L’esercito austro-ungarico fu momentaneamente fermato e ricacciato al di là dei confini. Su richiesta dell’alleato russo, che premeva per un alleggerimento del fronte orientale, le truppe serbe varcarono la Drina e la Sava forzando le difese austro-ungariche. L’offensiva, conosciuta come battaglia della Drina, durò dai primi di settembre ai primi di ottobre. Le perdite furono enormi, e la paura di rappresaglie da parte austro-ungarica si sparse anche tra la popolazione serba della Bosnia e dello Srem raggiunti dall’armata serba.
Alle porte del 1915: i profughi interni Grazie alle cronache degli inviati di guerra e agli appelli lanciati dal governo di Belgrado, gli echi degli avvenimenti che nell’estate del 1914 travolsero il Regno di Serbia avevano raggiunto in breve tempo tutte le capitali dei paesi alleati e neutrali, divenendo oggetto di discussione tanto tra le opinioni pubbliche quanto nelle élites politiche e tra le fila dei soldati. I serbi avevano fermato l’Impero austro-ungarico; la guerra non si risolse in tre mesi come molti pensavano; e infine, i civili vennero brutalmente coinvolti nelle operazioni. Mentre però i crimini tedeschi sul fronte occidentale divenivano strumento nelle propagande dell’Intesa per la demonizzazione del nemico, le atrocità austro-ungariche denunciate in Serbia provocarono nella maggior parte dei casi una certa perplessità. Dopo le pronte denunce lanciate dai governi belgi e francesi sul comportamento delle truppe tedesche contro i civili nelle zone occupate, anche il governo Pašić si era mosso nella stessa direzione per far sentire il peso delle atrocità subite dal popolo e dallo Stato serbo, affrettandosi nella pubblicazione delle inchieste di Reiss e di altre autorevoli personalità. Nei paesi dell’Intesa e in quelli neutrali l’immagine del soldato tedesco si ricoprì di un manto di violenza e sadismo, mentre gli ufficiali fino divennero i sapienti macchinatori delle atrocità diffuse ovunque. La responsabilità delle classi dirigenti e della casa regnante della Germania nello scoppio della guerra, già pregna di un alone di spietatezza emersa nella ferma decisione di scatenare un conflitto europeo, fu in un certo senso confermata da ciò che stava accadendo nei territori occupati belgi e francesi L’immagine del soldato tedesco aveva acquisito, in seguito alla ferocia della guerra, alle dimensioni del conflitto e certo agli avvenimenti contro le popolazioni civili, dei contorni ben distinti che lo avrebbero accompagnato fino alla fine della guerra. Nessuno nei paesi dell’Intesa e in quelli neutrali mise in dubbio la veridicità delle accuse belghe e francesi, e del resto non aveva motivo per farlo. Questo perché era chiara l’appartenenza allo stesso «mondo civile» in cui venivano 87