Trento alla Itelyum Arena e il campionato propone questa sfida quasi in linea come l'anno scorso. Nella stagione appena passata, Varese affrontò Milano al Forum per poi incrociare le armi coi trentini, quest'anno Milano è la partita precedente in casa rispetto a quella con Trento. L'anno scorso finì 79-92
per gli ospiti: ovviamente si spera che la cabala giri diversamente quest'anno. Varese arriva a questa gara dopo lo scivolone di Reggio Emilia mentre Trento arriva forte del successo casalingo su Tortona Stati d'animo diametralmente opposti...
Sulla panchina della formazione bianconera non siede più l'ex varesino
Paolo Galbiati – volato al Baskonia –
di Matteo Gallo
dOpO lA SplENdIdA ANNATA VISSuTA
dAll'AquIlA, SONO pOchISSImE lE
cONfERmE cON TANTI GIOcATORI chE hANNO cAmbIATO cASAccA.
fRA I 3 RImASTI NON pOTEVA mANcARE
l'ETERNO TOTO fORRAy , clASSE '86,
E lA cOppIA SOTTO I TAbEllONI: l'ITAlIANO JORdAN bAyEhE
E l'AmERIcANO SElOm mAwuGbE
ma c'è un emigrante di ritorno, se ci passate il termine: il teramano
Massimo Cancellieri. Guardando solo al recente passato del tecnico classe '72, dopo 6 anni da vice a Milano, Cancellieri ha fatto due anni a Ravenna in A2 con ottimi risultati, poi ha girato l'Europa: 2 anni a Limoges, il 23/24 a Strasburgo e l'anno passato al Paok in Grecia
Dopo la splendida annata vissuta dall'Aquila, sono pochissime le conferme con tanti giocatori che hanno cambiato casacca. Fra i 3 rimasti non poteva mancare l'eterno Toto Forray, classe '86, bandiera del club trentino con cui gioca dal lontano 2011 e con ancora tanta grinta da vendere anche rispetto ai ventenni con una stagione super dai 6,75: 40,5% nel 24/25. E' rimasta anche la
coppia sotto i tabelloni: l'italiano Jordan Bayehe che è un classe '99 ed ormai può essere considerato un veterano vista la tanta esperienza cumulata ed è un cambio di sicuro affidamento e l'americano Selom Mawugbe Magari non appariscente, ma solido, Mawugbe è uno dei segreti della Trento dello scorso anno con l'energia che porta nel pitturato
Fra i nuovi arrivi troviamo due play guardia molto interessanti a livello di talento come DJ Steward e Devantè Jones. Il primo è un classe 2001 che, dopo esser stato scelto da Duke al college, scelse un po' avventatamente di dichiararsi al Draft dopo un solo anno di college. Non scelto, ha girovagato tra G-League e la lega canadese Questo è il suo primo anno in Europa, ma con impatto già
GlI ARbITRI
Mark Bartoli, Alessandro Perciavalle e Giulio Pepponi (nella foto) sono gli arbitri che dirigeranno il match tra la Pallacanestro Openjobmetis Varese e la Dolomiti Energia Trentino, valido per la quarta giornata del campionato di LBA Il primo, lo scorso anno, ha diretto i biancorossi in quattro occasioni: VareseTrapani (100-109), Scafati-Varese (94-85), Cremona-Varese (78-60) e Varese-Brescia (77-118) Solo due precedenti relativi alla passata stagione per il secondo, ossia le due vittorie casalinghe maturate contro Milano e Trieste Pepponi, infine, ha già “fischiato” la Openjobmetis quest’anno in occasione del successo della prima giornata sul campo di Sassari.
notevole Più esperto Jones che dopo due anni in Francia fra Metropolitans 92 e Le Mans ha vissuto la passata annata in Slovenia all'Olimpia Lubiana 183 centimetri, attacca bene il ferro, ma è anche un buon passatore ed è dotato di un tiro da fuori affidabile. Ultimo ingaggio del
mercato estivo è la guardia pura Battle, giocatore atletico, veloce ed esplosivo mentre il giovane Cattapan dà più sostanza in allenamento. In ala, oltre a Niang di cui parleremo poi, troviamo il lituano Jogela e un altro giocatore che crescerà e troverà spazi in stagione: Theo Airhienbuwa, classe
A quESTA GARA dOpO lA ScONfITTA dI REGGIO EmIlIA mENTRE
TRENTO ARRIVA dAl SuccESSO Su TORTONA
2006. Jogela ha firmato un biennale con l'Aquila ed è giocatore pericoloso dall'arco, ma efficace anche in uscita dai blocchi o in spot-up Come ali forti troviamo Peyton Aldridge e Andrej Jakimovski. Per il primo si tratta di un ritorno nel Belpaese dopo aver vissuta un anno a Cremona e un po' di annate nella lega turca E' giocatore di grande presenza fisica, ma anche
tiro da fuori per aprire l'area. Jakimovski è un macedone di formazione italiana classe 2001 che, dopo aver esordito in A2 con Torino nel 19/20, ha scelto il college ai Washington State Cougars e ha chiuso l'anno scorso nella Big 12 ai Colorado Buffaloes con 10,2 punti e 5,1 rimbalzi.
