Non c’è niente da dire della Roma prima in classifica (manca una vita, ragazzi), c’è solo da lavorare, possibilmente più di prima e auspicabilmente senza riposo. Però pure questo è stato detto...
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“PREMIO
Il centrale difensivo romanista: «Col Napoli non penso sia sfida-Scudetto, è presto. Sul rinnovo sono tranquillo»
Latini
Salah-Dzeko-Gervinho: era questo il tridente dell’ultima Roma capace di occupare la vetta della classifica in solitaria, prima di quella attuale. Era il 2015, in panchina sedeva Rudi Garcia.
FOTO MANCINI
Verso Roma-Midtjylland
OCCHIELLO
GASP GULP! PRIMI DA SOLI DOPO 10 ANNI
I numeri L’ultima vetta nel 2015, al 12° turno nel 2013
Nel 2025 fatti 76 punti, con la miglior difesa d’Europa
Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu
Salah-Dzeko-Gervinho: era questo il tridente dell’ultima Roma capace di occupare la vetta della classifica in solitaria, prima di quella attuale. Era il 2015, in panchina sedeva (ancora per poco) Rudi Garcia e dopo aver battuto 2-1 la Fiorentina al Franchi i giallorossi andavano al comando da soli dopo nove giornate; si confermavano primi anche al turno successivo, battendo 3-1 l’Udinese, ma all’undicesima il ko contro l’Inter a San Siro li vedeva scavalcati proprio dai nerazzurri. Da allora, la Roma non era più riuscita a portarsi al comando, se non nelle primissime giornate, e sempre in compagni di qualche altra squadra. Una di-
Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu
Primi in classifica, col morale alto e con buone notizie dall’infermeria: Gasperini ritrova Dybala e Bailey e inizia a pensare alla coppa. Senza pause, d’altronde ci si riposa solo dormendo, questo il pensiero già espresso dal tecnico. Detto, fatto: tutti a casa, dopo esser rientrati nella serata di domenica dalla trasferta di Cremona, per riposare un po’ in famiglia, ma ieri mattina tutti in campo, per iniziare a lavorare in vista di una settimana a dir poco importante. Giovedì all’Olimpico arrivano i danesi del Midtjylland, in testa all’Europa League. Ma è chiaro che il pensiero vada anche al campionato, vista l’elettrizzante notte dell’Olimpico che attende gli uomini di Gasperini: domenica sera arriva il Napoli di Antonio Conte.
Due gare di enorme rilevanza: sarà importante ruotare alcune pedine e proprio su questo il tecnico ha già ricevuto buone indicazioni dall’infermeria.
NELL’ANNO SOLARE NEI TOP 5 CAMPIONATI
SIAMO PARI AL REAL, SOLO BARÇA E BAYERN MEGLIO
DAL CAMPO
mostrazione di quanto di buono stia facendo Gasperini fin dal giorno del suo arrivo. Anche perché per vedere i giallorossi al comando dopo 12 giornate bisogna andare ancora più indietro, per l’esattezza al 2013: partendo con 10 vittorie consecutive, la squadra allenata da Rudi Garcia andava al comando, quindi frenava la sua corsa con 3 pari di fila; alla dodicesima era prima con 32 punti, ma già al turno successivo si vedeva scavalcata dalla Juventus di Conte. Casualmente, proprio l’avversario che ci si troverà di fronte nel big-match di domenica contro il Napoli.
