Quotidiano Meeting | 25 agosto 2025

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25 uotidiano

Il dialogo della vita

Iprimi giorni del Meeting hanno fatto emergere con chiarezza una delle sue caratteristiche più originali, che già nei mesi della preparazione di questa 46° edizione era apparsa come il filo conduttore di tutto il lavoro: l’importanza del dialogo. Per dialogare davvero, serve una precisa consapevolezza di sé e della propria identità. Il dialogo non è un compromesso o un fragile equilibrio tra le parti, ma una proposta autentica di ciò che si vive e un’attenta considerazione di ciò che l’altro vive, basata sull’ascolto e il rispetto per il suo cammino, in una vera stima della sua umanità.

È la ricerca di questo metodo di convivenza, a partire dalla precisa coscienza di sé, che fa confluire al Meeting gli ospiti che abbiamo ascoltato in questi primi giorni e quelli che ascolteremo. Anche le proposte di mostre e spettacoli che caratterizzano questa edizione, prendono le mosse da questo stesso metodo.

EDITORIALE La mostra Ucraina: guerra

Gli esempi di dialogo di questi primi giorni sono tanti e imponenti. Suor Azezet Kidane, che ha lavorato in Israele e Palestina, tra i beduini e i migranti lottando contro la tratta di esseri umani nel Sinai verso Israele; Layla al-Sheik, musulmana di Betlemme che ha perso un figlio nella seconda Intifada; ed Elana Kaminka, israeliana, madre di Yannai, soldato ucciso il 7 ottobre 2023 da Hamas, ci hanno tutte parlato di questo: solo il grande amore che riempie il cuore, dettato dalla fede di appartenenza di ognuna, permette di accogliere la sofferenza dell’altro in una relazione che offre percorsi di riconciliazione nei contesti più drammatici della storia.

La testimonianza dei martiri di Algeria nell’incontro del sabato con il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo metropolita di Algeri e nei pannelli della mostra «Chiamati due volte», ci

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Solo parole di verità

Il Meeting ha ospitato ieri il confronto tra due scrittori di fama mondiale Javier Cercas e Colum McCann e il giornalista Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero vaticano per la comunicazione. I temi hanno avuto come soggetto la comunicazione nell’orizzonte della sua funzione a servizio della verità. Quali le difficoltà della comunicazione attuale? Che conseguenze hanno prodotto la degenerazione dell’informazione e la manipolazione dei fatti? Dove si scorgono invece germogli pur piccoli di bene? Queste le domande che hanno affollato il palco e richiamato la platea dell’incontro, accompagnate anche da risposte o, meglio, percorsi che i tre intellettuali hanno delineato: per raccontare la verità si deve guardare con semplicità quello che accade.

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pagine 4 e 5

ANNO 46 N° 4
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
DA ENERGIE DIVERSE, UN’ENERGIA UNICA.
La forza delle storie nella testimonianza di Javer Cercas, Colum McCann e Paolo Ruffini

EDITORIALE

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documenta una delle vicende di santità cristiana che più ha avuto eco negli ultimi anni. I monaci di Tibhirine sono stati profeti di dialogo e fraternità in terra algerina, offrendo concordia e amicizia per l’amore più forte della morte e dell’odio di cui facevano esperienza. I monaci ci hanno insegnato quattro forme di relazione costruttiva tra i cristiani e i fedeli delle altre religioni; il dialogo della vita, delle opere, degli scambi teologici e dell’esperienza religiosa.

Infine, ma l’elenco potrebbe proseguire, l’incontro con Paolo Malaguti ed Eraldo Affinati sul ruolo della letteratura nella formazione della persona come via d’accesso per entrare in un fecondo dialogo con la cultura del nostro tempo, con la pluralità delle sue sfaccettature e per mettere a fuoco “la grande distanza” che il quotidiano scava tra la nostra percezione e l’insieme dell’esperienza umana. Il dialogo, come è emerso in questi giorni al Meeting, è quindi un rapporto con l’altro che sempre porta all’arricchimento, provocando un paragone e una più profonda scoperta della propria identità e tradizione, di ciò che si propone come inizio di speranza e di risposta: il fatto cristiano come avvenimento, incontrabile in una compagnia di amici. Il dialogo è, per questo, il cuore pulsante del Meeting.

EDITORIAL

The Dialogue of Life

The first days of the Meeting have clearly highlighted one of its most original features, which had already emerged during the preparation of this 46th edition as the common thread running through all the work: the importance of dialogue.

To truly engage in dialogue, one needs a clear awareness of oneself and of one’s own identity. Dialogue is not a compromise or a fragile balance between sides, but an authentic proposal of what one lives, and a careful consideration of what the other experiences, based on listening and respect for their journey, with genuine esteem for their humanity.

It is the pursuit of this method of coexistence – rooted in the precise awareness of oneself – that draws to the Meeting the guests we have listened to in these first days, and those we will hear in the coming ones. The exhibitions and performances that mark this edition also stem from this same method.

The examples of dialogue from these first days are numerous and striking.

Sister Azezet Kidane, who worked in Israel and Palestine among the Bedouins and migrants, fighting human trafficking from Sinai to Israel; Layla al-Sheik, a Muslim woman from Bethlehem who lost her son in the Second Intifada; and Elana Kaminka, an Israeli mother of Yannai, a soldier killed on October 7, 2023, by Hamas – all spoke to us of this: only the great love that fills the heart, sustained by each one’s faith, makes it possible to welcome the suffering of the other in a relationship that opens paths of reconciliation in the most dramatic contexts of history.

The testimony of the Algerian martyrs, presented in Saturday’s meeting with Cardinal Jean-Paul Vesco, Metropolitan Archbishop of Algiers, and in the panels of the exhibition «Called Twice», recounts one of the stories of Christian holiness that has resonated most strongly in recent years. The monks of Tibhirine were prophets of dialogue and fraternity in Algeria, offering harmony and friendship through a love stronger than death and the hatred they encountered. They taught us

four forms of constructive relationship between Christians and believers of other religions: the dialogue of life, of works, of theological exchange, and of religious experience. Finally – and the list could go on – the conversation with Paolo Malaguti and Eraldo Affinati on the role of literature in shaping the person offered literature as a way of access into a fruitful dialogue with the culture of our time, with all its variety, and as a way to focus on “the great distance” that daily life carves between our perception and the whole of human experience. Dialogue, as these days at the Meeting have shown, is therefore a relationship with the other that always leads to enrichment, provoking comparison and a deeper discovery of one’s own identity and tradition, of that which presents itself as a beginning of hope and an answer: the Christian fact as an event, encountered within a companionship of friends. Dialogue is, for this reason, the beating heart of the Meeting.

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

PRIMO PIANO Colum McCann, Javier Cercas e Paolo Ruffini: «La comunicazione è comunione»

MEETING2025

La forza delle storie

La funzione del giornalismo e della scrittura? Essere veicolo di verità contro ogni pregiudizio

di Giuseppe Bianchini

«La comunicazione è comunione», sintetizza lo scrittore irlandese Colum McCann, nel finale dell’incontro dal titolo “Una comunicazione che costruisce comunione”. La sala Neri è assiepata nell’attesa dei protagonisti: due scrittori di caratura internazionale, McCann e lo spagnolo Javier Cercas, insieme con Paolo Ruffini, giornalista e prefetto del Dicastero per la comunicazione del Vaticano. Protagonisti lo sono senz’altro. In un’ora, e più, di botta e risposta tra l’intervistatrice e intervistati, chi era ad ascoltare ha s’è addentrato nel mondo della comunicazione. McCann e Cercas diversi per stile ed esposizione sono incontenibili per le questioni che aprono nei loro interventi; chi è capace di tenere in mano la penna deve essere capace di rintracciare storie come quelle che vivono nei loro romanzi «le mie storie nascono dall’approfondimento di altre storie nelle quali mi sono imbattuto» afferma lo scrittore irlandese, mentre Cercas ribadisce che «non è lui a cercare le storie ma sono esse a cercare me». Sembrano agli antipodi eppure parlano la stessa lingua. L’incontro pone una questione problematica che negli ultimi anni si è fatta sempre più impellente: la funzione del giornalismo e della scrittura in genere come veicolo di verità.

La nostra società è sempre più segnata da conflitti e prese di posizione ideologiche, “false notizie” per dirla in italiano, riduzioni menzognere, odiatori di professione nei social media. La deriva della comunicazione che rischia di essere pura polemica, assume le forme della propaganda politica e delle notizie orientate al bisogno del potente di turno.

La giornalista Linda Stroppa, moderatrice, rivolgendosi a Ruffini: «Il cardinale Pizzaballa a riguardo del conflitto in Palestina ha detto che la pace si fa anche con il linguaggio, si può allora ancora comunicare con speranza?».

«Si può e si deve – la risposta –. In particolar modo si devono cercare le storie dove il bene si riconosce: prendiamo ad esempio la vicenda dei martiri di Tibhirine». McCann si confronta: «Io credo nella speranza, ma occorre un processo di riparazione. Occorre rallentare e ascoltarci»

Agli uomini che si dedicano alla scrittura è chiesto di favorire dialoghi e confronti basati sugli avvenimenti della realtà, orientando a una divulgazione in grado

LE BIOGRAFIE

Tre volti, tre firme

Javier Cercas Mena nasce in Catalogna nel 1962. Nel 1985 si laurea in filologia ispanica a Barcellona per poi lavorare per due anni presso l’università dell’Illinois in America. Nel 2001 pubblica “Soldati di Salamina”, romanzo apprezzato dalla critica internazionale. Nel 2005 scrive l’opera pluripremiata dal titolo “La velocità della luce”. Oppositore della dittatura di Francisco Franco, descrive le sue opere come «romanzi facili da leggere e difficili da capire».

Nato a Dublino nel 1965, Colum McCann è uno scrittore irlandese naturalizzato statunitense. Studia giornalismo a Dublino e nel 1983 viene premiato giovane giornalista dell’anno. Nel 1986 si sposta in America dove inizia a concentrarsi sulla carriera da scrittore. Nel 2009 vince il National book award per l’opera “Questo bacio vada al mondo intero”,

un’allegoria dell’attentato alle torri gemelle. Nel 2024 pubblica “Una madre”, la storia della madre di James Foley, giornalista imprigionato e assassinato dall’ISIS nel 2014.

Paolo Ruffini , prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede dal 2018, nasce a Palermo nel 1956. Conclusi gli studi classici a Roma, si laurea in giurisprudenza alla Sapienza. La sua carriera giornalistica inizia nel 1978 presso la redazione de Il Mattino a Napoli. Dal 1996 al 2018 è direttore di importanti testate radiotelevisive, tra cui il Giornale Radio Rai, Rai 3, La7, TV2000 e Radio InBlu. Alla base della sua filosofia, ha sempre ritenuto che «il dovere del giornalista è indagare e denunciare le ingiustizie» ma anche «non rimanere imprigionato nella storia del male».

(m.f.)

di creare confronti, condivisione e comunione fra persone e fra popoli, senza omologazione e con una vera attenzione alla ricchezza della diversità. Tutto improntato al rapporto tra verità e libertà. Come evidenzia Cercas: «Bisogna ritornare alla cosa più elementare. Pensate al Vangelo quando afferma che la verità fa diventare liberi. Il discredito della verità è enorme e i giornalisti hanno il dovere perentorio di difendere la verità». C’è un passaggio che segna questo lavoro: la lotta al pregiudizio. In questo senso la vicenda di Cercas è significativa: «Il mio ultimo libro è veramente strano. Il Vaticano, con la mediazione di Paolo Ruffini, ha aperto le porte a me scrittore non credente e questo mi ha costretto a togliere dagli occhi il velo di già saputo sulla Chiesa Cattolica. La Chiesa si è presa un grande rischio nel chiamare me, è una cosa molto strana». Lo dice mentre sorride, perché dal suo intervento emerge la gratitudine di avere potuto vedere una storia nascere dal vero e non dalla immaginazione: «Tutto è stato eccezionale, dal viaggio in Mongolia, allo stare con il Papa, ma la cosa più eccezionale è che ho potuto chiedere a lui, a Francesco, la domanda che mi ossessiona da una vita e che ho maturato dalla mia mamma molto religiosa. Io ateo che domando al Papa sulla resurrezione. Incredibile». Altri due temi hanno trovato spazio nella fase finale dell’incontro, una sul rapporto giovani e comunicazione tecnologica, l’altra sulla Chiesa e il linguaggio che la caratterizza.

