Anteprima Riza Psicosomatica Ottobre 2025

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NON SERVONO GLI PSICOFARMACI

VINCERE L’ANSIA ECCO COME FARE

Le regole e gli esercizi pratici che funzionano davvero per superarla una volta per tutte

COSÌ RITROVI SUBITO LA CALMA INTERIORE

Puoi farcela anche nei momenti difficili

L’editoriale di RAFFAELE MORELLI

Quando i disagi vengono per farci rinascere

Riza psicosomatica è in edicola anche con:

LE RELAZIONI

Un amico sta male? Niente consigli, regala tempo

Quando una persona cui vogliamo bene è in difficoltà vorremmo aiutarla. Ma fornire consigli è inutile: ferma la nostra ansia, non la sua. Occorre invece “esserci” in modo diverso

Ci sono momenti in cui desideriamo sinceramente aiutare qualcuno a cui vogliamo bene: un amico confuso, un familiare in crisi, un collega in dif coltà. Il desiderio di offrire una soluzione immediata ci spinge spesso a dare consigli, quasi come un ri esso spontaneo. Tuttavia, non sempre questo impulso è utile. Capita che le conversazioni si facciano più intime, ci si apra di più, si parli di sé, e in quei casi l’altro può aver bisogno di appigli e sguardi comprensivi. In questi frangenti, il con ne tra il voler essere presenti e l’imporre il proprio punto di vista può diventare sottile e, talora, ambivalente. Dare consigli, infatti, è spesso una forma di affetto, ma può anche diventare una modalità attraverso cui cerchiamo inconsapevolmente di ridurre il nostro stesso disagio davanti alla sofferenza dell’altro. Aiutare, in fondo, ci fa sentire utili, competenti, rassicurati. Ma se non ci fermiamo a ri ettere, rischiamo di spostare il centro della conversazione da chi soffre a chi ascolta. Invece di offrire uno spazio di accoglienza, occupiamo quello spazio con la nostra esperienza, i nostri strumenti, i nostri timori.

Involontario controllo Dare consigli può essere un gesto d’amore, ma se non richiesto o se fuori contesto, rischia di diventare una forma inconsapevole di controllo e di manipolazione. In fondo, quando consigliamo, stiamo dicendo: «Io so cosa dovresti fare». Anche se le parole e il tono sono gentili, ciò che arriva può essere un messaggio di s ducia, come

se l’altro non fosse in grado di orientarsi nella propria vita. Questo è particolarmente vero quando il consiglio arriva troppo in fretta, quando non c’è stato davvero ascolto, oppure quando ri ette più la nostra ansia che il bisogno reale dell’altro. Un genitore che dice al glio: «Dovresti uscire di più», potrebbe farlo per amore, ma forse è anche a disagio nel vedere la sua tristezza. Un amico che dice: «Non ci pensare, vai avanti», può farlo per incoraggiarlo, ma rischia di impedirgli l’elaborazione di un dolore o di una crisi. Chi riceve consigli in questi momenti può sentirsi giudicato, oppure non capito, come se il proprio sentire fosse un errore da correggere. Questo genera distanza, frustrazione, isolamento. Per questo motivo la relazione d’aiuto, anche nelle sue forme più quotidiane, richiede delicatezza. Non si tratta di eliminare i consigli, ma di capire quando e come offrirli. Aiutare è prima di tutto un atto di presenza. E quando impariamo a non proiettare sull’altro la nostra urgenza di “rimettere a posto le cose”, cominciamo davvero a sostenerlo.

Il consiglio allontana

Una persona in crisiche sia nel mezzo di un

L’ATTEGGIAMENTO GIUSTO

Accogliere l’altro non vuol dire risolvere i suoi problemi

L’accoglienza autentica consiste nel permettere all’altro di essere ciò che è, nel momento in cui è, senza premura di migliorarne l’esperienza o modificarne il sentire. Non significa approvare tutto, né fare silenzio passivo: significa restare lì, con mente aperta e cuore presente. È una forma di amore discreto, che si esercita attraverso l’ascolto non giudicante e la sospensione del nostro impulso a “sistemare le cose”. Pensiamo a quando, in una conversazione difficile, sentiamo il bisogno di intervenire con un “sì, ma...”, “però potresti...”, “secondo me dovresti...”. Sono frasi che sembrano gentili, ma che interrompono il flusso emotivo dell’altro, costringendolo a riorientarsi su di noi. L’accoglienza, invece, è come uno spazio sicuro in cui l’altro può finalmente dire: «Ecco, qui posso sentirmi senza dover spiegare o giustificare». Nei gruppi di mutuo aiuto, ad esempio, questa modalità è fondamentale: chi ascolta non interviene, non giudica, non propone, ma offre silenzio, attenzione sincera, rispetto. È lì che nasce la possibilità di trasformazione: non dall’invito a cambiare, ma dalla possibilità di essere accolti così come si è, anche nel caos.

