

FINE VITA






Ho iniziato questa avventura appena ventenne, costruendo, giorno dopo giorno, il mio lavoro, e l’appoggio della mia famiglia è stato determinante, anzi il vero punto di partenza!
A vent’anni c’è tutto l’entusiasmo, la forza e la passione della giovane età, ma la mia fortuna è che porto ancora con me la stessa emozione gli stessi sentimenti.
Il percorso non sempre è stato facile, ma ripagato da grandi soddisfazioni.
Ho sempre puntato sulla formazione e sulla conoscenza , sono sempre stata curiosa e interessata al “mondo del benessere” perché il mio lavoro è dare “benessere” ai miei clienti, e non solo attraverso i trattamenti mirati, ma anche partecipando e personalizzandoli in ogni sfumatura, a partire dalla gentilezza e dall’accoglienza.
Ringrazio tutti i collaboratori che ho incontrato lungo questi 30 anni, perché ognuno di loro mi ha lasciato e insegnato qualcosa.
Ringrazio chi è tutt’ora al mio fianco, bellissime e incredibili persone, sulle quali posso contare per proporre servizi sempre studiati e all’avanguardia.
Ringrazio la mia famiglia che mi ha trasmesso serietà e senso del dovere, etica del lavoro e resilienza, valori fondamentali che mi hanno permesso di far crescere e rendere sempre più solida la mia attività.
Ringrazio Lorena Gondolini Parrucchieri, che ho sempre avuta letteralmente “di fianco”, ci separa una porta e ci unisce una bellissima collaborazione basata sulla reciproca stima e il reciproco rispetto.
Infine desidero ringraziare in maniera speciale tutte le clienti e i clienti che mi hanno dato fiducia, in molti mi hanno vista crescere e cambiare. In occasione di questi 30 anni ho voluto riservare un pensiero per tutti confezionando un piccolo omaggio!
Per noi e per loro ho realizzato alcuni rinnovamenti al centro benessere che ho riaperto il 13 novembre circondata dall’affetto di coloro che sono venuti a salutarmi.
30 anni fa sono partita da sola e ora ho 5 dipendenti, molte soddisfazioni e un senso di importanza e di onore del lavoro che svolgo, che mi accompagna quotidianamente, un’autentica ricchezza che tengo stretta nel cuore.
RITA FABBRI



