Installatore Professionale n.5 ottobre 2025

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Installatore

FCZ-D, FCZI-D, FCZ_H, FCZI_H

COMFORT E ARIA IGIENIZZATA: IL CONDIZIONAMENTO D’ARIA

ALL’AVANGUARDIA

VENTILCONVETTORI E VENTILCONVETTORI CON DISPOSITIVO FOTOCATALITICO

PER INSTALLAZIONE VERTICALE A PARETE O A PAVIMENTO

FCZ D e FCZ H sono la miglior soluzione per un comfort straordinario: garantiscono una impareggiabile distribuzione della temperatura in ogni angolo dell’ambiente, regalando una sensazione di piacevole benessere.

La versione H è dotata di un dispositivo fotocatalitico in grado di igienizzare l’aria negli ambienti chiusi: consente infatti un notevole abbattimento di allergeni, batteri, virus e altri agenti patogeni, sia nell’aria che nelle superfici*, facendone la soluzione ideale per ambienti che richiedono il massimo grado di igiene, dai luoghi della collettività a quelli domestici.

Tutte le versioni assicurano una riduzione negli assorbimenti elettrici pari al 50% rispetto ai ventilconvettori con motore a 3 velocità e una silenziosità senza pari; il comfort è assicurato in tutte le stagioni: in inverno l’aria calda viene indirizzata verso il pavimento; in estate l’aria fresca viene indirizzata verso il soffitto.

Tutti i modelli, disponibili in varie versioni e configurazioni, sono installabili in qualsiasi tipo d’impianto da 2/4 tubi; l’utilizzo è semplice grazie il comando touch retroilluminato.

FCZ-D / FCZI_D
FCZ-H / FCZI_H

n. 5 ottobre 2025 www.installatoreprofessionale.it

Redazione Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile

Lorenzo Epis | Consulente Tecnico Erika Seghetti | Coordinamento Editoriale installatoreprofessionale@quine.it

Collaboratori | Stefano Balzarotti, Christian Elia, Lorenzo Epis, Erika Seghetti, Giacomo Mellera, Maruska Scotuzzi

Comitato Maurizio Lo Re, Corrado Novelli, Corrado Oppizzi, Tecnico Diego Prati, Luca Alberto Piterà

Pubblicità Costantino Cialfi I Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it - tel. +39 3466705086 Ilaria Tandoi | Ufficio traffico i.tandoi@lswr.it

Servizio abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105

Abbonamenti Abbonamento annuale (6 fascicoli): 30 € Costo copia singola: 1,30 € (presso l’Editore, fiere, manifestazioni)

Arretrati: 2,60 €

Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349 1811231

Grafica e Impaginazione: Fabio Castiglioni

Stampa: New Press Edizioni S.r.l. Lomazzo (Co).

Installatore

PROFESSIONALE

RINNOVABILI:

EDITORIALE

4 I protagonisti invisibili di una transizione energetica che vuole entrare nel vivo

Gli installatori, seppur spesso ai margini del dibattito pubblico, sono agenti del cambiamento, capaci di tradurre visioni strategiche in soluzioni concrete per cittadini e imprese

Di Lorenzo Epis

ANTICIPAZIONI

CONVEGNO ANGAISA

#5

REPORT

32 Rinnovabili: quale futuro?

I risultati dell’undicesima edizione del Renewable Energy Report 2025, realizzato dal gruppo di ricerca Energy & Strategy, della school of Management del Politecnico di Milano.

A cura di Marusca Scotuzzi

SCENARI

38 Comunità energetiche: a che punto siamo?

Le Comunità Energetiche

Rinnovabili (CER) rappresentano uno dei pilastri dell’attuale politica energetica. Alcuni dati da GSE e dal Rapporto Electricity Market 2024

A cura di Marusca Scotuzzi

QUALIFICHE

PROFESSIONALI

42 Le nuove frontiere della certificazione F-Gas: cosa potrebbe cambiare per installatori e imprese del settore termoidraulico

Editore Quine Srl

Sede legale

Via Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it – info@quine.it – Tel. 02.864105

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In collaborazione con

Con il patrocinio di

Testata associata

12 Riqualificare per crescere

Cogliere le opportunità, promuovere la formazione e investire nell’aggiornamento professionale, appuntamento al XXVI Convegno

ANGAISA

Di Diletta Gaggia

SGUARDO AL FUTURO

24 L’intelligenza artificiale al servizio dell’installatore

Le potenzialità di una tecnologia che potrà ottimizzare tempistiche, organizzazione e sicurezza

Di Marusca Scotuzzi

COMBUSTIBILI

ALTERNATIVI

28 Biometano, lontani gli obiettivi del PNIEC

Secondo il report del Polimi le nuove norme danno slancio alla filiera, ma la capacità realizzata coprirà al massimo il 60% dell’obiettivo di consumo al 2030

A cura della redazione

Il Regolamento di esecuzione (UE) 2024/2215 introduce requisiti più severi per la certificazione, che destano preoccupazione nel settore. Vediamo nel dettaglio le novità proposte e le criticità sollevate

Di Barbara Rigamonti

STRATEGIE DI MARKETING

48 Servizi strategici: se li conosci li usi

I servizi sono ormai fondamentali per farsi percepire come un’azienda moderna e completa. L’abbinata servizio e prodotto è la strategia migliore per soddisfare i propri clienti

A cura di Christian Elia

Rubriche

6

52

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I PROTAGONISTI INVISIBILI DI UNA TRANSIZIONE ENERGETICA CHE VUOLE ENTRARE NEL VIVO

Gli installatori, seppur spesso ai margini del dibattito pubblico, sono agenti del cambiamento, capaci di tradurre visioni strategiche in soluzioni concrete per cittadini e imprese

La convergenza di tre leve strategiche — il Conto Termico 3.0, il Fondo Sociale per il Clima e le recenti linee guida per l’applicazione della direttiva “Case Green” — sta imprimendo un’accelerazione decisiva al cambiamento dei mercati legati alla transizione energetica. Questi strumenti non rappresentano solo un passo avanti nella tutela ambientale, ma segnano una svolta epocale per la sicurezza energetica e la competitività economica del nostro Paese. Ci sono momenti in cui la storia accelera, e ciò che sembrava stabile si dissolve, lasciando spazio a nuove priorità, rischi e necessità. Viviamo un’epoca di transizioni globali — energetiche, digitali e geopolitiche — che stanno ridefinendo le coordinate della politica internazionale e dell’economia mondiale. Questi cambiamenti si riflettono con forza anche sulle dinamiche nazionali, generando discontinuità, disorientamento e una crescente incertezza sul

futuro. Nel settore dell’edilizia, in particolare, si assiste a una profonda trasformazione: le logiche funzionali che ci hanno accompagnato dagli anni 2000 vengono stravolte, e si delineano nuove sfide, ambiziose e decisive, in scenari ancora da decifrare. Il patrimonio edilizio italiano è perlopiù energivoro, inefficiente e con un impatto ambientale significativo. La sua riqualificazione non è più una scelta dettata da ideali green, ma una necessità concreta e conveniente. Efficientare il parco edilizio nel prossimo decennio rappresenta un’opportunità professionale senza precedenti, capace di coinvolgere intere filiere e attrarre nuovi competitor. Saranno proprio queste realtà a promuovere iniziative all’avanguardia, valorizzando il connubio strategico tra soluzioni, prodotti e servizi. In questo contesto competitivo e complesso, diventa fondamentale conoscere gli indirizzi normativi e legislativi, comprendere le nuove esigenze dei mercati, l’evoluzione dei ruoli e le dinamiche organizzative. I meccanismi di incentivazione sono

strumenti chiave per facilitare il percorso di riqualificazione: è indispensabile conoscerne obiettivi, traiettorie e contenuti. Altrettanto cruciale è comprendere gli orientamenti energetici del Paese nel breve e medio termine, poiché influenzeranno mercati, ruoli, soluzioni e tecnologie. Ma quali saranno i protagonisti di questi scenari? Certamente gli installatori: motori silenziosi del cambiamento. Si parla spesso di innovazione tecnologica, politiche ambientali e obiettivi europei. Ma c’è una figura che, pur rimanendo ai margini del dibattito pubblico, ne rappresenta il motore operativo: l’installatore. Non si tratta semplicemente di tecnici che installano impianti. Gli installatori sono agenti del cambiamento, capaci di tradurre visioni strategiche in soluzioni concrete per cittadini e imprese. Il loro ruolo è tanto silenzioso quanto essenziale. Dalla teoria alla pratica, sono loro a dare forma all’innovazione: tecnologie green, competenze specialistiche, soluzioni efficienti e sostenibili che, senza la loro abilità, resterebbero progetti sulla carta. Sono consulenti di prossimità, spesso il primo punto di contatto per chi desidera migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione o azienda. Offrono soluzioni su misura, adattate alle caratteristiche dell’edificio e alle esigenze dell’utente, un ruolo che diventa sempre più strategico, soprattutto alla luce delle nuove normative europee, come la direttiva EPBD 2024. 

GREE ITALIA INTRODUCE VERSATI V CON R290: SOSTENIBILITÀ E PRESTAZIONI IN PRIMO PIANO

Si amplia la gamma di pompe di calore di GREE Italia con Versati V in R290, la nuova soluzione che rappresenta un passo significativo nella direzione dell’efficienza energetica, dell’innovazione tecnologica e della tutela ambientale. Questo nuovo modello è stato progettato per rispondere in maniera concreta e completa alle esigenze di comfort residenziale e commerciale, combinando affidabilità, sostenibilità e facilità di utilizzo.

Dotata di tecnologia DC inverter di ultima generazione, Versati V garantisce un funzionamento estremamente efficiente in ogni condizione climatica, assicurando riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria con una capacità che varia da 6 kW a 16 kW. Questa gamma di potenze consente al sistema di adattarsi con flessibilità a diversi contesti, dalle abitazioni unifamiliari agli spazi più ampi, fino a piccole strutture ricettive o commerciali. La possibilità di erogare acqua fino a 80 °C di mandata amplia ulteriormente il campo di applicazione, rendendo Versati V compatibile sia con impianti a pavimento radiante e ventilconvettori, sia con sistemi più tradizionali come i radiatori.

Un elemento distintivo è l’impiego del refrigerante naturale R290, che con un GWP pari a 0,02 riduce drasticamente l’impatto ambientale. L’attenzione di GREE

alla sostenibilità si traduce così in un contributo concreto alla lotta contro l’effetto serra e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Parallelamente, la sicurezza non viene mai trascurata: l’unità è infatti equipaggiata con un separatore gas-liquido, studiato per impedire qualsiasi contaminazione tra acqua e refrigerante, assicurando un funzionamento affidabile e sicuro nel tempo.

Il comfort acustico è un ulteriore punto di forza. Grazie a un design ottimizzato per la riduzione del rumore, Versati V raggiunge in modalità silent un livello sonoro di soli 40 dB(A), un valore che consente l’installazione anche in contesti particolarmente sensibili come aree residenziali, piccoli condomini o ambienti di lavoro dove la silenziosità rappresenta un valore aggiunto.

Dal punto di vista della

modularità, la funzione cascata permette di collegare fino a 6 unità in parallelo, consentendo di soddisfare esigenze applicative più complesse, ottimizzare i consumi e massimizzare l’efficienza complessiva del sistema. Questo approccio modulare consente inoltre di garantire la continuità di funzionamento anche in caso di manutenzione su una delle unità, migliorando l’affidabilità complessiva dell’impianto.

Grande attenzione è stata posta anche alla semplicità d’uso e al controllo intelligente. Versati V è equipaggiata con un display LCD da 5”, dotato di interfaccia user-friendly che rende immediata la gestione di tutte le funzioni. La connettività è un altro punto distintivo: grazie al modulo Wi-Fi integrato e alla compatibilità con il protocollo Modbus, il sistema può essere facilmente integrato in logiche di domotica o in sistemi di gestione centralizzata, offrendo una gestione remota semplice ed efficiente.

Con Versati V, GREE Italia mette a disposizione del mercato una pompa di calore versatile, sicura e sostenibile, capace di unire alte prestazioni e rispetto per l’ambiente. Una soluzione ideale per chi desidera coniugare risparmio energetico, comfort abitativo e sostenibilità, con la garanzia di un marchio leader a livello mondiale nella climatizzazione.

CONTO TERMICO 3.0, ANGAISA: “SERVE FARE SQUADRA IN ATTESA DELLE REGOLE ATTUATIVE”

Anche ANGAISA, l’associazione dei distributori idrotermosanitari, guarda con grande interesse alla recentissima pubblicazione del decreto ministeriale relativo al conto termico 3.0. Dopo un iter lungo ed estremamente complesso, il nuovo provvedimento introduce importanti novità legate sia alle tecnologie e agli interventi che potranno usufruire degli incentivi (privilegiando pompe di calore, sistemi ibridi e impianti fotovoltaici), sia alla platea dei beneficiari, che include imprese, privati, Pubbliche Amministrazioni e Comunità Energetiche Rinnovabili. In una fase che vede parzialmente ridimensionata l’attrattività dei bonus edilizi, le modalità di fruizione dei contributi previsti dal conto termico rappresentano un valore aggiunto importante, con l’erogazione diretta in un’unica soluzione con un tetto massimo aumentato a 15mila euro.

Ora però è fondamentale completare al più presto il quadro normativo di riferimento per dare nuove certezze alle aziende e ai professionisti del settore, ai quali spetterà il compito di trasmettere correttamente a tutti i clienti i contenuti e le opportunità del conto termico, affiancandoli nella gestione delle procedure da seguire (ricordiamo che ANGAISA si avvale da anni del prezioso contributo, in qualità di partner tecnico, della società eteam). Non va dimenticato che l’entrata in vigore del decreto è prevista per il prossimo 25 dicembre, dopodiché il GSE avrà sessanta giorni di tempo per

rendere disponibili le disposizioni attuative. “La pubblicazione del decreto ministeriale è un’ottima notizia per tutti gli operatori del comparto – sottolinea il Presidente ANGAISA Maurizio Lo Re – ma non possiamo dimenticare alcune criticità che potrebbero vanificare l’efficacia del provvedimento. Basti pensare ai mesi che ancora ci separano dalla piena operatività degli incentivi…”.

Per ANGAISA è fondamentale fare definitivamente chiarezza su alcuni aspetti niente affatto secondari, tra i quali:

• le attuali lacune nei requisiti di ammissibilità degli interventi, soprattutto alla luce dell’introduzione di nuove tecnologie ibride, soluzioni di grande interesse per il mercato ma, al tempo stesso, ancora complesse da inquadrare sul piano tecnico e normativo;

• le nuove procedure di accesso agli incentivi per le imprese, che, se non definite in tempi brevi, rischiano di rallentare l’applicazione effettiva dello strumento;

• le modalità di predisposizione della documentazione necessaria per la richiesta sul portale GSE, storico punto critico della versione 2.0, da superare attraverso istruzioni chiare e facilmente applicabili.

• Un esempio concreto riguarda la gestione dei documenti di corretto smaltimento dei vecchi impianti, adempimento fondamentale per la legislazione ambientale, ma spesso fonte di difficoltà operative e interpretative per molti operatori.

Conclude il Presidente Lo Re: “A livello di filiera impiantistica dobbiamo cercare di fare sistema, affinché il conto termico 3.0 non si trasformi in una ennesima occasione perduta, per le aziende e per le famiglie italiane. Questi meccanismi di incentivazione costituiscono fondamentali leve strategiche per accompagnare i processi di riqualificazione: conoscerne obiettivi, traiettorie e contenuti è oggi imprescindibile e ANGAISA come sempre attuerà tutte le azioni necessarie per garantire alla distribuzione specializzata un ruolo da protagonista nei prossimi scenari collegati alla transizione energetica”. a cura della redazione

ELETTRIFICAZIONE DEL CALORE: PER CNA BUROCRAZIA, COSTI E

RESISTENZE CULTURALI SONO LE VERE BARRIERE

ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA DELLE PMI

La transizione energetica nelle micro e piccole imprese italiane non è più un’ipotesi, ma una necessità concreta, legata alla sicurezza energetica, alla competitività e alla sostenibilità del sistema produttivo nazionale. È quanto emerge dal report realizzato da CNA Milano, presentato al convegno “PMI e Transizione Energetica: quali barriere e opportunità?” presso l’Auditorium di CNA Nazionale. Il tema cruciale resta l’elettrificazione del calore industriale come leva di sicurezza energetica, competitività e decarbonizzazione per il sistema produttivo italiano.

L’appuntamento, promosso da CNA Milano con il supporto di CNA Abruzzo, CNA Emilia-Romagna e CNA Lombardia, ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso che ha coinvolto 47 imprese del Paese attraverso quattro workshop territoriali a Brescia, Bologna, Pescara e Milano, per analizzare sul campo bisogni, difficoltà e prospettive della transizione energetica. Il convegno ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali come l’On. Vinicio Peluffo e l’On. Luca Squeri, insieme a esperti del settore energetico.

cosiddetto “pensiero abitudinario”.

Così come evidenziato dai workshop, è fondamentale sottolineare il lavoro che parte dal basso, dalle imprese che rappresentano il grosso dell’economia italiana ma che non vengono quasi mai prese in considerazione nei tavoli di lavoro. Le micro e piccole imprese rappresentano il 99% delle aziende italiane, generano il 63% del valore aggiunto e il 76% dell’occupazione privata, eppure la loro voce resta spesso marginale nei tavoli decisionali su incentivi, regolamenti e infrastrutture per la transizione energetica.

Il cuore della ricerca CNA Milano è un’analisi approfondita delle barriere e delle opportunità dell’elettrificazione del calore industriale, tecnologia già disponibile ma non sempre adottata per ostacoli culturali, finanziari e normativi. Secondo il report, la sfida principale non è l’assenza di tecnologie: le pompe di calore industriali fino a 180°C, i sistemi di accumulo elettrochimico, il fotovoltaico diffuso e le comunità energetiche rinnovabili sono strumenti già alla portata delle PMI. Tuttavia, la loro adozione è ostacolata da una burocrazia complessa, costi iniziali elevati, infrastrutture insufficienti, incentivi non adeguati e da una diffusa resistenza culturale, legata a schemi organizzativi consolidati e al

La ricerca sottolinea la necessità di un accompagnamento a 360 gradi, che integri formazione, supporto operativo e strumenti finanziari accessibili. I workshop territoriali hanno permesso di far emergere criticità concrete che, se non affrontate, rischiano di impedire alle PMI di attuare una vera “just transition”.

“L’iniziativa odierna sull’elettrificazione del calore conferma il dinamismo e l’attenzione del sistema CNA nei confronti di due temi strategici quali la transizione green e i costi energetici - afferma Otello Gregorini, Segretario Generale CNA -. Il processo di decarbonizzazione ha assoluto bisogno del pieno coinvolgimento delle piccole imprese e la competitività della manifattura passa attraverso un necessario intervento di riduzione dei costi dell’energia. Su questo terreno CNA è impegnata con proposte e progetti coerenti con gli ambiziosi obiettivi della doppia transizione”.

“Le imprese non possono essere lasciate sole in questa trasformazione epocale - dichiara Matteo Reale, Presidente di CNA Milano -. Le tecnologie ci sono, dalle pompe di calore al fotovoltaico, dagli accumuli alle comunità energetiche. Ma senza regole chiare, incentivi stabili e percorsi di accompagnamento, la transizione rischia di essere percepita come un costo e non come un’opportunità. La vera sfida è trasformare questa trasformazione in valore condiviso, rafforzando la competitività delle imprese e migliorando la qualità della vita nei territori.”

VASCA DI ISPIRAZIONE GIAPPONESE

Si ispira agli onsen giapponesi, dove rituali antichi incontrano il comfort contemporaneo, ma prende il nome da un cratere vulcanico islandese perché sperimenta e coniuga il potere del caldo o del freddo con la forza del silenzio.

Kerid è la nuova vasca freestanding di Victoria + Albert, progettata per offrire un bagno profondo, meditativo e rigenerante. Compatta (135 cm) e alta (83 cm), si distingue per il design scultoreo e funzionale: la seduta integrata avvolge il corpo completamente, ideale sia per un bagno caldo rilassante sia per una terapia a immersione fredda energizzante. Il bordo inclinato assicura comfort ergonomico a collo e testa, mentre la base smussata crea un elegante effetto sospeso. Realizzata in Quarrycast™, esclusiva miscela di pietra vulcanica e resina ad alte prestazioni, Kerid è estremamente resistente, adatta anche all’uso outdoor e a contatto con temperature estreme.

La cold immersion therapy, sempre più diffusa, trae origine da pratiche orientali millenarie e offre numerosi benefici: riduce infiammazioni, migliora umore e sonno, favorisce il recupero muscolare. Abbinata a un bagno caldo profondo, completa un percorso di benessere sensoriale adatto a ogni stagione. Perfetta per spa hotel, resort di lusso e progetti residenziali esclusivi, Kerid si rivolge anche a un pubblico urbano e consapevole, che cerca nel rituale del bagno un autentico momento di pausa e rigenerazione. Può essere posizionata all’interno di un ambiente o all’esterno. Garantita 25 anni, non ingiallisce al

sole, resiste al freddo e può essere ripristinata in caso di danno accidentale.

Step Kerid vasca

Lo step appositamente progettato per la vasca Kerid. L’altezza di 175 mm facilita l’ingresso e l’uscita dalla vasca e presenta sei scanalature lungo la parte superiore per ridurre il rischio di scivolare. Lo step è coerente con il linguaggio del design Kerid ed è realizzato con lo stesso materiale Quarrycast™, robusto e durevole.