«La tecnologia non è un problema, casomai o può essere il suo uso. I giovani vanno orientati con un altro algoritmo dettato dalla realtà e non dal virtuale dei social». Nelle parole di Ruffini si riconoscono anche gli scrittori presenti. La Chiesa presenta un problema di linguaggio, perché può essere vecchio ed inefficace secondo Cercas, se paragonato al potere espressivo del cristianesimo del Vangelo; ma Ruffini fa un affondo ulteriore: «C’è un problema di linguaggio si, ma prima c’è una cosa ancora più essenziale. La Chiesa o è comunione o non esiste. La sua comunicazione al mondo dipende unicamente da questo, dall’essere». Ugualmente il compito degli intellettuali, dei giornalisti, degli scrittori è rendere evidente la bellezza della verità e del bene quindi per come emerge dai fatti. E i fatti sono la cosa più ostinata del mondo.

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON

LUNEDÌ 25 AGOSTO

PRIMO PIANO 8xmille: un gesto semplice e gratuito, che genera il bene comune

Chiesa cattolica “tesoro” di carità

Non è soltanto sostegno economico, ma anche una forma di corresponsabilità, partecipazione e solidarietà

Il dono della fede che la Chiesa ci annuncia, i sacramenti che celebra, la Parola di Dio che ci nutre, la fraternità che ci educa: tutto questo è un patrimonio spirituale di valore inestimabile. Ma come si sostiene, concretamente, questa ricchezza?

A questa domanda – e a molti pregiudizi che spesso la circondano – risponde lo spazio che il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica propone al Meeting di Rimini. Uno stand narrativo e interattivo, ideato e realizzato da Bea – Be a Media Company, che prende forma come un percorso immersivo capace di unire informazione e partecipazione, emozione e numeri reali, volto a riscoprire il significato profondo dell’8xmille e delle offerte deducibili per il sostentamento del clero.

Il punto di partenza è semplice, ma provocatorio: “Sai davvero come si sostiene la Chiesa?”. Una grande parete-mosaico, composta da centinaia di card, raccoglie i luoghi comuni più diffusi sul tema – come “i fondi vanno tutti al Vaticano” o “firmare costa” – e li ribalta con dati,

storie e testimonianze. Il visitatore può prenderne una, conservarla o regalarla: è un gesto simbolico, come portare con sé un pezzo di verità nascosta, da far emergere nel dibattito pubblico.

Ogni firma, ogni offerta, ogni piccolo contributo è un gesto libero che genera bene comune. Non è solo un atto economico, ma una forma di corresponsabilità e solidarietà. Con l’8xmille si interviene nelle situazioni più fragili: mense per i poveri, ospedali, case per padri separati, accoglienza per rifugiati, restauri di chiese e opere culturali. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica significa corresponsabilità, partecipazione, solidarietà e democrazia. Con queste risorse si interviene a favore degli ultimi: chi è senza tetto o lavoro, vittime della tratta, persone in condizioni di disagio, bambini, malati, rifugiati da guerre o catastrofi naturali. L’aiuto arriva nelle grandi città, nei piccoli centri, nelle periferie e negli angoli più dimenticati del mondo. Come previsto dalla legge, i fondi possono essere utilizzati per le esigenze di cul-

to e pastorale, interventi caritativi nelle diocesi e nei Paesi in via di sviluppo, oltre che per il sostentamento del clero. Concretamente, l’8xmille restituisce dignità a chi è ai margini e sostiene i sacerdoti sul territorio e oltre i confini nazionali. La firma è un gesto semplice, che non costa nulla, ma ha ricadute importanti per la comunità, per il welfare, per il bene comune: le risorse raccolte permettono di combattere il degrado sociale, promuovere il volontariato e la corresponsabilità, sostenere la creatività delle comunità ecclesiali, recuperare e tutelare il patrimonio artistico e culturale. In un tempo di divisioni e contrapposizioni crescenti, è urgente riscoprire valori come bene comune, solidarietà e partecipazione. Tutti, sia chi presenta il 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche, ma anche i pensionati e chi non è obbligato a presentare la dichiarazione, possono contribuire – senza costi, perché l’8xmille non è una tassa in più – a mettere in circolo amore, bellezza e speranza. E questo fa bene a chi di queste risorse

ne usufruisce, alla Chiesa, allo Stato e al suo welfare, alla società, a ciascuno.

PRIMO PIANO Il cardinale Matteo Maria Zuppi e Giorgio Vittadini: sussidiarietà per costruire

Mattone su mattone. Dal basso

La testimonianza delle opere sociali ha colpito l’arcivescovo. «Bisognerebbe dire semplicemente grazie»

I l cardinale Matteo Maria Zuppi è intervenuto all’incontro dal titolo “Mattone su mattone. La forza dei legami” con il suo sguardo che sa valorizzare le storie di passione e di grande umanità che incontra. L’incontro è stato moderato da Giorgio Vittadini che si è chiesto come si possa sperare in questo momento in cui tutto sembra cadere. Ha poi citato il cardinale Ratzinger che a Subiaco nel 2005 aveva affermato che bisogna ripartire da minoranze creative. Ha poi citato MacIntyre che diceva: «Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità». Oggi questo si vede nei legami che ricrescono in situazioni impossibili dove rinasce l’umano. Bisogna scom -

LA MESSA

Fabbricare in compagnia la casa di Dio

di Pietro Mazzeschi

N essuno è rimasto fuori dalle porte strette. Grazie all’organizzazione del Meeting si è riusciti a far partecipare migliaia di fedeli alla messa presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi e concelebrata dal cardinale algerino Jean Paul Vesco, dal vescovo di Rimini Niccolò Anselmi e dai vescovi Filippo Santoro, Erik Varden, Hanna Jallouf, Christian Carlassare e Pavlo Honcharuk. L’auditorium isybank e la sala Neri erano piene. Il Vangelo di Luca ha fatto da sfondo all’omelia del cardinale Zuppi. Il vangelo invita me e te a prendere una posizione decisiva e radicale di fronte alla futura salvezza aperta a tutti che pone un interrogativo: vuoi sforzarti a «entrare dalla porta stretta» passando dalla condizione di smarrimento di sé alimentato dalla superbia, dall’adulazione o dalla sete

mettere su questi luoghi dove rifiorisce l’umano e si rigenerano i rapporti. Per questo oggi si può dire più Società, più Stato, cioè più collaborazione tra le opere e le istituzioni. Vittadini ha quindi dato la parola a persone che sono testimoni di questo rifiorire dell’umano. Maila Quaglia ha presentato l’esperienza delle Cooperative Sociali Nazareno che cercano di dare risposte a livello lavorativo ai ragazzi con disabilità. Quindi ha raccontato delle Comunità psichiatriche sorte a Bologna sottolineando che nascono da nomi e cognomi, da incontri concreti a cui si sta. Genny Guariglia ha raccontato della Cooperativa Icaro di Napoli dove si aiutano i ragazzi nello studio. Commovente e da brividi quando ha rivelato che questa opera è nata dopo la morte di suo figlio, dall’esperienza di dolore e di pace che faceva e che l’ha portata ad abbracciare il bisogno di questi ragazzi e ragazze del Quartiere Sanità di Napoli. Chiara Griffini ha parlato del Servizio Nazionale per la tutela dei minori della Cei, comunicando con forza uno sguardo e un ascolto di chi è stato ferito e la certezza che il perdono e la riconciliazione possono ricostruire ciò che è stato rotto. Sono poi intervenuti Paolo Gobbi, presidente del Centro servizi per il volontariato delle Marche, e Luigino Quarchioni, del Forum Terzo settore Marche, che hanno testimoniato come nelle Marche è in atto una collaborazione della pubblica amministrazione con le associazioni e lo documentano i progetti che realizzano insieme in segno di una vera sussidiarietà.

logorante di potere? La vera gioia sta nello svuotarsi di questi atteggiamenti riprendendo l’identità cristiana e umana del costruttore intento a fabbricare in compagnia la casa di Dio, già quaggiù in attesa del grande Destino.

volte molto ordinarie, che fanno parte della vita quotidiana, ma sempre straordinarie per la gratuità che li caratterizza. «Niente è perduto, tutto è riparabile – ha sottolineato Zuppi – ed è commovente questo riuscire a fare dei miracoli con il niente».

Il cardinale Zuppi, dopo questi interventi, ha affermato che bisognerebbe dire semplicemente «grazie». Poi grato della speranza che queste storie hanno rilanciato ha citato due parti della “Spes non confundit”, bolla di indizione del Giubileo 2025.

Zuppi ha voluto sottolineare che la sussidiarietà è un pensarsi insieme che dà speranza, mentre l’autoreferenzialità è sprecare le risorse e di fronte a tanta sofferenza è una cosa grave.

Per quanto riguarda il terzo settore il cardinale Zuppi ha fatto presente il rischio di omologarsi, ovvero perdere quel di più che deve restare come fattore fondamentale delle opere di condivisione del bisogno che è la gratuità. La gratuità è come una madre che guarda i propri figli, senza di essa il terzo settore si perde. Si è poi soffermato sulle minoranze creative che sono i mattoni nuovi, certe

Però il cardinale Zuppi di fronte a tanta sorpresa e gratitudine ha voluto aggiungere un’osservazione sulle istituzioni pubbliche, facendo a loro presente che queste opere certe volte devono fare i salti mortali per andare avanti, rischiando che tutto il lavoro fatto venga messo in discussione. Queste situazioni mostrano un valore più grande, che le istituzioni pubbliche hanno delle responsabilità precise, devono riconoscere questi sforzi e valorizzare queste professionalità, questa è la sussidiarietà: aiutare chi condivide il bisogno affinché la sua opera permanga nel tempo. L’arcivescovo di Bologna è stato colpito dalla creatività testimoniata, «se ne inventano di tutte» ha commentato. È la necessità che fa inventare di tutto, ma è anche un grido di aiuto quello che viene da questa creatività. Ha infine chiesto a tutti di mostrare gentilezza verso se stessi e quelli che hanno gli occhi bassi, inchinandosi così da poterli guardare negli occhi. Ha concluso il suo intervento dicendo: «la sussidiarietà è il modo per dare un futuro a tutti».

