un incontro che genera desiderio, un cammino fatto di domande, conflitti e scoperte, in cui anche gli inciampi diventano parte di un’esperienza più grande. Un’esperienza che, dopo 1700 anni, continua a interrogare e a illuminare la nostra quotidianità.

VOLTI CHE COSTRUISCONO Francesco Cassese, tra i curatori della mostra “Non si può morire per un dollaro”

Esperienza di gratuità

«Donare rende liberi dal denaro e questo fa guardare la realtà in un modo nuovo»

F rancesco Cassese è uno dei curatori della mostra “Non si può morire per un dollaro. La rivoluzione di Amadeo Peter Giannini”. La prima volta che è venuto al Meeting aveva 17 anni ed era in viaggio con i genitori, chiese loro di fermarsi a Rimini dove voleva fare il volontario. Suo padre aveva reagito chiedendo «ma chi ve lo fa fare». È una domanda che Francesco ha tenuto dentro e che continua a portare con sé perché va al cuore dello stesso Meeting. Quell’anno ha fatto il volontario in pizzeria e ha un ricordo molto bello, è stata per lui un’esperienza inedita che lo ha colpito molto. «Il Meeting –racconta – è la possibilità di incontri che creano storie da cui si generano trame di relazioni». Poi Francesco osserva che quella dell’incontro è la ragione per cui uno viene al Meeting. E ogni incontro chiede di andare al fondo per capire come stare di fronte alla domanda di suo padre - “Ma chi ve lo fa fare?”. Negli anni Francesco scopre

che il fulcro del Meeting è lo spirito di gratitudine. È la gratitudine testimoniata dai tanti visitatori e volontari che incontra e lo riempiono di stupore.

E una sera poi trovandosi a dialogare con un gruppo di donatori, alcuni dei quali imprenditori, che sostengono il Meeting ringraziando per il fatto che

Uno sguardo alla salute fisica e alla sicurezza

sulle strade

questo luogo ci sia, capisce ancora di più l’eccezionalità di questa esperienza. Francesco sottolinea poi che la gratitudine rende contenti, lieti, come si vede al Meeting, e racconta l’esperienza che sta facendo alla mostra di Amadeo Peter Giannini con universitari della Bocconi e dell’Università Cattolica: «Questi ragazzi – dice – hanno negli occhi tanta voglia di vita, hanno una energia che li fa immedesimare in quello che fanno». «Ogni anno vado via dal Meeting – dice – con il cuore e la ragione dilatati. Qui ho fatto esperienza della categoria della possibilità, mi è più chiaro che l’incontro che ho fatto c’entra con tutto e la vita diventa la verifica di questa apertura».

Ma perché una persona dovrebbe donare qualcosa, anche una piccola somma per il Meeting? Donare è per una gratitudine, sottolinea Francesco. E aggiunge: «Donare rende liberi dal denaro e questo fa guardare la realtà in modo nuovo».

Meglio prevenire che curare

Dal simulatore di guida in stato di ebrezza agli screening: un progetto per la prevenzione di Sofia Gigliotti

N ella Hall Sud è presente lo stand di Ania, associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. È un’associazione volontaria senza fini di lucro: il suo scopo principale - riconosciuto dallo Statuto - è sviluppare e diffondere nel nostro Paese la cultura della sicurezza e della prevenzione, perché sia le persone sia le aziende sia la società nel suo complesso possano essere protette di più e meglio.

Lo scopo della loro presenza è contribuire a cambiare lo sguardo sulla cultura assicurativa, far conoscere alle persone l’esistenza di strumenti come le polizze sanitarie e l’importanza della prevenzione per la propria vita.

Si viene colpiti subito dal simulatore di guida: apparentemente un gioco che attrae tutti, si rivela uno strumento importantissimo per essere più consapevoli. In questa parte dello stand i ragazzi possono salire su questi apparecchi

statici e dinamici per sperimentare che cosa voglia dire prendere in mano un volante dopo l’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti. I veicoli rallentano le decisioni prese da chi guida, simulano gli spasmi dati dall’amfetamina, i ragazzi che arrivano spavaldi ne escono cambiati, più consapevoli.