Lavabo Kerid 43

Il modello Kerid 43 è un lavabo perfettamente circolare, progettato per essere installato su un piano d’appoggio o su un mobiletto. Condivide il suo DNA progettuale con la vasca Kerid, con un bordo scolpito e una base smussata e affilata, che le conferiscono un “effetto galleggiante”. Grazie a un diametro di 425 mm, si adatta a molti bagni e guardaroba e si abbina perfettamente anche alle vasche Taizu, Vetralla e Ios di Victoria + Albert. https://vandabaths.com/it-it/

SEMPLICITÀ ED ELEGANZA SENZA TEMPO

La collezione MIDI, disegnata da Andrea Zani in collaborazione con la Palazzani Design Unit, è un tributo alla semplicità essenziale delle forme. La sua estetica delicata, ma decisa, sintesi di essenzialità, morbidezza e proporzione, si inserisce con naturalezza e discrezione in qualsiasi contesto stilistico. MIDI svela la propria identità lasciando che a parlare siano i materiali, le proporzioni e la purezza del suo design: il suo corpo accogliente al tatto, privo di spigoli e levigato come una pietra modellata dall’acqua, comunica tutta la sua bellezza emozionandoci solo con i suoi delicati lineamenti. Una precisa idea stilistica che prende corpo grazie alle tecnologie innovative che Palazzani ha introdotto in tutti i suoi processi produttivi con l’obiettivo di raggiungere un livello estetico superiore nel pieno rispetto della sostenibilità e della responsabilità sociale. Tra gli avveniristici processi di lavorazione si distinguono il nuovissimo impianto di galvanica trivalente Cromo Zero che elimina l’uso del cromo esavalente dannoso per l’essere umano, le nuove macchine per l’applicazione della finitura PVD Color Technology che consente di ottenere tonalità profonde, resistenti e durevoli nel tempo e la finitura HRP Technology sviluppata per garantire ai prodotti una resistenza alla corrosione e agli agenti chimici superiori dell’82% rispetto alle tradizionali verniciature utilizzate nella colorazione dei rubinetti. Anche nella collezione MIDI sono presenti una serie di innovativi ed esclusivi sistemi come il sistema da incasso universale Unico®, il sistema di regolazione della temperatura Acquaclima® (per ottenere un flusso d’acqua costante alla temperatura desiderata), il sistema Easy-clean® (per rimuovere facilmente il calcare), lo speciale dispositivo Drop-Stop® (per impedire all’acqua di penetrare attraverso il foro di passaggio del flessibile nella rubinetteria sopra bordo vasca o per i saloni dei parrucchieri), il kit Acquagreen® (per ridurre i consumi d’acqua del rubinetto) e il sistema No-hot® (per mantenere il rubinetto a temperatura mite, anche durante l’uso prolungato di acqua calda). www.palazzani.eu

POMPA DI CALORE PER ESTERNI AD ALTA EFFICIENZA ECO-COMPATIBILE

FULDA è la nuova linea di pompe di calore sviluppata e prodotta da INNOVA in grado di garantire elevata efficienza con basse temperature dell’aria, perfetta integrazione termica nelle applicazioni ad alta temperatura e un basso impatto ambientale grazie all’uso di un gas refrigerante naturale (propano - R290) in risposta alle rinnovate richieste dei progettisti e del mercato. Rigorosamente in classe energetica A+++ o A++, tutti i modelli della pompa di calore FULDA utilizzano per la gestione del circuito frigorifero il gas R290: un refrigerante naturale che si caratterizza per le migliori prestazioni in termini di trasferimento del calore, dalla riduzione del potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential = 3) e da un potenziale di esaurimento dello strato di ozono (ODP) pari a 0, rispetto ai tradizionali gas sintetici utilizzati nella maggior parte delle pompe di calore in commercio. I vantaggi tecnologici delle pompe di calore FULDA di INNOVA permettono, inoltre, di ottenere altri importantissimi benefici, come, ad esempio, l’alto livello di benessere termico nell’edificio a fronte del contenuto consumo di elettricità e le superiori temperature di funzionamento che le consentono di adattarsi perfettamente agli impianti esistenti (set point fino a 75 °C). La gamma FULDA di INNOVA si compone di due modelli FULDA M1 e FULDA H1 che si presentano con un’estetica completamente rinnovata semplice ed elegante. FULDA H1, oltre a mettere a disposizione gli stessi vantaggi del modello monoblocco, offre anche un’unità a torre dotata di accumulo integrato (200 l) per la produzione istantanea dell’acqua calda sanitaria. Anche in questo caso, il design sobrio e compatto, in abbinamento a dimensioni standard (b. 60 x 60 cm, h. 200 cm) facilitano l’installazione a vista dell’unità a torre anche all’interno degli spazi abitati. FULDA M1 e H1 raggiungono importanti performance di riferimento grazie all’uso del compressore Twin Rotary DC inverter e all’elevata qualità della componentistica interna: trasduttori di pressione per garantire prevalenza minima impianto e per diagnostica, degasatore professionale con valvola di sfiato e valvola sicurezza, circolatore a velocità variabile ad elevata prevalenza abbinato a misuratore di portata per adattarsi al meglio alle condizioni di impianto. Efficienza stagionale in riscaldamento con valori di SCOP fino a 5.05 (A7° BS, W35°C), e in raffrescamento raggiunge un valore SEER fino a di 5,64 (A35°, W7°C). Disponibili nelle versioni monofase (5M, 7M, 9M, 12M e 15M) e trifase (9T, 12T, 15T), FULDA M1 e H1 di INNOVA mettono a disposizione differenti potenze da 5,11 kW a 14,45 kW in riscaldamento (A 7 °C BS; W 55 °C) e da 3,74 kW a 10,87 kW in raffrescamento (A 35 °C BS; W 7 °C), con possibilità di funzionamento coordinato e in cascata con più pompe di calore con apposito kit di gestione. www.innovaenergie.com

SISTEMA MULTISPLIT COMPLETO

La gamma di pompe di calore aria-aria di Olimpia Splendid si amplia con l’ingresso di Nexya All-in-One: un sistema multisplit completo, che permette sia la climatizzazione sia la produzione dell’acqua calda sanitaria. L’impianto si compone infatti di una unità esterna da 8.6 kW di potenza massima in raffrescamento e 8.9 kW in riscaldamento, abbinabile ad una o più unità interne a parete (fino ad un massimo di tre da 9/12/18.000 BTU/h) e ad un serbatoio di accumulo ACS da 190 litri (con resistenza elettrica integrativa da 2 kW). L’estrema semplicità e flessibilità dell’impianto lo rendono la soluzione ideale sia per le nuove costruzioni sia per gli interventi di riqualificazione finalizzati ad efficientare ed elettrificare i consumi termici ed idrici, che mediamente rappresentano l’80% del fabbisogno energetico di una casa (fonte: TEHA and Enel Foundation dossier, 2024).

Completezza e semplicità impiantistica non sono gli unici punti di forza di Nexya All-in-One, che si distingue anche per la massima efficienza tecnologica, raggiungendo la classe energetica A++ in raffrescamento e A+ in produzione ACS. Inoltre, rispetto ai tradizionali sistemi di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria, che prevedono la gestione separata dei due circuiti frigoriferi, il funzionamento in parallelo permette di recuperare il calore normalmente espulso dall’unità esterna, durante il funzionamento in raffrescamento, e di utilizzarlo per la produzione di ACS nel serbatoio di accumulo. Il recupero di calore può essere totale o parziale, a seconda della potenza termica richiesta dal bollitore e dal numero di unità interne attive nell’erogazione del comfort climatico. Nexya All-in-One è una soluzione semplice anche dal punto di vista delle possibilità di controllo. Oltre che dal tradizionale telecomando e display a bordo macchina, le unità interne a parete e il serbatoio di accumulo sono dotati di wi-fi integrato e possono quindi essere comandati da remoto attraverso l’app mobile OS Comfort (gestione separata). L’intero impianto è inoltre predisposto per interfacciarsi con BMS di terze parti, per una gestione domotica integrata. www.olimpiasplendid.it

ISOLAMENTO TERMICO AL TOP

CON IL RADIANTE A PAVIMENTO

La divisione Building Solutions di REHAU, azienda leader nello sviluppo di soluzioni per la climatizzazione evoluta degli edifici, aggiorna la sua gamma di sistemi radianti a pavimento con RAUTHERM SPEED TECH e VARIONOVA TECH. Coniugando elevate prestazioni termiche con la massima resistenza meccanica, i due nuovi pannelli portano, per la prima volta nel settore degli impianti radianti, lo speciale materiale isolante ottenuto miscelando EPS bianco ed EPS Silver con grafite, riconfermando REHAU pioniera nell’offerta di soluzioni per un’edilizia di qualità, sempre più orientata al risparmio energetico. Il nuovo pannello di posa ad aggancio rapido RAUTHERM SPEED TECH e il nuovo pannello sagomato VARIONOVA TECH combinano le elevate performance offerte dall’EPS grafitato con la solidità e compattezza dell’EPS bianco, offrendo ai professionisti termoidraulici due soluzioni dall’isolamento termico superiore, per realizzare impianti di riscaldamento/raffrescamento radiante.

Le novità REHAU preservano tutti i vantaggi in termini di flessibilità di installazione dei loro predecessori. In particolare, il fissaggio dei tubi RAUTHERM NEO-X5 K è agevolato dal tessuto ad aggancio rapido laminato sul lato superiore del pan-

nello RAUTHERM SPEED TECH. La particolare struttura delle bugne di VARIONOVA TECH consente, invece, l’alloggiamento sicuro dei circuiti radianti e un collegamento a tenuta stagna permanente tra i pannelli mediante pellicola termoformata. Per soddisfare le più disparate esigenze progettuali e costruttive, i nuovi sistemi di REHAU Building Solutions sono disponibili in diversi spessori isolanti: 10, 23, 30, 38 e 50, per il pannello RAUTHERM SPEED TECH, e in spessore totale di 31, 43, 58 e 70, per il pannello VARIONOVA TECH. Entrambe le soluzioni di posa sono inoltre declinate nella versione anticalpestio 30-2, con valori di abbattimento acustico di 28 dB. Con l’importante aggiornamento di gamma, REHAU Building Solutions è la prima azienda ad applicare il materiale isolante ottenuto miscelando EPS bianco ed EPS Silver grafitato, già collaudato in edilizia, nell’ambito dei sistemi radianti, riconfermandosi un partner di soluzioni per la climatizzazione orientate al futuro. www.rehau.com

GIUNTO INTELLIGENTE PER IMPIANTI HVAC

MEFA Italia amplia la propria offerta nel settore delle soluzioni per impianti antincendio e HVAC con l’introduzione sul mercato italiano di Fitpro®, un giunto innovativo pensato per rivoluzionare l’installazione di tubazioni scanalate negli impianti antincendio sprinkler e nei sistemi HVAC. Progettato per offrire prestazioni elevate in termini di rapidità, affidabilità e semplicità, il nuovo giunto Fitpro®, progettato dall’azienda belga Profit by Piping Logistics e distribuito in Italia da MEFA, rappresenta una nuova generazione di giunti meccanici che risponde alle reali esigenze dei professionisti del settore. Uno degli aspetti distintivi del giunto Fitpro® è la sua capacità di ridurre drasticamente i tempi di installazione. Il design preassemblato e la guarnizione pre-lubrificata consentono di completare il collegamento tra le tubazioni in sole due fasi, a differenza degli otto passaggi richiesti dai giunti rigidi tradizionali. Questo si traduce in un risparmio di tempo fino al 70%, con vantaggi concreti in termini di efficienza in cantiere e riduzione dei costi di manodopera. In un impianto di grandi dimensioni, ad esempio, l’installazione di 10.000 sprinkler può essere completata risparmiando oltre 200 ore di lavoro. Il nuovo giunto Fitpro® è stato progettato con l’obiettivo di garantire la massima compatibilità e versatilità: è disponibile nelle misure da 1¼” a 4”, è adatto a tutti i tipi di scanalature conformi allo standard AWWA, e viene offerto in due versioni — zincato o verniciato rosso — a seconda dell’applicazione. Omologato FM APPROVED e CNBOP, Fitpro®, con una pressione di esercizio fino a 21 bar, è stato sottoposto a severi test di collaudo fino a 83 bar per garantirne la sicurezza e la durata nel tempo. Le applicazioni del giunto Fitpro® di MEFA spaziano dagli impianti antincendio a umido e a secco utilizzati in magazzini, strutture sanitarie, hotel, edifici residenziali e trasporti pubblici, fino ai sistemi HVAC più complessi, come quelli per il condizionamento, la refrigerazione, l’aria compressa o i circuiti solari termici. In ciascuno di questi ambiti, il giunto si distingue per l’installazione semplice e priva di errori, per l’assenza di perdite idrauliche e per la disponibilità immediata grazie a una strategia di approvvigionamento rapido e costante. Con il nuovo giunto Fitpro®, MEFA conferma il proprio impegno a supportare progettisti e installatori con soluzioni tecniche avanzate, affidabili e capaci di semplificare il lavoro quotidiano. Questo nuovo prodotto si inserisce perfettamente nella filosofia aziendale che unisce innovazione, qualità e servizio tecnico a misura del cliente. www.mefa.it

INFORMAZIONE

PIONIERI DELLA TECNOLOGIA IMPIANTISTICA DAL 1973

Da 52 anni, aquatherm è il principale produttore mondiale di sistemi di tubazioni in polipropilene. La commercializzazione nel mercato italiano dei prodotti aquatherm ebbe inizio ai primi degli anni ottanta, fu un grande successo e da allora l’Italia si annovera tra i più importanti mercati del gruppo.

In totale, aquatherm impiega oltre 500 persone in Germania, Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Canada. La produzione avviene esclusivamente negli stabilimenti tedeschi di Attendorn (sede centrale) e di Ennest.

AQUATHERM BLUE

Sistemi di tubazioni per un’ampia gamma di settori

Dai capannoni produttivi, ai complessi residenziali, dai musei ai palazzetti dello sport fino ai data center: le soluzioni e i prodotti aquatherm sono utilizzati in numerosi settori in tutto il mondo. Per una buona ragione.

I campi di applicazione specifici comprendono non solo sistemi di tubazioni per acqua potabile ed impiantistica di riscaldamento, raffrescamento e refrigerazione, ma anche sistemi per impianti antincendio a sprinkler e sistemi per il riscaldamento e raffrescamento radiante. La gamma aquatherm comprende più di 17.000 articoli in sei famiglie di prodotti.

in polipropilene (PP) resistente alla corrosione è lo specialista per il trasporto di fluidi caldi e refrigerati e utilizzi in diversi ambiti industriali, escluso il trasporto di acqua potabile. La bassa conducibilità termica di aquatherm blue garantisce una migliore convenienza energetica in confronto alle tubazioni metalliche ed è 100% resistente alla corrosione. aquatherm blue è disponibile anche in versione OT: tubazione con barriera antiossigeno conforme alla DIN 4726.

AQUATHERM GREEN

non solo ha rivoluzionato il settore delle tubazioni in materia plastica, ma lo ha plasmato per decenni. Grazie alle sue eccellenti proprietà ecologiche, l’innovativo e versatile sistema in polipropilene mostra i suoi vantaggi soprattutto nel campo delle applicazioni con acqua potabile e negli impianti sanitari.

AQUATHERM ENERGY

è il sistema che combina le tubazioni in polipropilene resistenti alla corrosione ed all’ossidazione, con l’isolamento termico in poliuretano rigido ed il rivestimento in polietilene HDPE. aquatherm energy è stato progettato per grandi reti interrate di

distribuzione di energia termica e frigorifera di 4° generazione e trova applicazione anche nelle reti a breve distanza nell’industria, nei grandi complessi edilizi come resort alberghieri, strutture pubbliche e ospedali.

Prefabbricazione di collettori su misura

“Il tempo è denaro“, questo vale particolarmente nel settore dell‘edilizia. Nella moderna impiantistica si sta affermando la tendenza a prefabbricare collettori e componenti speciali.

Dopo tutto, la prefabbricazione offre diversi vantaggi nel settore sanitario, di riscaldamento e raffrescamento. Nelle varie tipologie di costruzioni, gli aspetti logistici e le tempistiche strette, rappresentano spesso una sfida per progettisti ed architetti. L‘esecuzione pratica nei cantieri solleva non pochi problemi anche al direttore dei lavori. Né le condizioni esterne né l‘assillo del tempo permettono di dedicare delle risorse alla costruzione di collettori impegnativi, con spese elevate di manodopera.

aquatherm... OFFRE SOLUZIONI

aquatherm progetta e costruisce collettori e componenti speciali direttamente nei propri stabilimenti di Attendorn DE e Campi Bisenzio IT, secondo le specifiche del cliente e li spedisce pronti per l’installazione in tutto il mondo. Sono sufficienti i dati di progettazione, i disegni 3D e/o gli schizzi con le dimensioni, per ricevere un offerta completa da parte di aquatherm, che include l’elenco dei materiali necessari e un disegno Un team competente di tecnici esperti è a disposizione dei clienti per fornire assistenza e consulenza.

aquatherm srl

Via Curzio Malaparte 10 50013 Campi Bisenzio (FI) www.aquatherm.eu info@aquatherm.eu

Tel: +39 055 0543600

Prefabbricazione collettore aquatherm blue

Riqualificare per crescere

Cogliere le opportunità, promuove la formazione e investire nell’aggiornamento professionale, appuntamento al XXVI Convegno ANGAISA

di Diletta Gaggia

Nei mesi scorsi abbiamo assistito a un progressivo ridimensionamento del mercato di settore, legato alla minore attrattività dei bonus edilizi e a una situazione di perdurante incertezza del quadro normativo.

In un contesto caratterizzato da molteplici incognite e fattori di rischio di carattere geopolitico e macroeconomico, “Riqualificare per crescere” significa certamente cogliere le potenzialità legate all’ammodernamento di edifici e impianti vetusti, ma anche promuovere la formazione e il costante aggiornamento professionale di chi lavora in azienda. Il mondo della distribuzione ITS si incontra anche quest’anno presso l’Auditorium del Centro Congressi Stella Polare (Fieramilano Rho - Milano) giovedì 4 dicembre in occasione del XXVI Convegno nazionale ANGAISA. Il XXVI Convegno è realizzato in collaborazione con le aziende Soci Sostenitori Ariston, Bellosta Rubinetterie, Fantini Cosmi, Geberit, Haier, Idea Group, Irsap e Ivar, con la partecipazione di Allianz e Mostra Convegno Expocomfort e il contributo di Blu&Rosso (media partner) e di IdroLAB (partner tecnologico). Elisa Piazza, giornalista di Class CNBC, coordinerà e modererà gli interventi degli illustri relatori.

Priorità e strategie

La giornata si articolerà in due distinte sessioni, quella della mattina e quella del pomeriggio, intervallate dalla consueta colazione di lavoro. Un momento, insieme al “welcome coffee” per “fare network” con colleghi, clienti e fornitori. I lavori saranno aperti dalla presentazione del Presidente e dei componenti del Comitato Esecutivo ANGAISA, chiamati a guidare l’associazione nel quadriennio 2026-2029. A seguire, argomento cardine sarà l’attuale congiuntura economica, con le considerazioni di Confcommercio sull’andamento dei consumi e sulle prospettive di crescita (Mariano Bella), per andare poi a commentare i dati più recenti e quelli previsionali del nostro settore e del comparto edilizio (Alberto Bubbio, Roberta Gabrielli e Emanuele Di Faustino). Saranno due le relazioni che Nomisma presenterà al XXVI Convegno: la prima con l’obiettivo di presentare una fotografia aggiornata del peso economico rappresentato dalla filiera idrotermosanitaria nel suo complesso (asset strategico per l’Italia), la seconda per dare conto della disponibilità delle famiglie a investire per “riqualificare” la propria abitazione, senza dimenticare le previsioni sull’andamento del comparto costruzioni e del mercato immobiliare. Andrea Pontremoli porterà la sua testimonianza di manager da sempre attento ai temi del “valore”, della continuità aziendale e del ricambio generazionale. Massimiliano Pierini presenterà le anticipazioni relative a Mostra Convegno Expocomfort 2026, mentre Massimo Minguzzi parlerà di digitalizzazione e informazioni di prodotto. I lavori saranno chiusi da Carlo Alberto Carnevale Maffé, con focus sulle priorità e le strategie da adottare, con l’obiettivo di continuare a essere competitivi in un mercato sempre più complesso. L’auspicio è di poter contare anche sulla presenza del Ministro Anna Maria Bernini, invitata al Convegno per affrontare i temi legati al gap scuola/lavoro e alle nuove iniziative volte a promuovere la formazione tecnica, coinvolgendo anche aziende e imprenditori.

CONVEGNO ANGAISA | INTERVISTE

La parola ai Soci Sostenitori del Convegno

Blu&Rosso ha intervistato le aziende socie sostenitrici del XXVI Convegno - Riqualificare per crescere (sul numero di novembre/dicembre seguiranno le altre interviste, ndr)

Eccellenza tecnologica e offerta di servizi

Sostenibilità, digitalizzazione e sistemi innovativi restano leve strategiche per le aziende ITS. Quali sono le vostre strategie per restare competitivi in un mercato sempre più sfidante?

