DAILY#2 82. Mostra del Cinema di Venezia - August 28, 2025 Venews+Ciak

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82. VENICE FILM FESTIVAL

Astar-studded red carpet today. In Competition, Emma Stone reunites for the fourth time with Yorgos Lanthimos in Bugonia, a sci-fi dark comedy about very contemporary conspiracy paranoias, while George Clooney (joined by Adam Sandler, Laura Dern, Billy Crudup, Greta Gerwig, Jim Broadbent and Alba Rohrwacher) plays an actor at a crossroads in Jay Kelly, Noah Baumbach’s third time at Venice. Also vying for the Lion is Orphan by Hungarian filmmaker László Nemes, an evocation of family memories following the 1956 anti-Soviet uprising. In Orizzonti, Benedetta Porcaroli stars as the misfit heroine of The Kidnapping of Arabella, Carolina Cavalli’s second feature, while Slovak director Tereza Nvotová presents Father, a story reflecting on the thin line between tragedy, chance and guilt. Tragedy also stirs in Stereo Girls (Les immortelles) by French filmmaker Caroline Deruas Peano, with Emmanuelle Béart, and in La Gioia by Nicolangelo Gelormini, in the tormented, forbidden bond between a frustrated teacher and a teenage prostitute. Venice Classics highlights include Megadoc, Mike Figgis’s chronicle of Francis Ford Coppola’s Megalopolis. Finally, echoing his Golden Lion for Lifetime Achievement, Werner Herzog unveils his new “fantasy doc” Ghost Elephants: anything but conventional.

Shadows & Stars

di Roberto Pugliese

Red carpet affollatissimo di stelle, oggi. In Concorso Emma Stone ritrova per la quarta volta Yorgos Lanthimos con Bugonia, dark comedy fantascientifica intorno a paranoie cospirazioniste molto attuali, mentre George Clooney (affiancato, fra gli altri, da Adam Sandler, Laura Dern, Billy Crudup, Greta Gerwig, Jim Broadbent e Alba Rohrwacher) è un attore in crisi in Jay Kelly, terza presenza veneziana di Noah Baumbach. In corsa per il Leone ‘sfila’ anche Orphan dell’ungherese László Nemes (Il figlio di Saul), che rievoca autobiograficamente memorie personali all’indomani della rivolta antisovietica del ‘56. In Orizzonti, Benedetta Porcaroli, insieme a Chris Pine e Eva Robin’s, è la disadattata protagonista de Il rapimento di Arabella, op.2 di Carolina Cavalli (dopo Amanda, al Lido nel 2022), mentre Father della slovacca Tereza Nvotová è una storia che riflette sui confini fra tragedia, caso e sensi di colpa. Tragedia (e, insieme, politica e musica) che nella SIC agita anche Stereo Girls (Les immortelles) della francese Caroline Deruas Peano (nel cast la ritrovata Emmanuelle Béart) e che serpeggia in La Gioia (Giornate degli Autori) di Nicolangelo Gelormini, con Valeria Golino e Jasmine Trinca, tormentato e proibito legame fra un’insegnante frustrata e un giovanissimo prostituto. In Venezia Classici imperdibile Megadoc, il documentario che Mike Figgis ha dedicato alla lavorazione di Megalopolis di Francis Ford Coppola. E infine, quale eco del suo Leone alla Carriera, il nuovo doc-“fantasy” di Werner Herzog Ghost Elephants: tutt’altro che un documentario convenzionale.

12.00 GHOST ELEPHANTS (Fuori Concorso – Non Fiction) e LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2025 a WERNER HERZOG

12.45 ORPHAN (Venezia 82)

13.30 BUGONIA (Venezia 82)

14.30 JAY KELLY (Venezia 82) press conferences palazzo del casinò

Lights. Camera. Action!

In Emilia-Romagna we welcome ideas, support businesses with guaranteed-timing financing, assist productions and promote audiovisual works.

8.30 Sala Grande

VENEZIA 82 press - industry

BUGONIA

Yorgos Lanthimos (120’) v.o. inglese st. italiano/inglese

8.30 Sala Darsena

VENEZIA 82 press - industry

JAY KELLY

Noah Baumbach (132’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

8.30 PalaBiennale

ORIZZONTI - FILM DI APERTURA tutti gli accrediti

MOTHER

Teona Strugar Mitevska (104’) v.o. inglese st. italiano/inglese

8.30 Sala Giardino

FUORI CONCORSO

pubblico - tutti gli accrediti

ORIGIN

Yann Arthus-Bertrand (27’) senza dialoghi a seguire

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

FUORI CONCORSO

QUEEN KELLY

Erich von Stroheim (105’)

v.o. inglese st. italiano

8.30 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA

SIC@SIC press - industry

THE PØRNØGRAPH R

Hariel (11’)

v.o. inglese, italiano st. italiano/inglese AGON

Giulio Bertelli (100’)

v.o. italiano, inglese st. inglese, italiano

9.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry

MEGADOC

Mike Figgis (107’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

10.45 PalaBiennale

VENEZIA 82 - FILM DI APERTURA

tutti gli accrediti

LA GRAZIA

Paolo Sorrentino (133’)

v.o. italiano st. inglese

11.00 Sala Casinò

ORIZZONTI - FUORI CONCORSO

TRIBUTO A WAVE IN THE OCEAN

pubblico 14+ - tutti gli accrediti

GIRL TIME

Eleanor Bishop (12’)

v.o. inglese st. italiano/inglese THE BRIGHTNESS

Freya Silas Finch (13’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

KURI

Ana Chaya Scotney (13’)

v.o. inglese, te reo ma¯ori st. italiano/inglese

THE GIRL NEXT DOOR

Mingjian Cui (15’)

v.o. inglese, cantonese, mandarino st. italiano/inglese

SOCKS

Todd Karehana (15’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

A VERY GOOD BOY

Samuel Te Kani (17’)

v.o. inglese st. italiano/inglese IN CONVERSATION WITH JACK MAURER

Hash (14’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.00 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI

EVENTI SPECIALI

pubblico - tutti gli accrediti LAGUNA (LAGUNA)

Sharunas Bartas (102’)

v.o. lituano, spagnolo st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.15 Sala Grande

VENEZIA 82 press - industry

JAY KELLY

Noah Baumbach (132’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.15 Sala Darsena

VENEZIA 82 press - industry

BUGONIA

Yorgos Lanthimos (120’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.15 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico - tutti gli accrediti

BASHU GHARIBEH

KOUCHAK (BASHU THE LITTLE STRANGER)

Bahram Beyzai (121’)

v.o. farsi st. italiano/inglese

Focus

Emma Stone di Davide Carbone

Che fosse benedetta dal sacro fuoco della recitazione è stato chiaro fin dagli esordi; già il ruolo da protagonista nel delicato e incisivo The Help del 2011 confermava di trovarsi di fronte ad un’attrice di razza, con tanto di accento del Mississippi e ruolo preparato studiando la storia del movimento per i diritti civili. Emma Stone ha dimostrato fino a qui di poter interpretare i personaggi più diversi, caratteristica che manterrà senza dubbio alcuno in ogni capitolo della sua carriera. Con curiosità, voglia di mettersi alla prova e capacità di farsi plasmare dalle suggestioni del regista, Emma ci ha regalato una memorabile e struggente versione di Gwen Stacy, fidanzata di Spider-Man, prima di diventare la figlia problematica di Michael Keaton nello strepitoso Birdman di Iñárritu, ennesima intuizione di Alberto Barbera che lo scelse per aprire la Mostra del Cinema nel 2014. Il film vinse poi quattro Oscar. Intuizioni, Oscar, Venezia: unendo i puntini ecco La La Land, successo premiato dall’Academy che traccia nuovi confini del musical, “dedicato ai folli che sognano”, con protagonisti Ryan Gosling e lei, vincitrice di una Coppa Volpi che ne ha consacrato il talento al mondo.

Intuizioni, Oscar, Venezia: l’equazione si ripete valida e scintillante nel 2023, quando diretta da Yorgos Lanthimos porta Povere creature! ad aggiudicarsi il Leone d’Oro ottenendo un Oscar alla migliore interpretazione femminile tra i più meritati degli ultimi anni.

Director's cuts

A higher form of truth

Emma’s five

The Help (2011)

Mississippi, 1963. In una società che considera una donna realizzata solo se premurosa madre e casalinga, Emma è una ragazza desiderosa di lasciare una traccia nel mondo lottando contro segregazione e razzismo.

The Amazing Spider-Man (2012)

L’amichevole Spider-Man di quartiere stavolta è Andrew Garfield, nel reboot della trilogia firmata da Sam Raimi tra il 2002 e il 2007. La sua Gwen Stacy è personaggio principale al pari di Peter. Fino alla fine.

Birdman (2014)

Nei panni della figlia Sam, è uno dei dolorosi capitoli della propria vita che Riggan Thompson si trova ad affrontare in questo frenetico viaggio dentro sé stesso firmato da Iñárritu.

La La Land (2016)

Tutti abbiamo sperato in scelte diverse, ma solo per capire quanto il lieto fine non sia per forza la cosa giusta a cui tendere. Sì, Mia/ Emma ha senz’altro realizzato il sogno di diventare un’attrice.

Povere creature! (2023)

Il progetto di Lanthimos richiedeva adesione totale. E la risposta di Emma è stata da Oscar, nei panni di una creatura dominata dagli impulsi e capace per questo di vivere come pochi altri.

