Tecnologie Alimentari N°4 Settembre 2025

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Forni a induzione per la cottura di wafer

Forni a induzione per la cottura di wafer

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Ispezione a raggi X per aumentare la sicurezza

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Robot e IA per il disossamento della carne

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RIVISTA DELLE

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Processi sicuri e perfetti nell‘industria alimentare con i sensori di livello e pressione.

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SISTEMI PER PRODURRE

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6 In copertina

Processi sicuri per alimenti, grazie ai sensori

La strumentazione di misura di VEGA, realizzata in materiale anticorrosione e facilmente integrabile in impianti già esistenti, contribuisce a rendere sicuri e affidabili i diversi processi alimentari, dove qualità e igiene ineccepibili rappresentano requisiti essenziali.

30 Certificazioni e impegno per la sostenibilità

Nateeo ha conseguito le certificazioni ISO 14001 e ISO 45001. Un traguardo importante nel suo percorso volto a ridurre l’impatto ambientale e a rafforzare la sicurezza dei lavoratori.

44 Ispezione a raggi x per aumentare la sicurezza

Minebea Intec offre sistemi per raggiungere i più alti standard di sicurezza e qualità in diversi tipi di produzione: dalle materie prime sfuse agli alimenti liquidi e viscosi, fino ai prodotti confezionati.

50 Quando ispezione e pesatura aumentano la produttività

Alla scorsa Ipack-Ima abbiamo incontrato Roberto Scanu, responsabile della filiale italiana di Mettler-Toledo, che ci ha spiegato come le soluzioni avanzate della multinazionale ottimizzino tempi e costi nelle linee di confezionamento.

58 Robot e IA automatizzano il disossamento della carne di maiale

La carne è un oggetto morbido di forma irregolare, tra i più difficili da afferrare e lavorare. Il costruttore giapponese di macchine alimentari Mayekawa è riuscito ad automatizzare l’operazione del disossamento impiegando nella cella tre robot a sei assi di Stäubli.

EDITORIALE

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E editoriale

Il packaging continua a rappresentare un settore chiave per l’industria italiana, più che mai per il food & beverage, a cui viene destinato oltre l’80% della produzione. Secondo il report “Imballaggio in cifre 2025” edito dall’Istituto Italiano Imballaggio, la domanda interna si mantiene robusta. Tanto che nel 2024 la produzione nazionale è cresciuta leggermente, dell’1,1%, rispetto all’anno precedente. Un trend che però risulta smorzato dal calo dell’1,2% del fatturato, che ha raggiunto un valore complessivo di 37,96 miliardi di euro. Questi numeri riflettono l’andamento di un comparto industriale che non soffre di una reale contrazione ma che si trova ad affrontare una fase di compressione dei prezzi, dovuta allo spegnersi della fiammata inflattiva delle materie prime nel post Covid, così come a una competizione internazionale sempre più aggressiva. Il quadro dipinto dall’Istituto, per quanto attraversato da luci e ombre, non può che collocare il packaging in un posto di rilievo nello scenario produttivo italiano. Esso rappresenta infatti il 3,3% del fatturato manifatturiero e l’1,7% del Pil del Paese. Una filiera in cui operano 7.156 aziende, che danno lavoro a oltre 110mila addetti.

PACKAGING: LUCI E OMBRE DI UN SETTORE CHIAVE

C’è un punto che però solleva qualche preoccupazione, anche alla luce di un mercato internazionale che sembra destinato a complicarsi ulteriormente. Diversamente dai tanti prodotti made in Italy che quasi ogni anno ci stupiscono con nuovi record di export, lo sbocco all’estero dei nostri imballaggi non vive una fase brillante, tanto che la bilancia commerciale è negativa: nel 2024 le importazioni hanno raggiunto 2,89 milioni di tonnellate (+3,4%), mentre le esportazioni, pur cresciute dell’1,8%, si sono fermate a 2,72 milioni di tonnellate. Il saldo commerciale si è quindi attestato a -171.100 tonnellate, in peggioramento del 37% rispetto al 2023. D’altronde le multinazionali dell’imballaggio sono ancora sedotte dalle sirene della delocalizzazione in aree con costi di produzione (ed energetici) più competitivi. Una tendenza che i dazi di Trump possono solo acuire.

L’Istituto Italiano Imballaggio prevede comunque una crescita costante anche se moderata da qui al 2028. Al di là delle complesse vicende internazionali dei nostri tempi, il packaging resta dunque un pilastro della manifattura italiana e in particolare di una delle sue principali filiere, quella alimentare.

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Ls strumentazione di misura di VEGA, realizzata in materiale anticorrosione e facilmente integrabile in impianti già esistenti, contribuisce a rendere sicuri e affidabili i diversi processi alimentari, dove qualità e igiene ineccepibili rappresentano requisiti essenziali.

PROCESSI SICURI PER ALIMENTI GRAZIE AI SENSORI

Oggigiorno disponiamo di una varietà di alimenti senza precedenti. Per i consumatori, la qualità affidabile e l’igiene ineccepibile sono requisiti fondamentali. Con la tecnica di misura di VEGA, i produttori possono soddisfare entrambi gli aspetti, semplificando allo stesso tempo i propri processi.

IGIENE NEI MINIMI DETTAGLI

La produzione alimentare è considerata altamente sensibile e di conseguenza i suoi processi sono elaborati e impegnativi. Gli standard richiesti nella produzione si ripercuotono anche sui requisiti della tecnica di misura impiegata. I sensori di livello e pressione di VEGA sono pertanto certificati secondo le comuni norme per l’industria alimentare e farmaceutica e sono conformi agli standard: FDA; ISPE GAMP; ASME-BPE; EHEDG; 3-A Sanitary. Sono realizzati esclusivamente con materiali resistenti alla corrosione e consentono una pulizia efficiente per la rimozione sicura dei microrganismi. Le superfici dei sensori che entrano a contatto con il prodotto soddisfano gli standard di progettazione per usi in ambiente igienico (hygienic design): hanno una rugosità superficiale ottimale

inferiore a 0,8 µm e sono disponibili anche con lucidatura elettrochimica. Per quanto possibile i sensori sono privi di guarnizioni. Gli strumenti di misura di VEGA sono inoltre concepiti per gli aspetti più critici dei processi CIP.

UN ALLACCIAMENTO, MOLTEPLICI

POSSIBILITÀ

I sensori VEGA sono facilmente integrabili in impianti preesistenti. Questo è reso possibile dagli attacchi standardizzati. Gli adattatori igienici disponibili aumentano la flessibilità e facilitano i processi. Inoltre, sono estremamente robusti e stagni alla diffusione. Il sistema di adattatori fornisce dunque la soluzione ad hoc per qualsiasi configurazione dell’installazione.

I sensori di livello e pressione di VEGA sono certificati secondo le comuni norme per l’industria alimentare e farmaceutica e sono conformi agli standard: FDA; ISPE GAMP; ASME-BPE; EHEDG; 3-A Sanitary

UNA PANORAMICA ESEMPLARE

Per ogni singola applicazione è disponibile il sensore VEGA ad hoc.

Sensori per la misura di livello

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• Idoneo all’impiego in presenza di rapidi cambiamenti di livello.

• Interconnessione dei dati di processo grazie a IO-Link.

• Esercizio esente da manutenzione grazie alla tecnologia radar a 80 GHz.

• Un anello luminoso assicura la leggibilità anche da lontano.

VEGAPULS 6X:

• Elevata precisione di misura.

• Elevata focalizzazione.

• Installazioni interne al serbatoio, come gli agitatori, non influenzano la precisione della misura.

• Misura affidabile di prodotti con cattive caratteristiche di riflessione, come i prodotti contenenti olio.

Sensori per la misura di soglia di livello

VEGASWING 61:

• Impiegabile universalmente per tutti i liquidi.

• Particolarmente idoneo all’impiego

I sensori VEGA sono facilmente integrabili in impianti preesistenti. Questo è reso possibile dagli attacchi standardizzati

L’app VEGA

Tools assicura la semplicità della messa in servizio e della configurazione

Non tutti i punti di misura sono liberamente o comodamente accessibili. Per questo i sensori di VEGA dotati di Bluetooth possono essere calibrati comodamente tramite un terminale mobile come smartphone o tablet

HEATING MEDIUM

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Fast response time for reliable pressure monitoring with pressure sensor

VEGABAR 28

CLEANING AGENT

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High measurement accuracy for dependable stock levels with VEGAPULS 6X

come protezione di troppo-pieno e contro il funzionamento a secco in serbatoi di stoccaggio dei detergenti grazie alla sicurezza di rilevamento e alla lunga durata utile.

VEGAPOINT:

• L’attacco universale opzionale per adattatori igienici facilita l’installazione e riduce la tenuta a magazzino.

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Sensori per la misura di pressione VEGABAR 28:

• Monitoraggio sicuro della pressione di gas, vapori e liquidi fino a 130°C.

• Innovativa cella di misura in ceramica CERTEC®

• L’attacco universale opzionale per adattatori igienici facilita l’installazione e riduce la tenuta a magazzino.

SOLUZIONI DIGITALI PER UN MONITORAGGIO SEMPLICE

Non tutti i punti di misura sono liberamente o comodamente accessibili. Per questo i sensori di VEGA dotati di Bluetooth possono essere calibrati comodamente tramite un terminale mobile come smartphone o tablet. L’app VEGA Tools assicura massima semplicità di messa in servizio e configurazione.

Maggiori informazioni sull’app VEGA Tools si possono trovare all’indirizzo: https://www.vega.com/it-it/servizidigitali/calibrazione-degli-strumentivega/vega-tools-app.

CAMA GROUP APRE UNA NUOVA SEDE IN FRANCIA

Cama Group apre un nuovo ufficio per la filiale di CamaFrance. Il nuovo spazio di 230 m² segna un passo importante nella crescita del Gruppo, con l’obiettivo di avvicinarsi ai clienti.

Il team tecnico iper-reattivo è ora in loco per offrire un supporto locale, qualificato e di qualità grazie a CamaExpress Service. Questa espansione rafforza la capacità di supporta-

COESIA ACQUISISCE AUTOWARE

Coesia, player globale nelle soluzioni industriali e di packaging avanzate, ha acquisito la maggioranza del capitale di Autoware, azienda con sede a Vicenza, specializzata nell’integrazione di software per la produzione, la supply chain e il controllo dei processi.

Il portafoglio di Autoware include sistemi MES (Manufacturing Execution Systems), software MOM (Manufacturing Operations Management) e soluzioni SCADA (Supervisory Control and Data

re i partner Cama Group in Francia e in Europa, con una presenza sul campo più forte e soluzioni su misura per le esigenze del mercato. Prossimità, reattività, competenza: tutto ora è ancora più vicino grazie a CamaHub. Da oltre 40 anni, Cama Group progetta, costruisce, consegna, installa e supporta macchine e linee chiavi in mano per il confezionamento se-

Acquisition) per aziende, principalmente nei settori Food & Beverage, Consumer Packaged Goods e Pharma.

“Questa acquisizione rappresenta un altro importante passo nel percorso di trasformazione digitale di Coesia e rafforza il nostro impegno sul fronte dell’Industria 4.0”, commenta Alessandro Parimbelli, CEO di Coesia. “Integrando la profonda competenza digitale di Autoware con l’ampia conoscenza industriale del Gruppo, ampliamo la

condario avanzate in tutto il mondo. Ingegneria meccanica specifica per l’applicazione, robotica personalizzata e sviluppata internamente e architetture di automazione all’avanguardia per l’Industria 4.0 si integrano e si combinano strettamente per offrire le migliori macchine e linee di confezionamento, completamente ottimizzate e connesse.

La sua vasta esperienza nel settore e le sue ampie capacità tecnologiche consentono al gruppo di fornire macchine singole o linee complete per la movimentazione e il confezionamento di un’ampia varietà di confezioni primarie, come flow-wrap, sacchetti, vassoi, lattine, cialde, buste e scatole, e di accompagnarle con cura, efficienza e rapidità attraverso l’intero ciclo di confezionamento, fino alla fornitura dell’imballaggio finale in cartone/ondulato pronto per la pallettizzazione.

nostra capacità di offrire soluzioni end-to-end che migliorano l’efficienza, favoriscono l’innovazione e rispondono alle esigenze in rapida evoluzione dei produttori di tutto il mondo. Questa operazione accelera il nostro impegno nell’essere leader globali nelle soluzioni per la produzione intelligente”.

“Collaborare con Coesia è un’opportunità significativa per creare una piattaforma globale e ampliare la nostra presenza in nuove geografie e mercati”, dichiara Luigi De Bernardini, Ceo e fondatore di Autoware.

UNA PARTNERSHIP PER VALORIZZARE L’ORTOFRUTTA ITALIANA

Pro Food è stata coinvolta dall’Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia nel progetto di filiera “Efficientamento dell’imballaggio per l’ortofrutta fresca come strumento di valorizzazione del prodotto”. Questa iniziativa ambiziosa, che vede la collaborazione di Consorzio Bestack, CO.N.I.P., CPR System, IFCO, Rilegno, Tosca e CSO Italy per il coordinamento tecnico, ha come obiettivo primario lo sviluppo e l’ottimizzazione del complesso sistema degli

imballaggi, trasformandolo in uno strumento concreto per la valorizzazione e il miglioramento dell’offerta dei prodotti ortofrutticoli freschi. L’attenzione si concentra in particolare sulla gestione dello “spazio vuoto” tra imballaggio secondario e primario. “Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa – dichiara Mauro Salini, presidente di Pro Food – certi che ai molteplici problemi che il settore ortofrutticolo si trova ad affrontare, e non per ultimo la diminuzione dei

consumi, si può rispondere in maniera efficace solo con azioni comuni di filiera. Proteggere la redditività della filiera e aiutarne la crescita significa proteggere il lavoro di tutti i suoi anelli. L’identificazione dell’imballaggio ideale per ogni referenza porterà a una significativa diminuzione dei costi per l’acquisto dei materiali e di logistica con un rafforzamento della competitività del settore con l’auspicio di stimolare i consumatori che alla fine andrà a vantaggio di tutti”.

LA PRODUZIONE DI CARNE CONTINUERÀ A CRESCERE

La produzione di carne a livello globale è destinata a crescere del 13% nei prossimi 10 anni. Questa la previsione contenuta nel nuovo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che analizza la futura produzione e domanda alimentare fino al 2034 (OECDFAO Agricultural Outlook 2025-2034).

La produzione mondiale di carne è destinata a crescere del 13%, ovvero di 46 milioni di tonnellate, raggiungendo circa 406 milioni di tonnellate entro il 2034. Più della metà (il 55%) di questa crescita avverrà in Asia, trainata da un aumento di 15 milioni di tonnellate nella produzione di carne avicola. Il primato della carne avicola, infatti, si rafforza: rappresenterà il 62% dell’aumento totale della produzione

di carne nel prossimo decennio. Spinta dalla domanda interna, la produzione avicola si espanderà più rapidamente nei Paesi a reddito medio-alto. I vantaggi di questo settore sono noti: cicli di produzione brevi, elevata efficienza di conversione dei mangimi, basso impatto ambientale e costi di produzione inferiori. Tuttavia, diversi fattori potrebbero limitarne la crescita. La diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) è una preoccupazione crescente e, sebbene una migliore sorveglianza e contenimento possono limitarne l’impatto, aumentano anche i costi per il settore (ad esempio, investimenti in biosicurezze e campagne di vaccinazione).

Il settore zootecnico sta affrontando pressioni su più fronti, tra cui alti costi dei fattori produttivi, normative ambientali e sanitarie più severe, ed epide-

mie. In risposta, il settore si sta concentrando sull’aumento della produttività attraverso una gestione ottimale degli allevamenti e pratiche migliorate utilizzate in tutte le fasi della produzione. Secondo il report, il consumo globale di carne avicola, ovina, bovina e suina è destinato a crescere rispettivamente del 21%, 16%, 13% e 5% entro il 2034. A livello pro-capite, si prevede che il consumo totale di carne aumenterà del 3%, raggiungendo i 29,3 kg all’anno.

Protocolli HACCP semplificati

Tracciabilità degli ingredienti

Etichette solubili in acqua

Meno sprechi alimentari

Secondo l’Osservatorio Food

Sustainability, il 53% delle aziende agricole applica pratiche rigenerative, il 48% sfrutta scarti di processo, acqua riutilizzata e fonti rinnovabili, il 38% valorizza le eccedenze di produzione, una su tre valorizza scarti e biomasse come materie prime.

AGROALIMENTARE: IN CRESCITA

LE PRATICHE CIRCOLARI

Il mondo agricolo italiano si trova oggi ad affrontare una molteplicità di sfide economiche, sociali e ambientali: incrementare il reddito per gli agricoltori, rendere il settore più attrattivo, soddisfare una domanda alimentare in crescita e far fronte all’aumento dei costi. E poi, è necessario ridurre le pressioni sul suolo, tutelare le risorse idriche e la biodiversità, adattarsi a condizioni ambientali sempre più estreme e imprevedibili, contrastando le perdite agricole e gli sprechi alimentari. In questo contesto, in Italia, l’adesione alle strategie circolari è già molto alta: il 74% delle aziende agricole (con una forma giuridica più strutturata) adotta almeno una pratica circolare, basata sull’uso sostenibile e rigenerativo delle risorse naturali, per prevenirne l’esaurimento e ridurne lo spreco.

Prime su tutte, ci sono pratiche rigenerative, come agricoltura integrata, conservativa, tutela della biodiversità o mantenimento degli ecosistemi (adottate nel 53% dei

casi); poi gli input produttivi circolari, come l’uso di materie prime ricavate da scarti di processo, acqua riutilizzata ed energia da fonti rinnovabili (48%); la valorizzazione delle eccedenze di produzione, inclusi il recupero, la donazione e la ritrasformazione (38%); la valorizzazione degli scarti e delle biomasse come materie prime nell’industria, fertilizzanti agricoli o altre applicazioni (33%).

L’adozione di pratiche circolari avviene con modalità differenti a seconda della dimensione aziendale, anche se le distanze sono inferiori rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare: sono presenti nell’82% delle imprese molto grandi, contro il 77% delle grandi, il 76% delle medie e il 73% delle piccole.

Dalla produzione alla distribuzione, nella transizione sostenibile dei sistemi alimentari, una delle strade percorribili è quella dei modelli di filiera corta, che fanno leva sulla prossimità geografica, relazionale e informativa.

© Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale

Oggi i GAS (gruppi di acquisto solidale) si configurano come possibile alternativa ai canali distributivi tradizionali: i consumatori li prediligono per la maggiore attenzione ai valori etici e sostenibili, ma la GDO continua a dare maggiori garanzie dal punto di vista del risparmio e facilità d’acquisto. I due modelli possono convivere. E, al centro del dibattito sulla sostenibilità, c’è il packaging alimentare, visto come uno dei grandi nemici dell’ambiente. Ma è tutt’altro che semplice giudicarne l’impatto ambientale: non si possono, infatti, considerare solo i rifiuti che genera, ma anche le funzioni essenziali di protezione, conservazione, trasporto e comunicazione del cibo, contribuendo anche a ridurre gli sprechi alimentari. Oggi è fondamentale ripensare l’imballaggio dei prodotti alimentari in chiave circolare, tracciabile e sostenibile, conciliando la tutela ambientale, con la riduzione degli sprechi e qualità del prodotto.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano, presentata durante il recente convegno “Sostenibilità al plurale: strategie e relazioni per la filiera agroalimentare in trasformazione”.

L’edizione 2024-25 dell’Osservatorio Food Sustainability della POLIMI School of Management è stata realizzata con il supporto di Conai, Fratelli Beretta, Gruppo Nestlé in

Italia, GS1 Italy, SOFTline, Yara Italia; con il patrocinio di: Assolombarda, Comune di Milano - Food Policy, Fairtrade Italia, Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus, Legambiente Lombardia.

“Pluralità, relazioni, collaborazioni: sono questi i temi al centro del confronto tra istituzioni, imprese e settore terziario nell’ottica della promozione di un sistema agroalimentare sempre più innovativo e sostenibile. Per avanzare nella transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili, sarà indispensabile adottare approcci condivisi e inclusivi, capaci di coinvolgere tutti gli attori della filiera”, osserva Raffaella Cagliano, responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability. “Nessuno deve essere lasciato indietro, a partire dagli agricoltori fino ai consumatori e cittadini. E questo potrà accadere lavorando sulle collaborazioni, sulla valorizzazione delle relazioni, sullo sviluppo di approcci multi-dimensionali, ma soprattutto con il supporto dell’innovazione”.

“L’importanza delle collaborazioni di sistema emerge con forza, ad esempio, nell’ambito delle iniziative a livello urbano come gli Hub Aiuto Alimentare del Comune di Milano”, prosegue Marco Melacini, responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability. “Nel 2024, è stato recuperato il 25% in più di eccedenze alimentari rispetto al 2023: 795,3

tonnellate di cibo, distribuite a 14.973 nuclei familiari per un totale di oltre 126mila persone e 3.867 minori in condizioni di vulnerabilità. Un lavoro che non si ferma qui ma che darà vita a una serie di iniziative e azioni nate proprio dalla messa a fattor comune di competenze e relazioni tra tutti gli attori coinvolti”.

“Il passaggio da una visione fortemente ‘ambientale’ della sostenibilità a un approccio più multi-dimensionale, che tiene cioè in conto gli aspetti economici e sociali, non è affatto scontato”, spiega Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Food Sustainability. “La maggior parte degli schemi e delle valutazioni di sostenibilità nel settore agroalimentare tendono a concentrarsi spesso sugli aspetti ambientali, tralasciando fattori altrettanto cruciali che possono minare la sopravvivenza stessa del settore. Non può esserci vera sostenibilità se non si preservano, oltre all’ambiente, la competitività, la redditività e l’attrattività dell’agricoltura”.

© Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale

ECONOMIA CIRCOLARE IN AGRICOLTURA

Gli agricoltori italiani stanno fronteggiando le pressioni economiche e ambientali dotandosi di un insieme di strumenti diversificati, che combinano l’innovazione tecnologica con il recupero di pratiche tradizionali, in cui l’economia circolare si afferma come principale approccio alla base del buon funzionamento del sistema agroalimentare.

“Nell’agricoltura italiana, nuovi prodotti come pannelli isolanti realizzati con la pula di riso, cibi ad alto valore nutrizionale processati nel post-raccolta, tecnologie innovative per il recupero energetico e il compostaggio, si affiancano a pratiche agronomiche consolidate, come le lavorazioni senza aratura”, spiega Paola Garrone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability. “Il filo rosso che collega tutte queste azioni è l’economia circolare: si riusano eccedenze e sottoprodotti, si riciclano e recuperano gli scarti, si tutela e migliora il ‘capitale naturale’. Questo approccio è da sempre alla base del buon funzionamento del sistema agroalimentare, ma oggi l’impiego delle pratiche tradizionali va ottimizzato, studiandole a fondo e integrandole tra loro e con pratiche e strumenti innovativi”.