IL TEMA DEL MESE

Ansia

Cosa ti sta dicendo, come puoi superarla

Quando ti chiudi in una gabbia mentale troppo rigida, l’ansia è l’energia vitale che vuole romperla e che vuole farti uscire

di Vittorio Caprioglio
psicoterapeuta
Immagini: Alberto Ruggieri

IL TEMA DEL MESE ANSIA

Superare l’ansia: ecco come fare

ESISTONO AZIONI E ATTEGGIAMENTI MENTALI - CHE PUOI

METTERE IN ATTO OGNI GIORNO - IN GRADO DI SPEGNERE

LA LOTTA CONTRO L’ANSIA E DI METTERSI INVECE NELLA SUA

SCIA, COSÌ DA INDIRIZZARE QUELL’ENORME ENERGIA VERSO NUOVE POSSIBILITÀ DI TRASFORMAZIONE

ansia spesso prende la forma di una presenza ingombrante dentro di noi: invade il corpo con sensazioni e sintomi, crea allerta e affanno continui, getta nell’insicurezza e nel timore... Sembra attaccarci dall’interno rendendo la vita faticosa anche nelle più piccole cose. Vorremmo scacciarla, e per farlo aumentiamo il controllo su noi stessi e sull’esterno, ma così facendo peggioriamo le cose. Abbiamo frainteso il messaggio profondo dell’ansia, cosa ci vuole insegnare. L’ansia è un’energia potente e prepotente che scende in campo perché qualcosa di noi è diventato troppo stretto, monotono, ripetuto, fiacco. Non cè niente che non va in maniera evidente, eppure qualcosa di importante in noi si sta spegnendo e l’ansia fa scattare l’allarme.

Tutto a posto e in ordine cesso ad Antonio, che a 55 anni si ritrova invaso da improvvisi sintomi ansiosi mentre è al lavoro: gli manca il respiro, sente un peso sul petto e un senso di continua insicurezza e allarme lo insegue.

Non capisco, la mia vita è a posto, non c’è nessun problema, perché arriva l’ansia? sua vita non è solo “a posto”: è estremamente ordinata e controllata, routinaria e senza alcuna novità. Antonio è single e svolge un lavoro che comporta grosse responsabilità: spesso si ritrova al pc anche a casa, la sera e nel fine settimana, o la mattina all’alba,

Lui dice: « ». In realtà la novità.

per arrivare al lavoro tenendo tutto sotto controllo, per non essere colto di sorpresa. Non stacca mai e, in terapia, racconta che forse l’ansia deriva proprio da questo: si chiede se non dovrebbe cambiare lavoro, ma poi pensa di non avere più l’età per riuscirci... Si dice che prima il lavoro era diverso, più umano e più di squadra, ora invece... Insomma pensa tante cose, ma non vede via d’uscita. E i suoi racconti si riempiono di lamenti, di dubbi, mentre il rimuginio e l’ansia peggiorano. Su indicazione del terapeuta, però, inizia a fare un esercizio: stare nell’ansia senza pensare a nessuna causa, anzi senza pensare a nulla: sentendo l’ansia e basta. Le ha provate tutte, per cui,i ncuriosito, Antonio chiude gli occhi e cerca di percepire in modo preciso l’ansia nel corpo, i punti in cui la sente di più, ad esempio nel petto. Poi, sempre su indicazione del terapeuta, la trasforma in immagine: spontaneamente gli viene in mente il volo, anzi l’atto di spiccare il volo. Nella fantasia, per qualche minuto, si fa portare dalle correnti e prova una sensazione di pace. Si ricorda che da bambino volare era una delle sue fantasie preferite.

