Tecnologie Alimentari n. 5 Ottobre 2025

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Un osservatorio sulla filiera di carni e salumi

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Controllo contaminazione e conformità alle normative

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Giunti per l’industria saccarifera

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6 In primo piano

Nasce l’osservatorio sulla filiera di carni e salumi

L’iniziativa, promossa da Assica, intende creare sinergie fra produzione e distribuzione, definendo strategie comuni per un settore che vale 48 miliardi di euro.

46 Macchine per il packaging: fatturato record

Nel 2024 il giro d’affari del settore ha superato i 10 miliardi di euro, grazie anche al boom dell’export. Il presidente di Ucima Cavanna: “Grandi risultati, ma preoccupano dazi e tensioni internazionali”.

48 Conformità alle normative e controllo contaminazione: un approccio completo

S4S è un partner strategico per le aziende alimentari che vogliono garantire ambienti produttivi controllati, conformi alle linee guida e capaci di assicurare la massima qualità del prodotto finale.

52 Giunti per l’industria saccarifera ad alte prestazioni

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Nasce l’osservatorio

E editoriale

In un recente editoriale abbiamo affrontato il tema della formazione nel settore alimentare soprattutto per quanto riguarda la trasmissione di competenze di alto livello tecnico-scientifico, in grado di dare linfa alla ricerca e all’innovazione, sempre più necessarie per mantenere la leadership del cibo made in Italy nel mondo. Ma è noto che il tema della carenza di personale non tocca solo le figure altamente qualificate e lungamente formate, ma anche quelle più operative sulla linea produttiva e sulle fasi di trasformazione vera e propria. L’industria alimentare italiana è particolarmente assillata da questo problema sia perché, seppur lentamente, non smette di crescere, sia per la rapida evoluzione delle tecnologie e delle esigenze produttive. Per capire il peso del settore sull’assetto occupazionale del Paese, basti pensare al dato Istat risalente al quarto trimestre 2024, che quantifica in 503mila le persone attive nell’industria alimentare. E il Sole 24 Ore del 17 settembre scorso segnala che tra settembre e novembre di quest’anno ne servono altre 49mila da inserire. Tra le mansioni ricercate spiccano gli operai specializzati nelle lavorazioni alimentari e gli addetti ai macchinari. Da un lato questa insaziabile ricerca è sintomo di viva-

A SCUOLA DI FUTURO

cità del settore, che non può permettersi di lasciare scoperte le funzioni dei lavoratori che si ritirano e che anzi tende ad ampliare il personale. Dall’altro lato è l’ennesimo campanello d’allarme di un sistema formativo e culturale che da tempo fatica a seguire l’evoluzione del mondo del lavoro. Un mondo che chiede sì competenze sempre più digitali e specialistiche, ma anche abilità tecniche e manuali legate ai processi produttivi. È una sfida epocale a cui, finora, le risposte forse più efficaci sono state date dall’offerta formativa degli istituti tecnico scientifici (ITS), ben radicati nei territori e nei loro tessuti industriali, che cercano di fare da “cinghia di trasmissione” tra le scuole superiori e le imprese, per rendere più veloce, fluido ed efficace il passaggio tra due realtà ancora molto lontane. In ambito alimentare sta facendo bene il polo tecnologico di Parma, l’ITS Tech & Food Academy che, grazie ai fondi PNRR e al sostegno di istituzioni locali, investe in spazi didattici e strumentazioni avanzate, accoglie circa 230 studenti e coinvolge un centinaio di imprese. Se però guardiamo alla velocità con cui si stanno muovendo altri paesi, risulta chiaro che a livello nazionale occorre fare di più e in modo sistemico. Il futuro non può che partire, come abbiamo detto tante volte, dalla scuola e dalla formazione.

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L’iniziativa, promossa da Assica, intende creare sinergie fra produzione e distribuzione, definendo strategie comuni per un settore che vale 48 miliardi di euro e coinvolge 34mila imprese.

ITITOLO TITOLO

NASCE L’OSSERVATORIO SULLA FILIERA DI CARNI E SALUMI

Presso l’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano, si è svolto a ottobre il primo incontro dell’Osservatorio Assica, promosso dall’Associazione industriali delle carni e dei salumi, aderente a Confindustria. L’evento inaugurale ha fortemente coinvolto le insegne nazionali e internazionali della Distribuzione per creare sinergie e definire strategie comuni: focus del confronto sono state le ricerche The European House - Ambrosetti, Rabobank e NielsenIQ, che hanno illustrato attraverso analisi ad hoc un comparto il cui impatto complessivo sul PIL è di 16,8 miliardi di euro, oggi a rischio tra aumento e instabilità dei prezzi e incertezza dello scenario mondiale.

UN COMPARTO STRATEGICO, MA CON DIVERSI FATTORI DI INCERTEZZA

L’incontro è stato aperto dal presidente di Assica, Lorenzo Beretta: “L’Osservatorio Assica vuole essere un luogo di ana-

lisi, riflessione e studio del settore, non fine a sé stesso, ma capace di alzare lo sguardo verso la filiera e verso la società. Desideriamo condividere con la Distribuzione i punti di forza e le conoscenze del mercato e del consumatore italiano, per creare percorsi costruttivi verso progetti condivisi di sviluppo.

L’obiettivo comune deve essere la crescita e la continua valorizzazione dei salumi italiani”.

Ne è seguita un’analisi che ha preso spunto dalle relazioni degli esperti che sono intervenuti come Eva Gocsik, Global strategist for Animal Protein di Rabobank, Benedetta Brioschi, Partner e responsabile Food&Retail e Sustainability di The European House - Ambrosetti, Romolo De Camillis, Retail Director e Researcher di Nielsen IQ e Tiziana Fumagalli, Consumer Panel Manager di Nielsen IQ.

Lo scenario tracciato è stato un punto di partenza per sostanziare il dibattito, fornendo dati e focus specifici sul comparto e sottolineando l’impatto economico oltre che le sfide future.

Lorenzo Beretta, presidente di Assica:

“L’Osservatorio vuole essere un luogo di analisi, riflessione e studio del settore, uno strumento capace di alzare lo sguardo verso la filiera e la società”

Eva Gocsik (Rabobank) ha descritto lo scenario agroalimentare: “Si prevede che l’offerta globale di proteine animali rimanga limitata nel 2026, a causa di fattori ciclici, come gli sforzi di ricostituzione delle mandrie di bovini negli Stati Uniti e in Brasile, e di aggiustamenti strutturali, in particolare con la Cina che ribilancerà la produzione di suini per stabilizzare i prezzi domestici. Questo scenario porterà a una maggiore diversificazione del business”. Gocsik evidenzia anche come “l’incertezza rimanga una costante nei mercati globali delle proteine animali, tra tensioni geopolitiche, malattie veterinarie, cambiamenti climatici e mutamenti nei modelli di consumo”.

Dopo la visione internazionale di Rabobank, è intervenuta Benedetta Brioschi (TEHA - Ambrosetti): “La composizione del carrello della spesa delle famiglie italiane è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi dieci anni. I prodotti a base di carne continuano a rappresentare la principale voce di spesa, con una quota del 23%, seguiti a distanza da pane, pasta e cereali, al 17%”. Per quanto riguarda la filiera agroalimentare, Brioschi ha confermato che “l’industria delle carni suine e dei salumi riveste un ruolo strategico per la competitività del settore. L’intera filiera – dalla produzione primaria, passando per l’industria di trasformazione, fino al commercio all’ingrosso e al dettaglio –genera un fatturato di 48 miliardi di euro e impiega 135.000 persone in 34.000 imprese. Considerando anche gli effetti indiretti e indotti, l’impatto complessivo sul PIL raggiunge i 16,8 miliardi di euro”. Se da un lato questo quadro generale evidenzia una netta strategicità del settore per il Made in Italy, dall’altro rimarca la presenza di

numerose criticità: “Il settore si presenta solido, ma esistono sfide legate al contesto geopolitico e ai cambiamenti sociali. Ogni 100 euro di consumi di carne suina e salumi, solo 5,6 euro vanno agli azionisti della filiera estesa. Per questo è fondamentale sviluppare una visione di medio-lungo termine, chiara e oggettiva, che coinvolga tutti gli attori della filiera – produttori e distributori – in un’ottica di ecosistema, al fine di continuare a rispondere alle esigenze dei consumatori”, ha concluso Brioschi. I dati raccolti da NielsenIQ confermano la centralità del comparto salumi all’interno del reparto del fresco e il suo ruolo decisivo nel trainare le performance complessive del largo consumo. “L’analisi che abbiamo condotto ha evidenziato una categoria particolarmente sana sia in termini di giro di affari (in crescita sul 2024) che di parco acquirenti, e anche strategica per lavorare sulla frequenza delle missioni di spesa in punto di vendita”, ha affermato Romolo De Camillis (Nielsen IQ). “Parliamo di una categoria che incide fortemente sulla frequenza delle visite in punto vendita, perché il consumatore la percepisce come un acquisto quotidiano, legato alla tradizione e al gusto, ma anche

sempre più orientato alla qualità e alla praticità”.

Il primo incontro dell’Osservatorio Assica si è svolto a ottobre presso l’Auditorium

Testori di Palazzo Lombardia a Milano

Accanto ai dati positivi sul fronte dei consumi, dalla analisi di Nielsen IQ emerge anche un messaggio chiaro sul piano strategico: per consolidare il trend di crescita, è necessario un approccio condiviso che coinvolga tutti gli attori della filiera. “Il comparto richiede un vero gioco di squadra tra industria e distribuzione”, ha detto Tiziana Fumagalli (Nielsen IQ), nell’ultimo intervento della giornata. “Lo shopper contemporaneo è più informato, esigente e attento ai dettagli: non basta avere un buon prodotto, serve costruire un’esperienza d’acquisto coerente, valorizzare i diversi canali – dal banco servito al libero – e formare personale capace di raccontare il prodotto e trasmetterne la qualità” . In chiusura dei lavori, il presidente Beretta, rivolgendosi alla platea di addetti ai lavori, ha ribadito che “questo momento di confronto vuole essere il punto di partenza di una collaborazione tra noi e la Distribuzione. Questo settore non è privo di difetti, ma abbiamo ancora un futuro da costruire insieme”. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del progetto europeo “Trust Your Taste, Choose European Quality”, finanziato dall’Unione Europea per valorizzare i prodotti agroalimentari di eccellenza, promuovere un consumo consapevole e informato, favorire la formazione degli operatori e un dialogo di filiera.

TRASFORMAZIONE DEL POMODORO: L’ITALIA SUPERA LA CINA

La campagna di trasformazione del pomodoro 2025 in Italia, a fronte di 78.695 ettari messi a coltura, si è chiusa con una produzione di 5,8 milioni di tonnellate, in leggero aumento rispetto al 2024, ma inferiore (-10% circa) a quanto era stato programmato.

L’Italia ritorna ad essere il secondo Paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e prima della Cina che, dopo l’exploit degli scorsi anni, ha ridotto drasticamente le produzioni alla luce delle difficoltà legate principalmente al mantenimento delle quote di mercato estero. Secondi i dati diffusi da Anicav, al Centro Sud sono state trasformate 2,71 milioni di tonnellate di pomodoro (-5,3% rispetto al 2024) mentre nel bacino Nord il trasformato finale è stato di 3,12 milioni di tonnellate (+27,6% rispetto allo scorso anno).

L’industria ha dovuto fare i conti con un incremento sostanziale dei prezzi del pomodoro rispetto a quanto preventivato, sia nel bacino Nord – dove l’elevato grado Brix ha determinato un indice di pagamento positivo, provocando un incremento del prezzo della materia prima rispetto al contrattato – che in quello del Centro Sud, dove, a causa delle

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difficoltà di approvvigionamento idrico, in particolare nell’areale foggiano, e di comportamenti distorsivi in fase di approvvigionamento della materia prima, il pomodoro ha registrato incrementi fino al 40% rispetto al prezzo medio programmato. La campagna è stata, inoltre, caratterizzata da un peggioramento delle rese agricole che hanno registrato la performance più negativa degli ultimi cinque anni. Per il pomodoro pelato intero, prodotto caratteristico del Made in Italy, il calo delle rese agricole, associato a quello delle rese industriali, ha portato ad una riduzione della produzione di oltre il 20%.

“Quella appena conclusa è stata una campagna lunga e complessa”, dichiara Marco Serafini, presidente di Anicav. “Lo sfasamento dei tempi di maturazione della materia prima ha comportato un allungamento dei periodi di trasformazione. Le aziende, in particolare al Centro Sud, non sono mai riuscite a lavorare a pieno regime con una perdita importante delle economie di scala. Inoltre, gli incrementi del prezzo pagato per il pomodoro, che rimane il più alto al mondo, hanno creato situazioni distorsive del mercato rischiando di mettere in crisi il comparto. Sarà, quindi, prioritario cominciare a la -

vorare per un riequilibrio del valore lungo la filiera, garantendo una giusta remunerazione ad agricoltura, industria e GDO, investendo in innovazione e ricerca per migliorare le rese agricole e industriali”.

“Il comparto è messo a dura prova dalle situazioni spesso non semplici dei mercati di sbocco e delle politiche daziarie statunitensi”, dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. “Resta prioritario un recupero del dialogo di filiera tra parte agricola e parte industriale”.

27 MILIONI DI EURO NEL CASEIFICIO DI MONDRAGONE

Il Gruppo Lactalis – player di riferimento dell’agroalimentare italiano con brand come Galbani, Parmalat, Zymil, Ambrosi e Mandara – ha avviato un piano di investimento da oltre 27 milioni di euro entro il 2028 per l’ampliamento e la modernizzazione dello stabilimento Mandara a Mondragone, in provincia di Caserta, storico marchio specializzato nella produzione e vendita di mozzarella di bufala in Italia e all’estero. Lo stabilimento di Mondragone è oggi pro-

tagonista di una significativa trasformazione strutturale, volta a potenziare l’efficienza produttiva e ad ampliare le capacità operative entro il 2028. Grazie alla nuova configurazione, sarà possibile avviare linee di produzione innovative, dedicate ad un incremento produttivo, nonché allo sviluppo di nuovi prodotti.

L’intervento prevede la realizzazione di nuovi magazzino e caseificio. L’obiettivo è incrementare la produzione di oltre il 60%

entro il 2028, passando da 6.000 a 10.000 tonnellate annue di mozzarella. Il sito si estende su 4.000 m2 e impiega dalle 85 persone nei mesi invernali fino alle 130 persone nei mesi estivi.

“Le nostre aziende mantengono vive le tradizioni nel pieno rispetto dei disciplinari, e possono al contempo beneficiare della forza di investimento e della rete globale di vendita di Lactalis”, dichiara Michele Fochi, General Manager di Castelli & Ambrosi.

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Al convegno promosso da Melinda e Maria Cecilia Hospital, esponenti di imprese e ricerca hanno descritto le potenzialità dei composti vegetali sulla salute. Ma hanno anche messo in luce la difficoltà di sensibilizzare il consumatore, a causa dello stringente regolamento UE sugli health claim.

ITITOLO TITOLO

ALIMENTI E PREVENZIONE: UN LEGAME STRETTO MA

DIFFICILE DA COMUNICARE

Negli ultimi anni l’impegno per valorizzare un’alimentazione salutare e, con essa, la qualità delle produzioni, a cominciare da quelle del comparto ortofrutticolo, ha sperimentato una crescita senza precedenti creando connessioni sempre più forti tra il mondo delle imprese e quello della ricerca scientifica e intercettando, al tempo stesso, l’interesse dei consumatori. Le potenzialità dei composti vegetali sul fronte della prevenzione sono sempre più evidenti, ma anche difficili da comunicare a causa della complessità normativa. Per questo occorre rafforzare la collaborazione tra soggetti diversi per garantire una divulgazione rigorosa quanto efficace. Sono questi i messaggi lanciati dagli esperti nel corso del convegno “Mele, la salute passa dalle nostre sane abitudini alimentari” svoltosi a settembre presso il Grand Hotel Castrocaro - Longlife Formula di Castrocaro Terme (FC).

Organizzato da Melinda, il Consorzio che riunisce oltre 4.000 soci produttori in Val di Non e Val di Sole, e da Maria Cecilia

Hospital, parte di GVM Care & Research, uno dei principali gruppi ospedalieri nazionali con strutture d’eccellenza in Italia e all’estero, l’incontro, tenutosi presso il Padiglione delle Feste di LongLife Formula, ha messo a confronto relatori e relatrici in rappresentanza di diversi comparti – economici, accademici, sanitari e istituzionali – che hanno illustrato le particolarità del contesto odierno. Un contesto caratterizzato appunto dalla valorizzazione delle proprietà dei composti vegetali come dimostra l’espansione del segmento degli integratori alimentari che, secondo le stime sui dati di Unione Italiana Food, vale in Italia oltre 5 miliardi di euro (primo in Europa).

ETICHETTATURA E NORMATIVA UE

Ed è proprio il mondo degli integratori, tra gli altri, a costituire un esempio emblematico del ruolo della regolamentazione sul fronte comunicativo. A spiegarlo è stata Elena Loche, dirigente farmacista presso il Ministero della Salute che, nel suo

intervento, ha offerto una panoramica dei principali aspetti normativi che interessano l’etichettatura di questi prodotti e dei cosiddetti FSG, ovvero gli alimenti destinati a gruppi specifici di popolazione. “Fondamentale – ha spiegato – comprendere il quadro di riferimento e le caratteristiche che li distinguono da altre tipologie di prodotti in modo da garantire una corretta applicazione delle norme e una maggiore consapevolezza nel settore”.

La questione interessa in primo luogo l’indicazione delle proprietà salutari degli alimenti. Un aspetto normato a livello continentale. “La stretta relazione tra alimentazione e salute ha indotto il legislatore europeo a regolamentare la comunicazione ai consumatori delle proprietà salutistiche degli alimenti attraverso l’emanazione di un Regolamento, il numero 1924 del 2006, che prevede che un health claim debba essere dimostrato, oltre che da studi preclinici, anche da ricerche sull’uomo”, ha spiegato Maria Teresa Daglia, ordinaria di Chimica degli alimenti presso l’Università Federico II di Napoli. “Un tempo appannaggio esclusivo dei farmaci, questi studi devono dimostrare la relazione causa-effetto tra il consumo di un alimento e le sue proprietà per la salute”.

LA RICERCA IN CAMPO MEDICO

Elena Tremoli, direttore scientifico e direttore del Laboratorio Sperimentale di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), ha ricordato come negli ultimi anni si sia acceso “un grande interesse attorno alla comunicazione intercellulare, che nell’uomo avviene attraverso piccole vescicole rilasciate dalle cellule che agiscono come biomarcatori e possono

esercitare un’attività biologica positiva”.

La vera novità, aggiunge, “è la scoperta che anche il mondo vegetale possiede vescicole simili, dette esosomi, capaci di influenzare importanti processi biologici: una rivelazione che apre prospettive straordinarie per lo sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche”. Le ricerche in tal senso, condotte oggi dallo stesso Maria Cecilia Hospital, dall’Università di Ferrara e dall’Università Federico II in collaborazione con il Consorzio Melinda, interessano in particolare il ruolo degli esosomi delle mele nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche e quello delle mele fresche nella prevenzione delle malattie neurodegenerative oltre che della steatosi epatica non alcolica.

“La mela, mangiata senza buccia, è uno dei pochi vegetali che possono essere consigliati nelle patologie infiammatorie ad accelerato transito”, ha affermato Nicola D’Imperio, medico gastroenterologo del Santa Maria Hospital di Bari.

“Se consumata non sbucciata, invece, si rivela un utile ausilio nella terapia delle patologie gastroenterologiche con stipsi, senza dimenticare la sua azione an-

tiossidante, anticolesterolica e antidiabetica grazie al ruolo delle pectine che rallentano l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri”.

UNA NUOVA FRONTIERA

DELLA MEDICINA RIGENERATIVA

Le scoperte, nel frattempo, si susseguono con importanti implicazioni per la salute cardiovascolare e gastroenterica.

Presso il Grand Hotel CastrocaroLonglife Formula di Castrocaro Terme (FC), si è tenuto lo scorso settembre il convegno “Mele, la salute passa dalle nostre sane abitudini alimentari”

“Studi recenti mostrano che le vescicole possono attenuare l’infiammazione, rafforzare le difese immunitarie e proteggere l’intestino. Una forma di micromedicina naturale che la scienza sta iniziando a decifrare, rivelando come la natura, da sempre, sappia parlare al nostro corpo e persino rigenerarlo”, ha spiegato la professoressa Barbara Zavan, docente del Dipartimento di Scienze mediche dell’Università di Ferrara e pioniera della medicina rigenerativa.

“Il nostro studio - ha ricordato la dottoressa Letizia Ferroni, ricercatrice presso il Laboratorio di Ricerca traslazionale del Maria Cecilia Hospital - si è concentrato sulle vescicole isolate delle mele rivelando la loro capacità di interagire direttamente con cellule umane appartenenti ai sistemi vascolare, immunitario e intestinale. Tale interazione ha mostrato di influenzare il metabolismo cellulare e la capacità delle cellule di resistere a stimoli infiammatori, suggerendo un potenziale ruolo protettivo delle vescicole stesse”.