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

LUNEDÌ

25 AGOSTO

INCONTRI Stefano Alberto e Joseph Weiler ancora una volta in dialogo sull’Antico Testamento

Amici attorno al tempio

Luoghi dove le persone si incontrano e pregano insieme: le cattedrali aiutano il senso di comunità

di Francesca Rovati

Stefano Alberto, professore di teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Joseph Weiler, University docente alla NYU Law School and Senior Fellow at the Center for European Studies di Harvard, sorprendono ancora una volta la platea del Meeting approfondendo il tema della costruzione nell’Antico Testamento. «È un appuntamento che si rinnova di anno in anno con uno dei più grandi giuristi contemporanei che vivendo profondamente la sua fede ebraica ci propone un percorso di conoscenza della Bibbia – sottolinea Stefano Alberto – ancora più significativo oggi. A nessuno sfugge, infatti, che la delicata situazione che si è creata in Terra Santa offre lo spunto non solo per la critica al Governo israeliano ma rinnova i germi velenosi dell’antisemitismo che porta un’ostilità vergognosa al popolo ebraico, alla sua esistenza come segno di quella promessa a cui Dio resta fedele per sempre». Anche Joseph Weiler esordisce ricordando il conflitto israelo-palestinese lasciandosi interrogare da

un passaggio della Genesi (Abramo gli si avvicinò e gli disse: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio?”) e ricordando che la via del Signore è la giustizia. Non dobbiamo trattare il giusto come l’empio. Parlare di mattoni sembrerebbe un paradosso visto che Dio è ovunque ma l’Antico Testamento contiene istruzioni precise e dettagliate sulla costruzione, addirittura indica la tecnica di impasto dei mattoni. Weiler, che ha abituato a leggere la Bibbia per approfondire la conoscenza della propria esperienza religiosa, parte da una provocazione: «Perché abbiamo bisogno di templi, chiese e altri edifici

nella vita religiosa?». Perché allora giunti nella terra promessa viene profusa tanta energia alla costruzione del tempio. Che cos’è il tempio? Perché Geremia lo critica? Perché verrà distrutto e mai più ricostruito. Perché anche il cristianesimo ha saputo edificare templi meravigliosi, oggi in occidente un po’ vuoti? Ripercorrendo alcuni passaggi dell’Antico Testamento, Jospeh Weiler mette in luce il significato del tempio, inteso come dimora fisica. Caino è il primo assassino ma è anche il primo costruttore di una città. Cita poi la Torre di Babele che viene distrutta non in quanto edificio ma perché

L’INTERVENTO

simbolo dell’arroganza dell’uomo che pretende di avere la conoscenza assoluta attraverso la scienza dimenticando le verità trascendentali. Questa sottolineatura vale anche per l’oggi dove prevale lo scientismo. La Torre di Babele contraddice anche al comandamento divino di andare in tutto il mondo. Nel Vangelo di Giovanni Gesù afferma di poter ricostruire il tempio in tre giorni ma fa riferimento alla risurrezione. Ma allora qual è la valenza spirituale degli edifici materiali? La storia della Chiesa è piena di “templi meravigliosi” come San Pietro o la Sagrada Famiglia. Joseph Weiler ci fa riflettere su alcuni aspetti. Le religioni abramitiche non sono individuali, senza comunità non c’è cristianesimo o ebraismo. Allora ci vuole un luogo dove le persone si incontrano, pregano insieme. La Cattedrale aiuta questo senso di comunità. L’altro aspetto è l’importanza della bellezza. Non è solo estetica. È un dono del Signore, ha un elemento spirituale. Possiamo celebrare la bellezza nella Cattedrale. Non è casuale che nelle chiese si trovino opere d’arte.

Vale la pena

di Gigi De Palo

Ormai sono quindici anni che vengo ogni anno al Meeting Rimini. Non sono un ciellino e, forse proprio per questo, la mia testimonianza può avere un valore ancora maggiore. Cosa mi piace del Meeting? Prima di tutto le persone. Famiglie con figli, giovani, gente che – lo percepisci a un chilometro – ha una qualità e una bellezza rare. Cammini e incontri persone a cui non avresti problemi a lasciare i tuoi figli. Persone di cui ti fidi, subito. Poi c’è la bellezza e la qualità dei contenuti. Le mostre non sono semplici esposizioni: sono viaggi, percorsi, esperienze che non vivi da solo ma che ti vengono raccontate e fatte vivere da chi ci ha studiato sopra, si è messo in gioco e ha deciso di mettersi a disposizione. E come non citare i volontari? Gente che dedica tempo, energia e passione per un servizio che, visto da fuori, potrebbe sembrare inutile. Invece è fondamentale. Penso agli amici che salu-

to sempre con affetto sulla rotonda a fare parcheggiare le auto, che passano giornate sotto il sole per permettere a tutti noi di vivere una bella esperienza. Forse, però, la cosa che mi colpisce di più è l’interesse reale per gli approfondimenti. Di solito, in eventi simili, quando c’è “l’incontro pesantissimo con l’ospite pesantissimo” scatta la gara a imboscarsi: chi si inventa una scusa, chi sparisce. Al Meeting, invece, succede il contrario: la gente fa la fila per entrare, e se non ti svegli presto il posto non lo trovi. Quello che mi sorprende è la passione vera, il desiderio di crescere, di capire, di formarsi. Una postura attenta, che prende sul serio la vita e i fatti.

Ecco perché torno sempre al Meeting. Indipendentemente dall’essere invitato come ospite o relatore, ci vengo per vivere tutto questo. Perché ne vale davvero la pena.

Direttore generale Fondazione Angelini

INCONTRI Masao Tomonaga e Toshiyuki Mimaki ambasciatori di pace dopo la tragedia di Hiroshima

Più che sopravvissuti

Oggi la testimonianza al Meeting, ieri l’incontro con Medicina e Persona dedicato alla ricerca sull’impatto delle radiazioni di Andrea Costanzi

Hibakusha, cioè, sopravvissuto alla bomba atomica, Masao Tomonaga, 82 anni molto ben portati, professore di ematologia dell’Università di Nagasaki, è protagonista di due incontri del Meeting. Ieri sera ha esposto i risultati delle sue ricerche sull’impatto delle radiazioni nucleari al pubblico dell’associazione Medicina e Persona. Oggi interverrà insieme a Toshiyuki Mimaki, hibakusha di Hiroshima e presidente dell’associazione Nihon Hidankyo, premio Nobel per la pace nel 2024, ad un incontro dal titolo “Sopravvivere alla bomba atomica” (ore 12, Auditorium isybank).

«Sono sopravvissuto misteriosamente sano – esordisce il professor Tomonaga –. Quando scoppiò la bomba a tre chilometri da casa nostra ero un bimbo di due anni. La nostra casa crollò ma mia madre riuscì a estrarmi vivo e a portarmi in treno a Omura, la sua città di origine. Mio padre era medico militare nella base di Taiwan. Nel 1968 ho iniziato a Nakasaki gli studi di medicina e dopo la laurea ho deciso di specializzarmi in ematologia, dedicando i primi 15 anni dei miei studi alla leucemia, come aveva fatto mio padre. Quando è declinata negli anni ’90 ho pensato che potesse essere la fine delle

conseguenze delle radiazioni ionizzanti. Quando diventai professore di ematologia scoprii nuove sindromi mielodisplastiche nei sopravvissuti 40-60 anni dopo l’esposizione. Il 2025 è l’ottantesimo anniversario della bomba. Dopo una vita intera ci sono persone che stanno ancora sviluppando tumori. Il 5-20 per cento dei sopravvissuti apparentemente sani ha cellule circolanti con anormalità cromosomiche. La prima scoperta di queste cellule pre-leucemiche è stata effettuata dal mio gruppo nel 1989. Ma non ci sono solo le conseguenze fisiche delle radiazioni. Molti sopravvissuti soffrono di turbe psichiche, depressione, insonnia, la loro vita è stata molto condizionata dal trauma. Noi ci siamo sforzati di vivere normalmente perché volevamo vivere come esseri umani normali. Dei desideri che non ho realizzato c’è quello di avere figli, ma non so se sia dovuto alle radiazioni». Masao Tomonaga ha conosciuto da piccolo Takashi Nagai. «Il dottor Nagai era amico storico di mio padre. Dopo la guerra, quando mio padre rientrò in Giappone, lo ritrovò malato di una forma di leucemia cronica. Chiese proprio a mio padre di curarlo, e lui lo assistette fino alla morte. Quando eravamo a Omura, ci portò suo figlio Makoto ancora piccolo perché crescesse lontano da Nagasaki.

Valorizzare una risorsa per lo sviluppo: decisioni e prospettive

Mare Adriatico, ponte tra i popoli

Il mare Adriatico è una risorsa che arricchisce e coinvolge un versante importante dell’Italia. Per questo Nella Sala Conai i presidenti di regione Francesco Acquaroli, Massimiliano Fedriga insieme agli assessori Cosimo Latronico e Viviana Matragola si

sono confrontati ieri sulle decisioni e sulle prospettive politiche che interessano il futuro e lo sviluppo del ruolo della costa adriatica. Il dibattito è stato coordinato dal direttore generale del Meeting Emmanuele Forlani.

GLI APPUNTAMENTI

Il malato chiede la salvezza

L’associazione Medicina e Persona è presente al Meeting con numerosi incontri. Oggi, presso la sala Tiglio nel padiglione A6 alle 10.45, si terrà l’assemblea dei soci, che mette a tema i versi di T.S. Eliot che fanno seguito al titolo: “Costruiremo con un nuovo linguaggio. Ognuno al suo lavoro”. È un invito al protagonismo del professionista nel suo contesto lavorativo a partire dalla provocazione di don Giussani «riconosciamoci insieme come rappresentanti dell’uomo». Alle 15 in sala Gruppo FS nel padiglione C2 si svolgerà l’incontro “Carità e gratuità: costruire oggi nei luoghi di cura”, relatori Paolo Gardino, docente di scuola superiore, Giovanni Cesana, medico, e Debora Donati fondatrice dell’Associazione Insieme a te di Faenza. «La malattia ricorda agli uomini che abbiamo dei limiti, che c’è la morte – sono parole di Giorgio Bordin, moderatore

dell’incontro e presidente di Medicina e Persona – e che, a dispetto di quanto oggi la nostra società afferma come diritto, non siamo autonomi. Neppure la salute infatti è un diritto. Se è un diritto, è inesigibile. Per questo chi è malato, nella sua domanda di salute, chiede di più, chiede la salvezza. Oggi vorremmo farci aiutare con tre racconti a indicare una dinamica, a rintracciarla in storie di ieri e di oggi, per dire che il lavoro individuale può diventare opera, quando si condivide il bisogno per condividere il destino». L’incontro conclusivo sarà mercoledì 27 in Auditorium D3 con lo psichiatra Cesare Maria Cornaggia dal titolo “Ansiosi o assetati? Giovani in cerca di senso”. Le domande che verranno poste all’incontro saranno frutto di un brainstorming aperto che si terrà martedì 26 alle 15 in saletta spazio Cdo, padiglione C. (a.c.)

Io e Makoto siamo stati come fratelli. Suo padre veniva ogni mese a trovarci e ci spronava a studiare. Poi dal 1949 Takashi visse gli ultimi due anni allettato. Solo da adulto ho letto tutto quello che aveva scritto. Fece molto per far conoscere il nostro dramma. L’ottanta per cento dei cattolici morirono, ma Dio diede loro la forza e la capacità di ricostruire la loro cattedrale e le loro case di Urakami». «Siamo rimasti in 90mila sopravvissuti – sintetizza il presidente dell’associazione di Hibakusha Toshiyuki Mimaki – e i

nostri mattoni nuovi sono quelli di uno sforzo globale di cittadinanza per la denuclearizzazione. Ma il tempo scorre, noi ci stiamo estinguendo e le guerre nel mondo ci fanno temere il peggio. Lo sforzo di laici e religiosi di educare le nuove generazioni per creare un mondo senza armi nucleari è la nostra speranza, noi abbiamo fallito nel provvedere a un mondo più sicuro, ma la nostra testimonianza non può fermarsi. ll Meeting ci aiuterà a comunicare il nostro messaggio di pace».

SOSTENIAMO CHI SOSTIENE

Visita lo stand Coca-Cola nel padiglione A2. Potrai anche candidarti per partecipare alla selezione di alcuni dei portatori di cartello dei Paesi (“Placard bearer”) che sfileranno durante la Cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026!

INCONTRI Il ministro degli Affari Esteri al Meeting: i cristiani sono un elemento di stabilità in Siria

«La libertà religiosa difende l’umano»

Tajani: «Medio Oriente e Ucraina sono situazioni difficili, ma non bisogna demordere»

di Lucio Bergamaschi

Ècominciata con la Santa Messa celebrata dal cardinale Matteo Zuppi la lunga e intensa giornata al Meeting di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro per gli Affari Esteri nonché segretario pazionale di Forza Italia. Dopo i saluti di rito con il Presidente della Cei, Tajani si è trasferito ad un pranzo di Rete Popolare promosso da Massimiliano Salini e poi ha affrontato la stampa nel corso di un intenso briefing in cui ha affrontato i temi caldi dell’attualità politica. «La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri e se si devono far valere delle ragioni si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole». Così ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulla querelle Salvini-Macron. «Io uso sempre toni calmi – ha aggiunto –. Bisogna sempre ricordare che la forza delle idee in politica conta più della violenza delle parole. Quindi, se si vuole vincere, bisogna usare la forza delle idee. Quello che io ho sempre cercato di fare prevalere». Ad una domanda sui molti conflitti in corso

nel mondo, Tajani ha risposto: «In questo momento siamo tutti impegnati a costruire la pace. Non è facile sia in Medio Oriente sia in Ucraina, però non bisogna demordere. Dobbiamo andare avanti, lavorare perché poi quando ci sono delle idee giuste vanno difese, bisogna combattere per loro. Ci vorrà tempo, ma alla fine vincerà la pace. I mattoni nuovi sono l’impegno di tutti quanti noi, le idee, perché sono tante le persone di buona volontà, tanti i costruttori di pace e alla fine ‘non praevalebunt’, non prevarranno quelli che vogliono distruggere la pace». Rivolgendosi ai giovani nel corso del pranzo di Rete Popolare ha sottolineato: «La persona viene sempre prima dello Stato, il nostro primo impegno è quello educativo. Ai giovani dobbiamo offrire modelli positivi e credibili come Carlo Acutis o Salvo D’Acquisto, al quale sono particolarmente legato. Vogliamo costruire una società a dimensione dell’uomo. Sappiamo di poter fare degli errori, sappiamo che l’esito del nostro impegno sarà sempre imperfetto, ma non dobbiamo cedere alla rassegnazione e dobbiamo farlo tutti insieme».

