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in questo numero:
L’agroalimentare svetta tra le imprese green pagina 3
La Regione sostiene la svolta green delle imprese pagina 7
Ecomondo, la piattaforma internazionale della transizione pagina 11
Dalla Regione 100 milioni per l’agricoltura “verde” pagina 13
Coltivazioni orticole più sostenibili pagina 17
Tutela dell’ambiente senza penalizzare i campi pagina 19
“Aiutiamo le imprese a diventare più green” pagina 21
Ecomondo 2025 - Programma eventi pagina 23
L’energia prepara il suo nuovo corso green pagina 29

Il turismo tiene e punta alla sostenibilità pagina 33
La sostenibilità seduce i viaggiatori pagina 37
“Rinnoviamo i mezzi e potenziamo i servizi” pagina 41

Conscoop, persone e pianeta al centro pagina 43
Gli imballaggi inquinano meno e proteggono di più pagina 45

La sostenibilità permea, ogni giorno di più, la nostra vita e influenza le scelte della politica e del mondo produttivo. E se è vero che il numero delle aziende green in Romagna, secondo le rilevazioni della Regione Emilia-Romagna, è sostanzialmente stazionario, poco sopra quota 1800 unità, è altrettanto vero che la sensibilità green è in forte crescita, sostenuta anche da importanti politiche pubbliche dai trasporti all’agricoltura, dalla logistica al packaging. Tutti settori presi in esame in questo numero di Romagna24Economia. E, in un panorama fortemente ricettivo sulle tematiche della sostenibilità, il mondo agricolo, pure attento al tema, appare in forte difficoltà, stretto tra la necessità di produrre e di combattere gli agenti patogeni e norme restrittive che di fatto riducono in maniera sensibile la produzione. Urge che la Pac dia risposte concrete e le politiche comunitarie, pur nel contesto della giusta sostenibilità delle molecole chimiche, siano di ausilio e non di ostacolo alla produzione. Anche perché altrove nel mondo le regole sono meno stringenti e noi continuiamo a importare prodotti meno salubri ma che costano meno e mettono fuori mercato le nostre produzioni.



L’agroalimentare svetta tra le imprese green Sono poco meno di 2mila in Romagna le aziende sostenibili
L’Osservatorio GreenER dal 2013 fotografa il fenomeno della Green Economy sul territorio regionale, raccogliendo dati e informazioni utili a: orientare le politiche regionali; individuare le aziende green per valorizzarle e farle emergere; cogliere le linee di sviluppo più promettenti per la realtà produttiva.
Tra i criteri di riferimento per la classificazione green il possesso di certificazioni ambientali di processo o di prodotto

ART-ER gestisce l’Osservatorio svolgendo varie attività mirate a promuovere la Green Economy, che spaziano dall’analisi di casi studio agli approfondimenti tematici o di filiera, dalle analisi statistiche alle attività di informazione e comunicazione.
Nel rapporto dell’Osservatorio GreenER (edizione 2024), sono oltre 7.000 le aziende in Emilia-Romagna qualificabili come “green”, tra cui circa 2.000 nel settore primario e quasi 5.000 nel settore Industria e servizi. Si tratta di aziende che
appartengono a settori prettamente ambientali (come ad esempio ciclo idrico, rifiuti, energia da fonti rinnovabili); aziende che, a prescindere dal settore di appartenenza, hanno reso più sostenibile il proprio processo produttivo o il proprio prodotto; aziende che forniscono tecnologie, prodotti e servizi innovativi e meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Nelle province della Romagna – Forlì-Cesena; Ravenna; Rimini – sono state censite 1.914 come green, circa il 25% del valore regionale. [si veda il grafico “Suddivisione provinciale” a pag. 4]
I tre settori più popolati sono l’agroalimentare (in questo settore sono incluse anche le imprese del settore primario) con una percentuale del 48%, il settore del ciclo rifiuti e della mobilità, rispettivamente con il 10%.
La distribuzione nei vari settori delle aziende green della Romagna risulta avere una maggioranza di imprese del settore dell’agroalimentare come nell’andamento regionale; mentre per quello che riguarda gli altri settori vediamo una distribuzione leggermente diversa, infatti il settore della meccanica allargata nella distribuzione regionale ha 7 punti percentuali, come la mobilità, mentre nella distribuzione romagnola ricopre solo il 3%. [si vedano i grafici isotto]





delle aziende green in Emilia-Romagna








Bologna Modena
Parma
Reggio Emilia
Forlì-Cesena
Ravenna
Piacenza
Ferrara
Rimini






Tra i principali criteri di riferimento per la classificazione green delle aziende emiliano romagnole c’è il possesso di una o più certificazioni ambientali sia di processo che di prodotto, in particolare tra le aziende dell’Osservatorio GreenER prevalgono due certificazioni: la certificazione biologica e la ISO 14001. Entrando nel merito delle certificazioni, ART-ER oltre a gestire l’Osservatorio GreenER si occupa anche del monitoraggio delle certificazioni in Emilia Romagna, non sono quelle strettamente legate alla sostenibilità ambientale.
In alto il grafico che riporta i numeri dei certificati di processo e prodotto presenti nelle province della Romagna e in tutta la Regione Emilia-Romagna a confronto (dati aggiornati a dicembre 2024). Si evidenzia che quelli riportati in seguito sono il numero di siti o prodotti certificati, non il numero delle imprese in possesso di certificazione.
Le certificazioni principali del territorio romagnolo sono, andando in ordine decrescente, quelle legate al sistema di gestione della qualità (ISO 90001), al sistema di gestione ambientale (ISO 14001), alla sicurezza dei luoghi di lavoro (ISO 45001), alla certificazione di prodotto Fsc (Forest stewardship council), al sistema di gestione dell’energia (ISO, 50001), alla responsabilità sociale d’impresa (SA 8000), alla certificazione Emas (Eco-management and audit scheme) ed infine la certificazione di prodotto Pefc (Programme for the endorsement of forest certification schemes).






La Regione sostiene la svolta green delle imprese Cresce la partecipazione ai bandi da parte delle aziende
La svolta green delle imprese va sostenuta e accompagnata anche perché ormai il “non green” è da considerarsi un’eccezione. Di imprese green si occupa Marco Ottolenghi, responsabile Unità ambiente di ART-ER e componente Osservatorio GreenER.
Dottor Ottolenghi, con quale velocità si sta incrementando la pattuglia delle imprese green dell’Emilia-Romagna e della Romagna in particolare?
In aumento le certificazioni ambientali che indicano il concreto interesse del mondo produttivo

Le politiche europee sul green deal in questo ultimo quinquennio hanno sostanzialmente cambiato la percezione del green nelle imprese. Oggi le imprese dovrebbero essere considerate “green” per definizione e il “non green” dovrebbe essere l’eccezione. L’Osservatorio GreenER nel lontano 2010 è partito con la definizione di un paradigma delle imprese green e ha seguito nel tempo le dinamiche evolutive del sistema produttivo regionale arrivando a censire (Rapporto GreenER edizione 2024) oltre 7.000 aziende in Emilia-Romagna qualificabili come “gre-
Marco Ottolenghi, responsabile Unità ambiente di ART-ER e Osservatorio GreenER
en”: circa 2.000 nel settore primario e quasi 5.000 nel settore ‘industria e servizi’. Non si sono rilevate negli ultimi anni sostanziali differenze in termini di crescita, anche a livello provinciale. In particolare, come la precedente rilevazione, si conferma che il 25% di queste imprese sono ubicate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. In poche parole, tenendo conto delle tendenze e delle strategie green di questi ultimi anni, non è la velocità di crescita delle imprese green che deve essere monitorata ma è necessario comprendere attraverso una lettura verticale dei settori in che modo le aziende adottano sistemi di ‘green compliance’.
Quali sono i settori in cui il green è più presente?
Anche a livello settoriale non ci sono sostanziali differenze e si confermano i numeri delle precedenti edizioni. A livello regionale, invece, i settori più rappresentati sono sempre le aziende del settore dell’agroalimentare, seguite dalle aziende del ciclo rifiuti, della mobilità e della meccanica allargata.
In Romagna i settori che numericamente parlando, hanno quote maggiori di “aziende green” sono l’agroalimentare, soprattutto attraverso le certificazioni bio, sono il 48% delle imprese green romagnole includendo anche le imprese del settore primario, a seguire il settore del ciclo rifiuti e della mobilità che pesano rispettivamente il 10%. (vedi grafico a fianco)
Ma oggi l’attenzione va posta su altri aspetti. Quali, in particolare?
Ritornando al concetto di paradigma green e delle nuove logiche che trainano la transizione ecologica, è necessario analizzare ogni singolo settore a partire da quelli che assumono una priorità nelle politiche green europee. Prendiamo ad esempio il Regolamento Ecodesign per prodotti sostenibili pubblicato a giugno 2024 (Regolamento (UE) 2024/1781) che prevede la definizioni di criteri progettazione sostenibile lungo l’intero ciclo di vita del prodotto in tutti settori ad eccezione dei settori che producono gli alimenti, i mangimi, i medicinali e i prodotti veterinari.
[ Settori principali in termini di rappresentatività numerica ]



La Commissione Europea ha individuato i settori prioritari su cui iniziare a lavorare: Tessili e abbigliamento, produzione di pneumatici, mobili, materassi, ferro, acciaio e alluminio. È da qui che bisogna partire per dare una lettura delle performance green delle imprese del territorio emiliano-romagnolo.
Le politiche pubbliche di sostegno si stanno rivelando efficaci?
Le politiche pubbliche di sostegno, a livello europeo, nazionale e regionale, sono indirizzate a garantire da una parte il rispetto dei principi del cosiddetto Dnsh (Do not significant harm) di non arrecare nessun danno significativo all’ambiente, vincolante nell’accesso ai finanziamenti


PNRR e dei programmi della politica di coesione europea (FESR, FSE+, FEASR), e dall’altra garantire lo sviluppo di progettualità che diano una concreta attuazione al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento climatico, uso sostenibile delle risorse idriche, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, tutela degli ecosistemi e biodiversità e di gestione circolare delle risorse.
Come si muove la Regione Emilia-Romagna?
La Regione Emilia-Romagna ha definito nell’ultima programmazione una serie di bandi di finanziamento dedicati alle tematiche green, in particolare possiamo citare la seconda edizione del bando rivolto alle imprese sull’economia circolare, il Fondo multiscopo dedicato ad interventi di green economy (efficienza energetica, fonti rinnovabili, economia circolare) per imprese di qualsiasi dimensione e i bandi di finanziamento STEP che mirano a sostenere investimenti e progetti di ricerca e sviluppo in tecnologie strategiche per l’Europa, con una forte attenzione agli aspetti “green” e alla sostenibilità. Ad oggi non è possibile esprimere un giudizio sull’efficacia di queste misure, in corso di attuazione, ma sarà possibile farlo a fine programmazione 2021-2027. Sicuramente un indicatore importante che oggi si può considerare è la partecipazione delle imprese a questi bandi di finanziamento e conseguentemente la significatività dei loro progetti. In conclusione i finanziamenti pubblici dell’Emilia- Romagna stanno stimolando investimenti green
e favorendo la diffusione di pratiche sostenibili.
I privati quanto credono, e perseguono, la svolta green?
Un importante indice che ci aiuta a comprendere in che modo i privati, le imprese, perseguono la svolta green è la diffusione del sistema di certificazioni ambientali. L’Emilia-Romagna si posiziona tra le regioni leader per numero di imprese che hanno ottenuto certificazioni ambientali come la ISO 14001 e la EMAS. Questo indica un impegno concreto delle aziende nel rispettare standard elevati di gestione ambientale, anche grazie agli incentivi e al supporto della Regione. Secondo i dati del monitoraggio 2024 in Emilia Romagna risultano presenti 2.446 siti in possesso di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001) di cui il 23% situati in Romagna, 464 siti in possesso di un sistema di gestione dell’energia (ISO 5001) di cui il 19% in Romagna e 141 siti Registrati Emas di cui il 25% presenti nelle province della Romagna. In termini di certificazione ambientale di prodotto questa Regione mantiene il primato internazionale per le dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD) nel settore Agroalimentare e si colloca al terzo posto della classifica nazionale per la diffusione delle certificazioni forestali FSC con 321 su tutto il territorio regionale di cui il 25% nella Romagna. Sicuramente questo è uno degli aspetti per misurare l’impegno green delle imprese ma non il solo.