IL CONTRIBUTO DEI PRODUTTORI

Nel quadro della ricerca i produttori forniscono da tempo un contributo crescente. Ne sono un esempio le attività, condotte in collaborazione con il Consorzio Melinda, del Distretto della

Elena Loche, dirigente farmacista presso il Ministero della Salute: “Occorre comprendere il quadro di riferimento e le caratteristiche che distinguono i prodotti FSG da altre tipologie, in modo da garantire una corretta applicazione delle norme e una maggiore consapevolezza nel settore”

Mela della Val di Non e Val di Sole, costituitosi lo scorso anno e impegnato, nell’ambito del progetto “Mela Informa”, nella ricerca in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario

Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi (INBB) di Roma e il Consorzio Futuro in Ricerca (CFR) di Ferrara. “L’obiettivo è quello di valorizzare le proprietà nutrizionali e salutistiche di due varietà di mele DOP: la Golden Delicious e la Renetta Bianca del Canada”, ha spiegato Luca Lovatti, responsabile ricerca e sviluppo di Melinda.

L’attenzione per questi aspetti, peraltro, si colloca in un quadro di maggiore attenzione per gli aspetti salutistici anche da parte del pubblico, come ha evidenziato Monica Toniolli, responsabile marketing per MelindaLab, la business unit del Consorzio dedicata allo sviluppo dei trasformati. “Oggi – ha spiegato – osserviamo una crescita del mercato degli ‘healthy snack’ e un forte interesse da parte dei consumatori per i prodotti caratterizzati dalla cosiddetta ‘clean label’, ovvero con pochi e semplici ingredienti naturali e senza additivi”. Una richiesta, ha aggiunto, “che Melinda intercetta con prodotti a base di mela caratterizzati da formule 100% naturali e innovative e da qualità distintive”.

ALIMENTAZIONE,

SALUTE E PREVENZIONE

“Con le sue innumerevoli varietà la mela può essere pensata come un autentico sistema di biodiversità vegetale e nutrizionale”, ha detto Emanuele Marconi, direttore del CREA-Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, sottolineando “il ruolo centrale di questo frutto nella tradizione della cucina italiana e l’importanza, in questo ambito, dei

Nicola Magnani, direttore commerciale di Melinda: “Sul fronte della ricerca stiamo conducendo uno sforzo serio, ma con la regolamentazione attuale ci è consentito comunicare solo in modo generico e parziale i benefici della frutta sulla salute”

contribuiscono a sostenere concretamente progetti oncologici di prevenzione, diagnosi e cura, e a rafforzare le attività di sensibilizzazione sui comportamenti salutari per ridurre il rischio di cancro”.

Emanuele Marconi, direttore del CREA: “Con le sue innumerevoli varietà la mela può essere pensata come un autentico sistema di biodiversità vegetale e nutrizionale”

prodotti DOP e IGP”. Temi particolarmente cari allo stesso CREA che ha pubblicato lo Studio sui consumi alimentari in Italia e le Linee Guida per una sana alimentazione che includono il consumo quotidiano di frutta e verdura di stagione i cui acquisti, peraltro, sono tornati a crescere: +4,3% la frutta, addirittura +5,7% gli ortaggi tra il 2023 e il 2025 secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi Coop e di Nomisma su dati CSO sulla spesa degli italiani.

Le indicazioni del CREA sono in linea con quelle espresse dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità e che evocano ancora una volta “la centralità del nesso tra stile di vita, salute e prevenzione”, come ha osservato Chiara Occulti, Chief Marketing & Fundraising Officer Fondazione AIRC. “L’importanza delle iniziative che, con il coinvolgimento di partner privati,

L’APPELLO DEI PRODUTTORI E DELLA GDO

L’impegno per una divulgazione in tal senso, tuttavia, deve fare oggi i conti con una regolamentazione Ue non del tutto in grado, secondo i produttori, di garantire un adeguato bilanciamento tra il rigore dell’informazione e l’efficacia della comunicazione. “Sul fronte della ricerca stiamo conducendo, con l’aiuto di partner autorevoli, uno sforzo serio, concreto e tutt’altro che marginale dal punto di vista economico ma allo stato attuale della regolamentazione ci è consentito comunicare solo in modo generico e parziale gli effettivi benefici della frutta sulla salute”, ha dichiarato Nicola Magnani, direttore commerciale di Melinda. “Eppure – ha aggiunto – se fosse messo nelle condizioni di comprenderli e farli propri, il consumatore ne trarrebbe un reale miglioramento del suo benessere, con vantaggi anche per l’intero sistema sanitario”.

Per superare questi problemi è quindi necessario creare un nuovo ponte tra imprese, istituzioni e distributori per sviluppare nuove soluzioni e strategie innovative a sostegno di una comunicazione più consapevole e trasparente. Un appello condiviso dai rappresentanti della GDO che hanno sottolineato l’importanza di un dialogo efficace e il ruolo del modello cooperativo nel promuovere quelle richieste che interessano l’intera catena produttiva dal campo alla tavola.

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A CAMA GROUP IL BTOB AWARDS PER LA CATEGORIA ESG

Annalisa Bellante, vicepresidente di Cama Group

Nella Villa Reale di Monza, la tredicesima edizione dei BtoB Awards Brianza ha celebrato le eccellenze imprenditoriali del territorio. La premiazione ha riconosciuto l’impegno di Cama Group verso il miglioramento ambientale, sociale e della governance, con un focus particolare su inclusione, innovazione e responsabilità verso le future generazioni.

Cama Group, con sede a Molteno (LC) e player internazionale nelle tecnologie per il packaging, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento nella categoria ESG.

L’azienda si sta attivando per implementare la sezione dedicata ai Sustainability Reports, attualmente in fase di definizione, una testimonianza chiara e trasparente delle proprie iniziative volte a promuovere una crescita economica sostenibile.

Tra gli aspetti più rilevanti del report figurano: l’adozione di soluzioni eco-sostenibili nei processi produttivi, come il riciclo e l’uso di materiali sostenibili per l’imballaggio; il raggiungimento della certificazione Gender Equality, che attesta l’impegno verso l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro; iniziative didattiche e formative per le nuove generazioni, con programmi che promuovono la cultura dell’innovazione e della sostenibilità nelle scuole e nelle università locali; l’inclusione di pratiche green a livello globale, che permettono all’azienda di ridurre la propria impronta ecologica e contribuire e alla lotta contro il cambia-

mento climatico.

“Questo premio è il riconoscimento di un lavoro che va avanti da anni e che ci spinge a fare sempre di più”, commenta Daniele Bellante, Ceo di Cama Group. “La nostra missione è non solo quella di crescere come azienda, ma di farlo nel rispetto del pianeta e delle persone che lo abitano. Cama Group è un esempio concreto di come le imprese possano fare la differenza, non solo sul piano economico, ma anche nel rispettare e promuovere una sostenibilità concreta”.

“Quest’anno, abbiamo assistito a una straordinaria raccolta di storie d’impresa che ci ricordano come innovazione, internazionalizzazione e attenzione ai valori siano i motori principali di ogni grande successo”, ha spiegato Stefano Castoldi, partner KPMG e responsabile audit Lombardia.

Alla cerimonia erano presenti numerosi titolari d’azienda, top manager e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, e Matteo Parravicini, presidente di Assolombarda Monza e Brianza.

GUALA CLOSURES: ACQUISIZIONE IN AFRICA ORIENTALE

Guala Closures – player internazionale nelle soluzioni di chiusura speciali per il settore delle bevande – ha siglato un accordo per acquisire il Gruppo Metal Crowns, principale produttore dell’Africa orientale di tappi a corona e chiusure in plastica per il mercato dell’imbottigliamento.

Fondata nel 1978 e con sede a Nairobi, Metal Crowns Group fornisce i principali marchi internazionali di birra e bevande analcoliche gassate in Africa orientale, con due stabilimenti produttivi nella regione. L’azienda ha generato un fatturato complessivo di circa 32 milioni di euro nel periodo di 12 mesi conclusosi a luglio 2025.

L’operazione ha un valore strategico, consentendo a Guala Closures di ampliare la propria presenza in mercati in forte espansione come quelli dell’Africa orientale, sostenuti da dinamiche demografiche favorevoli, dallo sviluppo economico e dall’incremento dei consumi. “Questa acquisizione rappresenta una tappa fondamentale nella nostra crescita globale”, ha dichiarato Andrea Lodetti, Ceo di Guala Closures. “Grazie alle consolidate relazioni di Metal Crowns con i principali clienti globali, ci aspettiamo ulteriori opportunità di espansione in altri Paesi dell’Africa orientale”.

L’operazione rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo della divisione globale del

Gruppo dedicata alle chiusure a corona, avviata nel 2024 e cresciuta attraverso iniziative mirate di alto valore aggiunto, sia organiche che inorganiche. Inoltre, consente a Guala Closures di entrare nel mercato delle chiusure in plastica per bevande analcoliche, integrando il proprio portafoglio.

Guala Closures è presente in Africa orientale dal 2017 con la creazione di Guala Closures East Africa e, dal 2018, con uno stabilimento a Nairobi dedicato a servire il mercato locale degli spirits con chiusure anticontraffazione complesse, integrate a tecnologie avanzate. Il perfezionamento dell’operazione è previsto nel primo trimestre del 2026.

UNAITALIA: “MERCOSUR, FORTI RISCHI PER LA FILIERA AVICOLA ITALIANA”

Mercosur, Unaitalia – l’Associazione che rappresenta la filiera avicola italiana – ha espresso seria preoccupazione per le possibili gravi ripercussioni che questo potrebbe avere sul settore avicolo nazionale ed europeo. “Pur consapevoli che rappresenti uno dei trattati commerciali più significativi mai siglati, riteniamo che l’accordo UE-Mercosur sia un pericolo concreto e inaccettabile per la filiera avicola europea, che sembra ancora una volta essere sacrificata a beneficio di altri settori all’interno degli accordi commerciali, tenendo conto, peraltro, degli impatti combinati di questo accordo con quelli negoziati dalla UE con grandi Paesi produttori come Ucraina e Thailandia, che esportano molto in Europa”, dichiara Antonio Forlini, presidente di Unaitalia.

La preoccupazione principale riguarda proprio la disparità degli standard

produttivi. “I nostri allevatori e le nostre imprese devono conformarsi a norme rigorosissime in materia di benessere animale, sicurezza alimentare e tutela ambientale, che spesso comportano anche dei costi significativi, e non possiamo competere ad armi pari se ai nostri competitor non vengono richiesti gli stessi requisiti. Questa disparità crea una concorrenza sleale che vanifica tutti gli investimenti e gli sforzi che la nostra filiera ha compiuto negli anni, ed è indispensabile che venga risolta, perché rischiamo di compromettere la sopravvivenza di interi comparti strategici dell’agroalimentare europeo e Made in Italy, come la nostra filiera avicola”.

“L’attivazione della clausola di salvaguardia, come prospettata dalla Commissione, non è sufficiente di per sé se non sarà automatica, tem-

pestiva e realmente efficace per tutelare le produzioni avicole europee e la reciprocità degli standard deve essere garantita da più controlli da parte delle autorità europee, altrimenti rischia di essere una dichiarazione di principio”, conclude Forlini. “Per questa ragione chiediamo al nostro Governo, che ringraziamo per lo sforzo sin qui fatto, un impegno concreto in questa direzione”.

Il presidente
Antonio Forlini

Secondo i dati diffusi alla Milano

Wine Week, il nostro paese mantiene il primato in produzione ed export.

Gli Usa la prima destinazione, ma l’incertezza dei dazi spinge i produttori verso altri sbocchi promettenti, come Brasile e Cina.

ITITOLO TITOLO

VINO: L’ITALIA SI CONFERMA LEADER NEL MONDO

Vino e consumi dentro e fuori casa, vino in Italia e nel mondo, nuovi trend e previsioni del comparto vitivinicolo. Sono questi i temi e i dati che sono stati portati in prima linea in occasione di Milano Wine Week 2025, l’evento che dal 4 al 12 ottobre ha eletto Milano a capitale del vino e che l’8 ottobre ha ospitato WiNeIQ, momento dedicato all’analisi di mercato di NielsenIQ. Il settore solo in Italia vale 3,1 miliardi di euro nell’off-trade, che appassiona 21,7 milioni di famiglie, l’84% del totale, che prediligono scelte di qualità sia a casa che fuori casa. Si beve meno, ma meglio. Bollicine e vino bianco, in primis.

A livello mondiale l’Italia si conferma leader mondiale nella produzione e nell’esportazione di vino, dove il primo Paese di destinazione per l’export restano gli Usa, sebbene oggi il mercato sia caratterizzato dall’incertezza dei dazi. Non mancano le nuove opportunità offerte dall’America Latina, in particolare dal Brasile e dal Messico, e poi dalla Cina, che vanta una

popolazione che ama le esperienze fuori casa e digitali: l’87% dei cinesi esce una volta a settimana abitualmente, e ama acquistare online. Un mercato in grande trasformazione e fermento, dove le nuove sfide da cogliere si trovano nei processi di premiumizzazione e nei nuovi trend di consumo dei vini dealcolati e con bassa gradazione alcolica.

IL COMPARTO IN ITALIA

Secondo i dati di NielsenIQ, in Italia il comparto del vino nel largo consumo mantiene un peso significativo. Nell’ultimo anno terminante ad agosto 2025, le vendite nella distribuzione moderna hanno raggiunto un fatturato di 3,1 miliardi di euro, in leggera crescita del (+0,6%), a fronte di un leggero calo dei volumi (-1,8%), pari a 733 milioni di litri. A sorpresa, è il Sud Italia l’area più dinamica con un +5,3% a valore e una tenuta dei volumi quasi stabile.

Gli italiani si confermano ancora una volta un popolo di wine

lovers: sono 21,8 milioni le famiglie italiane, l’84,6% del totale, che comprano vino e spumante. Acquistano in media quasi due bottiglie al mese per una spesa media annua pari a 137 euro. E, nello specifico, sono i nuclei giovani a trainare il mercato. Se le famiglie con reddito alto restano il bacino principale in termini di valore, la crescita più interessante arriva dai nuclei più giovani – 30-44 anni con figli e reddito medio-basso (4,7 milioni) – che presentano una propensione per i prodotti di qualità e una spesa maggiore per ogni atto di acquisto. Insomma, si beve meno, ma meglio.

“Tra gli acquirenti sono ancora più numerose le famiglie con responsabile d’acquisto dai 55 anni in su, senza figli a carico e con un reddito al di sopra della media (29,7% del totale)”, spiega Eleonora Formisano, Sales Lead SMB & Global Snapshot Italy di NielsenIQ, che ha presentato i dati durante l’evento dedicato. “Al contrario, le famiglie più giovani con figli e reddito ‘sotto media’, pur avendo un’incidenza minore sul totale dei consumatori (21,8%), registrano la crescita maggiore in termini numerici e di consumo e mostrano una propensione più significativa all’acquisto di prodotti premium”.

“In un momento di grande trasformazione, si cambia anche l’approccio al vino: le famiglie giovani rappresentano

oggi il segmento in maggiore crescita sia in termini numerici sia di consumo, mostrando anche una più marcata propensione all’acquisto di prodotti premium”, commenta Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week. “Si tratta di un segnale evidente di come i millennials abbiano cambiato l’approccio al vino. In particolare, il target delle famiglie giovani guidate dai millennials, che dopo i trent’anni diventano frequent drinker, si distingue per una forte attenzione alla qualità e alla differenziazione. Questo pubblico ha polarizzato i propri consumi verso una wine experience più qualitativa e meno quantitativa, ed è lo stesso che traina fenomeni come l’enoturismo, le esperienze in cantina e, più in generale, la partecipazione a manifestazioni legate al vino”.

Le bollicine, sempre secondo NIQ, si confermano in crescita nella grande distribuzione: il fatturato di 784 milioni di euro di vendite registra un incremento sia a valore (+1%) che a volume (+2,2%). Cala invece di qualche punto percentuale l’indotto dei vini fermi, che nell’ultimo anno ha generato 2,3 miliardi di euro e 622 milioni di litri. Oltre la metà del fatturato proviene dai DOP che evidenziano un calo a volume del 3,4%, stabile a valore. Anche i vini IGP registrano una flessione a volume, ma inferiore ai DOP (-1,7%), mentre crescono a valore (+1,2%) rappresentando il 29% del

fatturato totale, i vini bianchi. Driver fondamentale nel mercato del vino, i millennials amano associare il vino all’experience, tra aperitivi di qualità, degustazioni, visite in cantina, eventi dove scoprire il patrimonio di valore della cultura vitivinicola italiana e internazionale.

IL CONSUMO FUORI CASA È UN PUNTO DI FORZA

Sempre strategico, il consumo fuori casa continua a rappresentare un punto di forza per l’Italia, che fa leva su un ecosistema di ben 438.000 esercizi attivi, di cui 176.000 ristoranti e 150.000 bar, oltre 100.000 tra hotel e altre strutture ricettive. A dichiararlo è CGA by NIQ che ha osservato come, negli ultimi tre mesi, nove italiani su 10 abbiano visitato bar, ristoranti o locali almeno una volta, con una frequenza nettamente superiore rispetto ad altri grandi mercati europei come Germania e Spagna. Tuttavia, dalle dichiarazioni si nota una tendenza al rallentamento rispetto al 2024, i consumatori prevedono di continuare a ridurre la loro frequenza di visita durante il 2026 con un calo di 6 punti percentuali. Complice anche il codice della strada che prevede pene più severe e la crisi del costo della vita, sei consumatori su dieci si sentono vulnerabili rispetto all’aumento dei prezzi, e la spesa per mangiare e bere fuori casa è tra le prime voci a essere ridimensionata. Nel 2026 i consumatori intervistati prevedono di ridurre i consumi fuori casa (-11 punti percentuali) per far fronte all’aumento dei costi legati all’abitazione e al caro vita. Inoltre, un italiano su cinque, il 19% del target intervistato, prevede di diminuire la frequenza di uscite, a fronte di un 13% che pensa di aumentarla.

BRASILE E CINA, MERCATI RICCHI DI OPPORTUNITÀ

Dallo scenario italiano a quello internazionale: l’analisi di NielsenIQ ha analizzato anche l’andamento del mercato globale delle bevande che ha raggiunto un valore complessivo di 940 miliar-

Federico Gordini, presidente di Milano

Wine Week: “Le famiglie giovani rappresentano oggi il segmento in maggiore crescita sia in termini numerici sia di consumo, mostrando anche una più marcata propensione all’acquisto di prodotti premium”

di di dollari nell’anno terminante a marzo 2025, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. A livello globale, un dollaro su cinque speso nel largo consumo è destinato al beverage. All’interno di questo scenario, il vino continua a rappresentare un segmento strategico, con un’evoluzione che premia sempre più il valore rispetto ai volumi, la qualità premium e la nascita di nuove occasioni di consumo.

“A livello globale, il settore del vino nel 2025 si trova in una fase di evoluzione strutturale”, commenta Eleonora Formisano. “La crescita non è più sostenuta dall’aumento dei volumi, ma da un processo di valorizzazione e diversificazione dei canali di vendita. Per l’Italia si apriranno importanti opportunità se sarà capace di coniugare la forza del proprio patrimonio con strategie mirate di posizionamento, sviluppo digitale e presidio dei mercati emergenti, come America Latina e Cina”.

Nei principali mercati della grande distribuzione a valore, gli Stati Uniti si confermano come il mercato più importante, pur mostrando segnali di rallentamento a causa delle politiche protezionistiche. La Francia segue con un andamento in calo, mentre l’Italia si colloca al terzo posto, distinguendosi per una crescita positiva del +0,5% a valore. Per quanto riguarda i volumi, la Francia si aggiudica il primo posto, seguita dagli Stati Uniti e dall’Italia, ma tutti e tre i Paesi registrano una contrazione, a conferma di un trend globale in cui si vendono meno litri, ma a prezzi medi più alti.

L’Italia è il primo operatore straniero nel mercato del vino negli Stati Uniti: leader assoluto nel segmento degli spumanti

negli Usa, con oltre il 40% della quota di mercato e secondo operatore più grande dopo gli Usa stessi, con una quota significativa (10,1%) per i vini. Nonostante il clima di incertezza legato ai dazi, le vendite di vino italiano restano stabili nei prezzi e nei volumi. È l’America Latina a rappresentare uno dei mercati con più possibilità di penetrazione: il valore complessivo del mercato del vino nella grande distribuzione è di 2,3 miliardi di dollari e il Brasile si conferma il Paese leader, con il 44% della quota a volume e a valore in tutta la regione con una tendenza al consumo in crescita. Mercati rilevanti anche l’Argentina e il Messico: il prezzo medio del vino in Messico supera i 10 euro al litro, il più alto dell’area, mentre l’Argentina si distingue per una crescita molto elevata a valore, trainata da un incremento dei prezzi.