CONFRONTO TRA UNIVERSITÀ, IMPRESE E ISTITUZIONI

Dare un futuro

all’Africa giovane

di Agnese Santori

L’età media della popolazione africana è di 19,3 anni: il dato è in netto contrasto con l’andamento dell’Italia, destinato a diventare uno dei Paesi più anziani al mondo. In un contesto globale segnato da profonde trasformazioni, il continente africano si conferma come protagonista strategico. È partito da questo dato l’incontro “I giovani e l’Africa: formazione e imprenditorialità per uno sviluppo sostenibile”. Elena Beccalli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato come il continente africano tra 30 anni conterà circa 2,5 miliardi di persone e questo significa che un quarto della popolazione mondiale risiederà in quella parte del mondo. «A partire dalla formazione accademica e imprenditoriale, nella consapevolezza che un’Africa giovane, istruita e protagonista può essere motore di sviluppo non solo per il continen-

te stesso, ma per l’intera comunità, abbiamo istituito il “Piano Africa” – spiega Beccalli –: 123 progetti in diversi ambiti disciplinari con cui cerchiamo non solo di aiutare l’Africa, ma di collaborare con il continente per il suo sviluppo». Lo sviluppo della realtà africana passa da un investimento mirato sulla formazione. Lo sottolinea Roberto Sancinelli, presidente e ad di Montello S.p.a. che ha creato in Kenya una joint-venture con una società del posto attiva nella gestione dei rifiuti plastici, insegnando un mestiere ai lavoratori: «Lì niente è scontato: la raccolta differenziata noi la facciamo per l’ambiente mentre per gli africani è uno strumento di sopravvivenza». Ha concluso l’incontro Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, sottolineando come la collaborazione debba essere portata avanti su più fronti: dialogando con la parte governativa, ma anche con la popolazione più povera.

Ultimo e più importante appuntamento in Auditorium D3 in dialogo con monsignor Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo dei Latini. Tajani ha raccontato il lungo colloquio con il presidente ad interim al-Shara svoltosi a gennaio. «Sono rimasto impressionato dal suo livello di autorevolezza e conoscenza. Per la stabilità del Medio Oriente è assolutamente necessario garantire l’unità della Siria. Al-Shara mi ha assicurato di voler tutelare la comunità cristiana. Dobbiamo avere fiducia nel nuovo governo perché è l’unico punto di stabilità. Dobbiamo fidarci, manderemo altri aiuti, abbiamo rafforzato il personale dell’ambasciata e abbiamo sostenuto il Paese in occasione del terremoto che l’ha colpito. L’Italia vuol essere un punto di riferimento per la Siria in nome e per conto di tutti gli stati membri del G7. L’Italia può fare molto nel campo delle infrastrutture, ferrovie, porti, sfruttamento delle risorse naturali. Ma soprattutto sul piano culturale possiamo aiutare un Paese di antichissime tradizioni culturali. Scuole, università, master, questo dobbiamo realizzare in Siria e in tutto il Medio Oriente.»

Il ministro ha poi affrontato il tema della libertà religiosa. «Perché bisogna difendere i cristiani in Siria e non solo in Siria? Non perché la vita di un cristiano valga più di quella di un musulmano, ma perché i cristiani rappresentano un elemento di stabilità e di pace negli scenari di crisi internazionale. È difficile essere cristiani oggi nei paesi islamici ma monsignor Jallouf ci ha descritto l’atteggiamento giusto: rispetto per le fedi altrui e determinazione nel chiedere rispetto per la propria. Detto ciò, il rischio di persecuzione anticristiane in certe zone è reale e non abbassiamo la guardia. Per questo ho nominato un inviato speciale per la libertà religiosa. Io vengo da Ferentino – ha concluso Tajani – in provincia di Frosinone: il patrono è Ambrogio, un centurione romano martirizzato nel IV secolo perché non voleva rendere il culto divino all’imperatore. È un esempio che mi è rimasto impresso sin da bambino. Cancellare Dio dalla storia vuol dire cancellare l’uomo. Per questo dobbiamo difendere i cristiani in Siria e anche nella nostra Europa e in Italia perché oggi ci vuole tanto Gesù Cristo anche in Europa e in Italia!»

L’ARENA IN FIERA

Grandi pagine di speranza

di Arianna Raffaello

Il padiglione internazionale del Meeting, coordinato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, lancia un messaggio chiaro con il titolo: “Nessuna crisi è lontana”. Oggi molti Paesi affrontano periodi in cui vita, salute e sicurezza delle comunità sono minacciate ed è necessaria una risposta rapida ed efficiente. Ed è qui che la Farnesina si attiva. La prospettiva è duplice: da un lato il ministero mostra al grande pubblico come l’Unità di crisi opera a tutela dei cittadini italiani in caso di emergenza. Grazie ad una riproduzione fedele della stanza dell’Unità di crisi, i visitatori diventano i protagonisti. Nella sala circolare, il pubblico, attraverso quiz interattivi, si immedesima nei ruoli dei funzionari dell’Udc e si mette alla prova davanti a scenari di emergenza ipotetici e delle possibili soluzioni. Dall’altro lato, il padiglione racconta

come il sistema della Cooperazione italiana interviene nei paesi più fragili per fronteggiare crisi umanitarie e sostenere le popolazioni locali insieme ai propri partner appartenenti anche alla società civile, quali la Croce Rossa, Intersos e Avsi o al sistema onusiano, quali il Programma alimentare mondiale. Terminata la guidata, si passa all’installazione di Save the Children, che con la campagna “Save the Children’s imagination”, si rivolge ai più piccoli attraverso un enorme libro pop-up aperto che raffigura tre favole rivisitate, incentrate sul tema della crisi climatica. Qui i ragazzi possono interagire con i grandi volumi aprendo i vari elementi pop-up, dove sono illustrate le azioni che possono compiere nel proprio piccolo per migliorare le situazioni carenti nel mondo. Il padiglione internazionale non si limita a diffondere informazioni ma coinvolge e rende tutti più consapevoli del mondo intorno a noi.

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO

INCONTRI La difficile vita in carcere e la possibilità del riscatto testimoniati in Arena Tracce

Da Nisida a Forlì, parla la speranza

Guida: «Insegniamo ai ragazzi a volersi bene e a voler bene agli altri». Don Enzo e l’esperienza de “Il senso religioso”

di Clelia Tozzola

«Nel momento in cui uno diventa cosciente del male commesso, dal carcere non vuole più andare via». Con questa frase si è aperto l’incontro dal titolo “Una speranza nella reclusione” con Pino Cantatore, ex detenuto e ora presidente cooperativa Bee4, Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida, ed Enzo Zannoni, cappellano della casa circondariale di Forlì. «Le carceri, nel pensiero comune, sono periferie dalla società, luoghi inadatti alla vita» dichiara Cantatore. Eppure proprio qui si percepisce il passaggio di Dio. Lo testimonia anche don Enzo: «Ogni giorno incontro persone, non detenuti. L’unica risorsa disponibile è rendere la mia vita sempre nuova, in un posto non deserto come è il carcere: si sceglie di vedere nell’inferno ciò che inferno non è». Una società imperfetta si limita a dare valore alla colpa, senza che i ragazzi detenuti comprendano la gravità di quanto commesso.

quando dai loro segnali di positività, pur aspettandosi sempre qualcosa di negativo – prosegue Pino –. Io cerco di raccontare la mia esperienza, di fargli capire che la vita continua per stimolare una speranza. Perché l’obiettivo primario del carcere è quello di insegnare ai detenuti a volersi bene, solo dopo possono riprendere in mano la loro vita». 10

La storia di Pino Cantatore, condannato a due ergastoli

Ero detenuto sono imprenditore

di Agnese Santori

Poveri detenuti! Un’affermazione che si sente spesso quando si parla dell’ambiente penitenziario. A squarciare il velo di ipocrisia, di cui tutti noi siamo portatori, pensa Pino Cantatore, che detenuto lo è stato veramente: «Detenuti poverini non esistono, uno si trova in carcere se ha commesso un reato. Non serve compassione, ma azioni concrete che aiutino i detenuti». Inizialmente era stato condannato a due ergastoli: «Quando ti dicono che devi restituire due vite, e tu ne hai una sola, la speranza rimane nel cassetto, proprio in quel momento reagisci».

A Cantatore la vita ha risposto: infatti oggi non solo è libero, ma è presidente della cooperativa Bee4, la prima impresa sociale nelle carceri di Bollate e Vigevano che dà lavoro a circa 200 detenuti. «Il detenuto in carcere diventa un osservatore incredibile, quindi non lo puoi prendere in giro. Capiscono

Spiega Guida: «Cerchiamo di dare loro una nuova dignità facendo capire le responsabilità e cosa possono fare per sé e per gli altri. Insegniamo ai ragazzi a volersi bene e poi a voler bene agli altri cercando di invertire il disprezzo e l’odio con cui sono cresciuti. Il disagio che provano nasce da relazioni tossiche che non sanno curare. Le relazioni finiscono, ma continuano dentro noi: bisogna fare alleanza per curarci». La rieducazione non è un percorso semplice, come afferma Don Enzo: «Sconfitte e delusioni sono all’ordine del giorno, si deve ricominciare. Non si può avere un cambiamento immediato in queste circostanze, ma si possono cambiare le circostanze. All’interno del carcere leggiamo “Il senso religioso” di don Giussani. Tutti mi dicono che è un testo difficile, ma partecipano sempre di più. Una strada diversa è possibile: avere davanti una persona con cui condividere anche solo per un’ora un problema è come un respiro di libertà. Alcuni ex detenuti sono venuti a cercarmi, sono entrati nel gruppo ed è nata la necessità di una convivenza: tutte le domeniche dopo la messa ci troviamo a mangiare insieme e siamo sempre più di 20 persone». Così in carcere si stimola la speranza, altrimenti la vita finisce, come testimonia l’alto numero di suicidi dovuti al sovraffollamento.

Il lavoro dei volontari

«50

iscritti in ateneo»

«L’idea era di una chiacchierata tra pochi amici ma poi ci siamo ritrovanti in una quarantina in un parcheggio» ha spiegato Giorgio Paolucci, raccontando l’incontro dello scorso anno. Proprio la grande risposta all’incontro ha portato i volontari a organizzare una cosa più strutturata per quest’anno, riunendosi questa volta all’interno della Fiera. Più di 60 persone e provenienti da 22 città. «Dovevo esaminare un detenuto per lavoro, io ero un professore universitario, ma sono rimasto talmente stupito dalla voglia di rinascita, attraverso lo studio, di questa persona che mi sono proposto di aiutarlo con gli altri esami per conseguire la laurea e non son più uscito – spiega Claudio –. Io sono abruzzese e sono partito dal carcere di Termoli, oggi abbiamo creato un gruppo di 50 iscritti all’università, di cui metà ergastolani, anche a Sulmona». E c’è chi è entrato rispondendo alla proposta di un amico e, dopo dieci anni, i detenuti sono parte della famiglia come Riccardo di Reggio Emilia. (a.s.)