Cosa serve fare per aumentare l’approccio green delle imprese?
Per aumentare l’approccio green delle imprese, è necessario agire su più fronti: normativo, finanziario, formativo e tecnologico. È opportuno considerare però che a livello normativo sono intervenuti in questo ultimo anno importanti provvedimenti da parte della Commissione Europea che hanno determinato un rallentamento di alcuni processi e creato uno stato di incertezza tra le imprese. La
proposta legislativa della Commissione Europea, adottata a febbraio 2025, nota come il “Regolamento Omnibus”, ha introdotto un pacchetto di modifiche e aggiornamenti con l’obiettivo principale di semplificare gli oneri amministrativi per le imprese, in particolare per le Pmi, senza compromettere gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo ma che in realtà segnano una parziale inversione di marcia rispetto agli impegni ed obiettivi che l’Unione Europea si era posta in una conversione green del sistema industriale. In particolare si è innescato un processo che ha portato ad una drastica revisione della direttiva sul reporting di sostenibilità cosiddetta CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
Sicuramente creare un contesto normativo europeo più chiaro e certo può essere determinante per l’accelerazione della transizione green del sistema produttivo. Sicuramente la combinazione di una serie di azioni messe in campo anche su formazione, semplificazioni, incentivi strutturali, politica industriale, finanza può rendere questa trasformazione più efficace.



Al via la 28ª edizione organizzata da Italian Exhibition Group di Rimini
Italian Exhibition Group (IEG) presenterà dal 4 al 7 novembre 2025 al Rimini Expo Centre la 28ª edizione di Ecomondo, manifestazione europea dedicata all’economia circolare e alla transizione ecologica. Con 166.000 metri quadrati di esposizione, 30 padiglioni e oltre 80 associazioni internazionali di settore, il salone si conferma piattaforma di incontro tra imprese, istituzioni e centri di ricerca, occasione di dialogo e scambio sulle più avanzate soluzioni per la sostenibilità.

Alla Fiera di Rimini dal 4 al 7 novembre il punto di riferimento per la green, blue e circular economy
Le sette aree tematiche rappresentano il cuore della manifestazione. Waste as Resource affronterà i temi del recupero e riciclo dei rifiuti, mostrando tecnologie e processi che trasformano gli scarti in nuove risorse. Water Cycle & Blue Economy presenterà soluzioni per la gestione del ciclo idrico e per la salvaguardia degli ecosistemi marini e costieri.
Bioenergy & Agriculture metterà in luce il legame tra agricoltura ed energia, con focus su biogas, biometano e valorizzazione dei reflui agricoli. Sites & Soil Restoration sarà dedicata alla bonifica dei suoli e al recupero delle aree compromesse. Earth Observation & Environmental Monitoring proporrà applicazioni digitali e satellitari per il monitoraggio ambientale e la gestione predittiva. Circular and Regenerative Bio-Economy punterà sui modelli biobased e rigenerativi, mentre l’area SAL.VE (Salone del Veicolo per l’Ecologia), organizzata con ANFIA, si focalizzerà sui veicoli per l’igiene urbana e la raccolta dei rifiuti.
I distretti tematici
Ai percorsi espositivi si affiancheranno i distretti tematici. La Blue Economy ospiterà progettualità dedicate alla protezione degli ambienti marini, il Textile District offrirà soluzioni per la moda sostenibile, con focus su ecode-

sign, tracciabilità e riciclo, temi cruciali per il futuro del settore. Il Circular & Healthy City District proporrà invece modelli di città resilienti e circolari, il Paper District presenterà le buone pratiche nel ciclo di vita della carta, mentre il Trenchless District mostrerà le tecniche no-dig (senza scavo) per infrastrutture sotterranee a basso impatto ambientale. L’Innovation District accoglierà startup, centri di ricerca e investitori, mettendo in luce soluzioni di ecodesign, packaging sostenibile e tecnologie per la decarbonizzazione nei settori chiave come energia, edilizia e tessile. Il Green Jobs & Skills sarà l’area di networking e formazione su competenze specialistiche per la transizione ecologica. A completare il quadro, il Premio Lorenzo Cagnoni darà visibilità ai progetti più innovativi per la sostenibilità ambientale. Sono previsti anche tour tematici gratuiti, prenotabili tramite il sito o l’app di Ecomondo, in italiano e inglese, con 500 posti disponibili, dedicati ad approfondimenti su plastica, acqua, suolo e innovazione.
La mappa dei convegni
bioenergie, finanza sostenibile, comunicazione ambientale, cooperazione tra Mediterraneo e Africa e Piano Mattei.
Tra gli appuntamenti di maggiore rilievo ci saranno gli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la Commissione Europea e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’iniziativa porterà a Rimini istituzioni, imprese e stakeholder per un confronto


di alto livello sulle strategie ambientali e industriali.
Grazie al supporto di ICE Agenzia e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), parteciperanno delegazioni da tutto il mondo, rafforzando la dimensione internazionale della manifestazione, che può contare su un network globale iniziative, tra cui Ecomondo Messico, Ecomondo Cina e il Green Med Expo & Symposium di Napoli.
Il programma convegnistico, curato dal Comitato Tecnico Scientifico, proporrà temi come digital twin, gestione predittiva, Next Generation EU, ripristino degli ecosistemi,
Per favorire la partecipazione all’evento da parte dei visitatori europei e internazionali, saranno attivati voli diretti e operati da LuxWing per Rimini da Monaco di Baviera e Roma. Con la sua ampia offerta espositiva, la partecipazione internazionale e il programma scientifico di alto livello, Ecomondo 2025 si conferma la piattaforma di riferimento per l’innovazione e la transizione ecologica.

Dalla Regione 100 milioni per l’agricoltura “verde”
Approvati 7 bandi dalle produzioni bio al miglioramento dei suoli
Supporto all’agricoltura biologica e integrata, interventi di contrasto all’impoverimento dei suoli, sostegno ai castagneti da frutto e tutela dell’agrobiodiversità.
Mammi: “Sosteniamo modelli produttivi innovativi”
La Regione Emilia-Romagna rinnova l’impegno a promuovere un’agricoltura sostenibile e di qualità, mettendo a disposizione oltre 100 milioni di euro per il triennio 2025-27: risorse che saranno distribuite attraverso 7 nuovi bandi a valere sui fondi europei dello Sviluppo Rurale. Si tratta di misure che hanno come obiettivo garantire e incentivare le migliori pratiche ambientali e climatiche come l’adozione di metodi di produzione rispettosi del territorio; il ripristino, la salvaguardia e il miglioramento degli ecosistemi e l’efficientamento delle risorse in un’ottica produttiva a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici.

Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca
“Lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, competitiva e attenta al territorio è uno degli obiettivi strategici per il comparto agroalimentare dell’Emilia-Romagna - commenta l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi - Queste risorse
sono finalizzate a incentivare pratiche rispettose dell’ambiente e a sostenere gli obiettivi delle imprese che scelgono di adottare modelli produttivi innovativi e sostenibili. L’obiettivo è tutelare le risorse naturali e la biodiversità, e contemporaneamente offrire un contributo concreto agli agricoltori per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici, contrastare l’impoverimento dei suoli e ridurre l’impatto ambientale della pratica agricola”.
I sette bandi approvati Tra i sette bandi approvati dalla Giunta, due riguardano l’agricoltura biologica e la produzione integrata. Il primo ha stanziato per il 2025 oltre 21,35 milioni finalizzati al pagamento per la conversione o il mantenimento di pratiche di agricoltura biologica. Il periodo di impegno è quinquennale.
Alle aziende aderenti, si riconoscono premi a superficie, diversificati per le diverse tipologie di colture e allevamenti. Il secondo mette a disposizione oltre 5,72 milioni per la prima annualità (2025) e prevede un sostegno per ettaro di
Superficie agricola utilizzata (Sau) a favore dei beneficiari che si impegnano ad adottare le disposizioni tecniche indicate nei Disciplinari di produzione integrata (Dpi) stabiliti per la fase di coltivazione, aderendo al Sistema di qualità nazionale produzione integrata (Sqnpi). Anche in questo caso il periodo di impegno è quinquennale.
Altri due interventi puntano a contrastare il degrado dei suoli. Uno mette a disposizione, per il 2025, oltre 2,67 milioni destinati a favorire l’adozione di tecniche di lavorazione conservative per il suolo e migliorative per la sua fertilità. Il periodo di impegno è quinquennale. L’altro riguarda l’apporto di sostanza organica nei suoli e ha stanziato, per l’annualità 2025, quasi 2,68 milioni riservati ai beneficiari che si impegnano a migliorare le caratteristiche strutturali e chimico-fisiche dei suoli agricoli mediante l’apporto e il mantenimento diretto di sostanza organica. Il periodo di impegno è quinquennale.

Due ulteriori azioni sono rivolte ai castagneti da frutto e al mantenimento della forestazione, dell’imboschimento e dei sistemi agroforestali. Per quanto riguarda il sostegno ai castagneti da frutto gestiti attivamente da parte di imprenditori agricoli e altri gestori del territorio, verranno assegnati oltre 333mila euro per il 2025. Il periodo di impegno previsto è di 5 anni. Le risorse dirette al mantenimento della forestazione, dell’imboschimento e dei sistemi agroforestali, invece, sono quasi 364mila euro, sempre per il 2025, e serviranno a riconoscere agli agricoltori in attività un sostegno per prolungare il periodo di impegno degli impianti di imboschimento. Il periodo di impegno in questo caso è decennale. Un ultimo bando è riservato al ritiro dei seminativi dalla produzione e stanzia, per la prima annualità di impegno (2025), oltre 211mila euro. Si applica limitatamente alle superfici che hanno già concluso un precedente periodo ventennale di impegno da non oltre cinque anni e che non siano state rimesse in coltivazione dopo la scadenza di impegno, indipendentemente dalle fasce altimetriche. Trova applicazione prioritariamente nelle aree della Rete Natura 2000, anche a supporto delle misure previste dal Quadro di azioni prioritarie per Natura 2000 2021-27 (PAF) e nelle altre aree protette. Previsto un periodo di impegno di durata ventennale.

Nel 2024 nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini – secondo la denominazione della locale Camera di commercio calano, in termini annui, le imprese agricole biologiche, in linea, comunque, con la variazione altrettanto negativa a livello regionale; in flessione anche le imprese dedite all’allevamento con il metodo biologico. Stabili, invece, le superfici destinate alle relative coltivazioni, qui con differenze provinciali (in lieve aumento a Forlì-Cesena, in diminuzione a Rimini). Numeri positivi si riscontrano per l’incidenza sia delle imprese “bio”, sul totale delle imprese agricole, sia della relativa Sau, sulla Sau complessiva, entrambe superiori ai medesimi dati regionali. Questi, in sintesi, i principali risultati derivanti dall’analisi dell’Area Agricoltura sostenibile dell’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna.
Al 31 dicembre 2024 nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono presenti 1.180 aziende agricole biologiche, considerando i Produttori agricoli, pari al 20,5% del totale regionale, con una diminuzione annua dell’1,2% (-1,2% anche in Emilia-Romagna). L’incidenza delle imprese “bio” sul totale delle imprese agricole è del 15,2%, maggiore del peso che le stesse assumono in Emilia-Romagna (12,1%).
La Sau biologica ammonta a 38.298 Ha (il 19,8% del totale regionale), sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (-0,1%), così come anche in Emilia-Romagna (+0,1%); la relativa incidenza, sulla Sau complessiva, risulta pari al 32,6%, nettamente superiore a quella regionale (18,6%).
Le imprese agricole con almeno un allevamento biologico sono 234, con una flessione annua (-8,9%), mentre risultano 388 allevamenti biologici complessivi.
“L’agricoltura biologica è un settore sostenuto da innovazione e ricerca, che richiede figure professionali sempre più specializzate, sia in ambito tecnico, sia nella gestione dei moderni canali di vendita e nella promozione del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Lo sviluppo del settore bio, quindi, va di pari passo con la nascita


di nuove competenze e professionalità ed è, quindi, una grande opportunità per la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità, soprattutto per i giovani – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Nel nostro territorio romagnolo, dopo anni di crescita, negli ultimi due anni si è registrato un rallentamento del settore biologico. Questo andamento è stato influenzato da eventi atmosferici estremi e dalle difficoltà della congiuntura economica. Tuttavia, va evidenziato che negli ultimi dieci anni il settore ha conosciuto una forte espansione, con una decisa crescita sia dei produttori bio (+66,4% sul 2014) sia delle relative superfici coltivate, quasi raddoppiate nel lungo periodo e che superano il target del 25% previsto dal Green Deal europeo per il 2030”.