anche con Ranieri, nella prima parte del 2025: nell’anno solare i giallorossi hanno raccolto 76 punti in 32 gare di campionato (media per partita di 2,37), 10 in più rispetto al Napoli campione d’Italia in carica e 11 in più rispetto all’Inter. Rendimento top non soltanto in Italia: dando uno sguardo ai cinque principali campionati europei, emerge che soltanto due club sono riusciti a fare meglio nel 2025: si tratta del Barcellona
I numeri Di nuovo in vetta da soli dopo dieci anni, dunque. Un autentico miracolo, che apre le porte ai sogni, ma che dà seguito a quanto di buono fatto dalla Roma (81 punti, sempre in 32 partite) e del Bayern Monaco (77 punti in 30 gare). A pari merito con i giallorossi troviamo il Real Madrid (che però conta una partita in più). Per rendere l’idea, basti pensare che l’andamento dei giallorossi è in linea con quello del Paris Saint-Germain campione d’Europa (74 punti in 31 gare). E se il dato sui gol segnati resta bassino (47 reti, in media 1,46 a partita), quello sui gol subiti non ha eguali in tutto il con-
DYBALA E BAILEY DI NUOVO IN GRUPPO
Riecco l’Europa Ieri la ripresa, Hermoso resta da valutare
Paulo Dybala a Trigoria: l’argentino ieri è rientrato in gruppo GETTY
Le ultime da Trigoria
Ieri mattina la squadra giallorossa ha lavorato tra palestra e campo: lavoro di scarico per i più sollecitati a Cremona, lavoro tecnico per gli altri a disposizione. Terapie per Dovbyk (rientro fissato a dicembre) e per Hermoso, che sta provando a smaltire un fastidio di natura muscolare emerso nella prima settimana di sosta. Ma la vera notizia riguarda Dybala e Bailey, che nella seduta di ieri sono tornati parzialmente in gruppo. Un paio di allenamenti insieme ai compagni dovrebbero valere, per entrambi, la convocazione per la gara di giovedì pomeriggio (fischio d’inizio ore 18.45). L’indicazione di massima che arriva da Trigoria è che Gasperini potrà contare su di loro sicuramente per la gara contro il Napoli. Tornando al Midtjylland, non sono attese rivoluzioni ma qualche più ponderata rotazione, quello sì. Ziolkowski potrebbe venir confermato dal primo minuto nel reparto arretrato, Rensch e Tsimikas cercano spazio sulle fasce, mentre in mezzo al campo Pisilli si candida per una maglia da titolare. In attacco le scelte sembrano obbligate, visto che Baldanzi non è in lista Uefa: si partirà con Soulé e Ferguson, da capire se il buon ingresso a Cremona di El Shaarawy sia stato un biglietto da visita sufficiente per convincere Gasperini a schierarlo giovedì pomeriggio dal primo minuto. ■
tinente: sono 17 le reti incassate da Svilar (0,53 per gara), vale a dire 9 meno del Napoli (26), 7 in meno dell’Arsenal (24) e 15 meno del Barcellona (32). Numeri che certificano l’ottimo lavoro svolto finora.
Caccia al record
Il tecnico di Grugliasco, nonostante il rosso che lo costringerà a seguire Roma-Napoli dalla tribuna, ha di che sorridere: con i 3 punti conquistati
VAR & EVENTUALI
a Cremona, ha eguagliato la miglior partenza della sua carriera dopo 12 giornate. Proprio come oggi, la sua Atalanta raccolse 27 punti nel 2022-23; in seguito incassò tre ko consecutivi, quindi ora l’allenatore ha la grande chance di migliorare quello score. Prima, però, c’è da pensare all’Europa League, che offre la sfida contro il Midtjylland giovedì: vincere sarebbe il modo migliore per prepararsi al big-match contro il Napoli. ■
ALLA PRIMA STAGIONE DI GARCIA, DOPO LE 10 VITTORIE, 3 PARI: ALLA 13ª CI FU IL SORPASSO DELLA JUVE
L’assenza di Gasp e la presenza di Conte
Se un cartellino di troppo fa la differenza
Gabriele fasan gabriele.fasan@ilromanista.eu
Cremona, un quarto ufficiale con poca personalità, un arbitro con poco buon senso, un allenatore sanguigno, a volte un po’ troppo, ma che chiede rispetto. Chiudete gli occhi e appaiono nell’ordine inverso José Mourinho, il direttore di gara Piccinini e il “quarto uomo” Serra (quello deferito con la pec avariata e dunque illeso dal caso del 28 febbraio 2023 e che ora fa danni al Var, come domenica pomeriggio in Lazio-Lecce). Fake: si tratta di Gian Piero Gasperini allo stadio Zini. Protagonisti avversi l’arbitro Giovanni Ayroldi di Molfetta e il quarto ufficiale Valerio Crezzini.
