Colas Gutman

v a a l m us
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Per Nathalie, Laurent e Alba, fedeli amici di Cane Puzzone!
È primavera: i bidoni traboccano, i piccioni tubano e Cane Puzzone si fa bello per uscire a rimediare qualche buccia di banana.
“Ehilà sgorbi, vi fate ancora più brutti?” li prende in giro il basset hound con il cappotto.
“Cane Puzzone, sei talmente orrendo che un giorno o l’altro bisognerà incorniciarti!” rincara il barboncino.
“Lasciali perdere, è tutta invidia”, lo consola Spiaccigatto.
“Della vostra bruttezza o del vostro bidone? Anche quello dovrebbe finire al museo!” continua il basset hound.
Se il basset hound e il barboncino fanno battute così perfide, è perché non apprezzano l’arte e hanno un’uscita di classe obbligatoria al museo con la Real Accademia Canina.
“Farò strisciare apposta la frangia per terra”, sospira il barboncino.
“Odio i musei, fa sempre caldo e non posso nemmeno togliermi il cappotto”, si lamenta il basset hound.
“Visto un quadro, visti tutti”, dichiara il barboncino.
Cane Puzzone e Spiaccigatto, invece, vorrebbero tanto andarci al museo per variare il paesaggio che hanno sempre da-
vanti agli occhi: una canaletta di scolo senz’acqua e un lampione senza la lampadina.
Per fortuna che qualche volta la gente butta le cose più disparate nel loro bidone.
“Cane Puzzone, guarda!”
“La buccia di banana?”
“Sotto: un pass per una giornata al Louvre! Speriamo che non sia scaduto.”
“No, è ancora saporito”, dice Cane
Puzzone mordicchiandolo.
“A noi due, Gioconda!” esclama felice Spiaccigatto.
“E chi sarebbe? Dicono che visitare i musei faccia gonfiare i piedi”, si preoccupa Cane Puzzone.
Eppure non c’è niente di meglio di una gita al museo per sentirsi più leggeri e ritrovare il sorriso.
La Venere di Milù
Di fronte alla Grande Piramide del Louvre, Cane Puzzone e Spiaccigatto ritrovano una vecchia conoscenza che sta spazzando davanti alla sua roulotte.
“Sapevo che sareste venuti”, dice
Monna Lisa. “Siete qui per…”
“Per vedere i quadri con i piedi gonfi”, le spiega Cane Puzzone.
“Oh certo: i quadri… sventare il furto di un dipinto… il più famoso di tutti.”
“La Gioconda?” chiede tremando Spiaccigatto.
Monna Lisa risponde con il suo sorriso enigmatico.
“Vieni Cane Puzzone, lasciamo che
Monna Lisa legga il futuro nella sua palla di chewing gum. Non è ancora nato quello che torcerà un capello alla Gioconda! È il quadro più sorvegliato al mondo.”
Sotto la Piramide del Louvre, Cane
Puzzone e Spiaccigatto fanno la fila per passare i controlli di sicurezza. Gli allievi della Real Accademia Canina gli sfrecciano sotto il naso.
“In fila per due!” grida la maestra.
“Maestra, il cocker non vuole darmi la zampa”, si lamenta il labrador.
“Maestra, devo fare la pipì!” piagnucola il chihuahua.
Cane Puzzone, invece, ha soltanto un’idea in testa: vedere le antichità.
“Oh guarda, Spiaccigatto, una scala mobile! Verrà dall’antico Egitto?”
“E questo non è niente, vedrai”, risponde divertito Spiaccigatto.
“Ci sono anche ascensori?”
Povero Cane Puzzone, lui di arte non se ne intende, però sa riconoscere un’attività spassosa. Davanti alle statue greche, gli allievi della Real Accademia Canina giocano a scivolare sul pavimento di marmo e fanno a gara di agilità.
“Avranno delle scarpe speciali”, pensa Cane Puzzone.
“Bambini, piantatela subito o mi metto a urlare!” grida la maestra.
“Maestra, il cocker bara: fa le scivolate sulle orecchie”, protesta il bulldog.
“Silenzio! L’arte va contemplata in silenzio.”
“Maestra, ha detto due volte ‘silenzio’, è per farci capire meglio?”
“Silenzio!”
“Adesso sono tre”, bofonchia il labrador.
Cane Puzzone vede un omino in giacca e cravatta, seduto su una sedia con un’aria annoiata.
“Il noleggiatore di scarpe non avrà molti clienti.”
Ma poi si preoccupa: “Deve stare attento, qualcuno potrebbe rubargli la sedia!”.
“Signore, signore…”
Nel sentirsi chiamare, l’omino tira fuori un walkie-talkie per dare l’allarme!
Ma l’allarme non scatta e l’omino si rimette a sedere con un’espressione triste come quella di Cane Puzzone quando la ciotola è vuota. Poi spiega a Spiaccigatto che l’unica cosa che avevano rubato al museo era stata la maniglia di una porta.
“E rotta perdipiù! Non è che volete rubare qualcosa, per caso?”
“Vieni Cane Puzzone, lasciamo in pace questo signore”, gli dice Spiaccigatto.
“Sono buono solo a scaldare la sedia. Se va avanti così, mi trasformerò in una mummia.”
“Adesso ho capito! Le mummie sono solo custodi addormentati”, pensa Cane Puzzone.
“Se solo avessi qualcuno da acciuffare”, sospira l’omino sconsolato.
“Potrei rubare qualcosa per far contento quel custode gentile”, dice Cane Puzzone a voce alta.
Ma Spiaccigatto gli ricorda che “rubare non è bello” e che lui è già abbastanza brutto così.
In quel momento Cane Puzzone si trova naso a naso con la Venere di Milo.
“Guarda, Spiaccigatto, qualcuno le ha rubato le braccia! Bisogna avvertire il custode!”
“Nessuno ha rubato niente, Cane Puzzone. È stata trovata così sull’isola di Milo, in Grecia, tanto tempo fa.”
“Ah, sì? L’isola di Milù… In quale Tintin era già?»
Ma Spiaccigatto non lo sta più ascoltando, è come un gatto in un giardino: con tutti quei capolavori intorno, non sa più dove guardare.
“Spiaccigatto, ci siamo, mi si sono gonfiati i piedi.”
“Ci serve una piantina.”
“Per dare sollievo ai piedi?”
“Ma no, testa di rapa, una piantina del museo!”
Su quelle parole, arriva un signore con il tesserino del museo e le cuffie in testa.