Progettare per la Sanità n. 3/25 Ottobre

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Organizzazione, tecnologia, architettura

Un modello all’avanguardia per la salute mentale infantile / Il più grande ospedale pediatrico della Svizzera / HVAC e controllo infezioni in ospedale / Benefici della riorganizzazione degli spazi

CNETO Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Il Catkin Centre & Sunflower House a Liverpool

N E X O R s u it e

L'ARCHITETTURA CHE CURA: FUNZIONALITÀ E PRECISIONE

Progettato per superare i limiti. Un sistema di costruzione modulare ingegnerizzato specificamente per massimizzare le prestazioni operative e la conformità in contesti ambientali e funzionali di massima complessità.

Un sistema che offre flessibilità senza pari nell'integrazione di impianti e tecnologie , garantendo al contempo igiene, durabilità e rapidità di installazione . È l'ideale per aree di cura critica come:

• Sal e o p e ra to ri e

• Uni t à di te rapia in te n s iva ( I C U /N I C U )

• Lab o ra to ri di ri ce rcar e dia g n ost i c a

Oltre i Limiti dei Metodi Costruttivi Convenzionali

Immagina un ambiente sanitario progettato per massimizzare la performance del personale medico . Il nostro obiettivo è creare spazi che offrano condizioni di lavoro ottimali, permettendo ai professionisti di concentrarsi esclusivamente sulla cura del paziente . Con NEXOR , la tua visione si trasforma in realtà. Il nostro team gestisce l'intero processo, agendo come un partner completo : dal ruolo di consulenti strategici e progettisti, fino all'ingegnerizzazione e all'esecuzione finale del progetto.

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L’evoluzione della cura

Il Convegno annuale CNETO si terrà come di consueto a Camogli, in Liguria, e si focalizzerà sul tema dei Laboratori, sia clinici che di ricerca. L’argomento è di estrema importanza, oltre che di interesse per gli “addetti ai lavori”: proprio in questo settore strategico per il percorso di cura del paziente si con-

centrano rapidissime trasformazioni dovute all’integrazione tra tecnologia, medicina personalizzata e nuovi modelli organizzativi. Questi continui processi di sviluppo fanno sì che lo spazio fisico dedicato all’area laboratoristica richieda sempre più flessibilità e modularità, per adattarsi alle nuove strumentazioni e apparecchiature oltre che alle diverse modalità operative. I più avanzati centri di analisi si stanno trasformando in hub di innovazione in grado di ridurre i tempi di elaborazione dei campioni grazie all’automazione, di aumentare la precisione grazie alla robotica e di analizzare grandi volumi di dati grazie all’intelligenza artificiale che fornisce supporto decisionale ai medici. Ciò si traduce in uno sviluppo della medicina di precisione e nella personalizzazione delle terapie che vengono sempre di più “ritagliate” sulla base del profilo genetico del paziente, attraverso la collaborazione tra "vecchie" e "nuove" professionalità in grado di interpretare dati com-

plessi e mettere a punto nuovi trattamenti e soluzioni cliniche concrete. Esistono già esempi evoluti in cui l’Ospedale promuove fortemente il dialogo e la collaborazione tra università, ricerca (anche traslazionale) e industria, con lo scopo di ridurre i tempi tra scoperta scientifica e applicazione clinica. Come dimostrato durante la pandemia da Covid-19, la condivisione e l’accessibilità democratica ai dati generati dalla ricerca rappresentano un passaggio fondamentale per accelerare l’avanzamento della conoscenza. Ciò significa che il progresso non deve limitarsi alla raccolta, all'analisi e alla conservazione dei dati ma deve promuovere la costituzione di reti di ricerca multicentriche sicure a livello globale, basate sull’utilizzo di piattaforme interoperabili. Vi aspettiamo a Camogli il 23 e 24 novembre per discutere insieme gli scenari del prossimo futuro.

di Margherita Carabillò

Direttore Responsabile

Giorgio Albonetti

Direttore Scientifico

Margherita Carabillò

Coordinamento Editoriale

Chiara Scelsi - c.scelsi@lswr.it

Redazione Simone Ciapparelli s.ciapparelli@lswr.it

Comitato scientifico

S. Brusaferro, S. Capolongo, M. Carabillò,M. Gola, J. Guercini, K. Kob, M. Mauri, F. S. Mennini, C. Nicora, D. Pedrini, G.Polifrone

Comitato di redazione

Architettura: Design LAB, DABC Politecnico di Milano

Impiantistica: Francesco Ruggiero

Information Technoloy: Fabrizio Massimo Ferrara

Innovazione digitale: Paolo Bertini

Organizzazione e management: Federico Lega Servizi e facility management: Arturo Zenorini

Tecnologie per l’Architettura: Rosa Romano, Maria Chiara Torricelli

Hanno collaborato a questo numero:

Eleonora Bossi, Armando Ferraioli, Daniela Gattuso, Marco Gola, Sara Orio, Luisa Paolina Rizzi, Rosa Romano, Yong Yu

Impaginazione LSWR

Immagini Shutterstock

Produzione Antonio Iovene - Tel. 3491811231 a.iovene@lswr.it

Direzione Commerciale

Costantino Cialfi - Sales Director c.cialfi@lswr.it - Cell. +39 3466705086

Traffico Iaria Tandoi i.tandoi@lswr.it Tel. 3452453804

Abbonamenti www.quine.it abbonamenti.quine@lswr.it Tel. 02 864105

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Testata Associata

Catkin Centre & Sunflower House
Organo ufficiale del C.N.E.T.O.: Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera

Sommario

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CATKIN CENTRE & SUNFLOWER HOUSE

Il progetto del Catkin Centre e del Sunflower House rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo del campus dell’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool. Il progetto è stato realizzato da Cullinan Studio e il complesso architettonico si propone come un modello innovativo per la cura della salute mentale infantile, combinando spazi clinici all’avanguardia con ambienti naturali e accoglienti. di

NUOVO OSPEDALE PEDIATRICO DI ZURIGO

Lo studio di progettazione Herzog & de Meuron torna a realizzare un complesso ospedaliero in Svizzera, dopo il successo della Clinica di Neuroriabilitazione e Paraplegia realizzata a Basilea tra il 2002 e il 2020. Si tratta del nuovo Ospedale pediatrico universitario di Zurigo, la più grande struttura per bambini e adolescenti della Svizzera. Ancora una volta, l’approccio progettuale è ispirato dalla volontà di creare spazi a misura d’uomo, dove le diverse tipologie di utenti riescano a trovarsi in condizioni di comfort grazie alla scelta di utilizzare materiali e forme naturali di Rosa Romano

CONTROLLO INFEZIONI

CON IMPIANTO HVAC

Il principio chiave del controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie è che le infezioni associate alla cura della salute non sono inevitabili. Il sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC) è una componente critica del controllo dell’infezione nelle strutture sanitarie di Armando Ferraioli

QUANDO IL LAYOUT DECIDE L’EFFICIENZA

Le performance di un Ospedale non dipendono esclusivamente dall’expertise dei professionisti sanitari o dall’implementazione di tecnologie avanzate. Un ruolo di analoga importanza è rivestito dalla progettazione e dall’organizzazione degli spazi. di Luisa Paolina Rizzi, Eleonora Bossi, Daniela Gattuso

Marco Gola, Yong Yu

SCELTE PREMIUM PER L’OSPEDALE DI SKÅNE

Un nuovo blocco operatorio realizzato con tecnologie modulari di ultima generazione coniuga flessibilità, sicurezza e rapidità di esecuzione. Soluzioni costruttive avanzate garantiscono ambienti ultra-sterili, facilmente riconfigurabili e pienamente conformi ai più elevati standard sanitari di Sara Orio

AMPLIAMENTO DELL’OSPEDALE DI TÂRGU MUREȘ

Nel cuore della Transilvania, lo Spitalul Clinic Județean de Urgență Târgu Mureș si appresta a diventare un centro di eccellenza nella cura delle ustioni gravi e nella gestione delle emergenze ad alta complessità. di Andrea Piacenti, Giorgia Di Biagio, Giorgia Gunnella, Alice Sallustro 42 46 55-57

RUBRICHE

Master ARTE in intelligenza artificiale e telemedicina

Dopo il successo delle precedenti edizioni, l’Università di Parma annuncia la quinta edizione del Master Universitario di I° livello in Intelligenza Artificiale e Telemedicina - ARTE (https://www.masterarte.unipr.it/), un percorso formativo innovativo, in partenza a gennaio 2026. Promosso dal Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, questo Master è il primo erogato in modalità e-learning che si distingue per il suo approccio formativo multidisciplinare nell’affrontare i temi chiave della telemedicina e dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità. La pandemia da Covid-19 ha accelerato il ricorso alla telemedicina, trasformandola in uno strumento essenziale per garantire l’accesso alle cure. Parallelamente, l’intelligenza artificiale, secondo l’OCSE, sta ridefinendo il paradigma sanitario, grazie alla capacità di supportare diagnosi, cure personalizzate e gestione intelligente dei dati. Questo corso annuale ha l’obiettivo di formare professionisti in grado di: comprendere le opportunità e le implicazioni dell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario; implementare soluzioni di telemedicina efficaci ed etiche; affrontare

Pianificazione, progettazione,

le sfide relative a cybersecurity, privacy, normativa sanitaria e gestione dei dati sensibili. Il corso annuale rilascia 60 CFU ed è aperto a laureati triennali e magistrali di qualsiasi classe o disciplina, nonché a diplomati del vecchio ordinamento in professioni sanitarie.

Le lezioni si svolgeranno dal 13 gennaio al 24 giugno 2026, in modalità mista. Le iscrizioni sono aperte fino al 14 novembre 2025. I posti a disposizione sono 70 (le domande saranno accolte in base all’ordine cronologico di presentazione).

ristrutturazione

nei Dipartimenti di Emergenza

I Pronto Soccorso/Dipartimenti di Emergenza hanno assunto sempre più negli ultimi anni un’importanza cruciale nel Sistema Sanitario Nazionale, trasformandosi in aree ampie e modernamente organizzate oltre che essere attrezzate in modo da poter affrontare tutte le grandi emergenze, continuando comunque a farsi carico delle patologie minori. Tale sviluppo non sempre è stato sorretto da un’adeguata cultura specifica che, a partire dalla centralità della relazione curante-curato, da una parte mirasse ad innovazioni progettuali e organizzative (sviluppate anche in ambito internazionale) e dall’altra approfondisse le specifiche esigenze strategiche e operative della Struttura Sanitaria, oggetto della trasformazione.Tutto questo ha talvolta generato contraddizioni tra gli aspetti architettonico-funzionali e la concezione organizzativa, con inevitabili ricadute negative sull’operatività, il flusso

di lavoro, l’efficacia nell’utilizzo degli spazi e delle dotazioni e il sistema delle relazioni. Far procedere di pari passo una moderna (e sempre migliorabile) definizione orga -

nizzativa e funzionale con le caratteristiche ambientali degli spazi è un processo che richiede una visione culturale omogenea, oltre ad una stretta collaborazione fra i diversi professionisti implicati nella programmazione, concezione, realizzazione e conduzione del Pronto soccorso/Dipartimento di Emergenza. Scopo di questo volume è quello di dare un contributo a procedere nella suddetta direzione, fornendo analisi, proposte e spunti di riflessione. Il libro affronta il tema del Dipartimento di Emergenza, consapevole della sua complessità e di ciò di cui ha davvero necessità. Vengono inoltre analizzate le caratteristiche dei principali processi di valutazione e cura.

ARMANDO FERRAIOLI - Dipartimento di Emergenza: pianificazione, progettazione, ristrutturazione. Nozioni fondamentali ed esempi progettuali. 2024, 560 pag. Dario Flaccovio Ed. - LSWR Group.

Salute cardiovascolare in Europa

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Europa e in Italia, con un impatto sanitario ed economico rilevante. In vista del nuovo Piano europeo per la salute cardiovascolare, il convegno “Un Cuore per l’Europa: la Salute Cardiovascolare da Bruxelles a Roma”, svoltosi a inizio ottobre ha riunito istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e mondo accademico per discutere un approccio integrato alla prevenzione e all’equità di accesso. Il primo momento di confronto ha posto l’accento sulla prevenzione primaria, con l’obiettivo di ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari agendo sui fattori di rischio modificabili.

La Sen. Elena Murelli, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per le malattie cardio-, cerebro- e vascolari, ha evidenziato la necessità di adottare un Piano nazionale per la salute cardiovascolare e l’importanza, per l’Italia, di porsi come interlocutore proattivo nel dibattito sul Piano europeo, puntando sull’innovazione e sulla medicina personalizzata. Il secondo momento di discussione è stato dedicato alla diagnosi precoce e allo screening cardiovascolare come strumenti chiave di prevenzione, durante il quale è stata ribadita l’importanza del monitoraggio dei fattori di rischio, come peso e pressione

arteriosa, e di una comunicazione efficace con i pazienti. Importante anche il contributo dell’imaging e della trasformazione digitale nella prevenzione e nella presa in carico continuativa. Antonio Parenti (Direttore DG SANTE B - Commissione europea), responsabile della stesura del Piano europeo per la salute cardiovascolare, ha spiegato che l’iniziativa si baserà su tre pilastri: prevenzione, diagnosi precoce e trattamento. Tra i temi trasversali figurano ricerca, intelligenza artificiale e riduzione delle disuguaglianze sanitarie. Ha inoltre sottolineato la necessità di affrontare la frammentazione dei dati e di promuovere la conoscenza delle malattie cardiovascolari. Parenti ha infine riconosciuto il ruolo centrale dell’Italia e la proficua collaborazione con il governo e l’Istituto Superiore di Sanità.

Un viaggio

dentro la cellula

Entrare nel cuore di una cellula, esplorarne i segreti e scoprire come da lì inizia la ricerca contro il cancro: è l’esperienza immersiva ideata e realizzata da XMetaReal per Fondazione AIRC, che porta il pubblico dentro la scienza e la ricerca oncologica in modo diretto e coinvolgente.

Dal 1965 AIRC sostiene con continuità la ricerca indipendente sul cancro con l’obiettivo di trasformare le scoperte scientifiche in cure efficaci e, parallelamente, diffonde la cultura della prevenzione e i risultati della ricerca.

Oggi, grazie al supporto delle tecnologie immersive di XMetaReal - azienda già nota per progetti innovativi come l’esperienza in VR per Save the Children in Afghanistan - questo impegno si apre a una nuova forma di racconto che restituisce al pubblico la complessità e la straordinaria bellezza del micromondo cellulare.

Nello spazio AIRC il pubblico ha potuto scegliere due percorsi complementari: il laboratorio divulgativo “Diversi da chi?”, pensato per capire meglio chi siamo, da dove veniamo e quale sia l’eredità comune di tutte le forme di vita; l’esperienza immersiva sviluppata da XMetaReal. Indossando un visore VR, i visitatori vengono guidati da una ricercatrice AIRC in un viaggio dentro una cellula umana, la più piccola unità vivente, per scoprire cromosomi, mitocondri e DNA.

Un progetto che dimostra come la tecnologia possa diventare uno strumento di sensibilizzazione immediata e coinvolgente, mostrando anche come da un’alterazione della cellula possa avere origine un tumore, malattia che in Italia colpisce ogni giorno più di mille persone e che ha fatto registrare, nel 2024, circa 390.000 nuove diagnosi.

Labotec, l’evento per le soluzioni laboratorio

e analisi

In scena a ottobre, a Parma, la prima edizione di Labotec, la nuova manifestazione dedicata alle tecnologie, alle soluzioni e ai servizi per il settore dei laboratori e dell’analisi. L’evento coltiva l’ambizioso progetto di dare una “casa comune” ad aziende e professionisti di settori tra loro diversi, accomunati da un background tecnico-scientifico. Labotec accoglie, infatti, tra i propri espositori, i produttori e distributori di strumentazione per i laboratori, laboratori di analisi conto terzi

Innovazione nella medicina riabilitativa

La riabilitazione guarda al futuro grazie a Moonwalker, il nuovo sistema robotico installato presso il Presidio Ospedaliero Villa Bellombra in collaborazione con Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Una tecnologia d’avanguardia che segna un cambio di passo decisivo nella cura dei pazienti neurologici, ortopedici e cardiologici, ponendo Bologna al centro dell’innovazione riabilitativa a livello nazionale e internazionale. L’occasione per la presentazione ufficiale è stato il convegno “Il Futuro della Riabilitazione”. Moonwalker è un robot dotato di pedana omnidirezionale che consente al paziente di muoversi liberamente a 360 gradi, all’interno di scenari immersivi di realtà virtuale. A rendere l’esperienza ancora più realistica sono stimoli multisensoriali innovativi, come profumi e brezze coerenti con l’ambiente simulato. L’azione motoria del paziente diventa così dinamica e autonoma: camminare, fermarsi, accelerare e interagire con l’ambiente non è più un esercizio passivo, ma parte attiva del percorso riabilitativo.

e fornitori di servizi. Un pubblico altamente qualificato di visitatori, composto tra gli altri, da Direttori e Responsabili di laboratorio, qualità, ricercatori e scienziati, sarà presente in rappresentanza di tutti i settori dell’industria manifatturiera (alimentare e bevande, farmaceutico, chimico, cosmetico, life sciences e biotecnologie, ambientale, allevamento), nonché delle strutture sanitarie e di cura, degli enti pubblici, oltre che di istituti ed enti di ricerca. In linea con la sua mission

primaria di valorizzare e restituire centralità al complesso ruolo della ricerca scientifica nel nostro Paese, Labotec rappresenta un palcoscenico per una serie di progetti e aree speciali in grado di arricchire l’esperienza dei partecipanti, trasformando la fiera in un hub ideale per il mutuo scambio di conoscenze.

Dipendenze: 5 richieste alla Regione

Il Ceart, Coordinamento degli Enti Accreditati della Regione Toscana, che riunisce 22 enti che si occupano della cura e la riabilitazione dalle dipendenze, lancia l’allarme: “Non solo droghe e alcol, oggi dipendenze nascono anche da social, gaming, azzardo e farmaci. Per questo chiediamo alla Regione un impegno chiaro, in cinque punti, per intervenire: investire nella prevenzione con interventi precoci, affrontare la rigidità normativa sui titoli di studio per gli operatori, costruire nuovi luoghi di cura e sostegno abitativo, integrare sociale e sanitario nella sanità territoriale e distinguere con chiarezza i percorsi terapeutici dal carcere”. Solo con un dialogo strutturato e una progettazione comune, sostiene Ceart, si può passare da azioni isolate a una vera politica regionale sistematica sulle dipendenze. Per questo sono necessarie Co-programmazione e co-progettazione con la Regione, per inserire stabilmente la prevenzione nel piano regionale sulle dipendenze, definendo insieme obiettivi e priorità e costruendo soluzioni concrete. È importante anche il coinvolgimento attivo di famiglie, scuola e comunità. Le dipendenze devono rientrare a pieno titolo nella riforma della sanità territoriale, sostiene Ceart. Occorrono percorsi personalizzati gestiti dagli enti accreditati, dal diurno al domiciliare.