Svolgimento: premesso che Gasp in panchina è tarantolato, già ai tempi dell’Atalanta aveva un rapporto talvolta burrascoso con gli arbitri e magari non risulta neanche simpatico alla categoria che non dovrebbe vivere di simpatie e antipatie, il tecnico romanista ha ammesso di aver esagerato nel primo tempo con le proteste (giuste per altro, stando alle cronache dei moviolisti), per-
Ayroldi e Gasperini allo Zini MANCINI
ché Ayroldi da un fallo laterale contestato dai grigiorossi alla mezz’ora in poi ne ha combinate più di Carlo in Francia. Ha perso il controllo della gara diventando vittima dell’effetto domino di decisioni sbagliate. Ma Gasperini non è stato neanche ammonito. Ayroldi, dimenticando
A CREMONA È SEMBRATO
DI RIVIVERE IL CASO SERRA: MA ATTENZIONE
A NON RICADERE TUTTI
NELL’EFFETTO-MOURINHO
a fianco:
Gian
sotto, una stretta di mano tra Salah e Gervinho nella stagione 2015-16; più a sinistra, Wesley festeggiato dai compagni dopo il gol del momentaneo 0-3 allo Zini GETTY IMAGES
SENZA PAROLE NUN LO DÌ
A NESSUNO TIETTELO PE’ TE
Non c’è niente da dire della Roma prima in classifica (manca una vita, ragazzi), c’è solo da lavorare, possibilmente più di prima e auspicabilmente senza riposo. Però pure questo è stato detto, come tante cose tipo: Wesley non può giocare a sinistra; Hermoso non può giocare centro destra; Hermoso non può giocare centro sinistra; non toccate Ndicka da là; Mancini è meglio se gioca solo centrale; Dybala è meglio proprio se non gioca (comunque non certo di punta); Celik è braccetto destro e basta; mentre Pellegrini è un ex giocatore; El Aynaoui forse non lo è mai stato, per non parlare poi –chiudendo il cerchio – dei soldi buttati per Wesley. Poi, sia chiaro, i punti che abbiamo fatto sono tutti merito della preparazione di Ranieri, e che indecenza vincere col Pisa, col Parma, col Verona in quel modo, noi che «non segniamo manco co tre rigori oh». Ah. A leggere questo brevissimo compendio di cxxxxxe dette sulla Roma di Gasperini la sorpresa, più che vederlo primo in classifica, è vederlo ancora alla Roma.
Lo so, sono rancori che appaiono inutili, ma io spero servano un po’, almeno un po’, per darsi tempo prima delle prossime “sparate” quando le cose non andranno bene. Adesso vanno. E va bene così, senza parole. Se è vero che quando parlate della Roma dovete (dobbiamo) stare zitti, quando la Roma vince manco si deve pensare di farlo. Proprio niente. Forza Roma. Solo forza Roma.
che l’arbitro non dovrebbe avere memoria (per evitare di commettere un altro errore) l’ha aspettato evidentemente al varco. E con lui Crezzini. Così, al minuto 62, dopo una protesta più soft di quelle del primo tempo, è stato ammonito. E undici secondi dopo, undici, espulso - salve madri e sorelle di chiunque avesse davanti - mentre diceva (sì, probabilmente urlava) «non ho detto niente».
Un’espulsione che ha un senso regolamentare, ma molto meno senso comune, o buon senso. Un’espulsione che peserà per la squalifica che arriverà per il tecnico di Grugliasco che sarà costretto ad assistere dalla tribuna dell’Olimpico a Roma-Napoli. E non se la potrà vedere direttamente con Conte, un altro che in panchina conta. Sposta il senso delle partite, a volte proprio giocando con e contro gli arbitri. Quello che non potrà fare Gasp. Un bel danno per la Roma, un fattore in meno. Gasperini sarà il primo a esser dispiaciuto per aver perso le staffe, ma attenzione, qui ci siamo già passati con Mou. E vorremmo arbitri senza memoria a breve, medio e lungo termine.
A parte una cosa: a me dà fastidio da matti che abbiano espulso Gasperini, non solo perché non se lo meritava, non solo per l’espressione impunita dei “signor” arbitri, ma perché mi levate la possibilità di vederlo a bordo campo a 20 metri da Conte domenica sera. E se allo Zini la sua reazione ha innamorato un po’ di più tanti tifosi, immaginarlo “scazzare” col tecnico del Napoli, ha privato di vedere in diretta la definitiva consacrazione nel cuore romanista di questo signore che sta LAVORANDO per noi. Per il resto non c’è niente da dire alla Roma prima in classifica. E pure qua va seguito Gasperini: «Io non ho detto niente!». Noi dobbiamo soltanto tenercelo per noi. ■
Qui
sopra,
Piero Gasperini;
Gian Piero Gasperini a Cremona MANCINI
L’ANALISI DI CREMONESE-ROMA
QUELLE INTUIZIONI GENIALI PER TAMPONARE LE ASSENZE
Di necessità virtù Senza 5 titolari, Gasperini l’artigiano s’inventa soluzioni