I believe we can confidently say that Werner Herzog is the greatest living documentary filmmaker. Beyond that, he is the one who has definitively shattered all the boundaries between documentary and fictional cinema. He is a director who has seamlessly blended forms, languages, and aesthetics to the point that, in some of his films, it becomes difficult to distinguish between the reality he portrays and the poetic elements he adds, invents, or manipulates in the best sense of the word. When asked how to interpret what he is filming, he often responds, “I am looking for a higher form of truth, a representation that is more effective than the simple, banal mechanical reproduction of what is happening.” This approach extends beyond his narrative films to his works documenting sensational events, such as the burning oil wells in Iraq, Lessons of Darkness, or natural phenomena he’s filmed under extreme conditions, something many directors would never dare attempt. Herzog pushed the boundaries of what can be represented in cinema to previously uncharted levels, greatly expanding our capacity to see. From the start, his mission has been to search for images that have never been seen before and to explore what is unrepresentable, challenging the fact that there are fewer and fewer things left to discover, especially in an era of ubiquitous content shared via mobile phones. His latest film, Ghost Elephants, which he will present here in Venice, continues this quest with the extraordinary search for an elephant thought to be extinct, which he eventually manages to find. How many other documentary filmmakers embark on such an intensely personal and visionary mission? There are certainly excellent professionals in the field of documentation, and we have some of them here this year as well, but Herzog has always been a step ahead of everyone.

past conferences

La grazia non è solamente uno strumento giuridico a disposizione del Presidente della Repubblica ma una sorta di atteggiamento nei confronti del mondo e della vita, che è anche un atteggiamento amoroso

Paolo Sorrentino

Focus

Nel cinema del regista russo incombe la Storia con tutti i suoi fantasmi più reconditi: i grandi personaggi che, con le loro decisioni, hanno causato la morte di milioni di persone, ritornano con insistenza nella filmografia di Aleksandr Sokurov. A volte appaiono come esseri rarefatti, sospesi in una sorta di limbo ancestrale; altre volte si incarnano in vere e proprie narrazioni storiche annebbiate da lenti deformanti e luci soffuse. In Moloch (1999), titolo che rimanda al Faust di Goethe ma anche alle superstizioni antisemite sulla venerazione di divinità pagane, viene raffigurato un Hitler a riposo, immerso nelle sue ossessioni e banalità, mentre in Toro (2001) Lenin, in preda a problemi neurologici, sente che il suo tempo sta per finire. Ma è proprio grazie alla trasposizione del mito di Faust che il regista nel 2011 ottiene il Leone d’Oro alla 68. Mostra del Cinema di Venezia. Sokurov affronta anche la fantascienza e i fantasmi della modernità ne I giorni dell’eclisse (1988), tratto dal romanzo dei fratelli Strugackij, autori anche del romanzo Picnic sul ciglio della strada da cui Andrej Tarkovskij trarrà Stalker (1979), in un susseguirsi di incidenti che impediscono al protagonista di realizzare un’importante scoperta. L’Arca russa (2002) è un esperimento cinematografico e insieme un viaggio nello spazio e nel tempo: l’intero film è girato con un unico piano sequenza (impresa altrimenti impossibile prima dell’avvento del digitale senza adottare dei trucchi cinematografici) all’interno del museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Con Francofonia (2015) torna a girare all’interno di un museo – questa volta il Louvre – realizzando un’opera grandiosa, ma che in parte si discosta dal film del 2002.

Aleksandr’s five

FATHER (OTEC) Orizzonti

Madre e figlio (1997)

Toccante opera visiva dilatata nei tempi e dalle immagini deformate che tende all’astrazione poetica.

Elegia del viaggio (2001)

Anticamera registica dell’Arca russa, costruita su visioni oniriche e voli pindarici filosofici.

Arca russa (2002)

Incredibile viaggio attraverso le epoche all’interno di un luogocapsula temporale avvolto nel mare.

Il Sole (2005)

Terzo capitolo della tetralogia sul potere con protagonista l’imperatore Hirohito all’indomani della sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale.

Fairytale - Una fiaba (2022)

Opera sperimentale e riflessione sulla Storia in forma di limbo catartico.

di Tereza Nvotová con Milan Ondrík, Dominika Morávková, Dominika Zajcz, Martina Sl’úková, An˘a Geislerová, Peter Ondrejicˇka, Peter Bebjak, Ingrid Timková, Roman Polák (Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, 102’)

La vita di un uomo per bene viene spezzata da un unico, irreparabile momento di distrazione che provoca la tragica morte della figlia di due anni. Mentre si prepara ad affrontare la condanna, nell’uomo cresce il sospetto che quella colpa affondi le radici in qualcosa di più profondo e oscuro: l’architettura stessa della mente umana. Girato in lunghi piani sequenza, il film è un ritratto essenziale e lacerante dell’amore, del senso di colpa e della lotta per riuscire, forse, a perdonare l’imperdonabile. Tereza Nvotová Nata nel 1988 a Trnava, Tereza Nvotová è una regista, documentarista, attrice e sceneggiatrice slovacca. Inserita da Forbes nel 2018 tra i “30 under 30” della Slovacchia, ha esordito nel 2017 con il film Filthy e il documentario The Lust for Power, entrambi incentrati su temi di forte attualità come politica, corruzione e abuso, che le sono valsi numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Vive tra Praga e New York e insegna regia alla scuola di cinema FAMU di Praga.

interview

In Father you tell the story of an upright man, overwhelmed by an irreparable guilt. Your previous films also dealt with forms of trauma and inner wounds: how does this new story fit into your artistic and human journey?

I reached a point in my life where I realized how much guilt I constantly feel, as if it was an always-present thing. At first, I thought it was just my problem, but when I talked to people around me, I found out that even people who haven’t experienced major trauma have strong feelings of guilt. To escape them, even briefly, we often shift blame to others – whether for major failures or minor trifles for which no one is to blame. However, there is a difference between guilt and feelings of guilt. At least that’s what my therapist often tells me. That distinction became the doorway into Father, a story that asks: what is guilt, really? Who is to blame when something terrible happens – like the death of a child – that no one intended? The real culprit is the human brain itself and the way it’s built. How to deal with such guilt, and how to find forgiveness and peace? How should society respond? Or his wife? I don’t have clear answers. But by living with these questions through the making of this film, I’ve come closer to accepting my own fragility and fallibility, and closer to an inner peace, I couldn’t see through the layers of guilt.

SALA WEB MY MOVIES

Biennale College

Antiche leggende locali si intrecciano nella modernità degli anni ‘90 attorno ad una cittadina nella tranquillità dell’Himalaya. Una donna, Barkha, si ritrova a mettere in dubbio la propria fedeltà nei confronti del marito al fronte, quando la sua solitudine viene interrotta dall’arrivo nel villaggio del misterioso Manik Guho. Il film si pone come un’indagine sulla vulnerabilità umana, tema spesso affrontato dalla regista, già pluripremiata e prima indiana a ricevere l’Asian Cinema Fund. Saxena è anche fondatrice della casa di produzione Forest Flower Films.

Secret of a Mountain Serpent di Nidhi Saxena (India, Sri Lanka, 108’)

The visual construction of Father is striking in its intensity: every frame seems to carry the weight of the characters’ emotions. What stylistic choices did you make to bring this density to the screen, and how did you work with cinematography and narrative rhythm to achieve it?

Visual approach of long uninterrupted takes was my gateway into the whole film. I could not imagine this film in conventional episodic structure, because I think it would be like looking at a photo album from a funeral day. No one wants to see that kind of stuff. What I wanted to do is something like a video game, but in very different circumstances that lead us deeper inside of ourselves. For me, the long takes were a way to force intimacy: the audience has no choice but to live the protagonist’s life without interruption or distance. This meant I had to visualize the scenes already while writing the script, constantly adapting them to the location and to the actors. I questioned every moment – does this shot carry the character’s emotion? Am I connected to what’s happening, or am I losing that connection? Those questions shaped everything – from whether the camera was on a crane, or in Adam’s hands, held just a few centimeters from the actor’s face. For rhythm I invited Nikodem, the editor on set, to do what he normally does in the edit, but instead, he would tell me if something lacked rhythm or didn’t work in the scene, and I would adjust it right there. There are also moments when the character dissociates and we enter his inner world. In those scenes I wanted music and sound to take over, so having Jonatan, the composer, on set was very useful. He brought a pre-composed piece and even worked on it during shooting, shaping it together with the scene so it became fully symbiotic. I loved that the image we shot didn’t dictate everything else, but rather all the elements influenced one another organically.

Milan Ondrík and Dominika Morávková sustain a heavy emotional burden on screen. In particular, the protagonist carries the whole film with a performance of great intensity. What was it like working with them in shaping such complex characters? I knew both actors beforehand, and there was no casting process. From the very beginning, it was just the three of us, sitting together in a kind of safe circle and reading through the entire script. We spoke about every small moment, every thought and feeling of the characters, often sharing our own stories along the way. During the shoot, we also had rehearsal days on location, only with the actors and the camera crew, so we could connect the emotional work with the technical demands of the film. Milan often says this was the most difficult role he has ever played – and it doesn’t surprise me. To truthfully embody this part, he had to live through anyone’s worst nightmare. He couldn’t fake it or “act” it; he had to be it. For the hardest scenes, he chose to remain alone the entire day, even during breaks, to stay inside the emotion. In those moments, I was the only one who spoke to him.

