Speciale Austria 2025

Page 1


© Oesterreich Werbung. Photo Linda Schaeffler

anno XV | 83

marzo — aprile 2025

Supplemento n. 2

SUPPLEMENTO A CURA DI Alberto Villa

DIRETTORE

Massimiliano Tonelli

PUBBLICITÀ & MARKETING

Cristiana Margiacchi 393 6586637 Rosa Pittau 339 2882259

Valentina Bartarelli 347 6590514 adv@artribune.com

EXTRASETTORE

downloadPubblicità s.r.l. via Boscovich 17 – Milano via Sardegna 69 – Roma 02 71091866 06 42011918 info@downloadadv.it

REDAZIONE | EDITORE via Ottavio Gasparri 13/17 Roma redazione@artribune.com

PROGETTO GRAFICO

Alessandro Naldi

STAMPA

CSQ – Centro Stampa Quotidiani via dell’Industria 52 Erbusco (BS)

COPERTINA

Donaukanal, Vienna

© Oesterreich Werbung. Photo Sebastian Burziwal

Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 184/2011 del 17/6/ 2011

Chiuso in redazione il 13 marzo 2025

Scopri le esperienze da non perdere in Austria, scannerizzando il QR code qui sotto

L’abbiamo nominata Miglior Nazione del 2024 nell’ultimo Best Of di Artribune e vi avevamo promesso che saremmo tornati presto a scriverne: l’Austria continua a rivelarsi una fonte inesauribile di cultura. Da Vienna a Salisburgo, dal Danubio alle Alpi, in Austria si respira non solo aria pulita, ma storia, arte, musica. E se parliamo di musica, non possiamo non menzionare il più importante anniversario culturale del 2025: quest’anno, infatti, ricorrono i 200 anni dalla nascita del celebre compositore Johann Strauss II, fra i maggiori protagonisti della storia musicale austriaca. Il suo più grande successo, non a caso, è un inno al fiume che attraversa la sua città natale, Vienna: oggi non c’è valzer più famoso del suo Sul bel Danubio blu, composto nel 1866. Le celebrazioni del “Re dell’Operetta Viennese” costellano l’anno austriaco di eventi, concerti e spettacoli in tutto il Paese, celebrando la tradizione ma anche ibridandola con la musica contemporanea. La musica è anche il punto di partenza di questo nostro speciale dedicato all’Austria e al suo patrimonio: nelle prossime pagine, vedremo in che modo la musica gioca un ruolo attivo nella produzione culturale austriaca odierna, attraverso la Haus der Musik di Vienna e il Saalfelden Jazz Festival nella regione salisburghese di Saalfelden Leogang. Si prosegue con altre due punte di diamante della cultura austriaca, questa volta nel merito delle arti visive: il Leopold Museum e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, con il loro ricco programma di mostre per questo 2025.

I giardini di Palazzo Mirabell, Salisburgo. Courtesy Österreich Werbung. Photo Julius Silver

Concludiamo con un approfondimento sulla strada panoramica più famosa delle Alpi: la Strada Alpina del Grossglockner, una grande opera ingegneristica che ogni anno porta quasi un milione di turisti a scoprire le meraviglie naturalistico delle Alpi austriache. Una tripartizione tra musica, arte e paesaggio non basta a raccontare la complessità dell’Austria, della sua storia e delle sue tradizioni, almeno quanto leggere queste pagine non basta ad apprezzarne le eccellenze: chiudiamo quindi con l’invito a toccare con mano, per conoscere tutto quello è stato impossibile raccontare a parole.

PAROLA

D’ORDINE: INTERATTIVITÀ. LA HAUS DER MUSIK

DI VIENNA

Spegne quest’anno 25 candeline la Haus der Musik, istituzione viennese che nell’ultimo quarto di secolo ha fatto della divulgazione della musica in tutte le sue forme la sua missione. Un’operazione necessaria, non tanto per celebrare i grandi nomi della musica austriaca – il già citato Johan Strauss II, così come Mozart, Schubert, Haydn… - ma soprattutto per affermare che la musica si rivolge a tutti, nessuno escluso. Non serve essere perfetti conoscitori del valzer o dell’opera per poterli apprezzare, ecco perché la Haus der Musik ha scelto modalità altamente interattive e non didascaliche per veicolare i suoi contenuti.