Carlo Battistini, presidente Camera di commercio della Romagna
L’agricoltura biologica in provincia di Forlì-Cesena
Al 31 dicembre 2024 in provincia di Forlì-Cesena sono presenti 837 aziende agricole biologiche, considerando i Produttori agricoli, pari al 14,5% del totale regionale (2° posizione, dopo Parma), con una diminuzione annua dello 0,9% (-1,2% in Emilia-Romagna). L’incidenza delle imprese bio sul totale delle imprese agricole è del 14,8%, superiore al peso delle stesse in Emilia-Romagna (12,1%).
La Sau biologica ammonta a 28.042 Ha (14,5% del totale regionale), in lieve aumento rispetto al 2023 (+0,4%), diversamente dalla sostanziale stabilità dell’Emilia-Romagna (+0,1%); la relativa incidenza, sulla Sau complessiva, risulta
pari al 33,2% (primo posto tra le province emiliano-romagnole), nettamente superiore a quella regionale (18,6%).
Nel 2024, il 61,0% del totale della Sau biologica è stato destinata ai seminativi, il 28,3% alle foraggere e il restante 10,7% alle colture arboree, con prevalenza, in queste ultime, della coltivazione della vite (5,1%).
In provincia le imprese agricole con almeno un allevamento biologico sono 173, con una variazione annua negativa (-6,0%); 296, invece, risulta il totale degli allevamenti biologici (prima posizione tra le province regionali), di cui la maggior parte destinati a bovini e bufalini (144 unità).
L’agricoltura biologica in provincia di Rimini
Al 31 dicembre 2024 in provincia di Rimini sono presenti 343 aziende agricole biologiche, considerando i produttori agricoli, pari al 6% del totale regionale (penultima posizione, davanti a Ravenna), con una diminuzione annua dell’1,7% (-1,2% in Emilia-Romagna). L’incidenza delle imprese bio sul totale delle imprese agricole è del 16,4%, superiore al peso delle stesse in Emilia-Romagna (12,1%).
La Sau biologica ammonta a 10.256 Ha (5,3% del totale regionale), in calo rispetto al 2023 (-1,5%), diversamente dalla sostanziale stabilità dell’Emilia-Romagna (+0,1%); la relativa incidenza, sulla Sau complessiva, risulta pari al 31,0% (secondo posto, dopo Forlì-Cesena, tra le province emiliano-romagnole), nettamente superiore a quella regionale (18,6%).
Nel 2024, il 75,5% del totale della Sau biologica è stato destinata ai seminativi, il 17,2% alle foraggere e il restante 7,3% alle colture arboree, con prevalenza, in queste ultime, della coltivazione della vite (4%).
In provincia le imprese agricole con almeno un allevamento biologico sono 61, con una variazione annua negativa (-16,4%); 92, invece, risulta il totale degli allevamenti biologici (settima posizione tra le province regionali, davanti a Ravenna e Ferrara), di cui la maggior parte destinati a bovini e bufalini (53 unità).




Razionalizzare gli input agricoli è una delle sfide per avere un settore orticolo sempre più sostenibile: ottimizzare significa agire sulle risorse idriche e nutritive, riducendo gli sprechi ma anche identificando le più efficaci modalità di irrigazione e fertirrigazione per favorire il migliore sviluppo delle diverse colture. Risultati che possono essere raggiunti anche sfruttando al meglio le nuove opportunità aperte dall’innovazione tecnologica e dall’Intelligenza Artificiale. È con questi obiettivi che F.In.A.F., la principale Aop ortofrutticola transnazionale europea, e Cer – Canale Emiliano Romagnolo hanno dato vita al progetto “Efficientamento dell’irrigazione a goccia in colture orticole”. Un progetto ambizioso che ha scelto una coltura simbolo dell’Emilia-Romagna: il pomodoro da industria, un’orticola particolarmente esigente sotto il profilo idrico e nutrizionale e fulcro di una filiera di impor-

Il pomodoro al centro delle innovazioni più significative
tanza strategica a livello nazionale.
“La sperimentazione, avviata nel 2024 all’Acqua Campus di Budrio (Bologna), ha attraversato tutto il 2025 e si protrarrà fino alla fine dell’anno prossimo –spiega Riccardo Ercoli di Fi.N.A.F.- e sono già stati raccolti i primi dati che hanno permesso di confrontare i sistemi di irrigazione a goccia tradizionali con le più innovative soluzioni offerte dall’evoluzione tecnologica: sistemi a intermittenza e a bassa portata, abbinati a strategie di fertirrigazione e all’impiego di Dss (Decision support systems) come Irriframe e Fert-Irrinet. I primi risultati di questi confronti hanno evidenziato vantaggi significativi delle nuove tecnologie: nei campi prova abbiamo registrato una consistente riduzione delle perdite idriche per infiltrazione profonda ma anche una minore lisciviazione di nitrati in falda, il che significa che l’azoto della fertilizzazione si è
fermato dove serve e non si è disperso nelle falde sotterranee. Ma non solo: abbiamo rilevato una migliore distribuzione dell’acqua nel suolo e una riduzione degli scarti in raccolta”.
Irrigazioni
innovative
L’utilizzo dei diversi metodi di irrigazione non ha impattato sulle quantità prodotte e, inoltre “le prove con tecnologie innovative hanno garantito una gestione più efficiente di acqua e nutrienti, con una qualità del raccolto perfettamente in linea con le esigenze industriali. I dati raccolti –sottolinea Domenico Solimando del Cer - confermano che l’irrigazione ad intermittenza, supportata da sistemi di monitoraggio avanzati, può rappresentare una soluzione concreta per le colture orticole. L’irrigazione a goccia intermittente è una tecnica innovativa che combina i vantaggi del sistema a goccia con un controllo temporale dell’erogazione dell’acqua che viene distribuita a intervalli regolari, anziché in modo continuo. Questo sistema è ideato per ottimizzare l’uso dell’acqua, migliorare l’assorbimento da parte delle radici e ridurre gli sprechi. La ricerca ci aiuta a trasformare la sperimentazione in pratiche realmente applicabili nelle aziende agricole”.


Il pomodoro da industria
La sperimentazione proseguirà anche per la prossima campagna del pomodoro da industria, ma i risultati sono incoraggianti: “La sfida per il settore non è solo produttiva, ma anche ambientale: è possibile garantire redditività alle aziende riducendo al minimo gli sprechi e l’impatto sulle risorse naturali. Siamo partiti con un obiet-


tivo chiaro e i dati fin qui raccolti confermano come si possa fare un uso più razionale dell’acqua senza compromettere la produttività. Il progetto proseguirà con ulteriori prove di campo per consolidare i risultati e favorire l’adozione su larga scala delle tecniche sperimentate – concludono Ercoli e Solimando -, mettendo a disposizione degli agricoltori strumenti pratici per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico”.

Confagricoltura: “La
transizione non può bloccare le produzioni”
Non esistono solo pro o solo contro: declinare la sostenibilità in agricoltura è diventata la sfida del secolo. Come i produttori e imprenditori agricoli perseguiamo da anni, soprattutto in Emilia-Romagna, un obiettivo ambizioso ossia produrre di più utilizzando sempre meno risorse (acqua, energia, fertilizzanti), adottando buone pratiche agronomiche e tecniche di agricoltura integrata, che prediligono un uso razionale dei concimi di sintesi e l’adozione di innovazioni tecnologiche per limitare l’impatto ambientale, puntando a innalzare gli standard qualiquantitativi, garantendo la salubrità dei prodotti e la fertilità del suolo. Come agricoltori investiamo quote sempre maggiori nel risparmio idrico ed energetico, e in modelli di economia circolare che guardano al futuro.

Annata agraria 2025 messa in crisi dall’impossibilità di contrastare i nuovi agenti patogeni
Ma per assicurare a tutti la fornitura di alimenti sani e nutrienti, a prezzi accessibili per i consumatori, abbiamo
bisogno di un sistema economico capace di generare progressi continui e duraturi, assicurando reddito e posti di lavoro e gestendo le risorse in modo efficiente. Tutto ciò che oggi manca al comparto agricolo.
Una Pac che aiuti realmente le imprese
Per questo continueremo a batterci, dentro e fuori i tavoli, per chiedere più attenzione e sostegno all’impresa, a partire da una Politica agricola comune forte. Infatti, con la proposta di riforma della presidente Ursula Von der Leyen la Pac subirà un taglio di 86 miliardi rispetto alla programmazione 2021/2027. Dunque, in un momento critico per gli agricoltori costretti a fronteggiare sfide di mercato epocali e drastici cali produttivi, l’Unione Europea investe sempre meno, nell’ordine del - 22,4% rispetto all’attuale Pac.
Continueremo a batterci, inoltre, per la revisione del Green



Deal europeo che ha fortemente limitato l’utilizzo di molecole importanti nella fase di produzione perché, e lo sottolineiamo, la transizione ecologica non può tradursi in una rinuncia alla capacità produttiva: non ci sono più strumenti per difendere le coltivazioni dai patogeni, è già stato vietato l’impiego di molti principi attivi e altri saranno banditi nei prossimi anni.
Serve tutelare le produzioni
Lo scenario che si trovano a fronteggiare gli agricoltori è complesso: forte riduzione delle soluzioni da mettere in atto, fenomeni di resistenza sempre più diffusi, e non ultimo le molecole “alternative” a quelle di sintesi che hanno una efficacia limitata. A preoccupare è anche l’evoluzione dei virus e l’insorgenza di nuovi ceppi virali mai visti prima, capaci di superare le resistenze genetiche delle piante selezionate, rendendo obsolete le strategie di difesa. L’annata agraria 2025 si chiude con una riduzione complessiva delle rese in campo davvero preoccupante, dovuta principalmente alla mancanza di strumenti efficaci di contrasto agli agenti esterni, tra cui gli attacchi di insetti e patogeni sempre più frequenti, sempre più dannosi: un crollo nei raccolti che lede prima di tutto la

dignità di ogni agricoltore e parimenti la sua stabilità e redditività a lungo termine. Ma questa crisi può e deve diventare un’occasione di rilancio.
Puntare sul miglioramento genetico
Confagricoltura chiede di agire in fretta sul fronte della ricerca e del miglioramento genetico per identificare e sviluppare nuove varietà geneticamente più resistenti o tolleranti ai virus, inclusa la selezione di genotipi che riducano la percentuale di infezione e accelerare sull’uso di biotecnologie innovative per potenziare la resistenza delle piante (TEA-Tecniche di Evoluzione Assistita). Arrivare a una difesa efficace delle colture con l’impiego di genetica innovativa significherebbe aprire una nuova stagione per l’agricoltura: una sostenibilità che non esclude, ma integra quella ambientale, economica e sociale. Una sfida difficile, ma possibile. E noi siamo pronti ad affrontarla, con il realismo di chi conosce la terra e la speranza di chi continua a credere nel futuro dell’agricoltura italiana.
Marcello Rivalta, presidente Confagricoltura Ravenna

l’intervista › Vincenzo Colla
“Aiutiamo le imprese a diventare più green” I bandi della Regione sostengono gli investimenti
Imprese sensibili al tema della sostenibilità, per motivi sia economici sia reputazionali, con le medie e grandi imprese in vantaggio sulle piccole e le micro; gli investimenti aumentano grazie anche ai bandi di sostegno alla transizione messi in campo dalla Regione. Vincenzo Colla, vice presidente della Regione Emilia-Romagna con delega a Sviluppo economico e green economy, Energia, Formazione professionale, Università e ricerca, fa il punto della situazione in fatto di sostenibilità e imprese.
La sostenibilità ormai è non è più una scelta ma un obbligo. Che atteggiamento vede al riguardo nelle imprese emiliano-romagnole?