L’OPINIONE SOMMARIO L’OSSERVATORIO
4 POLITICA
SICUREZZA, DAL SINDACO AI FAN DELLA REMIGRAZIONE
Giardini Speyer, si poteva fare di più
di Luca Manservisi
Dif cile, molto dif cile affrontare il tema sicurezza senza venire strumentalizzati, da una parte o dall’altra. Si fa presto a diventare fascisti se chiedi più controlli e certezza della pena, così come è un attimo passare per i “comunisti che vogliono accogliere i clandestini” se si osa sottovalutare i segnali di allarme. Sicuramente, però, è un tema che una ri essione la merita comunque, perché tocca molto da vicino tutti i cittadini (non a caso è stato anche al centro dell’ultima assemblea dell’associazione dei Comuni italiani, con protagonista anche il sindaco Barattoni - vedi pagina 4).
Potremmo partire dal fatto che no, non è un problema prettamente ravennate come vuole far credere qualcuno. Bastava leggere le cronache dei comuni limitro (da Rimini scendendo no a Cervia) di qualche tempo fa per capire in particolare che il problema delle risse e delle violenze tra giovani e giovanissimi avrebbe presto toccato anche Ravenna. In particolareinutile nasconderlo - è il coinvolgimento dei minori stranieri non accompagnati a rendere ancora più dif cile da trovare la soluzione. Un problema che si fa sentire soprattuto in estate, nei locali notturni o nella zona della stazione. Un luogo, quello dei sempre chiacchierati “giardini Speyer”, che già all’epoca del sindaco Matteucci conquistò le prime pagine dei giornali. Era l’epoca in cui Matteucci era accusato (anche da noi) di derive leghiste, in cui si pensava che eliminando una panchina si potesse risolvere il problema. Ma in quegli anni ci fu anche l’inaugurazione del centro di mediazione sociale del Comune sotto i portici, che di miglioramenti effettivamente ne ha portati. Almeno per qualche anno. Fino all’arrivo del sindaco De Pascale, quando invece la polvere pare quasi essere stata messa sotto il tappeto. Fino a che - ancora - la questione non è di nuovo esplosa, con i residenti in particolare che non hanno più potuto nascondere la propria esasperazione. Ognuno può avere la propria ricetta per contrastare il degrado della zona della stazione (una cancellata, un chiosco, un presidio della polizia locale, l’esercito...), ma di certo non fare niente (progetto dello studentato a parte, in grave ritardo), come negli ultimi anni, non è stato molto lungimirante. Per premiare questa sorta di immobilismo, il vicesindaco alla Sicurezza è stato per no confermato da Barattoni, che però ora pare almeno voler prendere in mano la situazione, partendo da una nuova gestione dei locali sotto i portici - ha dichiarato - per far rivivere la zona, allontanando frequentazioni sospette. Il problema si sposterà altrove? Non lo sappiamo, ma credo valga almeno la pena provare.
6 ECONOMIA
IL PONTE DI RIOLO TERME
DEDICATO A MARGHERITA HACK
14 SOCIETÀ
UNIVERSITÀ PER ADULTI, NE PARLA ELSA SIGNORINO
23 CULTURA
L’OMAGGIO AL DESERTO ROSSO DEL FESTIVAL TRANSMISSIONS
26 GUSTO
DOLCI FATTI IN CASA, ARTIGIANALI E INDUSTRIALI: LE DIFFERENZE
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E ora parliamo di un vero eroe
di Moldenke
Questa settimana non voglio fare arrabbiare nessuno. Preferisco celebrare un vero eroe, il faentino Mauro Taroni. Non sapete chi è? Davvero? Ma come, non avete letto l’articolo del Carlino di Cesena che parla di lui e dell’epica s da che si è svolta in un ristorante in zona Mercato Saraceno? Allora ve lo riporto qui, testuale. Ve lo giuro. «[...] Alla fase nale, dopo sei “manche” (la prima da 100 cappelletti, quelle successive da 50) sono arrivati i vincitori delle ultime due edizioni: Daniele Gallone di Parma (vincitore 2023) e Mauro Taroni di Faenza (vincitore 2024). Fino ad allora Taroni aveva guidato le danze divorando i cappelletti quasi senza masticarli per nire il piatto in brevissimo tempo e costringere gli altri concorrenti a correre per evitare l’eliminazione [...] Alla prima manche (100 cappelletti del peso di cinque grammi ciascuno, quindi mezzo chilogrammo più il ragù), Mauro Taroni è stato il più veloce a nire, ma tutti gli altri 22 concorrenti (sorretti da un tifo da stadio) sono riusciti a nire entro cinque minuti. Dalla seconda manche (50 cappelleti a ogni rilancio) è iniziata la selezione: prima uno, poi otto (tra i quali Sara Maioli, l’unica donna in gara), poi altri otto, poi un altro, in ne cinque al sesto rilancio (350 cappelletti in totale). Sono rimasti in gara Mauro Taroni, che ha sempre dettato il ritmo, e Daniele Gallone che non ha mai mollato. Ancora un rilancio da 50 cappelletti per arrivare a 400, con Gallone in visibile dif coltà che ha nito al limite. Ultimo rilancio da 25 cappelletti, con Taroni che ha continuato a macinare cappelletti nonostante sembrasse un po’ provato, e Gallone che si è fermato quando nel piatto c’erano rimasti solo quattro cappelleti. Così la Romagna ha battuto l’Emilia di stretta misura: 425 a 421 cappelletti». Il giornalista va ancor più nel dettaglio, nel tecnico oserei dire: «La strategia di Taroni si è dimostrata vincente anche quest’anno - cito sempre il Carlino -: non usa la forchetta, ma il cucchiaio per poter portare alla bocca più cappelletti contemporaneamente, mastica pochissimo e deglutisce rapidamente, ingollando di tanto in tanto qualche sorso di Coca Cola. che ogni volta ha ripulito il piatto dei residui di ragù». E in ne, un dettaglio importante, che rivela lo stesso Taroni al giornalista: «Smaltisco facendo migliaia di chilometri ogni mese in bicicletta: ne ho fatto duecento stamattina e altrettanti ne farò domani». Viva la stampa libera, per dio.

arattoni sulla sicure a «Problema na ionale non bastano repressione e controllo»
Il sindaco di Ravenna in un intervento all’assemblea Anci: «Bisogna vivere insieme e per più tempo gli spazi pubblici»


