Romagna24Economia N.7 2022

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n° 7 2022 | anno 2 | MAGAZINE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’ POSTE ITALIANE S.P.A. –SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE AUT. N°933 STAMPE IN REGIME LIBERO RAVENNA FORLÌ-CESENA RIMINI Il porto di Ravenna e la logistica in Romagna DOSSIER

Dossier Porto&Logistica

in questo numero:

I lavori al Porto procedono a ritmo serrato pagina 3

Arrivati e partiti da Ravenna oltre 9mila treni pagina 13

Il terminal crociere diventa realtà pagina 19

Sapir, 2023 all’insegna dell’incertezza pagina 23

T&C chiude il 2022 con 81mila veicoli movimentati pagina 27

Movimento merci a corto di braccia e di autisti pagina 31

Mercati ortofrutticoli a caccia di efficienza pagina 35

Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 39› 47

La logistica è un elemento fondamentale per lo sviluppo di un territorio. Logistica intesa come punti di snodo delle merci, ma anche come movimentazione delle stesse. La Romagna, in questo senso, è un territorio importante con tante realtà importanti (a partire dal Porto di Ravenna ma anche dai centri di Villa Selva e Lugo Terminal) ma anche tante incompiute (come un tracciato alternativo o integrativo della Statale Romea che tanti problemi crea al Porto di Ravenna o un assetto “normale alla E55 Ravenna-Orte permanentemente in rifacimento). Intanto, però, i lavori relativi al progetto Ravenna Port hub in fase avanzata di realizzazione e in corso di valutazione la possibilità di completamento delle opere, con circa 18 mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia, entro la seconda metà del 2024. In questo modo si avrà più tempo per impostare la fase due del progetto oppure per terminare tutte le opere prima del previsto. In questo numero di Romagna24Economia facciamo il punto sulla logistica in Romagna occupandoci sia delle principali piattaforme logistiche sia della movimentazione delle merci.

RASSEGNA NOTIZIE 1
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Lavori relativi al progetto Ravenna Port hub in fase avanzata di realizzazione e in corso di valutazione la possibilità di completamento delle opere - con circa 18 mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia - entro la seconda metà del 2024. In questo modo si avrà più tempo per impostare la fase 2 del progetto oppure per terminare tutte le opere prima del previsto. Il Porto di Ravenna si congeda dal 2022 con progetti molto ambiziosi anche se con molta prudenza relativamente all’andamento del traffico merci in vista di un 2023 in cui le variabili geopolitiche sono molte (dalla guerra all’inflazione, dal costo dei noli al Covid) e tutte in grado di influenzare, in positivo o in negativo, i percorsi e i flussi delle merci. Intanto il Porto cerca di fare al meglio i “compiti” a casa. “Stiamo accelerando i lavori di Ravenna Port hub e contiamo – spiega Daniele Rossi, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna – di riuscire a terminare quelli della prima fase, con un investimento

di circa 235 milioni, entro la seconda metà del 2024 con un anticipo di circa 18 mesi rispetto alla tabella di marcia. Di fatto approfondiremo i fondali del porto a 12,50 metri, adegueremo ai nuovi fondali più di 5 km di banchine e realizzeremo 1 km di nuovi approdi nella penisola Trattaroli. Con i materiali di scavo, e stiamo parlando di 4,7 milioni di metri cubi di materiale, realizzeremo il fondo e il rialzo delle nuove aree logistiche che coprono oltre 200 ettari”. Poi, alla fase 1 dei lavori, seguirà la fase 2, un investimento di altri 250 milioni, con cui si porteranno i fondali a 14,5 metri di profondità e la realizzazione di un impianto di trattamento dei sedimenti dragati che consentirà di asciugare e bonificare la gran parte dei materiali dragati ed utilizzarli come materiale di riempimento di cave dismesse nei dintorni di Ravenna. Un altro quantitativo di sabbie dragate sarà invece rigettatto a mare in aree al largo della costa concordate con la Regione. “Tutto questo, ci tengo a precisarlo– spiega

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I lavori al Porto procedono a ritmo serrato Scavi e banchine in anticipo di 18 mesi sulla tabella di marcia
Possibile il completamento della prima fase entro il 2024 ph. Shutterstock

Attracchi in crescita tra gennaio e novembre

Le merci sono in aumento del 2,1%

Il Porto di Ravenna nel periodo gennaioottobre 2022 ha movimentato complessivamente 23.141.670 tonnellate, in crescita del 2,8% (629 mila di tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli sbarchi sono stati pari a 20.181.709 tonnellate e gli imbarchi pari a 2.959.961 tonnellate (rispettivamente, +4,2% e -5,6% in confronto ai primi 10 mesi del 2021). Il numero di toccate delle navi è stato pari a 2.297, con 25 toccate in più (+1,1%) rispetto ai primi 10 mesi del 2021. Nell’ottobre 2022 sono state movimentate 2.339.575 tonnellate, in calo del 5,9% (quasi 147 mila tonnellate in meno) rispetto ottobre 2021. Dalle prime stime per novembre 2022 - formulate in base alle comunicazioni preventive caricate sul port community system a chiusura ordinativi – si prospetta una movimentazione di poco inferiore a 2,2 milioni di tonnellate, in diminuzione del 7% rispetto a novembre 2021. Sul risultato negativo del mese di novembre 2022 rispetto a novembre 2021 pesa certamente il calo dei volumi movimentati nei settori maggiormente energivori, in primis quello dei metallurgici (-21%), ma anche quello dei materiali da costruzione (-18%) e dei concimi (- 14%). La movimentazione complessiva, quindi, per il periodo gennaio – novembre 2022 dovrebbe raggiungere quota 25,2 milioni di tonnellate, conservando un margine positivo del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Dovrebbero chiudere in crescita il periodo gennaio – novembre 2022 gli agroalimentari solidi (+29,4%), gli agroalimentari liquidi (+1,3%) e i prodotti chimici (+ 25,5%). Stima positiva, nei primi 11 mesi del 2022, anche per i container, che dovrebbero superare i 213 mila TEUs, raggiungendo quasi un +11% rispetto allo stesso periodo del 2021. Dal punto di vista dei volumi movimentati, la merce in container nei primi 11 mesi 2022 è stimata in oltre 2,2 milioni di tonnellate, in aumento dell’8,5% rispetto al 2021. Analizzando l’andamento delle singole merceologie, nei primi 10 mesi del 2022 è stata consistente la ripresa nella movimentazione dei cereali, con 1.628.660 ton-

nellate, in crescita del 198,6% rispetto al 2021 (quando erano state movimentate appena 545.510 tonnellate). I materiali da costruzione hanno registrato nei primi 10 mesi 2022 una movimentazione complessiva di 4.710.170 tonnellate, praticamente stabili (-0,1%) rispetto al 2021, mentre la movimentazione di materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, con 4.321.285 tonnellate, è aumentata del 1,6% rispetto ai primi 10 mesi 2021. Per i prodotti metallurgici nei primi 10 mesi del 2022 sono state movimentate 5.588.017 tonnellate, in calo dell’11,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi 10 mesi del 2022, per quanto riguarda i prodotti petroliferi, sono state movimentate 2.163.673 tonnellate, in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2021 (-1,4%). Bene, invece, i prodotti chimici (+32%), con 930.036 tonnellate. Rilevante nel periodo gennaio-ottobre 2022 il calo dei volumi movimentati nel porto di Ravenna per i concimi, pari a 1.177.840 tonnellate (-13,4% rispetto allo stesso periodo del 2021). Nei primi 10 mesi del 2022 i contenitori, con 195.925 TEUs, sono cresciuti del 12,1% rispetto al 2021, con una crescita che ha riguardato sia i TEUs pieni, pari a 152.586 (il 77,9% del totale dei TEUs), in crescita del 13,3% rispetto al 2021, sia i TEUs vuoti, pari a 43.339, in crescita del 8,1% rispetto al 2021. In termini di tonnellate, la merce trasportata in container nel periodo, pari a 2.081.049 tonnellate, è cresciuta del 9,9% rispetto al 2021. Il numero di toccate delle navi portacontainer, pari a 427, è cresciuto rispetto alle 387 del 2021 (40 toccate in più). Nel mese di ottobre sono stati movimentati 17.259 TEUs, di cui 14.343 pieni (+11,1% sul 2021) e 2.916 vuoti (-30,1% sul 2021), per 193.903 tonnellate mensili corrispondenti (+7,8% rispetto a ottobre 2021).

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CLUSTER PORTO DI RAVENNA

NUMERO IMPRESE

OCCUPAZIONE* DIRETTA INDIRETTA + INDOTTO TOTALE

Terminalisti e imprese portuali 30 2.573 1.902 4.475

Servizi portuali e tecnico nautici 7 1.135 682 1.817

Agenzie Marittime e Case di spedizione 60 615 370 985

Altri servizi di int. comune portuale 15 480 355 835 Altri servizi alla nave e alle merci 48 1.101 661 1.762

Altre imprese dirette PORTO 78 3.079 2.994 6.073

Lavori e appalti portuali (SOLO HUB) 18 371 567 Cantieristica e off shore 13 845 898

Circoli velici e porti turistici (escluso l’indotto dalla spesa dei diportisti) 13 89 78 Chimica 15 1.344 993 Off-shore ROCA 19 430 457

TOTALE 238 8.983 6.963 15.946 TOTALE (netto appalti pubblici) 220 8.612 6.963 15.575 * al netto dell’impatto indiretto del turismo crocieristico e della nautica da diporto Elaborazione AdSP MAcs secondo la metodologia del moltiplicatore dell’occupazione e del PIL del CENSIS, su dati CensisFederazione del Mare (VI Rapporto sull’Economia del Mare, Dic. 2019 su consuntivi 2017) e dati Unioncamere-Centro Studi Tagliacarne (IX Rapporto sull’Economia del Mare di Informare-CCIAA Frosinone-Latina, Feb. 2021 su consuntivi 2019)

ancora Rossi - nella certezza di operare nel rispetto delle regole e della tutela ambientale. Abbiamo speso svariati milioni di euro in analisi dei terreni e dei sedimenti, verifiche tecniche preventive e bonifiche da residui bellici e dialoghiamo costantemente con tutti gli enti di controllo: ministero dell’ambiente, Regione e Arpae”.

In arrivo nuove aree logistiche E mentre si scava, il porto di Ravenna disegna il suo futuro che passa sì da fondali più profondi ma, soprattutto, da nuove aree logistiche che intercettano un nuovo modo di

vedere gli stoccaggi delle merci. E se gli operatori temono il fatto che i magazzini sono pieni (si veda articolo a pagina 31) il porto sta affrontando la nuova congiuntura economica che non ruota più attorno al paradigma del just in time. “Guerra, pandemia, costo dei noli hanno profondamente ridisegnato il modo di produrre. Ad esempio – spiega Rossi - il costo dei noli dei container per un trasporto sulla lunga distanza è passato in un anno da 1.300 a 15mila euro per ridiscendere oggi a 4mila. Si è passati da una fase in cui si lavorava senza magazzino ad una fase in cui fare magazzino è diventata una necessità perché l’approvvigionamento just in time si è rivelato inaffidabile difronte a crisi geopolitiche, pandemie, interruzioni della catena logistica dovute ad un banale incidente, come nel caso della nave Evergreen che ha bloccato il canale di Suez per mesi. Siamo difronte ad un ripensamento delle scelte di politica industriale che porteranno ad un significativo reshoring, cioè al trasferimento, almeno parzialmente, delle produzioni dal Far East verso i paesi di consumo. Noi intendiamo rispondere a questa nuova fase del ciclo produttivo ampliando lo spazio logistico in porto con la predisposizione di nuove aree per oltre duecento ettari”.

