I l presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, parteciperà oggi a un incontro del Meeting di Rimini dal titolo “Mattone su mattone, la forza dei legami”. Che cosa può ridare fiducia nella costruzione sociale e civile di fronte a tanto scetticismo e disillusione? Qual è il valore dell’iniziativa personale e delle relazioni, in un’epoca che appare sopraffatta da cambiamenti anche tragici? Innanzitutto, vedere che questa costruzione è già in atto. L’incontro è quindi pensato come un dialogo sull’esperienza di alcune realtà non profit e di volontariato presenti in diversi luoghi del territorio nazionale che, oltre a offrire importanti servizi di assistenza in vari ambiti, costituiscono delle comunità, dei luoghi di relazione e di condivisione.
Un noto rilievo del filosofo americano Alasdair MacIntyre, ricordato in più occasioni da don Luigi Giussani, recita: “Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’impero romano […]. Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta”. Di “minoranze creative”, invece parlò papa Ratzinger durante il viaggio a Praga del 2009, in cui affermò che saranno queste realtà a salvare l’Europa “da tutti coloro che la vogliono rendere vuota, superata, marginale, vulnerabile”.
La forza dei legami tra le persone, dei rapporti continuamente ricercati tra uomini che non smettono di provare a costruire per il bene di tutti, è alla base di una società giusta e della pace, come mostreranno altri incontri in questo Meeting.
La forza dei legami, in grado di mettere a sistema il contributo di tutti, è l’inizio e il criterio per qualunque grande riforma che la politica può attuare per
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Monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim, ha approfondito il titolo del Meeting
Desiderio di costruire
Monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim e presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia, ha affrontato il tema del Meeting partendo dall’affermazione che «il desiderio di costruire è radicato nell’uomo». Monsignor Varden ha percorso le dinamiche bibliche della costruzione della città dopo la caduta dall’Eden dove non vi erano case, perché l’uomo primordiale viveva in un habitat naturale e orientato verso l’eternità. Eliot conosceva bene queste
dinamiche tanto che ha scritto i Cori da la Rocca sotto l’ispirazione di Isaia ed Ezechiele. Oggi in questo deserto di senso e in cui si è perso il senso della socialità che cosa bisogna costruire? Ciò di cui ha bisogno oggi l’uomo per prosperare non è solo una casa, ma una dimora dove la luce è e rimane accesa. Per costruire una dimora è necessario l’amore che è la fornace dove vengono cotti i nuovi mattoni per resistere al passare del tempo e delle promesse vuote.
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Il ministro Piantedosi L’integrazione possibile
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La mostra Francesco vivo 800 anni dopo
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Martiri d’Algeria Un sacrificio utile al mondo
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L’archistar Botta: la luce genera il Sacro
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ANNO 46 N° 3
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
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DOMENICA
EDITORIALE
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affrontare i problemi delle persone. Ed è la base della sussidiarietà, principio che affonda le sue radici nell’antropologia personalista, e che così possiamo sintetizzare: più persona, più società, più Stato insieme. Per “fare bene” occorre essere educati ad affrontare disperazione e incertezza esistenziale, acquisire consapevolezza dei propri desideri profondi e dei propri errori, capacità di lavorare con gli altri anche se la pensano diversamente da noi. Solo da qui, dalla continua tensione a collaborare nascono risposte innovative che contrastano l’attuale impoverimento sociale e civile. Non per niente, economisti di fama mondiale come l’ex governatore della Banca Centrale Indiana Raghuram Rajan, ne fanno il terzo pilastro dello sviluppo insieme a Stato e mercato. Come ha sostenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’evento in cui è stato insignito del primo Premio Sussidiarietà: «La sussidiarietà è, in primo luogo, espressione e garanzia di libertà per le persone e i corpi sociali che concorrono all’interesse generale e che, nella pluralità degli apporti, si adoperano per rigenerare continuamente quei valori di umanità e di corresponsabilità che rappresentano uno dei portati più preziosi del nostro modello sociale, del modello sociale europeo».
Giorgio Vittadini
EDITORIAL
More Society and more State. Together
by Giorgio Vittadini
The President of the Italian Episcopal Conference, Cardinal Matteo Zuppi, will take part today in a Meeting in Rimini titled “Brick by Brick: The Strength of Bonds.” What can restore trust in social and civil construction in the face of so much skepticism and disillusionment? What is the value of personal initiative and relationships in an age that seems overwhelmed by even tragic changes?
First and foremost, seeing that this construction is already underway. The meeting is therefore conceived as a dialogue on the experiences of several non-profit and volunteer organizations operating across the country.
In addition to providing essential support services in various sectors, these organizations form communities — places of relationships and sharing.
A well-known remark by American philosopher Alasdair MacIntyre, often recalled by Fr. Luigi Giussani, states: “A crucial turning point in that earlier history occurred when men and women of good will turned away from the task
of shoring up the Roman Empire […]. Instead, the task they set themselves was the construction of new forms of community within which the moral life could be sustained.”
Pope Benedict XVI spoke instead of «creative minorities» during his 2009 trip to Prague, affirming that it is precisely these realities that will save Europe «from all those who want to render it empty, outdated, marginal, vulnerable».
The strength of human bonds — of relationships continuously sought out by people who never stop trying to build for the common good — is the foundation of a just society and of peace, as other meetings during this event will also show.
The strength of these bonds, capable of integrating everyone’s contribution, is the starting point and the standard for any major reform that politics can implement to address people’s problems. It is also the foundation of subsidiarity — a principle rooted in personalist anthropology, which can be summed up as: more individual, more society, more State, together.
To “do good,” we must be educated to face despair and existential uncertainty, to become aware of our deepest desires and our mistakes, and to work with others — even when they think differently than we do. Only from this constant commitment to collaboration can innovative responses emerge to counter today’s social and civil impoverishment. It is no coincidence that world-renowned economists like former Governor of the Central Bank of India, Raghuram Rajan, consider it the third pillar of development, alongside the State and the market.
As Italian President Sergio Mattarella affirmed when receiving the first Subsidiarity Award: «Subsidiarity is, first and foremost, an expression and guarantee of freedom for individuals and social bodies that contribute to the common good. Through the plurality of contributions, they continuously strive to regenerate those values of humanity and shared responsibility that are among the most precious elements of our social model, the European social model».
NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI
DOMENICA 24 AGOSTO
PRIMO PIANO Monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim, ha affrontato il titolo del Meeting
MEETING2025
Dimore con mattoni d’amore
«La Chiesa insegna a vivere con grazia come ospiti e con responsabilità come padroni di casa»
di Gianni Mereghetti
Monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim e presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia, ha affrontato ieri il tema del Meeting con la forza della sua profonda spiritualità e dell’esperienza quotidiana di appartenenza e di guida della Chiesa. «Il desiderio di costruire è radicato nell’uomo» in questo modo Varden ha iniziato il suo intervento e ha suggerito di guardare all’archeologia che lo documenta ma fa cogliere anche che all’inizio non vi erano case, perché l’uomo primordiale viveva in un giardino, il suo habitat era naturale e orientato verso l’eternità. L’uomo viveva in comunione con Dio, poi vi è stata la caduta e la cacciata dall’Eden, così l’uomo ha iniziato a creare spazi di ospitalità, e l’esempio è Abramo che ospita i tre forestieri al querceto di Mamre.
Ma la prima città è costruita da Caino che le dà il nome di Enoch. Rimane in essa il suo marchio per cui non si può ridurre l’uomo ai suoi crimini, Dio sapeva che non si può consegnare l’uomo all’ingiustizia terrena. Poi vi sarà la torre di Babele, dove l’uomo pensa di costruire una città per sé, che è però una città destinata all’insignificanza come documenta il dipinto di Bruegel. Monsignor Varden ha raccontato come nella Bibbia si sia sviluppata la necessità pragmatica della città, con la sua equivocità, perché da una parte è segno di promiscuità, dall’altra parte è luogo della edificazione del tempio per il bisogno dell’uomo di essere riconciliato. Così la città viene ritrovata nel suo valore e anche l’accoglienza del forestiero, tanto che Dio ricorda al suo popolo che era stato forestiero in terra d’Egitto. Varden ha ricordato queste dinamiche bibliche ben sapendo che Eliot le conosceva tanto che lui ha scritto i Cori da la Rocca sotto l’ispirazione di Isaia ed Ezechiele. I Cori vennero rappresentati per la prima volta nel 1934 allo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di una chiesa nei sobborghi di Londra, a questo punto il vescovo si è chiesto chi poteva voler costruire una chiesa quando la chiesa non era desiderata e si era ridotta a puro ornamento di una società senza Dio? Ormai il deserto si era affermato nel cuore degli uomini e monsignor Varden ne ha indicato i nomi quanto mai attuali: egoismo, presunzione, relativismo del bene e del male, invidia.
Eliot evidenzia l’eclissi del soprannaturale: «Gli uomini hanno abbandonato Dio non per altri dei, dicono, ma per nessun dio; e questo non era mai accaduto prima», che nel 1934 sembrava una cosa strana, ma oggi è un’evidenza. L’estranei-
tà è il destino di questo uomo che non ha più scopo da perseguire nella vita, così Caino sovrasta la vita degli esseri umani oggi. In questo mondo dove senza senso non vi è più socialità costruire una chiesa è restituire all’uomo la possibilità che Dio
LA BIOGRAFIA
La conversione a quindici anni «Dio esiste davvero»
Erik Varden è nato il 13 maggio 1974 a Sarpsborg, città nella parte sudorientale della Norvegia: viene battezzato secondo il rito luterano da genitori non praticanti. Cresce in un ambiente secolarizzato. La sua conversione avviene quando a 15 anni, una sera, ascoltando la Sinfonia n. 2 di Mahler: «Era come se il mio cuore, all’improvviso, si aprisse a una certezza, quasi istintiva, che Dio esiste davvero. E alla consapevolezza che portavo, dentro di me, qualcosa che mi superava. Quando la musica è finita sono rimasto paralizzato e ho pensato: sarà interessante pensarci domani, quando questa mia sensazione sarà passata». Il giorno dopo è ripartito da quella certezza che Dio esiste e così la sua vita è cambiata,
diventando un cammino di conversione affascinante. Varden ha fatto il liceo in Norvegia poi si è trasferito a studiare prima in Galles e poi a Cambridge dove, nel giugno 1993, decide di diventare cattolico. Studia teologia a Cambridge e lavora come ricercatore dal 2000 al 2002, quando entra nell’ordine dei Cistercensi. Nel 2011 è sacerdote, nel 2015 abate. Nel 2019 papa Francesco lo ha nominato prelato di Trondheim. Il 3 ottobre 2020 viene nominato vescovo di Trondheim, primo vescovo cattolico di una cattedrale luterana dalla Riforma. Dal 2024 è presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia, che comprende i vescovi di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia.
torni a dimorare nello spirito. In un mondo sedotto dalla banalità ma anche stanco la Chiesa accende la luce della verità, ricorda la vita e la morte, dice agli uomini dove c’è libertà e felicità. Così la Chiesa è il germe più forte di speranza, di unità e di salvezza come dice l’enciclica Lumen Gentium. La Chiesa sa valorizzare le nazioni senza abbandonare sogni di fratellanza universale, unisce misericordia a giustizia, crea la coesione sociale, integra l’alterità, afferma la lealtà patriottica ma condanna lo sciovinismo. Insegna a vivere con grazia come ospiti e con responsabilità come padroni di casa. Così monsignor Varden ha testimoniato in modo commovente come la Chiesa sappia abbracciare tutte le dimensioni della vita umana personale e sociale, non perdendosi nel rigonfiamento dei particolari come oggi spesso si fa. Il vescovo, dopo aver detto quanto sia difficile costruire senza fede, ha richiamato a rimboccarsi le maniche per costruire con coraggio usando pietre nuove, nuovi legami e un nuovo linguaggio. Ciò che si deve edificare è una costruzione destinata a durare per le dimore eterne.