Nell’altra metà dello stand ci si occupa, invece, di prevenzione personale. Dalle 10.00 alle 19.30 sono presenti medici che effettuano visite complete per il controllo dei nei, consulti dal nutrizionista e visite oculistiche a chi si prenota gratuitamente e trova posto durante la giornata. Il passato evidenzia quanto sia importante l’adesione a questa proposta: in due anni differenti i controlli cardiologici avvenuti in fiera hanno evidenziato alcuni infarti in corso, queste persone sono state immediatamente portate in pronto soccorso; una signora venne operata di urgenza per un melanoma degenerato identificato durante i controlli allo stand. Ma non si esaurisce tutto al Meeting,

alla fine di ogni consulto vengono lasciati degli opuscoli sul benessere generale, dei bambini, in menopausa e una guida alla sicurezza stradale per chi usa la bici. Tutto questo nasce dallo studio del bisogno della popolazione e dalla volontà di ridurre le malattie e le morti associate a scarsa prevenzione. Come sottolineato anche dal presidente Giovanni Liverani:

«La nostra Associazione deve mediare tra gli interessi delle Compagnie e le esigenze del sistema socioeconomico italiano. Continueremo, dunque, a rappresentare le istanze del settore, ma porremo sempre più l’accento sulle esigenze e le opportunità che emergono dal settore pubblico, dalle Istituzioni, dalla società civile e dai lavoratori».

FIERA Gusto, tradizione, novità: viaggio nelle proposte gastronomiche

Giro d’Italia tra le cucine

Da Genova a Roma, passando per la Romagna. Ma l’orizzonte è internazionale

C’è un lato del Meeting che non è presente nel programma, ma che fa parte dell’esperienza di ogni visitatore in fiera: la ristorazione. È inutile nasconderlo: in Italia si dà molta importanza a cosa si mette a tavola e gli stand della ristorazione – che quest’anno sono presenti in quasi ogni padiglione – rispondono proprio a questa innata attenzione.

La larga offerta culinaria messa a disposizione dal Meeting lascia l’imbarazzo della scelta, oltre all’acquolina in bocca, in chi si sta avvicinando all’ora del pranzo o della cena. Per questo ciò che rende unica la ristorazione in fiera è il fatto di poter sperimentare ogni volta qualcosa di diverso, partendo dai piatti tipici della Romagna, fino alla cucina tipica di tante altre regioni e paesi. Il tempio della ristorazione resta il padiglione B1, un intero spazio dove ritrovarsi in amicizia e condividere un pasto in compagnia. Il mare magnum di offerte che quest’area riserva è progettato per soddisfare i gusti di tutti. La scel -

ta spazia dalla pizza tonda o alla pala, dall’Osteria romagnola al Chiosco della piadina, dal kebab di 41° Meridiano all’American fast food. Insomma, non è un luogo adatto agli indecisi. Guardando ai classici del Meeting, Sfoglia Matta (padiglione A2) è la scelta giusta per i visitatori che desiderano mangiare le prelibatezze della cucina romagnola con pasta fresca fatta a mano. Per chi invece preferisce provare qualcosa di diverso, si consiglia Tanto pe’ magnà (padiglione C1), il ristorante romano nato dall’idea delle ragazze e dei ragazzi del Clu di Roma. Già dalla fila si respira l’aria di osteria romana, in uno spirito di convivialità e simpatia. Piatti semplici ma soddisfacenti, che possono essere conditi con pepe a piacimento semplicemente invocando Pepe (un ragazzo che passa tra i tavoli con un macinino, pronto ad insaporire il pasto dei commensali oltre ad intrattenerli con chiacchiere rallegranti).

Anche il villaggio ragazzi ospita il Risto del villaggio, dove si può gustare un piatto in famiglia a pochi passi dalle attività dei più piccoli. All’aperto, nello

spazio delle piscine est, è sempre il momento dell’happy hour, tra stuzzichini fritti e il furgoncino degli aperitivi. Il posto perfetto per fermarsi a sorseggiare uno spritz o una birra alla spina in buona compagnia.

re le sue trofie al pesto. Anche in altri ristoranti si possono trovare soluzioni vegetariane, come il couscous di verdure nello stand dello street food (piscine ovest) e le insalatone all’Osteria romagnola. Difficile restare insoddisfatti.