Proseguendo nell’analisi di NIQ e CGA by NIQ, anche la Cina rappresenta oggi uno dei mercati più dinamici, con una crescita particolarmente forte nei canali social e nel commercio digitale. Il grande potenziale è caratterizzato da oltre sette milioni di punti di consumo, dove l’87% dei cinesi frequenta settimanalmente locali e punti della ristorazione (+27 punti percentuali rispetto alla media globale). Amanti del mondo virtuale, tre cinesi su quattro dichiarano di aver visitato un locale dopo averlo visto sui social media e l’85% è disposto a ricomprare a casa un prodotto provato nei locali frequentati. Il che dimostra che in Cina il consumo fuori casa rappresenta non solo un canale importante per i volumi, ma soprattutto uno spazio privilegiato per la scoperta e la costruzione di preferenze di marca. Analizzando le categorie di vino, a livello globale, i vini fermi rappresentano quasi tre quarti del valore totale (74,8%) ma mostrano un calo del 1,4% a valore. I vini spumanti costituiscono il 14,4% e rimangono sostanzialmente stabili, mentre Champagne e Specialty Wine registrano lievi flessioni. Al contrario, si osserva una crescita molto significativa a valore, sebbene ancora su quote ridotte, delle categorie low e no alcohol: i vini spumanti a basso o nullo contenuto alcolico crescono del 17,1%, mentre i vini fermi low e no alcohol del 5,9%. Tutti segmenti che rappresentano una tendenza emergente a livello globale, coerente con i cambiamenti nei consumi e nelle abitudini sociali.

www.camagroup.com - sales@camagroup.com

UNA RETE EUROPEA PER LA RESILIENZA DEL SETTORE AVICOLO

BroilerNet è la prima rete europea dedicata a rafforzare la sostenibilità ambientale e la resilienza del settore avicolo da carne. Riunendo partner provenienti da 13 paesi e coinvolgendo oltre 400 attori diversi, BroilerNet collega allevatori, ricercatori e stakeholder del settore per individuare e condividere pratiche innovative e virtuose che affrontano le principali sfide legate al benessere animale, alla gestione della salute degli animali e alla sostenibilità ambientale. Attraverso le proprie reti nazionali di innovazione per il pollo da carne, BroilerNet ha completato il suo secondo ciclo di innovazione, individuando nuove sfide e presentando soluzioni pratiche provenienti da

tutta Europa. È stata raccolta un’ampia gamma di buone pratiche, ognuna delle quali è descritta in modo dettagliato in schede informative scaricabili, disponibili anche in italiano e gratuitamente sul Broiler Knowledge Hub (www.broilernet.eu).

I punti salienti del ciclo di innovazione: - benessere animale: affrontare temi come la valutazione del benessere, la gestione dei pulcini e la riduzione dello stress durante la cattura. Le soluzioni comprendono app per la valutazione del benessere, strategie di alimentazione precoce e pratiche di manipolazione migliorate; - gestione della salute animale: focaliz-

zarsi sulla salute intestinale, la qualità dei pulcini e la zoppia. Le buone pratiche includono protocolli avanzati di pulizia e igiene, piattaforme rialzate e metodi di controllo dei batteri; - sostenibilità ambientale: affrontare sfide legate all’uso dell’acqua, alla gestione del letame e all’allevamento di linee di polli a crescita lenta. Le innovazioni comprendono una gestione più intelligente dell’acqua, la distribuzione ottimizzata della lettiera esausta, l’agroforestazione e la riduzione degli sprechi alimentari. Ogni buona pratica è condivisa dai suoi sviluppatori per ispirare progresso e favorire lo scambio di conoscenze in tutto il settore.

FEDERALIMENTARE: “BENE IL RINVIO DI PLASTIC E SUGAR TAX”

Il presidente Paolo Mascarino

“Il nuovo rinvio di Plastic Tax e Sugar Tax è un’ottima notizia per le imprese italiane e in particolare per il settore agroalimentare”. Lo afferma il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, secondo il quale “di questo rinvio si avvantaggeranno anche le famiglie italiane, che non dovranno far fronte all’aumento di prezzo di numerosi beni di consumo”. “È molto significativo – continua Mascarino – che il Governo abbia deciso di rinviare l’avvento di queste tasse fino alla fine del 2026, invece che di soli sei mesi com’era avvenuto in precedenza. Ciò dà respiro alle nostre imprese, che per tutto l’anno avevano dovuto lavorare con questa spada di Damocle sopra la testa. Auspichiamo che i prossimi dodici mesi diano modo di lavorare per giungere finalmente all’e-

liminazione di questi provvedimenti decisi parecchio tempo fa da un altro Governo. A questo proposito, la nostra federazione è pronta a collaborare con le istituzioni al fine di individuare soluzioni idonee a trovare le necessarie coperture finanziarie”.

“Va sottolineato – aggiunge il presidente di Federalimentare – che questa decisione non è opportuna solo per ragioni prettamente economiche, ma anche perché si tratta di due tasse profondamente ingiuste, la cui applicazione non migliorerebbe né la protezione dell’ambiente, né la salute dei consumatori”.

“La Plastic Tax, infatti, non garantirebbe la sostituzione della plastica con materiali più sostenibili e non incentiverebbe attività di riciclaggio, di cui l’Italia è peraltro già leader in Europa.

La Sugar Tax, invece, ridurrebbe il consumo di calorie pro capite in quantità irrisoria, dando un contributo del tutto irrilevante alla lotta contro l’obesità e le malattie non trasmissibili.

La sua adozione darebbe inoltre credito all’antiscientifica teoria che la soluzione per ridurre tali patologie, sempre avversata dal nostro paese a livello internazionale, consista nella demonizzazione di singoli nutrienti. L’evidenza scientifica mostra invece che è necessario un approccio onnicomprensivo volto a incoraggiare stili di vita corretti, che associno una dieta varia e bilanciata ad un adeguato livello di attività fisica”.

“Ringraziamo pertanto il Governo – conclude Mascarino –per non aver ceduto a pressioni di ordine ideologico e per aver compreso come gli interessi delle imprese coincidano con quelli del Paese”.

FRANK WIELAND TORNA CSO DI MINEBEA INTEC

Con il ritorno di Frank Wieland come Chief Sales Officer, Minebea Intec, player internazionale nelle tecnologie per la pesatura e l’ispezione industriale, rafforza le sue attività di vendita globali.

“I nostri mercati sono globali e vogliamo espandere costantemente la nostra posizione in tutte le regioni”, sottolinea Karl Sommer, Ceo e Coo di Minebea Intec. “Con i suoi molti anni di esperienza nelle vendite internazionali, la sua competenza nel settore delle tecnologie di pesatura e ispezione e la sua eccellente rete di contatti, Frank Wieland ha le qualifiche ideali per farlo”.

Per quasi vent’anni, Wieland ha contribuito al successo dello sviluppo di Minebea Intec ricoprendo diversi ruoli, da ultimo quello di CSO. Ora sta assumendo nuovamente questo ruolo chiave nel team di gestione.

In questo ruolo è responsabile delle vendite, del marketing, della gestione dei prodotti e dell’assistenza e si concentrerà in particolare sull’ulteriore espansione delle attività internazionali. L’obiettivo è rafforzare la presenza dell’azienda nelle regioni in crescita, come l’Asia, e servire ancora meglio i clienti di tutto il mondo. “Si tratta di posizionare con successo la nostra generazione di prodotti sul mercato e di espandere la nostra posizione di mercato di fronte alla concorrenza globale”, spiega Wieland.

“Oltre a strutture di vendita efficienti, la vicinanza ai nostri clienti e l’assistenza locale sono fattori chiave per un’ulteriore crescita”.

Il cambiamento di personale segue il ritiro di Peter Grimley dalla posizione di CSO. Grimley rimarrà in Minebea Intec come vicepresidente e supporterà il Consiglio di amministrazione

con funzioni di consulenza. Con il rientro di Frank Wieland, Minebea Intec sottolinea il suo impegno a fornire il miglior supporto possibile a clienti e partner in tutto il mondo, attraverso forti team di vendita, presenza regionale e soluzioni innovative che aumentano la precisione, l’efficienza e la sicurezza nei processi industriali.

Protocolli HACCP semplificati

Tracciabilità degli ingredienti

Etichette solubili in acqua

Meno sprechi alimentari

ECO THE PHOTOVOLTAIC CRESCE E ASSUME 29 PERSONE

L’ambizioso piano di ampliamento del personale contribuirà a sostenere l’espansione del Gruppo e a formare i professionisti della transizione energetica in contesti innovativi e sfidanti, come l’agrivoltaico.

Il Ceo Valerio Natalizia (a sinistra) con il nuovo direttore commerciale

L’Italia si trova in una fase cruciale per lo sviluppo delle energie rinnovabili: secondo l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, l’obiettivo al 2030 è di raggiungere 131 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui 79,2 GW dal fotovoltaico. Un traguardo, questo, che motiva e continua ad alimentare l’impegno di ECO The Photovoltaic Group nel rafforzare il proprio ruolo di protagonista in questa fase di transizione energetica. L’azienda conferma anche quest’anno una traiettoria di crescita e consolidamento, distinguendosi non solo per l’offerta completa e innovativa, ma anche per un modello imprenditoriale che valorizza persone, competenze e relazioni durature. Nel 2025 l’azienda registra una crescita del fatturato di circa il 35% rispetto all’anno precedente.

Non solo impianti, ma un approccio completo alla transizione

La spinta verso le rinnovabili non riguarda soltanto la quantità di impianti installati dedicati alle industrie, ma anche la loro qualità e complessità. ECO Group ha puntato sullo sviluppo delle competenze, specializzandosi in ambiti nuovi

e altamente sfidanti, come l’agrivoltaico, che unisce produzione di energia e valorizzazione agricola del territorio, o i sistemi galleggianti, che permettono di sfruttare superfici d’acqua. A questi si aggiunge lo sviluppo di infrastrutture di connessione in media e alta tensione. ECO Group ha investito con decisione in queste competenze, arrivando oggi ad offrire un pacchetto di servizi che per qualsiasi tipologia di progetto abbraccia l’intera filiera: dallo studio di fattibilità alle autorizzazioni, dalla progettazione alla realizzazione, fino alla gestione e manutenzione. Questo approccio integrato permette di rispondere a esigenze diversificate, con soluzioni che non si limitano a realizzare impianti, ma che supportano clienti durante tutto il percorso di transizione energetica.

A seguito della crescita, ECO The Photovoltaic Group sta rafforzando l’organico con un importante piano di assunzioni. Entro giugno 2026 sono previsti 29 ingressi. A inizio ottobre erano già state inserite 15 nuove risorse: 4 tecnici addetti alle coperture fotovoltaiche su tetto e 11 figure negli uffici, di cui 6 donne. Entro giugno 2026 verranno assunti altri 12 professionisti, destinati

a potenziare le aree di progettazione, gestione autorizzativa, installazione e manutenzione degli impianti e tre figure manageriali in totale. Pietro Torretta, tra i 15 recentemente assunti, ha già fatto il suo ingresso in azienda assumendo il ruolo di direttore commerciale. Grazie all’esperienza ventennale nel settore dell’energia, maturata tra Italia ed estero in diversi ambiti delle rinnovabili, porta in azienda competenze tecniche e commerciali che contribuiranno a consolidare la presenza del gruppo nel mercato domestico, espandere la presenza internazionale e sviluppare nuovi prodotti e servizi per la transizione energetica. La grande attenzione alle persone è parte integrante della cultura aziendale di ECO The Photovoltaic Group; il lavoro quotidiano non si misura solo in kilowattora prodotti, ma nella capacità di creare valore umano e professionale. L’azienda promuove le cosiddette organizzazioni positive, in cui il benessere dei collaboratori, la qualità delle relazioni e la condivisione degli obiettivi diventano motori di produttività e soddisfazione.

“Vogliamo essere un’azienda dove ogni talento può crescere, contribuire concretamente e sentirsi parte di un progetto ambizioso”, afferma Valerio Natalizia, Ceo di ECO The Photovoltaic Group. “Investiamo nelle persone, nella loro formazione e nelle opportunità di sviluppo, perché sappiamo che la forza del nostro Gruppo nasce dalle competenze, dalla passione e dall’impegno di chi lo compone. Chi entra a far parte di ECO Group ha l’opportunità di contribuire concretamente a progetti innovativi nel settore fotovoltaico, sviluppando competenze strategiche e diventando protagonista sia della crescita e del consolidamento del Gruppo, sia della transizione energetica del Paese. Relativamente al tema della formazione, oggi stiamo dando vita a percorsi di aggiornamento e sviluppo professionale, rivolti non solo ai nostri dipendenti ma anche ai partner”.

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La fiera, in programma a Parma nel febbraio 2026, farà il punto su tecnologie, norme e sostenibilità per l’industria alimentare: un evento completo dedicato alla gestione di polveri e granuli nel processo produttivo.

a cura di ??

ITITOLO TITOLO

SOLIDS: FOCUS SULLA GESTIONE DI POLVERI E GRANULI NEL FOOD

Nel cuore della produzione alimentare moderna, la gestione di polveri e granuli è una sfida quotidiana. Dai cereali ai premix, dalle spezie alle farine, ogni fase – movimentazione, miscelazione, dosaggio, stoccaggio – richiede soluzioni che garantiscano qualità, sicurezza e rendimento.

A queste esigenze risponde SOLIDS Parma 2026, che si svolge l’11 e il 12 febbraio prossimi a Fiere di Parma. Si tratta dell’evento di riferimento per il bulk handling in Italia, con un’attenzione particolare al comparto food e pet food.

UN LUOGO D’INCONTRO PER FORNITORI DI

TECNOLOGIE E PROFESSIONISTI DELLA PRODUZIONE

SOLIDS Parma si distingue non solo come fiera di prodotto, ma anche di valore culturale e tecnico. È un punto di contatto strategico tra espositori qualificati, fornitori di soluzioni all’avanguardia e professionisti dell’industria alimentare alla ricerca di tecnologie, aggiornamento e nuove partnership. Dal produttore alimentare alla ricerca di innovazione all’azienda che fornisce tecnologie per l’handling e

la trasformazione di solidi sfusi, SOLIDS è il luogo dove domanda e offerta si incontrano.

TECNOLOGIE PER OGNI FASE DEL PROCESSO

In fiera sarà possibile scoprire e toccare con mano soluzioni applicabili lungo tutta la filiera:

- movimentazione e trasporto, pneumatico o meccanico, compatibili con le normative igieniche del food;

- stoccaggio intelligente, con EPC, controllo dell’umidità e silos anticontaminazione;

- miscelazione, vagliatura, micronizzazione per uniformità e purezza del prodotto;

- dosaggio, pesatura e confezionamento con dispositivi push-to-load Industry 4.0;

- depolverazione e filtrazione dell’aria per ambienti più salubri e sicuri; - automazione, sensoristica e robotica, dalla tracciabilità alla pallettizzazione automatica, fino alla manu-

Sistema di trasporto a coclea per granuli: efficienza, controllo visivo e igiene in linea con gli standard alimentari

tenzione predittiva. Queste tecnologie rispondono in modo concreto alle priorità di chi produce nel food: efficienza, qualità, conformità normativa e sostenibilità.

CONTENUTI

TECNICI, AGGIORNAMENTI NORMATIVI E INNOVAZIONE REALE

SOLIDS Parma 2026 non è solo esposizione, ma anche un punto d’incontro per aggiornarsi, formarsi e confrontarsi. Il programma di conferenze e workshop tecnico-normativi offre contenuti ad alto valore aggiunto. Tra i temi trattati: - normativa e sicurezza alimentare: focus sui M.O.C.A. e aggiornamenti sui nuovi Regolamenti europei 351/2025 e 2025/40; - caratterizzazione delle polveri: angolo di riposo, densità, shear testing e casi applicativi reali per migliorare la progettazione degli impianti; - trend tecnologici e sostenibilità: energie rinnovabili, filtri in nanofibra, prevenzione da esplosioni di polveri.

Controllo visivo del flusso di materia prima: la trasparenza dei componenti permette di ottimizzare la tracciabilità e l’igiene del processo

Tecnologia per la lavorazione e la miscelazione precisa di solidi sfusi: soluzioni ideali per l'industria alimentare e il pet food

A completare l’esperienza fieristica: - podcast ufficiale SOLIDS, con interviste e approfondimenti on demand; - Innovation Gallery, spazio fisico e digitale dove i visitatori potranno votare le dieci soluzioni più innovative presentate in fiera.

NETWORKING E FORMAZIONE

L'evento richiama decision maker, ingegneri, buyer, tecnologi alimentari, responsabili di produzione e

manutenzione, ma è anche il contesto ideale per chi sviluppa, commercializza o integra soluzioni per l’industria alimentare. Workshop e tavole rotonde favoriscono il dialogo tra industria, ricerca, istituzioni e fornitori.

PERCHÉ ESSERCI: SIA PER CHI ACQUISTA CHE PER CHI PROPONE SOLIDS Parma è una bussola per la modernizzazione dei processi nel settore agroalimentare. Partecipare significa scoprire trend, conoscere player tecnologici, confrontarsi con casi reali e attivare nuove relazioni di business.

Dal 2026, con cadenza biennale, l’evento cresce in contenuti e valore tecnico, diventando appuntamento imprescindibile per chi opera o serve il comparto food.

Per chi volesse esporre le proprie soluzioni, ci sono ancora spazi disponibili, ma stanno per esaurirsi: è possibile prenotare uno stand tramite il form all’indirizzo www.solidsparma.it/richiedi-uno-stand. Oltre il 90% dell’area espositiva è già occupato.

Per i lettori di Tecnologie Alimentari, l’ingresso è gratuito registrandosi con il codice 1429 su: www.solidsparma.it.

A EVOLIO EXPO IN PRIMO PIANO IL RAPPORTO TRA OLIO E SALUTE

L’olio extravergine di oliva è l’alimento più studiato al mondo per le sue proprietà salutistiche: un concentrato naturale di polifenoli e acido oleico che la comunità scientifica riconosce come cardine della dieta mediterranea e alleato prezioso nella prevenzione delle malattie croniche. Non a caso, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e la FDA (Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che regolamenta alimenti e farmaci) hanno approvato indicazioni salutistiche ufficialmente riconosciute per le molecole contenute nell’olio Evo, confermandone il ruolo unico tra gli alimenti funzionali. Proprio per valorizzare questo legame tra alimentazione e salute, la seconda edizione di Evolio Expo – in programma dal 29 al 31 gennaio 2026 alla Fiera del Levante di Bari – dedicherà un intero percorso

L’agenda

Gulfood Manufacturing

4-6 novembre 2025

Dubai, Emirati Arabi Uniti gulfoodmanufacturing.com

SWOP - Shanghai World of Packaging

25-27 novembre 2025 Shanghai, Cina www.swop-online.com/en

SPS - Smart Production Solutions 25-27 novembre 2025

Norimberga, Germania sps.mesago.com/nuernberg/en. html

FI Europe

2-4 dicembre 2025

Parigi, Francia www.figlobal.com

Sigep 16-20 gennaio 2026

Rimini www.sigep.it

Evolio Expo 29-31 gennaio 2026

Bari www.evolioexpo.com

Fieragricola 4-7 febbraio 2026

Verona www.fieragricola.it

SOLIDS Parma 11-12 febbraio 2026

Parma www.solids-parma.it

BBTech Expo 15-17 febbraio 2026

Rimini www.bbtechexpo.com

tematico a “Olio e Salute”. La manifestazione, organizzata da Senaf per conto di Nuova Fiera del Levante, con il sostegno del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, di Pugliapromozione e dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, ritornerà a essere il punto d’incontro tra produttori, buyer, istituzioni, operatori della filiera e comunità scientifica.

Un’evidenza tra le più significative arriva dallo studio europeo Predimed, che ha seguito 7.447 persone ad alto rischio cardiovascolare per circa 5 anni. I risultati hanno dimostrato che l’adozione di una dieta mediterranea arricchita con olio Evo riduce del 30% il rischio di infarto miocardico, ictus o morte cardiovascolare. “La scienza ci dice chiaramente che l’olio extravergine è l’elemento chiave della dieta mediterranea per

SANA Food 22-24 febbraio 2026 Bologna www.sana.it

Vinitaly 12-15 aprile 2026

Verona www.vinitaly.com

Interpack

7-13 maggio 2026

Düsseldorf, Germania www.interpack.com

Tuttofood 11-14 maggio 2026

Milano www.tuttofood.it

la protezione cardiometabolica”, sottolinea la professoressa Marisa Lisa Clodoveo, docente di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università degli Studi di Bari.

“Non basta però dire che ‘l’olio fa bene’: occorre insegnare ai con sumatori a leggere le etichette, a riconoscere la presenza di polife noli e acido oleico, e a distinguere un vero alimento funzionale da un semplice condimento. Le attività di divulgazione sono state tante – con tinua Clodoveo – ma spesso con un approccio generico, che non aiuta a distinguere tra un condimento qual siasi e un olio realmente ricco di mo lecole bioattive. Perché diventi uno strumento concreto di prevenzione, serve una comunicazione mirata e scientificamente precisa, capace di trasformare i messaggi in strumenti pratici per i cittadini”.

SPS Italia

26-28 maggio 2026

Parma spsitalia.it.messefrankfurt.com/ parma/it.html

LAB Italia 16-17 giugno 2026 www.lab-italia.com

Milano

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UNA NUOVA SEDE PER L’ITS TECH&FOOD ACADEMY

ITS Tech&Food Academy, Istituto Tecnologico Superiore dell’EmiliaRomagna che da 15 anni forma tecnici specializzati per il settore agroalimentare, ha inaugurato a settembre la nuova sede di Parma. La struttura, di 1.500 metri quadrati, ospita otto nuovi laboratori scientifici e tecnologici.

SINERGIA FRA UNIVERSITÀ

Università di Pollenzo e Politecnico di Torino insieme per creare un nuovo corso di laurea triennale internazionale: Food Tech for Ecological Transition.

Il corso, interamente in inglese e che avrà inizio nel 2026, si distingue per l’approccio interdisciplinare che unisce tecnologia, scienze e sistemi alimentari, con l’obiettivo di ripensare i sistemi del cibo per la sostenibilità.

Infatti, il piano di studi di questo programma triennale, unisce basi tecniche, approfondimenti socio-umanistici e apprendimento applicato.

