Cosmetica e settori esigenti: ecco “le molle” per continuare a crescere (E. De
Automazione SIA e il nuovo paradigma del fine linea produttivo
Transizione digitale
Lo standard di riferimento per la cybersecurity nella supply chain dell'automotive (R. Ricca) 44
La cultura della meccanica
RISORSE UMANE E IA PER RISOLLEVARE L'INDUSTRIA EUROPEA
Il panorama economico globale si presenta oggi come una fitta rete di incertezze e sfide senza precedenti, un contesto che impone una riflessione strategica profonda sul futuro dell'industria. Le dinamiche in atto, dalle crescenti tensioni geopolitiche e il ritorno delle guerre commerciali (come sottolineato durante l'evento
“Competitività e nuove sfide globali: Clean Industrial Deal, autonomia strategica e dazi”, promosso da Assolombarda in collaborazione con A2A) alla duplice transizione ambientale e digitale, delineano un percorso obbligato: l'industria italiana ed europea devono puntare all'autonomia strategica e all'innovazione accelerata per riaffermare il proprio ruolo. In questo scenario complesso, l'Information Technology (IT) e l'Intelligenza Artificiale (IA) emergono come i principali motori degli investimenti aziendali globali, con l'Italia che, pur mostrando un trend crescente nell'adozione dell'IA, sconta ancora un ritardo rispetto alla media UE, specialmente nelle PMI.
La spinta verso l'Industria 4.0 e 5.0 e lo smart manufacturing è un percorso intrapreso con decisione dalle aziende italiane, come evidenziato nella “Smart Manufacturing Survey 2025” di The Innovation Group. Se da un lato molte realtà sono in una fase di integrazione attiva delle tecnologie digitali, con un'attenzione crescente verso l'AI, la servitizzazione e la cybersecurity, dall'altro l'implementazione su larga scala è ancora limitata. La priorità nell'adozione di AI e Data Analytics è chiaramente orientata all'aumento di produttività ed efficienza, mentre la trasformazione dei modelli di business è considerata in misura minore. Nonostante i progressi, il cammino verso la completa maturità digitale è irto di ostacoli, tra cui spiccano i gap di competenze, la difficile integrazione tecnologica e le
criticità nella cybersicurezza, quest'ultima considerata una priorità per il 59% delle aziende. A ciò si aggiunge la crescente urgenza della sostenibilità (Transizione 5.0), con il 31% delle aziende che ha un programma attivo e il 27% uno consolidato in aree come l'efficienza energetica e la gestione dei rifiuti. Il quadro è dinamico, ma richiede un impegno sistemico per superare le sfide legate a formazione e integrazione. Tuttavia, l'accelerazione tecnologica e la riorganizzazione strategica non possono prescindere dalla risorsa umana. In Italia, sta emergendo un segnale incoraggiante e strategico: la Generazione Z sta rivalutando i percorsi tecnico-professionali e le professioni blue collar specializzate. Fattori come l'avvento dell'AI, la ricerca di stabilità occupazionale e un miglior equilibrio vita/lavoro spingono i giovani verso le competenze pratiche e specialistiche richieste dalla manifattura avanzata, replicando un trend già consolidato negli Stati Uniti. Questa inversione di rotta offre un'opportunità unica per colmare il persistente mismatch tra domanda e offerta di lavoro, un divario che Unioncamere stima al 48% delle posizioni aperte. Gli ITS Academy si rivelano strumenti fondamentali in questo contesto, offrendo una formazione altamente specializzata, con un elevato tasso di occupabilità postdiploma e un forte legame strutturale con l'industria. L'industria italiana si trova quindi a navigare tra le maree della geopolitica instabile, l'imperativo della trasformazione digitale 4.0 e 5.0 e un urgente bisogno di riallineamento delle competenze. L'innovazione, la resilienza strategica e la capacità di formare i nuovi tecnici specializzati non sono più opzioni, ma la triade fondamentale per assicurare un futuro da protagonista nel panorama economico mondiale.
di Eva De Vecchis
Materiali Lavorati:
• Acciaio Inox 304/316/303/307
• Inconel628, Alloy, Monel
• Acciai comuni da costruzione;
• Acciai speciali;
• Acciai automatici e leghe leggere;
• Materiali plastici.
Lavorazioni eseguite:
• Tornitura da barra fino a Ф65
• Tornitura di ripresa fino a Ф 180
• Fresatura 4/5 assi fino a 800x400x300
• Produzione ingranaggi e dentatura
• Piccoli assemblaggi di precisione
IL DIGITALE È PER TUTTE LE IMPRESE
F.lli Locatelli s.r.l. meccanica di precisione dal 1967
Siamo arrivati quasi a conclusione del primo semestre 2023 e, oltre ai primi dati del settore manifatturiero che iniziano ad emergere, si è parlato molto di una grande novità: il nuovo Regolamento Macchine adottato dal Parlamento Europeo che andrà a sostituire l’attuale Direttiva macchine 2006/42/CE. Si tratta di un regolamento (non più di una direttiva) che affronta un nuovo tipo di industria, più smart e più automatizzata rispetto alla precedente direttiva. Per questo la nuova proposta di regolamento riguarda anche le macchine e i prodotti altamente digitalizzati come i robot o le stampanti 3D per la fabbricazione: una novità ancora in divenire che ha sollevato già le prime polemiche ma che, sembra, vuole andare incontro a una necessità ormai decisiva per l’industria
Ed è proprio l’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, ad essere al centro del dibattito politico-economico. Nonostante le sue potenzialità, infatti, l’AI rimane ancora poco utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni. Qualche dato incoraggiante arriva però da Anitec-Assinform, secondo cui, nel nostro Paese, il mercato dell’Intelligenza Artificiale
milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln con un tasso di crescita medio annuo del 22%, ancora poco rispetto ad altri paesi europei, ma qualcosa per gli
nell’immaginario comune, è spesso associata ad dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola
Settori di sbocco:
• Aeronautico e navale
• Costruttori di macchine/impianti
• Elettromeccanico
• Illuminotecnica
• Raccorderia speciale o ad alta pressione
• Settore Petrolchimico
• Valvole e piccoli gruppi premontati
• Ruote dentate e ingranaggi
• Medicale
• Settore alimentare
Industria di Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese”. Un po’ per paura del nuovo e un po’ per l’idea di non farcela, infatti, il rischio italiano è quello di rimanere fermi a un tipo di industria ormai obsoleta: un timore che potrebbe spaventare alcuni piccoli o medi imprenditori a tal punto da chiudere i battenti. In Italia, infatti, tra i vari numeri emersi da questo primo semestre 2023, emergono anche le cessazioni di impresa, un fenomeno che, almeno in Lombardia, è salito del 17,1% come probabile conseguenza delle mancate chiusure durante il periodo dell’emergenza sanitaria, che erano state disincentivate dalle misure di sostegno adottate dalle istituzioni. Almeno però, a crescere sono le attività gestite in prevalenza da stranieri, donne e giovani. Insomma, per quest’Italia che viaggia tra soddisfazioni e preoccupazioni, è necessario investire negli abilitatori di trasformazione digitale come l’AI, così da sostenere la resilienza e attivare nuovi modelli di business. Un modo per farlo è quello di puntare sui settori che rappresentano i pilastri dell’economia italiana, come quello della metalmeccanica e meccatronica che da solo genera il 50% del valore aggiunto della manifattura. Ma non solo, le PMI che ancora investono poco nel digitale, rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, per questo oltre alle risorse del PNRR è importante partire dal territorio, dal confronto tra e con le piccole e medie imprese. Solo così è possibile fare la differenza e avvicinarsi in maniera consapevole a una risorsa immensa come l’AI.
Investendo in tecnologie, formazione e nuovi progetti, Agazzi Giancarlo continua ad approfondire il proprio approccio alla meccanica e a ottenere una costante crescita degli ordinativi.
di Alessandro Bignami ed Eva De Vecchis
Agazzi Giancarlo registra una crescita costante sostenuta dagli ordinativi, che le consentono di guardare con fiducia alla chiusura del 2025. Per il prossimo anno, l’azienda ha in serbo una novità importante, con il lancio sul mercato del primo macchinario a proprio marchio, sviluppato per un’applicazione di packaging alimentare.
L’obiettivo di Agazzi – realtà bergamasca affermata nella produzione di particolari meccanici di precisione, attrezzature e macchi -
La cultura della meccanica
nari speciali – è quello di migliorare costantemente la propria cultura tecnologica, offrendo ai clienti qualità superiore e servizi sempre più completi. Un altro
La sede della Agazzi Giancarlo a Fara Gera d'Adda (BG)
focus riguarda l’inserimento di giovani da formare internamente, con l’intento di stimolare competenze trasversali e un approccio largo all’industria della meccanica, che punti non solo alla precisione dell’esecuzione, ma anche alla capacità di evolvere e innovare quotidianamente. Ne abbiamo parlato con Omar Agazzi, Chief Operating Officer dell’azienda.
Omar Agazzi, come sta andando il 2025 e cosa vi aspettate dai prossimi mesi?
“Il 2025 sta andando molto bene. Nonostante il comparto meccanico viva alcune incertezze, noi auspichiamo di chiudere l’anno con un +15% rispetto al 2024, grazie anche al flusso costante degli ordinativi. Il 2026 è ancora da scoprire, viste le decisioni di politica internazionale in corso, con i dazi e le sanzioni ancora non completamente definiti oltre
"Puntiamo ad alzare il livello di competenze, qualità e servizio per una crescita effettiva e robusta e per poter dare ai nostri clienti risposte positive alle loro richieste"
alle guerre in Ucraina e Palestina, che potrebbero influenzare l’andamento economico futuro. Attualmente le difficoltà principali, paradossalmente, derivano dalla capacità dei fornitori di consegnare i prodotti e rispettare le tempistiche: molti di loro stanno faticando a reperire personale qualificato. Quando un tecnico formato lascia l’azienda, è complicato sostituirlo in tempi brevi
garantendo la formazione necessaria al suo sostituto; questo incide fortemente sulla produttività e sulla qualità. Noi, al momento, non abbiamo problemi di disponibilità di risorse qualificate, ma è chiaro che indirettamente siamo toccati dalle difficoltà dei nostri fornitori e, comunque, questa è una criticità che dobbiamo tenere sempre in considerazione anche al nostro interno”.
Il Presidente Giancarlo Agazzi insieme ai figli Paola, Flavio (a sinistra) e Omar (a destra)
Come avete affrontato il tema del reperimento delle competenze, che appare una delle emergenze di questi anni?
“Puntiamo molto sui giovani, sulla formazione e sulla passione per il mestiere. Il nostro non è un lavoro di produzione in serie: è più impegnativo dal punto di vista dei diversi aspetti tecnici che vanno affrontati quotidianamente ma, allo stesso tempo, anche più stimolante. Solitamente preferiamo formare internamente piuttosto che assumere figure già specializzate. Ci interessano persone con una conoscenza generale della meccanica e con competenze ampie: un approccio ‘da meccanico’, nel senso più profondo del termine, capace di porsi delle domande, di fare ragionamenti e di trarne insegnamenti per la crescita delle proprie competenze.
I ragazzi arrivano per lo più dagli istituti tecnici della zona. Da anni collaboriamo con gli istituti locali e abbiamo attivato stage formativi che continuano a dare ottimi risultati.
Non ci adattiamo alla comodità del ‘pronto all’uso così com’è’, strategia alla lunga deleteria, perché rischia di modificare, e spesso abbassare, la qualità oltre che a cambiare i propri processi produttivi, o peggio ancora la raccolta ordini, per accomodare le competenze aziendali disponibili. Noi vogliamo percorrere la strada esattamente opposta: alzare il livello di competenze, qualità e servizio per una crescita effettiva e robusta, e per poter dare ai nostri clienti risposte positive alle loro richieste".
Buona parte dei vostri prodotti va all’estero: come procede su questo fronte?
“Confermo che oltre il 65% del nostro fatturato dipende da commesse estere, soprattutto nell’am -
bito dei macchinari, dove finora sono stati prodotti per conto di alcuni gruppi internazionali. Tale produzione, cui fa capo al committente la progettazione con l’installazione e l’assistenza postvendita, richiede una stretta collaborazione con la nostra azienda poiché, con la costruzione del macchinario, forniamo anche il servizio di industrializzazione del prodotto, al fine di renderlo più economico e performante. Nel 2026 saremo però pronti con una importante novità: lanceremo sul mercato il primo macchinario a marchio Agazzi Giancarlo, destinato al settore del packaging alimentare. Si tratta di un impianto che trasporta e sincronizza il carico dei prodotti sulle linee di confezionamento. I nostri interlocutori saranno principalmente i costruttori di linee produttive, ma anche le aziende alimentari che intendono rinnovare o aumentare le prestazioni degli impianti di confezionamento già presenti nel loro stabilimento.
Attualmente siamo in fase di progettazione, mentre la costruzione si concluderà a marzo, con installazione presso il primo cliente prevista per aprile 2026. Per questa nuova macchina ci occuperemo interamente del suo
L’obiettivo di Agazzi è quello di migliorare costantemente la propria cultura tecnologica, offrendo ai clienti qualità superiore e servizi sempre più completi
disegno, sviluppo, costruzione, installazione sul posto, fino al servizio di assistenza post-vendita. Per la nostra azienda sarà un’ulteriore occasione di ampliare le competenze interne e migliorare i servizi verso il cliente. L’iniziativa è quindi pienamente in linea con la strategia di approfondimento della nostra cultura tecnologica e meccanica oltre che con la verticalizzazione dei servizi fornibili al cliente”.
Internamente avete investito in nuovi macchinari?
“Sì, abbiamo acquistato due nuovi impianti per estendere il ventaglio delle lavorazioni meccaniche. Il primo è un tornio a controllo numerico di piccole dimensioni: talvolta avevamo difficoltà a reperire fornitori per componenti di piccola taglia e quantità ridotte; perciò, abbiamo deciso di dotarci di un macchinario dedicato che ci consentirà di muoverci in piena autonomia e di ottimizzare i tempi. Il secondo investimento riguarda una fresatrice a 5 assi, pensata per incrementare la capacità produttiva. Crediamo fermamente nell’importanza di avere la macchina giusta per ogni lavorazione e di puntare alla massima flessibilità. Disporre di macchinari con
caratteristiche diverse arricchisce, ancora una volta, il know-how interno".
C’è qualche fattore che, secondo Lei, può favorire la ripresa dell’industria meccanica italiana?
“A mio parere, la meccanica italiana si è fatta trainare troppo dall’automotive, rendendosi così vulnerabile alle scelte politiche europee degli ultimi anni e a quelle delle grandi case automobilistiche, che negli anni hanno delocalizzato parte della produzione. Se il fornitore è strutturato a livello internazionale può restare legato al cliente servendolo anche all’estero, anche se sappiamo che il tessuto produttivo italiano resta fortemente costituito da PMI, spesso di grande qualità artigianale ma con ovvie difficoltà a competere su scala globale. Servirebbe innanzi tutto sostenere le imprese e gli artigiani con incentivi concreti per reperire manodopera e intervenire sull’offerta scolastica e sull’orientamento dei giovani. Non sto parlando di ‘forzare’ le scelte o di imporre dei percorsi formativi, ma semplicemente di informare meglio gli studenti e di renderli più consapevoli e partecipi delle caratteristiche, oltre che delle reali necessità e opportunità, delle attività economiche presenti sul territorio.
A questo andrebbe aggiunto anche un nuovo stimolo all’aggregazione delle aziende più piccole a partire dal rilancio dei Distretti Industriali fino a forme di incentivazione delle aggregazioni in holding di piccole industrie e artigiani che sappiano aumentare occupazione, fatturati e profitti per poter scalare il livello della subfornitura andando a competere direttamente con i players più strutturati che oggi rappresentano invece la loro base di clientela".