Previsioni caute per il 2023

In ogni caso Rossi è molto prudente sulle previsioni per il 2023. “I segnali non sono così buoni come per il 2022, in cui cresciamo di oltre il 3% come movimentazione, ma saremmo cresciuti di oltre l’8% se non ci fosse stato il quasi totale blocco delle merci dal Mar Nero a causa della guerra. Guerra che non sembra vicina a cessare e che si somma alle code ancora pesanti della pandemia. Il tutto aggravato

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Daniele Rossi, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna
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ACQUA INGEGNERIA, una societa’ pubblica al servizio del territorio

Progettare e collaudare opere che hanno a che fare con l’ingegneria idraulica e civile per i soci ma con l’obiettivo di operare sempre più e per tanti enti locali romagnoli in convenzione. È questa la mission di ACQUA INGEGNERIA, una società pubblica con capitale di proprietà di: Romagna Acque - Società delle Fonti S.p.A. con sede in Forlì (46%); Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale S.p.A. con sede in Ravenna (31%); Ravenna Holding S.p.A. con sede in Ravenna (23%). Obiettivo fondamentale e strategico della società è di aumentare la capacità d’investimento pubblica dei soci relativamente a servizi pubblici di interesse generale a rilevanza economica, e la realizzazione di opere pubbliche necessarie allo sviluppo delle attività industriali e civili nell’area di riferimento.

ACQUA INGEGNERIA, nata ad inizio gennaio del 2021, esegue per conto dei propri azionisti e degli enti pubblici convenzionati, proprietari degli stessi: progettazione, direzione lavori, collaudi, consulenza, assistenza tecnica di progetti relativamente ad opere di ingegneria idraulica e civile, ad impianti tecnologici, a porti, strade, gallerie, dighe, lavori di difesa e sistemazione idraulica; consulenza, studi di fattibilità, elaborazione di layout organizzativi / logistici, progettazione, direzione lavori, assistenza tecnica e commerciale per la realizzazione, la gestione, la manutenzione e la sorveglianza di reti, impianti, dotazioni patrimoniali idriche, logistiche e portuali, nonché per la compravendita, la costruzione e/o il montaggio, l’assistenza all’avviamen-

to, la conduzione, la manutenzione e la sorveglianza di impianti, di macchinari ed attrezzature, sia per il sollevamento, sia per il trasporto di merci in genere nonché per la captazione, adduzione e distribuzione di acqua per la realizzazione e addestramento del personale addetto; consulenza per rilievi topografici ed indagini geognostiche; redazione di progetti e modelli operativi per il coordinamento di interventi ottenuti in affidamento.

“La società è in un percorso di crescita importante – spiega il direttore Adolfo Mancanelli –frutto di una società che si sta strutturando e che attualmente conta 17 addetti di cui 16 dedicati alla progettazione e direzione lavori”. ACQUA INGEGNERIA presta il suo servizio sia ai soci propri sia agli enti pubblici convenzionati (essenzialmente i Comuni) proprietari dei medesimi. “La nostra mission è fornire prestazioni di qualità, con tempi certi, senza l’obiettivo di fare utili che eccedano i nostri costi di funzionamento; inoltre, lo status di società in house (ovvero società che lavora quasi esclusivamente per enti pubblici) consente ai nostri soci di affidarci in tempi molto contenuti lavori che, se messi in gara, richiederebbero anche mesi per essere affidati, a causa della necessità di attivare procedure complesse di selezione. Per alcune opere questa possibilità è particolarmente importante: da quelle di adduzione idrica a quelle finanziate dal PNRR. Tutti questi elementi rendono Acqua Ingegneria, per i suoi soci, economica e veloce, con standard di qualità elevati”. ACQUA INGEGNERIA, in prospettiva

della crescita prevista, dovrà aumentare sia il suo organico sia il ricorso a professionisti esterni”(Acqua Ingegneria Srl ha attivato al riguardo un albo fornitori per servizi tecnici ad accesso continuativo, pubblicato sul sito internet aziendale).“Nel 2023 – anticipa Mancanelli - contiamo di affidare all’esterno diverse collaborazioni specialistiche, nel rispetto del codice appalti, così come abbiamo in progetto un incremento del personale dipendente, sempre che il mercato possa offrire i tecnici del livello professionale adeguato”. Tra i lavori già in carico ad ACQUA INGEGNERIA segnaliamo: collaudo dei lavori dell’hub portuale di Ravenna, progettazione della terza direttrice dell’acquedotto della Romagna per collegare Ravenna, Rimini e Forlì; revamping del potabilizzatore di Ravenna, progettazione di un asilo nido a Ravenna, progettazione del Parco delle Dune (Terminal Crociere) a Porto Corsini, progettazione di diversi impianti fotovoltaici per Ravenna Holding e Romagna Acque, progettazione del recupero della Fabbrica Vecchia e del Marchesato di Marina di Ravenna che diventerà un presidio dei Vigili del fuoco anche al servizio del futuro impianto di rigassificazione.

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Vista aerea parco delle dune terminal il direttore Adolfo Mancanelli

Porto di Ravenna “sostenibile” Il Ministero promuove lo scalo

Il porto di Ravenna è stato inserito nel Report delle audizioni tenutesi presso la Struttura Tecnica di Missione del Mims, da maggio a settembre 2022, finalizzate ad individuare le migliori pratiche di adozione e sviluppo dei principi della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel mondo delle infrastrutture. Tra le esperienze illustrate e le testimonianze giudicate utili a rappresentare casi e modelli replicabili per avviare tutto il sistema dei trasporti e della mobilità verso il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione ecologica ed allo sviluppo sostenibile, vi sono solo due porti ed uno di questi è quello di Ravenna. Ecco cosa ha scritto il ministero. “L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico centro settentrionale (AdSP Ravenna) ha impostato la gestione portuale sotto l’egida della sostenibilità. Il Porto di Ravenna è l’unico porto attivo in Italia dotato di un deposito di GNL sulle banchine (20.000 m3) e ha programmato importanti progetti che porteranno a una trasformazione notevole del porto con soluzioni innovative nell’ottica dell’economia circolare e del green. L’apertura verso la cittadinanza e la ricerca di collaborazione nei confronti degli Enti e delle Istituzioni ha acquisito maggior rilievo nell’ultimo anno con l’inaugurazione del cantiere dell’Hub Portuale di Ravenna Fase I e l’aggiudicazione della gara per la Concessione del servizio di assistenza passeggeri e di Stazione Marittima che contribuiranno allo sviluppo del Porto di Ravenna. Tutti i progetti che l’AdSP sta implementando nell’ambito della sostenibilità mirano ad una circolarità ener-

getica, al di là della mera economia circolare. Ravenna ha una grande storia di imprese all’interno del porto e in questo contesto ci sono due grandi progetti che l’AdSP sta promuovendo e che coinvolgono soggetti privati: uno è un parco eolico offshore dotato anche di impianto solare galleggiante, tra i più importanti d’Europa; l’altro è quello sulla cattura di co2 attraverso l’utilizzo di depositi di gas metano esauriti. Inoltre, nell’ambito del progetto Hub Portuale Fase II è prevista la costruzione di un innovativo impianto di trattamento del materiale dragato, unico in Italia, replicabile e potenzialmente anche a disposizione di altre realtà portuali che debbano affrontare tale criticità. Infatti, il nuovo impianto tratterà il materiale derivante dalle operazioni di dragaggio del Porto di Ravenna per consentirne il riutilizzo. Uno degli aspetti più problematici, infatti, è la collocazione finale dei materiali di escavo. Il nuovo impianto consentirà il riutilizzo di quanto estratto per la chiusura dei bacini di ex cave in zona già individuate, o in alternativa, qualora compatibile, potrà essere portato a ripascimento in spiaggia fino a 30 km di distanza dall’impianto, così come previsto dagli strumenti urbanistici che regolano il territorio”.

da una situazione economica generale in grave difficoltà a causa di una devastante inflazione che condiziona investimenti e consumi. Peraltro, nel corso dell’anno dovremo conciliare la presenza delle navi commerciali con il cronoprogramma dei lavori e non sarà semplice gestire il tutto senza perdere traffico”, spiega Rossi. Che comunque continua a lavorare per rinforzare e caratterizzare in maniera decisa il Porto di Ravenna. I pilastri dell’attività sono quattro: adeguamento infrastrutturale, di cui si è detto, sostenibilità energetica e ambientale, digitalizzazione e promozione.

Iniziando dall’ultima voce, è importante l’attività di presentazione dello scalo Ravennate nelle fiere di settore da Miami (Seatrade), a Monaco (Transport Logistic), da Valencia Varsavia (European Commodities Exchange) al Macfrut di Cesena per spiegare bene agli operatori le potenzialità e la realtà dello scalo ravennate. Sul fronte della digitalizzazione lo scopo è quello di semplificare la massimo gli adempimenti amministrativi mentre per quel che riguarda la sostenibilità energetica ed ambientale si sta progettando l’installazione di un parco fotovoltaico da 50 megawatt

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ITALMET SOLLEVAMENTO, ARMAMENTO E ORMEGGI NAVALI

La curiosità è la caratteristica fondamentale che muove e rimane alla base del metodo di lavoro di ITALMET

Un’azienda fondata e tutt’ora presieduta da Italo Caporossi, che da sempre ha operato con l’unico obbiettivo di mantenere e rafforzare la costante capacità di realizzare prodotti nuovi e servizi all’avanguardia, di essere in prima linea nei materiali e nelle certificazioni di qualità.

Fin da quando, nei primi anni Sessanta, la sede ravennate dell’allora Lombarmet, in cui Italo Caporossi muoveva i primi i primi passi dal punto di vista professionale, acquistava materiali provenienti dallo sbarco in Normandia per costruire parti metalliche di ogni genere.

Oggi è’ presente nel settore del sollevamento con funi d’acciaio e catene Grado 80 e 100, nell’armamento navale con ancore e catene con traversino e senza. Siamo fornitori storici di funi d’acciaio, dalle più svariate costruzioni e diametri che vanno da 4 a 68 mm. Fra i diversi macchinari disponiamo di tre presse idrauliche “GERRO” da 600 e 1500 tonnellate, un banco prova orizzontale a trazione “GERRO” lungo 32 mt da 200 tonnellate, completamente computerizzato, con taratura effettuata da azienda riconosciuta da ENTE ACCREDIA ed approvato da enti IACS.

ITALMET è inoltre in grado di rilasciare certificazioni con enti navali quali Rina, Lloyd’s Register, DNV, ABS, Bureau Veritas ed altri.

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di potenza destinato ad alimentare le attività portuali. Parte di questo parco fotovoltaico sarà realizzata nell’area portuale denominata Logistica 2 destinata alle attività del settore agroindustriale. Si tratta di un progetto complesso, del valore di oltre 50 milioni di euro per interventi di urba-

Il porto dei record

nizzazione, raccordo infrastrutturale stradale e ferroviario, locali di stoccaggio e conservazione delle materie prime e dei prodotti agroalimentari , digitalizzazione delle attività logistiche. Si conferma in questo modo che l’agroalimentare è un settore sul quale il porto di Ravenna gioca una carta importante. Inoltre, al fine di garantire la sostenibilità ambientale nella gestione del Terminal Crociere di Porto Corsini, sarà realizzato un sistema di approvvigionamento della corrente elettrica in banchina (Cold Ironing) che permetterà alle navi in sosta di spegnere i motori e alimentarsi tramite energia elettrica. L’investimento è pari a 35 milioni di euro è e il sistema, appena messo a gara, avrà la capacità di 20 megawatt di potenza. Resta infine confermata la valenza industriale del porto di Ravenna che vanta, si veda la tabella allegata, poco meno di 16mila addetti.