Dai monti del Trentino Alto -
Adige, alle Prealpi; dalle Dolomiti al Sacro Monte; da Merano a Varese, Maximilian Ladurner di strada ne ha già fatta tantissima nella pallacanestro anche se, considerando i soli 23 anni di età, sembrerebbe strano pensarlo Eppure è così: un’esplosione velocissima, la Serie A, l’Europa e un percorso di carriera che sembrava ormai diretto verso una certa strada Poi il calo, l’esigenza di trovare più spazio ma non solo, soprattutto quella di trovare il proprio io cestistico passando così per la palestra dell’A2, fino alla risalita di questa stagione. Riviviamo tutto questo percorso proprio nelle parole del lungo azzurro, partendo dalla sua infanzia fino ad oggi
Come ha vissuto la propria gioventù
Max Ladurner?
“L’ho vissuta a Merano, in una famiglia contadina che viveva dei frutti della propria produzione: mele e uva in particolare. Da piccolo giocavo a calcio, poi crescendo alle scuole medie il mio insegnante di italiano, Gianluca Zampedri, che insegnava basket a Merano, mi ha portato in questo mondo e dovrò per sempre ringraziarlo per questo. Dopo tre anni sono andato a Trento dove sono rimasto 6 anni tra giovanili e Serie A2.
Prima di andare sul lato più sportivo della sua vita, rimaniamo ancora un pò nella sfera del privato: com’era vivere in un’azienda agricola immerso nella natura?
“Ciò che mi è sempre rimasto nel cuore è la tranquillità che mi dava casa mia, immersi nel verde con il vicino di casa più prossimo che si trova ad un chilo-
metro di distanza. Da piccolo l’essere isolati era una cosa bellissima, perché avevo tantissimo spazio per giocare, scoprire la natura e coglierne gli aspetti più belli, intensi e nascosti. E’ una cosa stupenda che mi porterò sempre dietro e spero che anche i miei figli un giorno possano crescere in un contesto simile”
Lei però ha avuto modo di raccontarmi come non le piaccia proprio camminare o scalare in montagna, una cosa particolare per chi è nato ai piedi delle Dolomiti...
“Verissimo (ride, ndr), è una cosa che odio proprio camminare per ora in montagna”
Questo contatto con la natura, che porta ad una sorta di pace dei sensi, le è servita nel corso della sua carriera cestistica, soprattutto penso al primo periodo che ha vissuto lontano da casa?
“Assolutamente sì Il primo anno a Trento per me è stato tostissimo: non parlavo italiano, dovevo conoscere la lingua e riuscire nel frattempo ad abituarmi ad una quotidianità lontano da casa. Questa pace interiore di cui tu parlavi mi ha aiutato a gestire con grande serenità e leggerezza il cambiamento ed è stata fondamentale per me”.
Come ha gestito la sua ascesa molto rapida nel basket senior?
“Io ho iniziato a lavorare con la Prima Squadra a 17 anni. All’inizio ero molto emozionato ma avevo anche paura: sono arrivato a Trento che ero molto scarso, cestisticamente parlando, avendo iniziato tardi a giocare, quindi quando mi hanno aggregato alla Prima Squ me è stato shock Allo stes tempo, però con il passare delle settimane ho sentito sempre più fiducia ed a c q u i s i t o c o n s a p e v olezza, frutto po dei risultati c avevo dal l quotidiano e q ha aiutato piano piano ad integrarmi sempre di più con quella realtà di vita e professionale”.
Che organizzazione c’era nella Trento in cui arrivò lei?
“Sicuramente diversa da quella di oggi. Adesso c’è Marco Crespi che sta facendo un grandissimo lavoro, ma comunque già allora si vedeva chiaramente come i giovani venissero messi al centro ed è quello che vedo qui a Varese, dove si sta fan lavoro incredi-
erché la scelta di fare un’esperienza in A2?
“Negli ultimi due anni in A sentivo la necessità di giocare tanto e di crescere a liello mentale, o sul quale non ntivo all’altezza. la scelta di andare in A2 proprio per questo.
Alla fine, se stai in panchina non migliori: giocando fai esperienza e cresci”.
L’allenatore che l’ha segnata di più?