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

LUNEDÌ 25 AGOSTO

IN MOSTRA La vita e l’opera di Amadeo Peter Giannini, fondatore della Bank of Italy

Il profitto? Prima le persone

Prestiti anche alla popolazione più povera. “Non si può morire per un dollaro” potrebbe diventare una serie tv

“V

uoi diventare ricco, eh? Allora sei arrivato nel posto adatto… se sarai furbo; perché qui tutti… o sono molto ricchi o morti, non c’è altra scelta” digrignava Juan De Dios in “Per un pugno di dollari”.

La citazione è proprio lo specchio della situazione economica americana di fine Ottocento in cui i prestiti bancari erano concessi solo ai ricchi imprenditori, mentre il resto della popolazione era destinata a fare la fame. Almeno fino all’arrivo del sogno visionario di Amadeo Peter Giannini con la sua idea di banca che guardava le persone prima del profitto.

Nato da genitori italiani immigrati in America, Giannini è stato il più grande imprenditore italo-statunitense. Ha fondato la “Bank of Italy” per permettere prestiti anche alla parte di popolazione più povera e ha creato filiali in tutta America finanziando tra l’altro il Golden Gate Bridge di San Francisco. «I miei bisnonni compirono il grande viaggio verso l’America e hanno sempre ricordato Amadeo Peter Giannini come un benefattore. Grazie alle innovazioni e al suo intervento Giannini, nella società americana, ha svincolato gli immigrati italiani da un

pregiudizio di nullafacenti e fannulloni, rendendoli i protagonisti principali del sogno americano e, proprio grazie a questo cambiamento, i miei bisnonni hanno avuto la possibilità di costruirsi una vita in America, per poi compiere il viaggio di ritorno in patria» ricorda Cristina Bolla, presidente di Genova

Liguria Film Commission e del Centro Studi Amadeo Peter Giannini, che prosegue: «La mostra dal punto di vista filologico è perfetta, sintetizzare la vita di Giannini è molto complesso ma ci stiamo provando anche con la serie televisiva che vogliamo creare per ricordare i successi del fondatore della Bank of America».

Il suo sguardo di gratuità lascia il segno anche a distanza di decenni: «Mi ha colpito nel profondo la fiducia incondizionata che dava a chiunque, senza commettere disparità. Possiamo ancora credere in figure che incarnano i principi di Giannini, penso ad esempio ad Andrea Pontremoli, amministratore delegato della Dallara» sottolinea Marco Castellaneta, curatore della mostra.

«Giannini ha generato in me il desiderio che, nell’ambito educativo, si possa riscoprire il ruolo fondamentale della finanza e l’approccio con cui lui lavorava» spiega Paolo Nardi, curatore della mostra.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà presente con un proprio stand informativo durante l’intero orario di apertura del Meeting, con la partecipazione di personale ispettivo qualificato.

Il personale presente avrà cura di illustrare le finalità istituzionali dell’INL, fornendo agli utenti ogni utile informazione in merito agli adempimenti previsti a tutela dei rapporti di lavoro, indipendentemente dal settore economico di riferimento.

In particolare, saranno fornite informazioni su:

• orario di lavoro e relative discipline;

• tipologie contrattuali e loro corretta applicazione;

• diritti e doveri delle parti nel rapporto di lavoro;

• applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL);

• tutela delle lavoratrici madri e dei minori;

• obblighi in materia di inclusione e tutela dei lavoratori con disabilità;

• patente a crediti.

Con riferimento alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i funzionari presenti saranno disponibili a fornire informazioni sugli adempimenti normativi e sull’utilizzo dei principali Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

Verrà inoltre distribuito materiale informativo relativo alle attività istituzionali di competenza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e alle strutture territoriali cui è possibile fare riferimento per la richiesta e l’erogazione dei servizi.

Ispettorato Nazionale del Lavoro Segreteria del Direttore e-mail comunicazioneINL@ispettorato gov it

IN MOSTRA Immagini, racconti e oggetti interpellano la responsabilità di tutti davanti alla guerra

Ucraina, volti e voci di un dolore

Sulle note dello Stabat Mater, le storie di chi ha avuto il coraggio di rimanere sotto la croce di Costanza Lucchini

Curata delle associazioni Amici di Emmaus e Frontiere di Pace, la mostra “… Ma sono vivo” – Voci dall’Ucraina nasce dall’invito rivolto da papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” di «prendere contatto con le ferite, toccare la carne di chi subisce i danni». Elena Mazzola, presidente dell’Ong Emmaus e curatrice della mostra, racconta che all’origine c’è proprio il desiderio di andare a toccare questa carne, guardando e facendo conoscere i volti: «Perché la guerra è la distruzione di tutto, il male è l’annullamento del volto dell’altro. Hannah Arendt dice che il male è quando l’uomo diventa intercambiabile, cioè si perde il valore del singolo. Invece ogni persona ha un valore immenso. E questo è il contrario della guerra: guardare i volti. Per questo motivo abbiamo deciso di riportare tutte le venti testimonianze che abbiamo raccolto, per non lasciar indietro nessun volto». La mostra propone i racconti dei civili, quei civili che sono considerati come «danni collaterali delle guerre» (Fratelli

tutti, 261), proponendo un’immedesimazione con la loro esperienza per aprire domande in tutti noi.

Dare un volto, ma anche una voce. Un pannello della mostra riporta una citazione da Shakespeare: «Date parole al dolore: il dolore che non parla bisbiglia al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi» (Macbeth, atto IV scena III). Questa frase, spiega ancora Mazzola, è una chiave di lettura importante per capire il tentativo di costruire la pace che vuole offrire questa mostra: «Il dolore inespresso non solo ordina al cuore di spezzarsi: se chi soffre non viene ascoltato, il suo cuore si sentirà abbandonato e si riempirà di odio. E con questa mostra vogliamo dargli voce, far vedere i loro volti e fargli sentire più amore che odio. Questo è il nostro contributo alla pace».

Il percorso parte dalla desertificazione provocata dalla guerra, attraverso le immagini delle città distrutte. Nel primo video si incontrano poi i primi testimoni e, sulle note dello Stabat Mater, si vedono scene di guerra. Da lì in poi la mostra si dipana su storie di ricostruzione. Dalla

L’ENERGIA

L’energia spiegata, vissuta, toccata con mano!

Esperimenti dal vivo

Laboratori interattivi e Realtà Virtuale

Laboratori per scoprire energie rinnovabili e il risparmio energetico

Incontri con esperti per parlare di transizione e futuro

Giochi e attività per bambini

Passa a trovarci allo stand ENEA

Visita il nostro sito: www.enea.it

distruzione alla rinascita. Tutti i volti proposti testimoniano che la vita vince sulla morte e quale sia la responsabilità che abbiamo tutti di decidere, ogni giorno, se vogliamo cedere alla morte e all’orrore o se vogliamo vivere.

Nella mostra si trovano diversi reperti originali, provenienti dal Museo della storia dell’Ucraina nella Seconda guerra mondiale a Kyiv, che ha collaborato all’evento. Tra questi, la porta di un rifugio e i giocattoli di bambini ritrovati tra le macerie. Due oggetti in particolare sono i simboli della mostra. La prima è la croce di metallo di una chiesa vicino a Kyiv distrutta durante la guerra, recuperata e portata a Rimini. Simbolo di distruzione, di guerra e di morte, ma anche di speranza, di risurrezione. Il popolo ucraino vive continuamente una storia di morte e rinascita. Dentro questo deserto, riaccade continuamente e quasi immediatamente una forza strana per cui si ricomincia subito a costruire. Il secondo simbolo è un’opera realizzata appositamente per la mostra dalla artista ucraina Natalia Pastuszenko.

È un’icona della Madonna raffigurata con un’esplosione al posto del cuore, come se una bomba le scoppiasse nel petto. La madre di Gesù nel punto più alto del dolore, nel punto più infimo del male dell’uomo, arrivato fino a uccidere il figlio di Dio, è rimasta sotto la croce. Lo Stabat Mater del video iniziale ha proprio questo senso: il percorso della mostra racconta persone che hanno deciso di restare. Davanti alla guerra, al dolore, alla sofferenza. Come Maria, che si ferma sotto la croce, loro sono rimasti. Come Vasyl Hirkyi, imprenditore ucraino che all’inizio della guerra ha evacuato la famiglia in Italia. Dopo una pausa di qualche mese, ha riaperto la sua azienda a Kharkiv, per restare a costruire lì dov’era.

Questa mostra è un racconto di vita e speranza. E di responsabilità, direttamente dalla voce dei protagonisti. Nelle atrocità della guerra, che l’allestimento non risparmia, c’è la possibilità di ripartire ogni giorno. Semplicemente, restando sotto la croce.

I VOLONTARI DELL’ASSOCIAZIONE EMMAUS

«Racconto

un popolo non solo la mostra»

Accanto ai curatori e ai testimoni raccontati dalla mostra, in questi giorni sono presenti al Meeting numerosi amici ucraini. Oltre ai trenta volontari, una decina di italiani e una ventina di ucraini, si sono aggiunti anche altre persone, tutte legati all’associazione Emmaus: alcune ragazze della casa di accoglienza e diversi rifugiati che ora vivono in Italia. Hanno scelto di dedicare una settimana delle loro vacanze per sostenere il progetto. Nel padiglione li si vede impegnati in tanti ruoli: chi accompagna i visitatori come guida, chi traduce, chi accoglie al desk o dà una mano dove serve. Tra tutti si è generata un’amicizia, originata dalla consapevolezza di stare partecipando a qualcosa di grande.

Tra i volontari c’è anche Yana Aliieva, ragazza di Kharkiv che oggi vive in Italia, impegnata come guida: «Per me non è solo spiegare una mostra, ma raccontare la storia del mio popolo. E

quindi anche la mia». Il sentimento prevalente di questi giorni? «La gratitudine per poter comunicare alle persone quanto sta succedendo in Ucraina». (c.l.)

LUNEDÌ 25 AGOSTO

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI MEETING

IN FIERA Al Meeting un appuntamento di successo che promuove i valori dello sport in un ambiente sano

Enel Village, sport per tutti

Dalle arti marziali al romagnolo rapatennis, senza dimenticare sitting volley e attività adatte ad ogni persona

Tommaso Sgubbi, responsabile da tre anni del reparto sport al Meeting, è molto concentrato mentre in orario di apertura, quando ancora all’Enel Sport Village regna il silenzio, dà ai suoi ragazzi le ultime indicazioni necessarie per iniziare la giornata. Prima di concludere la riunione ricorda ai quasi sessanta volontari del suo team i valori base del lavoro: puntualità, precisione e attenzione verso il prossimo, affinché i visitatori si sentano accolti in una dimensione di gioco sana e sicura.

Conclusa la riunione l’équipe, formata principalmente da giovani volontari, si posiziona nei vari camp e si prepara ad accogliere centinaia di persone che ogni giorno popolano i padiglioni B5, D5 e D4 in occasione delle tante attività proposte. Grazie alla storica collaborazione con il Centro Sportivo Italiano, anche quest’anno lo Sport Village intrattiene tutti gli sportivi con un ampio calendario giornaliero che avvicina piccoli e grandi ai valori dello

Ecco chi anima lo Sport Village

sport «a volte dimenticati», sottolinea Sgubbi.