Per rimanere competitivi e rilevanti in un settore così sfidante, noi di Ariston puntiamo

su due leve fondamentali: l’offerta di servizi e lo sviluppo di prodotti che siano capaci di garantire equilibrio tra risparmio energetico e sostenibilità. Sul primo fronte, l’intento di Ariston è quello di rappresentare un partner all’avanguardia per tutta la filiera, a partire dai nostri professionisti fino ai clienti finali, con una vasta offerta di servizi che spaziano dalla Smart Home con Ariston NET al supporto nell’accesso agli incentivi statali e fiscali. In vista dei prossimi mesi – quando sarà rilasciata la versione 3.0 del contributo statale Conto Termico – ci siamo prefissati lo sfidante obiettivo di rimanere un punto di riferimento in questo ambito, continuando a offrire il supporto costante di un team tecnico-normativo specializzato e un portale affidabile come xBonus per il controllo e la gestione delle pratiche burocratiche. L’eccellenza tecnologica è l’altra leva fondamentale per il consolidamento della nostra leadership nel settore. Ariston rimane focalizzata sull’innovazione di tutte le tecnologie a disposizione – dalle caldaie a condensazione H2 ready alle pompe di calore dotate di green gas – per mantenere un’offerta allineata alla transizione che il nostro Paese dovrà portare avanti in futuro e per accompagnare professionisti e utenti finali in questo processo di cambiamento.

Il settore lamenta sempre più la difficoltà di reperire giovani qualificati e la scarsa specializzazione delle nuove leve. Secondo voi quali strumenti concreti

“I tecnici dovranno

evolvere

e diventare sempre più “consulenti” capaci di sostenere con crescente attenzione ogni cliente nel proprio percorso di evoluzione tecnologica e di risparmio”

possono favorire l’ingresso dei giovani e colmare questo gap formativo?

La nostra filiera dovrà certamente attrezzarsi e puntare sulla qualità di prodotto e su servizi di alto livello, capaci di accompagnare la transizione energetica rendendola più efficace. Ma non solo: i tecnici dovranno evolvere e diventare sempre più “consulenti” capaci di sostenere con crescente attenzione ogni cliente nel proprio percorso di evoluzione tecnologica e di risparmio. Per riuscirci, un consiglio che mi sento di dare all’installatore è sicuramente quello di fare formazione continua, di acquisire competenze tecniche per gestire al meglio la posa in opera e la messa a punto di prodotti sempre più tecnologici e di essere propositivo a livello dei servizi da offrire al consumatore. Noi come Ariston crediamo a tal punto nell’importanza della formazione e dell’affiancamento dei nostri professionisti che abbiamo anche avviato un progetto speciale – chiamato Future ready – che coinvolge gli alunni degli istituti tecnici superiori della nostra regione Marche e ha lo scopo di formare i tecnici del futuro. Siamo arrivati alla seconda edizione, coinvolgendo 4 Istituti per un totale di 187 studenti in 14 classi, e ne siamo molto orgogliosi.

Quali sono oggi i punti di forza e le criticità principali del rapporto tra distribuzione e produzione e come pensate possano evolvere?

Riteniamo che la collaborazione tra produzione e distribuzione sia fondamentale per supportare l’intera filiera, a partire dagli installatori, fino ai progettisti e all’assistenza tecnica. Una stretta collaborazione permettere sia di informare tutti gli interlocutori in merito ai vari

cambiamenti normativi, che possono creare opportunità o evidenziare cambi repentini di trend, sia di allineare il più possibile il sell-in e il sell-out, garantendo all’intera filiera una gestione ottimale dei livelli di stock che rappresentano – ai tassi attuali – un costo considerevole. Crediamo dunque che sia necessaria più trasparenza e una maggiore celerità nella condivisione dei dati di mercato, soprattutto quelli relativi al sell-out, proprio come avviene in altri canali. Oggi le informazioni sono scarse e quasi esclusivamente relative ai dati di sell-in: ciò non ci permette di prevenire situazioni di over stock o mitigare improvvisi cambi di trend. In questo ambito sarebbe auspicabile una maggior sinergia tra produzione e distribuzione.

L’innovazione è imprescindibile

Maurizio Bellosta | CEO Bellosta Rubinetterie e Signorini Firenze 1923 e Vicepresidente capogruppo AVR settore rubinetteria

Sostenibilità, digitalizzazione e sistemi innovativi restano leve strategiche per le aziende ITS. Quali sono le vostre strategie per restare competitivi in un mercato sempre più sfidante?

Nel comparto rubinetteria, l’innovazione è oggi imprescindibile, ma deve procedere di pari passo con sostenibilità e qualità. Le aziende del nostro settore stanno investendo in tecnologie che ottimizzano i consumi, riducono l’impatto ambientale e valorizzano il ciclo di vita del prodotto. Digitalizzazione e automazione permettono una maggiore efficienza, ma anche una risposta più rapida e flessibile alle richieste del mercato. In parallelo, stiamo lavorando sull’innovazione di design e funzionalità, per offrire soluzioni sempre più attente all’estetica, alla salute e al benessere dell’utente finale. In un contesto globale competitivo, la differenza la fanno visione, know-how e capacità di adattamento.

Il settore lamenta sempre più la difficoltà di reperire giovani qualificati e la scarsa specializzazione delle nuove leve. Secondo voi quali strumenti concreti possono favorire l’ingresso dei giovani e colmare questo gap formativo?

È una sfida concreta che riguarda tutto il comparto manifatturiero. Come gruppo AVR, riteniamo

CONVEGNO ANGAISA | INTERVISTE

“In un contesto globale competitivo, la differenza la fanno visione, knowhow e capacità di adattamento. La rubinetteria è un’eccellenza italiana che unisce tecnologia, design e sostenibilità: dobbiamo raccontarla meglio”

fondamentale rafforzare la collaborazione tra imprese, istituti tecnici e agenzie formative. Servono percorsi strutturati di formazione tecnica, ma anche orientamento nelle scuole per far conoscere le opportunità professionali del nostro settore. Promuovere tirocini, stage e academy aziendali è un passo essenziale per avvicinare i giovani a un mondo che oggi soffre anche di un problema di percezione. La rubinetteria è un’eccellenza italiana che unisce tecnologia, design e sostenibilità: dobbiamo raccontarla meglio.

Quali sono oggi i punti di forza e le criticità principali del rapporto tra distribuzione e produzione e come pensate possano evolvere?

Il rapporto tra produzione e distribuzione è da sempre strategico e rappresenta un punto di equilibrio fondamentale per tutta la filiera ITS. Tra i punti di forza, sicuramente la capillarità, la conoscenza del territorio e la fiducia reciproca costruita nel tempo.

Le criticità emergono quando mancano trasparenza, comunicazione o condivisione degli obiettivi. La sfida futura sarà rafforzare questo dialogo, anche attraverso strumenti digitali e sistemi informativi integrati. L’evoluzione passa da un approccio sempre più collaborativo, orientato al servizio, alla qualità e alla soddisfazione del cliente finale.

Rendere semplici tecnologie e

sistemi complessi

Claudio Franceschini | Direttore Commerciale e Marketing di Fantini Cosmi

Sostenibilità, digitalizzazione e sistemi innovativi restano leve strategiche per le aziende ITS. Quali sono le vostre strategie per restare competitivi in un mercato sempre più sfidante?

Fantini Cosmi è un’azienda con oltre 90 anni di storia che ha saputo restare competitiva grazie alla continua

spinta verso l’innovazione tecnologica e alla presenza costante e affidabile al fianco della filiera.

Oggi assistiamo a una forte spinta verso l’integrazione di sistemi e le nostre soluzioni sono già pronte per rispondere alle nuove esigenze del mercato. Siamo tra le poche aziende a poter offrire l’integrazione di termoregolazione, ventilazione e controllo dell’umidità, il tutto attraverso una gestione centralizzata dalla nostra App Intelliclima+ su cui continuiamo a lavorare e investire.

Stiamo continuando a investire nello sviluppo di nuovi prodotti e in questi ultimi mesi abbiamo presentato novità che rappresentano un unicum sul mercato, come i nuovi cronotermostati WiFi smart a batteria con funzioni avanzate di geolocalizzazione, autoapprendimento e regolazione sulla temperatura percepita, e Rhinocomfort 3, l’unica soluzione di ventilazione puntuale con sanificazione dell’aria (brevettata).

Ma la nostra innovazione non è sinonimo di complessità. Il nostro obiettivo è rendere semplici tecnologie e sistemi complessi, continuando a sviluppare in Italia prodotti innovativi e avanzati ma semplici da installare, configurare e utilizzare.

Il settore lamenta sempre più la difficoltà di reperire giovani qualificati e la scarsa specializzazione delle nuove leve. Secondo voi quali strumenti concreti possono favorire l’ingresso dei giovani e colmare questo gap formativo?

Per Fantini Cosmi la chiave è investire nella formazione in modo continuativo. Da sempre crediamo nella collaborazione con il mondo universitario e periodicamente ospitiamo tirocinanti con i loro progetti di tesi che vengono realmente seguiti da vicino da tutto il nostro staff tecnico.

Non solo. Accogliamo anche scuole come istituti professionali e ITS che vengono a visitare la nostra produzione e il nostro reparto tecnico dove gli studenti possono vedere come avviene la progettazione e lo sviluppo di un cronotermostato, di una VMC o di un componente meccanico. L’esperienza diretta aiuta ad avvicinare i giovani alle tecnologie HVAC già durante il percorso scolastico.

Puntiamo anche alla formazione professionale con la nostra Academy. Organizziamo sessioni in presenza e webinar per installatori e tecnici, dove uniamo formazione

teorica e pratica sull’uso dei nostri dispositivi smart e dei sistemi di regolazione.

Crediamo molto nella cultura di filiera: la collaborazione tra aziende, scuole e distribuzione può creare un ecosistema formativo capace di colmare il gap tecnico e attrarre nuove generazioni verso un settore che ha ancora tantissimo da offrire in termini di opportunità e crescita professionale.

Quali sono oggi i punti di forza e le criticità principali del rapporto tra distribuzione e produzione e come pensate possano evolvere?

Il rapporto tra distribuzione e produzione è sempre più strategico. Noi lavoriamo da sempre in stretta sinergia con i nostri distributori della filiera ma oggi, ancora più che in passato, serve unire le forze per offrire ai clienti installatori un supporto ancora più puntuale e una formazione più mirata sulle nuove tecnologie e sulle nuove normative.

“La collaborazione tra aziende, scuole e distribuzione può creare un ecosistema formativo capace di colmare il gap tecnico e attrarre nuove generazioni verso un settore che ha ancora tantissimo da offrire in termini di crescita professionale”

Tra i punti di forza del rapporto distributore-produttore, evidenzierei la capacità di presidiare il territorio da parte della distribuzione e la complementarità dei ruoli: noi produttori portiamo innovazione e know-how tecnico, i distributori garantiscono capillarità e relazione diretta con i professionisti. Quando questo dialogo è continuo e strutturato, i risultati arrivano per tutta la filiera.

Non vedo delle criticità in questo rapporto, bensì delle opportunità. La distribuzione e la produzione non devono muoversi su binari paralleli, ma su un’unica traiettoria di valore condiviso. Consideriamo il distributore come un partner e insieme dobbiamo puntare a servire e supportare al meglio l’installatore e quindi di riflesso l’utente finale.

CONVEGNO ANGAISA | INTERVISTE

L’innovazione non è mai fine a sé stessa

Giorgio Castiglioni | Responsabile delle attività PR di Geberit

Sostenibilità, digitalizzazione e sistemi innovativi restano leve strategiche per le aziende ITS. Quali sono le vostre strategie per restare competitivi in un mercato sempre più sfidante?

In un mercato dove la pressione sui prezzi, la standardizzazione dell’offerta e l’urgenza di rinnovamento tecnologico sono sempre più marcate, Geberit sceglie di rispondere con un modello industriale integrato, fondato su innovazione, efficienza e sostenibilità.

L’innovazione non è mai fine a sé stessa: per Geberit, nata nel 1874 e che ha costruito la propria storia su una dimensione che coniuga tecnologia, efficienza idrica e rispetto per l’ambiente, significa ripensare il ruolo dell’acqua negli edifici, in ogni sua fase – dall’adduzione alla sua gestione nell’ambiente bagno, fino ai sistemi di scarico. Qui si inserisce la filosofia della stessa di

“Il nostro obiettivo è ridurre l’impatto lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti, offrendo soluzioni che uniscono prestazioni di livello, responsabilità sociale e comfort nell’utilizzo”

Geberit, “Mastering Water”: la gestione dell’acqua a 360°, da quando entra nell’edificio a quando esce, che diventa risorsa controllabile, ottimizzata e al servizio del comfort quotidiano grazie all’uso di strumenti avanzati, portando concreti vantaggi in termini di qualità della vita. Questo approccio, possibile solo grazie a una padronanza unica del know-how idraulico, si traduce in soluzioni che semplificano la progettazione, accelerano i tempi di installazione, riducono i consumi e migliorano il comfort abitativo. È così che l’innovazione diventa una leva strategica concreta, in grado di generare valore lungo tutta la filiera.

La digitalizzazione è parte integrante di questo processo: dai prodotti smart e connessi, che migliorano l’esperienza d’uso per il consumatore e la manutenzione per i professionisti, fino agli strumenti per progettisti e installatori che velocizzano e rendono più accurato ogni intervento.

Anche la comunicazione gioca un ruolo essenziale, seguendo questa evoluzione: grazie a contenuti tecnici e formativi, strumenti e campagne digitali in grado di attivare il cliente finale sono oggi essenziali per stimolare una domanda qualificata.

L’innovazione sostenibile è, dunque, parte integrante di ogni processo di sviluppo. Agiamo su più livelli: dalla progettazione orientata alla durata e all’efficienza, alla selezione dei materiali, fino ai processi produttivi e logistici sempre più ottimizzati in chiave ambientale. Il nostro obiettivo è ridurre l’impatto lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti, offrendo soluzioni che uniscono prestazioni di livello, responsabilità sociale e comfort nell’utilizzo.

Il settore lamenta sempre più la difficoltà di reperire giovani qualificati e la scarsa specializzazione delle nuove leve. Secondo voi quali strumenti concreti possono favorire l’ingresso dei giovani e colmare questo gap formativo?

Il calo di giovani specializzati nel settore ITS è un tema che va affrontato in modo sistemico: non si tratta solo di colmare un gap tecnico, ma di rendere questa professione di nuovo attrattiva agli occhi delle nuove generazioni.

Per riuscirci, servono azioni concrete. In primo luogo, è fondamentale intercettare giovani motivati e offrire loro una proposta di valore: percorsi formativi iniziali ben strutturati, possibilità di crescita basate sul merito e prospettive di carriera chiare nel medio termine. Serve anche un corretto posizionamento retributivo, in linea con le responsabilità e le competenze richieste, per rendere il mestiere appetibile sin dall’inizio.

Geberit, da oltre 30 anni, crede e investe nella formazione professionale lungo tutta la filiera: non si

rivolge solo a installatori, ma anche ad agenti della distribuzione, venditori di showroom, architetti, progettisti e imprese.A testimonianza della costante vicinanza al mondo dei professionisti, Geberit progetta e offre workshop e training altamente targettizzati, che vengono erogati in tre centri di formazione situati a Manno, Gaeta (LT) e Villadose (RO). Oltre 1000 installatori vengono formati ogni anno non solo su aspetti tecnici, ma anche su tematiche commerciali, come tecniche di vendita basate sul valore, la capacità di comunicare le i punti di forza del servizio Geberit rispetto ai competitor, e la costruzione di relazioni a lungo termine con il cliente finale.

La stessa formazione dei professionisti è profondamente cambiata: se un tempo era focalizzata su abilità operative di base – come imparare a pressare correttamente un tubo – oggi è orientata a formare profili completi e multidisciplinari, capaci di interpretare le esigenze del cliente finale, valorizzare il sistema installato e contribuire attivamente alla qualità percepita del servizio. L’idraulico diventa così consulente, partner e garante di un’esperienza d’uso superiore.

Solo investendo in modo sistemico e coerente – come Geberit fa da decenni – si può davvero attrarre, formare e fidelizzare le nuove generazioni.

Quali sono oggi i punti di forza e le criticità principali del rapporto tra distribuzione e produzione e come pensate possano evolvere?

Il rapporto tra produzione e distribuzione nel settore ITS è storicamente caratterizzato da una

CONVEGNO ANGAISA | INTERVISTE

relazione personale forte e duratura tra entrambe queste dimensioni. Questa vicinanza reciproca ha permesso di sviluppare negli anni un modello di business fondato sulla fiducia, sulla continuità e sul sostegno finanziario reciproco. Tuttavia, questo modello oggi mostra anche alcuni limiti strutturali.

La frammentazione dei due ambiti – produttivo e distributivo – rallenta i processi di evoluzione e di consolidamento. Soprattutto nella distribuzione, si osserva spesso un approccio commerciale ancora troppo focalizzato sul prezzo e sulle condizioni d’acquisto, a scapito della valorizzazione dei servizi e delle attività rivolte al cliente finale. Manca, in molti casi, una visione imprenditoriale di medio-lungo periodo, capace di investire anche in momenti anticiclici e di distinguersi puntando su competenza, consulenza e creazione di valore.

In questo scenario, la concentrazione progressiva della distribuzione – anche attraverso acquisizioni e fusioni – potrà portare benefici importanti, elevando il livello del servizio professionale e favorendo modelli organizzativi diversi. Resta il fatto che il nostro è un settore fortemente tradizionale, dove i processi di modernizzazione saranno fisiologicamente più lenti rispetto ad altri comparti.

Geberit continua a credere in un modello di crescita basato sulla collaborazione tra le parti. Supportiamo i nostri distributori non solo con prodotti di qualità, ma con formazione, strumenti di comunicazione, iniziative commerciali e digitali pensate per attivare la domanda e creare valore lungo tutta la filiera. La sfida è lavorare insieme per trasformare un modello push in un sistema capace di attrarre il cliente finale, accompagnarlo e fidelizzarlo nel tempo.

L’innovazione non è solo tecnologica, ma anche commerciale

Sostenibilità, digitalizzazione e sistemi innovativi restano leve strategiche per le aziende ITS. Quali sono le vostre strategie per restare competitivi in un mercato sempre più sfidante?

La nostra strategia si basa su un approccio integrato, in cui sostenibilità, digitalizzazione e innovazione di prodotto agiscono in sinergia per rafforzare la competitività. Da un lato investiamo nello sviluppo di soluzioni ad alta efficienza energetica, pienamente allineate con le nuove normative europee e con l’esigenza di ridurre i consumi e le emissioni. In questo contesto, il Conto Termico 3.0 rappresenta una straordinaria opportunità per accelerare la sostituzione degli impianti obsoleti e promuovere la diffusione di tecnologie a pompa di calore e sistemi ibridi. Se ben comunicato e sostenuto dalla filiera, può generare un impulso concreto al rinnovamento del parco installato, offrendo benefici economici e ambientali. Parallelamente, stiamo investendo nella digitalizzazione dei processi commerciali

Francesco Parlato | Direttore Commerciale di
“Il rapporto tra distribuzione e produzione rappresenta l’asse portante del mercato ITS. La forza

di questa

relazione risiede nella complementarità dei ruoli”

e post-vendita, con l’obiettivo di rendere più trasparente e veloce il rapporto con la distribuzione e l’installatore, oltre a migliorare il monitoraggio e la manutenzione da remoto. L’innovazione, infatti, non è solo tecnologica, ma anche commerciale. Stiamo sviluppando nuove forme di collaborazione con i partner ITS, supportandoli con politiche mirate di rebate o cashback, strumenti digitali per il sell-out e piani di manutenzione programmata sul prodotto. In questo modo rafforziamo la collaborazione con la distribuzione e costruiamo relazioni solide e durature lungo tutta la filiera, fino al cliente finale.

Il settore lamenta sempre più la difficoltà di reperire giovani qualificati e la scarsa specializzazione delle nuove leve. Secondo voi quali strumenti concreti possono favorire l’ingresso dei giovani e colmare questo gap formativo?

Il ricambio generazionale è una priorità che deve essere affrontata in modo congiunto da industria e distribuzione. Le aziende hanno la responsabilità di creare percorsi formativi concreti, che uniscano teoria e pratica attraverso esperienze dirette sul campo. Crediamo nel valore delle Academy tecniche e dei programmi di certificazione, strumenti che favoriscono la formazione di nuove figure

professionali e la valorizzazione dei giovani talenti. È altrettanto essenziale rafforzare il legame tra imprese e istituti tecnici o università, sviluppando partnership stabili per stage, tirocini e progetti di ricerca applicata. In questa direzione, il ruolo delle aziende deve evolvere: non solo datori di lavoro, ma veri e propri hub di formazione. Come Haier, stiamo lavorando per offrire strumenti digitali e contenuti tecnici semplificati, capaci di accompagnare i nuovi installatori nella crescita professionale e di rendere il settore più attrattivo per le nuove generazioni.

Quali sono oggi i punti di forza e le criticità principali del rapporto tra distribuzione e produzione e come pensate possano evolvere?

Il rapporto tra distribuzione e produzione rappresenta l’asse portante del mercato ITS. La forza di questa relazione risiede nella complementarità dei ruoli: la distribuzione garantisce capillarità, prossimità e servizio, mentre i produttori offrono innovazione, supporto tecnico e strumenti di valorizzazione del prodotto.