The film speaks of an unimaginable and unforgivable guilt, and yet a strong sense of humanity, love and understanding emerges. How can cinema become a space in which to process such radical emotions? Cinema is like therapy – though most people don’t realize it. It offers us a space where we can sit in the dark, unseen, and let go of control. We can feel and express whatever we need: become someone else, fall in love, grieve, we can even die! It’s such a strong tool that bypasses our defenses and speaks directly to the heart.

di Andrea Zennaro

IL RAPIMENTO DI ARABELLA

Orizzonti

Carolina Cavalli’s second feature is a dramedy telling the story of Holly (Benedetta Porcaroli), a 28-yearold misfit convinced that her life has taken the wrong turn. When she meets Arabella, a seven-year-old girl who has run away from home, Holly comes to believe she has found the younger version of herself. Together, they embark on a surreal, tender escape, caught between dreams of redemption and the search for a new identity.

Carolina Cavalli

A director, screenwriter, and writer, Carolina Cavalli returns to Venice after her debut in the Orizzonti Extra section with Amanda (2022), which The Guardian included the following year among the 15 best films of the year. In 2023, she co-wrote the screenplay for Fremont (2023) with Iranian director and producer Babak Jalali. Premiering at both the Sundance Film Festival and the Karlovy Vary International Film Festival, the film earned her the John Cassavetes Award at the Independent Spirit Awards. In 2022, she published her first novel, Metropolitania

intervista

Carolina Cavalli di Marisa Santin

Come è nata l’idea di raccontare l’incontro tra una giovane donna alla ricerca di se stessa e una bambina in fuga e cosa le interessava esplorare in questa dinamica “a specchio”?

Mi piaceva l’idea di tornare a parlare di un’amicizia tra due ragazze, ma questa volta di età diverse. Di solito c’è una bambina che vuole crescere velocemente; qui invece c’è un’adulta che vorrebbe tornare piccola, una sorta di sorella maggiore che non sa bene dove andare. È un sentimento che riconosco anch’io, nel rapporto con le generazioni più giovani e in quello che ho vissuto con le donne più grandi di me: la loro presenza è stata importante non perché avessero già trovato la strada, ma perché erano ancora in cerca.

La fuga di Holly e Arabella è anche un viaggio interiore. Quali scelte narrative e visive le sono servite per trasformare un road movie in una storia di ricerca identitaria? Come ha bilanciato il surreale e il quotidiano nella storia?

Capisco bene la domanda, perché in effetti ho cercato di pianificare questa cosa, ma alla fine mi è sfuggita dalla testa. Più ci pensavo, anche in fase di scrittura, più mi sembrava che la storia potesse diventare solo simbolica o metaforica. Ma in fondo tutte le storie possono esserlo, non serve provarci. Così ho scelto di non pensarci: è semplicemente una storia verosimile, un viaggio in macchina, una ragazza con un desiderio fortissimo e inaspettato – tornare indietro per cogliere un’occasione persa – e una bambina con un obiettivo inizialmente infantile, ovvero scappare di casa con chiunque abbia una macchina.

Il cast mescola volti italiani come Benedetta Porcaroli e Lucrezia Guglielmino con presenze internazionali come Chris Pine e figure non convenzionali come Eva Robin’s. Come ha costruito il cast e in che modo gli interpreti hanno influenzato il tono e le dinamiche del film? Sono abbastanza restia a modificare il tono, le dinamiche e i dialoghi del film dopo i casting. Ma credo rimanga comunque un grandissimo spazio di personalizzazione per le attrici e gli attori, forse quello più importante, ossia il percorso che porta un personaggio ad esistere solo nell’immaginazione fino ad esistere agli occhi di più persone. La credibilità di questo passaggio è, per me, la sfida più complessa. Per questo servono attrici bravissime, oppure persone perfettamente giuste per ogni ruolo: anche se non influenzano le scelte preliminari, certamente le radicano nella realtà. Il cast, in effetti, è molto variegato ed è una delle cose più belle di questo lavoro: si creano famiglie solo in apparenza casuali, che però condividono legami invisibili

Le riprese si sono svolte tra Veneto ed Emilia-Romagna. Che ruolo hanno avuto questi luoghi nella costruzione visiva e simbolica della storia? Poiché il film non è ambientato in un luogo geografico reale, l’identità del mondo che racconta nasce inizialmente libera, ma finisce per dipendere molto dai luoghi concreti in cui giriamo. Come tutte le regioni, anche Veneto ed Emilia-Romagna hanno una loro bellezza tradizionale, ma allo stesso tempo riservano aspetti inattesi. In preproduzione, quando visitiamo un luogo, insieme allo scenografo e al direttore della fotografia cerchiamo di costruire al suo interno un mondo credibile e una mappa plausibile.

Per questo le due regioni sono molto presenti nella storia e nelle immagini, pur senza risultare immediatamente riconoscibili...

ore 17:30 | SALA LAGUNA incontro

OLTRE IL CARCERE promosso da Patriarcato di Venezia, Caritas, Cooperativa Nova-Fondazione Esodo, Pastorale del Lido

ore 18.30 | SALA LAGUNA proiezione

LE FARFALLE DELLA GIUDECCA di Rosa L. Galantino e Luigi G. Ceccarelli con Ottavia Piccolo 75’, Italia, 2025

ore 21.00 | SALA LAGUNA proiezione

NOTTI VENEZIANE

DOM di Massimiliano Battistella 83’,Italia, Bosnia ed Erzegovina, 2025

Lavandaie, sarte, cuoche, attrici, ortolane. Figlie, sorelle, madri di ogni età e provenienza, accomunate da un destino di sbarre e cemento. Sono le detenute della laguna, protagoniste del documentario Le Farfalle della Giudecca, presentato in prima nazionale il 28 agosto in Sala Laguna nell’ambito di Isola Edipo, che ogni anno affianca la Mostra del Cinema con iniziative dedicate ad arti, cinema e attualità all’insegna dei diritti, dell’inclusione e della sostenibilità. Diretto da Rosa Lina Galantino e Luigi Giuliano Ceccarelli, con la voce narrante di Ottavia Piccolo, il film racconta l’esperienza di un carcere femminile trasformato in laboratorio sociale e creativo. Un percorso che ha già avuto riconoscimenti pubblici, quando le detenute hanno guidato i visitatori della Biennale Arte 2024 e accolto Papa Francesco. Ma il legame con la città è ancora più concreto: dalle lavanderie del carcere transitano le forniture tessili degli hotel di lusso veneziani, un flusso costante che fa del penitenziario un nodo produttivo riconosciuto e una risorsa economica per la laguna, oltre che un’occasione reale di formazione professionale. Lo raccontano Monia, ormai in semilibertà, per la quale il lavoro ha rappresentato un argine e un sostegno, Fauta, arrivata dall’Africa, Rosaria e Paola, che a 68 anni non smette di immaginare un futuro in cui schiudere le proprie ali. Dopo la proiezione, l’incontro con i registi offre la possibilità di attraversare le storie di queste e altre donne, spalancando per un istante l’accesso a una dimensione parallela, ma che esiste accanto a noi. Adele Spinelli

Carolina Cavalli with Benedetta Porcaroli, Lucrezia Guglielmino, Chris Pine, Marco Bonadei, Eva Robin’s (Italy, 107’)

Delinquenti indelicati? I giovanissimi cattivi-ma-buoni sono un caposaldo del cinema degli anni ‘50, e Marlon Brando e James Dean erano i loro profeti. È ricordando questa temperie che si gode The Delicate Delinquent di Don McGuire: basta il bellissimo inizio parodistico. Si sente sempre, da fonti autorevoli, che il difetto del film (primo a solo di Jerry Lewis dopo la separazione da Dean Martin) sta nell’incrociare eccessivamente il comico e il patetico; ma non è del tutto esatto. In realtà questa storia di passaggio da nullità disprezzata a vero uomo in divisa da poliziotto, sotto l’ala protettiva del poliziotto amico/ padre putativo Darren McGavin, è gestita con sufficiente disinvoltura (peraltro, Jerry Lewis ha sempre avuto un penchant per il patetico, al pari di Danny Kaye e Red Skelton). È sempre quel tema dell’inadeguatezza e del tentativo di crescita che fonda la comicità di Lewis. Il difetto del film è semmai che in una scena o due (come quella in cui si esalta con un coltello in mano) il grande Jerry, mal diretto da McGuire, perde i ritmi e tende a strafare. In compenso troviamo molti passaggi assai divertenti: la parte iniziale, l’assurdo subplot in cui Jerry aiuta lo scienziato pazzo Jefferson Dudley Searles, la lezione di difesa personale alla scuola di polizia in cui Jerry se la vede con The Great Togo, wrestler nippoamericano nel ruolo di se stesso. E non manca il suo rapporto difficile con gli oggetti (quella cassettiera!) che anticipa tanto cinema futuro. Giorgio Placereani

The Delicate Delinquent (Il delinquente delicato) di Don McGuire (1957, USA, 101’)