Analizzando nello specifico le pratiche di agricoltura rigenerativa, il 45% delle aziende analizzate adotta strategie di agricoltura integrata, il 38% di agricoltura conservativa, il 45% delle aziende agricole adotta strategie di agricoltura integrata, il 38% di agricoltura conservativa, il 20% per la tutela della biodiversità e il 16% realizza attività dirette al mantenimento degli ecosistemi. Nelle pratiche di gestione di eccedenze, residui e scarti della produzione agricola, la maggior parte delle imprese agricole non effettua misurazione dei flussi, ma in modo pragmatico adotta strategie di economia circolare per valorizzarli. In particolare, il 17,5% delle

aziende effettua donazioni, il 15,3% vendita diretta e l’11,7% la ri-trasformazione, comune soprattutto tra le realtà di dimensioni più contenute.

IL PACKAGING ALIMENTARE

Il packaging alimentare è al centro del dibattito sulla sostenibilità, visto come uno dei grandi nemici dell’ambiente. Genera rifiuti e impatti ambientali, ma svolge anche funzioni essenziali (protegge, conserva, trasporta e comunica il prodotto) contribuendo anche a ridurre gli sprechi alimentari. La metodologia di analisi del ciclo di vita (LCA) che valuta gli impatti ambientali del prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita aiuta a confrontare soluzioni diverse e a progettare soluzioni migliorative. Già diverse aziende agroalimentari italiane la utilizzano per valutare i propri imballaggi e Conai ne promuove attraverso l’EcoD Tool, uno strumento semplificato che supporta l’eco-design e facilita la transizione verso soluzioni a minore impatto. Applicare la metodologia LCA, però, presenta diverse sfide, come reperire dati accurati e avere Product Category Rules specifiche, che rendano le valutazioni comparabili e coerenti. Spesso è complesso, inoltre, valutare i benefici del contributo del contenuto di materiale riciclato nel packaging e del suo riciclo, o delle innovazioni di eco-design.

Dalle aziende emergono indicazioni importanti: è necessario integrare i database e il reperimento di dati primari e sempre più realistici, costruire linee guida condivise e, soprattutto, integrare nella valutazione gli aspetti comportamentali e sistemici. In quest’ottica, è fondamentale considerare anche la sostenibilità sociale. La metodologia Social Life Cycle Assessment consente di identificare e gestire rischi sociali spesso trascurati, legati ad esempio alle condizioni di lavoro, al rispetto dei diritti umani e all’impatto sulle comunità locali, fondamentali per promuovere una progettazione responsabile del prodotto e della filiera.

“Parlare di packaging sostenibile significa capire come ogni scelta progettuale si traduca in impatti concreti nel contesto reale del consumo”, afferma Barbara Del Curto, responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability. “Servono strumenti solidi, dati affidabili, collaborazione tra attori e una visione integrata che tenga insieme ambiente, economia e società. In questa direzione vanno anche le politiche europee: il Green Deal e il nuovo Packaging and Packaging Waste Regulation chiedono di ripensare l’imballaggio in chiave circolare, tracciabile e sostenibile, conciliando tutela ambientale, riduzione degli sprechi e qualità del prodotto”.

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I DAZI I SALUMI ITALIANI RISCHIANO DI PERDERE 25 MILIONI DI EURO”

L’Imposizione di dazi del 15% sui salumi europei da parte dell’amministrazione Trump rischia di mettere in crisi uno dei mercati più strategici per il settore italiano: gli Stati Uniti, che nel 2024 si sono confermati come terza destinazione per l’export di salumi Made in Italy, con oltre 20.000 tonnellate esportate (+19,9%) e un giro d’affari di 265 milioni di euro (+20,4% rispetto al 2023).

“L’incremento tariffario rappresenta un freno significativo per le

nostre imprese, che già operano in un contesto globale estremamente instabile”, ha commentato Lorenzo Beretta, presidente di Assica. “A subire le conseguenze saranno sia i produttori italiani sia i consumatori statunitensi, che dovranno affrontare un inevitabile aumento dei prezzi. Diversamente dal 2019, quando le misure colpirono solo specifiche tipologie di prodotti, oggi la tassa doganale si applica a tutta la categoria dei salumi, con un impatto particolarmente pesante sui prosciutti crudi, che costituiscono la principale voce dell’export verso gli Usa”.

Questo scenario si inserisce in un contesto già critico per l’industria italiana delle carni e dei salumi, fortemente penalizzata sul fronte export dalla diffusione della Peste Suina Africana (PSA). Le conseguenti restrizioni sanitarie hanno portato alla chiusura di mercati rilevanti come Giappone e Cina, riducendo ulteriormente le

PERFETTI VAN MELLE ITALIA OTTIENE LA CERTIFICAZIONE

PER LA PARITÀ DI GENERE

Perfetti Van Melle Italia ha ottenuto la certificazione per la Parità di Genere secondo la prassi UNI/PdR 125:2022, rilasciata dall’ente certificatore Dasa-Rägister Spa a seguito di un audit approfondito. L’azienda ha raggiunto un punteggio del 68%, superando ampiamente la soglia minima del 60% richiesta, misurata tramite specifici KPI sia qualitativi che quantitativi.

La certificazione attesta l’adozione di un vero e proprio sistema di gestione della parità di genere, fondato su obiettivi chiari, monitoraggio dei risultati, coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali e un piano strategico condiviso. Sei le aree chia-

opportunità di sbocco internazionale. “Gli Stati Uniti si sono dimostrati negli ultimi anni un mercato dinamico e in crescita per i salumi italiani”, ha aggiunto Beretta. “Oggi però, con l’introduzione di queste nuove barriere, temiamo un brusco rallentamento, che potrebbe riportarci ai livelli di esportazione del 2022”.

A complicare ulteriormente il quadro contribuisce il persistente indebolimento del dollaro, che riduce la competitività dei prodotti italiani sul mercato statunitense, sottolinea Assica in un comunicato. Se il tasso di cambio dovesse rimanere su livelli sfavorevoli, l’associazione stima una possibile contrazione dell’export verso gli Usa fino al 10%, con una perdita potenziale di circa 25 milioni di euro per il comparto.

“Rinnoviamo l’appello alle istituzioni italiane ed europee: serve un confronto urgente con le autorità statunitensi e l’adozione di misure concrete per supportare le imprese colpite e difendere la competitività del Made in Italy a livello globale”, ha concluso il presidente.

ve valutate: governance, cultura e strategia, processi HR, equità retributiva, opportunità di crescita per le donne, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Il percorso verso una cultura aziendale più equa e inclusiva è iniziato nel 2022, con l’avvio di iniziative formative e di engagement dedicate alla valorizzazione delle donne e alla promozione di un ambiente aperto a tutte le diversità, anche grazie alla collaborazione con associazioni come Valore D e Parks – Liberi e Uguali.

“La certificazione rappresenta per noi un importante traguardo, ma soprattutto un punto di partenza

verso obiettivi ancora più ambiziosi”, ha dichiarato Francesca Fraulini, direttrice Risorse Umane. “La parità di genere non è solo un valore etico: è una leva strategica per la crescita sostenibile e l’innovazione.

Siamo orgogliosi di quanto già realizzato, come riconosciuto dagli auditor, in particolare per l’impegno nella formazione di tutta la popolazione aziendale, le politiche di tutela e valorizzazione della maternità e le iniziative di wellbeing che favoriscono un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, soprattutto per le donne.

Vogliamo continuare a costruire un solido talent pool femminile, soprattutto nelle posizioni manageriali più alte, con obiettivi ambiziosi da raggiungere nei prossimi cinque anni”.

GUALA CLOSURES HA INAUGURATO UNO STABILIMENTO IN SCOZIA

Guala Closures, player globale nelle chiusure premium e innovative, ha inaugurato un nuovo stabilimento produttivo all’avanguardia a Gartcosh, in Scozia. Con un investimento superiore ai 60 milioni di euro, l’azienda completa così un progetto strategico avviato nel novembre 2022. Lo stabilimento si estende su una superficie di circa 20.000 m² e impiegherà oltre 300 professionisti qualificati, rafforzando la presenza industriale dell’azienda nel Regno Unito e contribuendo all’economia locale. L’investimento rappresenta uno dei più rilevanti mai effettuati da un’impresa italiana nel Regno Unito e include un contributo di oltre 3,5 milioni di euro da parte di Scottish Enterprise, l’agenzia per lo sviluppo economico del governo scozzese, una collaborazione che sottolinea l’importanza del progetto sia a livello nazionale che internazionale.

“Con questo investimento, rafforziamo le nostre radici in una regione di importanza globale, rinnovando il nostro impegno verso l’industria del whisky scozzese e fissando un nuovo standard per il packaging sostenibile e ad alte prestazioni”, ha dichiarato Andrea Lodetti, amministratore delegato di Guala Closures.

Situato strategicamente nel cuore della rinomata regione scozzese del whisky, lo stabilimento di Gartcosh è in una posizione ideale per servire sia i grandi marchi globali che i piccoli produttori.

Con oltre 100 distillerie già rifornite da questo sito, Guala Closures è oggi ancora più integrata in uno dei settori più rappresentativi ed economicamente rilevanti del Regno Unito, che nel 2024 ha generato un valore totale di quasi 7,9 miliardi di euro, di cui 6,2 miliardi derivanti dalle esportazioni.

La nuova struttura integra tecnologie di produzione all’avanguardia, tra cui quella basata sulla formatura elettromagnetica (Electro Magnetic Forming), insieme a sistemi robotici e di automazione flessibile.

La sostenibilità è stata un elemento chiave sin dalle fasi iniziali del progetto. L’impianto dispone di pannelli solari da 2,4 MW installati sul tetto, oltre a un sistema di isolamento avanzato e una tenuta all’aria ottimizzata per migliorare le prestazioni energetiche.

Con 37 siti produttivi e 7 centri di R&S in tutto il mondo, la struttura di Gartcosh rafforza ulteriormente la presenza industriale globale di Guala Closures.

FEDERICO SANNELLA NUOVO PRESIDENTE DI ASSOBIRRA

Federico Sannella (Birra Peroni) è il nuovo Presidente di AssoBirra, l’associazione dei birrai e dei maltatori. Insieme a lui l’Assemblea di AssoBirra, riunitasi a Roma, ha eletto all’unanimità i tre vicepresidenti: Paolo Merlin (Heineken Italia), Giuseppe Micucci (Birra Castello) e Serena Savoca (Carlsberg Italia). Claudia Buzio (AB

InBev) è advisor del presidente per la coesione associativa. Federico Sannella succede ad Alfredo Pratolongo (Heineken Italia), che rimane nel ruolo di Past President negli organi dell’associazione, di cui il direttore generale è Andrea Bagnolini. Nato a Roma, Federico Sannella dal 2007 è direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Birra Peroni Srl, parte del Gruppo Asahi Europe & International. Ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità nel pas-

sato in British American Tobacco Italia e Philips Lighting tra Roma e Parigi, dove ha vissuto molti anni. Presidente della sezione alimentare di Unindustria e delegato ESG della stessa associazione, è membro del Consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale Agro Camera della Camera di Commercio di Roma. Dal 2023 è docente di Comunicazione Organizzativa e Responsabilità Sociale d’Impresa presso la LUMSA di Roma.

NIKOLAUS KRIZ DIVENTA DIRETTORE ESECUTIVO DELL’EFSA

Medico veterinario austriaco con oltre 30 anni di esperienza internazionale, Kriz ha dedicato la sua carriera alla scienza, alla salute pubblica e alla cooperazione europea. In precedenza, ha ricoperto posizioni di alto livello presso l’Agenzia europea per i medicinali e ha prestato servizio negli ultimi otto anni presso l’EFSA, in qualità di capo unità per la salute e il benessere degli animali e la salute delle piante e, più recentemente, in qualità di capo della valutazio-

ne dei rischi dei rischi. Kriz ha espresso gratitudine e determinazione, delineando la sua visione per l’evoluzione della missione dell’EFSA: “Le mie massime priorità sono fornire consulenze scientifiche di alta qualità più rapidamente; sfruttare le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale per rendere più snelle le valutazioni dei rischi e migliorare le capacità di trattamento dei dati; e rafforzare gli importanti partenariati che abbiamo con le istituzioni

FEDERPRIMA SULL’INTESA

Federprima esprime soddisfazione per l’intesa raggiunta tra Unione europea e Paesi del Mercosur, che a suo giudizio recepisce in maniera significativa le richieste avanzate negli ultimi mesi dalla filiera agroindustriale italiana ed europea. La Commissione europea ha infatti introdotto garanzie rafforzate a tutela del comparto agroalimentare, prevedendo clausole di salvaguardia e un sistema di monitoraggio stringente sulle importazioni dai Paesi sudamericani. Particolarmente rilevante è l’impegno ad allineare progressivamente gli standard produttivi e di controllo, con un’at-

dell’UE, gli Stati membri, le agenzie sorelle, il mondo accademico e la società civile”.

Fondata 23 anni fa, l’EFSA è diventata un punto di riferimento globale per una scienza aperta e indipendente in materia di sicurezza alimentare. Kriz si è impegnato a basarsi su questi principi e a garantire che l’Autorità rimanga un partner affidabile, trasparente e pronto per il futuro sia per i responsabili politici che per i cittadini: “Vedo l’EFSA come una

tenzione specifica al benessere animale e alla sicurezza alimentare, temi da sempre centrali per le imprese italiane della trasformazione. “L’accordo conferma l’importanza del dialogo costruttivo tra istituzioni e sistema produttivo”, dichiara il presidente di Federprima, Silvio Ferrari. “Accogliamo con favore la scelta della Commissione di rafforzare le clausole di salvaguardia e di lavorare per garantire reciprocità negli standard di produzione, a tutela della qualità, della sicurezza e della sostenibilità che contraddistinguono il nostro modello agroalimentare”.

casa della scienza aperta: basato su dati concreti, accessibile e affidabile. Insieme, garantiremo che il sistema europeo di sicurezza alimentare continui a essere un parametro di riferimento mondiale”.

Ferrari sottolinea anche i dati economici diffusi da Bruxelles: “La Commissione stima che l’accordo possa far crescere le esportazioni europee verso il Mercosur fino al 39%, pari a circa 49 miliardi di euro, sostenendo oltre 440.000 posti di lavoro in Europa. Sono numeri che dimostrano come questa intesa non sia solo una scelta politica, ma una leva di sviluppo concreto per il settore”. Un aspetto decisivo riguarda la protezione delle produzioni sensibili: “Le quote di accesso saranno fortemente limitate – ad esempio solo l’1,5% della produzione europea per la carne bovina – e ciò rappresenta una garanzia per i nostri allevatori e trasformatori contro possibili squilibri di mercato”, aggiunge Ferrari.

CONSUMATORI POCO INFORMATI SUL LATTE CHE BEVONO

I consumatori italiani conoscono (molto) poco il latte che bevono. È questo il quadro che emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio di CremonaFiere, attivato lo scorso anno tramite il Comitato scientifico di Fiere Zootecniche Internazionali. La ricerca, che ha coinvolto oltre mille residenti nella provincia di Cremona con un questionario a risposte multiple, aveva l’obiettivo di sondare la reale consapevolezza dei cittadini su temi cru-

ciali del settore lattiero-caseario: dal benessere animale alla sostenibilità ambientale, dall’innovazione tecnologica alla nutrizione, fino ai prodotti vegetali e alla sicurezza alimentare. Le conoscenze dei consumatori appaiono spesso superficiali e, in alcuni casi, addirittura fuorvianti, più influenzate da strategie di marketing che da informazioni oggettive e corrette. Il 72% degli intervistati identifica correttamente la libertà da fame e sete come principio base del benessere animale. Ma, nonostante il 65% dei consumatori si dichiari molto sensibile al benessere animale, al momento dell’acquisto solo il 5% si dice disposta a pagare fino al 5% in più per prodotti certificati in tal senso. Un divario ancora più marcato emerge sul fronte della sostenibilità ambientale: pur essendo un tema considerato importante da molti, l’80% ammette di non voler contribuire economicamente alle spese sostenute dalle aziende per rendere le proprie attività più ecologiche: appena il 3% si dichiara disponibile a

spendere qualcosa in più. Preoccupanti anche i dati relativi alla conoscenza delle tecnologie impiegate in agricoltura e negli allevamenti. La confusione è diffusa anche riguardo ai prodotti vegetali alternativi al latte. Le loro caratteristiche nutrizionali, anallergiche ed etiche risultano pressoché sconosciute alla maggioranza degli intervistati, evidenziando una carenza informativa significativa su un segmento di mercato in forte crescita. Dall’indagine emerge, inoltre, una forte diffidenza verso allevatori e industrie di trasformazione. Questi attori della filiera sono percepiti come più attenti al profitto che alla qualità nutrizionale, etica e sanitaria dei prodotti destinati ai consumatori.

L’Osservatorio di CremonaFiere continuerà a monitorare queste tematiche e presenterà tutti i dati raccolti ed elaborati durante l’evento “Il Gusto di Saperlo”, in programma il prossimo 28 novembre presso le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.

CENTRIC SOFTWARE SI AGGIUDICA I JUST DRINKS EXCELLENCE AWARDS

Centric Software®, attiva nelle soluzioni di Product Lifecycle Management (PLM), ha vinto cinque premi ai Just Drinks Excellence Awards 2025.

Centric Software fornisce le soluzioni enterprise più innovative per progettare, sviluppare, formulare, approvvigionare, garantire la conformità, acquistare, produrre, confezionare, commercializzare e vendere prodotti di largo consumo nei settori food & beverage, grocery e retail multi-categoria, al fine di raggiungere obiettivi strategici e operativi di trasformazione digitale. I Just Drinks Excellence Awards sono un programma di premi indipendente, supportato dalla business intelligence di GlobalData, in cui oltre

un miliardo di set di dati viene analizzato da ricercatori, giornalisti e sistemi di intelligenza artificiale per classificare le aziende di eccellenza e i loro risultati in oltre 200 Paesi. Centric Software si aggiudica per il secondo anno consecutivo i Just Drinks Excellence Awards, distinguendosi quest’anno in cinque categorie: Innovation - Product Lifecycle Management; Business ExpansionDigitalization; Product Launches - PLM Solutions; Research and DevelopmentDigital Product Development; e Mergers & Acquisitions - Strategic Acquisition. Per quanto riguarda innovazione e lanci di prodotto, a Centric Software è stata riconosciuta la capacità di sviluppare

soluzioni specifiche per il settore, pensate per rispondere alle esigenze uniche dell’industria food & beverage, in particolare in termini di conformità normativa e riformulazione rapida. A fronte delle recenti turbative nei mercati globali, inclusi i dazi, Centric Software ha sviluppato innovazioni che consentono di reagire con rapidità ai cambiamenti normativi, agli eventi legati alla qualità e alle criticità della supply chain, supportando direttamente l’agilità operativa dei clienti. “Vincere per il secondo anno consecutivo i Just Drinks Excellence Awards è una testimonianza della solidità delle nostre soluzioni per il settore beverage”, dichiara Chris Groves, Ceo di Centric Software.

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Dalla progettazione alla manutenzione: soluzioni integrate per l’industria alimentare

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VA IN SCENA LA PRIMA DI LABOTEC

Una fiera dedicata alle tecnologie e soluzioni per l’intero ciclo di analisi in laboratorio: dalla preparazione del campione alla misurazione, dall’automazione alla gestione dei dati, fino a sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione.

Una fiera interamente dedicata alle tecnologie e soluzioni per il laboratorio e l’analisi. Labotec 2025 è in programma a Parma il 28 e 29 ottobre prossimi, in contemporanea a Cibus Tec Forum, la mostra-convegno dedicata all’innovazione tecnologica per il food & beverage Organizzata da Koeln Parma Exhibitions, joint venture tra Koelnmesse GmbH e Fiere di Parma Spa, Labotec offre una visione integrata e trasversale sull’innovazione tecnologica al servizio della ricerca, dell’industria e della sanità.

Aziende alimentari, chimiche, farmaceutiche, cosmetiche e life sciences, insieme a laboratori di analisi, centri di ricerca e strutture sanitarie troveranno soluzioni all’avanguardia che coprono l’intero ciclo analitico: dalla preparazione del campione alla misurazione, dall’automazione alla gestione dei dati, fino agli aspetti legati a sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione dei processi.

Una piattaforma di confronto tecnico sui temi attuali e innovazione

Labotec 2025 è anche l’occasione per visitatori ed espositori di essere parte di una piattaforma di contenuti tecnicoscientifici pensata per esplorare non solo l’evoluzione di strumenti e metodologie di ricerca, ma anche le implicazioni pratiche che le scienze hanno nella vita di

tutti i giorni. Il calendario di incontri è stato sviluppato in collaborazione con partner provenienti da ambiti diversi.

Tra questi rientra LabWorld.it, che all’interno di due appositi spazi destinati al confronto, le LabWorld Arena, ospiterà presentazioni e contributi di diverse aziende espositrici.

Nelle due Aree della Scienza i principali content partner di Labotec daranno vita a un articolato percorso di approfondimento tematico.

Tra questi, la Società Italiana di Biologia Sperimentale (SIBS) guiderà il dibattito sull’approccio One Health, offrendo un approccio scientifico altamente interdisciplinare, che collega ambiente, sanità e laboratorio.

La Società Chimica Italiana (SCI) offrirà una finestra sulle attività svolte dai 5.700 soci che operano nelle università e negli enti di ricerca, nelle scuole, nelle industrie, nei laboratori pubblici e privati di ricerca e controllo, nella libera professione, contribuendo alla crescita culturale ed economica della comunità nazionale e al miglioramento della qualità della vita dell’uomo e alla tutela dell’ambiente.

L’Università di Ferrara, con il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione (DISAP), e l’Università di Bologna, con il Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”, collaboreranno con il patrocinio della

SCI (Società Chimica Italiana, Sezione Emilia Romagna) a presentazioni di progetti su temi legati alla gestione dell’ambiente e del territorio, alle politiche di sostenibilità e alla formazione in campo ambientale, con interventi su Circular Economy e Blue Economy e su green chemistry innovation. Il Clust-ER Health Emilia-Romagna, associazione sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere la competitività del settore regionale delle Industrie della Salute e del Benessere, partecipa a Labotec con il ruolo di collettore dell’ecosistema regionale dell’innovazione, insieme a tecnopoli, gruppi universitari e altri attori strategici.

METROFOOD-IT, infrastruttura di ricerca nel dominio Health and Food, anche attraverso il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma, promuoverà il dialogo tra laboratori, imprese e istituzioni su temi cruciali come la qualità e la sicurezza alimentare, l’autenticità dei prodotti e la tracciabilità, offrendo servizi metrologici a supporto della sostenibilità dei sistemi agroalimentari.

Infine, l’AFI - Associazione Farmaceutici Industria Società Scientifica supporterà la manifestazione portando autorevolezza e competenza sui temi caratterizzanti della filiera healthcare e rafforzando il pillar tematico ”pharma”.