I corsi fondamentali di scienza e tecnologia sviluppano il rigore analitico; i moduli di economia, diritto e studi culturali e umanistici collocano la tecnologia all’interno di contesti ecologici e sociali; laboratori e visite sul campo traducono la teoria in pratica nel corso dei tre anni accademici.

“L’Università di Pollenzo è a una svolta

La sede è stata realizzata grazie ai finanziamenti del PNRR e della Regione Emilia-Romagna, che hanno permesso la ristrutturazione dello stabile nel quartiere Montanara e la creazione di due laboratori scientifici (microbiologia e chimica degli alimenti; analisi sensoriale) e di sei laboratori digitali (robotica, programmazione, simulazione fabbrica alimentare), con l’obiettivo di rendere la didattica fortemente esperienziale. Qui si svolgono le lezioni dei tre corsi di Parma – Digital Factory, Food Development e Food Tech – e hanno sede anche gli uffici centrali dell’Academy del Food.

In mattinata si è svolta la Lectio Magistralis di Giuseppe Morici, Manager e Consulente, alla quale è seguita una tavola rotonda moderata da Maria Piera Ceci di Radio 24,

che ha offerto un confronto con Massimo Ambanelli, CCO HIFOOD e Presidente della Fondazione ITS Tech&Food Academy, e con lo stesso Morici. La mattina si è conclusa con la visita guidata alla nuova sede. Nel pomeriggio sono state aperte le porte per visite guidate per conoscere da vicino aule, laboratori e spazi didattici, rivolte in particolare a studenti, diplomati, laureati, docenti, genitori e aziende. È stato inoltre possibile partecipare a laboratori interattivi al fine di sperimentare in prima persona la didattica laboratoriale dell’Academy.

Quattro i laboratori che hanno accolto i visitatori: Robotic Armse.DO Learning Center; Consumer Science; Quality Assurance; Digitalizzazione dei processi produttivi.

PER UN CORSO SULLE FOOD TECH SOSTENIBILI

storica in quanto è la prima volta che realizziamo un corso triennale internazionale interateneo con una istituzione così prestigiosa come il Politecnico di Torino”, afferma il rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Nicola Perullo.

“I temi di questo nuovo e unico corso di laurea, che unisce le competenze scientifiche e tecnologiche del Politecnico con quelle strategiche, ecologiche e culturali di Pollenzo, sono di fondamentale importanza per lo sviluppo alimentare sostenibile allineato all’innovazione tecnologica e sociale. Sono sicuro che questa nuova proposta possa incontrare l’interesse di moltissimi studenti in tutto il mondo, che potranno beneficiare di una formazione a campus diffuso sia a Torino che a Pollenzo, e delle competenze altamente trasversali e originali che questo programma propone”.

“Con questa collaborazione – sostiene il rettore del Politecnico Stefano Corgnati

– attiviamo un percorso strategico, mettendo insieme le nostre competenze tecnologiche con quelle legate alla sostenibilità della catena del cibo dell’Università di Scienze Gastronomiche. Abbiamo infatti creato un percorso didattico innovativo sui temi della qualità del cibo, della sicurezza della catena alimentare e della sostenibilità nelle tecniche agrarie, attraverso un’ampia sinergia tra le competenze complementari che i nostri atenei rappresentano. Una offerta formativa moderna che si proietta nel contesto internazionale: studenti e studentesse del corso saranno in grado di porsi come punti di riferimento nel mondo sia industriale che cooperativo, con sensibilità specifica sulla sostenibilità ambientale e l’uso razionale di acqua e energia nei processi che riguardano il cibo. È infatti sempre più importante creare professionalità che abbiano una capacità di interpretazione interdisciplinare dei diversi campi di applicazione”.

Con Buongrano, Mulino Bianco produce il primo biscotto certificato interamente con farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa. Entro il 2030, tutti i prodotti del brand saranno realizzati con materia prima ottenuta con pratiche che aiutano a rigenerare il suolo e tutelare la biodiversità.

ITITOLO TITOLO

UN BISCOTTO AL 100% DA AGRICOLTURA RIGENERATIVA

Mulino Bianco, marchio simbolo della tradizione italiana nel mondo dei prodotti da forno, ha compiuto un passo importante nel percorso di sostenibilità che caratterizza la sua storia. È infatti il primo brand bakery in Italia certificato a realizzare un biscotto interamente prodotto con farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa: il nuovo Buongrano. Questo lancio segna l’avvio di una nuova fase della Carta del Mulino, il disciplinare del brand che ha definito innovativi standard per la coltivazione sostenibile del grano tenero, garantendo la qualità dei prodotti, la tutela della biodiversità e la valorizzazione del lavoro degli agricoltori. Oggi la Carta guida il cambiamento puntando, per Buongrano, sull’agricoltura rigenerativa: un approccio che non solo riduce l’impatto ambientale dell’attività agricola in termini di CO2 eq, ma restituisce nuova vitalità alla terra.

TRA GUSTO E NATURA

Con Buongrano, nel 2018 ha preso il via, per la farina di grano tenero, il progetto Carta del Mulino che oggi riguarda la maggior parte dei prodotti Mulino Bianco. Sette anni dopo, il biscotto torna nelle case dei consumatori con una nuova veste: è il primo prodotto con 100% farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa e diventa il frutto tangibile di un nuovo approccio responsabile (l’azienda specifica che, dalla ricerca di WWF e di un team tecnico esterno, sono stati elencati tutti gli standard RGN presenti e in generale le sue applicazioni: si evince da quest’analisi che in Italia non risultano brand bakery certificati sul pacco RGN). Buongrano unisce il piacere del gusto a un’attenzione autentica per la Terra. Per Mulino Bianco non è solo un gesto, ma un modo di agire concreto: prendere dalla natura con rispetto, restituendole valore e nutrimento, per trasformare con il proprio saper fare ingredienti semplici in prodotti buo-

ni e genuini. Il grano tenero di Buongrano nasce infatti da pratiche agricole che verranno verificate e monitorate grazie all’introduzione di una nuova regola del Disciplinare “Carta del Mulino” (vale a dire il rispetto del “Regenerative Agriculture Standard di Food Chain ID), ad oggi applicata solo su Buongrano, che aiuta le piante a crescere più sane e forti, favorendo la fertilità del suolo e garantendo la disponibilità di cibo anche in futuro. Così, è possibile gustare un prodotto buono oggi, sapendo di fare qualcosa di buono anche per domani. Con il suo nuovo pack dedicato, Buongrano rappresenta inoltre un’importante promessa di Mulino Bianco: estendere progressivamente questo modello a tutta la produzione. Entro il 2030, infatti, tutti i prodotti Mulino Bianco saranno realizzati con farina di grano tenero proveniente da agricoltura rigenerativa. “Con Buongrano vogliamo scrivere un nuovo capitolo della storia di Mulino Bianco, che da cinquant’anni nutre la fiducia che il mondo possa essere un posto migliore”, afferma Laura Signorelli, Marketing Director Equity Mulino Bianco. “Portiamo nelle case delle persone prodotti buoni, investendo nella qualità degli ingredienti e nei processi di trasformazione, e prendendoci cura della natura. Il nostro obiettivo è far conoscere il valore dell’agricoltura rigenerativa: è il nuovo impegno della marca per continuare a garantire ai consumatori la stessa qualità di sempre, nutrendo al contempo la nostra terra”.

SE IL FUTURO INIZIA DAL SUOLO

L’agricoltura rigenerativa è un approccio olistico che mette al centro la salute del suolo e degli agroecosistemi. Attraverso pratiche mirate come le rotazioni colturali, che restituiscono nutrienti al terreno e favoriscono la sua naturale fertilità, la copertura vegetale durante i periodi di riposo colturale per proteggere il suolo, la creazione di aree fiorite dedicate ad api, farfalle e altri insetti utili, la riduzione di fitofarmaci e

fertilizzanti di sintesi e grazie a una gestione più attenta e l’uso di tecnologie digitali per monitorare gli impatti e migliorare costantemente le pratiche, è possibile rigenerare la fertilità dei terreni, aumentare la biodiversità, migliorare i cicli dell’acqua e rafforzare la resilienza delle comunità agricole.

UNA FILIERA CHE COINVOLGE

1.800 AGRICOLTORI

La Carta del Mulino coinvolge oggi oltre 48.000 ettari coltivati da 1.800 agricoltori, 14 mulini esterni e 70 centri di stoccaggio e il mulino di proprietà Barilla. Con l’edizione 2025 il disciplinare rende l’agricoltura rigenerativa parte essenziale del modello produttivo nella filiera del grano tenero.

L’obiettivo è quello di rigenerare i terreni integrando le attuali pratiche agronomiche con altre che permettano di raggiungere benefici incrementali, rafforzando la tutela degli agroecosistemi e valorizzando il lavoro degli agricoltori attraverso formazione, innovazione digitale e nuove competenze. I benefici sono già misurabili, con la riduzione delle emissioni di CO2 eq del 7% annuo rispetto all’agricoltura convenzionale (circa 9.500 tonnellate risparmiate ogni anno, l’equivalente di 320 camion carichi di CO2 eq). Inoltre, 2.000 ettari (pari alla superficie di 2.900 campi da calcio) sono già stati destinati a fasce di biodiversità, che hanno favorito un incremento del 40% degli insetti impollinatori, tra cui api, sirfidi e farfalle, nelle aree monitorate dall’Università di Bologna . Il monitoraggio della salute del suolo è garantito da SOCRATE, un modello nato da un progetto innovativo che utilizza satelliti e intelligenza artificiale per misurare in maniera rapida, economica ed accurata la sostanza organica del suolo, un indicatore chiave della fertilità. L’impiego di SOCRATE ha confermato che i terreni coltivati secondo la Carta del Mulino sono in grado di conservare e migliorare la sostanza organica e di conseguenza la salute del suolo.

UNA PARTNERSHIP RESPONSABILE

Il percorso verso l’agricoltura rigenerativa di Buongrano è reso possibile grazie a un ampio sistema di collaborazioni scientifiche e istituzionali: WWF, CNR - IBE, Università di Torino, Bologna e Tuscia, insieme a partner tecnologici e tecnici come XFarm e Open Fields, contribuiscono a validare le pratiche agricole e a monitorarne l’impatto ambientale, garantendo un modello di eccellenza.

“La salute del suolo è alla base della qualità del nostro grano e quindi dei nostri prodotti”, commenta Michele Zerbini, Soft Wheat & Flours Italy & Galliate Mill Purchasing Associate Director Mulino Bianco. Con la Carta del Mulino stiamo lavorando al fianco di partner, agricoltori, stoccatori e mulini per diffondere sempre di più le pratiche di agricoltura rigenerativa, capaci di migliorare la fertilità dei terreni anno dopo anno, favorire la biodiversità e valorizzare il lavoro di tutta la filiera. È un percorso che richiede impegno e collaborazione, ma che ci permette di guardare con fiducia al futuro”.

Anche WWF Italia, quale partner di questo percorso, riconosce l’importanza dell’agricoltura rigenerativa. “Oggi questo modello di agricoltura rappresenta una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità”, sottolinea Eva Alessi, Head of Sustainability WWF Italy.

TRACCIABILITÀ DIGITALE E DECARBONIZZAZIONE LUNGO LA FILIERA

Trusty, società benefit italiana che usa la tecnologia blockchain per la tracciabilità delle filiere agroalimentari e industriali, e AzzeroCO 2, società di consulenza per la sostenibilità e l’energia fondata da Legambiente e Kyoto Club, uniscono le forze per offrire alle aziende che si approvvigionano da filiere agricole soluzioni innovative e integrate per la sostenibilità ambientale e la trasparenza dei processi produttivi.

La partnership punta a valorizzare

le filiere produttive attraverso un approccio che coniuga la tracciabilità digitale di Trusty, già adottata da oltre 200 clienti in Italia e all’estero per la trasparenza e la compliance normativa – in particolare legata al Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) – con l’expertise di AzzeroCO2 nell’ambito delle strategie di decarbonizzazione. Insieme, le due realtà intendono supportare le imprese agricole, agroalimentari e industriali – attive nelle filiere del cacao, del caffè, dell’olio di palma, della carne bovina, della soia, del legno/carta e della gomma – nei complessi percorsi verso la sostenibilità, offrendo strumenti per monitorare e gestire l’impatto ambientale lungo tutta la catena del valore.

“In un mondo in cui la sostenibilità non è più un’opzione, ma una priorità, questa collaborazione rappresenta un passo concreto per mettere la tecnologia al servizio di filiere più re-

sponsabili e trasparenti”, afferma Alessandro Chelli, Ceo di Trusty. “La nostra piattaforma blockchain garantisce l’autenticità e la sicurezza dei dati: da oggi, grazie alla sinergia con AzzeroCO2, possiamo affiancare le aziende anche nel loro percorso di sostenibilità”.

“Oggi le aziende – ha dichiarato Alessandro Martella, direttore generale di AzzeroCO2 – non devono solo ‘essere’ sostenibili, ma devono poterlo ‘dimostrare’ in modo inconfutabile, specialmente di fronte a normative complesse come il Regolamento EUDR. È proprio per aiutarle a vincere questa sfida che siamo entusiasti di collaborare con Trusty, un partner con cui condividiamo l’obiettivo di accelerare la transizione verso filiere più trasparenti e tracciate. La sinergia tra la tecnologia blockchain di Trusty e le nostre competenze tecnico-scientifiche nasce proprio per fornire alle imprese gli strumenti concreti per affrontare con successo le sfide climatiche e normative”.

A ENOMONDO IL PRIMO CERTIFICATO UE SUI FERTILIZZANTI

Valoritalia ha rilasciato a Enomondo, società compartecipata da Caviro Extra ed Herambiente, il primo certificato di conformità secondo il Regolamento (UE) 2019/1009 sui fertilizzanti.

L’ottenimento della certificazione rappresenta un traguardo rilevante non solo per Enomondo, attiva da anni nella valorizzazione sostenibile dei sottoprodotti agricoli e agroindustriali, ma anche per Valoritalia, che conferma la sua posizione pionieristica nelle certificazioni a supporto della sostenibilità. Nel 2024, infatti, Valoritalia è stato il primo ente in Italia ad essere notificato dal Masaf come Organismo abilitato alla valutazione della conformità dei fertilizzanti UE. La certificazione attesta la conformità al

Regolamento europeo 2019/1009, che introduce l’obbligo della marcatura CE come requisito indispensabile per l’immissione in commercio dei fertilizzanti nell’Unione Europea, in risposta alla crescente domanda di prodotti sicuri, rispettosi dell’ambiente e della salute umana, animale e vegetale. Non si tratta soltanto di un adempimento normativo: ottenere la certificazione rappresenta un’opportunità per produttori e commercianti di fertilizzanti di apportare reale beneficio al pianeta in termini di efficientamento delle risorse e riciclo, favorendo così un’effettiva sostenibilità economica e ambientale. Un obiettivo già al centro della mission di

Enomondo, che produce fertilizzanti ottenuti da materiali riciclati e organici. L’azienda infatti converte flussi di rifiuti biodegradabili in prodotti fertilizzanti, in piena coerenza con i valori che guidano l’intero Gruppo Caviro, da anni impegnato nel raggiungimento di una sostenibilità economica, etica e sociale a 360 gradi.

Valoritalia è una società italiana specializzata nella certificazione dei prodotti agroalimentari, soprattutto nel settore vitivinicolo. Garantisce la tracciabilità del prodotto dal campo all’immissione sul mercato, assicurando a imprese, istituzioni e consumatori il rispetto degli standard di produzione stabiliti nei Disciplinari di Produzione adottati dai rispettivi Consorzi di Tutela.

TECNOLOGIE SOSTENIBILI PER LA PELATURA DEL POMODORO

Enea e Università di Salerno hanno individuato metodi più efficienti per la pelatura industriale dei pomodori, in grado di abbattere i consumi di energia termica fino al 50%.

Enea e Università di Salerno hanno individuato tecnologie più efficienti per la pelatura industriale dei pomodori, in grado di abbattere i consumi di energia termica fino al 50%. La ricerca è stata condotta in un’azienda in provincia di Salerno che lavora circa 60 mila tonnellate di pomodori all’anno e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista

Sustainability. Si tratta di una valutazione comparativa degli impatti energetici, economici e ambientali tra i metodi di pelatura tradizionali e tre tecnologie innovative come infrarossi, ultrasuoni e riscaldamento ohmico.

“Nell’industria di trasformazione del pomodoro, le tecniche di pelatura più diffuse sono ancora quelle a vapore e con liscivia, apprezzate per la loro efficienza operativa e la facilità di utilizzo nei medi e grandi impianti”, spiega Giovanni Landi, ricercatore del Laboratorio Enea Soluzioni integrate per l’efficienza energetica e coautore dello studio insieme alla collega Miriam Benedetti e a Gianpiero Pataro ed Elham Eslami del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno.

Sebbene la pelatura a vapore rappresenti un’alternativa più ecologica rispetto a quella chimica, può produrre frutti

detta anche “pelatura a secco”, risulta il metodo più ecocompatibile perché riduce l’uso di energia elettrica e termica, grazie alle radiazioni infrarosse che riscaldano rapidamente la superficie del prodotto, favorendo il distacco della buccia senza ricorrere all’uso di acqua o sostanze chimiche. Questo trattamento evita la produzione di acque reflue e risulta più veloce, meno dispendioso e con un ridotto spreco di pomodoro (9,8%).

più molli, con minore consistenza e maggiore perdita di prodotto (15% rispetto al 13,6%). Inoltre, entrambi i metodi comportano un elevato consumo di energia e di acqua e generano ingenti volumi di acque reflue che, nel caso della pelatura chimica, sono anche inquinate.

“Per rispondere a queste criticità – prosegue Landi – la ricerca si sta orientando verso tecniche di pelatura innovative e sostenibili capaci di migliorare l’efficienza, la resa e la qualità del prodotto e ridurre al minimo sprechi e impatto ambientale. Le soluzioni che proponiamo in questo studio rappresentano valide alternative o ‘complementi’ alle tecniche tradizionali, aprendo la strada a una trasformazione dell’industria agroalimentare più efficiente e sostenibile”.

I vantaggi della tecnologia a infrarosso

Dallo studio emerge che l’adozione dei nuovi metodi di pelatura migliora il grado di pelabilità dei pomodori con un aumento della capacità produttiva (2,69,2%) e una riduzione dello scarto (16%-52%) rispetto alle tecniche tradizionali. Sul fronte ambientale la pelatura mediante tecnologia ad infrarosso (IR),

“Nonostante i chiari vantaggi economici e ambientali derivanti dall’adozione delle nuove tecnologie di pelatura, persistono criticità legate al controllo di parametri fondamentali come la temperatura dell’emettitore IR, la distanza tra il prodotto e la sorgente di calore e il tempo di esposizione”, sottolinea Landi. L’industria della trasformazione del pomodoro riveste un ruolo strategico nel settore agroalimentare a livello globale. Nel 2024, la produzione mondiale di pomodori lavorati ha raggiunto i 50,9 milioni di tonnellate, con Cina (11,5 milioni di tonnellate), Stati Uniti (11,3 milioni) e Italia (5,3 milioni) come principali produttori. Tra i derivati del pomodoro, il mercato globale dei pomodori pelati in scatola (interi, a cubetti) è stato valutato 4 miliardi di dollari nel 2022, con una previsione di crescita fino a 6,8 miliardi entro il 2032.

“In un mercato italiano e internazionale di queste dimensioni, i potenziali benefici derivanti dall’adozione di questi nuovi metodi di pelatura possono incentivare le aziende di trasformazione del pomodoro a valutare soluzioni tecnologiche più efficienti e sostenibili. Tuttavia, l’introduzione su scala industriale richiede un’attenta valutazione di costi iniziali, complessità operative e benefici nel lungo periodo. Per questo riteniamo che siano necessari ulteriori studi per ottimizzare tali tecnologie in ambito industriale, valutare la fattibilità tecnica ed economica di ciascuna soluzione, confrontarne i costi con i potenziali risparmi ottenibili e stimare i tempi di ritorno dell’investimento”, conclude Landi.

NEXTURE INAUGURA UNA LINEA DI MISCELAZIONE E CONFEZIONAMENTO

Nexture, la holding nata dall’integrazione delle competenze industriali e tecnologiche del gruppo CSM Ingredients e del Gruppo Italcanditi, ha completato l’installazione di una linea di miscelazione e confezionamento ad alta precisione nello stabilimento di Parma, sede anche di Hifood (gruppo CSM Ingredients). “La nuova linea di Parma rappresenta un traguardo importante nel percorso di crescita di Nexture e ci consente di rafforzare ulteriormente la nostra presenza in Italia”, ha commentato Gabriele Del Torchio, amministratore delegato di Nexture. “È l’emblema della nostra capacità di coniugare tradizione industriale, in-

novazione tecnologica e sostenibilità in un contesto internazionale sempre più dinamico”.

La linea – con una capacità produttiva massima di 11.000 tonnellate l’anno – è dedicata alla produzione dei dry mixes di CSM Ingredients e realizzerà, utilizzando per la produzione anche materie prime locali, un ampio portafoglio di ingredient destinati ai settori della panificazione e della pasticceria, tra cui miscele per pane, miglioratori, preparati per panettone e soluzioni per pan di spagna.