Vincenzo Colla, vice presidente Regione Emilia-Romagna con delega a Sviluppo economico e green economy, Energia, Formazione professionale, Università e Ricerca
Le imprese della nostra regione stanno investendo in modo deciso nella transizione sostenibile. Anche perché i costi dell’energia, che rappresentano storicamente un fattore di debolezza del nostro sistema, a seguito della chiusura del rubinetto russo gravano pesantemente sui bilanci. D’altra
parte, molte imprese si stanno rendendo conto che la sostenibilità ambientale sta diventando anche un fattore reputazionale che può essere utilizzato per un posizionamento di qualità sul mercato. Le certificazioni green stanno diventando sempre più importanti e le grandi aziende richiedono analoga certificazione a tutte le Pmi della filiera. Pensiamo ad esempio al settore della moda. Per questo diventa fondamentale accompagnare anche le imprese più piccole negli investimenti green. In ultimo va sottolineato come l’investimento nella sostenibilità stia diventando importante per le nuove generazioni: un elemento motivazionale e attrattivo che indirizza la scelta delle aziende per cui lavorare.
Quanto sono disponibili le imprese a investire su questo fronte?
Le imprese hanno compreso che è una via obbligata. Non solo non possiamo stressare








› | 9.30-17.00 | Agorà Fellini | Pad. C1
Approccio circolare per la prevenzione e la mitigazione alle diverse scale del rischio da frana e del rischio idraulico
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Associazione Geotecnica ItalianaAGI-IGS Section, CNR IRPI Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
› | 10.00-13.00 | Agorà Tiberio | Pad. D8
European and Mediterranean nature-based, digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management - Session 1
› | 14.00-14.30 | Innovation Arena | Hall Sud
BlueMissionMed: Powering the EU Mission Ocean and Waters in the Mediterranean
Organized by: Ecomondo STC, BlueMissionMed CSA Consortium, European Commission
› | 14.00-16.00 | Area Forum CIB
La necessità di divulgazione e le criticità nell’accesso alle tecnologie in agricoltura
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & CIB
› | 14.00-16.00 | Sala Ravezzi 2 | Hall Sud
Gestire il rischio climatico: strumenti assicurativi e obblighi per le imprese
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Forum per la Finanza Sostenibile
› | 14.00-17.30 | Agorà Blue Economy | Pad. B7
La rigenerazione costiera come fattore chiave per l’adattamento ai cambiamenti climatici
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ISPRA, GNRAC, CPMR
› | 14.30-16.00 | Water Arena by PAM Saint Gobain | Pad.D8
European and Mediterranean nature-based, digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management – Session 2
A cura di: Ecomondo STC & European Commission, UTILITALIA, IRSA-CNR (Water Research Institute), Marche Polytechnic University, ISPRA, WATER4ALL, Water Europe
› | 15.00-17.00 | Sala Ravezzi 1 | Hall Sud
Boosting the implementation of the EU Mission Ocean and Waters: Tools, Strategies, Knowledge and Legacy for the Mediterranean Sea basin
Organized by: Ecomondo STC & BlueMissionMed CSA Consortium, European Commission, CNR (National Research Council), CPMR (Conference of Peripheral Maritime Regions)
› | 15.30-16.30 | Area Workshop Textile District
Tessuti circolari: le frontiere del riciclaggio, del recupero e della valorizzazione dei rifiuti tessili non riutilizzabili pre e post-consumo.
Riciclaggio meccanico e chimico, recupero energetico e downcycling: strategie per chiudere il ciclo
A cura di Ecomondo & NEXT TECHNOLOGY TECNOTESSILE
Martedì, 4 Novembre | 16.00-17.45, Sala Diotallevi 1 | Hall Sud
ESG CEO SUMMIT - Sustainable future between compliance and competitiveness
Organized by: Ecomondo
MERCOLEDÌ 5 NOVEMBRE
› | 11.30-13.00 | Sala Diotallevi | Hall Sud
Earth Observation for Security and Sustainability: Dual-Use Innovations and AI at the Service of the Planet
Organized by Ecomondo STC
› | 14.00-16.00 | Sala Diotallevi 2 | Hall Sud
From sky to ground: Earth observation for sustainable critical raw materials management
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Politecnico di Torino, CINECA, Spatial Agency
› | 10.00-12.30 | Sala Ravezzi 1 | Hall Sud
Sistema agroalimentare sostenibile e nuova visione europea: crescita economica, attrattività e decarbonizzazione
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Confagricoltura, ENEA, Federalimentare, Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N.
› | 10.30-12.30 | Agorà Blue Economy | Pad. B7
Preserving the biodiversity of marine ecosystems and the impact of climate change on fishery resources
Organized by: Ecomondo STC & Legacoop Agroalimentare (National Association of Agri Food Cooperatives) Northern Italy, other partners (TBC)
› | 10.30-13.00 | Sala Neri 2 | Hall Sud
Rifiuti tessili urbani. Arriva l’EPR: chi sono i Consorzi dei produttori e qual è la loro visione per lo sviluppo del sistema
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & UNIRAU
› | 10.30-13.00 | Sala Diotallevi 1 | Hall Sud
PNRR ed economia circolare
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ISPRA
› | 11.45-13.00 | Innovation Arena | Hall Sud
EU funding for green & blue transition projects –a world of possibilities
Organized by: Ecomondo STC & European Commission (3 Executive Agencies)
› | 14.00-16.00 | Sala Diotallevi 2 | Hall Sud
Presentation of EU funded beneficiaries
Organized by: European Innovation Council and SMEs Executive Agency, European Commission
› | 14.00-16.00 | Agorà Blue Economy | Pad. B7
Dalla Conoscenza all’Azione: Accelerare l’Attuazione della Mission Ocean and Waters nella regione
Mediterranea
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & BlueMissionMed CSA Consortium, Commissione Europea, CNR, CPMR (Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa)
› | 14.15-17.45, Agorà Fellini | Pad. C1
Gestione e riutilizzo sostenibile dei sedimenti da invasi artificiali per lo sviluppo di un’economia circolare
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Associazione Geotecnica Italiana –AGI-IGS Section, Italian Commission on Large Dams (ITCOLD)
Mercoledì, 5 Novembre | 14.30-16.30 | Sala Ravezzi 1 | Hall Sud
Forum della Buona Comunicazione.
Sostenibili o competitivi?
Come la comunicazione scioglie un falso dilemma
A cura di Ecomondo, FERPI, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna
› | 14.30-17.00 | Sala Ravezzi 2 | Hall Sud
Circular economy act e le nuove sfide europee per coniugare sostenibilità, competitività ed efficienza nell’uso delle risorse
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Utilitalia
› | 14.30-17.00 | Circular & Healthy City District - Workshop Area pad. D3
Smart Circular Cities.
Tecnologie intelligenti per rispondere alle sfide della transizione circolare nei contesti urbani
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo
› | 16.30-17.30 | Sala Diotallevi 2 | Hall Sud
Green Assist:
Unlocking your green investment projects
A cura di: European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency (CINEA), Commissione Europea
› | 16.30-18.00 | Innovation Arena | Hall Sud
Industria Tessile Made in Italy: sfide e opportunità in un’ottica di economia circolarequali prospettive future?
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & AISEC
› | 16.30-18.30 | Agorà Blue Economy | Pad. B7
Virtuous models and good practices for recycling and reusing marine litter
Organized by: Ecomondo STC & University of Padua, Legacoop Agroalimentare (National Association of Agri Food Cooperatives) Northern Italy, Cooperativa MARE, other partners (TBC)
› | 10.00-11.00 | Area Workshop Textile District
Navigare nella conformità ambientale: sfide quotidiane e soluzioni per le aziende tessili. Gestione dei rifiuti di produzione, delle risorse (acqua, energia...) e degli inquinanti emergenti (PFAS, microplastiche...) dal punto di vista industriale
A cura di Ecomondo & NEXT TECHNOLOGY TECNOTESSILE
› | 10.00-12.00 | Agorà Blue Economy | Pad. B7
Blue Horizons:
Trans-Mediterranean Cluster Collaboration for Innovation in Energy, Clean Tech, and Bioeconomy
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Cluster BIG Blue Italian Growth
› | 10.15-13.00 | Agorà Tiberio Room | Pad. D8
Costruire e ottimizzare le infrastrutture idriche in Italia: dal Next Generation EU alla strategia per la resilienza idrica
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Utilitalia, Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
› | 10.30-12.30 | Sala Ravezzi 1 | Hall Sud
Misurare la circolarità in ottica sistemica e lungo l’intera della catena del valore
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Scuola Superiore Sant’Anna, ENEA, Global Compact Network Italia
› | 10.30-16.30 | Agorà Ariminum | Pad. D1
REUSE, REPAIR, RETHINKThe “magic” circles of Circular Economy
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo
› | 11.30-13.00 | Area Workshop Textile District
Textile EPR: regulatory harmonization and supply chain synergies for sustainable circularity. european insights, national strategies
Organized by: Ecomondo, Utilitalia, Redress, Retessile
› | 14.00-16.00 | Agorà Augusto | Pad. D1
Biodiversità e Agricoltura: un’alleanza possibile?
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po (ADBPO)
› | 14.00-16.30 | Sala Neri 1 | Hall Sud
Italy responds to critical raw material (CRM) Act: re-starting from strategic projects
A cura di: Ecomondo STC & University of Turin, Joint Research Centre – European Commission
› | 14.00-17.30 | Agorà Tiberio Room | Pad. D8
Fonti idriche alternative per l’acqua potabile, per l’agricoltura e per l’industria: desalinizzazione e riutilizzo
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Istituto Superiore di Sanità, UTILITALIA, Università Politecnica delle Marche, Università di Bologna, ANBI, Autorità di bacino del fiume Po, Water Reuse Europe
› | 14.30-17.00 | Agorà Fellini | Pad.C1
Trasporto e Logistica tra regolamentazione, tecnologie, nuovi modelli di servizio e sostenibilità
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & FIAP
› | 14.30-17.30 | Sala Diotallevi 1 | Hall Sud
Africa Green Growth Forum: 5th edition. The Mattei Plan: dialogue between institutions and the private sector for Africa’s sustainable development
Organized by: Ecomondo
› | 14.30-17.30 | Circular & Healthy City District - Workshop Area pad. D3
Città da vivere.
Soluzioni per progettare una governance della salute nelle città equilibrata e coesa
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo
› | 10.00-12.00 | Sala Diotallevi 2 | Hall Sud
Research and Innovation Bridges: EU–Africa–Mediterranean Cooperation for the Green and Digital Transition of the macro area in the frame of the Mattei Plan
Organized by: Ecomondo STC & APRE (Agency for the Promotion of European Research)
› | 10.00-13.30 | Agorà Tiberio | Pad. D8
PFAS e inquinanti emergenti nel ciclo delle acque urbane: rilevamento e rimozione, salute e gestione del rischio
A cura di: Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Istituto Superiore di Sanità, IRSA-CNR, UTILITALIA



ulteriormente il nostro pianeta, visto che ne stiamo pagando il conto con il cambiamento climatico e tutte le sue conseguenze, ma investire nella sostenibilità è l’unica strada per rimanere competitivi. Il monitoraggio annuale sul “Profilo di sostenibilità delle imprese in Emilia-Romagna” che facciamo sul campione di imprese che partecipano ai bandi regionali, ci segnala come le grandi e le medie imprese mostrino migliori performance e processi avanzati verso la sostenibilità. Nello specifico, solo il 7% delle grandi non ha ancora avviato azioni orientate alla sostenibilità e circa il 60% delle medie imprese è già a un livello intermedio di transizione, mentre le difficoltà permangono sulle micro e piccole imprese. Ciò significa che da un lato le imprese di maggiori dimensioni stanno già avanzando negli investimenti e possono guidare la sostenibilità della filiera trainando la catena di fornitori e subfornitori, dall’altro che anche le realtà più piccole possono porsi obiettivi più ambiziosi.