Nella parte opposta, dopo le piscine ovest, si respira invece l’aria di birreria bavarese grazie agli hamburger romagnoli di Birgo Burger, da accompagnare con immancabile birra, mentre per gli amanti del pollo si sottolinea la polleria riminese Pollo & Friends (padiglione A3). Accantonando la dieta per un po’ (se già non fosse bastato), è consigliato completare il pasto con un buon dolce. Anche qui la lista è lunga. Il Bar Alcamo (padiglione A1) offre oltre ad una vasta selezione di primi e secondi siciliani, anche una ricca scelta di cannoli e cassatine. Per chi preferisce rinfrescarsi con un gelato, da quest’anno potrà soddisfare le proprie voglie con i gusti de La Romana, storica gelateria nata nel cuore di Rimini nel 1947. La gelateria vanta una selezione di gusti che va dai classici come la crema fino al gusto edizione limitata ideato in onore del Meeting “il mattoncino”. Non possono mancare le proposte vegetariane. Se si desidera un pasto tradizionale è obbligatoria la tappa al ristorante “Il genovese” per assaggia -

Il ritorno del Genovese

Con il ritorno al Meeting del ristorante “Il Genovese”, il titolare Roberto Panizza porta a tavola i suoi cavalli di battaglia: trofie al pesto e polpette genovesi al sugo. La lunga fila che a ogni pasto guida i clienti alle casse è la dimostrazione che il menù, seppur semplice, soddisfa i visitatori e li invita a tornare. Il profumo del pesto tradizionalmente prodotto a Genova si sente ancor prima di ordinare e, una volta accomodati a tavola, si avvera in un’esplosione di gusto. Un’esperienza, quella di Roberto Panizza, che cerca di lasciare al Meeting e in tutto il mondo un assaggio di tradizione italiana che da anni riempie lo stomaco e il cuore. (m.f.)

SPETTACOLI Stasera la rappresentazione delle “Confessioni” del vescovo e padre della Chiesa

Parola di Sant’Agostino

Alessandro Preziosi protagonista sul palco del Teatro Galli. Colonna sonora di Paky De Maio

«L a cosa che più incuriosirà il pubblico è il fatto di poter entrare attraverso il corpo sacrificale dell’attore nel cuore del filosofo». Così Alessandro Preziosi presenta “Le confessioni di Sant’Agostino”, spettacolo in cui darà voce agli scritti del vescovo e teologo vissuto a cavallo tra il quarto e il quinto secolo. Questa sera alle ore 21.30 il Teatro Galli tornerà ad animarsi con le letture dei punti salienti dell’opera di sant’Agostino che porta lo stesso nome dello spettacolo. Protagoniste saranno le riflessioni dell’autore sulla propria vita e sul proprio percorso che lo ha portato alla conversione al cristianesimo in età avanzata. Grazie alla composizione musicale di Paky De Maio e a una nuova traduzione dei testi originali, curata da Tommaso Mattei, il pubblico verrà accompagnato nel viaggio interiore del filosofo. Ciò che per Alessandro Preziosi catturerà gli spettatori è che «attraverso l’attore c’è la possibilità di capire perché

sant’Agostino viene considerato, oltre ad un filosofo, anche padre della Chiesa». Lo strumento teatrale si conferma il tramite giusto per comprendere concetti che in una semplice lettura risulterebbero complessi. Alessandro Preziosi, che ha già interpretato il santo sul piccolo schermo, riconosce l’importante ruolo della cultura e dell’arte nel creare legami lontani nello spazio e nel tempo. Quindi conclude affermando che «il teatro si concentra in un tempo così breve ma magicamente evocativo, tanto da risultare un tuffo che non si interrompe mai».

RON CANTA E SI RACCONTA

«Musica nella mia anima»

Ron si è esibito ieri al Meeting in una intervista-concerto sulle note della sua chitarra e del pianoforte del maestro Giuseppe Tassoni. Al centro dell’evento il tema del potere salvifico della musica, che ha ispirato tutta la carriera del cantautore italiano. «La musica è una parte di me e della mia anima» afferma Ron, che di canzoni sull’anima ne ha composte diverse.

Ad aprire la scaletta il ricordo del primo concerto di fronte ad un campo di girasoli e poi “Una città per cantare”. A seguire Ron ha riflettuto sulla capacità dei suoi brani di aiutare le persone.

Ron che ha da sempre riconosciuto un ruolo importante nel pubblico, è stato applaudito dalla platea del Meeting, rinnovando le emozioni di mo -

menti come Sanremo 1996, quando vinse il festival con “Vorrei incontrarti tra cent’anni”. E con un gran finale dedicato all’amico di una vita, Lucio Dalla. (m.f.)