Per quanto sia un’operazione che nelle premesse sembra possibile, raramente si ritiene capace di vincere un campionato quella squadra ritenuta capace di tutto nelle singole partite. Pensateci: quante volte avete sentito questa frase? “Questa è una squadra che, nel bene o nel male, è capace di tutto e quindi anche di vincere contro chiunque”. È uno stereotipo tipico del calcio, utilizzato spesso per quelle squadre che hanno grandi potenzialità, ma che raramente poi hanno quella continuità che permette loro di restare davanti a tutti quando conta. In questa stagione, per il momento almeno, c’è un’eccezione che conferma la regola: la Roma. È dagli anni di Mourinho che si ritiene questa squadra capace di vincere contro chiunque, quasi mai per la somma dei suoi valori tecnici, quasi sempre per la resilienza, per la capacità di adattamento, oggi per la tigna, domani per il conforto ambientale dell’Olimpico, o per la serenità con cui gioca in trasferta, magari davanti a diverse migliaia di appassionati sostenitori, oppure per il contributo di un singolo: molto spesso, ad esempio, è stato così con Dybala. Poi, rituale, quasi periodico, arrivava il crollo, il momento in cui invece all’improvviso sembrava che si potesse perdere contro chiunque. Quest’anno sta accadendo qualcosa di particolare: nessuno ritiene la Roma in grado davvero di vincere lo scudetto e anche oggi i bookmakers sembrano guardare da un’altra parte: se sabato le quote erano chiaramente indirizzate verso l’Inter (1,8 la quota scudetto, contro 5 di Milan e Napoli e 9 della Roma) i risultati dell’ultimo weekend hanno spostato qualcosa, ma restano piuttosto metti: ora la quota dell’Inter è salita a 2,2, il Milan e il Napoli si giocano tra 4 e 4,5, la Roma ad esempio la Snai la propone a 6,5. Due considerazioni stanno facendo cominciare a ragionare in maniera diversa anche i più razionali tra i commentatori: intanto la continuità che la Roma ha avuto lungo tutto l’arco dell’anno solare, da gennaio a oggi: 76 i punti sommati in campionato, addirittura 10 in più della seconda, il Napoli. In più c’è l’effetto Gasperini. E qui si entra proprio in un’altra dimensione.
La Roma gioca a prescindere La vittoria di Cremona ha infatti reso plastica una realtà che comincia a spaventare tutti quelli che non hanno particolari simpatia per i colori giallorossi, e speriamo che in questa categoria non si debbano annoverare anche i nostri direttori di gara, nonostante alcuni segnali inquietanti. Ma di questo parliamo altrove. Qui ci concentriamo sulle questioni tec-
ANCHE LE QUOTE
SCUDETTO SI STANNO
RIFINENDO: COSÌ I
GIALLOROSSI RISALGONO LA CHINA
niche e tattiche e nell’analisi della partita di domenica non possiamo che partire da un dato piuttosto preciso: al pronti-via alla Roma mancavano cinque giocatori che non nell’opinione dei più, ad agosto, erano considerati titolari sicuri della formazione in costruzione di Gasperini: Hermoso in difesa, Angeliño sulla fascia sinistra, e il tridente teoricamente più affidabile, Dybala, Bailey (investimento tecnico più importante dell’estate) e Dovbyk. Nonostante questo, la Roma aggiustata nelle due settimane di lavoro da Gasperini e rifinita proprio alla vigilia per via dell’improvvisa indisponibilità di Hermoso, ha fornito una prova esaltante dimostrando di aver ormai assimilato, a prescindere quasi dai giocatori, le richieste tattiche dell’allenatore. Il merito maggiore di Gasperini è proprio questo: aver giunto in un tempo decisamente breve una tale coerenza tattica che prescinde quasi da chi scende in campo ed esalta anzi anche gli ultimi arrivati. E se c’è qualcuno che nella circostanza non sembra particolarmente focalizzato - leggi Ziolkowski, nello specifico - arriva rapido l’input dalla panchina con l’immediata correzione, che a molti sarebbe apparsa sgangherata, con l’ngresso di El Aynaoui e conseguente arretramento di Cristante addirittura da braccetto di destra, ruolo mai occupato in carriera, eppure funzionale a ciò che l’allenatore stava leggendo nella partita: nel-
Ecco le posizioni medie in fase di possesso palla tenute dai giocatori della Roma contro la Cremonese: in alto i giocatori che hanno cominciato la partita, in basso quelli che l’hanno terminata. In particolare, dello schieramento iniziale si può notare come Wesley (43) abbia comunque tenuto una posizione più offensiva rispetto a quella di Celik (19) mentre altre posizioni risentono ovviamente dei cambiamenti tattici richiesti dall’allenatore: per cui Cristante (4) risulta più basso di Koné (17) per via dell’abbassamento a braccetto di destra nel secondo tempo mentre Mancini (23), che ha cominciato a destra, ha poi finito a sinistra e quindi risulta più “centrale”. Infine Baldanzi (35) e Ferguson (35) hanno calcato più o meno le stesse zone
lo specifico, il terzo difensore di destra (nel primo tempo Mancini) era quello destinato alla marcatura individuale della mezzala (Vandeputte, poi Bondo), tanto valeva mettere lì un centrocampista in grado all’occorrenza di aiutare con i suoi centimetri sui cross, piuttosto che inserire magari Ghilardi, non ancora evidentemente ritenuto all’altezza di un impegno così gravoso. Nessuna bocciatura, sia chiaro: come ha già dimostrato, Gasperini dà a tutti una chance, basta saperla meritare facendo fuoco e fiamme in allenamento e spingendo quanto più è possibile alla prima occasione. Dal punto di vista tattico, insomma, la partita di Cremona è un piccolo capolavoro dell’allenatore che merita di essere analizzato, sin dal momento delle scelte effettuate in settimana.