Spesa sanitaria,

cresce il disavanzo sanitario regionale

Il disavanzo sanitario delle Regioni italiane ha raggiunto nel 2024 quota 1,513 miliardi di euro, triplicando rispetto all’anno precedente. Lo rileva il nuovo Quaderno della Corte dei conti, pubblicato nell’ambito del Rapporto di coordinamento della finanza pubblica e dedicato alla sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale.Il documento, intitolato “Sanità in cammino per il cambiamento”, evidenzia come la spesa sanitaria effettiva continui a crescere più rapidamente rispetto alle risorse disponibili, generando un divario sempre più ampio tra costi e finanziamenti. La Corte sottolinea che il deficit sanitario rappresenta oggi uno degli indicatori più sensibili del rischio di instabilità del sistema, aggravato dalle difficoltà nella garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea) e nella gestione del personale. La mappa del disavanzo mostra forti differenze territoriali. Le perdite maggiori si concentrano nelle Regioni del Centro-Nord, dove i conti sono peggiorati nonostante la qualità dei servizi resti elevata. In particolare, il deficit più consistente è registrato in Toscana (-267,2 milioni, +47,6% rispetto al 2023), seguita da Emilia-Romagna (-194,2 milioni) e Piemonte (-180,6 milioni, +63,9%). Tra le Regioni a statuto speciale, la situazione più critica riguarda la Sardegna, con un disavanzo di 365,4 milioni (+39,6%). Lombardia e Veneto risultano invece ancora in equilibrio. La Corte segnala inoltre che i meccanismi di contenimento della spesa, come i tetti per farmaci e dispositivi medici e il payback, non hanno prodotto risultati finanziari significativi, generando piuttosto contenziosi e incertezze giuridiche. Fonte: sanità33

Il futuro passa anche dagli organ-on-chip

La medicina che verrà sarà caratterizzata anche dalle tecnologie emergenti. In occasione della seconda giornata della Conferenza degli Addetti scientifici, spaziali e degli Esperti agricoli, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con il supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca, si è svolta una visita al Center for Advanced Biomaterials for Health Care (CABHC) dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Napoli. Il centro rappresenta una delle realtà più all’avanguardia in Europa nel campo della bioingegneria e delle biotecnologie e si inserisce nel percorso di celebrazioni dei 2500 anni della città promosso dal Comitato Nazionale Neapolis 2500, guidato dal Prefetto Michele di Bari, il quale ha sottolineato il ruolo strategico di Napoli come motore di innovazione per il Mezzogiorno e per l’intero Paese. Tra le innovazioni più significative sviluppate dal Centro, spiccano gli organ-on-chip, dispositivi microfluidici che simulano il funzionamento di organi umani. Questi modelli, realizzati a partire da cellule umane e assemblati grazie alle tecnologie di stampa 3D e microfluidica, permettono di riprodurre tessuti come pelle, polmoni, intestino, cervello e fegato, superando i limiti dei modelli animali (come la variabilità biologica) e offrendo quindi una piattaforma rivoluzionaria per lo studio delle patologie, la sperimentazione di farmaci e lo sviluppo di terapie personalizzate. Il CABHC sta anche lavorando all’integrazione di questi modelli fisici con sistemi computazionali e algoritmi di intelligenza artificiale, per costruire digital twin dei pazienti: repliche virtuali capaci di simulare l’evoluzione delle malattie e la risposta individuale ai trattamenti. Tale integrazione rappresenta una svolta epocale nella medicina personalizzata.

ISS, nuovo polo di tecnologie per la salute e IA

All’interno dell’Istituto Superiore di Sanità prende vita il Centro Nazionale per l’Intelligenza Artificiale e le Tecnologie Innovative per la Salute (Iatis), una nuova realtà che punta a rafforzare il legame tra scienza, tecnologia e benessere collettivo. L’obiettivo è creare un ecosistema capace di coniugare progresso tecnologico, sostenibilità e accesso equo alle cure. Il progetto si fonda su sei ambiti di competenza, pensati come pilastri della sanità del futuro.

La prima area, dedicata a telemedicina, ingegneria biomedica e medicina digitale, lavorerà su piattaforme integrate per la presa in carico dei pazienti e su strumenti di monitoraggio remoto, con l’intento di rendere l’assistenza più vicina e continua. La seconda area, centrata su nanotecnologie e terapie d’avanguardia, esplorerà soluzioni personalizzate come protesi intelligenti e dispositivi terapeutici realizzati con materiali innovativi e stampa 3D. La terza, dedicata a

chimica e fisica applicate alla medicina, unirà imaging, medicina nucleare e Intelligenza Artificiale per affinare diagnosi precoci e trattamenti su misura. Infine, l’area di robotica e intelligenza artificiale svilupperà algoritmi e sistemi automatizzati per la chirurgia e la riabilitazione, garantendo sempre trasparenza, affidabilità e sicurezza d’uso.

L’annuncio ufficiale dell’apertura del Centro è stato dato nel corso di una Lezione Magistrale del Cardinale Pietro Parolin, dedicata al tema “Etica dell’Intelligenza Artificiale”, a sottolineare il legame imprescindibile tra progresso scientifico e responsabilità etica.

Telemedicina, nuove pubblicazioni Agenas su modelli di erogazione

Due nuovi documenti a supporto della progettazione, qualità e interoperabilità dei servizi di Telemedicina nell’ambito della Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT). Agenas pubblica due documenti analitici che descrivono i modelli orientativi di erogazione del Telemonitoraggio e Telecontrollo e della Televisita, servizi sanitari di cura e assistenza erogati a distanza attraverso sistemi e soluzioni digitali dedicate. I modelli forniscono un quadro di riferimento nazionale condiviso per la progettazione, l’organizzazione e l’integrazione dei servizi di Telemedicina, facilitando l’interoperabilità tecnologica e organizzativa su tutto il territorio nazionale. Allo stesso tempo garantiscono la flessibilità necessaria per gli adattamenti regionali e locali, così da rispondere in modo efficace alle diverse esigenze assistenziali. Entrambi i documenti sono concepiti per supportare l’evoluzione e l’utilizzo della Piattaforma Nazionale di Telemedicina e delle Infrastrutture Regionali di Telemedicina, promuovendo una sanità più integrata, accessibile e sostenibile. I modelli possono essere applicati anche in contesti sanitari transfrontalieri, rafforzando così la cooperazione e la continuità assistenziale a livello europeo. I documenti sono consultabili su https://www.agenas.gov.it/

Accordo Harvard-Microsoft per contenuti sanitari

Harvard University ha annunciato di aver siglato un accordo di licenza con Microsoft per concedere al gruppo tecnologico l’accesso ai propri contenuti sanitari dedicati a specifiche malattie e a tematiche legate al benessere in generale. In base all’intesa, Microsoft verserà una quota di licenza ad Harvard University. L’accordo è stato concluso attraverso Harvard Health Publishing. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da Reuters, la collaborazione mira a potenziare l’assistente di intelligenza artificiale di Microsoft Copilot con informazioni mediche e di salute curate da Harvard. La nuova versione di Copilot, attesa già entro la fine del mese, utilizzerà i contenuti di Harvard Health Publishing per rispondere alle domande degli utenti su argomenti clinici e di benessere. Finora Copilot si è basato principalmente sui modelli sviluppati da OpenAI per alimentare gli strumenti integrati nelle applicazioni Microsoft, come Word e Outlook. Tuttavia, la società ha iniziato a integrare anche i modelli di Anthropic (Claude) e a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale propri per diversificare la propria strategia nel settore.

Preservare la salute in Italia

Dopo vent’anni di analisi, confronto e proposte, Meridiano Sanità celebra a Roma la XX edizione del suo Forum annuale, dedicato al tema “Salute, Società, Economia: alla ricerca di un nuovo equilibrio”. Due giornate che si trasformano in un agorà contemporanea in cui Istituzioni, professionisti sanitari, esperti, imprese e rappresentanze di pazienti si ritrovano per costruire insieme una visione e un nuovo equilibrio tra salute, società ed economia. Al centro del dibattito le fragilità di un sistema chiamato ad adattarsi a un contesto economico, sociale e demografico profondamente cambiato.

La transizione demografica che attraversa oggi l’Italia, con la popolazione ultrasessantacinquenne raddoppiata negli ultimi 20 anni, si manifesta come una triplice sfida: l’invecchiamento e lo squilibrio tra giovani e anziani, il calo costante delle nascite e nuclei familiari sempre più ristretti, fino all’emigrazione giovanile. Anche solo con 2.700 euro di spesa sanitaria pubblica pro capite a parità di potere d’acquisto - valore inferiore alla media europea - l’Italia riesce a garantire risposte migliori degli altri Paesi: un’aspettativa di vita di 84,1 anni, la seconda più alta in Europa, e una mortalità evitabile nettamente inferiore.

La tenuta del sistema sanitario è messa alla prova da insufficienti investimenti in prevenzione e stili di vita errati: oggi solo il 4,2% della spesa sanitaria pubblica viene speso per la prevenzione e gli screening oncologici, così come le coperture vaccinali - soprattutto per adolescenti e adulti - restano lontani dai target ottimali. A questo si

somma un quadro preoccupante degli stili di vita: nel 2024 il 20,5% degli italiani fuma, il 15,6% consuma alcol in quantità superiori alle linee guida e il 45% è in eccesso di peso. Questi numeri raccontano la fragilità di un sistema che non è solo sanitario, ma anche sociale ed economico. Altro nodo critico è la carenza di personale medico e infermieristico - oltre 175.000 unità mancanti.

Promuovere la buona salute attraverso il potenziamento della prevenzione lungo tutto l’arco della vita, supportare le Regioni nel miglioramento continuo dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, rendere più efficienti normative e processi per ridurre i tempi di accesso dei pazienti alle nuove terapie e tecnologie, potenziare e valorizzare il capitale umano, a partire da infermieri e medici. Queste alcune delle linee di azione emerse per raggiungere un nuovo equilibrio tra salute, società ed economia.

Ospedali più sicuri con la simulazione clinica

La medicina interna è il terreno dove la simulazione clinica può avere l’impatto maggiore su mortalità, disabilità e durata dei ricoveri, diventando dunque una vera rivoluzione culturale e metodologica. Ridurre errori clinici e aumentare la sicurezza dei pazienti passa da una formazione diversa. È la strada indicata da Francesco Dentali, presidente nazionale Fadoi, intervenuto a Roma in occasione della Giornata mondiale della sicurezza del paziente. «In medicina interna - ha ricordato - parliamo di circa un milione di ricoveri l’anno, con eventi sentinella numericamente paragonabili a quelli della chirurgia. La simulazione clinica consente ai giovani medici di acquisire competenze senza esporre i pazienti a rischi, arrivando sul malato reale più preparati». Secondo Dentali, l’impiego di manichini avanzati e simulatori permette di riprodurre scenari complessi, dall’ecografia agli accessi venosi fino alla ventilazione non invasiva, riducendo errori, migliorando la qualità delle cure e abbattendo anche il rischio di contenzioso.

La medicina interna, che concentra i pazienti più fragili e complessi, è il terreno dove questo approccio può avere l’impatto maggiore su mortalità, disabilità e durata dei ricoveri. Per Fadoi, dunque, la simulazione rappresenta «una vera rivoluzione culturale e metodologica», destinata a cambiare la formazione clinica in Italia e a rendere gli ospedali più sicuri, per pazienti e professionisti.

DATI TECNICI

Superficie lorda 3.073 m2

Committente  Alder Hey NHS Foundation Trust

Tempi di realizzazione ottobre 2020-agosto 2022

Progettisti  Cullinan Studio

Costo complessivo dell’intervento 23 milioni di euro

di Marco Gola, Yong Yu Immagini e disegni su gentile concessione di Cullinan Studio
© Paul Raftery

Catkin Centre & Sunflower House

QUESTA STRUTTURA RAPPRESENTA UN IMPORTANTE

AMPLIAMENTO DELL’ALDER HEY CHILDREN’S HOSPITAL,

UNENDO DESIGN INNOVATIVO E ATTENZIONE AL BENESSERE DEI PAZIENTI. REALIZZATO PRINCIPALMENTE IN CROSS

LAMINATED TIMBER, GLI EDIFICI PRIVILEGIANO SOSTENIBILITÀ

E UN AMBIENTE ACCOGLIENTE E NATURALE

■ Masterplan complessivo del Campus dell’Alder Hey Children’s Hospital
Sezione del Catkin Centre e la Sunflower House

Il progetto del Catkin Centre e del Sunflower House rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo del campus dell’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool. Il progetto è stato realizzato da Cullinan Studio e il complesso architettonico si propone come un modello innovativo per la cura della salute mentale infantile, combinando spazi clinici all’avanguardia con ambienti naturali e accoglienti, in grado di supportare attivamente il benessere dei giovani pazienti. L’Alder Hey Children’s Hospital è uno dei più importanti ospedali pediatrici a livello europeo e un punto di riferimento nel Regno Unito per la cura e la ricerca. Situato a Liverpool, la sua storia, la sua missione e le sue strutture innovative lo rendono un esempio emblematico di come l’architettura e l’organizzazione sanitaria possano collaborare per creare un ambiente di cura a misura di bambino. L’ospedale nasce nel 1914 e nel 2015 ha completamente rinnovato i propri spazi con la realizzazione dell’Alder Hey in the Park: una struttura moderna e innovativa costruita nel cuore di Springfield Park, accanto al vecchio ospedale. Questa scelta ha voluto rafforzare la connessione con la natura e offrire ai pazienti un ambiente

sereno. Infatti, l’ospedale si impegna a garantire che ogni giovane ospite e la sua famiglia si sentano accolti, ascoltati e supportati. I valori che guidano la struttura sono innovazione, empatia, inclusione e collaborazione con la comunità. Alder Hey si distingue per il forte coinvolgimento dei bambini stessi nel processo di progettazione degli spazi. Giovani pazienti e famiglie hanno partecipato attivamente a laboratori e consultazioni, contribuendo a definire colori, atmosfere, aree di gioco e spazi verdi. Questo approccio partecipativo ha permesso di creare ambienti che non solo riducono l’ansia da ricovero, ma favoriscono il recupero e la socialità.

Il complesso ospita in totale 270 posti letto, di cui 48 dedicati alle cure intensive e ad alta complessità e 16 sale operatorie, nonché l’Institute in the Park, centro dedicato alla ricerca, alla formazione e all’innovazione, e l’Alder Centre, che offre supporto psicologico e servizi di accompagnamento al lutto per le famiglie. A questo complesso, si sono aggiunti il Catkin Centre e della Sunflower House, dedicati alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, confermando l’attenzione dell’ospedale al benessere globale della persona.

■ Pianta del piano terra del Catkin Centre e la Sunflower House

L’EDIFICIO

Il progetto Catkin Centre & Sunflower House si situa nel contesto più ampio del nuovo Children’s Health Campus dell’Alder Hey Hospital a Liverpool. È stato pensato per integrare servizi di salute mentale infantile precedentemente sparsi, con un approccio che mette al centro non solo le funzioni cliniche, ma l’esperienza globale dell’utente: bambini, giovani, famiglie e operatori.

Il progetto nasce dall’esigenza di concentrare in un’unica sede servizi specialistici che precedentemente erano distribuiti in edifici diversi, spesso inadeguati e scollegati fra loro. Il nuovo complesso

è un edificio di due piani, con un parcheggio interrato, organizzato in due poli con funzioni complementari: Catkin Centre ospita un centro ambulatoriale con servizi per autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi dello sviluppo, disturbi alimentari, cure di crisi e terapie specialistiche. Nello specifico include 12 stanze per counselling, 8 stanze cliniche, 3 stanze per terapia familiare, una sala per art therapy e una sensoriale -”quiet room”- per chi è sensibile a stimoli esterni; Sunflower House è un’unità di degenza psichiatrica con 12 posti letto per bambini dai 5 ai 13 anni, che richiedono cure intensive e prolungate per disturbi psichiatrici tra i

■ Sopra: vista della corte interna. A destra: prospetto del complesso
© Paul Raftery

più gravi (ed è una delle sole sei unità di questo tipo in UK). Oltre alle camere, sono presenti spazi dedicati alla garden therapy, una sala sensoriale calmante (destimulation room), una cucina (safe kitchen) per apprendimento delle abilità quotidiane, un’aula scolastica integrata per continuazione educativa e spazi di terapia di gruppo.

L’edificio è sollevato in parte sopra il parcheggio e la copertura è “drop-off”, per proteggere i pazienti al momento dell’arrivo e separare i percorsi veicolari da quelli pedonali. Sebbene la differenziazione dei servizi ospitati, la facciata è un tutt’uno ed è caratterizzata da elementi in acciaio corten dal tono caldo, che si armonizza con il verde dei giardini, con la presenza di ampi bow-windows che rendono la facciata uniforme, modulare e regolare.

La struttura è stata realizzata Cross-Laminated Timber (CLT, legno laminato incrociato), fornito da Stora Enso. Il legno è stato uno degli elementi cardini attorno cui si fonda il concept progettuale.

In generale, l’obiettivo di Cullinan Studio è stato quello di creare un ambiente atto a ridurre lo stress tipico degli spazi ospedalieri, promuovendo una percezione positiva, accogliente e orientata alla guarigione, ponendosi i seguenti obiettivi:

• integrare salute fisica e mentale nello stesso campus;

• disegnare spazi leggibili, privi di complessità disorientanti;

• fare della natura un elemento terapeutico, non ornamentale;

• valorizzare i materiali naturali per esperienze multisensoriali;

• coinvolgere la comunità e il territorio nel processo progettuale.

La realizzazione dell’intervento, sebbene l’edificio abbia dimensioni contenute (poco più di 3.000 m2) e i tempi di progettazione e di realizzazione sono stati piuttosto in linea con il contesto italiano; infatti il progetto è stato approvato come vincitore del concorso nel 2018 e ha ottenuto tutti i permessi urbanistici a novembre 2019. A seguire, il cantiere è partito ad ottobre 2020 e si è completato nell’agosto 2022. In relazione alla tipologia di contratto attivato, l’ospedale ha appaltato i lavori seguendo le regole NEC3 (contratto collaborativo standard UK) attraverso un accordo quadro (definito Procure Partnerships Framework).

CONNESSIONE CON LA NATURA

Come già anticipato, l’elemento cardine del progetto è la relazione con il verde, sia nel contesto outdoor sia con la forte predominanza di terrazze, giardini e cortili interni che garantiscono continui affacci verso la natura, favorendo un senso di calma e sicurezza per i giovani utenti. Ogni ambiente, dalle sale di attesa alle camere, beneficia di luce naturale e di scorci sempre differenti sul paesaggio. Come afferma Roddy Langmuir, Practice Leader di Cullinan Studio: «La ricerca dimostra che dobbiamo ricostruire la nostra connessione con la natura per stimolare la guarigione, in particolare quella della mente. Il nostro progetto per il Catkin Centre e la Sunflower House abbraccia questo principio terapeutico con luoghi di rifugio e di osservazione, raccolti attorno a cortili-giardino per creare un

© Paul Raftery

■ In alto a sinistra: vista verso l’esterno dal corridoio del piano terra. A destra: vista di un corridoio interno A sinistra: area ristoro “American Diner”

A lato: dettaglio delle finiture interne presenti nei corridoi e negli spazi comuni

■ Nella pagina successiva: dettaglio del bow-window all’interno degli ambienti sanitari e camera di degenza

© Paul Raftery
© Paul Raftery
© Paul Raftery
© Paul Raftery

Pianta del piano primo del Catkin Centre e la Sunflower House

ambiente accogliente e caloroso, con forti connessioni ai materiali e ai sistemi naturali. […] siamo onorati di aver contribuito allo sviluppo dell’Alder Hey Health Campus, un pioniere di livello mondiale nel trattamento dei bambini». Nello specifico, le camere di degenza e gli ambulatori sono caratterizzati da bow-windows pensati come “spazi-rifugio” a misura di bambino, che offrono intimità e visuali sul parco circostante.