VITI PER L'AUTOMOTIVE
Brugola OEB: 61 nuove risorse nel primo semestre del 2025
In un momento in cui il settore automotive sta vivendo una fase di rallentamento, Brugola OEB, azienda italiana multinazionale, attiva nella produzione di viti per il settore automotive, conferma il proprio percorso di crescita e sviluppo, rafforzando la centralità delle persone come vero motore dell’azienda.
Nel primo semestre del 2025,
l’organico è cresciuto di 61 nuove risorse, raggiungendo quota 467 dipendenti a giugno 2025. Un risultato significativo, che testimonia l’impegno dell’azienda nel garantire la massima copertura di tutti i reparti e porre così le basi per continuare a espandere la presenza sul mercato alla ricerca di nuovi clienti e opportunità. A supporto di questo obiet-
ACQUISIZIONE
tivo, Brugola ha organizzato 6 Recruiting Day nel primo semestre, che hanno coinvolto oltre 100 candidati e portato a 50 colloqui. Da queste selezioni sono nate 20 nuove assunzioni, segno della capacità dell’azienda di attrarre e valorizzare talenti in linea con i propri valori e le proprie esigenze industriali.
Un ulteriore strumento strategico è il Job Posting interno, grazie al quale sono state chiuse 6 posizioni aperte. Questo sistema rafforza il senso di appartenenza dei collaboratori, riconoscendone le aspirazioni professionali e allineandole con le necessità aziendali: un equilibrio virtuoso tra crescita individuale e successo orga -
Pietro Carnaghi entra a far parte di Fives
Fives, gruppo attivo a livello mondiale nell'ingegneria industriale, annuncia l'acquisizione di Pietro Carnaghi Spa., produttore di macchine utensili specializzato in soluzioni di lavorazione su larga scala. Questa mossa strategica segna una significativa espansione delle capacità
di Fives nelle lavorazioni ad alta precisione, rafforzando il suo impegno nel fornire soluzioni di produzione avanzate in settori critici come la difesa, il nucleare, l'aerospaziale e l'energia. Con questa operazione, Pietro Carnaghi diviene una colonna portante della divisione High Precision Machines (HPM) di Fives, rafforzando le capacità di due attori globali, orientati al cliente e leader di mercato, e servendo ancor meglio i loro clienti con soluzioni innovative, affidabili e garantendo un supporto locale in tutte le aree geografiche. Ampliamento delle capacità per soddisfare le esigenze dei clienti
in tutto il mondo Insieme, le attività della divisione HPM di Fives e di Pietro Carnaghi si stima genereranno un fatturato di circa 400-450 milioni di euro, contando sulla forza lavoro combinata di 1.900 dipendenti in tutto il mondo, per ampliare la presenza sui mercati, migliorare le capacità produttiva e offrire un valore ancora maggiore ai nostri clienti: • Presenza globale e valore aggiunto per i clienti: con Pietro Carnaghi, la divisione HPM opererà attraverso 24 entità in tutte le aree geografiche: 11 in Nord America, 7 in Europa e 6 in Asia.
nizzativo.
La spinta internazionale rappresenta un altro pilastro fondamentale: nel primo semestre 20 persone di 10 reparti diversi hanno dato supporto allo stabilimento americano, per un totale di 745 giornate. Parallelamente, il team commerciale ha trascorso 76 giornate all’estero, con l’obiettivo di consolidare relazioni esistenti ed esplorare nuove partnership strategiche. Infine, i dati di presenza interna confermano l’elevato livello di impegno e continuità operativa: nel primo semestre 2025 la percentuale di presenza si è attestata al 93%, indice di solidità e motivazione diffusa.
• Un’offerta ancora più ampia: i clienti di settori strategici, come la difesa, il nucleare, l'aerospaziale e l'energia, possono ora accedere a una gamma ancora più ampia di soluzioni di lavorazione meccanica ad alta precisione.
• Una struttura industriale rafforzata: con l'integrazione di Pietro Carnaghi, Fives aumenterà le sue capacità produttive ed otterrà un maggiore controllo sulla catena di fornitura, grazie all'integrazione di un impianto industriale all'avanguardia di 45.000 m² situato nel Nord Italia, che soddisfa i più elevati standard qualitativi globali.
Torni verticali di grandi dimensioni
IL FORUM
Assolombarda promuove insieme ad A2A una riflessione sulla capacità europea di definire una traiettoria autonoma, riaffermando il proprio ruolo da protagonista nello scenario economico e politico mondiale.
Assolombarda ha organizzato il “Forum della competitività, chiamando a raccolta imprese e istituzioni a Palazzo Gio Ponti per una riflessione unitaria e strategica sugli effetti dei profondi cambiamenti in atto sullo scenario globale: dai dazi alle crescenti tensioni geopolitiche, dalla trasformazione dei modelli di globalizzazione alla transizione ambientale e digitale, fino al ritorno delle guerre commerciali voluto dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al recente vertice di Tianjin. Un contesto complesso, che genera incertezza e sfide senza precedenti per cittadini e imprese. Questi temi sono stati al centro dell’evento “Competitività e nuove sfide globali: Clean Industrial Deal, autonomia strategica e dazi”, promosso da Assolombarda in collaborazione con A2A. Un appuntamento di confronto di alto livello, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sistemica sul futuro dell’industria italiana ed europea e sulla capacità del nostro continente di definire una traiettoria autonoma, riaffermando il proprio ruolo da protagonista nello scenario economico e politico mondiale. Ad aprire i lavori sono stati Alvise Biffi, presidente di Assolombarda, e Roberto Tasca, presidente di A2A.
Coesione e IA per un'Europa autonoma e competitiva
Secondo l’International Business Report (Ibr), l’IT resta l’area di investimento principale in cui il 68% dei leader aziendali globali prevede di aumentare la spesa nei prossimi 12 mesi
ALVISE BIFFI (ASSOLOMBARDA):
“SERVE UN PIANO UE PER INVESTIRE IN INNOVAZIONE E IA”
“Ci troviamo di fronte a uno scenario geopolitico estremamente complesso, che richiede risposte straordinarie”, ha dichiarato Alvise Biffi, Presidente di Assolombarda. “L’accordo sui dazi con gli Stati
Uniti ha ridotto l’incertezza, ma non le preoccupazioni: il rischio è che le nostre esportazioni subiscano un calo. Secondo stime, l’impatto sull’Italia è previsto fra 9 e 6,7 miliardi di euro (pari all’1,1% dell’export globale italiano), mentre per Confindustria la perdita potrebbe raggiungere i 23 miliardi. Sul territorio milanese, questi dati si uniscono alla flessione delle costruzioni, attesa al -1,5% per il 2025. Inoltre, c’è il rischio che i prodotti europei vengano sostituiti su mercati strategici. Per questo diventa vitale, per le imprese, rafforzare i rapporti con nuove aree di crescita come l’India, il Golfo Persico, l’Australia, il Canada e il Mercosur: solo quest’ultimo ha un mercato con un bacino di 720 milioni di consumatori.
Le conseguenze dei dazi imposti dall’amministrazione USA e gli
contributo alla decarbonizzazione dei centri urbani: recuperando il calore generato è possibile fornire energia termica a oltre 800.000 famiglie grazie alle reti di teleriscaldamento. Una soluzione che abbiamo già sperimentato a Brescia e che presto implementeremo a Milano. A2A, con le sue infrastrutture e le sue competenze, è pronta a fare la propria parte per trasformare una necessità tecnologica in un’opportunità di sviluppo sociale, ambientale ed economico”.
IT IN TESTA AGLI INVESTIMENTI DELLE AZIENDE GLOBALI
L’ISTAT conferma che l’adozione di soluzioni IA è passata dal 5% all'8,2% delle imprese con almeno 10 addetti dal 2023 al 2024
esiti del recente vertice di Tianjin rappresentano cambiamenti epocali, che mettono in discussione la forza dell’Occidente e pongono l’Europa in una posizione di forte debolezza. Se la competizione tecnologica è la nuova geopolitica, in questa partita l’Europa non sta giocando. L’unico modo per tornare in gioco è fare un piano europeo per investire subito grandi risorse in innovazione e soprattutto IA, che è la tecnologia del prossimo secolo. Serve un’Europa unita, con politica e imprese impegnate nella stessa direzione per salvaguardare la nostra competitività”.
ROBERTO TOSCA (A2A):
“IMPRESE RESPONSABILI DEI PROCESSI TRASFORMATIVI CHE INTERESSANO I LORO TERRITORI”
“Garantire competitività e fronteggiare le sfide globali comporta una chiamata all’azione concreta e la necessità di un approccio sistemico in grado di creare, nel Paese e in Europa, alleanze trasversali tra pubblico e privato capaci di moltiplicare le opportunità per il settore industriale e guidare le transizioni”, commenta Roberto Tasca presidente di A2A. “Le imprese hanno l’occasione e la responsabilità di governare i processi trasformativi che interessano i territori in cui operano. Un esempio concreto è l’opportunità creata dai data center: strutture strategiche la cui crescita può rendere la digitalizzazione una risorsa condivisa se accompagnata da una visione chiara. L’Italia si colloca al 13° posto mondiale in questo settore, con Milano e la Lombardia che si posizionano tra le aree emergenti a livello europeo. Oggi oltre la metà delle richieste di connessione alla rete elettrica risulta concentrata in questa regione. Dai data center può arrivare un
Secondo l’International Business Report (Ibr), l’IT resta l’area di investimento principale in cui il 68% dei leader aziendali globali (63% in Europa e 52% in Italia) prevede di aumentare la spesa nei prossimi 12 mesi. L’IA, invece, rappresenta la categoria dove si concentreranno maggiormente gli investimenti. L’ISTAT conferma questo trend l’adozione di soluzioni IA che è passata dal 5% al 8,2% delle imprese con almeno 10 addetti dal 2023 al 2024. Le grandi imprese sono più propense (1 su 3 già utilizza IA) rispetto alle PMI, dove il gap persiste rispetto alla media UE del 13,5%.
Al centro del dibattito, le conseguenze dei fenomeni globali sull’economia europea: dal Clean Industrial Deal agli effetti delle nuove normative per le imprese, dalla riconfigurazione delle catene del valore tra reshoring e protezionismo alla sicurezza energetica, fino agli strumenti finanziari e regolatori a sostegno dell’innovazione industriale nei settori ad alta intensità energetica e tecnologica. Particolare attenzione è stata dedicata alle politiche commerciali statunitensi e al loro impatto sulle esportazioni europee, sulla concorrenza internazionale e sulla stabilità globale.
ATTUALITÀ
SERVIZI TESSILI
Mewa vince il SAP Innovation Award 2025 per il suo portale digitale
Il portale dell'azienda si arricchisce ogni anno di nuove funzionalità che supportano il cliente in tutte le operazioni e che, insieme al sistema di ticket, garantisce una maggiore trasparenza.
Il fornitore di servizi tessili Mewa ha ricevuto il SAP Innovation Award 2025 nella categoria Customer Experience, per aver sviluppato innovative applicazioni di servizio all’interno del proprio portale clienti. Ha ottenuto il plauso della giuria la soluzione integrata per l’automazione dei ticket, che offre ai clienti un’esperienza d’uso ancora più semplice e intuitiva. Automazione e implementazione sono state sviluppate da Mewa in stretta collaborazione con il partner SAP Sybit.
Ogni anno Mewa riceve oltre 200.000 richieste da parte di clienti B2B in tutta Europa, che, gestite tramite e-mail o telefono, richiedono un notevole dispendio di tempo e risorse. Per snellire e rendere più trasparente la gestione delle richieste di assistenza, il portale clienti digitale mymewa.com viene costantemente arricchito con nuove funzionalità che consentono al cliente di operare in autonomia. L’ultima innovazione – premiata da SAP a Madrid –introduce un sistema di ticket automatizzato per le richieste di servizio, come riordini, modifiche o consultazione dello stato delle consegne di abbigliamento da lavoro e panni, forniti con un servizio a 360 gradi.
PIÙ TEMPO PER
LA CONSULENZA
PERSONALIZZATA GRAZIE
AI SERVIZI DIGITALI
Il portale clienti e il nuovo sistema di ticket utilizzano le soluzioni SAP Commerce Cloud, SAP Sales Cloud, SAP Service Cloud e SAP ERP. L’automazione, basata su criteri predefiniti, consente di accorciare la gestione di ogni singolo ticket di mediamente circa 15 minuti. Il team di assistenza ha in questo modo più tempo per offrire un supporto e una consulenza personalizzate e occuparsi delle richieste più complesse legate a questioni di qualità.
Oltre a offrire un servizio più personalizzato, le fun -
zionalità digitali garantiscono ai clienti una maggiore trasparenza: possono gestire il proprio inventario di abbigliamento tra più sedi, consultare le fatture e ricevere aggiornamenti immediati sullo stato delle richieste di assistenza, 24 ore su 24. Inoltre, questa soluzione digitale contribuisce alla sostenibilità, riducendo sensibilmente il consumo di carta grazie all’utilizzo del portale.
Per integrare in modo efficace la voce dei clienti nello sviluppo di servizi e processi, le applicazioni sono state create in stretto dialogo con utenti operativi, coinvolgendo tra l’altro il comitato clienti di Mewa.
Indagini periodiche e rilevazioni tramite il Customer Loyalty Index confermano che la soddisfazione dei clienti è aumentata grazie all’offerta di servizi digitali. "Il nostro obiettivo è essere vicini al cliente e offrirgli un servizio di massima qualità, affidabile e basato su una collaborazione di fiducia", ha spiegato Rainer Monteagudo Santí, responsabile Marketing Strategico e Gestione Prodotto. "Grazie alla digitalizzazione, possiamo continuare a garantire tutto questo, migliorare l’efficienza e la trasparenza per entrambe le parti e mantenere così il nostro servizio al passo con i tempi, sia per i clienti che per i nostri collaboratori".
Anche nell’era di servizi sempre più digitalizzati, Mewa continua a puntare con decisione sulla relazione personale con il cliente. Il contatto diretto con il fornitore di servizi tessili – telefonico o via e-mail – è sempre garantito. Un team composto da addetti alle vendite, assistenza clienti e autisti qualificati si occupa dell’assistenza tecnica sul territorio. Le piccole e medie imprese ricevono supporto a livello regionale, mentre i grandi clienti con più sedi, sia a livello nazionale che internazionale, beneficiano di un servizio clienti centralizzato.
Da sinistra: Ortwin Frille (Process Management Mewa), Eric Rissler (Project Manager Application Projects Mewa), Markus Horvath (Sybit GmbH). Foto SAP
SURVEY
Secondo l'indagine di The Innovation Group le aziende italiane stanno abbracciando sempre più soluzioni intelligenti come AI e Data Analytics ma, per molte realtà, il percorso è ancora in divenire.
L’indagine “Smart Manufacturing Survey 2025” di The Innovation Group, in collaborazione con SPS Italia, ContactValue e Made Competence Center, ha indagato la maturità delle aziende italiane (intervistando un campione di 94 realtà industriali del Paese) sul percorso verso l’Industria 4.0. Sono stati analizzate le tendenze dell’adozione di strategie Data driven legate alla raccolta di informazioni provenienti dalla fabbrica (IoT, oggetti connessi); dell’uso attuale e prospettico dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi; dei punti di attenzione per la cybersecurity e per la Transizione 5.0 verso sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.
“I dati evidenziano come le aziende italiane stiano avanzando nel percorso verso lo smart manufacturing, con una crescente adozione di AI e Data Analytics, ma anche come ci siano alcuni ostacoli significativi da affrontare in termini di integrazione tecnologica, formazione e cybersicurezza”, ha detto Emilio Mango, General Manager di The Innovation Group.
“L’indagine delinea strategie e tendenze che muovono le realtà industriali del nostro Paese. Come fiera dell’automazione e del digitale per l’industria, siamo felici della collaborazione con The Innovation Group, promotore di questo importante osservatorio sull’adozione
Lo Smart Manufacturing a misura di PMI
delle nuove tecnologie”, ha commentato Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia. L’indagine è stata presentata nel corso dello Smart Manufacturing Summit 2025 di TIG.