Le criticità principali derivano invece da una scarsa condivisione di obiettivi e informazioni, che talvolta limita la pianificazione e riduce l’efficacia delle azioni di sell-out. Crediamo che il futuro del settore passi da una collaborazione sempre più integrata, fondata su dati condivisi, pianificazione congiunta degli stock, formazione incrociata del personale e strumenti digitali comuni. Solo così il rapporto potrà evolvere da fornitura a vera partnership industriale, capace di generare valore lungo l’intera filiera e di rispondere in modo concreto alle sfide della transizione energetica. 

PROGRAMMA DEI LAVORI

Ore 09.00 Registrazione Congressisti e caffè di benvenuto NETWORKING

PRIMA PARTE

Ore 10.00 Apertura dei lavori

Presidente ANGAISA

Le priorità del programma associativo 2026-2029

Presentazione del nuovo Comitato Esecutivo

Mariano Bella (Direttore Ufficio Studi Confcommercio) Economia, commercio, consumi: quali prospettive per l’azienda Italia

Roberta Gabrielli

(Head of Marketing, Business Processes and Communication Nomisma)

La filiera dell’idrotermosanitario e dei partner di settore come asset strategico per l’Italia

Massimiliano Pierini

(Managing Director RX Italy Srl)

MCE 2026, l’energia sta evolvendo! Le nuove sfide dell’efficienza e della sostenibilità ambientale

Andrea Pontremoli

(AD Dallara Automobili) Creare valore, gestire l’incertezza, lavorare per la continuità e la crescita

È stata invitata Anna Maria Bernini

(Ministro dell’Università e della Ricerca)

Ore 13.00 Colazione di lavoro

SECONDA PARTE

Ore 14.00 Ripresa dei lavori

Presidente ANGAISA con Alberto Bubbio

(Senior Professor di Economia Aziendale LIUC Università Cattaneo - Castellanza VA)

Il mercato della distribuzione ITS 2025-2026

Massimo Minguzzi

(CEO IdroLAB Srl)

Tutti parlano di vendite, pochi parlano di informazioni: eppure è lì la leva per crescere

Roberta Gabrielli

(Head of Marketing, Business Processes and Communication Nomisma)

Emanuele Di Faustino

(Head of Industry and Retail Nomisma)

Bene casa, benessere casa.

Famiglie, edilizia e immobiliare: percorsi di sviluppo e scenari evolutivi

Carlo Alberto Carnevale Maffé

(Associate Professor of Practice di Strategy and Entrepreneurship presso SDA Bocconi School of Management)

I nuovi "flussi del valore” nell'idrotermosanitario: quali strategie per competere?

Presidente ANGAISA

Conclusioni e chiusura lavori

Moderatore: Elisa Piazza Giornalista Class CNBC

L’intelligenza artificiale al servizio dell’installatore

Le potenzialità di una tecnologia che potrà ottimizzare tempistiche, organizzazione e sicurezza

Sentiamo sempre più parlare di Intelligenza artificiale anche nel settore Idrotermosanitario. Quanto impatterà sulle attività degli installatori? Potranno essere facilitate ed eseguite in meno tempo? Certamente non potrà sostituire l’esperienza di un operatore del settore tuttavia può rappresentare un supporto valido in grado di ottimizzare le attività quotidiane attraverso sistemi sempre più interconnessi che analizzano una moltitudine di dati. Potrà, quindi, rendere il lavoro più efficiente e meno faticoso, migliorando la qualità del servizio e contri -

buendo ad un uso più sostenibile delle risorse. Ma cos’è realmente l’intelligenza Artificiale? A questa domanda Il Politecnico di Milano risponde con una definizione: “ L’Intelligenza Artificiale è il ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di capacità tipiche dell’essere umano ed in grado di perseguire autonomamente una finalità definita prendendo delle decisioni che, fino a quel momento, erano solitamente affidate agli esseri umani” . A differenza dei software tradizionali, un sistema AI non si basa sulla programmazione codificata, ma su tecniche di apprendimento. Vengono cioè definiti degli algoritmi che elaborano un’enorme quantità di dati dai quali è il sistema stesso che deve derivare le proprie capacità di comprensione e ragionamento.

Curiosità

Almeno a partire dal primo secolo a.C., l’uomo è stato affascinato dalla possibilità di creare macchine in grado di simulare il cervello umano. Nell’epoca moderna, il termine intelligenza artificiale è stato coniato nel 1955 da John McCarthy. Nel 1956, McCarthy e altri scienziati organizzarono la conferenza “Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence”. Questo evento ha portato alla creazione del machine learning, del deep learning, dell’analisi predittiva e, ultimamente, dell’analisi prescrittiva. Ha inoltre dato origine a un campo di studio completamente nuovo, ovvero la scienza dei dati.

Manutenzione predittiva

Uno degli sviluppi più interessanti nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per le riparazioni e la manutenzione è la manutenzione predittiva. La manutenzione tradizionale segue spesso un approccio reattivo: si interviene solo quando un problema è già emerso. Con l’intelligenza artificiale, invece, è possibile passare a un modello predittivo, basato su dati in tempo reale e sull’analisi delle tendenze. Questa capacità di intervento proattivo offre due vantaggi principali: la riduzione dei costi operativi, grazie alla prevenzione dei guasti, e un risparmio significativo di

tempo, poiché l’intervento umano si limita solo ai casi effettivamente necessari. Inoltre, il sistema di AI può essere programmato per imparare dai dati storici e affinare le sue capacità predittive, rendendo la gestione degli impianti sempre più precisa e affidabile.

Quali vantaggi?

Integrazione con la Domotica

L’intelligenza artificiale apre anche nuove frontiere nell’integrazione degli impianti termoidraulici con i sistemi di domotica esistenti. Attraverso l’AI, è possibile coordinare in modo più efficace ed efficiente le diverse funzionalità domestiche, dalla gestione della temperatura alla qualità dell’aria, passando per il controllo dell’illuminazione, in modo da creare un ecosistema abitativo intelligentemente connesso e reattivo alle esigenze dei suoi abitanti.

L’AI analizza continuamente i dati operativi degli impianti per anticipare potenziali guasti e malfunzionamenti. Questa capacità consente interventi tempestivi e programmati, prolungando la vita degli impianti e minimizzando i tempi di inattività. Grazie alla previsione dei guasti, è

SGUARDO AL FUTURO

La sfida dell’IA nella filiera delle costruzioni

FaccIAmo presto, questo il titolo dell’incontro condotto da Nicola Calathopoulos (giornalista ex vicedirettore di NewsMediaset, Tgcom24 e Tg4) e il monito che Sercomated lancia a tutto il comparto dell’edilizia nel suo undicesimo convegno nazionale, che si è svolto lo scorso settembre a Milano: un invito a non perdere tempo e ad accogliere la sfida e le molteplici opportunità che l’Intelligenza Artificiale può offrire a tutta la filiera delle costruzioni e della distribuzione di materiali edili. Come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno già rivoluzionando il presente e il futuro dell’edilizia?

Come possiamo evolvere dall’edilizia tradizionale a quella intelligente attraverso lo standard dei dati digitalizzati? Quali sono le potenzialità per le imprese dell’edilizia?

Il convegno Sercomated è stato un momento di confronto e condivisione di idee su come la rapida evoluzione dell’Intelligenza Artificiale stia già rivoluzionando interi processi, creando nuove opportunità di mercato. Durante l’evento è stato è tracciato lo scenario attuale dell’Intelligenza Artificiale calandola poi nel comparto dell’edilizia e nel commercio dei materiali, per far comprendere a imprenditori e operatori del settore che l’edilizia deve inevitabilmente “guardare avanti per non restare indietro”.

Ad accompagnare questo viaggio nell’IA speaker del mondo digital, esperti di innovazione tecnologica e di business, ricercatori dell’Artificial Intelligence ma anche laboratori e start-up che hanno raccontato best practice e case history: progetti di IA dedicati alle costruzioni, alla distribuzione di materiali edili e soluzioni IA per la progettazione e ristrutturazione di interni in showroom. Non è mancata anche l’IA e il digitale applicati alla sostenibilità e alla circolarità per costruire un futuro più green.

possibile ridurre i costi di riparazione e migliorare l’affidabilità degli impianti. A questo si aggiunge la riduzione dei tempi di inattività non pianificati, oltre all’ottimizzazione delle scorte dei ricambi grazie alla gestione previsionale delle necessità

Uso efficiente delle risorse

L’AI contribuisce significativamente alla sostenibilità ambientale del settore ITS. Ad esempio, attraverso il monitoraggio intelligente, è possibile ottimizzare l’uso dell’acqua, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza degli impianti idraulici. L’analisi dei dati permette di gestire meglio le risorse e di adottare pratiche più sostenibili, come l’uso di tecnologie per il riciclo e la conservazione dell’acqua. Relativamente alla climatizzazione, l’AI ottimizza l’uso delle risorse energetiche: gli algoritmi sono in grado di analizzare i dati ambientali e di consumo regolando il riscaldamento e il raffreddamento, ridicendo in tal senso l’impatto ambientale.

Anche nella gestione degli impianti eolici, fotovoltaici e idroelettrici i sistemi di AI installati possono essere d’aiuto, per esempio per previsioni meteorologiche più precise e attendibili (ventosità e irraggiamento), per ottenere stime accurate della produzione attesa o dei flussi idrici,

Gestione del magazzino

per ottimizzare la produzione grazie ai dati provenienti dai sensori. Per operazioni come la pulizia dei pannelli solari, l’AI è in grado di dare indicazioni utili su tempi e necessità di lavaggio, aumentando così l’efficienza di produzione.

AI e sicurezza sul lavoro

L’AI rappresenta un valido supporto per migliorare la sicurezza sul lavoro nei cantieri. Le nuove tecnologie possono, infatti, essere impiegate, per migliorare i controlli e la gestione della sicurezza, attraverso un’analisi e un monitoraggio continuo dell’andamento dei lavori, individuando in tempo reale la presenza di rischi sopravvenuti e di eventuali situazioni pericolose del cantiere, o monitorando i macchinari.

Nel settore ITS la gestione dei ricambi è cruciale. L’Intelligenza artificiale può prevedere la necessità di approvvigionamento e ottimizzare gli ordini. Gli algoritmi di AI analizzano in tempo reale i dati di magazzino identificando carenze o eventuali eccessi e prevedono la domanda In questo modo assicura la disponibilità dei ricambi in magazzino riducendo i tempi di inattività.

Ad esempio per identificare e segnalare comportamenti non conformi o situazioni di emergenza, come l’accesso non autorizzato a zone pericolose o l’uso improprio di attrezzature. Con l’intelligenza artificiale diventerà possibile dotare l’operatore di cantiere dei dispositivi indossabili che possano fornire feedback in tempo reale, avvisandolo di potenziali rischi oppure fornendo istruzioni per eseguire compiti in modo sicuro. 

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Biometano, lontani gli obiettivi del PNIEC

Secondo il report del Polimi le nuove norme danno slancio alla filiera, ma la capacità realizzata coprirà al massimo il 60% dell’obiettivo di consumo al 2030

La decarbonizzazione dell’economia europea non può prescindere dall’impiego di combustibili alternativi - dai biocarburanti ai combustibili sintetici, a quelli gassosi come idrogeno e biometano - perché l’elettrificazione non può rispondere in modo esaustivo alle esigenze energetiche dei trasporti pesanti marittimi e aerei e dei settori industriali Hard to Abate (ad esempio siderurgie, cartiere, imprese chimiche e petrolchimiche) che contribuiscono a circa il 43% dei consumi energetici e al 30% delle emissioni di gas climalteranti. Grazie alla sua capacità di integrarsi direttamente con le infrastrutture esistenti del gas naturale, nei contesti in cui è applicabile il biometano rappresenta una risorsa rilevante, che rafforza la sicurezza energetica e valorizza le risorse organiche con logiche di economia circolare.

Proprio su questo fronte, dopo anni di stallo e incertezza normativa, il Decreto Ministeriale 2022 ha introdotto in Italia un quadro incentivante chiaro e coerente che ha restituito slancio all’intera filiera, testimoniato dal numero crescente di progetti avviati e dall’interesse degli investitori: dopo quattro aste che avevano suscitato scarso interesse, la quinta - la cui graduatoria è stata resa nota ad aprile - ha visto quasi saturato il contingente da assegnare. Tuttavia, anche nello scenario più ottimistico si stima che la capacità complessivamente realizzata, includendo quella incentivata dal DM 2018, coprirà al massimo il 60% dell’obiettivo di consumo di biometano previsto dal PNIEC per il 2030. È una delle evidenze emerse dall’Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza le prospettive di sviluppo, la dimensione regolatoria, gli espetti tecnologici e le dinamiche di mercato dei vettori energetici alternativi.

“Il biometano si conferma come un tassello strategico della transizione energetica, a maggior ragione in un contesto in cui l’Europa e l’Italia puntano con decisione a ridurre la dipendenza energetica da Paesi extra-europei - commenta Paolo Maccarrone, Direttore Scientifico del Report -. È dunque fondamentale continuare a supportare e valorizzare questo percorso, affinché il settore possa consolidarsi e contribuire in modo sempre più rilevante agli obiettivi di sostenibilità, sicurezza energetica e sviluppo industriale del Paese: il policy maker deve inviare segnali chiari e tempestivi, per ridurre l’incertezza e permettere a tutti gli operatori di procedere a una pianificazione. È necessario fare chiarezza su quanto si voglia ancora investire sul biometano nel medio-lungo termine. Per cercare di avvicinarsi agli obiettivi del PNIEC, servirebbe una nuova misura governativa di sostegno allo sviluppo che raccolga l’eredità del DM 2022. Inoltre, potrebbe essere

Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza le prospettive di sviluppo, la dimensione regolatoria, gli espetti tecnologici e le dinamiche di mercato dei vettori energetici alternativi.

COMBUSTIBILI ALTERNATIVI

Consumi energetici

Emissioni di gas climalteranti

Consumi energetici ed emissioni di gas climalteranti dei settori considerati sul totale nell’Unione Europea

Consumi energetici ed emissioni di gas climalteranti dei settori considerati sul totale nell'Unione Europea

opportuno individuare soluzioni che stimolino la domanda di biometano da parte dei clienti, in particolare quelli più energivori”.

una filiera strutturata per i carburanti sintetici e l’idrogeno, il che solleva dei seri dubbi sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

“Il biometano si conferma come un tassello strategico della transizione energetica, a maggior ragione in un contesto in cui l’Europa e l’Italia puntano con decisione a ridurre la dipendenza energetica da Paesi extra-

Trasporto pesante: aviazione e settore marittimo

Il Report analizza in dettaglio i diversi settori in cui sono imprescindibili i combustibili alternativi, descrivendone prospettive e stato dell’arte. Dal 1° gennaio 2025 sono entrati in vigore due regolamenti europei per la decarbonizzazione dei trasporti pesanti: il ReFuelEU Aviation (RFEUA) per l’aviazione e il FuelEU Maritime (FEUM) per il comparto marittimo. In base al RFEUA, i fornitori dovranno garantire una quota minima di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) rispetto al totale dell’energia fornita. Gli obiettivi partono dal 2% nel 2025-2030, salgono al 6% nel quinquennio successivo e raggiungono il 70% al 2050. I carburanti ammessi includono i biocarburanti avanzati (bioSAF), i combustibili da carbonio riciclato (RCF), i carburanti sintetici (eSAF) e l’idrogeno in forma pura.

A partire dal 2026, poi, il settore aereo non godrà più delle quote gratuite nell’ambito del sistema ETS (Emissioni Trading System) e gli operatori dovranno compensare integralmente le proprie emissioni, con conseguente aumento dei costi operativi legati all’uso di carburanti convenzionali. Nonostante la piena compatibilità chimica dei SAF con motori e infrastrutture esistenti, permangono due ostacoli principali: l’elevato costo, che può risultare fino a tre volte (nel caso dei bioSAF) e sette volte (nel caso degli eSAF) superiore al cherosene fossile, e l’assenza di

Diversamente dal RFEUA, il FEUM non impone l’adozione di carburanti specifici nel settore marittimo, ma si basa sul principio della neutralità tecnologica, limitandosi a stabilire obiettivi di riduzione dell’intensità emissiva dell’energia consumata dalle navi (il riferimento sono i livelli del 2021) e lasciando agli operatori navali come raggiungerli. Anche in questo caso, gli obiettivi si articolano su base quinquennale: -2% nel periodo 2025-2030, -6% nei cinque anni successivi, fino ad arrivare all’80% nel 2050. Dal 2024, inoltre, il settore marittimo è stato incluso nel sistema ETS, con piena applicazione a partire dal 2026.

Nel trasporto marittimo però non tutti i carburanti alternativi sono compatibili con le tecnologie di bordo e le infrastrutture portuali: lo sono le versioni sostenibili del diesel, ma non lo sono il gas naturale, il metanolo (anch’essi disponibili in versioni bio o sintetiche), l’ammoniaca e l’idrogeno. “È dunque necessario un forte coordinamento tra tutti gli attori della filiera, dagli operatori navali ai fornitori di carburanti, dalle autorità portuali ai gestori dei servizi portuali - spiega Maccarrone - affinché la transizione energetica avvenga lungo una traiettoria condivisa e coerente”.

Gli obiettivi fissati dal FEUM hanno suscitato diverse critiche, perché vengono considerati poco ambiziosi, permettendo alle compagnie di rispettarli a lungo semplicemente adottando la propulsione a gas naturale, anche nella sua forma fossile. In effetti, la maggior parte delle nuove navi a propulsione alternativa è progettata per l’utilizzo di gas naturale: i carburanti alternativi presentano costi più

elevati rispetto a quelli convenzionali, il che rappresenta una barriera fondamentale alla loro diffusione su larga scala.

Industria hard-to-abate e settore civile

Per quanto riguarda i settori industriali hard-to-abate e quello civile, la normativa europea si limita a fissare obiettivi generali di riduzione delle emissioni e di progressiva penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili, lasciando agli Stati membri il compito di elaborare piani coerenti con le peculiarità dei propri territori. In Italia, il PNIEC prevede entro il 2030 il consumo di 4 miliardi di metri cubi di biometano per usi termici, con particolare attenzione agli impieghi industriali, e una quota di idrogeno rinnovabile pari al 54% dei consumi di idrogeno nell’industria.

Un impulso decisivo alla decarbonizzazione di questi settori proviene anche dal sistema ETS: i comparti industriali hard-to-abate sono già soggetti al meccanismo di compensazione delle emissioni e dal 2026 inizierà una progressiva riduzione delle quote assegnate gratuitamente, garantite invece per i settori a rischio di delocalizzazione fino al 2030, con un aggravio dei costi per le imprese. Inoltre, dal 2027 anche il settore civile entrerà a far parte del nuovo ETS 2, con conseguente aumento dei costi per i clienti finali, soprattutto coloro che utilizzano sistemi di riscaldamento alimentati da fonti fossili, come le caldaie a gas. “Dal punto di vista tecnologico, il biometano, sostituto diretto del gas naturale, risulta pienamente compatibile con le infrastrutture esistenti - aggiunge Maccarrone -. Inoltre, presenta un differenziale di costo contenuto, anche grazie al DM 2022. Tuttavia, la disponibilità sul mercato è ancora limitata e la sua scalabilità bassa.

Misure come quelle previste dal Decreto Legge Agricoltura, che punta a integrare maggiormente la filiera agricola con le industrie hard-to-abate, e la messa a punto di ulteriori schemi incentivanti potrebbero contribuire a un significativo incremento dell’offerta nei prossimi anni. L’idrogeno presenta invece due principali criticità: un significativo gap di costo rispetto al gas naturale e una rete infrastrutturale ancora in fase di sviluppo, che ne limita l’accesso su larga scala”.

Per quanto riguarda il primo punto, si attende l’emanazione del cosiddetto “decreto tariffe”, attualmente in fase di valutazione da parte di Bruxelles, che incentiverà la produzione di idrogeno rinnovabile e bioidrogeno. In merito alla carenza di un’infrastruttura hydrogen ready, va invece segnalata l’iniziativa del SoutH2 Corridor, parte integrante del progetto più ampio della European Hydrogen Backbone, che prevede la creazione di una rete dedicata all’idrogeno che attraverserà l’Italia da Sud a Nord e si realizzerà con la riconversione di una parte dei metanodotti esistenti e la costruzione di nuovi idrogenodotti. Tuttavia, l’infrastruttura non sarà operativa prima della fine del decennio. Infine, mentre i settori industriali hard-to-abate (per le caratteristiche dei processi e l’intensità energetica) non dispongono di alternative praticabili nel breve termine

diverse da biometano e idrogeno, per il settore civile esiste la strada dell’elettrificazione, ad oggi preferita dal mercato.

Lo sviluppo dell’offerta di biometano

Con la pubblicazione dei risultati della quinta asta, nel mese di aprile 2025 si è concluso l’iter applicativo del Decreto Ministeriale 2022, nato con l’obiettivo di sostenere gli investimenti nella realizzazione di nuovi impianti di produzione di biometano. Mentre le prime quattro aste avevano riscosso un successo piuttosto limitato, nella quinta il contingente disponibile è stato quasi completamente assegnato: molto elevata la partecipazione di impianti agricoli (292), con una prevalenza di quelli derivanti dalla riconversione di impianti a biogas esistenti (191). Due fattori principali spiegano questa predominanza: la scarsa partecipazione alle aste precedenti dovuta all’attesa della pubblicazione di altre misure di sostegno (come il decreto sui prezzi minimi garantiti per l’energia elettrica prodotta e il FER 2), e i tempi di realizzazione più rapidi che favoriscono il completamento dei lavori entro il termine per accedere ai contributi in conto capitale finanziati dal PNRR (30 giugno 2026).

