L'Industria della Gomma 10/2025

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RICICLO E SOSTENIBILITÀ

MERCATO AUTO

INCHIESTA GUARNIZIONI

DELLA GOMMA

MENSILE DEGLI ELASTOMERI

E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

www.industriagomma.it

Direttore responsabile

Andrea Aiello in reDazione

Daniela Garbillo - daniela.garbillo@edifis.it

Collaborano alla rivista

Gianpaolo Brembati, Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Beatrice Garlanda, A.L. Spelta

GrafiCa e impaGinazione

Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it

pubbliCità dircom@edifis.it

traffiCo pubbliCitario

Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it

stampa

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L’Industria della Gomma una rivista edita da:

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ASSOCIAZIONE

SOMMARIO

ANNO 69 - OTTOBRE

Abbiamo letto

10 RASSEGNA

DELLA

STAMPA TECNICA ESTERA

Mondogomma

16 CRITERI UE ARMONIZZATI

PER IL RICICLO DELLA GOMMA DA PFU

EURIC ed ETRMA sollecitano l’implementazione di una definizione omogenea a livello comunitario del criterio di “cessazione di qualifica di rifiuto” (End of Waste, EoW) che valga per il flusso di prodotti in gomma derivati da pneumatici fuori uso (PFU).

20 CONTINENTAL PUNTA SU COMPONENTI MESCOLA PIÙ SOSTENIBILI

Al fine di ridurre il consumo di materie prime vergini e/o di origine fossile, Continental impiega diversi componenti sempre più sostenibili nelle proprie mescole impiegate nel confezionamento di pneumatici: gomme sintetiche, resine, additivi, silice e nero di carbonio.

26 AUTO ANCORA IN DISCESA NEL SECONDO TRIMESTRE

I dati relativi alle immatricolazioni auto pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ed elaborati da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano un pesante calo del mercato italiano nel mese di giugno dopo le flessioni leggere registrate ad aprile e a maggio.

Protagonisti

30 VISIONE, STRATEGIE E LEADERSHIP PER IL FUTURO DI ASSOGOMMA

Professionista di lungo corso nelle relazioni industriali e nell’associazionismo, Roberto Luciano Forresu, neo presidente eletto lo scorso 18 giugno, racconta la sua visione e le priorità per guidare Assogomma in una fase critica per la filiera: rappresentanza, sostenibilità, formazione e innovazione al servizio delle imprese associate.

Rogitex Italia Srl. is a leading global distributor supplying various industries with quality elastomers, plastics and carbon black. Rogitex Italia Srl. provides the market with technical knowledge and specialized services keeping a flexible commercial approach and proven logistic model despite market conditions

RUBBERS

E-SBR Dry and OE grades

S-SBR Dry and OE grades

NBR standard grades

NBRGT/FC - Fast curing/Low fouling

SKI 3 and SKI 3 S polyisoprene

PBR High Cis Neodymium Titanium

IIR and HIIR Butyl and Halobutyl EPDM

Dry grades DRY/OIL SIS SILICONE RUBBER

OH Polymer

REINFORCEMENT MATERIALS Carbon Black

MENSILE DEGLI ELASTOMERI

E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

INCHIESTA GUARNIZIONI

37 INNOVAZIONE

GLOBALE

SOMMARIO

E SOSTENIBILITÀ PER RESISTERE ALL’INCERTEZZA

Negli ultimi anni i produttori italiani di guarnizioni in gomma sono stati chiamati ad affrontare una stagione di cambiamenti profondi, dove instabilità geopolitiche, tensioni commerciali, crescite dei costi e quadro normativo in evoluzione incidono su domanda e competitività. Attraverso le voci dei protagonisti del settore, emergono strategie di resilienza che puntano sulla diversificazione di mercati e tecnologie, sulla sostenibilità concreta dei processi, nonché sull’investimento in digitalizzazione, automazione avanzata e Transizione 5.0.

u ACTION TECHOLOGY

u AL-GOM

u APR GUARNIZIONI

u ATP

u COLOMBO FILTRI

E GUARNIZIONI

u ELASTOTECH

u ISOPREN

u NUOVA GUARNIBETA

16

48

RAPPORTI COMMERCIALI USA-UE: L’EVOLUZIONE DEI DAZI

Il tema dei dazi statunitensi continua a occupare il centro del dibattito internazionale, sospeso tra l’incertezza giuridica negli USA, l’accordo politico con l’Unione europea e gli effetti pratici per le imprese esportatrici.

Dalle Aziende

50 NUOVA PRESSA ORIZZONTALE RPM EPG 450

Compattezza, potenza e innovazione per l’industria delle guarnizioni elastomeriche: sono queste le caratteristiche dell’ultima nata della gamma di presse orizzontali RPM, progettata per un’importante azienda italiana leader nella produzione di guarnizioni a disegno e o-ring in materiali elastomerici di diversa natura.

Normative

Assogomma informa News

54 IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO/PARTE I

Noto anche come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), il nuovo regolamento UE 2025/40, che detta disposizioni per l’intero ciclo di vita degli imballaggi con lo scopo di consentirne l’immissione sul mercato, avendo particolare riguardo alla sostenibilità ambientale e all’etichettatura, sarà applicabile dal 12 agosto 2026.

26

37

60 IL TACCUINO

u K 2025: Italia protagonista con quasi 400 aziende

u La gomma tedesca soffre nel primo semestre 2025

u PFAS: pubblicato da ECHA un aggiornamento sulle proposte di restrizione

u EUDR: l’UE propone un nuovo rinvio di un anno

u UTH celebra 40 anni al K 2025

u BKT Carbon debutta in Europa al K 2025

u Solvay accelera sulla silice circolare

ANNO 69 - OTTOBRE

25 anni di esperienza nella produzione di articoli tecnici in gomma

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LSG è composta da un reparto di programmazione, la Software House e da un reparto Hardware che si occupa di server, reti, backup, disaster recovery. Nata nel 1999, LSG oggi conta su un team di 8 persone con esperienze decennali che, confrontandosi, risolvono quotidianamente quesiti, dubbi e problemi delle aziende creando soluzioni su misura mirate a semplificare il lavoro nei diversi settori manifatturieri di tutta la Lombardia e non solo.

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VENDITA, DISTRIBUZIONE E ASSISTENZA TECNICA PER GOMME SINTETICHE, LATTICI SINTETICI E PRODOTTI CHIMICI PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

VENDITA, DISTRIBUZIONE E ASSISTENZA TECNICA PER GOMME SINTETICHE, LATTICI SINTETICI E PRODOTTI CHIMICI PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

• lo scenario, tra gomme naturali e sintetiche

• pirolisi da pneumatici fuori uso: a che punto siamo

• l’impegno delle aziende per la transizione green • testi in italiano e inglese • pubblico internazionale

Rassegna della stampa tecnica estera

(NBR) DI SCARTO E MIGLIORARE LE PROPRIETÀ MECCANICHE DI GOMMA RI-VULCANIZZATA PER MEZZO DI UN’ EFFICIENTE DEVULCANIZZAZIONE CHIMICOMECCANICA.

M. Amin Ghowsi, M. Jamshidi, Constructional Polymers & Composite Research Lab, School of Chemical, Petroleum and Gas Engineering, Iran University of Science and Technology (IUST), Teheran (Iran), email mjamshidi@iust. ac.ir - ADVANCED INDUSTRIAL AND ENGINEERING POLYMER RESEARCH, pag. 255-264.

L’NBR è una delle gomme più utilizzate per articoli tecnici, soprattutto in applicazioni che richiedono esposizione a olio, gas naturale e carburanti, e, come per tutte le altre gomme, i suoi scarti rappresentano un importante problema di inquinamento ambientale.

Il recupero degli scarti, tralasciando il trattamento biologico e l’utilizzo in cemento e asfalti, viene attuato con la devulcanizzazione, per la quale sono stati messi a punto diversi metodi, tra i quali questo studio prende in considerazione quelli meccanico, termico e coadiuvato da microonde. Dopo avere brevemente illustrato, nell’introduzione, alcuni altri metodi di devulcanizzazione, lo studio spe -

Letter of the law

cifica le materie prime, tra cui stranamente ancora il DOP, plastificante ormai desueto, utilizzate per preparare una mescola che, una volta vulcanizzata, costituisce il modello di NBR di scarto. La parte sperimentale cita gli agenti chimici usati per la devulcanizzazione (CBS, TMTD, DPDS [difenildisolfuro] e VitaX [miscela di DPDS, CaCO3, ZnO e acido stearico]) e riporta la composizione della mescola usata per le prove, presa appunto come modello di scarto NBR dopo vulcanizzazione e devulcanizzazione, i cui campioni vengono poi ridotti in polvere GN (Ground Nitrile rubber) di dimensione massima 40 mesh. Particolarmente interessante il paragrafo dedicato alla devulcanizzazione dei campioni GN, uno di riferimento ottenuto con metodo meccanico e altri con metodo chemo-meccanico e variazione dell’agente chimico, con ulteriore variazione di due campioni con VitaX esposti a riscaldamento con microonde e in forno. Le prove vengono condotte per valutare l’effetto degli agenti chimici e dei metodi di devulcanizzazione sulle proprietà meccaniche e di vulcanizzazione, sul contenuto di sol, sulla densità di reticolazione (CLD) e sulla percentuale di devulcanizzazione (DP), utilizzando l’analisi termogravimetrica (TGA), la cromatografia a permea -

I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti.

zione di gel (GPC) e la calorimetria a scansione differenziale (DSC). Lo svolgimento dello studio comprende quindi l’effetto della devulcanizzazione sui campioni GN, la variazione delle loro proprietà meccaniche, le analisi condotte sui campioni devulcanizzati meccanicamente e chemomeccanicamente con VitaX, mediante i mezzi sopra citati, e la teoria di HorikX: molto validi e autoesplicativi i numerosi grafici, schemi e curve riportati, che illustrano compiutamente la narrazione.

I più importanti risultati dello studio sono i seguenti: gli agenti chimici diminuiscono fino al 43% il tempo di formazione dei fogli di gomma devulcanizzata nel mescolatore rispetto a quelli devulcanizzati solo meccanicamente; analogamente l’utilizzo di riscaldamento e microonde permette di ottenere una diminuzione dell’87% e del 98% rispettivamente; VitaX aumenta del 24 e del 33% rispettivamente il contenuto di sol e la percentuale di devulcanizzazione; i campioni che lo contengono mostrano il più elevato aumento di carico di rottura (100%) rispetto ai campioni devulcanizzati meccanicamente, mentre è del 14% l’aumento rispetto alla gomma NBR vergine; la devulcanizzazione dei campioni non influenza la durezza

dei campioni rivulcanizzati, ma incide sensibilmente sulle proprietà meccaniche, e l’utilizzo di riscaldamento o microonde, insieme a VitaX, consente una più efficiente devulcanizzazione; il campione con VitaX devulcanizzato meccanicamente, con il suo più alto valore di massa molecolare Z-media (6.4%) rispetto ai campioni che non lo contengono, conferma la buona prestazione nel bloccare più radicali liberi e nel rompere più legami anziché scindere le catene; la teoria di Horikx non è in grado di prevedere lo stato di devulcanizzazione di gomma NBR parzialmente devulcanizzata, per cui bisogna ricorrere ai più accurati metodi GPC e DSC per discutere il comportamento di devulcanizzazione.

ELASTOMERI E APPLICAZIONI

PIÙ CHE BIOCOMPATIBILI: IL RUOLO

DELLE GOMME SILICONICHE

A ELEVATA CONSISTENZA IN DURATURE TECNOLOGIE MEDICHE DI RILASCIO.

M. Kihara, NuSil, Carpinteria, California (USA) - RUBBERWORLD, gi ugno 2025, pag. 33-37.

L’industria sanitaria richiede continuamente soluzioni per trattamenti più efficienti e adatti ai pazienti e i dispositivi impiantabili per la somministrazione di farmaci costituiscono una delle aree più innovative. In quest’ambito un aspetto fondamentale è la scelta del materiale e, nello specifico, degli elastomeri siliconici. Prestazione e sicurezza degli impianti dipendono molto dai materiali usati, dal momento che i tipi a lunga durata richiedono biocompatibilità, per non causare reazione tissutale negativa, stabilità chimica e capacità di rilascio controllato del farmaco. I siliconi, compresi quelli ad alta consistenza HCR (Heat Cured Rubber), si sono rivelati il materiale principale per gli impianti a lunga durata, consentendo ai dispositivi un affidabile funzionamento nel corpo per mesi o anni. I siliconi HCR rivestono in effetti un ruolo critico nei dispositivi, progettati

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per gestire condizioni croniche come cancro, diabete e disturbi neurologici, nelle quali un prolungato e mirato rilascio del farmaco può migliorare notevolmente esiti e rispondenza del paziente. Questo articolo analizza come gli HCR estendano i limiti delle possibilità dei dispositivi di somministrazione dei farmaci e come i produttori, con la giusta combinazione di competenza e innovazione, possano usarli a proprio vantaggio per migliorare mercato ed esiti sui pazienti.

I siliconi di grado medicale sono un’area soggetta a una crescente domanda, grazie alla loro sicurezza, purezza e flessibilità di progettazione. Le società sanitarie si muovono in un ambiente normativo sempre più complesso e hanno bisogno di partner che offrano servizi di ricerca e sviluppo, supporto produttivo e indagini di qualità. Il progresso delle tecnologie impiantabili rende vieppiù importante la collaborazione fra scienziati del materiale, ingegneri dei dispositivi e

Trattamenti al plasma: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione

Lavaggio ad alta pressione sotto cappa a flusso laminare (Cleanliness)

Micropulizia, Etching, Grafting

sviluppatori farmaceutici. Di pari passo con la precisa formulazione del farmaco va la selezione dei materiali eccipienti, che assicurano una prestazione costante e una prevedibile velocità di eluzione dell’ingrediente farmaceutico attivo. I siliconi di grado medicale sono largamente usati per le loro proprietà regolabili, per la biocompatibilità e per le comprovate prestazioni di eluzione, anche se il loro utilizzo nella somministrazione di farmaci e nei dispositivi combinati rimane poco esplorato.

Spiegata la composizione dei siliconi HCR, l’articolo illustra le loro proprietà meccaniche, che offrono una combinazione di flessibilità e robustezza, essenziale per i dispositivi impiantabili, e che insieme alla loro natura semi-impermeabile li rende il materiale di scelta per i meccanismi di rilascio controllato di farmaci. Inoltre, come tutti i siliconi, anche gli HCR sono polimeri eccezionalmente stabili, la loro struttura silossanica è molto inerte e non si idrolizza né biodegrada facilmente nel corpo, per cui non subisce gli effetti di sangue, liquidi tissutali o enzimi.

L asciamo ai lettori interessati il seguito dell’articolo, che parla di progettazione (matrix e core sheath), di tecniche di produzione di dispositivi di rilascio (estrusione, stampaggio e calandratura), di vulcanizzazione, sterilizzazione e controllo qualità e di HCR personalizzato per applicazioni avanzate.

MACCHINARI E ATTREZZATURE

INDAGINE SU CONCETTI ALTERNATIVI DI VITE SENZA SPINOTTI PER L’ESTRUSIONE DELLA GOMMA.

L. Schmidt, F. Brüning, Paderborn University, Paderborn (Germany) - email leon.schmidt@ ktp.uni-paderborn.de - KGK 2/2025, pag. 34-40.

Una breve nota introduttiva della ricerca ricorda l’importanza del processo di estrusione della gomma, in un mercato che nel 2022 ha registrato la produzione globale di 29.6 milioni di tonnellate di gomma naturale e sintetica, finora la migliore del ventunesimo secolo. Si capisce facilmente che, alla luce del -

le spese elevate per energia e materie prime, l’efficienza dei costi stia diventando sempre più importante per questo processo produttivo. Ci sono due concetti di estrusori della gomma, che differiscono per la temperatura della gomma che viene lavorata: quelli ad alimentazione calda processano materiale già riscaldato in precedenza fra 60 e 80 °C e devono solo omogeneizzarlo, mentre quelli ad alimentazione fredda processano materiale a temperatura ambiente, riscaldandolo e omogeneizzandolo. Sono perlopiù gli estrusori alimentati a freddo quelli usati oggigiorno insieme a viti con spinotti, combinazione questa che conferisce al materiale qualità notevoli.

Tuttavia gli spinotti riducono la portata massima in confronto alle viti con filettatura di trasporto e determinano un’aumentata complessità della vite e spese più elevate di produzione, manutenzione e trasformazione, quando si fa un paragone con estrusori senza spinotti, sui quali vale la pena di effettuare ulteriori indagini.

Per le prove viene usata una mescola di gomma naturale con vulcanizzazione a zolfo, basata su una formulazione per produzione pneumatici ma senza carbon black, sostituito da silice, a causa della necessità di avere varianti colorate della mescola per verificare i diversi comportamenti di scorrimento.

S piegate le caratte ristiche di estrusore e vite impiegati, nonché la progettazione sperimentale e il processo thresholding utilizzati, la ricerca illustra i risultati ottenuti, parte questa che richiede competenza ed esperienza in merito al processo di estrusione.

L asciamo anche la conclusione ai lettori che si occupano di questo argomento, limitandoci a osservare che i risultati dipendono dai profili di temperatura adottati e che i concetti di vite senza spinotti mostrano un grande potenziale, ma necessitano di ulteriori indagini, dal momento che la geometria delle viti, basata sul concetto di compensazioni della filettatura radiale e assiale, influ isce su portata e qualità della miscelazione.

E LASTOMERI E MATERIE PLASTICHE

INDAGINE SULLA REAZIONE DI ACCOPPIAMENTO POLIMERO SILANO IN UN MODELLO GOMMA NATURALE/SILICE/SILANO.

C. Arreyngang Tabe, U. Giese, Deutsches Institut für Kautschuk-technologie. Hannover (Germany) - email Ulrich.Giese@DIKautschuk. de - KGK 2/2025, pag.41-49.