Le tecnologie di miscelazione e confezionamento di ultima generazione garantiranno elevata efficienza, precisione e flessibilità, ottimizzando i processi e assicurando qualità costante anche su grandi volumi. In questo modo, lo stabilimento rafforzerà ulteriormente il proprio ruolo di punto di riferimento in Europa e oltre per l’innovazione negli ingredienti. “Con l’espansione della capacità produttiva a Parma possiamo integrare ancora meglio gli standard di Industria 4.0 nei nostri processi: progettazione orientata al prodotto, in-

tegrazione digitale e automazione avanzata operano in sinergia per assicurare i più alti livelli di qualità, sicurezza ed efficienza. È un passo avanti che guarda al futuro, coniugando l’eccellenza industriale con l’innovazione e la flessibilità che clienti e partner si aspettano”, ha spiegato Victor Rodriguez Perez, Chief Operations Officer di CSM Ingredients Group. La nuova linea si inserisce in uno stabilimento già all’avanguardia per innovazione, sicurezza alimentare ed efficienza energetica, con processi totalmente automatizzati, tecnologia proprietaria, sistemi di etichettatura con QR code e un impianto fotovoltaico che copre il 77% del fabbisogno elettrico dello stabilimento. Il progetto si inserisce nella più ampia strategia di Nexture, che prevede il costante rinnovamento degli stabilimenti e impianti, per garantire un solido equilibrio tra competenze locali e presenza globale. Oggi il Gruppo conta oltre 2.000 dipendenti, 13 stabilimenti produttivi, 10 centri di innovazione e serve clienti in più di 120 Paesi.

COLORI VIVACI E NATURALI PER BEVANDE “EMOZIONANTI”

GNT presenterà i suoi coloranti vegetali EXBERRY® per bevande dal colore cangiante e nuovi concept in occasione di Gulfood Manufacturing 2025, dal 4 al 6 novembre a Dubai (EAU).

I colori Exberry sono realizzati a partire da frutta, verdura e piante non OGM, offrendo un’alternativa naturale ai coloranti sintetici e consentendo di ottenere un’intera gamma di tonalità per alimenti e bevande.

Al padiglione 6, stand B6-48, GNT presenterà una serie di concept ed esperienze Exberry per mostrare le potenzialità della gamma. Tra questi, una bevanda interattiva

che cambia colore e la possibilità di creare barrette rocky road personalizzate, combinando diversi colori, sapori e texture. I visitatori potranno aggiungere ingredienti solidi colorati con Exberry per realizzare prodotti di pasticceria multisensoriali e unici.

L’intero arcobaleno Exberry sarà inoltre in mostra attraverso coloratissimi concept alimentari che includono gelati, coni wafer, noodles, maionese e snack.

Gli esperti di GNT saranno disponibili per tutta la durata dell’evento per discutere esigenze progettuali specifiche, incluse domande di natura tecnica e normativa.

“I consumatori moderni amano alimenti e bevande emozionanti, con colori vivaci e ingredienti naturali”, dichiara Santhosh Thankappan, direttore vendite di GNT Middle East. “A Gulfood mostriamo come i nostri coloranti di origine vegetale possano essere utilizzati per creare esperienze divertenti, multisensoriali e interattive, senza compromettere la naturalità dell’etichetta”.

Lo stabilimento di Parma

AROMATICO NATURALE AL LIME AD ALTA PUREZZA

Isobionics®, il marchio biotecnologico di BASF Aroma Ingredients, lancia un prodotto naturale sul mercato degli aromi: Isobionics Natural alpha-Farnesene 95, l’ultima aggiunta al portafoglio di ingredienti aromatici naturali dell’azienda per le applicazioni al lime.

“Questo prodotto rappresenta il nostro forte impegno nel fornire ai clienti ingredienti aromatici innovativi e di alta qualità”, afferma Steffen Götz, Senior Vice President di Aroma Ingredients in BASF. “Come tutti i prodotti Isobionics, anche questo è ottenuto tramite fermentazione e da risorse rinnovabili, garantendo un’approvvigionamento stabile, indipendente dalle condizioni climatiche o dai raccolti. Con una purezza superiore al 95%, offre ai clienti nuove e straordinarie opportunità nelle loro formulazioni”.

Questo nuovo prodotto apre agli esperti di aromi un mondo di possibilità per le applicazioni con olio di lime e per le bevande.

Isobionics Natural alpha-Farnesene 95 presenta un odore vegetale con note di sedano, seguito da toni di linfa, gambo di pianta e buccia di frutta. Il gusto, a una con-

centrazione di 10 ppm, è linfatico, leggermente floreale, con sentori di buccia cerosa di mela/pera, agrumi, fiori bianchi e note di ocimene.

Con una purezza superiore al 95%, ideale per applicazioni con olio di lime. Oltre agli oli essenziali di lime, può essere utilizzato anche per bevande, dolciumi e una vasta gamma di aromi agrumati e fruttati.

Grazie alla tecnologia di fermentazione avanzata, BASF garantisce qualità premium e disponibilità costante. Il prodotto è conforme alle normative alimentari UE e USA, con numero FLAVIS 01.040 e FEMA 3839 rispettivamente. Inoltre, è naturale secondo gli standard UE e USA, privo di pesticidi, nonché certificato kosher, halal e FSSC 22000.

Con Isobionics Natural alpha-Farnesene 95, BASF Aroma Ingredients offre una gamma completa di ingredienti aromatici per il segmento del lime, che si affianca ad altri prodotti già disponibili sul mercato come: Isobionics Natural beta-Bisabolene 90, Isobionics

Natural trans-alpha-Bergamotene 80, Isobionics Natural beta-Caryophyllene 80.

EMULSIONANTI PER OTTIMIZZARE LA LAVORAZIONE DEL CIOCCOLATO

Gli emulsionanti e gli stabilizzanti di Palsgaard® sono utilizzati in tutto il mondo per migliorare le qualità sensoriali e la durata di conservazione, ottimizzando al contempo il costo di lavorazione. Aiutano i produttori ad affrontare le sfide relative alle risorse, come l’attuale carenza di cacao.

A Gulfood Manufacturing di Dubai, nel padiglione 6 allo stand C6-4, Palsgaard presenterà alcuni concept innovativi, tra cui il cioccolato al pistacchio realizzato con Palsgaard AMP. L’emulsionante consente ai produttori di ridurre il burro di cacao – l’ingrediente più costoso nella produzione del cioccolato – mantenendo inalterate le qualità sensoriali e le proprietà di flusso. L’AMP è significativamente più efficiente della leci-

tina, consentendo maggiori riduzioni di burro di cacao, notevoli risparmi sui costi e un uso più sostenibile delle materie prime scarse.

Nel segmento della panificazione, Palsgaard metterà in evidenza come i suoi emulsionanti prodotti in modo sostenibile aiutino i panificatori industriali a ridurre lo spreco alimentare, prolungare la durata di conservazione e abbassare il consumo energetico in produzione. Questa combinazione di prestazioni e sostenibilità consente ai

produttori di soddisfare le aspettative dei consumatori per prodotti da forno ricchi e al contempo di migliorare l’efficienza e le performance ESG.

Nel settore lattiero-caseario, l’azienda offrirà una crema da colazione in lattina formulata con Palsgaard Creamer. Questa miscela di emulsionanti e stabilizzanti migliora la sensazione al palato, riducendo al contempo i grassi e prolungando la durata di conservazione.

Per il gelato, Palsgaard dimostrerà come i suoi sistemi di

emulsionanti e stabilizzanti creino l’equilibrio tra cremosità, resistenza allo scioglimento e stabilità – anche in condizioni difficili di shock termico. “Dal cioccolato ai prodotti da forno, ai latticini e al gelato, i nostri emulsionanti possono essere utilizzati per creare prodotti deliziosi e stabili, riducendo al contempo l’impiego di ingredienti ad alto costo”, dichiara Tolga Tanriover, direttore regionale Turchia, Medio Oriente e Africa di Palsgaard. “In un momento in cui il settore è sotto pressione a causa dell’aumento dei prezzi, siamo entusiasti di mostrare ai visitatori di Gulfood Manufacturing come Palsgaard fornisca soluzioni su misura che fanno risparmiare denaro e supportano la sostenibilità”.

PER BARRETTE PROTEICHE PIÙ SANE

Arla Foods Ingredients ha lanciato un concept che dimostra come i produttori di barrette proteiche possano migliorare il profilo nutrizionale dei loro prodotti senza compromettere gusto o consistenza. In anteprima al SupplySide Global (29-30 ottobre a Las Vegas), Easy Bite è uno snack proteico in formato “bite-size”, cioè a piccoli bocconi. Realizzato con la soluzione personalizzata di proteine del siero Lacprodan® EasyBar, fornisce fino al 40% di proteine di alta qualità in una porzione pratica da 18 g. Contiene solo otto ingredienti, è ricco di fibre, senza zuccheri o grassi aggiunti e senza maltitolo. Queste caratteristiche rispondono a una crescente esigenza del mercato: il 90% dei consumatori a livello globale considera oggi lo snack una parte essenziale della propria

routine quotidiana, con la salute che influenza sempre di più le loro scelte alimentari.

Inoltre, il concept evita il deterioramento della consistenza che può colpire le barrette proteiche, mantenendo una morbidezza stabile per due anni di durata senza bisogno di aggiungere grassi o ingredienti leganti come il collagene.

“Abbiamo creato questo concept per rispondere alle principali tendenze del mercato delle barrette proteiche”, dichiara Peter Schouw Andersen, Senior Director

Performance Nutrition di Arla Foods Ingredients. “Il gusto e la consistenza restano fondamentali, ma le considerazioni legate alla salute stanno diventando sempre più importanti, soprattutto per i consumatori più giovani. Easy Bite soddisfa queste esigenze, offrendo un’opzione ad

alto contenuto proteico, povera di grassi, ricca di fibre e capace di mantenere la propria morbidezza senza una lunga lista di ingredienti. Speriamo che apra la strada a nuove e interessanti opportunità di innovazione nel mondo delle barrette proteiche”.

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L’INCUBATORE PER LE STARTUP AGROALIMENTARI

Verona Agrifood Innovation Hub presenta il Foodtech Incubator.

Accelererà il passaggio delle innovazioni dal laboratorio al mercato.

Rispondendo così a una criticità strategica del nostro paese.

Dall’ecosistema di Open Innovation, che in due anni ha guidato l’evoluzione del settore affermandosi come punto di riferimento per l’agrifoodtech, prende vita un’iniziativa di portata nazionale: Verona Agrifood Innovation Hub (VAIH) presenta Foodtech Incubator, il programma dedicato a trasformare le migliori ricerche universitarie, spin-off e idee early-stage in imprese del futuro. Il progetto risponde a una criticità strategica del Paese: accelerare il passaggio delle innovazioni embrionali dal laboratorio al mercato (il cosiddetto tech transfer) in un settore dove il potenziale di sviluppo tecnologico rimane largamente ine-

con l’ingresso dell’Università di Padova, partner accademico di riferimento internazionale.

Il Foodtech Incubator, oltre al sostegno dei partner del VAIH, gode del patrocinio del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) e di Federalimentare, e si avvale anche di un network scientifico d’eccellenza composto da CNR, Confagricoltura Verona, Università di Verona e Università di Padova. Una rete che assicura al programma solide competenze, connessione diretta con la ricerca accademica e un canale privilegiato per il trasferimento tecnologico verso le imprese agroalimentari.

spresso (solo il 15% delle tecnologie in Italia nasce dalle università, mentre il 76,8% si sviluppa all’interno delle startup). Con il lancio dell’incubatore, il VAIH – nato dalla collaborazione tra Eatable Adventures, uno dei principali acceleratori Foodtech a livello globale – e un gruppo di partner istituzionali e industriali di primo piano del territorio veronese, come Fondazione Cariverona, UniCredit, Comune di Verona, Veronafiere, Confindustria Verona, Università degli Studi di Verona, Vasongroup e Mulino Padano, rafforza ulteriormente la propria rete

Il bando sceglierà fino a 10 idee ad alto potenziale. Dopo la selezione, il percorso prenderà ufficialmente avvio a novembre e si concluderà con un DemoDay a febbraio 2026 durante il quale le soluzioni sviluppate verranno presentate a una platea di investitori, grandi aziende e istituzioni di rilievo nazionale. I progetti emergenti potranno candidarsi in cinque aree chiave di innovazione: Agricoltura innovativa; Ingredienti & prodotti next-gen; Economia circolare & upcycling; Biotech & nuovi processi produttivi; Deep tech per la filiera agroalimentare.

Il percorso prevede poi un programma ibrido e intensivo che unisce formazione, mentorship e workshop, attraverso un confronto diretto con aziende e investitori.

Segue un calendario di sessioni di gruppo online, per condividere conoscenze, strumenti e best practice, e di sessioni individuali 1:1, per approfondire le specificità di ogni iniziativa e accelerarne la crescita. L’obiettivo: trasformare i progetti nelle prime fasi fino a diventare startup strutturate, pronte a entrare in percorsi di accelerazione e ad aprirsi a investitori e partner.

Colmare il divario fra ricerca e industria alimentare

Foodtech Incubator nasce per colmare il divario tra ricerca e settore agroalimentare, creando le condizioni favorevoli allo sviluppo di nuove imprese tecnologiche in un comparto che in Italia ha raggiunto i 75 miliardi di euro nel 2024. Dopo aver consolidato il modello a Verona e nel Triveneto, Foodtech Incubator segna l’avvio della strategia di espansione nazionale del VAIH per i prossimi anni.

“Foodtech Incubator rappresenta l’evoluzione naturale del nostro modello di successo”, spiega Filippo Federico, Ecosystem Manager del Verona Agrifood Innovation Hub. “In due anni abbiamo dimostrato che da Verona si può costruire un ecosistema nazionale capace di attrarre giovani talenti e rafforzare la filiera agroalimentare italiana. Ora portiamo questa esperienza al livello successivo: un programma dedicato che trasforma la ricerca universitaria, e non solo, in imprese concrete, offrendo alle aziende innovazione tecnologica e accesso privilegiato ai migliori innovatori del settore. Il nostro obiettivo è consolidare la leadership del Made in Italy agroalimentare nel mondo”.

È possibile candidarsi visitando questo link: https://veronaagrifoodhub.com/ foodtech-incubator.

NUOVE STRATEGIE DI

ALIMENTAZIONE

DEI SUINI

DA PROSCIUTTIFICIO

Il progetto di ricerca “Fabbisogni nutrizionali del suino pesante e sostenibilità tecnica ed ambientale della suinicoltura nazionale (NUTR-PIG)” ha completato i suoi lavori e ha messo a disposizione degli operatori del settore un manuale tecnico che sintetizza i risultati ottenuti in merito all’alimentazione dei suini da ingrasso destinati alle produzioni di prosciutti DOP. L’obiettivo principale del progetto era rivedere le strategie nutrizionali in risposta ai recenti cambiamenti introdotti nei disciplinari dei principali consorzi di tutela dei prosciutti DOP (come Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele) a settembre 2023 e maggio 2025, che hanno permesso di raggiungere pesi di macellazione superiori ai tradizionali 160 kg. Il manuale, intitolato “Alimentazione del suino da prosciuttificio”, offre nuove indicazioni sui fabbisogni nutrizionali dei suini pesanti. Il lavoro propone un confronto tra l’alimentazione razionata e l’alimentazione a volontà (ad libitum), dimostrando che quest’ultima, se gestita correttamente, è ora una strategia fattibile con le moderne tipologie genetiche. I suini alimentati a volontà, ad esempio, hanno raggiunto pesi di macellazione maggiori (per esempio 190 kg) e sono risultati compatibili con la produzione di prosciutti di pregio. Le strategie alimentari ottimizzate studiate dal progetto NUTR-PIG portano a significativi benefici, secondo quanto riportato dal manuale:

- Implicazioni economiche: il manuale identifica strategie che conducono a un abbattimento dei costi alimentari per unità di peso vivo prodotto, grazie alla possibilità di utilizzare livelli raccomandati inferiori di lisina digeribile (SID), riducendo l’uso di materie prime proteiche e amminoacidi di sintesi.

- Sostenibilità ambientale: la ricerca ha evidenziato una maggiore efficienza nell’utilizzo dell’azoto ingerito rispetto ai dati storici. Ciò si traduce in una minore escrezione giornaliera di azoto per suino.

- Qualità del prodotto: le prove hanno dimostrato che l’alimentazione ad libitum può non solo essere compatibile, ma anche migliorare specifiche caratteristiche qualitative delle cosce, come l’aumento dello spessore del grasso di copertura (+4,1 mm), cruciale per la stagionatura.

Il manuale “Alimentazione del suino da prosciuttificio” è offerto gratuitamente ed è scaricabile dalla pagina internet di progetto (https://www.crpa.it/go/ nutr-pig).

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L’azienda ha investito una cifra a sette zeri in una nuova macchina per il carico statico da 2 tonnellate e in un centro di lavorazione rotativa nella sede di Amburgo.

TITOLO TITOLO

ITITOLO TITOLOMINEBEA INTEC AUMENTA LA PRODUZIONE

DI CELLE DI CARICO

Minebea Intec, player internazionale nelle tecnologie per la pesatura e l’ispezione industriale, sta ampliando la propria capacità produttiva e ottimizzando i tempi di lavorazione per soddisfare al meglio la crescente domanda di celle di carico ad alta precisione e durata. L’azienda ha investito una cifra a sette zeri in una nuova macchina per il carico statico da 2 tonnellate e in un nuovo centro di lavorazione rotativa nella sede di Amburgo.

ATTREZZATURE SU MISURA PER QUASI TUTTE

LE BILANCE A TRAMOGGIA

Che si tratti di un serbatoio di stoccaggio o di un silo esterno, di un recipiente di dosaggio, di un miscelatore o di un reattore, Minebea Intec offre attrezzature su misura per quasi tutte le bilance a tramoggia: celle di carico digitali e analogiche e moduli di pesatura, elet-

tronica di pesatura innovativa, cassette di giunzione per cavi affidabili e kit di installazione per le diverse esigenze applicative. “Le nostre soluzioni di pesatura garantiscono processi di dosaggio e riempimento precisi, continui, veloci e flessibili e riducono al minimo le perdite di materiale”, afferma Yannick Salzmann, Global Product Manager di Minebea Intec. “Sono anche utilizzate come soluzione igienica per il controllo del livello di riempimento”.

Poiché temi come la gestione delle risorse stanno diventando sempre più importanti in tempi di crisi energetica e di cambiamenti climatici, anche le tecnologie di pesatura orientate al futuro sono molto apprezzate dai clienti di tutto il mondo. Dai prodotti entry-level, come la cella di carico Pancake ® per la pesatura dei container in alternativa ai sensori di livello, alle soluzioni premium, come il modulo di pesatura ad alta preci-

“Questi investimenti sono un passo importante per consolidare ulteriormente la nostra posizione di fornitore leader di tecnologie di pesatura e ispezione”

sione Novego®, Minebea Intec offre soluzioni diverse a seconda delle esigenze. Quest’ultimo modulo di pesatura, in particolare, è molto richiesto dal mercato. “Abbiamo sviluppato il nostro modulo di pesatura Novego appositamente per le crescenti esigenze dell’industria alimentare, farmaceutica, cosmetica e delle materie plastiche”, afferma Yannick Salzmann. “La soluzione igienica completa offre un’ampia gamma di caratteristiche innovative per un’installazione semplice e senza errori e la massima resistenza alle forze laterali”.

DUE NUOVE MACCHINE PER MIGLIORARE EFFICIENZA E QUALITÀ

Al fine di mantenere anche in futuro i tempi di produzione delle celle di carico il più brevi possibile, offrendo

la massima flessibilità e un’elevata disponibilità per le esigenze dei clienti, Minebea Intec ha investito una cifra a sette zeri nel costante potenziamento dell’automazione della propria produzione nella sede di Amburgo. “Con le nostre due nuove macchine possiamo ridurre i costi di produzione, aumentare l’efficienza e migliorare la qualità”, dichiara Olaf Krusemark, responsabile dell’ingegneria industriale di Minebea Intec. “Questi investimenti sottolineano il nostro impegno per il miglioramento continuo e la soddisfazione dei clienti”. Le due nuove macchine sono più che semplici risultati tecnici: sono una promessa che Minebea Intec fa ai suoi clienti di rimanere all’avanguardia della tecnologia e pronta a soddisfare le esigenze di un settore in continua evoluzione.

I requisiti per le proprietà delle bilance e delle celle di carico sono specificati in diversi documenti OIML. L’OIML R60 tratta i requisiti metrologici per le celle di carico e specifica i requisiti per l’incertezza di misura

estesa dello standard utilizzato per calibrare le celle di carico. “Queste incertezze possono essere raggiunte solo con standard di peso morto o con standard di pari precisione”, afferma Krusemark. “Con il nuovo sistema, tutte le nostre celle di carico sono misurate in modo da essere conformi all’OIML per l’intero intervallo di temperatura specificato”.

Oltre agli elevati standard qualitativi, il principale vantaggio della macchina a carico morto da 2 tonnellate nella produzione di celle di carico sono l’implementazione di un magazzino di celle di carico, la completa automazione e la connessione digitale alla rete di produzione Minebea Intec.

All’interno della camera di temperatura è stato realizzato un magazzino per 32 celle di carico disposte in cerchio. L’operatore carica il magazzino con 32 celle di carico e avvia il processo di misurazione, che dura diverse ore. È facile caricare il magazzino con celle di carico con carichi nominali diversi.