LA HAUS DER MUSIK DI VIENNA

Localizzato a pochi passi dall’ottocentesco Stadtpark – uno dei parchi cittadini del centro di Vienna – lo storico palazzo Erzherzog Karl (edificio che ospita la Haus der Musik), fu residenza dell’arciduca Carlo d’Asburgo-Teschen (1771 – 1847) e successivamente di Otto Nicolai (1810-1849) compositore e fondatore dei Wiener Philharmoniker, fra le migliori orchestre al mondo. Ben quattro piani espositivi e 3mila metri quadrati sono dedicati alla scoperta della musica a 360 gradi, seguendo prospettive storiche e contemporanee, divulgative e spe-

Scannerizza il QR code per scoprire di più sulla Haus der Musik

rimentali: dall’archivio dell’orchestra dei Wiener Philarmoniker alle installazioni immersive (anche con realtà virtuale) che indagano il fenomeno della percezione sonora. All’ultimo piano, i visitatori hanno anche la possibilità di dirigere un’orchestra virtuale, muovendo un’apposita bacchetta.

GLI EVENTI DELLA

HAUS DER MUSIK DI VIENNA

Oltre alle esperienze di visita, la Haus der Musik offre un ampio palinsesto di oltre 80 concerti all’anno. Come tutto il percorso museale, anche il programma di iniziative live dedica largo spazio ai più piccoli, proponendo concerti ad hoc (i Kinderkonzerte) per aiutarli a scoprire il mondo della musica e del suono.

LE PAROLE DEL DIRETTORE

SIMON POSCH

“Siamo un luogo di confronto vivo che apre nuove prospettive sulla musica. Le persone dovrebbero venire con curiosità, tornare alla loro vita quotidiana con una melodia sulle labbra e portarsi via qualcosa per la loro vita. La cultura e la musica possono essere una potente forza di connessione e ispirazione. Vogliamo liberare questa energia con la nostra vasta offerta”.

Haus der Musik, Vienna.
Photo Paul Bauer

L’ESTATE DI SAALFELDEN LEOGANG, TRA CULTURA E NATURA

Nel Salisburghese, l’estate si riempie di musica: come ogni anno, eventi, concerti e spettacoli animeranno la regione di Saalfelden Leogang, ai piedi dell’altopiano Steinernes Meer, che in italiano significa “Mare di Pietra”. Se durante l’inverno la regione si caratterizza per l’offerta di panoramiche piste da sci e da snowboard, l’estate favorisce la fruizione dei boschi e dei prati, permettendo attività naturalistiche, ma anche culturali, all’ombra delle fronde.

TUTTO IL JAZZ

DI SAALFELDEN LEOGANG

La vicinanza con Salisburgo, città natale di Mozart, risuona nel grande interesse della regione nei confronti della musica. Chi si aspetta musica classica e violini, cercando la più nota anima musicale austriaca, potrebbe però rimanere deluso: dal 21 al 24 agosto 2025, infatti, si terrà la 45esima edizione dell’annuale Saal-felden Jazz Festival, evento che da decenni situa Saalfelden Leogang nel calendario internazionali degli appassionati del Jazz e della musica in generale, il Saalfelden Jazz Festival 2025 prevede oltre 60 concerti in location atipiche: oltre ai palchi in città, infatti, la musica invaderà anche i pascoli e le foreste circostanti, generando una commistione unica tra natura e cultura. Il nome di battesimo del festival, alla sua edizione pilota del 1978, era Drei Tage Jazz (Tre Giorni di Jazz) e nel corso del suo quasi mezzo secolo di attività ha ospitato musicisti del calibro di Chet Baker, Sun Ra, Gil Evans e Lester Bowie.