La combinazione di s-SBR e sistemi silice/silano ha sensibilmente ridotto la resistenza al rotolamento e migliorato l’aderenza sul bagnato nelle formulazioni di battistrada per pneumatici di autoveicoli. Tuttavia la combinazione di gomma naturale con gli stessi sistemi ha dato spesso risultati diversi in formulazioni per pneumatico autocarro, mostrando che il meccanismo di rinforzo silice/silano in s-SBR non funziona altrettanto bene in gomma naturale considerando, tra l’altro, che non risulta efficace per quanto riguarda robustezza, resistenza al rotolamento e abrasione. L’introduzione della silice nell’industria della gomma e, in particolare, dello pneumatico, ha portato allo sviluppo di silani speciali, per risolvere il problema della compatibilità fra la silice polare e la gomma, in prevalenza non polare. I gruppi etossilici di questi silani, infatti, possono reagire con i gruppi silanolici sulla superficie della silice, idrofobizzandola in modo che si possa legare alle catene polimeriche durante la mescolazione e la vulcanizzazione con legami fisici e chimici.

I silani utilizzati in gomma possono essere generalmente divisi in monofunzionali e bifunzionali, i primi sviluppati solo per aumentare la compatibilità fra gomma non polare e silice polare, i secondi anche per migliorare il potenziale rinforzo dato della silice, dal momento che sono in grado di legarsi sia con la silice che con le catene polimeriche: l’effetto della struttura chimica di silani diversi sulle proprietà delle gomme, caricate con silice/ silano, è quindi di grande importanza, poiché questi silani conferiscono proprietà differenti alle gomme vulcanizzate.

I l modello di vulcanizzazione della mescola è uno dei pochi metodi che possono essere impiegati per studiare

RUBBER CLUB

il meccanismo della reazione di vulcanizzazione e della reazione di accoppiamento polimero/silano. Esso fornisce infatti agli scienziati dei polimeri una possibilità unica di combinare tecniche analitiche sofisticate, come la cromatografia liquida, la spettroscopia di massa, la gascromatografia e la cromatografia di esclusione molecolare, per studiare e capire meglio ciò che accade all’interno del processo di vulcanizzazione, così come nella reazione di accoppiamento fra polimero e silani.

Al posto dei polimeri, per questi studi vengono utilizzate sostanze modello, che sono perlopiù liquide e pertanto facilmente analizzabili per mezzo di molte tecniche analitiche: esse hanno proprietà simili alle gomme, tranne che per il loro peso molecolare, e possono quindi simulare il comportamento delle gomme reali.

Q uesto studio si focalizza sull’utilizzo del metodo modello di vulcanizzazione della mescola per analizzare

la reazione di accoppiamento di silani diversi in sistemi silice/silano e squalene come modello gomma naturale, sia pure sapendo che la configurazione trans dello squalene non è del tutto correlata all’alto contenuto cis in gomma naturale. I silani analizzati sono invece il (trietossisililpropil) tetrasolfuro (TESPT), il bis (trietossisililpropil) disolfuro (TESPD) e il trietossioctilsilano (OCTEO), quest’ultimo non solfuro, per verificare il meccanismo di reazione con la gomma naturale e il miglioramento dell’interazione polimero/carica solo mediante idrofobizzazione della superficie della carica. Si tratta di uno studio particolare, rispetto a quelli tradizionali in merito all’argomento trattato, per il metodo utilizzato e per i prodotti modello coinvolti, senz’altro non facile da seguire nel suo svolgimento né da comprendere appieno se non si dispone delle basi tecniche richieste.

I l risultato finale dello studio, comunque, senz’altro già ottenuto da mol -

ti tecnologi, grazie al loro coinvolgimento in pratiche produttive, è che i due silani TESPT e TESPD sono in grado di promuovere efficaci reazioni di accoppiamento con gomma naturale in assenza di zolfo, mediante scissione termica dei loro legami solforici, mentre la stessa reazione non è possibile con il silano OCTEO.

ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE PROPRIETÀ MECCANICHE DI POLIMETILMETACRILATO COME FUNZIONE DI TEMPERATURE DI RICOTTURA.

A.A. Meshref, A.M. Shawky, Department of Production Engineering and Mechanical Design, Faculty of Engineering, Minia University (Egypt) - email alaa.moshref@ mu.edu.eg - KGK 2/2025, pag. 55-58.

Il polimetilmetacrilato (PMMA) è un polimero termoplastico e uno dei materiali polimerici più largamente usati: si tratta di un polimero acrilico amorfo, utilizzato comunemente in applicazioni dentali e medicali. Con

DE GRANDI

una temperatura di transizione vetrosa di 105 °C, il PMMA è stato impiegato, oltre che in odontoiatria, in molti dispositivi medicali, come pompe del sangue e dializzatori, è un candidato ideale per lenti oculari impiantabili e lenti a contatto rigide, grazie alle sue proprietà ottiche.

I vantaggi del PMMA sono basso costo, peso leggero, estetica soddisfacente, capacità di corrispondenza dei colori, facilità di finitura, lucidatura e formatura e buona superficie. Per contro, il PMMA presenta svantaggi riguardo alle sue proprietà meccaniche, come insufficienza di robustezza, di durezza e di resistenza all’abrasione, per cui si rende necessario migliorarlo per otte nere proprietà meccaniche adeguate agli utilizzi previsti.

Uno dei metodi per migliorare le proprietà meccaniche dei materiali polimerici è il trattamento termico, che dà come risultato l’aumento della fase cristallina nella struttura del polimero, che consiste di tre fasi, il riscaldamento a una determinata temperatura, il mantenimento della temperatura per un tempo definito e il raffreddamento a temperatura ambiente. Questa ricottura viene effettuata con un riscaldamento al di sotto della temperatura di transizione vetrosa (Tg) del polimero, con tempo e temperatura come variabili del processo, al fine di ridurre le tensioni interne introdotte durante la sua fabbricazione.

Questo studio si occupa dell’influenza delle temperature di ricottura sul valore della durezza e sulle proprietà di compressione del PMMA (modulo di elasticità, resistenza alla deformazione, malleabilità della deformazione e modulo di resilienza).

Illustrati brevemente materiali e metodi utilizzati, con un’esposizione semplice e comprensibile lo studio analizza i risultati delle prove condotte che, oltre a riportare i valori positivi ottenuti in termini di miglioramento, mette in rilievo come le temperature di ricottura abbiano un potente effetto su tutte le proprietà prese in considerazione e fissa a 90 °C il valore di temperatura che le massimizza, mostrando come sia quindi importante sottoporre a ricottura il PMMA al di sotto della sua Tg.

ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE

GLI EFFETTI DI TIPO E CONTENUTO DI DIENE SUL COMPORTAMENTO DELL’EPDM ALLA RETICOLAZIONE PER IDROSILILAZIONE.

R. Postema, R. Bernardo, G. Rademakers, M. van Duin, Arlanxeo, Geleen (The Netherlands) - email roger.postema@Arlanxeo.com - KGK 2/2025, pag. 59-66.

Le nuove tendenze di elettrificazione nell’industria automobilistica aprono la strada a nuove applicazioni e opportunità tecniche, di cui un esempio importante è dato dalle auto con celle a combustibile, in cui l’ossidazione dell’idrogeno fornisce la propulsione per mezzo di un motore elettrico. Le celle a combustibile richiedono l’utilizzo di parecchie celle di batteria, che possono contenere fino a 300 piastre bipolari, separate individualmente da guarnizioni. Il materiale usato per queste guarnizioni è la gomma siliconica liquida LSR (Liquid Silicone Rubber), che presenta una vantaggiosa combinazione di flessibilità a basse temperature, elevata resistenza termica e ossidativa, bassa tensione superficiale, buone proprietà dielettriche e bassa viscosità. Tuttavia possiede anche svantaggi, tra cui i principali sono una bassa resistenza agli acidi, un’elevata densità e un costo relativamente alto. U na possibile alternativa alla gomma siliconica liquida è l’EPDM che, grazie alla sua struttura polimerica satura, può essere impiegata in varie applicazioni impegnative, come la resistenza a ozono, calore e acidi, la flessibilità a basse temperature, la bassa permeabilità ai gas e una larga gamma di livelli di carico di rottura. L’alta flessibilità della catena polimerica, inoltre, crea intrecci fisici nel materiale fuso, che contribuiscono al reticolo finale della gomma dopo la vulcanizzazione, consentendo così di formulare mescole di basso peso con elevata quantità totale di mescola e con benefici economici per i clienti. L’inclusione di dieni non coniugati assicura la presenza di legami insaturi lungo la catena, che consentono la reticolazione: i dieni più comuni sono ENB (5 etilidene-2-norbornene), DCPD (1,4-esadiene, diciclopenta -

diene) e VNB (5-vinil-2-norbornene), quest’ultimo particolarmente interessante per la reticolazione idrosilanica. L’introduzione dello studio illustra le modalità di vulcanizzazione dell’EPDM, a zolfo e perossidica, osservando che i polimeri con diene VNB mostrano di fatto un coagente interno e consentono un uso più efficiente del perossido, con risparmio di costi e ridotta efflorescenza sul prodotto finale. Viene anche sottolineato che un’altra importante funzione del VNB è l’utilizzo del rimanente legame vinilico per ottenere una ramificazione controllata di lunga catena nel polimero. L’aspetto più importante della presenza del VNB nella catena polimerica dell’EPDM è però che esso potrebbe aprire la strada alla reticolazione per idrosililazione dell’EPDM, con la possibilità che l’EPDM offra prestazioni migliori della gomma siliconica liquida, grazie alla sua bassa permeabilità all’idrogeno e alla migliore resistenza agli acidi, requisiti entrambi necessari per una buona prestazione delle guarnizioni delle celle a combustibile, con gli ulteriori vantaggi di costi più bassi e di densità. Utilizzando un silano bi o multifunzionale e un catalizzatore Karsted a base platino, la reticolazione per idrosililazione si può applicare a VNB-EPDM per renderla un’alternativa realistica alla gomma siliconica liquida.

I n questo articolo la reticolazione con un sistema di idrosililazione, catalizzato con platino, viene studiata e applicata in formulazioni a base EPDM, utilizzando tris (dimetilsilossi) fenilesano (TPS) come idrosilano trifunzionale.

L a reazione di idrosililazione è dapprima studiata a livello molecolare con mescole organiche di modello e, successivamente, riportata a polimeri e formulazioni di mescola. Le cinetiche di reazione possono essere influenzate dalla composizione del polimero EPDM, specificatamente dalla quantità e dal tipo di dieni incorporati nella catena, mentre anche la presenza di olio e di carbon black nella mescola viene valutata per la reazione di idrosililazione.

S i tratta di uno studio davvero inte -

RUBBER CLUB

ressante, soprattutto per la reazione di idrosililazione, che probabilmente non tutti i lettori conoscono, e per la conseguente verifica che questa reazione, con l’utilizzo di idrosilani e catalizzatore Karsted a base platino è un metodo di reticolazione versatile e pulito per polimeri EPDM che contengono VNB.

ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE

DIFFUSIONE TERMICA DELLA MOLECOLA DI CARBONIO IN TETRAFLUOROETILENE.

Masayuki Ito, Waseda University, Tokyo (Japan) - email masayuki@kurenai.waseda.jp - KGK 2/2025, pag. 67-70.

Èstato riconosciuto che il PTFE (politetrafluoroetilene) non si dissolve in alcun prodotto chimico, il che significa che nessun prodotto chimico può compenetrare nel PTFE. Tuttavia si è scoperto che le molecole di carbonio, che è uno dei componenti del fumo di candela, penetra in gradi di PTFE commerciali mediante

trattamento termico dopo la deposizione del fumo sul campione di PTFE. Q uesto articolo studia l’effetto della temperatura del trattamento di calore e del tempo del processo sulla quantità della penetrazione del carbonio, dopo che il fumo si è depositato sulla superficie del PTFE, valutando la quantità di carbonio combinata con la misura dell’aumento di peso del PTFE. D opo che la fuliggine emanata dalla candela si è depositata su di un foglio di PTFE (vengono usati tre fogli di PTFE sinterizzato, con spessore 0.05, 0.2 e 0.5 mm e due fogli di PTFE non sinterizzato con spessore 0.1 mm), il campione viene riscaldato a 350, 360, 370 e 380 °C, così che il carbonio penetri nel PTFE. La concentrazione del carbonio aumenta all’aumentare del numero di trattamenti, ma arriva al limite di circa 1.5 wt% per il PTFE sinterizzato e di circa 5 wt% per il PTFE non sinterizzato.

L’articolo arriva alla conclusione sopra citata dopo avere analizzato la distri -

buzione del carbonio nel PTFE, il suo aumento con ripetizione dell’operazione, l’effetto della durata del tempo di riscaldamento e la dipendenza della temperatura dalla velocità della diffusione del carbonio in PTFE, sinterizzato e non sinterizzato.

Terminata la lettura dell’articolo, viene spontaneo chiedersi a che cosa possono servire tutte le prove effettuate, ma prevale la considerazione che si tratti di uno studio di poco valore. Vale però la pena ricordare che effettivamente il PTFE caricato con carbonio, in percentuale fra 10 e 35, combina i vantaggi intrinseci del PTFE puro (inerzia chimica, resistenza a temperature e basso attrito) con proprietà meccaniche ed elettriche migliorate, risultando più resistente all’usura e alla deformazione sotto carico costante e migliorando anche la conducibilità termica ed elettrica. Chiaramente quanto descritto nell’articolo non è da considerarsi co me un metodo di caricamento del PTFE con carbonio.

Criteri UE armonizzati per il riciclo della gomma da PFU

EURIC ed ETRMA sollecitano l’implementazione di una definizione omogenea a livello comunitario del criterio di “cessazione di qualifica di rifiuto” (End of Waste, EoW) che valga per il flusso di prodotti in gomma derivati da pneumatici fuori uso (PFU).

Un ostacolo importante e persistente per l’industria del riciclo degli pneumatici è la mancanza di criteri di “cessazione di qualifica di rifiuto” (End of Waste, EoW) omogenei in tutta Europa. La mancanza di armonizzazione crea notevoli difficoltà per l’industria del riciclo degli pneumatici e la sua filiera, minacciando la redditività del settore.

E URIC (European Recycling Industries’ Confederation), la Confederazione Europea delle Industrie del Riciclo ed ETRMA (European Tyre & Rubber Manufacturers Association), l’Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e (manufatti in) Gomma, sollecitano infatti l’implementazione di una definizione omogenea a livello comunitario, che valga per il flusso di

prodotti in gomma derivati da pneumatici fuori uso (PFU).

Q uesto permetterebbe un notevole impulso al riciclo degli pneumatici a fine uso in Europa.

L a filiera degli pneumatici ritiene che i criteri End of Waste omogenei a livello UE possano: garantire condizioni di parità per gli scambi commerciali in tutta Europa, stabilendo con -

Foto di Vadym Terelyuk da iStock.

dizioni e opportunità eque a livello transfrontaliero; ridurre gli oneri amministrativi associati al commercio di materiali riciclati; garantire che i produttori di pneumatici e manufatti in gomma possano integrare materiali riciclati in nuovi prodotti, migliorando così la circolarità; assicurare che i materiali soddisfino i criteri di sicurezza e q ualità e che le molte normative, come le Dichiarazioni di Prestazione per i prodotti da costruzione o le restrizioni REACH sulle sostanze chimiche, si applichino solo una volta, vale a dire quando il materiale ha cessato di essere considerato un rifiuto.

LA NECESSITÀ DI UN MERCATO

UNICO PER LA GOMMA RICICLATA

DA PFU

D i fronte alle sfide che l’Europa si troverà ad affrontare nei prossimi anni, il

Foto di Paepaestockphoto da iStock.

CID-Clean Industrial Deal (una tabella di marcia comune per la competitività e la decarbonizzazione https:// eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/ TXT/?uri=CELEX%3A52025DC0085), recentemente pubblicato, promet -

te di dare priorità alla circolarità e a ll’accesso ai materiali riciclati per ridurre la dipendenza e migliorare la resilienza. Nel 2026, infatti, verrà varato un Circular Economy Act con l’obiettivo di incrementare la doman -

da di materiali riciclati e migliorare il mercato unico interno dell’UE per i rifiuti e i materiali circolari.

L’industria europea del riciclo della gomma è pronta a impiegare i materiali derivati dai PFU generati in Europa, recuperando risorse preziose e reintegrandole nella catena del valore come materiali prestazionali. Questo obiettivo può essere raggiunto

solo sviluppando i mercati per i materiali derivati dai PFU. Ciò ridurrà la dipendenza dell’Europa dalle importazioni e minimizzerà l’impronta ecologica dell’UE all’estero. La domanda di gomma nell’UE non potrà che aumentare in futuro e l’unico modo per soddisfarla è aumentare e utilizzare materiali riciclati.

L a crescente domanda di materie pri -

me prodotte dall’industria del riciclo degli pneumatici ha portato all’adozione di criteri nazionali per l’EoW, in diversi Stati membri: Portogallo (Portaria n. 20/2018, 17 gennaio), Spagna (TED/1522/2021), Francia (Arrêté dell’11 dicembre 2018), Italia (DM78/2020), Lituania (14 febbraio 2022, Order No. D1-48). Sebbene queste misure possano rappresen -

Figura 1 - Sintesi dei dati annuali pubblicati da ETRMA sulla raccolta degli PFU.

tare una soluzione efficace ai problemi del commercio locale, creano complicazioni nel commercio internazionale tra Stati membri, perché i criteri per l’Eo W non sono equivalenti e conseguentemente non vengono riconosciuti.

L a relazione di scopo del Joint Research Center (JRC https://joint-research-centre.ec.europa.eu/index_en), ha posizionato la gomma da PFU al terzo posto (dopo plastiche e tessuti, NdR) nell’elenco dei principali flussi (di materiali di recupero, NdR) candidati per lo sviluppo di criteri per il EoW a livello UE. Il cambiamento nelle priorità ha di fatto ritardato l’azione. Questi ritardi hanno lasciato il flusso dei materiali da PFU in attesa per più di tre anni, anche se le materie prime da PFU soddisfano tutti i requisiti stabiliti dall’articolo 6 della Direttiva quadro sui rifiuti (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A0 2008L0098-20240218).

Per risolvere questi problemi, la Commissione dovrebbe sviluppare criteri EoW utilizzando relazioni tecniche preparate dal settore industriale. Quando la catena del valore concorda su standard comuni, come nel caso degli pneumatici, una rapida attuazione è fondamentale.