Un porto commerciale, industriale e, in prospettiva, l’hub energetico della Romagna. Un unicum in Italia per spazi a disposizione che con l’approfondimento dei fondali diventerà sempre più appetibile per le navi di stazza maggiore e si candida a un ruolo di sempre maggior rilievo nell’Adriatico e in Italia. Il porto di Ravenna, secondo i dati di Assoporti, è primo in Italia nella movimentazione di merce varia e nella movimentazione di rinfuse solide e ottavo per movimentazione complessiva. Il porto, gestito dall’Autorità di Sistema Portuale del mare adriatico centro-settentrionale, rappresenta il primo punto di approdo delle merci d’importazione in Emilia-Romagna ma è anche il terminale meridionale del Corridoio Baltico-Adriatico e del Corridoio Mediterraneo delle reti TEN-T, ed è nella ristretta lista dei 14 “core-port” europei (ovvero i poli strategici a livello comunitario).

I lavori in pista

Per progettare una propria traiettoria di sviluppo, il porto di Ravenna deve procedere all’approfondimento dei fondali. Per questa ragione è stato messo in campo il progetto “Hub portuale di Ravenna” che consiste in due fasi. La prima prevede un approfondimento dei fondali sino a 12,5 metri; la ristrutturazione di banchine esistenti per circa 5,5 km; la realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 metri a servizio di una nuova area portuale da destinarsi principalmente a terminal container; la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale, per circa 200 ettari, direttamente collegate alle banchine, ai nuovi scali ferroviari merci ed al sistema autostradale, che rappresenteranno un unicum nel panorama della portualità nazionale. In totale si prevede una spesa 235 milioni di cui 60 milioni dal Cipe, 120 da mutuo Bei, 37 da fondi Unione europea, 18 da fondi dell’Autorità Portuale di Ravenna. La seconda fase, per un investimento complessivo di circa 300 milioni, consiste in un ulteriore adeguamento delle banchine operative (60 milioni) e soprattutto in un approfondimento dei fondali a ‐14,50 metri con l’escavo di circa 8 milioni di m³ di sedimenti a cui si collega la realizzazione di un impianto di trattamento dei sedimenti asportati per 150 milioni. Il progetto definitivo è stato completato e, nel corso del 2021, dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni ambientali, sarà posto a bando di gara.

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Ravenna hub energetico nazionale Arriva dalla Romagna l’energia del futuro

Ben 75 turbine eoliche offshore, un impianto fotovoltaico galleggiante e un elettrolizzatore per produrre idrogeno verde. Il tutto - un hub energetico senza precedenti in Italia - potrebbe fornire l’energia elettrica in grado di soddisfare i bisogni di tutte le famiglie romagnole. Sono queste – in estrema sintesi – le principali caratteristiche del progetto Agnes, iniziativa mirata ad integrare produzione di energia rinnovabile al largo delle coste di Ravenna, promossa dalla società omonima (Agnes Srl), da Qint’x e da Saipem e già destinataria di 70 milioni di euro di risorse governative erogate tramite il Fondo Complementare al Pnrr, che è riuscita a superare un altro dei numerosi step del suo lungo iter autorizzativo. “Entro fine anno – spiega il presidente di Qint’x Alberto Bernabini –depositiamo la domanda di Via, la valutazione di impatto ambientale e puntiamo ad un pare positivo entro giugno 2023. Dopodiché è la volta dell’autorizzazione unica. La nostra speranza è quella di poter avviare i lavori per la realizzazione dell’hub a partire dal 2025 anche perché turbine e apparti vari hanno tempi di consegna di un anno dall’ordine”. La burocrazia continua a segnare in maniera indelebile la tempistica dei processi autorizzativi, come se non si fosse in piena emergenza energetica e l’entrata in funzione dell’hub marino potrebbe essere la chiave di volta del sistema romagnolo, così come Ridracoli lo è stato per risolvere il problema dell’acqua nelle case dei cittadini. I 119 giorni necessari per il rigassificatore sono solo una piacevole eccezione per il sistema italiano; in Olanda e Germania, invece, le navi sono arrivate in porto e hanno iniziato a scaricare gas, poi sono state avviate le procedure burocratiche. Del resto, in situazioni di emergenza, ci si muove così. E a proposito di rigassificatore, completata la procedura autorizzativa, ora prende il via un investimento da quasi un miliardo di euro che tra due anni permetterà al Paese di avere 5 miliardi di mc di gas in più disponibili, l’8% circa del fabbisogno, attraverso una nave Frsu di ultima generazione attraccata a 8 chilometri dalle spiagge di Punta Marina, collegata ai gasdotti nazionali da 40 chilometri di condotte che circumnavigheranno la città dei mosaici. In due anni da parte di Snam si dovranno

cantierare circa mezzo miliardo di opere per mettere in funzione la nave gasiera Singapore, cui verrà cambiato il nome quando sarà acquistata (circa 500 milioni di costo) e portata a Ravenna, il prossimo giugno, dall’Egitto, dove è attraccata ora. Si tratta di una nave di 300 metri di lunghezza, con una capacità di 5 miliardi di mc di gas, dotata di tecnologie di ultima generazione, che entrerà in produzione nell’ultimo trimestre 2024, il tempo necessario per attrezzare il pontile che la deve ospitare a 8 km dalla costa e costruire sia la parte di gasdotto sia circa 35 km di tubazioni a terra, che saranno posate con soluzioni che non prevedono escavazioni e dando molto lavoro alle aziende locali.

Il Gnl resta in stand by Intanto è entrato in attività il nuovo deposito di Gnl presso ma l’impennata dei prezzi del metano ha messo fuori gioco il carburante verde. Con l’impianto DIG a Ravenna (Depositi Italiani GNL, 51% Pir, 30% Edison, 19% Scale Gas), Edison avvia in Italia la prima catena logistica integrata di GNL small scale (impianti di gas naturale liquefatto su piccola scala), con un piano di sviluppo della mobilità sostenibile sia via terra che via mare. L’operazione conferma l’impegno di Edison verso la decarbonizzazione anche nel settore dei trasporti, in linea con gli obiettivi europei. Il GNL, infatti, rispetto ai combustibili tradizionali, è in grado di eliminare totalmente le emissioni di ossido di zolfo (SOX) e di polveri sottili (PM), l’80-90% delle emissioni di ossido di azoto (NOX) e di abbattere di circa il 20 % quelle di anidride carbonica (CO2). Con una capacità di stoccaggio di 20.000 metri cubi di GNL e una movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi di gas liquido, il deposito di Ravenna sarà in grado di rendere disponibile in Italia il GNL per rifornire almeno 12.000 camion e fino a 48 traghetti all’anno.

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ph. Shutterstock Alberto Bernabini, presidente Qint’x

Arrivati e

da Ravenna oltre 9mila treni

Il Porto di Ravenna è il terzo in Italia per il traffico ferroviario delle merci. E il “ferro” nel 2021 è cresciuto del 21,4% rispetto al 2020 e del 28,3% rispetto al 2019 raggiungendo 9.022 treni che hanno trasportato quasi quattro milioni di tonnellate di merce. L’assessore regionale alla Mobilità, trasporti e infrastrutture, Andrea Corsini, fa il punto sul Porto di Ravenna e sui progetti per una mobilità sostenibile. L’Emilia (e la Romagna) sono importanti centri di produzione di beni e di movimentazione di beni provenienti da altre parti d’Italia o di Europa. Quali sono i flussi attuali e come stanno cambiando?

Diciamo subito che nonostante la pandemia prima e ora la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, i dati dell’export sono in crescita ovunque. E in quattro province dell’Emilia-Romagna l’aumento supera la media regionale: Parma (+36,1%), Ravenna (+32%), Modena (+22,3%) e Ferrara (+20,6%). Se prendiamo i dati dell’Osservatorio sull’economia regionale, vediamo che nel primo semestre 2022 l’Emi-

lia-Romagna ha esportato beni e servizi per oltre 42,3 miliardi di euro. Sto parlando di circa 7 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e superiore di oltre un quarto al periodo pre-pandemico. Sono risultati che confermano la seconda posizione dell’Emilia-Romagna a livello nazionale, con il 13,8% delle vendite estere nazionali. E per il 2022 si stima una crescita del Pil reale regionale attorno al 3,6%. Per quanto riguarda i settori coinvolti, ai primi posti troviamo la chimica-farmaceutica e i mezzi di trasporto. Restano invece praticamente invariate le esportazioni nei settori dei macchinari e dell’elettronica. Il comparto dei prodotti in metallo, che è risultato tra i più colpiti dall’aumento dei prezzi alla produzione dovuti all’inflazione, registra invece un calo in termini reali, a fronte di una espansione delle vendite nominali.

Il ferro si affianca sempre più alla gomma. Com’è la situazione e quali sono i numeri dei trasporti nell’area romagnola?

Al netto del fatto che pandemia e guerra lo hanno condi-

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Corsini:
scalo
Movimentazioni su ferro cresciute del 21,4% nel 2021 rispetto al 2020 ph. Shutterstock ph. Shutterstock
partiti
“Lo
terzo in Italia per traffico su rotaia”

semplificata

L’Emilia-Romagna è pronta ad accelerare sul varo della Zona logistica semplificata, d’intesa con il Governo. Di questo ha parlato oggi a Roma Durante il faccia a faccia del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, al quale erano presenti anche l’assessore regionale alla Mobilità, trasporti e infrastrutture, Andrea Corsini, e il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, è stato fatto il punto sulla nuova programmazione del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc), sul rispetto alle scadenze programmate e sullo stato di avanzamento. Non appena il Governo avrà formalizzato il via libera, in Emilia-Romagna è tutto pronto per l’istituzione della Zona logistica semplificata, il progetto speciale per la movimentazio-

ne delle merci che metterà in relazione le aree produttive con il porto di Ravenna, con particolare riferimento al traffico ferroviario. Una grande rete di collegamenti che andrà a beneficio di tutto il sistema di trasporto merci, del tessuto imprenditoriale e dell’occupazione, oltre che della transizione ecologica. E le imprese della Zls che utilizzeranno il porto di Ravenna – inteso come baricentro di tutto il sistema – potranno beneficiare, fra le altre, di agevolazioni di natura amministrativa e fiscale. Un progetto ambizioso che vede coinvolti 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province e 28 Comuni con un ruolo importante svolto dagli Enti locali, che hanno compreso fin da subito il valore di questo sistema e le potenzialità di crescita che offre a tutti gli stakeholder che ne fanno parte.

zionato pesantemente, il trasporto ferroviario delle merci è un settore che ha saputo reagire con forza, recuperando i volumi movimentati e superando quelli del 2019. E questo grazie sì alla ripresa economica, ma anche alla nostra legge regionale che ha incentivato circa 830mila tonnellate di merce aggiuntiva che gravita sul Porto di Ravenna e sugli scali di Lugo, Faenza e Villa Selva, per rimanere in ambito Romagna. Per avere una idea della situazione di oggi, possiamo considerare il fatto che, prevalentemente, i trend siano segnati dall’andamento del Porto di Ravenna, il terzo in Italia per il traffico ferroviario delle merci. Che nel 2021 è cresciuto del 21,4% rispetto al 2020 e del 28,3% rispetto al 2019 raggiungendo un numero di treni pari a 9.022. Sono state trasportate via treno quasi quattro milioni di tonnellate di merce. Se poi consideriamo il periodo gennaio‐ottobre 2022, il Porto ha movimentato complessivamente oltre 23 milioni di tonnellate, 629 mila di tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

Quali sono i progetti più importanti in fatto di movimentazione delle merci in Romagna?