Purtroppo, a causa della crescita dei costi di realizzazione o conversione degli impianti, con conseguente maggiore richiesta di finanziamento media per progetto, dei 298 progetti vincitori della quinta asta solo i primi 148 in graduatoria avranno accesso al contributo in conto capitale (se rispetteranno la scadenza del 30 giugno 2026), mentre 150 rimarranno esclusi a causa dell’esaurimento dei fondi stanziati. Questo potrebbe provocare un numero di rinunce molto elevato, perché le simulazioni economico-finanziarie indicano come il contributo sia un elemento cruciale per la sostenibilità tecnico-economica dei progetti. Per scongiurare questo rischio, il Governo ha presentato alla Commissione Europea una proposta di revisione del PNRR contenente due richieste fondamentali che saranno determinanti per la fattibilità: l’ampliamento dei fondi, destinando al contributo in conto capitale le risorse inutilizzate da altre missioni, e uno slittamento di sei mesi del termine ultimo per l’accesso ai contributi in conto capitale.

La capacità produttiva di biometano rimarrà comunque ben al di sotto degli obiettivi fissati dal PNIEC per il 2030, con una percentuale stimata che oscilla tra il 40% e il 50% a seconda degli scenari. Ciò sottolinea l’urgenza di ulteriori interventi a sostegno del settore, che potrebbero includere: una sesta asta nell’ambito del DM 2022 per assegnare la capacità residua, condizionata però all’approvazione da parte della Commissione Europea della rimodulazione dei fondi e dell’allentamento delle scadenze; l’introduzione di un nuovo decreto incentivante, accompagnato da una revisione delle tariffe, con procedure competitive; la proposta Biometano Release, lanciata da Confindustria, ispirata allo schema Energy Release e volta a connettere i produttori di biometano con le industrie hard-to-abate, basato su uno schema normativo ben strutturato. 

Il 2024 ha confermato una crescita significativa delle rinnovabili in Italia, con il fotovoltaico che ha visto un’espansione delle installazioni e un aumento delle taglie medie degli impianti. Quale sarà il futuro delle rinnovabili dopo le ultime riforme? Lo scorso maggio sono stati presentati i risultati dell’undicesima edizione del Renewable Energy Report 2025, realizzato dal gruppo di ricerca Energy & Strategy, della school of Management del Politecnico di Milano.

Rinnovabili: quale futuro?

Dopo il rimbalzo del 2022 e il boom del 2023 le rinnovabili italiane confermano un assestamento su volumi elevati. Nel 2024 il settore registra una crescita del 16%, trainata da un fotovoltaico che per il secondo anno consecutivo supera i 5 GW di nuove installazioni, raggiungendo così 6.027 MW (+15%). Anche l’eolico, dopo la contrazione del 2023, segna una inversione di tendenza con 612 MW di nuova potenza (+26%), ma resta un segmento marginale nel mix italiano. Nonostante nel 2024 la transizione energetica prosegua il suo percorso con un passo deciso rispetto al passato recente, non risulta ancora sufficiente per rispettare la traiettoria richiesta dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). Il divario rispetto agli obiettivi europei resta ampio: per raddoppiare la capacità installata (dai 50 GW attuali a 10 GW), servirebbe installare ogni anno il 40% in più di quanto fatto nel 2024. Queste alcune delle evidenze del Renewable Energy Report 2025 dell’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano che fotografa un settore in salute ma frenato da ostacoli strutturali.

Confronto con le principali nazioni europee

Analizzando il parco rinnovabile installato nelle principali nazioni europee, se in Italia l›eolico si ferma al 26% della capacità rinnovabile, in  Germania arriva al 42% e in  Francia e  Spagna al 50%. Inoltre, è evidente come in Italia sia diverso il peso degli impianti di piccola taglia (il 21% contro il 17% tedesco, il 10% francese e il 3% spagnolo) e come quelli di grandi dimensioni siano ancora poco diffusi rispetto a Francia e Spagna (19% contro 24% e 42%). Analizzando poi le previsioni di nuova capacità installata da qui al 2030, estratte dai Recovery and Resilience Plans dei principali paesi europei, emerge con

L’undicesima edizione del Renewable Energy Report 2025, dal titolo “Il doporiforma: quale futuro per le rinnovabili in Italia?” ha affrontato le conseguenze delle recenti evoluzioni normative e le prospettive di crescita del settore in un contesto sempre più orientato alla transizione energetica.

ancora più evidenza il ruolo del solare: in Italia, il fotovoltaico copre il 74% della crescita attesa, mentre in Germania e Francia si assesta attorno al 60% e in Spagna al 55%. In altre parole, per l’Italia la transizione energetica punterà sempre di più sul solare, a differenza degli altri tre Paesi in cui l’eolico continuerà a mantenere un ruolo proporzionalmente maggiore.

L’andamento regionale del fotovoltaico

Le nuove installazioni di rinnovabili sono distribuite lungo la Penisola in modo eterogeneo. Nel 2024 il Lazio conquista il primato per la maggiore espansione fotovoltaica grazie a un notevole balzo in avanti da 322 MW nel 2023 a 1256 MW. Al contempo la Lombardia, pur registrando un lieve calo rispetto ai 90/ MW dell’anno precedente e fermandosi a 767 MW, rimane la regione con la maggior capacità fotovoltaica complessiva installata in Italia. Nel contesto del Nord Italia, le regioni Veneto, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna continuano a fornire un contributo significativo sebbene si registrino alcune flessioni rispetto all’anno precedente, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia che mantiene una performance in crescita.

Al Sud, Campania e Sicilia evidenziano una tendenza di crescita: la Campania aumenta da 217 MW a 258 MW, mentre la Sicilia passa da 422 MW a 505 MW. La Puglia si conferma una regione chiave con un lieve incremento: a 243 MW nel 2023 contro 287 MW nel 2024. Le regioni con valori più contenuti, come Abruzzo, Molise e Basilicata pur non raggiungendo i livelli delle regioni più avanzate contribuiscono al trend di diffusione del fotovoltaico a livello nazionale.

Distribuzione FER in alcuni Paesi europei

A proposito di eolico

Per l’eolico la geografia resta immutata: dopo una contrazione nel 2023 ha registrato, con 612 MW di nuova potenza, un incremento del 26% ma continua a incidere poco nel mix energetico italiano, soprattutto rispetto ad altri paesi europei come Germania, Spagna e Francia. Nel complesso il Nord Italia mantiene il primato in termini di numero di installazioni, ma mostra un generale rallentamento rispetto al 2023, con particolari riduzioni nelle regioni più industrializzate come la Lombardia e il Piemonte. Fa eccezione la Liguria con +10 MW. Il Centro Italia ha visto un incremento nelle installazioni

grazie al Lazio e Abruzzo, mentre in linea con l’anno precedente altre regioni come Toscana e Marche. Il Sud offre un quadro più articolato: in Basilicata e Sardegna la crescita rallenta con decisione passando da 29 MW a 11MW di potenza installata in Basilicata e da 73 Mw a 23 MW in Sardegna. Un notevole incremento si registra, invece, in Campania che, passando da 117 MW nel 2023 a 218 MW nel 2024, si conferma fra i motori principali del settore. Anche la Puglia consolida la traiettoria positiva salendo a 131 MW contro i 110 dell’anno precedente. La Calabria quadruplica la capacità aggiuntiva arrivando a 45 MW, mentre la Sicilia, già su livelli elevati prosegue la sua ascesa da 148 MW a 166 MW. Complessivamente il 2024 ribadisce il primato meridionale nell’eolico nazionale, pur con andamenti diversi da regione a regione.

Figura 1.3: Distribuzione FER in alcuni Paesi europei

l’intera Penisola. Per far ciò, è stata indagata la suddivisione regionale di fotovoltaico ed eolico, che porta alle seguenti considerazioni:

Distribuzione regionale della capacità fotovoltaica installata per taglia

La

Lombardia rimane la regione con la maggior capacità fotovoltaica complessiva installata in Italia

Il quadro degli incentivi: segmenti a confronto

Nel residenziale la fine del Superbonus ha lasciato un vuoto evidente. Gli strumenti attualmente disponibili, come il decreto Cacer, sono complessi e meno generosi. Il passaggio da incentivi automatici a meccanismi con elevata burocrazia ha ridotto l’appeal del fotovoltaico, nonostante la domanda resti viva in alcune aree.

Il comparto commerciale-industriale ha mantenuto una certa continuità con il passato: lo Scambio sul posto (in vigore fino a settembre 2025), e il Ritiro Dedicato permettono di valorizzare l’energia in modo diretto, mentre il FER X transitorio offre accesso a tariffe incentivanti fino a 1MW. Si tratta di una nuova offerta di strumenti, tra cui l’Energy Release, ancora

In definitiva, nel 2024 si conferma un importante sviluppo delle fonti rinnovabili, trainato in particolare dal fotovoltaico, che registra sia un aumento significativo delle installazioni sia una crescita nella taglia media degli impianti. L’eolico, invece, mantiene una tendenza stabile, con installazioni prevalentemente concentrate nelle aree già consolidate, senza particolari variazioni nella distribuzione territoriale. Il FER 1 ha visto un bilancio complessivamente positivo per le aste del gruppo A, con un innalzamento delle tariffe negli ultimi bandi e il relativo contingente saturato: questo dato fa ben sperare in ottica del FER X, in quanto i prezzi di esercizio potranno risultare anche più appetibili.

in fase sperimentale e non è chiaro se potrà stimolare investimenti su larga scala. Nel comparto utility scale , l’interesse del mercato si è chiaramente riattivato. La fine del FER 1 ha coinciso con il ritorno alla saturazione delle aste, grazie a tariffe più competitive (~75 €/MWh). Il nuovo meccanismo FER X, pur nella sua versione transitoria, ha già previsto contingenti significativi (10 GW per il FV e 4 GW per l’eolico) e una metodologia più dinamica per definire il prezzo. Tuttavia , la versione “a regime” del FER X, attesa per il 2026, non è ancora stata pubblicata, lasciando un vuoto di visione di medio periodo.

Ritorni economici: opportunità e margini di rischio

Sotto il profilo economico, la redditività degli impianti dipende ancora da pochi fattori chiave: producibilità, investimenti negli asset fisici e taglia dell’impianto. Per il fotovoltaico su scala industriale, l’ILCOE (levelized cost of energy) nei siti migliori può attestarsi su 55-65 €/ MWh, mentre impianti piccoli e in zone poco favorevoli superano i 90 €/MWh. Per l’eolico onshore si oscilla tra i 70 e 95 €/MWh.

Gli scenari di investimento analizzati nel rapporto confermano il ruolo centrale degli incentivi: con il FER X, il tasso interno di rendimento (IRR) per il fotovoltaico può spaziare tra il 3,8% e il 12,8%, mentre per l’eolico onshore si colloca tra -0,2% e 8%. Valori che diventano interessanti, ma solo se accompagnati da buone condizioni tecniche e operative. Senza incentivo, tutto questo non è sufficiente e contratti a lungo termine come i PPA, pur attenuando la volatilità, producono IRR più modesti, raramente superiori al 6% per il fotovoltaico e al 4% per l’eolico. Un’adeguata leva finanziaria può migliorare la sostenibilità economica dei progetti, portando in alcuni casi l’IRR sopra la soglia minima per l’investibilità, ma resta un’opzione praticabile solo in contesti bancabili e su impianti ben strutturati

Figura 1.4: Distribuzione regionale della capacità fotovoltaica installata per taglia

Un dato interessante è l’aumento della taglia media degli impianti, si sta infatti consolidando la tendenza verso progetti di scala commerciale e industriale, spesso con potenze superiori al MW.

1.5: Distribuzione regionale della capacità eolica installata per taglia

Distribuzione regionale della capacità eolica installata per taglia

Alcuni commenti

Renewable Energy Report 2025

Secondo Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Startegy e responsabile dell’Osservatorio sulle rinnovabili, il problema non è tanto tecnologico o economico, quanto autorizzativo e infrastrutturale. “A fine 2024 risultavano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma

Principali normative in ambito FER

normativa

tempi lunghi e colli di bottiglia sulla rete stanno rallentando l’effettiva messa a terra dei progetti. Il mercato però si sta ridefinendo: il numero di impianti installati è in calo mentre la taglia media è in crescita, segno di una sempre maggiore focalizzazione su progetti di scala industriale e commerciale. Gli impianti con potenza superiore a 1 MW hanno contribuito per oltre il 43% alla nuova potenza fotovoltaica, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, riflettendo un contesto normativo e finanziario che favorisce la realizzazione di impianti di taglia medio-grande”. Per Vittorio Chiesa , direttore di Energy&Strategy, in questo quadro, “le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica, ma il contesto politico e regolatorio appare oggi più fluido e meno coeso.

livello europeo, il dibattito sul Clean Industrial Deal punta anche su tecnologie non-FER, mentre in Italia è tornata centrale la discussione sul nucleare, segno che lo

Figura 2.1: Principali normative in ambito FER Media taglia (C&I) Grande taglia (utility scale)
Piccola taglia (residenziale)
FER X (Accesso diretto)
FER X (Aste)
Decreto
Testo Unico Rinnovabili
Figura

spazio politico delle rinnovabili non è più scontato. Sul piano normativo l’assenza del decreto FER X definitivo alimenta incertezza sugli orizzonti post 2025.

Serve, quindi, una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare e armonizzare le procedure autorizzative, accompagnare gli operatori con strumenti chiari, stabili e proporzionati, coordinare efficacemente le azioni tra Stato, Regioni e operatori di rete. Solo così sarà possibile trasformare l’interesse del mercato in una nuova capacità installata e avvicinarsi agli obiettivi di transizione e sicurezza energetica”

Quali scenari di sviluppo per le rinnovabili in Italia?

L’ultima sezione del Renewable Energy Report 2025, illustra gli scenari di sviluppo possibile per le rinnovabili in Italia. Sono stati considerati due diversi scenari di sviluppo al 2030: lo scenario BAU (Business as

Ostacoli e strumenti abilitanti per lo scenario REN

Al raggiungimento degli obiettivi per la realizzazione dello scenario REN concorrono, fra altri, i fattori legati principalmente ai seguenti ambiti: - Il sistema infrastrutturale e la sua evoluzione; - Le procedure autorizzative per ulteriori capacità; - La frammentazione normativa a livello regionale. All’interno di queste aree, alcuni elementi rappresentano un possibile ostacolo mentre grazie ad altri sarà possibile il raggiungimento degli obiettivi al 2030.

usual)e lo scenario REN (a trazione rinnovabili). Nello scenario Business As Usual (BAU), si è ipotizzata una traiettoria di crescita delle fonti energetiche rinnovabili (FER) coerente con l’andamento osservato negli ultimi anni, escludendo tuttavia gli effetti straordinari e non strutturali derivanti dall’introduzione del Superbonus 110% e dalle dinamiche anomale legate alla pandemia da COVID-19. Tale assunzione consente di delineare uno scenario tendenziale basato su condizioni di mercato ordinarie e su un’evoluzione della capacità installata guidata da fattori sistemici consolidati, senza considerare misure eccezionali che hanno temporaneamente alterato il ritmo di sviluppo del settore.

Secondo questa proiezione, al 2030 il parco complessivo di capacità installata da fonte fotovoltaica ed eolica raggiungerebbe un valore prossimo agli 80 GW, un livello significativamente inferiore rispetto al target stabilito dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che prevede complessivamente 107 GW tra fotovoltaico ed eolico.

Lo scenario REN (Renewables-Driven), orientato a una forte penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili, rappresenta una traiettoria di sviluppo possibile in presenza di un sforzo congiunto da parte dei decisori politici, delle istituzioni pubbliche e del sistema imprenditoriale.

Tale scenario si fonda su alcune condizioni fondamentali tra cui: il successo diffuso degli strumenti incentivanti attualmente in fase di implementazione (FER X, FER 2, CACER, etc.); la capacità della filiera industriale e dei servizi energetici di sostenere volumi elevati e costanti di nuove installazioni su scala nazionale; la diffusione capillare di interventi di ammodernamento del parco esistente, in particolare attraverso attività di repowering e revamping, volte a incrementare l’efficienza e la produttività degli impianti già in esercizio. Lo scenario REN, quindi, delinea un contesto in cui la transizione energetica viene accelerata non solo attraverso nuove installazioni, ma anche tramite il potenziamento tecnologico dell’esistente, in un quadro regolatorio e operativo favorevole e stabile. 

Figura 4.2: Installazioni stimate
Installazioni stimate nello scenario REN, confronto con REN RER24 e PNIEC

Comunità energetiche: a che punto siamo?

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano uno dei pilastri dell’attuale politica energetica. Permettono a cittadini, PMI ed enti locali di produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili. A che punto siamo in Italia? Alcuni dati da GSE - aggiornati a marzo 2025 - e dal Rapporto Electricity Market 2024

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono associazioni o altre forme giuridiche costituite da cittadini, piccole e medie imprese, enti locali e altri attori che collaborano per produrre e condividere energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo principale è promuovere l’autoconsumo energetico, ridurre le emissioni di CO₂ e favorire la transizione verso un sistema energetico più sostenibile. I membri di una CER possono beneficiare di tariffe energetiche più vantaggiose anche grazie e di incentivi statali per l’energia condivisa.

La situazione in Italia

Comunità Energetiche Rinnovabili

iniziative attive, mappate nell’ambito del Rapporto, per costituzione di configurazioni per l’autoconsumo tra comunità e autoconsumo collettivo, circa il doppio (+89%) 2023

che risultano più attive sono Piemonte, Lazio, Sicilia e nelle quali sono state rilevate 80 iniziative (il 48% del

Secondo i dati diffusi da GSE (Gestore Servizi Energetici) a marzo 2025, le Comunità Energetiche Rinnovabili attive in Italia erano 212, con 326 impianti rinnovabili collegati. La potenza installata complessiva raggiungeva i 18 MW ed erano quasi 2000 le utenze connesse. Si tratta di una crescita interessante considerando che il Rapporto Electricity Market 2024 presentato a novembre 2024 dall’Energy&Srategy Group del Politecnico di Milano nel corso di un convegno dedicato, aveva registrato 168 iniziative a maggio 2024 (+89% rispetto al 2023). Ma con una differenza importante: di quelle 168 iniziative, solo 46 erano effettivamente attive, mentre le altre 122 erano ancora in fase di progettazione. Il quadro attuale presenta una situazione complessa. Al 31 marzo 2025, il GSE ha infatti ricevuto quasi 4.000 domande per nuove CER, che corrispondono a una potenza complessiva di circa 390 MW (il 23% del target nazionale). Un dato incoraggiante che rappresenta circa un quarto dell’obiettivo PNRR, comunque ancora lontano da centrare, ma che evidenzia anche il divario tra aspettative e realtà.

Distribuzione geografica e tecnologie installate

installata. Relativamente alle tecnologie installate, il fotovoltaico domina la scena nelle CER italiane che, come rilevato anche dal rapporto Electricity Market 2024, per l’88% si servono di impianti di questo tipo. Seguono, quindi, idroelettrico (6.0%), eolico (3.0%) e biomassa (2.2%) e persino solare termico (1%). Nelle nuove iniziative di CER vengono installati nella quasi totalità dei casi impianti fotovoltaici, meno onerosi in termini di costi iniziali e costi di gestione. Le dimensioni degli impianti sono mediamente piccole anche se è stata registrata una leggera crescita della potenza mediana: da 55 kW nel 2023 a 60 kW nel 2024. Inoltre quasi un quarto degli impianti (23, 5%) ha una potenza inferiore ai 30 kW

Nonostante l’indubbia crescita dell’interesse per il tema delle comunità energetiche, il loro impatto sul sistema è ancora limitato. Si tratta, infatti, nella larga maggioranza dei casi, di realtà che hanno una forma societaria piuttosto semplice (associazioni nel 50% delle iniziative e cooperativa nel 30%) e che si dota per il proprio funzionamento di impianti di piccola taglia

Forma giuridica

Associazione

Cooperativa

Autoconsumo collettivo

Soggetto autonomo

Le regioni che risultano più attive sono Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia, ma si sta assistendo a una crescita più omogenea che coinvolge tutte le zone del Paese. Il Mezzogiorno ospita il 30% delle CER attive, con 62 comunità e 84 impianti per 5,9 MW di potenza

l’indubbia crescita dell’interesse per il tema delle energetiche, il loro impatto sul sistema è ancora tratta infatti, nella larga maggioranza dei casi, di realtà una forma societaria piuttosto semplice (associazioni delle iniziative) e che si dota per il proprio funzionamento di piccola taglia.

Le Comunità Energetiche

mediana è in leggera crescita da 55 kW nel 2023 a 60 2024 Gli impianti oltre i 200 kW sono però solo circa il totale, con una presenza rilevante (23.5%) per i piccoli con potenza inferiore a 30 kW.

Rinnovabili (CER) stanno guadagnando attenzione in tutta Italia come modello chiave per la transizione energetica

SRL

Potenza degli impianti

Comunità energetiche rinnovabili: da chi sono gestite e gli impianti installati. Fonte: Rapporto Electricity Market 2024.

ente supporta famiglie in tipo enti del soggetti minoritaria soggetto che attività di non è comunque gestire le

Pubblico

Developer

Impresa

Cittadini

Altro

Presenza di soggetto specializzato Sì

Non noto

caratterizzano le iniziative per le CER.