Tra le discipline presenti nei diversi camp e prenotabili al desk del villaggio emergono molte novità, come gli spazi dedicati alle arti marziali inclusi judo e karate, da affiancare alla lotta olimpica. Per dare una maggiore dimensione territoriale, quest’anno si offre spazio anche a sport radicati in Romagna, come il rapatennis (una fusione di racchettoni, padel e tennis nata dall’invenzione di alcuni insegnanti di tennis romagnoli) e ultimate frisbee, celebre sulle spiagge riminesi per l’evento del Paganello. L’idea di inclusione prende forma anche nello sport: accanto al sitting volley – una pallavolo giocata da seduti e che apre il campo anche a chi ha disabilità motorie – c’è spazio per discipline capaci di catturare pubblici diversi, dalla pallavolo agli spettacoli di ginnastica artistica. E, per chi cerca sfide senza età, non mancano i tornei di ping pong, rapatennis e scacchi. Ad animare il villaggio ci pensano proprio i tornei, tutti ad accesso libero fino

Un’avventura di crescita che spinge a ritornare

di Pietro Mazzeschi

«Se non ritornerete come bambini…». Con questa certezza espressa dalla canzone di Claudio Chieffo, Emanuel Sorrentino, uno dei volontari dello Sport Village, intercetta lo sguardo semplice dei bambini che ogni giorno, insieme alle famiglie, affollano i campi da gioco dello Sport Village ai padiglioni B5 E D5. L’obiettivo dello Sport Village è crescere umanamente divertendosi e socializzando, tessendo legami fecondi tra volontari e ragazzi che creano i giusti presupposti per un luogo di incontro attraverso il gioco: la forma più elementare e primitiva della scoperta del reale. È sorprendente vedere come uno dei tanti volontari coinvolti in questa sfida, il veneziano Sorrentino, abbia deciso anche quest’anno di tornare. Decisivi sono stati l’ambiente, gli sguardi amichevoli e la compagnia

accogliente, per ri-scoprire e ri-imparare il gusto di lasciarsi amare con gratuità. E ritrovare la semplicità e la purezza dei bambini, per riuscire a parlare la loro stessa lingua, chiamandoli per nome come amici, cuore a cuore, sguardo a sguardo. Un’altra testimonianza proviene da uno dei dirigenti del Csi cui è affidata la direzione dell’intera area. Il Csi ormai consolida la sua presenza portando al Meeting un contributo che coniuga i valori cristiani e il mondo dello sport al fine di rendere l’attività sportiva un momento di divertimento, svago ma anche educazione. I volontari dello Sport Village, accuratamente formati, sono pronti a mettere in pratica i sani valori dello sport e del fair-play per poi farne tesoro per un possibile futuro nel mondo dirigenziale del Csi, fornendo nuove leve al servizio dello sport amatoriale e territoriale.

a esaurimento posti, e le esibizioni. Un momento chiave della settimana sarà il “lunedì da leoni”, aperto ai ragazzi dai sei ai quattordici anni: in collaborazione con Cdo sport, potranno svolgere attività multisport dalle 15 alle 18, che verranno seguite da una premiazione.

Anche Enel, partner principale del villaggio per l’edizione di quest’anno, ha garantito nuova linfa al padiglione. Grazie al simulatore di sci e al visore di realtà virtuale offre ulteriore intrattenimento per tutti, mettendo lo sport al primo posto.

Centrali sono inoltre le tante collaborazioni con federazioni nazionali e comitati regionali sportivi. Un esempio la partecipazione del Dole Basket Rimini che domenica ha messo a disposizione alcuni tecnici e atleti della squadra per una masterclass sulle

tecniche di tiro, oltre a presentare la Dole Basket Academy. Collaborazioni che si confermano delle soddisfazioni enormi per il villaggio sportivo, «perché – spiega Sgubbi – vuol dire che si raccoglie tutto quello che si semina qui al Meeting, portando delle opportunità nuove ogni anno» a conferma del fatto «che stiamo facendo qualcosa che cresce nel tempo». Per gli instancabili, lo sport al Meeting non ha limiti, estendendosi anche al di là del villaggio e confermandosi il comun denominatore di molti padiglioni. In vista delle Olimpiadi invernali del prossimo anno, la fiera ospita anche lo stand della fondazione Milano-Cortina 2026, nel quale si possono ammirare le torce olimpiche e le medaglie che verranno assegnate ai campioni.

Paolo Arrigoni, presidente di GSE, racconta le ragioni della presenza della società al Meeting

Energia, il cambiamento è già qui

Martedì la proiezione del documentario “La transizione possibile”: viaggio nell’Italia del presente e del futuro

Presidente Paolo Arrigoni, GSE spa (Gestore dei servizi energetici) è presente al Meeting di Rimini, qual è il messaggio che volete proporre?

«La transizione energetica è un percorso complesso, da affrontare con pragmatismo, che deve saper coinvolgere tutti. Per questo abbiamo potenziato la nostra azione operando su più direttrici: oltre a erogare incentivi - 14,6 miliardi di euro quelli assegnati nel 2024 - supportiamo le PA e le imprese che investono in interventi di efficienza energetica e in energia rinnovabile, promuoviamo sul territorio i nostri strumenti di incentivazione, monitoriamo il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC ed eroghiamo servizi digitali rivolti a semplificare procedure e adempimenti».

Il tema di quest’anno del Meeting è “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. Come si può declinare questo concetto sull’energia?

«Per esempio, attraverso un contrasto reale alla povertà energetica e favorendo l’inclusione sociale. È anche con questo obiettivo che sono nati strumenti come il

Reddito Energetico Nazionale, che in due anni ha permesso a 25.000 famiglie di beneficiare del totale finanziamento per autoprodurre l’energia elettrica necessaria alla propria abitazione, o le comunità energetiche, attraverso cui famiglie, Pmi, Comuni, enti religiosi e del terzo settore, possono condividere l’energia prodotta da nuovi impianti rinnovabili, redistribuendo i benefici tra i membri della stes-

sa comunità o destinandoli a progetti di inclusione sociale. Senza contare poi l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica, finanziato attraverso i fondi previsti dal Pnrr». I giovani sembrano disposti ad accostarsi al tema dello sviluppo energetico liberi da pregiudizi ideologici. Anche lei ha questa impressione?

«Grazie al “Roadshow - Diamo energia al

In fiera uno stand della più antica società nazionale di mutuo soccorso italiana

cambiamento” del GSE, un viaggio itinerante che ha già toccato 16 regioni, oltre che imprese e istituzioni, abbiamo incontrato migliaia di studenti delle scuole superiori italiane. Con loro abbiamo avuto un confronto diretto affrontando i temi della decarbonizzazione e dell’energia, e posso confermare che le giovani generazioni guardano con pragmatismo alla transizione energetica senza escludere alcun tipo di soluzione tecnologica, come l’energia nucleare».

Da quell’esperienza ha preso forma il documentario “La transizione possibile”, che sarà proiettato al Meeting il 26 agosto alle 15, alla presenza del ministro Pichetto Fratin. Di cosa si tratta?

«Il documentario è un viaggio, lungo la penisola, tra persone, tecnologie e luoghi simbolo di un cambiamento in atto: la transizione energetica del Paese. Una metamorfosi che cittadini, comunità, pubbliche amministrazioni, agricoltori e industrie stanno rendendo reale, anche grazie agli strumenti e ai servizi messi a disposizione dal GSE».

“Cesare Pozzo”: mutualità in salute

Il presidente Andrea Giuseppe Tiberti: «Assistenza sanitaria e supporto al lavoro e all’istruzione i nostri pilastri»

di Michele Floris

I l tormento di un’idea: la mutualità e la sussidiarietà. Questo è, riprendendo in parte le parole dello storico sindacalista ferroviere Cesare Pozzo, il motore che dal 1877 muove la più antica Società Nazionale di mutuo soccorso italiana che porta il suo nome, e che sarà presente in questa edizione del Meeting con uno stand nel padiglione C1. Da quasi 150 anni la Società Cesare Pozzo offre aiuto ai propri soci attraverso il modello storico ed etico del mutualismo, che consiste nella partecipazione economica reciproca da parte degli iscritti in favore dei soci bisognosi. Il presidente Andrea Giuseppe Tiberti parla del mutualismo come di un modello che nel tempo è stato quasi dimenticato, fino ad essere diventato di nicchia, ma che ha bisogno assolutamente di essere rispolverato e reso popolare, specialmente in un momento storico come quello attuale.

Tra i cambiamenti sociali ed economici che caratterizzano la nostra epoca, affrontare la crisi del sistema sanitario pubblico risulta la sfida principale per il movimento. “Offrire più servizi efficienti ai nostri cittadini, questa è la nostra battaglia” conferma Tiberti, non dimenticando gli altri due pilastri della Cesare Pozzo: supporto al lavoro e all’istruzione.

Tra le novità dei servizi della Società rientrano dunque l’accesso a visite presso ambulatori convenzionati, ticket, esami, contributi forfettari per lavoratori in malattia, ma anche sussidi allo studio per figli dei soci ed altro. Per avere un assaggio di cosa vuol dire essere soci, allo stand della Cesare Pozzo si trova personale disposto a fornire informazioni. Sarà in distribuzione anche una card salute che permetterà ai visitatori di accedere ad alcune strutture convenzionate. Un incipit di mutualità che nasce dal 1877.

VOLTI CHE COSTRUISCONO Il contributo dei fotografi alla vita del Meeting

Abbracci davanti all’obiettivo

Photo wall: ogni giorno le immagini più significative scattate durante la giornata esposte in Hall Sud

Osservare, cogliere uno sguardo, un istante decisivo e poi raccontarlo “scrivendo” con la luce, nel tempo brevissimo di uno scatto: è questo il lavoro del fotografo. Al Meeting, tra incontri, mostre e spettacoli, di momenti che vale la pena guardare e immortalare ce ne sono a migliaia, e proprio per cercare di non perderne neanche uno è presente una nutrita squadra di fotografi che opera per cogliere istanti preziosi e restituirli al pubblico dentro e fuori dalla Fiera.

Per Denis Billi, che da anni mette la sua esperienza di fotografo professionista a servizio del Meeting, il cuore del tempo offerto per fare il volontario sta proprio in questo impeto quasi missionario: «Noi fotografi aiutiamo a diffondere a tutti l’opera che il Meeting fa per il mondo qualcosa di cui magari siamo gli unici testimoni, come è stato chiaro durante l’edizione del Meeting che si è tenuta durante il

Covid: pochissime persone erano in presenza ed era chiesto magari solo a me di raccontare a tutto il mondo cosa stava succedendo a Rimini». Ma non sono solo i grandi eventi a essere oggetto dell’attenzione dei fotografi. Anche tanti particolari o volti che magari passano inosservati agli occhi dei più possono essere fondamentali per raccontare quella grande storia iniziata 46 anni fa e che arricchisce inevitabilmente anche l’oggi e la loro vita quotidiana. Tanto che Denis torna ogni anno «per portare a casa e nel mio lavoro ciò che scopro qui donando il mio tempo». Negli anni il lavoro dei fotografi si è ampliato anche per collaborare con il DonaOra. Un esempio ne è il Photowall: una grande parete esposta nella Hall Sud dove ogni giorno vengono esposte le fotografie più belle e significative scattate durante la giornata, istanti di Meeting che possono essere portati a casa scegliendo di fare una donazione al Meeting. Lo testimonia-

no, tra gli altri, Caterina Fiordi, Giovanni Dinatolo e Marcello Colombo. Che siano in bianco e nero, a colori, che ritraggano partecipanti o volontari, momenti istituzionali o di cosiddetta «vita Meeting», tutti gli scatti riflettono lo stupore per un posto che «è un bene per il mondo, perché per-

mette incontri e relazioni uniche, che non ci sarebbero possibili in altri luoghi». Denis Billi li definisce degli «abbracci» tra culture, religioni e persone che magari penseremmo distanti, ma che possono fiorire se vengono ritenuti possibili e coltivati.

www.mase.gov.it

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
Vieni al Padiglione A5 - C5 per scoprire tutte le nostre iniziative!

SPETTACOLI Oggi sul palco delle Piscine Ovest Illumia

Rotattada in scena La musica fa festa

Una storia di amicizia nata negli anni di Gioventù Studentesca di Davide Amata

«L a nostra è una band di forlivesi, alcuni di noi suonavamo già alle scuole medie. In seguito durante il periodo di Gioventù Studentesca è cresciuto il desiderio di approfondire un’amicizia attraverso la musica. Il nome che abbiamo scelto è nato casualmente durante un soundcheck, leggendo al contrario una scatola con la dicitura adattatori, dopo un concerto». Mattia Casadei, chitarrista del gruppo, al primo anno di economia e marketing a Bologna, racconta il percorso che li ha portati a esibirsi stasera sul palco delle Piscine Ovest Illumia del Meeting.

I Rotattada sono maturati come formazione musicale anche grazie all’evento “Campus by night” di Bologna, organizzato dall’associazione studentesca Student Office in collaborazione con l’onlus

The crew, che vede la zona universitaria della città aprirsi a tre giornate di musica e dialoghi. «È un momento significativo, che racchiude tutto il nostro anno universitario, quando suoniamo lì desideriamo fare festa ed essere all’altezza delle domande che ci portiamo dentro» spiega Mattia.