SPETTACOLI Alle 21 alle Piscine Ovest Illumia la quinta edizione del Meeting Music Contest

Sei voci sul trampolino

Giovani musicisti, selezionati tra oltre duecento concorrenti, si contenderanno la vittoria

di Clelia Tozzola

«Il Meeting Music Contest è arrivato alla quinta edizione: pensavamo che non si sarebbe candidato più nessuno o che le adesioni sarebbero state in diminuzione. Invece quest’anno siamo passati da 100 a 200 candidature e questo è un dato molto interessante. Questi giovani ci credono, non hanno nessun tipo di pregiudizio e, se viene un’opportunità, la colgono», commentano così i promotori della gara musicale che non è fuori luogo definire una tradizione. Il contest musicale promosso dal Meeting e dal Mei, Meeting degli indipendenti di Faenza che si avvale del sostegno della Regione Emilia-Romagna e del patrocinio del Comune di Rimini, si rinnoverà stasera alle 21 al Palco delle Piscine Ovest della Fiera di Rimini, anticipato alle ore 18 da un incontro con Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, intervistato da Giordano Sangiorgi del Mei.

Dopo un’attenta selezione, i sei finalisti che hanno interpretato il tema del Meeting 2025 attraverso brani inediti che esplorano la sfida di costruire qualcosa di nuovo e duraturo nel mondo contemporaneo, accompagnati da cover reinterpretate con il proprio stile, sono Davide Amati, Diego Casadei, Elena Piro, Lorenzo Lepore, Trilussa e Unadasola. La giuria è composta da Cristiano Godano e da Casadilego, vincitrice di X Factor 2020, con esperti del settore musicale e ai coordinatori Giordano Sangiorgi e Otello Cenci. Il vincitore si aggiudicherà un pacchetto di premi che include: un’esibizione al Mei 2025 dal 3 al 5 ottobre a Faenza, la registrazione di un singolo con Lotostudio di Ravenna, distribuzione digitale tramite MEIDigital, ufficio stampa a cura de L’Altoparlante e promozione social continuativa. «I cantautori e le cantautrici di quest’anno hanno portato sul palco dei brani innovativi e rivoluzionari che sono stati scritti senza emulare gli espedienti della musica di oggi e senza l’aiuto dell’intelligenza artificiale, il che è una rarità - ha dichiarato Giordano Sangiorgi -. Il Meeting Music Contest si conferma ancora una volta un trampolino di lancio fondamentale per questi artisti indipendenti: il nostro piano con il Meeting è quello di ampliare il Meeting Music Contest, rendendolo un talent show di musica indipendente a tutti gli effetti».

VIDEONEWS

Vediamoli insieme

di Davide Giuliani

Raccontare il Meeting per immagini e permettere anche a chi è lontano da Rimini di percepire quanto si vede in Fiera. È questo il compito delle videonews, consultabili sul canale YouTube meetingdirimini. Anche oggi ve ne presentiamo quattro, ma la collezione online è molto più ampia.

Le grandi interviste: Toshiyuki Mimaki e le bombe atomiche La testimonianza degli Hibakusha, i sopravvissuti al bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki, ha scaldato il cuore del Meeting. Toshiyuki Mimaki, attivista di Nihon Hidankyo, organizzazione giapponese che dice no all’atomica e che lo scorso anno è stata insignita del Nobel per la Pace, si racconta ad Alessandro Banfi. «Deterrenza nucleare? Se l’umanità possiede anche solo un’arma di questo tipo – le sue parole – si condanna alla distruzione».

Oggi al Meeting: Ron e il potere salvifico delle canzoni

Rosalino Cellamare, in arte Ron, non ha certo bisogno di presentazioni. E neanche i suoi brani, che hanno scandito con il loro ritmo le vite di generazioni di italiani. Al Meeting, però, la sua carriera e i suoi testi vengono riletti per andare ancora più a fondo e capire se e come le canzoni possono avere un potere salvifico.

Il racconto del giorno: Osama, in viaggio verso casa

Un architetto palestinese, musulmano, che lega la sua firma alla costruzione non solo di moschee, ma anche di chiese e sinagoghe. E che diventa collaboratore di fiducia della Custodia di Terra Santa. Osama Hamdan, partendo dall’amore per il suo lavoro, è diventato ponte tra uomini e culture in Medio Oriente. La sua storia arriva a Rimini con un docufilm e grazie alle testimonianze della moglie Clara e del vicario della Custodia padre Ibrahim Faltas.