Per quanto riguarda le opere stradali del bacino cesenateforlivese, tenuto conto di quanto prevede il Piano regionale integrato dei trasporti 2025, consideriamo che per l’asse della Via Emilia si stanno completando le tangenziali nei capoluoghi di provincia e la realizzazione di varianti ai centri abitati più importanti, per quanto riguarda i volumi di traffico. Qualche esempio? Penso agli interventi sulla SS16

Adriatica, che è la chiave di volta della mobilità costiera da Cattolica a Ravenna, e il principale raccordo con il territorio ferrarese. Opere che consentiranno di migliorare la qualità della mobilità regionale e della vita di chi abita nell’area.

La nuova Romea tra Ravenna e Mestre resta la grande incompiuta del sistema. Ci sono novità al riguardo?

Al momento non ci sono novità. Per noi resta una infrastruttura strategica, da realizzare. Ma occorre capire dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti se verrà inserita tra le opere strategiche. Ma noi, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte.

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Tutto pronto per la Zona logistica
Benefit fiscali e amministrativi per chi usa lo scalo
Andrea Corsini, assessore a Turismo e Infrastrutture Regione Emilia-Romagna

Selva,

Un impianto strategico per la movimentazione delle merci del nord Italia, capace di attrarre nuovi investimenti. Il terminal di Villa Selva è situato tra i Comuni di Forlì e Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, posto lungo il Corridoio Adriatico della linea Bologna-Ancona. È dotato di 2 binari lunghi complessivamente 1270 metri, sorge su un’area di 140mila mq (con 3 gru gommate e 5 locomotori per manovra) e garantisce collegamenti ferroviari bisettimanali con la Puglia e la Sicilia. Specializzato nel trasporto ferroviario convenzionale di liquidi alimentari e intermodale di lungo raggio, è candidato a entrare nella futura zona logistica semplificata - ZLS - dell’Emilia-Romagna attraverso il potenziamento delle infrastrutture, in particolare con l’aggiunta di binari di appoggio e carico/scarico, con l’ampliamento della pavimentazione per permettere le manovre con gru gommate e con l’elettrificazione delle aste di manovra. Il terminal di Villa Selva fa parte di Terminali Italia del gruppo Ferrovie dello Stato. L’esercizio 2021 si chiude con un utile netto pari a 1,59 milioni di euro e con ricavi operativi che, per la prima volta superano i 40 milioni di euro (44,82 milioni contro i 36,62 milioni del 2020), anche grazie all’ampliamento del perimetro dei terminal gestiti con la messa a regime dell’impianto di Marzaglia (Modena). Si tratta di un risultato correlato all’importante incremento dei ricavi di circa il 22% rispetto al 2020 e conseguente all’aumento del +21,3% rispetto al 2020 dei volumi di traffico relativi al business terminalistico, seppur in presenza di dinamiche di sensibile rialzo dei costi per acquisti di materie prime, semilavorati e beni energetici che hanno pesato sull’EBIT dell’esercizio (attestatosi nel 2021 a 2,15 milioni di euro). L’esercizio sociale ha visto al centro degli obiettivi del management la prosecuzione della politica di investimento in asset materiali iniziata negli esercizi precedenti e, a livello organizzativo, l’esternalizzazione dell’attività di manutenzione delle gru, l’ampliamento dell’organico della Società (+6,75 FTE rispetto all’esercizio precedente) e il ricorso a sistemi più flessibili di impiego in relazione ad esigenze produttive specifiche.

Porto sempre più vicino al Brennero

Entro 2 anni pronto il collegamento con Suzzara che aggira Ferrara

Sono a buon punto i lavori della ferrovia tra il Porto di Ravenna e il Brennero ed è arrivato nei giorni scorsi il semaforo verde del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, per procedere con le opere che interessano l’A22. Sono incoraggianti le notizie di questi ultimi giorni che confermano il progredire di due importanti progetti destinati a valorizzare il ruolo strategico del Porto di Ravenna. Da una parte stanno procedendo (la conclusione è prevista entro un paio di anni) i lavori che riguardano il nodo ferroviario di Ferrara e questo significa che sarà presto disponibile un collegamento diretto tra il porto di Ravenna e il corridoio ferroviario del Brennero bypassando il nodo di Bologna, con tutto quello che questo può comportare in termini di vantaggio competitivo dell’hub portuale per il trasporto delle merci. Si sta infatti realizzando una bretella che collega Rimini e Ravenna con Suzzara (Mantova), con un collegamento ferroviario diretto, adeguato ai moderni treni merci, che aggirerà il centro di Ferrara. Una arteria alternativa per tutti i treni merci provenienti o diretti al porto di Ravenna e che devono raggiungere o arrivano dal centro e nord Europa. I lavori in corso, del valore di oltre 66 milioni, sono finanziati dal Ministero delle Infrastrutture per 26,6 milioni, dalla Regione Emilia-Romagna con circa 13 milioni, da Rete Ferroviaria Italiana per 7 milioni e dal Comune di Ferrara per 4 milioni. Dall’altra parte, il 6 dicembre scorso è arrivato il semaforo verde del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla proposta di project financing di Autostrada del Brennero Spa e ai circa 7,2 miliardi di investimento necessari per procedere con le opere che interessano l’A22.

È sempre più vicino dunque, come riporta un comunicato della Regione Emilia Romagna, “il via libera al progetto definitivo per la realizzazione della Cispadana e della bretella Campogalliano-Sassuolo, due arterie fondamentali per la viabilità dell’Emilia-Romagna” e dunque per lo scalo di Ravenna, soprattutto in relazione alle merci che interessano il distretto delle ceramiche e a quelle del settore agroalimentare. Con il parere favorevole espresso dal Mit qualche giorno fa, il Governo potrà ora procedere con l’avviso pubblico entro la fine del 2023 per arrivare alla definitiva assegnazione dei lavori.

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Il terminal crociere diventa realtà

Sino a tutto ottobre 2022 si sono registrati a Ravenna 105 scali di navi da crociera, per un totale di 191.250 passeggeri, di cui 154.690 in “home port” (77.865 sbarcati e 76.825 imbarcati) e 36.455“in transito”. Nel solo mese di ottobre, si sono registrati 19 scali e 40.812 crocieristi, di cui 30.806 in “home port” a Ravenna e 9.994 “in transito”. Considerando che la stagione si è chiusa, si tratta del record storico di passeggeri movimentati presso il terminal di Porto Corsini fin dalla sua costruzione nel 2011. L’investimento per il terminal crociere è realizzato da Royal Caribbean in Project Financing (Partenariato Pubblico Privato) e prevede la concessione per 33 anni della gestione del servizio di imbarco/sbarco dei passeggeri nel porto di Ravenna, oltre alla costruzione del nuovo Terminal Crociere i cui lavori partiranno a breve.

Il valore complessivo della concessione per i 33 anni è pari a 200 milioni di euro. A pieno regime, si stimano 300mila passeggeri all’anno e 100-200 lavoratori occupa-

ti al giorno, con importanti ricadute economiche dirette e indirette sul territorio. Da quest’anno, infatti, il terminal di Ravenna non sarà solo tappa ma anche porto di partenza ed arrivo (Home Port) per numerose navi anche di grandi dimensioni. Di certo, dopo anni di arrivi deludenti e l’arresto degli accosti dovuti alla pandemia, si apre una nuova stagione crocieristica per l’hub ravennate, che da aprile a novembre colleziona già un centinaio di accosti: “Con il nuovo gestore del terminal e la sua scelta di fare di Ravenna il proprio Home Port, si apre una nuova fase che può avere sviluppi importanti per la comunità commerciale” dice Riccardo Ricci Petitoni, referente per Confesercenti – Centro Storico “su questo ci sono certamente grandi aspettative, ma dobbiamo prenderci anche il tempo per capire come si muoveranno i flussi di passeggeri, e dare il tempo alle compagnie ed ai tour operator di conoscere la città e le sue proposte, per questo sarà un’annualità propedeutica per sviluppare ap-

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A breve il via ai lavori di riqualificazione
ph. Wikipedia.org Si stima che nel 2023 arriveranno circa 300mila crocieristi ph. Shutterstock
dell’area

Il Gruppo svolge la sua attività garantendo il servizio 24 ore per tutti i giorni dell’anno, a salvaguardia della sicurezza della navigazione, delle strutture portuali, dell’ambiente, delle vite umane. Assicura altresì il regolare svolgimento dei traffici.

Il Gruppo si avvale dell’opera di 28 soci ad alta professionalità marinara che organizza e coordina sulla base delle esigenze del traffico portuale. Per soddisfare con immediatezza tutte le necessità operative del servizio, il Gruppo dispone di 9 imbarcazioni conformi ai requisiti tecnici ed alle dotazioni previste dall’Autorità Marittima, oltre a 7 autovetture.

Medaglie al Merito di Marina

Sono state conferite ai membri del Gruppo 5 Medaglie al Merito di Marina

Nel 1967 una Medaglia d’Oro al Merito di Marina è stata conferita all’ormeggiatore Terzo Sirotti, disperso in mare durante il salvataggio dell’equipaggio della Motonave “Carmelina Prima”, naufragata alla Diga Foranea Nord del Porto di Ravenna.

Il 22 ottobre 2008, nel corso di una cerimonia tenutasi a Ravenna sono state conferite una medaglia d’Argento al Merito di Marina a Gianpaolo Guidi e tre medaglie di Bronzo al Merito di Marina agli altri tre componenti l’equipaggio della motobarca EBA: Stefano Trombini, Ivan Trombini e Mirko Ragazzini che il 24 settembre del 2004, durante un fortunale, salvarono dieci persone cadute a mare nell’avamporto di Ravenna.

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a partire dal 2021 da quando è venuta meno la disponibilità di Venezia per ricevere navi di grandi dimensioni a seguito del decreto del governo Draghi che chiudeva il traffico crocieristico nel bacino San Marco.

Forte di una concessione ultratrentennale Royal Caribbean conta di portare, terminati gli investimenti, 300mila passeggeri l’anno a pieno regime. Un autentico volano per l’economia turistica ravennate. Anche se a livello internazionale

pieno le politiche di accoglienza per gli anni che verranno. Dobbiamo comunque dare il meglio per presentare Ravenna nel migliore dei modi, e studiare strategie per estendere la visita alla città per chi ci raggiunge per imbarcarci. È un mercato nuovo che dobbiamo imparare a conoscere e ad analizzare, per cui non è scontato che ad accosti di grosse navi corrispondano necessariamente grandi flussi di passeggeri verso il centro storico, ma non per questo dovremo lesinare l’entusiasmo, ed anzi di ogni esperienza dovrà esser fatto tesoro in chiave futura”.