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SOLIDS PARMA: L’HUB PER L’INDUSTRIA DEI MATERIALI SFUSI

Organizzata da Easyfairs Italia, l’edizione 2026 di Solids, appuntamento strategico per l’industria manifatturiera di processo che fa parte della rete di eventi in Europa dedicati al bulk handling (Solids European Series), si terrà l’11 e 12 febbraio presso il quartiere fieristico di Fiere di Parma. In Italia, è l’unico evento in-

L’agenda

Anuga 4-8 ottobre 2025 Colonia,Germania anuga.com

Host

17-21 ottobre 2025 Milano host.fieramilano.it

Eurasia Packaging Istanbul 22-25 ottobre 2025 Istanbul, Turchia packagingfair.com/en

Cibus Tec Forum 28-29 ottobre 2025

Parma cibustecforum.it/it

teramente dedicato alle tecnologie per la gestione di materiali in forma solida, ovvero polveri, granuli e materiali sfusi. I numeri registrati nel corso dell’ultima edizione del 2024 hanno mostrato una grande crescita rispetto alla “numero zero” del 2023: 1.702 visitatori professionali (+34%), 143 espositori (+17%), 90% degli spazi già riconfermati a otto mesi dall’evento. A partire dal 2026, Solids Parma assumerà una cadenza biennale.

La prossima edizione di Solids sarà caratterizzata da un programma convegnistico e formativo su temi di attualità per il settore. È previsto un focus normativo e giurisprudenziale sui M.O.C.A. (Materiali a Contatto con Alimenti) per le guarnizioni e i componenti, con approfondimenti su carta, vetro, plastica riciclata, metalli e nuove regolamentazioni europee (Reg. UE 351/2025 e 2025/40).

Tra le novità di Solids 2026, l’Innovation Gallery metterà in mostra – in formato fisico e digitale – le 10 tecnologie più in-

novative selezionate tra quelle presenti in fiera. In attesa dell’annuncio ufficiale, i visitatori potranno esplorare un’ampia panoramica di soluzioni per la gestione, lavorazione e movimentazione dei materiali sfusi e in polvere: trasporto pneumatico e meccanico, dosaggio e miscelazione, filtrazione e depolverazione, vagliatura, pesatura, confezionamento, sensori di processo, automazione e tecnologie per la sicurezza e la sostenibilità. I visitatori saranno i protagonisti in fiera votando la migliore innovazione.

Solids Parma si rivolge a un pubblico qualificato proveniente da settori chiave trasversali ed eterogenei, che vanno da quello alimentare (compreso il pet food) a quello chimico-farmaceutico, dal cosmetico al nutraceutico, dal metallurgico all’agrario, da quello di gomma e plastica al riciclo. Tra i profili attesi, come da tradizione, figure apicali e decisionali, e dunque Ceo, direttori tecnici, buyer, responsabili di produzione, ingegneri e tecnici.

Labotec

28-29 ottobre 2025

Parma www.labotec.one

Gulfood Manufacturing 4-6 novembre 2025

Dubai, Emirati Arabi Uniti gulfoodmanufacturing.com

SWOP - Shanghai World of Packaging 25-27 novembre 2025 Shanghai, Cina www.swop-online.com/en

SPS - Smart Production Solutions 25-27 novembre 2025

Norimberga, Germania sps.mesago.com/nuernberg/en.html

FI Europe

2-4 dicembre 2025

Parigi, Francia figlobal.com

Sigep 16-20 gennaio 2026

Rimini sigep.it

Evolio Expo 29-31 gennaio 2026

Bari evolioexpo.com

Fieragricola 4-7 febbraio 2026

Verona fieragricola.it

SOLIDS Parma

11-12 febbraio 2026

Parma solids-parma.it

BBTech Expo 15-17 febbraio 2026

Rimini bbtechexpo.com

SANA Food 22-24 febbraio 2026

Bologna sana.it

Vinitaly 12-15 aprile 2026

Verona vinitaly.com

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MENO CONSUMO D’ACQUA PER REFRIGERARE I FLUIDI

Le aziende industriali che utilizzano l’acqua nei lavaggi degli impianti e nel raffreddamento dei macchinari sono responsabili del 19% dei prelievi idrici. Atlas Copco ha ingegnerizzato un sistema di raffreddamento in grado di ridurre i consumi idrici ed energetici. Si tratta del TDV, un raffreddatore ad aria a circuito chiuso, progettato per smaltire il calore dei compressori raffreddati ad acqua. Caratteristica fondamentale del TDV è la presenza sulla stessa macchina della funzione

di Dry Cooler – raffreddamento a secco – utilizzata in inverno quando la temperatura dell’aria è bassa, e della funzione adiabatica utilizzata in estate quando l’ambiente è più caldo. Il raffreddamento industriale si basa prevalentemente su refrigeratori a compressione di vapore e/o torri evaporative. I primi consumano molta energia, ma non acqua, mentre i secondi, sebbene efficienti dal punto di vista energetico, consumano molta acqua.

I raffreddatori adiabatici TDV combinano i vantaggi sia in termini di risparmio energetico che di ridotto consumo di acqua. Il TDV utilizza l’aria per raffreddare il fluido che circola all’interno dei tubi e cede calore all’ambiente con l’aiuto di ventole, quindi con un consumo energetico molto inferiore ai refrigeratori tradizionali. Il raffreddamento adiabatico, che interviene solo quando la temperatura ambiente supera i 26°C, prevede che sia l’evaporazione di una minima quantità d’acqua ad abbassare la temperatura dell’aria, che può arrivare a un livello più basso dell’ambiente, garantendo un ottimo scambio termico anche

DA UN CHICCO DI CAFFÈ A UN CHICCO DI RISO

Nespresso continua diffondere e facilitare l’adozione di comportamenti circolari, attraverso l’ampliamento della sua collaborazione con Aprica, Società del Gruppo A2A, che porta l’estensione del progetto “Da Chicco a Chicco” in due nuove province della Lombardia: Mantova e Bergamo. Sarà possibile infatti conferire le capsule di caffè in alluminio esauste presso 14 nuove isole ecologiche gestite dalla Società di raccolta, che si affiancheranno alle 3 già attive in provincia di Brescia, portando a 19 il totale delle isole ecologiche partner gestite da Aprica e a 37 il totale

complessivo in regione, con un incremento del 60% rispetto all’attuale disponibilità, a cui si aggiungono le 26 Boutique Nespresso presenti in regione e in cui è possibile conferire le capsule in alluminio esauste, per un totale di 63 punti di raccolta in Lombardia.

Nato nel 2011, “Da Chicco a Chicco” è il progetto di economia circolare con cui Nespresso può trasformare un chicco di caffè in un chicco di riso. Frutto di un protocollo siglato grazie a CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), insieme a Utilitalia e CIC (Consorzio italiano

d’estate, quando un tradizionale raffreddamento a secco (crycooling) sarebbe meno performante. Questo è possibile sfruttando l’evaporazione dell’acqua derivante dall’utilizzo dei pannelli adiabatici, che riducono la temperatura dell’aria in ingresso alle batterie di scambio termico, portandola a un livello inferiore a quella dell’ambiente. In questo modo, si dissipa il calore per la maggior parte dell’anno senza utilizzare acqua e, quando la si utilizza, è per una quantità molto contenuta.

Il TDV permette di ridurre la temperatura dei fluidi utilizzando dal 90% al 95% in meno di acqua rispetto alle torri evaporative. E richiede consumi elettrici paragonabili o inferiori a quelli delle torri evaporative, che sono molto più bassi di quelli richiesti da un refrigeratore a compressione di vapore.

“La linea di prodotti TDV combina i vantaggi in termini di risparmio energetico dei raffreddatori di fluido a secco con l’efficienza termica dei sistemi adiabatici”, afferma Nicola Losi, Business Development Manager Energy Conversion & Process Cooling di Atlas Copco Italia.

Compostatori), il progetto parte dalla necessità e volontà di dare una seconda vita alle capsule di caffè in alluminio che, in Italia e in tutta l’Unione Europea non sono considerate imballaggio riciclabile, a causa del caffè esausto all’interno, ma rifiuto urbano generico, smaltibile nel residuo secco indifferenziato.

“Da Chicco a Chicco” offre ai clienti la possibilità di riconsegnare le capsule esauste in alluminio nell’apposita area recycling presente all’interno delle Boutique Nespresso e in isole ecologiche partner dell’iniziativa in tutta Italia.

UNA FILIERA TRASPARENTE A TUTELA DELLO STORIONE

“La qualità dell’acqua sta al caviale come il terroir sta al vino”: è proprio nel profondo legame con il territorio, con le sue acque pure e controllate, che si fonda la visione di Caviar Giaveri. Un modello produttivo che coniuga eccellenza, sostenibilità e cultura, per preservare lo storione – un fossile vivente – e garantire un futuro all’arte del caviale. Caviar Giaveri basa infatti il proprio operato sul rispetto integrale delle normative e della Convenzione di Washington (CITES), per una produzione di caviale eco-sostenibile e trasparente.

Caviar Giaveri partecipa attivamente a programmi di conservazione e ripopolamento, anche in collaborazione con Università, e favorisce una diffusione della cultura del caviale. “I consumatori – affer-

ma Giada Giaveri, una delle socie titolari – sono protagonisti e la loro scelta diventa strategica nel momento in cui prestano attenzione all’origine del caviale e all’etichetta, che dovrebbe essere quella imposta dalla CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Flora and Fauna) e che riporta obbligatoriamente un codice alfanumerico di tracciabilità. Il caviale può essere prodotto in diversi Paesi e con diverse etiche di sostenibilità, questo è importante ricordarlo e non dare per scontato che il costo elevato sia garanzia di rispetto di tutte le norme e di qualità”.

La filiera dell’azienda, invece, è completamente integrata e controllata: dalla schiusa delle uova allo svezzamento delle larve, all’accrescimento e alla produ -

zione finale, che avviene in un laboratorio approvato dal 2008 attrezzato con i migliori equipaggiamenti e concentrato sulle più rigide procedure di igiene e rispetto dell’ambiente e certificato IFS FOOD.

Caviar Giaveri, inoltre, ha inve-

stito in un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, contribuendo a ridurre l’impatto climatico. Per tutelare le acque in uscita, è stato realizzato un canale di decantazione, che preserva la qualità dell’ambiente circostante.

SPRECHI ALIMENTARI: POCHE AZIENDE CON APPROCCIO STRUTTURATO

Una nuova indagine globale condotta dall’ente di certificazione DNV rivela che sei aziende alimentari su dieci riconoscono come un problema rilevante la perdita e lo spreco di cibo, ma meno di un quarto li considera una priorità elevata nella propria agenda strategica.

L’indagine ViewPoint – condotta su un campione di 375 aziende del food & beverage distribuite tra Europa, Americhe e Asia – mostra che, sebbene l’85% dichiari di aver adottato qualche misura per ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, solo il 44% dispone di sistemi formalizzati per gestirli. Meno di un’azienda su tre, inoltre, è a conoscenza dello standard ISO 20001, di prossima introduzione, pensato per guidare le organizzazioni nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari.

“La perdita e lo spreco di cibo rappresentano una sfida per la sostenibilità,

ma anche una mancata opportunità di business”, afferma Barbara Frencia, CEO Business Assurance di DNV.

Il report mette in luce come le aziende individuino diverse cause, dalle inefficienze operative agli errori umani, fino ai limiti di shelf-life e alla sovrapproduzione. Nonostante il 43% delle imprese riconosca che oltre il 10% delle perdite e degli sprechi alimentari inevitabili potrebbe essere valorizzato attraverso altri impieghi, solo il 19% ha già implementato strategie in tal senso.

Per l’industria alimentare e delle bevande, a livello globale, la perdita e lo spreco di cibo stanno sempre più diventando una criticità in termini sia di sostenibilità, sia di ricadute economiche. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, nel 2022 è stato sprecato nel mondo oltre un miliardo di tonnellate di cibo: in questo

quadro, l’indagine evidenzia l’opportunità – e la responsabilità – del settore di promuovere un cambiamento significativo.

“Un approccio strutturato, dati affidabili e standard basati su buone pratiche sono elementi fondamentali per permettere alle aziende di trasformare le intenzioni in un impatto misurabile”, conclude Frencia.

Tra gli altri dati più rilevanti emersi si segnalano: soltanto il 24% delle aziende considera la perdita e lo spreco di cibo come una priorità elevata; il 30% ritiene che sia evitabile solo una piccola parte dei propri sprechi alimentari, mentre un altro 28% crede che sarebbe possibile prevenirne la maggior parte; il 75% ha integrato la perdita di cibo e lo spreco alimentare nelle proprie strategie di sostenibilità, ma solo il 40% li rendiconta pubblicamente.

IMPIANTI FOTOVOLTAICI PER AUMENTARE IL TASSO DI AUTONOMIA ENERGETICA

In meno di tre anni, ECO the Photovoltaic Group ha realizzato quattro impianti presso Ingra Brozzi, che ottiene il 97% di autoconsumo, raggiungendo una quota di autarchia energetica del 32% e una riduzione annua di oltre 1,1 milioni di chilogrammi di CO2

Franco Brozzi, Legale

Rappresentante di Ingra Brozzi

Nel quadro del programma PNRR

“Parco Agrisolare” – che prevede contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici su coperture di aziende agricole e agroindustriali – il progetto realizzato da ECO The Photovoltaic Group per Ingra Brozzi rappresenta un intervento significativo per impostazione strategica, risultati ottenuti e dimensioni. L’azienda Ingra Brozzi opera su due siti produttivi: lo stabilimento di Cogozzo di Viadana (MN) che si estende su 80.000 m2 e quello di Concordia sulla Secchia (MO), di 62.000 m2. L’acronimo “Ingra”, Industria nazionale grassi raffinati alimentari, è seguito da Brozzi, cognome della famiglia che l’ha fondata negli anni ‘50 ed ha dedicato la propria vita alla realizzazione di una delle principali realtà italiane nella produzione di strutto per l’industria alimentare, grassi fusi e farine per il pet food, la zootecnia e l’industria dei fertilizzanti, ma anche grassi fusi per usi tecnici.

ECO The Photovoltaic Group riunisce diverse società specializzate nello studio e nella realizzazione di soluzioni fotovoltaiche per industrie, PMI, aziende agricole e privati. Il Gruppo

vanta un’esperienza di oltre 18 anni, durante i quali sono stati realizzati più di 2.400 impianti.

5.218 moduli fotovoltaici gestiti da 19 inverter di ultima generazione Il percorso di Ingra Brozzi verso l’autonomia energetica ha preso il via nel 2022, con la realizzazione dei primi due impianti fotovoltaici da 203,32 kWp e 994,16 kWp. A questi è seguito nel 2024 un ulteriore ampliamento da 499,38 kWp realizzato nell’ambito del bando “Parco Agrisolare”. Qualche mese fa sono iniziati i lavori per il quarto impianto, che verrà allacciato in questi giorni: una nuova tranche da 199,26 kWp che rientra nel secondo bando e che comprende anche un sistema di accumulo SMA da 80 kWh e una colonnina di ricarica per veicoli elettrici. La configurazione definitiva del progetto è quindi suddivisa su quattro lotti, uno dei quali installato su due coperture; complessivamente è stata raggiunta una potenza pari a 1.895,84 kWp, grazie all’installazione di 5.218 moduli fotovoltaici Jinko e JA Solar, gestiti da 19 inverter SMA di ultima generazione. La produzione attesa supera i 2,1 milioni di kWh all’anno, con un tasso di autoconsumo del 97%, che ha permesso all’azienda di raggiungere una quota di autarchia energetica del 32% e una riduzione annua di oltre 1,1 milioni di chilogrammi di CO2

La collaborazione con ECO The Photovoltaic Group si è estesa anche all’implementazione di un innovativo sistema di accumulo SMA Commercial Storage, abbinato a un inverter SMA Sunny Tripower Storage X 50. L’intero impianto è completato da una colonni-

na SMA EV Charger Business, pensata per supportare l’elettrificazione della mobilità aziendale.

L’adozione del fotovoltaico si inserisce in un percorso più ampio di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale. La tecnologia ha soddisfatto le aspettative, con una riduzione del 30% dell’energia prelevata dalla rete già registrata nella fase iniziale, destinata a crescere ulteriormente con l’attivazione dell’ultimo impianto.

“Il nostro obiettivo è chiaro: unire solidità industriale e responsabilità ambientale. Il progetto fotovoltaico realizzato con ECO Group ha dimostrato che è possibile fare entrambe le cose con concretezza e risultati tangibili. Con questo progetto abbiamo compiuto un passo decisivo verso l’autonomia energetica, raggiungendo un tasso di autoconsumo del 97% e riducendo di oltre un milione di chilogrammi le emissioni annue di CO2. Per un’azienda come la nostra, la transizione energetica non è un’opzione, ma una necessità strategica”, dichiara Franco Brozzi, Legale Rappresentante di Ingra Brozzi Spa. “Accompagnare le imprese industriali nel passaggio a modelli energetici autonomi e a basso impatto ambientale è la nostra priorità”, aggiunge Valerio Natalizia, Ceo di ECO The Photovoltaic Group. “Con Ingra Brozzi abbiamo realizzato un programma strutturato che dimostra come il fotovoltaico possa diventare parte integrante della strategia produttiva”.

Valerio Natalizia, Ceo di ECO The Photovoltaic Group

SISTEMA DI ACCUMULO DI ENERGIA SOLARE IN UN’AZIENDA CHE LAVORA TARTUFI

T&C - Tartufi Truffles si è dotato di un impianto fotovoltaico integrato con un sistema di accumulo di ultima generazione, per la prima volta installato in Italia.

L’autoproduzione di energia tramite impianti fotovoltaici rappresenta una scelta strategica sempre più diffusa. Per sfruttare al massimo l’energia generata dal sole, soprattutto nelle fasce orarie non coperte dalla produzione solare, diventa fondamentale affiancare al fotovoltaico un sistema di accumulo evoluto, capace di garantire continuità, flessibilità e ottimizzazione dei consumi.

L’integrazione tra produzione e accu-

mulo rappresenta oggi la frontiera più efficace per le aziende che vogliono ridurre la dipendenza dalla rete elettrica, contenere le spese energetiche e contribuire attivamente alla transizione verso un modello energetico più sostenibile.

Tra le aziende che hanno scelto di investire in una infrastruttura energetica di nuova generazione c’è T&C - Tartufi Truffles, realtà alimentare d’eccellenza con sede a Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, specializzata nella produzione e distribuzione di prodotti e preparati alimentari a base di tartufo. T&C da 35 anni unisce tradizione e innovazione, esportando il gusto autentico del Made in Italy in oltre 40 Paesi nel mondo.

Per sostenere una produzione sempre più energivora e garantire continuità operativa anche nei momenti di maggiore richiesta, l’azienda ha scelto di dotarsi di un impianto fotovoltaico integrato con un sistema di accumulo di ultima generazione: sonnenPro FlexStack, il primo installato in Italia. Si tratta di un modello da 165 kWh di capacità di accumulo e 92 kW di potenza, progettato per ottimizzare l’autoconsumo, ridurre i prelievi dalla rete e aumentare la resilienza energetica dell’intero stabilimento.

Un progetto su misura per l’industria alimentare

L’installazione del sistema di accumulo sonnenPro FlexStack presso lo stabilimento di T&C - Tartufi Truffles è stata curata da Imp.e F.lli Fantoni, realtà specializzata in soluzioni per l’efficienza energetica e impianti fotovoltaici industriali.

La scelta del sistema è frutto di un’attenta valutazione delle esigenze opera-

tive dell’azienda, orientata a coniugare performance, affidabilità e sostenibilità. “La scelta di Imp.e – chiarisce il titolare Gabriele Ugo Fantoni – è ricaduta su sonnen e, nello specifico, sul prodotto sonnenPro FlexStack perché volevamo un sistema flessibile, scalabile e davvero intelligente. L’esperienza pluriennale di sonnen nel residenziale ci ha convinti ad affidarci a loro anche per una soluzione industriale e siamo certi di aver fatto la scelta giusta. Con sonnen è garantita una migliore gestione dell’energia, minori costi e maggiore sostenibilità. È un investimento che si ripaga da solo”.

L’intervento è stato possibile anche grazie al finanziamento ottenuto tramite il bando Agrisolare, che ha sostenuto l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo per le imprese del settore agricolo e agroalimentare.

Il sistema sonnenPro FlexStack rappresenta la soluzione di accumulo energetico progettata specificamente per le esigenze del settore C&I. Caratterizzato da un’architettura modulare, è configurabile con un minimo di due fino a un massimo di quattro unità, offrendo una potenza nominale che varia da 92 kW a 368 kW e una capacità di accumulo da 110 kWh fino a 495 kWh, espandibile in step da 55 kWh.

Ogni modulo ha dimensioni compatte di 1,35 x 1,35 x 1,35 metri e può essere installato sia in ambienti interni che esterni, grazie alla certificazione IP65 che garantisce resistenza alle condizioni atmosferiche avverse. Il sistema utilizza celle al litio-ferro-fosfato (LiFePO4), note per la loro elevata sicurezza, longevità e stabilità termica, con una vita utile di circa 6.000 cicli.

Progettato per operare in corrente alternata trifase a 400 V e 50 Hz, sonnenPro FlexStack è compatibile con una vasta gamma di inverter fotovoltaici e può essere integrato in impianti esistenti o nuovi. La sua struttura modulare consente l’installazione di più sistemi in cascata, consentendo di rispondere a fabbisogni energetici più elevati.

Lo stabilimento
di T&C - Tartufi
Truffles a Urbania (PU)

UN

ECOSISTEMA PER LA DISTRIBUZIONE DI ENERGIA

Rittal ha creato una piattaforma aperta di partner tecnologici per integrare il nuovo sistema sbarre RiLineX e favorire così lo sviluppo di sistemi di distribuzione innovativi.

La distribuzione e il controllo dell’energia sono elementi chiave nello sviluppo dei nuovi sistemi energetici. Le aziende in grado di produrre e fornire queste tecnologie in modo rapido hanno un’opportunità di crescita maggiore. Supportando i propri clienti in questo percorso, Rittal ha dato vita a un ecosistema di partner tecnologici per integrare il nuovo sistema sbarre RiLineX.

“I nostri clienti chiedono sempre più velocità, abbinata a un elevato livello di flessibilità, e questa esigenza è comune a molte applicazioni”, afferma Raphael Görner, Executive Vice President Energy & Power Solutions di Rittal. “Dobbiamo guardare oltre i nostri processi di sviluppo e implementare la collaborazione tra aziende per essere veloci, flessibili e innovativi”. Rittal ha progettato la sua nuova piattaforma come un ecosistema aperto che consente a produttori innovativi di sviluppare e vendere componenti “Ready for RiLineX”, collegabili direttamente al sistema sbarre da 60 mm.

Dispositivi di protezione e misurazione digitale

K’ELECTRIC sviluppa e vende interruttori-sezionatori, dispositivi di protezione da fulmini e sovratensioni oltre a tecnologie di misurazione

digitale. “Siamo un fornitore piccolo e ci teniamo a cogliere questa occasione. Collaboriamo con clienti e partner per integrare rapidamente le loro idee e i loro suggerimenti nei nostri prodotti, e questo vale anche per Rittal”, afferma Philipp Stöcklein, Key Account Manager per le apparecchiature tecniche e per i fornitori di energia di K’ELECTRIC. Il risultato sono componenti compatti che possono essere installati nel quadro elettrico velocemente grazie al nuovo design dei contatti.