vorire gli investimenti sul fotovoltaico, con il sostegno per la costituzione e l’avvio delle Comunità energetiche, e, ancora, per la riqualificazione energetica delle imprese, per le infrastrutture di ricarica. A breve, ad esempio, faremo un bando da 20 milioni destinato alle piccole e medie imprese per l’efficientamento energetico e prevediamo di farne anche per la certificazione delle imprese, un fattore che sta diventando sempre più importante per qualificare i nostri prodotti sui mercati globali. Perché vogliamo continuare ad essere la regione delle produzioni di nicchia di alta qualità che si distinguono nel mondo.
La produzione energetica green è un passo fondamentale verso la sostenibilità complessiva.
A che punto siamo in regione?
Come la Regione aiuta le imprese nel loro cammino verso la sostenibilità?
La Regione ha fatto uscire diversi bandi in merito. Da inizio anno, ad esempio, abbiamo messo 20 milioni di euro, dopo i 15 del 2024, per investimenti in riduzione, recupero e riutilizzo dei rifiuti in tutte le filiere produttive, con particolare riguardo al settore della moda. Da poco abbiamo concluso un bando da 58 milioni di euro per la digitalizzazione delle imprese artigiane, condizione imprescindibile per l’efficientamento energetico. C’è poi l’impegno per fa-
Stiamo guardando tutti i vettori energetici rinnovabili per andare progressivamente a sostituire il fossile: dall’elettrico all’idrogeno, dal biogas al biometano. Poiché scontiamo la mancanza dell’idroelettrico, stiamo spingendo come non mai sulle Comunità energetiche, ma è fondamentale abbattere la burocrazia per procedere più celermente. Oggi grazie alla legge regionale abbiamo 129 progetti di CER e ci crediamo molto, perché l’energia non sarà più delle grandi centrali ma di prossimità, in autoproduzione e autoconsumo.
Da Roma che segnali arrivano?
Stiamo attendendo dal governo indicazioni sulle aree idonee per l’agrivoltaico e stiamo sollecitando la legge nazionale per dare il via libera al progetto di eolico offshore a Ravenna, insieme al fotovoltaico flottante. Guardiamo con grande attenzione agli esperimenti sulla captazione di Co2 a Ravenna e stiamo considerando anche la geotermia, ancora poco sviluppata. Dobbiamo concentrarci
su un mix energetico, in una transizione energetica ibrida, perché abbiamo bisogno di energia affidabile e di continuità. Investendo sull’energia, peraltro, si creano anche tante competenze e posti di lavoro.
Sono disponibili sul mercato le competenze per affrontare la svolta green?
Anche qui come Regione stiamo investendo molto. Non c’è un’azienda che non ci dica che non è in grado di trovare le competenze. Abbiamo messo dei vincoli a chi partecipa ai bandi pubblici affinché nei piani formativi siano sempre inserite anche le competenze green. Perché a fronte dei processi di transizione ecologica e digitale in corso, dobbiamo formare una nuova generazione di occupati e riqualificare chi è già nel mondo del lavoro. E abbiamo fatto dei bandi dedicati: per citare solo gli ultimi, abbiamo impiegato oltre 8 milioni di euro per realizzare corsi formativi che rafforzino le competenze in tema di impatto della transizione ecologica e digitale e dei nuovi modelli organizzativi delle imprese per le persone occupate o in cerca di lavoro. Altri 1,4 milioni di euro sono andati a finanziare 130 corsi per imprenditori e liberi professionisti sull’innovazione e sulla transizione ecologica e digitale.



C’era l’impegno a sviluppare in regione la blueconomy. A che punto siamo?
Per l’Emilia-Romagna la Blue economy rappresenta un settore strategico di crescita e sviluppo sostenibile. È un settore trasversale, che va dalla bioeconomia alla manifattura marittima, dall’ambiente al turismo, dall’energia alla pesca, e che in Emilia-Romagna, secondo dati 20222023 dell’Istituto Tagliacarne, ha un valore aggiunto diretto di 4,6 miliardi (3% del totale regionale), occupa quasi 97mila persone, 14mila imprese e ha un export di oltre un miliardo. A giugno di quest’anno abbiamo costituito ufficialmente il ‘Forum Strategico Blu-ER’, che riunisce 5 assessorati regionali, le principali direzioni generali, Art-ER,

i Comuni di Rimini e di Ravenna, le università, gli enti di formazione, i centri di ricerca e laboratori, le imprese e le associazioni di categoria. È concepito come un luogo di confronto, condivisione di progetti e di coordinamento, che guarda con attenzione alla discussione europea in atto, per intrecciare alleanze e progetti interregionali nazionali e sovranazionali.
Cosa fa, in specifico, la Regione?
La Regione partecipa già attivamente ai progetti Horizon Europe qualifier Mission Restore our Ocean and Water, per proteggere e ripristinare la salute degli oceani e delle acque e ha aderito alla Sustainable Blue Economy Partnership, coordinata dal Ministero della Ricerca italiano, che ha come obiettivo quello di finanziare progetti transnazionali verso un’economia blu rigenerativa, resiliente e sostenibile. Inoltre, la Regione Emilia-Romagna coordina il progetto europeo ‘Blue Ecosystem’ che punta a realizzare laboratori di innovazione trasformativa e di co-creazione per l’economia sostenibile, rafforzando così il sistema della ricerca per realizzare innovazione, al fine di qualificare le filiere produttive dei paesi coinvolti.

L’energia prepara il suo nuovo corso green
Con Energia Romagna nasce la piattaforma che coordina e gestisce le comunità energetiche romagnole: un sistema aperto a imprese, cittadini e realtà del terzo settore, che possono partecipare sia come produttori sia come consumatori di energia. Qui si produce, si utilizza e si condivide energia pulita e locale, generando risparmi economici e benefici ambientali.

In casa Legacoop nasce la piattaforma Energia
Oltre trenta progetti territoriali stanno prendendo forma in tutta la Romagna, con l’obiettivo di trasformare l’energia in un bene condiviso e gestito collettivamente. Alla base di questa esperienza c’è Legacoop Romagna, che ha scelto di promuovere un percorso cooperativo per dare concretezza a un modello che unisce transizione ecologica, sostenibilità economica e responsabilità sociale. Non un’iniziativa commerciale, ma una piattaforma che nasce dal territorio e per il territorio, in coerenza con una lunga tradizione di cooperazione diffusa.
Un’energia condivisa e vicina a chi la produce
Energia Romagna si fonda sull’idea che l’energia rinnovabile non debba essere solo prodotta e consumata individualmente, ma possa diventare oggetto di condivisione. Le Comunità Energetiche Rinnovabili, riconosciute dalle normative europee e nazionali, consentono a cittadini, enti e imprese di associarsi per generare e utilizzare energia pulita, valorizzando i surplus e redistribuendo i benefici. Dal punto di vista tecnico, il funzionamento si basa sulla prossimità: i membri di una comunità devono essere collegati alla stessa cabina primaria della rete elettrica, così da rendere possibile la condivisione virtuale dei flussi energetici. Ogni ora il Gestore dei Servizi Energetici calcola l’energia condivisa, pari al minimo tra la produzione complessiva e il consumo dei membri, e riconosce incentivi specifici. L’energia
eccedente rimane al produttore, ma entrando in condivisione di comunità energetica genera vantaggi economici e ambientali distribuiti secondo regole interne.
La rete di partner che affianca Legacoop Romagna nello sviluppo di Energia Romagna è ampia e diversificata. Federcoop Romagna garantisce il supporto amministrativo, contabile e fiscale mettendo a disposizione la piattaforma gestionale e si può acquistare l’energia prodotta; Coop Sole cura gli aspetti tecnici e i rapporti con il Gse. Grazie a questa struttura, Energia Romagna può affrontare i diversi aspetti che caratterizzano una comunità energetica: dalla progettazione delle diverse comunità alla gestione della piattaforma, dal supporto a consumatori e produttori al coinvolgimento delle comunità, dalla governance cooperativa alla ripartizione degli incentivi.


gno che l’attenzione non è rivolta solo al ritorno economico ma anche al benessere collettivo.

I dati disponibili delineano una prospettiva concreta. Sono previste 38 comunità territoriali, una per ogni cabina primaria della Romagna. Con una base di circa 400 associate di Legacoop Romagna e alcuni impianti fotovoltaici già in funzione e altri pronti a entrare in funzione, i primi incentivi sono già stati incassati. Le quote sociali richieste variano in base al profilo, dalle persone fisiche alle imprese, fino ai produttori di diversa dimensione, e oscillano tra cento e duemila euro. La ripartizione dei benefici è pensata in modo equo: trenta per cento ai produttori, 15% ai consumatori imprese e il 55% per cento eccedentario va a consumatori persone fisiche, enti non profit e progetti sociali e ambientali, se -
Un biennio cruciale per lo sviluppo Il biennio 2026-2027 sarà cruciale per la fase di startup e sviluppo: l’attivazione di nuove comunità energetiche, l’ingresso degli impianti, l’ampliamento della base sociale e l’avvio di investimenti in iniziative locali segneranno il passaggio da progetto a sistema operativo diffuso. Le sfide non mancano, a partire dalla complessità delle regole e dalla necessità di mantenere vivo il coinvolgimento nel tempo, ma il percorso tracciato appare robusto. Energia Romagna racconta così la capacità di un territorio di organizzarsi di fronte alla crisi climatica ed energetica, mettendo insieme competenze tecniche, strumenti finanziari e tradizione cooperativa. È un progetto che mostra come la transizione ecologica possa essere affrontata non solo con tecnologie e impianti, ma anche con processi democratici e inclusivi, dove l’energia diventa un bene comune da governare collettivamente.
Emiliano Galanti, Responsabile Innovazione, Comunità energetiche, Progetti europei, Promozione cooperativa, settore Porto, Trasporti e Facility Area Ravenna
La Regioni premia gli artisti e i designer under 40

Comunicare e rendere visibile l’energia, darle concretezza, farla uscire dall’impalpabilità per trasformarla in vera e propria opera d’arte, leggibile e percepibile. È questo l’obiettivo del concorso “Energia fatta ad Arte” che si è aperto il 2 ottobre scorso ed è rivolto ad artisti e designer emiliano-romagnoli under 40, che dovranno presentare entro il 10 novembre opere d’arte ispirandosi a un catalogo di oggetti, tecnologie e materiali messi a disposizione dalle imprese appositamente coinvolte sul territorio regionale.

‘Energia fatta ad Arte’ è rivolto ad artiste, artisti e designer under 40, che siano professioniste/i, studenti o studentesse di discipline artistiche o di design. Non ci sono limiti di nazionalità, purché chi partecipa, oltre ad avere domicilio fiscale in Italia, operi o abbia domicilio in Emilia-Romagna. I candidati dovranno presentare i loro progetti, sotto forma di bozzetto o di concept, entro il 10 novembre, assegnandoli a una delle due sezioni previste dal regolamento: ‘Opere d’Arte’ (arti visive) e ‘Oggetti Educanti’ (design). L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Art-ER, la rete regionale dei Clust-ER e degli Innovatori Responsabili, grazie a un’intesa tra Regione ed Enea per la promozione della sostenibilità e della transizione energetica, nell’ambito del Piano energetico regionale 2030.
Raccontare la transizione ecologica
L’iniziativa- spiegano dalla Regione - mira a raccontare la transizione ecologica in modo diverso, innescando un
dialogo inedito tra impresa, cultura e creatività e stimolando una riflessione consapevole su come viviamo, consumiamo o amministriamo il nostro prezioso patrimonio energetico nel pieno del cambiamento climatico in corso. Abbiamo scelto di far reinterpretare gli oggetti a giovani artisti, convinti che dalla sensibilità delle nuove generazioni sui temi ambientali, unita alla loro genialità e fantasia, possano scaturire nuove visioni e idee in grado di veicolare al meglio i messaggi della sostenibilità ambientale”. La premiazione è in programma per venerdì 6 febbraio 2026 a Bologna, nell’ambito della prossima edizione di ‘Arte Fiera’ che ospiterà tutte le opere finaliste in una mostra che racconterà, con la forza dell’arte, come l’energia può cambiare le nostre vite. Il tour espositivo proseguirà a Rimini dal 4 al 6 marzo 2026, negli spazi di ‘Key - The Energy Transition Expo’.
Il cammino dei progetti
La scelta dei progetti finalisti (fino a 10 per sezione, per un totale massimo di 20) verrà affidata a una giuria che tra i suoi componenti vede Davide Ferri, direttore artistico di ‘Arte Fiera’, ed Elena Maria Formia, coordinatrice del corso di laurea in Design del prodotto industriale all’Università di Bologna. Gli autori dei progetti selezionati, ricevuto in dotazione l’oggetto, la tecnologia o il materiale scelto per la loro opera, provvederanno a crearla: tra tutte quelle completate, la giuria sceglierà 3 opere vincitrici per ogni sezione, assegnando a ciascuna un premio di 2mila euro. Il regolamento, le linee guida e i moduli online per iscriversi all’open call sono disponibili sul sito “Comunichiamo Energia”, on line dal 2 ottobre. Per ulteriori informazioni: info@ design-people.it.