GLI ALTRI EVENTI CULTURALI

DELL’ESTATE A SAALFELDEN LEOGANG

Se agosto sarà consacrato al jazz, la regione riserva sorprese già dall’inizio della stagione: prosegue dal XII secolo, infatti, la tradizione di accendere fuochi sulle vicine montagne del Pinzgau, nel giorno del solstizio d'estate, con l’auspicio di scacciare spiriti maligni e propiziare i raccolti. Uno spettacolo che, di sera, illumina i contorni delle montagne intorno alle città di Leogang e Saalfelden am Steinernen Meer. A partire dall’11 luglio e fino al 5 settembre 2025, inoltre, l’Estate Alpina Salisburghese si attiva con un ricco palinsesto di eventi artistici e culturali, dal titolo “La tradizione incontra la modernità”: ogni venerdì (escluso il 22 agosto), a partire dalle 13.00, il programma ALM:KULTUR organizza concerti e laboratori sui pascoli alpini, all’insegna della commistione di generi ed epoche musicali.

Per scoprire tutte le location dei concerti di ALM:KULTUR, scannerizza il QR code qui in basso

NON SOLO MUSICA: COSA VEDERE NELLA REGIONE

Si sa, i concerti e gli eventi sono effimeri ed è sempre un peccato non riuscire a vederli: ma se pianificate di visitare il Salisburghese, è giusto che sappiate che l’offerta di Saalfelden Leogang non si limita a manifestazioni passeggere, ma comprende musei e luoghi di interesse visitabili tutto l’anno. Impossibile non menzionare, a proposito, il Museo Minerario e Gotico di Leogang, che racconta il ricco passato delle miniere della zona e raccoglie anche opere di arte sacra. Se invece preferite un tuffo più concreto nella storia (e non soffrite di claustrofobia) allora potete visitare direttamente la miniera di Leogang, aperta da maggio a ottobre con l’ausilio di guide esperte.

SAALFELDEN LEOGANG

a sinistra in alto: Almkultur Seealm Saalfelden Leogang. Photo Saalfelden Leogang Touristik GmbH, Michael Geissler a sinistra: Saalfelden Jazz Festival. Photo Michael Geissler in alto: Kollingwald, Saalfelden Jazz Festival. Photo Michael Geissler

A VIENNA C’È UN QUARTIERE TUTTO DEDICATO AI MUSEI

MUMOK – MUSEO D’ARTE MODERNA

KUNSTHALLE WIEN

Volksgarten

CENTRO DI ARCHITETTURA DI VIENNA

DESIGNFORUM WIEN

MuseumsQuartier

LEOPOLD MUSEUM

ZOOM KINDERMUSEUM

Parliamo di una delle aree culturali più estese del mondo: con i suoi 60mila m2, il MuseumsQuartier costituisce una tappa imprescindibile per tutti gli amanti dell’arte e della cultura che decidono di visitare Vienna. Il distretto, ricavato dal complesso che un tempo ospitava le scuderie imperiali, è oggi sede di diversi musei, e si affaccia su una grande piazza che ne ospita altri due, di rilevanza internazionale: il Naturhistorisches Museum e il Kunsthistorisches Museum, rispettivamente dedicati alle scienze naturali e alla storia dell’arte. Insomma, un concentrato di arte, cultura e architettura, non solo per l’Architekturzentrum Wien qui situato, ma anche per la commistione di edifici antichi e moderni, come quello del museo d’arte moderna MUMOK, disegnato dallo studio Ortner & Ortner e rivestito in roccia vulcanica. Nelle prossime pagine, approfondiremo le collezioni e le mostre in programma di due delle istituzioni più rilevanti di questa parte di Vienna.

Chiesa di San Pietro

Cattedrale di Santo Stefano

Mozarthaus

Museo Ebraico di Vienna

NATURHISTORISCHES MUSEUM

Hofburg

Albertina

KUNSTHISTORISCHES MUSEUM

HAUS DER MUSIK

Albertina Modern

Palazzo della Secessione

Egon Schiele, Autoritratto con camicia a righe , 1910. Courtesy Leopold Museum, Vienna

IL LEOPOLD MUSEUM

E L’EPOCA D’ORO DI VIENNA

Cominciamo dal più famoso dei musei del MuseumsQuartier, nonché uno dei più visitati di Vienna: il Leopold Museum. Nato a partire da un nucleo di 5200 opere donato dai collezionisti Rudolf ed Elisabeth Leopold, il museo è dedicato alle belle arti e alle arti applicate, con particolare attenzione all’esperienza del Secessionismo Viennese e ai suoi protagonisti. La sua imponente collezione, che negli anni si è arricchita fino a raggiungere l’impressionante numero di 8500 pezzi, è infatti il luogo più indicato per chi cerca un’esperienza diretta con la scena artistico-culturale della Vienna di fine Ottocento / inizio Novecento, e in particolare con i capolavori di Egon Schiele e Gustav Klimt.