EuRIC ed ETRMA sollecitano la Commissione Europea ad avviare fin da ora lo sviluppo di criteri armonizzati di fine rifiuto (End-of-Waste) per la gomma derivante da PFU, in linea con le raccomandazioni del Centro Comune di Ricerca (JRC) e le richieste che provengono dall’intera filiera degli pneumatici. Trasformando i rifiuti in risorse, il riciclo reintroduce continuamente materiali preziosi nelle filiere. Unendo circolarità e neutralità climatica, i riciclatori sono pionieri nel guidare la transizione industriale dell’Europa.

STATO DI AVANZAMENTO DEI CRITERI DI FINE RIFIUTO PER LE MATERIE PRIME DERIVANTI DA PNEUMATICI FUORI USO (PFU) IN EUROPA

L o sviluppo di criteri di cessazione della qualifica di rifiuto (più semplicemente di “fine rifiuto”), cioè che spe -

cificano il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale e diventa un prodotto, è fondamentale per promuovere l’uso di materiali riciclati e per sviluppare un mercato interno UE per tali materiali ben funzionante. La Direttiva Quadro sui Rifiuti (WFD) stabilisce criteri specifici all’articolo 6. Già nel 2021, EuRIC, insieme a ETRMA, ha pubblicato un rapporto, preparato dalla multinazionale americana AECOM, sulla valutazione dei criteri di fine rifiuto previsti dalla Direttiva Quadro sui Rifiuti per la gomma derivante da PFU (https:// euric.org/images/Position-papers/AECOM_Report-End_of_Life_Tyre_Study.pdf). Nel 2024 circa 3,9 milioni di tonnellate di PFU sono state raccolte e rese disponibili per il trattamento (https://www.etrma.org/wp-content/ uploads/2025/05/ETRMA-QuarterlyUpdate-2025-Q1.pdf). Circa la metà degli pneumatici viene riciclata in materiali gommosi, acciaio e fibre tessili. L’altra metà è destinata al co-incenerimento nell’industria del cemento. Inoltre, fino a un terzo del trattamento dei PFU avviene al di fuori dell’Europa (https://euric.org/images/Positionpapers/AECOM_Report-End_of_Life_ Tyre_Study.pdf). I tassi di raccolta sono leggermente aumentati nel corso degli anni; tuttavia, i tassi di riciclaggio sono rimasti stabili. Sono necessari interventi affinché il settore del riciclag-

gio degli pneumatici possa adattarsi al previsto aumento del trattamento degli PFU in Europa (Figura 1).

CONCLUSIONI

I l materiale derivato da PFU è un candidato ideale per i criteri di fine rifiuto a livello UE, una posizione sostenuta dall’intera filiera degli pneumatici. Grazie alla stretta collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella produzione e nel riciclo degli pneumatici, non vi sono conflitti di interesse che ostacolerebbero o ritarderebbero l’introduzione dei criteri di fine rifiuto.

G arantire un quadro comune affinché la gomma derivata da PFU non venga più classificata come rifiuto è essenziale. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso criteri europei armonizzati di cessazione della qualifica rifiuto, applicabili in tutti gli Stati membri e sotto forma di un testo giuridico vincolante. Ciò rafforzerà la fiducia del mercato, aumenterà la sicurezza degli investitori e stimolerà la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per questo prezioso materiale.

E URIC ed ETRMA si impegnano a supportare la Commissione europea nello sviluppo di un insieme di norme fattibili e praticabili e, insieme, a rendere la circolarità una realtà. u

Image by E Bouman from Pixabay.

Continental punta su componenti mescola

più sostenibili

Al fine di ridurre il consumo di materie prime vergini e/o di origine fossile, Continental impiega diversi componenti sempre più sostenibili nelle proprie mescole impiegate nel confezionamento di pneumatici: gomme sintetiche, resine, additivi, silice e nero di carbonio.

Continental si sta concentrando sempre di più su materiali rinnovabili e riciclati nella produzione dei suoi pneumatici. La quota di questi materiali, che era in media del 26% nel 2024, salirà di due o tre punti percentuali nel 2025 per superare il 40% entro il 2030, il tutto senza impattare sugli elevati standard di sicurezza e prestazioni.

Tra i materiali chiave su cui si concentra l’attenzione, ci sono la gomma, le resine, gli additivi e le cariche rinfor -

zanti (silice e nero di carbonio) provenienti da fonti più sostenibili. G li pneumatici per auto Continental utilizzano fino a 100 diverse materie prime, impiegate per produrre una ventina di mescole personalizzate per ciascun prodotto.

GOMMA SINTETICA DA OLI DI PIROLISI O DA CUCINA ESAUSTO

L a gomma è l’elemento chiave di ogni mescola per pneumatico, i modelli ad alte prestazioni possono contenerne fino al 40% in peso. L a tipologia di gomma impiegata varia in base al componente specifico dello pneumatico e quindi alla funzione che deve svolgere. Continental, come tutti i produttori di pneumatici, utilizza le due categorie di gomma: la gomma naturale e la gomma sintetica.

L a gomma naturale viene impiegata, ad esempio, nel battistrada degli pneumatici per auto e camion, dove

di A.L. Spelta

è richiesta un’elevata resistenza all’usura. Le sue proprietà includono una elevata resilienza, grazie alla cristallizzazione indotta dalla deformazione, una caratteristica unica della gomma naturale, che non può ancora essere riprodotta compiutamente dalle gomme sintetiche.

La gomma sintetica, invece, viene utilizzata nel battistrada degli pneumatici auto, qualche volta anche assieme alla gomma naturale, per migliorare le prestazioni in frenata e la resistenza al rotolamento.

Continental sta incrementando l’utilizzo di gomma sintetica proveniente da fonti più sostenibili, come l’olio di pirolisi ricavato da pneumatici fuori uso o l’olio da cucina esausto. Per questa gomma sintetica sostenibile, Continental menziona tra i fornitori Synthos, che adotta un sistema mass balance che valorizza fonti sostenibili certificate secondo lo standard ISCC

PLUS (International Sustainability and Carbon Certification). I processi produttivi e le materie prime impiegate per la realizzazione della gomma sintetica rispettano gli standard di questo sistema di certificazione.

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RESINE CIRCOLARI PER UN USO PIÙ SOSTENIBILE DEI MATERIALI

Per quasi ogni mescola esistono resine specifiche che permettono di ottenere un equilibrio più avanzato tra

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La silice può essere ottenuta dalla lolla di riso anziché dalla sabbia silicea.

elasticità e resistenza. Le resine sono fondamentali per ottimizzare le prestazioni delle mescole – ad esempio migliorando l’aderenza sul bagnato, la resistenza all’abrasione e la resistenza al rotolamento – contribuendo così a ridurre il consumo energetico del veicolo. Continental cita TotalEnergies Cray Valley come fornitore di resine circolari, certificate ISCC PLUS, che supportano lungo tutta la catena del valore lo sviluppo di materie prime

rinnovabili derivate da olio vegetale o da olio da cucina riciclato.

UTILIZZO DI ADDITIVI PIÙ SOSTENIBILI

O ltre alle resine, anche gli additivi sono indispensabili nella produzione degli pneumatici. Questi additivi vengono utilizzati, ad esempio, per proteggere la gomma durante il processo di vulcanizzazione e dagli effetti del

calore o dell’ossigeno. Continental afferma di essere il primo produttore di pneumatici a utilizzare l’additivo TMQ certificato ISCC PLUS, mantenendo gli stessi elevati standard qualitativi e prestazionali. Secondo le valutazioni del ciclo di vita, questo additivo – fornito da Lanxess e ricavato da materie prime come l’acetone biocircolare –presenta un’impronta di carbonio inferiore di oltre il 30% rispetto al TMQ prodotto con metodi convenzionali.

La silice ricavata dalla cenere di lolla di riso supporta l’economia circolare e contribuisce a una catena del valore più sostenibile. Il nero di carbonio offre un grande potenziale per la realizzazione di pneumatici più sostenibili.

L’acetone biocircolare è ottenuto da rifiuti di origine biologica, come l’olio da cucina riciclato.

CARICHE RINFORZANTI

I l nero di carbonio e la silice svolgono un ruolo cruciale in questa trasformazione verso pneumatici più sostenibili perché, insieme alla gomma, costituiscono la percentuale più elevata delle materie prime utilizzate nelle mescole per la produzione degli pneumatici. Entrambi sono cariche rinforzanti che aumentano le performance meccaniche della gomma e sono responsabili di caratteristiche qualitative essenziali come l’aderenza e le prestazioni in frenata. A l fine di ridurre il consumo di materie prime vergini, Continental impiega entrambi i materiali da fonti riciclate o rinnovabili per quota parte dei propri fabbisogni.

S ILICE: UNA MATERIA PRIMA

PIÙ SOSTENIBILE DALLE CENERI

DI LOLLA DI RISO

L a silice, un riempitivo necessario per ottenere una ridotta resistenza al ro -

tolamento e un’aderenza ottimale, può essere ottenuta dalla lolla di riso anziché dalla sabbia silicea. L a lolla è un sottoprodotto agricolo derivante appunto dalla produzione del riso. C ontinental utilizza sempre più varianti di silice derivate dalle ceneri di lolla di riso in tutto il suo portafoglio di pneumatici. La lolla di riso è un sottoprodotto dell’industria agricola asiatica e della produzione italiana di riso, tipicamente per risotti.

Q uesto tipo di silice viene prodotto, tra gli altri, da Solvay in Italia. Per trasformare questo sottoprodotto agricolo in silice vengono utilizzati metodi di lavorazione innovativi. Il metodo di produzione da biomassa è più efficiente dal punto di vista energetico rispetto ai processi di produzione convenzionali, da sabbia silicea. La silice ricavata dalla cenere di lolla di riso supporta quindi l’economia circolare e contribuisce a una catena del valore più sostenibile.

D a circa 30 anni, la silice è un importante complemento al nero di carbonio come carica rinforzante in molti componenti in gomma degli pneumatici e in particolare nel battistra -

da. Continental è stata tra i pionieri di questa tecnologia innovativa.

L a silice ha rivoluzionato la sicurezza e l’efficienza energetica degli pneumatici e ha svolto un ruolo cruciale nella riduzione degli spazi di frenata, di quasi il 50%, e della resistenza al rotolamento e, di conseguenza, del consumo di carburante e delle emissioni di CO2.

Continental evidenzia come l’utilizzo di un materiale più sostenibile come la silice da lolla di riso nella produzione di pneumatici possa avere un effetto positivo lungo tutta la catena del valore.

NERO DI CARBONIO DI ORIGINE BIOLOGICA E DI RECUPERO

I l nero di carbonio offre un grande potenziale per la realizzazione di pneumatici più sostenibili, rappresentando fino al 20% del peso totale di uno pneumatico per autovetture, è infatti uno dei principali componenti utilizzati nelle mescole per la produzione di pneumatici. È essenziale per la resistenza della gomma e quindi responsabile della durata degli pneu -

matici stessi. Continental utilizza circa una dozzina di diversi tipi di nero di carbonio, provenienti da fornitori come Orion Engineered Carbons e Tokai Carbon. Fianco e battistrada necessitano di neri di carbonio diversi stante le specificità prestazionali dei due componenti.

Per il nero di carbonio più sostenibile, Continental si affida a tre processi innovativi. I n primo luogo, il nero di carbonio può essere prodotto da materie prime di origine biologica come il tall oil (olio di pino o tallolio), uno scarto dell’industria cartaria.

I n secondo luogo, può essere prodotto da materie prime riciclate come l’olio di pirolisi ricavato dagli pneumatici fuori uso (TPO = Tyre Pyrolytic Oil). Questo olio (pirolitico) può essere utilizzato come alternativa al petrolio fossile nella produzione del nero di carbonio.

I n entrambi i casi, Continental utilizza l’approccio del bilancio di massa, eliminando la necessità di adattare i processi produttivi esistenti.

I n terzo luogo, un processo di pirolisi particolarmente efficiente consente il recupero del nero di carbonio direttamente dagli pneumatici fuori uso. Continental ha collaborato con Pyrum Innovations, azienda specializzata nella pirolisi di pneumatici fuori uso. Questo processo recupera nero di carbonio dagli pneumatici fuori uso e lo prepara per il riutilizzo nella produzione di nuovi pneumatici. Finora, il nero di carbonio recuperato – una miscela di vari tipi – è stato utilizzato da Continental nella produzione di pneumatici per carrelli elevatori. Continental e Pyrum Innovations stanno attualmente collaborando per rendere il nero di carbonio riciclato (rCB) utilizzabile anche in applicazioni più critiche negli pneumatici, ma sempre in conformità con i requisiti di sicurezza e prestazionali richiesti.

TRACCIABILITÀ DEI MATERIALI

CERTIFICATI CON BILANCIO

DI MASSA

L’impiego di materiali più sostenibili è reso possibile, tra le al tre cose, gra -

Cos’è il Bilancio di massa

Il bilancio di massa è un concetto fondamentale nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare, in particolare per i polimeri e i materiali chimici. È un sistema contabile avanzato che permette di “mischiare” in un unico processo produttivo (es. cracker) materiali fossili (tradizionali, come la nafta), rinnovabili e riciclati (per esempio olio pirolitico o di cucina esausto), tenendo però traccia di quanti materiali sostenibili sono stati immessi nel sistema.

A nche se fisicamente il prodotto finale potrebbe contenere molecole sia fossili che rinnovabili, grazie a questo sistema di tracciabilità è possibile attribuire al prodotto una certa percentuale di contenuto sostenibile, certificandolo in modo credibile.

Q uindi il Bilancio di Massa (Mass Balance) è il principio contabile e di tracciabilità che valuta:

- Input: tiene traccia della quantità e del tipo di materia prima (fossile, rinnovabile o riciclata) che entra nell’impianto produttivo;

- Processo: queste materie prime vengono lavorate insieme in processi chimici complessi (ad esempio, in un cracker) e si mescolano fisicamente;

- O utput: assegna in modo proporzionale le quote di materiale sostenibile ai prodotti finiti che escono dall’impianto, in base a quanto ne è stato immesso all’inizio.

A titolo di esempio, se un produttore immette 1.000 tonnellate di materie prime in un reattore e 250 tonnellate sono di origine rinnovabile (es. da olio di cucina esausto) e 750 tonnellate sono di origine fossile (es. nafta), il sistema di bilancio di massa attribuisce ai prodotti finiti (ad esempio, 800 tonnellate di gomma sintetica) una quota del 25% di contenuto rinnovabile (250/1000). Anche se fisicamente alcune molecole sono fossili, il prodotto può essere certificato come contenente il 25% di rinnovabile.

Q uesto approccio è nato perché non richiede di costruire costosissimi impianti produttivi dedicati esclusivamente ai materiali rinnovabili/riciclati (si possono usare gli impianti esistenti) e permette alle aziende di iniziare a introdurre materie prime sostenibili nella loro catena di approvvigionamento in modo graduale, senza interrompere la produzione.

La certificazione ISCC PLUS (International Sustainability and Carbon Certification) garantisce che questo “conteggio” non sia una semplice dichiarazione di intenti, ma sia verificabile - tutti i passaggi (dal fornitore delle materie prime rinnovabili, al trasporto, alla trasformazione, alla vendita del prodotto finale) sono controllati e auditati da un ente terzo indipendente e trasparente - c’è una documentazione che segue il materiale lungo tutto il suo percorso, impedendo frodi o doppi conteggi.

ISCC PLUS è uno degli standard di certificazione più riconosciuti a livello globale per il bilancio di massa. Garantisce che le materie prime rinnovabili (es. biomasse) provengano da fonti sostenibili (non da deforestazione o che competano con la filiera alimentare); i materiali riciclati siano tracciati correttamente; il principio del bilancio di massa sia applicato in modo rigoroso e conforme agli standard internazionali.

È possibile ottenere un nero di carbonio più sostenibile dall’olio di pirolisi derivato da pneumatici fuori uso (TPO).

zie all’approccio del bilancio di massa, che Continental applica in modo sistematico per raggiungere l’obiettivo di impiegare almeno il 40% di materie prime rinnovabili e riciclate nella produzione di pneumatici.

Q uesto metodo prevede l’integrazione di materiali fossili, rinnovabili e riciclati durante il processo produttivo e la loro tracciabilità lungo tutta la catena del valore.

I n questo modo, l’azienda può attri -

buire l’impiego di materie prime rinnovabili e riciclate al prodotto finale, documentando con precisione –e aumentando progressivamente –l’utilizzo di materiali certifica ti ISCC PLUS. u

Continental si è data l’obiettivo di impiegare almeno il 40% di materie prime rinnovabili e riciclate nella produzione di pneumatici.

Auto ancora in discesa nel secondo trimestre

I dati relativi alle immatricolazioni auto pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ed elaborati da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano un pesante calo del mercato italiano nel mese di giugno dopo le flessioni leggere registrate ad aprile e a maggio.

Agiugno del 2024 le immatricolazioni auto avevano messo a segno un aumento a ben due cifre rispetto allo stesso mese del 2023 (+15,0%, con 160.046 nuove unità immatricolate a fronte di 139.150) e una crescita del 5,3% nel periodo gennaiogiugno, con 886.386 vendite di vetture nuove contro 841.573. Quest’anno, invece, il mercato italiano dell’auto ha

accusato una brusca frenata in entrambi i periodi, giugno e semestre gennaio-giugno.

I dati relativi alle immatricolazioni auto pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e elaborati da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) dicono, infatti, che a giugno del 2025 sono state immatricolate in Ita -

lia 132.191 autovetture a fronte delle 160.120 registrate nello stesso mese del 2024, pari a una flessione del 17,4%.

N ei primi sei mesi del 2025 sono state vendute 854.690 nuove vetture, con una flessione del 3,6% rispetto al primo semestre del 2024, quando sono state vendute 886.467 unità, ossia circa 32.000 in meno. È da dire che nel 2024 il mercato aveva beneficiato degli incen-

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tivi a favore dell’auto elettrica; inoltre, nel calo del 2025 c’è anche la “complicità”, come ha dichiarato Gian Marco Giorda, Direttore Generale di Anfia, di “un minor numero di giorni lavorativi (123 nei primi sei mesi del 2025 contro 126 a gennaio-giugno 2024). Confrontato, infatti, con il primo semestre 2023, il progressivo dei primi sei mesi del 2025 risulta in crescita dell’1,5%. E il mese di giugno del 2025, “confrontato con giugno 2023, risulta comunque in calo, ma di un più contenuto 5,1%”.