Un anno, il 2025, in cui il turismo sulla Riviera romagnola mostra una flessione del 2,5% (dati Cst Firenze) frutto di un mix dato dal calo del 5,6% degli italiani (che restano i due terzi delle presenze) in parte compensato dalla crescita (+7,3%) degli stranieri, una stagione caratterizza dalla flessione del mare e dalla crescita di città d’arte e Appennino mentre scendono ancora le terme penalizzate dagli italiani, in cui però si parla con sempre maggiore insistenza di sostenibilità. Intanto la Regione sta mettendo mano ad un grande piano per sostenere l’innovazione e investimenti nel settore del turismo in Emilia-Romagna anche per rendere le strutture ricettive più efficienti e sostenibili. La Regione promuove subito, a stagione estiva appena conclusa, il primo tassello della strategia che vede nella riqualificazione delle strutture ricettive l’avvio di una serie di azioni volte a innovare ed elevare la qualità dell’offerta turistica nella regione. Le strutture ricettive e le imprese o le attività ricettive all’aria

aperta potranno quindi investire nel rinnovamento e nell’innovazione delle strutture già esistenti, o in nuove attività ricettive, per ottenere più sostenibilità e più qualità dei servizi.
E lo fa con un bando - domande a partire dall’8 gennaio 2026 tramite i consorzi fidi che si convenzionano con la Regione - che potrà contare su 11 milioni di euro di risorse regionali in grado di generare investimenti per almeno 60 milioni di euro. Allo stanziamento regionale si sommano 20 milioni di euro già resi disponibili da viale Aldo Moro per garantire i prestiti. Una grande opportunità per gli albergatori, i gestori di Rta e Condhotel, ma anche di campeggi, villaggi turistici e marina resort che potranno investire nelle loro strutture per renderle più moderne, digitali, inclusive e sostenibili.
Il turismo vale il 12% del Pil
“Il turismo in Emilia-Romagna vale quasi il 12% della nostra economia, con una filiera forte di 15mila imprese e 45mila
addetti- afferma il presidente della Regione, Michele de Pascale -. È un motore fondamentale di sviluppo e occupazione, che vogliamo rendere ancora più competitivo e attrattivo. Per questo dobbiamo progettare il futuro intervenendo su più fronti partendo da un grande piano per accompagnare la riqualificazione delle strutture ricettive: aggiornamento del quadro normativo, dall’urbanistica alla classificazione delle strutture, e individuazione di idonei strumenti finanziari, sono i primi punti all’ordine del giorno.


Accanto a questi una serie di azioni trasversali che possano supportare e rilanciare gli investimenti del settore. Una visione organica che tiene dentro anche della potenzialità date dal rafforzamento delle connessioni aeree e ferroviarie della nostra regione con l’estero.
Oggi, a stagione estiva appena conclusa, vogliamo dare due messaggi chiari agli operatori che intendono investire: potranno accedere nei prossimi mesi anche ad un nuovo bando Eureka e potranno contribuire alla definizione di ulteriori azioni da portare avanti in modo sinergico tra pubblico e privato per sostenere le innovazioni necessarie a far fronte alle sfide globali che abbiamo di fronte”.
Servono strutture di qualità
“Il turismo è in continuo cambiamento, con una domanda sempre più complessa ed esigente – aggiunge l’assesso-
Il progetto Footprints favorisce il viaggio sostenibile
Ravenna ha intrapreso un viaggio ambizioso verso il futuro con Footprints, il progetto europeo che punta a rendere la città un modello di turismo sostenibile, accessibile e condiviso. Lanciato a dicembre 2024 e finanziato nell’ambito dell’iniziativa European Urban Initiative – Innovative Actions, il progetto durerà fino a maggio 2028 e conta su un budget di circa 5 milioni di euro. È coordinato dal Comune di Ravenna, insieme a partner locali e internazionali come Ravenna Incoming, Eutropian, Azimut Spa, Vista Tecnologie, ARTER, Cooperativa San Vitale, Atlantide e le città europee di Veszprém, Dubrovnik e Altea. Con la famiglia, gli amici o in autonomia, il Comune di Ravenna invita i nuovi “esploratori” per 5 giorni a esplorare Ravenna (candidature aperte il 18 ottobre) giocando, camminando e pedalando con l’opportunità di vivere Ravenna da un punto di vista unico, diventando protagonista del cambiamento. Hotel, pasti e attività sono organizzati e offerti dal progetto. Si richiede entusiasmo, motivazione e voglia di metterti in gioco. Con Footprints, Ravenna si mette in gioco per consolidare e innovare la propria proposta turistica, cercando il coinvolgimento di esperti del settore, ma soprattutto di appassionati di viaggio, per testare le sue proposte, raccogliere suggerimenti e contribuire alla crescita di una comunità sempre più numerosa di turisti “green”.

Una città trasformata: ecologia, cultura e coinvolgimento
Footprints mira a dare forma a un ecosistema urbano che unisca rigenerazione, cultura e rispetto dell’ambiente. L’intento è chiaro: rendere le scelte ecologiche facili, gratificanti e divertenti per chi visita Ravenna, ma anche per chi ci vive. Tra le azioni principali previste: nuove infrastrutture e Welcome Hub per favorire la mobilità green, percorsi inclusivi per anziani, disabili e scolaresche, e servizi di noleggio di biciclette e veicoli elettrici. I turisti sa-

ranno coinvolti in un innovativo sistema di gamification che li trasformerà in cittadini temporanei, premiando le scelte sostenibili e stimolando comportamenti virtuosi. Una piattaforma digitale guiderà i visitatori nella prenotazione delle esperienze e negli spostamenti in città, integrando informazioni e incentivi. Le imprese turistiche saranno affiancate in un percorso verso la certificazione di sostenibilità, innalzando il livello qualitativo dell’offerta ricettiva e ristorativa.
Una sfida partecipata
Footprints non è solo un progetto istituzionale, ma un’esperienza condivisa. Cittadini, turisti, operatori e comunità locali saranno coinvolti nella co-progettazione di percorsi, esperienze e servizi, mettendo al centro l’autenticità di Ravenna e il suo straordinario patrimonio UNESCO.
L’obiettivo è trasformare Ravenna in una città dove il turismo responsabile non sia un’eccezione ma la norma, e dove ogni visita lasci un’impronta positiva sull’ambiente e sulla comunità. Footprints è un laboratorio urbano che unisce innovazione, natura e cultura per disegnare la Ravenna del futuro. Un ruolo centrale è affidato alle imprese turistiche locali, coinvolte in un percorso di sostenibilità ambientale volto all’ottenimento di certificazioni verdi. In questo modo, i visitatori avranno a disposizione opzioni eco-friendly per alloggio e ristorazione.
In arrivo i welcom hub
Tra le iniziative previste spicca la creazione di 3 welcome hub concepiti come punti di intermodalità, dove sarà possibile noleggiare e ricevere assistenza per mezzi ecologici, come biciclette e veicoli elettrici accessibili anche a persone con disabilità. Saranno implementati anche percorsi e arredi urbani progettati per garantire la piena accessibilità del centro storico. L’offerta turistica sarà inoltre arricchita da un catalogo di esperienze sostenibili e inclusive, acquistabili tramite un’innovativa app-gioco che permetterà ai turisti di guadagnare punti e premi in base alle scelte responsabili e virtuose effettuate.



ra regionale al Turismo e commercio, Roberta Frisoni - e per questo non possiamo rimanere fermi. Vogliamo accompagnare le imprese in questa trasformazione, dando loro gli strumenti per rinnovarsi e innovare. L’obiettivo è avere strutture di qualità, servizi sempre più inclusivi e digitali, per un’offerta turistica che sappia attrarre visitatori tutto l’anno, superando i limiti della stagionalità. Con questo bando intendiamo dare un sostegno concreto agli investimenti per rafforzare la competitività delle imprese e valorizzare la bellezza dei nostri territori e delle nostre città. Sappiamo che è l’inizio di un percorso più profondo che faremo insieme ai Comuni, alle imprese del settore, al mondo della finanza, per accompagnare un settore determinante per la nostra regione delineando una vera e propria strategia di politica industriale in un momento in cui il nostro sistema deve affrontare grandi sfide per i cambiamenti in atto”. Il bando in corso di redazione permetterà a gestori e proprietari di alberghi, Rta e Condhotel, ma anche campeggi, villaggi turistici e marina resort, di presentare domanda a partire dall’8 gennaio 2026 tramite i consorzi fidi che si convenzionano con la Regione.

Alma Petroli opera con una forte vocazione marittima attraverso la banchina dedicata in concessione, affidandosi al porto canale di Ravenna per tutte le sue operazioni di ingresso e uscita via mare. Le materie prime arrivano in gran parte dal Mediterraneo, mentre le esitazioni, via mare e tramite autobotte, si rivolgono a mercati europei ed esteri, ponendo l’Italia al centro di corridoi commerciali fondamentali per l’Europa.
Il porto di Ravenna ha caratteristiche uniche: è l’unico porto canale d’Italia ed è gestito attraverso impianti privati - oltre 30 port facilities - che dialogano in modo integrato. Alma Petroli contribuisce in modo significativo a questo sistema: gestisce direttamente la propria banchina all’interno del porto, movimentando ogni anno circa mezzo milione di tonnellate tra materie prime e prodotti finiti, con una varietà ampia di merci.
Tra le merci prodotte spicca il bitume, core business di Alma Petroli; un prodotto estremamente versatile, che contribuisce in modo concreto alla transizione verso un’economia più circolare e sostenibile. Il bitume, infatti, è un materiale 100% riciclabile, che può essere riutilizzato infinite volte senza perdere le proprie caratteristiche prestazionali.
Nel 2024 è stato avviato il progetto dell’Hub Portuale di Ravenna, attualmente in corso: un grande piano infrastrutturale promosso dall’Autorità portuale che prevede il dragaggio dei fondali, l’ampliamento e l’adeguamento delle banchine, nonché lo sviluppo di nuove aree terminali.

Questi interventi avranno ricadute dirette su Alma Petroli: il dragaggio dei fondali permetterà l’ormeggio di navi di maggiore capacità, ottimizzando i carichi, riducendo il numero di viaggi necessari e quindi favorendo una logistica più efficiente ed aumentando la flessibilità nella selezione del naviglio. Le banchine saranno adeguate ai nuovi livelli di draft e le strutture moderne supporteranno operazioni più snelle. Ne beneficerà l’intero porto, non solo in termini di competitività, ma anche di sostenibilità operativa.
Un altro aspetto centrale è il vetting: tutte le tanker che ormeggiano presso la banchina Alma sono soggette a controlli secondo gli standard OCIMF e IMO. Il vetting è il processo di verifica della conformità delle navi a rigorosi criteri di sicurezza ambientale e operativa, assicurando che gli impianti e le operazioni rispettino norme stringenti. A gestire questa attività è Alma Services,

società controllata al 100% da Alma Petroli, specializzata proprio nei servizi di vetting e sicurezza marittima. Questa attenzione alla qualità e alla conformità delle navi non rappresenta solo un presidio di sicurezza, ma anche un tassello fondamentale della strategia di sostenibilità, perché contribuisce a ridurre i rischi ambientali e garantisce standard elevati in tutte le fasi della catena logistica. Infatti, la sostenibilità rappresenta per Alma Petroli una direttrice di crescita. L’azienda ha intrapreso un percorso strutturato, testimoniato dalla redazione del Bilancio di Sostenibilità: il primo, relativo all’anno di esercizio 2023, è stato pubblicato nel 2024 ed illustra impegni e risultati su tre fronti: ambientale, sociale ed economico. L’efficienza energetica degli impianti, il monitoraggio delle emissioni, la riduzione dei consumi idrici e il recupero dei rifiuti industriali sono obiettivi concreti che guidano l’attività quotidiana. Lo scorso 30 settembre il CdA di Alma Petroli ha approvato il Bilancio di Sostenibilità per l’anno di esercizio 2024, redatto secondo i principi di rendicontazione GRI “Global Reporting Initiative”
Un altro progetto significativo sviluppato nel 2024 è Rialma: un progetto che aiuta a ridurre l’impatto ambientale di Alma attraverso tre azioni chiave: riduzione, riutilizzo e riciclo, partendo dai gesti di ogni giorno, ovvero la diminuzione della plastica monouso, il recupero degli imballaggi industriali e l’ottimizzazione della raccolta differenziata.
Nel mese di Maggio 2025 Alma Petroli ha ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere, testimoniando ancora una volta l’attenzione che pone alla valorizzazione delle persone, alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e al rispetto delle pari opportunità come parte integrante della propria cultura aziendale. Infine, la vicinanza con la comunità locale resta un pilastro della visione aziendale: attraverso iniziative culturali, sportive e formative, Alma Petroli rafforza il proprio ruolo di partner responsabile, contribuendo in modo concreto allo sviluppo del territorio.