MATURITÀ RAGGIUNTA NEL
PERCORSO VERSO LO SMART MANUFACTURING
Emerge uno scenario molto dinamico, in cui alcune realtà dimostra-
no di essere già allineate con i nuovi paradigmi della digitalizzazione, pronte quindi a sfruttarne le molteplici opportunità. Lo stato attuale vede la maggior parte delle aziende (56%) in una fase di integrazione delle tecnologie digitali nei processi, con un forte impegno verso lo smart manufacturing. Tuttavia, solo il 16% ha già completato questa implementazione: per molte realtà il percorso è ancora in corso.
La maggior parte delle aziende industriali è fortemente coinvolta nel processo di implementazione del paradigma Smart Manufacturing: solo un 16% ritiene però di averlo adottato in pieno
La spinta all'automazione è stata forte in passato (con un 62% che vi ha già investito), ma ora il focus si sta spostando su AI, servitizzazione e cybersecurity. Forte attenzione anche alla formazione e al know-how digitale: la formazione delle competenze digitali (54%) e la digitalizzazione del know-how (52%) sono già aree di investimento importanti. Inoltre, una quota significativa (rispettivamente 28% e 33%) prevede ulteriori investimenti, segnalando che il tema della preparazione delle risorse umane è ancora rilevante.
La presenza di legacy e il fattore umano sono invece i problemi principali da considerare nella transizione. L'integrazione con i sistemi esistenti è il principale ostacolo incontrato nel percorso verso lo smart manufacturing (indicato dal 62%) seguito da resistenza al cambiamento organizzativo (57%) e mancanza di competenze interne (46%).
Anche i costi elevati di implementazione (38%) sono un vincolo importante, e cybersecurity e protezione dei dati (31%) sono un tema chiave: con la crescente interconnessione dei sistemi industriali, aumenta il rischio di attacchi informatici e di violazioni di dati sensibili.
“La nuova indagine, condotta con The Innovation Group, SPS Italia e ContactValue, conferma i dati raccolti da MADE lo scorso semestre", ha spiegato Federico Rava -
sio, responsabile comunicazione e marketing, Made Competence Center. "L’offerta di servizi del Competence Center è stata pensata proprio nell’ottica di rispondere alle esigenze delle PMI con servizi dedicati alla strategia per adozione dell’AI, un servizio dedicato al il repository documentale potenziato da AI oltre che a un’ampia offerta formativa anche dedicata all’intelligenza artificiale”.
“Il tessuto industriale italiano vede una massiccia presenza di PMI che, rispetto alle grandi realtà, hanno più difficoltà a implementare progetti digitali innovativi. La presenza di sistemi legacy e le difficoltà legate alla formazione continua sulle nuove tecnologie si traduce spesso in un approccio che favorisce una diffusione di progetti sì innovativi, ma a macchia di leopardo, il più delle volte tesi a soddisfare specifiche necessità”, ha commentato Alberto Taddei, Senior Partner di ContactValue.
STRATEGIE DATA DRIVEN E AI PER LO SMART MANUFACTURING
Solo il 50% delle aziende ha implementato soluzioni di Data Analytics basate su IoT, mentre il 40% è in fase di studio o avvio. L'uso dei dati è attualmente orientato all'efficienza e al controllo, con prospettive di evoluzione verso la predittività e la pianificazione intelligente.
L’adozione dell’AI è ancora limitata: il 34% delle aziende è in fase
Lo stato attuale vede la maggior parte delle aziende (56%) in una fase di integrazione delle tecnologie digitali nei processi, con un forte impegno verso lo smart manufacturing
di test e il 21% in fase iniziale di integrazione, mentre solo il 5% ha implementato l’AI su larga scala. Si prevede una crescita significativa nei prossimi anni, con applicazioni in ottimizzazione produttiva, vendite, marketing e customer service. L’AI è vista principalmente come strumento per aumentare produttività (50%) ed efficienza (47%), mentre la trasformazione dei modelli di business è ancora poco considerata (15%). Le sfide principali includono gap di competenze, integrazione con infrastrutture esistenti e gestione dei dati.
CYBERSECURITY E SOSTENIBILITÀ
La cybersecurity è una priorità per il 59% delle aziende, con un focus crescente sull’integrazione tra sicurezza IT e OT. Le misure adottate includono firewall, segmentazione di rete e autenticazione multifattore. Tuttavia, restano criticità legate alla visione integrata IT-OT e alla complessità operativa. Sul fronte della sostenibilità, il 31% delle aziende ha un programma attivo e il 27% uno consolidato. Le principali iniziative riguardano efficienza energetica, gestione dei rifiuti e miglioramento delle condizioni di lavoro (49%). Inoltre, il 42% delle aziende promuove diversità e inclusione. Le sfide da affrontare includono compliance, costi e monitoraggio continuo dei progetti.
INDUSTRIA
Nasce Fondazione Praexidia per le imprese strategiche emergenti del Paese
La Fondazione Praexidia nasce con l’obiettivo di promuovere il riconoscimento e la consapevolezza dell’importanza dei settori industriali strategici per la sicurezza nazionale, l’innovazione tecnologica e la competitività dell’Italia, con particolare riferimento ai settori tutelati dalla normativa italiana in materia di Golden Power.
La Fondazione opererà come punto di riferimento per la tutela e la valorizzazione delle filiere industriali più critiche – dalla difesa all’aerospazio, dalle tecnologie dual use alle infrastrutture strategiche, dall’energia alle biotecnologie. Particolare attenzione sarà rivolta alle piccole imprese a media capitalizzazione (SMC - small-mid cap) che ne costituiscono l’ossatura, sostenendo iniziative mirate a rafforzare la competitività del Paese e a proteggerne il patrimonio tecnologico.
La Fondazione ha una missione di rilevanza strategica nazionale e un collegamento diretto con le Istituzioni, sancito dallo statuto. Quest’ultimo prevede, oltre a un ruolo attivo nei settori tutela -
ti dal Golden Power, un’interazione formale con la Presidenza del Consiglio dei ministri, con i Ministeri e con le Agenzie governative titolari delle funzioni di controllo e indirizzo sui settori strategici. Praexidia riunisce un gruppo di personalità di primo piano provenienti dalle istituzioni, dal mondo dell’impresa, della sicurezza e della ricerca, capaci di coniugare visione strategica, esperienza operativa e relazioni internazionali.
Tra le principali iniziative promosse dalla Fondazione vi è il sostegno alla nascita di un aggregatore industriale quotato dedicato al consolidamento e alla crescita delle imprese italiane ad alto valore strategico. Questo strumento è progettato per acquisire partecipazioni in aziende che operano in segmenti ad elevato contenuto tecnologico, ma frammentati e sottocapitalizzati.
La finalità è quella di aggregare competenze, investire in innovazione e posizionare queste realtà come campioni nazionali ed europei, rafforzandone la presenza nelle filiere globali.
L'OSSERVATORIO
Dalle start up alle grandi aziende, la Camera di commercio di Torino mette in luce un tessuto imprenditoriale dinamico capace di investire in innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e impatto sociale, in base alle risorse e le competenze disponibili
Èstata presentata la nuova edizione dell’Osservatorio sulle imprese innovative del Torinese, realizzata dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino. Analizzate 1.950 imprese del territorio, selezionate sulla base di specifici criteri: aver realizzato depositi brevettuali, aver ricevuto finanziamenti per ricerca e innovazione su bandi competitivi, affiliazione a poli d’innovazione, iscrizione nelle sezioni speciali del Registro Imprese delle start up e PMI innovative, aver raggiunto una significativa dimensione economica (fatturato superiore ai 50 milioni di euro). Nel complesso si tratta di un gruppo di imprese con buona performance economica: crescita media dei ricavi del 7,5% tra il 2021 e il 2023 (escluse le start up), EBITDA in significativo aumento per tutte le classi dimensionali, superiore al 15% tra il 2021 ed il 2023. Obiettivo dell’analisi è approfondire il legame tra queste performance economiche e le strategie e le scelte di investimento in ricerca e innovazione.
Le realtà del torinese puntano sulla crescita strategica
“Abbiamo voluto analizzare un particolare universo di circa 2.000 aziende, che si mostra in salute, con buone performance economiche e in grado di esprimere alti livelli di innovazione indipendentemente dalla dimensione, dal settore o dallo stadio di sviluppo", spiega Massimiliano Cipolletta, presidente della Camera di commercio di Torino. "Alta la spesa in digitalizzazione, diffuso l’impegno in sostenibilità e l’attenzione all’impatto sociale, frequenti le collaborazioni instaurate nella filiera o con il mondo universitario: queste imprese cercano soprattutto finanziamenti e personale qualificato per continuare a crescere”.
“Lo studio mette in evidenza un tessuto industriale con una significativa propensione all’innovazione in differenti ambiti tecnologici", ha evidenziato Giuliana Mattiazzo, vicerettrice Innovazione Scientifica-Tecnologica del Politecnico di Torino. "È rilevante che circa il 50% delle imprese dichiari di aver collaborato per lo sviluppo delle proprie soluzioni innovative con le istituzioni accademiche. Questa collaborazione è fondamentale per garantire le condizioni a livello di ecosistema per una transizione verso modelli di innovazione più radicale ed intensivi di competenze, indispensabili per la competitività internazionale. Per le imprese del territorio, il costo del personale
La tavola rotonda durante la presentazione dell'indagine "Osservatorio sulle imprese innovative del Torinese", realizzata dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino
dedicato all’innovazione rappresenta l’incidenza maggiore delle spese complessive in R&S. In questa prospettiva, lo sviluppo continuo di competenze tecnologiche emerge come fattore chiave. Il Politecnico di Torino da sempre è impegnato nella progettazione di percorsi formativi per supportare l’evoluzione di tali bisogni di competenze sul territorio”.
L’INDAGINE: IMPRESE A CONFRONTO
Analizzando il modello di business, il 70% delle start up offre prevalentemente servizi, mentre il 70% delle medie e grandi imprese è più orientato verso la produzione di beni
Il questionario, somministrato nei primi mesi del 2025, ha raccolto 428 rispondenti con queste caratteristiche: 7,5% grandi imprese, 16% medie imprese, 60,5% piccole e microimprese, 16% start up innovative. Il settore più rappresentato è il manifatturiero (32%), a seguire l’ICT (23%). Tra tutte le imprese
intervistate nel 45% dei casi la presenza in azienda di personale laureato supera il 50%.
Lo studio confronta diverse tipologie di impresa – start up, micro, piccole, medie e grandi imprese – e ha avuto l’obiettivo di monitorare l’evoluzione dell’innovazione tecnologica e organizzativa nelle diverse realtà del territorio. In particolare, l’indagine si è proposta di analizzare i modelli di governance, i processi di digitalizzazione e le strategie di sostenibilità adottate dalle imprese, comprendendone meglio percorsi di innovazione, barriere e fattori abilitanti, evidenziando anche il ruolo delle policy pubbliche e dei finanziamenti.
Per quasi tutti gli aspetti analizzati, si evidenziano percorsi anche molto differenti tra le start up e le medie e grandi imprese.
Analizzando il modello di business, il 70% delle start up offre prevalentemente servizi, mentre il 70% delle medie e grandi imprese è più orientato verso la produzione di beni. Nella definizione del portafoglio clienti, le start up e le micro-imprese mostrano un’elevata dipendenza da pochi clienti (60% del fatturato dipendente da 3 clienti principali), mentre al crescere della dimensione aziendale si evidenzia una maggiore etero -
geneità con più ampie basi della clientela.
La propensione all’export raggiunge il 76% per le medie e grandi imprese, mentre è pari al 35% nelle start up. Tale dato è influenzato dalla presenza nel campione di startup di recente costituzione ancora impegnate nella fase di sviluppo del prodotto.
L'obiettivo resta il miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi
In generale, quasi tutte le imprese rispondenti hanno adottato soluzioni innovative: nel biennio 2023-2024, il 66% ha introdotto innovazioni di prodotto, il 71% ha introdotto innovazioni di processo, poco meno della metà (il 49%) ha investito in R&S. Volendo approfondire i percorsi d’innovazione intrapresi dalle imprese del territorio, i dati evidenziano con chiarezza che per tutte le tipologie di impresa l’obiettivo rilevante è il miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi. Le grandi imprese assegnano particolare rilevanza alla riduzione dei costi e dei tempi di produzione, ma anche alla sostenibilità dei processi e dei prodotti e al miglioramento delle condizioni di lavoro. Le start up considerano centrale, invece, lo sviluppo di prodotti per nuovi mercati, ma sono meno focalizzate su
ATTUALITÀ
innovazioni organizzative o di processo. Per il 55% delle medie e grandi imprese i percorsi di innovazione sono strutturati e capital intensive, ad esempio con l’introduzione di impianti e macchinari. Per il 43% delle start up invece l’innovazione è radicale, dimostrando approcci di natura più esplorativa. Rispetto alla spesa in digitalizzazione, il 13% delle medie e grandi imprese e il 43% delle start up indica una incidenza molto significativa, superiore al 5% del fatturato. La maggior parte delle medie e grandi imprese si attesta tra il 2% ed il 5% del fatturato. Le grandi imprese si confermano le più attive e strutturate su tecnologie digitali e produttive avanzate, in particolare nei sistemi di sicurezza, nei software MES (Manufacturing Execution System), nella robotica e nella gestione dei dati. Le start up, pur con meno infrastruttura, si distinguono per l’uso intensivo di intelligenza artificiale, stampa 3D, IoT e simulazione.
INCLUSIVITÀ E SOSTENIBILITÀ
PER ESSERE COMPETITIVI
Guardando alle azioni condotte per la sostenibilità, ben il 64% delle medie e grandi aziende ha fissato obiettivi volontari; nello
GLI OSTACOLI ALLA CRESCITA: CARENZA DI LIQUIDITÀ E FINANZIAMENTI PUBBLICI
specifico, per la sostenibilità ambientale azioni per favorire la decarbonizzazione, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’auto produzione di energia. Sul piano dell’impatto sociale, le azioni più comuni sono progetti per il miglioramento del welfare aziendale, per l’inclusività e per la misurazione dell’impatto sociale del business. Le start up spiccano nelle pratiche innovative di welfare, mentre le grandi imprese sono maggiormente orientate ad azioni di monitoraggio delle proprie filiere e percorsi di sviluppo professionale.
La composizione della spesa in Ricerca e Sviluppo rivela una forte centralità di risorse interne, a prescindere dalla classe dimensionale. Le start up si distinguono anche per un ricorso più frequente a servizi di R&S esterni. Il 73% delle imprese dichiara collaborazioni con i propri fornitori, seguono società di consulenza (66%) e clienti (65%). Significativo anche il ricorso a collaborazioni con Università (49%) per lo sviluppo di tecnologie, prodotti e servizi innovativi. Inoltre, un gruppo di imprese menziona collaborazioni (circa 30%) per innovazione con altri attori del sistema come poli di innovazione e centri di ricerca e competenza.
Analizzato anche il tema degli ostacoli all’innovazione: il primo elemento che emerge chiaramente è la mancanza di risorse finanziarie, con valori particolarmente elevati tra start up e micro-imprese. A seguire, si segnala la carenza di finanziamenti pubblici, confermando l’importanza di queste misure per le realtà più piccole e in fase di sviluppo. Altri fattori critici riguardano la difficoltà a reperire personale qualificato, e la mancanza di competenze manageriali. Il tema dei finanziamenti è centrale: l’autofinanziamento rappresenta la principale fonte finanziaria per le spese in innovazione, con il rischio di una forte dipendenza dalla dinamica del ciclo economico. Per quanto riguarda l’utilizzo di bandi competitivi, il dato principale che emerge è complessivamente che circa la metà delle imprese ha ottenuto finanziamenti tra il 2021 ed il 2023. In particolare, il 25% delle imprese ha ottenuto finanziamento con fondi da leggi regionali e il 12% con fondi PNRR. Sullo specifico tema della digitalizzazione il 46% delle imprese ha utilizzato misure pubbliche.