Il 2011 è stato l’anno di svolta del porto crocieristico di Ravenna quando Royal Caribbean International decise di posizionare in Romagna la grande Voyager of the Seas da 138 mila tonnellate di stazza lorda. Circa 10 anni dopo il secondo gruppo crocieristico mondiale ha deciso di legarsi stabilmente al terminal ravennate entrando nella sua gestione. Con un investimento di oltre 27 milioni di euro sarà realizzata una nuova avveniristica stazione marittima, sulla falsariga di quanto già Royal sta facendo in altri porti americani.

Una decisione maturata tra i manager del gruppo statunitense una volta che ci si è resi conto che Venezia non dava più garanzie per il futuro. Così alcune compagnie hanno fatto rotta su Trieste mentre Royal Caribbean ha scelto Ravenna e il futuro terminal di Porto Corsini sarà il nuovo home port adriatico del gruppo. Scelta ormai definitiva

queste toccate sono vendute soprattutto legando il nome di Venezia (neanche troppo vicina) a discapito di Ravenna che ha meno appeal sul turista medio Usa. La connessione con la città lagunare sarà fondamentale per dare uno slancio stabile a questa impresa. Ma al contempo ci sarà la sfida di far conoscere Ravenna a livello internazionale come città d’arte anche se gli americani vogliono prima di tutto Venezia. Il tempo di percorrenza tra le due città varia tra le due ore e mezza e le tre, in base al traffico sulla Romea, ostacolo non da poco per le escursioni verso la Serenissima e per i trasferimenti all’aeroporto Marco Polo. Le prospettive per il 2023 sono ottime se si contano le navi programmate in regime di porto d’imbarco. Ovviamente la fa da padrona il gruppo Royal Caribbean: la nave più grande e significativa che scalerà è l’Explorer of the Seas (24 partenze) seguita dalla Celebrity Constellation (17 partenze) a cui si aggiungono un numero limitato di partenze di Enchantment of the Seas (sei) e Celebrity Infinity (cinque).

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“Il 2023? Sarà un anno da mago Otelma”. Non lascia molti dubbi quel che pensa Riccardo Sabadini, presidente di Sapir, una delle realtà imprenditoriali più importati del porto di Ravenna, sulle prospettive del gigante della logistica ravennate. Un’azienda specializzata in imbarco/ sbarco e movimentazione di merci, con oltre 2.700 metri di banchine, 76mila mq di magazzini (rinfuse e ferrose), 53mila mq di aree coperte, 418mila mq di piazzali per lo stoccaggio delle merci. A servizio del terminal vi è un’organizzata rete ferroviaria di 11 Km di binari. Il complesso Sapir è in grado, anche grazie a personale esperto e specializzato, di garantire la massima efficienza nella movimentazione e nello stoccaggio di fertilizzanti, inerti, ferrosi, impiantistica e liquidi. “Il 2022 - spiega Sabadini - è stato un buon anno con però un rallentamento negli ultimi mesi. Le imprese hanno movimentato molto e rifornito molto i magazzini facendo incetta di materie prime. Ora aspettano di vedere se

e quanto produrre; da qui un inevitabile rallentamento delle movimentazioni”. Per il 2023 invece il discorso è decisamente più complesso. “Stiamo per affrontare un anno con dieci punti interrogativi che spaziano dai costi energetici al caro materie prime e anche il calo dei costi dei noli, pur positivo per l’economia, per noi rischia di essere un boomerang se è il frutto di meno richiesta di spedizioni”. Intanto Sapir è nel pieno del progetto Ravenna port hub che sta andando avanti con l’avvio della realizzazione della nuova banchina nel Terminal container che vede come promotore il gruppo Sapir. “Stiamo seguendo i tempi del Pnrr e al momento non vedo problematicità di sorta”, spiega Sabadini.

La dotazione del terminal Il terminal Sapir è dotato tra l’altro di due gru Liebherr 600 dalle altissime prestazioni: 208 tonnellate di portata, sbraccio di 58 metri, cabina a 30 metri di altezza, cinque in

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più Sapir, 2023 all’insegna dell’incertezza Le difficoltà geopolitiche pesano sul traffico dei container ph. Shutterstock Sabadini: “Siamo sempre alla ricerca di nuovi mercati e merceologie diverse”

rispetto allo standard. Sapir è perciò in grado, operando con gru in abbinata, di sollevare pezzi anche oltre le 400 tonnellate di peso. Riguardo la movimentazione di pezzi di peso e dimensioni eccezionali è il top terminal in Adriatico, poiché fornisce il servizio in totale autonomia mentre in altri porti è necessario utilizzare navi heavy lift. Il terminal è in grado di movimentare annualmente fino a 500.000 tonnellate di materiale ferroso (lamiere, tubi, coils). Sapir ha una primaria specializzazione nella movimentazione e imbarco di tubi e impianti destinati alle operazioni offshore. Il terminal può fornire ai clienti il servizio di controllo radiometrico dei coils sbarcati, prima dello sdoganamento. Da parte sua il Parco Serbatoi ha una capacità complessiva di stoccaggio di 84.000 mc e dispone di accosti attrezzati per lo sbarco in serbatoio di liquidi

alimentari, liquidi ad uso zootecnico, oli vegetali, liquidi chimici quali soda caustica e acido fosforico; è inoltre dotato di specifiche pipeline in grado di effettuare lo sbarco di liquidi direttamente in autocisterna. Sulla base delle proporzioni/ ricette fornite dai clienti, al Parco Serbatoi vengono effettuate attività accessorie di miscelazione primaria delle merci fino alla composizione di veri e propri mangimi.

Infine, per quel che riguarda le rinfuse, il terminal è in grado di movimentare annualmente fino a 600.000 tonnellate di argille e altri inerti, 500.000 tonnellate di fertilizzanti e altre rinfuse. La posizione geografica del Porto di Ravenna è strategica per il rifornimento via mare delle materie prime necessarie al comprensorio ceramico emiliano delle province di Reggio Emilia e Modena. Le merci sono sbarcate con gru portuali e trasferite, tramite vettori interni, nei piazzali di stoccaggio, dove si provvede anche a eseguire le prime lavorazioni di frantumazione e miscelazione richieste dai clienti.

“Il nostro obiettivo – conclude Sabadini – è quello di attrarre sempre nuovi mercati e nuove merceologie, cercando di presentare Sapir sempre più integrata nelle diverse realtà logistiche, e cerchiamo di renderla appetibile per nuovi clienti che non siano mai venuti a Ravenna. La Zls (zona logistica semplificata) potrebbe essere una nuova chance, così come la zona franca doganale, che sarebbe veramente un grande motore di attrazione”.

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Riccardo Sabadini, presidente Sapir

Terminal container in forte sviluppo

Il terminal container di Ravenna (Tcr) come punto nevralgico del traffico portuale in arrivo e in partenza dallo scalo ravennate. Terminal Container Ravenna è un porto gateway specializzato nei commerci con Paesi che si affacciano sulle acque del Mediterraneo orientale: Israele, Egitto, Libano, Cipro, Turchia e Mar Nero. Tcr offre transit time competitivi per l’import e l’export, grazie ai collegamenti diretti e alla connettività estesa attraverso gli hub di Trieste, Gioia Tauro, Pireo, Haifa e Port Said, che permettono di raggiungere tutte le destinazioni extra-Med, da e verso le quali transita il 40% dei volumi movimentati dal Tcr. Il 2022 si chiuderà con circa 200mila Teus (twenty feet equivalent unit, che nei trasporti navali indica il container da 20×8×8 piedi) in forte incremento rispetto ai 165mila registrati nel 2021. “E i numeri – spiega il presidente di Tcr Ravenna Gianantonio Mingozzi – sarebbero stati decisamente migliori se non avessimo assistito a un certo rallentamento negli ultimi 2-3 mesi dell’anno che hanno interessato anche le maggiori linee mondiali che attraccano al nostro terminal”. Tcr – società partecipata da Sapir e dalla tedesca Contship - festeggia i 20 anni di presenza all’interno dell’area portuale di Ravenna che vede in corso importanti lavori di ammodernamento che interesseranno molto da vicino anche l’area terminal container che attualmente dispone di quattro gru (l’ultima, investimento di 8 milioni è da poco entrata in attività) in grado di lavorare tutte contemporaneamente offrendo una operatività di prim’ordine allo scalo.

Il terminal si prepara al futuro “Nel corso dell’anno – spiega Mingozzi - hanno attraccato oltre 500 navi e abbiamo superato i livelli pre Covid nonostante l’incredibile aumento dei costi dei noli, Ora i costi stanno rientrando ma per effetto del minor slancio dell’economia; noi, del resto, operiamo in un settore molto sensibile alla congiuntura di mercato”. Ma il futuro del Terminal container, entro una tempistica di 5-6 anni, sarà nelle nuove aree della penisola Trattaroli che vedranno ospitare le nuove banchine con linee ferroviarie e aree logistiche adeguate. Si tratta di un investimento da 80-90 milioni che ruota attorno a fondali adeguati e che farà sem-

pre più di Ravenna il porto di riferimento della Regione Emilia-Romagna. Tcr è collegato direttamente via ferrovia con Marzaglia (Modena), Segrate (Milano) e con l’hub RHM di Milano-Melzo, che offre accesso ad un network intermodale che collega i principali poli logistici in Italia e in Europa. Tcr è un porto speciale per prodotti speciali: dalle merci deperibili ai project cargo, il terminal si propone come piattaforma logistica efficiente, equipaggiata per offrire una vasta gamma di servizi a valore aggiunto, disponibili all’interno dell’area del terminal, che rappresenta per questo una vera e propria one-stop-solution per i propri clienti. Il magazzino interno coperto del Tcr è parte integrante dei servizi di movimentazione dei carichi offerti ai clienti. La merce viene ricevuta/consegnata, stoccata, consolidata, deconsolidata e ispezionata, quando richiesto dalle autorità competenti. Bobine e lastre di acciaio, prodotti pallettizzati, alimentari e bevande, macchinari ed equipaggiamento industriale sono alcune delle principali tipologie di merci movimentate dal terminal Tcr. Il magazzino misura 2.800 mq, ai quali si aggiungono 20.000 mq di area esterna, che possono accogliere pezzi di grandi dimensioni. Questa struttura rappresenta uno dei punti di forza dell’offerta TCcr attraverso il magazzino, equipaggiato per rispondere alle diverse necessità della supply chain dei clienti Tcr, vengono movimentate 130.000 tonnellate di merce ogni anno. Infine, Tcr ricopre un ruolo centrale nella supply chain dei prodotti refrigerati, movimentati all’interno di reefer container. Grazie a 250 prese reefer e alla presenza di strutture interne dedicate ai controlli di qualità sui prodotti alimentari, TCR, in collaborazione con le imprese specializzate nella gestione logistica di prodotti deperibili, è in grado di assicurare un collegamento rapido tra i luoghi di produzione e i mercati finali. Oggi, più del 50% dei prodotti importati vengono deconsolidati in loco e immediatamente trasferiti sui camion, per essere consegnati direttamente a mercati e supermercati, in Italia e in Europa (Germania, Olanda, Belgio e Regno Unito) entro 24/48 ore dallo sbarco dalla nave. La velocità di questi trasferimenti è fondamentale per la supply chain perché permette ai consumatori di acquistare prodotti freschi e di alta qualità, provenienti da tutto il mondo.