Alma Petroli Spa
Via di Roma, 67 Ravenna Tel. 0544 34317 www.almapetroli.com

La sostenibilità seduce i viaggiatori
Cna: “Cresce l’appeal dei borghi e delle città d’arte”
Anche il turismo ha bisogno di sostenibilità. E occorre lavorare sia sui cambiamenti già in atto da anni (le nuove abitudini di viaggio dei turisti, i tempi di permanenza, la richiesta di maggiore mobilità e libertà) che su quelli che lasciano il segno da meno tempo ma caratterizzeranno il futuro: dagli effetti del riscaldamento climatico al peso dell’Intelligenza Artificiale nelle decisioni di vacanza, dalla percezione di sicurezza e di benessere fino alla richiesta di esperienze più immersive per non dire dei trasporti. Certamente la Romagna è oggi ancora uno dei più importanti distretti turistici italiani; ma non bisogna nascondersi che ci sono segnali di difficoltà in alcuni comparti, a partire dal prodotto balneare che rimane centrale nella nostra economia turistica. Così come esistono segnali di nuova vitalità che vengono dalla crescita dell’interesse per la collina e per un turismo più naturale (ecco un’altra prova di quanto sia importante ripristinare il nostro ter-

Occorre ridurre il peso della stagionalità nell’offerta turistica locale
ritorio collinare!), ma anche dal turismo collegato al benessere, dalle passioni e dallo sport; infine cresce l’attenzione verso la cultura, in senso lato, e le città d’arte. Segni di difficoltà sono evidenti, in particolare, sul mercato nazionale mentre aumenta la presenza di turismo estero, pur rimanendo percentualmente ancora troppo bassa nel nostro territorio. In sostanza, non ci sono crolli ma diminuiscono le marginalità delle imprese e ci sono aree che vivono situazioni di stress pesanti.
Sovvertire la stagionalità
Oggi possiamo dire che il primo problema, per il comparto turistico nel suo complesso, è la costante stagionalità di una parte importante delle strutture turistiche, che non migliora in questi ultimi anni, e mette in difficoltà molte imprese obbligate a una specie di “all-in” di pochi mesi che diventa sempre più difficile, non paga in termini di

L’Alta Valmarecchia punta su attrattività e sostenibilità Lo Stami finanzia progetti per 10,4 milioni

Interventi per favorire turismo sostenibile, energia rinnovabile, una nuova piscina coperta e la riqualificazione di spazi pubblici, tra cui il giardino del Guasto Malatestiano, lavorando per il potenziamento e l’accessibilità dell’offerta di servizi a favore di bambini e giovani con disabilità. Ma anche progetti sul fronte sanitario, tra cui il potenziamento della telemedicina e della figura dell’infermiere di comunità.

Sono gli ambiti sui quali si concentrano 19 progetti previsti dalla Stami dell’Alta Valmarecchia (Rn), con un investimento complessivo di oltre 10,4 milioni di euro, di cui 6,2 milioni di euro di risorse europee del Programma regionale Fesr e del Programma regionale Fse+, 2 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione e 2 milioni e 191mila euro di cofinanziamenti locali. A questi si aggiungono i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza - Pnrr ottenuti dal territorio.
Il dettaglio delle azioni previste è stato illustrato dall’assessore regionale alla Montagna e aree interne, Davide Baruffi, che ha incontrato i sindaci dei 9 comuni compresi nella Stami locale: Casteldelci, Maiolo, Novafeltria,
qualità e di margini, rende complessa la creazione di un mercato del lavoro più qualificato e stabile. Ci sono inoltre tre ambiti dove riteniamo, come Cna, si debba investire tutti di più, ognuno con la sua responsabilità: la logistica turistica e i trasporti, la riqualificazione delle strutture ricettive e delle aree turistiche, la modifica della “cartolina” romagnola con nuove offerte e multiprodotto.
Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, Talamello, Torriana, Verucchio. Nello specifico, le risorse Stami permetteranno di attuare 9 cantieri per l’efficientamento energetico; 4 di riqualificazione di edifici e spazi pubblici; 3 di promozione turistica; 2 sugli impianti sportivi e 1 sui servizi sociali. “Al territorio dell’Alta Valmarecchia va garantito il sostegno ai servizi nonché, al tempo stesso, allo sviluppo e all’attrattività, migliorando la vivibilità dei borghi, promuovendo il turismo e sostenendo gli imprenditori nell’apertura di nuove attività – dichiara Baruffi. Allo stesso tempo lavoriamo con grande impegno per sostenere le persone fragili e contrastare le povertà educative, potenziando i servizi destinati alla comunità locale nei settori dell’istruzione, della mobilità e dell’assistenza sociosanitaria, stimolando la permanenza dei cittadini sul territorio e creando condizioni per nuovi arrivi. I fondi stanziati dalla Regione per le aree interne superano complessivamente i 100 milioni di euro e rappresentano una risorsa essenziale per promuovere lo sviluppo di territori come l’Alta Valmarecchia, ricchi di potenzialità e in grado di offrire condizioni di vita di elevata qualità ai propri abitanti”.
Quando parliamo di trasporti e logistica turistica ci riferiamo alla necessità di puntare sulla sostenibilità, sull’intermodalità (integrazione tra diversi mezzi di trasporto) e sulla digitalizzazione, potenziando le connessioni tra il porto di Ravenna, l’aeroporto, la ferrovia e le reti stradali. In questo ambito sono evidenti i problemi degli aeroporti della nostra regione; per questo aspettiamo con grande interesse il Piano Straordinario sugli aeroporti. Sappiamo
bene che senza l’aumento dei turisti stranieri, anche di lungo raggio, il nostro turismo non ha spazio per crescere. Per questo non facciamo il tifo per nessun aeroporto ma per un sistema regionale che funzioni in un sistema intermodale con il ferro e la gomma.
Incrementare il trasporto ferroviario


Nevio
Salimbeni, responsabile Centro Studi Cna Ravenna
E, a proposito di ferro, pensiamo sia decisivo potenziare il trasporto ferroviario con una nuova fermata dell’alta velocità nella nostra area, bene la fermata a Rimini ma non basta, e con ulteriori investimenti in treni europei che ci avvicinino ancora di più al mercato estero di vicinanza, non solo d’estate. Anche sui trasporti stradali ci aspettiamo che si proceda su progetti di cui si parla da tempo: il superamento del nodo di Bologna tramite il passante già progettato e la realizzazione della Cispadana, il potenziamento dei collegamenti con il centro sud (adriatica e E45) e l’asse verso Venezia e l’Est Europa con la nuova Romea. Bene invece il lavoro che si sta facendo con il terminal crociere a Ravenna, di cui non tutti hanno intuito il potenziale per tutto il nostro territorio, e sulle vie ciclabili: a partire dalla nuova “via Romagna” che unisce mare e collina. Così come la rigenerazione urbana pensata anche in termini di sostenibilità. In questi anni, infatti, sono venute avanti, in molte aree, operazioni di rigenerazione urbana che stanno certamente migliorando il waterfront romagnolo dando priorità alla mobilità sostenibile, all’accessibilità e al recupero della naturalità delle nostre coste, anche per ritrovare la propria identità storica. Sono interventi che vanno nella giusta direzione ma devono portare con loro l’aumento di servizi al turista e alle imprese, a partire dalle connessioni con navette verso i parcheggi e nuova mobilità leggera.
Quello che rimane più indietro, nonostante i bandi regionali aperti, è il percorso di riqualificazione del nostro distretto ricettivo: è urgente avviare una riflessione -anche urbanistica e di destinazione d’uso- per favorire il rinno-
vamento di alberghi e strutture ricettive di ogni genere; per la nascita di servizi anche comuni per il turista, per l’ammodernamento dell’offerta ricettiva e la creazione di strutture di ospitalità dedicate ai dipendenti. Il nostro territorio deve diventare una piattaforma turistica che promuove, e non separa, diversi turismi. I nuovi turisti oggi chiedono a noi imprese di facilitare la complessità delle differenti offerte: in Romagna devono poter trovare relax, divertimento, esperienze, arte e cultura, sport e passioni, cibo e vino, musica e festival, territori diversi, borghi collinari e marine storiche, spazi per la convegnistica e per il lavoro in vacanza (bleisure), natura e cammini. Ampiando la vacanza principale o raccogliendo più occasioni di vacanza nel corso dell’anno.
Dentro questo quadro vorremmo fosse potenziato il progetto CRAFT per inserire il mondo artigiano (artistico, di tradizione e di innovazione) sempre più dentro le esperienze offerte dagli operatori turistici: per questo occorre investire su una maggiore attività formativa, ridurre la burocrazia, promuovere maggiormente questa opportunità. Su tutti questi temi che ho provato a sintetizzare, come Cna di Ravenna, vogliamo fare la nostra parte. Anche fuori dal coro se necessario, perché sappiamo bene che nel turismo vince chi innova, chi passa più velocemente dalle parole ai fatti, chi è capace di uscire da una “confort zone” del passato, chi unisce una naturale accoglienza ad una organizzazione che funziona, chi conosce la tecnologia perché è l’unico modo per non subirla, chi ha coraggio di ragionare non solo sulla propria attività ma anche sul suo impatto territoriale.
Nevio Salimbeni
Responsabile Centro Studi Cna Ravenna



intervista
“Rinnoviamo i mezzi e potenziamo i servizi” Start Romagna investe per un ambiente migliore
In arrivo 340 nuovi mezzi meno inquinanti nella consapevolezza che il Tpl sia una carta vincente per migliorare la qualità della vita delle persone e dell’ambiente. Il presidente di Start Romagna Andrea Corsini spiega la road map del trasporto pubblico romagnolo sempre più incentrato su mezzi meno inquinanti e più corse che tolgano auto dalle strade.
Qual è il contributo di Start Romagna alla sostenibilità?
Alla criticità del reperimento degli autisti l’azienda risponde con una Academy ad hoc

Il trasporto pubblico locale è una pietra angolare della sostenibilità e da azienda pubblica abbiamo tre fronti: economica, ambientale e sociale. Il PNRR ha dato un impulso forte e ha reso possibile un ricambio delle flotte senza precedenti, con vantaggi per l’impronta ambientale prodotta. Non c’è solo il ricambio dei mezzi da considerare, ma tutto ciò che ne permette il pieno utilizzo. Parlo di infrastrutture per il rifornimento, di officine altamente specializzate, di alta formazione per
tutti i dipendenti. L’innovazione tecnologica introdotta genera costi maggiori rispetto al passato. Fanno sforzi pesanti le Regioni, le Amministrazioni locali, ma non basta ad accompagnare la strategia che mira a togliere auto dalle strade per un ambiente migliore. Come impatta la domanda turistica?
Per Start Romagna tutto questo ha una declinazione ulteriore, quella turistica. Terminati i mesi invernali, quando le persone cominciano a muoversi su due ruote, dobbiamo garantire che la riviera romagnola sia connessa con i turisti, sempre di più, che arrivano al mare in aereo e col treno. Essere efficienti in questo è un altro importante contributo alla sostenibilità. Ci sono iniziative di valore e successo: l’estensione all’estate degli abbonamenti scolastici o la connessione ferrogomma con abbonamenti dedicati. Abbiamo in mente altri progetti e presto ne parleremo.