OUTLOOK
Nel primo semestre 2025, le operazioni di Merging&Acquisitions
nei servizi industriali calano del 9% a livello globale, ma il valore cresce altrettanto. In Italia i volumi scendono del 28%, eppure Business Service e Manufacturing restano i settori più attrattivi.
Il PwC Global & Italian M&A
Trends in Industrial & Services Midyear ’25 Outlook, è l’analisi che mappa le tendenze al centro delle attività di M&A nel settore dei servizi industriali e dei sotto-comparti Aerospace & Defense, Automotive, Business Services, Engineering & Construction e Industrial Manufacturing. Secondo l’analisi, nel primo semestre del 2025 i volumi globali di operazioni M&A nel settore Industrial & Services sono diminuiti del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre i valori delle transazioni sono aumentati del 9%. L’incremento in valore è trainato principalmente da tre mega deal (operazioni superiori a 5 miliardi di dollari) annunciati negli Stati
Portafogli ottimizzati e tecnologie critiche: il nuovo M&A
Uniti, contro uno solo annunciato nello stesso periodo del 2024. In totale, nel primo semestre del 2025 sono state annunciate 5.442 operazioni a livello globale (vs. 5.988 nel 2024), per un controvalore di circa 171 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 156 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
globali del mercato M&A nei settori industriali e dei servizi
In Italia, i deal annunciati sono stati 189 deals, in calo del 28% rispetto ai 263 annunciati nel primo semestre 2024. I segmenti più attivi in Italia si confermano il Business Service (54 deals) e il Manufacturing (67 deals). Il contesto di incertezza politica e macroeconomica continuerà a influenzare le strategie di M&A nei prossimi mesi. Le aziende più proattive stanno ridefinendo il proprio core business, dismettendo asset non strategici, accelerando gli investimenti in innovazione tecnologica e concentrandosi sulle competenze chiave.
Le strategie di M&A si orienteranno sempre più su operazioni selettive e mirate a ottimizzare il portafoglio prodotti, sostenere la crescita del fatturato e
Tendenze
rafforzare la resilienza rispetto al contesto generale di mercato. In questo scenario, le imprese stanno accelerando l’adozione di tecnologie critiche, rivedendo e ampliando i propri modelli di business e puntando su operazioni che generino valore sostenibile nel lungo periodo.
La tendenza al superamento dei confini tradizionali tra sottosettori riflette la riorganizzazione del panorama attorno a nuovi driver di crescita, dove la capacità di attivare collaborazioni creative e sinergiche tra aziende rappresenta una leva concreta per generare valore, rafforzare la competitività e migliorare la redditività nel lungo periodo. All’interno del settore Industrials & Services (I&S), comparti come Aerospace & Defense (A&D) ed Engineering & Construction (E&C), mostrano un’elevata dinamicità, pur con le prospettive e caratteristiche specifiche.
AEROSPACE & DEFENSE IN RIPRESA
L’attività di M&A nel comparto A&D continuerà a mostrare dinamismo anche nella seconda metà del 2025, spinta da un contesto segnato da crescenti tensioni geopolitiche.
Le multinazionali del settore stanno attivamente riallineando i propri portafogli, dismettendo asset non strategici e reinvesten -
Tendenze del mercato M&A italiano nei settori industriali e dei servizi
Nel 2025 il settore automotive continua ad attraversare un profondo riallineamento strutturale, spinto da una persistente sovraccapacità produttiva e da crescenti pressioni sui costi
do in segmenti ad alta crescita e contenuto tecnologico, con un focus su aree mission-critical come i sistemi di difesa basati sull’Intelligenza Artificiale, le tecnologie per droni e le piattaforme software avanzate.
Sebbene l’aumento dei budget per la difesa negli Stati Uniti, in Europa e in Asia alimenti l’interesse per operazioni di M&A, i vincoli normativi e i temi di sicurezza nazionale influenzano la struttura delle transazioni, soprattutto in mercati come Francia, Italia e Giappone. In Italia, nel primo semestre 2025 si registrano tre operazioni (vs 9 nello stesso periodo del 2024) tra cui spiccano l’acquisizione di General Marine da parte di Sirius Ship Management, di Dema da parte di Adler Aero e di
Logic da parte Investindustrial. La Divisione Defence di Iveco, inoltre, continua a suscitare un forte interesse nel mercato.
AUTOMOTIVE: CRESCITA DELLE OPERAZIONI GRAZIE ALLE TECNOLOGIE DIGITALI
Nel 2025 il settore automotive continua ad attraversare un profondo riallineamento strutturale, spinto da una persistente sovraccapacità produttiva e da crescenti pressioni sui costi. I produttori (OEM) e i fornitori stanno dismettendo asset non strategici per riallocare capitale e concentrarsi sulle priorità chiave, come l’elettrificazione e la trasformazione digitale. L’aumento strutturale dei costi di lungo periodo rende l’efficienza operativa e l’adozione di tecnologie digitali degli elementi centrali nelle strategie aziendali, creando le condizioni per un’intensificazione delle operazioni di M&A e delle ristrutturazioni nei prossimi mesi.
Joint venture ed altre forme di collaborazione sono sempre più comuni in ambiti come la produzione di batterie, software e tecnologie per veicoli a guida autonoma. Alcuni operatori dell’automotive, inoltre, si stanno espandendo in settori
adiacenti, come quello minerario o delle materie prime riciclate, per garantirsi l’accesso a risorse critiche.
Nel mercato italiano dell’automotive si registrano 18 operazioni nel primo semestre 2025 (vs. 20 nello stesso periodo del 2024). Tra le principali rientrano l’acquisizione di EFI Technology da parte di MTA, di Experica da parte di Europart Holdig, di Momo da parte di Univergomma e di O.M.P. Officine Mazzocco Pagnoni da parte di Concentric.
NEL BUSINESS SERVICES
L’ATTIVITÀ
M&A È SOSTENUTA
DAGLI INVESTITORI
Nonostante il rallentamento registrato nei primi mesi del 2025, l’attività di M&A nel settore Business Services è destinata a rimanere solida nel corso dell’anno, sostenuta dall’interesse degli investitori verso settori caratterizzati da flussi di cassa ricorrenti e stabili e da modelli operativi scalabili. I fondi di private equity continuano a puntare su ambiti come contabilità, marketing, ingegneria e servizi IT con l’obiettivo di costruire piattaforme strategiche attraverso il consolidamento di realtà più piccole e specializzate. L’attenzione degli investitori si concentra sui settori considerati critici per la continuità operativa — come i servizi IT, la cybersecurity, la compliance e il GovTech.
Anche le società di recruitment e staffing risultano particolarmente attrattive: la crescente adozione dell’AI per il miglioramento di costi ed efficienza operativa sta trasformando la prospettiva d’investimento in queste realtà in opportunità scalabili e in grado di generare margini più elevati. In Italia, nel primo semestre 2025 si registrano 54 operazioni in ambito Business Services (contro le 86 nello stesso periodo 2024).
ATTUALITÀ
L’ENGINEERING & CONSTRUCTION CONTA SU SEGMENTI AD ALTA INTENSITÀ
DI CAPITALE
Secondo PwC, l’attività di M&A nel settore E&C rimarrà stabile per tutto il 2025, a conferma della resilienza del comparto nonostante l’incertezza macroeconomica globale. Nonostante la volatilità dei tassi d’interesse, l’evoluzione delle politiche tariffarie e la carenza di manodopera influenzino i tempi di realizzazione dei progetti e la gestione dei costi, i segmenti ad alta intensità di capitale, come i data center, continuano ad attrarre un forte interesse da parte degli investitori. Gli investitori strategici e finanziari privilegiano a target con solide connessioni ai mercati infrastrutturali critici, con particolare attenzione alle acquisizioni di piattaforme in grado di supportare una crescita scalabile e incrementale. Nel primo semestre 2025 in Italia si rilevano 44 operazioni (contro le 59 nello stesso periodo del 2024).
INDUSTRIAL MANUFACTURING
MOTORE DELL’M&A
L’innovazione tecnologica si conferma un motore per l’attività di M&A, nei segmenti dell’automazione, robotica e trasformazione digitale
industriale. Crescono gli investimenti in AI e tecnologie avanzate per la produzione, ritenuti strategici dalle aziende per migliorare la propria produttività e competitività su scala internazionale. Gli sforzi nazionali per modernizzare le infrastrutture, garantire la sicurezza energetica danno impulso ad acquisizioni strategiche.
Nonostante il contesto generale sia condizionato da disallineamenti nelle valutazioni, politiche commerciali protezionistiche e pressioni sui costi, l’attività M&A mirata prosegue nei settori dei servizi, delle infrastrutture e dei componenti industriali. Le dismissioni strategiche creano nuove opportunità per il private equity, mentre i processi di due diligence si sono intensificati, con un’attenzione crescente all’esposizione ai dazi e alla resilienza delle catene di fornitura. Una maggiore stabilità dei tassi d’interesse e politiche dei dazi nella seconda metà del 2025 potrebbe rappresentare un impulso decisivo per la fiducia degli investitori e accelerare l’attività di M&A a livello globale. Nel mercato industriale e manifatturiero italiano si registrano 67 operazioni nel primo semestre 2025 (contro le 89 nello stesso periodo del 2024).
L’innovazione tecnologica si conferma un motore per l’attività di M&A, nei segmenti dell’automazione, robotica e trasformazione digitale industriale
SOSTENIBILITÀ
Lo stabilimento Nidec ACIM di Pechino raggiunge la neutralità carbonica
Nidec ACIM conferma il proprio impegno nella sostenibilità. La Business Unit del Gruppo Nidec, con Headquarters a Pordenone, annuncia che lo stabilimento di Pechino ha raggiunto la neutralità carbonica con cinque anni di anticipo rispetto all’obiettivo fissato per il 2030. Un risultato frutto di una strategia articolata, basata su riduzioni mirate e costanti, sull’innovazione tecnologica e su una gestione responsabile delle emissioni residue.
Attivo dal 1995, il campus di Pechino produce compressori per i mercati locali e globali. Lo stabilimento è certificato ISO 50001, a garanzia di una gestione ener-
getica strutturata, favorendo una maggiore consapevolezza lungo tutta la catena di fornitura locale. Negli anni ha progressivamente ridotto il consumo di elettricità e gas naturale, in linea con le politiche nazionali di gestione delle emissioni e diffondendo una cultura dell’efficienza.
Inoltre, il percorso ha incluso un’ampia gamma di progetti, come:
• l’implementazione di compressori ad alta efficienza, con una riduzione del consumo energetico del 34% e un risparmio annuo di oltre 3.000 MWh;
• ottimizzazione del sistema di aria compressa, con abbassamen-
to della pressione e riduzione del consumo energetico del 7%;
• riqualificazione dell’impianto di illuminazione, con un raddoppio della luminosità da 260 a 500 lux e, al contempo, limitando il fabbisogno energetico;
• Passaggio dall’utilizzo del gas naturale al recupero del calore di scarto, con conseguente riduzione significativa degli sostanze inquinanti
• introduzione di sistemi avanzati di verniciatura, che hanno ridotto in maniera significativa le emissioni di metano e migliorato l’efficienza della combustione del gas naturale.
Il percorso non è stato privo di
sfide. Poiché il consumo energetico è legato alla domanda di produzione, quando è stato necessario gestire volumi maggiori, gli sforzi si sono concentrati sul mantenimento della stabilità, ricorrendo a queste misure. Allo stesso tempo, alcune iniziative, come l’introduzione di un nuovo impianto per il trattamento delle acque reflue, hanno temporaneamente incrementato le emissioni, ma hanno generato un valore aggiunto in termini di sicurezza. Bilanciare questi compromessi, scegliere la direzione corretta e agire in modo strategico per colmare i gap si è rivelato un insegnamento fondamentale.
TRATTAMENTI TERMICI
Carbotempra è una azienda di trattamenti termici, con impianti di ultima generazione, dotata di laboratorio per prove metallurgiche e tecnologiche. L’azienda è specializzata nella tempra di acciai per cuscinetti e speciali, nella cementazione gassosa e carbonitrurazione.
Laboratorio metallurgico
Cementazione
Carbonitrurazione
Tempra e rinvenimento
Sottoraffreddamento
Normalizzazione
Ricottura normale e in bianco
Sabbiatura
Via N. Sauro, 12 - 20862 Arcore (MB) Tel. +39 039615545 / +39 0396013244 www.carbotempra.it
MANIFATTURA ADDITIVA
Formnext 2025: prevista una forte presenza italiana
La decima edizione di Formnext coinvolge sempre più settori industriali interessati all'AM, tra questi: l'automotive, il medicale, l'arredo e l'architettura, dove le aziende italiane sono tra le più innovative a livello mondiale. Appuntamento dal 18 al 21 novembre a Francoforte.
Dal 18 al 21 novembre 2025, a Francoforte, si svolgerà Formnext che, al suo 10° anniversario, sta mostrando uno sviluppo solido e promettente, nonostante un contesto politico ed economico incerto. A metà giugno 2025 sono già 623 le imprese provenienti da 36 Paesi iscritte alla principale fiera al mondo dedicata alla manifattura additiva e alla prossima generazione di tecnologie per la produzione industriale intelligente – tra cui più di 30 dall’Italia. Per questo motivo tra gli espositori che si sono già iscritti non c’è solo l’élite
L’agenda
Elmia Subcontractor 11 -13 novembre 2025
Jönköping, Svezia www.elmia.se/en/subcontractor
SPS Norimberga 25 - 27 novembre 2025
Norimberga, Germania www.spsitalia.it/it/visitasps-norimberga
Mecspe Bari 27 - 29 novembre 2025
Bari www.mecspebari.it
mondiale della produzione additiva, ma anche numerose aziende che si sono affermate in altri settori industriali e che vedono nell’industria AM, che ogni anno una crescita a due cifre, un mercato di vendita molto interessante. Il 65% degli espositori finora iscritti proviene dall’estero. Oltre alla Germania e alla Cina, tra i principali Paesi espositori figurano l’Italia, la Spagna, Paese partner di quest’anno, la Francia e il Regno Unito.
Il solido sviluppo di Formnext si basa anche su una risposta positiva da parte di esposi -
tori e visitatori: l’88% degli espositori si è dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto della propria partecipazione a Formnext 2024, come emerge dal sondaggio condotto tra gli espositori.
La manifattura additiva è sempre più utilizzata in molti settori industriali diversi in Italia, tra cui l’industria automobilistica. Ma anche nella tecnologia medica nonché nei settori della gioielleria, dell’architettura, dell’arredamento, della costruzione di yacht e altri, le imprese italiane sono tra le più innovative a livello mondiale. Anche tra
i produttori di sistemi AM le aziende italiane fanno parte dell’élite internazionale.
L’anno scorso Formnext ha introdotto un nuovo modello di assegnazione dei premi con sei diverse categorie. Anche quest’anno Formnext premia, tra l’altro, giovani aziende innovative, idee commerciali sostenibili e tecnologie pionieristiche.
La Spagna è il Paese partner di quest’anno e si presenterà a Formnext 2025 con numerosi espositori innovativi, dando anche importanti impulsi al programma collaterale.
IMTEX Forming 21 - 25 gennaio 2026
Bangalore, India www.imtex.in
SamuExpo 5 - 7 febbraio 2026
Pordenone www.samuexpo.com
Solids 11 - 12 febbraio 2026
Parma www.solids-parma.it
A&T Automation & Testing 11 - 13 febbraio 2026
Torino www.aetevent.com
Fornitore Offresi 19 - 21 febbraio 2026 Erba www.fornitoreoffresi.com
Interzum Forum Italy 4 - 5 giugno 2026 Bergamo www.interzum-forum. it/it/home
35 BI.MU 13 - 16 ottobre 2026 Milano www.bimu.it
Mecspe 4 - 6 marzo 2026 Bologna www.mecspe.com/it
EuroBlech 20 - 23 ottobre 2026 Hannover, Germania www.euroblech.com
FORMAZIONE
NUOVI TALENTI
L'academy sull'automazione che connette industrie e studenti
Iematech e Tinexta Innovation Hub hanno attivato un percorso formativo, in grado di potenziare le competenze tecniche del personale e rafforzare il legame con il mondo scolastico, accademico e il tessuto imprenditoriale del territorio lecchese.