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Mingozzi: “nel 2022 superati i livelli pre Covid” Gianantonio Mingozzi, presidente di Tcr Ravenna

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T&C - società unipersonale, controllata al 100% dall’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna che ne è Socio Unico fin dal 2004 - nasce all’origine con lo scopo di erogare servizi terminalistici nell’ambito delle operazioni di sbarco/imbarco agli approdi di traghetti e navi da crociera. Da qualche anno in T&C – amministratore unico Alberto Bissi - approdano solo traghetti, prevalentemente RORO, in quanto dal 2010 è operativo il terminal dedicato alle navi da crociera situato a Porto Corsini. E continua il buon andamento della linea trailer Ravenna–Brindisi–Catania: nel periodo gennaioottobre 2022, infatti, i pezzi movimentati, pari a 66.642, sono cresciuti del 8,5% rispetto al 2021 (5.198 pezzi in più); nel solo mese di ottobre, i pezzi sono stati 7.636, con 1.588 pezzi in più rispetto ad ottobre 2021. Complessivamente nel 2021 sono stati movimentati oltre 76.000 veicoli, (con previsione di oltre 81.000 veicoli per l’anno in

corso), prevalentemente semirimorchi carichi di merce, con ciò contribuendo notevolmente al miglioramento della viabilità, all’ambiente e alla diminuzione degli incidenti stradali con danni alle persone e alle cose, se pensiamo che quegli stessi veicoli, anziché la via del mare avrebbero percorso via strada, in un versante la A14 e la statale 16 Adriatica e nell’altro versante, la A1 e la Salerno Reggio Calabria. Le imprese dell’autotrasporto pertanto, scegliendo di usare l’intermodalità offerta dal trasporto combinato strada/ mare con i traghetti hanno evitato, nel nostro caso, la percorrenza di oltre 80 milioni di chilometri nella modalità tutto strada. L’impianto portuale, posto in sinistra canale nel porto di Ravenna, in via Baiona 151, occupa un’area di circa 130.000mq, ed è prospiciente la banchina pubblica avente una lunghezza di 470m, di fronte allo specchio d’acqua noto come ”bacino di evoluzione Trattaroli”.

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T&C chiude il 2022 con 81mila veicoli movimentati Risparmiati 80 milioni di chilometri tra Nord e Sud Italia ph. Shutterstock L’intermodalità fa risparmiare costi alle imprese e riduce l’inquinamento ph. Shutterstock
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Il terminal T&C oggi è capolinea e nodo della Rete Autostrade del Mare nella rotta marittima Ravenna-BrindisiCatania e vengono imbarcati, oltre a veicoli destinati in Sicilia, altri con destinazione Grecia (con approdo e cambio traghetto a Brindisi) e anche veicoli con destinazione Malta (con cambio traghetto a Catania). I due traghetti che effettuano la linea per conto della Compagnia di Navigazione Grimaldi Euromed SpA sono modernissimi, della classe Eco-Hybrid, i più grandi del mondo e approdano alla banchina pubblica di T&C tre giorni la settimana, senza soluzione di continuità (151 approdi/anno), con una movimentazione media complessiva attualmente, nelle operazioni di sbarco/imbarco in ogni approdo, di oltre 500 unità viaggianti, prevalentemente semirimorchi, per un totale settimanale di circa 1.500 unità. Il terminal è aperto tutti i giorni dell’anno dalle ore 6 alle 24 e, occorre sottolineare che, per i servizi destinati a traghetti RORO, da un punto di riferimento infrastrutturale e logistico, l’impianto portuale deve poter disporre di grandi spazi,

tali da essere in grado di assorbire “a rotazione” la quantità dei veicoli che in ogni singolo approdo devono essere sbarcati e collocati correttamente negli appositi stalli di sosta, veicoli pronti quindi per il ritiro da parte degli autotrasportatori per la consegna della merce in essi contenuta fino a destinazione e contemporaneamente occorre poter disporre di altrettanti spazi dedicati ai veicoli che sono destinati all’imbarco. L’impianto portuale di T&C è dotato di 9 torri faro alte 36 metri, dotate di lampade LED in grado di fornire illuminazione a tutta l’area e garantire in tal modo la sicurezza nella viabilità interna durante le movimentazioni notturne svolte dagli operatori portuali, oltre a garantire con 5 telecamere installate sulle medesime torri un servizio di videosorveglianza h24 ai veicoli e alle merci in essi contenute. Il personale impegnato (dipendenti, biglietterie, controllo accessi, controllo piazzale, maestranze portuali, personale dedicato alla sicurezza, eccetera) ammonta complessivamente ad oltre 80 addetti.

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Alberto Bissi, amministratore unico T&C

Facchini se ne trovano pochi, ma qualcosa forse comincia a muoversi. Il mondo della logistica si dibatte sempre in una forte carenza di personale ma qualche curriculum inizia ad arrivare. “Addetti non se ne trovavano fino a fine settembre – spiega Rossano Bezzi, coordinatore del comparto Logistica di Confcooperative e direttore di Rafar - e restava un miraggio avere candidature a facchino, carrellista o gruista. Ma da settembre le cose sono iniziate a cambiare e adesso qualche curriculum arriva, per il 70% da stranieri e per il restante da italiani”. E di lavoro ce n’è anche se il vento sta cambiando. “Siamo preoccupati per il futuro perché i magazzini sono pieni con le scorte al livello massimo e le attività portuali potrebbero rallentare”, spiega Bezzi anche se c’è sempre un gran via vai di camion. “Con la ferrovia siamo fermi a 30 anni fa e la vera possibilità di movimentazione avviene attraverso i camion. Semmai il problema del porto di Ravenna è la sua unica entrata e se si blocca una strada tutto il traffico si ferma. Così come è da rivedere il sistema degli accessi da via Baiona troppo spesso intasata da mezzi pesanti

in entrata alla Marcegaglia”. La Rafar (14 milioni di ricavi nel 2021) è una multiservice che esiste dal 2007 ed è una coop frutto della fusione tra La Ravennate (in attività dal 1984) e Far. Il core business sono i servizi legati al Porto di Ravenna all’interno del quale Rafar svolge il 70% delle attività. In particolare si occupa di facchinaggio, movimentazione di tutto il materiale che passa attraverso il porto e movimentazione di carri ferroviari. “Attualmente – spiega Pier Nicola Ferri, responsabile per il settore lavoro di Confcooperative Romagna – non si sa più dove mettere le merci e i mesi in arrivo non si prospettano rosei. Peraltro, complici forse le notizie di una restrizione in tema di reddito di cittadinanza, è sempre meno difficile trovare manodopera”. Un settore invece, in cui si continua a sudare sette camice per trovare addetti è quello dell’autotrasporto. “La realtà è che ci sono mezzi fermi nei piazzali – spiega Ferri – in quanto mancano gli autisti. Adesso c’è da dire che le incognite sul mercato sono molte e l’autotrasporto risente molto della congiuntura”. Positiva la percezione del mercato da parte di Matteo Fabbri, responsabile dei trasporti

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ph. Shutterstock
Movimento merci a corto di braccia e di autisti Continua la difficoltà a reperire personale
ph.
Decine di camion fermi nei piazzali mentre i costi lievitano
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della Cna di Rimini che annovera 360 aziende per il 35% monoveicolari. “Il vero problema –– spiega Matteo Fabbri - è il reperimento del personale che resta un problema quasi insormontabile con pochissimi giovani che entrano nel settore a causa anche dell’assenza di scuole professionali di settore. È un mondo faticoso e percepito come limitante anche se le retribuzioni sono buone”

Di scarsa cultura della logistica in Romagna parla invece Mirco Giannetti a capo di Autotrasporti Giannetti di Rimini. “In Romagna – spiega Giannetti – la logistica è in genere vista solo come un costo invece nel resto dell’Emilia ne viene meglio compreso il ruolo”. Trenta veicoli, 50 addetti, Autotrasporti Giannetti è una realtà importante nell’industria della movimentazione in Romagna che vede positivamente il 2023, una volta passati elementi di turbolenza economica che hanno portato ad una esagerata corsa ai materiali e a rincari distribuiti su tutta la filiera. Ma autotrasporti Giannetti è attiva anche, e con grande successo, nel settore della sicurezza della movimentazione con i copriforche antiscivolo in gomma per carrelli elevatori che aumentano la sicurezza dell’operatore ed evitano il danneggiamento dei materiali; sistemi che l’azienda riminese ha venduto anche alla Guardia costiera americana.

Fatica ancora a trovare manodopera anche il consorzio Ciclat (190 milioni di ricavi nel 2022) nato nel lontano 1953. “Non si trovano autisti – spiega il direttore Cesare Bagnari – e anche con i facchini si fa molta fatica così come per i carrellisti e i gruisti. Per l’autotrasporto il problema è davvero grave perché se si vuole personale occorre pagarlo più di quanto previsto dal contratto; poi però diventa difficile scaricare i costi, saliti del 10-15% sul committente che sono sa come fare ad assorbirli. Va un po’ meglio quando i clienti sono grandi gruppi come Hera, Enel o Eni ma con la

committenza privata recuperare il maggior costo è davvero difficile. Il 2023 è un grosso punto interrogativo perché la richiesta di servizi c’è ma le tariffe che possiamo ragionevolmente fare faticano a coprire i costi”. Quattrocento imprenditori del trasporto, oltre 800 automezzi e mezzi meccanici, più di 1200 uomini: i numeri della Consar Ravenna sono importanti. Ma serve uno sforzo incredibile per trovare autisti. E per raggiungere l’obiettivo Consar ha messo in campo una campagna di comunicazione che prevede da un lato un video con le esperienze di chi lavora da anni nel settore per spiegare la professione, e dall’altro la collaborazione con un’agenzia interinale e con un’autoscuola per finanziare i corsi per il conseguimento delle necessarie patenti di guida. Il progetto è inoltre portato avanti con il supporto dell’Autorità di sistema portuale. In virtù della scarsa disponibilità sul mercato di personale preparato e disposto ad avvicinarsi alla professione, sono state avviate nuove strategie. “Si è molto elevato il potere contrattuale della categoria – spiega Marco Zuffi, direttore amministrativo e finanziario della Consar- e oggi i giovani possono aumentare il proprio reddito come se svolgessero professioni di alto profilo. Questo potrebbe essere un incentivo rilevante. Poi, per estendere il più possibile la ricerca, abbiamo stretto una collaborazione con un’agenzia interinale del territorio e con un’autoscuola”.

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Rossano Bezzi, coordinatore comparto Logistica Confcooperative Pier Nicola Ferri, responsabile settore lavoro Confcooperative Romagna Mirco Giannetti , Autotrasporti Giannetti Rimini Matteo Fabbri, responsabile trasporti Cna Rimini

Tra i ”punti” logistici di maggio rilievo della Romagna vi sono i due mercati ortofrutticoli di Cesena e di Rimini. Uno orientato più all’entroterra e l’altro con vocazione più litoranea, si tratta di strutture che movimentano da 800mila al milione di quintali di ortofrutta, entrambi seppure con organizzazione societaria diversa: infatti, se il mercato di Cesena è una spa in mano al Comune di Cesena (al quale stacca un dividendo di circa 200mila euro ogni anno) come socio unico, quello di Rimini (il Caar) è una spa consortile con soci pubblici (tra cui il Comune di Rimini tramite la Rimini holding, Camera di Commercio, provincia di Rimini) e privati.

