Corrente alternata

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Incipit. Storia d’autunno

~ Un novembre qualunque, di un anno qualsiasi… “Ciascuno cresce solo se sognato.”

Capitolo 1: un bacio benedetto?

In un regno molto lontano, e allo stesso tempo molto vicino, i giorni si susseguivano lenti. Quasi tutti uguali. La nostra storia inizia in un freddo martedì di novembre.

Un forte acquazzone imprevisto imperversava da ore ed era passata da poco la mezzanotte, minuto più o minuto meno.

La pioggia cadeva scrosciante, lampi e tuoni squassavano il cielo come a voler avvisare che c’erano cambiamenti all’orizzonte.

In una cittadina qualunque, un edificio bianco e rosa pullulava di persone indaffarate nel cuore della notte. Lì non era permesso fermarsi: le nascite dettavano regole e programmi, scandivano a suon di eventi il passare inesorabile delle stagioni.

È quello il tempo e il luogo in cui nacque una piccola bambina di nome Fiamma. Era entusiasta e gioiosa, dopotutto stava per iniziare la sua avventura più grande.

Grandi occhi fiordaliso spalancati di meraviglia per tutte quelle novità, minuscoli boccoli di fini capelli di un intenso rosso-arancione ardevano forti come il suo piccolo cuore che batteva veloce. Una tutina color pesca e verde foglia la avvolgeva, al di sopra una copertina di lana soffice color carta da zucchero la copriva con delicatezza.

Tutto era tranquillo e perfetto nella stanzetta rischiarata appena dalle tenui lampade che illuminavano di luce fioca e calda le culle presenti. Nel corridoio passi lievi

come la neve a dicembre scandivano i minuti. Una figura in ombra aprì la porta e si avvicinò cautamente al lettino. La donna dai luminosi occhi verde-mare indossava un berretto porpora, un lungo cappotto caramello e una sciarpa di bianca lana infeltrita.

Osservò la piccola che dormiva serena beandosi dei suoi sogni di nuova nata.

Senza proferire parola si chinò su di lei e le diede un bacio. Una piccola carezza di piuma che si solidificò presto in una stella lucente. La donna guardò l’opera e pensò fra sé e sé che sarebbe bastato. Quello era il dono più grande che poteva farle: affidarle un talismano di pura luce e fiducia. Darle una parte del suo

cammino e poi lasciarla libera di provare che il destino era una pagina vuota che doveva ancora essere scritta. Una pagina bianca da riempire di sorrisi, miracoli e meraviglia. Nulla era stabilito. Tutto era possibile.

La salutò e se ne andò senza più voltarsi. La piccola nella culla, ignara di tutto, si mosse e strinse ancora di più la minuscola stella che fiammeggiando a poco a poco entrò dentro di lei. Gli ultimi sbrilluccicanti scintillii trovarono posto nel cuore a cui era stato affidato quel messaggio segreto di fuoco, semi e piume.

A poca distanza da dove avvenivano questi eventi, in un edificio color albicocca, una giovane infermiera dai capelli cioccolato e gli occhi verdissimi passeggiava nei corridoi silenziosi.

A un certo punto arrivò nella nursery, dove dormivano i piccoli nati prima del tempo. Col cuore gonfio di amore e calore guardava quei minuscoli pazienti che le erano stati affidati. Osservandoli sonnecchiare pacifici si chiese se un giorno anche lei e suo marito avrebbero portato a casa uno di quei dolci fagotti profumati.

La speranza ardeva forte in lei.

Capitolo 2: L’ombra di un lupo.

Amiglia di distanza, in una foresta di pini verdi nascosta allo sguardo del mondo, la neve cadeva fitta. Il clan era pronto. A ogni nascita un nuovo membro della rinomata stirpe degli angeli custodi entrava finalmente a rinforzare le fila. Nuova energia. Nuova potenza e un’onda di pura forza luminosa da condividere si mostrava, infine, a tutti loro.

I partecipanti della magica assemblea attendevano in trepidante attesa: sarebbe stato un leone coraggioso il nuovo compagno? O magari una volpe astuta e intelligente? O ancora un magnifico e lucente cigno dal manto piumato e soffice? Il fuoco illuminava i volti speranzosi gettando ombre e riflessi incandescenti nella combriccola assiepata di fronte alla tenda degli inizi.

Le ore passavano e la natura stessa sembrava immobile, cristallizzata in un eterno infinito. Persino il vento e le nuvole se ne stavano quieti, trattenendo il respiro in attesa. All’improvviso si avvertirono strani

movimenti provenire dall’interno dell’enorme tenda rossa. Poco dopo, l’anziana che presiedeva ai riti delle origini apparve sulla soglia. In braccio teneva stretto tra le braccia un minuscolo fagotto tremante. All’interno, avvolto in una modesta coperta di lana viola, un piccolo cucciolo di lupo impaurito e col pelo color cenere tutto arruffato osservava per la prima volta la sua famiglia. Silenzio. Grida di rabbia e delusione. Che diavoleria era questa? Qualcosa doveva essere andato storto, era ovvio.

Al posto dell’aitante guerriero che si aspettavano c’era un batuffolo grigio e triste che tremava come una foglia. Che vergogna. Gli anziani e le anziane della congrega si riunirono in consiglio. Per lunghi giorni e numerose notti nessuno parlò, si sentivano solo i sussurri di chi confabulava sommessamente alla ricerca di un’idea su come gestire la situazione. Era una catastrofe, avrebbero di certo perso il rispetto delle altre congreghe.

Dopo molto ragionare una vecchina, piccola e ingobbita che era stata la guida di re e regine, si fece avanti. Prese la parola e propose una via alternativa.

Il piccolo lupo sarebbe stato comunque allevato e addestrato per accompagnare l’anima che gli era stata assegnata. Non subito però. Al momento stabilito,

dopo essersi adeguatamente preparato e aver studiato, avrebbe infine incontrato la persona alla quale era destinato. Dopotutto chi erano loro per mettere in dubbio il grande disegno dell’Universo?

Nessuno osò fiatare né contestare la fonte di tanta saggezza e fu così che Lupo entrò nel clan degli angeli guerrieri tra lo stupore e la disapprovazione generale.

Da quel giorno iniziò il suo lungo e complicato addestramento insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle.

Venne apposto un sigillo elaborato sulla vecchia pagina di un tomo ormai consunto. Eleganti lettere d’inchiostro serpeggiavano sul foglio, sancendo il nodo unico che avrebbe unito per la vita due destini ancora sconosciuti.

Fiamma mugugnò per un attimo poi si rigirò quieta nella sua culla. Sognò di un piccolo lupo che osservava con occhi pieni di stupore le stelle del freddo cielo autunnale.

Entrambi erano ancora ignari dell’invisibile e lunghissimo filo rosso, cucito strettamente e annodato con perizia da mani sapienti, che si srotolava cangiante sui poli opposti di due universi.

Due mondi gemelli, così come le anime le cui storie avevano appena iniziato a intrecciarsi. Nessuno dei due sospettava nulla, e di certo non conoscevano neppure gli eventi che li avrebbero visti coinvolti.

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