La sfida della sostenibilità economica delle CER

Secondo Vittorio Chiesa, direttore di Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano la vera sfida per un’ampia diffusione delle CER risiede nella loro sostenibilità economica, fortemente influenzata dalla capacità di condivisione dell’energia. «Le analisi condotte all’interno del rapporto, e basate sulla valutazione delle diverse possibili configurazioni, mostrano come essa sia fortemente connessa alla capacità di condividere energia, con valori che cambiano radicalmente quando si supera il 70% di energia condivisa. È questo, quindi, un fattore chiave nella fase di progettazione e disegno della CER, che tuttavia richiede anche la capacità di ingaggiare non soltanto il numero, ma anche la tipologia di partecipanti corretta», ha spiegato Chiesa.

Partecipazione, interesse e attese economiche

Il rapporto Electricity Market 2024 include diversi sondaggi tra cui uno sulla partecipazione e l’interesse. Tra i 1.000 cittadini coinvolti in questo sondaggio il 79% non partecipa a una configurazione per l’autoconsumo. Tra i motivi per la mancata partecipazione: non conoscenza del tema CER (54%); impossibilità di adesione a una CER probabilmente per mancanza di opportunità (26%). Risulta, comunque, elevata (42%) la quota di persone interessate a investire in un impianto condiviso, a cui si aggiunge un 40% di persone indecise.

Il ruolo degli enti pubblici e delle Esco

L’analisi del Politecnico evidenzia come nel 58% dei casi le CER siano promosse da enti pubblici, che forniscono spazi per l’installazione degli impianti e supportano l’aggregazione dei membri per ridurre i costi, sostenere le famiglie in difficoltà economica e finanziare progetti locali. Il 21% delle iniziative è, invece, promosso da soggetti specializzati a supporto di soggetti privati interessati. Spesso si tratta di cooperative energetiche, società di servizi o imprese sociali che mettono a disposizione le proprie competenze tecniche e gestionali per aiutare le comunità a organizzarsi e far nascere la CER. Solo il 9% delle CER è costituito da iniziative promosse inizialmente da privati cittadini. Nel 79% dei casi, le comunità si avvalgono del supporto di partner esterni specializzati come Esco, utility o imprese del settore energetico, che investono negli impianti a fianco dei promotori e/o supportando le attività di aggregazione dei membri e di gestione della CER. Nel restante 21% dei casi non è nota la presenza di un soggetto specializzato ma è probabile che sia comunque presente. Infatti, i soggetti promotori non sono sempre preparati a gestire le complessità tecniche e burocratiche che

Dove tutto è cominciato

Le comunità energetiche sono nate all’inizio del XX secolo, ma è negli anni ’70 che, in Europa, si vedono le prime costituzioni importanti, sottoforma di cooperative di cittadini. La Danimarca è stata la prima, sfruttando l’eolico, per poi essere seguita dalla Germania e dal Belgio. Negli anni 2000, grazie alla liberalizzazione del mercato energetico e all’innovazione tecnologica, le comunità energetiche hanno acquisito maggiore consensi e slancio.

Modelli organizzativi delle iniziative. Fonte: Rapporto Electricity Market 2024

Tra i partecipanti al sondaggio, il 79% non partecipa a una configurazione per l’autoconsumo, a questo gruppo è stato chiesto il motivo per la mancata partecipazione e se fossero interessati a investire in un impianto.

Il 54% non partecipa per mancanza di conoscenza del tema CER,

Partecipazione a una configurazione di autoconsumo

mentre un 26% che risulta interessato non ha poi potuto aderire a una CER, probabilmente per mancanza di opportunità Risulta comunque elevata (42%) la quota di persone interessate a investire in un impianto condiviso, a cui si aggiunge un 40% di persone indecise

Motivi mancata partecipazione

Box: Il sondaggio sulle CER | Le attese economiche

Non ne ero a conoscenza

Interessato ma non ho potuto

Interesse a investire in un

Beneficio economico annuo atteso per partecipazione

No

Sì, sono un autoconsumatore individuale

Sì, di una Comunità Energetica Rinnovabile

Sì, di una Comunità Energetica dei Cittadini

Sì, di un gruppo di autoconsumo collettivo

Benefici economici ridotti

Non sono d'accordo

Complessità normativa

CER | Le attese economiche

Secondo i risultati del sondaggio solo il 7% dei rispondenti sarebbe interessato a ricevere meno di 50 €/anno dalla partecipazione ad una CER; dai risultati delle simulazioni effettuate i benefici ottenibili risultano tipicamente inferiori a tale cifra. C’è quindi una discrepanza tra le aspettative dei cittadini e il reale guadagno dalla partecipazione a una CER. Anche confrontando i benefici annui con la spesa annua per la bolletta elettrica, il rapporto risulta pari a circa il 3-4%, una quota non sufficiente a suscitare interesse in larga parte della popolazione.

Il sondaggio sulle CER: Partecipazione e interesse. Fonte: Rapporto Electricity Market 2024

Beneficio

L’80% del campione si attende ritorni annui superiori a

/anno e solo il 7% si aspetta di ricevere meno di 50 €/anno Caso 1 (scenario medioalta condivisione)

Secondo i risultati del sondaggio solo il 7% dei rispondenti sarebbe interessato a ricevere meno di 50 €/anno dalla partecipazione ad una CER; dai risultati delle simulazioni effettuate i benefici ottenibili risultano tipicamente inferiori a tale cifra C’è quindi una discrepanza tra le aspettative dei cittadini e il reale guadagno dalla partecipazione a una CER Anche confrontando i benefici annui con la spesa annua per la bolletta elettrica, il rapporto risulta pari a circa il 3-4%, una quota non sufficiente a suscitare interesse in larga parte della popolazione

Caso 1 (scenario medioalta condivisione)

L’80% del campione si attende ritorni annui superiori a 100 €/anno e solo il 7% si aspetta di ricevere meno di 50 €/anno

Il rimanente 18% non è interessato a investire in un impianto.

Dai risultati del sondaggio relativo alle attese economiche emerge che l’80% del campione si attende ritorni annui superiori a 100 euro/anno e solo il 7% dei rispondenti sarebbe interessato a ricevere meno di 50 euro/ anno dalla partecipazione a una CER. C’è discrepanza tra le aspettative dei cittadini e il reale guadagno da una partecipazione a una CER. Anche confrontando i benefici annui con la spesa annua per la bolletta elettrica, il rapporto risulta pari a circa il 3-4%, una quota non sufficiente a suscitare interesse in larga parte della popolazione.

Il nuovo Decreto

Entrato in vigore lo scorso 26 giugno, il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per le Comunità Energetiche Rinnovabili porta importanti modifiche al quadro normativo, tra cui l’estensione del contributo a fondo perduto, finanziato dal PNRR, anche ai Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti. Finora il sostegno era riservato soltanto ai centri sotto i 5.000 abitanti. La platea si amplia così in modo sostanziale, coinvolgendo circa il 98% dei

Il sondaggio sulle CER: Le attese economiche. Fonte: Rapporto Electricity Market 2024 Il cammino verso lo sviluppo delle CER non è privo di ostacoli. A oggi il Paese è fermo a poco più dell’1% del target PNRR, che fissa a metà 2026 il traguardo di 1.730 MW di potenza installata (dati GSE). Il nuovo Decreto MASE rappresenta uno stimolo a questo processo.

Comuni italiani. Il decreto prevede anche un aumento dell’anticipo del contributo a fondo perduto fino al 30% (in precedenza era del 10%), facilitando in questo modo l’avvio di progetti e alleggerendo la pressione economica sulle comunità locali. Inoltre, si avrà una maggiore flessibilità temporale: la scadenza per il completamento dei lavori è stata fissata per il 30 giugno 2026 con possibilità di entrata in esercizio fino a dicembre 2027, per rendere operativi impianti che richiedono iter progettuali e autorizzativi spesso complessi. Infine, tra gli altri aggiornamenti va segnalata l’inclusione di nuove tipologie di beneficiari. Le persone fisiche sono ora espressamente considerate tra i soggetti ammissibili, e la riduzione della tariffa incentivante non si applica più a loro in caso di cumulo con il fondo perduto, rendendo quindi economicamente più conveniente aderire a una CER. 

Le nuove frontiere della certificazione F-Gas: cosa potrebbe cambiare per installatori e imprese del settore termoidraulico

Il Regolamento di esecuzione (UE) 2024/2215 introduce requisiti più severi per la certificazione, che destano preoccupazione nel settore. Vediamo nel dettaglio le novità proposte e le criticità sollevate

QUALIFICHE PROFESSIONALI

Il mondo dei gas fluorurati è in piena trasformazione.

Le regole che disciplinano il lavoro quotidiano di installatori e imprese stanno cambiando, e con esse anche gli obblighi legati alla certificazione. Un recente Position Paper di Federchimica Assogastecnici, redatto in risposta alle bozze di Accredia sugli schemi di accreditamento, mette nero su bianco le novità in arrivo e le criticità che il settore dovrà affrontare.

Un nuovo quadro normativo europeo

Il cuore della riforma è il Regolamento di esecuzione (UE) 2024/2215, che introduce requisiti più severi per la certificazione, in linea con quanto previsto dal Regolamento (UE) 2024/573. Con queste disposizioni viene ufficialmente superato il Regolamento 2015/2067, aprendo una fase del tutto nuova.

Gli Stati membri, Italia compresa, hanno un anno di tempo per definire i propri programmi di certificazione. In questo scenario, le bozze elaborate da Accredia rappresentano il primo banco di prova per l’adeguamento nazionale. È proprio su questi schemi che si concentra il documento di Assogastecnici, con osservazioni puntuali sia per le persone fisiche che per le imprese chiamate a operare in conformità ai nuovi Regolamenti di esecuzione (UE) 2024/2215, 2025/625, 2025/627 e 2025/623.

In altre parole, il settore è davanti a una transizione normativa che richiederà attenzione, preparazione e una corretta informazione per non farsi trovare impreparati.

Le novità degli schemi di accreditamento proposti

Le bozze messe in consultazione da Accredia portano cambiamenti rilevanti, sia per chi lavora come tecnico certificato sia per le aziende del settore.

Persone fisiche: sei nuove certificazioni e aggiornamenti obbligatori

Per il personale, lo schema allinea la certificazione al Regolamento (UE) 2024/573 e introduce una grande novità: la suddivisione in sei diverse tipologie di abilitazione, distinte in base al refrigerante utilizzato — dai più tradizionali HFC e HFO fino a ammoniaca (NH3), CO2, idrocarburi (HC) e cicli ORC

La durata della certificazione scende a 7 anni, con un controllo annuale di sorveglianza.

Chi possiede già il cosiddetto patentino F-Gas rilasciato sotto il vecchio Regolamento (2015/2067) non perde il titolo: la validità resta quella originaria di 10 anni. Tuttavia, c’è un passaggio obbligato: entro il 12 marzo 2027 sarà necessario sostenere un esame integrativo per poter operare su apparecchiature con idrocarburi, ORC o sistemi mobili contenenti F-Gas. In altre parole, il certificato resta

valido, ma senza questo aggiornamento non si potrà lavorare su una fetta sempre più ampia di impianti che stanno entrando sul mercato.

Persone giuridiche: verifiche più serrate per le imprese

Anche per le aziende, le regole cambiano. Lo schema recepisce il Regolamento (UE) 2024/573 e i Regolamenti di esecuzione 2024/2215 e 2025/625, portando la durata della certificazione a 7 anni. La novità principale riguarda le modalità di controllo: per le imprese è prevista una verifica iniziale in sede, seguita da controlli documentali e, in fase di rinnovo, una nuova visita. Diverso il caso delle imprese individuali, per le quali la verifica resterà esclusivamente documentale.

Le aziende già iscritte al Registro telematico nazionale non dovranno ricominciare da zero: le certificazioni attuali (in base al 2015/2067) restano valide, ma entro due anni — sempre con scadenza al 12 marzo 2027 — dovranno essere aggiornate per poter includere le nuove attività previste. Nel frattempo, il certificato esistente mantiene la sua validità quinquennale.

Le osservazioni e le richieste di modifica del settore

Il Position Paper di Federchimica Assogastecnici non si limita a fotografare le bozze elaborate da Accredia. Va oltre, avanzando osservazioni critiche e proposte concrete che riflettono le reali esigenze di chi lavora ogni giorno con gli impianti e i refrigeranti.

Costi, mercato e tempi di adeguamento

Il principio ispiratore delle nuove regole è chiaro: innalzare i livelli di sicurezza nella gestione dei gas refrigeranti. Un obiettivo condiviso, ma che porta con sé interrogativi pratici. La preoccupazione maggiore riguarda i costi di adeguamento, soprattutto per professionisti e imprese che hanno già investito nei rinnovi previsti dal regolamento ora abrogato.

Il settore segnala anche un’altra criticità: i soggetti certificatori non sarebbero ancora pronti a coprire appieno l’ambito dei gas alternativi — come ammoniaca, propano e CO2 — sempre più diffusi nelle nuove installazioni.

Per questo, la richiesta è duplice: garantire procedure che riducano i costi per chi ha già esperienza consolidata e introdurre periodi transitori più realistici, capaci di accompagnare il mercato senza forzature. In concreto, si propone di:

• tarare le prove d’esame sulle vere novità tecniche e legislative, evitando di ripetere verifiche su competenze già consolidate;

• rivedere le regole di sorveglianza, puntando su formazione obbligatoria di qualità ma con costi di rinnovo contenuti;

• prevedere tempi di adeguamento più flessibili.

Persone fisiche: gli esaminatori e le prove pratiche

Un altro punto delicato riguarda la qualificazione degli esaminatori. La bozza Accredia prevede un generico requisito di “esperienza quinquennale sul campo”, giudicato troppo vago. Il settore chiede quindi una definizione molto più precisa, con criteri minimi ben strutturati:

• possesso della certificazione F-Gas e comprovata esperienza quinquennale nella formazione e nell’attività pratica con gas fluorurati e infiammabili;

• corsi specifici per refrigeranti alternativi (ad esempio, antincendio per gas infiammabili o patentino per gas tossici per l’ammoniaca), accompagnati da almeno dieci anni di esperienza operativa;

• un percorso di aggiornamento standardizzato per gli esaminatori, gestito da enti di formazione superiore e, dove possibile, finanziato anche con fondi PNRR. Non meno importante il tema delle strutture e delle

attrezzature d’esame. Le associazioni chiedono regole puntuali che definiscano:

• i requisiti minimi dei locali e dei laboratori (spazi, ventilazione, uscite di sicurezza, illuminazione, condizioni ambientali in base al refrigerante);

• le apparecchiature su cui effettuare le prove, che devono rappresentare casistiche professionali reali e coerenti con ciascun tipo di gas;

• la strumentazione necessaria (cercafughe, manometri, pompe del vuoto, recuperatori, bilance), con specifiche chiare su certificazioni e manutenzione.

Esami, sorveglianza e periodo transitorio: le richieste del settore

Dal confronto con le bozze Accredia emergono ulteriori osservazioni pratiche che toccano direttamente l’organizzazione degli esami, la gestione delle certificazioni già acqui-

QUALIFICHE PROFESSIONALI

site e la sorveglianza periodica.

Esami più mirati e sicuri

Gli operatori chiedono che gli esami non vengano svolti in contemporanea per più categorie di patentino, ma organizzati in giornate e sedi diverse. La motivazione è duplice: ragioni logistiche e soprattutto di sicurezza, considerata la grande diversità tecnica tra i refrigeranti. Centrale anche il rispetto dei limiti di carica definiti dal Regolamento UE 2215/2024 per le prove pratiche: meno di 3 kg per la categoria A2 e oltre 3 kg per la categoria A1. shutterstock_232870807

Riconoscimento delle qualifiche già acquisite

Un altro punto chiave riguarda il riconoscimento delle competenze pregresse. Il settore chiede che, oltre agli esami integrativi, sia prevista la possibilità di esenzione totale dalla prova per chi possiede certificazioni equivalenti, evitando costi e duplicazioni inutili. Tra i titoli citati:

• la certificazione EN13313 (ora ISO 22712), che attesta competenze sugli infiammabili a livello europeo;

• l’abilitazione gas tossici (R.D. 9 gennaio 1927, n. 147), rilevante per l’uso dell’ammoniaca;

• la certificazione Real Alternatives, programma di formazione europeo sui refrigeranti alternativi a basso GWP, già riconosciuto a livello comunitario.

Struttura e durata delle prove

L’attuale impostazione degli esami (30% teoria e 70% pratica, con 33 domande in 40 minuti) è ritenuta troppo stringente e poco efficace per verificare conoscenze così diversificate. Da qui la proposta di tornare allo schema precedente: 90 minuti per la parte teorica e 90 per la pratica, calibrati su ciascuna categoria di patentino.

Sorveglianza come occasione di formazione

La sorveglianza periodica viene spesso percepita come un adempimento burocratico o una tassa da pagare. Il settore propone invece di trasformarla in un’occasione di crescita professionale, attraverso un sistema di formazione continua: almeno 20 ore l’anno di corsi riconosciuti, dedicati a nuove tecnologie, normative e buone pratiche operative. In questo modo, il rinnovo non passerebbe più solo da un esame, ma dal percorso formativo del tecnico. Si chiede inoltre di chiarire i criteri della sorveglianza: ad esempio, se gli interventi su HFO e refrigeranti A3 siano equiparabili e come conciliare controlli biennali e attestazioni annuali.

Periodo transitorio: più chiarezza e realismo

Infine, una richiesta cruciale: definire con maggiore precisione il periodo transitorio. Sebbene i certificati attuali restino validi, per lavorare su nuove apparecchiature o su sistemi con idrocarburi servirà l’aggiornamento. Per questo si propone una finestra di almeno due anni dalla pubblicazione del DPR: un tempo minimo per consentire ai tecnici

di adeguarsi senza bloccare il mercato. Senza un numero sufficiente di professionisti abilitati, infatti, il rischio concreto è quello di lasciare scoperta l’assistenza su impianti già oggi in commercio.

La banca dati F-Gas e il riconoscimento del frigorista

Un altro tema caldo riguarda la Banca Dati F-Gas

Nel corso di una riunione del 13 giugno 2025, Ecocerved ha chiarito che nel portale saranno registrati solo gli interventi relativi alle apparecchiature con refrigeranti elencati negli allegati I, II e III del Regolamento 573/2024. Questa interpretazione, tuttavia, sembra in contrasto con la posizione del MASE, motivo per cui si chiedono chiarimenti urgenti sulla portata reale della banca dati.

Le associazioni di settore propongono inoltre di estendere le funzionalità del portale ad altri adempimenti previsti dalla normativa, come il censimento degli impianti

termici previsto dal DPR 74/2013. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: arrivare a un ecosistema digitale unico e integrato, capace di sostituire i registri regionali, semplificare la burocrazia e migliorare il flusso dei dati tra imprese e istituzioni.

Un invito alla collaborazione

Il documento si chiude con un’apertura importante: la disponibilità del tavolo di lavoro — composto da associazioni di categoria e costruttori — a collaborare attivamente con Accredia. Il contributo potrebbe concentrarsi su punti cruciali come:

• la definizione di un protocollo d’esame specifico per la qualificazione degli esaminatori;

• la fissazione dei requisiti minimi delle strutture d’esame;

• la revisione di struttura e durata delle prove;

• lo sviluppo di modelli alternativi per il mantenimento delle competenze

Una collaborazione basata su esperienza tecnica e conoscenza diretta del mercato, che avrebbe l’obiettivo di supportare il legislatore nella costruzione di un sistema di certificazione più solido, credibile e al passo con le esigenze del settore.

Il cambiamento normativo è ormai imminente e il suo impatto sarà profondo. Per affrontarlo, occorre non solo essere informati, ma anche ascoltare le richieste avanzate dalle associazioni di categoria. La sfida è trovare un equilibrio: garantire sicurezza e qualità senza trasformare la certificazione in un onere eccessivo per imprese e professionisti. Il messaggio del settore è chiaro: collaborazione e dialogo sono la strada per costruire un futuro in cui la certificazione sia davvero uno strumento di crescita e non un freno burocratico. 

Strategie di Marketing

SERVIZI STRATEGICI:

SE LI CONOSCI LI USI

I servizi sono ormai fondamentali per farsi percepire come un’azienda moderna e completa. L’abbinata servizio e prodotto è la strategia migliore per soddisfare i propri clienti

In questi nuovi mercati è fondamentale continuare ad evolversi e andare oltre la dimensione della classica azienda installatrice. Per farlo è utile dedicare energie allo sviluppo di servizi a valore aggiunto che permettano un miglior collegamento con le esigenze dei clienti. E quindi viene spontanea una domanda e cioè: “Vince il prodotto o vince il servizio?”

La verità è che vince l’abbinata prodotto e servizio!

In questi nuovi mercati è essenziale dotarsi di una modalità completa, utile per competere a 360°. Chi

commercializza unicamente i prodotti è sempre più sottoposto ad una crescente pressione sui prezzi. Nel senso che i clienti hanno infinite modalità per paragonare i prezzi delle singole tecnologie, e ovviamente lo fanno! Questo vuol dire che è sempre più facile trovare un prezzo ancora più basso di quello trovato il giorno prima. È vero che non sempre un prodotto trovato online risulta anche disponibile, ma a livello di percezione è ormai diffusa la convinzione che il valore reale di qualsivoglia tecnologia la si trova facilmente sul web.