Quando gli viene l’ansia, anche al lavoro, ora Antonio fa spesso l’esercizio: percepire e immaginare, senza pensare. Interrompe la sua routine, si chiude in bagno e si lascia trasportare dalle immagini. Ed ecco che, nelle sedute, inizia a raccontare cose nuove su È quello che è suc-

Basta

lottare e rimuginare, inizia a cedere e a percepire

idea sbagliata che molti hanno dei disagi emotivi è che, per superarli, si debbano analizzare: analizzare noi stessi e il nostro passato. In realtà chi “analizza te stesso” e ne parla non sei tu: è la parte di te che pensa già di sapere chi sei, chiusa nelle proprie certezze. E così facendo alimenta il disagio, che è arrivato invece per rompere quell’identità artifi ciale e cristallizzata, che crea sofferenza e spegne la vitalità e il cambiamento. Cambia strategia: non devi affatto “capire” o “parlarne”, invece devi percepire il disagio nel silenzio interiore così da vederlo come un’energia tua, da contemplare e di cui essere consapevole. Così formi una sorta di triangolo terapeutico: disagio, silenzio, coscienza. «Sento il disagio nel silenzio e non ho niente da dire»: così entri nell’anima. Vedere, percepire, contemplare signifi ca “rendere infinito”, cioè non considerare le cose come “fatti” esterni, ma come eventi, manifestazioni di un’energia antica e cosmica. facendo silenzio,

«Non capisco, è tutto a posto, non c’è nessun problema, perché sto male?». Una vita troppo tranquilla spesso è una vita bloccata: proprio l’ansia è il segnale che qualcosa cova nel profondo

CORPO E SALUTE

È il momento di rinforzare le DIFESE IMMUNITARIE

Il cambio di stagione

è uno dei periodi

più stressanti per l’organismo, a rischio malattie invernali.

Teniamo alte le sue difese con i rimedi naturali

IL SUPER RIMEDIO

Per affrontare bene l’arrivo della stagione invernale è fondamentale rafforzare il sistema immunitario, perché questa complessa rete di mediatori chimici e organi ci difende da virus, batteri e microrganismi esterni, proteggendo il nostro organismo dalle infezioni e dalle altre problematiche di salute tipiche di questo periodo dell’anno. Il cambio di stagione, infatti, essendo particolarmente stressante per il sico, tende ad abbassare i nostri preziosi “scudi” immunitari e a renderci più esposti alle malattie. Per potenziarli ci vengono in aiuto diversi rimedi naturali, utili per combattere virus e batteri nocivi, e per agire sui nostri punti deboli, come la gola e i bronchi.

Con lo zinco anticorpi più forti contro gli agenti patogeni

Lminerale siamo infatti più i linfociti T e i macrofagi. In

o zinco è importante per il buon funzionamento del sistema immunitario. Se non assumiamo adeguate quantità di questo minerale siamo infatti più esposti all’azione degli agenti patogeni, poiché esso è fondamentale per lo sviluppo e la funzione delle cellule immunitarie, come i linfociti T e i macrofagi. In particolare, lo zinco aumenta le difese nei confronti delle “malattie opportunistiche”, ovvero quelle che attaccano l’organismo approfi ttando dei momenti di indebolimento generale, come l’influenza.

evitare di ammalarsi, sia nel caso in cui ci si sia

Favorisce l’autoguarigione Lo zinco è effi cace sia come minerale “di rinforzo”, per evitare di ammalarsi, sia nel caso in cui ci si sia ammalati, poiché favorisce l’autoguarigione. La sua effi cacia è stata dimostrata nei confronti del raffreddore.

COME SI USA Ci sono molti preparati in commercio a base di zinco, alcuni dei quali lo associano ad altri rimedi naturali o alla vitamina C, con una funzione stimolante delle difese. Se ne possono assumere una o due compresse da una a tre volte al dì, a stomaco pieno. In alternativa puoi ricorrere allo zinco come oligoelemento, in fialette, da assumere la mattina a digiuno, trattenendo il liquido sotto la lingua per 30 secondi prima di deglutire.

MAI PIÙ SENZA

Contro l’influenza

serve subito la vitamina C di acerola e rosa canina

F are scorta di vitamina C è un’altra misura preventiva per sostenere l’attività del sistema immunitario. Questa vitamina, oltre ad attivare la risposta immunitaria nei confronti delle infezioni batteriche e virali, promuove la sintesi della noradrenalina (l’ormone dello stress), favorisce l’assorbimento del ferro e la produzione del collagene. Particolarmente indicata nei periodi di forte stress o comunque durante tutta la stagione fredda, la vitamina C si può assumere attraverso le piante che ne sono più ricche, come l’acerola (Malpighia glabra) e la rosa canina (Rosa canina).