Restauro: Paramount

Dopo l’annientamento della sua famiglia a causa di un bombardamento, il giovane Bashu fugge dal sud dell’Iran e raggiunge un remoto villaggio del nord. Qui, tra paesaggi nuovi e persone che lo vedono come uno straniero, una madre, Nā’i, lo accoglie nonostante le diffidenze. Le differenze linguistiche (il villaggio parla Gilaki, Bashu parla arabo) inizialmente li separano, ma pian piano fra loro si instaura un profondo affetto: Bashu diventa parte della famiglia, aiutando nei lavori agricoli, prendendosi cura della donna quando si ammala e imparando i ritmi della comunità. Il film affronta con delicatezza temi come la tolleranza, il razzismo e il trauma della guerra, attraverso una narrazione umana e poetica. Un’opera essenziale del cinema iraniano, diretta da Bahram Beyzaie con fotografia evocativa di Firooz Malekzadeh, che supera steccati culturali, linguistici ed etnici per offrire un commovente racconto di sopravvivenza e accoglienza. Marisa Santin

Bashu gharibeh kouchak (Bashu il piccolo straniero) di Bahram Beyzaie (1989, Iran, 120’)

Restauro: Roashana Studios con il supporto dell’Institute for the Intellectual Development of Children and Young Adults (KANOON) –presentato da mk2 Films

Il regista di Via da Las Vegas, Timecode e Oscure presenze a Cold Creek ci conduce questa volta dietro le quinte di Megalopolis, il controverso kolossal e sogno di una vita di Francis Ford Coppola. Un progetto che il maestro aveva iniziato ad abbozzare già nel 1978 e che, dopo decenni di attesa, è riuscito a realizzare nel 2022, autofinanziandolo con un budget stimato di circa centoventi milioni di dollari. Il documentario racconta il processo creativo di Coppola e le difficoltà produttive affrontate lungo il cammino. Grazie a materiali d’archivio e a interviste esclusive con il cast, entriamo nel vivo del film più ambizioso e discusso della sua carriera. Sveva Campagnaro

Megadoc di Mike Figgis (USA, 107’)

PLAYLIST

cura di Momo La Rosa

Jerskin

Fendrix, compositore e musicista inglese, laureato a Cambridge in musica classica, ha elaborato uno stile fortemente riconoscibile, che unisce musica classica e pop creando un’esperienza sonora sperimentale e surreale. Nel 2020 pubblica il suo primo album Winterreise (ossia “viaggio d’inverno”), progetto che amalgama un vasto numero di generi e strumenti con una narrativa quasi umoristica e che colpisce il regista Yorgos Lanthimos, il quale nel 2021 gli chiederà di comporre la colonna sonora per il suo film Povere Creature!. Il film esce nel 2023 ed è il primo di Lanthimos a comprendere un accompagnamento creato appositamente per l’opera. Fendrix sostiene che è proprio grazie al fatto di essere una prima esperienza per entrambi che il risultato sia stato così positivo, tanto da essere solo l’inizio della loro collaborazione, che prosegue fino a Bugonia

Jerskin’s five

Last Night in New York (Winterreise, 2020)

Il brano rompe l’album con rumore, suoni elettronici e profondamente alterati e una voce digitalizzata, creando un’atmosfera da distorsione temporale.

A Star Is Born (Winterreise, 2020)

Forse la canzone più pop di tutto l’album, estremamente ballabile, quasi da festa.

Bella (Poor Things, 2023)

Bella è una creatura nuova e ingenua ma complessa, che sente il bisogno di capire cosa le succede sia dentro che intorno; ci si trova quindi a provare con lei giocosità e tenerezza.

Alexandria (Poor Things, 2023)

Alessandria è il luogo dove Bella scopre per la prima volta i concetti di povertà e ingiustizia e il brano che accompagna la scena vuole trasmettere il senso di agonia che il personaggio esperisce.

Beth’s Farm (Beth’s Farm, 2025)

“Il mondo è pesante. La vita è difficile. Però Jerskin, Emily e Yorgos si sono trovati e stanno facendo arte insieme. La vita è bella. La vita è leggera. Grazie”. (Commento da YouTube)

TEMPERATURA IN SALA

La Fondazione Film Commission Torino Piemonte celebra i suoi primi 25 anni di attività con quattro progetti in Mostra: due lungometraggi, un documentario e un cortometraggio realizzati sul territorio della regione grazie ad una politica attenta ai finanziamenti mirati e ad un’altissima professionalità delle maestranze del settore. Gli sfondi di una Torino sospesa sono protagonisti del nuovo film di Paolo Sorrentino La grazia, che ha aperto il Concorso ieri riscuotendo grandissimo successo. Il cortometraggio Restare del torinese Fabio Bobbio, che inaugura oggi la SIC - 40. Settimana Internazionale della Critica, è stato invece interamente girato nel Canavese. Prodotto da Ginko Film in collaborazione con le società torinesi Filmine e Malfè Film e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Short Film Fund, racconta l’ultima notte di Sara

al bancone di una tavola calda, fermamente decisa a lasciare la provincia. La Gioia di Nicolangelo Gelormini, che viene presentato sempre oggi, è l’unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori. Il lungometraggio, che racconta di Gioia, un’insegnante del liceo che non ha mai conosciuto l’amore, se non quello opprimente dei genitori, con cui vive ancora, è stato realizzato a Torino nel novembre 2024 con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con il contributo del FESR Piemonte 2021-2027 - Bando Piemonte Film TV Fund. Il 4 settembre è infine la volta del documentario firmato da Pietro Balla e Monica Repetto Tevere Corsaro, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund e presentato alle Giornate degli Autori nella sezione #confronti. 25x4

CI SI POTEVA ASPETTARE UNA PROIEZIONE CUPA, QUASI AUSTERA: LA GRAZIA DI PAOLO SORRENTINO AFFRONTA INFATTI TEMI COME L’EUTANASIA E LE RICHIESTE DI GRAZIA DI DUE CONDANNATI. E INVECE LA SALA DARSENA È ESPLOSA PIÙ VOLTE IN RISATE E APPLAUSI DURANTE LA PRIMA PROIEZIONE STAMPA. UN’ACCOGLIENZA CALOROSA, ALIMENTATA DALLE INTERPRETAZIONI IMPECCABILI DI TONI SERVILLO, SEMPRE MAGISTRALE, E DI ANNA FERZETTI, DELICATA ED ELEGANTE, DALL’ENERGIA TRAVOLGENTE DELLA FRIZZANTE MILVIA MARIGLIANO, CAPACE DI STRAPPARE RISATE A OGNI BATTUTA, E ANCHE DA UNA SORPRENDENTE COMPARSA, QUELLA DEL RAPPER GUÈ PEQUENO, PRESENTE SULLO SCHERMO NON SOLO MUSICALMENTE. D.T.

ASCOLTA...

11.30 Sala Giardino

BIENNALE COLLEGE CINEMA press - industry SECRET OF A MOUNTAIN SERPENT

Nidhi Saxena (108’) v.o. hindi st. inglese/italiano

13.30 PalaBiennale

FUORI CONCORSO - NON FICTION

pubblico - tutti gli accrediti ZAPISNAYA KNIZHKA REZHISSERA (DIRECTOR’S DIARY)

Alexandr Sokurov (321’)

v.o. russo, inglese st. inglese/italiano

13.45 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC FILM DI APERTURA - FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti RESTARE (REMAINS)

Fabio Bobbio (18’) v.o. italiano st. inglese LES IMMORTELLES (STEREO GIRLS)

Caroline Deruas Peano (90’)

v.o. francese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00 Sala Grande

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti GHOST ELEPHANTS

Werner Herzog (99’)

v.o. inglese, dialetto boscimano st. italiano/inglese

14.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accrediti RUKELI

Alessandro Rak (6’)

v.o. italiano st. inglese

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO THE CURFEW

Shehrezad Maher (19’)

v.o. inglese, urdu st. italiano/inglese

YOU JIAN CHUI YAN (A SOIL A CULTURE A RIVER A PEOPLE)

Viv Li (15’)

v.o. cinese st. italiano/inglese

UTAN KELLY (WITHOUT KELLY)

Lovisa Sirén (15’)

v.o. svedese st. italiano/inglese

NORHEIMSUND

Ana A. Alpizar (12’)

v.o. spagnolo st. italiano/inglese LA LIGNE DE VIE (THE LIFELINE)

Hugo Becker (20’)

v.o. francese, tedesco st. italiano/inglese

KUSHTA MAYN, LA MIA COSTANTINOPOLI

Nicolò Folin (20’)

v.o. yiddish, veneziano, arabo, giudeospagnolo st. italiano/inglese LION ROCK

Nick Mayow, Prisca Bouchet (16’) v.o. inglese st. italiano/inglese

14.15 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti OTEC (FATHER)

Tereza Nvotová (103’)

v.o. slovacco st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.30 Sala Giardino

VENEZIA SPOTLIGHT press - industry

HIJRA Shahad Ameen (115’)

v.o. arabo, urdu, turco, inglese st. italiano/inglese

14.30 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti THE DELICATE DELINQUENT

Don McGuire (101’) v.o. inglese st. italiano

16.00 Biennale

Match Point Arena

LEONE D’ORO ALLA CARRIERA tutti gli accrediti, senza prenotazione MASTERCLASS WERNER HERZOG

Conduce Federico Pontiggia

16.15 Sala Grande

VENEZIA 82 pubblico - tutti gli accrediti

ORPHAN

László Nemes (133’) v.o. ungherese st. italiano/inglese

16.30 Sala Casinò

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accrediti JE CROIS ENTENDRE ENCORE (I HEAR IT STILL)

Constance Bonnot (16’) v.o. francese st. italiano/inglese PRAYING MANTIS

Joe Hsieh, Yonfan (18’) v.o. taiwanese st. italiano/inglese NEDOSTUPNI (UNAVAILABLE)