Monsignor Varden ha fatto notare a questo punto che è andata perduta una solida nozione della società e del suo scopo, che le polemiche sulle tasse e sugli stranieri non uniscono le persone, che l’urgenza della costruzione è incalzante e che dove la popolazione è più densa e il vuoto più incombente lì deve avvenire la costruzione. Ciò di cui ha bisogno oggi l’uomo per prosperare non è solo una casa, ma una dimora dove la luce è e rimane accesa.
Per costruire una dimora è necessario l’amore che è la fornace dove vengono cotti i nuovi mattoni per resistere al passare del tempo e delle promesse vuote. Monsignor Varden ha poi concluso il suo intervento con grande poeticità e con una intensa forza propositiva: «In Eliot leggiamo che visibile e invisibile sono due mondi che si incontrano nell’uomo, si devono incontrare nel suo tempio, solo quando quel tempio sarà costruito, quando noi, io e voi saremo diventati quel tempio, solo in quel momento il nostro lavoro, un lavoro pragmatico e poetico, sarà compiuto. E non prima». È stata quella di Varden una sfida a diventare protagonisti della costruzione di dimore dove l’essere umano che vive questo tempo di smarrimento ritrovi se stesso in uno sguardo d’amore vero e che permane dentro il tempo.
INCONTRI Il grande architetto ticinese racconta come il sacro ha influenzato i suoi progetti
La luce plasma i luoghi della fede
Una enorme croce nel tetto illumina la chiesa di San Pietro a Sambuceto. Il progetto di un luogo di culto a Leopoli
di Pietro Mazzeschi
Il monito «senza luce non c’è spazio» delinea il modus operandi dell’architetto ticinese Mario Botta. È un programma-manifesto che il suo estro - frutto di esperienza e formazione sul campo con grandi del’900 come Le Corbusier, Carlo Scarpa e Louis Kahn - ha saputo trasformare in opere d’arte sacra contemporanea e non, mettendo al centro della propria arte il fine ultimo della costruzione che nasce da bisogni radicali umani. Bisogni emersi nell’incontro “Pietre vive”, in cui Botta ha raccontato quale sia stato il ruolo della luce nel suo lavoro. Una luce naturale e incanalata dall’alto, al fine di illuminare gli edifici religiosi con un forte richiamo simbolico, quasi trascendentale, e che meglio invita il fedele al raccoglimento e al sentirsi parte di un popolo che partecipa al Mistero eucaristico di Dio. Così è nata la vetrata dell’immensa croce greca nel tetto della chiesa di San Rocco a Sambuceto, unica sorgente di illuminazione dell’edificio che, al tempo stesso, valorizza la cromia
del cielo. Un tema che ritorna nell’abside, decorata con un cielo stellato d’ispirazione giottesca. Da notare anche il forte verticalismo che caratterizza ormai le più note chiese dell’età contemporanea, costruite laddove si formavano insediamenti abitativi per svolgere la funzione di punto di riferimento spirituale e di aggregazione
comunitaria della vita dei credenti. Cambiano i tempi, cambia la società e di conseguenza cambia la funzionalità degli spazi liturgici all’interno dei luoghi di culto, affinché «si preghi bene», riprendendo l’elogio mosso da un’anziana signora all’architetto. Quando la vita lavorativa si scontra con le storie della gente
con cui si ha a che fare, la missione di rispondere alle esigenze della comunità trova un motivo valido, che comporta una predisposizione d’animo nuova. Questo è accaduto proprio a Botta che, «con zero soldi», è riuscito a dare una chiesa al “pretino” sudcoreano, che lo aveva interpellato, e alla comunità a lui affidata. Inoltre, suscita brividi la testimonianza raccontata dall’architetto riguardo alle condizioni e alla situazione di difficoltà che gli operai stanno incontrando lavorando a Leopoli, tragicamente dilaniata dal conflitto russo-ucraino e sempre in allerta per eventuali attacchi, per costruire una chiesa ortodossa realizzata su un suo progetto. I brividi vengono presto smorzati dalla disponibilità e dal desiderio dello stesso Botta di dare a quel popolo un luogo di preghiera. Questo testimonia che la reciproca solidarietà può investire tutte le fedi contribuendo a progetti ambiziosi affinché anche in quella porzione di Ucraina torni a splendere la luce penetrante di Cristo, valorizzata dal genio di uno straordinario architetto.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà presente con un proprio stand informativo durante l’intero orario di apertura del Meeting, con la partecipazione di personale ispettivo qualificato.
Il personale presente avrà cura di illustrare le finalità istituzionali dell’INL, fornendo agli utenti ogni utile informazione in merito agli adempimenti previsti a tutela dei rapporti di lavoro, indipendentemente dal settore economico di riferimento.
In particolare, saranno fornite informazioni su:
• orario di lavoro e relative discipline;
• tipologie contrattuali e loro corretta applicazione;
• diritti e doveri delle parti nel rapporto di lavoro;
• applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL);
• tutela delle lavoratrici madri e dei minori;
• obblighi in materia di inclusione e tutela dei lavoratori con disabilità;
• patente a crediti.
Con riferimento alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i funzionari presenti saranno disponibili a fornire informazioni sugli adempimenti normativi e sull’utilizzo dei principali Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
Verrà inoltre distribuito materiale informativo relativo alle attività istituzionali di competenza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e alle strutture territoriali cui è possibile fare riferimento per la richiesta e l’erogazione dei servizi.
Ispettorato Nazionale del Lavoro Segreteria del Direttore e-mail comunicazioneINL@ispettorato gov it
DOMENICA 24 AGOSTO
24 AGOSTO
INCONTRI Alle 17 l’Auditorium isibank D3 ospita un confronto con monsignor Jallouf e il ministro degli Esteri Tajani
Ricostruire la Siria, strada difficile
Conclusa la guerra civile, Damasco insegue una complicata unità nazionale che comprenda tutti i gruppi etnico-religiosi
di Lucio Bergamaschi
La fine della sanguinosa guerra civile in Siria e il faticoso avvio del governo di transizione presieduto da Ahmad al-Shara (già noto con il nome di battaglia di al-Jawlani) hanno richiamato l’attenzione e le speranze di tutto il mondo su quell’antichissimo e nobile Paese, luogo delle prime conversioni al cristianesimo dopo la Terra Santa. Il neopresidente aveva promesso un processo di transizione alla democrazia rappresentativa rispettoso di tutti i gruppi etnico-religiosi (sunniti, alawiti, cristiani ortodossi e cattolici, kurdi e drusi), ma la sfida si sta rivelando più complicata del previsto. In questi mesi prima gli alawiti e poi i drusi sono stati al centro di proteste nelle aree dove sono maggioritari, le manifestazioni sono degenerate in scontri: veri e propri pogrom con centinaia, forse migliaia di morti. Nel caso dei drusi è intervenuto anche l’esercito israeliano e tutelare la minoranza dalle aggressioni degli eterni nemici beduini.
Una situazione in piena evoluzione e rispetto alla quale non è ancora chiara l’effettiva capacità del nuovo governo di
garantire la pace e la libertà a tutti i gruppi che compongono il variegato mosaico etico-religioso siriano. L’annunciata revoca delle sanzioni europee e americane rappresenta un’apertura di credito dell’Occidente nei confronti di al-Shara ma alle promesse dovranno seguire i fatti. Una testimonianza diretta e aggiornata della situazione sul campo sarà portata oggi alle 17 (Auditorium isibank D3) da monsignor Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo, storicamente la città siriana dove la presenza cristiana è numericamente più significativa e che durante la guerra civile ha subito danni e lutti gravissimi. Jallouf fu tra i primi ad esprimersi positivamente sul cambio di regime a Damasco, mentre altre comunità cristiane (maroniti, armeni, ortodossi legati al Patriarcato di Mosca) sono rimasti su posizioni molto più tiepide. Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, illustrerà la posizione del governo italiano, tra i primi ad avviare un dialogo con il nuovo governo di Damasco. «La caduta del regime di Assad - aveva dichiarato Tajani a marzo incontrando l’omologo siriano al-Shaibani - ha aperto
una finestra di opportunità per iniziare un percorso di pace, unità, giustizia e crescita. Allo stesso tempo la situazione resta ancora fragile e incerta e va seguita con la massima attenzione perché il percorso di riconciliazione nazionale proceda
MINISTERO DEGLI ESTERI Proseguono gli appuntamenti nell’arena dalla Farnesina
L’istruzione chiave per la pace
di Arianna Raffaello
istruzione è il principio: se non si compie un processo di educazione, sarà più difficile mantenere la pace» esordisce così Gino Barsella, già Rappresentante Paese di Avsi in Sud Sudan, ieri
presente al panel “Sud Sudan: tra conflitti cronici e desiderio di vita”, organizzato da Avsi e Cei, al padiglione del ministero degli Esteri.
Il Sud Sudan sta vivendo una moltitudine di sfide nello stesso momento: l’inquietudine politica, una grave recessio -
ne economica e shock climatici come inondazioni intense che sono altamente dirompenti per la risposta umanitaria. La situazione è aggravata dal fatto che il vicino conflitto del Sudan ha spinto oltre 1,2 milioni di persone a fuggire nel Sud Sudan.
Di conseguenza, oltre la metà della popolazione, quasi 7,7 milioni di persone, si trova in un’emergenza alimentare drammatica. Tra questi, ci sono 2,3 milioni di bambini a rischio di malnutrizione, in particolare nelle aree colpite dal conflitto. Inoltre, le circostanze precarie hanno portato alla fuga di quasi due milioni di persone dalle loro case verso i Paesi vicini, come il Kenya e l’Uganda. Dal punto di vista degli enti di cooperazione umanitaria, il Sud Sudan è considerato uno dei paesi più difficili da raggiungere.
sulla base dell’inclusione con pari diritti e doveri di tutte le componenti del Paese, inclusi i cristiani». L’incontro sarà moderato dal giornalista Andrea Avvenuto, di Pro Terra Sancta.
un ponte per garantire a vari villaggi la possibilità di raggiungere l’ospedale e le altre abitazioni anche nella stagione delle piogge. Un altro suo progetto compiuto, in collaborazione con Avsi, è la costruzione di una scuola di arti e mestieri per i giovani. Questa scuola ha assunto da subito la forma professionale, la quale, a primo impatto, è stata considerata in modo negativo dalla popolazione: secondo la cultura in Sud Sudan, l’istruzione è valida solo se fondata sui libri. Dopo aver dimostrato l’utilità effettiva della scuola, le iscrizioni sono lievitate in pochi anni, conferma Piero Petrucco. I grandi numeri di studenti e del personale hanno spinto allo sviluppo della scuola e alla creazione di nuovi corsi.