PERCORSI E SPAZIALITÀ

Gli spazi sono organizzati attorno a corti verdi, evitando i lunghi corridoi anonimi tipici delle strutture sanitarie. Il tutto con dimensioni ampie e immersi nella luce naturale. Come si può osservare dalla pianta tipo, il layout è molto semplice, e dà origine a percorsi chiari e leggibili, migliorando così l’orientamento, riducendo l’ansia dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.

In generale, le sale di consultazione e cliniche sono disposte in gruppi attorno a un cortile a forma di U, con spazi di hall "sub-attesa" più piccoli ogni tre locali. Questa scelta è anche supportata dagli esiti emersi dai focus group condotti con giovani pazienti; infatti, come sostiene afferma Roddy Langmuir: «Abbiamo scoperto che i bambini tendono a cercare piccoli spazi all'interno di grandi spazi. Proprio per tale motivo, anche le finestre a “bow-window” sono progettate in modo da potersi arrampicare, mentre tutti i davanzali sono abbastanza profondi per sedersi e sentire una connessione

con l'esterno». In entrambi gli edifici, la circolazione è stata mantenuta ampia e immersa nella luce naturale. Lungo i corridoi, ci sono posti dove sedersi e aspettare e guardare fuori dalla finestra e nel cortile riposando sui profondi davanzali, così come posti per sedersi con la famiglia. L'arte punteggia anche gli spazi in tutto il sito, con il lavoro dell'artista Lucy Casson che assume la forma di uccelli giocosi punteggiati in tutto lo spazio.

DIMENSIONE TERAPEUTICA

Il progetto integra principi di healing architecture: luce naturale diffusa e ventilazione efficace; spazi sensoriali dedicati a bambini sensibili a stimoli eccessivi; ambienti progettati per incoraggiare socialità, ma anche momenti di calma e introspezione. La scelta di materiali tattili, di cromie naturali e di un rapporto diretto con la vegetazione contribuisce a creare un’esperienza che sostiene il processo terapeutico. Cruciale per il risultato finale è stata la consultazione che Cullinan Studio ha intrapreso, coinvolgendo i bambini che fanno parte di un gruppo di ex pazienti con cui il gruppo Alder Hey si tiene in contatto.

Roddy Langmuir ha affermato che ai partecipanti dei tavoli «[...] sono stati mostrati i primi progetti ed è stato anche chiesto di immaginare le qualità o gli spazi o l'atmosfera che idealmente vorrebbero vedere nel loro nuovo edificio». Sono stati introdotti colori pastello non solo sulle pareti, ma anche nella tappezzeria in vinile che copre i mobili, gli stipiti delle porte, ecc. Il luogo più rappresentativo è lo spazio ristoro, ispirato ad un “American Diner” a partire dagli input negli incontri con i giovani pazienti; qui è possibile ritrovare pareti color verde menta, banchetti lilla, decalcomanie degli anni '50 che coprono le pareti, ecc.

Come sostiene David Powell, Development Director dell’Alder Hey Children’s Hospital: «I bambini e le famiglie che utilizzeranno i nuovi edifici Sunflower e Catkin meritano un luogo straordinario in cui ricevere le cure. Anche lo staff che fornisce i servizi merita lo stesso riconoscimento. L’idea alla base dell’intero Alder Hey Health Campus è combinare eccellenza clinica e progettuale con la voce di pazienti, famiglie e personale, per creare qualcosa di davvero speciale. Il team di Cullinan ha compreso e risposto magnificamente con un edificio di qualità e immaginazione».

■ Prospetto principale del Catkin Centre e la Sunflower House
© Paul Raftery

FINITURE E COMPONENTE ARTISTICA

L’involucro esterno in acciaio corten crea un bel contrasto con la vegetazione, mentre all’interno prevale l’uso del legno, che conferisce un senso domestico e rassicurante. L’insieme trasmette protezione e accoglienza, riducendo sempre di più la sensazione di essere in un ospedale. I progettisti avevano proprio l’intento di creare un luogo familiare, calmo e terapeutico. Queste aspirazioni di salute e benessere costituivano una parte fondamentale della progettazione dell'edificio, con un ampio uso del legno e le specie arboree presenti sia all’interno che all’esterno per fornire un ambiente biofilico.

La presenza del legno era molto preponderante fin dal concorso di progettazione, ma ci sono stati diversi incontri con la direzione sanitaria per poterlo introdurre in maniera definitiva, convincendo la componente sanitaria delle potenzialità non solo degli aspetti percettivi ma anche del processo terapeutico in sé. Per cui, oltre alla struttura in sé, anche molti dei materiali di finitura sono realizzati in legno, naturalmente con una forte collaborazione dei consulenti della prevenzione incendi, e gli esperti del progetto acustico. All’interno dell’edificio, anche il vetro ha un ruolo principale, non solo per le aperture verso l’esterno, ma anche molte pareti sono spesso vetrate per garantire una continuità e trasparenza tra gli ambienti. Infine, gli interni sono poi ulteriormente arricchiti dalla presenza di elementi d’arte realizzati dall'artista Lucy Casson che propone diverse tipologie di uccelli punteggiati e serigrafati.

SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE

Per la realizzazione del Catkin Centre & Sunflower House, Cullinan Studio ha posto grande attenzione agli aspetti ambientali: l’ampio utilizzo del legno è stato opzionato anche perché è un materiale a basso impatto ambientale e lo sfruttamento della luce naturale ha l’obiettivo di ridurre il più possibile i consumi energetici. Inoltre i giardini e le corti introdotte favoriscono la biodiversità e soluzioni atte a migliorare il microclima. Infine, la soluzione di facciata è studiata per bilanciare privacy, comfort termico e prestazioni acustiche.

PREMI E RICONOSCIMENTI

Il progetto è stato molto apprezzato da molti centri di ricerca e ha ottenuto diversi riconoscimenti. Al RIBA North West Awards, per esempio, i giudici hanno detto che è difficile sottovalutare la difficoltà del brief progettuale e “l’eccezionale lavoro che il personale e gli utenti dell’edificio svolgono”. hanno inoltre sostenuto che il progetto “aumenta le possibilità di offrire un ambiente terapeutico per i bambini”. Allo stesso modo, il progetto ha vinto il premio ”Best Acute Care Design” per Healthcare Design Awards 2024, e il “Design in Mental Health Awards” come New Build Project of the Year.

ARCHITETTURA E CURA

RINGRAZIAMENTI

Si segnala che le informazioni utili per la scrittura dell’articolo sono state tratte da:

• descrizioni del progetto fornita dai progettisti di Cullinan Studio; • disamina tecnica dei disegni di progetto; • portali di architettura accessibili dal web.

Gli autori dell’articolo ci tengono a ringraziare i colleghi di Cullinan Studio e in particolare Amy Glover per la condivisione del materiale e il supporto tecnico per la scrittura dell’articolo.

MARCO GOLA

Design & Health Lab, Dip. ABC, Politecnico di Milano

YONG YU

Design & Health Lab, Dip. ABC, Politecnico di Milano

VI INVITIAMO A FARE

UNA PASSEGGIATA

ALL’INTERNO DEGLI

SPAZI ADOPERANDO

IL QR-CODE

Questo progetto dimostra come l’architettura possa diventare parte attiva del processo di cura, andando oltre la funzionalità per assumere un ruolo terapeutico. Il Catkin Centre e la Sunflower House incarnano un’idea di un ospedale a misura di bambino, dove la salute si costruisce non solo con le cure mediche, ma anche con la qualità degli spazi vissuti quotidianamente. Si osserva che la struttura risulta molto efficiente e i feedback da parte dei pazienti e delle loro famiglie sono prevalentemente positivi. Il nuovo intervento, infatti, ha previsto un notevole miglioramento, sia per le condizioni ambientali che per la qualità della cura e dell’esperienza dei giovani utenti. Anche gli operatori sanitari stanno apprezzando molto il nuovo polo, sebbene da una recente Post Occupancy Evaluation (POE), emergano alcuni aspetti utili da tenere in considerazione per futuri progetti: innanzitutto, in alcune aree, quali le stanze sensoriali, alcune sale visita, le aree comuni, ecc.; le unità ambientali risultano di dimensioni molto ridotte. In secondo luogo, sebbene sia molto apprezzata la presenza di luce naturale all’interno del complesso, ci sono diverse segnalazioni relative all’orientamento delle finestre, al rischio di abbagliamento, al surriscaldamento e al controllo della privacy (soprattutto nelle stanze vicino a finestre molto grandi. Infine, la posizione di alcune sale (per esempio quelle dei prelievi del sangue) è molto vicina agli spazi di attesa, e ciò potrebbe comportare potenziali distrazioni o stress (es. altri bambini in difficoltà uditi da quelli in attesa).

GLI AUTORI

Nuovo Ospedale pediatrico di Zurigo

LO STUDIO DI PROGETTAZIONE HERZOG & DE MEURON TORNA

A REALIZZARE UN COMPLESSO OSPEDALIERO IN SVIZZERA, LA PIÙ GRANDE

STRUTTURA PER BAMBINI E ADOLESCENTI DELLO STATO. ANCORA UNA VOLTA, L’APPROCCIO PROGETTUALE È ISPIRATO DALLA VOLONTÀ DI CREARE SPAZI

A MISURA D’UOMO E CONDIZIONI DI COMFORT PER TUTTI

DATI TECNICI

Progetto Herzog & de Meuron

Localizzazione

Langstrasse, Zurigo, Svizzera

Cliente

Kinderspital Zürich –Eleonorenstiftung, Zurigo, Svizzera

Area del sito

46.650 m2

Superficie lorda

96.246 m2

Volume edilizio

416.065 m3

Concorso Mar 2011 - Feb 2012

Progetto fase preliminare Gen 2014 - Sett 2015

Progetto fase definitiva Ott 2015 - Dic 2016

Progetto fase esecutiva Gen 2017 - Dic 2023

Costruzione dell’edificio Gen 2018 - Lug 2024

Costo della costruzione 7500 di euro a m2

©Maris Mezulis

Dopo il successo della Clinica di Neuroriabilitazione e Paraplegia realizzata a Basilea tra il 2002 e il 2020, lo studio di progettazione Herzog & de Meuron realizza un altro complesso ospedaliero in Svizzera. Si tratta del nuovo ospedale pediatrico universitario di Zurigo, la più grande struttura per bambini e adolescenti della Svizzera, progettato nell’arco temporale di dieci anni, dopo aver vinto il concorso internazionale nel 2012.

Ancora una volta, l’approccio progettuale adottato dagli architetti svizzeri è ispirato dalla volontà di creare spazi a misura d’uomo, dove le diverse tipologie di utenti (piccoli degenti e loro famiglie, medici, visitatori, ricercatori, ecc.) riescano a trovarsi in condizioni di comfort grazie alla scelta di utilizzare materiali e forme naturali, integrando la vegetazione e curando con attenzione la progettazione

degli spazi esterni ed interni dei corpi di fabbrica. Per questa ragione i due edifici che fanno parte del complesso ospedaliero (il reparto di terapia intensiva, l'unità neonatale e degenza e l’edificio per la ricerca) sono inseriti in un'ampia area piantumata con 250 nuovi alberi e progettati per dialogare in modo armonico con i padiglioni esistenti.Si tratta di due nuovi volumi posti nelle parti sud e nord del lotto che diventano elementi connotanti il landmark dell’ospedale di Zurigo. In questa dicotomia compositiva, il reparto per acuti pediatrici è destinato a ricoveri e cure intensive a breve o medio termine ed è stato pensato come una cittadella fortificata che si sviluppa all’interno di un parallelepipedo di 6 piani, mentre il centro di ricerca è stato ideato come una torre cilindrica che svetta verso il cielo a nobilitare l’attività scientifica condotta al suo interno.

■ Vista dall’alto dell’Ospedale pediatrico all’interno del complesso ospedaliero
©Herzog & de Meuron, Foto Michael Schmidt
©Maris Mezulis

■ Scorcio di una delle facciate caratterizzata dall'uso del calcestruzzo a vista e del legno di Douglas

REPARTO PER ACUTI PEDIATRICI

L’edificio che ospita il reparto per acuti pediatrici si trova a sud dell’area di costruzione ed è caratterizzato da un rivestimento in doghe di legno che avvolge l’intero volume del corpo di fabbrica e da un enorme ingresso che si apre nella facciata nord verso l’adiacente Clinica psichiatrica universitaria (realizzata nel 1869) creando un cortile comune. L'interno di questo grande volume - che si sviluppa su due piani interrati e 3 in elevazione lunghi 200 metri e larghi 60 - funziona come una città: le specialità mediche sono state progettate come quartieri con piazze e strade di collegamento che si snodano intorno ad un percorso centrale che, per ogni piano, attraversa 16 cortili verdi che permettono di orientarsi all’interno del grande spazio, portando luce naturale negli ambienti perimetrali.

FUNZIONI DEL REPARTO PER ACUTI

Il programma spaziale è articolato in 48 diverse aree funzionali:

• 2.300 stanze, di cui 1.500 ad uso medico

• visite e cure: 15.000 m2

• assistenza: 9.000 m2

• amministrazione: 1.200 m2

• infrastrutture: 7.600 m2

• ristorante e reception: 1.900 m2

• parcheggio sotterraneo: 4.800 m2

• 6 sale operatorie

• 200 letti in totale, di cui:

• letti IPS/Neonatologia: 51

• camere con letti nei cottage sul tetto: 114

Alcuni degli ambienti di terapia intensiva si trovano al primo piano interrato. Nonostante ciò, poiché l'edificio è situato su un pendio, anche le stanze poste a questo livello si aprono sul giardino e sono inondate di luce naturale e, viste dall'esterno, sembrano essere poste alla quota del suolo. Questo piano ospita anche la cucina, gli spogliatoi centrali per il personale e vari locali adibiti a pulizie, smaltimento rifiuti, sicurezza e tecnologia. Nel secondo piano interrato, oltre ad un’altra cucina, sono stati collocati un parcheggio sotterraneo e un tunnel di 175 metri di lunghezza che collega l’ospedale pediatrico all'edificio dedicato alla ricerca e all'insegnamento e che contiene, tra le altre cose, condotti per la ventilazione, il riscaldamento, l'elettricità e l'informatica. Il piano terra è organizzato intorno a cortili circolari e rettangolari

Cortile d'ingresso principale al piano terra
Uno dei cortili posti al piano terra ©Maris Mezulis

che fungono da ingresso e da spazi di sosta dei lunghi percorsi di accesso orizzontali. Qui si trovano gli ambulatori più frequentati, tra cui gli ambulatori diurni, l'unità di diagnostica per immagini e il pronto soccorso. Tutte le aree dedicate alle visite e ai trattamenti ospedalieri sono accessibili dal viale centrale. Il pronto soccorso si trova all'estremità orientale con un proprio ingresso, mentre il ristorante e la sua area esterna sono posti all'estremità occidentale. Sul lato lungo meridionale sono stati collocati la sala operatoria con l'Ambulatorio diurno 1, le unità di terapia intensiva e l'unità di neonatologia, tutte direttamente collegate tra loro. Il primo piano ospita al centro i poliambulatori, mentre lungo le quattro facciate sono stati posizionati gli uffici del personale medico e amministrativo, collegati direttamente alle sale di trattamento e ai reparti letto sovrastanti tramite una fitta rete di scale più piccole.

Al centro del secondo piano, su entrambi i lati del percorso di collegamento principale, si trovano spazi aggiuntivi, come la scuola ospedaliera (che garantisce il diritto all'istruzione agli studenti ricoverati in ospedale, attraverso sezioni distaccate di scuole statali), la farmacia e altri servizi condivisi. Attorno a quest’area sono state poste circa 600 postazioni di lavoro distribuite in uffici di varie dimensioni. L'ultimo piano, la zona più tranquilla dell'ospedale, ospita le 114 camere destinate alla lunga degenza dei bambini, degli adolescenti e dei loro familiari. Si tratta di unità indipendenti progettate come piccoli cottage, arretrate rispetto al corpo di fabbrica principale e caratterizzate dalla presenza di tetti a falda con inclinazioni variabili e di grandi aperture che si affacciano verso il paesaggio di Burghölzli e sul lago. Sullo stesso piano si trovano quattro centri specializzati per la cura dei bambini con malattie croniche, così da facilitare l’accesso dalle stanze di degenza e ridurre i tempi di percorrenza per personale e pazienti.

DIALOGO TRA MATERIALI

Tutti gli ambienti interni dei 5 piani della clinica ospedaliera sono stati realizzati utilizzando pareti multistrato a secco così da garantire la completa flessibilità dell’organizzazione spaziale planimetrica e la totale reversibilità degli elementi costruttivi a fine ciclo vita. Fanno eccezione i nuclei strutturali in calcestruzzo che ospitano i collegamenti verticali, progettati come iconiche scale a chiocciola. La facciata dell'ospedale è scandita dalla struttura tridimensionale portante in calcestruzzo e dall’originale rivestimento in doghe verticali di legno di abete Douglas, utilizzate anche per realizzare le coperture a falde delle terrazze dell’ultimo piano. Le superfici interne ed esterne dell’edificio sono caratterizzate dal dialogo continuo tra questi due materiali che richiamano volutamente cromatismi presenti in natura e si rapportano in modo armonico con la vegetazione e le opere d’arte che caratterizzano gli spazi comuni dell’ospedale. Infine, il corpo di fabbrica è caratterizzato dalla presenza di circa 700 diversi elementi di arredo variamente

©Maris Mezulis

Dettaglio tecnologico della facciata

integrati, tra cui si ricordano i tavoli pieghevoli nelle sale di trattamento, disegnati appositamente per questo progetto dal team di architetti dello studio Herzog and de Meuron in modo che genitori e bambini possano trovarsi sempre a loro agio nei momenti di cura ma anche e soprattutto in quelli di pausa e permanenza all’interno degli spazi ospedalieri. Dal punto di vista compositivo, infatti, gli architetti hanno volutamente scelto di disegnare spazi a misura di bambino, con altezze contenute e utilizzo di materiali e forme capaci di creare ambienti accoglienti, così da stimolare la curiosità dei piccoli pazienti, offrendo per quanto possibile una distrazione dai percorsi di cura quotidiani a cui devono sottoporsi durante la loro permanenza in questo spazio olistico.

EFFICIENZA ENERGETICA E SOSTENIBILITÀ

Il progetto del nuovo ospedale pediatrico di Zurigo è stato sviluppato ponendo particolare attenzione alla scelta di soluzioni tecnologiche che hanno permesso di azzerare i consumi energetici e l’impatto ambientale dell’edificio e ottenere la certificazione platino di sostenibilità edilizia da parte dello Swiss Sustainable Building Council.