Kyrylo Zemlyanyi (20’) v.o. ucraino, inglese st. italiano/inglese EL ORIGEN DEL MUNDO (THE ORIGIN OF THE WORLD)

Jazmin Lopez (12’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese MERRIMUNDI

Niles Atallah (20’) v.o. latino, altre lingue st. italiano/inglese COYOTES

Said Zagha (20’) v.o. arabo, ebraico, inglese st. italiano/inglese SAINT SIMEON

Olubunmi Ogunsola (18’) v.o. igbo, pidgin nigeriano, inglese st. italiano/inglese

16.45 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti LA GIOIA (GIOIA)

Nicolangelo Gelormini (109’) v.o. italiano, dialetto piemontese, francese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Giardino

BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico - tutti gli accrediti SECRET OF A MOUNTAIN SERPENT

Nidhi Saxena (108’) v.o. hindi st. inglese/italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti IL RAPIMENTO DI ARABELLA (THE KIDNAPPING OF ARABELLA)

Carolina Cavalli (107’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti MEGADOC

Mike Figgis (107’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.00 Sala Volpi

FUORI CONCORSO press - industry ORFEO

Virgilio Villoresi (74’) v.o. italiano st. inglese

19.00 Sala Grande

VENEZIA 82 pubblico

BUGONIA

Yorgos Lanthimos (120’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.00 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry DINT ‚ I DE LAPTE (MILK TEETH)

Mihai Mincan (104’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

19.15 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti

BASHU GHARIBEH KOUCHAK (BASHU THE LITTLE STRANGER)

Bahram Beyzai (121’) v.o. farsi st. italiano/inglese

19.30 Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry AFTER THE HUNT

Luca Guadagnino (139’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.30 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry ESTRANY RIU (STRANGE RIVER)

Jaume Claret Muxart (106’) v.o. catalano, tedesco, inglese st. italiano/inglese

19.30 Sala Perla

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry COVER-UP

Laura Poitras, Mark Obenhaus (117’) v.o. inglese, vietnamita, arabo st. italiano/inglese

19.45 Sala Corinto

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry A SAD AND BEAUTIFUL WORLD

Cyril Aris (110’) v.o. arabo st. italiano/inglese

20.00 PalaBiennale

VENEZIA 82 pubblico BUGONIA

Yorgos Lanthimos (120’) v.o. inglese st. italiano/inglese a seguire

VENEZIA 82 pubblico

JAY KELLY

Noah Baumbach (132’) v.o. inglese st. italiano/inglese

21.00 Sala Giardino

VENEZIA SPOTLIGHT pubblico - tutti gli accrediti

HIJRA

Shahad Ameen (115’) v.o. arabo, urdu, turco, inglese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

21.00 Sala Astra 1

ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico - tutti gli accrediti

MOTHER

Teona Strugar Mitevska (104’) v.o. inglese st. italiano/inglese

21.30 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry ESTRANY RIU (STRANGE RIVER)

Jaume Claret Muxart (106’)

v.o. catalano, tedesco, inglese st. italiano/inglese

21.30 Sala Astra 2

ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico - tutti gli accrediti

MOTHER Teona Strugar Mitevska (104’) v.o. inglese st. italiano/inglese

21.45 Sala Grande

VENEZIA 82 pubblico - tutti gli accrediti

JAY KELLY

Noah Baumbach (132’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry DINT ‚ I DE LAPTE (MILK TEETH)

Mihai Mincan (104’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

22.00 Sala Corinto

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry MEMORY OF PRINCESS MUMBI

Damien Hauser (80’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00 Sala Perla

FUORI CONCORSO press - industry AFTER THE HUNT

Luca Guadagnino (139’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti THE DELICATE DELINQUENT

Don McGuire (101’) v.o. inglese st. italiano

22.30 Sala Darsena

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry COVER-UP

Laura Poitras, Mark Obenhaus (117’) v.o. inglese, vietnamita, arabo st. italiano/inglese

Direttore responsabile

News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale) Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione) Paola Marchetti (direzione organizzativa) Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro Adele Spinelli, Alberto Marzari Sveva Campagnaro, Verdiana Karol Di Maria Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it redazione@venezianews.it www.venezianews.it/daily2025

21.00 Sala Web

BIENNALE COLLEGE CINEMA

SECRET OF A MOUNTAIN SERPENT

Nidhi Saxena (108') v.o. hindi st. inglese/italiano

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO PRAYING MANTIS

Joe Hsieh, Yonfan (18') v.o. taiwanese st. italiano/inglese NEDOSTUPNI (UNAVAILABLE)

Kyrylo Zemlyanyi (20') v.o. ucraino, inglese st. italiano/inglese EL ORIGEN DEL MUNDO (THE ORIGIN OF THE WORLD)

Jazmin Lopez (12') v.o. spagnolo st. italiano/inglese MERRIMUNDI

Niles Atallah (20') v.o. latino, altre lingue st. italiano/inglese COYOTES

Said Zagha (20') v.o. arabo, ebraico, inglese st. italiano/inglese SAINT SIMEON Olubunmi Ogunsola (18') v.o. igbo, pidgin nigeriano, inglese st. italiano/inglese THE CURFEW

Shehrezad Maher (19') v.o. inglese, urdu st. italiano/inglese YOU JIAN CHUI YAN (A SOIL A CULTURE A RIVER A PEOPLE)

Viv Li (15') v.o. cinese st. italiano/inglese UTAN KELLY (WITHOUT KELLY)

Lovisa Sirén (15') v.o. svedese st. italiano/inglese NORHEIMSUND

Ana A. Alpizar (12') v.o. spagnolo st. italiano/inglese LA LIGNE DE VIE (THE LIFELINE)

Hugo Becker (20') v.o. francese, tedesco st. italiano/inglese

KUSHTA MAYN, LA MIA COSTANTINOPOLI

Nicolò Folin (20') v.o. yiddish, veneziano, arabo, giudeo-spagnolo st. italiano/inglese

LION ROCK

Nick Mayow, Prisca Bouchet (16') v.o. inglese st. italiano/inglese

FUORI CONCORSO RUKELI

Alessandro Rak (6') v.o. italiano st. inglese

QUANDO VIVI IL CINEMA, SI VEDE.

in Mostra

SALA GRANDE

ODI ALBERTO BARBERA

Direttore Artistico

La Biennale Cinema

IL CINEMA, STRUMENTO

FORMIDABILE

gni anno durante la selezione della Mostra arrivano migliaia di film, e il mio atteggiamento, come quello dei colleghi che mi hanno accompagnato in questo lunghissimo processo iniziato a dicembre dell’anno scorso, è sempre di guardarli senza alcun pregiudizio o preconcetto. Della maggior parte non sappiamo nemmeno chi li manda, e tutti li gustiamo come fosse la prima volta che andiamo al cinema. Ci disponiamo a farci colpire dall’idea originale, dalla personalità del regista, dalla novità della storia che ci viene raccontata, dalla capacità di andare al di là delle convenzioni e dei codici, e quando questo piccolo miracolo avviene, quando scatta la sorpresa, la curiosità, l’emozione intellettuale e anche fisica, allora scatta anche l’invito alla Mostra. Poi c’è un altro elemento. Non guardiamo solo film che provengono da culture prossime alla nostra. Ne abbiamo tantissimi che vengono da paesi lontani e culture lontanissime e diverse con cui a volte è anche difficile entrare in relazione, il che chiede uno sforzo in più di connessione, anche con il linguaggio e l’approccio diverso da quello a cui siamo abituati. Ma anche in questo caso c’è la curiosità, la voglia e l’interesse ad essere alimentati da qualcosa di mai visto che nasconde la personalità di un regista, di un attore, di un concetto.

SEGUE A PAG. 7

BUGONIA

CATERINA SABATO

Èun legame solido e fortunato quello che unisce il regista greco Yorgos Lanthimos alla Mostra del Cinema di Venezia: iniziato nel 2011 con Alps, che gli valse il Premio Osella per la sceneggiatura, è proseguito nel 2018 con La favorita, insignito del Gran Premio della Giuria (oltre alla Coppa Volpi alla straordinaria Olivia Colman), fino a culminare nel 2023 con l’ambito Leone d’oro per Povere creature!. Quest’anno torna in concorso alla Mostra con Bugonia, in cui dirige nuovamente la sua attrice feticcio Emma Stone, insieme a Jesse Plemons (tra i protagonisti del suo Kinds of Kindness), Aidan Delbis e Alicia Silverstone, nel remake in lingua inglese della commedia sci-fi sudcoreana del 2003 Jigureul jikyeora! (Save the Green Planet!) di Jang Joon-hwan. Il film segue due giovani ossessionati dalle teorie del complotto: Teddy, un apicoltore, e il suo migliore amico, i quali decidono di rapire la potente CEO di una grande azienda, Michelle, convinti che sia un’aliena decisa a distruggere la Terra. I rapitori la sottopongono a un interrogatorio serrato, fino a quando la donna si ribella, innescando un inarrestabile gioco al massacro. «Tutto ha inizio con qualcosa di magnifico», dice Teddy, «un fiore, poi un’ape, le operarie raccolgono il polline

per la regina, le api però stanno morendo, è stato pianificato così:perfarcifarelafinedelleapi,maadessononhannopiùil controllo». Non a caso il titolo Bugonia è ispirato all’omonimo episodio delle Georgiche di Virgilio, che narra la nascita di uno sciame di api dalla carcassa di un bue in decomposizione, un mito per sottolineare come anche dalle situazioni peggiori possa generarsi nuova vita.

