
4 minute read
La questione dei profughi e lo spostamento di popolazioni
quelle degli albanesi bruciate: i soldati non sapevano fare differenza, a testimonianza che non sono loro i colpevoli.68.
La questione dei profughi e lo spostamento di popolazioni
Advertisement
L’arrivo degli eserciti cristiani e l’azione delle bande armate aveva scatenato, soprattutto in Macedonia, una fuga caotica della popolazione turca. Tuttavia, l’estrema violenza della seconda guerra aveva prodotto una nuova ondata di profughi che fuggivano in conseguenza degli eventi bellici probabilmente anche perché terrorizzati dalle esperienze precedenti.
Nello studio della questione andrebbero esaminati numerosi elementi, come ad esempio il fatto che dopo la prima guerra una parte dei profughi tornò alle loro case nella Macedonia del Vardar, sotto l’organizzazione delle autorità serbe,69 che tra i profughi furono presenti probabilmente i soldati dell’esercito turco mobilitati dalle regioni europee (non bisogna dimenticare infatti che nella guerra del 1912 la Porta mobilitò circa 65.000 soldati delle sue regioni «europee» nella cosiddetta armata del Vardar e che altrettanti non risposero alla chiamata)70, o infine, che in molti di certo risposero all’esortazione dei Giovani Turchi ad abbandonare i territori conquistati dai paesi cristiani.71 Nonostante ciò le dimensioni delle fughe furono immense.
La maggior parte dei profughi si diresse verso Salonicco, che allora era non solo il porto principale dei Balcani ma anche una città multiculturale, sviluppata, seconda solamente a Costantinopoli.
Alcune statistiche attualmente disponibili, ma molto approssimative, dicono che i civili musulmani in fuga dopo la prima guerra furono 100.000 circa, cui se ne aggiunsero nel 1914 altri 250.000;72 altre che nel 1912 10.000 musulmani fuggirono dalla Macedonia e 104.000 dalla Tracia orientale, seguiti nel 1914 da 110.000-115.000 esuli provenienti ancora una volta dalla Macedonia e 35.000 dagli altri paesi balcanici;73 altre ancora che 177.000 musulmani (turchi) e albanesi lasciarono la Macedonia e la Tracia nel 1912-13 e altri 120.000
68 AS, MID-PO, 1913, XVII/121, ufficiale, da colonnello Popović comandante truppe macedoni-kosovare, a Ministero della guerra, 21-10-1913. 69 Heny Barby, Srpske pobede..., cit., p. 209. 70 B. Ratković-M. Đurišić-S. Skoko, op. cit., pp. 46-47. 71 Marco Dogo, op. cit., p. 49. 72 Antonio Ferrara, Esodi, deportazioni e stermini. La «guerra-rivoluzione» europea (19121939), in “Contemporanea”, IX, n. 3, luglio 2006, p. 454. 73 Elisabeth Kontogiorgi, op. cit., pp. 38-39.
65
nel 1914-15.74 Come citato, in seguito alla repressione della rivolta albanese 25.000 civili lasciarono il Kosovo e la Macedonia.
La mancanza di studi o statistiche più precise rendono il dibattito intorno al numero dei profughi musulmani una questione ancora aperta. Tuttavia, dati più precisi vengono riportati dalla commissione Carnegie, che il 1° settembre 1913 registrò a Salonicco una presenza di circa 135.000 profughi musulmani, molti dei quali fuggiti in seguito alla seconda guerra, ai quali non veniva concesso, se non in minima parte, l’insediamento in territori greci e per i quali l’unica possibilità fu la fuga in Asia minore con l’aiuto dell’Islamic Committee, un’organizzazione musulmana il cui compito era proprio quello di trasferire i profughi in Anatolia.75
Infine, secondo i dati del governo serbo, tra il novembre del 1912 e il marzo del 1914, i musulmani rifugiati in Turchia, attraverso Salonicco, furono, senza contare i bambini al di sotto dei 6 anni, 289.807.76
All’esodo dei musulmani si aggiunse nel 1913 quello delle altre popolazioni locali.
Nel settembre del 1913, quando la commissione condusse la sua indagine, i profughi in Bulgaria erano circa 100.000, di cui la metà provenienti dalle zone prese da serbi e greci (2.400 di essi però erano già ritornati alle loro case) e l’altra metà da 108 villaggi nella Tracia occupata dai turchi.77 L’afflusso di profughi nelle città bulgare, pare toccò a fine anno la cifra di 200.000 unità (compresi però i profughi della Dobrugia e della Tracia), creando una situazione insostenibile in particolare a Sofia: vennero sistemati in baracche, ma anche in stalle, cantine, e in qualsiasi posto disponibile, generando una situazione igienico-sanitaria molto difficile.78
Infine almeno 10.000 greci fuggirono (o furono spostati) dalla Macedonia sotto il controllo bulgaro e serbo verso la Macedonia egea e 70.000 greci migrarono dai territori sotto il controllo bulgaro in Tracia verso quelli greci.79
74 Egidio Ivetić, op. cit., p. 149. 75 Report..., cit., p. 151 e Appendix A, documenti 4 e 5, p. 278. 76 AS, MID-PO, 1914, pov. 58, doc. 0587, da Consolato generale serbo a Salonicco, 30 marzo/12 aprile 1914. 77 Report..., cit., p. 153 e 258. I profughi bulgari e turchi della Tracia furono poi oggetto di un trattato tra Bulgaria e Impero ottomano sullo scambio di popolazioni. Con il trattato di Adrianopoli del 2/15 novembre 1913 si accertò che 46.786 bulgari avevano infatti lasciato le zone occupate dai turchi trasferendosi nelle zone oltre confine abbandonate da 48.570 musulmani. Cfr. Elisabeth Kontogiorgi, op. cit., p. 39. 78 З. Тодоровски – Ж. Бужашка (a cura di), op. cit.,p. 56. 79 Elisabeth Kontogiorgi, op. cit., p. 39.
66