IL SECESSIONISMO VIENNESE

AL LEOPOLD MUSEUM

Con oltre 40 dipinti e 180 tra acquerelli, stampe e disegni, quella del Leopold Museum è la più vasta collezione di opere di Egon Schiele al mondo. Noto per i suoi quadri tormentati, i suoi autoritratti scarni e terribili, i suoi nudi scandalosi e la sua tragica storia a cavallo tra Eros e Thanatos, Schiele rappresenta uno dei massimi esponenti di quel movimento culturale che, all’inizio del XX secolo, cambiò Vienna per sempre: il Secessionismo Viennese. Lo stesso si può dire del suo maestro Gustav Klimt, celebre autore del Bacio (anch’esso conservato a Vienna, ma al Museo del Belvedere). Da non perdere nelle sale del Leopold il suo grande dipinto Tod und Leben (1910-15), a ragione considerato fra i capolavori dell’artista.

LE ARTI APPLICATE PROTAGONISTE DEL LEOPOLD MUSEUM

Centrale per il Secessionismo, il concetto di Gesamtkunstwerk (in italiano “opera d’arte totale”) sembra aver ispirato anche il museo: in una totale assenza di vetuste gerarchie, il Leopold dà infatti grande risalto anche a tutte quelle arti decorative che hanno fatto sì che l’epoca d’oro viennese si espandesse al di là

a sinistra: Gustav Klimt, Morte e Vita Installation view al Leopold Museum, Vienna. Photo Katharina Koberger in basso: Leopold Museum, Vienna. Photo Ouriel Morgensztern

Per leggere l’intervista ad HansPeter Wipplinger, direttore del Leopold Museum, scannerizza il QR code qui sotto:

dei confini della tela, per raggiungere i palazzi imperiali così come le abitazioni dei cittadini. Una vera e propria celebrazione dello Jugendstil, ovvero l’interpretazione germanofona dell’Art Nouveau.

LE MOSTRE IN ARRIVO AL LEOPOLD MUSEUM

Alla collezione permanente, il museo viennese affianca esposizioni di grande respiro, pur mantenendo saldo il suo focus di ricerca. A fine marzo, infatti, inaugurerà la mostra Tempi di cambiamento. Gli ultimi anni di Egon Schiele, 1914-1918, che si concentrerà sulle ultime produzioni del pittore austriaco prima della sua prematura morte a causa dell’influenza spagnola. A partire dal 2 aprile, inoltre, il pubblico potrà anche incontrare Schiele grazie a un’esperienza in realtà virtuale. Sempre ad aprile, aprirà le porte la mostra Biedermeier. Un’epoca in ascesa: un tuffo nella prima metà dell’Ottocento, in quel periodo felice che si distende tra il Congresso di Vienna del 1815 e i moti rivoluzionari del 1848 e che ha visto emergere, tanto in pittura quanto nelle arti ornamentali, un peculiare genere di romanticismo. Piuttosto che concentrarsi sulla sola Vienna, la mostra esplora anche gli ambienti culturali e creativi di altre importanti città europee, quali Budapest, Praga, Lubiana, Venezia e Milano, con un esponente d’eccezione: Francesco Hayez.