INCERTO IL FUTURO

DEL MERCATO DELL’AUTO

Le prospettive non sono rosee. L’inchiesta congiunturale di fine giugnoprimi di luglio condotta dal Centro Studi Promotor (CSP) di Gian Primo Quagliano tra i concessionari ha registrato un clima di previsioni non incoraggiante. A fronte di un 4% degli intervistati che ha dichiarato un livello degli ordini elevato e un 14% per il quale gli ordini hanno avuto un andamento normale, per ben l’82% il livello è stato basso.

Quali le attese, allora, almeno nel breve periodo? Il clima continua a essere freddo, con pareri non entusiasmanti sulle aspettative. Nei prossimi trequattro mesi il 7% dei concessionari intervistati si aspetta un aumento del-

le vendite, il 44% prevede un mercato stabile, il 49% non vede nessuna possibilità di miglioramento, anzi teme un nuovo calo delle vendite. Gli indicatori di giugno forniti dall’indagine Istat, riportati da Anfia, mostrano una flessione dell’indice di fiducia dei consumatori, che scende da 96,5 a 96,1 (base 2010=100). L’indice composito del clima di fiducia delle imprese (IESI –Istat Economic Sentiment Indicator), invece, sale da 93,1 a 93,9.

I l calo dell’indice di fiducia dei consumatori si riflette, a sua volta, nella diminuzione dell’indice della propensione all’acquisto di beni durevoli, tra i quali l’automobile, che scende da -65,3 a -69,4. “Gli acquirenti – è la conclusione commento di CSP – rinviano gli acqui-

s ti nell’attesa di prezzi più bassi, infrastrutture più diffuse e tecnologie stabili”.

IL GRUPPO STELLANTIS IN RETROMARCIA

Le immatricolazioni del Gruppo Stellantis sono diminuite sia a giugno che nei primi sei mesi dell’anno.

A giugno è stato registrato un calo di certo non di poco conto con 32.446 vetture nuove vendute a fronte delle 48.320 dello stesso mese del 2024 (-32,9%), e la quota di mercato è scesa dal 30,2% al 24,5%.

Nel primo semestre del 2025 sono state totalizzate 249.761 immatricolazioni contro 284.600 dello stesso periodo dell’anno prima (-12,2%), con un calo della quota di mercato dal 32,1% al 29,2%.

Le marche nazionali (Fiat, Jeep, Lancia, Alfa Romeo e Maserati) hanno chiuso mese e semestre con variazioni differenziate rispetto al 2024: a giugno hanno chiuso col segno più solo Alfa Romeo e Maserati, mentre nel semestre la sola Alfa Romeo ha fatto registrare una variazione positiva.

Andamento complessivo in fotocopia quello delle immatricolazioni nel mercato totale, comprensivo, cioè, anche delle marche estere: a giugno 2025 sono state immatricolate 132.191 vetture nuove contro 160.120 dello stesso mese del 2024 (-17,4%); nei sei mesi gennaiogiugno le immatricolazioni sono state 854.690 a fronte di 886.467 dello stesso periodo dell’anno prima (-3,6%).

I dettagli sono presentati nella Figura 1.

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COMUNICATO STAMPA

ITALIA - IMMATRICOLAZIONI AUTOVETTURE

ITALY - NEW CAR REGISTRATIONS

dati provvisori /provisional data

Fonte: CED - Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. I dati di JAGUAR, DS, LEXUS LAMBORGHINI e FERRARI sono invece elaborati da Anfia I dati rappresentano le risultanze dell'archivio nazionale dei veicoli al 30/06/2025

BATTUTA D’ARRESTO DEI VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI

Sulla base dei dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e elaborati da Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), il mercato dei veicoli leggeri, VCL, con peso totale a terra, ptt, fino a 3.500 kg presenta una contrazione nel mese e nel semestre.

www.anfia.it

Sede di Torino: 10128 - Corso Galileo Ferraris, 61 - Tel. +39 011 55 46 511 Area Studi e Statistiche: Tel. +39 011 55 46 524 Sede di Roma: 00144 - Viale Pasteur, 10 - Tel. +39 06 54 22 14 93/4

Le immatricolazioni di giugno sono state 19.426, con un calo del 6,1% rispetto allo stesso mese del 2024, quando furono immatricolate 20.677 nuove unità. Unrae riporta che si tratta dell’undicesima contrazione consecutiva del mercato. Il primo semestre è stato archiviato con 98.765 veicoli immatricolati, l’11,8% in meno rispetto a gennaio-giugno 2024, quando le vendite registrate sono state 111.968. Continua an-

cora, secondo l’associazione, il trend negativo iniziato ad agosto 2024 che il comparto ha difficoltà a invertire.

VEICOLI INDUSTRIALI: FORTE CALO A GIUGNO PER TUTTI I COMPARTI DEL SETTORE

Dai dati di immatricolazione pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei

Fig. 1

Trasporti si conclude che il mercato degli autocarri medi (ptt maggiore di 3.500 kg e minore di 16.000 kg) e pesanti (ptt uguale o maggiore di 16.000 kg) ha subito un crollo a doppia cifra nel mese di giugno e nel semestre, mentre quello dei veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) è calato a giugno e aumentato nel semestre. Anche gli autobus sono diminuiti nel mese e nel semestre, con alcune eccezioni in entrambi i periodi. Per quanto riguarda i nuovi autocarri, dai dati forniti dal Ministero e elaborati da Unrae si conclude che a giugno sono stati rilasciati complessivamente 2.539 libretti di circolazione che, a fronte dei 3.600 rilasciati lo scorso anno, significano un crollo del mercato del 29,5%.

Anche la chiusura del semestre gennaiogiugno, secondo l’elaborazione dei dati ministeriali effettuata da Anfia, è stata negativa, con 14.538 libretti di circolazione rilasciati (-13,3%).

Nel comparto dei rimorchi e semirimorchi pesanti, con ptt maggiore di 3.500 kg, i dati elaborati da Anfia dicono che a giugno sono stati rilasciati 1.317 libretti di circolazione (-9% rispetto a giugno 2024) così ripartiti: 149 rimorchi (+7,2%) e 1.168 semirimorchi (-10,7%).

Nel primo semestre del 2025 i libretti di circolazione rilasciati per i nuovi veicoli trainati sono stati 7.732 (+7,9% rispetto a gennaio-giugno 2024) suddivisi in 733

per i rimorchi (+2,5%) e 6.999 per i semirimorchi (+8,5%).

Secondo Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae, la frenata di giugno del mercato non lascia spazio a prospettive incoraggianti per il secondo semestre dell’anno “e si profila un trend negativo che potrebbe caratterizzare la chiusura del 2025”.

COMPARTO TRASPORTO

PASSEGGERI IN FRENATA

A GIUGNO E NEL SEMESTRE

Ancora col segno meno il settore degli autobus con ptt maggiore di 3.500 kg, che ha chiuso giugno e primo semestre 2025 con una contrazione.

A giugno ha registrato la vendita di 393 nuove unità, che hanno messo agli atti una flessione del 44% rispetto allo stesso mese del 2024, e, per quanto riguarda gli altri comparti, tre di questi su quattro hanno registrato un calo a doppia cifra: -60,3% i minibus, -53,1% gli autobus adibiti al trasporto Pubblico Locale (TPL) e -36,4% gli scuolabus; i midibus turistici, invece, hanno messo a segno un incremento del 47,5%.

Nel semestre gennaio-giugno sono stati rilasciati 2.624 nuovi libretti di circolazione nel settore degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg che denunciano una

riduzione del mercato del 24,5% rispetto allo stesso semestre del 2024. Negli altri comparti soltanto gli autobus e i midibus turistici chiudono il periodo con una variazione positiva (+26,3%); archiviano, invece, una flessione i minibus (-40, 8%), gli autobus del TPL (-33%) e gli scuolabus (-10%).

LE IMMATRICOLAZIONI NELLE AREE GEOGRAFICHE

L’analisi delle immatricolazioni auto per aree geografiche riportata da Anfia riferisce che a giugno il Nord Ovest rimane leader con una quota del 29,5% sul totale (-0,2% rispetto allo stesso mese del 2024) e nel semestre sale al 29,1% (+0,9%); nel Nord Est le immatricolazioni scendono di 0,7 punti nel mese, fermandosi al 28,4% a giugno e al 31,5% nel semestre; il Centro Italia sale al 27,5% nel mese (+2,5%) e al 25,5% in gennaio-giugno; il Sud e le Isole scendono, rispettivamente, al 9,6% e al 5% nel sesto mese e al 9,1% e al 4,8% nel semestre.

S empre Anfia riferisce che le immatricolazioni dei veicoli industriali accusano una flessione a doppia cifra in tutte e quattro le aree geografiche: -38,8% nel Nord Ovest, -16,2% nel Nord Est, -12,3% nel Centro Italia e -27,7% nel Sud e Isole. u

Fig. 2

Visione, strategie e leadership per il futuro di Assogomma

Professionista di lungo corso nelle relazioni industriali e nell’associazionismo, Roberto Luciano Forresu, neo presidente eletto lo scorso 18 giugno, racconta la sua visione e le priorità per guidare Assogomma in una fase critica per la filiera: rappresentanza, sostenibilità, formazione e innovazione al servizio delle imprese associate.

Per iniziare, ci racconti qualcosa del suo percorso professionale e delle motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi alla Presidenza di Assogomma.

I l mio percorso professionale si è sviluppato all’interno di diversi settori industriali tra cui l’automotive e i white goods, aree in cui ho maturato una significativa esperienza nell’ambito delle Risorse Umane e, in particolare, nelle Relazioni Industriali, sia a livello nazionale che internazionale. Da circa quindici anni sono in Pirelli, dove attualmente ricopro il ruolo di Global Head of Industrial Relations and Employment Governance, con responsabilità globali nella gestione delle relazioni sindacali e delle politiche occupazionali. Parallelamente alla carriera aziendale, ho sempre mantenuto un impegno costante nel sistema confindustriale, contribuendo attivamente alla vita associativa. Sono stato per due mandati membro del Consiglio Generale di Assogomma e, contestualmente alla mia elezione alla Presidenza dell’Associazione, ho assunto anche la guida del Laboratorio Cerisie, di cui ero già Consigliere Delegato dal 2018, contribuendo assieme a un team affiatato e competente ai risultati raggiunti negli ultimi anni. Ho ricoperto incarichi per quanto riguarda il Settore nelle territoriali di Torino e Milano. Attualmente, in Assolombarda, sono Coordinato -

re della Filiera Automotive e Vicepresidente del Gruppo Gomma-Plastica. Da oltre un decennio partecipo attivamente ai lavori della Commissione Sindacale della Federazione Gomma Plastica e al Gruppo Tecnico Relazioni Industriali di Confindustria, contribuendo ai rinnovi del CCNL e agli Accordi Interconfederali più recenti. La mia candidatura, sostenuta anche da Pirelli, che ringrazio, nasce dalla volontà di mettere a disposizione dell’intera industria della gomma le competenze maturate in questi anni. Il settore sta attraversando una fase critica, segnata da profondi cambiamenti economici e normativi. È fondamentale che l’Associazione continui a svolgere il suo ruolo di rappresentanza e consulenza, supportando le imprese con particolare attenzione ai principali dossier normativi che impattano sulla competitività.

Come valuta l’attuale congiuntura del settore gomma?

I l settore sta attraversando una fase di significativa complessità. Dopo un calo del 7% registrato nel 2023, il 2024 ha visto un’ulteriore contrazione superiore al 3%. I dati relativi al primo semestre del 2025 indicano ancora un calo della produzione pari al 7%. I segnali di ripresa osservati tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 sono stati rapidamente frenati dal ritorno di politiche protezionistiche e da un quadro normativo sempre più stringente. A questi fattori si aggiungono le tensioni geopolitiche e i crescenti costi legati alla transizione energetica. È un momento delicato, non solo per il nostro comparto, ma per tutte le principali filiere industriali a cui siamo interconnessi. In questo contesto, sono indispensabili responsabilità, unità e determinazione: qualità che la nostra industria ha sempre dimostrato di avere e che oggi devono essere riaffermate con maggiore vigore.

Quali sono le priorità attuali per Assogomma sotto la sua guida? I n un contesto globale sempre più instabile e competitivo, Assogomma può offrire un supporto strategico alle imprese, fornendo risposte e assisten-

za qualificata per tutelare il patrimonio del settore. Una delle priorità è il monitoraggio costante dei dossier normativi europei e nazionali che influenzano la competitività delle nostre aziende. Tra i più rilevanti cito il regolamento sulla deforestazione, le proposte di restrizione sui PFAS, il riciclo chimico della gomma e la certificazione dei materiali a contatto con alimenti e acqua potabile. Negli ultimi anni l’Unione Europea ha introdotto regolamenti sempre più stringenti. Pur condividendone gli obiettivi, è necessario intervenire per semplificarne l’applicazione e ridurre gli oneri burocratici, affinché le imprese europee - e quelle della gomma in particolare - possano competere ad armi pari a livello globale. Un altro fronte cruciale è quello della transizione ecologica ed energetica, che deve essere affrontata con equi -

librio, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale, evitando percorsi che possano penalizzare la nostra manifattura. La formazione rappresenta un ulteriore pilastro strategico: sia per le nuove generazioni, sia per l’aggiornamento delle risorse già presenti nelle aziende. In questo ambito, le iniziative promosse da Assogomma Academy sono sempre più articolate e mirano a trasferire competenze tecniche, ridurre il divario generazionale e favorire l’ingresso dei giovani nelle nostre fabbriche, preservando un prezioso know-how.

I n questo contesto, il laboratorio Cerisie rappresenta un asset fondamentale: un centro di competenza unico nel suo genere, altamente specializzato nel settore della gomma, che deve diventare sempre più un punto di riferimento autorevole, capace di coin-

Foto di pamirc da iStock.

volgere, formare e innovare, mettendo a disposizione delle imprese strumenti concreti per affrontare le sfide tecnologiche e normative.

Negli ultimi anni il numero di imprese associate ad Assogomma è cresciuto in modo significativo, superando per la prima volta la soglia delle 200 aziende associate. Questo risultato non è solo numerico, ma rappresenta il segno tangibile di una comunità industriale viva, coesa e in crescita, capace di riconoscere il valore dell’Associazione come punto di riferimento strategico. È fondamentale proseguire su questa strada, rafforzando la vicinanza ai territori e alle imprese, ascoltando le loro esigenze e promuovendo una partecipazione attiva. Vogliamo costruire una rete inclusiva e collaborativa, dove ogni azienda si senta parte integrante di un progetto comune, contribuendo alla definizione delle priorità e alla condivisione delle soluzioni.

A ssogomma non è solo un luogo di rappresentanza, ma una comunità industriale attiva, che cresce attraverso il dialogo, la condivisione e la costruzione di valore. È questa la direzione che intendiamo perseguire con determinazione. Infine, è essenziale continuare a costruire una rappresentanza unitaria, collaborando con altre associazioni e gruppi di interesse per rafforzare il nostro peso politico e orientare le decisioni istituzionali che plasmeranno il futuro del settore.

Q uali sono gli obiettivi principali del suo mandato alla guida di Assogomma?

Gli obiettivi che ci siamo posti riflettono le priorità già delineate. In particolare, intendiamo rafforzare il ruolo di rappresentanza di Assogomma, promuovere una sostenibilità “sostenibile” – che sappia coniugare innovazione e competitività – incentivare la ricerca e lo sviluppo e consolidare ulteriormente la base associativa.

I n che modo intende perseguire questi obiettivi?

Per raggiungere questi traguardi sarà necessario agire su più livelli. In primo luogo, rafforzeremo il dialogo con le

istituzioni italiane ed europee attraverso un’attività di advocacy mirata e costante, affinché la voce del settore sia ascoltata e valorizzata.

Parallelamente, sarà fondamentale costruire alleanze strategiche all’interno di Confindustria e con altre associazioni di settore, per aumentare il peso politico e istituzionale dell’industria della gomma.

I nvestiremo, inoltre, in formazione, innovazione e ricerca, creando sinergie tra università, start-up e imprese, con l’obiettivo di accelerare il trasferimento di competenze e conoscenze. In questo contesto, il laboratorio Cerisie potrà svolgere un ruolo centrale, diventando un hub di eccellenza per il settore. I nfine, manterremo un dialogo diretto e continuo con le aziende associate, ascoltando le loro esigenze e offrendo servizi sempre più personalizzati. Vogliamo che Assogomma sia non solo un punto di riferimento, ma un vero e proprio motore di crescita per l’intera filiera.

Quali strategie innovative adotterete per affrontare le sfide normative e ambientali?

L e affronteremo con un approccio proattivo e collaborativo. L’obiettivo è quello di intervenire già nelle fasi preliminari della definizione delle norme, lavorando fianco a fianco con le istituzioni per contribuire alla costruzio -

ne di regolamenti più equilibrati e sostenibili.

Promuoveremo l’adozione di tecnologie avanzate e di processi produttivi sostenibili, capaci di ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza operativa delle imprese.

I n prospettiva, intendiamo rafforzare il dialogo con università e centri di ricerca, per sviluppare soluzioni innovative che accompagnino le aziende nel loro percorso di transizione ecologica, senza compromettere la competitività.

Q uali misure verranno adottate per migliorare la formazione e colmare il divario di competenze nel settore?

Per affrontare il tema del divario di competenze, lanceremo nuovi strumenti formativi all’interno di Assogomma Academy, valorizzando il patrimonio culturale e tecnico del settore e rendendolo sempre più accessibile. S vilupperemo percorsi formativi dedicati alle tecnologie emergenti e alle competenze digitali, rafforzando la collaborazione con istituti tecnici e università per offrire programmi allineati alle reali esigenze delle imprese. L’obiettivo è duplice: da un lato, favorire l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo produttivo; dall’altro, aggiornare e valorizzare le competenze delle risorse già presenti nelle aziende, affinché possano affrontare con successo le sfide del futuro.

Alla luce della sua esperienza nelle Relazioni Industriali, come si spiega che in Italia abbiamo avuto un numero limitato di chiusure aziendali nel settore gomma, mentre in Europa - in particolare in Germania e Francia - si sono aperte importanti crisi aziendali con pesanti ricadute occupazionali?