Il tema della sicurezza resta al centro del dibattito politico, alimentato sicuramente dalle cronache anche cittadine che continuano a registrare furti, truffe, arresti per spaccio, risse, atti vandalici quasi quotidianamente. L’arrivo di trenta nuovi carabinieri in provincia (foto) è stato sicuramente salutato come una buona notizia, per quanto lungi dall’essere risolutiva. Anche il sindaco Alessandro Barattoni (foto) ha affrontato l’argomento in occasione della recente assemblea annuale di Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), tenutasi nei giorni scorsi a Bologna. «Sindaci e sindache di tutte le regioni, che guidano città più o meno grandi, sono concordi su come il tema sia prepotentemente in cima alle richieste dei cittadini e alla lista delle priorità di cui si preoccupano ogni giorno, nonostante la Costituzione assegni allo Stato la competenza esclusiva in fatto di ordine e sicurezza pubblica», ha precisato Barattoni che ha messo in la anche alcune cifre.
Un problema dunque diffuso e trasversale che fa sì che, secondo il sindaco di Ravenna, «non abbiamo modelli da copiare, né soluzioni semplici per affrontare un problema che è in stretta relazione con i cambiamenti della società, i rapporti fra le persone e l’aspettativa nei confronti dell’altro. Il tema della sicurezza è quindi una questione orizzontale e trasversale: è legato al sociale, all’illuminazione, al commercio di prossimità, all’urbanistica. È in relazione alle politiche giovanili, a quelle di genere, alle politiche culturali. La sicurezza è profondamente intrecciata al modo in cui una città, i paesi, i lidi, vengono vissuti e non si può pensare di affrontare un argomento così composito a compartimenti stagni, ma occorre farlo in maniera unitaria, partendo dal fatto che non si può prescindere dal rafforzamento di presìdi statali nelle città. Servirebbe, inoltre, una stretta contro i reati predatori comuni, che vedono una costante recidiva, frutto di una scarsa effettività della sanzione, e che producono un grande allarmismo e s ducia nelle istituzioni da parte dei cittadini».
A tutto questo ovviamente si aggiunge il tema del sovraffollamento delle carceri, dice il primo cittadino e il numero dei rimpatri effettivi che seguono l’espulsione (meno del 10 percento). L’analisi di Barattoni non si ferma qui, però: «Credo si possa dire che non siano suf cienti solo politiche repressive e di controllo, ma che sia necessario inserire il tema della sicurezza dentro a quello della prevenzione del disagio, in particolare giovanile, e delle sicurezze in senso lato: quelle sociali e il sostegno alla fragilità, quelle economiche e le politiche dei redditi, quelle scolastiche e culturali. Come sappiamo, sono in aumento la dipendenza e lo spaccio di droghe, in particolar modo quelle a basso costo, così come sono in preoccupante crescita la detenzione e il possesso di coltelli e armi bianche, soprattutto fra i giovanissimi. Questi temi, naturalmente, interrogano in profondità l’aspetto educativo, la responsabilità genitoriale e le relazioni intergenerazionali, su cui spesso riescono a fare un grande lavoro la scuola e lo sport, seppur non possano sostituirsi all’ambito familiare».
Ed è così che Barattoni ha concluso con quello che è ormai un suo leit motiv: «come Amministrazione implementeremo le unità di strada e le politiche di prossimità, allo stesso tempo voglio ribadire che per raggiungere l’obiettivo serva anche avere una città più viva, aperta, illuminata, in cui si sta più insieme, perché non c’è miglior politica, per la sicurezza, di tante persone che vivono per più tempo e anche in modo diverso i propri spazi e i luoghi pubblici, a partire da strade, piazze e parchi».
AGENDA
In memoria di Zaccagnini con Preda e Patuelli
Sabato 22 novembre alle 16.30 nella sala parrocchiale del cinema Giardino, a Brisighella, si terrà l’incontro dal titoto “Memoria e futuro: Zaccagnini, Pelliconi e la politica come servizio”. Intervengono Antonio Patuelli, presidente della Cassa Spa, e Aldo Preda, ex senatore e autore di un libro sul noto politico ravennate.
Del Pero all’Oriani per parlare di Trump
Martedì 25 novembre alle 17 alla Biblioteca di Storia contemporanea Oriani di Ravenna si tiene la presentazione del volume di Mario Del Pero, Buio americano. Gli Stati Uniti e il mondo nell’era Trump (il Mulino 2025). Del Pero, professore ordinario di Storia Internazionale e Storia degli Stati Uniti all’Institut d’études politiques-SciensesPo di Parigi, considerato uno dei maggiori americanisti del nostro tempo, ne discuterà con il magistrato Stefano Dambruoso, il giornalista del Corriere della Sera Giuseppe Sarcina e il Michele Marchi del Dipartimento di Beni Culturali. Coordinerà la discussione la Sara De Ponte dell’Università di Genova.