Una satira, sceneggiata da Will Tracy (The Menu, Succession), che racconta in maniera caustica e surreale, in puro stile Lanthimos, una lotta psicologia (e di classe), e i deliri derivanti da una società manipolata dai media. n

CHECK-IN

Noomi Rapace, arriva al Lido per il film Mother.

82ª MOSTRA INTERNAZIONALE
DI

SELEZIONE UFFICIALE - IN CONCORSO

(GIRL) di Shu Qi

David Pablos

SELEZIONE UFFICIALE - FUORI CONCORSO EVENTI SPECIALI

SELEZIONE UFFICIALE - ORIZZONTI IN CONCORSO www.iwonderpictures.com distribution@iwonderpictures.it

ÉCRIRE LA VIE

ANNIE ERNAUX RACONTÉE PAR DES LYCÉENNES ET DES LYCÉENS

di Jane Pollard, Iain Forsyth di Claire Simon

Hania
Benny Safdie

JAY KELLY

DI MATTIA PASQUINI

Italia/UK/Usa, 2025. Regia Noah Baumbach. Interpreti George Clooney, Adam Sandler, Laura Dern, Billy Crudup, Riley Keough, Jim Broadbent, Patrick Wilson, Eve Hewson, Greta Gerwig, Alba Rohrwacher, Josh Hamilton, Emily Mortimer, Isla Fisher. Durata 132’

Dopo i precedenti Storia di un matrimonio (2019) e Rumore bianco (film d’apertura nel 2022) Jay Kelly segna la terza volta di fila in concorso per il Leone d’Oro per Noah Baumbach. Che ha girato buona parte del film in Italia, nel piacentino, a Caorso, e in Toscana, tra la Val d’Orcia, Pienza, Pitigliano e Arezzo, dove sono stati utilizzati il teatro Petrarca e la cantina di Argiano a Montalcino, trasformata per ospitare una scena nella quale sembra sarà il Brunello il vero protagonista (oltre a una giornata che ha impegnato il binario 20 della stazione Centrale di Milano). E che al Lido porta il film che segna la prima volta di George Clooney e Adam Sandler insieme, nonostante i due si conoscano dagli anni ‘90 (grazie al SNL) e siano molto amici (“ha

ORPHAN

invitato la mia famiglia ovunque in Italia...”, ha confessato quest’ultimo a Vanity Fair, tra ricordi di partite a basket e confidenze personali). Un legame che ha fatto la forza del film, nel quale il Ron di Adam Sandler è il manager di Jay Kelly, un attore di successo in piena crisi di identità e soffocato dalle attenzioni dei suoi fan, e nel quale i due affrontano un viaggio attraverso l’Europa e la nostra provincia durante il quale entrambi dovranno capire “quanto difficile è essere sé stessi”, come recita il trailer. Un Road Movie ricco di omaggi, da Hitchcock a Preston Sturges, che promette un virtuosistica sequenza iniziale e di scavare nelle ossessioni e la fragilità dello star system mentre ci regala un personaggio perfetto per Clooney e l’ennesima intensa interpretazione di un attore spesso sottovalutato come Sandler. Accompagnati nel film da un cast arricchito da Laura Dern (l’addetta stampa di Jay), Billy Crudup, Riley Keough, Jim Broadbent, Eve Hewson, Greta Gerwig (la moglie dell’assente Ron), Patrick Wilson, Emily Mortimer (qui anche sceneggiatrice) e la nostra Alba Rohrwacher, come scoprirete al cinema dal 14 novembre e su Netflix dal 5 dicembre. n

Id. Ungheria, Regno Unito, Germania, Francia, 2025 Regia László Nemes Interpreti Bojtorján Barábas, Andrea Waskovics, Grégory Gadebois, Elíz Szabó, Sándor Soma, Marcin Czarnik Durata 132’

László Nemes torna in concorso a Venezia per la sua seconda volta. Ci era stato nel 2018 con Tramonto tre anni dopo il clamoroso debutto a Cannes de Il figlio di Saul, premiato con il Gran Premio della Giuria, poi con il Golden Globe e l’Oscar per il miglior film straniero. Due opere simili nella loro estetica, costruite su pellicola da 35mm e immersivi piani sequenza, utilizzati da Nemes per indagare le ferite claustrofobiche del Novecento. Con Orphan il regista ungherese continua a interrogare la memoria e la coscienza del continente, ma lo fa partendo da un terreno più intimo. “Orphan è forseilsuofilmpiù personale – ha sottolineato il direttore della Mostra, Alberto Barbera – perché nasce dall’esperienza della sua famiglia. Non dico che Nemes abbia rinunciato al suo stile, ma ha scelto una strada più diretta e asciutta di racconto”. Siamo a Budapest nel 1957, subito dopo la rivolta soffocata dal regime comunista. Andor, un ragazzino ebreo cresciuto con l’immagine idealizzata di un padre morto da eroe, vede il proprio mondo crollare quando un uomo brutale appare sostenendo di essere il vero genitore. Memoria privata e destino collettivo si intrecciano, confermando la vocazione di un regista sempre più propenso a leggere il presente attraverso i traumi del passato. “Lo sfondo diOrphannasce dalla storia della mia famiglia, che ha attraversato le devastazioni dell’Olocausto” ha dichiarato. “Ho voluto creare un linguaggio cinematografico che permettesse allo spettatore di rivivere l’esperienza traumatica di un bambino schiacciato da un mondo minaccioso e un triangolo familiare che non riesce a comprendere”

Claudia Giampaolo

DIRECTOR’S DIARY

Concorso –Non Fiction

Zapisnaya knizhka rezhissera, Russia/ Italia, 2025. Regia Aleksandr Sokurov. Durata 5h e 5’.

Il russo Aleksandr Sokurov è il primo fra i diversi Leon i (e Leonesse) d’oro che tornano quest’anno a Venezia dalla porta dei documentari fuori concorso. Quello dell’acclamato cineasta ha poi una durata, 5 ore , che ne fa già di per sé un evento. Alla base, come suggerisce il titolo Director’s Diary, c’è il diario personale tenuto dallo stesso Sokurov dal 1961 al 1995 , attraversando gli ultimi decenni di quell’URSS dove i suoi lavori ebbero non pochi problemi di censura. Nel trasporre le sue pagine, il regista utilizza materiali audiovisivi eterogenei, inclusi filmati di propaganda sovietica e brani di film popolari coevi. Non è la prima volta, del resto, che Sokurov ci accompagna in personali riflessioni sulla Storia: si pensi alla passeggiata in piano-sequenza nell’Hermitage di Arca russa (2002), al Louvre sotto l’occupazione nazista di Francofonia (2014) o alla recente rievocazione ultraterrena di Stalin, Hitler, Churchill e Mussolini (“ritagliati” dalle immagini d’archivio) in Fairytale – Una fiaba (2022). Senza dimenticare la tetralogia sul Potere che ha toccato, oltre al dittatore tedesco in Moloch (1999), anche le figure di Lenin (Toro, 2001), dell’imperatore giapponese Hirohito ( Il Sole, 2005) e di Faust, nel lungometraggio omonimo del 2011 con cui ha vinto al Lido. Ma basterebbe rivedere lo struggente, rarefatto e quasi metafisico Madre e figlio (1997) per ricordarsi che, nella poetica del filmmaker, le vite delle persone ordinarie possono schiudere verità altrettanto profonde sulla condizione umana.

Emanuele Bucci

GHOST ELEPHANTS

«Sono profondamente onorato di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Ho sempre cercato di essere un Buon Soldato del Cinema e questa mi sembra una medaglia per il mio lavoro. Grazie. Tuttavia non mi sono ancora ritirato». Werner Herzog ha accolto così lo scorso aprile la notizia del Leone d’Oro alla Carriera che gli è stato consegnato ieri durante la cerimonia di apertura della Mostra di Venezia. Il regista presenta oggi fuori concorso uno dei suoi nuovi progetti, il documentario Ghost Elephants, che segue le tracce di un misterioso branco di elefanti fantasma nelle giungle dell’Angola. Trattandosi di Herzog non bisogna aspettarsi un tradizionale film naturalistico, ma una “fantasia” cinematografica, paragonabile alla caccia alla balena bianca di Moby Dick. Questa la motivazione del premio offerta dal direttore Alberto Barbera : «Cineasta fisico e camminatore instancabile, Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell’apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite. Affermatosi come uno dei maggiori innovatori del Nuovo Cinema Tedesco, con film quali Segni di vita , Nosferatu – Il principe della notte , Aguirre, furore di Dio , Fitzcarraldo , Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans e Grizzly Man, non ha mai smesso di saggiare i limiti del linguaggio cinematografico smentendo la tradizionale distinzione tra documentario e finzione».

Oscar Cosulich

E HERZOG INAUGURA LE MASTERCLASS

È proprio con il grande regista tedesco, che s’inaugura il ricco programma delle masterclass al Lido: l’appuntamento con Herzog è fissato per le ore 16 del 28 agosto alla Match Point Arena. L’incontro, per la conduzione di Federico Pontiggia, sarà anche trasmesso in diretta streaming sul sito labiennale.org

Nella stessa location si svolgeranno le successive masterclass. n

Fuori
Fuori Concorso – Non Fiction
Id., Usa, 2025. Regia Werner Herzog. Durata 1h e 38’.