©Herzog & de Meuron

Tutte le fasi di progettazione sono state accompagnate da simulazioni energetiche, sviluppate attraverso processi BIM, utilizzando un CDE (Common Data Environment) per registrare digitalmente informazioni di base come l'utilizzo degli spazi, il fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento e l'inventario delle attrezzature. Nel dettaglio, per l’ospedale pediatrico, sono stati modellati 31 diversi profili di utilizzo delle stanze e circa 20 diversi sistemi di ventilazione con umidificazione e deumidificazione parziali. In fase di post-elaborazione, a ciascuna delle 2.500 configurazioni è stato assegnato uno specifico fabbisogno energetico di riscaldamento e raffreddamento con l’obiettivo di arrivare a dimensionare in modo adeguato gli impianti a servizio dell'edificio. È stata inoltre condotta una simulazione energetica su base annuale, necessaria a valutare il consumo e la potenza energetica totale del corpo di fabbrica ed analizzare di conseguenza i consumi per riscaldamento e raffrescamento, valutando come utilizzare in modo sostenibile il calore di scarto. In parallelo, con l’obiettivo di ottimizzare illuminazione e ventilazione naturale sono state condotte analisi fluidodinamiche e di daylighting per valutare l'efficacia delle soluzioni di involucro e di impianto proposte. In particolare, nelle stanze di degenza sono state integrate aperture circolari dedicate alla ventilazione naturale, e tutti gli ambienti di attesa e i cortili centrali sono stati progettati come pozzi di luce, per ridurre i consumi elettrici per l’illuminazione del lungo corridoio interno e dei laboratori medici che si affacciano su di esso. Gli infissi sono stati realizzati con telai in legno a taglio termico e tamponati con tripli vetri isolanti basso emissivi e a riflettanza solare integrati con schermature solari mobili esterne per ridurre i fenomeni di surriscaldamento nei mesi estivi. Dal punto di vista impiantistico, un sistema di ventilazione meccanica centralizzata fornisce una ventilazione di base mantenendo al contempo intervalli di temperatura e umidità fisiologicamente appropriati per l'uso specifico nei vari ambienti. I singoli spazi di degenza e di cura sono inoltre raffrescati e riscaldati con sistemi radianti a pavimento o a soffitto.

Gli impianti a servizio del corpo di fabbrica sono alimentati da: 23.000 metri lineari di sonde geotermiche in combinazione con sistemi a pompa di calore reversibile; 2.800 m2 di pannelli fotovoltaici installati in copertura; biogas ed energia elettrica rinnovabile provenienti dalla rete pubblica. Grazie a questa combinazione di soluzioni tecnologiche di impianto e di involucro ad alte prestazioni, l’ospedale pediatrico di Zurigo può essere considerato ad oggi uno dei migliori esempi di struttura sanitaria nZEB d’Europa.

L'AUTORE

■ Schema della distribuzione degli ambienti lungo il percorso di collegamento principale

■ Una delle terrazze del terzo piano che si affacciano sui cortili interni del piano terra
©Maris Mezulis

Controllo infezioni in ospedali con impianto HVAC

LE INFEZIONI ASSOCIATE ALLA CURA DELLA SALUTE NON SONO INEVITABILI. IL SISTEMA

DI RISCALDAMENTO, VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA (HVAC) È UNA

COMPONENTE CRITICA DEL CONTROLLO DELL’INFEZIONE NELLE STRUTTURE SANITARIE

Così come gli infermieri e i medici sono responsabili della salute e del benessere del paziente, il team tecnico garantisce l’efficienza e la sicurezza delle attrezzature mediche e degli impianti, contribuendo in tal modo alla qualità dell’assistenza ai pazienti. Un edificio carente nelle funzioni preposte può avere effetti significativi su tutti gli occupanti. Il sistema di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (HVAC) è parte integrante dei protocolli di controllo delle infezioni di una struttura sanitaria (ospedale). Il sistema HVAC è responsabile dei seguenti aspetti: temperatura dell'aria, regolazione dell'umidità relativa in uno spazio, definizione delle relazioni di pressurizzazione tra gli spazi, filtrazione e diluizione dell'aria ricircolata nell'edificio, ventilazione dell'edificio eliminazione dei contaminanti dagli spazi. Relativamente al tipo di struttura, il progettista dell’impianto HVAC dovrà indicare i parametri definiti dalle norme riportate dalle Associazioni maggiormente accreditate a livello nazionale e mondiale, come ad esempio l'American National Standards Institute (ANSI), l'American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers (ASHRAE) e l'American Society for Healthcare Engineering (ASHE) negli standard relativi alla “ventilazione delle strutture sanitarie”.

PROGETTAZIONE ED EFFICIENZA

Durante il processo di progettazione per gli impianti HVAC, che include un team di gestione delle strutture, deve essere calcolata la loro portata d’aria atta a soddisfare le condizioni di raffreddamento e di riscaldamento e rispettare i ricambi d'aria all’ora minimi richiesti. I ricambi d'aria si riferiscono al flusso d'aria continuo attraverso uno spazio, per diluire i livelli di contaminanti. Il team dovrà stabilire anche il livello di filtrazione necessario per rimuovere i contaminanti

dal flusso d'aria ottimizzando l'aria per la ricircolazione. L'aria viene espulsa tramite prese d'aria di estrazione e scaricata all'esterno per bilanciarne le quantità da utilizzare e per mantenere un equilibrio di pressione. È importante notare che l'aria espulsa sarà sostituita da aria esterna filtrata e condizionata, ma non dall'economizzatore. L’utilizzo di un economizzatore di energia (o scambiatore di calore) permette di recuperare fonti di calore residuo in uscita per preriscaldare l’aria fresca in entrata prima del suo ingresso nel sistema di riscaldamento o di raffreddamento, riducendo il consumo energetico e migliorando l’efficienza degli impianti HVAC. Se l'aria esterna non condizionata migrasse nell'edificio potrebbe causare problemi di controllo della temperatura e dell'umidità con diffusione di contaminanti non filtrati e con il possibile sviluppo di una crescita microbiologica, dovuta a vari fattori quali: mancata igiene, malfunzionamento delle attrezzature in utilizzo, errata gestione sia dei materiali che degli ambienti, soprattutto se in condizioni di umidità. La crescita microbiologica può portare ad una contaminazione dell’ambiente ospedaliero contribuendo all’insorgenza di infezioni ospedaliere difficili da debellare e che espongono i pazienti a rischi di varia natura. La Figura 1 fornisce uno schema di ventilazione di base. L'aria fresca esterna (condotti blu) viene immessa nell’Unità di Trattamento Aria (UTA) della stazione centrale, che condiziona e filtra l'aria, passa successivamente attraverso un ventilatore, diventando “aria di mandata” che servirà a ventilare gli spazi (condotti verdi). Dopo aver ventilato uno spazio, l'aria viene ricircolata nell'UTA (condotti gialli) per essere miscelata con l'aria esterna o ricondizionata (ad esempio, filtrata, riscaldata/raffreddata, umidificata a seconda dei casi) e reimmessa in uno spazio, oppure espulsa da un ventilatore (condotti rossi) per essere scaricata dall'edificio.

Figura 1 Schema del sistema di ventilazione

Figura 2 Disposizione prefiltro e filtri finali, utilizzati dove è richiesta un’elevata qualità dell’aria

Figura 3 Disposizione a filtro singolo, utilizzato dove il rischio di contaminazione è minore

Il ruolo prioritario di un sistema HVAC nel controllo delle infezioni consiste nel controllo di contaminanti, ovvero di sostanze come batteri, virus e funghi che rendono l'aria impura e pericolosa da respirare. Detto controllo si ottiene con la diluizione dei livelli di contaminanti mediante ricambi d'aria prestabiliti, la rimozione dei contaminanti (preferibilmente alla fonte) filtrando l'aria erogata e scaricandola nelle modalità previste, bilanciando l'aria per creare differenziali di pressione che spostano l'aria dalle aree pulite a quelle meno pulite. Se non sono state formulate precise direttive al riguardo, in caso di necessità e buona norma attenersi alle succitate strategie di controllo del contenimento.

VENTILAZIONE

Essa si riferisce ad un processo in cui l’aria fresca esterna (AE) viene immessa in un edificio. Il sistema HVAC sposta i seguenti tipi d’aria nell'edificio: AE, aria di mandata, aria di ritorno e aria di scarico.

L’AE (aria fresca esterna) viene immessa nel sistema HVAC e adeguatamente trattata per garantire la voluta temperatura, umidità e qualità dell’aria per stabilire relazioni di pressione e diluire l'aria di estrazione ricircolata dall'edificio.

L'aria di alimentazione (mandata) viene elaborata dall'apparecchiatura HVAC per renderla idonea all’uso preposto ed utilizzata per ventilare e temperare gli spazi dell'edificio. L'aria viene quindi ricircolata nell'apparecchiatura HVAC come aria di ricircolo per essere poi filtrata, miscelata e diluita con AE fresca prima di essere condizionata

Valutazione MERV (Minimum Efficiency Reporting

Tabella 1 Livello di filtrazione in base alla classificazione MERV

e nuovamente reimmessa in circolo. Alcune tipologie di spazi (come bagni, stanze di isolamento per infezioni trasmesse per via aerea, cucine, ecc.) generano aria troppo “sporca” per essere riutilizzata e che viene pertanto espulsa dall'edificio con un apposito ventilatore (aria di scarico). La quantità di aria esterna immessa in uno spazio è determinata dalla tipologia di spazio in utilizzo, dall'occupazione prevista e dalla superficie occupata per meglio determinare e poter specificare i ricambi d'aria all'ora.

FILTRAZIONE

Questa funzione, come anche la diluizione, sono tra le più importanti di un sistema HVAC. Senza una corretta filtrazione, gli occupanti dell'edificio potrebbero ricevere aria esterna carica di sostanze irritanti ambientali quali inquinanti atmosferici, composti organici volatili oltre a sostanze di uso interno derivate dai prodotti utilizzati per la sanificazione, per le pulizie o derivanti da materiali sanitari di uso quotidiano. Di conseguenza l'apparecchiatura HVAC potrebbe danneggiarsi nel tempo a causa dell'accumulo di polvere e di contaminanti che possono intasare le serpentine e limitare il flusso d'aria. I filtri dell'aria sono supporti in fibra pieghettata che catturano le particelle dall'aria che li attraversa con vari livelli di efficacia. Essi sono classificati in base ad un sistema di valore di segnalazione dell'efficienza minima (MERV) basato sulla capacità del filtro di catturare particelle di diverse dimensioni.

La Tabella 1 mostra l'efficienza di filtrazione richiesta per ottenere diverse classificazioni MERV oppure per essere classificati come filtro dell'aria antiparticolato ad alta efficienza (HEPA). Le dimensioni delle particelle sono le dimensioni delle singole particelle solide, liquide o gassose. La misura della dimensione di una particella è espressa in micron (µ) laddove un micron è definito alla stregua di un micrometro (µm) o anche milionesimo di metro. Per riferimento, un capello umano ha un diametro di circa 70 micron e un foglio di carta è pari a 100 micron. Da una prospettiva di controllo delle infezioni, le dimensioni delle particelle possono essere nell'intervallo di 0,1 micron per SARSCoV-2 o 0,015-0,030 micron per il virus del raffreddore (rinovirus). I filtri HEPA sono così efficaci da garantire un livello particolarmente elevato di filtrazione. L'aria filtrata con HEPA è in grado di trattenere elevate percentuali di sostanze inquinanti ma anche di virus, allergeni e batteri e ha meno particolato rispetto all'AE fresca. Applicazioni speciali richiedono l’utilizzo dei filtri HEPA sui diffusori di alimentazione a soffitto delle sale operatorie ortopediche o neurochirurgiche dove è fondamentale portare quasi a zero il rischio di infezione. Nella filtrazione di alto livello si richiede una maggiore potenza del ventilatore per aspirare e soffiare attraverso la filtrazione avanzata e tutto questo si tradurrà in un maggiore consumo di energia. Se i ventilatori non hanno sufficiente potenza disponibile per aspirare attraverso i filtri non sostituiti, le relazioni di pressione a valle o i ricambi d’aria/ora potrebbero esserne influenzati. Inoltre, i filtri HEPA devono essere sottoposti a test di prova (DOP test) al momento dell'installazione per confermare che il filtro sia integro in ogni sua parte e che le guarnizioni speciali che riducono al minimo il bypass dell'aria e il mezzo filtrante funzionino come previsto.

APPARECCHIATURE HVAC

Le apparecchiature che condizionano l'aria (come ad esempio UTA, unità fan coil, ecc.) possono essere in utilizzo a filtro singolo (Figura 3) oppure a doppio (Figura 2) o triplo filtro. Le apparecchiature come le UTA della stazione centrale saranno in genere dotate di prefiltri per proteggere i componenti interni dell'UTA e di filtri finali separati. I filtri finali sono più robusti dei prefiltri e rimuovono i contaminanti dall'aria prima della sua distribuzione negli spazi occupati. Alcune UTA possono includere filtri a carbone attivo per la rimozione di odori e di gas oppure filtri HEPA per la rimozione di particelle ultrafini.

Le apparecchiature più piccole come le unità fan coil possono essere dotate da uno a tre filtri, inclusi filtri HEPA relativamente al modello di produzione e alle specifiche esigenze. I filtri MERV (Minimum Efficiency Reporting Value) con valori da 1 a 13+ sono frequentemente utilizzati nei sistemi di condizionamento dell’aria degli ospedali, inclusi nei sistemi fan coil di nuova generazione fino ad arrivare ad un valore di 13+ che garantisce una filtrazione di particelle molto piccole, come quelle che si riscontrano in virus, batteri, ecc. Un sistema fan coil (a differenza di un ventilconvettore che utilizza l’acqua come fluido ter-

movettore) è collegato alla rete idraulica e preleva l’aria dal locale che deve raffrescare o riscaldare, filtrandola e trattenendo le impurità. Gli spazi che richiedono misure di controllo delle infezioni come filtrazione, diluizione, umidificazione o pressurizzazione possono richiedere un UTA nella stazione centrale o altre apparecchiature HVAC. Anche le unità di ricircolo in camera (ad esempio, FCU, condizionatori d'aria o pompe di calore) non hanno requisiti di filtrazione elevati e pertanto dovrebbero essere utilizzate soltanto per il raffreddamento e il riscaldamento, a meno che le unità non siano appositamente costruite e attrezzate per ottenere parametri di filtrazione e/o condizionamento ambientale di livello superiore. Per alcuni spazi, alcuni standard richiedono posizioni specifiche per l'ingresso dell'aria di mandata e/o l'uscita di ricircolo/scarico. Ad esempio, nelle stanze AIIR l'uscita di scarico dovrebbe essere posizionata direttamente sopra la testata del letto come mostrato nella Figura 4. In questa disposizione, l’espirato (tosse, starnuti, ecc.) di un paziente infetto verrà diretto lontano dal personale sanitario, aspirato nella griglia di estrazione e scaricato direttamente all'esterno della struttura sanitaria (ospedale). Spazi come ad es. le sale operatorie (SO), sono progettati con le estrazioni posizionate in basso sulla parete. Come mostrato nella Figura 5, lo scopo di queste estrazioni posizionate in basso sulla parete è quello di scaricare il gas più denso dall'area inferiore della stanza o di aiutare a creare un flusso d'aria uniforme (laminare) attraverso il letto del paziente e lontano dal personale sanitario per salvaguardare la loro salute. Questi punti di scarico o ricircolo posizionati in basso sulla parete devono essere tenuti liberi da qualsiasi attrezzatura o materiale per funzionare correttamente.

PRESSURIZZAZIONE

In un sistema HVAC correttamente mantenuto, la pressurizzazione sposta l'aria da spazi puliti a meno puliti e riduce le possibilità degli occupanti di essere esposti all'aria contaminata. In genere, le stanze con contaminanti sono impostate ad una pressione dell'aria relativa

Figura 4 Posizione della griglia di scarico AIIR

Figura 5 Diagramma di estrazione in basso sulla parete Figura 6 Trasferimento dell’aria per la pressurizzazione negativa

negativa per contenere i contaminanti nello spazio in cui vengono generati. Al contrario, una pressione dell'aria relativa positiva spinge l’aria fuori da una stanza anziché aspirarla al suo interno, riducendo al minimo i contaminanti negli spazi che possono ospitare un paziente immunocompromesso (ad esempio, sala operatoria o stanza con ambiente protettivo a pressione positiva - PE). L'aria verrà indotta nella stanza tramite piccole aperture attorno al telaio della porta quando la porta è chiusa. Nella relativa segnaletica, la pressione viene indicata dai seguenti simboli all'interno di un triangolo: “+” per positivo, “0” per neutro, “-” per negativo. L'aria di trasferimento per scopi di pressurizzazione negativa o positiva è indicata da una freccia spezzata, come mostrato nella Figura 6.

Ricambi aria/ora 12 12

Pressurizzazione Negativa Positiva

Estrazione Sì No

Destinato a Pazienti con malattie infettive trasmesse

Le Figure 7 e 8 mostrano le piantine di una stanza a pressione negativa e di una stanza a pressione positiva. Nella Figura 7, la carta velina applicata sulla parte inferiore della porta viene soffiata nella stanza dall'aria che fluisce dall’esterno attraverso le fessure della porta. Nella Figura 8, la carta velina è forzata ad attaccarsi alla porta mentre l'aria fluisce fuori dalle fessure della porta. Si esplicita in tal modo la direzione del flusso d’aria: in una stanza a pressione positiva, la pressione dell’aria interna essendo superiore a quella esterna spingerà l’aria a fluire al suo esterno attraverso le fessure della porta. In una stanza a pressione negativa essendo la pressione dell’aria inferiore a quella esterna tenderà a far fluire l’aria esterna al suo interno.

DILUIZIONE

Essa si riferisce alla sostituzione del volume di aria contenuto in uno spazio con aria fresca di alimentazione proveniente dall'apparecchiatura HVAC, che riduce il numero di particelle “pericolose”. Aumentando la portata del flusso d'aria nella stanza aumenta anche il ricambio di aria/ora e l'efficienza di rimozione delle particelle dalle apparecchiature HVAC. La Tabella 2 mostra i tempi di decontaminazione per spazi con ricambi aria/ora in crescendo. È importante notare che un solo ricambio di aria/ora non è sufficiente a decontaminare la stanza in un'ora. A causa della diffusione e della miscelazione dell'aria nella stanza, sono necessari più ricambi di aria/ora per diluire e rimuovere efficacemente i contaminanti ai livelli richiesti. Il numero di ricambi di aria/ora di una stanza è determinato dal suo volume (area moltiplicata per l'altezza del soffitto) e dalla sua portata d'aria. La formula 1 mostra il calcolo, dove V è il volume in metri cubi (m3), PA è la portata d'aria in

Figura 7 Vista dall'interno di una stanza a pressione negativa

Figura 8 Vista dall'interno di una stanza a pressione positiva

Tabella 2 Tempi di decontaminazione per ricambi d’aria/ora variabili

Tabella 3 Confronto tra stanze a pressione negativa e a pressione positiva

metri cubi al minuto (scritto anche come m3/min) e 60 è una costante per i minuti in un'ora. La portata d'aria dev’essere misurata alla griglia di ritorno o di scarico per uno spazio sotto pressurizzazione negativa e alla griglia di mandata per uno spazio sotto pressurizzazione positiva, garantendo in tal modo che l'aria trasferita da uno spazio all'altro per scopi di pressurizzazione venga contabilizzata nello spazio corretto. La formula 2 riorganizza la formula 1 per calcolare il flusso d'aria richiesto anziché i ricambi di aria/ora.