Come testimonia monsignor Christian Carlassare, vescovo di Bentiu, Sud Sudan, la forza del popolo sud sudanese risiede nella capacità di costruire un futuro insieme, attraverso la solidarietà e l’istruzione. 5 DOMENICA
A dimostrare la dedizione italiana nell’aiutare il Sud Sudan, era presente al panel Piero Petrucco, presidente della Federazione Europea Costruttori (Fiec), il quale ha coordinato la costruzione di
INCONTRI Nuova tappa del confronto tra i politici dell’Intergruppo per la sussidiarietà
Insieme per lo sviluppo
Lupi: «Trovare la sintesi tra posizioni distanti e declinare la sussidiarietà in azioni concrete»
di Francesca Rovati
Promosso dall’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, l’incontro “La coesione cresce dal basso. La società protagonista” interpellerà oggi alcuni rappresentanti del mondo politico ed economico italiano su un tema cruciale per lo sviluppo del Paese. Partecipe -
ranno alla tavola rotonda, moderata dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e introdotta da Giorgio Vittadini, i senatori Graziano Delrio, Massimo Garavaglia, Mariastella Gelmini e Stefano Patuanelli, il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, il deputato Maurizio Lupi e la presidente della Fondazione Crt, Anna Maria Poggi.
«La coesione è una sfida e una necessità» racconta Maurizio Lupi, in qualità di presidente dell’Intergruppo, una realtà longeva all’interno del Parlamento e presenza storica al Meeting di Rimini fin dal 2004, a sottolineare che il dialogo a partire da visioni differenti è sempre possibile e anzi auspicabile. «Riguarda vari livelli, come la distribuzione delle risorse per colmare il gap infrastrutturale fra territori, ma nel contesto odierno è di vitale importanza mettere al centro anche l’aspetto sociale come peraltro stabilisce la Costituzione che afferma il principio di uguaglianza. Concretamente significa finanziare non solo cantieri ma anche iniziative socioeducative, per esempio, che creano le condizioni per uno sviluppo dal basso aiutando le persone a mettere a frutto i propri talenti» sottolinea Lupi. La politica ha il compito primario di valorizzare la società applicando il principio di sussidiarietà e individuando nuovi strumenti di intervento come le opere di compensazione da estendere ai beni
immateriali. È proprio questa una delle attuali proposte dell’Intergruppo, a costo zero per la collettività ma con un impatto misurabile in termini di coesione, che verrà presentata dai relatori. Ugualmente prezioso, nell’ottica di un lavoro comune, anche il ruolo delle fondazioni bancarie che possono investire risorse per generare ricchezza. Non c’è crescita, quindi, senza un confronto virtuoso fra i diversi livelli di governo, le imprese e le libere associazioni. A tutti i soggetti è richiesto di allargare il proprio orizzonte. Occorre abbandonare la prospettiva individualistica e partecipare alla vita pubblica contribuendo al bene comune. La politica, dal canto suo, deve tornare al suo ruolo nobile di coordinamento per tutelare i più deboli e per incentivare la partecipazione a un progetto comune. «L’Intergruppo ha un compito educativo - prosegue Lupi -. Trovare la sintesi tra posizioni partitiche opposte e declinare il principio di sussidiarietà in azioni concrete che rispondano al mutato contesto sociale».
DOMENICA 24 AGOSTO
INCONTRI Il ministro dell’Interno Piantedosi in dialogo con i soggetti de terzo settore su immigrazione e formazione
Valori e lavoro: l’integrazione possibile
Il governatore dell’Emilia Romagna: «Dobbiamo essere la terra delle opportunità per chi le vuole cogliere» di Costanza Lucchini
«I
l lavoro è fondamentale, ma non basta: per non fermarci a una prospettiva economicistica dobbiamo sostenere un’integrazione che si basi su un sistema di valori di convivenza civile. E su un’organizzazione continua». Così ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nell’incontro “Dall’accoglienza al lavoro: le nuove frontiere dell’integrazione”. In una sala gremita, un dialogo aperto tra istituzioni e realtà di formazione e lavoro. Coordinato da Andrea Dellabianca, presidente nazionale della Compagnia delle Opere, lo scambio ha affrontato il tema dell’integrazione, provando a capire come le istituzioni e il terzo settore possano collaborare per generare un veicolo di coesione sociale.
Ha aperto il confronto un intervento di Angelo Candiani, presidente della cooperativa sociale Aslam, che ha presentato il progetto B.R.I.D.G.E. per la formazione professionale per giovani adulti: «Quello che facciamo è cercare di dare ai giovani che arrivano un’opportunità, non solo
un’occasione di imparare il mestiere e di trovare un lavoro, ma un’occasione di relazione, in cui possano scoprire l’utilità del lavoro che fanno. Per sé e per la società».
Opportunità è stata la parola chiave anche nell’intervento di Michele De Pascale, presidente della regione Emilia-Romagna: «Dobbiamo essere la terra delle opportunità, per chi le vuole cogliere e costruire la repubblica di domani». Per diventare questa terra delle opportunità, continua, facendo eco al ministro, «davanti al diverso, al migrante, abbiamo sempre due reazioni opposte: accoglienza o paura. Senza una gestione, senza un’organizzazione, entrambe queste reazioni avranno un esito negativo». In questo, la cooperazione tra entità diverse è fondamentale. Sottolinea Alessandro Menegatti, presidente della cooperativa sociale Work and belong di Comacchio, che è possibile costruire una realtà formativa e lavorativa funzionante solo nella collaborazione tra forze diverse. «Quello che facciamo è possibile solo perché non siamo da soli. Se ci
concentriamo sulle cose che mancano ci lamentiamo: dobbiamo concentrarci su quello che c’è, e chiederci: io cosa posso fare?». Sulla stessa linea, Alberto Sportoletti, presidente e ceo di Sernet e presidente Retemanager: «Perché le realtà di formazione e integrazione funzionino, serve una collaborazione tra aziende, regioni, associazioni di catego -
ria. Generare lavoro e integrazione è un lavoro di squadra». Permettere l’integrazione significa quindi creare luoghi educativi, ed è un compito di tutte parti sociali coinvolte. In questo, la formazione e il lavoro sono il primo passo, ma solo se sanno generare opportunità di crescita all’interno di un sistema strutturato.
Anche quest’anno al Meeting ci sono 24 ragazzi volontari, che girano per i padiglioni della Fiera con in mano un tablet. Chiedono ai visitatori di collaborare a un’indagine statistica per conoscere la loro esperienza, il gradimento delle mostre, dei ristoranti, delle proposte del Villaggio Ragazzi Yoga e dell’Enel Sport Village e per raccogliere preziosi suggerimenti da trasferire a chi organizza il Meeting. Sono coordinati da due docenti universitarie di Statistica, anch’esse volontarie. Hanno indicazioni precise per contattare un campione quanto più rappresentativo dei visitatori che entrano nei padiglioni della Fiera. Le informazioni che raccolgono sono importantissime per rendere il Meeting un evento sempre più bello, più ricco, più accessibile. Servono anche per capire se ci sono dettagli da migliorare, criticità da risolvere. L’intervista dura pochi minuti. Siate disponibili, se potete. 7 DOMENICA 24 AGOSTO
Intervistati al Meeting
Ventiquattro giovani volontari “interrogano” i visitatori
UNA INDAGINE STATISTICA PER CRESCERE
NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI
VOLTI CHE COSTRUISCONO Mario Ballantini e Rosaria Gargiulo, marito e moglie, entrambi volontari
«Così viviamo l’opera del Meeting»
Impegno e donazioni per sostenere un’esperienza «bella per tutti perché coinvolge ogni fascia di età»
di Gianni Mereghetti
Mario Ballantini fa il volontario alle casse e parla del Meeting come di un luogo eccezionale dove vive una bellissima esperienza di servizio alla persona. Mario si è sentito accolto, e vedere l’attenzione che gli altri hanno avuto per lui ha fatto emergere il fascino di lavorare insieme, tutti per lo stesso scopo. Anche sua moglie Rosaria Gargiulo ha fatto la volontaria alle casse e questo le ha fatto percepire il Meeting come “suo”.
Mario sottolinea l’importanza che ha rappresentato per lui la provocazione di diventare volontario tre anni fa, poiché ha cambiato la modalità di vivere il Meeting a cui partecipava da anni. «Mi godo di più il Meeting - dice Mario -. Sembra un paradosso ma fare il volontario mi fa sentire sempre più protagonista di questa meravigliosa opera». Quest’anno Mario è coinvolto anche nella moderazione dell’incontro “Ansiosi o assetati? Giovani in cerca di senso”, del 27 agosto, che vuole iniziare una riflessione sul disagio giovanile
per cogliere le ragioni dei tanti cambiamenti che sta vivendo la generazione dei giovani d’oggi, per provare a capire come poter intervenire da adulti.
Per Rosaria, che partecipa da tempo al Meeting, il punto di svolta è stato il Villaggio Ragazzi. Accompagnando lì i figli ha capito che il Meeting è un’esperienza bella per tutti, perché coinvolge ogni fascia di età. Le proposte del Villaggio
Ragazzi, laboratori, incontri, mostre e spettacoli, fanno sentire parte di quello che accade al Meeting, con contenuti declinati anche per i più piccoli. Rosaria racconta che l’esperienza del lavoro volontario è stata importante perché l’ha portata ad una partecipazione attiva, a vivere l’opera del Meeting come qualcosa che anche lei costruisce.
Per Mario il cuore del Meeting è la
possibilità di un dialogo libero, dove l’approccio è un pregiudizio positivo nei confronti dell’altro, guardato come un bene per sé. È da questa apertura all’altro che inizia e si svolge un dialogo intenso in cui ognuno può dare il proprio contributo.
Rosaria, pensando alle parole di papa Leone XIV sull’unità e sulla missione, sottolinea che «il Meeting è questa unità che permette una costruzione comune e lancia tutti verso la missione, portando a tutti e a me il bene di cui si ha bisogno per vivere».
Mario e Rosaria danno il loro contributo al Meeting, oltre che con il lavoro volontario, anche come donatori. Coinvolgersi fino a dare il proprio contributo economico, ognuno con quel che può, per Mario e Rosaria significa desiderare che il Meeting sia sempre più parte della propria vita e testimoniare quanto si abbia a cuore questa bellissima opera. Per Mario il sostegno al Meeting è un’educazione a far sì che ciò che si vive a Rimini possa diventare parte della propria modalità di affrontare la realtà.
trovi al Padiglione C2 Stand 6
DOMENICA 24 AGOSTO
INCONTRI Un confronto tra il professor Di Martino e lo psicoanalista Terminio
Un Altro risponde alla domanda
L’essere umano originariamente dipende, non è una debolezza come sostiene la cultura moderna di Gianni Mereghetti
«Ripensare l’umano oggi» è la sfida su cui si sono paragonati il professore di Filosofia teoretica Carmine di Martino e lo psicoanalista e saggista Nicolò Terminio. Una sfida di grande importanza all’interno del percorso del Meeting che, per proporre una costruzione, oggi deve partire dalle pietre vive, da persone che ritrovano se stesse e riprendono l’avventura della vita come cammino verso la pienezza dell’umano.