Il mercato di Cesena vede attive al suo interno 13 aziende commerciali e oltre 200 produttori, dalle grandi imprese all’agricoltore con poche cassettine di prodotto, da chi vende pochi chili a chi intermedia 1500 quintali di prodotto l’anno. I valori intermediati non sono facili da

individuare ma l’amministratore unico della società Alessandro Giunchi li stima “compresi tra i 50 e i 60 milioni con tre aziende tra i 10 e i 15 milioni e le altre a scendere”. Quello dei mercati ortofrutticoli è un mondo a parte che vive essenzialmente di notte. “Lo scarico della merce – spiega Giunchi – avviene dalle 22 alle 4 e alle 5 si aprono i cancelli per gli acquirenti che spesso sono in fila da poco dopo le 4. Alle 10 chiudiamo ma poco dopo le 9 è già quasi tutto vuoto”. In futuro si sta ragionando su ampliamento e riorganizzazione dei servizi logistici attraverso la climatizzazione della struttura e dei servizi, digitalizzazione dei processi e miglioramento dell’efficienza e dell’impatto ambientale della struttura. È stato, infatti, approvato dalla Giunta comunale lo studio di fattibilità inerente ad alcuni interventi importanti e strategici da effettuare sul complesso del mercato ortofrutticolo. Con questa approvazione, la società concessionaria FOR Spa potrà candidare il pro-

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Mercati ortofrutticoli a caccia di efficienza Punti di snodo fondamentali per i produttori locali
Le strutture di Cesena e Rimini movimentano circa due milioni di quintali di merce l’anno
VENDITA NOLEGGIO FORMAZIONE ASSISTENZA www.locatop.it PARMA 0521 798049 CREMONA 0372 1665354 RIMINI 0541 1780810 REGGIO E. 340 6701839 RAVENNA 0544 1952680 CARPI 059 7149297 BOLOGNA 051 856355 FERRARA 392 3908067 MISANO A. 320 1744829 CESENA 0547 325586 IMOLA 0542 640962 FORLÌ 0543 1908121 SASSUOLO 0536 1822151 CASALECCHIO 051 19907069 MINERBIO 051 856355 L’ALTEZZA SEMPRE PIÙ A PORTATA DI MANO IL PARTNER GIUSTO PER I PROFESSIONISTI 15 SEDI IL NOSTRO TEAM DI ESPERTI TI ACCOMPAGNA NELLA SCELTA ACQUISTA IN EMILIA ROMAGNA MACCHINE DI ULTIMA GENERAZIONE MEZZO PIÙ ADATTO AL TUO LAVORO PROVA GRATUITAMENTE NELLA SEDE PIÙ VICINO A TE NOLEGGIO

getto, di un valore economico di 7 milioni di euro, al bando pubblico per lo sviluppo della logistica agroalimentare tramite il miglioramento della capacità logistica dei mercati agroalimentari all’ingrosso, indetto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’ambito dei finanziamenti del PNNR, Investimento 2.1 “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo” –Missione 2 – “Rivoluzione verde e transizione ecologica” – Componente 1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare”. “E – spiega Giunchi – puntiamo anche ad un sempre minor spreco di risorse e abbiamo stipulato un accordo con Emporio solidale che aprirà anche un suo spazio all’interno del mercato e, insieme, agli altri mercati della regione, punteremo ad un sempre maggiore recupero delle derrate ancora utilizzabili anche se invendute”. Dal punto di vista strategico non mancano progetti e idee. “Stiamo ragionando – spiega Giunchi – su possibili sinergie con il Caar di Rimini tenendo anche conto del fatto che abbiamo mercati diversi. Poi pensiamo ad una sempre maggiore internazionalizzazione. Il nostro obiettivo resta quello di trasformarci in una piattaforma organizzata dove ti vai a cercare il cliente e consegni la merce: un salto culturale e organizzativo ma che sarebbe importante fare. Adesso il problema, semmai, è la contrazione dei consumi perché appena arriva un po’ di crisi la prima spesa a essere tagliata è quella per fritta e verdura e ce ne accorgiamo subito anche perché pure i ristoranti smettono di fare scorte”. Da parte sua il Caar, diretto da Cinzia Furiati, commercializza circa un milione di quintali di ortofrutta grazie al lavoro di 30 aziende grossiste.

Il Comune di Cesena e la società concessionaria FOR Spa, guardano al futuro del mercato ortofrutticolo e alla sua competitività a livello regionale ma anche europeo. Inve -

stendo nello sviluppo di questo polo strategico del territorio, anche alla luce delle nuove sfide che il settore ha davanti, è indispensabile lavorare a un progetto di riqualificazione e rilancio del mercato ortofrutticolo, che non solo consentirà di raggiungere il fatturato previsto per il suo mantenimento, ma che permetterà di svolgere un’attività maggiormente rispondente alle nuove esigenze di utilità pubblica, che richiedono di affrontare nuove sfide per supportare i produttori e le aziende locali, per fornire loro adeguati servizi di logistica, per adeguare gli ambienti in un’ottica di maggiore fruibilità ed efficienza e quindi per consentire alla società di ricoprire un ruolo determinante a favore dello sviluppo economico del territorio.

Il bando pubblico finanzierà progetti riconducibili a interventi di efficientamento e miglioramento della capacità commerciale e logistica, ad esempio attraverso interventi volti a migliorare la capacità di immagazzinaggio, stoccaggio e trasformazione delle materie prime, preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive; riduzione degli impatti ambientali attraverso interventi di riqualificazione energetica o comunque in grado di ridurre l’impatto ambientale delle attività di commercio e di incrementare la sostenibilità dei prodotti commerciati; riduzione degli sprechi alimentari attraverso, ad esempio, il rafforzamento dei controlli merceologici e la distribuzione delle eccedenze alimentari; rifunzionalizzazione, ampliamento, ristrutturazione e digitalizzazione di aree, spazi e immobili connessi alle attività e ai processi logistici delle aree mercatali; miglioramento dell’accessibilità ai servizi hub e rafforzamento della sicurezza delle infrastrutture mercatali anche mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e a zero emissioni.

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Alessandro Giunchi, amministratore unico Mercato di Cesena Caar, Rimini

Rimini 2 dicembre Rimini in testa per pernottamenti

Nel 2022 quasi 6 milioni di arrivi in Romagna

RASSEGNA NOTIZIE

A Rimini nel 2021 il podio per le presenze turistiche ma Ravenna centro storico non molla e i livelli prepandemia sono stati superati nel 2022. Dal 1° maggio al 30 settembre 2022 in tutta la Riviera dell’EmiliaRomagna – secondo l’Osservatorio Trademark – gli arrivi turistici sono stati 5.922.000 e le presenze 38.762.000: l’aumento è stato del +13% per quanto riguarda gli arrivi e del +11,1% per le presenze in rapporto al 2021 e del +3,7% negli arrivi e del +1,1% nelle presenze rispetto al 2019. Ma, tornando ai dati del 2021, la prima località regionale per numero di presenze – così come fotografati in maniera definitiva per il 2021 dal Rapporto regionale sul turismo appena presentato dalla Ragione Emilia-Romagna – è Rimini con 5.222.151 pernottamenti, corrispondenti al 16,9% del flusso totale regionale. Mantiene il secondo posto Riccione con 2.962.870 presenze - pari al 9,62% del totale regionale, in aumento rispetto al 9% del 2019 - insidiata da Cervia al terzo, con 2.956.250 pernottamenti, pari al 9,59% del totale regionale. L’aumento del flusso rispetto al 2020 è stato del +32,1% per gli arrivi e +41,6% per le presenze, ciò che ha consentito di contenere la diminuzione rispetto al 2019 al -19,3% e -14,8%, rispettivamente. (foto Shutterstock)

in collaborazione con:
dal 20 dicembre al 15 novembre Ravenna Forlì-Cesena Rimini

Forlì-Cesena/Rimini

16 dicembre

Lavoro, l’occupazione riprende quota

Crescono commercio e turismo, frena l’agricoltura

I dati Istat relativi alle Forze Lavoro nel secondo trimestre dell’anno in corso, elaborati dal gruppo uffici studi delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, mostrano, rispetto allo stesso periodo del 2021, una situazione in netta ripresa nel territorio Cdc Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), con una crescita del tasso di occupazione e, soprattutto, una decisa diminuzione del tasso di disoccupazione. Incremento annuo per gli occupati del commercio, turismo, gli altri servizi e costruzioni; calano, invece, gli occupati dell’agricoltura e dell’industria in senso stretto. Nel confronto di genere, risultano migliori le performance del genere femminile; in termini tendenziali, infatti, aumenta il tasso di occupazione femminile, mentre si riduce sensibilmente il divario tra i due tassi di disoccupazione. Si dimezza, infine, il tasso di disoccupazione giovanile. (foto Shutterstock)

Ravenna 20 dicembre

Stoccaggio di anidride carbonica

Ravenna parte a fine 2023

Il primo progetto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (Ccs) sarà avviato da Eni e Snam e avrà il suo baricentro a Ravenna per poi essere esteso ad altre aree industriali del Paese. La fase 1 del progetto messo a punto prevede la cattura di 25mila tonnellate di CO2 dalla centrale Eni di trattamento di gas di Casalborsetti e il suo trasferimento verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest dove l’anidride carbonica sarà iniettata nel giacimento omonimo di gas esaurito. La prima CO2 arriverà nel suo deposito “naturale” tra la fine del 2023 e gli inizi del 2024. Si tratta di un accordo che genererà oltre 500 nuovi posti di lavoro nella sola prima fase del progetto. (foto Shutterstock)

Rimini

21 dicembre

Commercio all’esterno del negozio

Prosegue il progetto open space

Prosegue anche per il 2023 il progetto Rimini open space, l’intervento dell’Amministrazione Comunale a favore delle imprese e che consente ai pubblici esercizi della città di poter usufruire di più spazio pubblico per ampliare le proprie attività, attraverso procedure autorizzative semplificate. Si rinnova quindi per il prossimo anno un’azione introdotta dal Comune di Rimini nella primavera del 2020, allo scoppiare della pandemia di Covid, pensata proprio per garantire le misure di distanziamento e quindi offrire maggiori opportunità ai pubblici esercizi di lavorare in sicurezza. Un’opportunità che in questi quasi due anni e mezzo è stata raccolta da tantissimi operatori: solo quest’anno sono stati oltre 250 i pubblici esercizi che hanno presentato domanda. (foto Shutterstock)

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L a s i cu r e zz a di un pa r tne r a f fidabile e complet o

Le tue idee in cantiere

D A UN’E S PERI E
Z A C ON SO LI D AT A
N

Forlì-Cesena/Rimini

16 dicembre

L’occupazione continua a crescere In forte calo i disoccupati

I dati Istat relativi alle forze lavoro nel secondo trimestre dell’anno in corso, elaborati dal gruppo uffici studi delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, mostrano, rispetto allo stesso periodo del 2021, una situazione in netta ripresa nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), con una crescita del tasso di occupazione e, soprattutto, una decisa diminuzione del tasso di disoccupazione. Gli occupati nell’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), nel secondo trimestre 2022, sono 319mila, con un aumento annuo dello 0,8%; incrementi si riscontrano per i settori commercio e turismo (+9%, 23,2% del totale degli occupati), le costruzioni (+6,7%, 7%) e, lievemente, gli altri servizi (+0,5%, 44,2%), mentre calano gli addetti in agricoltura (-21,7%, 4,3%) e nell’industria in senso stretto (-2,9%, 21,4%). I disoccupati risultano 15mila, in forte calo tendenziale (-41,8%).(foto Shutterstock)

Ravenna 13 dicembre

Biocarburanti dalla legna Lo scarto biologico diventa energia Da rifiuti a risorse. Trasformare materiale biologico di scarto come legna proveniente da eventi meteorologici catastrofici o scarti dell’agroindustria in biocarburanti. È quello che si propone di fare il progetto NET-Fuels, coordinato dal prof. Andrea Contin dell’Università di Bologna che è stato presentato il 14 e 15 dicembre a Ravenna e Marina di Ravenna. Una due giorni che vedrà gli interventi del prof. Contin, che introdurrà il progetto coadiuvato da Adriana E. Dasculto, project manager dell’Università, dell’Assessora Randi, che parlerà a nome del Comune di Ravenna, ente patrocinatore dell’evento, e della professoressa Mirella Falconi, presidentessa della Fondazione Flaminia, ente gestore attraverso Cifla del Tecnopolo di Ravenna, presso i cui laboratori verrà realizzato il progetto. (foto Shutterstock)

documento firmato lo scorso 1 giugno da Confindustria nazionale e Ministero dell’Interno. L’Accordo prevede, anche per la provincia di Ravenna, l’estensione del ricorso alla documentazione antimafia nei rapporti economici tra imprese private aderenti al sistema confindustriale, soprattutto in questo momento di riapertura dei cantieri grazie alle risorse del Pnrr. L’obiettivo del Protocollo è quello di assicurare che le attività svolte dalle aziende associate non vengano inquinate dalla criminalità organizzata.