L’industria italiana della gomma si distingue per una lunga tradizione di resilienza, flessibilità, innovazione e capacità di adattamento. A differenza di altri contesti europei, il nostro tessuto produttivo è costituito prevalentemente da piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, con una forte propensione all’export e una spiccata capacità di riorganizzarsi rapidamente, anche in risposta a shock esterni. Le dimensioni più contenute delle nostre imprese, anche se rappresenta una criticità collegata alla limitata capacità di investimento, difficoltà di accesso al credito e alle limitate economie di scala e competitività glo -

bale, rappresentano in alcuni casi un vantaggio competitivo: in situazioni di crisi, consentono una maggiore agilità decisionale, sono spesso più agili nel rispondere ai cambiamenti del mercato e nell’innovare rapidamente, eccellono in nicchie produttive, con un forte know-how artigianale e attenzione alla qualità.

Tutto questo non significa che non vi siano rischi e tanto dipenderà dalle Politiche industriali sia italiane (come sul tema dell’energia e della transizione) che europee soprattutto sulla filiera fondamentale dell’Automotive (revisione del Green Deal in termini di step temporali) e sia sulla evoluzione della normativa ambientale.

Un altro elemento distintivo è rappresentato dalla capacità di dialogo sociale che caratterizza il nostro settore. Le relazioni industriali nel settore gomma in Italia si sono sempre fondate su una storia di confronto costruttivo, trasparente e orientato alla ricerca condivisa di soluzioni. Questo approccio ha per-

messo, nel tempo, di affrontare le trasformazioni del mercato con maggiore coesione e responsabilità, evitando conflitti distruttivi e favorendo percorsi di ristrutturazione sostenibili.

Detto ciò, non possiamo ignorare che anche in Italia si sono verificate ristrutturazioni aziendali, in particolare tra le imprese più esposte al mercato automotive e, in modo specifico, a quello tedesco.

Tuttavia, la capacità di mantenere un dialogo aperto con le parti sociali, unita a una visione industriale condivisa, ha contribuito a contenere gli impatti occupazionali più gravi.

In questo contesto, Assogomma si conferma un alleato strategico per le imprese, offrendo supporto concreto nei momenti di difficoltà e accompagnandole nei processi di trasformazione. Questo approccio proattivo è essenziale per garantire che l’industria della gomma italiana continui a essere competitiva e sostenibile, anche in un contesto globale in continua evoluzione. u

Foto di gyn9038 da iStock.

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Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

Innovazione e sostenibilità per resistere all’incertezza globale

Negli ultimi anni i produttori italiani di guarnizioni in gomma sono stati chiamati ad affrontare una stagione di cambiamenti profondi, dove instabilità geopolitiche, tensioni commerciali, crescite dei costi e quadro normativo in evoluzione incidono su domanda e competitività. Attraverso le voci dei protagonisti del settore, emergono strategie di resilienza che puntano sulla diversificazione di mercati e tecnologie, sulla sostenibilità concreta dei processi, nonché sull’investimento in digitalizzazione, automazione avanzata e Transizione 5.0. L’export resta fondamentale, ma è minacciato sia dai dazi sia dalle tensioni sui mercati chiave come Germania e Stati Uniti, mentre l’innovazione su materiali, processi produttivi e soluzioni eco-compatibili sembra la leva decisiva per guardare al futuro con fiducia. In questo scenario, le imprese si confrontano quotidianamente con le sfide della continuità produttiva e della gestione della complessità, mantenendo alta l’attenzione su efficienza, formazione e capacità di adattamento.

Foto di Pavel Iarunichev da iStock.

Le risposte degli esperti

“R iteniamo che il mercato farmaceutico possa darci ulteriori possibilità di sviluppo”

ACTION TECHOLOGY

G iuseppe Bigatti

Accounting

Finance Manager

1.

Il 2024, per noi inteso come Fiscal Year (luglio 2023 > giugno 2024) è stato un anno di rallentamento rispetto al FY 2023.

2.

30% Italia 70% estero; al momento non abbiamo indicazione che la politica dazi possa influenzare il nostro business.

3.

I settori più importanti riguardano l’aerosol sia industriale che cosmetico/farmaceutico. Sì, riteniamo che il mercato farmaceutico possa darci ulteriori possibilità di sviluppo.

4.

Al momento abbiamo sperimentato la transizione 5.0 e sostenibilità con risultati più che soddisfacenti.

5.

Sempre in riferimento al FY come sopra indicato, il 2025 ha visto un buon incremento rispetto al 2024, quindi 2024 vs 2023 in calo, 2025 vs 2024 in positivo e lo stesso 2026 vs 2025 come attese. u

“Le tensioni commerciali e geopolitiche minacciano l’export e la stabilità dei settori chiave”

A L-GOM

G iusy Fossati

Sales Manager

1.

Certamente i 2 fronti di guerra (Ucraina/Russia e Israele/Palestina) stanno sempre più impattando sull’economia globale, e purtroppo adesso si è aggiunto anche un terzo elemento, che è la politica estera degli Stati Uniti. Probabilmente il fattore più pericoloso rispetto ai primi due, non solo sul fronte economico, ma anche per quanto riguarda gli equilibri politici tra i vari stati. Sul fronte prezzi delle materie prime, l’anno passato non ha fatto registrare nessuna oscillazione delle quotazioni, mentre a livello di normative registriamo sempre più restringimento delle sostanze REACH e ROHS. Il problema principale, a mio avviso, riguarda le mescole siliconiche, dove la presenza di sostanze soggette a SCIP prima della vulcanizzazione sta aumentando. D al punto di vista del fatturato, il 2024 era iniziato con buoni risultati, soprattutto per il settore oil & gas, in netta ripresa (probabilmente dovuto al fatto che con il blocco delle forniture di petrolio e gas russo, si stanno potenziando/manutentando punti di fornitura alternativi), in ripresa pure il settore delle forniture per pompe d’aspirazione e dell’illuminazione, mentre nell’ultimo trimestre si è registrata una flessione del flusso degli ordini. Alla fine il fatturato è stato chiuso con un lieve segno negativo.

2.

Tutta la nostra produzione avviene in Italia, nella nostra sede di Paratico (BS). Il 25% circa del nostro fatturato è destinato all’estero e principalmente all’interno del territorio europeo, una piccola parte è destinata al mercato turco e a quello americano. Al momento non abbiamo relazioni commerciali dirette con la Russia, però sfortunatamente per alcuni dei nostri clienti quel mercato era anche un mercato di sbocco in crescita e quindi indirettamente avvertiamo le tensioni in corso. L’altalenarsi delle dichiarazioni sui dazi da parte degli USA certamente stanno influendo notevolmente sul flusso degli ordini, e alcuni dei nostri clienti, che hanno clientela americana, già a luglio per esempio hanno visto la sospensione/posticipo di alcuni ordini a causa dell’entrata in vigore dei dazi. Le aziende purtroppo stanno subendo i ricatti economici a cui solo le nostre istituzioni posso opporsi.

3.

Al-Gom ha sempre trovato spazio in settori alternativi all’automotive e dove il numero dei pezzi da produrre non era così interessante per le grandi aziende. I nostri mercati di riferimento sono vari e frammentati, in questo modo riusciamo a controbilanciare gli eventuali trend al ribasso di un settore o di un altro. Abbiamo l’oil & gas (con circa il 20% del nostro fatturato), le industrie produttrici di pompe (circa il 10%), l’edilizia (il 23%), l’illuminotecnica (il 4%), elettromeccanica (il 3%), l’industria alimentare della trasformazione (5%), il navale (in forte crisi negli ultimi anni).

Per quanto riguarda i nuovi mercati possono essere interessanti tutto ciò che è connesso alle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile, ma in generale l’industria manifatturiera. L’importante, quindi, è impedire che le produzioni vadano all’estero per qualsiasi motivo. Le nostre aziende devono essere supportate nel processo di crescita, perché sono loro il tessuto economico vitale di un paese, in grado di generare domanda per alimentare le aziende stesse. Relativamente alle tecnologie da esplorare, in Europa le normative stringenti stanno portando ad adottare materiali che a livello ambientale e della salute delle persone siano il meno impattante possibile, quindi ci aspettiamo, soprattutto dai compoundatori, nuovi tipi di mescole, in particolare mi riferisco alla possibilità di devulcanizzazione e al riciclo, così da avere guarnizioni in gomma eco-sostenibili.

Credo, però, che ci vorranno ancora diversi anni per raggiungere un obiettivo così ambizioso.

Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

Querétaro - MEXICO

PARTNER OF Cologne (BS) - ITALY

- INDIA

LTE Compuestos Especiales S.A. de C.V.
LTE S.r.l.
SRI LTE Special Compounds Pvt. Ltd. Mumbai

4.

S ono tutti temi importanti e di grande attualità. L’AI può essere un grande aiuto per la progettazione e la simulazione delle attrezzature di produzione, può essere di supporto nella pianificazione produttiva, nei controlli, nella supply chain, così come nelle manutenzioni predittive; tradotto in breve per ridurre i costi e per migliorare la qualità, anche della vita di chi lavora. In produzione purtroppo abbiamo ancora tanta manualità, ma stiamo cercando di inserire alcuni strumenti che siamo di supporto alle operazioni di logistica e del commerciale, a piccole dosi perché il cambiamento va gestito, accettato anche a livello mentale.

L a transizione 5.0 è interessante, come sempre burocraticamente molto macchinosa, e in azienda abbiamo fatto fatica a introdurla, perché in alcuni casi i costi di realizzazione superavano i benefici dell’operazione stessa. Il concetto di sostenibilità dipende molto dalla sensibilità del management aziendale. È una cultura che deve essere coltivata giorno per giorno. Per l’ambiente abbiamo attivato una raccolta differenziata serrata, abbiamo ridotto la produzione dei rifiuti (-0,8%), con una politica di controllo degli scarti, mediante macchine con campana del vuoto, illuminazione artificiale esclusa quando quella naturale è sufficiente.

Per la nostra responsabilità sociale, nel territorio abbiamo attiva una sponsorizzazione con uno sci club che da anni si occupa di persone disabili, e che adesso attraverso la costruzione di una cascina didattica vuole creare un luogo dove questi ragazzi possano vivere momenti di socialità e di benessere anche durante il resto dell’anno.

5.

Il 2025 sta affrontando un rallentamento economico, mentre le tensioni commerciali e geopolitiche minacciano l’export e la stabilità dei settori chiave, in questo contesto anche noi abbiamo registrato una contrazione degli ordini, che però in alcuni mesi è andata in controtendenza, per cui abbiamo chiuso il primo semestre con una leggera flessione del fatturato nell’ordine di un -2%. Il quadrimestre che porta a fine anno di solito è sempre un periodo molto tranquillo, dove il “fieno messo in cascina” serve per compensare il periodo di magra a venire. Ci aspettiamo, quindi, che al 31/12/2025 si registrerà un segno negativo sul fatturato dello scorso anno. Ovviamente non ci dispiacerebbe essere smentiti da numeri diversi a fine anno. Vediamo… ad maiora. u

“I nostri prodotti trovano applicazione in diversi settori industriali, e riteniamo che la diversificazione sia un punto di forza”

A PR GUARNIZIONI

G iuseppe Polini

Ceo

1.

N onostante il 2024 sia stato caratterizzato da un contesto complesso, segnato da fattori geopolitici, incertezze di mercato e nuove normative, la nostra azienda non ha subito un rallentamento. Al contrario, abbiamo registrato una crescita del fatturato, a conferma della solidità del nostro modello organizzativo e della capacità di adattamento alle sfide esterne.

2.

C irca il 60% della nostra produzione è destinato ai mercati esteri, con una prevalenza in Europa. Le sanzioni verso la Russia hanno comportato un rallentamento per alcuni nostri clienti, i cui prodotti finiti – realizzati anche con le nostre guarnizioni – erano destinati a quel mercato. L’impatto complessivo sul nostro fatturato si può quantificare in una riduzione di circa il 5%. Per quanto riguarda i dazi introdotti dall’amministrazione statunitense, non siamo in grado di fornire una valutazione puntuale, in quanto non esportiamo direttamente negli Stati Uniti e non abbiamo piena visibilità sulla destinazione finale dei prodotti dei nostri clienti.

3.

I nostri prodotti trovano applicazione in diversi settori industriali, e riteniamo che la diversificazione sia un punto di forza che ci permette di affrontare con maggiore solidità le sfide del mercato. Per quanto riguarda i mercati e le tecnologie emergenti, osserviamo con interesse le opportunità legate all’innovazione e alla transizione verso soluzioni più sostenibili ed efficienti, che rappresentano sicuramente ambiti da esplorare nei prossimi anni.

4.

P er noi l’intelligenza artificiale, la transizione 5.0 e la sostenibilità non sono più temi del futuro, ma del presente. Crediamo che l’IA debba essere introdotta subito per non rischiare di restare indietro, che la transizione 5.0 offra opportunità concrete laddove ci siano le giuste condizioni, e che la sostenibilità sia ormai un impegno imprescindibile per ogni impresa.

5.

I l 2025 è iniziato in modo positivo: siamo in crescita rispetto al 2024 e con gli ordini già acquisiti abbiamo raggiunto il livello di fatturato dello scorso anno. Guardiamo quindi al proseguo dell’anno con fiducia. u

“La diversificazione di Termogomma ha continuato a rappresentare un fattore di resilienza significativo”

ATP

C armine Ciriaco

Responsabile marketing

1.

N onostante l’anno si fosse aperto con alcuni segnali positivi che lasciavano intravedere una possibile ripresa, le diverse problematiche citate hanno reso questi segnali poco solidi e privi di continuità.

La domanda si è mantenuta debole, i portafogli ordini si sono progressivamente assottigliati e anche clienti storici hanno preferito posticipare investimenti o ridurre i volumi d’acquisto per contenere i magazzini. L’incertezza e la prudenza hanno quindi prevalso, colpendo trasversalmente anche realtà solide e strutturate.

La diversificazione di Termogomma ha continuato a rappresentare un fattore di resilienza significativo, ma comunque immersi in un ciclo economico rallentato. Proprio per questo quest’anno stiamo concentrando gli sforzi su innovazione, efficienza e vicinanza ai clienti, che riteniamo le leve fondamentali per affrontare il futuro con maggiore solidità.

Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2. Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

Problemi con la ricetta?

La ti aiuta nello sviluppo delle ricette,nel definizione dei processi produttivi o in dispute legali.

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2.

Il nostro fatturato è sviluppato in larga parte sul mercato italiano, mentre la quota realizzata all’estero resta minima. Questo ci mette relativamente al riparo da effetti diretti legati ai dazi, che però incidono indirettamente sulla catena di fornitura e sulle dinamiche commerciali dei nostri partner. I dazi, insieme ai conflitti ancora aperti, contribuiscono a mantenere un quadro di incertezza che ormai rappresenta una condizione strutturale del mercato.

3.

O ggi più che di settori bisogna parlare di singole nicchie all’interno dei diversi mercati. In ognuno troviamo realtà in sofferenza e altre in crescita, spesso in base al mix prodotto e al contesto geopolitico di riferimento.

C ertamente il settore alimentare e quello farmaceutico restano i settori più stabili e importanti per la nostra produzione, sostenuti da una domanda costante e dal ruolo chiave delle certificazioni, mentre automotive e meccanica tradizionale risultano più in difficoltà ma rimangono comunque interessanti proprio nei segmenti legati all’elettrico e all’ibrido. Guardiamo con attenzione anche a mercati emergenti come l’idrogeno e le energie rinnovabili, che stanno aprendo nuove prospettive tecnologiche.

L a diversificazione e la competenza tecnica di Termogomma rimangono gli strumenti principali per affrontare scenari così eterogenei.

4.

I ntelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e sostenibilità non sono più temi accessori, ma elementi che incidono concretamente sulle nostre scelte strategiche. La sostenibilità è ormai parte integrante della nostra visione industriale. Per noi non è un tema di comunicazione, bensì la possibilità di affiancare i clienti nel testare, validare e integrare nuove soluzioni nel rispetto delle specifiche tecniche. La Transizione 5.0 porta a ripensare i processi con più efficienza energetica e digitale, mentre l’Intelligenza Artificiale apre prospettive interessanti nella gestione dei dati, nel controllo qualità e nella manutenzione predittiva. In tutti questi ambiti continuiamo a investire in R&D: il nostro obiettivo resta quello di generare valore duraturo, con soluzioni innovative e sostenibili, non semplicemente di seguire le mode del momento. 5.

La prima parte del 2025 è stata segnata da una domanda discontinua e da un mercato che ha mostrato ancora segnali di cautela. Gli ordini hanno avuto un andamento altalenante e diversi clienti hanno preferito rimandare scelte strategiche. Alcuni settori hanno garantito continuità, mentre altri ambiti tradizionali hanno sofferto maggiormente. Stiamo però osservando nuove prospettive che cominciano a consolidarsi su volumi più interessanti.

Per i prossimi mesi ci aspettiamo un mercato differenziato tra comparti, ma la nostra diversificazione e l’impegno di Termogomma sulla ricerca e sviluppo ci consentono di guardare avanti con fiducia. u

“Stiamo investendo in soluzioni di automazione intelligente, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza operativa e la tracciabilità dei processi”

C OLOMBO FILTRI

E GUARNIZIONI

A lessandro Colombo

Ceo Colombo Group

1.

I l 2024 è stato un anno complesso, segnato da instabilità geopolitiche e turbolenze economiche che hanno influito sull’intera filiera industriale. Nonostante ciò, l’andamento di CFG è in leggera crescita, grazie alla diversificazione dei mercati serviti e a una strategia improntata su qualità, flessibilità produttiva e relazioni di lungo termine con i clienti. L’aumento dei costi logistici e le incertezze normative hanno richiesto un costante lavoro di adattamento, ma siamo riusciti a contenere gli impatti senza compromettere gli standard qualitativi e il servizio. In particolare, i nostri prodotti per il settore del riciclo delle plastiche, come i filtri e filtri laser, hanno confermato la loro centralità anche in un contesto difficile.

2.

A ttualmente circa il 60% del nostro fatturato proviene dal mercato italiano, mentre il restante 40% è destinato all’estero, in particolare Europa centrale e Nord America. Le sanzioni verso la Russia hanno avuto un impatto marginale, poiché non è un mercato dove abbiamo molte relazioni commerciali. I nuovi dazi imposti dall’amministrazione statunitense e l’indebolimento del dollaro rappresentano un fattore da monitorare attentamente: non hanno ancora inciso in modo significativo sul nostro export, ma potrebbero generare tensioni su catene di fornitura e approvvigionamento. Il nostro approccio è prudente e orientato alla diversificazione.