Cristante braccetto destro L’allenatore ha fatto di necessità virtù nel momento in cui ha capito di dover rinunciare oltre al lungodegente Dovbyk anche alla qualità e al dinamismo di giocatori come Dybala e Bailey, fermati dai medici (non sarà sfuggita ai più la sottolineatura puntuta in conferenza stampa della vigilia quando ha fatto capire che avrebbe gradito l’ok dall’infermeria per l’eventuale disponibilità dei due fantasisti e invece non l’ha avuta) a cui si è aggiunto poi il forfait di Hermoso, per un altro piccolo contrattempo non meglio identificato: non potendo disporre di vere e proprie alternative offensive a Ferguson, Gasp ha deciso di tenersi l’ariete irlandese in panchina, proprio per avere la possibilità di potenziare l’attacco nel secondo tempo alla bisogna esattamente come è accaduto poi nel corso della partita. Di conseguenza la scelta è ricaduta su Baldanzi che poteva garantirgli imprevedibilità e ritmo soprattutto nelle transizioni, con una capacità di pressione continua a infastidire la prima impostazione degli avversari. Dietro ha scelto invece Ziolkowski, dopo aver valutato tutte le possibilità, per non perdere la spinta di Mancini come terzo centrale e anche per confermare la spinta sulle fasce di Celik a destra e di Wesley a sinistra, ormai diventati punti di forza della squadra giallorossa. E dopo il cambio all’intervallo, ha preferito mantenere Ndicka su Vardy e spostare Mancini a sinistra, anche per cominciare a valutare le opzioni disponibili per dicembre, quando l’ivoriano raggiungerà la sua Nazionale impegnata nella Coppa d’Africa. Contro le squadre che schierano due punte (o punta e trequartista centrale, tipo 4231) Gasp fa alzare spesso uno dei centrali su un centrocampista e magari Cristante può farlo meglio di un difensore, proprio come ha fatto a Cremona. E poi lì nel mezzo bisogna far posto anche a Pisilli che dietro scalpita. E Gasperini se n’è accorto. ■
Una delle due ghiotte occasioni costruite dalla Cremonese nel primo tempo. In questo caso la didattica del 2 vs 2, uno dei punti fermi della filosofia gasperiniana, è stata ignorata da Ziolkowski e, in parte, anche da Ndicka 1 Quando parte l’azione del doppio triangolo tra Vardy, controllato da Ndicka, e Bonazzoli, tenuto d’occhio da Ziolkowski, i difensori sembrano essere ben messi in marcatura 2 Quando Bonazzoli restituisce la palla al compagno, Ndicka per un momento perde d’occhio Vardy
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3 Questo è il momento preciso dell’errore di valutazione di Ziolkowski: quando infatti Vardy riceve
Cremonese
a calciare a tu per tu con Svilar, che per fortuna riesce a parare
Verso Roma-Midtjylland
LA PRIMA COSA BELLA
FINALMENTE FERGUSON!
Digiuno finito A Cremona, Evan è tornato a segnare
con un club 13 mesi dopo l’ultima volta
Con Dovbyk out
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Zha più spazio e alla prima chance l’irlandese ha risposto. Ora serve continuità
itti tutti, ora lasciate parlare il campo. L’ha festeggiato così Evan Ferguson il suo primo gol con la maglia della Roma, con l’indice portato alla bocca a smorzare tutto ciò che si è detto e scritto su di lui nelle ultime settimane. Il suo è stato il gol della certezza, del 2 a 0 che ha fatto esplodere di gioia il Gasperini furioso in tribuna e infiammato i 5.000 romanisti allo Zini, consapevoli di poter allungare i loro sogni ancora un po’. E la speranza, in ottica Ferguson, è che sia stato anche il gol della svolta, finalmente.
