

COME RISVEGLIARE LE CAPACITÀ TERAPEUTICHE DELLA PSICHE
COME RISVEGLIARE LE CAPACITÀ TERAPEUTICHE DELLA PSICHE
In te ci sono risorse che ti salvano nei momenti difficili Così esci da ansia, depressione e tristezza
I CONSIGLI PRATICI
Con l’atteggiamento mentale giusto ritrovi la gioia di vivere
L’editoriale di RAFFAELE MORELLI
Non rimuginare più sui problemi: è la chiave del tuo benessere
Riza psicosomatica è in edicola anche con:
di Vittorio Caprioglio
psicoterapeuta
Immagini: Alberto Ruggieri
Cerca “l’eccezionale” che c’è solo in te: così superi i disagi una volta per tutte
IL TEMA DEL MESE AUTOGUARIGIONE / AIUTO PRATICO
QUANDO PASSI IL TEMPO A RAGIONARE SUL “TUO PROBLEMA”, FINISCI
PER DIVENTARE “QUELLO CHE HA UN PROBLEMA”: COSÌ NON PUOI USCIRNE!
NEL MONDO INTERNO INVECE TUTTO È TRANSITORIO, SOPRATTUTTO
IL DOLORE. TIENILO ACCANTO A TE SENZA VOLERLO CAMBIARE E NELLO
STESSO TEMPO SPOSTA LO SGUARDO: COSA STA ACCADENDO PROPRIO
ADESSO DENTRO E INTORNO A TE? E COSA TI PIACEREBBE FARE?
Qdal benessere autentico. Ti costruisci infatti un’idea di te stesso che gira intorno a quel disagio, ad esempio diventi “l’insicuro”, “l’ansioso”, “il depresso”. Ma tu sei di più, c’è anche altro che ti caratterizza, che parla di te soltanto. E quel disagio è arrivato semmai per spazzare via tutte le idee che ti eri fatto di te stesso, che limita ano il tuo cammino a un sentiero prefissato. Per liberartene e andare oltre occorre diventare sconosciuto a te stesso, non avere un parere da dare su chi sei. Quando la mente si svuota dai preconcetti, arrivano occasioni e incontri su misura per te.
In fondo, perché no? Se questo è
il mio destino...», sembra dirsi Angelo.
cos , con specifici eserci i, cominbenché provi dolore la accoglie senza
Angelo, 40 anni, soffre di una
ciononostante, timore vicine
Non va “tutto bene” depressione che lo assale soprattutto alle prime ore del giorno: invece che salutare il mondo con energia e ottimismo, pro a una sensa ione di rifiuto e di estrema infelicit . a, ciononostante, non si arrende. iene duro, si convince che “va tutto bene”. Da sempre lavora nella ditta dei genitori, e da che si ricordi vive nel costante timore di deluderli. Il suo forte senso del dovere gli impedisce di uardare altro e e scoprire realt nuove, magari più vicine al suo modo di essere. Si sente in trappola: «
è questa!
Cosa mai potrei fare di diverso? La mia vita ». Così ogni mattina si ricostruisce davanti a lamen-
lui lo stesso scenario, mentre i sintomi depressivi sembrano descrivere la “morte simbolica” che si è scelto, una vita che non gli appartiene e un continuo lamento. In terapia, però, impara a cambiare atteggiamento in un modo del tutto inatteso. Invece di voler uscire
anni: navigare con una barca per turisti nei mari del Sud. Ha imparato ad andare in barca a vela da ragazzo, era molto bravo e gli piaceva tantissimo. Ricorda che in mare aperto e con il vento che gli accarezzava la pelle si sentiva libero e felice. Ma poi non ha proseguito, aveva i suoi doveri: l uni ersit , l atti it familiare. gno impossibile insulso, infantile, rispetto al suo “vero percorso”. Quasi se ne vergognava, a quei tempi. prefisdare
prendendo per esempio il caffè al bar anziché in ditta, e poi fa passeggiate nella natura spegnendo il cellulare, dopo il la oro. scire da un percorso prefissato e dal controllo rigido verso se stesso, con azioni semplici, inizia a fargli provare un po’ di leggerezza e li permette di affidarsi un po di pi alle sensa ioni.