Iematech, azienda lecchese del Gruppo IEMA, realtà attiva nel settore dell’automazione industriale, ha creato la Iematech 4.0 Talent Academy per valorizzare il proprio capitale umano e rafforzare il know-how tecnico interno, oltre che per costruire un legame solido con il sistema educativo e il tessuto industriale del territorio. Il progetto è strutturato in quattro percorsi distinti, potenziamento delle competenze tecniche (Knowledge & Technical Skills), apprendimento e sviluppo (Learning & Development), valorizzazione dell’identità del brand e dei valori aziendali (Brand Identity & Corporate Values), sviluppo di competenze di vendita (Smart Selling Skills). Realizzato con il supporto di Tinexta Innovation Hub (Gruppo Tinexta), il progetto è partito da un’analisi delle competenze interne, con l’obiettivo di definire un piano organico di formazione continua, orientato allo sviluppo professionale e alla valorizzazione del capitale umano.
FORMAZIONE INTERNA ED ESTERNA PER CREARE CONNESSIONI
Cinque figure chiave di Iematech, tra cui la responsabile delle risorse umane e
il direttore finanziario, sono state coinvolte nel programma "Train the trainer", pensato per trasformarle in ambasciatori della cultura aziendale. L’obiettivo è stato quello di trasmettere in modo efficace ai colleghi le competenze core precedentemente mappate. Il programma rappresenta un tassello strategico nei percorsi di inserimento delle nuove figure e nello sviluppo dei talenti all’interno dell’organizzazione. In parallelo, all’intera popolazione aziendale è stata offerta una piattaforma e-learning personalizza -
ta, che offre contenuti sia tecnici sia trasversali, tra cui moduli sull’utilizzo professionale di LinkedIn. Corsi specifici su project management e sui nuovi modelli organizzativi basati sull’intelligenza artificiale sono stati invece erogati in live streaming a un target selezionato di dipendenti.
Tinexta Innovation Hub ha curato la co-progettazione dei percorsi formativi e ha supportato le attività di branding digitale, contribuendo alla creazione dei contenuti per la promozione e il lancio dello Iematech Lab, uno spazio fisico pen -
sato per ospitare iniziative di formazione e sviluppo. L’elemento distintivo del progetto è soprattutto l’apertura dell’Academy verso l’esterno, in particolare verso il mondo scolastico e universitario per creare connessioni strutturate tra formazione e mondo del lavoro sul territorio lecchese.
“Valorizzare le competenze interne non solo accresce la soddisfazione e il coinvolgimento dei dipendenti, ma consente all’azienda di mettere a frutto il proprio capitale umano, generando un impatto concreto sulla crescita e sull’innovazione”, spiega Patrizia Borghi, Business Training Manager di Tinexta Innovation Hub (Gruppo Tinexta).
“Con la Talent Academy abbiamo voluto investire concretamente sul nostro personale, creando un percorso di crescita strutturato e duraturo", commenta Bianca Lodovici, CFO di Iematech. "Crediamo infatti che il know-how tecnico e la valorizzazione del capitale umano siano leve fondamentali per affrontare le sfide del mercato, così come mantenere un forte legame con il territorio e con il mondo della scuola e dell’università crea occasioni proficue di interscambio”.
Il progetto è strutturato in quattro percorsi distinti: potenziamento delle competenze tecniche, apprendimento e sviluppo, valorizzazione dell’identità del brand e dei valori aziendali e sviluppo di competenze di vendita
DISCIPLINE STEM
Networking tra PMI e giovani talenti dell’elettronica
Nell’ambito della dodicesima edizione del NeaPolis Innovation Summer Campus 2025, si è tenuta lo scorso settembre la
do collaborazioni, tirocini e opportunità di inserimento in settori con alta domanda di personale qualificato.
Il NeaPolis Innovation Summer Campus 2025 è stato promosso da STMicroelectronics, dai cinque atenei della Regione
di STMicroelectronics. Uno degli elementi distintivi del Summer Campus è il coinvolgimento degli Student Tutor:
FORMAZIONE
MANIFATTURA AVANZATA
La Gen Z riscopre il fascino dei lavori tecnici
Trend già affermato negli USA, ora in crescita anche in Italia: l’interesse dei giovani per i lavori “blue collar” può rispondere alla carenza di tecnici specializzati nell’industria italiana, in particolare nei settori ad alto potenziale di sviluppo.
In Italia stanno emergendo segnali concreti di una tendenza già consolidata negli Stati Uniti: sempre più giovani della Generazione Z rivalutano i percorsi tecnico-professionali e guardano con interesse alle professioni blue collar, che richiedono competenze pratiche, specialistiche e aggiornate alla trasformazione tecnologica in atto. A trainare questa inversione di rotta sono molteplici fattori: l’avvento dell’AI, l’instabilità economica, la ricerca di un maggior equilibrio vita/ lavoro. La crescente apertura dei giovani verso i percorsi tecnici ad alta specializzazione può certamente rappresentare un’occasione strategica per colmare il divario tra scuola e industria. Nell’era della manifattura avanzata, formare e attrarre nuovi profili tecnici non è solo una priorità educativa ma anche una questione di competitività aziendale.
IL TREND GLOBALE E I PRIMI
SEGNALI ITALIANI
La tendenza, già consolidata negli Stati Uniti, è confermata a livello internazionale da diverse ricerche, tra cui l’indagine condotta a maggio 2025 da ResumeBuilder, piattaforma specializzata nel supporto all’orientamento professionale. Negli Stati Uniti, il 42% dei giovani della Gen Z già lavora o cerca impiego in ambito tecnico-manuale. Tra questi, il 37% è laureato, ma preferisce puntare su stabilità, reddito sostenibile e sicurezza occupazionale. Anche in Italia, questa evoluzione trova riscontro nel mondo della formazione.
“Dal dialogo costante con studenti e docenti, rileviamo un rinnovato interesse per i percorsi tecnici e professionali”, afferma Nicola de Cesare, AD di Gruppo Spaggiari Parma – punto di riferimento nell’E-
ducation Technology. “Non si tratta più di un ‘piano B’, ma di scelte consapevoli, in linea con l’evoluzione del mercato del lavoro”.
UN'OPPORTUNITÀ PER L'INDUSTRIA ITALIANA
La crescente attenzione ai percorsi ITS si intreccia con le esigenze del sistema industriale italiano, che fatica a trovare tecnici specializzati. Secondo Unioncamere, il mismatch tra domanda e offerta è ancora elevato: il 48% delle posizioni aperte non trova candidati, con picchi oltre il 60% nei settori delle costruzioni, della meccatronica, della metallurgia e del legno-arredo. “Uno scenario che impone un ripensamento delle priorità nell’orientamento scolastico”, commenta de Cesare.
Gli ITS Academy offrono una formazione innovativa e altamente specializzata, in grado di rispondere alle necessità concrete del sistema produttivo italiano. Lo conferma il monitoraggio nazionale 2025 condotto da INDIRE su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito: l’84% dei diplomati ITS trova lavoro entro 12 mesi, con un tasso di coerenza tra percorso di studi e occupazione pari al 93%. La formazione è costruita in stretta connessione con il mondo produttivo: quasi tre quarti delle ore sono tenute da docenti provenienti dalle imprese, oltre il 40% del
monte ore è dedicato a stage in azienda e quasi il 70% dei percorsi prevede l’utilizzo di tecnologie abilitanti 4.0, che rappresentano un importante acceleratore di occupabilità. “Il legame con l’industria è diretto e strutturale”, continua de Cesare. “Tuttavia, il numero di iscritti resta contenuto anche a causa di una percezione culturale che fatica a riconoscerne il valore”.
ORIENTAMENTO E FORMAZIONE IN CHIAVE INDUSTRIALE
“I percorsi tecnico-professionali rappresentano oggi una delle risposte più concrete alla domanda di competenza specializzata. Ma per funzionare, serve un orientamento efficace”, spiega Angela Mencarelli, AD di La Fabbrica – Società Benefit del Gruppo Spaggiari Parma. Da qui la mission di WonderWhat, la piattaforma digitale dedicata alla Gen Z che nell’anno scolastico 2024/2025 ha realizzato 16 percorsi PCTO in collaborazione con aziende italiane, coinvolgendo oltre 30.000 studenti in settori chiave, tra cui sostenibilità, automotive ed energia. Sul fronte delle scuole, il progetto Scuola&Territorio di Gruppo Spaggiari Parma supporta gli istituti nella pianificazione delle attività con il mondo industriale e nella creazione di partnership formative tracciabili e durature.
Nell’era della manifattura avanzata, formare e attrarre nuovi profili tecnici non è solo una priorità educativa ma anche una questione di competitività aziendale
RIDUZIONE DEI COSTI
Programma di ricondizionamento per utensili in metallo duro integrale
Insieme ai suoi clienti, Seco, parte del gruppo Sandvik, sta ridefinendo la gestione e l'utilizzo degli utensili da taglio, promuovendo maggiore efficienza e sostenibilità nell'intero ciclo di vita del prodotto. Uno dei contributi chiave è il programma di ricondizionamento di Seco per utensili in metallo duro integrale, che aiuta i clienti a ridurre sia l'impatto ambientale sia i costi degli utensili. Grazie ai nostri servizi di ricondizionamento avanzati, Seco non solo prolunga la durata degli utensili, ma apre anche la strada a una produzione più intelligente, efficiente
e sostenibile.
Tradizionalmente, gli utensili in metallo duro integrale usurati venivano scartati, con conseguenti costi operativi elevati e un maggiore impatto ambientale. Il programma di ricondizionamento di Seco offre un'alternativa convincente: ripristinare la qualità originale degli utensili e prolungarne la durata, garantendo al contempo prestazioni pari a quelle dell'utensile nuovo. Riportando gli utensili alla geometria e al rivestimento originali e prolungandone il ciclo di vita, si riducono significativamente il consumo di materie prime e
l'impatto ambientale, abbassando allo stesso tempo i costi degli utensili da taglio. Seco continua a espandere la propria presenza globale nel ricondizionamento, con capacità complete nelle regioni chiave. Oltre ai servizi di rigenerazione, Seco dispone anche di un proprio programma di riciclo per utensili in metallo duro. Quando gli utensili sono troppo usurati per essere rigenerati, l'azienda li ritira e si assicurache vengano riciclati in modo responsabile per creare nuovi prodotti.
Un elemento chiave nella trasformazione dell'offerta di
utensili in metallo duro integrale di Seco è la tracciabilità digitale, abilitata dai codici Data Matrix. Un codice a matrice inciso al laser consente di tracciare ogni utensile individuale lungo il suo intero ciclo di vita, dalla produzione al ricondizionamento, fino al riciclo.
Inserti negativi a sei taglienti per la testa di sgrossatura
BIG Daishowa, esperto mondiale nella realizzazione di utensili e soluzioni per lavorazioni meccaniche di alta qualità e precisione, propone i suoi inserti negativi ZN brevettati per la testa di sgrossatura SW. Questi inserti innovativi sono progettati e prodotti in esclusiva da BIG Daishowa per la preparazione dei fori da finire con gli utensili di sgrossatura SW, assicurando prestazioni ed efficienza elevati. Gli inserti negativi ZN sono caratterizzati da un design unico a sei taglienti, che raddoppia il numero di taglienti utilizzabili rispetto agli inserti positivi convenzionali. Ciò comporta una significativa riduzione del consumo di materiali, l'aumento della durata degli utensili e minori costi di produzione.
Combinando il taglio sfalsato e il taglio simmetrico, gli inserti ottimizzano l'asportazione di materiale e migliorano l'efficienza produttiva.
Progettati specificamente per essere usati con le cartucce a inserti ZN delle teste di sgrossatura SW, questi inserti sono ideali per la lavorazione di acciaio e ghisa, il che li rende particolarmente adatti ad essere utilizzati nel settore degli stampi e per la lavorazione di pezzi pressofusi e componenti saldati di grandi dimensioni. La testa di sgrossatura SW supporta inserti sia positivi che negativi, consentendo una facile intercambiabilità semplicemente sostituendo la cartuccia. Un unico set di cartucce consente sia la barenatura sfalsata che
quella bilanciata invertendo la cartuccia, assicurando automaticamente l'altezza corretta. Grazie al design brevettato da BIG Daishowa, l'inserto negativo mantiene lo stesso angolo di attacco, offrendo prestazioni di taglio pari o superiori a quelle degli inserti positivi. Inoltre, gli inserti ZN garantiscono una maggiore durata dell'utensile, riducendo ulteriormente i costi della lavorazione.
La testa di sgrossatura SW è progettata per essere facile da configurare e regolare, e fornisce un'elevata velocità di asportazione del materiale. La sua struttura rigida assicura il collegamento sicuro tra il corpo e la cartuccia grazie a scanalature profonde rettificate con precisione, che migliorano la
stabilità durante la lavorazione. I nuovi inserti negativi ZN sono disponibili in due misure, ZN05 e ZN08, e sono compatibili con le teste di sgrossatura SW con diametro compreso tra 20 mm e 203 mm.
STAMPI E PEZZI PRESSOFUSI
Testa di sgrossatura SW
Solid End Mill
CASE HISTORY
Hoffmann Group supera il concetto di distribuzione automatica per abbracciare quello di una gestione strutturata e ottimale delle scorte tramite l’Inventory Management. Un passo obbligato per ridurre gli sprechi e aumentare la produttività. Il caso Rheinmetall.
In un contesto produttivo sempre più orientato all’efficienza e alla riduzione degli sprechi, saper gestire le scorte in modo strutturato e ottimale è diventato un fattore competitivo determinante. Utensili mancanti, acquisti duplicati, materiali dimenticati o persi: questi non sono semplici episodi, ma sintomi di una gestione inefficiente che si traduce in fermi macchina, costi inutili e perdita di produttività. È qui che entra in gioco Hoffmann Group che, grazie alla propria competenza nell’ambito della produzione industriale e logistica di reparto, ha sviluppato una soluzione che va oltre la semplice distribuzione automatica, proponendo un sistema completo di inventory management per la gestione intelligente delle scorte.
DALLE VENDING MACHINE ALL'AUTOMAZIONE
L’installazione di una vending machine non assicura necessariamente la risoluzione dei problemi legati alla gestione delle scorte. Le macchine sono solo uno strumento: la vera innovazione è nei servizi che le trasfor-
Inventory Management per la gestione intelligente delle scorte
Il sistema di distribuzione automatica
GARANT Tool24 comprende distributori a cella singola, cassettiere, armadi verticali e locker ed è perfettamente integrabile in una strategia di inventory management
mano in soluzioni intelligenti. È proprio questa l’innovazione che Hoffmann Group introduce con le soluzioni di distribuzione automatica GARANT Tool24. Non si tratta solo di distribuire materiali in modo automatico, ma di costruire un modello di Inventory Management strategico, dove ogni prelievo è tracciato, ogni accesso è controllato e ogni riordino è basato su dati reali. In questo modo, l’azienda elimina l’eccesso di scorte, riduce il capitale immobilizzato e aumenta la produttività, perché tutto ciò che serve è sempre disponibile, nel momento giusto e nel posto giusto. Questa automazione, unita a una consulenza su misura, consente alle aziende di strutturare una gestione predittiva e otti -
mizzata delle risorse. “Il risultato è una sorta di magazzino invisibile – spiega Marco Benedini, Vending Solutions Consultant di Hoffmann Italia – che lavora senza richiedere attenzione continua, liberando buyer e operatori da compiti a basso valore aggiunto”.