Ciascuna delle 32 posizioni del magazzino è dotata di un terminale a connessione rapida con tecnologia di connessione a 8 fili per collegare il cavo della cella di carico a un sistema di amplificatori multiplexer situato all’esterno della camera di temperatura. La sostituzione di una cella di carico nella stazione di carico richie-

Olaf Krusemark, responsabile dell’ingegneria industriale di Minebea Intec: “Con le nostre due nuove macchine possiamo ridurre i costi di produzione, aumentare l’efficienza e migliorare la qualità”

Cella di carico Pancake per la pesatura dei container

de solo pochi secondi. “Con la macchina di carico a carico morto, possiamo ridurre il carico sugli altri impianti di produzione, producendo così un numero maggiore di celle di carico e accorciando i tempi di consegna”, afferma Krusemark. “Questa macchina garantisce che ogni cella di carico che lascia lo stabilimento Minebea Intec soddisfi i requisiti di precisione e affidabilità dei clienti”.

UN CENTRO DI TORNITURA PER LAVORAZIONI PRECISE

Minebea Intec ha anche investito in un nuovo centro di tornitura, che aumenterà ulteriormente la capacità produttiva. Un centro di tornitura, simile alla macchina a carico morto, svolge un ruolo essenziale nella produzione di celle di carico, eseguendo lavorazioni precise sui pezzi destinati a questo scopo. Queste macchine altamente specializzate consentono di produrre forme e superfici complesse con un elevato grado di precisione. “Utilizzando questo centro di tornitura, possiamo aumentare ulteriormente la nostra produttività e allo stesso tempo garantire la qualità delle nostre celle di carico”, afferma il responsabile dell’ingegneria industriale.

DALLA PROGETTAZIONE ALLA MANUTENZIONE

Minebea Intec non è solo sinonimo di un ampio portafoglio di prodotti di alta qualità nel campo della tecnologia di pesatura e ispezione, ma è anche un partner competente per i suoi clienti durante l’intero processo di progettazione: dalla consulenza iniziale alla messa in funzione e alla manutenzione.

Questo approccio olistico garantisce che i clienti ricevano la migliore soluzione possibile per le loro esigenze, consentendo loro di aumentare l’efficienza e garantire la qualità dei loro prodotti, siano essi alimentari, cosmetici o medicinali.

“Questi investimenti nei nostri impianti di produzione sono un passo importante per consolidare ulteriormente la nostra posizione di fornitore leader di tecnologie di pesatura e ispezione.

Modernizzando i nostri impianti di produzione, possiamo non solo soddisfare la crescente domanda, ma anche aumentare la nostra competitività ed efficienza”, afferma Karl Sommer, CEO e COO di Minebea Intec.

Modulo di pesatura ad alta precisione Novego

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NELLA STORIA DEL MATERIAL HANDLING

Coperion celebra tre ricorrenze memorabili: gli stabilimenti di Weringarten, in Germania, e di Niederlenz, in Svizzera, compiono 125 anni. Mentre Coperion Ideal in India festeggia il trentesimo anniversario.

Coperion celebra quest’anno una serie di anniversari.

L’attività di material handling dell’azienda a Weingarten, in Germania, e lo stabilimento di produzione di sistemi di alimentazione e trasporto di Niederlenz, in Svizzera, raggiungono entrambi l’importante traguardo dei 125 anni, mentre Coperion Ideal di Noida, in India, celebra il suo 30esimo anniversario.

Competenza nella gestione di oltre 20mila materiali

Da 125 anni, l’attività di material handling di Coperion a Weingarten è riconosciuta come leader nel mercato della movimentazione di materiali sfusi. Come molte aziende a cavallo tra ‘800 e ‘900, l’antenata di Coperion, Waeschle, iniziò nel settore alimentare, specializzandosi nel trasporto pneumatico di grano e farina. Con l’avvento delle materie plastiche negli anni ’50 si aprirono nuove opportunità, che ampliarono notevolmente gli

orizzonti dell’azienda. Oggi, il portafoglio di Coperion va ben oltre le sue origini storiche e include una vasta competenza nei processi di gestione di oltre 20.000 materiali sfusi e nei metodi per il loro trasporto, omogeneizzazione, separazione, riscaldamento e raffreddamento.

La progettazione e l’ingegneria di impianti per grandi installazioni petrolchimiche, così come i sistemi chiavi in mano per l’industria del compound, costituiscono il cuore dell’attività aziendale. Un altro aspetto chiave dell’offerta di Coperion è la progettazione e produzione di componenti essenziali, come valvole rotative, valvole devianti e valvole a saracinesca, realizzate su misura per diversi settori industriali. A questi prodotti si affiancano la profonda conoscenza dei processi, l’eccellenza ingegneristica e le capacità di project management che permettono agli esperti dell’azienda di sviluppare e fornire sistemi all’avanguardia per la movimentazione di materiali sfusi a clienti di tutto il mondo.

All’avanguardia nella tecnologia di dosaggio

Coperion K-Tron, con sede a Niederlenz, in Svizzera, è stata fondata circa nello stesso periodo di Coperion Weingarten, anch’essa nel settore della panificazione, inizialmente con il nome J. Soder Company, produttrice di macchinari per la macinazione del grano. Nel corso di 125 anni, l’azienda ha ampliato le proprie competenze e il

portafoglio prodotti nel campo della tecnologia di dosaggio e svolgendo un ruolo di primo piano nello sviluppo dei sistemi di movimentazione e pesatura dei materiali. Oggi, Coperion K-Tron è rinomata per la fornitura di apparecchiature di processo sofisticate e all’avanguardia per un’ampia varietà di settori e applicazioni.

Il suo know-how innovativo si riflette non solo nei componenti avanzati per l’alimentazione e il trasporto pneumatico, ma anche nei sistemi completi di movimentazione dei materiali, progettati per soddisfare le diverse esigenze dei clienti in tutto il mondo.

La storia di Coperion K-Tron è segnata da numerosi primati nel settore, tra cui: lo sviluppo del primo dosatore volumetrico nei primi anni del ‘900; l’introduzione del primo dosatore a doppia vite negli anni ’50; la creazione della tecnologia di pesatura digitale ad alta precisione negli anni ’70; il lancio del sistema di controllo SmartConnex nel 2003.

Un sede al servizio del Sud-Est asiatico

Coperion Ideal, in India, festeggia, a sua volta, i suoi primi 30 anni. Fondata nel 1995 a Noida come joint venture per supportare la crescente industria petrolchimica indiana con impianti, sistemi e componenti, l’azienda incarna la filosofia del “siamo dove sono i nostri clienti”.

Oggi, Coperion Ideal è un fornitore completo di soluzioni per la movimentazione di materiali sfusi, oltre che di sistemi di scarico e dosaggio di additivi, con competenze interne che includono progettazione, ingegneria, gestione dei progetti, produzione, supply chain e assistenza tecnica.

Servendo i mercati indiano e del Sud-Est asiatico, l’azienda svolge un ruolo fondamentale nell’organizzazione globale di Coperion.

Nel 2024 il giro d’affari del settore ha superato i 10 miliardi di euro, grazie anche al boom dell’export. Il presidente di Ucima Cavanna: “Grandi risultati, ma preoccupano dazi e tensioni internazionali”.

ITITOLO TITOLO MACCHINE PER IL PACKAGING: FATTURATO RECORD

È ancora record per l’industria italiana delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, che nel 2024 ha superato per la prima volta nella sua storia la soglia dei 10 miliardi di euro di fatturato. Il giro d’affari complessivo ha raggiunto i 10,06 miliardi, con una crescita del +9% rispetto all’anno precedente.

I dati sono stati resi noti nel corso dell’Assemblea annuale dei Soci di Ucima, sulla base della 13esima Indagine

Statistica Nazionale condotta dal Centro Studi Mecs. Lo studio ha coinvolto 619 aziende del settore, che danno lavoro a 40.503 addetti (+6% sul 2023).

VOCAZIONE INTERNAZIONALE

La vocazione all’export delle aziende italiane del packaging si rafforza ulteriormente nel 2024: le vendite all’estero hanno raggiunto i 8 miliardi di euro, pari al 79,4% del fatturato complessivo, con una crescita a doppia cifra

rispetto all’anno precedente (+10%). L’incremento delle esportazioni, pari a oltre 700 milioni, consolida la posizione del made in Italy nei mercati globali, dove le tecnologie italiane continuano a essere apprezzate per affidabilità, flessibilità e innovazione. Il podio delle destinazioni resta invariato: l’Unione Europea si conferma la principale area di sbocco delle tecnologie italiane per il packaging, con 2,9 miliardi di euro di fatturato e una quota del 35,8% sull’export totale. L’Asia mantiene il secondo posto con un giro d’affari pari a 1,6 miliardi (20,2%), seguita dal Nord America con 1,3 miliardi (16,6%). A seguire, Europa extra UE (768 milioni), Sud America (730 milioni), Africa (573 milioni) e Oceania (122 milioni).

FOOD E BEVERAGE I MERCATI PRINCIPALI

In crescita anche il mercato domestico, con un incremento del 5,2% che ha portato il fatturato Italia a superare i

2 miliardi di euro (2,07 miliardi il consuntivo 2024). La quota di vendite interne si attesta al 20,6% del totale. Il food rimane il principale settore cliente sul territorio nazionale, con una quota del 36,8%, seguito da beverage e farmaceutico. Anche nel 2024 il comparto delle macchine per il packaging conferma la propria trasversalità industriale, con una domanda distribuita su più filiere produttive. La maggior parte del fatturato proviene dai settori alimentare e delle bevande, che insieme assorbono il 56,1% delle vendite complessive: il food si attesta al primo posto con 3,12 miliardi di euro (31% del fatturato totale), seguito dal beverage con 2,52 miliardi (25,1%). Al terzo posto si colloca il comparto che comprende tissue, tabacco e altri settori con 1,92 miliardi di euro, pari al 19,1% del totale. In forte crescita anche il settore farmaceutico, che raggiunge quota 1,74 miliardi (17,3%).

EMILIA-ROMAGNA CUORE PRODUTTIVO DEL SETTORE

La Packaging Valley emiliana si conferma il cuore produttivo del settore.

In Emilia-Romagna risiedono 211 aziende (34,1% del totale), che generano il 62,1% del fatturato complessivo (oltre 6,2 miliardi) e impiegano oltre 22.300 addetti. Seguono Lombardia, Veneto e Piemonte. In termini di primati provinciali, per il fatturato si riconfermano ai primi quattro posti Bologna, Parma, Modena e Rimini, mentre troviamo Treviso in quinta posizione, Vicenza alla sesta, Reggio Emilia e Mantova rispettivamente al settimo e ottavo posto. Nel 2024 il settore ha toccato quota 40.503 addetti, +6% sul 2023. Le nuove assunzioni sono state 2.284.

LE

ASPETTATIVE PER IL 2025

Guardando all’anno in corso, le aziende del settore si mantengono prudentemente ottimiste. Secondo l’indagine del Centro Studi MecsUcima, il 37,5% delle imprese prevede una crescita del proprio fatturato nel 2025, mentre il 45,8% si attende una stabilità dei volumi. A pesare sulle prospettive future sono soprattutto i fattori di instabilità internazionale, l’evoluzione dei costi energetici e le politiche industriali a livello europeo.

Resta comunque forte la fiducia nella capacità del settore di innovare e consolidare la propria posizione sui mercati globali.

“GRANDI RISULTATI, MA INCERTEZZE E FRENI AGLI INVESTIMENTI PREOCCUPANO”

“Abbiamo raggiunto un nuovo, storico traguardo”, dichiara Riccardo Cavanna, presidente di Ucima. “Il superamento dei 10 miliardi di euro dimostra ancora una volta la forza del nostro settore. La rete capillare, anche nei mercati più lontani, e la catena del valore ci premiano. L’export continua a trainare, grazie a tecnologie affidabili, competitive e flessibili. Ma non possiamo trascurare le criticità che si affacciano all’orizzonte: guerre, dazi, instabilità energetica, incertezza sugli equilibri geopolitici e una mancanza di politiche industriali chiare. Tutti fattori che potrebbero frenare nuovi investimenti e la competitività delle nostre imprese. È fondamentale che si continui a credere nel manifatturiero italiano e che si garantisca un quadro normativo stabile e favorevole alla crescita”.

S4S è un partner strategico per le aziende alimentari che vogliono garantire ambienti produttivi controllati, conformi alle linee guida e capaci di assicurare la massima qualità del prodotto finale.

ITITOLO TITOLO

CONFORMITÀ ALLE NORMATIVE E CONTROLLO CONTAMINAZIONE:

UN APPROCCIO COMPLETO

Con la sua esperienza, le tecnologie e un approccio integrato, S4S rappresenta una risposta completa alla sfida per il controllo della contaminazione in ambito alimentare e alla conformità con le linee guida. Attraverso soluzioni di ingegneria avanzata, sistemi intelligenti di monitoraggio e un impegno costante verso la conformità e la sostenibilità, S4S aiuta le aziende alimentari a costruire un futuro più sicuro, efficiente e competitivo. Nel settore alimentare, la sicurezza e la qualità dei prodotti rappresentano i pilastri fondamentali per la fiducia del consumatore e per la reputazione di un’azienda. Negli ultimi anni, le normative europee e internazionali hanno rafforzato in modo significativo i requisiti legati al controllo della contaminazione ambientale, ponendo grande attenzione alla qualità dell’aria, all’igiene dei processi produttivi e alla gestione del rischio microbiologico e particellare. In questo scenario, S4S - Solutions for Safety & Sustainability

si pone come un partner strategico per le aziende del settore alimentare che vogliono garantire ambienti produttivi controllati, conformi alle normative e capaci di assicurare la massima qualità del prodotto finale.

LE NUOVE SFIDE DEL CONTROLLO DELLA

CONTAMINAZIONE NEL SETTORE ALIMENTARE

La contaminazione in ambito alimentare può derivare da molteplici fonti: aria, acqua, superfici, operatori o materiali di confezionamento. Tra queste, l’aria rappresenta uno dei veicoli principali di contaminanti, in grado di trasportare particelle, polveri, microrganismi e vapori che possono compromettere la salubrità del prodotto. La crescente attenzione verso la sicurezza alimentare ha spinto enti regolatori come l’EFSA (European Food Safety Authority), l’OMS e la Commissione Europea a introdurre linee guida sempre più stringenti per la gestione della

qualità dell’aria negli stabilimenti di produzione. Le normative più rilevanti, come il Regolamento (CE) 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari e il Pacchetto Igiene, pongono l’accento sull’obbligo di garantire condizioni ambientali controllate e prevenire la contaminazione incrociata tra aree e processi. In aggiunta, la norma ISO 22000, che definisce i requisiti di un sistema di gestione della sicurezza alimentare, e gli standard HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) richiedono un approccio sistematico alla prevenzione dei rischi, compreso il monitoraggio della qualità dell’aria e dei flussi ambientali.

UN APPROCCIO INTEGRATO

S4S si distingue per la sua capacità di progettare e implementare soluzioni complete per il controllo dell’aria e della contaminazione ambientale in ogni fase del processo produttivo. L’azienda non si limita a fornire componenti o sistemi tecnologici, ma sviluppa veri e propri ecosistemi integrati che garantiscono l’efficienza, la conformità normativa e la sicurezza microbiologica. Le competenze di S4S coprono ogni aspetto del controllo ambientale: - progettazione e realizzazione di impianti HVAC a contaminazione controllata, con sistemi di filtrazione HEPA e ULPA capaci di mantenere livelli di purezza dell’aria conformi agli standard internazionali; - installazione di flussi laminari e cappe a flusso unidirezionale, per proteggere aree critiche di produzione, confezionamento o porzionamento degli alimenti sensibili; - monitoraggio ambientale in continuo, mediante sensori intelligenti e sistemi digitali connessi, che raccolgono e analizzano dati in tempo reale su particelle, temperatura, umidità e differenziali di pressione;

- validazione e qualificazione periodica degli ambienti controllati, per assicurare la conformità costante

alle normative ISO e HACCP; - progettazione di isolatori e barriere fisiche, che permettono la manipolazione in ambiente sterile di ingredienti o prodotti finiti, riducendo al minimo l’interazione con operatori e l’ambiente esterno.

Attraverso queste tecnologie, S4S contribuisce a creare ambienti di produzione alimentare puliti, sicuri e conformi, riducendo drasticamente il rischio di contaminazioni microbiche o particellari e garantendo al contempo l’efficienza energetica e operativa degli impianti.

LA CONFORMITÀ ALLE NORMATIVE: UN REQUISITO IMPRESCINDIBILE

Oggi, essere conformi non significa solo rispettare la legge, ma assicurare la tracciabilità e l’affidabilità del processo produttivo. Le aziende alimen-

S4S contribuisce a creare ambienti di produzione alimentare puliti, sicuri e conformi, riducendo drasticamente il rischio di contaminazioni microbiche o particellari e garantendo l’efficienza energetica e operativa

tari devono dimostrare di aver adottato misure preventive concrete per evitare qualsiasi forma di contaminazione.

Oltre alle già citate normative europee, gli standard BRC (British Retail Consortium) e IFS (International Featured Standards) richiedono controlli rigorosi sull’ambiente di produzione, con particolare attenzione ai flussi d’aria, alla separazione delle aree ad alto e basso rischio, e alla manutenzione dei sistemi di ventilazione e filtrazione.

S4S supporta le aziende alimentari nell’analisi del rischio ambientale, nella mappatura dei flussi d’aria, nella definizione delle classi di pulizia e nella certificazione degli ambienti controllati secondo le linee guida ISO 14644 e GMP (Good Manufacturing Practice). Il team tecnico di S4S è in grado di guidare i responsabili qualità e produzione attraverso l’intero percorso di adeguamento, dall’audit iniziale alla validazione finale.

DIGITALIZZAZIONE E CONTROLLO INTELLIGENTI

Uno degli aspetti più innovativi dell’approccio S4S è l’integrazione

di sistemi di monitoraggio intelligente basati su intelligenza artificiale e analisi predittiva.

Attraverso l’uso di piattaforme digitali, è possibile raccogliere dati in tempo reale dalle unità di trattamento aria e dai sensori distribuiti negli ambienti produttivi, permettendo di individuare tempestivamente anomalie o deviazioni dai parametri ideali.

Questo approccio consente non solo di ridurre i tempi di intervento in caso di contaminazione, ma anche di prevenire i problemi grazie alla manutenzione predittiva e alla pianificazione efficiente delle attività. L’analisi dei dati, inoltre, fornisce alle aziende una tracciabilità completa delle condizioni ambientali, un requisito sempre più richiesto nelle certificazioni di qualità e nelle ispezioni degli enti regolatori.

SOSTENIBILITÀ E QUALITÀ:

DUE VALORI INSCINDIBILI

Nel contesto attuale, in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, S4S integra nei propri sistemi soluzioni a basso impatto energetico e a ridotto consumo di risorse. Gli impianti di ventilazione proget-

tati da S4S utilizzano tecnologie di recupero del calore, regolazione automatica dei flussi d’aria e filtri ad alta efficienza con lunga durata operativa.

L’obiettivo è duplice: garantire la sicurezza alimentare e ottimizzare i costi energetici, contribuendo a un modello di produzione più sostenibile e responsabile.

Sistemi innovativi per ambienti a atmosfera controllata

La flessibilità, la disponibilità verso il committente, l’eccellenza nell’esecuzione, la trasparenza dei costi e l’approccio professionale hanno consolidato il ruolo di S4S nel campo della progettazione e costruzione di sistemi per ambienti ad atmosfera controllata, ideati per aree di produzione. Oggi l’azienda ha ampliato ulteriormente il raggio d’azione con un focus attento su questioni ambientali e controllo dell’energia.

La sicurezza e l’affidabilità sono pilastri fondamentali dell’operatività aziendale. In ogni fase del ciclo di vita dei prodotti, sistemi, impianti, opere costruttive e progetti di ingegneria, S4S garantisce una risposta puntuale e una qualità certificata. Il vasto know-how maturato nei settori farmaceutico e chimico si è nel tempo arricchito da esperienze nei settori alimentare ed elettronico. I sistemi per ambienti ad atmosfera controllata sono progettati da S4S sia per camere bianche che per aree di produzione, anche attraverso soluzioni ‘chiavi in mano’.

La flessibilità e la disponibilità a mettersi in gioco e a prendersi in carico l’intera commessa, la capacità di misurarsi con le sfide più complesse hanno fatto del gruppo un punto di riferimento serio e capace in ambiti differenti: farmaceutico, chimico, medical devices, elettronico, alimentare.

UN PARTNER STRATEGICO PER LA QUALITÀ ALIMENTARE

Collaborare con S4S significa affidarsi a un partner capace di comprendere le esigenze specifiche del settore alimentare e tradurle in soluzioni concrete. Dalle sale di confezionamento controllate alle camere bianche per la produzione di alimenti funzionali o integratori, fino alle linee di lavorazione ad alto rischio microbiologico, l’esperienza di S4S consente di realizzare ambienti sicuri, efficienti e conformi alle più recenti normative. L’azienda accompagna il cliente in ogni fase: consulenza tecnica e normativa; progettazione, costruzione e installazione impianti; validazione e certificazione; manutenzione programmata e predittiva; formazione del personale. In questo modo, S4S si presenta non soltanto come un fornitore di tecnologia, ma un partner di fiducia che garantisce la qualità e la sicurezza dell’intera catena produttiva. Nel mondo dell’industria alimentare, il controllo della contaminazione non è più una scelta, ma una necessità. Le normative internazionali impongono standard elevati, ma al tempo stesso offrono un’opportunità: quella di migliorare la qualità del prodotto, la reputazione dell’azienda e la fiducia dei consumatori.