COME SI USA Gli estratti di acerola e rosa canina si trovano associati fra loro in pratici integratori da assumere in capsule, una o due volte al giorno.

COMBATTONO ANCHE LO STRESS

Miele e pappa reale per bloccare virus e batteri

Si tratta dei due prodotti dell’alveare più utilizzati per rafforzare il sistema immunitario. La pappa reale è la secrezione delle api nutrici e viene usata per nutrire l’ape regina. La sua composizione la rende un vero e proprio “booster” naturale, utilissimo per affrontare la stagione fredda: è infatti ricca di vitamine, sali minerali, proteine, lipidi e zuccheri. Al suo interno racchiude inoltre un’elevata concentrazione di polifenoli antiossidanti, capaci di bloccare virus e batteri. Si può consumare fresca (si conserva in frigo) o liofilizzata. La pappa reale, oltre a essere ricostituente e antifatica, vanta anche azioni immunostimolanti, rinforzanti, riequilibranti sull’umore e antistress. Favorisce inoltre la rigenerazione dell’organismo e la resistenza alle infezioni, agendo positivamente anche sull’intestino, tanto che viene usata con successo in caso di disturbi della digestione, che spesso si accompagnano alle sindromi influenzali.

COME ASSUMERLI

Un cucchiaino dosatore (circa 250 mg) al mattino a digiuno, poco prima di colazione, facendola sciogliere sotto la lingua. In commercio ci sono pratici integratori a base di pappa reale con l’aggiunta di miele e ricchi di vitamine B12 e D3, che aiutano a sostenere effi cacemente il sistema immunitario, in pratici flaconcini da bere senza l’aggiunta di acqua. digiuno, poco prima di colazione, facendola sciogliere reale

Autoterapia MEDITARE CON LE IMMAGINI

A occhi chiusi

immagina di

IL BALLO VIENE PRIMA DELLA PAROLA, È UNA PRATICA

CHE NASCE CON L’UMANITÀ: UN GESTO CHE CELEBRA

IL NOSTRO ESSERE NEL MONDO, ANIMATI DA FORZE

ANTICHE COME LA NATURA. DANZARE CI PERMETTE

DI SENTIRLE SCORRERE PIENAMENTE DENTRO DI NOI

Le immagini interiori non sono solo fantasie: sono forme vive del nostro mondo psichico. Quando le lasciamo emergere, senza giudicarle, senza volerle spiegare, ci parlano con un linguaggio antico, profondo, simbolico. L’immaginazione è una via di accesso all’inconscio, uno spazio in cui emozioni, desideri, con itti e potenzialità possono manifestarsi senza dover passare attraverso le parole. In questo spazio simbolico, ciò che è bloccato può cominciare a muoversi, ciò che è confuso può prendere forma. Per questo lavorare con le immagini, danzare con esse, ascoltarle, tracciarle, ha una funzione terapeutica: ci permette di entrare in contatto con parti di noi che spesso restano nell’ombra, e di trasformarle in qualcosa di visibile, riconoscibile, vivo.

La meditazione guidata In un luogo tranquillo, in cui non sarai disturbato, mettiti comodo, chiudi

gli occhi e respira lentamente… Ora immagina che davanti a te si apra uno spazio vuoto, uno spazio senza tempo, senza pareti... solo il vuoto e il suono... un suono che ti chiama... senti un ritmo che non viene da fuori, ma da dentro... è famigliare... il tuo corpo comincia a rispondere... non lo decidi... accade... un piede si muove, poi l’altro... le braccia seguono... è un gesto che sgorga da te e che parla solo a te... ti muovi, ma non vai da nessuna parte... giri, ti pieghi, ti espandi, ti richiudi... non c’è direzione, non c’è controllo... solo uire... forse senti un’energia nuova, o antica... forse ti ritrovi animale, vento, linfa... forse un’immagine emerge, o un desiderio dimenticato... lascia che danzi con te... ora la danza continua ancora per un po’... nel ritmo che senti più tuo... lascia dolcemente che tutto quello che hai provato si depositi dentro di te e quando te la senti puoi aprire gli occhi.

ballare

Il mondo interno parla con le immagini: farsi guidare da loro permette di attivare specifiche aree del cervello che ci avvicinano alla soluzione dei problemi

Gira pagina per scoprire gli aspetti simbolici di questa immagine

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