Lunga esperienza nella corrente continua

In un numero sempre maggiore di applicazioni industriali, l’energia elettrica raggiunge le macchine tramite reti stabili a corrente continua. E-T-A Electrotechnical Apparatus GmbH, specializzata in apparecchiature di protezione, apporta all’ecosistema la sua pluriennale esperienza nel campo della corrente continua. “In termini di quadri elet-

trici e componenti, i sistemi a corrente continua presentano esigenze specifiche, ad esempio nell’estinzione dell’arco elettrico”, spiega Richard Mehl, responsabile della divisione Comunicazione e Sistemi di E-T-A. L’azienda fornisce protezione per le costose apparecchiature del settore dell’ingegneria meccanica e dell’industria di processo.

Interfacce di sicurezza e comunicazione

Specialista in interfacce di sicurezza e comunicazione, EFEN fornisce soluzioni intelligenti e sicure per i moderni sistemi di distribuzione di energia. Di medie dimensioni, EFEN risponde rapidamente alle esigenze del mercato.

L’azienda offre all’ecosistema RiLineX la sua vasta esperienza nel settore dei quadri elettrici con fusibili conformi agli standard DIN/EN. Harald Kownatzky, European Sales Manager di EFEN, sottolinea: “La nostra collaborazione con Rittal ci consente di integrare in modo ottimale le nostre competenze e di offrire soluzioni innovative per la distribuzione di energia”.

Il ritmo della distribuzione di energia continua ad aumentare, come dimostra l’ampia gamma di componenti disponibili al lancio. La piattaforma “Click & Work” di RiLineX consente agli utenti di ridurre i tempi di progettazione fino al 30% e di montaggio fino al 75%. Rittal e i suoi partner prevedono un’ulteriore accelerazione grazie all’elevata distribuzione internazionale di RiLineX.

“Il supporto di Eplan Data Portal e del software di configurazione RiPower rendono più facile ai progettisti la scoperta dei vantaggi dei componenti intelligenti, anche se questi potrebbero non essere ancora ampiamente adottati nei loro mercati”, conclude Görner.

RiLine X di Rittal

Nateeo ha conseguito le certificazioni ISO 14001 e ISO 45001. Un traguardo importante nel suo percorso volto a ridurre l’impatto ambientale e a rafforzare la sicurezza dei lavoratori.

ITITOLO TITOLO

CERTIFICAZIONI

E IMPEGNO

PER LA SOSTENIBILITÀ

Nateeo, società del Gruppo Cereal Docks, specializzata nella produzione di ingredienti funzionali di origine vegetale (lecitine, oli, farine, miscele funzionali), ha conseguito le certificazioni ISO 14001 (Sistema di Gestione Ambientale) e ISO 45001 (Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro).

Un traguardo importante, che conferma il percorso strutturato intrapreso dall’azienda per implementare un sistema di gestione integrato conforme agli standard internazionali e volto a ridurre gli impatti ambientali diretti e indiretti, ottimizzare l’uso delle risorse. Un processo di miglioramento costruito nel tempo, anche grazie ad una serie di audit di sostenibilità per verificare annualmente i progressi realizzati negli ambiti lavoro, salute e sicurezza, prestazioni ambientali e standard etici.

AMBIENTE E SICUREZZA AL CENTRO DELLA STRATEGIA L’adozione della ISO 14001 consente a Nateeo di gestire le proprie responsabilità ambientali in maniera sistematica e coerente con i principi ESG, mentre la ISO 45001 garantisce una maggiore resilienza organizzativa e la riduzione dei rischi in materia di salute e sicurezza. Due pilastri del sistema aziendale pienamente coerenti con l’impegno a creare valore condiviso lungo l’intera filiera.

“Queste certificazioni – commenta Silvia Santarelli, CEO dell’azienda – rappresentano un passaggio fondamentale nel nostro percorso di crescita sostenibile. Per Nateeo, ambiente e sicurezza non sono semplici adempimenti normativi, ma valori cardine che guidano le nostre scelte quotidiane e il modo in cui creiamo valore lungo tutta la filiera agroalimentare. È un traguardo che ci rende orgogliosi, ma soprattutto una responsabilità che ci sprona a fare sempre

meglio, in coerenza con i principi ESG e con la nostra visione di un futuro più sostenibile e inclusivo”.

RATING DI SOSTENIBILITÀ: MISURARE PER MIGLIORARE

L’impegno nella sostenibilità parte da lontano, visto che da diversi anni, Nateeo si sottopone a valutazioni indipendenti attraverso tre tra i più autorevoli rating di sostenibilità:

Sedex: grazie all’adozione del metodo SMETA (Sedex Members Ethical Trade Audit), monitora condizioni di lavoro, salute, sicurezza, ambiente e pratiche aziendali etiche lungo la catena di fornitura, riducendo rischi e rafforzando le relazioni di fiducia con gli stakeholder.

EcoVadis: nel 2025 Nateeo ha raggiunto il riconoscimento Platinum, con un punteggio di 84/100, entrando così nell’1% delle migliori aziende a livello globale. Il risultato riflette l’eccellenza nelle aree etica, ambiente, lavoro e diritti umani.

Ingredienti di alta qualità da matrici vegetali

Il nome di Nateeo, azienda nata nel 2013 e parte del Gruppo Cereal Docks, affonda le radici nella forza generatrice della natura e richiama la genuinità degli ingredienti di alta qualità prodotti dall’azienda, tutti derivati da matrici vegetali. L’azienda opera nei settori delle lecitine vegetali standardizzate, degli oli, delle miscele funzionali e degli ingredienti ad alto valore aggiunto per applicazioni in ambito alimentare, cosmetico, farmaceutico, zootecnico e industriale.

Presente sul mercato nazionale e internazionale, collabora con aziende e gruppi industriali che cercano soluzioni e prodotti evoluti dal punto di vista tecnologico, affidabili e rigorosamente garantiti sotto il profilo della qualità, della tracciabilità e della sicurezza alimentare. Nateeo esporta in oltre venti paesi ed è partner di noti marchi dell’industria alimentare, dal cioccolato ai prodotti da forno, dai sughi alle conserve sott’olio, agli alimenti per l’infanzia.

stabilimento

Silvia Santarelli Ceo di Nateeo:

“Ambiente e sicurezza sono valori cardine che guidano le nostre scelte quotidiane e il modo in cui creiamo valore lungo tutta la filiera agroalimentare”

SI Rating: valutazione ESG sviluppata da ARB SB, che consente di allineare le attività aziendali agli SDGs ONU. Nateeo ha ottenuto il livello Bronzo con il 75% di punteggio complessivo, distinguendosi in particolare nelle aree sociale e di governance.

UNO SGUARDO AL FUTURO

Guardando al futuro, Nateeo continua a investire in iniziative che au-

mentino la sostenibilità lungo tutta la filiera di approvvigionamento. Tutte queste attività vengono monitorate ogni anno riflettendo l’impegno costante dell’azienda nel miglioramento continuo. Nateeo lavora in stretta collaborazione con fornitori, clienti e partner per promuovere una cultura della sostenibilità che generi benefici concreti per le persone e per l’ambiente.

Lo
a Camisano Vicentino (VI)

DOLCIFICANTE NATURALE PER PRODOTTI CLEAN LABEL

Estratto dalla Siraitia grosvenorii, il Monk Fruit, che in Italia è distribuito in esclusiva da Faravelli Food Division, è un dolcificante naturale sempre più apprezzato a livello internazionale: il mercato globale crescerà da 1,5 miliardi USD (2024) a quasi 3,8 miliardi USD entro il 2033 (CAGR 10,5%).

Anche in Italia cresce l’interesse per questo prodotto, spinto da trend consolidati come clean label, riduzione degli zuccheri e naturalità.

Finalmente, grazie alla partnership esclusiva tra Faravelli Food Division e Huacheng Bio, leader internazionale negli ingredienti naturali, oggi il Monk Fruit è disponibile anche sul mercato italiano.

Conforme alle normative vigenti, è commercializzato sotto forma di decotto e non è considerato Novel Food.

Disponibile in versione liquida concentrata o in polvere, è adatto a alimenti e integratori.

Ecco alcune delle sue caratteristiche più apprezzate dal mercato:

- 15-20 volte più dolce dello zucchero;

- apporto calorico ridotto (253 kcal

per 100 g): a parità di dolcezza, apporta solo il 5% delle calorie del saccarosio;

- naturale, gradevole, a-cariogeno e di semplice impiego;

- profilo sensoriale rotondo, senza retrogusti indesiderati;

- solubile, termostabile e versatile, adatto a molte applicazioni (bevande, bakery, yogurt, confetture, cioccolato, caramelle, salse, soluzioni table-top);

- sinergico con stevia ed eritritolo per un profilo aromatico bilanciato. Hunan Huacheng Biotech, Inc. è re-

altà di riferimento a livello internazionale nella produzione di estratti botanici di alta qualità. Fondata nel 2008, è oggi uno dei principali produttori cinesi di estratti vegetali, specializzata nello sviluppo di ingredienti naturali per i settori food/beverage e nutraceutico / health & wellness. Grazie a un forte investimento in ricerca, una filiera verticalmente integrata e numerose certificazioni internazionali (NSF-cGMP, ISO 9001, ISO 22000, HALAL, KOSHER), Huacheng Bio rappresenta un partner affidabile, innovativo e orientato alla qualità.

NEXTURE UNISCE CSM INGREDIENTS E ITALCANDITI

Nexture nasce dall’unione delle competenze industriali e tecnologiche del Gruppo CSM Ingredients e del Gruppo Italcanditi, entrambi indirettamente partecipati da Investindustrial. Nexture rappresenta un nuovo capitolo in continuità con il progetto imprenditoriale Ingredient-Tech Platform avviato nel 2022 e incentrato sulla creazione di un ecosistema di aziende complementari costruito attorno alle due realtà storiche dell’ingredientistica, all’interno del quale trovano spazio le rispettive controllate.

Subordinatamente al perfezionamento dell’offerta del prestito obbligazionario denominato “Senior Secured Floating Rate Notes due 2032”, Nexture – con un fatturato aggregato di circa 800 milioni di euro – si posiziona sul mercato come piattaforma integrata per l’innovazione e la produzione di ingredienti alimentari di alta qualità. La piattaforma può contare su oltre 2.000 dipendenti, 13 stabilimenti produttivi, 10 centri di ricerca e innovazione

ed una presenza commerciale in più di 120 Paesi. Nexture fa leva sulla complementarietà strategica delle diverse realtà che ne fanno parte: CSM Ingredients, player globale nel settore degli ingredienti per la panificazione e l’alta pasticceria; Hifood, centro di eccellenza per lo sviluppo di ingredienti di origine naturale, clean label e ad alto contenuto innovativo; Vitalfood by Italcanditi, attiva nella produzione di preparazioni a base frutta, creme idrate e canditi; Comprital e Prodotti Rubicone, marchi del gelato artigianale italiano. Nexture avrà sede a Milano. “Stiamo già lavorando a una strategia di crescita globale che ci porterà a rinforzarci ulteriormente anche al di fuori dell’Europa, in zone come: gli Stati Uniti d’America, grazie alle soluzioni HIFOOD; la Cina, dove abbiamo uno stabilimento produttivo a Shanghai; l’area MENA, grazie alla nostra joint venture in Tunisia e alla forte trazione del segmento gelato nei Paesi del Golfo”, spiega l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio.

Il Ceo di Nexture
Gabriele Del Torchio

LA FILIERA DELLA SOIA: UNA RISORSA STRATEGICA PER L’ITALIA

Cereal Docks ha riunito a Roma associazioni, istituzioni e industrie legate alla produzione, trasformazione e impiego energetico della soia. Sul tavolo la proposta di un piano agro-industriale nazionale condiviso, con misure di sostegno per la coltivazione e trasformazione della soia.

Si è svolto presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, lo scorso luglio, l’incontro “Il valore della filiera della soia”, promosso dal Senatore Luca De Carlo, Presidente della 9ª Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato della Repubblica, e Cereal Docks, gruppo industriale italiano leader nella prima trasformazione agroalimentare. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo agricolo, industriale e distributivo con l’obiettivo di avviare un confronto costruttivo sul ruolo strategico della soia coltivata in Italia, risorsa chiave per la sovranità alimentare ed energetica, la sostenibilità ambientale e la sicurezza degli approvvigionamenti.

Italia primo produttore europeo

La filiera della soia italiana genera valore per l’intero sistema: oltre l’80% dei prodotti ottenuti trova applicazione nella zootecnia e la qualità della resa agricola permette di ottenere mangimi nutrizionalmente superiori. Al tempo stesso, la coltura garantisce benefici agronomici – come il miglioramento della fertilità del suolo e la ridotta necessità di input chimici – contribuendo a un’agricoltura più sostenibile e resiliente. “La soia italiana rappresenta un’opportunità per promuovere un’agricoltura sostenibile e una filiera agroindustriale competitiva”, ha dichiarato Mauro Fanin, Presidente e CEO di Cereal Docks. “Serve ora una strategia condivisa per consolidarne il ruolo nel sistema Paese. Come Cereal Docks, crediamo nella collaborazione con il mondo agricolo per dare valore a ogni fase della produzione, dalla semina alla trasformazione”. Il valore della filiera si riflette anche sul fronte energetico: il processo di lavorazione del seme produce olio di soia come sottoprodotto, pari al 18-20% della resa, che non ha utilizzi in ambito alimentare ed è destinabile alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli oli vegetali puri (OVP), come l’olio di soia, rappresentano una fonte flessibile e programmabile per il sistema elettrico nazionale, con un potenziale di riduzione delle emissioni tra il 55% e il 65% e già oggi impiegati per coprire il fabbisogno di quasi 300.000 famiglie.

Cereal Docks conferma il proprio impegno nel sostenere una filiera integrata, collaborando con oltre 18.000 agricoltori italiani attraverso programmi strutturati che includono ritiro garantito, premialità per chi investe nella qualità e sostenibilità delle colture, supporto agronomico e logistica dedicata. Grazie a strumenti come il Progetto 3A+ – dedicato alla soia in secondo raccolto, tracciata e sostenibile – il Gruppo valorizza pratiche agronomiche “a basse emissioni” come la semina diretta su sodo o con minima lavorazione.

Le politiche di rilancio

L’Italia – primo produttore europeo di soia non-OGM – ha oggi un’opportunità concreta di consolidare il ruolo della soia come coltura strategica nazionale ed europea, valorizzandone le molteplici applicazioni nei settori agroalimentare, zootecnico, industriale ed energetico. Con una produzione di 1,1 milioni di tonnellate di semi non OGM e una filiera capace di trasformarne oltre 800.000 tonnellate in farine proteiche da semi nazionali per l’alimentazione animale, il nostro Paese può rafforzare la propria autonomia rispetto a un fabbisogno complessivo che supera i 3,7 milioni di tonnellate.

Durante l’incontro (alla presenza di Anacer, FederPrima, FederDistribuzione, Coldiretti, Confagricoltura, CIAAgricoltori, Filiera Italia, MASAF, MIMIT, Assitol, ENI, Consorzi Agrari d’Italia, Assoebios e del MASE) sono state discusse alcune proposte di policy per il rilancio della filiera, tra cui: la definizione di un piano agro-industriale nazionale condiviso, misure di sostegno per la coltivazione e trasformazione della soia, il riconoscimento del valore strategico della coltura in ambito europeo, campagne di sensibilizzazione rivolte ai consumatori e meccanismi di incentivazione alla produzione di energia da fonti agricole.

OLEIFICIO CERTIFICATO PER IL BIOLOGICO

Con l’ottenimento della certificazione biologica per il proprio oleificio, Nutriswiss AG pone le basi per un’espansione flessibile dell’attività nel settore degli oli alimentari vegetali di qualità biologica. In questo modo è possibile lavorare sia semi oleosi provenienti da agricoltura svizzera che semi biologici di alta qualità provenienti dall’UE con prossimità alla fonte e per lotti distinti. Circa l’85% degli oli e dei gras-

si raffinati e forniti da Nutriswiss è di origine vegetale e include una quota di prodotti biologici in continuo aumento. Questi vengono acquistati in gran parte sul mercato locale e internazionale oppure forniti dai clienti di Nutriswiss per la raffinazione. Con la certificazione biologica per i propri oleifici a Wohlen, nel Canton Argovia, Nutriswiss soddisfa un’esigenza ancora scoperta nel proprio

portfolio del biologico. “Nell’oleificio viene pressato olio alimentare per Nutriswiss già dal 2008”, afferma Pierre Nording, responsabile acquisti di Nutriswiss AG. “Nel 2022 abbiamo rilevato completamente l’impianto sotto la nostra gestione diretta e abbiamo deciso di ampliare la nostra offerta biologica. Infatti, già nell’autunno del 2023 è avvenuto il primo audit bio per i semi oleosi”.

Lo stabilimento di Wohlen lavora principalmente colza e semi di girasole provenienti dalla Svizzera, entrambi anche nelle varietà ad alto contenuto di acido oleico (high-oleic, HO). Queste contengono un’alta percentuale di acido oleico resistente al calore, il che le rende particolarmente adatte alla cottura in padella o alla frittura. Si lavorano anche soia e semi di lino, oltre a materie prime biologiche importate.

Sul posto si trovano due linee

PER SUCCHI RICCHI DI PROTEINE

Arla Foods Ingredients mostra come i brand sudamericani possano utilizzare le proteine del siero del latte

Lacprodan® e Nutrilac® ProteinBoost

per creare bevande pronte da bere, tipo succo, arricchite di proteine. Il mercato sudamericano delle bevande funzionali dovrebbe registrare un CAGR dell’8,75% tra il 2025 e il 2030. Le tendenze salutistiche spingono la popolarità delle bevande funzionali con claim proteici ed energetici.

Un sondaggio condotto da Arla Foods Ingredients su 4.000 consumatori in Argentina, Brasile, Cile e Colombia ha rilevato che gusto eccellente, naturalità e alto contenuto proteico sono i principali fattori di scelta al momento dell’acquisto di alimenti. Alla domanda su quali prodotti vorrebbero contenessero più proteine, il 31% degli intervistati

produttive: la più grande, costituita da una pressa preliminare e una principale, lavora soprattutto colza e ha una capacità di 3,5 tonnellate all’ora. Una pressa più piccola e a singolo stadio che lavora circa 500 kg all’ora consente la produzione flessibile di lotti di olio più piccoli. Oltre alla documentazione completa di tutti i lotti e passaggi produttivi, in loco avviene lo stoccaggio dei semi ed oli biologici in silos e serbatoi. In caso di cambiamenti di prodotti, le fasi miste vengono riutilizzate separatamente senza etichetta biologica in conformità alle normative. È possibile stoccare temporaneamente un totale di circa 1.900 tonnellate di olio grezzo in nove serbatoi prima che venga portato a Lyss per la raffinazione con le autobotti del gruppo Centravo. Le celle dei silos del centro collegato per la lavorazione dei cereali del Freiamt, certificato per il biologico, offrono una capacità di stoccaggio totale di 24.000 tonnellate di cereali e semi oleosi.

– e il 40% in Brasile – ha indicato i succhi.

Durante l’ultimo evento Softdrinks

Tech in Brasile, Arla Foods Ingredients ha messo in evidenza come i produttori possano rispondere a queste esigenze utilizzando le soluzioni Lacprodan® e Nutrilac® ProteinBoost.

Queste proteine del siero del latte permettono di creare bevande rinfrescanti, in stile succo, arricchite di proteine, con benefici in termini di sazietà e ottimo gusto. Ricche di tutti gli amminoacidi essenziali, garantiscono fino al 6% di proteine (15 g per 250 ml) e consentono claim nutrizionali e salutistici legati alle proteine in etichetta.

SENSORISTICA AD ALTA PRECISIONE PER SISTEMI AGRIVOLTAICI

Plantvoice, startup che ha brevettato una tecnologia sensoristica che permette di conoscere in tempo reale lo stato di salute delle piante, ha avviato una collaborazione con iGreen System, EPC Contractor che progetta e realizza sistemi agrivoltaici avanzati totalmente integrati e complementari alle esigenze agricole ed agronomiche. In base all’accordo, Plantvoice fornirà ad iGreen System i propri dispositivi – costituiti da sensori ad innesto capaci di rilevare in tempo reale parametri fisiologici della pianta come l’assorbimento idrico e la concentrazione di soluti nella linfa – che saranno parte integrante delle soluzioni di iGreen System, contribuendo a ottimizzare il monitoraggio, la gestione e il bilanciamento tra produzione agricola e generazione fotovoltaica. I prodotti di monitoraggio

agronomico di Plantvoice saranno progettati per essere integrati all’interno della piattaforma di controllo e gestione sviluppata e brevettata da iGreen System. La partnership copre l’intero territorio italiano e prevede un impegno di esclusiva reciproca. Oltre alla fornitura dei sensori, l’accordo comprende anche i servizi di installazione, manutenzione, assistenza tecnica e trasmissione dei dati agronomici raccolti sul campo.

Secondo l’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia, nonostante il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 abbia registrato nel 2024 una flessione dell’8% rispetto all’anno precedente, si è osservata una crescita nell’adozione di soluzioni digitali avanzate.

ORATE ALLEVATE OFF-SHORE: CONFERMATA LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE

Un monitoraggio durato due anni condotto dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (Distav) dell’Università di Genova dimostra l’ottimo stato fisiologico e il benessere animale delle orate allevate nell’impianto di Aqua De Mâ a Lavagna, confermando l’elevata compatibilità ambientale del metodo di maricoltura. L’indagine è parte del progetto nazionale NBFC - National Biodiversity Future Center, finanziato dal programma europeo Next Generation EU.

Il progetto ha l’obiettivo di definire protocolli di gestione del benessere animale negli allevamenti che non usano antibiotici, promuovere tecnologie a basso impatto ambientale e valorizzare in modo sostenibile le risorse marine, nell’ottica generale di ridurre la pressione sugli ecosistemi marini, integrando salute umana, animale e ambientale.

Lo studio biennale ha seguito l’intero ciclo di allevamento, dalla fase di avannotteria alla taglia commerciale, attraverso

un’analisi multiscala dei parametri di salute e benessere. I ricercatori hanno valutato diversi indicatori della crescita e dello stato di salute dei pesci, ed hanno effettuato diverse analisi sulle condizioni dei tessuti, di biomarcatori enzimatici e del microbiota. Tutti i risultati hanno confermato uno stato di salute eccellente e un livello di benessere animale elevato. I fattori che influenzano positivamente gli esiti dello studio sono collegati alla metodologia di allevamento utilizzata: vasche posizionate a oltre 30 metri di profondità e a oltre un miglio dalla costa agevolano l’esposizione naturale a correnti che

stimolano continuamente la muscolatura e riducono il comportamento tipico sedentario di altri sistemi di allevamento. Il modello di acquacoltura offshore di Aqua De Mâ garantisce inoltre un ricambio d’acqua 1040 volte superiore rispetto agli allevamenti costieri tradizionali, preservando la qualità dei fondali e delle acque.