Conclude il 2025 (e inizia il 2026) una mostra da brividi: Modernità nascosta. Il fascino dell’occulto intorno al 1900 inaugurerà il 4 settembre ed esplorerà i rapporti fra arte e occultismo, come risposta a un materialismo e una industrializzazione inarrestabili. Lo fa attraverso le opere di artisti capitali, come Oskar Kokoschka, Arnold Schönberg, Edvard Munch, Max Oppenheimer e ovviamente il già citato Egon Schiele.

sciti dal Leopold Museum, basta attraversare la strada per trovarsi di fronte a due dei più grandi e ricchi musei dell’Austria e del mondo: sulla verdissima Marie-Theresien Platz, si stagliano infatti il Naturhistorisches Museum (Museo di Storia Naturale) e il Kunsthistorisches Museum (Museo di Storia dell’Arte). Nessuno dei due ha bisogno di presentazioni e, sebbene la collezione del primo sia altrettanto importante, quella del secondo ci permette di continuare la nostra esplorazione dei tesori artistici viennesi (e non solo). Ne parliamo con Jonathan Fine, storico dell'arte e direttore del museo.

Il Kunsthistorisches Museum possiede una delle collezioni più ricche al mondo: come riesce a valorizzare millenni di storia dell’arte?

Siamo conosciuti per la nostra eccellenza nella ricerca e nella conservazione. Abbiamo ottimi laboratori di conservazione, un laboratorio scientifico e la nostra presentazione è sempre all’avanguardia. Per esempio, i nostri arazzi non sono mai appesi al muro, ma vengono presentati in leggera pendenza per evitare che il loro peso considerevole danneggi i fragili tessuti. Naturalmente, i risultati dei progetti di ricerca intrapresi dai nostri curatori e studiosi influenzano il modo in cui comprendiamo e presentiamo le opere delle nostre collezioni. Ad esempio, abbiamo appena terminato un progetto di ricerca multimilionario sulla corona imperiale del Sacro Romano Impero, forse l’opera più importante dell’arte orafa medievale.

Ha appena inaugurato Nature’s Time, una mostra che mette a confronto tre maestri come Arcimboldo, Bruegel e i fratelli Bassano: cosa hanno in comune?

La mostra analizza il modo in cui questi artisti intendono e raffigurano la natura. La natura e il tempo sono domande fondamentali per l’umanità, domande sempre attuali. Bruegel, ad esempio, cattura lo stato d’animo di una stagione e riempie i suoi paesaggi di piccole figure che fanno cose

stagionali, come pattinare su uno stagno ghiacciato in un paesaggio invernale coperto di neve. Queste grandi tele sono i primi dipinti di paesaggio dell’arte occidentale, dove le persone non dominano più la composizione. Arcimboldo si rifà alla tradizione classica di raffigurare le personificazioni delle stagioni. Ma crea fantastiche e ingegnose teste composte che comprendono tutta la fauna o la flora tipica di ogni stagione. E gli artisti della famiglia Bassano realizzano meravigliose serie di mesi in cui ogni stagione è rappresentata da attività rurali tipiche e spesso anche dai segni zodiacali appropriati. Le loro composizioni sono ricche di affascinanti dettagli quotidiani. Il Kunsthistorisches Museum è davvero l’unico museo al mondo che può ospitare questa mostra, perché solo noi abbiamo tre dei cinque dipinti superstiti della sta-

gione di Bruegel, quattro favolosi Arcimboldo e la più grande collezione di Bassano al mondo.

A settembre verrà inaugurata una grande mostra dedicata a Michaelina Wautier, un’artista fiamminga a lungo dimenticata. Su quali aspetti si concentrerà la mostra?

Michaelina Wautier è stata un’artista celebre in vita, troppo a lungo trascurata. A differenza di altre donne pittrici del XVII secolo, non si limitò alle nature morte o ai ritratti, ma gareggiò con gli artisti maschi nel campo più prestigioso: la pittura di storia. Questa mostra è la sua prima monografia in assoluto e documenterà che non aveva bisogno di celare il suo talento. Era davvero una grande pittrice. Abbiamo la più grande collezione di sue opere al mondo e la sua composizione più importante, un monumentale Baccanale.