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16 dicembre Patto antimafia delle imprese Confindustria coopera contro le infiltrazioni Sottoscritto tra il Prefetto di
stria
razione istituzionale
le procedure previste
Ravenna
Ravenna Castrese De Rosa e il Presidente di Confindu-
Romagna Roberto Bozzi il Protocollo antimafia finalizzato a rafforzare la coope-
contro le infiltrazioni criminali nell’economia legale, secondo
nel

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Faenza capitale del carbonio

L’industria locale guarda al futuro

Con la sottoscrizione di un memorandum di intenti, è stato formalizzato in questi giorni il primo passo per il riconoscimento formale di Faenza e il suo territorio come centro nevralgico del manufacturing avanzato. Il patto fra tutti i soggetti coinvolti ha come obiettivo l’identificazione del Territorio della Romagna Faentina come C-Hub, l’Hub dei materiali compositi, dove la C sta ad indicare quei materiali la cui lavorazione è la peculiarità eccellente del nostro territorio: carbonio, compositi, ceramica. Il memorandum, già presentato all’assessore regionale allo sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla, prevede in primis l’istituzione di un Tavolo permanente composto da aziende, enti di ricerca, università. A rappresentare il Tavolo, oltre all’Unione della Romagna Faentina che presiederà questo percorso, sono stati chiamati Otello Valenti, direttore risorse umane di Scuderia AlphaTauri spa, affiancato da Alessandra Sanson direttrice di Istec-Cnr Faenza, Alessandra Folli, manager di Romagna Tech e di Fondazione Flaminia come segreteria operativa in qualità di gestore del Tecnopolo.

ROMAGNA

2 dicembre

Taglia

minima delle vongole

La Ue consente la raccolta delle “pavarazze”

Sulla taglia minima delle vongole, è arrivato l’atteso via libera dall’Unione europea alla proroga della deroga fino al 31 dicembre 2025, che consentirà all’Italia di pescare i molluschi con taglia a 22 millimetri, contro i 25 millimetri imposti nel resto d’Europa. Il provvedimento entrerà in vigore il primo gennaio prossimo e avrà una durata di tre anni. “Un’ottima notizia per tutti i pescatori delle flotte dei Consorzi di gestione molluschi di Ravenna e Rimini è il commento dell’assessore all’Agricoltura e pesca Alessio Mammi-, che potranno continuare a svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle regole. Un risultato importante e non scontato, ottenuto attraverso un lavoro di relazione svolto a Bruxelles dall’europarlamentare Pietro Bartolo, che mi ha informato, e da altri europarlamentari italiani, che ringrazio”. (foto Shutterstock)

proteggere il patrimonio suinicolo dell’Emilia-

suina africana e a preservare i propri allevamenti dalla malattia che sta colpendo regioni vicine. Per questo motivo, su proposta di Raffaele Donini, assessore regionale alle politiche per la salute, e a Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura, la Regione stessa ha stanziato quasi 2 milioni, anticipati dall’Azienda sanitaria locale di Parma, per completare le recinzioni metalliche che delimitano le zone infette di Piemonte e di Liguria, in cui sono stati ritrovati cinghiali colpiti dalla peste suina. Quest’azione preventiva va sia a completare il progetto già avviato dalle altre Regioni, per prevenire la malattia cercando di ridurre la presenza di cinghiali. (foto Shutterstock)

RASSEGNA NOTIZIE 45
EMILIA-ROMAGNA 9 dicembre Lotta alla peste
da
Regione in campo con 2 milioni La Regione è fortemente impegnata
suina
cinghiali
a
Romagna dalla peste
Ravenna 13 dicembre

Forlì-Cesena 2 dicembre

Francesca

Bellettini (da Cesena) sul podio

Una delle 25 donne più influenti al mondo

ROMAGNA

Il Financial Times nella sua classifica delle 25 donne più influenti al mondo nel 2022 ha inserito l’italiana Francesca Bellettini, classe 1970, originaria di Cesena, attualmente presidente e amministratore delegato di Saint Laurent. Insieme a lei personaggi importanti come il giudice della Corte Suprema americana, Ketanji Brown Jackson, le donne iraniane, la tennista Serena Williams, l’ex moglie di Jeff Bezos, Mackenzie Scott e Megan Markle. “L’influenza ha molte forme – spiega il quotidiano – e per il 2022, abbiamo nuovamente commissionato le proposte di alcune delle donne più potenti del mondo”. E spiega: “È una celebrazione, naturalmente, ma anche un modo per interrogarsi sui modi in cui il potere e l’influenza stanno cambiando”. (foto Shutterstock)

Ravenna

28 novembre

Paolo Lucchi alla guida di Legacoop

Lascia Mario Mazzotti che va in pensione

Arriva un nuovo incarico per Paolo Lucchi. Infatti, dal 2 febbraio 2023 l’ex sindaco di Cesena diventerà presidente di Legacoop Romagna succedendo a Mario Mazzotti, giunto alla pensione, che guidava la struttura dal 2015, prima come direttore e poi come presidente. In Romagna sono poco meno di quattrocento le imprese aderenti a Legacoop, un’associazione che rappresenta aziende con una valore della produzione di oltre sei miliardi di euro, ottantamila soci e oltre 23 mila lavoratori. Da parte sua Paolo Lucchi – ha guidato la Confesercenti di Cesenatico, prima, e di Cesena poi, è stato amministratore delegato di Federcoop, oltre a consigliere comunale, regionale e poi sindaco di Cesena per due mandati – ha un curriculum politico-amministrativo di tutto rispetto.

30 novembre

Ceccolini

alla guida dei panificatori

“Combatteremo il caro-bollette”

Dopo oltre 30 anni di vita associativa all’interno degli organismi di tutela dei panificatori e pasticceri italiani Giancarlo Ceccolini è stato eletto Presidente nazionale della Federazione Italiana Panificatori, pasticceri ed affini, l’organizzazione maggiormente rappresentativa della panificazione italiana. Per anni membro del Comitato Esecutivo e VicePresidente nazionale della Federazione Italiana, Ceccolini è attuale Presidente del Sindacato Panificatori Artigiani Confcommercio provincia di Ravenna. Come prima iniziativa Ceccolini si è fatto promotore della manifestazione nazionale contro il caro bollette perché, ha sottolineato Ceccolini, “la panificazione italiana stia vivendo la sua crisi peggiore dal dopoguerra a oggi. Le nostre aziende sono strette tra aumenti di costo senza precedenti e impossibilità di adeguare i prezzi di vendita: una morsa micidiale che rischia di farle scomparire”.

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Registro imprese storiche

Riaprono i termini per le iscrizioni

Per quanto riguarda le imprese ravennati, sono trentaquattro quelle già in possesso del prestigioso riconoscimento. Le iscrizioni al “Registro delle imprese storiche” riaprono. Aver operato per almeno cento anni nello stesso settore merceologico ed essere ancora in attività, sono questi i requisiti per iscriversi nell’albo, promosso dalle Camere di commercio d’Italia con l’obiettivo di riconoscere il giusto valore a tutte quelle imprese che, nel tempo, con entusiasmo, con passione, con inevitabili sacrifici, con attaccamento all’azienda, e con forte responsabilizzazione sul lavoro, non si sono arrese di fronte alle crisi. Anzi, hanno trovato nuove strade per ricominciare a correre senza, però, perdere la propria identità, ma traendo forza dai territori, dalla vitalità del tessuto sociale, dai legami comunitari, e dalla partecipazione.

Forlì-Cesena 21 novembre

Il gruppo Amadori assume Servono 70 addetti in tutti i settori Il gruppo Amadori ha avviato un importante percorso di ricerca personale e assunzione per oltre 700 persone per i prossimi mesi, su tutti i siti principali della sua filiera integrata: in particolare in Romagna, per gli stabilimenti produttivi di Cesena e Santa Sofia (FC), per i siti in Abruzzo, a Mosciano S. Angelo (TE) e per le altre sedi in tutta Italia. L’azienda sta cercando figure ad ogni livello professionale: dagli addetti alla produzione ai magazzinieri, da figure tecniche e ingegneristiche legate alla manutenzione a diversi ruoli tecnico-amministrativi, oltre a figure in ambito HR, Marketing, IT e commerciale. Per facilitare il processo di selezione, Amadori ha riprogettato tutta la sezione “Lavora con Noi” del sito (https://www.amadori.it/lavora-con-noi), all’interno del quale si possono trovare tutte le opportunità di lavoro e a cui ci si può candidare.

Il Pnrr resta senza segreti

Online i progetti del Comune È on line sul sito istituzionale del Comune di Rimini una nuova sezione dedicata ai progetti candidati e finanziati attraverso le risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resistenza. Collegandosi al link https://www.comune.rimini.it/pnrr è possibile approfondire gli obiettivi strategici del Piano, consultare le schede dei diversi progetti (per oltre 106 milioni di euro) suddivisi tra le diverse “missione di intervento” e anche avere una visione di insieme grazie alla mappa interattiva che consente di geolocalizzare i progetti sul territorio riminese. Uno strumento per consentire ai cittadini di approfondire l’importante lavoro che il Comune di Rimini già da mesi ha avviato prima per monitorare i bandi e poi per proporre progettualità in grado di intercettare le risorse europee messe a disposizione dal Piano. (foto Shutterstock)

RASSEGNA NOTIZIE 47
26 novembre
Rimini
Ravenna 17 novembre

Romagna24economia

Magazine di economia, affari, impresa e società

Inchiesta a cura di Giorgio Costa

Direttore responsabile: Marco Montruccoli

Direttore editoriale: Carlo Serafini

Forlì-Cesena Ravenna Rimini

Distribuito tramite Gls, Posta e direttamente, presso: Associazioni datoriali Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura della Romagna Camere di Commercio

Aziende della Romagna a rotazione Istituzioni

Romagna24economia offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia Srl. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003.

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| anno 2 | dicembre 2022
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