LO STATO DI GRAZIA DI SORRENTINO

«Ilfilmraccontadiunapersonainnamoratanonsolodellamogliechenonc’èpiù,ma anchedellafiglia,delpropriolavoro,dellamateriagiuridica,della ricerca del dubbio cheincarnal’idea,secondome,dellapoliticaalta,edituttaunaseriedivalorichedovrebberappresentareecheinvece,anchemoltochiaramente,nella realtà non si intravedono proprio». Questa la descrizione che Paolo Sorrentino, durante la conferenza stampa, ha dato del suo ultimo film La grazia, interpretato dal suo magistrale attore feticcio Toni Servillo e da una straordinaria Anna Ferzetti, che ha aperto Venezia 82. «Non volevamo che fosse un filmconcentratosuiritualiosull’aspettodescrittivodellavitadelQuirinale,anziciinteressavaraccontarlocomeunluogodisolitudine,darglimenoquella vesteistituzionalechecisipotevaaspettaredaunluogosimbolocomequello», continua il premio Oscar, che ha confessato di aver pescato Surf Rider (il brano musicale, ricorrente nel film, del duo elettronico francese Il Est Vilaine) da un reel di Instagram, inserendo il relativo balletto coreografato da Martha Nichols anche nel film. Sul coinvolgimento del rapper Guè Pequeno ha invece risposto: «Guèhavariefunzioni,intantomusicalechenonguasta mai in un film. Poi è sicuramente un elemento di alleggerimento dentro una storia che ha anche i suoi momenti claustrofobici o comunque drammatici. Inpiù,permeisuoitesti,aldilàdelvaloremusicale,inalcunepartisonoestremamenteinteressanti.Quandodice “chiedo dopo perdono non prima per favore” per me sta dicendo una cosa che mi ripeto cinquanta volte al giorno, cioè: per chiedere perdono è sempre meglio aspettare». Un Sorrentino amabile, sicuro, a tratti spiritoso e meno spigoloso del solito, quello presente a Venezia, consapevole forse di aver portato un film che metterà d’accordo pubblico e critica perché capace di far riflettere e sorridere, commuovere e arrabbiare. Un film che tratta diversi temi (a partire dall’amore) e da varie angolazioni, ma che affronta soprattutto un tema molto attuale e fortemente divisivo come l’eutanasia e la mancanza di una legge che permetta alla politica italiana di fare un passo avanti verso le fondamentali libertà di scelte individuali. «Penso che il cinema possa ancora provarci ad influenzare il dibattito politico anche se è notorio che non abbia più l’impatto devastante di popolarità che aveva un tempo, ma può comunque provarci. Io posso semplicementesperarecheunfilm,inquestocasoilmiofilm,possariportareattenzionesuuntemafondamentaleperlasocietàitalianacomel’eutanasia». La grazia, la cui uscita è prevista per gennaio 2026, creerà sicuramente dibattito ma passerà alla storia per la sua magnifica chiusa finale pronunciata dall’amica del cuore del protagonista, un liberatorio e categorico “Non mi rompere il cazzo!” pronunciato da una fenomenale Milvia Marigliano. Già si vede all’orizzonte il proliferare di meme e reel. Chapeau! n

“MARIANO RIGILLO ÈIL MIO EDUARDO”

MASSIMILIANO GALLO RACCONTA LA GENESI DI LA SALITA

«La salita nasce da due cose successe veramente nel 1983: quando il bradisismo ha danneggiato il carcere femminile di Pozzuoli, le detenute sono state smistate in altri istituti penitenziari e diciotto di loro sono state mandate nel carcere minorile di Nisida, dove però non erano attrezzati per accoglierle. Contemporaneamente dopo poco arrivò Edoardo che invece fece costruire un teatro e una scenotecnica, inviando gli attori della sua compagnia per mettere in scena il primo spettacolo teatrale in un Istituto penitenziario minorile italiano», Massimiliano Gallo, racconta così la genesi di La salita, suo debutto alla regia, girato l’estata scorsa e presentato fuori concorso nella sezione Confronti delle Giornate degli Autori, con Mariano Rigillo (per la prima volta alla Mostra di Venezia) nella parte di Eduardo De Filippo e una strepitosa colonna sonora di Enzo Avitabile

«Allora Eduardo appena diventato senatore a vita, teoricamente era giunto alla fine dei suoi giorni, invece aveva ancora l’energia di fare e di parlare: così ha salvato tanti ragazzi. Il film parte da lì e poi tutto viene romanzato perché il mio non è un documentario». Sulla scelta di Rigillo, Gallo spiega: «LuimiricordamoltoDavidNiven,nellaclasseenelmododicomeriesceaesprimersiinscena.Lasfidaeracomplicatissima perché andare a replicare Eduardo è una cosa che non conviene mai a nessuno. Mariano aveva la stessa età di quanto EduardoarrivòaNisida.Soprattuttoquandocisiamoparlatil’horassicuratosulfattochenondovessefareun’imitazione vocale di Eduardo. Poi invece quando è andato in scena ha recitato come sa fare Mariano, ma avendone introiettato tutti i movimenti, le movenze e i tic: vederlo trasformarsi è stato veramente impressionante e poetico»

I GRANDI EVENTI CAMPARI AL LIDO

Da otto anni al Lido il colore del glamour è soltanto uno, il rosso di Campari, al fianco della Mostra con un palinsesto fitto di incontri, che quest’anno si arricchisce di ambassador come Federico Cesari, Fotinì Peluso e Margherita Vicario. Dopo l’inaugurazione di ieri con la festa dedicata alla stampa italiana, oggi è atteso il cast del film La Gioia, lunedì il party dedicato a Portobello, mercoledì il cast di Duse e venerdì quello de L’isola di Andrea. L’appuntamento con Filming Italy Venice Award è per domenica, il giorno successivo sarà la volta di Reel Women con un evento tutto al femminile, martedì arriverà la maison Trussardi con un esclusivo cocktail party. In serata è atteso poi il Campari Passion For Film Award, il premio dedicato alla passione come motore della creatività, assegnato, in Sala Grande, al regista americano Gus Van Sant Durante la stessa serata, Campari sarà sponsor ufficiale dell’esclusivo after-party di Dead Man’s Wire, il nuovo film del regista, presso la Blue Lounge. Venerdì 5 settembre, tre grandi nomi della musica italiana si alterneranno nella Lounge, Nino D’Angelo, Piero Pelù e Francesco De Gregori, il 6 si chiude con i Fanheart3 Awards, dedicati a film e opere immersive. Quest’anno, Campari ospiterà la tradizionale festa di Ciak Magazine, tra gli eventi più attesi durante la Mostra. Tiziana Leone

Ore 10.00 (circa). CAMPARI LOUNGE - Incontro con la stampa per La Gioia di Nicolangelo Gelormini e un appuntamento con Valeria Golino e tutto il cast. In serata un brindisi in puro stile Campari, dedicato al film e ai suoi protagonisti.

Ore 12.00. TERRAZZA by Atlas Concorde (Hotel Excelsior). Perfetto è il talk organizzato dalla De Longhi. Oggi un incontro con Stefano Accorsi che racconta il suo punto di vista sull’arte della narrazione.

Ore 11.00. ITALIAN PAVILION - SALA TROPICANA 1 - Le iniziative del Ministero della Cultura Venezia 82: “Il cinema e l’audiovisivo in numeri. Motore culturale, occupazionale e opportunità per il Paese”. L’iniziativa si svolgerà alla presenza del Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni

Ore 12.30. ITALIAN PAVILION - SALA TROPICANA 1 - Casa I Wonder: un nuovo racconto tra cinema, territorio e sapori

Ore 16.00. ITALIAN PAVILION - SALA TROPICANA 1 - Cinecittà. Tax Credit. Cinema Globale

UNA PREMIO NOBEL A CASA I WONDER

A Venezia 82 non mancheranno gli appuntamenti di Casa I Wonder, spazio della casa di distribuzione cinematografica I Wonder Pictures (fondata e diretta da Andrea Romeo) che offrirà, nella nuova sede sul Lungomare Marconi, momenti di scambio tra degustazioni (a cura dello chef Michele Casadei Massari da New York) e appuntamenti con autori, professionisti dell’audiovisivo e invitati della Mostra del Cinema. Come la scrittrice premio Nobel Annie Ernaux e la regista Claire Simon (che all’autrice de Gli anni ha dedicato il doc Writing Life, Evento speciale alle Giornate degli Autori). Ilmondoinprimapersona è il titolo dell’incontro a Casa I Wonder, dove le due ospiti saranno intervistate da Manlio Castagna e incontreranno la stampa e la giuria del Leoncino D’Oro. Il co-direttore di Biografilm Massimo Benvegnù consegnerà ad Ernaux il Biografilm Celebration of Lives Award, dedicato a narratori e narratrici che hanno segnato l’arte e la società contemporanee. La sera, dalle ore 22, sarà poi il momento dell’IWONDERFULL party con dj set e cocktail per il lancio dell’horror (romantico) Together di Dave Franco e Alison Brie (dal 1° ottobre in sala con I Wonder Pictures). n

Ore 16.00. ITALIAN PAVILION - SALA TROPICANA 2 - Premio Famiglia Cristiana a Ottavia Piccolo: istituito insieme alla Fondazione Ente dello Spettacolo nel 2021, in occasione dei 90 anni del periodico.

Ore 16.00. MATCH POINT ARENA. Masterclass con Werner Herzog. Conduce Federico Pontiggia.