Oggi al Meeting: da Rimini alle Olimpiadi di Milano Cortina

Sei mesi al ritorno dei Giochi olimpici in Italia. In Fiera il ministro dello Sport Andrea Abodi, ma protagoniste sono anche le fiaccole delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi. I visitatori del Meeting si improvvisano tedofori, mentre cresce l’attesa per i Giochi a cinque cerchi.

OLTRE IL PROGRAMMA

Tutto il giorno - Padiglione A5/C5 - Stand ENEA - Energy Metaschool.

11:00 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - L’idrogeno: opportunità e sfide – Valerio Palmisano (ENEA)

12:00 - Hall A5, Piazza MASE - Presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a Rimini.

12:30 – 13:30 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –La sicurezza dei sistemi di trasporto in pillole: il viaggio continua... Moderatore: Gian Marco SardiANSFISA, con esperti ANSFISA.

15:00 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Docufilm “La Transizione Possibile” (GSE) - con la presenza del Ministro Gilberto Pichetto Fratin.

15:00 – 16:00 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –Una città in cui crescere - ricerca SocialCom sulle periferie. Modera: Eleonora Rossi, con Barbara Acreman

– DG Casa e Riqualificazione Urbana.

15:45 – Padiglione A5 (ConfAgorà)Confagricoltura – Europa, la grande incompiuta. Partecipano: Raffaele Fitto, Massimiliano Giansanti, Enrico Letta.

16:00 – 17:00 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –

La prevenzione dal rischio di annegamenti GC. Modera: Elio Pari (Capo redattore Corriere di Romagna), con Giorgio Gori (Federazione Italiana Nuoto), Mauro Vanni (Cooperativa Balneari Rimini).

17:00 – 18:00 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –La città interconnessa: connettere territori, creare opportunità. Innovazione e Futuro. Modera: Lorenzo Sanchez, con Francesco Memeghetti, Alexander D’Orsogna, Francesco Benevolo, Stefano Fabrizio Riazzola e altri.

Aggiungere salute agli anni. Con Danone

Spazi di cura e maggior consapevolezza: è questo l’invito che l’edizione 2025 del Meeting di Rimini rivolge ai suoi partecipanti. Danone accoglie questa sfida ogni giorno.

Chi in queste giornate si fermerà al Pit Stop Danone avrà l’opportunità di effettuare un Longevity Check Up gratuito per la misurazione di 8 fattori di rischio cardiovascolare, quali il colesterolo, l’attività fisica, il fumo, il body mass index, la dieta, la pressione arteriosa, la glicemia e la qualità del sonno. Si tratta di un’i-

niziativa di Terza Missione di Università Cattolica e Policlinico Gemelli promossa e coordinata dal Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento, Ortopediche e Reumatologiche diretto da Francesco Landi. Un gesto semplice, ma di grande valore, che restituisce centralità alla prevenzione come investimento quotidiano per il futuro. Un’iniziativa con cui Danone rafforza il proprio ruolo di promotore di salute, agendo lungo l’intero arco della vita con l’obiettivo di “aggiungere salute agli anni”.

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

MARTEDÌ

26 AGOSTO

MEETING2025

OGGI IN FIERA

INCONTRI

NUOVI MATTONI PER L’EUROPA

Ore 12:00 Sala Neri Generali Cattolica Roberta Metsola, presidente Parlamento Europeo. Introduce Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS Con il sostegno di isybank, Regione Emilia-Romagna, Generali, Gros Rimini

I GIOVANI E LA SFIDA DELLA FORMAZIONE

Ore 13:00 Sala Neri Generali Cattolica In collaborazione CdO Opere Educative/FOE, Diesse, Di.S.A.L, Associazione Culturale Il Rischio Educativo. Luca Bergantini, Business Unit Manager SCMGroup S.p.a; Paolo Maino, presidente Di.S.A.L. e dirigente scolastico ITE Gadda Rosselli, Gallarate; Andrea Siciliano, docente Istituto Alberghiero quadriennale Don Gnocchi, Carate Brianza; Guido Torrielli, presidente Rete ITS Italia; Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito. Modera Massimiliano Tonarini, presidente CdO Opere Educative/FOE. Con il sostegno di ITS Italy, CSL – Consorzio Scuole Lavoro, Università degli Studi Guglielmo Marconi, Tracce

DENTRO LA TRANSIZIONE ENERGETICA: QUALE RUOLO PER IL NUCLEARE?