“L’acquacoltura è un’attività produttiva strettamente connessa con la salute degli ecosistemi marini”, commenta la professoressa Laura Canesi, Professore Ordinario di Fisiologia presso il Distav. “I risultati di questo studio dimostrano come l’allevamento off-

shore, quando condotto con criteri scientifici rigorosi, rappresenti un modello di produzione sostenibile che non solo garantisce il benessere animale, ma contribuisce anche alla conservazione della biodiversità marina. La ricerca condotta su Aqua De Mâ conferma che l’acquacoltura multitrofica integrata e le pratiche di allevamento biodiversity-friendly possono essere implementate con successo nel contesto mediterraneo. Questo approccio scientifico all’acquacoltura è fondamentale per soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici senza compromettere la salute degli ecosistemi marini”.

BARRETTE E SNACK STAMPATI IN 3D

Dai prodotti multistrato alle “perle di miele”, Enea sta sviluppando la stampa in 3D di alimenti sostenibili, ad alto valore nutrizionale e personalizzabili in base alle esigenze dei consumatori.

Enea sta sviluppando alimenti stampati in 3D sostenibili, ad alto valore nutrizionale e personalizzabili in base alle esigenze dei consumatori, al fine di offrire soluzioni alimentari “su misura”. Questi risultati sono stati ottenuti nell’ambito del progetto NUTRI3D, condotto da Enea con le aziende Rigoni di Asiago ed EltHub (coordinatore) e il supporto del Centro di Ricerca Crea - Alimenti e Nutrizione. In particolare, i ricercatori Enea hanno sviluppato ingredienti e vere e proprie ricette per barrette, snack innovativi e piccole sfere ad alto valore aggiunto, le “perle di miele”, ottenuti anche da colture cellulari e residui agroalimentari, come quelli che derivano dalla lavorazione della frutta. La stampa 3D di questi alimenti è stata realizzata nei laboratori del Centro Ricerche Enea di Brindisi.

Per sondare i gusti dei consumatori rispetto alle “perle”, i ricercatori hanno anche realizzato uno studio pubblicato sulla rivista Innovative Food Science & Emerging Technologies che ha evidenziato un crescente interesse verso questi prodotti innovativi, confermando il potenziale della stampa 3D nel futuro

più gradite ai consumatori”, spiega Simona Errico, ricercatrice del laboratorio di Bioeconomia Circolare Rigenerativa nel Centro Enea della Trisaia. “Inoltre, i dati raccolti nel sondaggio online hanno dimostrato che la consapevolezza sulla composizione innovativa del prodotto ha incrementato l’interesse e l’attrattiva delle ‘perle’ stesse, suggerendo come l’educazione dei consumatori e una comunicazione trasparente siano fattori cruciali nell’influenzare le scelte alimentari”, sottolinea Paola Sangiorgio, ricercatrice dello stesso laboratorio.

dell’alimentazione. L’indagine, che ha coinvolto oltre 400 consumatori, è stata condotta attraverso la somministrazione online di un questionario anonimo, con l’obiettivo principale di valutare il grado di accettazione di questi prodotti innovativi da parte degli intervistati. Inoltre, al fine di determinare le differenze oggettive rispetto ai prodotti commerciali, sono state applicate altre tecniche di analisi sensoriale che hanno coinvolto giudici specializzati.

Un mercato dalle grandi potenzialità

Secondo alcune stime, entro il 2025 il mercato della stampa 3D alimentare raggiungerà un valore di 360 milioni di euro, una crescita trainata dalla necessità sempre più urgente di nutrire una popolazione mondiale che, secondo le Nazioni Unite, supererà i 12 miliardi entro il 2100, con un impatto crescente su risorse naturali, aria e acqua, soprattutto nei Paesi emergenti.

“I nostri studi hanno rivelato che le ‘perle’ addizionate con cellule vegetali hanno una migliore consistenza e una maggiore succosità, rendendole

“L’impatto dei cambiamenti climatici e la scarsità di nuove superfici coltivabili renderanno sempre più difficile garantire alimenti vegetali di qualità”, evidenzia Silvia Massa, responsabile del laboratorio Agricoltura 4.0 del Centro Ricerche Enea Casaccia e responsabile scientifico Enea del progetto Nutri3D. “In questo scenario, l’individuazione di sistemi produttivi e di manufacturing innovativi e alternativi (tra cui la stampa 3D) si configura come un approccio strategico per produrre cibi sostenibili e utili al benessere della popolazione, anche a partire da residui agroalimentari, contribuendo così a una dieta sana e sicura. Tali alimenti potrebbero trovare applicazione personalizzata anche nelle missioni spaziali”.

Dalla ricerca Enea è emerso anche che il 59% degli intervistati è disposto ad acquistare alimenti innovativi ottenuti con queste tecnologie, soprattutto se associati a benefici per la salute. Tuttavia, restano barriere culturali e informative: alcuni consumatori percepiscono questi prodotti come “non naturali”. Da qui l’appello dei ricercatori a effettuare campagne di sensibilizzazione chiare e accessibili, per colmare il divario tra innovazione scientifica e accettazione sociale. Oltre a ENEA, Rigoni di Asiago, EltHub e il Centro di Ricerca CREA - Alimenti e Nutrizione, ha collaborato inizialmente al progetto l’azienda G&A Engineering.

ACCELERARE SULLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

Vocational Fast Track è il progetto di training pensato da Bühler per i propri clienti di tutto il mondo: un formato compatto e scalabile che mette insieme i punti di forza del sistema educativo svizzero, tra cui la stretta connessione fra teoria e pratica, al servizio delle esigenze industriali.

In occasione del suo evento di punta dedicato ai clienti, i Networking Days 2025, che si sono tenuti lo scorso giugno, Bühler ha presentato il Vocational Fast Track, un nuovo progetto di formazione professionale pensato per i propri clienti. Il programma consente alle aziende di inviare i propri dipendenti presso Bühler per alcune settimane o mesi, al fine di completare un apprendistato basato sul modello svizzero. L’attività in aula presso il centro di formazione interno, il Bühler Energy Center, si integra strettamente con l’esperienza pratica in ambienti produttivi reali.

I partecipanti possono seguire moduli in Meccanica, Meccatronica e Project Management. A seconda delle esigenze specifiche, è disponibile anche una formazione aggiuntiva in Tecnologia dei processi. Questi programmi sono pensati in particolare per tecnici di assistenza e personale di manutenzione e includono corsi di Salute e Sicurezza conformi agli standard svizzeri. Ogni modulo si conclude con un certificato

l’istruzione e la formazione.

riconosciuto in Svizzera.

“Il Vocational Fast Track offre alle aziende un’opportunità senza precedenti di sviluppare competenze in modo mirato ed efficiente”, afferma Irene Mark-Eisenring, Chief Human Resources Officer di Bühler. “Portiamo i punti di forza del sistema educativo duale svizzero – la stretta integrazione di teoria e pratica – in un formato compatto e scalabile per le esigenze industriali”.

Questa nuova offerta affronta direttamente alcune delle sfide più urgenti del mercato del lavoro attuale: la crescente carenza di competenze, mercati del lavoro sempre più flessibili e instabili e l’aumento dei costi dell’istruzione. In questo contesto, la formazione continua e l’aggiornamento professionale assumono un’importanza sempre maggiore.

Pionieri nell’educazione professionale da oltre un secolo Bühler è pioniera nella formazione professionale da oltre 110 anni, avendo formato i suoi primi apprendisti già nel 1915. Da allora, l’azienda ha continuamente sviluppato e modernizzato il proprio approccio all’educazione professionale. L’iniziativa Vocational Fast Track si fonda su queste basi e riflette l’impegno più ampio e di lunga data di Bühler verso

L’educazione è profondamente radicata nel DNA di Bühler e copre un ampio spettro: dallo sviluppo dei giovani talenti in Svizzera e all’estero, al supporto dei dipendenti tramite l’apprendimento continuo, fino alla collaborazione con università, associazioni industriali e decisori politici per contribuire a plasmare la forza lavoro del futuro. I programmi di apprendistato sono attivi in 26 sedi tra Europa, Nord e Sud America, Medio Oriente e Africa e Asia meridionale. L’ambizione di Bühler va oltre la copertura dei propri bisogni di talenti: l’azienda mira a rafforzare l’intero ecosistema industriale investendo nelle persone e nelle competenze. Oggi Bühler sta formando oltre 520 apprendisti in tutto il mondo, di cui il 40% al di fuori della Svizzera.

Grazie alla lunga esperienza nel campo dell’educazione, Bühler ha sviluppato solide capacità di condivisione e diffusione delle conoscenze, sia internamente, tra le proprie sedi globali, sia esternamente, attraverso partnership con organizzazioni come Swissmem (l’associazione svizzera dell’industria meccanica ed elettrica) e il Global Apprenticeship Network (GAN), una coalizione globale di imprese, organizzazioni internazionali e federazioni di datori di lavoro impegnate nella promozione dell’apprendimento basato sul lavoro.

Il modello svizzero

Circa il 70% degli studenti svizzeri sceglie un apprendistato in uno degli oltre 230 mestieri riconosciuti. Questo contribuisce a mantenere uno dei tassi di disoccupazione giovanile più bassi al mondo, al di sotto del 4%.

“Il successo economico della Svizzera – e di Bühler – è strettamente legato al sistema di formazione duale”, spiega Sonja Studer, Responsabile della Formazione presso l’associazione industriale svizzera Swissmem. “Esso garantisce un flusso costante di lavoratori qualificati, allinea l’istruzione alle esigenze dell’industria e rafforza la capacità di innovazione”.

ESTRATTORE CENTRIFUGO PER MODERNIZZARE UN FRANTOIO STORICO

Con l’installazione dell’estrattore centrifugo Foodec Sigma di Alfa Laval di ultima generazione, il frantoio portoghese Caminhos do Futuro ha quadruplicato la sua capacità di lavorazione dell’olio extravergine di oliva, passando da 1.500 kg l’ora a 6.000 kg l’ora. Essendo l’ultimo frantoio rimasto a Montemor-o-Novo, il gruppo cooperativo aveva la necessità di evolversi per continuare a servire una crescente comunità di agricoltori e lavorare le olive dei loro oliveti. “O modernizzavamo il processo di lavorazione o perdevamo competitività”, afferma José

Ferreira, operatore in pensione che ha dedicato oltre due decenni al frantoio. Alfa Laval, partner tecnologico di fiducia da decenni, ha svolto un ruolo chiave in questa transizione. “Caminhos do Futuro ha sempre avuto una visione incentrata sull’innovazione e Alfa Laval ci ha sostenuto in ogni fase del percorso”, afferma Nelson Fialho, attuale direttore generale. “La decisione di investire in una nuova linea di prima estrazione è arrivata dopo mesi di attenta valutazione e collaborazione con gli esperti Alfa Laval”.

Il frantoio disponeva già di un estrattore centrifugo per olio d’oliva Alfa Laval in funzione dal 1998, oltre a due separatori acquistati nel 1989, quando è stata installata la prima linea: tutti prodotti ad oggi ancora efficienti dal punto di vista meccanico. Questa affidabilità ha dato ulteriore impulso alla decisione di seguire l’indicazione di Alfa Laval di riconvertire la linea originale per la lavorazione secondaria. Dal 2024, il vecchio estrattore centrifugo viene utilizzato per la lavorazione della sansa, permettendo loro di ottenere un guadagno extra da un sottoprodotto che prima veniva scartato.

SISTEMI DI ETICHETTATURA PERSONALIZZATI

Automation Address Srl progetta e realizza sistemi di etichettatura su misura per ogni fase della filiera produttiva, offrendo in modo diretto assistenza e supporto su tutto il territorio nazionale.

I sistemi customizzati proposti si basano sull’affidabilità e sulla versatilità delle etichettatrici della famiglia Herma, come Herma 500 e Herma Eco. Le etichettatrici industriali Herma, che in Italia sono vendute in esclusiva da Automation Address, sono progettate e realizzate in Germania con materiali di alta qualità e si distinguono per l’esclusiva modularità e per le prestazioni costanti.

Una piccola parte dei sistemi include applicazioni specifiche, che coprono un’ampia gamma di esigenze industriali, come:

- etichettatura superiore e inferiore: per l’applicazione dell’etichetta in posizione inferiore durante il passaggio e contemporaneamente di un’etichetta in posizione superiore sul prodotto;

- etichettatura per chiusura vaschette: sistema per l’ap-

Con le stagioni di raccolta che si accorciano a causa del cambiamento climatico e una domanda globale di alimenti sani e nutrienti in aumento, i nuovi estrattori centrifughi a due fasi di Alfa Laval rappresentano un progresso significativo per i frantoi, sia grandi che di medie o piccole dimensioni. Costruito sulla base del collaudato design Sigma, il prodotto offre una migliore estrazione dell’olio e prestazioni costanti con un’interfaccia semplificata e di facile utilizzo. Il modello installato a Caminhos do Futuro ha l’ultima evoluzione della coclea della serie Sigma, un miglioramento tecnico per aumentare l’efficienza dell’estrazione in ogni ciclo di produzione. “La coclea, essendo più lunga, aumenta il percorso del prodotto all’interno della macchina, migliorando così l’estrazione, mentre l’Active Baffle Disc brevettato garantisce prestazioni costanti, anche in caso di variazioni nelle condizioni delle olive o del processo”, spiega Rafael Ayuso, esperto di olio d’oliva di Alfa Laval. “Inoltre, la sua configurazione semplificata riduce i tempi di inattività e quindi la necessità di regolazioni manuali”.

plicazione frontale e la chiusura del lembo superiore e inferiore;

- etichettatura avvolgente: sistemi progettati per l’etichettatura avvolgente di barattoli cilindrici, flaconi e vasetti.

Per il settore farmaceutico e alimentare, si può avere l’applicazione di etichette con sigillo di garanzia;

- etichettatura no-stop: la modalità no-stop permette un’etichettatura continua, senza fermi macchina.

Con oltre 30 anni di esperienza, Automation Address è con sistemi altamente personalizzabili.

Dopo un 2024 in calo su tutti gli indicatori, per il settore i risultati di quest’anno saranno migliori, ma ancora sottotono. I dati di Federmacchine.

ITITOLO TITOLO BENI STRUMENTALI: 2025 IN (LENTA) RIPRESA

Nel 2024, l’industria italiana del bene strumentale ha visto calare tutti i principali indicatori economici. Il risultato complessivo esprime tutta la difficoltà che l’intero manifatturiero ha incontrato nel corso dell’anno passato. Archiviato il 2024, tra i peggiori degli ultimi anni, il 2025 dovrebbe virare al bello ma restando comunque ancora sottotono.

Questo è quanto è emerso dai dati elaborati dal Gruppo

Statistiche di Federmacchine che sono stati presentati, in occasione della assemblea annuale della federazione, lo scorso luglio. Accanto al presidente di Federmacchine Bruno Bettelli, confermato dall’assemblea per il mandato 20252026, è intervenuta la vicepresidente di Confindustria per l’export e l’attrazione degli investimenti, Barbara Cimmino.

IN NEGATIVO DEL 7,4% IL 2024

Nel 2024, il fatturato di settore si è attestato a 52,5 miliardi di euro, pari al 7,4% in meno rispetto al 2023.

Il calo è stato determinato principalmente dalla riduzione delle consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico, penalizzate dal blocco dei consumi. Ma anche l’export ha accusato il colpo, sebbene limitando i danni. In particolare, le esportazioni sono calate del 4,2%, fermandosi a 36 miliardi.

Le consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico hanno invece registrato un arretramento molto più pesante, fermandosi a 16,4 miliardi, il 13,7% in meno rispetto al dato del 2023.

Il consumo domestico ha subito un ridimensionamento ancora più importante, superando di poco i 26 miliardi di euro, il 14,3% in meno rispetto al risultato dell’anno precedente.

Anche le importazioni sono state fortemente penalizzate dal blocco della domanda interna, registrando un -15,2% pari a 9,8 miliardi di euro.

Le imprese italiane del settore hanno dimostrato, ancora una volta, di saper ben presidiare il mercato locale, come evidenziato dal dato import/ consumo che si è attestato al 37,3%. Il rapporto export/fatturato è cresciuto, al 68,7%.

INVERSIONE DI TENDENZA

NEL 2025, MA NON ANCORA RILANCIO Il 2025 può essere considerato “solo” un anno di inversione di tendenza (dal meno del 2024 al più del 2025), non certo di rilancio perché gli incrementi sono decisamente contenuti. Il fatturato crescerà, dell’1,6%, a 53,3 miliardi di euro. L’export, complice l’incertezza generalizzata del contesto internazionale, resterà stazionario a 36,3 miliardi (+0,6%). Il consumo, in crescita del 2%, si attesterà a 26,7 miliardi. Di questo debole incremento se ne avvantaggeranno principalmente i costruttori italiani che vedranno crescere le loro consegne sul mercato domestico, del 3,7%, a 17 miliardi. L’import resterà debole riducendosi ulteriormente a 9,7 miliardi (-1%).

LA DESTINAZIONE GEOGRAFICA DELLE VENDITE

Con riferimento alla distribuzione delle vendite, nel 2024 la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 31,3%. Il 36,3% del totale è stato destinato agli altri paesi dell’Europa. L’area europea assorbe quindi il 68% del fatturato italiano di comparto. Segue l’export nelle Americhe (16,6%) e in Asia (11,8%).

Nel 2024, l’export italiano è calato in tutti i principali mercati ad esclusione di Spagna e India. Principali aree di destinazione sono risultati: Stati Uniti (5 miliardi di euro, -0,1%); Germania (3,6 miliardi, -8,5%); Francia (2,5 miliardi, -5,2%); Cina (1,6 miliardi, -12,7%); Spagna (1,5 miliardi, +3%).

“Nonostante la discesa piuttosto ripida, il fatturato 2024 è comunque rimasto su livelli alti, anche in virtù dell’exploit degli anni precedenti. Il

2025 si prospetta con segno positivo grazie al leggero recupero dell’attività dei costruttori italiani sul mercato domestico e grazie alla sostanziale tenuta dell’export”, ha commentato il presidente Bettelli.

“La guerra commerciale sta creando notevoli problemi a tutti gli operatori del mondo manifatturiero. Per noi costruttori di machinery gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di esportazione. Un bel risultato che rischia di essere purtroppo ridimensionato dalla decisione di imporre dazi troppo elevati. E questo è il primo effetto anche se probabilmente non il peggiore. Infatti riteniamo che il presidente Trump ci penserà bene prima di fissare aliquote troppo alte su prodotti di cui ha estremo bisogno, e i macchinari italiani sono tra questi poiché la produzione interna non è in grado di coprire le esigenze della domanda locale e poiché la nostra offerta è da sempre molto apprezzata. Ciò che invece ci preoccupa maggiormente è il clima di incertezza alimentato dai continui annunci del presidente Usa. Questa instabilità rischia di creare un vero e proprio blocco della domanda; alcuni imprenditori lo stanno già rilevando”.

“Nel frattempo, il mondo delle imprese non sta certo a guardare. Ed è per tale ragione – ha aggiunto Bruno Bettelli – che Federmacchine ha realizzato, insieme a Confindustria, la seconda edizione del Rapporto Ingenium da cui emerge che vi sono 8 miliardi di export potenziale a disposizione delle imprese italiane. Da qui dobbiamo partire lavorando sul coinvolgimento di tutti gli attori del sistema paese, dal MAECI a ICE, Sace e Simest, per poter essere sempre più efficaci nella penetrazione nei mercati di interesse, ma dobbiamo intensificare i nostri sforzi anche su study, tour e missioni”.

“Dopo quella realizzata qualche mese fa, torneremo in Messico nel mese di ottobre, sempre insieme a Confindustria per presentare il Rapporto Ingenium, consapevoli di quando il paese possa essere interessante per l’industria italiana di comparto”.

La vicepresidente di Confindustria per l’export e l’attrazione degli investimenti, Barbara Cimmino, e il presidente di Federmacchine Bruno Bettelli all’assemblea 2025 della federazione

“Sul fronte interno – ha concluso il presidente – il 2025 coincide con la chiusura dell’operatività dei provvedimenti 4.0 e 5.0 che hanno sostenuto la domanda interna di nuove tecnologie. Chiediamo quindi alle autorità di governo di ragionare da subito alla definizione di un piano di politica industriale che accompagni l’industria manifatturiera italiana dal 2026 in avanti”.

mac chine

Minebea Intec offre sistemi per raggiungere i più alti standard di sicurezza e qualità in diversi tipi di produzione: dalle materie prime sfuse agli alimenti liquidi e viscosi, fino ai prodotti confezionati.

Tutte le foto ©Minebea Intec

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ITITOLO TITOLO ISPEZIONE A RAGGI X PER AUMENTARE LA SICUREZZA

L’uso dei sistemi di ispezione a raggi X nell’industria alimentare è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Questi sistemi si sono dimostrati un valido investimento per la sicurezza, l’integrità e la qualità dei prodotti. Minebea Intec, produttore di riferimento internazionale nelle tecnologie per la pesatura e l’ispezione industriale, offre sistemi innovativi a raggi-X per garantire i più elevati standard di sicurezza e qualità nella produzione alimentare.

CONTROLLO DELLE CONTAMINAZIONI E MOLTO ALTRO

Tra il ritmico suono delle macchine, il fruscio delle confezioni e l’aroma stuzzicante delle prelibatezze appena prodotte, i sistemi di ispezione a raggi X occupano un posto importante in molti stabilimenti di produzione nel mondo.

I sistemi di ispezione a raggi X non solo riconoscono i

prodotti contaminati da metallo, vetro, gomma, pietre, parti in plastica o schegge d’osso, ma consentono anche di effettuare controlli di qualità in linea come la determinazione del peso, il conteggio dei componenti, l’individuazione di prodotti mancanti o difettosi, il controllo del livello di riempimento e la verifica dell’integrità del prodotto. Nell’ambito del concetto HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), contribuiscono a soddisfare le crescenti esigenze dei consumatori e delle autorità e a proteggere le aziende produttrici da richiami di prodotti costosi e dannosi per il marchio.

COME FUNZIONA L’ISPEZIONE A RAGGI X?

Le macchine a raggi X nell’industria alimentare funzionano più o meno come le macchine a raggi X negli aeroporti che controllano i bagagli per motivi di sicurezza. Il prodotto scorre su un nastro trasportatore a velocità

Pesatura e ispezione industriale

Minebea Intec è un primario produttore a livello internazionale di tecnologie di pesatura e ispezione industriale. Con sede ad Amburgo, in Germania, l’azienda offre prodotti e servizi da oltre 150 anni. Il portafoglio prodotti comprende bilance a piattaforma ad alta risoluzione, celle di carico, bilance a tramoggia e a silo, selezionatrici ponderali, metal detector, sistemi di ispezione visiva e a raggi X e soluzioni software intuitive. Oltre 1.000 di-

costante attraverso il fascio di raggiX. Mentre il prodotto continua a muoversi, viene generata una nuova linea di immagine a intervalli regolari (ad esempio, ogni 0,8 mm). Una

pendenti sono impegnati in 18 sedi. Una rete di oltre 200 partner in 71 Paesi completa le sedi di vendita e assistenza.