3.

C FG opera storicamente nel settore della filtrazione e delle guarnizioni tecniche per l’industria della plastica, con una specializzazione consolidata nel riciclo. A questi si affiancano applicazioni per i settori chimico, alimentare e packaging. Vediamo un forte potenziale nelle tecnologie di filtrazione avanzata per i polimeri tecnici rigenerati, nonché nella richiesta di soluzioni personalizzate ad alta precisione, come ad esempio i filtri microforati a laser. Inoltre, le lavorazioni meccaniche di alta qualità che offriamo trovano uno sbocco interessante nei settori aerospaziale e difesa, mercati esigenti ma ricchi di opportunità per chi, come noi, ha costruito una reputazione su affidabilità e precisione.

4.

P er CFG, la sostenibilità non è solo una leva di comunicazione, ma un valore concreto e integrato nel nostro operato quotidiano. Il nostro core business, ovvero i filtri per il riciclo

delle plastiche, rappresenta già di per sé una risposta industriale efficace ai principi dell’economia circolare. A conferma del nostro impegno, abbiamo recentemente investito in un impianto fotovoltaico da oltre 500 kW per alimentare la nostra sede produttiva con energia rinnovabile. Come gruppo, stiamo inoltre investendo in soluzioni di automazio ne intelligente, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza operativa e la tracciabilità dei processi. Guardiamo con interesse alla Transizione 5.0 come opportunità per integrare tecnologie avanzate anche su linee produttive già consolidate. Vogliamo continuare a essere un partner tecnico all’altezza delle sfide future, non solo in termini di prodotto, ma anche di processo. 5.

La prima metà del 2025 ha registrato un andamento in leggero aumento rispetto al 2024, con una crescita nei comparti legati al riciclo di alta gamma e alle lavorazioni conto terzi per settori specializzati. Siamo soddisfatti del livello qualitativo raggiunto e del riconoscimento da parte dei nostri clienti storici e nuovi. Per il secondo semestre, anche in vista della fiera K 2025, ci aspettiamo un consolidamento delle commesse e una ripresa degli investimenti in impianti da parte di diversi clienti europei. Il nostro obiettivo resta quello di rafforzare il posizionamento tecnico e valorizzare la capacità di offrire soluzioni su misura, unendo esperienza, progettazione e lavorazioni interne. u

Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

“Abbiamo recentemente introdotto la produzione di PTFE, offrendo ai nostri clienti un servizio e un'alternativa strategica”

E LASTOTECH

M ichele Valli

D irettore Generale

1.

Il 2024 è stato un anno caratterizzato da eventi socio-politici che hanno creato notevoli complicazioni commerciali e gestionali. In un mondo dove la pianificazione ha ceduto il passo alla flessibilità, la nostra capacità di adattamento è stata la chiave per affrontare le sfide. Nonostante queste difficoltà, Elastotech ha avuto un anno positivo, registrando un aumento del 14% dei ricavi, ma soprattutto, mantenendo stabile il rapporto tra costi e vendite.

2.

La nostra ripartizione delle vendite, equamente divisa tra Italia ed estero, ci ha reso particolarmente sensibili alle dinamiche globali. Se le sanzioni contro la Russia hanno avuto un impatto marginale, non si può dire lo stesso dei dazi imposti dagli Stati Uniti nell'anno in corso. Tali politiche hanno accentuato l'incertezza del mercato, causando un rallentamento dei consumi e un aumento dei costi operativi. Questo ha colpito non solo i nostri clienti diretti negli USA, ma, in misura maggiore, anche i nostri clienti in Europa e altrove, che esportano prodotti finali negli Stati Uniti, generando instabilità lungo l'intera catena di fornitura.

3.

S ebbene i nostri principali settori di attività siano la distribuzione idrica, il riscaldamento, l'idrosanitaria e gli elettrodomestici, il nostro vero valore risiede nell'approccio al progetto tecnico, che va oltre il singolo settore. Q uesta filosofia ci consente di acquisire nuove conoscenze, sviluppare materiali e tecnologie innovative e aggiornarci sulle normative di sistema e di prodotto, garantendoci la prontezza necessaria per soddisfare qualsiasi esigenza del mercato. Proprio in quest'ottica, abbiamo recentemente introdotto la produzione di PTFE, offrendo ai nostri clienti un servizio e un'alternativa strategica.

4.

L'Intelligenza Artificiale, la Transizione 5.0 e la sostenibilità sono al centro della nostra strategia. Li consideriamo essenziali per la nostra competitività, non solo come costi da sostenere o normative da rispettare.

Tutti i nostri investimenti passati e futuri riflettono questo impegno. Sul fronte della sostenibilità, siamo attivi da anni e stiamo procedendo per ottenere le certificazioni ESG ed HSE secondo i criteri EcoVadis. La Transizione 5.0, per noi, rappresenta un'opportunità sia per migliorare la sostenibilità che per ottenere vantaggi finanziari grazie al credito d'imposta. Infine, stiamo lavorando per integrare l'Intelligenza Artificiale nei no -

stri processi industriali: è una sfida complessa, ma siamo certi che porterà un notevole aumento di produttività e qualità.

5.

S ebbene il primo semestre del 2025 abbia confermato i ricavi dell'anno precedente, prevediamo una lieve flessione per la seconda metà dell'anno. Tuttavia, questo scenario non compromette i nostri piani continuando a investire in nuove tecnologie, nel digitale, nell'espansione in nuovi mercati e nella formazione continua del personale per arricchire il nostro bagaglio di competenze. u

“Stiamo monitorando con attenzione gli sviluppi e orientando il nostro sviluppo commerciale verso il Medio Oriente e l’Asia”

I SOPREN

Marcella Bergamini

Presidente & Chief Growth Officer

1.

Il 2024 è stato un anno impegnativo, segnato da forti tensioni geopolitiche, da oscillazioni dei costi energetici e di trasporto e dalle nuove normative che hanno inciso sulle catene di fornitura. Nonostante ciò, la nostra azienda ha consolidato il suo trend di crescita con un incremento del 3,2% dei ricavi di vendita dei suoi articoli strategici: statori e articoli tecnici per l’alimentare realizzati con mescole certificate adatte al contatto per alimenti, componenti per la filtrazione dei fanghi, compensatori di dilatazione in gomma, anelli per gli impianti di risalita, ruote piene per i gatti delle nevi e pistoni per pompe per calcestruzzo.

2.

Per le caratteristiche della nostra produzione che fornisce principalmente componenti in gomma per primo impianto oltreché ricambi, il fatturato è realizzato per oltre l’80% con clienti italiani, di questo 80% però il 45% riguarda articoli che i nostri clienti esportano poi sui mercati esteri. Le vendite dirette oltre confine incidono per il 20% del totale e sono equamente distribuite tra Europa e paesi Extra-UE. Le sanzioni alla Russia hanno avuto fino a oggi un impatto marginale, mentre i dazi annunciati dall’amministrazione statunitense rappresentano un elemento di attenzione. Non ci aspettiamo conseguenze immediate sui volumi, ma riteniamo che possano incidere in termini di competitività dei nostri clienti sui mercati coinvolti. Per questo stiamo monitorando con attenzione gli sviluppi e orientando il nostro sviluppo commerciale verso il Medio Oriente e l’Asia.

3.

I settori di sbocco principali sono quelli legati ai nostri prodotti strategici: 1. alimentare, con componenti tecnici in gomma

(statori) per pompe e articoli specifici (dischi riso) per gli impianti di lavorazione tradizionale del riso e dei cereali; 2. navale, con articoli destinati sia al mondo navale che militare come i giunti di compensazione in gomma sia a flangia fissa che girevole e i tubi flessibili; 3. mobilità urbana e montagna, con soluzioni specifiche per impianti a fune, battipista e pulegge di rinvio: anelli in gomma per le rulliere, gomme piene e traverse per i battipista; 4. minerario e trattamento acque con i filtri pressa per la disidratazione di fanghi e la filtrazione di liquidi per la separazione di particelle solide. Per quanto riguarda le tecnologie emergenti, stiamo proseguendo il lavoro avviato sul fronte della sostenibilità, in particolare con l’impiego di gomma devulcanizzata e di mescole innovative ad alte prestazioni.

4.

L’intelligenza artificiale la stiamo sperimentando in alcuni ambiti di automazione e analisi dei processi finanziari ed economici dell’azienda, in realtà è un test propedeutico al punto di arrivo del percorso di trasformazione dei processi produttivi e di backoffice iniziato alcuni anni fa. Infatti, abbiamo iniziato nel 2021 un percorso di ammodernamento dei nostri principali macchinari di produzione in ottica Industry 4.0 prima e transizione 5.0 poi. Nel 2025 completeremo l’integrazione con i nuovi sistemi gestionali, l’ottimizzazione dei consumi energetici in ogni fase della produzione e della vita aziendale, e l’installazione di un impianto di produzione di energia rinnovabile per coprire il 30% del

Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

fabbisogno energetico dell’azienda. A questi investimenti negli ultimi 4 anni abbiamo dedicato mediamente l’8% dei nostri ricavi per una sostenibilità ad ampio spettro e di lungo periodo: ambientale, economica e di benessere per le nostre maestranze.

5.

Il primo semestre del 2025, dopo una partenza lenta dei primi due mesi, ha chiuso in linea rispetto all’analogo periodo 2024 grazie alla crescita della commercializzazione per articoli complementari alla nostra produzione e all’accelerazione del fatturato relativo agli articoli della montagna (si avvicinano le Olimpiadi 2026!), al settore navale (compensatori di dilatazione e tubi flessibili), agli statori per l’alimentare e ai filtri pressa. Il prosieguo dell’anno si presenta con una bella vivacità di richieste e con il coinvolgimento da parte dei nostri key client per un completamento di gamma o per nuove produzioni che portano a stimare una chiusura 2025 superiore alle attese e vicina ai 7 milioni di euro. u

“Sono stati avviati nuovi progetti che ci aspettiamo possano tradursi in risultati concreti e significativi nel corso del 2026”

N UOVA GUARNIBETA

Cristina Piumati

D irezione Vendite

1.

Il 2024 per NGB si è rivelato un anno positivo, chiuso sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente. In un contesto complesso e instabile, abbiamo comunque registrato sviluppi incoraggianti grazie all’avvio di nuovi progetti in settori diversificati, che hanno contribuito a consolidare la nostra presenza sul mercato.

2.

Attualmente il nostro fatturato si distribuisce tra il 39% del mercato interno e il 61% dell’export, con una forte concentrazione nei Paesi UE. Alla luce di questa configurazione, non prevediamo impatti significativi derivanti dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti.

3.

O ggi i nostri principali settori di riferimento sono automotive, elettrodomestico e applicazioni industriali in generale. Tuttavia, consapevoli delle sfide che il comparto automotive sta affrontando in Europa, da tempo abbiamo adottato una strategia di diversificazione mirata, così da non dipendere in modo eccessivo da un singolo settore. Questa apertura ci consente di esplorare nuove applicazioni e opportunità, mantenendo flessibilità e solidità anche in mercati emergenti.

4.

Guardiamo all’intelligenza artificiale con interesse e pragmatismo, valutandone le potenzialità soprattutto per l’ottimizzazio-

Le nostre domande

1.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da diverse problematiche, quali le guerre, il rallentamento del mercato, le incertezze tariffarie, i noli marittimi, le nuove normative: quale è stato, in questo contesto, l'andamento della vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all'estero? Dopo le sanzioni alla Russia, quanto impatteranno sulla vostra azienda i dazi di Trump?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ritenete che ci siano mercati e/o tecnologie emergenti o ancora da esplorare?

4.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali l'Intelligenza Artificiale, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

5.

Come è andata la prima parte del 2025 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

ne dei processi produttivi e l’automazione. In ambito comunicazione e marketing ne stiamo già sperimentando l’utilizzo come supporto alla ricerca e alla creazione di contenuti. Sul fronte della Transizione 5.0 e della sostenibilità, consideriamo questi percorsi come un’evoluzione naturale della nostra crescita. Abbiamo già intrapreso iniziative concrete, come la certificazione ISO 14001, integrando l’attenzione all’ambiente con i nostri standard di qualità ed efficienza produttiva.

5.

Il primo semestre del 2025 ha registrato risultati in linea con l’anno precedente, confermando la stabilità delle nostre performance. Parallelamente, sono stati avviati nuovi progetti che, con l’avvio delle SOP e i volumi stimati dai clienti, ci aspettiamo possano tradursi in risultati concreti e significativi nel corso del 2026. u

Foto di Jakob Berg da iStock

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Rapporti commerciali USA-UE: l’evoluzione dei dazi

Il tema dei dazi statunitensi continua a occupare il centro del dibattito internazionale, sospeso tra l’incertezza giuridica negli USA, l’accordo politico con l’Unione europea e gli effetti pratici per le imprese esportatrici.

Il 21 agosto 2025 UE e USA hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che definisce il nuovo quadro per gli scambi e gli investimenti transatlantici, con l’obiettivo di riportare stabilità e prevedibilità nei rapporti bilaterali. Tra i punti principali figurano: un nuovo regime tariffario statunitense verso l’UE, con

trattamento preferenziale per alcune categorie di prodotti; una collaborazione per proteggere le rispettive economie dall’eccesso di capacità produttiva nei settori dell’acciaio e dell’alluminio, valutando anche soluzioni quali quote sulle esportazioni UE di questi metalli e dei loro derivati; e la sospensione delle misure di ri -

equilibrio introdotte dall’UE a luglio, a seguito dell’accordo politico del 27 luglio. I n seguito alla dichiarazion e congiunta, il 28 agosto la Commissione europea ha presentato due proposte legislative, tra queste figura l’azzeramento dei dazi sui beni industriali provenienti dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di garantire re -

Foto di Dmytro Varavin da iStock.

ciprocità. Gli USA, di conseguenza, si sono impegnati a fissare un tetto massimo del 15% sui dazi applicati alle automobili e ai componenti per auto provenienti dall’UE, con effetto retroattivo al 1° agosto 2025. Secondo le stime della Commissione, la misura consentirà al settore automotive europeo di risparmiare oltre 500 milioni di euro. A partire dal 1° settembre, inoltre, alcune categorie di prodotti - tra cui aeromobili, farmaci generici e precursori chimici - beneficiano negli Stati Uniti di dazi nulli o ridotti alla tariffa MFN (Most Favoured Nation). Restano invece esclusi dall’accordo acciaio, alluminio e relativi derivati, che continuano a essere gravati da un dazio del 50%. Per questi beni è in corso un negoziato volto a introdurre un sistema di quote che permetta l’esportazione di volumi limitati a tariffe ridotte.

IL MECCANISMO DEI DAZI STATUNITENSI

L a tariffa del 15% applicata ai beni europei negli Stati Uniti sostituirà interamente i dazi MFN: i dazi MFN continueranno quindi ad applicarsi solo se superiori al 15%. Restano esclusi dalla tariffa unica del 15% acciaio, alluminio e prodotti derivati, attualmente soggetti a un’aliquota del 50%; per questi è in corso

il negoziato sui contingenti tariffari. I l sistema statunitense applica i dazi alla voce doganale del prodotto finito, senza distinguere le singole componenti o i materiali che lo compongono. Alcune misure speciali, come quelle previste dalle Section 232 e 301, consentono tuttavia di applicare dazi aggiuntivi all’acciaio individuando specifiche sottovoci HTS presenti nelle relative liste. L a cumulabilità delle misure dipende dal tipo di dazio. In particolare, i dazi specifici per il settore automotive e quelli per l’acciaio prevalgono sui dazi reciproci al 10% previsti per tutti i prodotti, fatta eccezione per alcune misure specifiche, in particolare le Section 232 e 301.

IL FRONTE GIUDIZIARIO

I l 29 agosto 2025 la Corte d’Appello federale ha confermato la sentenza di primo grado della U.S. Court of International Trade, che aveva dichiarato illegittimi i dazi reciproci introdotti dall’amministrazione Trump ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). I giudici hanno chiarito che l’IEEPA non autorizza il Presidente a imporre dazi senza previa autorizzazione del Congresso. La decisione resta comunque sospesa fino al 14 ottobre 2025, per consentire all’esecutivo di presentare ricorso alla Corte Supre -

ma. Qualora l’illegittimità dei dazi fosse confermata in via definitiva, le dogane USA sarebbero tenute a rimborsare gli importi già riscossi. P arallelamente, l’accordo USA UE e, in particolare, il punto 4 della dichiarazione congiunta del 21 agosto, stabilisco no che Stati Uniti e Unione Europea negozieranno nuove norme di origine, in modo che i benefici dell’accordo vadano prevalentemente ai due partner.

P er ridurre l’impatto delle tariffe statunitensi, lo scorso 2 aprile l’ICE - Italian Trade Agency ha riassunto le principali tecniche utili alle aziende: monitorare costantemente gli sviluppi negli USA; verificare con attenzione origine e classificazione doganale delle merci per evitare contestazioni; e condurre una due diligence sui contratti in essere per valutare rischi e possibili impatti tariffari. A ssogomma continua a monitorare attentamente l’evolversi della situazione e a rispondere prontamente alle sollecitazioni delle proprie associate su questo tema e, più in generale, in materia di normativa doganale. In questo senso verranno realizzate iniziative formati ve specifiche - fra cui il corso “Procedure di importazione ed esportazione”, in calendario il 7 e 9 ottobre - i cui dettagli sono disponibili sul sito di Assogomma Academy (www.assogommacademy.it). u

Foto di Galeanu Mihai da iStock.

Nuova pressa orizzontale RPM EPG 450

Compattezza, potenza e innovazione per l’industria delle guarnizioni elastomeriche: sono queste le caratteristiche dell’ultima nata della gamma di presse orizzontali RPM, progettata per un’importante azienda italiana leader nella produzione di guarnizioni a disegno e o-ring in materiali elastomerici di diversa natura. a cura della redazione

RPM consolida la propria posizione nel mercato delle presse orizzontali con l’installazione della nuova EPG 450, l’ultima nata della gamma, progettata per un’importante azienda italiana leader nella produzione di guarnizioni a disegno e o-ring in materiali elastomerici di diversa natura.

