La geometria che i professori del Regno, con i loro gessetti fratturati e la pancia da teorema isoscele, pretendevano di spacciare per scienza limpida, cristallina, diamantifera era in realtà un pandemonio di lasche proporzioni, di segmenti che si ribellavano alle divisioni, di angoli ottusi come certi miei vicini di casa che non capirebbero una congruenza neppure se gliela incidessi sul citofono in caratteri gotici.