Minebea Intec fa parte del Gruppo MinebeaMitsumi, fornitore leader di parti di produzione di alta precisione come cuscinetti a sfera e motori, nonché di componenti elettronici di alta qualità come sensori, antenne e soluzioni IoT. Con sede aTokyo, conta oltre 92.000 dipendenti in tutto il mondo.

volta che il prodotto è stato completamente registrato, l’immagine in scala di grigi generata viene analizzata e ispezionata alla ricerca di oggetti estranei.

I sistemi di ispezione a raggi X di Minebea Intec sono caratterizzati da un funzionamento intuitivo grazie a un’interfaccia utente a icone

“I sistemi di ispezione a raggi X riconoscono i prodotti contaminati perché i corpi estranei, come i metalli, assorbono i raggi X più del prodotto alimentare vero e proprio”, afferma Liang Mengqi, Global Product Manager di Mine-bea Intec.

“Pertanto, il successo del rilevamento dei corpi estranei dipende dalla loro densità”. Ad esempio, la macchina a raggi X di Minebea Intec è in grado di rilevare un filo metallico di 2 mm all’interno di uno yogurt, dove il metal detector tradizionale non ha alcuna possibilità. Perché il metal detector si fermerebbe a causa del foglio di alluminio della confezione dello yogurt.

COME SI SCEGLIE IL SISTEMA PIÙ ADATTO?

Minebea Intec offre un’ampia gamma di sistemi a raggi X per l’ispezione di prodotti confezionati. Le applicazioni tipiche includono cartoni, scatole, sacchetti, buste, vassoi e confezioni da porzione, che possono contenere un’ampia varietà di alimenti secchi o liquidi. Per selezionare un sistema a raggi-X adatto alla produzione, è necessario considerare il prodotto e la sua forma. I sistemi con generatori di raggi X montati in alto sono i più comuni nell’industria alimentare, dove il fascio di raggi X colpisce il prodotto direttamente dall’alto. Questi sistemi di ispezione sono solitamente installati alla fine di una linea di produzione e ispezionano i prodotti confezio-

nati. A tale scopo, le confezioni sono posizionate in piano sul nastro in modo che il fascio di raggi X possa attraversare il minor spessore possibile della confezione, il che contribuisce a una maggiore sensibilità di rilevamento. I modelli Dylight e Dymond sono stati sviluppati appositamente per queste applicazioni. Sono caratterizzati da un design igienico e da un’elevata sensibilità di rilevamento con un basso consumo energetico.

I sistemi con generatore di raggi X montato lateralmente, in cui il fascio di raggi X raggiunge il nastro trasportatore dal lato, sono spesso utilizzati per i prodotti in posizione verticale, come ad esempio i vasetti di alimenti per bambini. Anche in questo caso, il prodotto deve essere allineato in modo da passare il sistema di rilevazione con il lato verticale rivolto verso il fascio di raggi-X. Il Dymond S, ad esempio, come sistema di ispezione a proiezione laterale, combina un’elevata sensibilità di rilevamento con un basso consumo energetico. L’unità è disponibile come opzione con layout chicane. Ideale per quelle situazioni in cui lo spazio disponibile è molto limitato.

Il sistema di ispezione a raggi

X Dypipe può essere dotato di vari separatori, connessioni e opzioni di montaggio

Dymond D è un sistema di ispezione a raggi X a doppio raggio che produce due immagini a raggi X con un angolo di 90°. Che si tratti di lattine, Tetra Pak o barattoli di vetro, l’ispezione su più lati garantisce la massima sicurezza e apre ai produttori numerose possibilità di proget-tazione dei prodotti.

MODELLI SPECIALI

Minebea Intec ha recentemente lanciato il sistema di ispezione a raggi X Dypipe per prodotti liquidi e viscosi. “Dypipe è dotato di un innovativo

I sistemi di ispezione a raggi X della serie Dymond sono molto versatili: 4 modelli offrono soluzioni per le applicazioni più comuni di ispezione di prodotti confezionati

Il sistema di ispezione a raggi

X Dylight è adatto a ispezionare prodotti di piccole dimensioni come snack, barrette energetiche e dolciumi

sistema di inserimento dei tester che consente di ispezionarli durante il funzionamento”, spiega Liang Mengqi. “Questo significa che le aziende produttrici possono essere sicure in ogni momento che i loro processi produttivi si svolgano in modo regolare e sicuro”. Per soddisfare gli elevati requisiti igienici delle applicazioni sulla carne, Dypipe è dotato di un separatore di facile apertura, sviluppato appositamente per questo scopo. Questo sistema garantisce risultati eccellenti e dà la certezza di produrre alimenti di alta qualità.

Un altro progetto speciale di sistemi di ispezione a raggi X è il Dymond Bulk. Garantisce un’ispezione a raggi X precisa dei materiali sfusi nell’industria alimentare. I corpi estranei, come pietre o metalli, vengono rilevati in modo costante e rimossi dal flusso di materiale per proteggere sia i prodotti che le macchine. Dymond Bulk ha prestazioni di rilevamento eccezionali per materie prime come verdure, noci, frutta secca o cereali: un separatore multi-segmento opzionale con quattro segmenti garantisce inoltre l’eliminazione mirata ed economica dei corpi estranei dal flusso di prodotti.

TUTTO DA UN’UNICA FONTE

I sofisticati sistemi di ispezione a raggi X che ottimizzano le linee di produzione sono solo una parte dell’ampio portafoglio prodotti di Minebea Intec. Che si tratti di selezionatrici ponderali con funzione ad alta velocità, robuste celle di carico per la pesatura di serbatoi o silo, bilance industriali di alta precisione o soluzioni software intuitive: Minebea Intec supporta i suoi clienti durante l’intera fase di progetto con soluzioni personalizzate. In modo che il cibo appena prodotto dei clienti non solo abbia un buon profumo, ma possa anche essere consumato senza esitazioni.

PRODUZIONE AUTOMATIZZATA DI TAPPI

A Drinktec 2025, Engel ha presentato una linea produzione automatizzata di tappi di chiusura.

Il cuore della cella di produzione completamente automatizzata è la pressa a iniezione elettrica ecap 380 con una forza di chiusura di 3.800 kN. L’applicazione unisce la massima efficienza energetica a un’eccellente costanza del processo e dimostra come Engel riduca i costi di produzione di tappi di chiusura attraverso sistemi completi totalmente coordinati.

I tappi realizzati per United Caps rispettano uno standard ampiamente utilizzato nell’industria delle bevande. L’intaglio della

fascetta di sicurezza – detta anche anello di garanzia – viene formato nello stampo e successivamente ripiegato verso l’interno nella parte inferiore. Alla prima apertura, l’anello si separa dal corpo del tappo, fornendo un chiaro segnale se il prodotto è già stato aperto.

La produzione avviene con uno stampo a 48 cavità e un tempo ciclo di soli quattro secondi. Nella cella di produzione completamente automatizzata, integrata nell’unità di controllo Engel CC300, i tappi da 38 mm vengono trasportati tramite un nastro di raffreddamento con sistema di smistamento a cascata verso la stazione di piegatura, dove il

bordo inferiore della fascetta viene ripiegato verso l’interno, garantendo così un fissaggio sicuro al collo della bottiglia.

La serie e-cap è stata progettata appositamente per la produzione di tappi per bevande. Si distingue per tempi ciclo ridotti, elevata ripetibilità e basso consumo energetico. La tecnologia di azionamento completamente elettrica consente movimenti dinamici e precisi, mentre il leveraggio rigido assicura una trasmissione affidabile della forza. Grazie alle diverse dimensioni di forza di chiusura e al design compatto, le macchine e-cap sono flessibili e progettate per un funzionamento continuo sotto le massime

LINEE COMPLETE PER L’IMBOTTIGLIAMENTO

Omnia Technologies ha esposto a Drinktec 2025 – in qualità di partner end-to-end per il beverage, food e life sciences – una piattaforma industriale capace di accompagnare i clienti lungo l’intera catena del valore, dalla progettazione alla realizzazione di linee complete, fino ai servizi post-vendita e al supporto digitale.

Al centro della business unit c’è ACMI, player globale per le linee complete di imbottigliamento e sistemi di packaging su misura, con un’offerta integrata che va dalla ricezione delle materie prime fino al packaging di fine linea. Grazie alle sinergie di Gruppo, oggi ACMI opera come piattaforma One-Stop-Shop. La scelta di Parma come sede per la divisione Beverage è identitaria e valorizza l’espe -

rienza, l’integrazione della catena del valore e le competenze tecnologiche dei migliori specialisti dei brand del Gruppo lungo tutta la filiera.

Lo stand di oltre 1000 m 2 di Omnia

Technologies a Drinktec 2025 ha reinterpretato il concept della “piazza” presentato per la prima volta a Simei, ma in chiave ancora più digitale: i visitatori sono stati guidati da un maxi-ledwall e da contenuti interattivi lungo un percorso che si snodava tra processing, bottling&packaging e tecnologie di fine linea, con demo multimediali, sessioni live e touchpoint on-demand. Drinktec 2025 è stata per Omnia Technologies la cornice ideale in cui presentare in anteprima la nuova linea compatta, che integra tutte le fasi in uno spazio

sollecitazioni. Di serie, l’e-cap è equipaggiata con il pacchetto Engel Packaging, che incrementa notevolmente le prestazioni della macchina.

Questo include: un’unità di chiusura HIGH ottimizzata per tempi ciclo estremamente brevi, una piastra mobile rinforzata e rialzata, piedini macchina ad alte prestazioni per un funzionamento stabile e regolare, potenti unità di iniezione ad alte prestazioni.

Il sistema di assistenza digitale iQ motion control ottimizza automaticamente i movimenti dello stampo, contribuendo a ridurre ulteriormente i tempi ciclo.

ridotto e con gestione intelligente. Accanto a questa innovazione, il gruppo propone soluzioni end-to-end: dalla preparazione degli ingredienti con syrup rooms e sistemi di trattamento delle acque all’imbottigliamento e confezionamento con quadriblocco ed etichettatrice smart, fino al fine linea con palletizzatore a recupero energetico. “Drinktec è per noi un momento fondamentale: è la prima volta che abbiamo partecipato come Omnia Technologies, portando in scena la nostra piattaforma end-to-end dedicata al beverage, capace di unire innovazione, digitalizzazione e service lungo tutta la catena del valore, con radici solide a Parma e una presenza capillare in tutto il mondo”, sottolinea Andrea Stolfa, Ceo di Omnia Technologies.

Nel suo centesimo anno, Loacker pubblica la prima relazione d’impatto e, insieme al partner tecnologico Bühler, sviluppa il primo forno per la cottura di wafer cavo con riscaldamento induttivo. Avviati i lavori per il nuovo centro R&D in provincia di Bolzano.

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ITITOLO TITOLO FORNO A INDUZIONE PER LA COTTURA DI WAFER

In occasione del proprio centenario, Loacker compie un ulteriore passo avanti nel suo impegno per la sostenibilità e si presenta ufficialmente come Società Benefit, condividendo la prima Relazione d’Impatto, redatta con la consulenza strategica di InVento Innovation Lab – una delle prime B Corp in Italia e partner di B Lab Europe – che ha supportato Loacker anche nel passaggio alla nuova forma societaria e nella definizione dei propri obiettivi futuri.

“Oltre a celebrare i primi 100 anni di storia, il 2025 rappresenta un momento fondamentale per l’impegno verso un futuro responsabile”, commenta Ulrich Zuenelli, presidente del Consiglio d’amministrazione di Loacker. “Il passaggio a Società Benefit rafforza la nostra volontà di agire con trasparenza, visione e responsabilità. Sappiamo che il cambiamento richiede collaborazione e coerenza:

è da qui che vogliamo continuare il cammino intrapreso”. Il documento ripercorre la strada intrapresa per un cambiamento autentico, rigenerativo, che passa attraverso le generazioni, al di là del presente, in linea con i valori storici dell’azienda altoatesina.

Diventare Società Benefit ha permesso a Loacker di rafforzare e strutturare ulteriormente il proprio impegno su quattro aree di beneficio comune, attorno alle quali si sviluppa la strategia di sostenibilità integrata: 1) azione per il clima, circolarità e tutela ambientale; 2) approvvigionamento etico e interdipendenza con i territori e le comunità; 3) responsabilità sociale per le persone in azienda; 4) piacere senza rimorsi.

La sostenibilità è parte integrante del DNA di Loacker: un approccio che unisce performance economica, attenzione all’ambiente e impegno sociale.

Chi cresce in montagna impara presto a gestire le risorse

con rispetto e lungimiranza: un’attitudine che guida ogni scelta dell’azienda, orientata all’utilizzo di tecnologie durevoli e responsabili. Questa visione si traduce in azioni concrete, coraggiose e “ribelli”. Loacker, da sempre promotrice di standard sociali e ambientali elevati, ha scelto di non accontentarsi dello stato dell’arte e ha deciso di andare oltre, dando vita a soluzioni che ancora non esistevano.

IL PRIMO FORNO A RISCALDAMENTO INDUTTIVO PER WAFER A ZERO EMISSIONI DIRETTE

È proprio in questa direzione che, nel 2020, Loacker è divenuto partner pilota con il Gruppo Bühler – fornitore tecnologico per aziende dell’industria alimentare, dei mangimi e dei trasporti con sede principale in Svizzera – per sviluppare una nuova tecnologia di cottura dei wafer a zero emissioni. Dopo anni di ricerca, è nato OptiBake, il primo forno per la cottura di wafer cavo con riscaldamento induttivo.

Una grande innovazione nel settore della panificazione industriale, grazie a: nessuna emissione diretta di CO2, monossido di carbonio (CO) o ossidi di azoto (NOx); riduzione dei consumi energetici fino al 50%; maggiore flessibilità produttiva.

Nel 2023 è stato realizzato il prototipo presso la sede di Bühler a Leobendorf, in Austria, mentre da maggio 2025 il primo forno è attivo, in fase di collaudo e verifica funzionale nello stabilimento Loacker di Heinfels, al fine di garantire la piena

operatività e l’efficienza ottimale in vista della prossima integrazione nel ciclo produttivo. “I primi risultati stanno superando notevolmente le aspettative sia dal punto di vista della qualità del prodotto finale che del suo funzionamento, generando internamente grande entusiasmo”, riporta un comunicato dell’azienda. Il nuovo forno, così come tutti gli altri impianti produttivi, viene alimentato con energia elettrica da fonti rinnovabili garantite da Certificati di Origine, azzerando le emissioni di gas serra legate al suo funzionamento. Loacker ha creduto da subito in questo progetto tanto da riunire una squadra multidisciplinare di esperti interni che si potesse dedicare con tempo e professionalità al progetto di OptiBake, nelle sedi di Auna di Sotto e Heinfels e visitando anche la sede svizzera del Gruppo Bühler. Era fondamentale che nello sviluppo del nuovo forno elettrico a riscaldamento induttivo ci fosse un coinvolgimento attivo dei referenti della produzione, della manutenzione e dell’engineering per garantire un’implementazione efficace e condivisa, sulla base del proprio know-how maturato in anni di esperienza. “Sono orgoglioso di lavorare per un’azienda che ha posto la riduzione dell’impatto ambientale al centro della sua strategia”, racconta Markus Valersi, Technical Project Manager Loacker. “Partecipare allo sviluppo di una tecnologia innovativa come OptiBake è stato stimolante, così come coinvolgere fin dall’inizio colleghi di diversi reparti, valorizzandone il know-how”.

Lo stabilimento Loacker ad Heinfels, in Austria, dove da maggio 2025 è attivo il primo forno a induzione per la cottura di wafer

IN ALTO ADIGE UN NUOVO CENTRO DI RICERCA E SVILUPPO

L’impegno verso un futuro più sostenibile si estende anche al packaging con l’obiettivo di Loacker di ridurre l’impatto degli imballaggi senza ripercussioni sulla qualità del prodotto, requisiti legali e richieste del mercato. Con il progetto Flexible Printing Technology Development, Loacker sta sviluppando una tecnologia di stampa flessibile in linea che permette di stampare direttamente sulle confezioni, eliminando le etichette adesive e riducendo così materiali e sprechi.

Si tratta di una prima assoluta nel settore degli alimenti confezionati ad alta velocità, che ha portato il progetto a vincere il premio Best Packaging 2025, considerato l’Oscar dell’imbal-

Loacker ha iniziato i lavori per la creazione di un nuovo centro di ricerca e sviluppo, il Loacker Technology Center, a Unterinn/Auna di Sotto, in provincia di Bolzano

laggio, proprio nella sezione Tecnologia.

Loacker guarda con decisione al futuro anche nell’ambito della ricerca. L’azienda ha iniziato i lavori per la creazione di un nuovo centro di ricerca e sviluppo (Loacker Technology Center) che supporterà in modo sostanziale tutte le attività aziendali.

“Il nostro Centro Tecnologico sarà un punto di riferimento fondamentale per la nostra crescita futura”, sottolinea Andreas Loacker, vicepresidente e Managing Director Innovation.

“Oltre ad essere un polo di innovazione per lo sviluppo di nuovi prodotti contribuirà anche a rafforzare il nostro impegno verso la sostenibilità, combinando avanzamento tecnologico e responsabilità ambientale”.

Alla scorsa Ipack-Ima

abbiamo incontrato

Roberto Scanu, responsabile della filiale italiana di Mettler-Toledo, che ci ha spiegato come le soluzioni avanzate della multinazionale ottimizzino tempi e costi nelle linee di confezionamento.

di Alessandro Bignami

ITITOLO TITOLO QUANDO ISPEZIONE E PESATURA AUMENTANO LA PRODUTTIVITÀ

“Combattere i costi crescenti e aumentare la produttività”. È stato questo il messaggio centrale portato da Mettler-Toledo a Ipack Ima 2025, la fiera sulle tecnologie per il processo e il packaging che si è svolta a Milano alla fine dello scorso maggio. L’azienda era presente con le sue più avanzate soluzioni per l’ispezione e la pesatura di alimenti confezionati. Roberto Scanu, figura storica della filiale italiana, dove è responsabile della divisione Ispezione Prodotti, ha parlato a lungo con Tecnologie Alimentari, accennando all’assetto e alla strategia dell’azienda e descrivendo alcune caratteristiche chiave delle macchine esposte, alcune per la prima volta in Italia.

L’IMPORTANZA DELLA RADICATA PRESENZA IN ITALIA

“La filiale italiana di Mettler-Toledo ha avuto nel 2024 buoni risultati, che sta confermando quest’anno”, ha detto Scanu. “Il clima internazionale è di evidente incer-

tezza, ma il mercato non è fermo, in particolare i settori farmaceutico e alimentare non hanno smesso di investire. Continuiamo ad avere riscontri positivi anche fra gli impiantisti e i costruttori di macchine, molti dei quali hanno esposto a Ipack-Ima 2025, dove abbiamo avuto l’opportunità di incontrarli”.

Mettler-Toledo ha tra i suoi punti di forza una presenza globale capillare, con 42 market organization, tra cui appunto quella italiana. “Questo assetto ci consente, per esempio, di fornire le nostre tecnologie all’impiantista italiano che esporta e poi di seguire da vicino le fasi di installazione e test attraverso la nostra filiale attiva nel paese o nell’area di destinazione, con il plus di offrire un sistema di garanzia internazionale”, ha sottolineato Scanu. “Va tenuto conto che circa la metà dei sistemi venduti in Italia dalla divisione Product Ispection viene integrata in impianti poi installati all’estero. L’Italia resta,

insieme alla Germania, uno dei maggiori produttori internazionali di sistemi di confezionamento. Per le soluzioni di Mettler-Toledo il nostro paese rappresenta dunque un mercato fondamentale sia per i numeri sia per la qualità della domanda, anche quando l’end user si trova all’estero. Assecondiamo in questo modo la grande vocazione all’export dell’Italia”.

Uno dei fattori vincenti di MettlerToledo è dunque l’estesa organizzazione internazionale. “In Italia non abbiamo stabilimenti produttivi, ma possiamo contare su una market organization molto attiva: impegna circa 190 persone, di cui il 70% è rappresentato da specialisti tecnicocommerciali”, ha aggiunto Scanu. “È una realtà che conosco profondamente, poiché vi lavoro da 30 anni, durante i quali ho dato il mio contributo via via in tutte le aree: tecnica, commerciale, marketing”.

Oltre alla Product Inspection, MettlerToledo conta altre tre business unit: la Divisione Industriale, specializzata nella pesatura lungo la linea produttiva; la Divisione Laboratorio, che è il settore da cui proviene la storia dell’azienda, che partì proprio con la stru-

Roberto Scanu, responsabile divisione Ispezione Prodotti in MettlerToledo

“In Italia non produciamo ma abbiamo una market organization molto attiva: impegna circa 190 persone, di cui il 70% è rappresentato da specialisti tecnico-commerciali”

mentazione e le bilance da laboratorio; e infine la divisione Processo, che produce strumentazione analitica di processo. Si tratta in pratica di quattro aziende in una, con tecnici altamente specializzati per ognuno di

questi settori. A tali divisioni se ne aggiunge una quinta, il Service, che opera in modo trasversale alle altre.

LE

TECNOLOGIE

PER L’ISPEZIONE PRODOTTI

E LA PESATURA INDUSTRIALE

“A Ipack Ima abbiamo presentato diverse soluzioni per le divisioni Ispezione Prodotti e Industria”, ha spiegato Roberto Scanu accompagnandoci fra le macchine in visione allo stand.

“Una è la selezionatrice ponderale C3570. Esegue il controllo di precisione nell’ottica, che riteniamo sempre più fondamentale, di ridurre i costi e i tempi di produzione e di integrare al meglio le nostre soluzioni nei processi produttivi del cliente. La macchina in sé non ha compiti produttivi, si limita a pesare e a verificare la conformità del prodotto a valle della confezionatrice, senza creare problemi al processo e anzi riducendone i tempi. Come? Aumentando la velocità di misurazione, anche fino a 800 battute al minuto nel caso, per esempio, della produzione di barrette energetiche, grazie alla tecnologia con ripristino della forza elettromagnetica (EMFR), che siamo tra i pochi a utilizzare. Altri sistemi, basati su celle analogiche tradizionali, riescono a raggiungere questa velocità solo installando due stazioni di pesatura, quindi complicando la linea. L’altro punto di forza di questa macchina è l’accuratezza della misurazione, che a seconda dell’omologazione necessaria può arrivare fino al decimo di grammo. La riduzione al minimo degli scarti e l’affidabilità consentono al cliente di evitare il sovradosaggio e di ottimizzare così la lavorazione. A una velocità standard, attorno a 200 battute al minuto, è possibile compattare la macchina razionalizzando gli spazi. La C3570 è particolarmente adatta alla pesatura di prodotti sotto i 100 grammi. È in grado quindi di pesare la singola barretta anziché la confezione multiprodotto, come fan-

Metal detector serie M30
“I

sistemi di ispezione DXD e DXD+ sono in grado di acquisire due immagini a raggi-X e di rilevare contaminanti fisici in base alle differenze delle proprietà dei raggi-X del materiale e a quelle del suo numero atomico”

no altri sistemi. In questo modo non si corre il rischio di avere sì un peso complessivo corretto, ma con singoli sovra e sotto-dosaggi, oppure il danno di dover espellere l’intera confezione per una sola barretta non conforme”.