U n progetto sviluppato su misura, espressione dell’elevata capacità tecnica di RPM e della fiducia dei principali attori del settore, sempre più orientati verso soluzioni ad alte prestazioni, compatte e versatili.

DESIGN COMPATTO: SOLO 5,5 METRI DI LUNGHEZZA

U no degli aspetti più apprezzati della nuova EPG 450 è senza dubbio la sua lunghezza totale di soli 5,5 metri, che la rende la pressa più compatta della sua categoria. Questa caratteristica consente al cliente di ottimizzare lo spazio disponibile in officina e di organizzare la produzione in modo più efficiente, senza rinunciare alla qualità e alla potenza del processo.

L a EPG 450 è stata progettata per offrire massima flessibilità operativa: corsa apertura fino a 1.500 mm, ideale per stampi complessi e voluminosi; altezza minima stampo 450 mm, per

una maggiore compatibilità con diverse tipologie d i stampi; estrattore laterale piano mobile con corsa dedicata di 500 mm per agevolare l'estrazione dei pezzi e la manutenzione stampo; termoregolati doppi a doppia faccia, movimentati con cremagliere, per una gestione precisa e uniforme della temperatura. Q ueste caratteristiche consentono di affrontare sia produzioni di piccoli lotti speciali che cicli ad alto volume con ripetibilità e controllo.

IL CUORE DELLA MACCHINA: UN GRUPPO D’INIEZIONE POTENZIATO

G rande attenzione è stata dedicata al gruppo iniezione, completamente rivisitato e potenziato per garantire prestazioni elevate e affidabilità nel lungo periodo. I principali dati tecnici includono:

- c orsa di iniezione: 400 mm; - d iametro vite: 55 mm; - c apacità di iniezione: 950 cc; - p ressione di iniezione: 3.000 bar.

Q ueste specifich e permettono di lavorare con ampia varietà di materiali elastomerici, anche quelli con caratteristiche particolarmente impegnative, offrendo alta precisione di dosaggio, omogeneità del mescolamento e un eccellente riempimento stampo.

AUTOMAZIONE INTELLIGENTE: SPAZZOLE QUADRUPLE ELETTRICHE

Per ridurre i tempi di ciclo e migliorare l’efficienza operativa, la EPG 450 integra un sistema di spazzole quadruple elettriche, studiato per la pulizia automatizzata dello stampo. Questo accessorio si rivela fondamentale nei contesti di produzione continua, contribuendo a ridurre i fermi macchina e a mantenere alta la qualità del prodotto finito.

PRESTAZIONI SU MISURA

O gni componente della EPG 450 è stato progettato per rispondere a esigenze produttive specifiche, offrendo massima personalizzazione: architettura modulare, facilità di integrazione in linee esistenti, configurabilità avanzata per materiali, dimensioni e layout produttivo. Q uesta macchina non è solo una pressa, ma un vero strumento strategico per chi lavora nel settore elasto -

Una vista dell’interno della pressa.
La EPG 450 è lunga solo 5,5 metri.

merico e cerca una tecnologia affidabile, compatta e performante.

R PM: tecnologia al servizio della produttività

Con questa nuova installazione, RPM conferma il proprio ruolo di partner tecnologico di riferimento nel settore della lavorazione degli elastomeri. Ogni progetto viene sviluppato in stretta collaborazione con il cliente, puntando alla massima efficienza operativa e alla riduzione dei costi di produzione.

L a EPG 450 rappresenta perfettamente questa filosofia: una macchina compatta, potente e altamente configurabile, pensata per affrontare le sfide di un mercato sempre più esigente.

L’innovazione, per RPM, non è un punto d’arrivo ma un processo continuo.

Con la EPG 450, l’azienda dà ancora una volta prova della propria capacità di sviluppare soluzioni all’avanguardia, capaci di coniugare compattezza, affidabilità e alte prestazioni. u

La EPG 450 è dotata di termoregolati doppi a doppia faccia, movimentati con cremagliere, per una gestione precisa e uniforme della temperatura.
La EPG 450 integra un sistema di spazzole quadruple elettriche.

NORMATIVE di Beatrice Garlanda

Imballaggi e rifiuti di imballaggio

Noto anche come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), il nuovo regolamento UE 2025/40, che detta disposizioni per l’intero ciclo di vita degli imballaggi con lo scopo di consentirne l’immissione sul mercato, avendo particolare riguardo alla sostenibilità ambientale e all’etichettatura, sarà applicabile dal 12 agosto 2026.

Foto di ABBPhoto da iStock.

La Gazzetta UE del 22 gennaio 2025 pubblica il regolamento (UE) 2025/40, del 16 dicembre 2024, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE.

E sso è noto anche come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation). È entrato in vigore l’11 febbraio 2025 e sarà applicabile dal 12 agosto 2026.

DISPOSIZIONI GENERALI

I l primo capo del regolamento contiene disposizioni di carattere generale (articoli da 1 a 4).

O ggetto

I l provvedimento detta disposizioni per l’intero ciclo di vita degli imballaggi con lo scopo di consentirne l’immissione

sul mercato, avendo particolare riguardo alla sostenibilità ambientale e all’etichettatura.

S tabilisce, inoltre, norme sulla responsabilità estesa del produttore, sulla prevenzione dei rifiuti di imballaggio e sulla raccolta e il trattamento di tali rifiuti, compreso il riciclaggio.

C hiariamo che per responsabilità estesa del produttore s’intende “una serie di misure adottate dagli Stati membri per garantire che i produttori di prodotti si assumano la responsabilità finanziaria o finanziaria e organizzativa della gestione della fase di rifiuto del ciclo di vita di un prodotto” (art. 3 direttiva 2008/98/CE).

I l provvedimento concorre anche al funzionamento efficiente del mercato interno, stabilendo norme di armonizzazione delle misure nazionali in materia di imballaggio e rifiuti di imballaggio con lo scopo di evitare ostacoli al commercio, distorsioni o restrizioni alla concorrenza nella UE. Allo stesso tempo previene o riduce gli impatti negativi degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio sulla salute e sull’ambiente.

Contribuisce, infine, a una transizione verso un’economia circolare e al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, come previsto dal regolamento (UE) 2021/1119, stabilendo misure conformi alla gerarchia dei rifiuti come previsto dall’articolo 4 della direttiva quadro 2008/98/CE.

L’ordine di priorità è il seguente: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio recupero di energia, smaltimento.

A mbito di applicazione

I l regolamento si applica a tutti gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato e a tutti i rifiuti di imballaggio indipendentemente dal contesto in cui gli imballaggi sono usati o dalla provenienza dei rifiuti di imballaggio: industria, altre attività manifatturiere, vendita eccetera. N on si sovrappone alla direttiva 2008/98/CE per quanto riguarda la gestione dei rifiuti pericolosi e lascia impregiudicate altre norme UE in materia di imballaggi, quali quelle relative alla sicurezza, alla qualità, alla protezione della salute e all’igiene dei prodotti imballati, nonché le norme sul trasporto.

I n caso di conflitto tra il regolamento in esame e la direttiva 2008/68/CE sul trasporto di merci pericolose, prevale quest’ultima.

D efinizioni

L’articolo 3 contiene un lungo elenco di definizioni, costituito da circa settanta voci. Ne ricordiamo alcune. L’imballaggio è definito come articolo, indipendentemente dal materiale di cui è composto, destinato a essere utiliz -

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Tabella A

Allegato I

Elenco indicativo degli articoli che rientrano nella definizione di imballaggi ai sensi dell’art.3, punto 1), del regolamento in esame

A Art. 3, punto 1) lettera a)

1. A rticoli considerati imballaggio

- S catole per dolci

- Pellicola che ricopre le custodie dei CD

- Buste a sacco per l’invio di cataloghi e riviste (contenenti riviste)

- Pizzi per torte venduti con le torte

- Rotoli, tubi, cilindri sui quali è avvolto materiale flessibile (come ad esempio pellicola, fogli di alluminio, carta), eccetto i rotoli, i tubi e i cilindri che sono parte di macchinari di produzione e non sono utilizzati per presentare un prodotto come un’unità di vendita

- Vasi da fiori e piante, compresi vassoi per semi, da usare solo per la vendita e il trasporto

- Bottiglie di vetro per soluzioni iniettabili

- Spine di contenimento per CD (spindle), (vendute con i CD, non destinate a essere usate per riporli)

- Grucce per indumenti (vendute con un indumento)

- S catole di fiammiferi

- Sistemi di barriera sterili (involucri, vassoi e materiali necessari per preservare la sterilità del prodotto)

- Recipienti di acciaio ricaricabili per gas di qualche tipo, esclusi gli estintori

- S acchetti di alluminio per tè e caffè

- S catole utilizzate per i tubetti di dentifricio

2. A rticoli che non sono imballaggio

- Vasi di fiori e piante, compresi vassoi per semi, utilizzati nel quadro di relazioni tra imprese nelle varie fasi di produzione oppure destinati ad essere venduti con la pianta

- Cassette di attrezzi

- R ivestimenti di cera dei formaggi

- Budelli per salsicce

- Grucce per indumenti (vendute separatamente)

- Custodie per CD, DVD e videocassette (vendute insieme ai CD, DVD e videocassette)

- Spine di contenimento per CD (vendute vuote, destinate ad essere usate per custodire i CD)

- Bustine solubili per detersivi

- Lumini per tombe (contenitori per candele)

- Macinini meccanici (integrati in recipienti ricaricabili, per esempio un macinapepe ricaricabile)

B Art. 3, punto 1) lettere b) e c)

1. A rticoli che sono imballaggio

- Etichette fissate direttamente o apposte sul prodotto, comprese le etichette adesive per prodotti ortofrutticoli

- Spazzolini per mascara che sono parte integrante della chiusura dei recipienti

- Etichette adesive apposte su un altro articolo di imballaggio

- Graffette

- Fascette di plastica

- D ispositivo di dosaggio che è parte integrante della chiusura della confezione dei detersivi

- Macinini meccanici (integrati in recipienti non ricaricabili, riempiti con un prodotto,, per esempio un macinapepe contenente pepe)

2. A rticoli che non sono imballaggio

- Etichette di identificazione a radiofrequenza (RFID)

- Etichette dei pneumatici sotto forma di adesivo conformemente al regolamento (UE) 2020/740 del Parlamento europeo e del Consiglio

C Art. 3, punto 1) lettere d) ed e)

1 A rticoli che sono imballaggio progettati e destinati ad essere riempiti nel punto vendita

- S acchetti o borse di carta o di plastica

- Piatti e tazze monouso

- Pellicola retrattili

- S acchetti per panini

- Fogli di alluminio

- Pellicola di plastica per gli indumenti lavati nelle lavanderie

2 A rticoli che non sono imballaggio

- Agitatori

- Posate monouso

- Carta da imballaggio (venduta separatamente ai consumatori e agli operatori del settore)

- Forme di carta per prodotti da forno (vendute vuote)

- Pizzi per torte venduti senza le torte

- Piatti e tazze monouso non destinati ad essere riempiti nel punto vendita

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Tabella 2

Elenco indicativo dei materiali e delle categorie di imballaggio di cui all’art. 6

M ateriali

Plastica

Carta/cartone

M etallo

Categoria

Pet-rigido

P E- rigido, PP-rigido, HDPE e PP -rigido

Pellicole-flessibile

P S, XPS, EPS

A ltre plastiche rigide

B iodegradabile (rigido e flessibile)

Carta/cartone (ad eccezione degli imballaggi di cartone per liquidi)

I mballaggi di cartone per liquidi

A lluminio

Acciaio

Vetro Vetro

Legno

Legno, sughero

A ltro Prodotti tessili, ceramica/porcellana e altri

zato da un operatore economico per contenere, proteggere prodotti, consentirne la manipo lazione, la consegna o la presentazione a un altro operatore economico o a un utilizzatore finale e che può essere differenziato per formato di imballaggio in base alla funzione cui è adibito, al materiale di cui è composto e alla sua progettazione (art. 3, punto 1). Un elenco indicativo di imballaggi è contenuto nell’allegato I (vedi tabella A).

Altre definizioni che ci sembra utile richiamare sono le seguenti:

- ”operatori economici”: fabbricanti, fornitori, importatori, distributori, rappresentanti autorizzati, distributori finali, fornitori di servizi di logistica;

- “r iciclabilità”: compatibilità dell’imballaggio con la gestione e il trattamento dei rifiuti, fin dalla progettazione, in base alla raccolta differenziata, alla cernita in flussi separati, al riciclaggio su scala e all’uso di materiali riciclati per sostituire le materie prime primarie;

- “materie prime secondarie”: materiali che sono stati sottoposti a tutte le necessarie operazioni di controllo e cernita e ottenuti mediante processi di riciclaggio e che possono sostituire le materie prime primarie;

- “imballaggio monouso”: imballaggio non riutilizzabile;

- “r ifiuti di imballaggio riciclati su scala”: rifiuti di imballaggio che sono oggetto di raccolta differenziata, cernita e riciclaggio in infrastrutture installate, mediante processi consolidati sperimentati in ambiente operativo che garantiscono, a livello UE, una quantità annua di materiale riciclato per ciascuna categoria di imballaggio di cui alla Tabella 2 dell’allegato II pari o superiore al 30% per il legno e al 55% per tutti gli altri materiali.

Osserviamo, infine, che per la definizione di riciclaggio il regolamento rimanda alla direttiva 2008/98/CE. Con tale termine s’intende “qualsiasi operazione di recupero mediante la quale i materiali di scarto sono ritrattati in prodotti, materiali o sostanze per gli scopi originari o per altri scopi”.

R iferimento alla tabella 1 dell’allegato II

Categorie 7 e 8

Categorie 10, 12 e 14

Categorie 9, 11, 13 e 18

Categorie 15 e 16

Categoria 17

Categoria 19

Categorie 2 e 3

Categoria 3

Categorie 5 e 6

Categoria 4

Categoria 1

Categoria 20

Categorie 21 e 22

L ibera circolazione

G li imballaggi conformi al regolamento in esame possono essere liberamente immessi sul mercato. Gli Stati membri non possono vietare o ostacolare l’immissione di imballaggi conformi al regolamento in esame.

PRESCRIZIONI DI SOSTENIBILITÀ

I l capo II (articoli da 5 a 11) concerne i requisiti di sostenibilità previsti per il packaging.

Prescrizioni per le sostanze contenute negli imballaggi

G li imballaggi immessi sul mercato devono essere fabbricati in modo da ridurre al minimo la presenza e la concentrazione di sostanze che destano preoccupazione, come definite dal regolamento (UE) 2024/1781, tra i costituenti dei materiali di imballaggio o di uno qualsiasi dei componenti dell’imballaggio, anche per ciò che concerne la loro presenza nelle emissioni e in qualsiasi risultato della gestione dei rifiuti, ad esempio materie prime secondarie. Va inoltre ridotto al minimo l’impatto negativo sull’ambiente dovuto alle microplastiche.

L a Commissione monitora la presenza di sostanze che destano preoccupazione negli imballaggi e nei componenti degli imballaggi e adotta le misure opportune. Entro il 31 dicembre 2026 elabora, assistita dall’ECHA, una relazione sulla presenza di tali sostanze, al fine di stabilire come le stesse incidano negativamente sul riutilizzo o sul riciclaggio dei materiali o incidano sulla sicurezza chimica. Presenta, quindi, la relazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al comitato di cui all’art. 65 del regolamento in oggetto, illustrando le sue conclusioni e valuta opportune misure da adottare.

Fatte salve le restrizioni sulle sostanze chimiche di cui all’allegato XVII del regolamento REACH o, se del caso, le re -

strizioni e le misure specifiche sui materiali e sugli oggetti a contatto con i prodotti alimentari di cui al regolamento (CE) n. 1935/2004, la somma delle concentrazioni di piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente risultante dalle sostanze presenti negli imballaggi o nei componenti dell’imballaggio non deve superare i 100 mg/kg.

L a conformità a questa disposizione deve essere dimostrata nella documentazione tecnica di cui all’allegato VII (procedura di valutazione della conformità).

D obbiamo segnalare che, a decorrere dal 12 agosto 2026, sarà vietato l’uso di imballaggi alimentari contenenti sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in concentrazione pari o superiore ai valori limite previsti dal regolamento in oggetto.

E ntro il 12 agosto 2030, la Commissione effettua una valutazione per stabilire eventuali modifiche per evitare sovrapposizioni con le restrizioni e i divieti relativi all’uso delle PFAS stabiliti a norma dei regolamenti (CE)1935/2004, (CE) 1907/2006 e (UE) 2019/1021.

E ntro il 12 agosto 2033 la Commissione valuta se si sono raggiunti risultati soddisfacenti nel ridurre al minimo la presenza e la concentrazione di sostanze che destano preoccupazione tra i costituenti di materiali di imballaggio. u

Foto di curtoicurto da iStock.

K 2025: Italia protagonista con quasi 400 aziende

Sono poco meno di 400 le aziende italiane della filiera di plastica e gomma iscritte alla fiera K, la più importante manifestazione mondiale del settore che si svolgerà a Düsseldorf dall’8 al 15 ottobre 2025, e ancora una volta il nostro Paese sarà quello più rappresentato tra gli europei, dopo gli ospiti tedeschi, e comunque il terzo in assoluto, alle spalle della Cina.

Sono oltre 300 i partecipanti italiani del settore macchine, attrezzature, ausiliari e stampi che esporranno nei padiglioni della mostra le più recenti soluzioni che coprono tutte le tecnologie di trasformazione della plastica e della gomma, con un occhio sempre più attento al risparmio energetico e in generale ai temi della sostenibilità, alla digitalizzazione, alla personalizzazione e all’efficienza dei processi.

Oltre la metà di queste aziende aderisce all’associazione Amaplast, che sarà presente al K con uno stand istituzionale (Pad. 16 - A56) per fornire ai visitatori informazioni sul comparto, e promuovere la ventesima edizione di Plast (Milano, 9-12 giugno 2026), la cui organizzazione entrerà nel vivo proprio dopo la mostra tedesca. Ma sono già più di 450 gli espositori iscritti alla specializzata milanese, un numero superiore a quello registrato nello stesso periodo di tre anni fa, e destinato ad aumentare ulteriormente, anche alla luce dello sconto del 10% sul-

le tariffe di partecipazione in vigore fino al 31 ottobre.