LISTERIA: UNA SFIDA INSIDIOSA

Che si tratti di formaggi, prodotti a base di carne e pesce o alimenti pronti al consumo, la Listeria può penetrare nel processo produttivo attraverso materie prime contaminate, attrezzature o personale. È particolarmente insidiosa perché sopravvive a basse temperature, si annida nelle linee di produzione e forma biofilm difficili da eliminare, rappresentando una minaccia costante per la sicurezza alimentare.

La Listeria monocytogenes non solo resiste alla refrigerazione, ma può proliferare anche in condizioni di freddo. È

particolarmente pericolosa per donne in gravidanza, anziani e persone immunocompromesse, causando gravi infezioni o listeriosi.

Anche le altre specie di Listeria spp., pur non patogene, rappresentano un segnale d’allarme: sono indicatori di carenze igieniche e possibili precursori di contaminazioni più gravi.

I test microbiologici sono fondamentali per: garantire la sicurezza alimentare, individuando precocemente L. monocytogenes e Listeria spp; superare audit e controlli affidandosi a metodi

validati e conformi alle normative; rintracciare la contaminazione e favorire un intervento tempestivo; valutare l’igiene, dato che la presenza di Listeria spp. segnala punti critici nella gestione igienica.

I metodi di coltura tradizionali richiedono diversi giorni. La Real-Time PCR, invece, consente un rilevamento rapido e accurato, offrendo risultati già entro poche ore (dopo la fase di arricchimento). Questo permette decisioni rapide per il rilascio dei lotti e il controllo qualità. In questo senso, il kit SureFast® Listeria 3plex ONE di R-Biopharm offre diversi vantaggi: alta sensibilità e specificità; rilevamento simultaneo di L. monocytogenes e Listeria spp. in un unico flusso di lavoro; tempi di risposta più rapidi in caso di contaminazione; risultati riproducibili e standardizzati; ideale per i test di routine, il monitoraggio dell’igiene e il rilascio dei prodotti.

R-Biopharm offre soluzioni analitiche affidabili e certificate: il kit SureFast Listeria 3plex ONE, validato secondo ISO 16140-2 e approvato da AOAC e MicroVal, è facile da integrare nei laboratori interni o in collaborazione con laboratori esterni.

UN’AMPIA GAMMA DI ARTICOLI PER LA PROTEZIONE SUL LAVORO

Il nuovo catalogo di Mewa per la sicurezza sul lavoro 2025/2026 presenta, in modo chiaro e ordinato, un’ampia gamma di prodotti: calzature di sicurezza, guanti da lavoro, abbigliamento, dispositivi di protezione per le vie respiratorie, per gli occhi, l’udito e il capo, oltre ad articoli per la cura della pelle e per l’igiene. Tra i marchi presenti figurano Elten, Puma Safety, Ansell, Hakro, U-Power, Honeywell e il marchio proprio di Mewa, Korsar.

L’ampia gamma di prodotti in vendita è riservata esclusivamente ai clienti Mewa, a integrazione del servizio a 360

gradi con il quale l’azienda fornisce alle industrie e agli artigiani abbigliamento da lavoro e protettivo, gestendone anche il ritiro, il lavaggio, il controllo e la riconsegna.

Uno dei punti di forza di Mewa, fornitore tedesco leader nei servizi di abbigliamento da lavoro, è l’offerta di dispositivi di protezione individuale conformi alle normative, adatti a ogni settore. Grazie alla possibilità di integrare l’abbigliamento da lavoro con articoli in vendita quali caschi, guanti e calzature di sicurezza, i clienti possono fornire ai propri collaboratori tutto ciò che serve per proteggersi dalla testa ai

piedi, con il vantaggio di avere un unico partner per tutte le esigenze di sicurezza sul lavoro.

Tutti gli articoli si possono acquistare direttamente nel negozio online mewa-shop.it. Per individuare, per esempio, la calzatura da lavoro più adatta, il catalogo fornisce indicazioni precise su materiali, funzioni e classi di sicurezza. Altri plus, oltre all’ampiezza della gamma, sono anche il servizio e la rapidità nelle consegne.

“Il successo della nostra offerta si deve alla proposta di marchi di alta qualità, selezionati in base alle esigenze specifiche dei diversi ambienti di lavoro

dei nostri clienti”, spiega Rainer Monteagudo Santí, Responsabile Marketing Strategico e Product Management di Mewa.

“Attribuiamo inoltre grande attenzione alla sostenibilità: preferiamo scegliere produttori certificati, come Fairwear, Grüner Knopf o Ökotex Standard 100 e già oggi includiamo nel nostro catalogo prodotti realizzati con PET riciclato, come i guanti da lavoro”.

La soddisfazione dei clienti conferma la validità dell’offerta: oggi Mewa fornisce i suoi prodotti ad aziende di 26 paesi europei e il 92% degli acquirenti la raccomanda ad altri.

Da molto tempo Babbini adotta

i giunti rotanti Johnson-Fluiten nelle sue presse per il settore saccarifero, essenziali per il passaggio del liquido di lavaggio all’interno del sistema.

ITITOLO TITOLO

GIUNTI PER L’INDUSTRIA SACCARIFERA AD ALTE PRESTAZIONI

Fondata oltre 160 anni fa, Babbini si è specializzata nella progettazione e costruzione di presse disidratanti per l’industria saccarifera. Le sue soluzioni ad alta efficienza, basate su sistemi a doppia coclea controrotante e alberi forati, sono oggi diffuse in tutto il mondo per ottimizzare i processi di separazione liquido-solido. I macchinari Babbini, spesso personalizzati in base alle esigenze dei clienti, si distinguono per l’elevata resa operativa, anche in condizioni gravose.

L’attenzione ai componenti è sempre stata parte integrante della filosofia progettuale di Babbini. Fin dagli anni ’90, l’azienda adottò i giunti rotanti Johnson, all’epoca prodotti dall’azienda statunitense che, in seguito a una joint venture con Fluiten, ha dato vita a JohnsonFluiten. Dopo una breve parentesi in cui Babbini ha testato un’alternativa proposta da uno dei maggiori concorrenti europei, attratta da condizioni commercia-

li più favorevoli, la scelta è ricaduta nuovamente su Johnson-Fluiten. Alcuni clienti finali avevano infatti rilevato perdite non tollerabili, confermando quanto sia cruciale affidarsi a un partner in grado di garantire continuità prestazionale e tenute di alta qualità nel tempo. “Abbiamo avuto la conferma che risparmiare sui componenti critici può compromettere il rendimento complessivo della macchina e la soddisfazione del cliente”, afferma Giulio Cangini, Head of Production, Purchasing and Staff di Babbini. “Con Johnson-Fluiten abbiamo ritrovato la tranquillità operativa e una qualità percepita molto più alta anche da chi utilizza i nostri impianti”.

PRESTAZIONI SOTTO PRESSIONE: IL CUORE ROTANTE DELLE PRESSE

I giunti Johnson-Fluiten sono impiegati su tutte le presse Babbini con alberi forati, essenziali per il passaggio

del liquido di lavaggio all’interno del sistema. Acqua a 50°C e 3 bar di pressione viene convogliata attraverso i giunti nell’albero rotante per garantire la pulizia costante dei fori interni. Se il giunto perde, l’efficacia del lavaggio si riduce, i fori rischiano di ostruirsi e la macchina opera come una pressa ad albero cieco, riducendo la quantità di sostanza secca estratta a parità di ingombro. In pratica, si ottiene la resa di una macchina di fascia inferiore, pur avendo investito in una soluzione strutturalmente più avanzata. Proprio per garantire efficienza e affidabilità, Babbini ha adottato i giunti della serie R in acciaio inox di Johnson-Fluiten, nelle taglie 1”¼ e

Giulio Cangini, Head of Production, Purchasing and Staff di Babbini: “Con Johnson-Fluiten abbiamo ritrovato la tranquillità operativa e una qualità percepita molto più alta anche da chi utilizza i nostri impianti”

Manuel Lorenzoni, Head of Technical Department di Babbini: “Per i clienti con processi produttivi che implicano acqua non perfettamente pulita, proponiamo versioni con tenute e materiali adatti ad affrontare condizioni più gravose”

2”: giunti progettati per garantire performance elevate e durature. Anche dopo campagne produttive molto intense, tipiche del settore saccarifero, che si svolgono da agosto a dicembre (con possibile estensione fino a marzo), in cui le presse lavorano 24/7, le prestazioni rimangono entro parametri ottimali, limitando gli interventi straordinari.

E quando serve intervenire, la manutenzione è estremamente semplice: grazie al design caratteristico dei giunti Johnson-Flutien, le tenute meccaniche si sostituiscono rapi-

damente, senza smontare l’intero componente dalla macchina.

SOLUZIONI SU MISURA, ANCHE IN CONDIZIONI DIFFICILI

Sebbene in questi macchinari sia raccomandato l’uso di acqua pulita, si è consapevoli che questa condizione non sia sempre garantita. Per impianti che utilizzano acque riciclate o contenenti particelle solide,

Le soluzioni ad alta efficienza di Babbini, basate su sistemi a doppia coclea controrotante e alberi forati, ottimizzano i processi di separazione liquido-solido

Johnson-Fluiten propone una configurazione con tenuta meccanica dedicata adatta a liquidi con impurità; le tenute C3 sono progettate per operare con acqua non filtrata ed è composta da carburo di tungsteno contro carburo di silicio, mentre le guarnizioni secondarie sono in Viton.

“Per i clienti con processi produttivi che implicano acqua non perfettamente pulita, proponiamo versioni con tenute e materiali adatti ad affrontare condizioni più gravose”, spiega Manuel Lorenzoni, Head of Technical Department di Babbini. “È un approccio che ci permette di garantire l’affidabilità dell’impianto anche quando le condizioni in campo sono meno che ideali”.

Un esempio significativo riguarda un cliente americano che lamentava frequenti guasti causati da sabbia nell’acqua. In risposta, Johnson-Fluiten ha progettato una

variante del giunto con corpo in acciaio duplex, più resistente all’azione abrasiva rispetto all’ordinario AISI 316. Una soluzione su misura che ha risolto efficacemente il problema.

Cristina Locatelli, Responsabile Commerciale di Babbini, rileva: “Non tutti i nostri clienti hanno impianti di trattamento adeguati o adottano protocolli rigorosi di filtrazione: per questo motivo proponiamo soluzioni capaci di lavorare anche con acque provenienti da processi precedenti, contenenti impurità e particelle in sospensione”.

Una gamma in costante ampliamento

Dal 2003 Johnson-Fluiten progetta e realizza giunti rotanti per applicazioni con aria, olio, acqua e altri fluidi. La vasta gamma di soluzioni a catalogo si arricchisce costantemente con soluzioni personalizzate, realizzate in tempi brevi lavorando in partnership con il cliente per rispondere a ogni esigenza della produzione. I giunti rotanti Johnson-Fluiten sono utilizzati in tutti i segmenti dell’industria meccanica e disponibili con le certificazioni richieste dai diversi settori. Per ulteriori informazioni sulle soluzioni Johnson-Fluiten, è possibile contattare l’azienda telefonicamente al numero +39 02 3394091 o via mail (info-jf@johnson-fluiten.com), o visitare il sito johnson-fluiten.com/it/.

NEL TEMPO

Il rapporto tra Babbini e JohnsonFluiten si è rafforzato nel tempo grazie alla condivisione di valori: qualità, affidabilità e attenzione all’applicazione.

La possibilità di scegliere tenute su misura in base ai fluidi, la disponibilità di versioni in acciaio inox e le certificazioni internazionali, come quella FDA, rendono questi giunti ideali anche per l’industria alimentare.

“Con Johnson-Fluiten abbiamo la certezza che, anche in caso di usura, è possibile tornare rapidamente alla piena operatività. Le tenute si sostituiscono in pochi minuti e l’assistenza tecnica è sempre rapida e risolutiva”, spiega Lorenzoni. Un’affidabilità che si rinnova stagione dopo stagione. E oggi, a conferma di una sinergia strategica che guarda al futuro, Babbini è ufficialmente entrata a far parte del gruppo Kadant, rafforzando ulteriormente il legame con Johnson-Fluiten e con un ecosistema di aziende leader nel settore industriale.

UN LEGAME COSTRUITO
Giunti rotanti serie R in acciaio inox di Johnson-Fluiten

GOMMINO ADATTATORE PER NUOVI STANDARD DI CONNESSIONE

Con il nuovo gommino adattatore AT-HA, icotek amplia il suo innovativo sistema di adattatori IMASCONNECT™ con una soluzione all’avanguardia per l’uso industriale. L’AT-HA consente di integrare gli inserti dei connettori 3A e 4A direttamente in telaio, senza la necessità di un’ulteriore apertura.

Il gommino AT-HA si basa sulla tipologia di gommino icotek KT grande ed è dotato di un robusto corpo in poliammide. È completamente compatibile con tutti i sistemi di ingresso cavi icotek basati sui sistemi KT e viene fornito pronto per l’uso con un elemento di bloccaggio preassemblato. In combinazione con i set di inserti 3A e 4A e con le custodie per connettori M20 o M25 con pressacavi, rappresenta una soluzione compatta, efficiente e flessibile per un’ampia gamma di applicazioni industriali. I vantaggi per gli utenti: risparmio di spazio grazie all’integrazione del

connettore nel telaio di ingresso cavi; possibilità di combinazione con le soluzioni di telaio esistenti; non sono necessarie aperture aggiuntive; facilità di montaggio; compatibile con numerosi produttori di connettori industriali.

Ecco le caratteristiche tecniche:

- Classe di protezione: IP65 quando è inserito, IP54 con coperchio di protezione opzionale.

- Alloggiamento del connettore con pressacavo: M20 per cavi di diametro compreso tra 6 e 12 mm; M25 per cavi con diametro da 13 a 18 mm.

- Classe di resistenza alla fiamma: UL 94 V-0, autoestinguente.

- Temperatura: da -40 °C a +100 °C (statico).

- Senza alogeni, senza silicone.

- Materiale: gommino in elastomero; corpo in poliammide.

Con il gommino AT-HA, icotek stabilisce nuovi standard nella tecnologia di connessione. La soluzione offre

AT-HA integrato in un telaio KEL-U

AT-HA con inserto

agli utenti una maggiore flessibilità, riduce lo spazio necessario nell’armadio elettrico e consente un’integrazione sicura e conforme agli standard.

IGIENE E FUNZIONALITÀ PER APPLICAZIONI ALIMENTARI

Elesa Spa, attore internazionale nella progettazione e produzione di componenti standard per macchine e attrezzature industriali, ha partecipato a Drinktec 2025, a Monaco in settembre, ovvero la principale piattaforma dedicata alle tecnologie per le bevande e gli alimenti liquidi.

Elesa ha esposto le proprie linee di componenti tra cui: gli innovativi indicatori di posizione elettronici con trasmissione dati mediante radiofrequenza, componenti per il vuoto, le linee di componenti standard Visually e Metal Detectable, oltre a una ricca gamma di accessori e componenti per Conveyor.

Tra i principali prodotti in esposizione, gli indicatori di posizione elettronici wireless si confermano uno dei prodotti di punta di Elesa. La serie DD51-E-RF ha vinto nel 2023 il premio Red Dot “Innovative Product”, mentre la serie DD52R-E-RF ha ricevuto lo stesso anno il German Design Award Special e il German Innovation Award Special. Aggiunta recente al catalogo Elesa, i componenti per il vuoto (ventose, portaventose e una serie di accessori standard) sono ideali per la presa e la manipolazione di prodotti e confezioni di forme e dimensioni diverse. Un altro punto di forza di Elesa è rappresentato dalle linee Visually Detectable e Metal Detectable. Questi componenti, realizzati in materiali idoneo al contatto con i cibi (FDA CFR.21 e EU 10/2011) rispettiva-

mente in tecnopolimero colore “Blu segnale” RAL 5005 e colore “Blu verdastro” RAL 5001 con speciale additivo presente nella massa del materiale plastico, che permette la rilevazione di particelle cubiche di 5 mm di lato tramite metal detector, sono progettati per essere facilmente individuabili all’occhio umano o al metal detector in caso di contaminazione accidentale delle preparazioni. Gli inserti metallici in acciaio inox AISI 303 e AISI 304 garantiscono elevati gradi di resistenza alla corrosione e le geometrie e forme compatte li rendono facilmente pulibili garantendo così massima igiene.

Elesa ha presentato soluzioni che coniugano massima igiene e affidabilità funzionale: la linea Hygienic Design progettata in conformità con elevati standard in materia sanitaria come 3-A, EHEDG e le linee guida DGUV .garantisce componenti facilmente pulibili, realizzati in acciaio inox e materiali conformi FDA, con forme e guarnizioni studiate per evitare accumuli di sporco e contaminazioni, riducendo tempi e costi di sanificazione.

La gamma di componenti per conveyor offre supporti e basi di sostegno in tecnopolimero oltre a guide laterali e centrali progettate per garantire scorrevolezza, resistenza e flessibilità anche in ambienti complessi come linee di imbottigliamento e packaging.

CUSCINETTI AUTOLUBRIFICANTI PER L’EFFICIENZA DEL BIRRIFICIO

Il birrificio Chimay ha scelto gli snodi sferici esenti da manutenzione di igus per l’ottimizzazione dell’impianto di imbottigliamento.

Gli inserti H3 (in grigio) dei supporti autoallineanti igubal sostituiscono i cuscinetti a sfera metallici anche a velocità di 200 giri/min (fonte: igus)

Il birrificio Chimay, noto per la sua tradizionale birra trappista, ha scelto gli snodi sferici esenti da manutenzione igus per il suo impianto di imbottigliamento. Sostituendo i cuscinetti a sfera arrugginiti e grippati con i supporti igubal H3 esenti da lubrificazione, il birrificio ha potuto aumentare l’efficienza e ridurre la manutenzione.

Una produzione di 18,5 megalitri all’anno È uno dei dodici birrifici al mondo che

questi cuscinetti hanno mostrato un’usura minima.

Esenti da lubrificazione, sicuri e facili da pulire I supporti autoallineanti con inserti igubal H3, messi a punto dallo specialista delle motion plastics, offrono numerosi vantaggi che hanno migliorato in modo significativo il processo produttivo del birrificio. Sono realizzati in plastica ad alte prestazioni ottimizzata dal punto di vista tribologico.

produce birra trappista, ovvero realizzata secondo la tradizione dei monaci. La maggior parte dei profitti del birrificio Chimay viene destinata a progetti di carattere sociale. Situato nell’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont, nella provincia belga dell’Hainaut, il birrificio Chimay produce mediamente 18,5 megalitri di birra all’anno. Per gestire questi quantitativi, gli impianti di imbottigliamento devono soddisfare elevati requisiti produttivi. Tuttavia, erano frequenti i guasti causati dal grippaggio dei cuscinetti a sfera metallici sugli alberi, la cui sostituzione poteva richiedere fino a un giorno e mezzo, con conseguenti perdite di produzione. Nell’ambito di un progetto di ottimizzazione delle linee di riempimento, Chimay si è rivolta a igus per trovare una soluzione. Dopo un’ampia serie di test e ottimizzazioni, i supporti autoallineanti con inserti igubal H3 si sono rivelati la scelta migliore e, dalla loro introduzione avvenuta già tre anni fa,

Questo li rende esenti da lubrificazione e manutenzione, oltre che resistenti alla corrosione. Inoltre, il materiale degli inserti soddisfa i requisiti progettuali anche a velocità fino a 200 giri/min. I supporti igubal sono molto più facili da installare e sostituire rispetto ai cuscinetti a sfera in metallo, riducendo così drasticamente i tempi di manutenzione. Grazie ai componenti igus, non si verificano più danni all’albero dovuti all’usura, prolungando così la durata d’esercizio dell’intero sistema. Un ulteriore vantaggio è l’elevata resistenza alle sostanze chimiche degli inserti igubal H3 che, a distanza di anni, non mostrano segni di danneggiamento nonostante i regolari processi di pulizia. Grazie a queste caratteristiche, la linea di riempimento ha potuto raggiungere la velocità di 55.000 bottiglie all’ora.

Dopo i soddisfacenti risultati ottenuti in fase di prova su tre diverse line produttive, il birrificio Chimay ha ordinato a igus altri 150 supporti con inserti per sostituire i rimanenti cuscinetti a sfera.

“Con i supporti autoallineanti igubal con inserti H3 siamo riusciti a risolvere il problema più importante dei nostri sistemi di trasporto, a prolungare in modo significativo la durata d’esercizio dei nostri impianti e aumentare i volumi”, afferma Vivien De Schryver, tecnico manutentore presso Chimay.

La soluzione di Sidel per il raggruppamento di multipack è automatizzata da una piattaforma integrata di Sew-Eurodrive, che controlla con precisione gli azionamenti e garantisce flessibilità e un consumo energetico minimo.

IMBALLAGGIO SECONDARIO

CON STRETCH FILM

Con EvoFilm® stretch packer, Sidel ha sviluppato una soluzione all’avanguardia per il confezionamento secondario che stabilisce nuovi standard in termini di efficienza e sostenibilità. La macchina funziona completamente senza tunnel di termoretrazione, utilizza una quantità di film significativamente inferiore per confezionare lo stesso lotto di prodotti e convince per il suo design compatto. Questo riduce notevolmente il consumo energetico, consente di risparmiare spazio prezioso in produzione e contribuisce attivamente alla conservazione delle risorse.

