Produzione & Igiene Alimenti n. 4/2021

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INCHIESTA / ITTICO

La sostenibilità della pesca nel piano Farm to Fork

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ella corsa che farà diventare l’Europa il primo continente a neutralità climatica entro il 2050 (il Green Deal Europeo), la strategia From Farm to Fork riveste un ruolo centrale perché porta l’attenzione sulla necessità di avere sistemi alimentari sostenibili, riconoscendo il legame “inscindibile” fra la salute delle persone e quella del pianeta. Anche l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e tutta la filiera alimentare dovranno contribuire a questo processo. La filiera ittica, come quella agricola, dovrà accelerare il cambiamento. Nel 2013 la Politica Comune della Pesca (PCP), formulata per la prima volta nel trattato di Roma del 1957, si è rinnovata nel segno della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Oggi la UE ha come primario obiettivo la sostenibilità degli stock ittici, il rafforzamento della gestione della pesca nel Mediterraneo in

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collaborazione con tutti gli Stati costieri; per lottare contro le frodi servirà un sistema di tracciabilità rafforzato, anche con l’uso obbligatorio di certificati di cattura per impedire l’ingresso nel mercato dell’UE di prodotti ittici illegali. Entro il 2022, infine, dovranno essere rivalutate “le modalità con cui la PCP affronta i rischi derivanti dai cambiamenti climatici”. In questo piano l’allevamento gode di un’attenzione particolare. Nella presentazione della Commissione dei piani 2021-2030 per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura si legge che “può contribuire ad un’economia con una bassa impronta di carbonio, contrastare i cambiamenti climatici e mitigarne gli effetti, ridurre l’inquinamento, facilitare una migliore conservazione degli ecosistemi (in linea con gli obiettivi della strategia sulla biodiversità), nonché essere parte di una gestione più circolare delle risorse”.

Qual è la situazione italiana? Nel nostro Paese secondo Legacoop Agroalimentare la produzione del settore dell’acquacoltura sfiora le 150.000 tonnellate per un controvalore pari a quasi 400 milioni di euro (dati Mipaaf e Crea). “L’acquacoltura biologica è considerata un segmento molto promettente in termini di domanda di mercato, nonostante le crescenti difficoltà generate dalla nuova normativa europea che tende a fissare standard qualitativi di processo sempre più onerosi”. Un valore anche per l’industria di trasformazione che solo di recente ha attinto dalla produzione di acquacoltura per la propria materia prima, anche per ridurre la forte dipendenza dal prodotto di importazione. Oltre il 70 % della produzione destinata alla trasformazione viene lavorata e confezionata direttamente dalle azien-

Produzione & Igiene

Settembre 2021


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