L’attuale contesto geopolitico globale è certamente complesso e sono numerosi i fattori che frenano gli investimenti del manifatturiero in tecnologie di processo, sia sul mercato italiano sia nei principali sbocchi di destinazione dell’export, il primo dei quali è, storicamente, proprio la Germania. Nel 2024, al Paese che ospita il K, i costruttori italiani hanno venduto macchine per plastica e gomma per un valore di 415 milioni di euro, con un calo di due punti rispetto al 2023. Nel primo semestre del 2025, tale valore si è attestato a 183 milioni, mostrando quindi una persistente debolezza delle forniture.

Una quota non trascurabile delle vendite è rappresentata da ausiliari, componenti e stampi destinati non a clienti finali, ma bensì a far parte di linee di produzione assemblate da costruttori tedeschi e il forte calo della domanda con cui questi ultimi si sono confrontati nell’ultimo triennio ha inevitabilmente condizionato anche i loro partner italiani. Qualche segnale di inversione di tendenza è stato riscontrato negli ultimissimi mesi, ma le più recenti criticità derivanti dalle politiche tariffarie adottate dall’amministrazione americana preoccupano non poco gli operatori.

Infatti, sia per la Germania sia per l’Italia, gli Stati Uniti rappresentano il secondo

mercato di sbocco all’export e il dazio reciproco al 15%, a cui si aggiungono le nuove imposizioni al 50% sul contenuto di acciaio e alluminio previste per alcune tipologie di macchine, componenti e stampi per plastica e gomma, costituiscono una seria minaccia per i fornitori europei, ma anche un elemento di disequilibrio per i trasformatori americani, che non possono contare su costruttori locali in grado di soddisfare la domanda di tecnologia. Nel 2024, l’export italiano di settore verso gli Stati Uniti si è attestato a circa 350 milioni di euro, in lieve flessione rispetto al 2023. Nei primi sei mesi dell’anno in corso il segno è tornato positivo, ma la tendenza andrà verificata nei prossimi mesi alla luce degli effetti dei nuovi dazi.

Tale performance, però, si colloca in un contesto di rallentamento per le esportazioni italiane di macchine per plastica e gomma che, nel complesso, in base alle rilevazioni ISTAT, hanno registrato una flessione dell’8% rispetto al gennaiogiugno 2024. Si osserva un arretramento più o meno accentuato delle vendite verso la quasi totalità dei quadranti geografici, con l’unica eccezione dell’Asia, grazie all’ottima performance di quelle in Estremo Oriente, trainate soprattutto dalla domanda della Cina (+54%) e dell’India (+9%). Si tratta di due destinazioni che già nei mesi scorsi avevano dato soddisfazioni ai costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, i quali stanno evidentemente concentrando le proprie strategie commerciali su mercati meno colpiti dalle turbolenze economiche in atto. Se, come già accennato, il flusso di forniture agli Stati Uniti mantiene una certa consistenza, quello al vicino Messico (altro mercato di rilievo nell’area) si è fortemente deteriorato (-42%). Le forniture in Europa si sono contratte di dieci punti, condizionate dal -13% della Germania e dal segno meno di altri importanti sbocchi come la Francia, la Spagna e la Turchia. Decisamente male il Medio Oriente (-23%) e l’Africa sub-sahariana (-48%) ma in negativo anche il Centro-Sudamerica (-9%) e il Nordafrica (-7%). Ancora in decisa crescita, invece, l’import, che segna un +11% medio.u

La gomma tedesca soffre nel primo semestre 2025

Il primo semestre 2025 ha confermato una fase complessa per l’industria della gomma in Germania. Secondo i dati diffusi dal Wirtschaftsverband der deutschen Kautschukindustrie (wdk), l’associazione tedesca dell’industria della gomma, la produzione complessiva si arresta a 560.000 tonnellate, in calo dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2024.

La flessione colpisce sia gli pneumatici (220.000 t, -8,2%) sia i prodotti tecnici in gomma (340.000 t, -8,1%). Anche l’occupazione segna il passo: il settore conta ora 60.200 addetti (-6,2%), con il comparto pneumatici a -7,7% e le aziende del comparto tecnico a -5,6%.

Il dato forse più allarmante riguarda il fatturato. Nel primo semestre, il giro d’affari totale della gomma in Germania si ferma a 5,42 miliardi di euro, in riduzione del 7,7%. Il mercato interno è particolarmente in difficoltà, con un calo del 9,6%, mentre il calo del fatturato estero è contenuto nel -4,7%. Il comparto pneumatici registra

ricavi complessivi di 1,91 miliardi di euro (-8,2%), mentre i prodotti tecnici chiudono con 3,51 miliardi (-7,4%). Una tendenza negativa che si accentua per i prodotti destinati all’automotive: meno 12,4% sul mercato interno e meno 8,8% nel totale. La situazione congiunturale è confermata dal comunicato ufficiale wdk, organizzazione di riferimento per il settore con oltre 200 aziende aderenti, in cui il presidente Michael Klein sottolinea come la difficile competitività nazionale costringa ormai molte aziende a servire la clientela tedesca producendo all’estero, penalizzando il cuore produttivo nazionale. Klein chiede alla politica un “autunno delle riforme”, sollecitando interventi immediati: “Serve una drastica riduzione della burocrazia, ma non bastano promesse: servono fatti e risultati concreti”.

Nonostante ciò, il wdk segnala un lieve miglioramento dell’indice di fiducia per il secondo semestre 2025, ma specifica che questo non rappresenta ancora una reale inversione di tendenza per la doman-

da interna, che “resta in rosso in tutte le principali metriche: fatturato, produzione, occupazione e vendite”. Ecco quindi l’importanza di interventi rapidi per recuperare competitività e restituire centralità all’industria della gomma tedesca. u

PFAS: pubblicato da ECHA un aggiornamento sulle proposte di restrizione

L’ECHA (European Chemical Agency, Agenzia europea per le sostanze chimiche) ha comunicato il 20 agosto di aver ha pubblicato le proposte aggiornate per la restrizione delle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) ai sensi del regolamento UE sulle sostanze chimiche REACH.

Il rapporto di 320 pagine (versione numero 14, 24.06.2025) è stato preparato dalle autorità di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, le stesse che avevano presentato la proposta iniziale* a gennaio 2023. Le cinque autorità hanno aggiornato la loro proposta iniziale di restrizione sulla base della valutazione degli oltre 5.600 commenti scientifici e tecnici ricevuti da parti terze durante la consultazione del 2023.

Questo rapporto aggiornato, denominato Background Document, costituisce la base per i pareri dei comitati dell’ECHA. Que-

sto documento, ancora in fase di bozza, potrebbe essere ulteriormente aggiornato, sulla base della valutazione dei comitati. Le cinque autorità hanno, tra le altre cose, identificato ed effettuato valutazioni per otto settori non specificamente menzionati nella proposta iniziale.

I settori sono: guarnizioni; stampa; macchinari; altre applicazioni mediche, come il confezionamento primario e gli eccipienti per prodotti farmaceutici; applicazioni militari; esplosivi; tessuti tecnici; usi industriali più ampi, come solventi e catalizzatori. Inoltre, le autorità hanno preso in considerazione per determinate applicazioni opzioni di restrizione alternative al divieto assoluto o a un divieto con deroghe limitate nel tempo. Queste opzioni prevedono condizioni che consentono la continuazione della fabbricazione, dell’immissione sul mercato e/o dell’uso delle PFAS laddove i rischi possano essere controllati. Queste

opzioni alternative sono state valutate per: la produzione delle PFAS stesse; i trasporti; l’elettronica e i semiconduttori; l’energia; le guarnizioni; le applicazioni di macchinari; e i tessuti tecnici.

L’ECHA ha affermato che i suoi comitati scientifici per la valutazione dei rischi (RAC) e per l’analisi socioeconomica (SEAC) continuano a valutare le restrizioni proposte. L’agenzia, con sede a Helsinki, “mira a fornire alla Commissione europea un parere trasparente, indipendente e di alta qualità da parte del RAC e del SEAC il prima possibile”, affinché la Commissione europea stessa possa in ultima analisi decidere sulla restrizione, dopo aver consultato gli Stati membri dell’UE.

*La consultazione semestrale si è svolta dal 22 marzo al 25 settembre 2023. La proposta di limitare i PFAS nell’UE/SEE è stata presentata all’ECHA il 13 gennaio 2023. u

Foto di MikNik da iStock

EUDR: l’UE propone un nuovo rinvio di un anno

La Commissione Europea formalizzerà la richiesta di un ulteriore rinvio di dodici mesi dell’entrata in vigore del Regolamento UE 2023/1115 contro la deforestazione (EUDR), destinato a limitare nel mercato europeo prodotti associati al degrado forestale globale. L’annuncio è arrivato dalla commissaria all’Ambiente Jessika Roswall, la quale ha motivato la decisione con le attuali criticità tecniche del sistema informatico delegato a gestire la raccolta dei dati e la supervisione sui flussi di merci considerate a rischio deforestazione.

Se ratificata da Parlamento e Consiglio UE, la proroga sposterà l’obbligo per le grandi imprese al 30 dicembre 2026 e per PMI al giugno 2027, aggiungendosi al primo slittamento concesso un anno fa. Il regolamento stabilisce che chi importa o esporta merci come legno, caffè, cacao, olio di palma, gomma, carne bovina e derivati debba documentare

provenienza e sostenibilità tramite sistemi trasparenti di tracciabilità, presidi di due diligence e controlli rafforzati sui fornitori dei Paesi più esposti al rischio deforestazione.

Per agevolare la transizione, la Commissione ha già introdotto misure sempli-

ficate, con la possibilità di utilizzare dichiarazioni annuali e riducendo il carico burocratico; l’obiettivo rimane promuovere una filiera responsabile e ridurre l’impatto ambientale delle importazioni europee, sostenendo pratiche di produzione più sostenibili lungo tutta la catena. u

BKT Carbon debutta in Europa al K 2025

L’azienda indiana Balkrishna Industries Ltd. (BKT), produttrice di pneumatici Off-Highway (per una serie di settori specialistici, tra cui agricolo, edile, movimento terra, industrie portuali e minerarie), presenta per la prima volta in Europa le sue soluzioni di carbon black al K 2025 di Düsseldorf (stand K33 - Hall 8a), in programma dall’8 al 15 ottobre 2025.

Si tratta di un passo strategico che porta

BKT Carbon sulla scena globale. In mostra il portafoglio completo di carbon black firmato BKT, pensato per applicazioni che spaziano dai film agricoli, ai cavi e fili, alle plastiche ad alte prestazioni, ai componenti automotive e alle mescole di gomma, oltre a inchiostri e rivestimenti. I prodotti, altamente performanti, sono progettati per garantire estetica e durabilità ottimali, anche negli impieghi più severi.

BKT sottolinea il proprio impegno verso un modello produttivo sostenibile: nello stabilimento di Bhuj, l’azienda recupera ogni anno oltre 75.000 m³ di gas derivati dalla decomposizione dell’olio, ha eliminato l’uso di circa 100.000 bulk bag (grandi sacchi utilizzati nell’industria per il trasporto e lo stoccaggio di materiali sfusi solidi, ndr) e ridotto di oltre due milioni di chilogrammi le emissioni di CO₂.

Sono in corso, inoltre, sperimentazioni su fonti energetiche alternative a minor impatto ambientale, come PNG, LPG, biogas e rinnovabili.

Il piano quinquennale di sviluppo punta ad aumentare la capacità produttiva di carbon black da 200.000 a 360.000 tonnellate annue entro il 2026, con particolare attenzione ai prodotti ad alte prestazioni e a soluzioni sempre più sostenibili.

“Portare il nostro Carbon Black a K 2025 significa presentare al mercato europeo non solo un portafoglio prodotti completo e competitivo, ma anche un modello industriale fondato su integrazione, innovazione e sostenibilità”, commenta in una nota Rajiv Poddar, Joint Managing Director di BKT.

Con la partecipazione a K 2025, BKT rafforza così il proprio posizionamento internazionale e si propone come partner industriale affidabile, facendo leva su scala produttiva, innovazione tecnica e una visione concreta della sostenibilità applicata. u

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UTH celebra 40 anni al K 2025

UTH festeggerà al prossimo K 2025 di Düs seldorf due traguardi importanti: i 40 anni dalla sua fondazione e i 30 anni della tecnologia di pompe a ingranaggi roll-ex®.

L’appuntamento è dall’8 al 15 ottobre, allo stand D41 del padiglione 15, dove l’azienda tedesca p ropone le ultime innovazioni pensate per rendere più efficiente e sostenibile la lavorazione di gomma, silicone e polimeri.

A ccanto alla collaudata tecnologia modulare roll-ex®, apprezzata da decenni nel settore, UTH p resenta una gamma ampliata di soluzioni: dai sistemi di filtraggio a maglia fine ai nuovi impianti di dosaggio e miscelazione, fino a una generazione aggiornata di macchine a doppia trasmissione, progettate per garantire maggiore efficienza e affidabilità a lungo termine.

“Le sfide che affrontiamo oggi, dalle crescenti esigenze in termini di qualità del prodotto, affidabilità dei processi ed efficienza dei costi, alla crescente necessità di una rilavorazione

efficace dei materiali, ci motivano a sviluppare continuamente nuove soluzioni e a migliorare le nostre tecnologie esistenti.

Q uesto ci consente di ottimizzare in modo sostenibile la lavorazione nei settori della gomma e del silicone e di adattarci alle mutevoli condizioni di mercato”, afferma in una nota Peter J. Uth, Amministratore Delegato di UTH. I l cuore dell’offerta resta il sistema modulare roll-ex®, che permette di combinare diverse unità di alimentazione – dal Two-Roll Plasticizer al Conical Twin-Screw Extruder – a seconda delle esigenze produttive.

A queste si aggiungono le ultime novità come il sistema TRP per la lavorazione continua delle mescole, nuove soluzioni di miscelazione e un sistema avanzato di dosaggio dei polimeri ad alta viscosità.

U n altro fronte su cui l’azienda punta è la digitalizzazione: a Düsseldorf s ono in mostra i software DataLox e VisuGraph V 2, strumenti in grado di raccogliere e analizzare i dati di processo, migliorare il controllo qualità e ottimizzare la produttività. u

Solvay accelera sulla silice circolare

Un passo decisivo verso la sostenibilità per l’industria della gomma e, in particolare, per il settore degli pneumatici. Solvay ha annunciato la riconversione dei propri impianti asiatici di Qingdao (Cina) e Gunsan (Corea del Sud) alla produzione di silice altamente dispersibile (HDS) da materie prime circolari. A partire dal 2026, le due unità utilizzeranno sabbia di scarto certificata ISCC+, permettendo di rendere circolare oltre la metà della capacità regionale di HDS del gruppo.

Sostituendo le materie prime vergini con scarti industriali, Solvay sviluppa tecnologie per ridurre il consumo di risorse e offre ai produttori di pneumatici una silice circolare Zeosil® a costi competitivi, ad alto volume e pronta all’uso, senza bisogno di modifiche alle formulazioni. Un contributo concreto al traguardo fissato dall’industria: raggiungere oltre il 40% di materiali circolari entro il 2030.

La strategia asiatica si inserisce in un percorso più ampio già avviato da Solvay in Europa. Dopo l’esperienza dello stabilimento di Livorno, che utilizza la cenere da lolla di riso come materia prima, l’azienda estende ora il modello a livello globale, consolidando una rete di forniture più resiliente e sostenibile. A ciò si aggiunge lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni, come l’impiego di forni elettrici, per ridurre ulteriormente l’impronta carbonica della silice.

“La silice circolare di Solvay migliora l’efficienza energetica e l’autonomia delle auto elettriche, offre maggiore durata, aumenta la sicurezza e avanza la sostenibilità,” ha sottolineato An Nuyttens, Presidente della business unit Silica. “Non è solo innovazione, è una vera rivoluzione nel modo in cui operiamo lungo la catena del valore”.

Con questa mossa, Solvay consolida la propria posizione di pioniere nella silice circolare, già prodotta non solo da lolla di riso ma anche da altre fonti alternative, rafforzando la collaborazione con partner industriali e contribuendo in modo determinante alla transizione green della filiera della gomma. u

Gli inserzionisti di questo numero

G3 è in grado di offrire servizi di personalizzazione dell’ingegneria e di service attraverso l’uso delle più moderne tecnologie di supporto da remoto come la realtà aumentata e sistemi di supporto remotizzati.

Offriamo anche servizi di valutazione delle macchine, ricambi nuovi e di seconda mano, G3 Stock, ispezioni, manutenzione preventiva-ordinaria-straordinaria.

Da oltre 40 anni PMG è tra i più qualificati produttori di mescole a base di elastomeri speciali ad alte prestazioni. In questi anni abbiamo consolidato la nostra presenza sui mercati globali con il sito produttivo di PMG East in Romania per fornire ai nostri clienti soluzioni innovative e personalizzate direttamente nelle loro aree di competenza. Dal 2016 PMG è presente in Cina con il sito produttivo di PMG Rubber Technology di Changshu con tre linee produttive di FKM e di mescole organiche nere, un team locale di esperti tecnici e commerciali ed una struttura di R&D per essere sempre più vicini ai nostri clienti nell’area Asia Pacifico.

Since 1976 with more than 40 years of experience PMG is a global leading rubber compounds. The production at PMG Italy is in three mixing plants to produce coloured compounds and the mixing unit dedicated to FKM compounds with compounds. PMG production is based on all specialty elastomers and the production of FKM compounds, for which PMG is a global leader for product

PMG SpA

Cenate Sotto (Bg) - Italia

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300645 Timisoara - Romania

Str. I. Slovici, 135

Tel. +40 356 425940 - Fax +40 356 425941

PMG Rubber Technology Changshu

Changshu - Cina

55 Yangguan Avenue

Building E 2-3, Fervent Industrial Park

Tel. +86 512 83861999

PMG East Srl. started operations in January 2006 at Timisoara (Romania) black compound. The site is equipped with a state of the art mixing line to Eastern Europe.

PMG Rubber Technology (Changshu) CO Ltd.

In December 2016, PMG Rubber Technology Ltd has started operations in Changshu in Fervent Industrial Park, north of Shanghai on an area of 7500sqm. The black and coloured FKM and a line for black compounds in operation by experienced technicians and sales professionals, laboratory facility and modern know-how represent a unique opportunity to be close to our customers in

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