Formula 1 Ricambi d'aria all'ora (R a/h)

Ricambi aria/ora = (60 x PA) / V

Formula 2 Portata d'aria (PA)

Portata dell’aria = (R a/h x V) / 60

CAMERE DI ISOLAMENTO

Una stanza di isolamento per infezioni trasmesse per via aerea (AIIR) è uno spazio progettato per ospitare pazienti sotto indagine o confermati positivi per malattie infettive trasmesse per via aerea, come tubercolosi, morbillo e virus varicella-zoster) che possono percorrere lunghe distanze nell'aria o rimanere sospesi nell'aria per lunghi periodi di tempo. Per aumentare la diluizione dei contaminanti nella stanza, le stanze di isolamento per le infezioni trasmesse per via aerea (AIIR) hanno un tasso di ricambio aria/ora più elevato rispetto alle stanze per pazienti comparabili che ospitano pazienti non infettivi, come ad esempio una stanza AIIR avrà almeno 12 ricambi aria/ora mentre una stanza per pazienti acuti ne avrà un minimo di 4. Un'unità di terapia intensiva (UTI) o un'unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC) avrà almeno 6 ricambi di aria/ora. Alcuni standard richiedono che l'aria AIIR

venga espulsa direttamente all'esterno tramite un sistema di scarico AIIR (dedicato) con un ventilatore, in genere su un'area del tetto con un’apposita colonna di scarico per espellere l'aria pericolosa lontano dalla struttura sanitaria (ospedale). Una AIIR ha una relazione di pressione negativa, inferiore rispetto al suo esterno, ottenuta aumentando l'aria di alimentazione oltre i requisiti di ventilazione degli ambienti esterni per poi filtrarla ed espellerla all’esterno, fuori dall'AIIR. Quando la stanza è in uso la porta deve rimanere sempre chiusa, eccetto quando necessitano l’accesso nella camera di isolamento i membri del team clinico muniti di un'attrezzatura protettiva consona. Ogni volta che viene eseguita una procedura di generazione di aerosol (AGP) su un individuo sotto esame o confermato positivo per una malattia infettiva trasmessa per via aerea, la procedura deve essere eseguita in una AIIR. Queste stanze vengono tenute sotto pressione negativa per proteggere gli occupanti degli spazi adiacenti ed hanno un aumentato numero di ricambi aria/ora che consente di poter diluire l'aria all'interno dell’AIIR ad una velocità maggiore. La Figura 9 mostra la pressione negativa in una AIIR e di come le particelle pericolose vengano scaricate dopo una generazione di aerosol (AGP).

STANZE A PRESSIONE POSITIVA

Al contrario delle AIIR a pressione negativa, le stanze a pressione positiva (ambiente protettivo) sono progettate per ospitare pazienti immunocompromessi e per proteggerli da qualsiasi potenziale contaminante nell'aria anche negli spazi adiacenti. La stanza PE funziona secondo gli stessi principi di una AIIR: relazioni di pressione (flusso d'aria direzionale), una porta chiusa e un numero di ricambi/ora aumentato (12 secondo alcuni standard).

Tuttavia, le stanze PE non sono simili alle AIIR e necessitano di un diverso utilizzo. Una stanza PE avrà una pressione positiva relativamente agli spazi adiacenti per scongiurare la presenza di un qualsiasi contaminante nell'aria a protezione del paziente immunocompromesso ivi ricoverato. A differenza di una AIIR, che protegge il personale e l’ambiente esterno dai contaminanti derivanti dal paziente in isolamento, una stanza PE protegge il processo che avviene al suo interno dalla contaminazione esterna perché il paziente non rappresenta un pericolo per gli altri occupanti dell'edificio ma viceversa. Sono diverse le raccomandazioni per raggiungere gli obiettivi necessari al controllo delle infezioni che coinvolgono i sistemi di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (HVAC).

COMUNICAZIONE

I responsabili delle strutture sanitarie svolgono un ruolo essenziale nel coadiuvare il personale clinico nella comprensione delle funzioni del sistema HVAC. Un team clinico consapevole delle differenze funzionali tra gli spazi e informato sulle capacità e sulle limitazioni del sistema potrà meglio fronteggiare il verificarsi di qualsiasi emergenza, rispondendo in modo efficace ed esaustivo alle esigenze che potreb-

Figura 9 Generazione di aerosol (AGP) in corso in una AIIR

Figura 10 Diagramma del rischio di Sterling per l'umidità relativa

bero presentarsi e rispondere efficacemente alle esigenze dei singoli pazienti. Lo standard normativo richieche in alcune aree ospedaliere l’aria venga espulsa direttamente all'esterno (come, ad esempio, per le sale d'attesa di radiologia, sale d'attesa del pronto soccorso, triage, endoscopia e broncoscopia). Sia questi spazi che quelli aventi requisiti simili devono essere presi nella dovuta considerazione quando si eseguono procedure temporanee su pazienti affetti da malattie infettive trasmesse per via aerea.

AGGIORNAMENTI SISTEMA HVAC

I codici edilizi per le strutture sanitarie vengono aggiornati frequentemente per garantire che includano standard e requisiti aggiornati per edifici più sicuri e resilienti. È importante notare che gli edifici e le aree

Figura 11 Monitor della pressione della stanza Figura 12 Relazioni di pressioni di un'anticamera AIIR

di appartenenza degli stessi operano in base ai requisiti del codice al momento in cui l'area è stata costruita o ristrutturata di recente, non in base ai requisiti del codice più recente. Quando si vuole predisporre o se è stata richiesta una modifica o un aggiornamento del sistema HVAC, è fondamentale considerare, già in fase di pianificazione, un sondaggio di test e bilanciamento del sistema (così come applicabile) per valutarne le prestazioni. Nella maggior parte delle giurisdizioni, le modifiche alle portate di mandata, di ritorno, di aria esterna o di scarico del sistema HVAC sono soggette alla revisione e all'approvazione dell'autorità competente.

Se un sistema HVAC già non funziona come previsto, anche un suo aggiornamento potrebbe non farlo adeguatamente funzionare, causando ulteriori problemi. È d’uopo ricordare che alcune modifiche potrebbero essere limitate o ritenute fattibili soltanto in determinati periodi dell'anno, come ad esempio durante le stagioni fredde quando il riscaldamento è in funzione oppure durante le stagioni calde quando è in funzione il raffreddamento, le limitazioni di capacità delle apparecchiature HVAC esistenti potrebbero rendere impossibile aumentare la portata d'aria esterna. Ogni qualvolta si necessiti di apportare modifiche al sistema HVAC, è consigliabile affidarsi ad uno studio di ingegneria che abbia una conclamata esperienza di lavoro nelle strutture sanitarie.

MANUTENZIONE

Il mantenimento di routine del sistema HVAC deve essere eseguito a regola d’arte per evitare di compromettere le capacità del sistema di filtrare, diluire, temperare o pressurizzare. Ad esempio, se un filtro è stato installato in modo errato, l'aria contaminata aggirerà il filtro e passerà attraverso l'apparecchiatura HVAC. Un modo efficace per monitorare lo stato del filtro dell'aria è quello di installare dei misuratori di pressione differenziale prima dell'aspirazione del filtro e subito dopo lo scarico del filtro. Man mano che il filtro assorbe i contaminanti, la differenza di pressione aumenterà. Quando il filtro raggiunge il limite di servizio apposto dal produttore per la differenza di pressione, è il momento di pianificare la manutenzione del filtro sostitutivo. Se un filtro non viene sostituito, l'unità di trattamento dell'aria (UTA) non sarà in grado di mantenere sia le relazioni di pressione a valle che dei ricambi aria/ora. Per confermare che un nuovo filtro è stato installato in modo consono è possibile verificarlo utilizzando un contatore di particelle PM2.5 (particelle fini inalabili). Se un nuovo filtro è stato installato correttamente, il contatore di particelle deve leggere “zero”. Poiché le strutture ambulatoriali potrebbero non avere gli stessi livelli di filtrazione, il contatore di particelle potrebbe anche leggere un valore superiore a zero se utilizzato in tali spazi. In tal caso, dopo la sostituzione del filtro, un numero inferiore sta ad indicare un'installazione corretta.

UMIDITÀ RELATIVA

Le apparecchiature HVAC coadiuvano nel controllo della temperatura e dell'umidità relativa dello spazio asservito in un intervallo ottimizzato per prevenire la proliferazione di microbi e fornire altri parametri fondamentali di riferimento. La Figura 10 illustra il diagramma relativo al rischio di Sterling, dove si indica che l'intervallo ottimale di umidità relativa in uno spazio è compreso tra il 40% e il 60%.

MONITORAGGIO PRESSIONE

È di fondamentale importanza garantire che il rapporto di pressione di una stanza di isolamento per infezioni trasmesse per via aerea (AIIR) e i ricambi d'aria all'ora siano mantenuti tali da garantire ai pazienti affetti da malattie infettive trasmesse per via aerea di essere ospitati in sicurezza nella struttura sanitaria di appartenenza. I monitor della pressione come quello mostrato in Figura 11 devono essere sempre attentamente controllati per assicurarsi che la stanza sia mantenuta a pressione negativa. Almeno una volta all'anno, deve essere utilizzato un balometro per verificare la portata d’aria di alimentazione e quindi il numero di ricambi aria/ora totale. Se fattibile, si può scegliere di mantenere una AIIR come spazio dedicato alla procedura di generazione di aerosol (AGP) che può essere utilizzata in vari contesti, come ad esempio l’aspirazione delle secrezioni, la ventilazione meccanica, l’inalazione di farmaci e simili. In alternativa, un team che pianifica un ospedale potrà, già in fase progettuale, includere almeno una sala di trattamento AIIR in uno o più reparti (come nei reparti di terapia respiratoria o di emergenza).

ANTICAMERE

Come mostrato nella Figura 12, un’anticamera è una piccola stanza tra l'AIIR e il corridoio o altri spazi adiacenti. Un'anticamera crea una relazione di pressione più resiliente tra due spazi, funzionando in modo simile ad una camera di compensazione. Una corretta progettazione dell'anticamera include una griglia di alimentazione e di scarico. Quando la stanza di isolamento è in uso, la porta dell'anticamera deve essere chiusa con un accesso gestito simile ad una stanza di isolamento. L'anticamera può essere utilizzata come luogo di stoccaggio, salvo quando stabilito dal team clinico in relazione al lavaggio delle mani e all’uso dei dispositivi di protezione ivi riposti. Le stanze di isolamento non dotate di anticamera richiedono nel corridoio uno spazio adeguato al lavaggio delle mani e l'utilizzo dei dispositivi di protezione. La Figura 12 indica anche la relazione di pressurizzazione tra lo spazio adiacente, l'anticamera e l'AIIR. L'anticamera è negativa rispetto al corridoio e l'AIIR è negativa rispetto all'anticamera.Ciò fornisce una relazione di pressione negativa costante rispetto all'AIIR, indipendentemente dal fatto che un individuo stia entrando o uscendo dalla stanza.

DPI

Quando si lavora o anche si trasportano materiali all’interno dell’area “malattie infettive”, è sempre necessario indossare dispositivi di protezione individuale (DPI), indipendentemente dal fatto che un individuo entri o meno fisicamente nella stanza di un paziente infetto. Questo requisito si applica ai responsabili e a tutto il personale delle strutture sanitarie, ai tecnici HVAC, al personale dei servizi ambientali, ai medici e agli impiegati amministrativi in queste aree. È sconsigliato attraversare l'area “malattie infettive” a meno di necessità inderogabili. Gli occupanti dell'edificio sono tenuti ad utilizzare percorsi alternativi. I sistemi HVAC non sono in grado di offrire una protezione a chi sosta nella stessa stanza di un paziente infetto. I DPI sono sempre e comunque un obbligo.

TECNOLOGIE NUOVE ED EMERGENTI

L'irradiazione germicida ultravioletta (UVGI) utilizza l'energia della luce ultravioletta (UV) per inattivare i microbi nocivi. Nelle strutture, l'UVGI è comunemente applicata in tre modalità: come luci indirette che integrano il trattamento degli spazi, nelle Unità di Trattamento dell'Aria (UTA) e come purificatore d'aria supplementare in combinazione con un filtro dell'aria ad alta efficienza (HEPA).

L'UVGI nella parte superiore della camera utilizza luci UV indirette (dirette verso il soffitto) per inattivare i microrganismi nocivi mentre attraversano la parte superiore di uno spazio dell'edificio. Questa modalità non deve essere considerata come un unico mezzo di prevenzione delle infezioni. È necessario prendere in considerazione le finiture all’interno dell'edificio e se la luce UV potrebbe causarne il degrado. UVGI in una UTA comporta l'inserimento di luci UV all'interno dell'unità per ridurre il biofilm (una comunità di microrganismi

che si attaccano ad una superficie) sui componenti che sperimentano elevate quantità di condensa, come ad es. le serpentine di raffreddamento. L’UVGI può anche essere utilizzato come un trattamento supplementare per l'aria che passa attraverso l'UTA inattivando i microrganismi, anche se questa modalità può essere difficile da implementare. L'illuminazione che utilizza l’UVGI nei filtri HEPA ne aumenta le prestazioni.

Poiché un filtro HEPA da solo ha almeno un tasso di efficienza delle particelle del 99,97%, qualsiasi miglioramento risulterebbe di scarsa importanza senza alcun impatto clinico. Altre tecnologie di nuova concezione includono dispositivi di purificazione o di ripulitura dell'aria che impiegano la ionizzazione e che sono stati commercializzati come nuove modalità per ridurre polvere, microbi e alcuni composti organici volatili (COV). È d’uopo valutare attentamente se sia stato dimostrato che sia le nuove tecnologie che quelle emergenti risultino essere sicure ed efficaci. I dispositivi sono tenuti a soddisfare gli standard del settore. Le dichiarazioni certificate dal produttore devono essere verificate da agenzie di terze parti affidabili.

L’IMPORTANZA DEL MONITORAGGIO

Una struttura sanitaria ha innumerevoli risorse per il controllo delle infezioni e l'HVAC è una delle più potenti. L’insieme di risorse impiegate da una struttura sanitaria costituisce il cosiddetto sistema di controllo delle infezioni. Come nella maggior parte dei sistemi, se anche un solo componente non funziona correttamente, il sistema non riuscirà a svolgere il suo compito e a raggiungere il suo scopo, che è quello di impedire la diffusione delle infezioni. Il ruolo dell'HVAC nel sistema di controllo delle infezioni è principalmente quello di fornire una pressurizzazione tra gli spazi e rimuovere i contaminanti trasportati dall'aria, due effetti praticamente invisibili ad occhio nudo. Per qualsiasi team di una struttura sanitaria è fondamentale controllare i misuratori, i monitor, i report di test e il bilanciamento del sistema HVAC per verificarne la capacità di funzionamento così come desiderato, consentendo al sistema di controllo delle infezioni della struttura sanitaria di funzionare in modo ineccepibile, a garanzia della sicurezza di tutti gli occupanti.

BIBLIOGRAFIA

Armando Ferraioli, Impianti di condizionamento nelle

strutture sanitarie, Dario Flaccovio Editore LSWR Group, Seconda edizione, 2025

L’AUTORE

ARMANDO FERRAIOLI

Studio di ingegneria Clinica e Medica, Cava de’ Tirreni (SA)

Le performance di un Ospedale non dipendono esclusivamente dall’expertise dei professionisti sanitari o dall’implementazione di tecnologie avanzate. Un ruolo di analoga importanza è rivestito dalla progettazione e dall’organizzazione degli spazi, poiché l’efficientamento della gestione logistica e della distribuzione delle attività costituisce una componente strategica capace di incidere in modo diretto sulla gestione, la qualità e la sicurezza delle cure, nonché

sull’esperienza complessiva del paziente. La configurazione spaziale, infatti, può supportare la fluidità dei processi, influenzare i tempi di risposta dei servizi, contribuire al benessere sia degli utenti che del personale sanitario e, non da ultimo, incrementare i volumi e l’efficienza delle prestazioni erogate. L’esperienza recente del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano rappresenta un caso particolarmente significativo di quanto sopra.

Quando il layout decide l’efficienza

QUANDO LA STRUTTURA CAMBIA, ANCHE L’ORGANIZZAZIONE DEVE EVOLVERE. IL CASO DEL NIGUARDA DIMOSTRA COME LA GESTIONE INTELLIGENTE DEGLI SPAZI E DEI FLUSSI CHIRURGICI POSSA TRASFORMARE UNA CRITICITÀ IN UN’OCCASIONE

L’ASST GOM NIGUARDA

Il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda è un’Azienda Socio Sanitaria Territoriale pubblica, con oltre 4.800 operatori, di cui più di 800 medici e 3.000 professionisti sanitari, più di 300 ambulatori con 40 sale operatorie e interventistiche e oltre 1.100 letti. La sua esperienza nella gestione del patient flow nel contesto delle progettualità relative ai lavori di miglioramento sismico e adeguamento antincendio con finanziamento PNRR rappresenta un caso studio di riorganizzazione logistica ospedaliera.

I lavori strutturali, infatti, hanno avuto un notevole impatto sulle sale operatorie, con la conseguente necessità di riorganizzazione dei percorsi chirurgici di un Ospedale sede di un DEA di II livello, centro di riferimento per l’emergenza-urgenza, le reti tempo-dipendenti (tra cui trauma, STEMI e Ictus) per i trapianti e sede di un Centro Ustioni di riferimento a livello europeo.

Nello specifico, a fronte della chiusura di oltre metà delle dieci sale operatorie del Blocco DEA coinvolte nei lavori strutturali, si è provveduto ad una riorganizzazione dei percorsi chirurgici con la necessità e l’obiettivo di garantire la continuità delle cure nonostante la riduzione temporanea della capacità operativa; aspetto reso più complicato dalla conseguente redistribuzione delle attività nei diversi padiglioni ospedalieri. La necessità di collocare reparti e

specialità chirurgiche in spazi non originariamente progettati per tali funzioni ha costituito una sfida a livello aziendale, poiché ha richiesto un coordinamento più stretto sia a livello direzionale sia sul piano clinico, attraverso il coinvolgimento delle équipe e la gestione dei pazienti delocalizzati nei diversi padiglioni.

CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO

Tra le prime risposte al cambiamento, si rilevano l’incremento del numero di trasporti orizzontali a discapito dei verticali, la ridefinizione degli equilibri di lavoro tra équipe chirurgiche con nuove dinamiche organizzative e un maggiore coinvolgimento della Gestione Operativa a supporto della programmazione operatoria. Nonostante la notevole flessibilità dimostrata a supporto dell’organizzazione, la dislocazione fisica ha impattato sulla redistribuzione dei percorsi, con la possibile difficoltà a garantire continuità nell’efficienza operativa. Il caso studio si focalizza su una specialità chirurgica che, prima dei trasferimenti correlati ai lavori PNRR, svolgeva la propria attività in due sale operatorie attigue, una dedicata all’attività elettiva e l’altra all’urgenza differibile.