“Progettato per lattine, bottiglie in PET e vetro, EvoFilm Stretch offre vantaggi evidenti rispetto ai tradizionali confezionatori a termoretrazione”, spiega Giorgio Rocca, Product Manager di Sidel. “Il consumo di film si riduce di oltre il 50% e quello energetico diminuisce di oltre il 90%. La possibilità di utilizzare film riciclato supporta ulteriormente gli obiettivi di sostenibilità dei clien-

ti. La soluzione è particolarmente apprezzata anche per il raggruppamento di multipack, quando le esigenze logistiche e della supply chain devono essere soddisfatte a costi molto ridotti”.

RIDUZIONE DELL’IMPIEGO DI MATERIALE

La soluzione è ideale soprattutto per il raggruppamento efficiente di multipack di lattine, bottiglie in PET e vetro. Grazie alle caratteristiche del film estensibile, l’utilizzo di materiale si riduce sensibilmente, mentre la stabilità e la resistenza dei colli e dei pallet aumentano. L’architettura modulare della macchina consente di processare fino a 80 unità di imballaggio al minuto e può essere integrata in modo flessibile nelle linee di produzione esistenti. Inoltre, vengono mantenuti alti standard di trasparenza e brillantezza del packaging per soddisfare anche le più elevate esigenze estetiche del mercato.

LAVORANO IN MODO SINCRONIZZATO

Al centro dell’automazione si trova il sistema modulare MOVI-C ® di SEW-Eurodrive, una piattaforma integrata che controlla con precisione tutti gli azionamenti e garantisce la massima flessibilità con un consumo energetico minimo. Dieci azionamenti lavorano in modo altamente sincronizzato, interagendo perfettamente e con il supporto di potenti moduli software che rendono configurabili in modo intuitivo anche le sequenze di movimento più complesse.

L’architettura consente un’integrazione scalabile in diversi concetti di macchina e riduce significativamente l’hardware necessario grazie al buffer energetico intelligente e alla tecnologia compatta del quadro elettrico. Dalla fase di concept fino alla messa in servizio, SEWEurodrive accompagna il progetto con una competenza ingegneristica completa.

La tecnologia di azionamento SEWEurodrive assume funzioni chiave come l’avvolgimento dei colli, lo svolgimento del film, la movimentazione dei multipack e il trasferimento ai processi successivi.

Vengono utilizzati riduttori servo BS.F a gioco ridotto, il sistema di azionamento efficiente MOVIGEAR® performance, il sistema modulare compatto multi-asse MOVIDRIVE®, i servomotori sincroni CMP.. ad alta dinamica e il controller intelligente UHX della piattaforma MOVI-C.

TECNOLOGIA DUREVOLE

I vantaggi per i clienti sono evidenti: tecnologia di nuova generazione e di lunga durata; elevata flessibilità

nella progettazione delle macchine, con un look & feel coerente grazie a una piattaforma tecnologica unificata; supporto rapido e completo da parte di esperti di settore e di automazione, dalla progettazione all’assistenza post-vendita. Con MOVI-C SEW-Eurodrive offre soluzioni di automazione complete da un unico fornitore, inclusi sistemi di controllo intelligenti, azionamenti servo, motori servo centralizzati e decentralizzati e una potente piattaforma software.

Questo progetto mostra come la collaborazione, l’automazione più avanzata e la tecnologia di imballaggio sostenibile possano andare di pari passo e come SEW-Eurodrive supporti i clienti in tutto il mondo con soluzioni rapide e integrate.

“Per Sidel era fondamentale trovare un partner in grado di automatizzare completamente la nostra macchina EvoFilm Stretch”, afferma Chiara

Chiara Federici, Testing Engineer di Sidel:

“Grazie a MOVI-C, abbiamo automatizzato completamente la nostra macchina EvoFilm Stretch e ridotto i tempi di sviluppo”

Federici, Testing Engineer di Sidel. “Grazie a MOVI-C, siamo riusciti a ridurre i tempi di sviluppo e a soddisfare pienamente le esigenze dei nostri clienti”.

FLESSIBILITÀ

E PRECISIONE

“La nostra partnership con Sidel si basa sulla fiducia reciproca ed è rafforzata da innovazione tecnologica, produzione sostenibile e qualità ai massimi livelli”, aggiunge Fabio Dalmonte, Sales Consultant di SEW-Eurodrive Italia. MOVI-C offre la flessibilità e la precisione necessarie per implementare in modo efficiente questa tecnologia di imballaggio innovativa”.

Con EvoFilm Stretch e MOVI-C nasce una soluzione orientata al futuro per il confezionamento secondario efficiente, flessibile e sostenibile. Sidel dimostra come la tecnologia di imballaggio moderna possa unire responsabilità ecologica ed efficienza economica. SEW-Eurodrive si conferma ancora una volta un partner di automazione a servizio completo, che abilita l’innovazione reale grazie a una tecnologia di piattaforma integrata e ad una competenza ingegneristica di alto livello.

Macchina Sidel per l’imballaggio con MOVI-C

Per ottimizzare il packaging di pesto e sughi, Barilla punta a ridurre il materiale utilizzato e ad aumentare la percentuale di vetro riciclato. Diversi i progetti di successo sviluppati in collaborazione con Vetropack.

ITITOLO TITOLO

CONTENITORI IN VETRO PIÙ LEGGERI E SOSTENIBILI

Barilla è uno dei marchi alimentari più riconoscibili al mondo, nonché leader nel mercato globale per il segmento della pasta. Con sede a Parma, l’azienda vanta una storia di oltre 140 anni. Oggi l’azienda conta in tutto il mondo oltre 9.000 dipendenti e 30 stabilimenti ed è proprietaria di numerosi marchi rinomati, tra cui Mulino Bianco, Wasa e Voiello, che ne consolidano la presenza globale. Iniziative come Academia Barilla lanciata nel 2004, e Barilla Centre for Food & Nutrition, nato nel 2009, sottolineano l’impegno a lungo termine dell’azienda per la sostenibilità, sia nel food sia nel packaging. Puntando su contenitori ottimizzati e affidabili, Barilla impone ai propri fornitori standard elevati in termini di qualità e servizio, inseguendo un miglioramento costante, soprattutto nell’ambito della sostenibilità. Da anni Vetropack è partner d’eccellenza di Barilla. Insieme, le due aziende si impegnano a rendere i contenitori di vetro più leggeri e incrementare la percentuale di vetro riciclato.

MENO MATERIALE, PIÙ QUALITÀ

Non scendere a compromessi sulla qualità e garantire una protezione completa ai consumatori sono tra i valori fondamentali di Barilla. Guglielmo Bozano, che lavora in azienda dal 1997 e si occupa dell’approvvigionamento degli imballaggi dal 2000, spiega cosa significa nella pratica: “Selezioniamo i materiali con molta attenzione e riduciamo i prodotti da imballaggio – dal cartone alla plastica e al vetro – allo stretto necessario. Questo ci permette di risparmiare risorse preziose continuando a confezionare alimenti di alta qualità in imballaggi di alta qualità. E siamo sempre alla ricerca di soluzioni per migliorare e innovare ulteriormente”. I contenitori di vetro vengono utilizzati in prevalenza per le varietà di pesto e sughi, e anche qui Barilla si impegna per migliorare costantemente. La partnership con Vetropack gioca un ruolo chiave in questo: le due aziende collaboravano già quando Bozano ha cominciato a occuparsi dell’ap-

provvigionamento dei contenitori di vetro. “Abbiamo standard elevati per quanto riguarda la qualità e il servizio”, spiega. “E ci aspettiamo che i nostri partner ci forniscano un supporto specializzato nello sviluppo dei nuovi contenitori”.

Nell’ottimizzazione dei contenitori di vetro, Bozano si concentra su due aspetti chiave: ridurre il materiale utilizzato e aumentare la percentuale di vetro riciclato. “Quando sviluppiamo un nuovo vaso, prima di tutto cerchiamo di prevedere le potenziali problematiche. A quel punto, grazie all’esperienza dei fornitori e dei nostri team, riusciamo ad apportare migliorie mirate. Nel caso dei vasi da 400 grammi per i sughi, dopo circa cinque anni abbiamo ottenuto una riduzione del peso del 10 %. Era il 2016/17”.

Un altro progetto di successo è stato lo sviluppo di un vaso da 525 grammi, sempre in collaborazione con Vetropack. “Fin dall’inizio, Vetropack ha individuato la forma giusta. Non si sono verificate né criticità né rotture del vetro, il che dimostra in maniera inequivocabile la competenza di Vetropack in materia”, spiega Bozano. Un aspetto che apprezza particolarmente è l’allineamento culturale tra le due aziende: “Essendo sia Barilla sia Vetropack imprese a conduzione famigliare, condividiamo la stessa mentalità. Trovo che la disponibilità e la

Responsabilità ambientale ed efficienza dei costi

Il Gruppo Vetropack è uno dei principali produttori europei di contenitori in vetro per l’industria alimentare e delle bevande, con 3.585 dipendenti e un fatturato netto di 842,1 milioni di franchi svizzeri nel 2024. Il Gruppo dispone di impianti di produzione all’avanguardia e di uffici di vendita e distribuzione in Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Croazia, Slovacchia, Ucraina, Italia, Repubblica di Moldavia e Romania.

Con il suo lavoro consente alle persone di gustare cibi e bevande in modo sicuro, fornendo soluzioni che combinano eleganza e responsabilità. Con il suo approccio olistico Service plus+ aiuta i clienti a ottimizzare la filiera e a garantire la sicurezza dei consumatori. Guidati dalla responsabilità ambientale e dall’efficienza dei costi, mira a ridurre al minimo l’impronta di carbonio lungo tutta la catena di fornitura, puntando sul riciclo come chiave per ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti.

collaborazione alla pari siano fondamentali, e Vetropack si è dimostrata molto compatibile con noi in questo senso”.

VETRO RICICLATO: I CONTENITORI DEL FUTURO

Pensando al futuro, Barilla intende aumentare ulteriormente la percentuale di vetro riciclato nei suoi contenitori.

“Inizialmente utilizzavamo il classico vaso di vetro trasparente. Durante una visita a un fornitore, ho notato dei vasetti con una leggera ombreggiatura. Questo ha acceso la mia curiosità. Dopo studi approfonditi e la collaborazione con il marketing, i vantaggi sono diventati evidenti. Ci stiamo lavorando ancora oggi. Ho sempre creduto che il futuro risieda nell’utilizzo di una quantità sempre maggiore di vetro riciclato”, afferma Bozano.

Nel mercato odierno, Barilla deve affrontare intense pressioni concorrenziali. La strategia dell’azienda prevede obiettivi chiari per ogni categoria di business per un arco di tempo che va dal triennio al decennio, con una particolare attenzione al miglioramento dell’efficienza e all’ottimizzazione dei costi. Per quanto riguarda sughi e pesti la priorità rimane la crescita di nuovi mercati.

Allo stesso tempo, le aspettative sulle supply chain e sulla sostenibilità stanno aumentando. Barilla ha infatti avviato

iniziative concrete per rendere la propria produzione sempre più sostenibile.

Negli ultimi tre anni ha triplicato la potenza degli impianti fotovoltaici nei suoi stabilimenti italiani, per l’autoproduzione di energia elettrica rinnovabile, e prevede di triplicarla nuovamente entro il 2026. Ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica e aumentare l’indipendenza produttiva sono solo alcuni degli impegni assunti da Barilla, supportati da azioni concrete delineate nel piano Science Based Target initiatives (SBTi).

La sostenibilità è al centro della strategia di Barilla e l’azienda è destinata a crescere ancora. Per sostenere questa crescita, la partnership di successo con Vetropack potrebbe essere ulteriormente ampliata in futuro.

Fonte: https://www.vetropack.com

CHIUSURE CHE ESALTANO L’IDENTITÀ DEL VINO

Amorim Cork Italia porta a Rive, la Rassegna internazionale di viticoltura ed enologia, che si terrà a Pordenone dal 5 al 7 novembre, un messaggio chiaro: esistono soluzioni capaci di

potenziare il packaging, esaltarne l’identità e restituire valore al vino, trasformando la chiusura in un elemento strategico di differenziazione. L’azienda sarà presente con tre proposte. Xpür® rappresenta la reinterpretazione del mondo tradizionale del sughero in chiave moderna e tecnologica. Helix® porta la comodità al centro dell’esperienza di consumo: il suo sistema consente di aprire e richiudere le bottiglie con la facilità di un tappo a vite, quindi senza cavatappi, garanten-

COMPOUND PER IL CONTATTO CON ALIMENTI GRASSI

Con la nuova serie di compound FC/CM3/AD1, Kraiburg TPE soddisfa i requisiti delle due normative più importanti per le applicazioni a contatto con gli alimenti: il regolamento europeo n. 10/2011 e il Title 21 Code of Federal Regulations (21CFR §177.2600) della FDA negli Stati Uniti.

La nuova serie è stata sviluppata per il contatto con alimenti grassi e si contraddistingue inoltre per la piacevole sensazione al tatto e le proprietà organolettiche migliorate. Le applicazioni target comprendono imballaggi alimentari riutilizzabili, applicazioni cosmetiche, tubi flessibili e nastri trasportatori nella lavorazione degli alimenti.

La crescente consapevolezza dei consumatori in materia di ambiente e sostenibilità ha portato a un aumento costante della domanda di prodotti riutilizzabili in molti settori. Esempi tipici sono i contenitori per alimenti come scatole per il pranzo, bicchieri da frullatore e ciotole con coperchio, in cui soprattutto le guarnizioni del coperchio sono spesso realizzate in elastomeri termoplastici.

“Negli ultimi anni ci siamo occupati intensamente di questo tema e abbiamo investito molto nello sviluppo di nuovi com-

do al contempo la funzionalità e l’eleganza del sughero naturale. Infine, con la proposta in vetro di Boemia Vinolok® Classic Collection, Amorim Cork Italia offre alle cantine un’opzione di prestigio per i segmenti più alti del mercato, il connubio di eleganza e prestazioni. È disponibile in tre varianti di colore –Clear, Rosé e Black – per potersi adattare a una vasta gamma di prodotti, dai vini agli oli artigianali.

Realizzate con materiali naturali, completamente riciclabili e personalizzabili, queste chiusure sono diventate un simbolo di packaging raffinato e distintivo.

posti TPS per applicazioni sicure a contatto con gli alimenti”, afferma Dirk Olberding, Market Manager Consumer presso Kraiburg TPE. “Grazie ad analisi approfondite e studi sulla migrazione, siamo riusciti a determinare basi di calcolo precise delle proprietà di migrazione e a trasferirle alla formulazione di tipi di TPS commerciali”.

Olberding sottolinea inoltre che, a causa della loro combinabilità variabile, i composti TPE possono presentare un comportamento di migrazione molto complesso. “La soluzione ideale è quindi quella di adattare il più possibile la formulazione TPE delle singole serie ai mezzi di contatto previsti, che di solito sono alimenti ad alto contenuto di grassi come carne, oli alimentari, condimenti o salse. Per garantire ciò, nella formulazione dei materiali abbiamo seguito due approcci diversi, da un lato esaminando le singole materie prime e la loro interazione, dall’altro tenendo sempre presente il potenziale di migrazione del prodotto finale”.

Grazie alla loro superficie resistente e alle eccellenti proprietà meccaniche, i nuovi materiali di Kraiburg TPE aumentano notevolmente la durata dei contenitori e dei coperchi riutilizzabili. L’adesione su diversi termoplastici polari come Tritan (PCT-G), PET, SAN, PC, ABS, PA6 e PA12 è stata testata con successo. Grazie alla loro ottima resilienza, dimostrata dai test di isteresi, e agli eccellenti valori di resistenza allo strappo e alla lacerazione, sono ideali anche per gli imballaggi di cosmetici e alimenti. La nuova gamma è facilmente lavorabile con processi termoplastici, consentendo così ampia libertà nella progettazione dei componenti. I composti THERMOLAST® K della serie FC/CM3/AD1 di nuova concezione consentono un controllo della migrazione notevolmente migliorato rispetto ai TPS convenzionali. Il loro potenziale di migrazione ridotto al minimo li rende particolarmente adatti per applicazioni a contatto diretto con alimenti grassi.

ALTA CAPACITÀ DI BARRIERA PER IL CONFEZIONAMENTO DI CAFFÈ

Mondi, player internazionale nel settore degli imballaggi sostenibili e della carta, ha presentato la sua ampia gamma di soluzioni per l’industria del caffè alla fiera Host Milano. I visitatori hanno scoperto come Mondi soddisfa i requisiti dei moderni torrefattori in linea con le normative PPWR attraverso materiali per l’imballaggio innovativi con un’elevata capacità di barriera e un’eccellente operatività sui macchinari.

Mondi offre un portfolio diversificato che comprende imballaggi primari e secondari sostenibili realizzati in carta, plastica e materiali ibridi progettati per il riciclaggio. La gamma spazia dagli innovativi formati monomateriale SoftPack o VacuumPack in polipropilene (PP) o polietilene (PE) a StickPack e PodSachet a base di carta, offrendo soluzioni su misura per tutte le applicazioni, dal caffè macinato ai chicchi interi, alle cialde e alle capsule. Con Ad/Vantage TrayWrap, Mondi offre un’alternativa in carta alla plastica negli imballaggi secon-

PREMIATA

dari che consente di risparmiare oltre il 75% di CO2 e, eliminando il passaggio del forno di termoretrazione, ottimizza il processo di confezionamento per i clienti. La soluzione è realizzata al 100% in carta kraft e presenta una combinazione unica di proprietà meccaniche con un’ottima elasticità. Ad/Vantage TrayWrap è progettato per il riciclaggio, rendendo questa soluzione adatta anche per imballaggi multipli, in linea con i futuri requisiti normativi in Europa.

Come novità, Mondi ha presentato re/cycle VentPack, un concept di degasaggio di nuova generazione per il confezionamento del caffè. L’innovativa valvola, preapplicata al film, mira a semplificare il processo di confezionamento per i clienti. Grazie alla sua struttura estremamente sottile a base di PP, VentPack consente di risparmiare fino al 96% di peso in plastica rispetto alle valvole a bottone convenzionali ed è progettato per essere riciclato come imballaggio mono-PP.

Le soluzioni Mondi offrono numerosi vantaggi per l’industria del caffè: le proprietà barriera di alta qualità proteggono il caffè dall’esposizione all’ossigeno e all’umidità per un periodo fino a 12 mesi. Le opzioni di stampa versatili, come la stampa flessografica e rotocalco con rivestimenti opachi e anti-sigillatura, garantiscono una presentazione accattivante del prodotto e un forte impatto sugli scaffali. Le soluzioni sono sostenibili fin

LA BOTTIGLIA IN VETRO ULTRALEGGERO

Il progetto Grapur, realizzato da Mack & Schühle Italia in collaborazione con partner della filiera del packaging sostenibile, conquista il bronzo ai Pentawards 2025 nella categoria Sustainable Design.

Tra gli elementi che hanno reso possibile questo riconoscimento spicca la bottiglia ultraleggera in vetro “Bordolese AIR” realizzata da Verallia, che ha permesso di ridurre l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita del prodotto.

Il premio, assegnato ad Amsterdam, celebra l’eccellenza del design e la capacità di coniugare estetica, innovazione e sostenibilità. Grapur riflette una visione condivisa di economia circolare e responsabilità ambientale. Il

packaging di Grapur integra materiali e soluzioni a basso impatto: oltre alla bottiglia Verallia, le chiusure Nomacorc Ocean di Vinventions e le etichette Ocean Action di UPM Adhesive Materials sono realizzate con plastica riciclata proveniente dalle regioni costiere; le finiture firmate Luxoro e l’imballaggio in cartone riciclato di Ondulkart completano un progetto che mette al centro la sostenibilità in ogni dettaglio.

Con oltre 16 miliardi di bottiglie prodotte ogni anno e un impegno certificato nella riduzione delle emissioni di CO2 (-46% entro il 2030), Verallia si conferma non solo un partner industriale, ma un motore di innovazione per un futuro più sostenibile.

dalla progettazione e aiutano i clienti a rispettare la normativa UE. Inoltre, possono essere utilizzate in modo efficiente sulle linee di riempimento esistenti e sono supportate da una rete di produzione a livello europeo che garantisce sicurezza nell’approvvigionamento.

Con FlexStudios, Mondi mette a disposizione dei clienti un hub innovativo in cui partecipare al processo di sviluppo del packaging.

Le copertine di TECNOLOGIE ALIMENTARI

FEELING

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REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)

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In questo numero abbiamo parlato di...

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ABS FOOD 15

AMORIM CORK 62

ANICAV 8

ARLA FOOD INGREDIENTS 37

ASSICA 6

BABBINI 52

BARILLA 60

BASF AROMA INGREDIENTS 36

BEA TECHNOLOGIES 3

BROILERNET 20

BRUNO WOLHFARTH BATT. DI 4A COP.

CAMA GROUP 14, 19

CHIMAY 56

CIBUS TEC FORUM 57

COPERION 44

ECO - THE PHOTOVOLTAIC GROUP 9, 22 ELESA 55

EMILOS 13

ENEA 33

ENOMONDO 32

FARAVELLI 5

FEDERALIMENTARE 20

GNT 34

GRUPPO CONSOLI 4A COP.

GUALA CLOSURES 14

ICOTEK 37, 55

IGUS 29, 56

ITS TECH&FOOD ACADEMY 28

JOHNSON-FLUITEN 52

KRAIBURG TPE 62

LABOTEC 45

LACTALIS 8

Tel.: +39 031 3665163 www.interprogettied.com

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Tecnologie Alimentari n. 5 Ottobre 2025 by inputweb - Issuu