Il metal detector esposto da MettlerToledo a Ipack-Ima, della serie M30, si basa su una tecnologia consolidata, la Dual-Simultaneous Frequency, che offre una sensibilità migliorata fino al

A Ipack.Ima 2025 MettlerToledo ha esposto alcune soluzioni innovative volte a combattere i costi crescenti e aumentare la produttività nelle linee di confezionamento alimentare

25% per il rilevamento di contaminanti in prodotti confezionati umidi in pellicola metallizzata. “Come tratto innovativo metterei in luce la gestione intelligente che caratterizza la macchina”, ha commentato il manager italiano. “Tutto viene impostato da touch screen, tramite un’interfaccia semplice e intuitiva che non richiede operatori iper-specializzati o da formare a lungo.

In pochi minuti si può inserire una nuova ricetta e la macchina si riconfigura automaticamente. L’automazione insomma è sempre più spinta. Anche questa macchina è collegabile a tutte le altre attraverso i principali protocolli di comunicazione e si integra in modo ottimale con i diversi sistemi di gestione”.

Per la gestione dei dati, l’azienda ha portato in fiera il suo software ProdX, in grado di raccogliere informazioni da tutti i sistemi di ispezione della linea monitorandone la situazione in tempo reale e con una concezione della tracciabilità e della sicurezza in sintonia con Industria 4.0.

Presente anche Combi System CMV, che offre la possibilità di combinare tre funzioni in un solo sistema: controllo del peso, rilevamento dei metalli e ispezione visiva, tutto gestibile da una sola interfaccia. È una soluzione di controllo qualità all-in-one che riduce la complessità operativa per l’utilizzatore.

Software ProdX per il controllo qualità

Nell’ambito della tecnologia di ispezione a raggi X, è stata la prima volta che Mettler-Toledo ha esposto in Italia i rilevatori a doppia energia DXD e DXD+, per l’applicazione su prodotti complessi. “Rispetto al raggio X tradizionale a singola energia, questi rilevatori evitano di rilevare come contaminanti alcune parti dell’alimento, per esempio nella pasta o nelle patate surgelate, solo perché più scure. E viceversa non lasciano passare eventuali frammenti di plastica che hanno una densità simile a quella dell’alimento. I sistemi di ispezione DXD e DXD+ sono in grado di acquisire due immagini a raggi-X e di rilevare contaminanti fisici in base alle differenze delle proprietà dei raggi-X del materiale e a quelle del suo numero atomico. La nostra tecnologia a doppio livello di energia può rilevare frammenti di pietre, gomma, vetro e ossa anche nelle più complesse applicazioni su alimenti confezionati”, conclude Scanu.

MENO SPRECHI, PIÙ VELOCITÀ

Meno sprechi, più precisione, velocità e sicurezza. Così Mettler-Toledo ha spiegato ai visitatori di Ipack-Ima in che modo punta a rendere l’ispezione e la pesatura non solo delle tecnologie fondamentali per la sicurezza del prodotto, ma anche concrete opportunità per accelerare e ottimizzare il confezionamento alimentare.

UN OCCHIO INTELLIGENTE PER IL CONTROLLO QUALITÀ NEL BEVERAGE

Antares Vision Group, multinazionale italiana che opera nella tracciabilità e nel controllo qualità, ha esposto a Drinktec 2025, la fiera internazionale di riferimento per l’industria delle bevande e degli alimenti liquidi. Il focus è stato su EB-EYE, una soluzione di nuova generazione per l’ispezione delle bottiglie vuote, completamente riprogettata per offrire un controllo più efficace grazie all’integrazione di tecnologie proprietarie del Gruppo. Il cuore dell’innovazione è il sistema AV-MultiView, che grazie a un insieme di telecamere e illuminatori innovativi, garantisce una risoluzione superiore sino a 4 volte rispetto ai sistemi standard, con la possibilità di rilevare difetti fino a un terzo più piccoli. L’intelligenza artificiale integrata in EB-EYE analizza le immagini acquisite per classificare con precisione la tipologia di difetto al fine di attivare

azioni correttive mirate o processi di rilavorazione selettivi. Il risultato è una riduzione significativa di sprechi e falsi scarti, con benefici immediati in termini di efficienza produttiva e qualità del prodotto.

Il Gruppo, inoltre, esporrà le proprie soluzioni per la serializzazione. Sistemi hardware e software che abilitano la tracciabilità, garantendo il contrasto ai mercati grigi, la compliance alla normativa, il dialogo diretto end-to-end con il consumatore finale, la brand protection, oltre alla

trasparenza lungo tutta la catena del valore.

“Il settore beverage sta vivendo a pieno l’era della trasformazione digitale: la nostra esperienza è al servizio del comparto con un ecosistema unico e completo di soluzioni per garantire la qualità e la tracciabilità del prodotto, oltre alla gestione intelligente dei dati lungo l’intera filiera, in modo trasparente, efficiente e sostenibile”, ha dichiarato Fabio Forestelli, General Manager FMCG e Board Member di Antares Vision Group.

FOCUS SULL’ISPEZIONE OTTICA DEI TAPPI PER BOTTIGLIE D’ACQUA

L’edizione 2025 di Drinktec a Monaco di Baviera ha segnato il debutto di Univision come espositore diretto. L’azienda ha illustrato la propria esperienza nelle soluzioni di ispezione ottica specificamente pensate per le chiusure delle bevande, con un focus particolare sui tappi delle bottiglie d’acqua. L’evento si è rivelato un’opportunità strategica per consolidare la posizione di Univision nel settore, grazie all’esposizione delle sue tecnologie all’avanguardia dal vivo a costruttori di impianti e produttori finali.Drinktec ha offerto un focus privilegiato sui settori delle bevande e dei liquidi alimentari. È sta-

to l’ambiente ideale per presentare i sistemi di ispezione Univision per tappi e chiusure. Qui l’azienda ha incontrato tanti suoi tipici clienti: ovvero multinazionali con requisiti complessi e specifici, spesso ben al di sopra della media del mercato. A queste organizzazioni l’azienda offre soluzioni personalizzate, realizzate su misura per soddisfare le loro precise esigenze.

Sebbene le macchine di Univision partano da una base standard e robusta, si differenziano per le ampie capacità di personalizzazione e per il supporto multiformato, che permette a prodotti diversi di essere gestiti sulla stessa linea.

L’obiettivo è stato quello di presentare l’intero portfolio di prodotti a un pubblico internazionale che comprende sia produttori di apparecchiature originali (OEM) sia produttori di chiusure finali, che hanno

potuto vedere le macchine di persona e valutare l’offerta tecnologica nel segmento dei tappi.

La macchina presentata all’evento è un sistema di ispezione per tappi di bottiglie d’acqua, segmento dove l’azienda si annovera fra i leader.

Nello specifico, si tratta di un modello a doppio trasportatore dotato di un sistema a ruota stellare per la separazione automatica dei tappi prima dell’ispezione. Questa soluzione si è evoluta nel corso degli anni per gestire in modo ottimale i design dei tappi in continua evoluzione, specialmente i rapidi cambiamenti nei formati dei tappi per l’acqua. Questo doppio trasportatore offre una visione completa a 360 gradi della chiusura/tappo utilizzando telecamere sia sopra che sotto, un elemento essenziale data la complessità dei moderni design dei tappi d’acqua e delle chiusure con laccetto.

I materiali senza fibre metalliche MDT di LATI sono rilevabili anche in frammenti molto piccoli sia da metal detector a campo magnetico che da quelli a raggi X, prevenendo costosi richiami di prodotto e proteggendo la reputazione del brand.

ITITOLOCOMPOUNDTITOLOFACILMENTE RILEVABILI PER GARANTIRE

a cura di Alessandro

LA SICUREZZA ALIMENTARE

LATI si è affermata a livello europeo nel settore dei termoplastici tecnici. Fra le sue innovazioni più interessanti è la gamma MDT, pensata per garantire la sicurezza nelle linee produttive alimentari. Per conoscere meglio l’azienda e le soluzioni che offre all’industria food abbiamo rivolto alcune domande a Luca Posca, Group Technical Assistance & Marketing Director, che ci ha anche descritto un caso applicativo presso l’azienda spagnola GANAL, che produce sistemi per il food processing.

Ingegner Posca, può presentarci brevemente l’azienda e il suo valore aggiunto nel settore dei termoplastici tecnici?

“LATI è un’azienda italiana indipendente nata nel 1945 da una visione pionieristica: trasformare i residuati plastici bellici in risorse industriali. Oggi LATI è

una solida realtà, riconosciuta tra i leader europei nella produzione di compound termoplastici tecnici per stampaggio a iniezione e destinati alla produzione di beni durevoli.

Ci distinguiamo per una doppia eccellenza: da un lato l’ampiezza e la qualità del nostro portafoglio prodotti, comprendente materiali autoestinguenti, autolubrificanti, conduttivi, strutturali e dall’altro il supporto tecnico e logistico capillare, che accompagna ogni cliente in modo personalizzato. Il nostro valore aggiunto? Siamo un partner, non solo un fornitore: mettiamo etica, innovazione e visione a lungo termine al centro di tutto quello che facciamo”.

Quali sono le vostre innovazioni nell’ambito delle plastiche per le linee produttive che prevedono il contatto con alimenti?

“Una delle innovazioni più significative è rappresentata dalla gamma MDT - Metal Detectable Thermoplastics, pensata

Bignami

specificamente per garantire la sicurezza nelle linee produttive alimentari e farmaceutiche. Questi materiali sono progettati per essere rilevabili anche in frammenti molto piccoli sia da metal detector a campo magnetico che da quelli a raggi X. Parliamo di materiali formulati senza fibre metalliche e conformi alle normative UE e FDA per il contatto alimentare.

Ma non ci siamo fermati qui: offriamo formulazioni compatibili al contatto con alimenti progettate su tutte le principali resine – da POM a PA, da PP a TPE – e siamo in grado di personalizzare le soluzioni anche in termini di colorazioni e altre proprietà”.

Ci può elencare le caratteristiche tecniche e i vantaggi principali dei compound MDT?

“I compound MDT si caratterizzano per:

- rilevabilità garantita con detector a raggi X e magnetici, anche in quantità minime;

- assenza di fibre metalliche, quindi senza rischio di contaminazione secondaria;

- idoneità al contatto con alimenti, con certificazioni riconosciute;

- compatibilità con ogni matrice polimerica LATI, anche ad alte prestazioni;

- colorazioni sature disponibili (blu, grigio, nero);

- disponibilità di versioni flessibili, autolubrificanti e conduttive;

- ottima trasformabilità, senza ricorrere ad attrezzature speciali.

Il tutto mantenendo un equilibrio ottimale tra sicurezza, prestazioni meccaniche e processabilità”.

Che contributo danno le vostre plastiche alla tracciabilità e alla sicurezza in ambito food?

“Il contributo è duplice: tecnico e strategico. I materiali MDT rendono rilevabili frammenti plastici molto piccoli che potrebbero accidentalmente contaminare gli alimenti, prevenendo costosi richiami di prodotto e proteggendo la reputazione del brand.

LATI ha investito molto per offrire formulazioni prive di polveri metalliche,

ma altamente rilevabili, che non compromettono la sicurezza o l’idoneità alimentare, né le performance meccaniche e di processo. Questo permette una tracciabilità completa e una risposta rapida e sicura in qualsiasi fase della filiera produttiva”.

GANAL ha recentemente adottato le vostre soluzioni. Quali erano le esigenze del committente e come le avete soddisfatte?

“GANAL, azienda spagnola leader nella produzione di sistemi per il food processing – in particolare il nastro trasportatore a spirale IQF (Individually Quick Frozen) e i nastri trasportatori modulari – cercava un materiale che fosse:

- sicuro per il contatto alimentare;

- rilevabile in modo affidabile, anche in ambienti complessi;

- resistente a stress meccanici e chimici;

- silenzioso e scorrevole, per migliorare l’efficienza operativa.

Abbiamo proposto LATAN 13 MDT0501, un compound su base POM ottimizzato per i loro nastri modulari e sistemi di trasporto a spirale. Questo ha permesso loro di migliorare la sicurezza e rispondere alle normative più severe senza compromessi sulle prestazioni”.

Oltre ai nastri trasportatori, in quali altre fasi del processo alimentare si possono utilizzare questi compound?

“I materiali MDT sono versatili e si adattano a molte applicazioni lungo la cate-

na produttiva alimentare:

- casse per frutta e verdura sanificabili;

- fascette stringicavo e componenti elettrici per linee automatizzate;

- tubi flessibili o rigidi, anche per acqua potabile;

- guanti, grembiuli, coperture in film sottile;

La gamma MDT di LATI comprende materiali termoplastici rilevabili magneticamente

- utensili, accessori e moduli strutturali; - componenti per forni e pastorizzatori, grazie ai gradi per alta temperatura. In pratica, ovunque ci sia un rischio di contaminazione da plastica e la necessità di garantire sicurezza, igiene e tracciabilità, i nostri compound MDT sono una soluzione affidabile”.

I vostri interlocutori sono sempre i costruttori di impianti o talvolta anche gli end user?

“Lavoriamo principalmente con costruttori di impianti e produttori di componenti, ma sempre più spesso veniamo coinvolti direttamente dagli end user, in particolare dalle aziende alimentari che desiderano aumentare la sicurezza dei loro processi produttivi. Il dialogo con gli end user è fondamentale: ci consente di anticipare i bisogni del mercato, sviluppare soluzioni su misura e contribuire attivamente alla creazione di filiere più sicure e sostenibili”.

Queste termoplastiche stanno trovando riscontro anche presso aziende alimentari in Italia? Di quali settori in particolare?

“Sì, assolutamente. In Italia abbiamo riscontri molto positivi, soprattutto nei comparti:

- trasformazione alimentare (carne, ortofrutta, prodotti da forno);

- packaging per alimenti freschi;

- logistica e movimentazione (contenitori, trasportatori);

- automazione di linea.

La spinta alla digitalizzazione e alla sicurezza alimentare, insieme all’attenzione crescente verso la sostenibilità, stanno favorendo l’adozione dei nostri MDT anche nel mercato nazionale, oltre che all’estero”.

UNA GAMMA DI CUSCINETTI A STRISCIAMENTO PRIVI DI PTFE

Gli ingegneri di igus, specializzati nella formulazione di nuovi materiali, hanno messo a punto le versioni prive di PTFE di tutti i principali materiali iglidur per cuscinetti a strisciamento resistenti all’usura.

Il reparto R&D di igus ha formulato una versione priva di PTFE per i materiali iglidur G, iglidur X e iglidur H, utilizzati per la produzione di cuscinetti a strisciamento. Una vera rivoluzione che risponde alle esigenze delle aziende che già da tempo sono alla ricerca di alternative futuribili in vista delle possibili restrizioni normative sui PFAS.

Da diversi anni, presso il laboratorio igus di Colonia, vengono condotte ricerche e prove intensive per lo sviluppo di nuovi materiali. “Siamo riusciti a formulare una versione priva di PTFE per il materiale della serie iglidur G”, spiega Lars Butenschön, responsabile della Business Unit Cuscinetti iglidur in igus GmbH. Un risultato importante perché iglidur G è un materiale versatile, utilizzato per diversi prodotti dell’ampia gamma igus. Soluzioni che, grazie all’elevata resistenza all’usura e all’attrito ridotto, vengono impiegate in tutto il mondo nei settori della meccanica, dell’im-

piantistica e dell’automotive. “Mantenere la stessa versatilità senza ricorrere all’uso del PTFE ha richiesto un lavoro di sviluppo notevole”, aggiunge Lars Butenschön. Grazie ad una ricerca avanzata nelle formulazioni, le note caratteristiche del materiale, in termini di stabilità alla temperatura, resistenza meccanica e comportamento al restringimento, sono rimaste praticamente invariate, come confermato dalle prove eseguite nel laboratorio aziendale. “È in questi casi che emerge il valore degli oltre 60 anni di esperienza di igus nel campo delle materie plastiche tribologicamente ottimizzate”, afferma Butenschön.

I cuscinetti in polimero privi di PTFE non richiedono regolazioni

Anche la serie iglidur X, caratterizzata dalla resistenza alle alte temperature ora è disponibile in versione priva di PTFE. Lo stesso vale per iglidur H. Nel 2024, igus era già riuscita

ad eliminare il PTFE nelle serie iglidur J e iglidur W, altrettanto popolari. “Ora possiamo proporre alternative prive di PTFE per i cinque principali materiali iglidur per cuscinetti a strisciamento, che costituiscono l’80% di tutte le applicazioni iglidur a livello mondiale”, dichiara Giulio Ferrante, Country Manager di igus Italia e responsabile della divisione drytech. Di conseguenza, molti potenziali utilizzatori non dovranno più preoccuparsi delle future normative sui PFAS. Possono passare direttamente alle nuove versioni senza dover investire in personalizzazioni”.

La preoccupazione verso normative più severe in materia di PFAS I risultati ottenuti dai ricercatori igus sono particolarmente degni di nota perché l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) sta attualmente esaminando la possibilità di vietare il gruppo di sostanze chimiche PFAS per motivi legati alla tutela dell’ambiente e della salute. Per molte aziende, un tale cambiamento comporterebbe conseguenze di enorme portata. I PFAS sono idro- e oliorepellenti e sono quindi presenti in centinaia di migliaia di prodotti, ad esempio nelle giacche impermeabili, nelle padelle antiaderenti o negli imballaggi per fast-food. Anche igus utilizzava il PTFE, appartenente alla famiglia dei PFAS, per ottenere l’effetto autolubrificante nei propri cuscinetti a strisciamento in polimero. “Attualmente, molti dei nostri clienti si stanno impegnando per trovare soluzioni in vista delle possibili restrizioni sui PFAS o addirittura di una loro messa al bando”, racconta Ferrante. “Sono quindi già alla ricerca di cuscinetti senza PTFE per non correre rischi in futuro con i loro prodotti”. Per essere al fianco dei propri clienti con soluzioni sempre più avanzate, igus sta investendo risorse sempre più importanti per lo sviluppo di soluzioni alternative.

SMART CAMERA AI PER LA VISIONE IN REAL-TIME NEL SISTEMA DI CONTROLLO

B&R ha introdotto una Smart Camera di nuova generazione che integra l’intelligenza artificiale avanzata direttamente nel sistema di controllo della macchina. Grazie alle funzionalità di intelligenza artificiale integrate, la nuova camera consente il processamento delle immagini in tempo reale, il cambio al volo dei modelli e l’implementazione di algoritmi ibridi, basati su modelli AI insieme ad analisi basate su regole predeterminate, il tutto senza fermi produzione o la necessità di hardware aggiuntivo. Questo lancio segna un significativo passo avanti nell’automazione intelligente, offrendo ai costruttori di macchina e agli produttori una soluzione compatta, plug-and-play che garantisce una qualità superiore, una maggiore produttività e sprechi ridotti, anche in condizioni di produzione estremamente variabili.

“Ciò che distingue la nostra nuova

Smart Camera è la possibilità di integrarla nel sistema di controllo della macchina, consentendo di regolare e tarare la macchina on-the-fly”, ha affermato Florian Schneeberger, Chief Technology Officer, ABB Machine Automation (B&R). “Non si tratta più solo di vedere i difetti; si tratta di reagire ad essi all’istante”. Un altro vantaggio fondamentale della Smart Camera è la sua flessibilità. “I clienti possono cambiare modello e combinare gli algoritmi AI in sequenze personalizzate, senza dover interrompere la produzione”, ha aggiunto Schneeberger. Questa capacità consente ai produttori di adattarsi velocemente a nuove varianti di prodotto o tipologie di difetti e di integrare gradualmente l’intelligenza artificiale nelle macchine affiancandola ai sistemi installati con algoritmi tradizionali basati su regole. A differenza dei sistemi convenzio-

nali che si basano su PC o PLC dedicati, la soluzione di B&R elabora le immagini localmente, processando l’algoritmo AI in tempo reale direttamente nella camera grazie a un processore AI edge Hailo fino a 15 volte più efficiente rispetto ai processori concorrenti.

La Smart Camera supporta una suite completa di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale di MVTec, come il riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), il rilevamento delle anomalie e dei difetti, l’identificazione degli oggetti, la classificazione e la segmentazione.

TRASMETTITORE DI TEMPERATURA FACILE DA USARE

Emerson ha rilasciato il trasmettitore di temperatura Rosemount™ 3144S, una nuova soluzione di misura industriale con la flessibilità necessaria per affrontare le sfide poste dalle misure della temperatura più complesse, con maggiori efficienza, sicurezza e redditività. Le istanze di un punto di misurazione con prestazioni irregolari o addirittura non riuscite possono avere un impatto notevole sulla produttività. Una maggiore facilità d’uso è fondamentale con il passaggio alla nuova forza lavoro del settore dei processi e con la riduzione complessiva del numero di addetti.

Il trasmettitore di temperatura Rosemount 3144S risolve questi problemi con un’accuratezza di

0,05 gradi Celsius (0,09 Fahrenheit), caratteristica necessaria per i processi che richiedono le massime prestazioni in termini di misura. È disponibile con un’opzione specifica di stabilità di 20 anni e una garanzia limitata di 20 anni, per offrire la certezza di acquistare una delle soluzioni più affidabili sul mercato. La nuova tecnologia ReadyConnect™ di Emerson garantisce la facilità d’uso, con la configurazione plugand-play del sensore alla sola pressione di un pulsante, eliminando la necessità di immettere manualmente i dati del sensore e i coefficienti di Callendar-Van Dusen, risparmiando tempo per la configurazione e messa in opera”.

“Il trasmettitore di temperatura Rosemount 3144S è adatto a un’ampia gamma di applicazioni in una gamma altrettanto vasta di settori. È quindi una scelta versatile per molti tipi diversi di esigenze di misura della temperatura”, ha dichiarato Ryan Leino, Senior Product Manager del business Measurement Solutions di Emerson.

Un’interfaccia operatore con un menu semplificato e basato sulle attività, oltre a una struttura di navigazione comune tra strumenti host e di configurazione, ne garantisce l’ulteriore facilità d’uso.

Per aumentare ulteriormente la produttività, i pulsanti di assistenza rapida offrono un accesso locale alle attività di messa in opera e manutenzione di base, come la visualizzazione della configurazione corrente, l’esecuzione di un collaudo del circuito e la rotazione del display.

La tecnologia wireless Bluetooth® offre un accesso remoto al dispositivo da distanze fino a 15 metri, per una maggiore produttività, affidabilità e sicurezza.

La carne è un oggetto morbido di forma irregolare, tra i più difficili da afferrare e lavorare. Il costruttore giapponese di macchine alimentari Mayekawa è riuscito ad automatizzare la operazione del disossamento impiegando nella cella tre robot a sei assi di Stäubli.

TITOLO TITOLO ITITOLO TITOLO ROBOT E IA AUTOMATIZZANO

IL DISOSSAMENTO DELLA CARNE DI MAIALE

Un nuovo sistema completamente automatizzato che impiega circa 40 secondi per disossare l’osso iliaco e il coccige dalla coscia di maiale. Grazie soprattutto al lavoro di tre robot: due di loro posizionano la carne, il terzo guida il coltello. Questa applicazione innovativa è stata realizzata dall’azienda giapponese di macchinari industriali Mayekawa. Nel cuore della cella di disossamento sono i impiegati i robot altamente dinamici Stäubli HE (Hygienic Design).