I VANTAGGI CONCRETI DI UN SISTEMA EVOLUTO DI GESTIONE DELLE SCORTE
Implementare un sistema di distribuzione come GARANT Tool24 significa introdurre nella propria produzione benefici concreti e misurabili. Prima di tutto, si riducono sensibilmente i costi legati alle scorte: meno articoli fermi in magazzino, meno capitale immobilizzato e acquisti decisamente più mirati. Allo
stesso tempo, si eliminano gli sprechi, grazie a un controllo costante che evita ordini duplicati o materiali dimenticati sugli scaffali, a vantaggio anche delle politiche ESG e in particolare della sostenibilità.
Uno dei punti di forza è la tracciabilità completa: ogni prelievo è registrato e assegnato a un operatore specifico, garantendo quindi la massima trasparenza nell’uso delle risorse. Questo si traduce in un monitoraggio più efficace dei consumi, garantendo che gli utensili siano sempre disponibili nel posto giusto, esattamente quando servono davvero.
Ne beneficia anche la produttività degli operatori, che non devono più perdere tempo a cercare strumenti mancanti o segnalare anomalie. Il tutto è coordinato da un sistema centralizzato, che offre dati dettagliati, analisi dei consumi e una gestione semplificata degli approvvigionamenti.
Infine, GARANT Tool24 è una soluzione flessibile: modulare e scalabile, spazia dai distributori a cella singola alle cassettiere, dagli armadi verticali ai locker, in configurazioni standard oppure personalizzabili. È in grado di
adattarsi perfettamente alle esigenze specifiche di ogni reparto o processo produttivo ed è possibile anche usufruire del servizio di refill per ricaricare le macchine senza impegnare ulteriore personale, da impiegare piuttosto in attività a più alto valore aggiunto.
In definitiva, l’Inventory Management secondo Hoffmann Group rappresenta un vero acceleratore di efficienza e produttività per le aziende.
UN SISTEMA SU MISURA PER OGNI AZIENDA
Il valore aggiunto di Hoffmann Group risiede anche nella capacità di personalizzazione. Ogni progetto inizia con un’analisi dettagliata dei fabbisogni, dei flussi operativi e delle criticità logistiche del cliente. Solo così è possibile configurare una soluzione realmente efficace: dalla tipologia di prodotti da gestire al layout dei cassetti, fino all’integrazione con i sistemi gestionali aziendali.
“Con GARANT Tool24 e la nostra concezione di Inventory Management, non si tratta solamente di distribuire utensili, DPI o altre attrezzature", spiega
Benedini. "Si tratta di portare intelligenza nei processi, eliminare inefficienze e creare un ambiente produttivo più fluido, controllato e sicuro".
IL CASO RHEINMETALL: PROCESSI ANCORA PIÙ
LEAN CON I SISTEMI DI DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
GARANT TOOL24
Il sistema di distribuzione automatica GARANT Tool24 è modulare, scalabile e altamente personalizzabile
Rheinmetall Italia, parte del Gruppo Rheinmetall, punto di riferimento globale nei settori difesa e aerospazio, è un’azienda ad alta specializzazione, attiva anche nella progettazione, nello sviluppo e produzione di sistemi di difesa aerea e sistemi radar, campi in cui precisione, organizzazione e controllo sono requisiti imprescindibili.
I distributori automatici a cella singola GARANT Tool24 sono ideali per la gestione di utensili e DPI
In un contesto produttivo in crescita e sempre più strutturato, Rheinmetall ha da tempo avviato un percorso di innovazione ispirato ai principi della lean production, con l’obiettivo di ottimizzare i flussi di lavoro, ridurre gli sprechi e valorizzare le competenze interne. È in quest’ottica che si è sviluppata la partnership con Hoffmann Group per l’implementazione del sistema di distribuzione automatica GARANT Tool24.
La necessità di rinnovare i sistemi di gestione di strumenti, anche
costosi e specializzati, è nata nell’ambito di questo percorso e dalla volontà di superare criticità come la difficoltà di monitorare gli strumenti in uso e i lunghi tempi di ricerca delle attrezzature da parte degli operatori. “La crescita dell’azienda ha reso necessaria una gestione degli strumenti innovativa, diversa dai classici armadi e cassettiere, che permettesse una tracciabilità molto più strutturata”, racconta Andrea Cestra, Operations Excellence Manager di Rheinmetall Italia. “Possiamo riassumere i vantaggi di GARANT Tool24 in migliore reperibilità dei materiali, completa tracciabilità, catalogo dettagliato e gestione digitale”.
REPERIBILITÀ E TRACCIABILITÀ, SENZA SPRECHI DI TEMPO E RISORSE
Oggi, Rheinmetall Italia gestisce più di 300 tra strumenti e attrezzature con GARANT Tool24, a beneficio di oltre 30 operatori attivi nei reparti montaggio elettrico e montaggio gruppi, settori chiave per l’integrazione finale di sistemi complessi. Il sistema sviluppato da Hoffmann Group ha contribuito a semplificare l’operatività quotidiana e ridotto i tempi di ricerca dei materiali, ora organizzati in un unico luogo. Non
Il sistema di distribuzione automatica GARANT Tool24 consente una piena tracciabilità e gestione digitale e centralizzata
solo, GARANT Tool24 consente agli operatori di prelevare solo i materiali necessari a cui sono abilitati, assicurando la tracciabilità in tempo reale, rendendo sempre possibile sapere chi ha prelevato cosa e quando.
“Ogni operatore ha il proprio badge e può prelevare solo gli strumenti per cui è stato formato” – spiega Cristian Ciambellari, montatore meccanico e referente di reparto per GARANT Tool24.
Il sistema di distribuzione automatica GARANT Tool24 si inserisce con coerenza nella cultura di Rheinmetall Italia, orientata alla metodologia delle 5S e ai princìpi della lean production. “Tool24 ci aiuta moltissimo nella seconda, terza e quarta S: mettere in ordine, tenere pulito e standardizzare”, spiega Cestra.
Inoltre, l’azienda ha coinvolto i referenti di reparto e gli operatori fin da subito attraverso sessioni formative sull’utilizzo di GARANT Tool24.
UNA CONSULENZA SU MISURA E PERSONALIZZATA
Alla riuscita dell’intero progetto ha contribuito anche la consulenza offerta da Hoffmann Group e la capacità di realizzare alcune importanti personalizzazioni, come le dimensioni dei cassetti adattate agli strumenti in uso
e l’estetica del sistema allineata alla brand identity di Rheinmetall. “Ci siamo rapportati direttamente con Giuseppe Di Lorenzo, Vending Solutions Consultant di Hoffmann Italia. È stato sempre competente, puntuale e disponibile, anche da remoto”, spiega Cestra.
UN AMBIENTE PIÙ ORDINATO, PRODUTTIVO E ATTRATTIVO
Un aspetto tutt’altro che secondario è rappresentato dal miglioramento dell’ambiente di lavoro. Rheinmetall Italia sta investendo, infatti, anche in spazi moderni e accoglienti, capaci di valorizzare le persone. GARANT Tool24, grazie a un design pulito e funzionale, ha soddisfatto perfettamente questa visione.
Con GARANT Tool24, Rheinmetall ha ottenuto una gestione più strutturata degli strumenti di lavoro, secondo i principi del metodo 5S e della lean production
“Anche l’estetica conta. Lavorare in un ambiente moderno motiva di più. Inoltre, durante le visite di clienti e fornitori, è un plus", afferma Ciambellari. "Mostrare un sistema di gestione così avanzato testimonia concretamente l’innovazione che stiamo perseguendo”.
GARANT Tool24 ha infine un impatto positivo anche sulla fidelizzazione del personale.
ARMADIO COMPATTO
Un “bodyguard” per i data center industriali
Mentre i data center tradizionali si trovano in sale sicure o altri ambienti protetti, il loro impiego diretto in ambienti industriali rappresenta una vera sfida. I mini data center, utilizzati in applicazioni decentralizzate, sono esposti a influenze gravose come calore, polvere o umidità. Per proteggere server e switch sensibili, nel settore industriale si sono già affermate soluzioni con armadi robusti che offrono un elevato grado di protezione, tecnologia di installazione 19" e numerose opzioni
MECCANICA
per la gestione del clima. Rittal ha perfezionato il suo armadio compatto AX per rispondere esattamente a queste esigenze. Con il nuovo AX IT Nano DC, è ora possibile installare diversi server in verticale per risparmiare spazio e farli operare in sicurezza, in conformità con standard industriali rigorosi come l’IP56. Grazie al telaio girevole 19" integrato, l’installazione e l’accesso ai server risultano facili, nonostante il design compatto. L’armadio compatto è dotato di serie di un ventilatore-
filtro montato sulla porta, per garantire un ambiente ottimale per server e switch. Qualora fosse necessario dissipare carichi termici più elevati, possono essere integrati, su richiesta, anche altri sistemi di raffreddamento della vasta gamma Rittal. Due serrature AX di sicurezza bloccabili posizionate nella parte superiore e inferiore della porta, assicurano la massima protezione contro accessi non autorizzati. Rittal AX IT Nano DC è disponibile in versione a parete o da pavimento, con
due dimensioni: 600 x 800 x 400 mm e 600 x 1000 x 400 mm (L x A x P).
Piedini con vite cava per macchine di grandi dimensioni
Con i nuovi piedini per macchine con vite cava, Norelem amplia la sua gamma con una soluzione performante per le macchine e gli impianti di grandi dimensioni, la robotica e l’automazione. Con un sistema completo o singoli componenti, gli elementi a combinazione personalizzata convincono per l’elevata capacità di carico e la grande flessibilità. I piedini servono principalmente a stabilizzare le macchine e ottimizzarne il posizionamento. Compensano le irregolarità della pavimentazione, smorzano le vibrazioni e distribuiscono uniformemente il carico, garantendo una perfetta stabilità della macchina e una riduzione del rumore e delle vibrazioni. Tutto questo porta a un miglioramento
delle condizioni di lavoro e a lungo termine contribuisce a proteggere la pavimentazione e la macchina prolungandone la durata utile.
Norelem completa la sua gamma con una nuova serie di robusti piedini con vite cava sviluppati per macchine e impianti di grandi dimensioni, in particolare nei settori della robotica e dell’automazione.
La nuova serie comprende complessivamente quattro famiglie di prodotti:
• Piedini regolabili con vite cava
• Viti cave per piedini regolabili in acciaio nelle lunghezze 85, 95 e 170 mm (zincati o fosfatati neri)
• Supporti piani per piedini regolabili in acciaio nei diametri 100, 120 e 150 mm (verni-
ciati gialli o fosfatati neri)
• Dadi esagonali simili a DIN 934
La vite cava consente un ancoraggio stabile al suolo, ideale per i carichi dinamici. La filettatura fine permette un livellamento estremamente preciso, anche su superfici irregolari o con pendenze fino a 3°. La capacità di carico fino a 60 kN (M24x2) e 90 kN (M36x2) rende questi piedini particolarmente adatti per gli impianti pesanti.
I clienti possono acquistare il piedino come unità completa o in singoli elementi: supporto piano, vite cava con esagono esterno e dado adatto. Il supporto piano e la vite non sono fissati tra loro, il che consente un’ulteriore flessibilità durante il montaggio.
Norelem aiuta i progettisti e gli ingegneri del settore meccanico e impiantistico a raggiungere i loro obiettivi con componenti standardizzati. È possibile trovare la giusta opzione per ogni soluzione di progettazione tra gli oltre 130.000 componenti normalizzati e organi di comando disponibili nello shop online.
La vite cava consente un ancoraggio stabile al suolo. Foto Norelem
INTERVISTA
Mollificio Lombardo prosegue la sua espansione ed esplora nuove applicazioni e settori, come il cosmetico e il salvavita, attraverso una costante attenzione al cliente e la capacità di adattamento a esigenze diverse.
di Simone Ghioldi ed Eva De Vecchis
Il comparto cosmetico italiano continua a rappresentare un’eccellenza del nostro sistema manifatturiero, mostrando una forte capacità di resilienza e competitività, anche a livello internazionale. Secondo l’indagine congiunturale di Cosmetica Italia, il 2025 conferma le previsioni di inizio anno: i dazi restano un tema centrale, ma il settore gode di un clima di fiducia che si riflette sia sulla produzione che sui consumi.
La crescita dell’export ne è la prova più evidente: nella prima metà dell’anno le esportazioni
verso l’area Merco
Cosmetica e settori esigenti: ecco “le molle” per continuare a crescere
so periodo del 2024, contro una media di crescita quinquennale di poco superiore al 4%. L’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Mercosur apre quindi nuove prospettive per l’industria cosmetica italiana, soprattutto per le imprese più dinamiche. Proprio in questo scenario si inserisce Mollificio Lombardo, azienda che negli ultimi anni ha saputo diversificare con successo le proprie attività, cogliendo opportunità in settori complessi e in forte evoluzione. Abbiamo intervistato Emilio Longoni, Amministratore Delegato dell'azienda bergamasca, per comprendere come il mondo della cosmetica sia diventato una nuova area di sviluppo e quali siano le prospettive future.
Emilio Longoni, avete recentemente rilevato un nuovo cliente nel settore cosmetico, può dirci di più?
"Si tratta di un’azienda di packaging cosmetico situata a poca distanza dalla nostra sede, nella Bergamasca, che ha avuto l’esigenza di integrare
Emilio Longoni, Amministratore
molle nelle proprie soluzioni tecnologiche. Questo ci ha portati ad avviare una collaborazione: per noi è il primo cliente specializzato in cosmetica, un settore dalle forti potenzialità. Si tratta infatti di un segmento che ha registrato un importante impulso dopo la pandemia, soprattutto grazie all’ingresso della cosmetica anche nel canale farmaceutico. Da qui la nostra scelta: esplorare nuove applicazioni e mercati, come facciamo abitualmente".
Le aziende cosmetiche vi richiedono anche molle di dimensioni molto ridotte?
"Certamente. Noi già produciamo molle di piccolissime dimensioni, utilizzate per lo più in settori come il medicale, l’alimentare e l’ortodontico. Parliamo, ad esempio, di misure quali 0,14 o 0,25 millimetri. Si tratta di mercati altamente specializzati, con esigenze molto specifiche in termini di materiali e standard di qualità".
Quali prospettive vede Mollificio Lombardo per il suo futuro nel settore cosmetico?
"Il cosmetico è oggi uno dei comparti più dinamici e promettenti del made in Italy. I dati di Cosmetica Italia parlano chiaro: nel 2025 l’export crescerà di ulteriori 7 punti percentuali, raggiungendo un valore complessivo di 8,5 miliardi di euro. Noi voglia-
mo essere parte di questa crescita, mettendo a disposizione il nostro know-how tecnico e la capacità di innovare. Il futuro ci vede orientati a consolidare la nostra presenza, sviluppando collaborazioni di lungo periodo e contribuendo alla competitività dell’industria cosmetica italiana sui mercati internazionali".
State investendo anche nel settore del salvavita. Cosa può dirci al riguardo?
"Sì, stiamo entrando in questo comparto con soluzioni destinate ai sistemi di sicurezza montati sui tetti delle abitazioni. In Italia molte strutture non sono a norma e, per la manutenzione, è necessario installare linee salvavita: in questo caso, le molle hanno un ruolo fondamentale nel’ammortizzare eventuali cadute degli operatori. Abbiamo già avviato collaborazioni con realtà industriali e stiamo ampliando la nostra presenza in questo mercato, che consideriamo molto promettente".
In che modo supportate i clienti dal punto di vista tecnico?
"Mettiamo a disposizione un ufficio tecnico interno. Ogni volta che riceviamo il disegno di un prodotto, effettuiamo un’analisi di fattibilità e
una valutazione dei rischi produttivi, per anticipare eventuali difetti sia in fase di lavorazione interna di prototipi che in fase di industrializzazione. Questo approccio consente di garantire affidabilità e qualità sin dalle prime fasi dello sviluppo".
Mollificio Lombardo è ormai attiva in diversi settori, dal medicale al cosmetico, passando per l’alimentare. Qual è la chiave di questa versatilità?