Nello stesso periodo, senza rendersene dedica a se stesso: si concede qualche trafantasia che, in realt , l ha accompa nato per
Durante una seduta riemerge una
Era un so», dice. E per giunta un po’
Angelo ha scoperto che a bloccarlo non è la tristezza cronica, anzi. Quell’emozione gli sta dicendo: “Devi uscire dalla gabbia in cui ti sei rinchiuso per paura di deludere gli altri” di deludere gli altri”
Angelo vorrebbe seguire la sua passione, ma teme di deludere tutti lasciando l’azienda. Questa situazione lo blocca e lo porta a fare bilanci infiniti, in cui finisce per concludere di essere lui “quello sbagliato”, inadeguato e soprattutto non abbastanza forte e deciso per resistere e concentrarsi su ciò che conta: la carriera, la famiglia… Ma non ha pensato a questo: chi ha detto che l’emergere di una contraddizione interiore sia un limite o un segno di debolezza di carattere? La funzione della contraddizione è quella di farti rompere con l’idea che hai di te stesso e di aiutarti a tenere insieme gli opposti che vivono in te. Se la accogli, sarà lei a guidarti verso scelte più spontanee, adatte a te. E tutto accadrà senza sforzo.
Un buon trattamento detox capace di risvegliare tutto l’organismo parte dall’intestino, il centro nevralgico del nostro sostentamento. Scopriamo come farlo al meglio
L’intestino è uno degli organi che più frequentemente manifesta il bisogno di una depurazione. Ed è anche il punto di partenza imprescindibile di una cura detox che punti a rigenerare tutto il corpo. L’apparato gastrointestinale, infatti, è la principale via d’accesso all’organismo: tutto ciò che ingeriamo viene scomposto e, passando attraverso le mucose, arriva al sangue e poi agli organi. Le tossine che introduciamo o che si accumulano nel tratto gastrointestinale, quindi, intaccano non solo l’apparato digerente ma, di ri esso, anche il resto del corpo. La buona notizia è che il rapporto può essere invertito: se depuriamo l’intestino e ne rigeneriamo le mucose, i bene ci si ri ettono anche sugli altri apparati.
Hai l’intestino pigro e non lo sai? Ecco a cosa fare attenzione
Andare tutti i giorni in bagno è segno di un intestino in salute che non ha bisogno di una cura depurativa? Non è detto. La frequenza è solo uno dei fattori da considerare per parlare di stipsi, che effettivamente è caratterizzata da scarse evacuazioni. Forma e consistenza delle feci, tuttavia, inducono a parlare di stipsi anche se le evacuazioni sono superiori a tre alla settimana, perché indicano che il transito intestinale non avviene in modo corretto.
La funzionalità intestinale è rallentata se:
• il volume delle feci è estremamente ridotto e queste sono generalmente di forma nodulare e rotondeggiante;
• vi è la presenza di feci dure in almeno un quarto delle evacuazioni;
• vi è la sensazione di ostruzione rettale e svuotamento incompleto;
• l’addome è teso e dolorante nella parte bassa.
Le tossine che si ritrovano nel
colon sono originate dalle parti non digerire del cibo, da cellule intestinali, da batteri (costituiscono il 30% del peso delle nostre feci!), ma anche da molecole pericolose intercettate e avviate all’eliminazione, oltre che da virus e microrganismi che è bene non restino a lungo nel nostro intestino.
Cosa accade quando queste tossine sono presenti nell’intestino in modo massiccio?
Vediamolo assieme.