I MACELLI SONO UN AMBIENTE DIFFICILE ANCHE

PER I ROBOT

Uno dei compiti principali della robotica è sollevare gli esseri umani da attività fisicamente impegnative e gravose per la salute. In molti campi di applicazione, ad esempio nei processi di assemblaggio industriale, questo funziona molto bene. In altri, non ancora così bene,

ad esempio nei macelli. Qui le condizioni ambientali per il personale sono davvero sfavorevoli (freddo, umidità) e il lavoro è estremamente faticoso e altamente ripetitivo. Finora, tuttavia, non è stato possibile automatizzarlo: ogni animale è diverso e la coordinazione occhio-mano del personale specializzato è stata indispensabile per il sezionamento degli animali. Ora questo può cambiare rapidamente.

INTERAZIONE FRA TRE ROBOT

Il cuore della cella robotizzata CELLDAS è costituito da tre robot a sei assi Stäubli (TX2-60 HE e TX2-90 HE). Mentre due dei robot sono responsabili della movimentazione e del posizionamento delle porzioni di carne, il terzo robot a sei assi, dotato di un coltello, si occupa del disossamento. Qui c’è una “divisione del lavoro” intelligente: i due robot con pinze possono,

Tutte le foto ©Mayekawa MFG. Co., Ltd

ad esempio, fissare un prosciutto o una spalla in modo tale che il taglio sia più facile da gestire per il terzo robot.

L’ELABORAZIONE DELLE

IMMAGINI E L’IA SOSTITUISCONO

L’OCCHIO UMANO

Come fa il robot a “sapere” dove fare i tagli e dove sono le ossa? “La funzione dell’occhio umano nel taglio manuale, insieme al feedback tattile che il personale percepisce quando incontra resistenza nella carne, è difficile da sostituire”, spiega Tatsuya Umino, sviluppatore di Mayekawa. “Impieghiamo una combinazione di elaborazione delle immagini e intelligenza artificiale. Sulla linea di trasporto che porta alla cella robotizzata, la porzione di carne da disossare viene scansionata con uno scanner 3D e radiografata. Dall’analisi delle scansioni e delle immagini a raggi X, il sistema di controllo crea un piano meticoloso per il disosso con i percorsi di taglio ottimali. A tale scopo, il sistema si avvale dell’intelligenza artificiale che viene impiegata per ottenere la precisione dell’elaborazione delle immagini, una funzione importante per ottimizzare il percorso di taglio. In questo modo, il sistema

Una vasta gamma di soluzioni robotiche

Stäubli fornisce soluzioni industriali e meccatroniche tramite quattro divisioni. È presente con proprie sedi in 28 nazioni e una rete di agenti in altre 50. La sua forza lavoro globale di 6.000 persone condivide l’impegno a collaborare con clienti in quasi tutti i settori per fornire soluzioni complete e supporto a lungo termine. Fondata nel 1892 come piccolo laboratorio a Horgen/Zurigo, oggi Stäubli è un gruppo internazionale con sede a Pfäffikon, in Svizzera. La gamma della divisione Stäubli Robotics comprende robot industriali a 4 e 6 assi, cobot, mobile robotics e AGV (veicoli a guida autonoma).

CELLDAS diventa più intelligente mano a mano che ogni singola porzione di carne viene disossata”.

GLI OGGETTI MORBIDI DI FORMA

IRREGOLARE (COME LA CARNE)

RAPPRESENTANO UNA SFIDA

Durante il processo del taglio i robot lavorano in modo altamente dinamico, con la massima precisione e con una coordinazione che si avvicina alla perfezione. I due robot coinvolti hanno strumenti di bloccaggio che afferrano la porzione di carne, ad esempio un prosciutto o una spalla, per l’osso. Nel caso di un prosciutto, il robot con l’utensile da

I robot HE operano in modo altamente dinamico e con la massima precisione durante il processo di taglio. Sono progettati per funzionare per lunghi periodi in ambienti umidi e bagnati

Nella cella robotizzata CELLDAS di Mayekawa, tre robot a sei assi Stäubli TX2-60 HE e TX2-90 HE lavorano fianco a fianco

taglio taglia abilmente i contorni attorno al coccige e alle ossa dell’anca, staccando così la carne dalle ossa. In combinazione con i robot di presa, sono possibili anche sottosquadri, ad esempio dietro l’osso dell’anca. La carne viene rimossa da uno dei due trasportatori, le ossa dall’altro.

Ciò che sembra così semplice nella descrizione è straordinariamente complesso nell’attuazione e nello sforzo. Dopotutto, la carne è un prodotto naturale e ogni prosciutto e ogni spalla hanno dimensioni diverse. Anche la posizione delle ossa all’interno e sulla carne deve essere determinata individualmente di volta in volta.

Inoltre, nel linguaggio della tecnologia dell’automazione, la carne è un “oggetto morbido di forma irregolare” che è di conseguenza difficile da afferrare e lavorare.

REQUISITI SPECIFICI

Ci sono tre motivi principali per cui gli ingegneri di Mayekawa hanno scelto i robot Stäubli: i primi due sono evidenti, ma il terzo potrebbe

essere meno immediato. Nella versione HE (Humid Environment) i robot a sei assi sono progettati fin dall’inizio per operare efficacemente in condizioni di umidità e bagnato, garantendo prestazioni dinamiche elevate anche su lunghi periodi di utilizzo.

Tutti i componenti del robot sono incapsulati ermeticamente, consentendo al robot di resistere ai getti di pulizia, essenziali nella lavorazione della carne per le routine igieniche quotidiane. Inoltre, la superficie esterna dei robot è priva di spazi morti, impedendo l’accumulo di batteri o altri contaminanti. Queste caratteristiche assicurano il rispetto dei più rigorosi standard di igiene. Il secondo grande vantaggio dei robot Stäubli è la capacità illimitata di utilizzare olio alimentare di classe NSF-H1.

Mentre la maggior parte dei robot può funzionare solo con prestazioni significativamente ridotte quando si utilizzano questi oli, i robot Stäubli sono approvati per l’uso con le massime prestazioni.

SEQUENZE DI MOVIMENTO E FORZA

Il terzo requisito importante deriva dal fatto che le sequenze di movimento e le forze durante il disossamento non possono essere previste nello specifico.

Il coltello sul braccio del robot può colpire inaspettatamente le ossa della carne, può incastrarsi e allentarsi improvvisamente.

Questo è il caso dei robot Stäubli,

Igiene ed efficienza nella lavorazione della carne

Le tecnologie di automazione di Mayekawa contribuiscono alla stabilità della produzione e della fornitura di prodotti a base di carne. I suoi sistemi per la lavorazione della carne sono in grado di gestire oggetti morbidi e di forma irregolare, garantendo velocità di lavorazione superiori rispetto a quelle manuali. Inoltre, permettono di ottenere prodotti dall’aspetto gradevole e di alta qualità, fino ad ora possibili solo con la lavorazione manuale. Le soluzioni automatizzate di Mayekawa per la lavorazione della carne migliorano le condizioni di lavoro e riducono il rischio di infortuni. Le tecnologie operano con precisione pari a quella di un lavoratore esperto e consentono una formazione rapida del personale. Il taglio ottimale garantisce un’elevata resa produttiva. Grazie al minimo contatto umano, la tecnologia Mayekawa assicura processi altamente igienici e riduce il rischio di contaminazione. L’azienda integra ingegneria termica, apparecchiature avanzate e software per la gestione e la tracciabilità, offrendo soluzioni su misura per ogni linea produttiva.

Tatsuya Umino, sviluppatore di Mayekawa: “Il sistema si avvale dell’IA per ottenere la precisione dell’elaborazione delle immagini, allo scopo di ottimizzare il percorso di taglio. In questo modo, il sistema CELLDAS diventa più intelligente mano a mano che ogni singola porzione di carne viene disossata”

perché la tecnologia di azionamento brevettata JCS, sviluppata internamente, offre riserve sufficienti in ogni situazione.

Inoltre, gli azionamenti sono caratterizzati da un’elevata dinamica, una caratteristica importante quando il braccio del robot deve accelerare e decelerare con breve preavviso o esegue un rapido passaggio dal movimento in avanti a quello all’indietro.

Un altro vantaggio dei robot Stäubli citati da Tatsuya Umino è il software di programmazione flessibile, che può essere facilmente adattato a esigenze molto diverse.

E può essere facilmente integrato in concetti di controllo di livello superiore: “In generale, l’intera cella è molto flessibile. Per esempio, se sono in atto i programmi appropriati, può passare dal prosciutto alla spalla e viceversa senza alcun tempo di cambio”.

Il disossamento dell’osso iliaco e del coccige di una coscia di maiale nella cella CELLDAS richiede circa 40 secondi. Un macellaio esperto non ha bisogno di più tempo, ma anche il breve tempo necessario per questo duro lavoro dà un’idea del motivo per cui questa attività dovrebbe essere automatizzata con urgenza. Le malattie professionali come la

tendinite sono comuni per i lavoratori, così come i rischi per la salute del freddo e dell’umidità. Il fattore principale qui non è la velocità, ma la mancanza di personale disponibile e qualificato a svolgere questa particolare mansione spesso considerata poco desiderabile. Questo è esattamente ciò che fa il sistema CELLDAS.

RICHIESTE DA ALTRI SETTORI

ALIMENTARI E NON SOLO

La domanda è elevata non solo da parte dei produttori di carne, ma anche di altri settori dell’industria alimentare e non solo. Questo non sorprende, perché il compito di “lavorare oggetti morbidi di forma irregolare” non si limita alla rimozione della carne e nemmeno al cibo, sottolinea Tatsuya Umino: “Abbiamo ricevuto richieste anche da altre industrie, a cui possiamo rispondere positivamente. L’obiettivo di questo sviluppo non era solo il taglio automatizzato della carne, ma più in generale l’automazione della lavorazione di oggetti amorfi e morbidi con un sistema multiuso intelligente. Ci siamo riusciti”. È quindi del tutto possibile che il “trio di robot” di Stäubli venga utilizzato, nel prossimo futuro, in applicazioni ancora oggi sconosciute.

SOLUZIONE INGEGNERIZZATA PER LA TRACCIABILITÀ

SATO ha consentito a una multinazionale spagnola della carne di ridurre gli sprechi di materiali, migliorare l’affidabilità del tracciamento e ottimizzare del 40% le attività logistiche di magazzino.

Gestire la lettura e la stampa di etichette con formati e lingue diversi è complesso e può essere fonte di errori nella tracciabilità dei prodotti alimentari. La soluzione ingegnerizzata da SATO ha aiutato una multinazionale spagnola della carne a ridurre gli sprechi di materiali, migliorare l’affidabilità del tracciamento e ottimizzare del 40% le attività logistiche.

La tracciabilità nel settore alimentare, in particolar modo il monitoraggio di tutti i passaggi del ciclo di vita del prodotto, è fondamentale per assicurare al consumatore l’alta qualità che cerca. L’obiettivo principale è garantire la circolazione di alimenti sani e sicuri e per farlo è fondamentale conoscerne la storia completa, dalla materia prima all’utente finale, per poter ritirare tempestivamente dal mercato quelli a rischio. Un obbligo normativo sancito da leggi nazionali e internazionali. Inoltre, le informazioni accurate sugli alimenti sono importanti affinché i consumatori possano fare scelte consapevoli, scelte che portano alla fidelizzazione.

L’etichetta è il supporto tangibile del processo

In questo contesto l’etichetta è l’elemento tangibile di tutto il processo. L’etichetta, infatti, deve riportare tutte le informazioni relative ai prodotti contenuti nelle confezioni coerentemente con la normativa, la lingua e le abitudini dei diversi paesi.

L’azienda alimentare protagonista di questa applicazione nasce in Spagna, ha avuto negli ultimi anni un importante sviluppo commerciale ed esporta ora in oltre 80 paesi. Si

è quindi trovata a gestire etichette con formati e lingue diverse, fra cui ad esempio cinese, arabo e greco. A questo si sono aggiunte altre criticità, fra cui molteplici errori nella lettura delle etichette dei pallet provenienti dalla produzione e una scarsa efficienza nella stampa delle etichette da applicare ai package prima della spedizione. Il processo di etichettatura prevede infatti due fasi: la lettura delle informazioni sul contenuto dei bancali e poi la stampa delle etichette, nelle diverse lingue, sui singoli imballi. Non potendo gestire dalla stessa postazione la lettura e la stampa delle etichette era previsto il trasporto manuale da parte dell’operatore dei pallet al centro stampa e poi di nuovo indietro alla zona spedizione.

La soluzione proposta da SATO, basata sulla stampante CL4NX, ha permesso la lettura senza errori del contenuto del pallet e la stampa immediata delle etichette nelle diverse lingue. Gli elementi chiave sono stati due: la piattaforma software AEP (Application Enabled Printing) integrata nelle stampanti intelligenti SATO, e l’installazione delle CL4NX sui bancali per risparmiare all’operatore di doversi recare al centro stampa.

AEP è la piattaforma sviluppata da SATO che trasforma la stampante in un computer semplificando le operazioni di impostazione e di preparazione delle etichette.

Il processo di creazione è infatti completamente automatizzato e gestito dalla stampante stessa che compila i diversi campi dell’etichetta in base ai dati acquisiti dall’operatore adattan-

doli alle varie lingue e alle varie normative locali dei paesi a cui la carne è destinata.

“È un’esperienza che dimostra la capacità di SATO di intervenire direttamente sul cliente finale progettando e ingegnerizzando soluzioni efficienti, con costi contenuti, e che non richiedono modifiche al sistema gestionale “, afferma Carlo Bulizza, responsabile marketing di SATO Italia. “Produrre etichette in diverse lingue, da un’unica stampante installata sul transpallet, ha permesso di tagliare del 40% i tempi di transito in magazzino prima della spedizione. Significativi anche i benefici in termini di sostenibilità, si sono infatti ridotti gli sprechi di materiali legati al vecchio metodo di etichettatura”.

Etichette con formati e lingue diverse

CHIUSURE EFFICIENTI E RISPETTOSE DELL’AMBIENTE

Corvaglia ha presentato a Drinktec 2025 un ampio portafoglio di soluzioni per le bevande, comprese le innovazioni per il collo GME 30.40, i collaudati tappi tethered e il nuovo SabreCap per il packaging asettico in cartone.

L’azienda ha illustrato un portafoglio di soluzioni complete progettate per il collo GME 30.40. Questa linea modulare e adattabile evidenzia l’impegno dell’azienda verso efficienza, diversità di design e rispetto delle normative ambientali.

“Anni fa abbiamo intrapreso una strada coerente verso finiture del collo bottiglia moderne e innovative come la GME 30.40 e sviluppato chiusure che rispondono alle diverse

VERALLIA

esigenze dei clienti rispettando al contempo i requisiti normativi”, afferma Michael Krueger, Ceo del gruppo Corvaglia.

Il cuore di questa innovazione è rappresentato dal collaudato sistema modulare di stampi Corvaglia. Sviluppato secondo la visione del fondatore Romeo Corvaglia, il sistema utilizza cluster da quattro cavità, scalabili fino a 96 o 128 cavità. Una caratteristica distintiva è la possibilità di passare rapidamente da chiusure tethered a non tethered mediante un semplice cambio di cursore, consentendo un’adattabilità immediata alle evoluzioni del mercato e alle nuove normative.

Il portafoglio comprende tre design per l’anello antimanomissione: Interference Band (classico stampaggio a iniezione, per una produzione semplice ed economica); Adaptive

Flex-Band (stampaggio a iniezione con alette, per una facile applicazione sulle linee di riempimento); Slitted & Folded Band (che combina i punti di forza delle due opzioni precedenti). Ogni variante è disponibile sia in versione tethered sia non tethered. Per rispondere alle diverse preferenze regionali, le chiusure sono disponibili in tre differenti design esterni, dando vita a 18 combinazioni personalizzabili.

Oltre al GME 30.40, il sistema modulare supporta anche altre finiture collo diffuse, tra cui GME 32.04 (1881), GME 30.26 (29/25) e GME 30.25 (38 mm Aseptic).

Oltre al portafoglio GME 30.40, il gruppo ha presentato a Monaco un’ulteriore innovazione di prodotto: SabreCap, la prima chiusura dell’azienda sviluppata specificamente per il packaging asettico in cartone.

FIRMA LA NUOVA BOTTIGLIA DEGLI OLI DI OLIVA ZUCCHI

Verallia, tra i principali produttori mondiali di contenitori in vetro per l’industria alimentare e delle bevande, ha collaborato con Oleificio Zucchi per il restyling della sua linea di oli da olive per il canale Retail.

Il progetto nasce da un lavoro di co-design, che ha visto Verallia coinvolta fin dalle prime fasi di sviluppo, insieme a Oleificio Zucchi e Robilant & Associati. La nuova bottiglia coniuga eleganza estetica, ergonomia e sostenibilità. La forma esclusiva è studiata per offrire una presa più comoda e naturale, mentre l’etichetta (il cui progetto grafico è stato curato sempre da Robilant & Associati) – ampia, realizzata

in carta e impreziosita da scritte in rilievo – assicura una maggiore leggibilità e un utilizzo più pratico.

Dal punto di vista ambientale, la bottiglia rappresenta un importante passo avanti: è realizzata con l’88% di vetro riciclato scuro, scelta che protegge l’olio dalla luce e riduce l’impatto ambientale. Per tutte le referenze della gamma, anche l’olio di oliva, è stato scelto un contenitore scuro, una decisione che rafforza la qualità percepita e il posizionamento premium del brand.

“Abbiamo voluto celebrare la storicità aziendale con una gamma di oli da olive che riflette la nostra dedizione alla qualità e alla sostenibilità”, afferma Alessia Zucchi, amministratore delegato di Oleificio Zucchi. “Ogni bottiglia è un invito a riscoprire il valore dell’olio come ingrediente essenziale per esaltare ogni piatto. Siamo felici di aver collaborato con Verallia in questo progetto, un partner capace di trasformare un’idea grafica in una bottiglia industrializzabile e distintiva, che esprime al meglio i valori del nostro brand”.

Anche Verallia sottolinea il valore di questa partnership come esempio virtuoso di innovazione condivisa: “Questa collaborazione dimostra come il vetro possa interpretare al meglio i valori di autenticità, innovazione e sostenibilità, rafforzando l’identità di un marchio storico e allo stesso tempo proiettato verso il futuro”, commenta il team dell’azienda.

IMBALLAGGIO: SE L’ANELLO DEBOLE È L’EXPORT

L’industria italiana dell’imballaggio chiude il 2024 con luci e ombre. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Italiano Imballaggio nella nuova edizione di Imballaggio in Cifre 2025, la produzione nazionale ha raggiunto 17,26 milioni di tonnellate, in crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il fatturato complessivo del comparto si è attestato a 37,96 miliardi di euro, segnando un calo del -1,2%.

Un disallineamento che fotografa un contesto di compressione dei prezzi, determinata da due fattori principali: la riduzione dei costi delle materie prime, che ha spinto verso il basso i listini; la crescente pressione competitiva, che ha imposto ribassi a fronte di una domanda

comunque solida.

Il packaging si conferma un comparto chiave per il Paese, con un’incidenza del 3,3% sul fatturato manifatturiero e dell’1,7% sul Pil. Gli addetti stimati sono oltre 110.000, con 7.156 aziende operative lungo la filiera.

La domanda interna resta trainante, con il food e beverage che assorbono quasi l’80% degli imballaggi prodotti. I settori più dinamici si confermano l’e-commerce, la cosmetica e l’alimentare, che mantengono volumi costanti anche in contesti economici moderati.

Il commercio estero resta l’anello debole. Nel 2024 le importazioni hanno raggiunto 2,89 milioni di tonnellate (+3,4%), superando le esportazioni ferme a 2,72 milioni di tonnellate

(+1,8%). Il saldo commerciale si è quindi attestato a -171.100 tonnellate, in peggioramento del +37% rispetto al 2023. Una dinamica che riflette la progressiva delocalizzazione produttiva delle multinazionali del packaging verso aree a costi

CARTA CON PROPRIETÀ BARRIERA PERFORMANTI

Mondi, player globale nel settore degli imballaggi e della carta, amplia la sua gamma di carte con proprietà barriera altamente performanti, introducendo FunctionalBarrier Paper Ultimate, una soluzione che soddisfa anche i requisiti di imballaggio più rigorosi.

A seguito dell’investimento preannunciato pari a 16 milioni di euro in tecnologia all’avanguardia presso lo stabilimento di Solec (Polonia), Mondi sta aumentando la produzione della sua carta con proprietà barriera altamente performante, che offre una protezione eccellente da ossigeno, vapore acqueo e grasso, con un tasso di trasmissione dell’ossigeno (OTR) inferiore a 0,5 cm3/m2d e un tasso di trasmissione del vapore acqueo (WVTR) inferiore a 0,5 g/m2d. Secondo le valutazioni interne svolte da Mondi sull’impatto del prodotto, questa soluzione genera emissioni di CO2 molto inferiori durante l’intero ciclo di vita, rispetto alla plastica multistrato convenzionale o ai materiali a base di alluminio. Destinata ad applicazioni con elevate proprietà barriera, la soluzione è adatta per il confezionamento di bustine per il caffè solubile e involucri per cialde, bustine di tè, condimenti secchi, muesli, barrette ai cereali e dadi per brodo vegetale, tra gli altri, e garantisce una lunga conservazione e soprattutto praticità.

più competitivi.

Le previsioni dell’Istituto indicano un percorso di crescita moderata ma costante. Per il 2025 si attende un ulteriore aumento della produzione pari al +1%, con un tasso medio annuo previsto dell’1,2% fino al 2028.

Il prodotto completa la vasta gamma Mondi di FunctionalBarrier Papers, che offre al cliente una varietà di livelli di protezione idonei a soddisfare i requisiti specifici dei loro prodotti. Inoltre, aiuta a sostenere gli obiettivi di economia circolare dei brand, consentendo ai clienti di soddisfare anche i requisiti normativi più stringenti e la crescente richiesta di imballaggi più sostenibili. Compatibile con le esistenti linee di imballaggio “form-fill-seal” orizzontali e verticali, questo imballaggio in carta può essere integrato in modo efficiente nei processi di produzione esistenti.

“FunctionalBarrier Paper Ultimate è il risultato di un’innovazione incentrata sul cliente”, afferma Dirk Gabriel, COO Consumer Flexibles in Mondi. “Con questa soluzione, aiutiamo i brand ad abbandonare gli imballaggi multimateriale non riciclabili, senza però compromessi sulla prestazione. Si tratta di un altro passo concreto verso i nostri obiettivi di sostenibilità MAP2030: progettare soluzioni circolari, create da persone responsabili, e agire per il bene del clima. A oggi, l’87% delle soluzioni di imballaggio Mondi è già riutilizzabile, riciclabile o compostabile”.

Le copertine di TECNOLOGIE ALIMENTARI

DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)

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