La Linea Gotica di Massimo Turchi in tre volumi
Venerdì 21 novembre alle 17.30, alla Biblioteca di Storia contemporanea Oriani si tiene la presentazione dei tre volumi di Massimo Turchi, Linea Gotica (Diarkos 2024-2025), iniziativa organizzata in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna.
La storia dei patrioti carbonari Montanari e Targhini
Sabato 22 novembre, alle 17, alla Biblioteca Classense di Ravenna si terrà la presentazione del libro L’Euforia prima del rintocco di Valeria Magrini, edito da Ponte Vecchio di Cesena. Il libro propone la sceneggiatura teatrale scritta per commemorare il bicentenario della tragica morte di Leonida Montanari e Angiolo Targhini, due patrioti carbonari ghigliottinati a Roma dal potere papale il 23 novembre 1825. A moderare l’evento sarà la segretaria della Fondazione Ravenna Risorgimento Claudia Foschini.
Libro e documentario su Carlo Tresca a Castel Bolognese
La “Associazione delle Amiche e degli Amici della Biblioteca Libertaria Armando Borghi”, in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane” e la Sezione Anpi “Livio e Dante Poletti” organizza sabato 22 Novembre alle 14, alla Saletta Espositiva (via Emilia Interna 90) di Castel Bolognese, un incontro pubblico con lo storico Alessandro Incerti che presenterà il suo recente libro Come una Quercia. Vita e battaglie di Carlo Tresca (ed. Cronache Ribelli, 2025). Nell’occasione sarà proiettato il documentario di Angelo Figorilli e Francesco Paolucci dal titolo L’Uomo più buono del Mondo La leggenda di Carlo Tresca (2023, min. 37). L’intervento conclusivo sarà dello scrittore Maurizio Maggiani.
Il comitato di estrema destra in piazza a Ravenna Le reazioni politiche di condanna
Arriva a Ravenna il Comitato Remigrazione e Riconquista, movimento di ultradestra nato dalla collaborazione tra diversi soggetti politici (alla presentazione a Brescia hanno preso parola esponenti di Casa Pound, Rete dei Patrioti e Veneto Fronte Skinheads…) con l’intento di promuovere la “remigrazione”. L’appuntamento è per una manifestazione sabato 22 novembre, con un corteo che partirà dalle 16 in zona stazione per arrivare in piazza Einaudi “tutti uniti sotto il tricolore”. «Non potevamo non scegliere Ravenna quale prima uscita ufficiale post presentazione – scrivono i promotori in una nota inviata alla stampa -, città in mano alla criminalità straniera, dove l’immigrazione incontrollata ha messo radici ben salde e dove si registrano quotidianamente atti delinquenziali, spaccio, accoltellamenti. Il nostro dovere è quello di scendere in strada a fianco dei cittadini ravennati esasperati dal totale degrado in cui versa la città e per il quale da Palazzo Merlato nessuno mai è intervenuto, al contrario sostenendo e foraggiando il business dell’accoglienza e rendendosi complice di ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti: un’immigrazione di massa totalmente incontrollata». Tra le prime reazioni quella di Ravenna in Comune, lista di sinistra che si è presentata anche alle ultime elezioni comunali, che chiede «che una indecente marcia non infanghi la dignità antifascista e antirazzista della nostra città». La Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna esprime ferma condanna «morale, culturale e politica e richiede con fermezza alle istituzioni (Prefetto, Questore, Procura della Repubblica) di vietare simile manifestazione o quanto meno di impartire prescrizioni affinché sia evitata la commissione delle ipotesi di reato sopra evidenziate ovvero di perseguire e punire i reati che dovessero essere commessi». L’Anpi chiede che vengano «prese tutte le misure per contenere tale espressione che non è del “libero pensiero”, ma è propaganda di una condotta violenta e inumana. E che venga vietata e repressa qualsiasi esibizione di simboli e gesti fascisti».
NOMINE
Stefano Folicaldi segretario del Pd di Alfonsine
Stefano Folicaldi è il nuovo segretario del Partito Democratico di Alfonsine che subentra a Mauro Venturi. Classe 1991, impiegato in un’azienda privata di Alfonsine, Folicaldi ha già ricoperto il ruolo di segretario per sei anni, dal 2014 al 2019, e dal 2019 svolge nel consiglio comunale di Alfonsine il ruolo di capogruppo della lista AlfonsineSì, che ha sostenuto l’attuale sindaco Riccardo Graziani. Inoltre, nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dal 2024 ricopre il ruolo di presidente del consiglio dell’Unione. Infine, su indicazione di Folicaldi, gli iscritti hanno approvato la nomina di Giorgia Petrollino, classe 1996, come Tesoriera del Partito Democratico di Alfonsine. Vasco Errani presidente dell’Istituto Cervi