La facciata dell’Ospedale Niguarda

Questo modello basato sulla continuità fisica aveva come punto di forza la presenza di un magazzino unico per la gestione dei device e la distribuzione dei pazienti tra le due sale finalizzata a garantire l’efficientamento nell’utilizzo dei tempi di sala. Con il dislocamento della sala dell’elezione presso un altro padiglione del Presidio, non è stato possibile beneficiare dei punti di forza del modello. Pertanto, il Gruppo Operativo composto dal chirurgo referente per la programmazione, il coordinatore anestesiologico, il coordinatore infermieristico e la Gestione Operativa, ha incrementato gli incontri periodici multidisciplinari finalizzati a garantire una programmazione operatoria più attenta e condivisa con gli stakeholder coinvolti nel processo.

DATI DI RIFERIMENTO

Questo aspetto emerge con chiarezza nei dati riportati nelle due tabelle che quantificano l’impatto della riallocazione sulla produttività chirurgica di Niguarda suddivisi in base alla tipologia delle sedute operatorie (corte, dalle 08:00 alle 14:00, e lunghe, dalle 08:00 alle 19:30). Per entrambe le tipologie di sedute analizzate emerge chiaramente una diminuzione dell’efficienza complessiva, seppur contenuta. In particolare, pur mantenendo invariato il numero di interventi effettuati, si osserva un calo del livello di saturazione delle sedute, accompagnato da un incremento sia dello Start-Time, ovvero l’orario effettivo di inizio delle attività chirurgica, sia dell’Over-Time, ossia il prolungamento oltre i tempi programmati. Un ulteriore elemento critico riguarda i tempi di cambio sala (Turnover Time) che risultano aumentati. Tale incremento è principalmente attribuibile ai ritardi legati ai trasporti orizzontali dei pazienti, i quali hanno generato conseguenze negative non solo nella fase di transizione tra un intervento e l’altro, ma anche sull’ingresso in sala operatoria del primo paziente

Impatto riallocazione su produttività chirurgica (sedute corte e lunghe)

Tipologia seduta Periodo

Corta

Tipologia seduta Periodo

Raw Utilization della Seduta (08:00 - 14:00) media

% Tempo Chirurgico della seduta (08:0014:00) medio

Raw Utilization della Seduta (08:00 - 19.30) media % Tempo Chirurgico

Start-Time Tardiness medi Over-Time medio

interventi medio nella seduta

della giornata. Nel complesso, tali fattori hanno inciso sulla fluidità e sulla regolarità dell’intero processo organizzativo; tuttavia, le inefficienze sono state in larga misura contenute grazie alle azioni correttive intraprese e alle puntuali revisioni della programmazione messe in atto dal gruppo di lavoro operativo.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Il caso di Niguarda evidenzia quindi con chiarezza come la collocazione e l’organizzazione dei blocchi operatori non possano essere considerate scelte puramente tecniche o contingenti. Al contrario, si tratta di decisioni che incidono profondamente sulla produttività, sulla flessibilità organizzativa e sulla qualità complessiva delle cure. Da qui la necessità di una visione progettuale che sia al tempo stesso integrata e predittiva. Una visione integrata significa riconoscere che i blocchi operatori non possono essere progettati come unità isolate, ma devono essere inseriti in un sistema più ampio di flussi clinici, logistici e organizzativi.

La loro posizione deve garantire prossimità con i reparti di degenza, con i servizi diagnostici e con le aree di emergenza, così da favorire percorsi rapidi, continuità assistenziale e massima intercambiabilità delle risorse. Una visione predittiva, invece, implica la capacità di immaginare scenari futuri: variazioni della domanda, evoluzioni tecnologiche, nuove modalità di lavoro delle équipe. I blocchi operatori

LE AUTRICI

LUISA PAOLINA RIZZI

CRC head, UNIMI

ELEONORA BOSSI

dirigente medico S.C gestione operativa ASST Osp. Niguarda

DANIELA GATTUSO

ing. gestionale, S.C gestione operativa ASST Osp. Niguarda

devono essere progettati in modo da offrire spazi flessibili, modulari e adattabili, capaci di assorbire cambiamenti senza compromettere l’efficienza. Per questa ragione, l’esperienza di Niguarda non va interpretata soltanto come un caso isolato, ma come un riferimento emblematico da cui trarre insegnamenti progettuali e operativi. In particolare, attraverso un approccio Lean è possibile migliorare in modo continuo i flussi del blocco operatorio, traducendo in pratica la visione integrata e predittiva.

ALCUNI

ESEMPI

Nel contesto del Sistema Sanitario Italiano possono essere riportati alcuni esempi concreti di soluzioni adottate. Uno di questi è l’innovazione tecnologica per la gestione dei materiali: armadi intelligenti e sistemi RFID per il tracciamento in tempo reale di giacenze e scadenze, integrati con strumenti di logistica visiva come Kanban, in grado di prevenire stock-out e sovraccarichi. Un secondo esempio è rappresentato dalla logistica just-in-time, fondata sul rifornimento dei materiali sulla base della programmazione chirurgica quotidiana, per garantire disponibilità puntuale ed eliminare accumuli ingombranti nelle sale.

Inoltre, la simulazione e progettazione predittiva: uso di digital twin e modelli organizzativi già in fase progettuale, così da testare scenari futuri, identificare colli di bottiglia e ridisegnare i layout in maniera anticipatoria. Infine, il miglioramento continuo delle pratiche clinico-organizzative: cicli Kaizen periodici con équipe multidisciplinari, utili a individuare sprechi, proporre micro-soluzioni e consolidare processi più snelli ed efficienti.

In altre parole, progettare un blocco operatorio oggi significa costruire una piattaforma che non solo risponde alle esigenze attuali, ma che è anche in grado di sostenere i modelli organizzativi e clinici di domani. Solo con questo approccio sarà possibile valorizzare le lezioni apprese dall’esperienza di Niguarda e promuovere ospedali resilienti, produttivi e orientati al futuro.

Quello dell’ingegnere clinico è un mestiere relativamente nuovo, si può dire ancora poco valorizzato ma in espansione a livello italiano ed internazionale. Il libro affronta e approfondisce tutte le tematiche su cui l’ingegnere clinico deve essere aggiornato. La sua figura costituisce un essenziale collegamento tra medicina e ingegneria e questo libro rappresenta un manuale che non può mancare nella libreria dei professionisti che si dedicano a questa materia per la sua completezza ed attualità, un vero prontuario di consultazione. È sicuramente il primo libro in lingua italiana che affronta l’ingegneria clinica in tutti i suoi temi, scritto da un esperto del settore.

Scelte premium per l’ospedale di Skåne

UN NUOVO BLOCCO OPERATORIO REALIZZATO CON TECNOLOGIE MODULARI DI ULTIMA GENERAZIONE CONIUGA FLESSIBILITÀ, SICUREZZA E RAPIDITÀ DI ESECUZIONE. SOLUZIONI COSTRUTTIVE AVANZATE GARANTISCONO AMBIENTI ULTRA-STERILI, FACILMENTE RICONFIGURABILI E PIENAMENTE CONFORMI AI PIÙ ELEVATI STANDARD SANITARI

Lo Skåne University Hospital, situato nelle città di Malmö e Lund, è uno dei principali poli ospedalieri della Svezia e rappresenta un centro di eccellenza per la cura, la ricerca e la formazione medica. Nato nel 2010 dalla fusione dei due ospedali universitari di Malmö e Lund, è oggi il terzo ospedale universitario più grande del Paese, con circa 13.000 dipendenti e una rete di servizi che copre un bacino di utenza di oltre 1,7 milioni di persone nel sud della Svezia. Affiliato all’Università di Lund, lo Skåne University Hospital integra la ricerca scientifica direttamente nella pratica clinica, promuovendo l’inno-

vazione in ambito sanitario. È riconosciuto a livello nazionale per la sua specializzazione in chirurgia cardio-toracica pediatrica e adulta, trapianti di cuore e polmoni, e per il trattamento di malformazioni congenite in collaborazione con il Karolinska University Hospital. La struttura ospedaliera si distingue anche per l’adozione di tecnologie avanzate e approcci innovativi, come l’uso dell’ecografia intestinale per le malattie infiammatorie croniche, la chirurgia minimamente invasiva pediatrica, e lo sviluppo di test cognitivi digitali per la diagnosi precoce dell’Alzheimer.

UN NUOVO BLOCCO OPERATORIO

In questo contesto altamente specializzato e tecnologicamente avanzato, si inserisce l’intervento di allestimento di un blocco operatorio, portato a termine da Nexor | Medical Lab System, con soluzioni in linea con gli elevati standard qualitativi e di innovazione richiesti da una struttura di tale prestigio.

Nel tempo necessario alla realizzazione del nuovo blocco operatorio ospedaliero, è emersa l'urgente necessità di dotare l’ospedale di due sale operatorie (OT) dedicate alle procedure di chirurgia spinale avanzata. La direzione dell'ospedale ha pertanto cercato nel mercato una soluzione che fosse di rapida implementazione e conforme ai più rigorosi standard di qualità. La soluzione adottata ha previsto la realizzazione di un edificio modulare, integrato e collegato al reparto operatorio esistente al terzo piano dell'ospedale, al cui interno sono ospitati i nuovi locali che sono diventati un vero e proprio spazio polmone per l’ospedale.

Il nuovo blocco operatorio, con una superficie di 324 m2, comprende due sale operatorie, una sala di preparazione e risveglio ed alcuni locali accessori ed è stato progettato secondo i più severi standard di qualità e prestazioni richiesti per interventi ortopedici ad alto rischio. Il blocco operatorio è stato realizzato con pareti modulari della serie Nexor.Suite (della ditta Nexor Medical) realizzate con materiale di altissima qualità come il Corian, e le sale operatorie sono state dotate delle più moderne lampade scialitiche a sospensione (serie Nexor.Light) e, per assicurare i più rigidi requisiti di

sterilità degli ambienti, sono state equipaggiate con Opragon → , il sistema di diffusione d’aria che consente di ridurre il rischio di infezione durante gli interventi chirurgici mantenendo una sala ISO 5 nella sua interezza. All’interno del reparto inoltre è stato installato un sistema di video-routing e un sistema di building management sviluppati in-house. Questo sistema consente il monitoraggio in continuo ed in tempo reale di tutti gli impianti all'interno dell’edificio a vantaggio di una rapida risposta ad eventuali necessità di manutenzione che possano sorgere. Inoltre, fornisce importanti informazioni per il personale clinico che riesce così ad avere un maggior controllo dell'ambiente ultra-sterile.

UNA SOLUZIONE IN ASCESA

Le pareti modulari prefabbricate costituiscono una soluzione tecnologica sempre più diffusa per la realizzazione e l’adeguamento di ambienti sanitari in quanto sono in grado di rispondere efficacemente ai requisiti di igiene, flessibilità operativa e sostenibilità. Questi sistemi si basano su elementi preassemblati e realizzati off-site, progettati per garantire una rapida installazione, una facile manutenzione e un’elevata qualità costruttiva.

Ad una struttura in carpenteria metallica, i pannelli vengono agganciati con un sistema a baionetta che li rende facilmente installabili e amovibili senza necessità di lavori edili. Nei pannelli è possibile integrare, in maniera complanare e praticamente senza soluzione di continuità, le varie componenti necessarie in sala operatoria,

quali technical units, monitor, armadiature, pass box. La modularità di costruzione consente una notevole flessibilità progettuale, permettendo la riconfigurazione degli spazi in funzione delle esigenze cliniche e impiantistiche, con interventi rapidi e non invasivi. Inoltre, l’integrazione degli impianti tecnici nelle pareti semplifica le operazioni di manutenzione e aggiornamento, riducendo i tempi di fermo operativo della sala.

Dal punto di vista igienico, le superfici continue e prive di giunzioni visibili riducono significativamente i rischi di contaminazione, facilitando le operazioni di pulizia e sanificazione. I materiali impiegati sono non porosi, antibatterici e resistenti agli agenti chimici comunemente utilizzati in ambito ospedaliero.

Dal punto di vista estetico e funzionale, le pareti prefabbricate contribuiscono alla creazione di ambienti salubri, ordinati e accoglienti, migliorando il comfort percepito da pazienti e operatori. Infine, la possibilità di riutilizzo dei moduli e l’adozione di materiali a basso impatto ambientale rendono questa soluzione coerente con i principi della sostenibilità e dell’economia circolare.

Per l’ospedale di Skåne, nello specifico, la scelta progettuale è ricaduta sull’impiego di pannelli realizzati in Corian® Solid Surface, un materiale premium riconosciuto come una scelta strategica per una sanità moderna, sicura e sostenibile. Il Corian® si afferma come una soluzione innovativa e consapevole, capace di rispondere alle esigenze di ambienti ad alta intensità operativa e igienica. Grazie alla sua struttura non porosa, risulta un materiale composito chi -

micamente stabile e resistente agli agenti aggressivi utilizzati per la disinfezione. Le giunzioni termoformate impercettibili permettono la creazione di superfici monolitiche, prive di discontinuità e angoli vivi, eliminando i punti critici per l’annidamento microbico. Dal punto di vista estetico, mantiene inalterato il suo aspetto nel tempo, contribuendo a creare ambienti accoglienti e salubri, migliorando la qualità percepita dagli utenti. Inoltre, in linea con la filosofia di sostenibilità ambientale adottata dall’ospedale di Skåne, il materiale non emette VOC (composti organici volatili) e può essere reimpiegato in nuove applicazioni, favorendo la circolarità e la sostenibilità dei progetti.

Grazie alle soluzioni adottate, le sale operatorie hanno positivamente superato gli stringenti requisiti delle più recenti normative svedesi: l'intera sala operatoria è stata testata per <10 UFC/m3, per garantire un ambiente operatorio sicuro e ultra-sterile.

RISULTATI

Grazie a questo intervento, l'ospedale di Skåne è stato dotato in breve tempo di uno spazio polmone, composto da due sale operatorie e una sala di preparazione e risveglio, completamente integrato con le strutture esistenti, che ha garantito una corretta attività operatoria senza interruzione di servizio e ha implementato la funzionalità dell’ospedale. L'intero progetto è stato implementato in soli 10 mesi, rispettando le specifiche richieste ed il budget a disposizione dell’ospedale.

IL NUOVO

CENTRO GRANDI USTIONATI,

L’ELIPORTO AMPLIATO E LA PASSERELLA

DI COLLEGAMENTO PROGETTATI

PER RINNOVARE QUESTO OSPEDALE

DI EMERGENZA RAPPRESENTANO

UN PASSO DECISIVO NELL’EVOLUZIONE

DELLA SANITÀ RUMENA

Ampliamento dell’Ospedale di Târgu Mureș

Andrea Piacenti, 3TI Senior Partner and Director of Infrastructure and Energy Division

Giorgia Gunnella, 3TI Senior Partner and Director of International Division

Giorgia Di Biagio, 3TI Partner and Associate Director of International Division

Alice Sallustro, 3TI Architect of infrastructure and Energy Division

Nel cuore della Transilvania, lo Spitalul Clinic Județean de Urgență

Târgu Mureș si appresta a diventare un centro di eccellenza nella cura delle ustioni gravi e nella gestione delle emergenze ad alta complessità. L’ospedale si colloca nella parte nord-orientale della città e confina con l’Università di Medicina e con numerose cliniche e strutture sanitarie, costituendo un polo sanitario di rilevanza regionale e nazionale. Il progetto, promosso dal Ministero della Salute rumeno e cofinanziato dalla Banca Mondiale, prevede la realizzazione del nuovo Centro Grandi Ustionati come ampliamento dell’Ospedale di Emergenza di Târgu Mureș , corredato da una sofisticata infrastruttura di collegamento con l’ospedale esistente, volto ad ottimizzare i flussi clinici e a consentire il funzionamento integrato dell’intero complesso ospedaliero.

UN MODELLO DI “SMART HOSPITAL”

Il progetto di Târgu Mure ș si inserisce nel contesto di un piano nazionale di ammodernamento delle infrastrutture sanitarie a livello nazionale, avviato in Romania a partire dal 2014, volto a migliorare

l'accesso, la qualità e l'efficienza dei servizi sanitari, concentrandosi in particolare sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, sul rafforzamento delle cure ambulatoriali e sull’accesso a servizi sanitari di elevata qualità da parte della popolazione. Si tratta della terza costruzione avviata negli ultimi anni per unità sanitarie dedicate ai pazienti con ustioni gravi dopo quelle di Timi şoara e Bucarest. Il progetto di ampliamento dell’Ospedale di Târgu Mureș si configura come un intervento significativo nel panorama sanitario nazionale, per l’elevata complessità progettuale e la funzione specialistica che va a integrare. L’iniziativa si colloca in continuità con altri programmi di sviluppo della rete ospedaliera, come quelli di Oradea e il nuovo ospedale neurochirurgico di Cluj, contribuendo a un percorso di progressivo rafforzamento delle infrastrutture sanitarie del Paese. Con la trasformazione in corso, l’ospedale di Târgu Mureș punta ad evolversi verso un modello di “smart hospital”, con processi integrati e tecnologie di frontiera nell’assistenza clinica.

La società 3TI Progetti ha seguito tutte le fasi progettuali fino alla redazione del progetto esecutivo, conclusa nel 2023. Nell’attuale fase di costruzione, 3TI Progetti mantiene il ruolo di progettista incaricato per l’assistenza tecnica, garantendo il rispetto delle specifiche progettuali e la piena coerenza tra disegno e realizzazione. L’esecuzione dei lavori è affidata a Sinergy e YDA Group, sotto la supervisione del Ministero della Salute e dell’unità di progetto della Banca Mondiale ed EPTISA.

UN HUB AD ALTA COMPLESSITÀ

Il nuovo Centro Ustionati è situato sul lato nord-est del complesso ospedaliero, nell’area precedentemente destinata a parcheggio, tra il blocco trasfusionale e l’eliporto, adiacente al percorso di accesso del pronto soccorso. Questa posizione strategica permette di ottimizzare l’accessibilità e ridurre i percorsi tra le varie funzioni ospedaliere. Gli accessi alla nuova struttura sono stati studiati in modo da separare chiaramente i diversi flussi (pubblico, sanitario e logistico) evitando promiscuità e garantendo percorsi sicuri ed efficienti. La nuova struttura sviluppa circa 24.000 m² distribuiti su più livelli: un piano interrato, quattro piani fuori terra e un piano tecnico in copertura. La connessione con l’ospedale esistente avverrà ai livelli corrispondenti ai piani 2 e 3, garantendo continuità funzionale e ottimizzazione dei percorsi sanitari. All’interno della nuova struttura trovano spazio:

- 15 posti letto nel reparto dedicato agli adulti ustionati, suddivisi per intensità di cura in: terapia intensiva per ustioni gravi, terapia intermedia/post-operatoria, sala operatoria dedicata, accesso diretto all’unità di trasfusioni, zona amministrativa, area di recupero medico, ambulatorio psicologico, lavanderia interna e ufficio. La zona di ospedalizzazione diurna rimane invece nell’edificio esistente;

- blocco operatorio articolato in 25 sale chirurgiche, in grado di gestire diverse specialità con efficienza e centralità del percorso;

- clinica di Anestesia e Terapia Intensiva (ATI) con 44 posti letto per la terapia intensiva e 13 posti letto per il recupero post-operatorio;

- unità di trasfusioni e stazione di sterilizzazione, collocate nella nuova struttura per ottimizzare i percorsi funzionali e garantire separazione dei flussi sporco/pulito, con collegamento verticale tramite ascensori dedicati;

- nuovo eliporto e parcheggi dedicati, a supporto dei flussi urgenti e dell’accessibilità;

- aree tecniche esterne per supporto impiantistico e logistico. Questa configurazione centralizza le attività critiche, migliorando sicurezza, efficienza e integrazione dei servizi. La progettazione architettonica pone al centro l’esperienza del paziente, considerando la vicinanza a parenti, medici e paramedici come elemento fondamentale. Gli spazi sono stati concepiti per offrire un ambiente confortevole, con particolare attenzione a materiali, visuali verso l’esterno e illuminazione naturale, promuovendo benessere fisico e psicologico sia dei pazienti sia del personale.