«Prima di venire a Rimini abbiamo scelto di trascorrere insieme una settimana a Forlì, dedicandoci alle prove e condividendo momenti significativi con le nostre famiglie» Bernardo Cortesi, batterista al secondo anno di Conservatorio a Bologna, racconta la preparazione del concerto. «Certamente - aggiungesentiamo un po’ di tensione addosso, ma l’attesa di salire sul palco è più grande. Venite ad ascoltarci, non c’è neanche da pensarci». E, con loro, la musica è pronta a trasformarsi in una festa di popolo.

teatrale

La “Bottega” di Wojtyla

«Il testo di Wojtyla, resoconto poetico delle gite in montagna con i suoi ragazzi, è uno strumento di meditazione sul matrimonio e chiunque può sentire il legame con la propria esperienza». Andrea Carabelli attore e regista, presenta il percorso teatrale che coinvolge 35 allievi dell’istituto scolastico Don Carlo Gnocchi di Carate Brianza nel rimettere in scena (oggi alle 21 al Teatro Tarkovskij) “La bottega dell’orefice” con il laboratorio teatrale diretto da Marina Fumagalli. «Hanno preso molto seriamente il lavoro, abbiamo vissuto un’esperienza di scoperta del significato - prosegue Carabelli -. Accade come per chi si sposa, non ha

compreso tutto dell’amore, tuttavia desidera essere fedele, un’esperienza simile l’hanno fatta gli studenti, si sono fidati di lavorare su questo testo. Custodiranno questa esperienza per diventare grandi». L’opera è una confessione dei personaggi agli spettatori: narrano le lore vite, mentre un pianoforte e due violini fanno da trait d’union tra le scene. «Lo spettatore - sottolinea Carabelli - è catturato e coinvolto con grande intensità. Non c’è scenografia, solo il personaggio in carne ed ossa, l’unico luogo di cui si avverte la presenza è la bottega dell’orefice. (d.a.)

Trentacinque liceali riscoprono il testo

NEI LUOGHI DESERTI COSTRUIREMO CON MATTONI NUOVI

LUNEDÌ 25 AGOSTO

SPETTACOLI Stasera all’Auditorium isibank D3 il concerto diretto da Emmanuele Lo Russo

La grande bellezza di Dvořák con l’Orchestra Piccinini

In programma la Serenata per archi Opera 22 a 150 anni dalla sua composizione

di Francesco Maria Capitanio

Storie diverse che si incrociano, attraversano il tempo e generano bellezza seguendo percorsi imprevedibili. Emmanuele Lo Russo, direttore della Orchestra Enzo Piccinini, nata in seno all’associazione “Un altro orizzonte”, ricorda: «Enzo sosteneva che don Luigi Giussani gli avesse insegnato a diventare chirurgo, e Giussani non era certo un medico. Così, non c’è da stupirsi che Enzo abbia insegnato a noi come fare musica». Emmanuele Lo Russo e la sorella Bernadette, primo violino dell’Orchestra, nascono e crescono in una famiglia dove la musica classica si respira da sempre; inoltre, come anche gli altri strumentisti, sono musicisti di lungo corso con esperienze internazionali di livello. Quale è stata la sfida che hanno raccolto e che li ha portati a fondare nel 2024 una nuova orchestra?

Pur non avendo mai incontrato Enzo

Piccinini di persona, attraverso i racconti degli amici e i suoi scritti, interventi e video, il suo pensiero ha finito per influenzare la loro vita e il modo stesso di concepire la musica.

«Dalla sua filosofia - continua Lo Rus -

so - abbiamo imparato che la fede abbraccia ogni ambito dell’esistenza. Da qui nasce il nostro motto: Incontrare una bellezza, vivere una totalità. La totalità che Enzo incarnava vogliamo farla nostra». Che la bellezza di un brano di musica classica possa gettare una nuova luce sulla vita quotidiana, fino a risvegliare in chi l’ascolta la propria umanità, è stato un passaggio consequenziale. A partire da questa intuizione si sviluppa l’attività dell’Orchestra Enzo Piccinini che al Meeting sarà protagonista nel concerto che terrà stasera presso l’Auditorium isibank D3 alle ore 21:30, in cui sarà proposta la “Serenata per archi op. 22” di Antonín Dvořák, una delle opere più iconiche del compositore boemo, a 150 anni dalla sua composizione.

Per Bernadette Lo Russo è anche una occasione per esprimere la profonda gratitudine che ha verso il Meeting, dove ancora bambina, accompagnata dai genitori, ascoltando un concerto dell’Orchestra Filarmonica Armena, decise che suonare il violino non sarebbe stata solo una passione ma il suo lavoro.

Allo stesso tempo il Meeting è una occasione privilegiata per approfondire con gli altri concertisti la proposta di amicizia che è alla base dell’Orchestra. Infatti, il rischio per i musicisti è che anche queste esperienze forti siano limitate all’esibizione, per poi quasi evaporare. Per questo, ricorda Bernadette, poterli invitare al Meeting «ci consente di proporgli un’amicizia, dandoci un tempo per approfondire questa bellezza».

VIDEONEWS

Vediamoli

insieme

di Davide Giuliani

Raccontare il Meeting per immagini e permettere anche a chi è lontano da Rimini di scoprire quanto si vede in Fiera. È questo il compito delle videonews, consultabili sul canale YouTube meetingdirimini. Anche oggi ve ne presentiamo quattro, ma la collezione online è molto più ampia.

Il racconto del giorno: Quando la speranza entra in cella Può il carcere essere un luogo di rinascita? Per Karim e Franco, ex detenuti alla Rocca di Forlì, è stato proprio così. Merito dell’incontro con il cappellano, don Enzo Zannoni. Il racconto del giorno parte dalle loro vite e mette al centro quel respiro di libertà che, grazie a uno sguardo davvero umano, è possibile persino dentro una cella.

Le mostre: Carlo Acutis, una semplicità straordinaria

Antonia Salzano Acutis, madre di Carlo, presenta la mostra dedicata al figlio in occasione della prossima canonizzazione. Un’esposizione che nasce dal confronto di alcuni giovani con la vita del futuro santo e che, attraverso quindici tematiche, permette di conoscerne meglio i tratti essenziali. «Un giovane per i giovani», spiega Antonia. Al Meeting in tanti ne restano affascinati.

Le grandi interviste: monsignor Carlassare e il Sud Sudan

Sud Sudan vuol dire guerra, un conflitto cronico che da anni dilania il Paese. Ma da lì arriva anche un forte desiderio di vita. Monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano e vescovo di Bentiu, lo racconta ad Alessandro Banfi.

Gli spettacoli: Giacomo Poretti e “La fregatura di avere un’anima” La nascita di un figlio, la provocazione di un sacerdote e una riflessione sul ruolo genitoriale. Al Meeting lo spettacolo di Giacomo Poretti ha registrato il tutto esaurito e con le videonews è possibile riviverne i momenti principali. «Una volta che si impone la necessità di indagare sull’anima – spiega Poretti – non puoi più farne a meno. E questo ti indirizza verso una strada di senso cui non avresti mai pensato».

10:00 - 13:00 - Padiglione C2 - Ministero dell’Istruzione e del Merito - Filiera tecnologico-professionale e orientamento agli ITS Academy.

11:30 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Nucleare e protezione dell'ambiente – ISIN

12:00 – Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – ENEA e Idrogeno: Insieme verso la Decarbonizzazione –Cristina Renzi (ENEA)

14:45 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - Inizio evento Milano-Cortina Infrastrutture 2026: L'Italia che si muove insieme.

15:00 – Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Tecnologie innovative per la valorizzazione delle biomasse Ramona Agostina e Antonio Caporusso (ENEA)

15:00 – 15:20 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –Atleti (Bob e Skeleton). Incontro

LUNEDÌ 25 AGOSTO NEI

OLTRE IL PROGRAMMA

con gli atleti Mattia Gaspari, Giada Andreutti, Giovanni Marchetti, Lorenzo Billotti, Maurizio Oioli.

15:20 – 16:15 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasportiMilano-Cortina Infrastrutture 2026: l'Italia che si muove insieme - Prima tavola rotonda «Il punto di vista dei territori». Moderatore: Eleonora Rossi, con Giorgio Da Rin, Valeria Ghezzi, Attilio Fontana, Fabio Massimo Saldini, Maurizio Fugatti.

16:00 – Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Comunicare le transizioni - Alessio Pecoraro, Livio Gigliuto, Vito Pastore, Massimiliano Pontillo, Fiorella Corrado, Domenico Repetto

16:15 – 16:30 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –Secondo incontro con gli Atleti.

16:30 – 17:15 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasportiMilano-Cortina Infrastrutture 2026: l'Italia che si muove insieme -

Seconda tavola rotonda «I partner dei Giochi». Moderatore: Enrico Castelli, con Veronica Vecchi, Andrea Maria Costa, Mario Alovisi, Fabrizio Iaccarino.

17:00 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - «Acquirente Unico oggi e domani: il consumatore tra acquisti di energia e cybersecurity”, intervista all'Amministratore Delegato Giuseppe Moles e al Direttore Egis Ligorio

17:30 - Padiglione A5/C5 - Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica - Cos'è il radon? Dove si trova e cosa fare per prevenirne l'esposizione? – ISIN

17:30 – 18:15 – Padiglione A1 - Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –Presentazione ENAC VERSO. Un nuovo modo per informare e accompagnare i passeggeri con disabilità o mobilità ridotta.

INCONTRI

SOPRAVVIVERE ALLA BOMBA ATOMICA. LA TESTIMONIANZA DEGLI HIBAKUSHA

Ore 12:00 Auditorium isybank D3

Toshiyuki Mimaki , Nihon Hidankyo Organization, premio Nobel per la Pace 2024; Masao Tomonaga , professore scuola di Medicina dell’Università di Nagasaki. Modera Bernhard Scholz , presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Tracce

FRANCESCO VENTORINO, LA MEMORIA E LA PRESENZA

Ore 13:00 Sala Neri Generali Cattolica

In collaborazione con Tracce Felice Achilli , cardiologo; S.E.Mons. Giuseppe Baturi , segretario generale CEI; Lucetta Scaraffia , storica ed editorialista. Modera Stefano Filippi , direttore Tracce

“LIEVITO DI CONCORDIA PER L’UMANITÀ”

Ore 13:00 Sala Conai A4

Luke Bretherton , Canon and Regius Professor of Moral and Pastoral Theology at Christ Church, Oxford Robert e E. Cushman Distinguished Research Professor of Moral and Political Theology and senior fellow of the Kenan Institute for Ethics, Duke University; Pierpaolo Donati , sociologo e filosofo. Modera Francesco Magni , professore di Pedagogia Generale e Sociale, Università degli Studi di Bergamo

OLIMPIADI INVERNALI MILANO CORTINA 2026

Ore 13:00 Sala Gruppo FS C2

Andrea Abodi , ministro per lo Sport e i Giovani; Vittorio Bosio, presidente CSI; Attilio Fontana , presidente Regione Lombardia; Fabio Massimo Saldini , commissario di Governo e amministratore delegato SIMICO; Luca Santandrea , General Manager di Coca-Cola – Olympic and Paralympic Games Milano Cortina 2026; Andrea Varnier, amministratore delegato Fondazione Milano Cortina 2026. Modera Mario Del Verme, Cdo Sport. Con il sostegno di isybank , Gruppo FS PARTERNARIATO PROFIT – NON PROFIT: NUOVE FRONTIERE DI UNO SVILUPPO

SOSTENIBILE

Ore 13:00 Arena cdo C1

Organizzato da Cdo Opere Sociali e Fondazione Progetto ARCA. Dario Boggio Marzet , presidente Banco Alimentare Lombardia; Luisa Gamba , head of partnership and public sector Amazon Business Italia; Alessandra Goretti , corporate affair & communication manager JTI Italy; Alberto Sinigallia , presidente Fondazione Progetto Arca. Modera Sergio Luciano, direttore Economy. Con il sostegno di McDonald’s Italia COSTRUTTORI DI DIALOGO, LIBERTÀ RELIGIOSA E PACE