Terminio ha affrontato la questione facendo vedere come oggi si perde l’umanità: il suo è stato un interessante percorso dentro la psicosi, i deliri, le psicopatie a mostrare la difficoltà dell’uomo d’oggi a sentirsi soggetto e a vivere in modo positivo il rapporto con l’altro, che invece è spesso sentito come una minaccia da cui difendersi. Ha quindi offerto un’immagine della questione seria di oggi: noi uomini siamo chiamati a prendere un canotto e a metterci in mare per
raggiungere una meta. Si arriva a un certo punto in cui non si vede né da dove si è partiti né dove si è diretti: è un momento di grande silenzio che scava in noi un mistero, si apre così la possibilità di un ritrovamento dell’umano. Di Martino ha iniziato il suo intervento chiedendosi come si guadagni l’umanità e ha messo in guardia rispetto a due pericoli oggi molto diffusi: una concezione iperindividualista della vita e una concezione della libertà come assenza di impedimenti. Ha quindi chiesto di guardare alla realtà per riconoscere che noi, esseri umani, viviamo una vita che non si fa da sé: la vita umana non si fonda su se stessa né si sviluppa su se stessa. L’essere umano originariamente dipende e questa non è una debolezza come la cultura moderna ha voluto far credere. Così l’essere umano non è una tabula rasa, ma è un’attesa orientata, che porta dentro tanti desideri, non solo di essere nutrito e accudito, ma anche di essere accolto, voluto, amato. La vita ha un carattere
esigenziale, c’è un bisogno di senso che la caratterizza dall’inizio e in ogni istante del suo cammino. La vita senza senso si accascia, viene avvinta dalla noia. Quando la vita si accende? Quando si incontra qualcuno in cui la vita è accesa. Ogni persona ha bisogno di incontrare qualcuno che la arricchisca. In questa direzione c’è bisogno di una comunità, luoghi in cui trovare fiducia, rispetto, valorizzazione della propria umanità, stima. Gli individui isolati sono deboli, tutti abbiamo bisogno di relazioni: le comunità di persone sono condizione fondamentale per una vera libertà e per una vita piena di respiro.
Sia Terminio sia Di Martino hanno voluto concludere l’incontro sottolineando che la relazione è costitutiva dell’umano ed è rapporto con un Altro che invera ciò che è presente nell’origine dell’io, la sua domanda di senso. Così questo incontro ha portato un mattone fondamentale per la costruzione dell’opera del Meeting: l’umano viene ridestato da una relazione in cui ritrova tutta la bellezza e il fascino per lo sguardo di una presenza misteriosa e che rilancia l’avventura della vita.
IN FIERA La Fraternità di San Carlo Borromeo si racconta: testimonianze e una mostra
Andate in tutto il mondo: 40 anni di missione
Un’avventura di fede, evangelizzazione e comunità testimoniata da volti umani al servizio di Cristo e della Chiesa di Pietro Mazzeschi
L’ iniziativa umana di intraprendere una missione, un’avventura, un cammino non nasce dal nulla, ma è come attratta, scossa e tesa da qualcosa che colpisce profondamente la totalità dell’essere umano. Ed è proprio così che nasce la voglia di essere missionari nel mondo che ci circonda, sotto l’egida della figura missionaria, zelante e ispiratrice di San Carlo Borromeo. Attraverso una vocazione dettata da un grande, poderoso e convinto “fiat” (“sì”) alle vibranti parole di papa Giovanni Paolo II nell’udienza a Comunione e Liberazione del 1984 in cui esortava: «Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace, che si incontrano in Cristo Redentore».
A 40 anni dalla fondazione della Fraternità sacerdotale da parte di monsignor Massimo Camisasca e di altri amici preti e a 20 anni dalla fondazione della compagine femminile, i missionari e le missionarie raccontano se stessi, le storie di vita vocazionale e le missioni
attive in tutto il mondo con cinque testimonianze dirette al giorno, una mostra e degli eventi comunitari - come la “serata canti” di sabato 23 - aperti a tutti presso il padiglione A6. È un segno di ringraziamento per i frutti e le grazie ricevute abbondantemente e per le nuove vocazioni o semplici amicizie nate in quarant’anni di vita. Chi vi capita viene calamitato immediatamente dalla frase posta come titolo del loro stand: “Andate in tutto il mondo”.
Suor Chiara Tanzi e don Filippo Pellini sono due importanti testimoni di questo carisma che si rinnova istante dopo istante con un’adesione piena e convinta a servire, educare e tessere legami di fraternità e amicizia duraturi con la comunità utili e fecondi sia alla loro vita sia a quella di chi sta intorno. Il desiderio è quello di “costruire con mattoni nuovi” un’umanità nuova, vera, bella, dai cuori rinnovati da un amore più grande che disseta i cuori più aridi. Un'umanità fatta di vite totalmente al servizio di Dio e dei fratelli.
Visita lo stand Coca-Cola nel padiglione A2. Potrai anche candidarti per partecipare alla selezione di alcuni dei portatori di cartello dei Paesi (“Placard bearer”) che sfileranno durante la Cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026!
DOMENICA 24 AGOSTO
NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI
DOMENICA 24 AGOSTO
IN MOSTRA A colloquio con padre Thomas Georgeon, postulatore della causa di beatificazione
Martiri algerini: il sacrificio “utile”
«Un gesto di gratuità assoluta, di fedeltà alla Chiesa, alla comunità locale e anche ai fratelli musulmani con cui vivevano»
di Lucio Bergamaschi
Il physique du rôle è perfetto così come il suo italiano. Parlare con padre Thomas Georgeon, abate de La Trappe in Francia, è un piacere e una scoperta. Una persona solare visibilmente contenta della vita che fa. «Quando apriamo alle visite guidate il nostro monastero - dice - i turisti restano stupiti: si immaginano chissà quali persone sofferenti, emaciate, consumate dal silenzio e dalle penitenze. Invece incontrano gente normale, serena, direi gioiosa. Nessun eroe, nessun angelo ma cristiani che vogliono prendere sul serio la loro vocazione. Il giro prevede una sosta spirituale in chiesa e il bello è che nessuno se ne va, è un modo di fare missione anche questo».
Padre Thomas è intervenuto al Meeting nel corso dell’incontro “Vite donate: l’eredità viva dei martiri d’Algeria”. È postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri algerini che tra il 1994 e il 1996 caddero vittime della violenza fondamentalista in Algeria dove, nel giro di 10 anni oltre 150mila persone, fra cui anche 117 imam, persero la vita. Una scelta, quella di restare accanto ad un popolo martoriato, in spirito di amicizia gratuita e di condivisione cristiana, che interpella tutti. Il loro sacrificio è un segno potente del cammino di dialogo e di prossimità col mondo musulmano.
Padre, la trappa per molti è una scelta estrema. Com’è maturata la sua vocazione?
«Facevo il fotografo a Parigi, avevo una fidanzata, progetti di vita interessanti ma una vaga sensazione che ciò non bastasse a farmi felice. Poi un giorno durante un ritiro a Tamiè (abbazia trappista in Alta Savoia ndr) ho percepito che quella fosse la mia strada. A 25 anni ero novizio a La Trappe, ho trascorso un periodo alle Frattocchie nei pressi di Roma e da sei anni sono abate. Della trappa mi attrae la radicalità: basta Cristo a farci felici, non c’è bisogno d’altro.»
Come ha incrociato la storia dei martiri di Algeria?
«Alcuni dei monaci di Tibhirine venivano proprio da Tamiè, quindi, c’era un legame anche se non li ho mai conosciuti di persona. Poi, quando nel 2007 iniziò la causa di beatificazione, mi fu chiesto di occuparmene e accettai con gioia. Ho conosciuto i familiari, ho approfondito le loro figure. Penso che questi martiri del dialogo (i miei sette confratelli e gli altri 12 religiosi algerini, tra cui il vescovo di
Orano martirizzati tra il 1994 e il 1996) siano un segno potente, un modello di santità nella vita ordinaria, nella semplicità, nell’umiltà e nel gusto dell’alterità. Potevano andarsene, anzi gli era stato chiesto di allontanarsi temporaneamente dall’Algeria a causa delle minacce del Fronte islamico di salvezza, ma hanno voluto restare a condividere la sorte del popolo algerino che amavano.»
Era già stato al Meeting? Cosa ne pensa?
«Sì, avevo partecipato nel 2019 all’incontro “Libertà di credere” qualche mese dopo la cerimonia di beatificazione a Orano. Trovo che qui si respiri un clima straordinario, una cosa del genere non esiste in Francia e forse da nessun’altra parte del mondo. Tanti giovani e meno giovani che si riuniscono per approfondire la propria fede cristiana e il suo rapporto con tutte le espressioni dell’umano. Bellissimo!»
Ha partecipato alla realizzazione della mostra “Chiamati due volte” sui martiri di Algeria?
«Ho dato qualche suggerimento agli amici che se ne sono occupati. Incontrando le giovani guide che accompagnano i gruppi in mostra, mi hanno colpito l’entusiasmo, la curiosità, la voglia di capire. Dalle domande poste ho capito
che hanno colto il nodo profondo della storia dei martiri di Algeria: come si testimonia la fede cristiana in terra islamica? come ci si può relazionare positivamente con i musulmani ma senza cadere nel sincretismo ovvero senza tradire i nostri valori, la nostra cultura?».
E lei cos’ha risposto?
«Che è Dio che converte gli uomini, non noi. I cristiani ormai sono minoranza in tante parti del mondo, non solo in Algeria. Dobbiamo offrire una presenza discreta ma netta, immagine del volto di Cristo, una presenza umile, amicale, affezionata all’altro, disinteressata. Nessun proselitismo, ma un aiuto ad approfondire la fede di ciascuno secondo la propria storia e a dare risposte al bisogno dell’altro così come si presenta, come hanno fatto i martiri di Algeria ognuno con i propri talenti».
Ha visto il film “Uomini di Dio”? Le è piaciuto?
«Certo, l’ho visto e mi è piaciuto tantissimo. Forse si poteva approfondire un po’ di più l’aspetto del rapporto con la chiesa locale perché ogni passo fu fatto in comunione con il vescovo di Orano. Ma l’ho trovato commovente e ben fatto, è stato un veicolo potente per far conoscere al grande pubblico questa storia».
In conclusione, a cosa è servito questo sacrificio?
«È stato un gesto di gratuità assoluta, di pura fedeltà alla chiesa e alla comunità locale e anche ai fratelli musulmani con cui convivevano. Penso che con il loro martirio abbiano anticipato l’enciclica “Fratelli Tutti” e il percorso di dialogo con l’islam che papa Francesco ha compiuto nel suo pontificato. Quindi no, nella misteriosa economia della fede non è stato un sacrificio inutile bensì fecondo».
Il curatore:
«Hanno donato se stessi»
Una mostra che si sta confermando tra le più seguite del Meeting, certamente tra le più coinvolgenti. I sette monaci trappisti martiri di Tibhirine e gli altri 12 religiosi uccisi in Algeria dai terroristi del GIA tra il 1994 e il 1996 sono stati beatificati nel 2018 a Orano per volontà di papa Francesco che voleva farne un segno forte e visibile di riconciliazione e di pacificazione tra cristianesimo e islam. La mostra ripercorre il contesto in cui si svolgono i fatti e tratteggia le figure dei 19 martiri a partire dalla sequenza di ritratti che campeggia all’esterno per svilupparsi all’interno con interviste filmate, brani del film “Uomini di Dio” di Xavier Beauvois, testimonianze di amici e familiari e soprattutto con oggetti appartenuti ai beati (e dunque reliquie) esposti in teche.
«Quello che mi ha colpito nell’ideazione e nella preparazione di questa mostra – sottolinea Alessandro Banfi, uno dei curatori – è che queste persone non hanno fatto grandi cose ma hanno semplicemente donato se stesse fino alle ultime conseguenze. Questa offerta mi si è presentata fisicamente davanti attraverso i loro oggetti personali qui esposti. Grazie a loro ho colto in pienezza il concetto di incarnazione, Dio si fa presente nella quotidianità delle persone, attraverso cose semplici e visibili come facevano i monaci di Tibhirine: medicine, cure mediche, cibo. E questi oggetti lo testimoniano in modo silenzioso ma potente» (l.b.)
NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI
IN MOSTRA Da Assisi una strada per tutti. Nel percorso espositivo l’originale di Cimabue
Il grido di un uomo vivo
Prendendo sul serio le domande e i suoi bisogni ha costruito un rapporto con Dio, con i fratelli e con tutto il creato
di Francesca Rovati
T
endaggi color saio, opere del frate minore Sidival Fila e l’originale del San Francesco di Cimabue invitano il visitatore a immedesimarsi con il santo a cui è dedicata la mostra “Io, frate Francesco”, in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dalla sua morte e della stesura del Cantico di Frate Sole. L’artista brasiliano utilizza materiale di scarto, soprattutto tessuti, creando un gioco di pieghe e squarci attraverso cui filtra la luce. «L’opera in apertura è una sintesi della vicenda umana di Francesco, una tensione continua fra tribolazione e consolazione - spiega la guida - La luce rappresenta il Mistero che abita le nostre miserie». Francesco si racconta in prima persona attraverso il suo Testamento che traccia una strada per i frati che ha conosciuto e per quelli che seguiranno la sua Regola. Il Santo di Assisi è innanzitutto un uomo che desidera. Dopo l’esperienza della pri-
gionia e della spoliazione, inizia la sua ricerca e il suo dialogo incessante con Dio davanti al crocifisso di san Damiano a cui chiede “illumina le tenebre de lo core mio”. Rinuncia alla ricchezza non per un ideale astratto ma perché ha sperimentato in prima persona che nulla sazia il suo cuore. Il suo incontro con Gesù avviene nell’Eucaristia, nel
Vangelo e nell’amicizia coi frati, fonte di gioia ma anche causa di scandalo e di incomprensione che lo porterà a lasciare la guida dell’Ordine. Durante l’eremitaggio a La Verna soffre per il silenzio di Dio. Come segno della sua Presenza, riceve le stigmate e torna rappacificato tra i fratelli consapevole che anche la vita comunitaria è un
dono. Invita, pertanto, a guardare con misericordia l’errore altrui: “che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede”. La rappresentazione del presepe fa emergere ancora una volta la radicalità di Francesco che ricerca un’identificazione totale con il Bambin Gesù, nato in solitudine e in povertà. Gli ultimi anni della sua esistenza terrena sono segnati dalla malattia. Nel chiedere al Signore di allontanare alcune sofferenze, matura il suo sì alla realtà tutta che trova espressione poetica e al contempo rivoluzionaria nel Cantico di Frate Sole dove rivolge le sue lodi “per sora nostra morte corporale”. La figura di Francesco affascina ancora oggi perché, prendendo sul serio le sue domande e i suoi bisogni, ha costruito un rapporto di gratuità con Dio, con i fratelli e con tutto il creato tracciando una strada per tutti.
DOMENICA 24 AGOSTO
DOMENICA 24 AGOSTO
IN MOSTRA La gigantesca figura del santo di Assisi ha caratterizzato la serata di apertura del Meeting
San Francesco è presente
La sua è stata una storia di amicizia che ha affascinato gli uomini del Medioevo ed è quanto mai attuale 800 anni dopo di Giuseppe Bianchini
La serata di apertura del Meeting di Rimini è stata dedicata alla gigantesca figura del Poverello di Assisi. «Per parlare di Francesco abbiamo voluto usare verbi al presente per raccontarlo, nonostante sia vissuto 800 anni fa» così introduce la dottoressa Annalisa Teggi scrittrice e traduttrice che, dall’inizio, ha delineato lo svolgersi dell’incontro. Perché però tratteggiare al presente una personalità così lontana nel tempo? «Il suo rapporto con Dio è innestato, è così profondo, da ricordarci anche a così tanto tempo di distanza che siamo vivi. Questa è la qualità dei santi: ricordare a noi che siamo vivi e perché siamo vivi», è la sottolineatura di Teggi. E lo stesso titolo dell’incontro lasciava poco spazio a interpretazioni: “Un’esplosione di vita. San Francesco”. L’incontro non è stato un resoconto documentale, culturale o teologico della straordinaria storia del Santo Serafico. O, forse, anche tutte queste cose, ma non fissate in passato polveroso.
Nella serie di grandi e molteplici eventi legati all’anniversario degli 800 anni dalla morte di san Francesco di Assisi, la kermesse riminese si è offerta come luogo celebrativo di questo grande italiano, sia con una delle mostre maggiori nello spazio espositivo,
sia con un incontro serale pensato e realizzato nel dialogo tra differenti personalità. Chiamati sul palco, con più approcci e quindi con la ricchezza propria del punto di vista, alcune personalità italiane legate a san Francesco: Maria Pia Alberzoni, già docente di Storia medievale, padre Francesco Piloni, ministro della Provincia dei Frati Minori dell’Umbria, il poeta Davide Rondoni (conosciuto alla platea del Meeting) presidente Comitato nazionale per l’ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi, Marco Villani, vicesegretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri (il quale ha aperto e concluso la serata con l’esperienza della vividezza di san Francesco per la politica) . «In che cosa si configura la santità di questo uomo così eccezionale?», questa una delle domande. Corale la somma delle risposte: «L’amicizia che avevano i frati, i fratelli, con Francesco era molto affascinante per le popolazioni italiche dell’epoca. Appariva come una cosa nuova - ha rimarcato Alberzoni -. Francesco e i frati rappresentavano una proposta a tutti con la loro amicizia profonda, si rivolgeva a tutti, già nel segno augurale della pace, che è diventato un tratto distintivo della storia francescana». Il santo di Assisi ricevette da Dio stesso il compito di
IL SEGRETARIO DEL COMITATO PER L’OTTAVO CENTENARIO
«È lui che si deve occupare
di Andrea Costanzi
Lo ha detto Davide Rondoni, in Italia oggi si può toccare anche la mamma, ma non San Francesco. Marco Villani, vicesegretario generale alla Presidenza del Consiglio, segretario del Comitato per l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, per la seconda volta viene al Meeting e a distanza di 30 anni è relatore nell’incontro su San Francesco “Un’esplosione di vita”. Un politico che si occupa di San Francesco fa notizia. Come si è trovato nel comitato e che compito ha? «Nel mio ruolo ho tante deleghe, come Magistrato della Corte dei conti che ha tutte le responsabilità di spesa e di bilancio. Quanto mi fu chiesto di occuparmi di San Francesco risposi al sottosegretario Mantovano che lo facevo volentieri anche se è San Francesco che si deve occupare di me. Metto a terra la missione data a un comitato che ha il compito di non banalizzare il ricordo del santo per eccellenza. La mia toga sulle spalle mi aiuta a programmare. Un esempio? Cerchiamo 100mila euro per la digitalizzazione degli scritti francescani: un investitore sa che cosa vogliamo e come lo faremo».
salutare le persone con l’esortazione e il dono della pace, la pace del Signore, quella che gli uomini di otto secoli fa cercavano, come anche drammaticamente gli uomini contemporanei. A tal proposito il contributo di padre Piloni: «C’è Francesco, ma ci sono anche i francescani, perché quella amicizia, quella fraternità che tentavano di vivere loro è ancora presente». E amplia, a partire dalla sua storia vocazionale, essendo egli stesso uno di quei “fratres”: «Da san Francesco possiamo attingere sapienza e postura cristiana» con riferimento alla disponibilità all’ascolto e alla condizione di minorità, come anche volle essere il santo per sé e per i suoi amici. Dalla coscienza della piccolezza di sé, la capacità dell’ascolto dell’altro.
Davide Rondoni, nella veste della sua responsabilità al Comitato di
di me»
San Francesco è patrono di quale Italia e in quale Europa? «Benedetto XVI si è speso perché il Ppe rivendicasse le radici giudaico-cristiane dell’Europa nel trattato fondativo comunitario. Scegliendo gli ideali della fraternità del 1789 gli europei hanno scelto la divisione della rivoluzione di piazza a scapito della rivoluzione delle coscienze e delle anime. Lo ha detto ieri Draghi, un’Europa che si è fondata sulle sue capacità economiche ha vinto la prima battaglia ma sta perdendo la guerra. Noi cosa difendiamo? Ricominciamo da prima di Costantino? Questa confusione genera incertezze. Lo politica di una volta con i valori della vita e della famiglia ci faceva i conti. Papa Francesco diceva un anno fa “preghiamo per i politici”, perché la dignità della persona passa anche dalla dignità dei politici». Dove vede i mattoni nuovi con cui costruire?
«Il 27 ottobre inaugureremo all’Aventino il museo dedicato a San Giovanni Paolo II realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio. Quest’anno ho organizzato un pellegrinaggio sulle sue tracce a Cracovia e l’arcivescovo emerito Stanisław Dziwisz ha celebrato per noi».
quest’anno giubilare, ha (quasi) gridato all’attentissimo pubblico come «Francesco non ha avuto un atteggiamento umile, di minorità, come per temperamento tipico di certi cattolici tiepidi! In lui predominava una chiarissima coscienza di essere niente di fronte all’Altissimo! Un Dio Altissimo, ma buono anche». La coscienza di essere niente non era per quell’uomo, pienamente immerso nel Medioevo, l’ultima parola: «Nel capolavoro del “Cantico delle creature” ecco la rivoluzione di Francesco che scopre di essere creatura». Cioè essere chiamato per nome da Qualcuno che ti ha voluto. Fraternità, amicizia, coscienza di sé e molti altri sono gli spunti ancora rintracciabili per chi volesse approfondire la vita di san Francesco per scorgere in essa la propria.
INCONTRI Quanto sono importanti i libri: un dialogo sulla lettera di papa Francesco
«La lettura apre spazi interiori»
Malaguti: «Ti insegna a rispettare opinioni diverse». Affinati: «La letteratura ha una dimensione formativa»
di Agnese Santori
Che rapporto c’è tra la letteratura e il mistero? Un filo invisibile che lega le due dimensioni esiste ed è l’immedesimazione o, per riprendere il titolo dell’incontro, “Lo sguardo che allarga l’umanità”. Che, dalla letteratura, raggiunge anche l’approccio educativo. L’incontro riprende le parole di papa Francesco nella sua lettera sul ruolo della letteratura nella formazione: “Quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dell’anima, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta, finché possiamo avere un po’ più di serenità. E forse quella lettura ci apre nuovi spazi interiori che ci aiutano a evitare una chiusura in quelle poche idee ossessive che ci intrappolano in maniera inesorabile”. «La lettera del Papa mi ha colpito particolarmente sotto due aspetti: quello della gratuità dell’atto narrativo e quello dell’oggetto letterario - esordisce Paolo Malaguti, scrittore e docente. Da una parte leggere un testo narrativo è
gratuito perché è un piacere che si autoavvera, esula dalla dimensione del compitino da svolgere.
Dall’altra parte è un mistero perché un testo letterario non esaurisce mai i suoi significati, è un pozzo senza fondo con una carica inimitabile di mistero perché
pieno di significati e interpretazioni».
Prosegue Malaguti: «Non solo ogni volta che leggi lo stesso romanzo ti colpiscono cose diverse in base al momento che stai passando, ma questa polisemia ti insegna a rispettare opinioni diverse dalla tua». Come uno stesso
A colloquio con Giorgia Favaro, amministratrice delegata di McDonald’s Italia
libro cambi a seconda del lettore o del periodo storico in cui si legge è già misterioso di per sé, ma a rendere ancora più profonda questa esperienza è la conclusione del professore: «Di Vangeli non ne abbiamo solo uno ma ben quattro, raccontato ognuno da un punto di vista diverso. Il Vangelo ci fa sentire la differenza di accento e opinioni: è realista». Ad approfondire da un altro punto di vista la letteratura come educazione ci ha pensato Eraldo Affinati, scrittore e insegnante.
