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Corea. »
fatto che il reo è notoriamente epilettico. Ma siccome 1’ atto incriminato, data la frequenza e la fugacità delle manifestazioni psicopatiche, può sempre trovarsi in relazione con un accesso che sia passato inavver¬ tito (accesso vertiginoso, larvato o psichico), così i giudici dovranno essere prudenti e miti nell’applicare la pena, considerando che la mannaia troncò in altri tempi il capo a centinaia d’epilettici, a cui oggi s’a¬ prirebbero invece le porte del manicomio criminale. La proposta dello Zacchia di non punire i reati del¬ l’epilettico commessi tre giorni prima o tre giorni dopo la crisi, è forse giusta, ma troppo generica: ed è pre¬ feribile quella del Krafift-Ebing, secondo cui nelle aule giudiziarie si dovrebbe sempre ammettere il prin¬ cipio che Vepilessia è per sè stessa ima circostanza at-
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tenuante del delitto.
b) Corea.
L’enumerare sotto forma di brevi ricordi i sintomi della corea, equivale a segnalare all’attenzione del medico legale militare i punti essenziali su cui dovrà fondare la diagnosi precoce della malattia e quella differenziale tra le forme vere e le simulate (rarissime).
I sintomi iniziali son costituiti essenzialmente da un insieme di atti e di movimenti maldestri i quali non hanno propriamente nulla di morboso che colpisca i • profani, ma che debbono richiamare l’attenzione del medico addetto ai corpi di truppa, il cui pensiero costante — come già dissi altra volta — ha da essere sempre rivolto alla possibilità dell’accertamento pre¬ coce di tutte quelle affezioni che esercitano un’influenza funesta sulla vita collettiva. Se adunque gli verrà se¬ gnalato un individuo svogliato, disattento e maldestro,
che sia solito a sbagliare i primi esercizi colle armi, o a commettere una serie non interrotta di sbadatag¬ gini, di malefatte e di guasti ne’ suoi oggetti di cor¬ redo, per cui sia giornalmente rimproverato o punito, il medico non lo dovrà più perdere di vista, ma lo sottoporrà a una diligente osservazione nel reggimento stesso, quasi a sua insaputa ; perchè quegli atti, riferiti a disattenzione, a disobbedienza o peggio, sovente non son altro che manifestazioni iniziali della corea, le quali aumenteranno, invece di scemare, coi rimproveri e coi castighi.
I sintomi più avanzati sono per contro così caratte¬ ristici, che non sfuggono più neppure agli occhi dei profani. Ordinariamente queste manifestazioni della corea non avvengono in parecchi gruppi muscolari a un tempo, ma cominciano per solito in un arto — più spesso in un braccio — per diffondersi poi lentamente all’arto dell’altro lato e alla faccia. In quest’ultima le contrazioni dei muscoli mimici dan luogo a smorfie e a contorcimenti, soprattutto delle labbra, associati a movimenti irregolari della lingua che disturbano la parola, la masticazione e la deglutizione; mentre negli arti è un succedersi continuo di atti disordinati i quali contraddicono tutti alla nota legge che i movimenti coordinati seguono sempre la via più corta, che è la linea retta : per conseguenza, nelle braccia, pronazione e supinazione, abduzione e adduzione alternantisi ra¬ pidamente; flessione ed estensione nelle dita; contra¬ zioni dei muscoli della spalla, per cui il paziente non riesce a porgere la mano, ad afferrare un oggetto, a infilare un ago, e, nei casi gravi, neppure a portar il cibo alla bocca nè a vestirsi: nelle gambe, movimenti consimili per i quali è ben difficile conservar l’equi¬ librio e che danno all’andatura un carattere speciale ondulatorio (andatura dei pattinatori). Un tale insieme

di moti incoordinati costituisce la così detta folte musculaire dei francesi, la quale cessa nel sonno, salvo che non sia agitato da sogni paurosi: fatto questo, che dev’esser tenuto presente dal perito militare per non cadere nell’erronea credenza che la cessazione dei movimenti coreici nel sonno sia una prova di simula¬ zione.
Per quanto riguarda ancora i sintomi fisici della corea, aggiungerò che la sensibilità generale non par¬ rebbe alterata, mentre s’osserverebbe un aumento del¬ l’eccitabilità elettrica dei nervi, negata da alcuni au¬ tori: le pupille son ordinariamente midriatiche e tarde a reagire allo stimolo luminoso: sono frequenti le al¬ terazioni delle orine (poliuria, aumento dell’urea, albuminuria non costante): non di rado s’associano alla corea de’ vizi valvolari cardiaci.
Non meno importanti dei sintomi fisici sono quelli psichici, che talvolta bastano da soli a legittimare un giudizio d’inabilità al servizio. Se nelle forme miti della così detta corea cronica di Huntington s’osserva soltanto irritabilità esagerata, cattivo umore abituale e indebolimento progressivo della memoria, nelle forme più gravi, l’aumento di tali sintomi s’alterna con pe¬ riodi di depressione profonda ; la facoltà attentiva va dileguandosi a grado a grado; l’associazione delle idee è turbata; la riproduzione delle idee è difettosa; nè è raro il caso che si svolga una vera e propria psicosi con illusioni, allucinazioni e interpretazioni deliranti.
Per concludere circa questa nevrosi : se, dall’insieme dei fatti che ho esposti, risulta perfettamente logico un provvedimento medico-legale temporaneo (lunga licenza di convalescenza nei militari) in tutti quei casi i quali decorrono senza sintomi gravi e senza compli¬ cazioni, non bisogna però dimenticare che si dànno de’ casi di corea che, fin dalle prime visite, infondono