“Anche se mi ha allenato per poco e solo in Nazionale giovanile, dico senza dubbio Andrea Capobianco. Mi ha aiutato tantissimo a crescere in termini di consapevolezza e fiducia nei miei mezzi, oltre che da un punto di vista tecnico”
Si ricorda di quando con la maglia di Trento ha giocato contro Luis Scola?
“Mi ricordo benissimo, su Instagram ho un post di me che tiro contro Luis: non mi dimenticherò mai quel momento anche perché segnai quel tiro Lui è da
ANdREA cApObIANcO mI hA AIuTATO
TANTISSImO A cREScERE IN TERmINI dI cONSApEVOlEZZA E fIducIA
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sempre un mio idolo e quella giocata mi diede grandissimo orgoglio”.
Che impressione ha avuto di Varese fin dal principio?
“Si vede tanto l’esperienza e la mano di Luis sul progetto Varese e questo l’ho percepito fin dall’inizio. La società è super, c’è grande organizzazione sotto tutti i punti di vista e questa è una cosa che tanti giocatori che hanno giocato qui mi avevano detto prima che firmassi La stessa cosa posso dirla sulla vita extra campo: Varese è una città bellissima che un pò mi ricorda casa: dalle montagne, al lago ma soprattutto la privacy e la tranquillità che ci sono mi fanno stare bene”.
Avete avuto un inizio di stagione complicato, soprattutto in termini di mancanza di quell’identità fatta di sacrificio e difesa che vuole il coach. Perché secondo lei?
“Siamo tanti giocatori nuovi, che provengono da esperienze diverse e non è facile mettere insieme tante teste diverse in breve tempo Al contempo, però, è vero che in alcuni momenti ci spegniamo completamente senza che nessuno capisca il motivo di fondo di questo. Dobbiamo essere più duri in difesa, perché prendendo 100 punti a partita non possiamo essere competitivi”
Per la prima volta sfiderà Trento da avversario, sabato alle ore 20:00 all’Itelyum Arena: quali emozioni le suscita questa cosa?
“Sarà strano rivedere tante persone che conosco come avversari. Mi farà un effetto particolare ma voglio dare il massimo per dimostrargli quanto sono cresciuto e per aiutare Varese a vincere”.
O R G A N I G RA M M A
Presidente
Antonio Bulgheroni
Vicepresidente Gianpaolo Perego
Amministratore Delegato
Director of Business
Development & Operations
General Manager Basketball Operations
General Manager Basketball Strategy
Direttore Sportivo
Luis Scola
Federico Bellotto
Zachar y Sogolow
Maksim Horowitz
Mario Oioli
Responsabile Operativo Prima Squadra Massimo Ferraiuolo
Amministrazione
Marketing ed Eventi
Maria Grazia Ferrari
Lorenzo Gaudina
Responsabile Stampa e Comunicazione Marco Gandini
Responsabile Relazioni Esterne
e Csr/Safeguarding Officer
Raffaella Demattè
Responsabile Biglietteria e Merchandising Filippo Buttarelli
Allenatore
Giannis Kastritis
Assistente Allenatore
Matteo Jemoli
Assistente Allenatore
Federico Renzetti
Preparatore Atletico
Silvio Barnabà
Medico Sociale
Jacopo Calciolari
Medico Ortopedico
Mauro Modesti
Fisioterapista
Davide Zonca
Fisioterapista
Matteo Bianchi
OcchIO A...
chEIckh NIANG
Saranno famosi è un notissimo telefilm che ha segnato molti di noi nei lontani anni '80 Lo stesso si può dire dei fratelli Niang con Saliou che ormai lo è pienamente con impatto ottim anche in Eurolega. Il fratello minore Cheickh lo sarà. Segnatevi bene il nome di questo diciassettenne (fra l'altro appena fatti essendo settembre 2008 vedremo certamente in Nazionale insieme al fratello e, forse, anche qualche gradino più su Nativo
di Mandello del Lario in provincia di Lecco, Niang è cresciuto alla Vis Ferrara e dal 2023 è a Trento Talento e atletismo fanno di lui un cocktail molto interessante ed è ora negli occhi di tti la clamorosa schiacciata fatta all'esordio in Serie A contro Cantù da parte di Cheickh. Giocatore potenzialmente più forte del fratello Saliou, si rova nell'ambiente sto per crescere deboli: ad oggi il tiro da fuori, ma c'è certamente spazio per lavorare su questa caratteristica
I NumERI dEl cAmpIONATO
P U N T I
O. Nkamhoua Varese
C LAS S I F I CA
DJ Brewton Udine 22,3
J Ford Trapani 22
D. Buie Sassari 21,7
P. Eboua Trapani 21,3
O. Nkamhoua Varese 21
25/10/2025
25/10/2025 - 20:30
26/10/2025 - 16:00
26/10/2025 - 17:00
02/11/2025 - 17:00
di Alessandro Burin
Da Cordoba all’Italia con il sogno di fare il giocatore di pallacanestro. La storia di Bruno Farias è fatta di passione, intraprendenza e grande fame di affermarsi. Qualità che poi, rispecchia in maniera lampante, il suo modo di giocare in campo, che gli ha permesso di fare già tanta strada al di là della stazza fisica e al di là di quello che i suoi soli 19 anni possano dire.