Tutto questo è ben differente rispetto a cosa succedeva sul mercato venti o anche dieci anni fa. Un tempo andare a

verificare online era un’attività meno diffusa e perciò questa pressione competitiva era decisamente più bassa. Un decennio fa l’azienda installatrice era vista maggiormente come il punto di riferimento a cui chiedere informazioni sulla tecnologia da acquistare ed anche i riferimenti di prezzo da conoscere.

Ma in questa ultima decade i concorrenti si sono fatti decisamente più aggressivi. Tra i vari competitor c’è sicuramente la grande distribuzione organizzata (GDO) che ha aumentato, in modo capillare, la presenza sul territorio, andando ad offrire una moltitudine di nuove tecnologie ad uso residenziale e commerciale. Ed ormai, sempre più spesso, viene offerto anche un servizio di installazione, almeno per i prodotti di massa.

E poi il web ha completato l’opera. Nel senso che online è reperibile qualsiasi soluzione tecnologica, non soltanto generica, ma sempre più specialistica e mirata. Inoltre la nuova tendenza dei sistemi plug and play sta portando un vantaggio crescente a chi opera online o appartiene alla grande distribuzione.

Il prodotto da solo non basta, serve il servizio (e soprattutto la professionalità)

In sostanza abbiamo compreso che fornire la sola tecnologia non è realmente più fattibile, poiché la pressione competitiva sui prezzi è veramente alta. Occorre garantire ai propri clienti una vasta gamma di servizi. E serve anche che i clienti percepiscano la professionalità di chi propone i servizi.

Questo è veramente importante.

Chiariamo meglio questo concetto indicando che un tempo si era soliti proporre e vendere la tecnologia, includendo in quel prezzo anche il servizio di installazione. Lo si faceva perché i margini sul prodotto erano decisamente più ampi. E quindi capitava di includere l’installazione in una sorta di pacchetto che includeva tutto. Così facendo però si perdeva il valore dell’installazione che era realmente “annegato” nel prodotto.

Se vi capita di fare così anche oggi, il consiglio è quello di valutare attentamente la situazione.

Sì, perché il vostro cliente si basa molto sulla percezione ed occorre che gli siano presentati dei valori molto chiari e distinti, in modo proprio che possa prenderli in considerazione.

Nei preventivi che mi capita di vedere spesso, noto che le tecnologie vengono presentante per prime, mentre i servizi, come quello di installazione, arrivano per ultimi e con pochi riferimenti.

Credo che sia molto utile “ribaltare” la cosa. Cioè presentare, con dovizia di particolare, i vostri servizi per primi. E qui sorge una domanda importante che mi capita di ricevere spesso: E se al cliente non interessano molto i servizi?

Domanda legittima. E allora diamoci la giusta risposta. Il cliente non è abituato a vedere servizi ben dettagliati, quindi può darsi che inizialmente non si interessi, ed è

anche naturale che vada a vedere il prodotto e il suo prezzo. Beh d’altronde è normale perché tutte le attenzioni sono proprio sul prodotto e sul suo prezzo.

Il vero servizio è quello che risponde ai bisogni del cliente

E allora come agire? La chiave di tutto è portare il dialogo con il cliente dal prodotto alle sue esigenze.

Serve accompagnare, senza contrastare. Intendo che è normale che ci si concentri inizialmente sulle differenti tecnologie e sui loro prezzi. E ci sta che il cliente abbia le sue informazioni, inclusi i prezzi. Ma una volta che questo dialogo è stato soddisfatto, occorre iniziare a domandare al cliente quali sono i suoi bisogni. È utile farlo in modo semplice, approfondendo come vorrà utilizzare quella tecnologia, e se forse, in realtà, gliene serve una differente.

La vostra esperienza vi facilita il compito, perché sarà facile creare una lista di domande che vanno ad esplorare il completo utilizzo che farà il cliente. E di domanda in domanda emergeranno tutte le esigenze.

E cosa soddisfa veramente questi bisogni? Il prodotto? O più probabilmente il servizio? Anzi, quello che soddisfa veramente è l’abbinata Prodotto-Servizio, ben dettagliata e formulata.

Per questo i servizi sono realmente strategici in questa epoca. I servizi possono essere abbinati ad un prodotto o anche essere autonomi. E la cosa importante è che i Servizi creano una grande percezione di Valore.

Quali sono i servizi e come personalizzarli e valorizzarli

Il primo servizio è chiaramente l’installazione che se ben specificata può certamente trasmettere un ottimo livello di professionalità, andando a soddisfare le esigenze in maniera unica e flessibile. Il consiglio è di evitare di presentare un’installazione di tipo standard ma piuttosto di crearla sempre personalizzata, in base ai bisogni espressi dal cliente.

Ogni elemento contribuisce alla customizzazione, dai tempi di installazione al livello di garanzie che si forniscono in relazione all’impianto. Certo le minime garanzie di Legge devono sempre essere fornite, ma è intelligente creare una sorta di livelli crescenti, con benefici maggiori.

E anche la consulenza iniziale è utile che sia descritta, proposta e valorizzata in termini di servizio.

È chiaro che si può omaggiare o meno, in relazione alla situazione, ma è realmente efficace che sia descritta e comunicata ai potenziali clienti, in modo da farsi identificare come azienda professionale e specializzata nell’ambito dei servizi.

E quale servizio più strategico dell’assistenza? L’assistenza è un servizio che da una grande percezione di Valore perché è una Garanzia Implicita. E anche in questo caso modularla in base alle esigenze dei clienti è fondamentale, perché va a soddisfare i bisogni in modo mirato ed attento.

Perché nessun prodotto può essere così personale come un servizio. 

UN NUOVO PROGETTO RESIDENZIALE DI LUSSO

TRA TECNOLOGIAARCHITETTURA, E QUALITÀ DELLA VITA

Nel cuore dell’EUR, il progetto abitativo

126Martini ridefinisce il concetto di residenza urbana coniugando rigore architettonico, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale

Un nuovo paradigma dell’abitare prende forma a Roma, nel quartiere EUR. Si chiama 126Martini e fonde design architettonico, tecnologia ed efficienza energetica per offrire nuovi standard di comfort e qualità della vita. Un’iniziativa che rappresenta una visione evoluta dell’appartamento urbano, dove luce naturale, benessere psicofisico e attenzione all’ambiente si incontrano in un equilibrio progettuale misurato e funzionale.

Sviluppato e promosso da CAM Group, il progetto 126Martini si

distingue per la forte identità architettonica: grandi pareti vetrate, prospetti trasparenti e l’integrazione di ampie serre bioclimatiche ne permettono l’inserimento armonioso con il contesto circostante, simbolo riconosciuto di modernità e razionalismo.

Lusso sostenibile per un abitare consapevole

Ogni unità abitativa è concepita per offrire un’esperienza residenziale di alto profilo, dove materiali pregiati e tecnologie all’avanguardia creano ambienti eleganti, salubri e performanti. La classe energetica

A è ottenuta grazie all’impiego di soluzioni tecniche e impiantistiche studiate con attenzione per massimizzare l’efficienza e la sostenibilità dell’edificio, riducendo al minimo gli sprechi, contenendo i costi e ottimizzando il consumo di risorse.  “Le serre bioclimatiche collocate all’interno delle logge consentono di captare l’irraggiamento solare durante le ore diurne e di rilasciare progressivamente il calore accumulato –spiega l’Ing. Andrea Marinelli di CAM Group – riducendo così l’utilizzo di altre fonti di energia per il riscaldamento degli ambienti. Anche la gestione dell’acqua è oggetto di un’attenta progettazione: un sistema centralizzato di decalcificazione è affiancato da una tecnologia di filtraggio e mineralizzazione dell’acqua potabile. Inoltre, all’interno di ogni unità abitativa, miscelatori aria-acqua di ultima generazione favoriscono un utilizzo idrico più efficiente e responsabile”.

Ventilazione intelligente integrata nell’architettura degli interni

Per garantire un microclima salubre e la massima qualità abitativa, negli appartamenti sono state installate delle unità di ventilazione meccanica controllata decentralizzata, che consentono non solo il ricambio costante dell’aria, ma anche il filtraggio di pollini, batteri,

agenti inquinanti e polveri sottili. In ogni abitazione sono stati installati i sistemi Helty Flow40, progettati per essere inseriti all’interno della muratura e lasciare a vista solo l’elegante cover del pannello comandi, da cui l’utente può regolare le prestazioni e gestire le funzionalità della VMC.

“Abbiamo optato per la ventilazione decentralizzata – commenta l’Ing. Andrea Marinelli di CAM Group – per evitare canalizzazioni invasive e controsoffitti che avrebbero compromesso la qualità architettonica degli ambienti, imponendo di rinunciare a una parte importante dello spazio abitabile. Il sistema Flow40 di Helty, infatti, scompare nella parete, non necessita di tubazioni e combina eccellenti prestazioni con un ingombro pari a zero. Il nostro obiettivo è garantire un’esperienza abitativa d’eccellenza non solo in termini di salubrità, ma anche dal punto di vista estetico, in modo che ogni resi-

dente possa vivere felicemente, senza rinunce e secondo il proprio stile”.  Efficiente e performante, ogni unità di VMC Helty Flow40 integra di serie un sensore igrometrico che monitora i livelli di umidità, un filtro F7 - ePM2,5 65% in grado di abbattere oltre il 65% del particolato PM2,5 e uno scambiatore di calore entalpico a flussi incrociati, che consente di recuperare fino al 91% del calore contenuto nel flusso d’aria in uscita e di utilizzarlo per pre-temperare quello in entrata, migliorando il bilancio termico complessivo dell’involucro edilizio. Per le tecnologie adottate, 126Martini non è solo un luogo di abitare, ma spazio di rigenerazione quotidiana, costruito attorno ai bisogni reali delle persone: luce, aria pulita, relazione con l’ambiente esterno. Un progetto pensato per chi desidera vivere Roma da una nuova prospettiva, tra design, comfort, innovazione e natura. 

SIME INVESTE NEL FUTURO E RINNOVA IL LABORATORIO R&D

SIME, azienda veronese con oltre cinquant’anni di storia nel settore del riscaldamento e del comfort domestico, annuncia l’inaugurazione del nuovo Laboratorio di Ricerca e Sviluppo presso la sede principale di Legnago. L’investimento, di quasi 2 milioni di euro, rappresenta una scelta strategica in linea con le politiche europee orientate alla decarbonizzazione ed alla sostenibilità ambientale e rientra in un piano industriale più ampio che mira a rafforzare la presenza manifatturiera in Italia.

Un laboratorio all’avanguardia per le energie rinnovabili I nuovi investimenti realizzati nel laboratorio R&D consentono a SIME di posizionarsi ai vertici del settore per capacità di sviluppo e certificazione dei prodotti green: dal full-electric delle pompe di calore ai gas rinnovabili come idrogeno e biometano, con un approccio multitecnologico che risponde alle diverse esigenze degli impianti europei.

Tra le principali novità:

• Due nuove camere climatiche per certificare pompe di calore elettriche o ibride, secondo le più stringenti normative europee, in condizioni climatiche estreme di temperatura e umidità. Si tratta di strutture di ultima generazione, compatibili con gas refrigeranti a basso impatto ambientale e dotate di tutte le sicurezze per test con idrogeno e gas rinnovabili.

• Aggiornamento delle postazioni di test per caldaie e sistemi ibridi con l’inserimento di strumentazione e sicurezze per idrogeno e altri gas rinnovabili.

• Una nuova sala per prove di rumore per sviluppare prodotti sempre più performanti e silenziosi.

• Una nuova sala per test di compatibilità elettromagnetica (EMC)

a garanzia della massima affidabilità dei prodotti.

• Un nuovo sistema di raccolta dati totalmente digitalizzato per ridurre i tempi di prova e ottimizzare il processo di sviluppo.

Il laboratorio SIME, il primo in Italia ad aver ottenuto nel 2001 l’accreditamento per prove CE su caldaie, comprende inoltre:

• Nove postazioni per la certificazione di caldaie a gas, gasolio, pellet e legna con potenze fino a 1.200 kW.

• Una sala di simulazione impiantistica per la messa a punto di termoregolazioni.

• Un reparto affidabilità con 12 postazioni di test vita accelerata.

• Un’officina di prototipazione interna.

Queste strutture, nel loro insieme, rafforzeranno la capacità di SIME di sviluppare nuovi prodotti affidabili e innovativi e saranno al tempo stesso un prezioso supporto per la formazione dei centri assistenza e dei principali clienti.

Un approccio pragmatico con vantaggi per tutta la filiera

Il mercato delle pompe di calore in Europa incontra ancora barriere tecniche ed economiche, soprattutto negli edifici esistenti. SIME propone un approccio pragmatico con soluzioni innovative capaci di generare vantaggi per tutta la filiera.

• Per gli installatori e centri assistenza: prodotti più facili da installare, tempi e complessità ridotti, formazione continua e mirata sulle nuove tecnologie.

• Per gli utenti finali: soluzioni innovative per il risparmio energetico grazie a prodotti compatti, silenziosi e con minimo impatto nella sostituzione dei vecchi apparecchi.

• Per distributori e rivenditori: prodotti costantemente adeguati alle normative e alle richieste del mercato, con tempi di risposta più rapidi.

NUOVO POLO EUROPEO PER L’ELETTRONICA HVAC&R: BITZER

ITALIA AMPLIA LA PROPRIA OFFERTA CON I PRODOTTI OJ

ELECTRONICS

Controlli digitali avanzati per unità di trattamento aria, drive per ventilatori e compressori, termostati per riscaldamento elettrico a pavimento e inverter per applicazioni HVAC&R sono alcuni dei principali prodotti OJ Electronics che, in base agli accordi presi, saranno rappresentati ufficialmente su tutto il territorio nazionale da BITZER Italia, un vero e proprio partner di riferimento per progettisti, installatori e operatori, che potrà così ampliare la propria offerta con una gamma completa di soluzioni elettroniche per il settore HVAC&R. Tecnologie che consentiranno di sviluppare impianti più intelligenti, sostenibili e connessi, grazie ad esempio all’automazione avanzata per una gestione flessibile degli impianti, a interfacce utente evolute per applicazioni residenziali, commerciali e industriali, ma anche a servizi di supporto quali formazione tecnica, assistenza alla progettazione e strumenti digitali.

WIN NXT GEN è il claim che condensa alla perfezione la vision incentrata sull’innovazione dell’azienda danese OJ Electronics, fondata nel 1964 e riconosciuta per la sua eccellenza nello sviluppo di componenti elettronici per sistemi HVAC e riscaldamento elettrico a pavimento. Integrare soluzioni elettroniche intelligenti per aumentare l’efficienza energetica e la connettività dei propri sistemi è invece il cuore della strategia “More than a compressor” di BITZER, player globale nella tecnologia della refrigerazione, del condizionamento e delle pompe di calore.

Con l’acquisizione di OJ nel 2023 BITZER, insieme a BITZER Electronics in Danimarca e WURM in Germania, da vita ad un vero e

proprio polo Europeo per l’innovazione elettronica, con oltre 500 dipendenti specializzati e un fatturato che supera i 180 milioni di euro. Una straordinaria fase di crescita a beneficio dell’intero mercato, ancora più importante in un momento storico di particolare complessità sotto tanti punti di vista, come quello che stiamo vivendo. Il nuovo polo rappresenta infatti un punto di riferimento per la progettazione e la produzione di soluzioni elettroniche avanzate, pienamente conformi alle normative europee in materia di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2 “È grazie alla sinergia tra OJ Electronics e BITZER Electronics, entrambe con sede a Sønderborg, che la nostra azienda può vantare la creazione di un polo europeo per l’innovazione elettronica HVAC altamente specializzato - commenta Gianni Parlanti, Amministratore Delegato di BITZER Italia - Questa importante acquisizione non soltanto ha consolidato la posizione globale di BITZER, ma rappresenta anche un’opportunità concreta per il mercato italiano di accelerare il percorso verso un futuro HVAC&R più digitale, efficiente e sostenibile, migliorando la qualità delle installazioni e la competitività delle imprese italiane”.

BITZER si distingue dunque, ancora una volta, per la forte vocazione all’innovazione, che guida ogni aspetto della sua visione strategica. L’impegno è costante: anticipare le esigenze del mercato con soluzioni all’avanguardia, adottare nuove tecnologie che possano contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi dei clienti e integrare la sostenibilità in tutte le fasi del processo produttivo.

AVICOLA BACCO SCEGLIE LA REFRIGERAZIONE SOSTENIBILE CON LE SOLUZIONI CAREL

Avicola Bacco, azienda leader nella lavorazione di carni avicole, ha completato un importante progetto di ammodernamento del proprio stabilimento adottando un sistema di refrigerazione a CO2, sviluppato con le soluzioni CAREL e realizzato da MD Service Refrigerazione. L’obiettivo: garantire la massima qualità dei prodotti, ridurre i consumi energetici e contribuire a un futuro più sostenibile.

Fondata nel 1964 e specializzata nella lavorazione di carni d’anatra e oca, Avicola Bacco ha deciso di abbandonare i refrigeranti sintetici ad alto impatto ambientale, puntando su un impianto basato sul refrigerante naturale R-744. La nuova infrastruttura comprende 12 celle frigorifere con temperature variabili da -18 °C a +15 °C, ognuna gestita con estrema precisione grazie a controllori elettronici CAREL.

Centrale transcritica a CO2

Il cuore del sistema è una centrale transcritica a CO2 con eiettore modulante, controllata da un pRack p300T HS, che assicura effi-

cienza anche nei periodi più caldi. Il progetto è stato sviluppato da MD Service Refrigerazione che, oltre all’installazione, ha garantito un’integrazione completa dei sistemi di controllo e supervisione, con piattaforma boss CAREL in grado di monitorare in tempo reale i dispositivi dell’impianto e gestire i consumi energetici.

Efficienza, risparmio energetico e sostenibilità

Grazie a questa innovazione, Avicola Bacco ha ottenuto benefici concreti: ottimizzazione della qualità e freschezza delle carni, risparmi energetici e operativi, riduzione dei costi di manutenzione e un impatto ambientale significativamente ridotto. “La tecnologia CAREL ci ha permesso di migliorare il controllo sulla conservazione delle nostre carni avicole, combinando efficienza, risparmio energetico e sostenibilità”, ha dichiarato Matteo Bacco, confermando l’impegno dell’azienda verso qualità e rispetto per l’ambiente.

IMMERGAS INVESTE NEL FUTURO DEL TERRITORIO

È stato inaugurato, martedì 16 settembre 2025, a Brescello il nuovo Centro Distribuzione Ricambi Immergas, una struttura all’avanguardia che si estende su una superficie di 4.000 metri quadrati, frutto di un investimento di 4 milioni di euro. Il progetto rappresenta un ulteriore tassello nel percorso di innovazione tecnologica intrapreso dall’azienda emiliana.

Prima realtà nel settore del comfort climatico ad implementare il sistema Autostore, il nuovo polo logistico aumenta la capacità di stoccaggio precedente e si inserisce in un più ampio piano di trasformazione digitale. Il sistema si compone di una griglia modulare composta da 18.500 contenitori impilati verticalmente, all’interno della quale operano robot che si muovono sulla parte superiore della struttura, prelevando e riposizionando i contenitori secondo logiche imposte dall’algoritmo che li governa.

La struttura dialoga in tempo reale con il sistema gestionale Intellimag, recentemente introdotto dall’azienda per ottimizzare i flussi logistici e produttivi. «L’implementazione del sistema Autostore rappresenta un salto tecnologico significativo nel nostro settore», sottolinea Renato Morelli, Direttore Service Immergas. «Questa tecnologia ci permette di gestire oltre 8.000 codici ricambio con una precisione e una velocità mai raggiunte prima, garantendo ai nostri clienti un servizio post-vendita ancora più efficiente e tempestivo.»

«Questo investimento - aggiunge Alfredo Amadei, Presidente del Gruppo Immerfin - conferma la volontà di Immergas di continuare a crescere puntando sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità. Il nuovo Centro rappresenta un’evoluzione significativa nella gestione della logistica e dello stoccaggio dei nostri prodotti, consentendoci di rispondere in modo sempre più efficiente alle esigenze del

mercato.»

All’inaugurazione ha partecipato anche Iván Ramiro Córdoba, Brand Ambassador Immergas, che ha accolto i numerosi Centri di Assistenza Tecnica presenti all’evento. La presenza dell’ex difensore dell’Inter ha sottolineato l’importanza che l’azienda attribuisce al rapporto con la propria rete di assistenza tecnica, elemento fondamentale per garantire un servizio d’eccellenza ai clienti finali.

Il nuovo Centro Distribuzione Ricambi si integra perfettamente con il sistema di gestione digitalizzata già presente negli stabilimenti Immergas, che include magazzini automatici e verticali, garantendo un flusso continuo e sincronizzato delle movimentazioni. Questa automazione permette di ottimizzare i tempi di evasione degli ordini e garantisce una tracciabilità completa dei prodotti.

«La scelta di investire in tecnologie avanzate – prosegue il Presidente Amadei - riflette la nostra visione di lungo periodo: dalla produzione della prima stufa a gas nel 1964, Immergas ha continuato a evolversi, anticipando le esigenze del mercato e puntando sempre su innovazione e qualità. Oggi, con l’implementazione di sistemi integrati che combinano caldaie ad alta efficienza, pompe di calore e soluzioni per la produzione di acqua calda sanitaria e climatizzazione, confermiamo il nostro impegno verso un futuro sempre più sostenibile e digitalizzato.»