Ore 17.00. ITALIAN PAVILION - SALA TROPICANA 1. Il senso civico del cinema - a cura di Fondazione Ente dello Spettacolo

Ore 17.30. REEF BEACH BAR. Incontro con Yves Montmayeur, regista del film Sangre de Toro

Ore 18.00. SPIAGGIA BLUEMOON - Venezia Cult propone Pillole di critica con Cinit e a seguire un dibattito su La grazia. Power Pizza alle 19.30 e dalle 20.30 ArteSettima Podcast live.

De’Longhi , per la prima volta supporter della Mostra, sarà protagonista all’interno dello storico Hotel Excelsior con importanti talk d’autore. Oggi alle 12 Stefano Accorsi racconterà il suo punto di vista sull’arte della narrazione, domani Ferzan Ozpetek saprà arricchire ulteriormente il dialogo tra creatività e identità culturale, mentre sabato Jesse Williams porterà la sua visione sul racconto. Lo spazio sarà un punto d’incontro privilegiato per artisti, professionisti e ospiti della Mostra, un ambiente informale, dove il caffè è il simbolo indiscusso dell’Italian way of life. Tiz. Le.

DI OSCAR COSULICH

“Di chi sono i nostri giorni? Sono nostri. Ma il paradosso è che non basta tutta una vita per comprenderlo”.

Toni Servillo, La grazia.

ENIGMISTI in mostra

Rebus (5 2 6)

Francis Ford Coppola e Werner Herzog Il cast de La

“La Biennale è stato sempre un luogo di apertura, di confronto, di dialogo. Quello che mi preme sottolineare adesso, nella serenità dovuta a questa istituzione, è che certamente qui mai potrà allignare la censura”.

Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale, in alto con Alberto Barbera e la giuria della Mostra.

Tilda Swinton.e, in alto, Guè Pequeno

Al Lido è tornato anche il "Muro" satirico di Gianni Ippoliti, in cui trovano spazio i commenti di chi è presente e di chi osserva la Mostra del Cinema di Venezia

grazia
Paolo Sorrentino e Toni Servillo
Werner Herzog con il Leone d’oro alla carriera.
Anna Ferzetti
Cate Blanchett

SALA GRANDE

SEGUE DA PAG. 1

È questa la ragione per cui alla fine scegliamo film tanto diversi che provengono da tutto il mondo, quest’anno le nazioni rappresentate sono addirittura 65, un piccolo record per la Mostra, con paesi che non sono mai stati in concorso a Venezia, come l’Ecuador, per dirne uno. Il privilegio di fare questo mestiere è avere la possibilità di rendersi conto cosa sta succedendo in questo universo straordinario che l’universo della creazione cinematografica, in continua trasformazione per le ragioni più diverse, dalle innovazioni tecnologiche alle visioni di nuovi talenti inaspettati. Si producono film in 186 paesi al mondo e credo che in nessuno di questi non ci sia almeno un regista con la voglia di girarne uno con competenza e conoscenza del linguaggio cinematografico e una volontà di comunicare, di esprimersi, di raccontare vicende legate alla sua cultura e al suo paese. Questo è straordinario. A volte la scelta non è facile, ma è un lavoro che ti mette in una condizione privilegiata per capire cosa è il cinema oggi, cosa sta diventando e verso quali nuovi nuove frontiere si sta muovendo e offre anche la possibilità di conoscere paesi, culture, avvenimenti rispetto ai quali, attraverso i film, acquisiamo una possibilità di valutazione che prima non consideravamo. Il cinema è uno strumento formidabile di conoscenza, credo sia uno dei suoi meriti principali, lo possiede sin dall’inizio e ancora oggi è una delle ragioni per cui ci appassiona così tanto. n

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsa bili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www. chinchio.it.

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STEREO GIRLS APRE LA SIC

STEREO GIRLS

SIC – Evento speciale – Film di apertura

Les immortelles, Francia/Canada, 2025. Regia Caroline Deruas Peano. Interpreti Lena Garrel, Louiza Aura, Emmanuelle Béart. Durata 1h e 20’.

La Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela (organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI) della Mostra di Venezia, festeggia la sua 40ª edizione con un cinema «abitato da ribelli per giusta causa che rivendicano uno spazio di riscatto e rinascita», come lo definisce la Direttrice artistica e Delegata generale Beatrice Fiorentino. Ad aprire fuori concorso la selezione troviamo Stereo Girls di Caroline Deruas Peano (Daydreams), che racconta l’amicizia fra le diciassettenni Charlotte e Liza. Siamo nella Francia meridionale durante gli anni ’90, «forsel’ultimaepocaincuisiamostatiautorizzatiasognarecomecittadinidelmondo», afferma Fiorentino parlando a Ciak. A minacciare il sogno di libertà delle due ragazze ci sono la possibile vittoria elettorale di un partito di destra radicale e un’inattesa tragedia. Malgrado ciò, questo coming of age girato in pellicola «ci permette di non indugiare nel pessimismo più cupo», lasciando «aperta la porta a una speranza» Partono anche i corti di SIC@SIC (alla sua 10ª edizione), con Restare di Fabio Bobbio (già regista de I Cormorani), interpretato da Zackari Delmas e Yile Yara Vianello. Emanuele Bucci

AL VIA CON DOM LE NOTTI VENEZIANE

Prendono il via anche le Notti Veneziane, sezione non competitiva delle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo Appuntamento in Sala Laguna, aprendo col doc italo-bosniaco Dom di Massimiliano Battistella che, nel trentennale del genocidio di Srebrenica, ci ricorda il tragico conflitto serbo-bosniaco. E segue il ritorno della protagonista Mirela a Sarajevo, dopo essere stata accolta in Italia da bambina per sfuggire alla guerra. Seguiranno nei prossimi giorni altri 8 film, a partire da Una cosa vicina Loris G. Nese, che elabora la scoperta di essere figlio di un camorrista ucciso in agguato, e poi Amata di Elisa Amoruso, dramma su maternità e libertà di scelta con Tecla Insolia, Miriam Leone e Stefano Accorsi Life Beyond the Pine Curtain di Giovanni Troilo ci porta invece nell’America profonda, con la voce narrante di Joe R. Lansdale, mentre in Confiteor.ComescopriichenonavreifattolaRivoluzione Bonifacio Angius riflette ancora sul tempo e la perdita, con le prove di Geppi Cucciari, Edoardo Pesce e Giuliana De Sio. Vedremo quindi i doc Toni. Mio padre, in cui Anna Negri ci parla del rapporto col genitore, filosofo e militante comunista Toni Negri (scomparso nel 2023), Indietro così! di Antonio Morabito, fra teatro e disabilità mostrata senza stereotipi, e Film di Stato, che porta avanti il viaggio di Roland Sejko nell’immaginario dell’Albania di Hoxha. La chiusura è affidata a 6:06 di Tekla Taidelli, fra tossicodipendenza, amori salvifici e un cast di attori non professionisti.

LA GIOIA

Id., Italia, 2025. Regia: Nicolangelo Gelormini. Interpreti: Valeria Golino, Saul Nanni, Jasmine Trinca, Francesco Colella, Betti Pedrazzi. Durata: 108’

Em.Bu

Dal mito di Eco e Narciso rivisto in un terribile fatto di cronaca contemporanea nasce la storia de La Gioia, diretto da Nicolangelo Gelormini in Concorso alle Giornate degli Autori. Il film, interpretato da Valeria Golino, Saul Nanni, Jasmine Trinca, Francesco Colella e Betti Pedrazzi, è ispirato al delitto Rosboch e tratto dall’opera teatrale Se non sporca il mio pavimento di Gioia Salvatori e Giuliano Scarpinato, che firma anche la sceneggiatura de La Gioia con Gelormini, Benedetta Mori e Chiara Tripaldi. Nel film una Valeria Golino quasi trasfigurata interpreta Gioia, un’insegnante di liceo che non ha mai conosciuto l’amore, se non quello opprimente dei genitori. La donna instaura un legame proibito con Alessio (Nanni), un ragazzo che usa il suo corpo come strumento per guadagnare e aiutare sua madre (Trinca), cassiera in un supermercato. «Ne deriva un senso di un disperato abbandono, di un cupio dissolvi, una volontà di annientamento che avvelena l’esistenza», commenta il regista.

LAGŪNA

Francia/Lituania, 2025. Regia Sharunas Bartas. Interpreti Ina Marija Bartaite, Sharunas Bartas, Una Marija Bartaite, Bryan Ordonez Ruiz. Durata 1h e 42’.

Il film Lagūna alle Giornate degli Autori di Venezia 82 nasce da una perdita reale, come il racconto del dolore che lo stesso regista mette in scena dopo un’elaborazione durata anni, come le riprese. Ed è proprio Sharunas Bartas a raccontare quanto la perdita della figlia Ina Marija abbia cambiato radicalmente la sua vita e quanto sia costato - a lui e ai suoi cari - non spezzare il sottilissimo filo che lo legava al mondo. Ma questa scomparsa è anche l’inizio di un viaggio sui passi di Ina Marija che - con la sorella Una - il padre intraprende, tra le mangrovie di Ventanilla e una natura martoriata dagli uragani che ogni volta rinasce. Una meditazione sulla sofferenza e sulla vita che continua, raccontata rispettando luci e suoni dell’ambiente circostante, cercando un linguaggio altro e riducendo all’essenziale l’intervento umano. Mattia Pasquini

Vania Amitrano

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