Quale fondatrice e insegnante della scuola di italiano per migranti, Penny Wirton si rapporta molto spesso con il ruolo dell’educazione: «La letteratura ti insegna che la libertà non è il superamento del proprio limite, ma l’accettazione. Questo è un percorso sentimentalmente difficile perché il digitale droga il desiderio dei ragazzi, qui il Papa ci aiuta invece a riportare la letteratura alla sua dimensione formativa. La letteratura ti aiuta a diventare ciò che già sei ma che ancora non sai, in ognuno di noi c’è un fuoco originario».
Impresa e territorio per il Made in Italy
Quarant’anni di presenza e una scelta di campo: avvicinarsi alla tradizione culinaria nazionale
McDonald’s è una solida presenza in Italia da quasi quarant’anni. Come si è evoluto in questi anni il rapporto con il territorio e con il comparto agroalimentare nazionale?
«Sin da quando siamo arrivati in Italia, abbiamo fatto una scelta precisa: creare una relazione autentica con il Paese. Non solo con il suo comparto imprenditoriale e produttivo, ma anche, attraverso i nostri menu, rendendo i nostri prodotti più vicini ai gusti e alla tradizione culinaria italiana. Da questa scelta ha preso il via un percorso che in questi quasi quarant’anni ci ha permesso di costruire una rete solida con le filiere agricole e produttive italiane, diventando un punto di riferimento nel settore. Oggi McDonald’s Italia investe ogni anno oltre 400 milioni di euro nel comparto agroalimentare nazionale, a cui appartengono la maggior parte dei nostri fornitori».
Quali sono i prodotti e le eccellenze italiane che entrano nei vostri menù? «Il legame con la qualità del Made in
Italy è forte e tangibile, e si esprime nella collaborazione con fornitori italiani che rappresentano al meglio la capacità del settore di assicurare elevati standard di qualità e affidabilità nelle forniture, per una catena logistica corta, efficiente e, di conseguenza, più sostenibile. Così, ad esempio, il pollo e le uova che utilizziamo provengono da Amadori, la carne bovina è fornita da Inalca e le insalate da Sab e Bonduelle. A questo si aggiungono le nostre collaborazioni con i Consorzi di Tutela, che crescono di anno in anno anche grazie al contributo di partner come Origin Italia - organismo di rappresentanza del sistema agroalimentare DOP IGP - e Fondazione Qualivita - nata per valorizzare le eccellenze Made in Italy. Dal 2008, con il Parmigiano Reggiano DOP come primo prodotto certificato, abbiamo portato sui vassoi dei nostri oltre 1,2 milioni di clienti giornalieri 24 ingredienti DOP e IGP per circa 9000 tonnellate di materia prima acquistata.
Come nasce una nuova partnership con i Consorzi di Tutela?
«Quello che porta alla scelta di una filiera è per noi un impegno importante e complesso, che coinvolge molti attori, tra i quali, come detto, i nostri partner di Origin Italia e Fondazione Qualivita. Valutiamo l’evolversi dei gusti degli italiani, le potenzialità di integrazione con le nostre ricette, oltre ai volumi previsti e alla stagionalità. A queste valutazioni, si uniscono quelle derivanti dal nostro impegno a sostenere le filiere in difficoltà. Sono nati così, ad esempio, l’accordo con il Consorzio del Pomodoro Pachino IGP, frutto di una collaborazione diretta con il Mipaaf – e quello siglato lo scorso anno con il Consorzio della Pera dell’Emilia-Romagna IGP. Lavorare con ingredienti legati ai territori, come DOP e IGP, significa anche promuoverli, farli conoscere in tutte le regioni d’Italia, anche a un pubblico giovane, a prezzi accessibili, così da assicurare un’occasione di scoprirli anche a chi magari diversamente non l’avrebbe avuta».
DOMENICA 24 AGOSTO
DOMENICA
CULTURA Gli appuntamenti sono organizzati dall’Associazione italiana dei centri culturali
Reading con i grandi autori del ’900
Al Book Corner le opere di Hannah Arendt, T.S. Eliot, Flannery O’Connor, Ada Negri, Clemente Rebora ed Emily Dickinson
di Letizia Bardazzi
N el panorama degli eventi culturali che animano il Meeting di quest’anno, i reading a cura dell’Associazione italiana dei centri culturali (Aic) e dedicati ad alcuni dei più grandi autori del Novecento sono un’occasione preziosa per la riflessione. La citazione di T.S. Eliot, che dà il titolo al Meeting, esprime la speranza di una novità che si manifesta all’interno delle difficoltà storiche e il desiderio di costruire insieme spazi dove la ricerca di ciò che è vero, buono e giusto possa essere condivisa. In questo contesto, l’ascolto delle parole di autori come Hannah Arendt, Eliot, Flannery O’Connor, Ada Negri, Clemente Rebora ed Emily Dickinson può rappresentare proprio la scoperta di quei “mattoni nuovi” di cui abbiamo bisogno per edificare la nostra vita e il mondo che ci circonda.
Ogni giorno alle 18 allo stand del Book Corner di Aic (C5), dopo le registrazioni live di podcast dedicati ai libri di pro -
tagonisti della letteratura e della saggistica contemporanee, sarà possibile assistere a un reading dedicato a un grande autore. Ciascuno di essi è un mattone che serve a costruire un edificio narrativo che risponda alla promessa espressa nel titolo del Meeting. Sono spunti necessari per confrontarci con il dolore, accogliere il Mistero,
vivere l’amore come forza unificante, intraprendere un percorso di ricerca e percepire l’eterno nel particolare. Si tratta di testimonianze di chi ha cercato di rispondere alla ricerca di senso in un’epoca che sembra aver smarrito la via verso la pienezza. È il caso dei testi di Hannah Arendt, che si concentra sul tema della “nascita” e dell’”essere gettato nel mondo”. Questo concetto rende l’uomo un individuo unico e irripetibile, che si manifesta attraverso la facoltà tipicamente umana di “dare inizio” a un’azione, che si fonda sempre su un giudizio. T.S. Eliot ci fa invece immergere nel dramma dell’uomo moderno, che il poeta ha saputo raccontare in modo profetico nella sua vasta opera. Ascoltare Eliot significa vivere l’arte come occasione per affrontare le domande più profonde sull’esistenza. I racconti di Flannery O’Connor ci portano nel “profondo lurido Sud” dove incontriamo personaggi grotteschi, la cui quotidianità viene sconvolta da
eventi imprevedibili che li costringono a confrontarsi con il Mistero. La lettura della sua opera dalla lingua asciutta e quasi ipnotica ci spinge a guardare oltre la superficie delle cose, a non fermarci all’apparenza, ma a interrogarci sul senso più profondo dell’esistenza. Le liriche di Ada Negri esprimono poi l’urgenza di dar voce alla vita che l’autrice sente dentro e intorno a sé. L’intera sua opera è legata da una profonda passione d’amore e il suo percorso poetico e umano è un tentativo di dare voce poeticamente a questa energia che muove la vita. I testi di Clemente Rebora ci mostrano l’affiorare della sua vena poetica nelle diverse fasi della sua vita. Il suo percorso è un esempio di come una ricerca esistenziale possa condurre a un radicale cambiamento di vita. Infine, le poesie di Emily Dickinson, sebbene scaturite da un’esperienza di vita apparentemente chiusa e ristretta, sono un’affermazione viva che “dentro ogni particolare vibra l’eterno”.
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DOMENICA 24 AGOSTO
SPETTACOLI Stasera alle Piscine ovest Illumia il concerto “Ogni benedetto giorno”
La rock band dei Papi
I giovani musicisti vicentini ricevuti da Benedetto XVI, Francesco e da Leone XIV dopo il Giubileo delle famiglie
di Francesco Maria Capitanio
Rompere lo stereotipo della musica rock come terreno di pura trasgressione non è facile. I The Sun ci sono riusciti, non senza un lungo percorso costato fatica e il rischio di vanificare quel sogno che i quattro ragazzi del vicentino avevano realizzato. Ultima tappa di questo itinerario è lo spettacolo “Ogni benedetto giorno” che oggi sarà presentato sul palco delle Piscine ovest Illumia alle ore 21.30.
La musica e la storia dei The Sun sono uniche nel panorama musicale non solo italiano se dal palco condiviso con The Cure e i Deep Purple hanno portato il rock fin nelle stanze dei Papi. Dopo avere incontrato Benedetto XVI e Francesco, anche l’appena eletto Leone XIV li ha voluti conoscere, al di fuori di ogni protocollo, dopo il loro concerto alla giornata del Giubileo per le famiglie.
«Il concerto di stasera - dice Francesco Lorenzi, frontman del gruppo - è soprattutto il racconto di una esperienza; la
musica per noi è molto più che semplice intrattenimento: desideriamo che chi partecipa ai nostri spettacoli viva una serata di sana energia ricca di contenuti, affinché possa tornare a casa con una domanda sul senso della vita; domanda che speriamo possa riaprirsi ogni volta che riascolta le nostre canzoni, creando un circolo virtuoso in cui la ricerca di senso si rilanci ogni volta. Il filo narrativo del concerto sono le esperienze di rinascita di ciascun membro della band: ci raccontiamo senza filtri in modo che chiunque ci ascolti possa cogliere un aspetto di sé in cui riconoscersi e da cui avere spunti di riflessione». Per The Sun porre al centro della loro proposta artistica la propria esperienza di fede non è stato scontato e soprattutto facile da fare accettare. «Sicuramente la nettezza con cui abbiamo deciso di vivere il messaggio cristiano attraverso una musica a servizio del bene comune, ci ha posto in contrasto con il mondo dello star system, in cui certe tematiche sembrano bandite, quasi come se la mu-
sica rock dovesse rispondere soltanto a determinati cliché. Questa situazione però, che io definisco di santa sofferenza, ci ha portato poi a sperimentare una gioia piena: ci ha dato l’opportunità di scegliere consapevolmente l’importanza di proporre una musica intrisa di spe -
ranza, che cerchi il bene di chi l’ascolta. Questa scelta ha portato tanta luce nella nostra vita e ci ha dato la possibilità di riguardare in faccia la nostra amicizia e sceglierci di nuovo per affrontare insieme questo straordinario cammino spirituale e professionale».
La Fondazione Ania ti invita nel proprio stand per scoprire come prenderti cura della tua vita e di tutto ciò a cui tieni.
La Fondazione Ania, voluta dall'Ania - Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratricipromuove la cultura della prevenzione e della protezione. Realizza iniziative dedicate alla sicurezza, alla salute e al benessere dei cittadini.
NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI
DOMENICA 24 AGOSTO
SPETTACOLI “Joseph and bros”: riflettori accesi alle 21.30 al Teatro Galli
Fratelli tutti, ma come si fa?
Ignazio De Francesco tra carceri e Medio Oriente: «La religione, risorsa straordinaria»
di Andrea Costanzi
U n giovane trafficante di droga tunisino di origini palestinesi, un ebreo laico, colto, di mezza età, omicida occasionale dalla fedina intonsa e un anziano sicario siciliano, cattolico ma autore di 13 delitti di mafia, detenuti in una cella di tre metri per tre. Cosa c’entrano con la saga biblica di Giuseppe e i suoi fratelli? Lo spiega l’autore, frate Ignazio De Francesco, islamologo che dal 1990 appartiene alla Piccola famiglia dell’Annunziata fondata da Giuseppe Dossetti con sede nel monastero di Montesole sulle colline bolognesi.
«Interseco in questo spettacolo il mondo del carcere perché ho trascorso 15 anni in Medio Oriente tra Palestina, Siria, Giordania ed Egitto e tornando mi è stato chiesto per la mia conoscenza della lingua araba e dell’Islam, di fare assistenza nel carcere di Bologna, che è pieno di detenuti maghrebini. Il carcere è stata la mia università per il dialogo interreligioso, a cui lavoro per la Cei e per il mio vescovo».