"La nostra forza risiede nella capacità di adattarci rapidamente alle esigenze dei clienti. Collaboriamo con multinazionali che richiedono standard elevatissimi, non solo sul prodotto ma anche in termini di sostenibilità. Per questo utilizziamo esclusivamente energia verde, garantiamo la tracciabilità dei prodotti e un’impronta carbonica molto bassa.
Pur non essendo un’azienda di grandi dimensioni, Mollificio Lombardo è in grado di rispondere a necessità complesse di realtà industriali strutturate. Il nostro valore aggiunto rimane però il rapporto diretto con i clienti: ci consideriamo una famiglia di imprenditori e collaboratori uniti, pronti ad affrontare nuove sfide con coesione e flessibilità".
"La nostra forza risiede nella capacità di adattarci rapidamente alle esigenze dei clienti. Collaboriamo con multinazionali che richiedono standard elevatissimi, non solo sul prodotto ma anche in termini di sostenibilità"
La sede di Mollificio
Lombardo a Carvico (BG)
GESTIONE DEI FLUIDI
Johnson-Fluiten e Kadant consolidano la propria collaborazione per offrire soluzioni al passo con le nuove esigenze del mercato, capaci di assicurare affidabilità operativa e prestazioni superiori.
Nel settore delle soluzioni per la gestione dei fluidi, i nomi di Johnson-Fluiten e Kadant sono ben conosciuti e associati a componenti affidabili, duraturi, versatili e performanti. La loro efficienza è apprezzata da industrie di processo in molteplici mercati, dalle macchine utensili all’alimentare, dalla carta alla plastica. In tutto il mondo. Nei decenni che hanno visto la partnership tra Kadant e Johnson-Fluiten crescere e consolidarsi, le caratteristiche qualitative e prestazionali dei prodotti potevano bastare a garantirne il successo: le prospettive attuali si evolvono però nella direzione di un livellamento verso l’alto. Distinguersi dai competitor richiede di compiere un ulteriore passo in avanti. In tutti i segmenti dell’industria, e in particolare nel settore delle macchine utensili, l’accentuazione delle dinamiche concorrenziali fa sì che i produttori non cerchino più solo un fornitore di componenti efficiente, ma un partner che sappia ascoltare, recepire le loro esigenze e aiutarli a risolvere le diverse problematiche che di volta in volta si pongono nella loro attività. Quali strategie utilizzano le aziende industriali per ricoprire nel migliore dei modi questo nuovo ruolo che il mercato ha
Una partnership all'altezza delle richieste più esigenti
creato per loro? Ne parla Victor Caronni, responsabile marketing di Johnson-Fluiten e Kadant Johnson Europe B.V.
Quali aspetti sono indispensabili per competere oggi nel settore della componentistica? "Il mercato oggi considera molte cose come scontate; tutti gli utilizzatori si aspettano, anzi “pretendono” che il prodotto funzioni e performi al massimo: chi non può offrire queste garanzie ha ben poche speranze di sopravvivere nell’arena competitiva. Occorre andare oltre la qualità tecnica: il cliente richiede un servizio all’altezza. E per poter fornire un servizio migliore si deve iniziare con l’ascolto delle sue esigenze, dall’analisi dei suoi “pain ponts”, e tradurre questo in azioni concrete per affrontarli.
In particolare, le macchine utensili, presentano condizioni operative particolarmente gravose, e i giunti rotanti Johnson-Fluiten sono in grado di garantire performance ai massimi livelli. Però, per evitare guasti al sistema, è fondamentale che il montaggio
Victor Caronni, responsabile marketing di Johnson-Fluiten e Kadant Johnson Europe B.V.
del componente sia corretto.
Per quanto il montaggio esuli dalla sfera di controllo del fornitore, e quindi in teoria anche dalle sue responsabilità, Johnson-Fluiten ha tutto l’interesse ad avere clienti soddisfatti: per questo abbiamo creato una serie di strumenti per ottimizzare l’assistenza nella scelta, nel montaggio e nella manutenzione".
Come capire quali sono i problemi che richiedono attenzione?
"Faccio un esempio concreto; nelle macchine utensili una lubrorefrigerazione non ottimale è sicuramente fonte di inefficienza e cali della performance. Nei casi in cui si verificano problemi, è pressoché sistematico che si rivelino essere dovuti a errori non imputabili al prodotto. Naturalmente i nostri tecnici si attivano subito quando un cliente segnala anomalie di funzionamento, ma i nostri interventi hanno quasi sempre un esito che non sorprende: riscontriamo spesso problematiche nel modo in cui i giunti rotanti sono stati montati.
E gli errori più frequenti nel montaggio sono:
• Il mancato rispetto della sequenza d montaggio;
• I vincoli meccanici che ostacolano il movimento del giunto rotante.
Per ovviare a questo problema abbiamo creato un dettagliato video 3D con istruzioni di montaggio passo-passo, dedicato specificatamente ai giunti rotanti Serie G, progettati per il settore delle macchine utensili.
Il video guida visivamente i tecnici attraverso la procedura, affrontando complessità spesso trascurate nei manuali tradizionali. Ad esempio, illustra gli strumenti
adatti per montare il giunto e gli accessori per gestire correttamente gli eventuali vincoli meccanici, dall’utilizzo di tubazioni flessibili alla loro lunghezza e disposizione ottimale.
Un giunto montato correttamente, massimizza l’efficienza del processo, dura di più grazie alla riduzione dell’usura meccanica e abbatte i tempi di fermo macchina dovuti all’esigenza di effettuare riparazioni".
Quali sono le principali esigenze di chi si occupa di manutenzione e gestione dei componenti?
"Per la manutenzione le esigenze fondamentali sono la rapidità e l’efficienza: la riparazione deve avvenire in tempi brevi e riportare il macchinario a un funzionamento perfetto. Per questo è fondamentale accedere rapidamente alle informazioni necessarie per procedere all’intervento. Per affrontare questa sfida, Johnson-Fluiten ha introdotto una soluzione che è già molto apprezzata da tecnici, manutentori, ma anche dai responsabili degli acquisti: tutti i giunti rotanti possiedono un QR code attivo, inciso a laser sul corpo del componente. Questo permette un rapido accesso a tutte le informazioni che servono per la riparazione o la sostituzione del giunto. Questo strumento semplifica enormemente il lavoro di chi si occupa di manutenzione, riducendo i tempi di intervento e aumentando l’efficienza operativa dato che, oltre alle informazioni, si dà la possibilità di richiedere l’offerta per il materiale necessario. Direttamente sul campo, con il cellulare, con pochi click. Una volta che questa è ricevuta dai colleghi, la gestione della pratica e l’iter di consegna sono enormemente semplificate, e quindi molto rapide.
Giunti rotanti QR 1
Test giunti rotanti
Per molti giunti rotanti, le consegne avvengono quindi in tempi molto rapidi, spesso inferiori alle 24 ore dalla conferma, e difficilmente eguagliabili dalla maggior parte dei nostri concorrenti".
Qual è l’impegno di JohnsonFluiten per garantire la qualità dei giunti rotanti?
"L’aspetto dei controlli qualitativi è fondamentale per mantenere la nostra posizione sul mercato: non possiamo permettere che dai nostri magazzini escano prodotti difettosi o non conformi alle aspettative dei clienti. Per questo ogni singolo giunto della serie
G viene testato individualmente prima della consegna, con un protocollo molto rigido: il test viene eseguito su un banco prova progettato appositamente per ricreare le condizioni reali di un utilizzo intensivo. Il fluido viene immesso nel giunto rotante a una pressione di 10 bar per verificare l’integrità della tenuta, mentre l’elettromandrino gira a una velocità di 10.000 rpm riproducendo condizioni operative reali. Dopo il collaudo il giunto viene sottoposto a ulteriori controlli con aria compressa per la verifica delle tenute".
Quale altra iniziativa è in fase di sviluppo per migliorare l’esperienza dei clienti?
"L’ascolto del cliente e l’analisi delle sue necessità sono un nostro punto di forza che chiaramente deve avere come logico seguito la risoluzione dei problemi reali: per questo creiamo contenuti utili in tal senso. Abbiamo parlato della creazione di video e dei contenuti informativi accessibili con il QR code; ma queste attività fanno parte di un progetto più ampio di sviluppo di contenuti utili e mirati per tutti gli utilizzatori dei nostri giunti, che comprende articoli con case
COMPONENTI
histories, suggerimenti tecnici e guide per prevenire problemi nella gestione dei fluidi. Ed è interessante sottolineare che la loro realizzazione coinvolge anche i colleghi europei di Kadant Johnson Europe BV. L’obiettivo condiviso è quello di sviluppare strumenti e contenuti che possano essere utili a tutta la rete internazionale di clienti e partner. Ogni video, ogni guida tecnica o miglioramento dei processi nasce con l’intento di creare valore trasversale, supportando concretamente gli operatori ovunque si trovino. In questo modo, l’expertise maturata da Johnson-Fluiten si traduce in un beneficio reale per tutti i mercati in cui operano. Inoltre, nell'ottica di migliorare l'esperienza dei clienti, stiamo sviluppando un progetto innovativo che porterà alla creazione di una nuova piattaforma web integrata con le nostre attività aziendali globali. Questa soluzione permetterà una gestione ottimizzata delle richieste, risposte ancor più rapide e una maggiore com -
pletezza del catalogo prodotti, migliorando significativamente il servizio offerto. Allo stesso tempo, consentirà di snellire e velocizzare le procedure interne, assicurando un reale vantaggio competitivo e benefici concreti per tutti gli utenti".
In che modo l'azienda supporta i clienti oltre alla fornitura del prodotto?
"Il nostro obiettivo è che, pensando a Johnson-Fluiten, si pensi subito alla qualità a 360°. Sia del servizio pre- e post-vendita che viene fornito dai nostri commerciali, sia dal personale tecnico quando si tratta di trovare soluzioni per risolvere problemi su applicazioni speciali. Per noi, vendere un prodotto non basta.Le attività di marketing che abbiamo presentato sono solo due esempi di come ci impegniamo a essere più vicini ai nostri clienti, offrendo loro non solo componenti di alta qualità, ma anche strumenti e soluzioni pratiche per il loro lavoro quotidiano".
OTTIMIZZAZIONE
PRODUTTIVA
Dal nuovo hub aziendale al master Teknè 5.0: SIA investe in tecnologie flessibili, innovazione continua e formazione specializzata per semplificare i processi in officina e generare benefici immediati.
C’è un punto, nel cuore di ogni linea produttiva, in cui tutto converge, quel punto è il fine linea. È qui che il valore creato da processi complessi trova la sua forma finale, e dove efficienza, qualità e sostenibilità devono convivere.
Per SIA – Smart Industrial Automation il fine linea non è mai stato solo la fine di un processo, ma un’area strategica in cui ripensare l’automazione industriale in chiave “umana”, intelligente e sostenibile. “Qui il tempo diventa Valore, ed ogni dettaglio può fare la differenza tra produttività e spreco”.
UNA CRESCITA CHE PARTE DALLE PERSONE
Negli ultimi due anni l’azienda emiliana ha intrapreso un percorso di evoluzione profondo, fatto di investimenti in ricerca,
SIA e il nuovo paradigma del fine linea produttivo
formazione e innovazione, ma anche in spazi e relazioni. L’approccio mette al centro le persone, le competenze e la capacità di costruire soluzioni realmente utili alle aziende manifatturiere.
L’azienda oggi sta completando una nuova sede nei pressi di Maranello, uno spazio pensato
per accogliere clienti, fornitori e partner in un contesto familiare, aperto e collaborativo.
Si tratterà di una sezione staccata dalle aree produttive, ma qui ci si concentrerà sullo sviluppo di nuove soluzioni, e si condividerà conoscenza.
La struttura ospiterà infatti uno
Alberto Cantalù (co-founder di SIA) durante il Master Teknè
La filosofia di SIA: offrire tecnologie pronte, flessibili e intelligenti, pensate per semplificare la vita in officina e rendere il fine linea un assoluto vantaggio competitivo, non più un punto critico
L'ingresso del nuovo hub aziendale
spazio dedicato alla formazione tecnica per gli agenti e i collaboratori, con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’automazione intelligente e sostenibile di un fine linea produttivo eccellente,
Il "caso pratico"
funzionale e sostenibile.
“È un luogo vivo, pensato per chi crede che l’innovazione nasca dalle persone e dalle relazioni, prima ancora che dalle macchine”.
Un’analisi condotta nel comparto della manifattura avanzata mette a confronto due approcci differenti all’automazione del fine linea: da una parte, quello di una startup specializzata in soluzioni modulari, lean e sostenibili; dall’altra, quello di grandi aziende che privilegiano investimenti più consistenti, orientati alla robotizzazione totale.
Nel contesto produttivo contemporaneo, l’automazione dei processi finali – il cosiddetto “fine linea” –rappresenta uno dei passaggi più strategici per incrementare efficienza, qualità e sostenibilità.
In quest’area si gioca una parte rilevante della competitività industriale.
Negli ultimi anni si stanno affermando soluzioni modulari, scalabili e plug&play, progettate per essere operative da subito, senza richiedere modifiche strutturali agli impianti e senza alterare la logistica esistente.
L’obiettivo è ottenere ritorni concreti e rapidi in termini di produttività, ergonomia, riduzione degli scarti e risparmio energetico.
Nonostante ciò, questo approccio non è sempre compreso o accolto dalle grandi imprese manifatturiere, che spesso preferiscono strategie di automazione radicale e totalizzante, talvolta più per visione strategica che per reale fattibilità a breve-medio termine.
L'ANALISI IMPARZIALE DEL
CONTESTO
Cosa fa bene SIA:
• Propone un approccio realistico e graduale all’automazione, perfettamente in linea con i principi di Industria 5.0: centralità dell’uomo, sostenibilità, flessibilità.
• Offre soluzioni modulari, riutilizzabili e a basso impatto che non richiedono modifiche strutturali alle macchine esistenti.
• Il sistema ASTUTA e l’evoluzione DIANA rappresentano tecnologie di transizione, perfette per aziende che vogliono iniziare ad automatizzare il fine linea senza bloccare la produzione, senza stravolgere layout o impiegare budget milionari.
• Valorizza il tempo, la semplicità, la formazione progressiva, rendendo il cambiamento sostenibile a tutti i livelli (tecnico, economico, umano).
FORMAZIONE E VISIONE: IL VALORE DEL MASTER TEKNÈ 5.0
Parallelamente all’evoluzione infrastrutturale, SIA ha recentemente concluso la seconda edizione del Master Teknè 5.0, un
PERCHÉ UNA GRANDE AZIENDA PUÒ SCEGLIERE UN’ALTRA STRADA:
• Le grandi aziende spesso hanno strategie pluriennali strutturate, con una visione sistemica della fabbrica interamente robotizzata, integrata e digitalizzata.
• Possono disporre di budget rilevanti e, quindi, preferiscono pianificare trasformazioni radicali anche se comportano lunghi tempi di ammortamento.
• Il concetto di “uguale tecnologia per tutte le isole” può sembrare più efficiente da gestire nel lungo termine (standardizzazione, manutenzione centralizzata, un unico tipo di formazione).
DOVE SBAGLIANO (O RISCHIANO DI SBAGLIARE) LE GRANDI AZIENDE:
• La robotizzazione totale, su tutte le isole, richiede anni, competenze interne spesso non pronte, formazione capillare, ingegnerizzazione e risorse continue, non solo per installazione, ma anche per manutenzione, aggiornamenti e sicurezza.
• Inseguire una visione futuristica senza passaggi intermedi espone a ritardi, rigidità operative e rischio di inefficienze a breve termine.
• Trascurare soluzioni "transitorie intelligenti" come ASTUTA o DIANA può significare perdere anni di efficienza reale, quando esistono tecnologie già mature che migliorano da subito performance e ROI.