Ore 13:00 Sala Conai A4 Francesco Campanella, direttore generale ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione); Lorenzo Fiorillo, direttore technology, R&D & digital Eni; Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Francesca Mariotti, presidente ENEA; Luca Mastrantonio, amministratore delegato Nuclitalia; Elizabeth Rizzotti, COO e Managing Director Newcleo Italia. Modera Giuliano Frosini, professore di Public Affairs e Affari Regolatori Luiss Business School. Con il sostegno di Unioncamere, Illumia

ITALIA HUB DEL MEDITERRANEO: INFRASTRUTTURE, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ PER I TRASPORTI DEL FUTURO

Ore 13:00 Sala Gruppo FS C2 Marco Bucci, presidente Regione Liguria; Giacomo Carelli, presidente Drivalia e Chief Executive Officer & General Manager CA AutoBank; Tullio Del Sette, commissario straordinario ACI; Pierluigi Di Palma, presidente ENAC; Sergio Gianotti, Head of Italy Public Sector, Amazon Web Services (AWS); Edoardo Rixi,viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Modera Emmanuele Forlani, direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Con il sostegno di Gruppo FS, Engineering, Automobile Club d’Italia, AIRiminum, Amazon Web Services

PER QUALE FUTURO SI INNOVA?

Ore 13:00 Arena cdo C1

Organizzato da Compagnia delle Opere, Fabbrica per l’Eccellenza, Cdo Informatica Jason Cox, country leadership & competence Leader IKEA; Enrico Loccioni, presidente e founder Loccioni; Benedetta Giovanola, professoressa di Etica, Università di Macerata. Modera Tommaso Minola, professore di Ingegneria Economico-Gestionale, Università di Bergamo

CRISI DEL MULTILATERALISMO

E NUOVE GEOGRAFIE DEL COMMERCIO: RIPENSARE LA GLOBALIZZAZIONE

Ore 13:00 Arena Internazionale C3

In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Francesco Billari, rettore Università Bocconi, Milano; Riccardo Ercoli, direttore esecutivo per Italia, Portogallo, Grecia, Malta, Albania e San Marino, FMI; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Cristina Scocchia, amministratore delegato Illycaffè. Modera Samuele Rosa,

economista senior FMI (Fondo Monetario Internazionale) e Fondazione per la Sussidiarietà. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

LE FERITE DELLA SIRIA

Ore 13:00 Arena Tracce A3

Giacomo Gentile, coordinatore progetti Associazione Pro Terra Sancta; Jean-François Thiry, project manager Associazione Pro Terra Sancta ad Aleppo. Modera Paolo Perego, giornalista Tracce. UN VOLTO NELLA STORIA

CHE CONTINUA AD ACCADERE

Ore 15:00 Auditorium isybank D3

Margaret Karram, presidente Movimento dei Focolari; Davide Prosperi, presidente Fraternità di Comunione e Liberazione; René Roux, rettore della Facoltà di Teologia di Lugano. Modera Silvia Guidi, giornalista Osservatore Romano. Con il sostegno di Tracce

PROTEGGERE I BENI CULTURALI

NELLE EMERGENZE: LA LINEA D’AZIONE

“UNO SCUDO PER LA CULTURA” E IL MODULO OPERATIVO CRI

DI PROTEZIONE IN CASO DI DISASTRO

Ore 15:00 Arena Internazionale C3

Organizzato da Croce Rossa Italiana. Michele Romeo Jasinski, Focal Point Nazionale Campagna ‘Il Futuro ha una lunga storia, proteggiamola’, CRI; Andrea Marchi, delegato tecnico Regionale

Operazioni Emergenza e Soccorso; Alessia Strozzi, segreteria tecnica SBI. Modera Lorenzo Massucchielli, Responsabile UO Emergenze Internazionali, CRI

1700 ANNI DAL CONCILIO DI NICEA

Ore 17:00 Sala Neri Generali Cattolica

S.S. Bartolomeo di Costantinopoli, arcivescovo di Costantinopoli, nuova Roma e Patriarca Ecumenico; S.Em. Card. Kurt Koch, prefetto Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Saluto di benvenuto di Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Modera Andrea D’Auria, direttore Centro Internazionale di Comunione e Liberazione. Con il sostegno di Tracce