Quanti sono gli investimenti sui mezzi meno impattanti?
Dicevo che il ricambio è potente e senza precedenti. I fondi del PNRR, integrati con quelli del Ministero dell’Ambiente e del Mit attraverso il PSNMS ed il decreto 223 hanno consentito a Start Romagna di pianificare l’inserimento di 340 nuovi mezzi fra 2022 e 2028, grazie ad un investimento complessivo di 118 milioni di euro. La flotta è di circa 600 mezzi, la loro età media è scesa dai 10,81 anni del 2022 ai 7,99 a fine 2024. Il 91% dei nostri bus ha alimentazioni a basso impatto ambientale. Procede l’inserimenti dei mezzi elettrici: sono in strada 50 mezzi, saliranno a 88 nel 2028 e a fine agosto avevano già percorso oltre 500mila km.

In che misura l’azienda toglie auto dalle strade?
Dando sostanza a questi impegni, che interessano 71 comuni romagnoli e cinquemila corse giornaliere. Abbiamo intrapreso anche progetti di ‘trasporto a chiamata’. A Cesena il BusSì e a Rimini lo ShuttleMare hanno numeri in crescita e vanno nella direzione di aprire a nuovi scenari, con un Tpl meno ingessato e più cucito sulle necessità. È un processo non facile e non breve, che attiene anche paradigmi che si devono modificare negli utenti del servizio. È interessante una tendenza: le giovani generazioni sono sempre più propense all’utilizzo dei mezzi pubblici. Dobbiamo continuare e se possibile accelerare in questa direzione.
Quali sono gli obiettivi aziendali da qui a 5 anni?
Dobbiamo insistere nel ringiovanire la flotta dei bus per-
ché gli sforzi fatti vanno sostenuti nel tempo. Ci troviamo di fronte ad una inadeguata capienza del PSNMS - Piano Strategico Nazionale Mobilita Sostenibile che va dal 2029 al 2033, considerando che più o meno il costo dei bus in questi cinque anni è cresciuto mediamente del 30%.
Nel frattempo ci saremo dotati delle più importanti infrastrutture programmate nei territori. Parallelamente dobbiamo migliorare la percezione di sicurezza e legalità a bordo e a novembre, alla fiera IBE, abbiamo chiamato istituzioni, sistema scolastico e aziende del settore a ragionare su questi temi. In generale, è fondamentale rappresentare un’alternativa efficace ed efficiente all’uso delle auto.
Cosa serve al trasporto pubblico per raggiungere i suoi obiettivi e quali le maggiori criticità?
Secondo me serve prendere definitiva coscienza che potenziare ed efficientare il Tpl sia una carta vincente per migliorare la qualità della vita delle persone e dell’ambiente. Nel concreto, ad esempio, serve riprogrammare la mobilità delle nostre città per favorirne l’attività. Su questo serve ancor più impegno, perché la puntualità del servizio è una carta decisiva nella partita che dobbiamo giocare, mentre lasciare i bus in mezzo alle macchine in coda è un freno evidente in questo processo.
Resta il problema degli autisti. Come lo si può affrontare?
La criticità grande è la carenza di autisti, sulla quale stiamo facendo ogni sforzo per tamponare l’emergenza che è di tutte le imprese italiane ed europee del Tpl. Abbiamo avviato da 5 anni Scuderia Start, un’Academy per favorire l’acquisizione delle patenti con sostegno finanziario dell’azienda, abbiamo coinvolto società specializzate di recruiting e di recente abbiamo coinvolto il nostro personale con il progetto ‘Chi porta un autista trova un tesoro’ che premia economicamente chi favorisce l’arrivo di nuovi autisti. A Start ci impegniamo per far crescere la professionalità dei dipendenti e trasmettere l’idea di un percorso di crescita costante dentro l’azienda.

Tra i valori fondanti della Cooperazione non solo rientra la sostenibilità, ma quest’ultima incarna per la stessa un atto imprescindibile di coerenza considerando che al centro del suo interesse vi è la persona e, quindi, il pianeta. Il Conscoop di Forlì su questo elemento ha costruito la sua visione, il suo percorso e la sua storia; e se il Consorzio in questo 2025 compie i suoi primi 80 anni il motivo è da ricercare proprio in questa propensione allo sviluppo durevole. Conscoop, opera nei principali ambiti dell’edilizia – urbana, scolastica, sanitaria, ospedaliera, infrastrutturale – e negli interventi di restauro e rigenerazione urbana. Tra i progetti più noti e recenti si ricordano la Scuola Media “Antonio Brancati” di Pesaro, premiata a livello internazionale (COP 26) come edificio scolastico più green e più energeticamente sostenibile al mondo; la costruzione di campus universitari e scuole all’avanguardia anche in termini antisismici come, ad esempio, il grande Centro di

Ricerca “Chip” di Camerino; Poli Ospedalieri eco sostenibili e infrastrutture come la recente realizzazione e riqualificazione del Porto di Palermo “Marina Yachting”, inaugurato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra i vari lavori in corso, inoltre, il Consorzio è attualmente impegnato nella costruzione del Polo Tecnologico - Gasometro due di Milano a cura dell’Architetto di fama mondiale Renzo Piano.
La sostenibilità non è uno slogan, ma l’impegno quotidiano nel fare al meglio la propria parte, in questo caso come imprese, in una responsabilità sociale comune dalla quale nessuno può abdicare. Le cooperative socie sono 85 e provengono da 19 Regioni Italiane e a loro volta impiegano circa 10mila tra associati e addetti. Conscoop ha 34 dipendenti (50% donne), conta 155 milioni di fatturato consolidato e 4,113 milioni di utile.
“Dal 1945 a oggi – spiega Monica Fantini, prima Presidente donna nella storia del Consorzio – il Conscoop ha costruito

con resistenza, coerenza, competenza e passione il suo pezzo di presente declinandolo sempre al futuro, pensando alle nuove generazioni. Questo anniversario è per noi un impegno per continuare a farlo, per essere un riferimento qualificato per le Persone e per le Cooperative che sono parte integrante del Consorzio, così come per i territori che in Italia abitiamo. Il tutto, operando in chiave di concreta sostenibilità, il valore cooperativo che ci guida.”


Monica Fantini, presidente Conscoop
Attraverso la formazione e la qualificazione continua della sua squadra di lavoro e dei Soci, ossia 85 Cooperative ubicate in tutta Italia, il Conscoop è un interlocutore davvero molto qualificato ed esperto nel progettare e nel costruire in maniera eco compatibile. Il tutto, adottando processi di innovazione consapevole a partire dalla tenuta dei cantieri, dall’uso dei materiali, dal riciclo così come dai mo-

delli di edificazione e di impiantistica che consentono di garantire alla collettività efficientamento ambientale ed energetico; riqualificazione territoriale; razionalizzazione economica; cura sociale e anche bellezza. Caratteristiche che gli hanno consentito di ottenere premi prestigiosi a livello internazionale come, ad esempio, il Green Solution Awards COP 26, per aver costruito la scuola più energeticamente sostenibile al mondo.
Questo prestigioso premio, legato a un progetto di edilizia scolastica, così come le tante altre opere, realizzate e in corso (Scuole, Poli Tecnologici, edilizia ospedaliera, infrastrutture etc), assumono per il Consorzio un impegno aziendale che integra più valori: opportunità formativa applicata; innovazione consapevole; esperienza di transizione ecologica replicabile su altri territori; coerenza nella salvaguardia del Pianeta. Ossia, l’opportunità nel contribuire a trasformare la sostenibilità in cultura.

Imballaggi sempre più sostenibili grazie a BIO4SUSPACK - acronimo di Biomolecole dalla valorizzazione di sottoprodotti agroalimentari per un packaging primario sostenibile, sicuro e attivo - un progetto di ricerca di 2 anni (1° febbraio 2024- 31 maggio 2026 ), finanziato dalla Regione Emilia Romagna con fondi europei (bando Laboratori 2023 DGR 2097/2022), che si propone di rispondere ad alcune delle sfide più impellenti in ambito di sostenibilità e sopra elencate. Questo progetto rientra in un contesto europeo più ampio, dove bioplastiche, packaging attivi e circular bioeconomy giocano un ruolo sempre più centrale, anche grazie al Green Deal ed ai fondi per la transizione sostenibile. Partecipano all’iniziativa il Gruppo Amadori di Cesena e il Caseificio Mambelli di Bertinoro.

BIO4SUSPACK rappresenta un passo importante in questa direzione, con un occhio di riguardo verso le filiere agroalimentari italiane e la formazione di competenze locali.
BIO4SUSPACK vuole realizzare soluzioni innovative e sostenibili di packaging per alimenti rispondendo, da una parte, a soddisfare le politiche Europee che mirano ad una transizione verso un’economia circolare e carbon neutral, per contrastare l’inquinamento ambientale, le emissioni di gas serra e la dipendenza da combustibili fossili, e dall’altra a venire incontro a specifiche esigenze del tessuto produttivo industriale del territorio. La sostenibilità rappresenta per le aziende, oltre che un volano per l’economia, anche un obiettivo verso la transizione green e la promozione degli SDG dell’agenda FAO 2030. Le attività di BIO4SUSPACK, pertanto, realizzate dai laboratori della rete con attori delle filiere agro-alimentare e del packaging, stanno portando ad output che mirano a ridurre l’utilizzo di plastiche da fonte fossile e aumentare la quota di materiale riciclato. Le ricerche svolte precedentemente nell’ambito di progetti PR-FESR hanno generato promettenti risultati



su scala di laboratorio che richiedono un’attività di sviluppo per favorirne un’ulteriore maturazione e la validazione in ambiente pre-industriale. Importanti stimoli sono arrivati dalle aziende che hanno mostrato l’interesse a partecipare al progetto, evidenziando reali richieste di mercato del settore agroalimentare.
Gli obiettivi del progetto
I principali obiettivi di progetto prevedono la realizzazione di:
materiali flessibili con nanocristalli di cellulosa, sempre derivanti da scarti, con migliorate proprietà meccaniche, di stabilità e barriera ai gas; imballaggi attivi antimicrobici sfruttando biomolecole estratte da scarti agroalimentari;
una Piattaforma digitale per formare reti e condividere conoscenze con imprese e stakeholder del settore.
Partendo da sottoprodotti come bucce, semi, e scarti vegetali, attraverso tecnologie green e sostenibili, possono essere estratti composti naturali ad elevata attività antimicrobica, utili ad attivare e funzionalizzare i packaging destinati al confezionamento di diversi prodotti alimentari. Le sostanze ad azione antimicrobica sono in grado di ritardare la crescita sia di microrganismi degradativi che incidono sulla qualità dei prodotti, sia di microrganismi patogeni in grado di influenzare gli aspetti di sicurezza degli ali-


menti. Il vantaggio dell’utilizzo di sostanze antimicrobiche naturali da scarti e sottoprodotti vegetali è molteplice: si riduce l’uso di sostanze sintetiche, si agisce nell’ottica della sostenibilità e si incrementa la qualità e sicurezza dei prodotti alimentari.




Romagna24economia
Magazine di economia, affari, impresa e società

Inchiesta a cura di Giorgio Costa

Direttore responsabile: Marco Montruccoli

Direttore editoriale: Carlo Serafini
Testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n. 1464 del Registro della Stampa in data 23/02/2021 Stampa: FC PI 01807620404 Editore: Edit Italia Srl. , Piazza Bernini 6, 48124 Ravenna - editoriale@edititalia.it - Tel. 0544.511311 Concessionaria pubblicità: Publimedia Italia Srl., Piazza Bernini 6, 48124 Ravenna - info@publimediaitalia.com - Tel. 0544.511311 as sociato:

n°6 | anno 5 | Novembre 2025 Romagna24economia offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia Srl. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alle Redazioni, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente.

Distribuito tramite Gls, Posta e direttamente, presso:
Associazioni datoriali
Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura della Romagna
Camere di Commercio
Aziende della Romagna a rotazione
Istituzioni


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Dedicata a chi ha investito nelle energie rinnovabili, Ecowatt è la polizza sviluppata per offrire una protezione a 360 gradi per impianti fotovoltaici, solari, termici o eolici, che si può arricchire con garanzie specifiche in base alle esigenze. Trattandosi di una copertura “all risks”, prevede il rimborso dei danni all’impianto, sia diretti che indiretti, causati da qualunque evento non espressamente escluso nella polizza.
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