Già, perché arrivato in estate come una bella promessa in prestito dal Brighton, Evan aveva convinto tutti dopo le prime due partite, ad agosto, contro Bologna e Pisa. Pur non riuscendo a segnare, Ferguson aveva dato l’impressione di un giocatore di spessore, uno dei tanti che, abituati ai ritmi della Premier, in Serie A riescono a fare la differenza. Il seguito ha provato che in tanti avevano torto, parafrasando De André. Già, perché da settembre in poi è iniziato un lungo periodo di difficoltà per la punta irlandese, scavalcata nelle gerarchie dei nove prima da Dovbyk e poi da Dybala. Quando poi Gasperini ha deciso di puntare su di lui per Roma-Parma, dopo il suo «primo allenamento giusto» a Trigoria, l’entrata di Valenti ha stoppato tutto, chiudendo un ottobre nero per Ferguson con 17’ all’attivo in Serie A.
Proprio per la distorsione alla caviglia rimediata, Evan ha visto da spettatore lontano le imprese della sua Irlanda, sognando il mondiale americano che passerà per lui (come per l’Italia) dai playoff di marzo. Intanto, a Trigoria, sono andate in scena le prime riunioni plenarie in vista del mercato di gennaio. La letterina di Gasp a Babbo Massara è così composta: un centravanti, un esterno sinistro offensivo e un centrocampista. Richieste preci-
LÌ NAPOLI
Amorim: «Zirkzee? A gennaio può succedere di tutto»
GIOVEDÌ SARÀ TITOLARE. IL “CASO ZAPATA” CON GASP: C’È UN DATO CHE FA BEN SPERARE
Il mercato di gennaio si avvicina e Zirkzee continua ad essere in uscita dal Manchester United e sul taccuino di Massara. Di lui, ieri, ha parlato il tecnico dei Red Devils Amorim in conferenza: «Ero un giocatore e capisco chi ha bisogno di spazio, soprattutto col mondiale in arrivo. La priorità rimane il bene del club» (FOTO GETTY)
se, tanto da lasciar ipotizzare un rientro anticipato al Brighton per Ferguson.
Tutti ragionamenti corretti, ma a decidere, come sempre, è il campo. E lo stop di Dovbyk, che tornerà soltanto a Natale, rappresenta una grande chance per Evan, con sei partite da giocare da qui a un mese. Ferguson quest’opportunità l’ha fiutata e, alla prima occasione prendendo il posto di Baldanzi nei 30’ finali di Cremonese-Roma, ha finalmente trovato la via del gol. Per la prima volta con la maglia romanista e 13 mesi dopo l’ultima gioia in un club: il 26 ottobre 2024, contro il Wolverhampton (con l’Irlanda, invece, ne sono arrivati 3 in 4 partite nelle soste di settembre e ottobre).
Ora, però, serve continuità. D’impiego e di rendimento. Per la prima, come detto, l’emergenza in avanti aiuta. Ferguson, infatti, dopodomani contro il Midtjylland partirà da titolare, guidando un attacco che ritroverà nella lista dei convocati Bailey e Dybala (non pronti ancora per giocare dal 1’), ma perderà Baldanzi, assente in lista Uefa. La Roma a caccia di altri tre punti per sistemare la classifica di Europa League, Evan alla ricerca della prima gioia anche all’Olimpico, per dimostrare che Cremona può essere soltanto l’inizio, non un fortunato caso isolato. Al di là delle qualità di Ferguson, a dare corpo alla speranza che il suo rendimento sia in ascesa è anche, se non soprattutto, il lavoro di Gasperini, uno che agli attaccanti ha fatto sempre fare gol. Tanti e a tanti, compreso Zapata. Il colombiano, però, nel suo primo anno a Bergamo non partì bene. Il primo squillo in campionato arrivò soltanto a novembre, contro il Bologna, all’undicesima giornata (Cremonese-Roma era la dodicesima). Quella Serie A, edizione 2018/19, Duvan la finì con 23 gol all’attivo (vice capocannoniere dietro solo a Quagliarella), a cui ne vanno aggiunti 5 in coppa. Un precedente che fa ben sperare. Intanto Evan si è sbloccato. ■
Conte: «Lukaku non recupera per la Roma. Spinazzola è in dubbio»
Eva Tambara eva.tambara@ilromanista.eu