DON CAMILLO, PEPPONE E IL CROCIFISSO CHE SORRIDE

Ore 17:00 Sala Conai A4

Egidio Bandini, giornalista e presidente Gruppo Amici di Giovannino Guareschi; Enrico Beruschi, regista e attore; Gianni Govi, attore e regista; Eugenio Martani, clarinettista; Corrado Medioli, fisarmonicista; Giancarlo Plessi, parroco di Besenzone

MOLTO PIÙ DI UN MERCATO. DAL NEOLIBERISMO A UNO SVILUPPO PER L’UOMO NELL’UNIONE EUROPEA

Ore 17:00 Sala Gruppo FS C2

In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Enrico Letta, decano IE School of Politics University e presidente Istituto Jacques Delors; Francesco Maria Chelli, presidente ISTAT; Sergio Marullo di Condojanni, CEO Angelini Industries; Bernardo Mattarella, amministratore delegato Invitalia. Modera Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Con il contributo di Philip Morris Italia COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: STATO DELL’ARTE ED ESEMPI CONCRETI

Ore 17:00 Arena cdo C1

Franco Cotana, amministratore delegato RSE; Silvia Chiassai Martini, presidente Fondazione CERItalia; Nicola Gherardi, presidente comunità energetica Confagricoltura; Fabrizio Iaccarino responsabile Affari istituzionali Italia Enel; Felice Vai, presidente comunità energetica USE Nord. Modera Sergio Luciano, direttore Economy. Con il sostegno di SGR Efficienza Energetica

AIUTARE GLI ITALIANI IN DIFFICOLTÀ: METODI, RISULTATI, SORPRESE Ore 17:00 Arena Internazionale C3

Incontro con il Ministro Plenipotenziario Nicola Minasi, capo dell’Unità di Crisi del MAECI

UN’AMICIZIA PER IL MONDO. I PRIMI GESUITI IN ETÀ MODERNA

Ore 17:00 Arena Tracce A3 Pietro Zancanere, Laura Galli, studenti di Storia, Università degli Studi di Milano

IL CORAGGIO DEL PERDONO. UNA MADRE Ore 19:00 Auditorium isybank D3 Colum McCann, scrittore, autore di Una madre, Ed. Feltrinelli, in dialogo con Diane Foley, presidente e fondatrice James W. Foley Legacy Foundation, madre di James W. Foley, giornalista americano rapito nel nord della Siria nel 2012 e ucciso brutalmente dall’Isis. Letture a cura dell’attore Giampiero Bartolini. Modera Alessandro Banfi, giornalista. Con il sostegno di Tracce

IL CAPITALISMO MALATO

Ore 19:00 Sala Neri Generali Cattolica Intervento di Luigi Zingales, economista, University of Chicago. Partecipano Emilio Colombo, professore di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore; Piergiovanna Natale, docente di Economia politica, Università di Milano Bicocca. Modera Mattia Ferraresi, giornalista

Domani

COESIONE E SVILUPPO

PER UN’EUROPA UNITA

Ore 19:00 Sala Conai A4

In collaborazione con la Commissione Europea Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere; Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, Commissione Europea; Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Modera Agnese Pini, direttrice QN. Con il sostegno di isybank, Regione Emilia-Romagna, Invitalia, Gruppo Maggioli LE ECCELLENZE IN ITALIA

Ore 19:00 Sala Gruppo FS C2 Stefano Berni, direttore generale Consorzio Grana Padano; Gianmaria Bettoni, presidente Impresa Persona Agroalimentare; Giorgia Favaro, amministratore delegato McDonald’s Italia; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Bruno Piraccini, presidente Orogel. Modera Giuseppe Vaira, viticoltore G.D. Vajra –Barolo. Con il sostegno di Unioncamere Orogel. Con il contributo di Philip Morris Italia

IL PARADOSSO DELLA DIPENDENZA

Ore 19:00 Arena cdo C1

Organizzato da Cdo Opere Sociali. Bartolomeo Barberis, responsabile Casa CEC, Forlì; Maria Teresa Bellucci, viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali; Simone Feder, psicologo ed educatore, Casa del Giovane; Sergio Ishara, medico psichiatra, fondatore e coordinatore Programma Gruppo Comunitario di Salute Mentale. Modera Stefano Gheno, presidente Cdo Opere Sociali

GIOVANI OGGI, CITTADINI DOMANI: QUALI CONTENUTI PER LA SCUOLA?