• In alcuni contesti, l’approccio No Custom può sembrare “limitante” a clienti abituati a soluzioni tailor-made, anche se spesso è proprio questa standardizzazione che crea valore.
È quindi strategica una collaborazione con un "abilitatore temporaneo" (come SIA), per valorizzare una soluzione ponte e permettere alle grandi aziende di iniziare oggi, in modo intelligente, il cammino verso la piena robotizzazione che richiederà anni. In questo la Startup emiliana propone la concretezza del risultato.
AUTOMAZIONE
percorso di alta formazione promosso dal Competence Center Bi-Rex di Bologna, uno degli otto poli nazionali per l’innovazione tecnologica istituiti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Partecipare a Teknè 5.0 ha rappresentato per SIA un momento fondamentale di crescita, un’occasione per ampliare le proprie competenze tecniche e trasversali, ma anche per confermare la propria visione verso l’Industria 5.0, dove uomo e macchina collaborano in modo armonico e sostenibile.
Come spiega il management dell’azienda: “L’automazione non è mai solo una questione di tecnologia, ma di mentalità. La sfida è rendere i processi intelligenti senza dimenticare chi li fa funzionare: le persone”.
PRESTO IN ARRIVO LA NUOVA
GENERAZIONE DEL FINE LINEA
A margine del master Teknè 5.0 presso Bi-Rex, SIA ha annunciato lo sviluppo di tecnologie
Da sinistra: Denis Cazacu (Training Design Specialist di Bi-Rex), Alberto Cantalù (co-founder di SIA) e Susanna De Besi (Innovation Coach di Almacube)
innovative per il fine linea produttivo, pensate per ottimizzare spazio, efficienza e sostenibilità dei processi.
Le nuove soluzioni sono state spiegate in modo estremamente parziale per tutelarne la protezio -
ne brevettuale in corso, ma pur non illustrando i tecnicismi ed i dettagli dei meccanismi ed interazioni funzionali, si è compreso che rappresenteranno un’evoluzione concettuale del percorso d’innovazione già inaugurato con il sistema brevettato ASTUTA, la quale si colloca tra le tecnologie più promettenti per il miglioramento della produttività industriale rivoluzionando la raccolta automatica dei pezzi lavorati.
Attualmente queste soluzioni vivono il corso di importanti modifiche strutturali, funzionali ed estetiche, e maggiori dettagli saranno resi noti al più presto.
Incarneranno perfettamente la filosofia di SIA: offrire tecnologie pronte, flessibili e intelligenti, pensate per semplificare la vita in officina e rendere il fine linea un assoluto vantaggio competitivo, non più un punto critico. I prodotti di SIA sono e saranno soluzioni universali, modulari e plug&play, pronti all’uso e facilmente integrabili senza modifiche strutturali alle macchine utensili.
Alberto Cantalù
MANIFATTURA AVANZATA
Lo standard di riferimento per la cybersecurity nella supply chain dell'automotive
TÜV si fa promotore delle valutazioni TISAX come risposta efficace alle normative, strumento di fiducia riconosciuto dagli OEM e base solida per affrontare le sfide della sicurezza in modo strutturato e proattivo.
a cura di Raffaele Ricca, Cybersecurity Expert e Information Security Technical Coordinator Business Assurance Division, TÜV Italia
TÜV Italia è oggi parte del processo di accreditamento per condurre valutazioni TISAX® (Trusted Information Security Assessment Exchange), il modello che si sta affermando come riferimento imprescindibile per la gestione sicura delle informazioni nella filiera automotive. Ente indipendente di certificazione, ispezione, testing e formazione, TÜV Italia accompagna le aziende del settore verso valutazioni strutturate e riconosciute a livello europeo.
“Il settore automotive è oggi tra i più esposti ai rischi informatici: l’evoluzione dei veicoli connessi, l’integrazione dell’intelligenza artificiale e l’entrata in vigore di normative come la Direttiva NIS2 rendono la cybersecurity una priorità strategica. OEM e fornitori devono
garantire elevati standard di protezione dei dati e, al tempo stesso, dimostrare la conformità attraverso strumenti strutturati e riconosciuti, come TISAX®, che consentono di affrontare le sfide della sicurezza in modo sistematico e affidabile", spiega Raffaele Ricca, Cybersecurity Expert e Information Security Technical Coordinator Business Assurance Division di TÜV Italia.
Secondo le stime di Statista, entro il 2030 il numero globale di dispositivi connessi supererà i 32 miliardi. Anche l’automotive contribuisce a questa crescita, con veicoli che raccolgono, elaborano e trasmettono una quantità sempre maggiore di informazioni sensibili. Di conseguenza, gli scenari di minaccia si fanno più complessi: manipolazioni dei sensori, attacchi agli
Secondo le stime di Statista, entro il 2030 il numero globale di dispositivi connessi supererà i 32 miliardi. Anche l’automotive contribuisce a questa crescita, con veicoli che raccolgono, elaborano e trasmettono una quantità sempre maggiore di informazioni sensibili
algoritmi, falsificazione dei dati. In questo contesto, TISAX® si afferma come riferimento solido per valutare la sicurezza delle informazioni, favorendo resilienza e fiducia lungo l’intera digital supply chain.
“Avere una label TISAX®, significa semplificare la qualificazione dei fornitori, ridurre audit duplicati e costosi, ma soprattutto dimostrare la propria affidabilità agli occhi dei costruttori OEM”, aggiunge Ricca. “Per molte aziende sarà sempre più una condizione d’ingresso a nuove partnership e mercati”.
TISAX ®, non è una certificazione, ma un modello di assessment condiviso sviluppato dall’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA).
Attraverso la piattaforma ENX, TISAX®, consente alle aziende di:
• garantire un livello uniforme di sicurezza lungo la supply chain;
• ridurre audit ripetuti e costosi;
• soddisfare i requisiti dei principali costruttori OEM;
• condividere i risultati in maniera sicura e controllata.
NORMATIVA EUROPEA: UN QUADRO IN EVOLUZIONE
La cornice normativa europea rende TISAX®, ancora più strategico. Tra i principali riferimenti:
• Direttiva NIS2, che obbliga le
aziende critiche e i loro fornitori a gestire i rischi cyber;
• Regolamento UNECE WP.29, che introduce misure di cybersecurity per i veicoli;
• ISO/SAE 21434, standard tecnico di riferimento per la sicurezza dei veicoli;
• Auto-ISAC Europe, che promuove la collaborazione tra imprese nella condivisione di intelligence sulle minacce. Mentre questi standard si focalizzano su veicolo, processo e compliance, TISAX®, rappresenta lo strumento concreto per valutare la sicurezza delle informazioni a livello organizzativo e lungo tutta la catena del valore.
Per le aziende del settore automotive, adottare un assessment TISAX®, significa ottenere vantaggi concreti e immediati. L’eliminazione degli audit duplicati e la possibilità di condividere la propria label su ENX consentono di ridurre costi e tempi, semplificando la qualificazione dei fornitori. Allo stesso tempo, la certificazione rafforza la reputazione aziendale e aumenta l’affidabilità agli occhi degli OEM, aprendo la strada a nuove opportunità di business. Un ulteriore valore è rappresentato dall’integrazione con i requisiti normativi europei, che garantisce una maggiore protezione dei dati sensibili e un pieno allineamento al GDPR.
TECNOLOGIA AMR
Il robot umanoide accessibile a tutti
Il robot di igus dalle braccia in plastica, economico e ad alte prestazioni, è progettato per supportare svariate tipologie di applicazioni industriali, operare in modo autonomo per otto ore e perfino accogliere i colleghi con un sorriso.
Secondo recenti stime, entro il 2030 nell'industria potrebbero essere utilizzati fino a 20 milioni di robot umanoidi. La domanda per questa tecnologia sta crescendo rapidamente anche tra le aziende europee. Attualmente, però, i robot umanoidi sono ancora molto costosi e in diversi settori non sono ancora state identificate con chiarezza le possibili applicazioni. Con Iggy Rob, igus – lo specialista delle motion plastics – vuole contribuire a cambiare questo scenario: il robot umanoide low cost messo a punto dallo specialista delle motion plastics è dotato di particolari braccia e di una robusta base montata su ruote che lo rendono adatto a un'ampia gamma di applicazioni. "Il nostro mondo è stato progettato da persone per altre persone, per questo esiste
un enorme potenziale per l'utilizzo di robot umanoidi", afferma Alexander Mühlens, responsabile della Business Unit Low Cost Automation di igus GmbH.
OTTO ORE DI LAVORO SENZA PAUSE
Iggy Rob è alto circa 1,70 m e può operare in modo autonomo per otto ore con una singola carica. È in grado accogliere i colleghi con un sorriso ed è equipaggiato con due bracci robotici ReBeL e due mani bioniche. Il sensore LIDAR integrato e le telecamere 3D per il rilevamento degli oggetti gli permettono di muoversi agevolmente negli ambienti circostanti. Il sistema è gestito tramite il software proprietario igus Robot Control. Dotato di certificazione CE, Iggy Rob è omologato anche per la
gestione della flotta in conformità alla normativa VDE 5050. Inoltre, l’integrazione di un'interfaccia ROS2 permette di soddisfare tutti i requisiti della robotica moderna.
LA TECNOLOGIA AMR HA APERTO LA VIA
Iggy Rob si basa sul robot mobile autonomo (AMR) ReBeL Move, caratterizzato da una piattaforma mobile molto resistente grazie a un cuscinetto a tre punti. Nella progettazione del proprio robot umanoide igus ha volutamente rinunciato all'uso di gambe, perché molte aziende dispongono già di infrastrutture avanzate per gli AMR. Con una capacità di carico di 50 kg e di un carico utile fino a 100 kg, ReBel Move risponde ai requisiti necessari per gli spostamenti al di fuori
di postazioni fisse. Iggy Rob può essere, quindi, impiegato in attività di reception, svolgere mansioni di trasporto in fabbrica o compiti di servizio come rimuovere le posate in mensa. Igus stessa, ad esempio, prevede di utilizzare Iggy Rob per automatizzare l'inserimento dei componenti nelle proprie macchine per lo stampaggio ad iniezione. "Siamo certi che i robot umanoidi inizieranno presto a suscitare crescente interesse per le applicazioni a livello industriale", aggiunge Alexander Mühlens.
IL PASSO SUCCESSIVO: TEST BEFORE INVEST
Per lo sviluppo delle future applicazioni di Iggy Rob, igus punta sulla collaborazione con i propri clienti. L’azienda di Colonia propone, infatti, il programma "test before invest" (prova e poi compra), che consente di valutare l’efficacia del robot direttamente presso il cliente. Il team di esperti igus analizza le esigenze specifiche dell’azienda e verifica sul campo la fattibilità delle possibili applicazioni con il robot reale. Se il test risulta positivo, Iggy Rob può essere integrato nel processo aziendale con un investimento particolarmente competitivo rispetto alle soluzioni attualmente disponibili sul mercato che hanno costi due o tre volte superiori.
Iggy Rob (Fonte igus GmbH)
Robotgames: ecco le 3 squadre vincitrici della prima edizione
RoboticWay -IISS Volta De Gemmis (Bitonto, BA) con PalletBot, I Fabbri – Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri (Ovada, AL) con GrindWoodPro, e i CyberTitans – IIS Luigi Galvani (Milano) con Piattaforme intelligenti automatizzate sono i tre team vincitori della prima edizione dei Robotgames, la competizione di robotica e automazione per le scuole superiori che ha fatto il suo debutto alla 34.BI-MU in scena a fieramilano Rho dal 9 al 12 ottobre. Il contest, promosso da UCIMU Academy, attraverso Fondazione UCIMU, e realizzato da EFIM- Ente Fiere Italiane Macchine, con il supporto di Fondazione Fiera Milano, ha tenuto la sua finale in fiera venerdì 11 ottobre. Gli 8 team finalisti -
di 8 istituti diversi distribuiti sull’intero territorio nazionale - hanno presentato al pubblico e alla Commissione Giudicatrice i propri lavori. Ad animare la finale Greta Galli, content creator specializzata in tecnologia. Primo classificato è il progetto PalletBot del team RoboticWay - IISS Volta De Gemmis (Bitonto, BA). Un trasportatore automatico di pallet pensato per facilitare il lavoro dell’uomo nella movimentazione di merci all’interno dei magazzini aziendali a partire dalla fase di carico e scarico dai camion. La soluzione libera gli operatori di mansioni particolarmente faticose e garantisce maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Stampato interamente in 3D, PalletBot si muove su
MOVIMENTAZIONE CARICHI PESANTI
4 ruote omni direzionali e riesce a definire in autonomia il percorso grazie ai suoi sensori.
Secondo classificato è il progetto GrindWoodPro de I Fabbri - Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri (Ovada, AL). Un macchinario pensato per automatizzare il processo di triturazione di materiale legnoso di piccole dimensioni (frasche, ramaglie, piccoli tronchi) e la successiva compattazione del materiale triturato ad ottenere piccole cialde utili per alimentare stufe, caldaie, barbecue. La soluzione risponde all’esigenza di poter impiegare materiale di scarto per ottenere un prodotto riciclato di qualità pronto per nuovi utilizzi. L’applicazione può essere in ambito industriale ma
Tecnologia a 6 assi per automazione heavy-duty
Nel cuore delle moderne linee di produzione, la sfida è sempre la stessa: movi mentare carichi pesanti con precisione in spazi sempre più ristretti, senza sacrificare l'efficienza. Yaskawa rispon de a questa esigenza con il robot articolato a 6 assi Motoman ME1000, che uni sce potenza, compattezza e un'efficienza energetica. Progettato per gestire carichi fino a 1000 kg, Motoman ME1000 si distingue per il suo design ottimizzato. A
differenza dei robot tradizionali, la sua massa complessiva ridotta permette un significativo risparmio energetico, una caratteristica premiata con il prestigioso "Energy Conservation Grand Prize" in Giappone.
La sua versatilità lo rende ideale per una vasta gamma
di applicazioni, dalla movimentazione e assemblaggio di componenti pesanti
anche domestico. Per questo si tratta di una soluzione decisamente versatile. Terzo classificato è il progetto Piattaforme intelligenti automatizzate dEi CyberTitans - IIS Luigi Galvani (Milano).
Un robot che svolge differenti funzioni. Grazie ai due bracci meccanici può afferrare e spostare oggetti, con le telecamere può spostarsi autonomamente nello spazio e, grazie alla tessera inserita nel robot, può essere programmato per l’utilizzo nell’ambiente di lavoro. Abbinato all’automa, il team ha sviluppato una app mobile per smartphone per controllare il robot da distante permettendo l’utilizzo anche a quanti hanno poca dimestichezza con la tecnologia dell’automazione.
in ambito automobilistico e vassoi per batterie di veicoli elettrici, fino alla gestione di materiali da costruzione prefabbricati in calcestruzzo e pallet pesanti in ambito logistico ed e-commerce. Il robot Motoman ME1000 è un sistema avanzato che offre affidabilità, produttività e un’alta efficienza energetica, rappresentando una soluzione efficace per le sfide dell'industria contemporanea.
ELENCO INSERZIONISTI
IN QUESTO NUMERO
ABBIAMO PARLATO DI...
In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie
AGAZZI GIANCARLO 1A COP., 6
ASSOLOMBARDA 10
BIG DAISHOWA 31
BRUGOLA OEB
26 GRUPPO SPAGGIARI PARMA 30
GROUP 32
28
46
FLUITEN 38
"I dati evidenziano come le aziende italiane stiano avanzando nel percorso verso lo smart manufacturing, con una crescente adozione di AI e Data Analytics, ma anche come ci siano alcuni ostacoli significativi da affrontare in termini di integrazione tecnologica, formazione e cybersicurezza”.
Emilio Mango, General Manager di The Innovation Group, pagina 14.
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REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)
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N. 5 OTTOBRE 2025
ENERGY SAVING
High performance servo system made by Haitian for significant energy saving. Servo sistema ad alte prestazioni realizzato da Haitian per un significativo risparmio energetico.