Niente riposo per il Napoli (ma nemmeno per la Roma) dopo il successo in Serie A contro l’Atalanta di sabato scorso, perché questa sera alle ore 21 gli azzurri sono impegnati nella sfida contro il Qarabag valida per la quinta giornata della fase campionato di Champions League. Una competizione in cui il Napoli finora ha fatto parecchio fatica: il club campano si trova al momento al ventiquattresimo posto con soli 4 punti in 4 giornate (una sola vittoria, due sconfitte e un pareggio). Alla vigilia della
gara del Maradona Antonio Conte ha presentato la partita in conferenza stampa: «Match decisivo? Domani è l’anniversario della scomparsa di Maradona, sappiamo cosa rappresenta per la città, sarebbe bello se riuscissimo a dedicargli la vittoria. Sicuramente il Qarabag è considerata squadra rivelazione. Contro il Chelsea hanno pareggiato. Portano ritmi alti, hanno giovani di qualità. Ci vorrà tanta energia dall’inizio». Il tecnico di Lecce si è poi spostato su un tema protagonista di questo inizio di stagione del Napoli: gli infortuni. «Continuiamo a fare di necessità virtù. Dico sempre che dobbiamo cer-
PRIMA DELLA GARA DI SERIE A CONTRO I GIALLOROSSI OGGI ALLE 21 C’È IL QARABAG IN CHAMPIONS
care delle soluzioni e cercare di gestire questi momenti. Da inizio anno lo stiamo facendo, e mi auguro di avere presto una scelta più vasta». Con ogni probabilità però, proiettandosi anche verso la sfida di domenica contro la Roma, Romelu Lukaku - alle prese dal pre campionato con una lesionedi alto grado del retto femorale della coscia sinistra - non recupererà: «Non è assolutamente pronto, ha ancora molto da lavorare - ha affermato Conte, che poi ha proseguito - Hojlund e Rrahmani stanno bene, per Gilmour e Spinazzola ancora non so bene, bisogna capire con i medici». ■
La prima esultanza di Evan Ferguson con la maglia della Roma, dopo il suo gol (del momentaneo 0-2) contro la Cremonese MANCINI
Antonio Conte, tecnico del Napoli, nella sfida contro l’Atalanta GETTY
“PREMIO BEPPE VIOLA”
«SIAMO IN VETTA CON PIENO MERITO»
Parla Mancini «Del mio rinnovo poi parleremo, ma sono tranquillissimo»
Marco Reda
«La Roma non è in testa alla classifica per caso». Parole da leader, da trascinatore che sa perfettamente qual è la strada da seguire per rendere la Roma sempre più grande e permettere al popolo giallorosso di continuare a sognare.
«Gara dopo gara » A dirlo è Gianluca Mancini, insostituibile di Gian Piero Gasperini e colonna di un gruppo che ora fa davvero paura a tutti. Il difensore ha ricevuto ieri, presso il Salone d’Onore del Coni di Roma, il “Premio Beppe Viola” ed ha rimarcato un appello ben preciso. «Pensiamo ad allenarci e ad affrontare
partita dopo partita - ha detto a margine dell’evento dedicato al compianto giornalista - siamo lì per merito, ce la stiamo sudando ma siamo all’inizio, il campionato è lungo». Ventisette punti però sono in cascina e la Roma, per il momento, guarda tutti dall’alto, compreso il Napoli di Antonio Conte che tra cinque giorni arriverà allo stadio Olimpico. Il sogno dei tifosi è spedire McTominay&co. a -5 dal primo posto, Mancini però tiene tutti con i piedi per terra: «Prima di Roma-Napoli c’è la gara di giovedì col Midtjlland - ha precisatoin ogni caso quella di domenica prossima non è una sfida scudetto. É presto, siamo ancora a novembre, ci sono tantissime partite da giocare». Quest’evoluzione di Gianluca Mancini piace a tutti, “cattivo ma non troppo”, un autentico muro che ora si
ONORATO DI RICEVERE QUESTO PREMIO. AYROLDI MI HA CHIESTO SCUSA PER LA SVISTA
inserisce ancor più spesso nella metà campo avversaria per dare ulteriori soluzioni offensive ad una Roma (con ampissimi margini di miglioramento) che adesso attende più gol dai suoi centravanti.