• PROGRESSIVO
ACCUMULO
DI SCARTI
Se il colon non riesce a eliminare in modo regolare e costante le tossine e i materiali di scarto, questi tendono ad accumularsi, soprattutto nell’ultimo tratto dell’intestino, il colon, che è anche la parte maggiormente colpita dai tumori.
costante di
• IRRITAZIONE DELLA MUCOSA INTESTINALE
Le tossine infiammano e irritano la mucosa intestinale che diventa così permeabile e si “apre” alla possibilità che molecole dannose destinate all’eliminazione ritornino in circolo.
• RITORNO IN CIRCOLO DELLE TOSSINE
Le scorie che riescono a superare la barriera intestinale si immettono nel flusso sanguigno e aumentano i livelli infiammatori di tutto il corpo. Queste portano anche a una iper-stimolazione del sistema immunitario, favorendo la comparsa di patologie autoimmuni.
• RITORNO IN CIRCOLO DELLE TOSSINE e infiammatori sistema favorendo la comparsa di patologie autoimmuni.
• AFFATICAMENTO MENTALE
L’accumulo di scorie determina un affaticamento che si percepisce anche a livello cerebrale. Confusione mentale e cefalea possono essere la conseguenza di un intestino intossicato.
L’accumulo di scorie determina un affaticamento che si percepisce la
• RIDOTTA ASSIMILAZIONE DEI NUTRIENTI
È possibile che la presenza di materiale non smaltito influisca negativamente sull’assimilazione di nutrienti importanti come vitamine e minerali. Da qui anche la sensazione di stanchezza fi sica.
di Chiara Marazzina, psicologa
SIMBOLO DI SÉ, DEL FEMMINILE, DELL’UNITÀ RITROVATA. MA ANCHE
DI SEDUZIONE E DI PECCATO. UN’IMMAGINE AFFASCINANTE
E RICCA DI SIGNIFICATI CHE CI PUÒ AIUTARE A FAR RISPLENDERE,
QUANDO SIAMO SMARRITI, I TESORI INTERIORI
L’immagine è un ponte simbolico tra la coscienza e l’inconscio: per questo le immagini non si spiegano, si abitano: custodiscono signi cati che non possono essere ridotti alla logica, ma vanno sentiti, attraversati e trasformati. In questo senso, l’immagine terapeutica non è uno strumento “esplicativo”, ma un atto creativo. Favorisce l’incontro con contenuti psichici profondi e attiva processi di elaborazione, integrazione e crescita. È proprio in questo spazio che l’immagine della mela, come simbolo archetipico, può rivelare le sue molteplici valenze: nutrimento, tentazione, caduta, risveglio, conoscenza. Ma prima di tutto iniziamo con una meditazione guidata.
La meditazione guidata Cerca un luogo protetto da fonti di disturbo, chiudi gli occhi, percepisci il tuo respiro e quando la mente si svuota immagina
di camminare in un frutteto, immerso nella luce dorata di un pomeriggio d’autunno. L’aria è fresca, profuma di terra, di foglie, di frutti maturi. Davanti a te, un melo. I suoi rami sono colmi di frutti: rossi, tondi, lucidi. Una mela in particolare cattura il tuo sguardo. È lì, come se ti stesse aspettando. Ti avvicini e guarda la mela da vicino. Che sensazione ti trasmette? Senti un’aura di mistero? Ti attira o ti mette in guardia? Allunga la mano e raccoglila. Sentine il peso, la consistenza, la temperatura. Che emozioni emergono in te? Ora, se ti senti pronto, assaggiala. Che gusto ha? Dove ti porta questo gesto? Cosa si muove dentro di te mentre la mela si scioglie sulla tua lingua? Rimani qualche istante in ascolto, lasciando che l’immagine continui a parlarti, senza cercare di capirla subito. Quando sei pronto, lentamente, apri gli occhi e torna al presente,
Il mondo interno parla con le immagini: farsi guidare da loro permette di attivare specifiche aree del cervello che ci avvicinano alla soluzione dei problemi