Padre Ignazio ha iniziato a scrivere “Giuseppe e i suoi fratelli” in un villaggio palestinese vicino a Ramallah, Ain Arik, dove viveva allora, proprio il 7 ottobre 2023, quando ha sentito i razzi di Hamas verso Gerusalemme.
«La storia di Giuseppe è un simbolo per tutte le fedi monoteiste, c’è anche una sura di Giuseppe nel Corano. Il tema si spiega con l’arrivo del quarto personaggio, Samuel, un altro ebreo che viene arrestato e nel tam tam carcerario si viene a sapere che protesta la sua innocenza perché è stato tradito
dai suoi fratelli come Giuseppe». Il carcere è un luogo chiuso ma tutti sanno tutto, le notizie di Samuel l’ebreo raggiungono la cella e la sua storia di innocente alimenta il dialogo tra i tre detenuti sulla fratellanza e il tradimento.
Ahmad è stato tradito da un amico fraterno, Gadi ha ucciso un socio in affari con cui era cresciuto insieme e Salvo è entrato nella fratellanza della mafia. «Mi ispiro sempre a personaggi conosciuti in carcere. Il carattere di Ahmad è improntato a figure di spacciatori che ho incontrato, anche per Salvo mi sono ispirato a diversi killer mafiosi che ho conosciuto.
Per Gadi e Samuel ho sfruttato le storie che mi hanno raccontato in Medio Oriente. Quando abbiamo fatto la rap -
presentazione teatrale al carcere di Bologna ci hanno chiesto se eravamo ex detenuti, ci sentivano come parte di loro. Hanno percepito un giudizio sulla loro persona che eccedeva il proprio reato, nessun reato anche il più orribile definisce un uomo».
«Essere fratelli – conclude Ignazio - è una risorsa ma anche un’ambiguità. L’idea di fraternità dovrebbe secondo il pensiero di papa Francesco essere “Fratelli Tutti”, ma quelli che non sono fratelli come li trattiamo? La religione è una risorsa straordinaria nelle sue differenze irriducibili. Come cristiano devo poter esprimere questa irriducibilità a un musulmano o a un ebreo. La sincerità nel dialogo consente di trovare i punti di unità».
Oggi alle 21 la proiezione del docufilm in Sala Neri
Viaggio in Terra Santa la “missione” di Osama
Un viaggio che attraversa la Palestina e, soprattutto, la vita di Osama Hamdan, architetto palestinese, per anni collaboratore di Pro Terra Sancta. Oggi, alle 21 in sala Neri Generali Cattolica, verrà presentato in anteprima “Osama. In viaggio verso casa”, docufilm firmato da Andrea Avveduto e Giacomo Pizzi, con la regia di Luca Mondellini.
Quaranta minuti che mettono in luce temi come la conservazione del patrimonio culturale della Terra Santa, il dialogo tra fedi diverse e il valore dell’incontro. «At-
traverso interviste, immagini esclusive e testimonianze dirette – spiegano gli autori – il documentario offre uno sguardo approfondito sul lavoro di Osama, la cui vita riteniamo straordinaria. Così abbiamo voluto evidenziare la sua visione, le sue metodologie e l’impatto del suo operato sulla vita delle comunità locali e sulla salvaguardia di siti di importanza storica e religiosa».
A seguire si terrà un dialogo con il vice custode di Terra Santa Ibrahim Faltas e il medico Antonio Aloi. (d.g.)
VIDEONEWS
Vediamoli insieme
di Davide Giuliani
Raccontare il Meeting per immagini e permettere anche a chi è lontano da Rimini di percepire quanto si vede in Fiera. È questo il compito delle videonews, consultabili sul canale YouTube meetingdirimini. Oggi ve ne presentiamo cinque, ma la collezione online è molto più ampia.
Il racconto del giorno: I giovani e la sfida della pace
La pace è solo per i potenti o può essere costruita da ognuno di noi?
Dopo l’udienza con Papa Francesco dell’ottobre 2022, un centinaio di ragazzi di Gioventù Studentesca ha raccolto l’invito a essere “profeti di pace”. È questo il racconto, che porta a scoprire le radici della mostra presente in Fiera.
Le grandi interviste: Thomas Georgeon e i martiri d’Algeria
Thomas Georgeon, monaco trappista, è stato protagonista al Meeting dell’incontro “Vite donate. L’eredità viva dei martiri d’Algeria”. La beatificazione dei diciannove religiosi uccisi trent’anni fa porta anche la sua firma, come postulatore della causa. L’intervista, curata da Alessandro Banfi, ci aiuta a capire cosa è scaturito dal sacrificio di quelle vite.
Oggi al Meeting: La testimonianza di suor Aziza
La storia di Azezet Kidane, per tutti suo Aziza, racconta da sola cosa vuol dire costruire con mattoni nuovi in luoghi deserti. Infaticabile comboniana di 67 anni, ha passato la sua vita tra Etiopia, Sudan, Giordania, Palestina, Israele e Italia.
Le mostre: I sentieri del sacro e la fotografia contemporanea Come la fotografia può mantenere viva l’attenzione su pellegrinaggi e riti religiosi? La mostra del giorno al Meeting è “I sentieri del sacro”, un’esposizione che racchiude gli scatti di 9 fotografi italiani e internazionali.
Oggi al Meeting: L’architetto che unisce le religioni con le sue opere Mario Botta, 82 anni passati in giro per il mondo, è un architetto che ha legato il suo nome a chiese, moschee e sinagoghe. Senza considerare il restauro della Scala di Milano. In un’intervista a tu per tu spiega cosa ha voluto dire per lui “costruire con pietre vive”, unendo popoli e mondi diversi con le sue strutture.
11:00 – Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – Oltre la classe energetica: il valore sociale dell'APE – Giovanni Addamo (ENEA)
11:00 – 12:00 - Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - Guida autonoma e connessa, con Antonio Cassandro - Segretario Osservatorio Smart Road MIT; Sergio Savaresi – Professore Politecnico di Milano e responsabile del progetto AIDA; Benedetto Carambia – MovyonGruppo Autostrade per l’Italia.
11:30 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Cos'è il radon? Dove si trova e cosa fare per prevenire l'esposizione? – ISIN
12:00 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Il ruolo del supercalcolo nella ricerca avanzata – Marco Faltelli (ENEA)
OLTRE IL PROGRAMMA
12:30 - Padiglione C1, Stand UCID - UCID/ Uniapac - “Giubileo e giustizia economica globale: la remissione del debito, atto di fraternità internazionale” - Relatori: Prof. Stefano Zamagni, Nino Apreda.
12:30 - Padiglione A6 - Fraternità San Carlo e Missionarie di San Carlo - In missione a Eastleigh (Regno Unito)Relatore: don Luca Speziale.
14:30 - Padiglione A6 - Fraternità San Carlo e Missionarie di San Carlo - Testimonianza dalla casa della Magliana (Roma) - Relatrice: suor Raffaella D'Agostino.
15:00 – Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Comunità energetiche e transizione verde - Claudia Cara e Lorenzo De Biase (ENEA)
15:00 – Padiglione A5 (ConfAgorà)Confagricoltura – Lavoro: le nuove frontiere in agricoltura. Partecipano: Claudio Durigon, Sandro Gambuzza, Roberto Caponi.
15:00 – 15:30 - Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – ACI: Inclusion-E: il SimRacing come strumento di inclusione. Con Cristiano Martelli - Presidente Nazionale commissione ACI Esport; Michele Del Grosso - Presidente Racesport.
15:00 - Piazza C5 - Voci dall'Ucraina«... MA SONO VIVO» - Relatore: un testimone ucraino.
15:00 - Arena Cdo - UCID/Uniapac “Economia sociale e fraternità: un nuovo paradigma?” - Relatori: Claudia Conte (moderatrice), Prof. Stefano Zamagni e altri.
16:00 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Do you speak energia?Antonio Disi (ENEA)
16:00 - Piazza A7 - CHIAMATI DUE VOLTE I martiri d'Algeria - Relatori: Card. Semeraro con Suor Lourdes Miguélez Matilla e Michele Brignone.
16:30 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Riscaldamento globale ed energia – Giuseppe Nasti e Matteo Valentino (ENEA)
16:30 - Padiglione A6 - Fraternità San Carlo e Missionarie di San Carlo - In missione a Grenoble (Francia)Relatrice: suor Mariagiulia Cremonesi.
17:30 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Nucleare e protezione dell'ambiente – ISIN
18:30 - Padiglione A6 - Fraternità San Carlo e Missionarie di San Carlo - In missione a Santiago del Cile - Relatore: don Diego García.
19:00 - Piazza C5 - UN TESORO IN VASI DI CRETA - Relatori: Pierpaolo Bellini –Marco Bersanelli.
21:00 - Padiglione A6 - Fraternità San Carlo e Missionarie di San Carlo Testimonianza dalla missione di Città del Messico - Relatore: Matthew Conte.
DOMENICA 24 AGOSTO
MEETING2025
DOMENICA 24 AGOSTO
INCONTRI
SANTA MESSA
Ore 11:00 Auditorium isybank D3
Presiede S.Em. Card. Matteo Maria Zuppi, presidente CEI, arcivescovo di Bologna. Concelebrano
S.E. Mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini; S.E. Mons. Christian Carlassare, vescovo di Bentiu, Sud Sudan; S.E. Mons. Pavlo Honcharuk, vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia dei Latini; S.E. Mons. Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo, Siria; S.E. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto; S.E. Mons. Erik Varden, vescovo di Trondheim, presidente Conferenza episcopale della Scandinavia; S.Em. Card. Jean-Paul Vesco, arcivescovo metropolita di Algeri
SANTA MESSA (SALA NERI)
Ore 11:00 Sala Neri Generali Cattolica IN COLLEGAMENTO DALL’AUDITORIUM
UNA COMUNICAZIONE
CHE COSTRUISCE COMUNIONE
Ore 13:00 Sala Neri Generali Cattolica
Javier Cercas, scrittore; Colum McCann, scrittore; Paolo Ruffini, prefetto Dicastero per la Comunicazione. Modera Linda Stroppa, giornalista Rai. Con il sostegno di isybank, CSI-Centro Sportivo Italiano, Eni STREGATI DA “ADOLESCENCE”
Ore 13:00 Sala Conai A4
In collaborazione con Tracce Lorenzo Bassani, neuropsichiatra infantile; Domenico Fabio Tallarico, insegnante e rettore Scuole Sacro Cuore, Cesena. Modera Valentina Frigerio, responsabile sito e canali digital di CL.
IA A SCUOLA. DIALOGO
E CO-COSTRUZIONE DI SENSO
Ore 13:00 Sala Gruppo FS C2
Organizzato da CdO Opere Educative/FOE, Diesse, Di.S.A.L., Ass. Culturale Il Rischio Educativo. Luca Botturi, professore in Media in educazione, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI); Pier Cesare Rivoltella, professore di Didattica e Tecnologie dell’educazione, Università di Bologna. Modera Paolo Maino, presidente Di.S.A.L. e dirigente scolastico ITE Gadda Rosselli, Gallarate ECONOMIA SOCIALE E FRATERNITÀ, UN NUOVO PARADIGMA?