Kunsthistorisches Museum, Vienna. Courtesy Oesterreich Werbung. Photo Antoine Bonin

NON SOLO CULTURA: IL PAESAGGIO AUSTRIACO E LE SUE PERLE

L’Austria è senza dubbio nota per i suoi preziosi centri urbani (Vienna e Salisburgo su tutti), per il suo passato imperiale (con tanto di principessa Sissi), per gli artisti e i musicisti di cui tanto abbiamo scritto in queste pagine. Tutto ciò non è di certo di poco conto, ma è – per dirla con Nietzsche – umano, troppo umano. L’Austria è infatti anche molto di più della sua dimensione antropica: è natura e paesaggio, è montagne, laghi e fiumi, è la coesistenza del bianco della neve e del verde dei boschi. Basti pensare che il territorio austriaco detiene il 28,7 % della catena montuosa delle Alpi, più di qualsiasi altro Paese. Ben tre quinti dell’Austria (in particolare le sue regioni meridionali) sono infatti caratterizzati dal paesaggio alpino, che poi discende nella valle del Danubio, il grande fiume che attraversa Linz e Vienna e che è stato celebrato da Johann Strauss II nel suo immortale valzer Sul bel Danubio blu. Un patrimonio naturalistico del genere non passa di certo inosservato, e costituisce ragionevolmente uno dei più grandi fattori di attrazione per gli appassionati di alpinismo, trekking e sport all’aria aperta.

ALBERTINA

Marmotte sulla Strada Alpina del Grossglockner. Photo Martina Gebert

SULLA VIA DEI GIGANTI: LA STRADA ALPINA DEL GROSSGLOCKNER

Come dicevamo, l’Austria è tanto natura quanto cultura. Ma è proprio laddove l’essere umano riesce a integrarsi all’interno del paesaggio che si raggiunge un equilibrio: la grande Strada Alpina del Grossglockner è proprio questo. Una via che attraversa il Parco Nazionale degli Alti Tauri, per raggiungere la cima più alta del Paese, che dà il nome alla strada: il Grossglockner (3.798 m). Percorriamo questa strada in occasione del suo novantesimo compleanno, alla scoperta dei suoi panorami e delle sue vette, ma anche delle attività disponibili lungo il suo percorso.

LA COSTRUZIONE DELLA STRADA

ALPINA DEL GROSSGLOCKNER

Nonostante la via fosse già praticata da millenni, e all’inizio del XX secolo portasse il nome della principessa Sissi (Kaiserin Elisabeth – GlocknerStrasse), la storia della moderna Strada Alpina inizia un secolo fa: era il 1924 quando l’ingegnere Franz Wallack fu incaricato di iniziare i lavori di ampliamento della strada, lavori che furono poi terminati sotto la spinta del governatore Franz Rehrl il 3 agosto 1935. Se calcolato sul valore odierno, il costo complessivo dell’operazione ammontò a circa 60 milioni di euro.

Per scoprire tutte le opportunità e le bellezze della Strada Alpina del Grossglockner, scannerizza il QR code qui sopra

LA STORIA DELLA STRADA ALPINA

DEL GROSSGLOCKNER

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Strada Alpina registrò un considerevole calo dei visitatori: furono registrati solo 27mila visitatori negli anni dal 1940 al 1944, contro i 375mila del 1939. Un declino solo temporaneo, presto risanato dagli ottimi e progressivamente crescenti numeri dei decenni successivi. Il successo rese necessari ulteriori ampliamenti e manutenzioni, per accogliere flussi sempre maggiori, nonché per rispondere a esigenze sempre più importanti dal punto di vista dell’ecosostenibilità. Proprio quest’attenzione valse alla Strada Alpina del Grossglockner, nel 1991, il Premio della Regione Salisburgo per la protezione della natura e dell’ambiente. Tutte queste informazioni (e molte altre) sono ben raccontate nella mostra permanente Building the Road, allestita nella casetta del custode nei pressi del lago Fuscher Lacke.

FLORA E FAUNA SUL GROSSGLOCKNER

La natura è protagonista indiscussa della Strada Alpina e non c’è stagione migliore dell’estate per apprezzarne la diversità botanica e, in particolar modo, floreale. Gli amanti degli

animali possono invece lanciarsi alla scoperta dei cosiddetti “Big Five”, cinque specie che abitano l’ecosistema delle Alpi: lo stambecco, l’aquila reale, la marmotta, la farfalla Apollo e il bombo alpino.