Ore 13:00 Arena Internazionale C3

Daniela Canclini , vicepresidente Consulta Italiana per la Libertà Religiosa; Massimo Carlino, biblista; Davide Dionisi , inviato speciale per la promozione della libertà religiosa e per la tutela delle minoranze religiose nel mondo; Mauro Giacomazzi , Focal Point Educazione, AVSI; Massimiliano Tubani , Aiuto alla Chiesa che Soffre; S.Em. Card. Jean-Paul Vesco, arcivescovo metropolita di Algeri. Conclusioni di Michele Brignone, Oasis, Consulta Italiana per la Libertà Religiosa. Introduce e modera Andrea Avveduto, Pro Terra Sancta, Consulta Italiana per la Libertà Religiosa

NON SI PUÓ MORIRE PER UN DOLLARO. A.P. GIANNINI: SCOMMETTERE SULLA REALTÀ, COSTRUIRE NEL PRESENTE

Ore 13:00 Arena Tracce A3 Cristina Bolla , presidente Centro Studi Amadeo Peter Giannini in dialogo con Francesco Cas -

OGGI IN FIERA

sese, Miror Consulting, curatore della mostra sulla figura di A. P. Giannini. Videomessaggio di Andrea Pontremoli , amministratore delegato Dallara Automobili

COSTRUIRE QUANDO TUTTO

VIENE DISTRUTTO

Ore 15:00 Auditorium isybank D3

Konstantin Gudauskas , cittadino kazako; S.E.Mons. Pavlo Honcharuk , vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia dei Latini. Introduce Bernhard Scholz , presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Con il sostegno di Tracce

SALUTE PUBBLICA, STILI DI VITA

E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

DEI SISTEMI SANITARI

Ore 15:00 Sala Conai A4

Mattia Altini , direttore generale azienda USL di Modena; Manuele Borrella , vicepresidente Nutrizione Specializzata Danone Italia e Grecia; Maurizio Lupi , presidente gruppo Noi Moderati; Francesco Moscone, professore di Scienza delle Finanze, Università di Venezia; Andrea Giuseppe Tiberti , presidente nazionale Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo – ETS. Modera Giorgio Vittadini , presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Con il sostegno di DOC Pharma CARITÀ E GRATUITÀ: COSTRUIRE OGGI

NEI LUOGHI DI CURA

Ore 15:00 Sala Gruppo FS C2

In collaborazione con Medicina e Persona

Giovanni Cesana , medico; Debora Donati , Associazione Insieme a te, Faenza; Paolo Gardino, docente di scuola superiore. Modera Giorgio Bordin , presidente Medicina e Persona

INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEI SERVIZI

ALLA PERSONA: STORIE DI COLLABORAZIONE TRA ESSERI UMANI E ALGORITMI

Ore 15:00 Arena cdo C1

Organizzato da Compagnia delle Opere

Michela Coccia , Fondazione Serena - Centro Nemo; Ilaria Gallucci e Beatrice Pini , Il Faro Coop Sociale; Lucia Migliorelli , VRAI Lab; Marcello Naldini , Il Faro Coop Sociale. Modera Stefano Gheno, presidente Cdo Opere Sociali

CRESCERE RICOSTRUENDO IL PROPRIO

FUTURO: LE NUOVE GENERAZIONI

NELLA RIPRESA DEI TERRITORI

DEVASTATI DAI CONFLITTI

Ore 15:00 Arena Internazionale C3

Organizzato da Save The Children. Angelica Krystle Donati , presidente Giovani Imprenditori Edili, ANCE; Stefano Gatti , direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo, MAECI; Laura Guercio, segretario generale Universities Network for Children in Armed Conflict. (TBC); Sonia Khush , direttrice Save the Children Ucraina. Modera Daniela Fatarella , direttrice di Save the Children Italia

NELL’ATTESA DI UN NUOVO INIZIO

Ore 15:00 Arena Tracce A3

Dialogo tra Franca Canini , presidente Associazione Cari Nonni di Rimini; Carmelo Vicari , rettore della chiesa di Sant’Orsola, Palermo e Giuseppe Zola, presidente NONNI2.0. Modera Francesco Inguanti , giornalista

ALLA SCOPERTA DELLE LEGGI FONDAMENTALI DELLA NATURA: LO STUPEFACENTE

MONDO QUANTISTICO

Ore 17:00 Sala Neri Generali Cattolica

Stefano Forte, professore di Fisica Teorica, Università degli Studi di Milano; Maria Ubiali professoressa di Fisica Teorica, Università di Cambridge. Modera Marco Bersanelli , professore di Fisica e Astrofisica, Università degli Studi di MIlano

LA SALUTE UN BENE PER TUTTI

Ore 17:00 Sala Conai A4

In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Luca Antonini , vicepresidente Corte Costituzionale; Antonello Aurigemma , coordinatore Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome; Michele Castelli , professore di Politica sanitaria, Università Milano Bicocca e Fondazione per la sussidiarietà; Orazio Schillaci , ministro della Salute; Riccardo Zagaria , amministratore delegato DOC Pharma. Modera Conchita Sannino, giornalista Repubblica. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna , DOC Pharma , Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo

LA POLITICA COME IMPEGNO PER UN IDEALE

Ore 17:00 Sala Gruppo FS C2

In collaborazione con Compagnia delle Opere Giovanni Donzelli , responsabile organizzazione Fratelli d’Italia; Elisabetta Piccolotti , deputata Alleanza Verdi Sinistra; Marcos Zerbini , Associação dos Trabalhadores Sem Terra (Brasile). Modera Nicola Imberti , caporedattore Domani

ORIENTARE O ORIENTARSI?

PROTAGONISTI I RAGAZZI

Ore 17:00 Arena cdo C1 Organizzato da CdO Opere Educative/FOE , Diesse, Di.S.A.L., Ass. Culturale Il Rischio

Educativo. Saluto introduttivo di Stefano Bolognini , segretario particolare del ministro dell’Istruzione e del Merito. Luigi Ballerini , orientatore e scrittore per ragazzi; Alessia Toia , Head of Partnership Istituzionali e-Work Spa; Filomena Zamboli , dirigente scolastico liceo statale E. Pascal, Pompei. Modera Carlo Di Michele, presidente Diesse

EDUCAZIONE È SPERANZA

Ore 17:00 Arena Internazionale C3

In collaborazione con AVSI Fabio Massimo Ballerini , consigliere di legazione presso PCM, Dirigente Struttura di missione “Piano Mattei”; Laura Frigenti , CEO Global Partnership for Education; Stefano Gatti , direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo, MAECI; Mariatou Koné, ministro dell’Educazione della Costa d’Avorio e presidente di CONFEMEN; Francesco Magni , professore di Pedagogia Generale e Sociale, Università degli Studi di Bergamo; Giampaolo Silvestri , segretario generale Fondazione AVSI ETS. Modera Eva Crosetta , conduttrice Sulla via di Damasco, Rai2 TRA PIAZZA E PARROCCHIA: DOVE PARLA DIO?

Ore 17:00 Arena Tracce A3

S.E. Mons. Ivan Maffeis , arcivescovo di Perugia, presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e già portavoce della Conferenza Episcopale Italiana; Alessandro Sortino, conduttore, autore televisivo e scrittore. Modera Paola Bergamini , giornalista Tracce

IL RACCONTO DEL POTERE SALVIFICO

DELLE CANZONI

Ore 19:00 Sala Neri Generali Cattolica

Ron , cantautore. Introduce Massimo Granieri , sacerdote, critico musicale e scrittore

ISTITUZIONI EUROPEE E SVILUPPO

DEL TERRITORIO

Ore 19:00 Sala Conai A4

Giuseppe Catalano, capo di Gabinetto Regione Puglia; Roberta Frisoni , assessora turismo, commercio e sport Regione Emilia-Romagna; Guido Guidesi , assessore allo sviluppo economico Regione Lombardia; Pina Picierno, vicepresidente Parlamento Europeo; Massimiliano Salini , vicepresidente Gruppo PPE; Antonella Sberna , vicepresidente Parlamento Europeo. Modera Emmanuele Forlani , direttore Fonda-

zione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS

Con il sostegno di Engineering APT Emilia-Romagna , McDonald’s Italia , Conai. Con il contributo di Philip Morris Italia

MATTONI NUOVI PER LO SVILUPPO

Ore 19:00 Sala Gruppo FS C2

In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Maurizio Gardini , presidente Conserve Italia e Confcooperative; Luigi Gubitosi , operating partner Advent International; Daria Perrotta , Ragioniere Generale dello Stato; Roberto Sancinelli , presidente e amministratore delegato Montello S.p.a.. Modera Giorgio Vittadini , presidente Fondazione per la Sussidiarietà Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Montello, Yoga

L’ENERGIA È VITALE. OCCORRE REALISMO

Ore 19:00 Arena cdo C1

In collaborazione con Compagnia delle Opere. Paolo Arrigoni , presidente GSE; Marco Bernardi , presidente Illumia; Giorgio Gori , europarlamentare; Italo Moroni , executive director Energy & Utilities Engineering; Nicola Procaccini , europarlamentare e responsabile energia FDI; Francesco Salerni , direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità Gruppo Terna. Modera Felice Vai , vicepresidente Compagnia delle Opere. Con il sostegno di Enel, Terna, SGR Efficienza Energetica

FUORI DAI MARGINI

Ore 19:00 Arena Internazionale C3

Docufilm a cura di Save the children

PACE È… EDUCAZIONE

Ore 19:00 Arena Tracce A3

Approfondimento della mostra Profezie per la pace realizzata da Gioventù Studentesca

Stefania Famlonga e Alexander Espinoza , direttrice e coordinatore operativo di Fundación Sembrar, e studenti di Gioventù Studentesca di Milano. Modera Tommaso Sperotto, docente Liceo Sacro Cuore, Milano.

BRACCATI DAL MISTERO

NEL “DESERTO” DI BUZZATI

Ore 21:00 Sala Neri Generali Cattolica In collaborazione con Fondazione Dino Buzzati Lorenzo Viganò, giornalista Corriere della Sera. Introduce e modera Piero Vietti , giornalista Tempi. Letture a cura di Paolo Valerio, direttore teatro stabile del Friuli Venezia Giulia.

VITA FRA MONDI

Ore 21:00 Sala Gruppo FS C2

Proiezione del docufilm di Aldeas Scholas Films sui murales promossi da Scholas Occurentes, fondata da Papa Francesco. Con l’introduzione di Mario Del Verme, coordinatore internazionale Sport Scholas Occurentes; Ezequiel del Corral regista del docufilm; Mariana dos Santos Barradas , protagonista portoghese del docufilm ed educatrice Scholas Occurrentes. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

SPETTACOLI

“LA BOTTEGA DELL’OREFICE”

Ore 21:00 Teatro Tarkovskij

Di Karol Wojtyla. Regia di Andrea Carabelli. Con la scuola di teatro del Liceo Don Gnocchi di Carate Brianza. Con il sostegno di Gruppo

Maggioli

“SERENATA PER ARCHI DI A. DVORÁK OP. 22”

Ore 21:30 Auditorium isybank D3

Con Orchestra Enzo Piccinini

In collaborazione con Spirto Gentil e la Sagra

Musicale Malatestiana . Con il sostegno di Tracce Ingresso a pagamento

“DOVE SI ACCENDE LA VITA?” –

I ROTATTADA IN CONCERTO

Ore 21:30 Palco Piscine Ovest Illumia

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Arriva EDO - Educazione Digitale per l’Occupazione - l’iniziativa di formazione online promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, pensata per migliorare le competenze digitali dei cittadini e aiutarli a cogliere le nuove opportunità lavorative L’iniziativa è rivolta a tutti cittadini coinvolti nel programma GOL

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Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422

Direttore Gianfranco Giuliani

Direttore responsabile Cesare Trevisani

Progetto grafico Bruno Monaco

Impaginazione Nicol Baiti Raffaele Carnevali Elisa Compagnoni Lorenzo Norfini

Immagini Foto Meeting

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991

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