CONTINUITÀ ED EFFICIENZA

Parte integrante del progetto è la passerella sopraelevata a due livelli, che collega i livelli 2 e 3 della nuova struttura con i livelli 3 e 4 dell’ospedale esistente. Questo collegamento consente la formazione di due piani operatori di ampia superficie, ottimizzando la distribuzione dei flussi ospedalieri e migliorando la capacità di trattamento simultaneo di un numero maggiore di pazienti, semplificando il lavoro del personale medico e sanitario. Le connessioni verticali sono assicurate da tre nuclei di ascensori, integrati con la passerella al fine di ottimizzare i flussi ospedalieri. I blocchi ascensori sono posizionati strategicamente: due nelle corti nord e sud dell’ospedale esistente e uno a metà della passerella, di fronte all’ingresso principale. Questa disposizione favorisce un’integrazione funzionale completa tra la nuova costruzione e l’edificio esistente, pur mantenendo una separazione volumetrica chiara e definita. Attualmente in costruzione, la passerella rappresenta un elemento cruciale per garantire spostamenti rapidi e sicuri tra aree vitali come il pronto soccorso, l’ATI e il blocco operatorio e migliorare l’efficienza logistico-clinica attraverso percorsi distinti per pazienti, personale e materiali. Il ponte di collegamento, oltre a rappresentare un elemento architettonico caratterizzante, costituisce un asse funzionale strategico, capace di ottimizzare i percorsi clinici, migliorare la logistica interna e garantire continuità operativa tra la nuova struttura e l’ospedale esistente.

PROGETTAZIONE BIM

La progettazione del nuovo ospedale ha rappresentato un’opportunità per l’adozione del Building Information Modeling (BIM), una metodologia avanzata che consente di integrare informazioni architettoniche, strutturali e impiantistiche in un unico modello

■ Taglio alto: time-lapse del cantiere tra aprile 2024 e settembre 2025. Taglio medio: il cantiere dalle fondamenta ai piani superiori
Nuovo Centro Ustionati nel contesto urbano di Târgu Mureș

Planimetria degli interventi

digitale condiviso. L’uso del BIM si è rivelato strategico non solo per ottimizzare le fasi progettuali, ma anche per garantire una gestione efficiente e sicura dell’intero processo costruttivo. Una delle principali sfide nella costruzione di strutture complesse come gli ospedali è la gestione delle interferenze tra i vari impianti e sistemi. Il BIM consente di simulare l'intero processo costruttivo, identificando e risolvendo in anticipo potenziali conflitti tra le discipline e prevedendo criticità in fase di cantiere. Questa metodologia ha permesso, inoltre, una pianificazione dettagliata delle attività e una stima precisa dei costi, riducendo significativamente il rischio di superamento del budget.

Un ulteriore vantaggio della metodologia BIM riguarda la comunicazione e il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti, che possono accedere ad un unico modello aggiornato, migliorando la condivisione delle informazioni minimizzando il rischio di malintesi ed errori. L'implementazione del BIM nel progetto del nuovo ospedale di Târgu Mureș non solo migliora l'efficienza e la sicurezza durante la fase di costruzione, ma offre anche un controllo più rigoroso dei

costi e dei tempi, garantendo una gestione integrata e trasparente del processo costruttivo. Questo approccio rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione di un ospedale moderno, sostenibile e in grado di supportare al meglio il personale medico e i pazienti nel lungo periodo.

GESTIONE DEL CANTIERE

La prima fase dei lavori, avviata ufficialmente nella primavera del 2024, ha rappresentato un segnale significativo non solo per la città di Târgu Mureș ma per l’intero territorio circostante. L’ampliamento dell’ospedale esistente con la costruzione del nuovo Centro Ustionati si inserisce in un contesto di volontà nazionale finalizzata ad incrementare e migliorare la qualità, l’efficienza delle cure e la sicurezza dei pazienti. Durante l’avvio della fase realizzativa sono state identificate diverse opportunità di ottimizzazione progettuale nella distribuzione degli spazi tecnici e funzionali che hanno condotto, attraverso una razionalizzazione del progetto strutturale, ad una configurazione volta ad una migliore manutenzione ed integrazione

dei sistemi impiantistici. L’attività di coordinamento tra progettisti, imprese ed enti istituzionali ha garantito una gestione integrata, sicura ed efficiente delle prime fasi di cantiere, trasformando un momento complesso in un’occasione per consolidare l’efficienza operativa e la qualità complessiva del progetto. Data la promiscuità del cantiere con l’ospedale esistente, pienamente operativo per tutta la durata dei lavori, particolare attenzione è stata dedicata alla gestione dei flussi di pazienti, personale e materiali nelle fasi di scavo e costruzione, al fine di minimizzare disagi e garantire la massima sicurezza. Ad oggi, la struttura portante dell’edificio principale è stata completata, consentendo l’avvio dei lavori per il collegamento sopraelevato tra la nuova struttura e l’ospedale esistente. La realizzazione della copertura e della facciata del Centro Ustionati sta entrando nella fase conclusiva. L’installazione della copertura e delle facciate rappresenta un passaggio cruciale per garantire impermeabilizzazione e protezione dell’edificio dagli agenti atmosferici, consentendo di operare in tranquillità negli spazi interni anche durante la stagione invernale e le piogge. Parallelamente, le squadre di cantiere procedono con l’installazione degli impianti elettrici, idraulici e dei sistemi di climatizzazione, fondamentali per garantire la piena operatività delle sale e degli spazi funzionali. Per quanto riguarda la passerella di collegamento, sono in corso i lavori per le strutture portanti e gli scavi per le fondazioni dei blocchi verticali destinati agli ascensori nord e sud. Si tratta di un intervento particolarmente delicato, considerando che i nuovi ascensori sono inseriti all’interno delle chiostrine esistenti, in spazi ristretti che richiedono un’elevata precisione e coordinamento. Data la posizione e lo spazio limitato, per garantire sicurezza e stabilità strutturale, è stata adottata una tecnologia ad hoc con micropali, ottimizzata per operare in prossimità della struttura preesistente.

Le aree esterne stanno progressivamente prendendo forma, con la realizzazione della nuova viabilità di accesso e dei collegamenti alle reti esistenti. Sono state predisposte due aree dedicate agli impianti, destinate a generatori e chiller, essenziali per il funzionamento autonomo e sicuro della struttura. Contestualmente, è in fase di completamento l’ampliamento dell’eliporto esistente sul

■ Interni in fase di completamento

lato sud del nuovo edificio, intervento strategico per garantire un accesso rapido e sicuro ai pazienti critici. L’eliporto originario risultava infatti sottodimensionato rispetto alle necessità della nuova struttura ospedaliera. Vista l’importanza dell’eliporto per le attività dell’ospedale esistente, è stato prioritario mantenere operativa almeno una piattaforma di atterraggio durante l’intera durata dei lavori, assicurando la continuità del servizio per gli elicotteri di emergenza. Inoltre, i tempi di realizzazione del nuovo eliporto sono stati programmati per ridurre al minimo i disagi e garantire la piena operatività della struttura ospedaliera.

UN CANTIERE IN ACCELERAZIONE

Nei prossimi mesi, il cantiere entrerà in una fase di intensa attività: le finiture interne saranno posate, con pavimenti, pareti, controsoffitti e sistemi di illuminazione completati nelle diverse aree funzionali. Gli impianti tecnologici saranno collaudati e messi in funzione, comprese le reti di sicurezza, antincendio e climatizzazione. La passerella

sopraelevata sarà completata, assicurando la connessione diretta tra il nuovo centro e l’ospedale esistente e ottimizzando il flusso dei pazienti e del personale. Infine, le aree esterne saranno completate con la segnaletica, i percorsi pedonali e carrabili, e l’allestimento delle zone verdi e dei parcheggi, per rendere il complesso pienamente funzionante e accessibile.Il progetto procede secondo cronoprogramma, con l’obiettivo di completare l’intero intervento nella primavera del 2026. L’avanzamento dei lavori non rappresenta solo un progresso fisico del cantiere, ma anche un segnale concreto dell’impegno delle istituzioni, delle imprese coinvolte e dei professionisti tecnici nel garantire un centro di eccellenza conforme agli standard più elevati di cura dei pazienti.

UN OSPEDALE CHE GUARDA AL FUTURO

La realizzazione del Nuovo Centro Ustionati e della passerella di collegamento rappresenta un salto di qualità per l'intera rete sanitaria rumena. La nuova struttura non si limita a fornire spazi moderni

e funzionali, ma incarna un approccio integrato alla cura, in cui la progettazione architettonica, ingegneristica e impiantistica converge per garantire efficienza, sicurezza e continuità dei percorsi clinici.

Il nuovo polo sanitario permetterà di concentrare le attività critiche, migliorando la gestione dei flussi di pazienti, personale e materiali, riducendo al minimo interferenze operative.

Il nuovo Centro Ustionati pone al centro l’esperienza del paziente e del personale sanitario, con spazi progettati per favorire comfort degli utenti. Questi elementi non solo migliorano la qualità dell’assistenza, ma contribuiscono anche al benessere psicologico dei pazienti e a un ambiente di lavoro più efficiente e sicuro per il personale medico. L’intervento dell’Ospedale di Târgu Mureș testimonia il valore strategico della progettazione integrata con l’approccio collaborativo adottato da 3TI Progetti, insieme al coordinamento tra Ministero della Salute, Banca Mondiale e le imprese esecutrici, garantendo un avanzamento dei lavori efficace, rispettando tempi e standard qualitativi elevati.

■ Taglio alto: modellazione del progetto in Revit. Taglio medio: sezione impianti in BIM

Un modello di nave poliambulatorio

Un concept d’avanguardia che fonde tecnologia, sanità e industria navale: è questa la visione di Poly-clinic techno boat (Pctb), un modello di nave poliambulatorio pensato per soddisfare i bisogni di salute globali, con particolare attenzione al bacino mediterraneo e alla fascia costiera circum-africana. Pensata e attrezzata per la massima efficacia in scenari operativi epidemici, pandemici ed emergenziali, è tuttavia fruibile allo stesso modo anche per

il supporto umanitario, educativo e formativo in senso lato. «Sono sempre molto propensa sia ai privati che ai professionisti che hanno un’innovazione e soprattutto hanno uno spirito imprenditoriale che può essere utile al pubblico - ha spiegato a Italpress Erica Mazzetti, la presidente dell’intergruppo parlamentare “Riprogettiamo l’Italia” - Il partenariato pubblico-privato anche in questo settore sanitario è fondamentale, perché può rappresentare una soluzione ad

UN INNOVATIVO PARADIGMA DI PERFORMANCE

Poly-Clinic Techno Boat (PCTB) è una proposta innovativa di nave multiuso e multifunzionale per uso multi-operativo nei settori medico, sanitario, di emergenza e di salvataggio. Il concetto si sviluppa da più di venti anni e si basa sull'esperienza pluriennale di molti specialisti professionisti nei settori tecnico e scientifico della medicina, dell'ingegneria medica, delle scienze antropologiche ed etniche, della gestione del soccorso di emergenza, dell'assistenza sociosanitaria, dell'ingegneria navale, dell'ingegneria ambientale, della formazione. Lo scopo principale e il core business etico del PCTB Concept consistono nella disponibilità di diverse configurazioni mediche possibili dell'intera attrezzatura di un'unica “imbarcazione tecno-medica”, debitamente armonizzata e installata su una struttura navale multifunzionale.

La strategia di PCTB Concept consiste nello sviluppare e avviare un nuovo e innovativo paradigma di performances poli-cliniche” consentito dalla progettazione poli-purpose del PCTB. Le massime prestazioni mediche fornite sono consentite dalla mobilità della nave medicale, che può essere rapidamente spostata in qualsiasi tipo di scenario di emergenza, in tutto il mondo.

una sanità in forte crisi, non solo in Italia, caratterizzata da una carenza di medici e di strutture importanti. Ci sono zone dell’Africa o isole lontane che non hanno strutture mediche, e una nave in grado di andare sul posto a curare le persone è un evento eccezionale. Oltre a questo, potrà essere fatto anche del turismo sanitario, un’altra eccellenza nazionale che va incentivata. Questo progetto tutto italiano, oltre a offrire posti di lavoro per chi dovrà realizzarlo, crea anche una governance diversa della sanità, anche per quanto riguarda gli operatori che dovranno stare sulle navi. Può essere un incentivo importante anche per i giovani medici che vogliono fare esperienza».

La prima nave ospedale civile

A capo di tutto il progetto vi è l’architetto Claudio Paccanaro, presidente di Medical Tourism Italy Association (MTAI): «Questo progetto nasce durante il periodo del Covid. Insieme a degli specialisti dell’Officina Navale di Palermo e degli ingegneri della Sanità Esperti ed abbiamo pensato di

PCTB /// Schema PONTI 1 – 2 ( TOTALE = 9 POINTI)

DECK - 1

DECK - 2

■ Architetto Claudio Paccanaro, presidente di Medical Tourism Italy Association e capo del progetto

progettare la prima nave ospedale civile. Esistono già molte navi ospedaliere, tutte però militari. Navi come questa sarebbero molto utili in zone di guerra, o in caso di calamità naturali, epidemie. Possono in ogni caso essere un grande veicolo per gestire tutte le esigenze sanitarie ed esportare la sanità italiana nel mondo. La nave potrebbe navigare le coste dell’Africa e depositare mini ospedali allestibili in tre mesi. È stata progettata per risalire varie tipologie di fiume, come il Volga e il Fiume Giallo, quindi potrebbe portare aiuto nei posti più isolati, dove le strade mancano e si arriva

solamente via acqua». L’innovativo progetto è stato presentato nel corso dell’evento “Navigare la sanità” che si è svolto a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo. «Siamo coinvolti come ente formatore, perché la formazione che riguarda l’assistenza sanitaria in mare ha una sua specificità - ha sottolineato Toti Amato, presidente Omceo Palermo - oggi l’assistenza in mare, in particolar modo in occasione di grandi emergenze e ancora di più come sostegno alle popolazioni fragili delle zone costiere, ha una sua specificità ed è quindi necessaria una formazione specifica».

Il Dipartimento di Emergenza-Urgenza (DE) o Pronto Soccorso, svolge da sempre un ruolo importante nel soccorso tempestivo e nella cura dei pazienti in emergenza-urgenza, fornendo un’assistenza clinica mirata, tempestiva ed efficace. Esso e ii punto di riferimento sanitario primario, responsabile della ricezione, dello smistamento, della valutazione, della stabilizzazione e della gestione dei pazienti che arrivano alla sua porta con diversi gradi di urgenza e complessità.

Una progettazione inadeguata del Dipartimento di Emergenza può portare a numerosi problemi di difficile gestione quali: affollamento, prolungata durata della degenza, aumento della mortalità, scarsa qualità dell’assistenza, tempi di attesa prolungati.

La ragione principale di queste inadeguatezze e l’assenza di un reale coinvolgimento delle parti interessate nel processo di progettazione.

Questo volume riporta ed analizza le problematiche da affrontare per pianificare e progettare un Dipartimento di Emergenza più efficiente e sicuro sia per i pazienti che per ii personale medico e paramedico.

Le schede di architettura

UNO STRUMENTO DI CONSULTAZIONE PENSATO PER PROGETTISTI E HEALTH PLANNER: LA PUBBLICAZIONE DEI DISEGNI DI PROGETTO IN GRANDE FORMATO ASSICURA LA COMPLETA LEGGIBILITÀ E COMPRENSIONE DEGLI SCHEMI GRAFICI A CORREDO DELLE REALIZZAZIONI PRESENTATE NELLA RIVISTA

Catkin Centre & Sunflower House
Catkin Centre & Sunflower

Catkin Centre & Sunflower

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Accessi sicuri

negli ambienti sanitari

Nelle strutture sanitarie, ogni dettaglio contribuisce a creare un ambiente sicuro, efficiente e conforme agli standard più rigorosi. FAAC, da sessant'anni leader nell'automazione, supporta il settore della sanità con soluzioni dedicate e servizi di manutenzione pensati per assicurare continuità operativa e protezione costante, a beneficio di pazienti e personale. Le porte scorrevoli e a battente FAAC rappresentano il cuore di un accesso sicuro, affidabile e fluido. Progettate per sale operatorie, reparti di terapia intensiva e ambienti e ambienti a contaminazione controllata, le soluzioni FAAC assicurano prestazioni elevate, limitando la diffusione di agenti patogeni e migliorando il controllo ambientale, semplicità d’uso e continuità operativa. Grazie alla loro tecnologia e ai materiali di qualità, le porte offrono apertura e chiusura silenziosa, resistenza ad usura e compatibilità con protocolli sanitari. In contesti dove ogni secondo è vitale, la performatività delle porte automatiche FAAC si traduce in maggiore sicurezza per pazienti e operatori.

Ricambio e filtrazione dell’aria

Performante e silenziosa, la VMC Helty Flow800 si presenta con design rinnovato, ampliando la famiglia Community con nuove versioni, per incontrare e soddisfare al meglio le esigenze di progettisti e committenti. Progettata per assicurare un ricambio d’aria ottimale in singoli locali di grandi dimensioni, Flow800 garantisce portate d’aria modulabili da 300 a 800 metri cubi ora, risultando una soluzione

versatile e non invasiva. Helty Flow800 è la VMC decentralizzata ideale per la ventilazione degli spazi più grandi come scuole, asili, ambienti di lavoro ad affollamento prolungato, in cui è essenziale provvedere a un apporto continuo di aria esterna per migliorare le condizioni di salubrità dell’ambiente indoor.

Oltre alla sola macchina VMC, ideale per il posizionamento in controsoffitti, la gamma Flow800 offre nuove declinazioni: Flow800 Steel, dove la VMC è integrata in una cover d’acciaio verniciata bianca per installazioni a vista, gestibile sia a soffitto che in parete; Flow800 Silent, completata da una cover in legno bianco, per installazioni a soffitto che richiedono di minimizzare l’impatto estetico ed acustico della VMC; FlowM800 dove la centrale di ventilazione è resa totalmente invisibile, mimetizzata in un armadio bianco che offre facilità di integrazione negli ambienti e grande semplicità di accesso all’unità per ispezioni e cambio filtri.