«Al momento giusto» Il contratto di Mancio scade a giugno 2027, non così presto ma nemmeno tanto tardi. C’è da preoccuparsi? «Ne parleremo nel momento giusto - ha spiegato il difensore - ma sono tranquillissimo». D’altronde
non ha mai nascosto quanto si trovi bene a Roma, dove è arrivato nel 2019, collezionando 290 presenze e segnando 19 reti in tutte le competizioni, al punto magari da decidere di legarsi ai giallorossi fino a fine carriera. C’è stato poi chi, sul palco del Salone d’Onore del Coni, ha augurato alla Roma di riportare lo Scudetto nella Capitale come non accade da oltre vent’anni; Gianluca ha risposto con un gesto scaramantico, inequivocabile, come un vero romano avrebbe fatto ■
L’UNIVERSO ROMANISTA
Il centrale difensivo romanista Mancini mentre riceve il “Trofeo Beppe Viola” GETTY IMAGES
ARRIVA LA CAPOLISTA INSIDIA FRANCULINO
Iacopo Mirabella
Dopo tredici risultati utili consecutivi tra campionato ed Europa League, il Midtjylland ha trovato nuovamente la sconfitta. I danesi hanno perso la vetta della classifica a causa della caduta contro il Sonderjyske per 2-1, l’ultima sconfitta risale al 14 settembre nella gara contro il Nordsjaelland in campionato.
Ora il Midtjylland ha perso la vetta della classifica nella Superliga danese, (due punti di distacco dall’Aarhus primo) ma il titolo è sempre a portata di mano e lotteranno fino all’ultima giornata per laurearsi campioni.
In Europa Il percorso in Europa League dei danesi sta superando le attese. La squadra di Tullberg è al pri-
mo posto della fase a campionato con quattro vittorie su quattro nelle partite disputate contro Sturm Graz, Nottingam, Maccabi Tel Aviv e Celtic.
Il Midtjylland inoltre può vantare anche il miglior attacco della competizione grazie alle undici reti messe a segno fino a questo momento e all’Olimpico sarà una grande sfida contro la difesa più solida in Europa: quella della Roma. La difficoltà si alza ma i danesi non hanno intenzione di abbandonare il primo posto in classifica, ma dall’altra parte la squadra di Gasperini ha bisogno di punti importanti per accedere alla fase finale della competizione con l’Olimpico che sarà dalla loro parte. Domani (giorno di vigilia) i danesi arriveranno nella Capitale e nel tardo pomeriggio andrà in scena la conferenza stampa di Tullberg nella pancia dell’Olimpico.
Le possibili scelte Dopo la sconfitta in campionato il Midtjylland ha immediatamente voltato pagina, con il tecnico che è alle prese per sciogliere gli ultimi dubbi relativi all’undici titolare che scenderà in campo contro la Roma. I danesi potrebbero schierarsi a specchio con il 3-4-2-1, anche se spesso il tecnico ha scelto il 4-2-3-1. In porta ci sarà Olafsson con Lee, Erlic e Bech a formare il terzetto difensivo. Nella linea a 4 di centrocampo spazio a Mbabu e Simisir sulle corsie esterne con Billing (ex giocatore del Napoli) e Castillo. Sulla trequarti ci saranno Osorio e Cho con il grande osservato: Franculino come unica punta di riferimento. Il centravanti da tempo piace alla Roma e anche in questa stagione sta sorprendendo: 14 gol e 3 assist in 15 partite di Superliga mentre in Europa 3 reti in 4 gare disputate. ■
Da Gattuso a Montella, i commissari tecnici delle nazionali impegnate nei play off che decreteranno o meno la qualificazione al Mondiale 2026 hanno già più volte chiesto un compromesso alla FIGC. In che modo? Allestendo una sosta a marzo, in pieno campionato, per cercare di favorire la preparazione di Italia e Turchia (nel caso della richiesta di Vincenzo Montella), ma chiaramente soprattutto gli Azzurri. Ma, come ormai da anni, il calendario stagionale dei club è colmo di impegni e, a margine dell’assemblea del Consiglio Federale, la risposta è arrivata direttamente dal Presidente della FIGC Gabrie-
le Gravina: «Spostare la giornata prima dei playoff della Nazionale? Noi non cerchiamo alternative né scorciatoie, ritengo il rinvio o la sospensione del turno un’opzione non percorribile», ha
ammesso Gravina, chiudendo di fatto alla possibilità di spostare il turno di Serie A. Si cercano, dunque, altre soluzioni plausibili per cercare di trovare un compromesso che faccia contenti tutti: «Ci stiamo attrezzando autonomamente per uno stage», ha proseguito il Presidente della FIGC, che ha poi concluso: «I nostri selezionabili nel campionato non superano il 25%, il CT potrà seguirli in questi mesi. Ci potrebbe essere uno stage a metà febbraio, chiaramente compatibile con gli impegni delle società anche a livello internazionale» ■
Franculino insieme a Castillo e Osorio con la maglia del Midtjylland durante un’esultanza GETTY IMAGES
Gabriele Gravina, Presidente della FIGC GETTY
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