ARCHEOLOGIA AD ALTA QUOTA

Se animali e piante sono i veri abitanti del Grossglockner, il passato di quest’area alpina testimonia anche il passaggio umano: è questo il focus della mostra Il santuario del passo Hochtor: il percorso attraverso i millenni, che dà contezza dei ritrovamenti avvenuti sulla Strada Alpina. Tra i più interessanti si annoverano armi, fibule, utensili per cercatori d’oro, tessuti medievali e persino i resti di un cercatore d’oro del XVIII secolo. Una effettiva prova dell’importanza strategica della via per i commerci transalpini del passato.

LA STRADA ALPINA DEL GROßGLOCKNER IN NUMERI

48 km di lunghezza 2571 m di altitudine massima

36 tornanti 900mila visitatori annuali

15 mostre

12 stazioni avventura

a sinistra: Grossglockner Hochalpenstrassen

AG Michael Stabentheiner in basso in senso orario: Fuscher-Lacke

Grossglockner Hochalpenstrassen

AG Michael Koenigshofer

Grossglockner-Hochalpenstrassen

AG Michael Koenigshofer

Grossglockner Hochalpenstrasse Kaiserbesuch

Grossglockner Hochalpenstrassen

AG Andreas Kolarik

LEOPOLD MUSEUM

I LUOGHI DI JOHANN STRAUSS FIGLIO A VIENNA

Concludiamo come abbiamo cominciato, ovvero celebrando la grande ricorrenza dei 200 anni dalla nascita del Re del Valzer: Johann Strauss figlio. Per farlo, abbiamo voluto raccogliere quattro luoghi imperdibili per gli appassionati di musica e per chiunque voglia scoprire di più su uno dei più eminenti compositori della storia.

HOUSE OF STRAUSS

Cominciamo con la più recente: aperta nel 2023 all’interno del Casinò Zögernitz, la Casa di Strauss è oggi museo, sala concerti e ristorante. Tutto è dedicato al compositore viennese e alla sua dinastia: anche il padre, Johann Strauss, fu un celebre musicista, mentre l'audioguida è narrata da un suo discendente, Thomas Strauss. La ciliegina sulla torta dell’edificio è la luccicante Sala Strauss: qui il compositore si esibì diverse volte a partire dal 1880, e oggi ospita concerti coadiuvati da tecnologia all’avanguardia.

L’APPARTAMENTO

DI JOHANN STRAUSS FIGLIO

Per scoprire dove Strauss compose il suo valzer più celebre, non si può non visitare il luogo in cui visse tra gli Anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento: proprio nel suo elegante appartamento nella Praterstrasse, infatti, Strauss scrisse Sul bel Danubio blu, oggi considerato l’inno non ufficiale dell’Austria. L’abitazione contiene diversi oggetti appartenuti a Strauss, tra cui un prezioso violino Amati, un pianoforte a coda Bösendorfer e dei tarocchi, che insieme al biliardo e al disegno di caricature costituirono i maggiori passatempo del compositore.

LA TOMBA DI

JOHANN STRAUSS FIGLIO

Spesso il miglior tributo ai grandi del passato è una semplice visita al luogo in cui riposano. La tomba di Johann Strauss figlio si trova, e non poteva essere altrimenti, nel Cimitero Centrale di Vienna, accanto a quelle di Ludwig van Beethoven e Franz Schubert. Il sepolcro, poi, è esso stesso un’opera d’arte: firmato dallo scultore Johannes Benk, prende forma da riferimenti alle opere di Strauss.

IL MONUMENTO A

JOHANN STRAUSS FIGLIO

Oltre alla sua tomba, una personalità tanto importante per Vienna non poteva non avere una statua a lui dedicata in uno dei luoghi più ameni della città: nel cuore del parco cittadino Stadtpark, infatti, si trova un monumento eretto nel 1921, a 22 anni dalla morte del compositore. La statua, realizzata da Edmund Meller in bronzo rivestito d’oro, raffigura Strauss elegantemente impegnato a suonare il suo violino. Un tributo tanto splendido che detiene il record di soggetto più fotografato della città.

Monumento a Johann Strauss figlio, Stadtpark, Vienna. Courtesy Österreich Werbung. Photo Sebastian Burziwal
©Oesterreich Werbung. Photo Marko Mestrovic

When you discover the season‘s different faces.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Speciale Austria 2025 by Artribune - Issuu