Ore 19:00 Arena Internazionale C3

Organizzato da CdO Opere Educative/FOE, Diesse, Di.S.A.L, Associazione Culturale Il Rischio Educativo Pinella Crimì, vicepresidente nazionale Forum delle Associazioni familiari; Simona Malpezzi, senatrice della Repubblica, Partito Democratico e vicepresidente commissione bicamerale infanzia e adolescenza; Francesco Manfredi, presidente INDIRE; Dario Eugenio Nicoli, professore di Sociologia economica, del

lavoro e dell’organizzazione, Università Cattolica del Sacro Cuore; Roberto Nicolucci, professore di Storia dell’arte e membro del CDA di Unimarconi. Modera Maurizio Amoroso, vicedirettore Tgcom24 e collaboratore Tuttoscuola. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

PACE È… COLLABORAZIONE

Ore 19:00 Arena Tracce A3

Approfondimento della mostra Profezie per la pace realizzata da Gioventù Studentesca Andrea Avveduto, giornalista, responsabile comunicazione Pro Terra Sancta, in dialogo con studenti di Gioventù Studentesca della Brianza. Modera Bernardo Cedone, docente Liceo Don Gnocchi, Carate Brianza

SÌ SÌ, NO NO. IL RISCHIO DELL’EDUCAZIONE

Ore 21:00 Auditorium isybank D3

In collaborazione con Tempi. Domenico Airoma, procuratore della Repubblica di Avellino e vicepresidente Centro Studi Livatino; Giancarlo Cesana, professore di Igiene Generale e Applicata, Università Milano-Bicocca; Maurizio Patriciello parroco di Caivano. Modera Emanuele Boffi, direttore Tempi. Con il sostegno di Tracce SPETTACOLI

“QUALE FUTURO PER GLI ARTISTI EMERGENTI E LE PICCOLE REALTÀ MUSICALI?”

Ore 18:00 Palco Piscine Ovest Illumia Cristiano Godano in dialogo con Giordano Sangiorgi

Nell’ambito del Meeting Music Contest, un incontro aperto a tutti — musicisti emergenti, operatori del settore e appassionati — per riflettere insieme sulle sfide e le opportunità della scena musicale contemporanea. Un’occasione preziosa di confronto con Cristiano Godano, protagonista della musica indipendente italiana,tra esperienze, visioni e spunti concreti per chi vuole costruire il proprio percorso artistico.

Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

In collaborazione con il MEI di Faenza

“IL PAZZO DI DIO –LA STRADA DI DON ORESTE BENZI”

Ore 21:00 Sala Neri Generali Cattolica

Di Kristian Gianfreda

Con la partecipazione di Kristian Gianfreda, regista del film. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

MEETING MUSIC CONTEST

Ore 21:00 Palco Piscine Ovest Illumia

In seguito al successo delle precedenti edizioni, il Meeting lancia la quinta edizione del Meeting Music Contest, competizione musicale nata dalla sinergia con il MEI di Faenza. Anche quest’anno, cinque giovani artisti si contenderanno la vittoria: Davide Amati, Lorenzo Lepore, Elena Piro, Trilussa e Unadasola. La giuria d’onore sarà presieduta da Cristiano Godano, voce e leader dei Marlene Kuntz e Casadilego, vincitrice di X Factor 2020. Insieme ad esperti del settore musicale e ai coordinatori, Giordano Sangiorgi (Mei) e Otello Cenci (Meeting), la giuria valuterà le performance dei 5 finalisti e decreterà il vincitore. In collaborazione con il MEI di Faenza. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

“LE CONFESSIONI DI S. AGOSTINO”

Ore 21:30 Teatro Galli

Con Alessandro Preziosi

Musiche elettroniche originali di Paky De Maio, traduzione e adattamento di Tommaso Mattei

Con il sostegno di isybank, Reggini Spa e Società

Italiana Gas Liquidi Spa - Vulcan Ingresso a pagamento

www.mutuacesarepozzo.org

Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422

SOSTENIAMO CHI SOSTIENE

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Direttore responsabile Cesare Trevisani

Progetto grafico Bruno Monaco

Impaginazione Nicol Baiti Raffaele Carnevali Elisa Compagnoni Lorenzo Norfini

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Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991

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