Flow800 è sinonimo di elevato ricambio d’aria, senza compromessi estetici ed acustici. La portata d’aria è modulabile su 6 valori, da 300 m3/h (in modalità notturna) fino a 800 m3/h (velocità massima in iperventilazione), mediante il pannello che propone l’intuitiva interfaccia comandi Helty. Il doppio filtroISO Coarse 80% + ePM1 80% permette di arrestare il 90% del PM10 e l‘80% del PM2.5 portando all’interno aria ossigenata e purificata, ed evitando l’ingresso di smog e pollini. Scegliendo le versioni dotate di dispositivo di sanificazione agli ioni bipolari è inoltre possibile ridurre i rischi di distribuzione aerea di cariche microbiche, batteriche e virali, risparmiando sui consumi.

Impiantistica elettrica per contesti medicali

Oltre vent’anni di esperienza nello sviluppo di sistemi per installazioni elettriche, automazione industriale e controllo energetico, fanno di DKC un gruppo in grado di interpretare il ruolo di interlocutore unico per progettisti e installatori, offrendo un supporto completo in tutte le fasi del progetto. Una prerogativa che rende le soluzioni di DKC ideali per gli ambienti medicali, luoghi dove sicurezza, continuità del servizio e conformità alle normative sono aspetti imprescindibili che non ammettono compromessi. Le proposte di DKC destinate a questo specifico comparto, frutto di una consolidata produzione Made in Italy e di un’attività costante di ricerca e sviluppo, forniscono la garanzia di prestazioni elevate, resistenza alle sollecitazioni e facilità di gestione anche in spazi tecnici complessi.

«Gli impianti elettrici - spiega Luca Minetto, Direttore Marketing e Comunicazione di DKC - rappresentano la spina dorsale delle strutture sanitarie e richiedono oggi un approccio coordinato e integrato e soluzioni tecnologiche avanzate. Noi, grazie all’esperienza maturata e a un portafoglio completo di soluzioni Made in Italy, abbiamo gli strumenti per assolvere pienamente questo compito». Grazie, infatti, alla qualità Made in Italy, le soluzioni DKC rappresentano una scelta affidabile per gli impianti elettrici negli ambienti sanitari, contribuendo a garantire sicurezza, efficienza e protezione in quei contesti dove le persone sono costantemente al centro di ogni attenzione. Il servizio viene completato da un’assistenza tecnica specializzata, fornita da personale

qualificato e da centri autorizzati distribuiti su tutto il territorio nazionale, garantendo tempi di intervento rapidi e continuità operativa anche nelle situazioni più critiche. DKC offre diverse linee di prodotto per il settore sanitario. Le linee RamBlock e RamKlima sono armadi componibili e casse con protezione fino a IP55/IP66 e resistenza IK10, disponibili in versione inox o verniciata, ideali per locali tecnici come sale macchine e quadri di comando. Integrati da sistemi di ventilazione e climatizzazione, rappresentano le soluzioni ideali per mantenere condizioni ambientali ottimali anche in presenza di apparecchiature sensibili. La linea Cosmec consiste in dei sistemi per la protezione dei cavi in ambito ospedaliero, con materiali metallici e metallo-plastici che assicurano resistenza meccanica, protezione antincendio e facilità di installazione grazie a raccordi a innesto rapido. La linea

Hercules è rappresentata da soluzioni Powertech per dorsali di potenza fino a 6.300 A, dotate di protezione IP55 e componenti modulari per una manutenzione rapida e senza interruzioni. Conformi alle normative CEI 64-8/710 e CEI EN 61439-6, garantiscono continuità di servizio, condizione essenziale in aree critiche come sale operatorie e terapie intensive. La Linea RamBatt per la continuità elettrica è rappresentata da UPS a doppia conversione ON-LINE, con livelli di affidabilità elevatissimi, autonomia configurabile e sistemi di monitoraggio remoto. Grazie alla protezione contro microinterruzioni, sovratensioni e blackout, gli UPS salvaguardano apparecchiature sensibili e assicurano la massima continuità nei momenti più delicati. Inoltre, sistemi CPSS conformi alla norma EN 50171 garantiscono continuità per illuminazione di emergenza e impianti antincendio. No One è rappresentata da micro-data center compatti con armadi Rack 19" integrati di climatizzazione, UPS e sistemi antincendio, gestiti da interfaccia touch con controllo remoto. Progettati per proteggere dati e infrastrutture IT in qualsiasi locale tecnico, anche in spazi ristretti, con soluzioni di climatizzazione ridondata per massima affidabilità.

La TC premiata per design e tecnologia

La tomografia computerizzata Spectral di Philips ha ricevuto uno dei premi internazionali più autorevoli nell’ambito del design e dell’innovazione tecnologica, il Red Dot Award 2025. La strumentazione di Philips, azienda leader mondiale nell’health technology, si distingue per produrre immagini a colori, ridurre del 26% la necessità di ulteriori scansioni e aumentare del 23% l’affidabilità diagnostica rispetto alle TC tradizionali. La strumentazione è già operativa in importanti centri clinici italiani, tra cui l’IRCCS Azienda Ospedaliero-Univer-

sitaria di Bologna Policlinico di Sant'Orsola, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Gaetano Martino - Messina, l’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma, Istituto di Candiolo - IRCCS. La Spectral CT rappresenta un’evoluzione della tomografia computerizzata (TC) che, grazie all’integrazione di una particolare tecnologia dotata di detettore spettrale Dual Layer, consente di ottenere immagini a colori ad alta definizione e ricche di informazioni, capaci di distinguere con precisione materiali e tessuti e di vedere le strutture anatomiche con un livello di dettaglio e di contenuto superiore.

Ciò porta numerosi vantaggi sia per il personale sanitario che per i pazienti, tra cui una riduzione del 26% di necessità di ulteriori scansioni di approfondimento, un aumento del 23% dell’affidabilità diagnostica rispetto alla TC tradizionale, una riduzione del 34% del tempo complessivo per formulare una diagnosi e un tempo di soli due secondi per completare una scansione torace-addome-pelvi, con bassa dose di radiazioni. Questi risultati rendono la Spectral CT 7500 particolarmente efficace nei contesti ad alta intensità e specialità di cura, come i pronto soccorso, dove la rapidità e l’accuratezza diagnostica sono fondamentali.

La tecnologia spettrale sta rivoluzionando la diagnostica in tutti i campi, permettendo di analizzare in modo più accurato la composizione dei tessuti e di individuare precocemente condizioni a rischio, con benefici concreti per la prevenzione e la personalizzazione delle cure. Particolarmente rilevanti sono le funzionalità cardiache avanzate, che permettono la scansione del cuore senza distorsioni da movimento, grazie anche all’integrazione di nuovi algoritmi di intelligenza artificiale.

IA nella diagnostica cerebrale

Rilemo è una delle startup vincitrici della quarta edizione di PowerUp, l’iniziativa promossa da Qonto che sostiene lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione e dell’imprenditoria in Italia. Startup di Robbiate (LC), Rilemo ha sviluppato un dispositivo portatile di imaging alimentato da intelligenza artificiale per la diagnostica cerebrale, premiata nella categoria pre-seed (in fase di raccolta di investimenti fra 10.000 e 250.000 euro). La tecnologia consente il rilevamento e il monitoraggio in tempo reale di fluidi pato -

logici senza l’uso di radiazioni ionizzanti, supportando la gestione di ictus, traumi e cure post-operatorie. Il design leggero permette l’utilizzo in ospedali, pronto soccorso e contesti remoti, ampliando l’accesso a esami cerebrali tempestivi. La giuria della Pitch Night ha visto la presenza di oltre 40 rappresentanti dei principali VC, acceleratori e stakeholder dell’ecosistema startup italiano, tra cui Vento (by Exor Ventures), Azimut, Zest, B Heroes, Prana Ventures, 360 Capital, Plug & Play, P101 e molti altri.

Nuove sinergie per il biomedicale

La ricerca in campo biomedicale è in continuo sviluppo e necessita sempre di nuove idee per stare al passo con i tempi e fornire alla popolazione il miglior livello di sicurezza e di efficacia nelle terapie proposte. Il Politecnico di Torino e STI Lualdi hanno deciso di unire le forze firmando un accordo che permetterà al personale dell’azienda e ai docenti, ricercatori, ricercatrici e studenti dell’Ateneo, di massimizzare le sinergie e lo scambio di competenze, creando valore e innovazione attraverso progetti congiunti di ricerca, sviluppo e formazione.

Si tratta di un accordo di ampio respiro, che getta le basi per un percorso di crescita e per lo sviluppo di attività di ricerca e di formazione, anche attraverso la partecipazione a progetti internazionali ed europei. Una sinergia che rappresenta un asset strategico nelle politiche di posiziona-

mento delle due istituzioni, per ampliare le rispettive conoscenze e fare rete. Questa partnership, della durata di almeno tre anni, è finalizzata alla realizzazione di attività di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione di processo e di prodotto, nonché di didattica e formazione in ambito biomedicale. Obiettivi di questa collaborazione strutturata sono l’ottimizzazione di processi produttivi, e lo sviluppo e la convalida di processi speciali all’avanguardia, finalizzati alla definizione e alla realizzazione di dispositivi medici impiantabili dalle caratteristiche innovative.

Ha commentato Matteo Gerometta, Amministratore Unico di STI Lualdi: «Questo accordo di partnership permetterà alle nostre realtà uno scambio sinergico di competenze e di conoscenze che garantirà alle risorse umane coinvolte, vero motore delle aziende, di crescere professionalmente integrando in modo efficace e diretto le nozioni teoriche con quelle pratiche per ottimizzare i processi durante tutto il ciclo di vita dei dispositivi medici prodotti dalla STI».

Sicurezza dell’aria indoor

Per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi è fondamentale puntare sul ricambio, sulla depurazione e sulla sanificazione dell’aria. Combinando i tre processi si agisce sugli agenti patogeni e di conseguenza si garantisce la salute e la sicurezza delle persone tutelandone il benessere. Vortice propone un’ampia gamma di soluzioni che utilizzano tecnologie indispensabili per diminuire il rischio della diffusione di virus, batteri e muffe, oltre a polveri, acari e pollini stagionali.

Rischio a cui siamo esposti quotidianamente. Nella categoria dei prodotti per la depurazione e la sanificazione spiccano i Depuro Plus Evo consigliati per tutti quegli ambienti dove il flusso delle persone è continuo e la permanenza duratura, come le strutture ospedaliere.

Queste apparecchiature agiscono efficacemente sull’aria degli ambienti dove sono stati collocati perché ogni macchina utilizza due processi: la depurazione e la sanificazione. La depurazione avviene mediante l’azione filtrante dei filtri assoluti HEPA H14 capaci di trattenere il 99,995% di inquinanti. In questo modo si catturano le polveri sottili e le goccioline microscopiche prodotte da tosse o starnuti che possono essere veicolo di virus e batteri.

La sanificazione, ottenuta grazie al processo di fotocatalisi la cui efficacia è comprovata dalle verifiche condotte presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” dell’Università degli Studi di Milano, neutralizza le cariche virali e batteriche azzerandone la pericolosità.

Caratteristica essenziale di questa tecnologia è altresì l’assenza di controindicazioni per la salute delle persone e, più in generale, degli esseri viventi, fattore che ne consente l’adozione in locali occupati senza le specifiche precauzioni richieste invece da altri metodi di sanificazione.

Sono disponibili due modelli che differiscono per dimensioni e prestazioni: Depuro Plus Evo 230, dalla portata massima di 460m3/h, ambienti fino a 85 m2 e Depuro Plus Evo 430, dalla portata massima di 860m3/h, ambienti fino a 160 m2. Tutti i modelli non richiedono installazione ma la semplice presenza di una presa elettrica per l’alimentazione e sono dotati di rotelle e maniglie per facilitarne gli spostamenti da un locale all’altro in funzione delle esigenze.

La manutenzione è molto semplice: la sostituzione dei filtri è segnalata dal pannello di comando. Inoltre, i filtri e il modulo di fotocatalisi sono facilmente sostituibili grazie allo sgancio rapido dei pannelli.

Perché associarsi al C.N.E.T.O.

Il C.N.E.T.O. è un’associazione culturale che riunisce architetti e ingegneri interessati ai problemi dell’edilizia e della tecnica ospedaliera, tecnici, igienisti, amministratori ed economi di direzioni ospedaliere. Il C.N.E.T.O. ha come obiettivo primario la promozione dell’informazione e della conoscenza nello specifico settore della sanità, settore in continua e rapida evoluzione, che richiede il costante aggiornamento di tutti gli operatori. È proprio con questa finalità che l’Associazione organizza convegni nazionali e internazionali, viaggi di studio presso le strutture all’avanguardia, sia italiane che estere, e attiva contatti ufficiali con le altre associazioni e istituzioni più rappresentative, anche straniere. Il C.N.E.T.O. è stato fondato quale associazione multidisciplinare proprio perché la progettazione ospedaliera e socio-sanitaria esige la sinergia tra le diverse figure professionali coinvolte nella valutazione e risoluzione di tutti gli aspetti che concorrono a definire il progetto. La presenza delle aziende, in qualità di soci collettivi, permette di stabilire uno stretto legame anche con il mondo della produzione e del mercato, le cui tendenze in atto costituiscono un indispensabile strumento di cultura tecnica.

Per iscriversi e per informazioni:

C.N.E.T.O.

Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera

Richiesta di adesione

Presa visione dell’articolo 4 dello statuto del C.N.E.T.O., il/la sottoscritto/a

Nome e Cognome

chiede di essere iscritto al C.N.E.T.O. in qualità di componente: ■ Ordinario (€ 100,00) ■ Collettivo (€ 300,00) ■ Sostenitore (€ 600,00) ■ Studente (€ 50,00)

Professione

Versamento con bonifico bancario intestato a C.N.E.T.O. sul C/C Banca Prossima S.p.A.

Filiale di Milano IBAN: IT51A0335901600100000129131

Specificando nella causale: “Quota associativa anno …, Cognome e Nome (o ragione sociale) associato”.

C.N.E.T.O.

Centro Nazionale per l’edilizia e Tecnica Ospedaliera www.cneto.it - e-mail: info@cneto.it

Notizie dal

C.N.E.T.O.

A conclusione delle votazioni del C.N.E.T.O. per il triennio 2025-2027, sono risultati eletti i seguenti consiglieri:

Presidente: Stefano Capolongo

Past president: Maurizio Mauri

Segretario generale: Marco Gola

Vicepresidente e direttore della rivista

“Progettare per la Sanità”: Margherita Carabillò

Vicepresidente: Roberto Righini

Vicesegretario generale: Giuseppe Laudani

GIUNTA ESECUTIVA

ARKING 81 srl (Righini Roberto)

Carabillò Margherita

Gola Marco (per nomina)

Ingaglio Monica

Laudani Giuseppe (DBA Pro, per nomina)

Mangini srl (Torti Emanuela)

Mauri Maurizio (past president)

Pedrini Daniela

Peretti Gabriella

Politecnica Ingegneria ed Architettura

Società Cooperativa (Romero Claudia)

Tecnicaer Engineering srl (Inzani Fabio/Carera Stefano)

Tognolo Chiara

Vitali Marco

CONSIGLIO NAZIONALE

Airnova (Zotti Antonio)

Archilinea Srl (Mosconi Lucia)

ARK.ING.81 S.r.l. (Righini Roberto)

Azzini Susanna

Brambilla Andrea

Brusamolin Erica

Carabillò Margherita

Chiappa Laura

Colombo Luigi

DBA Pro (Laudani Giuseppe)

Deerns Italia Spa (Surace Arianna)

Dubini Nicoletta

Godio Francesco

Gola Marco

ESTRATTO DALLO STATUTO

Art. 1 Denominazione

Il “C.N.E.T.O. - Centro Nazionale per l'Edilizia e la Tecnica Ospedaliera” è una Associazione culturale, apartitica e senza scopo di lucro, nata sotto gli auspici dell’ANIAI. L'Associazione é retta dal presente statuto la cui attuazione operativa è demandata, se necessario, ad appositi regolamenti operativi.

Art. 2 Sede

La sede legale del C.N.E.T.O. è stabilita in Roma. L’Associazione può aprire sedi operative periferiche.

Art.3 Scopo

L’Associazione ha come scopo, a beneficio della collettività: la promozione dello studio dei problemi organizzativi, gestionali e progettuali connessi con l’edilizia socio sanitaria; di stabilire e mantenere contatti in campo nazionale e internazionale tra esperti italiani e stranieri e altre Associazioni che si interessano ai problemi attinenti allo scopo sociale; di porre a disposizione e di favorire la diffusione delle conoscenze e del progresso delle arti dello specifico settore anche attraverso l’uso dei propri mezzi e strutture; la promozione e/o la partecipazione al capitale sociale di società e/o associazioni che abbiano il fine statutario di approfondire, diffondere la cultura tecnico-architettonica, gestionale e organizzativa dell’edilizia socio-sanitaria, anche a scopi didattici ed editoriali; la qualificazione e il riconoscimento delle professionalità, svolgendo un ruolo di formazione e di informazione degli operatori.

Per il raggiungimento dello scopo sociale il C.N.E.T.O. indice, promuove e organizza convegni, seminari, giornate di studio, viaggi, visite tecniche, pubblicazioni proprie o di terzi e diffonde la rivista organo ufficiale dell’associazione.

Art.4 - Ammissione e soci

Sono ammessi a far parte del C.N.E.T.O. le persone fisiche e giuridiche che, condividendone gli scopi, ne faranno domanda scritta, o tramite il sito ufficiale, alla Giunta Esecutiva e la cui domanda sarà dalla stessa accettata. I soci C.N.E.T.O. si distinguono in ordinari, studenti, collettivi, sostenitori, onorari.

Soci ordinari, le persone fisiche esperte nel campo oggetto dello scopo associativo che ne fanno richiesta e che corrispondono annualmente la quota sociale ordinaria. Soci studenti e neolaureati, gli iscritti a corsi di studio universitari attinenti alle materie interessanti lo scopo sociale che ne fanno richiesta e che corrispondono una quota associativa pari al 50% della quota sociale ordinaria. La qualifica di studente decade dopo tre anni dal termine degli studi e comunque entro il 30° anno di età. Soci collettivi, le persone giuridiche, gli Enti pubblici e privati, le Associazioni scientifiche e tecniche che ne fanno richiesta e che operano ne! campo oggetto dello scopo associativo e che corrispondono la quota sociale collettiva pari a tre volte l'ordinaria; hanno diritto a tre voti.

Soci sostenitori, i soggetti individuati alle lettere precedenti che si impegnano a corrispondere, per almeno cinque anni, una quota sociale annua pari a due volte la quota collettiva; hanno diritto a tre voti.

Soci onorari, le personalità che per merito scientifico o professionale o per aver acquisito particolari meriti verso l'associazione vengono nominati tali. La loro nomina è proposta dalla Giunta Esecutiva, approvata dal Consiglio Nazionale e ratificata dall’assemblea dei soci; i soci onorari non pagano la quota associativa e non hanno diritto di voto.

Art.5 - Organi del C.N.E.T.O.

Sono: l’Assemblea dei Soci, il Consiglio Nazionale, il Presidente, la Giunta Esecutiva, il Collegio dei Revisori.

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