Mi parli un pò della sua infanzia e prima adolescenza in Argentina...
“Sono cresciuto a Rio Quarto, in provincia di Cordoba, dove ho vissuto fino ai 16 anni, prima di arrivare qui in Italia, dove ho ottenuto la cittadinanza grazie ai miei nonni paterni. La pallacanestro ha sempre fatto parte della mia vita: da quando ho 9 anni sono abituato ad allenarmi con gente più grande di me, passando giornate intere sul campo da basket ma ovviamente la cosa non mi pesava perché mi divertivo un sacco”.
Sulla sua famiglia, invece, cosa può dirmi?
“Siamo in 5: mamma, papà, io, un fratello ed una sorella più grandi. La passione per la pallacanestro l’ho presa da
mio fratello, con il quale mi allenavo a Corrientes, un paese più a nord di Cordoba, nonostante la differenza d’età di circa 6 anni. Anche mio papà aveva giocato da giovane ma senza mai sfondare, mentre mio fratello è arrivato comunque ad essere aggregato ad una squadra della prima lega argentina e questo ovviamente mi ha portato a seguirlo tanto ed appassionarmi sempre più”.
Come avviene la scelta di lasciare casa per venire in Italia e più specificatamente a Tortona?
“E’ stato un passo importante, non semplice, soprattutto per la differenza linguistica, però ho avuto la fortuna di avere a fianco a me mio padre nel primo periodo qui in Italia e questo mi ha aiutato tanto. Poi piano piano tutta la mia famiglia, tolta mia sorella mi ha raggiunto e questo ha fatto sì che ci ricongiungessimo. Sul perché della scelta è abbastanza ovvio secondo me: in Europa hai una possibilità di crescita cestistica nettamente superiore rispetto a quello che puoi avere in Argentina”
Che ricordi si porta di Tortona e sotto quale punto di vista pensa
l’abbia cresciuta maggiormente a livello cestistico?
“Tortona la porterò sempre nel cuore
Tante belle persone, tanti amici e soprattutto una tappa fondamentale della mia vita e della mia crescita sotto ogni punto di vista; ho avuto modo di confrontarmi con tantissimi allenatori e giocatori di diverso livello e questo penso sia fondamentale per un ragazzo che vuole crescere: faccio un esempio, gio-
care in Serie C a 16 anni è un qualcosa che ti aiuta tantissimo a velocizzare il tuo percorso di sviluppo”.
Quest’estate arriva la chiamata di Varese..
“Sì, appena mi ha chiamato Varese non ci ho pensato nemmeno un attimo ad accettare. Parliamo di una società gloriosa con una grandissima organizzazione, inserita in una bellissima città.
cON GlI AlTRI ARGENTINI fuORI dAl cAmpO, mA SOpRATTuTTO IN cAmpO,
c’è uNA cONNESSIONE pIù dIRETTA.
cI AIuTIAmO TANTO A VIcENdA, è uNA cOSA bEllISSImA pERché
SI cREA uN RAppORTO quASI fRATERNO
Devo dire che poi, dopo 4 anni a Tortona, avevo voglia di uscire dalla mia comfort zone e provare un’esperienza nuova come questa che mi sta facendo crescere sia da un punto di vista sportivo che personale: sono molto più indipendente, devo saper vivere anche senza l’aiuto di mamma e papà e questo è fondamentale”
Qui a Varese ci sono tanti ragazzi argentin come lei. Si sente un pò a casa seppur fuori dalla sua comfort zone?
bellissima perché si crea un rapporto quasi fraterno”.
Com’è fare parte di un gruppo di Serie A?
“Assolutamente sì, fuori dal campo, ma soprattutto in campo, c’è una connessione più diretta Ci aiutiamo tanto a vicenda, ci sosteniamo ed è una cosa
Bellissimo, educativo e formativo al m a s s i m o . Quando siamo in campo abbiamo tante res p o n s a b i l i t à perché l’allenamento dei senior dipende anche da come lavoriamo noi g vani Il coach vuole che, quando siamo chiamati in causa, ci comportiamo come fossimo parte del roster che poi va in campo la domenica e questo ti porta a dare sempre più del 100% ma al contempo ti fa crescere e ti forma in una maniera incredibile”.