Ore 13:00 Arena cdo C1
Organizzato da UCID Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. Saluto di Lucia Albano, sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze; Alfonso Amarante, rettore Pontificia Università Lateranense; Nino Apreda, presidente UCID Campania; Benedetto Delle Site, presidente Movimento Giovani UCID; Aldo Fumagalli, presidente UCID Lombardia; Sigrid Marz, presidente UNIAPAC; Stefano Zamagni, professore di Economia politica, Università di Bologna. Modera Claudia Conte, giornalista, conduttrice e opinionista TV MATTONE SU MATTONE. LA FORZA DEI LEGAMI
Ore 15:00 Auditorium isybank D3
In collaborazione con Fond. Sussidiarietà. Intervento di S.Em. Card. Matteo Maria Zuppi, presidente CEI, arcivescovo di Bologna. Testimonianze di Paolo Gobbi, presidente Centro servizi per il volontariato delle Marche e Luigino Quarchioni, Forum terzo settore Marche; Chiara Griffini, presidente Servizio Nazionale per la tutela dei minori della CEI; Maila Quaglia, Cooperativa Sociale Nazareno; Genny Guariglia, presidente Associazione Icaro, Napoli. Modera Giorgio Vittadini, presidente Fond. Sussidiarietà. Con il sostegno di isybank, Confagricoltura, Tracce
OGGI IN FIERA
SIAMO DAVVERO LIBERI? IL LIBERO ARBITRIO FRA CONDIZIONI E NUOVI INIZI
Ore 15:00 Sala Neri Generali Cattolica
Mario De Caro, professore di Filosofia morale, Università di Roma Tre; Giorgio Vallortigara, professore di Neuroscienze, Centre for Mind/ Brain Sciences, Università degli Studi di Trento. Introduce e modera Costantino Esposito, professore di Storia della filosofia, Università Aldo Moro di Bari
RI-COSTRUIRE.
LA CITTÀ COME LUOGO DI VITA
Ore 15:00 Sala Conai A4
Mario Abbadessa, senior managing director, head of transactions europe & country head di Hines Italy; Lucia Albano, sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze; Jacques Moscianese, executive director Institutional Affairs Intesa Sanpaolo; Marco Osnato, presidente VI Commissione Finanze Camera dei Deputati; Irene Tinagli, presidente Commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione europea. Modera Lorenzo Margiotta, architetto. Con il sostegno di isybank
LA METRICA DEL PENSIERO: COME RICONOSCERSI NELL’ERA DELL’AI
Ore 15:00 Sala Gruppo FS C2
In collaborazione con Compagnia delle Opere
Natale Brescianini, monaco e formatore aziendale, coach ACC ICF; Lucia Cenetiempo, creative Technologist, Expert in Gen AI & Prompt Design; Pasquale Viscanti e Giacinto Fiore, founder AI WEEK e IA spiegata semplice. Modera Paolo Casadei, CEO Zal Telecomunicazioni s.r.l.
IL VALORE DEL LAVORO
PER CHI SCONTA UNA PENA
Ore 15:00 Arena cdo C1
In collaborazione con Cdo Opere Sociali Riccardo Capecchi, presidente Fondazione Lottomatica; Gianluca Chiodo, presidente Giotto Cooperativa Sociale; Stefano Granata, presidente Confcooperative Federsolidarietà; Emilio Minunzio, consigliere CNEL; Simone Rampin, dipendente della Cooperativa Giotto; Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia. Modera Maria Elena Magrin, delegata della rettrice, Università Milano-Bicocca per il Polo Penitenziario
I RISCHI EDUCATIVI
Ore 15:00 Arena Tracce A3
Eugenia Carfora, preside istituto Morano al Parco Verde, Caivano (Napoli); Paolo Valentini, coordinatore didattico licei Fondazione Karis, Rimini. Dialogo con Franco Nembrini, docente, saggista e pedagogista.
LA PRESENZA DELLA COMUNITÀ CRISTIANA
IN SIRIA E LA LIBERTÀ RELIGIOSA
Ore 17:00 Auditorium isybank D3
S.E. Mons. Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo, Siria; Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Introduce Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Saluto di Luca Beccari, segretario di Stato per gli Affari Esteri, gli Affari Politici, la Cooperazione Economica Internazionale e la Transizione Digitale della Repubblica di San Marino. Modera Andrea Avveduto, giornalista, responsabile comunicazione Pro Terra Sancta. Con il sostegno di isybank, Illumia, Tracce
INDAGINE SCIENTIFICA
E RICERCA DEL SIGNIFICATO
Ore 17:00 Sala Neri Generali Cattolica
In collaborazione con John Templeton Foundation. José Ignacio Latorre, professore di Fisica teorica, Università di Barcellona; Dan Maoz, George S. Wise Professor, Tel-Aviv University School of Physics and Astronomy; Robert Gilbert, professor
of Biophysics, Nuffield Department of Medicine, University of Oxford; Jennifer J. Wiseman, senior astrophysicist, Goddard Space Flight Center. Modera Brandon Vaidyanathan, Professor of Sociology and Director of the Institutional Flourishing Lab, The Catholic University of America LE FRONTIERE DELL’ADRIATICO
Ore 17:00 Sala Conai A4 Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche; Michele Emiliano, presidente Regione Puglia; Massimiliano Fedriga, presidente Regione Friuli-Venezia Giulia; Cosimo Latronico, assessore alla Salute, politiche per la persona e PNRR, Regione Basilicata. Modera Emmanuele Forlani, direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Con il sostegno di Regione Friuli-Venezia Giulia
PER UN BUON LAVORO
OCCORRE PARTECIPARE
Ore 17:00 Sala Gruppo FS C2
In collaborazione con Compagnia delle Opere Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali; Lorenzo Malagola, deputato al Parlamento italiano; Massimo Monacelli, general manager Generali Italia; Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato Edenred Italia; Cristiana Scelza, presidente Valore D. Modera Francesco Seghezzi, presidente Adapt. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Generali, Edenred, Valore D, CSL - Consorzio Scuole Lavoro
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: LE FRAGILITÀ DA GOVERNARE
Ore 17:00 Arena cdo C1 Stefano Bonaccini, europarlamentare; Gigi De Palo, direttore generale Fondazione Angelini; Carlo Fidanza, capo delegazione FdI del Gruppo ECR; Marcello Fiori, direttore generale INAIL; Paolo Maggioli, amministratore delegato Gruppo Maggioli; Bernardo Giorgio Mattarella, professore di Diritto Amministrativo, Luiss “Guido Carli”. Modera Salvatore Taormina, coordinatore dipartimento Istituzioni e Amministrazione Pubblica Fond. Sussidiarietà. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna IL PROGRAMMA “WORK IN PROGRESS”: SOSTENERE I GIOVANI IMPRENDITORI DEL LIBANO PER ACCENDERE UNA SCINTILLA DI SPERANZA, SOSTENIBILITÀ SOCIALE E PACE
Ore 17:00 Arena Tracce A3 Daniele Sacco, direttore Risorse umane e Organizzazione Gruppo Mondadori e coordinatore progetto WIP; Stefano Zoia, imprenditore, CEO di Tinext e membro dell’Advisory Board di WIP. Modera Alberto Rivaroli, giornalista e responsabile comunicazione progetto WIP
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E FUTURO
DELL’UOMO: TRA DESERTO DIGITALE E NUOVE COSTRUZIONI
Ore 19:00 Auditorium isybank D3
Sergio Belardinelli, già professore di Sociologia dei processi culturali, Università di Bologna; Paolo Benanti, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro New Artificial Intelligence Advisory Board dell’ONU; Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale, Università di Bath. Introduce e modera Fabio Mercorio, professore di Computer Science, Università Milano-Bicocca e Fond. Sussidiarietà. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, isybank, FNM, Amazon Web Services, Gruppo Maggioli, Tracce
OLTRE LA SOGLIA DEL DOLORE.
LA TESTIMONIANZA DI KATERINA GORDEEVA
Ore 19:00 Sala Neri Generali Cattolica
Katerina Gordeeva, giornalista, documentarista e scrittrice russa, vincitrice premio Anna Politkovskaja 2022, autrice di Oltre la soglia del
dolore, Ed. 21 Lettere, in dialogo con Davide Perillo, giornalista
EDIFICI, ANTICHI E MODERNI, NELLA NARRAZIONE BIBLICA.LA MIA CASA SARÀ CHIAMATA CASA DI PREGHIERA, MA VOI NE AVETE FATTO UN COVO DI LADRI (MT 21, 12-13) Ore 19:00 Sala Conai A4
Stefano Alberto, professore di Teologia, Università Cattolica del Sacro Cuore; Joseph Weiler, University Professor, NYU Law School LA COESIONE CRESCE DAL BASSO. LA SOCIETÀ PROTAGONISTA Ore 19:00 Sala Gruppo FS C2 In collaborazione con Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà. Graziano Delrio, senatore della Repubblica, Partito Democratico; Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione; Massimo Garavaglia, senatore della Repubblica, Lega; Mariastella Gelmini, senatrice della Repubblica, Noi Moderati; Maurizio Lupi, presidente Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà; Stefano Patuanelli, senatore della Repubblica, Movimento 5 Stelle; Anna Maria Poggi, presidente Fondazione CRT. Introduce Giorgio Vittadini, presidente Fond. Sussidiarietà. Modera Luciano Fontana, direttore Corriere della Sera. Con il sostegno di isybank, Italian Exhibition Group. Con il supporto di JTI Italia UNA COMPAGNIA SENZA CONFINI. TESTIMONIANZE DI OPERE INTERNAZIONALI Ore 19:00 Arena cdo C1
Organizzato da Cdo International. Silvia Caironi, Aventura de Construir, Brasile; Lino Faccin, sacerdote missionario Operazione Mato Grosso, Perù; Juan Emilio Parada, Edudown, Cile; Giordano Pecci, OB Service - Città dei Maestri, Rimini. Modera Mauro Batuello, vicepresidente Cdo Opere Socialie Piazza dei Mestieri, Torino
PACE È… PERDONO
Ore 19:00 Arena Tracce A3
Approfondimento della mostra Profezie per la pace realizzata da Gioventù Studentesca Matteo Severgnini, rettore Scuola Regina Mundi, Milano; Cristina Zeni, docente di Lettere liceo Albert Einstein, Torino; studenti di Gioventù Studentesca di Bergamo e Bologna
VAI E RICOSTRUISCI LA MIA CASA
Ore 21:00 Auditorium isybank D3
Franco Nembrini, scrittore, insegnante e pedagogista; Alessandro Sortino, conduttore, autore televisivo e scrittore. Modera Roberto Inciocchi, giornalista. Con il sostegno di Tracce
“OSAMA. IN VIAGGIO VERSO CASA” Ore 21:00 Sala Neri Generali Cattolica
Docufilm a cura di Pro Terra Sancta. Montaggio di Filmati Milanesi e regia di Luca Mondellini. Dopo la visione del film ne parlano Antonio Aloi, medico; Ibrahim Faltas, Custodia di Terra Santa. Introduce Giacomo Pizzi, Pro Terra Sancta. Modera Francesco Cassese, Miror Consulting
SPETTACOLI
“OGNI BENEDETTO GIORNO” –THE SUN IN CONCERTO Ore 21:00 Palco Piscine Ovest Illumia “JOSEPH & BROS” Ore 21:30 Teatro Galli Dal testo “Giuseppe e i suoi fratelli” di Ignazio De Francesco. Di Alessandro Berti. Con Alessandro Berti, Savì Manna e Francesco Maruccia. Una produzione Casavuota. Con il sostegno di Comitato Regionale per le Onoranze ai caduti di Marzabotto / Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna / AVoC. E con il patrocinio del Comune di Pianoro. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Reggini Spa e Società Italiana Gas Liquidi Spa - Vulcan. Ingresso a pagamento
SOSTENIAMO CHI SOSTIENE
Editore
Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422
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