Il nuovo Centro si inserisce in un piano più ampio di trasformazione digitale che ha visto l’azienda implementare soluzioni innovative in cinque stabilimenti, coinvolgendo sia le sedi italiane che quelle estere. Un progetto che ha portato all’eliminazione del supporto cartaceo nelle operazioni quotidiane e all’introduzione di logiche di approvvigionamento più efficienti.

LE POMPE DI CALORE DI JOHNSON CONTROLS ALIMENTERANNO LA CITTÀ DI ZURIGO SFRUTTANDO IL

CALORE RESIDUO RIUTILIZZATO

Johnson Controls, leader mondiale nella realizzazione di edifici intelligenti, sani e sostenibili, ha annunciato che convertirà il calore residuo in energia utile per la città di Zurigo attraverso un nuovo progetto di incenerimento dei rifiuti promosso dai servizi municipali di Zurigo ERZ (Entsorgung & Recycling Zurich). L’iniziativa prevede l’ampliamento dell’impianto con una terza linea di produzione e il recupero dell’energia termica dai gas di scarico. Le pompe di calore di Johnson Controls immetteranno questa energia nella rete di teleriscaldamento, fornendo ulteriore riscaldamento a circa 15.000 abitazioni. La soluzione, che entrerà in funzione nel 2027, è una delle più grandi in Europa ad utilizzare l’ammoniaca, un refrigerante a potenziale di riscaldamento globale (GWP) pari a zero, per una pompa di calore di queste dimensioni. Secondo la European Heat Pump Association, il riscaldamento rappresenta oltre il 60% del consumo energetico nell’industria europea e vi è una grande opportunità per soddisfare questa domanda utilizzando fonti di energia termica ambientale o di scarto liberamente disponibili. Le stime suggeriscono che il calore inutilizzato nell’Unione Europea sarebbe sufficiente a garantire il riscaldamento centralizzato e acqua calda per tutti i Paesi membri. Le pompe di calore possono recuperare questa energia – ad esempio da terra, acqua, aria o processi

industriali – e sono generalmente da tre a quattro volte più efficienti rispetto ai metodi tradizionali. “Il calore in eccesso, una delle più grandi fonti di energia ancora inutilizzate, rappresenta un enorme potenziale per le aziende, che possono così ridurre i costi operativi e diventare più resilienti, raggiungendo al contempo gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio”, ha dichiarato Richard Lek, presidente EMEA di Johnson Controls. “Solo nel 2024, Johnson Controls ha contribuito a abbassare le spese dei clienti del 53% e le emissioni del 60% rispetto alle tradizionali caldaie alimentate a gas naturale. Siamo orgogliosi di collaborare con ERZ in questo progetto innovativo e di valorizzare le grandi opportunità offerte dalle fonti di energia termica di scarto, contribuendo allo sviluppo di città più efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili”. Per la città di Zurigo, Johnson Controls fornirà una soluzione personalizzata di pompe di calore con sei compressori a vite ad alte prestazioni, per una potenza totale di sistema pari a 42 MW. Le heat pump estrarranno energia termica a bassa temperatura dai gas di scarico di un grande impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, aumentando significativamente l’efficienza complessiva dell’impianto. Per massimizzare l’estrazione del calore residuo e incrementare ulteriormente l’efficienza, le unità saranno installate come tre coppie di pompe di calore in serie, riducendo il dislivello termico richiesto e prevedendo un aumento dell’efficienza fino al 30%. Inoltre, le condizioni operative sono ideali per le heat pump, che entreranno in funzione per prime in un sistema che sfrutta diverse fonti di energia termica, consentendo di alzare la temperatura prima della reimmissione nella rete. In questo modo si garantisce la massima efficienza complessiva dell’impianto.“La città di Zurigo è fortemente impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 e una parte fondamentale di questo obiettivo è l’aumento della distribuzione di calore privo di emissioni. Collaborando con Johnson Controls, diamo un ulteriore impulso alla transizione energetica e apriamo la strada a un futuro più sostenibile”, ha dichiarato Jürg Bruder, ERZ.

MIDEA DIVENTA NUOVO MAIN PARTNER DEL FC BARCELONA

Midea e il FC Barcelona sono orgogliosi di annunciare che il marchio leader mondiale negli elettrodomestici diventerà Main Partner dei campioni de La Liga e della Copa del Rey a partire dalla stagione 2026/2027. Lo storico accordo di 5 stagioni prevede la presenza del logo Midea sulla manica di tutte le maglie da gara e di allenamento del FC Barcelona, oltre ad un’ampia visibilità del brand durante le partite casalinghe de La Liga.

Il 2 settembre, la dirigenza di Midea ha visitato lo Spotify Camp Nou, dove l’accordo è stato firmato da Lewis Fu, Presidente di Midea International Business, e Rafael Yuste i Abel, Primo Vicepresidente del FC Barcelona.

“Sarà un onore per il FC Barcelona accogliere Midea, a partire dalla stagione 2026/27, nella grande famiglia del Barça,” ha dichiarato Rafael Yuste. “La sua leadership nel campo delle soluzioni smart per la casa e il suo impegno nella ricerca e nell’innovazione sono perfettamente in linea con lo spirito di un Barça proiettato verso il futuro. Questa alleanza dimostra ancora una volta la forza del nostro marchio come polo di attrazione per aziende

internazionali che ci vedono come una partnership strategica per i loro progetti.”

“Il FC Barcelona è uno dei club di maggior successo di tutti i tempi e una delle squadre sportive più popolari al mondo,” ha dichiarato Lewis Fu. “Siamo entusiasti di iniziare una lunga partnership in cui Midea e FC Barcelona sono entrambi i numeri uno dentro e fuori dal campo.”

La squadra ha vinto 28 titoli de La Liga e 5 Champions League, diventando uno dei club di maggior successo di sempre. Questa gode anche di una popolarità globale con oltre 430 milioni di followers online, un pubblico televisivo annuale di 400 milioni e 2 milioni di maglie vendute ogni anno.

Il FC Barcelona si unisce così alla crescente lista di sponsorizzazioni calcistiche di Midea, che comprendono anche competizioni nazionali come l’AFC Asian Cup 2027, la CAF Cup of Nations 2025 e la CONCACAF Gold Cup 2025, oltre a tornei per club come l’AFC Champions League Elite e la CONMEBOL Copa Sudamericana.

OS HOLDING ACQUISTA IL 30% DETENUTO DA ALTO PARTNERS E RAGGIUNGE IL 100% DI OLIMPIA SPLENDID

OS Holding Srl che già detiene il 70% del capitale sociale di Olimpia Splendid, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti per la climatizzazione, il trattamento dell’aria e per il riscaldamento, acquista il restante 30% dal fondo di private equity gestito da Alto Partners Sgr Spa. Con questa operazione, le famiglie bresciane Saccone e Dalla Bona - che detengono la maggioranza di Olimpia Splendid dal 1989 e che guidano l’azienda con il presidente Roberto Saccone, l’amministratore delegato Marco Saccone e il direttore R&D Francesco Saccone - tornano proprietarie del 100% dell’azienda.

Nel periodo di permanenza del fondo, che aveva acquisito nell’aprile 2019 la quota del 30% di Olimpia Splendid attraverso un’operazione prevalentemente di aumento di capitale, sono state avviate iniziative strategiche finalizzate allo sviluppo della presenza sui mercati internazionali, il lancio di nuovi prodotti ed il completo rinnovamento delle linee produttive.

In particolare, sul fronte dello sviluppo internazionale, da segnalare l’acquisizione nel luglio 2020 di un distributore con sede in Australia e in Nuova Zelanda, nonché l’apertura nel gennaio 2020 di una filiale a Dallas, USA, mercato che oggi rappresenta oltre il 10% del fatturato con ottime prospettive di crescita. Il Gruppo ha interamente rinnovato il sito produttivo di Cellatica con l’intento strategico di valorizzare il proprio made in Italy. È stato completato il rinnovo della fabbrica con l’installazione di linee produttive multiprodotto 5.0 ad alta efficienza ed automatizzazione. Queste linee di assemblaggio hanno reso possibile la fabbricazione di pompe di calore innovative con gas naturali ad impatto ambientale minimo, che hanno riscosso un ottimo successo nei mercati internazionali. L’impegno ambientale e sociale del Gruppo è rappresentato nel bilancio di sostenibilità che viene redatto dal 2020 e che nel 2025 segna una riduzione della C02 emessa del 28% (scope 1 e 2), percorso in linea con l’obiettivo strategico che prevede la carbon neutrality per il 2040. Nel percorso sviluppato con Alto Partners, il Gruppo ha pressoché raddoppiato fatturato ed EBITDA raggiungendo nel 2024 un fatturato

di 113 milioni (di cui il 54% in Italia), ed un EBITDA di circa 10 milioni. Nel 2025 l’obiettivo del Gruppo è di superare i 120 milioni di fatturato avendo registrato nel primo semestre una crescita del 10% rispetto al 2024. Tale crescita si accompagna altresì ad una buona generazione di cassa che porterà all’azzeramento dell’indebitamento finanziario netto. Al fine di dotare la Società delle risorse necessarie per sostenere un solido percorso di sviluppo, è stato anche intrapreso un percorso di rafforzamento della struttura organizzativa, che ha portato il Gruppo ad incrementare il proprio organico da 117 a 155 persone con particolare focus nel reparto Ricerca e Sviluppo.

A seguito dell’operazione di acquisto delle quote da Alto Partners, il Presidente di Olimpia Splendid Roberto Saccone spiega che: “Grazie al percorso sviluppato insieme ai nostri Partner, che ringraziamo per questi anni di proficua collaborazione, l’azienda di famiglia è cresciuta e si è sviluppata diversificando mercati e prodotti. I rappresentanti delle famiglie proprietarie di Olimpia Splendid hanno deciso di reinvestire nella società con entusiasmo con l’obiettivo di avviare un’ulteriore fase di sviluppo ed espansione puntando su innovazione, sostenibilità e crescita sui mercati internazionali”.

Federico Zaffaroni e Stefano Baiardo, Director e Senior Transaction Advisor di Alto Partners, che hanno seguito l’operazione aggiungono che: “Siamo molto soddisfatti per aver creduto in Olimpia Splendid ed insieme aver raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati in fase di investimento; Olimpia Splendid rappresenta l’ottava exit di Alto Capital IV a cui, dopo solo 8 anni, rimane oggi in portafoglio un’unica partecipazione. Negli anni Olimpia Splendid ha registrato una crescita importante non solo in termini di fatturato ma anche e soprattutto in termini di capacità gestionale, qualità e gamma prodotti; crescita riconosciuta ed apprezzata dal mercato come testimoniato dall’interesse registrato per la Società. Siamo certi che Olimpia Splendid, sotto la guida delle famiglie Saccone e Dalla Bona, che ringraziamo per il costante impegno profuso negli anni, abbia oggi tutte le carte in regola per raggiungere gli ulteriori obiettivi di crescita che si è posta per il prossimo futuro.”

TECE E HIDROBOX: UN CERSAIE ALL’INSEGNA

DELL’INNOVAZIONE

CONDIVISA

Si è conclusa con grande successo l’edizione 2025 di CERSAIE, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, che ha visto TECE e Hidrobox protagonisti con uno stand condiviso dal concept “Due brand. Una visione. Possibilità illimitate”. Per la prima volta, i due brand hanno presentato congiuntamente la loro offerta, a seguito dell’integrazione di Absara Industrial SLU (Hidrobox) all’interno del gruppo TECE SE. Un’alleanza strategica che ha subito suscitato interesse tra professionisti del settore, attratti da un approccio integrato che combina ingegneria invisibile e design visibile, innovazione tecnica ed estetica contemporanea. “Lo stand condiviso ha rappresentato perfettamente la nostra visione di un bagno completo, funzionale e bello da vivere,” afferma Angela Sarcinelli, Responsabile Vendite e Marketing TECE Italia. “L’entusiasmo dei visitatori ha confermato la forza di questa sinergia, nata da valori condivisi come qualità, innovazione e attenzione al cliente.” Durante i cinque giorni di manifestazione, lo spazio espositivo al Padiglione 22 | Stand B115 ha accolto un pubblico numeroso e qualificato, incuriosito dalla perfetta integrazione tra:

- le canalette doccia TECEdrainway e i piatti doccia in Scene di Hidrobox, - il nuovo WC bidet TECEneo, - le placche di comando TECE, - e le eleganti soluzioni in solid surface per lavabi, vasche e piatti doccia, come il modello Beta Evoque.

Grande interesse ha suscitato la possibilità di coordinare finiture e colori tra i prodotti dei due marchi, offrendo così una continuità totale nel design dello spazio bagno. Il successo dello special event di mercoledì 24 settembre, organizzato presso lo stand, ha ulteriormente rafforzato il legame con clienti e stampa. Un momento di incontro informale ma significativo, per raccontare il percorso di integrazione e guardare insieme alle nuove possibilità aperte da questa collaborazione.

TECE e Hidrobox escono da CERSAIE 2025 con un messaggio chiaro: il futuro del bagno è integrato, coerente, e costruito sull’ascolto delle esigenze reali di chi progetta e vive gli spazi.

“IL CLIMA IDEALE? È UNA QUESTIONE DI ESPERIENZA”:

AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA CORPORATE RDZ PER RACCONTARE I SUOI VALORI CHIAVE, EXPERTISE E STORICITÀ

In un mondo che corre veloce verso l’innovazione, c’è un valore che non perde mai la sua forza: l’esperienza. Ed è proprio su questo caposaldo che RDZ fonda la sua nuova campagna istituzionale, dal claim potente e identitario: “Il clima ideale? È una questione di esperienza.” Si tratta della sintesi perfetta di un lungo percorso costruito con pazienza, professionalità e dedizione, pur con uno sguardo costante verso il futuro. Forte di quasi mezzo secolo di storia, RDZ non è solo un produttore di sistemi radianti: è un partner strategico per progettisti, installatori e imprese, capace di unire affidabilità e innovazione in ogni fase, dalla progettazione alla posa, fino alla formazione continua con RDZ Academy. Una campagna che parla di persone, competenze e futuro, con al centro un unico, inconfondibile protagonista: il benessere climatico firmato RDZ.

Tre le declinazioni della multisoggetto, che sarà veicolata su tutti i canali di comunicazione ufficiali, sia online che offline, con l’obiettivo di mettere in luce altrettanti aspetti che rendono RDZ un player unico nel suo genere: la fase di pre-vendita e supporto consulenziale, la produzione interna e il servizio di posa.

Grazie agli uffici progettazione e pre-vendita, il team di RDZ offre un supporto tecnico completo nella scelta e configurazione dei sistemi. Il dipartimento posa è a disposizione per affiancare i clienti in lavori di grandi dimensioni o nell’installazione di sistemi più complessi. La presenza di uno stabilimento produttivo interno consente di

monitorare ogni fase del processo, garantendo qualità costante e ottimizzazione delle performance dei prodotti. L’azienda, da sempre attenta alla crescita professionale dei propri dipendenti e degli operatori del settore, può contare su un team interno coeso e qualificato che ogni giorno supporta progettisti, installatori, architetti e imprese di costruzione con una gamma completa di prodotti e servizi.

Nata in provincia di Treviso nel 1978, RDZ è diventata rapidamente un punto di riferimento a livello nazionale nel settore del riscaldamento a pavimento. Un traguardo importante è arrivato nel 2011, con la trasformazione in Società per Azioni e l’inaugurazione della sede di Sacile (PN), un insediamento industriale di 24.000 m².

Entrata a far parte del gruppo Caleffi S.p.A. nel gennaio 2005, RDZ ha continuato a investire nella ricerca e nello sviluppo di sistemi sempre più efficienti: soluzioni capaci di coniugare prestazioni e risparmio energetico, progettate per garantire il massimo comfort in ogni ambiente e pensate per offrire a progettisti e installatori un’ampia scelta di alternative versatili e affidabili.

Nel 2018 nasce lo stabilimento per la produzione di macchine per il trattamento dell’aria, trasferito poi in una struttura più ampia, che ha permesso di adeguare la capacità produttiva alle crescenti richieste del mercato. Nel 2020 prende vita RDZ Academy, un progetto di formazione e crescita professionale che si è affermato come pilastro fondamentale dell’offerta formativa dell’azienda e rappresenta la naturale evoluzione del know-how aziendale: un patrimonio di conoscenze che, trasformato in insegnamento, diventa valore condiviso e strumento a disposizione di dipendenti, clienti e partner per supportarli nel loro lavoro quotidiano.

Un percorso che testimonia come la vera forza di RDZ stia nell’esperienza maturata e nella capacità di tradurla in soluzioni e competenze concrete, al servizio di chi, ogni giorno, costruisce il comfort di domani.

I PROFESSIONISTI

DEL SETTORE

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PIEMONTE/VALLE D’AOSTA

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TO CIRIE' B.P. TERMOSANITARI S.r.l. Via Taneschie, 14

AL CASALE MONFERRATO DOMOGAS s.a.s. di Cavalli Elisabetta e C. Via Turcotti, 6/8 Z.I.

TO IVREA F.I.R. di BARCAROLO MARIO S.r.l. Via Grande, 5

AO AYMAVILLES I.T.S. JERUSEL GIDIO S.r.l. Frazione Folliex, 26

CN TORRE SAN GIORGIO IDROCENTRO S.p.A. Via Giolitti, 100 Strada Statale Per Saluzzo Km. 29

CN MADONNA DELL'OLMO IDROTERM S.r.l. Via Canonico F. V. Rossi, 15

AL BISTAGNO NUOVA BB S.r.l. C.so Roma 21 (ex. Ss 30)

011-8022020

011-9208975

"0125-615538

0165-902294

Tel. 0172-9121

0171-410500

0144-79492

BI GAGLIANICO S.I.R.A. S.r.l. Via Matteotti, 66/68 13894 Tel. 015-541653

TO TORINO SIRT S.r.l. C.so Verona, 5 10152 Tel. 011-2489914

TO CALUSO Società Italo Francese S.r.l. Via Marconi, 107

TO TORINO UGROTE S.p.A. Via Giacomo Medici, 112

"011-740976 LIGURIA

SV CISANO SUL NEVA ANDREETTO S.r.l. Via Benessea, 15

IM SANREMO BIESSE DI CORRADINI S.r.l. Via Armea, 148

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MB CESANO MADERNO COMFORT FORNITURE S.r.l. Via Po, 14

BG ALBINO EREDI PIANTONI S.r.l. Via Sotto Provinciale, 1/4

BG ROGNO FARDELLI ERNESTO & C. s.a.s. Via Rondinera, 49/A

MI MILANO GRUPPOBEA S.p.A. Via Vincenzo Toffetti, 31

VA CASSANO MAGNAGO HYDRA S.r.l. Via Bonicalza, 44

MN PORTO MANTOVANO IDRACO S.r.l. (Gruppo Comini) Via Bachelet, 65

MI MILANO IDRORICAMBI S.r.l. Corso San Gottardo, 15

MI CINISELLO BALSAMO MIAR S.r.l. Via Monfalcone, 15

LC CALCO PRESSIANI S.r.l. Via 11 Settembre, 10

Tel. "035-773405

Tel. 035-977122

Tel. 02-573731

Tel. 0331-202941

0376-1897081

BO ALTEDO DELFINO Soc. Coop. Via Del Lavoro, 25/A 40051 Tel. 051-6601280

FC FORLI IDRO ZETA S.r.l. Via Golfarelli, 64/66 47122 Tel. 0543-802711

MO MIRANDOLA IDROMARKET S.r.l. Via Statale Sud, 58 41037 Tel. 0535-610490

MO VIGNOLA IDROSANITAS di Luccarini Gino S.r.l. Via C. Battisti 3 41058 Tel. 059-772128

BO CALDERARA DI RENO MIRA S.r.l. Via Turrini, 1 40012 Tel. 051-727329

MO CARPI NUOVA SIRT S.r.l. Via Liguria, 47 41012 Tel. 059-645900

PC PIACENZA SPAZIO S.p.A. Via Mentovati, 24 29122 Tel. 0523-576311

FC FORLI' VISANI S.r.l. a socio unico Via Balzella, 81/B

Tel. 0543-796651 TOSCANA

LU ALTOPASCIO C.L.L.A.T. S.p.A. Via Mammianese - Localita Fonte 18

FI FIRENZE CHIESSI & FEDI S.p.A. P.zza L.B. Alberti, 32

MS MONTIGNOSO DELLA ZOPPA TERMOSANITARI di Tani Luca Viale Marina, 122

PO PRATO FIP S.r.l. Via Mantova, 38/40

LU VIAREGGIO IDRO-CENTRO-BLOP S.r.l. Via Aurelia Nord, 87/A

LU GUAMO-CAPANNORI IDROTIRRENA COMMERCIALE S.r.l. Via Di Vorno, 4

LU MARINA DI PIETRASANTA SANITERMO S.r.l. Via Aurelia Sud Km. 363,900

GR GROSSETO SANSIRO S.r.l. Via Smeraldo 31/33

PO PRATO TERMOPRATO S.r.l. (Gruppo Comini) Via Filippo Strozzi, 46

PG PERUGIA BECCHETTI S.p.A. Via Della Gomma, 13 - Z.I. Balanzano

0583-244400

Tel. 055-678451

Tel. 0585-349410

Tel. 0583-932450

CT BRONTE MELARDI S.r.l.

Viale J. Kennedy - Zona Artigianale S.N. 95034 Tel. 095-693325

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