Il ravennate Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia Romagna, è diventato presidente dell’Istituto Cervi di Gattatico (Re), nominato dall’assemblea dei soci di Casa Cervi. Vasco Errani succede ad Albertina Soliani che ha guidato uno dei presidi più attivi in regione sulla memoria della Resistenza per dieci anni.

CERVIA/1
Pronti 50mila euro per pinete strade scuole e cimitero
La giunta comunale ha approvato interventi di manutenzione straordinaria
La giunta comunale di Cervia ha approvato quattro progetti esecutivi per un importo complessivo di 845mila euro per un piano di interventi di manutenzione straordinaria al patrimonio pubblico che verranno effettuati nel corso del 2026. Nel dettaglio, 400mila euro saranno destinati agli edi ci pubblici e in particolare copriranno i costi per il rifacimento di parte del tetto della scuola elementare Mazzini di Milano Marittima, di spogliatoi e servizi igienici del Centro sportivo “Le Saline” di Montaletto, delle rampe per disabili dell’edi cio storico sede della scuola primaria Pascoli e della Biblioteca comunale, per il risanamento e tinteggiatura esterna del Centro sociale di Pisignano e Cannuzzo e per interventi di ef cienza energetica nella Caserma dei Carabinieri di Savio di Cervia. Altri 200mila euro andranno invece alle pinete cittadine per proseguire con il piano di gestione della Pineta di Cervia e Milano Marittima e a rimboschire la Pineta di Pinarella. Nel primo caso si procederà ad eliminare gli alberi caduti, il cui materiale verrà cippato all’interno della pineta e piantare oltre 800 giovani alberi, tra pini domestici e latifoglie. Nella Pineta di Pinarella verranno messe a dimora oltre 300 alberi, che verranno collocati dove si sono create delle scoperture arboree a seguito di schianti anche recenti. 195mile serviranno per la segnaletica stradale, in ne 50mila saranno utilizzati nel cimitero di Cervia un intervento di rifacimento dei tetti ammalorati di una serie di loculi.
CERVIA/2 3,7 milioni per il ume Savio
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha finanziato l’intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico lungo il fiume Savio a Cstiglione di Cervia. I lavori finanziati dal Ministero per un importo di 3,7 milioni di euro, prevedono l’adeguamento delle arginature da Villa Ragazzena alla Strada Statale 16 Adriatica.L’opera andrà a mettere in sicurezza il tratto che vedrà poi la realizzazione del progetto complessivo relativo al percorso cicloturistico lungo il fiume Savio, da Cesena fino alla foce del fiume Savio, sull’argine destro. Inoltre entro l’anno verrà concluso l’intervento iniziato a settembre, che riguarda il prolungamento del percorso cicloturistico lungo l’argine destro del fiume Savio a valle della località di Castiglione di Cervia, partito dal Bosco del Duca D’Altemps per arrivare all’altezza della Villa Ragazzena.




ANTIPASTO
Tortino di baccalà e verdure con salsa al limone ed erba cipollina Cappasanta in crosta al caffè su crema di zucca
Insalata di gamberi, castagne e indivia belga
PRIMO
Tortellaccio ripieno di cernia con gamberi, calamari e finferli



BASTA VIOLENZA SULLE DONNE
RIOLO TERME
APERTO IL NUOVO PONTE A ISOLA SUL FIUME SENIO È STATO INTITOLATO ALLA SCIENZIATA MARGHERITA HACK
Inaugurato il 14 novembre. Sostituisce la vecchia struttura di origine militare crollata con l’alluvione del novembre 2024
Dopo mesi di lavori, riapre al traf co il nuovo ponte di Isola sul ume Senio, un’infrastruttura strategica per la viabilità del territorio di Riolo Terme. L’intervento, dal valore complessivo di 660 mila euro, ha consentito la ricostruzione e il miglioramento strutturale e idraulico del ponte, danneggiato in modo irreparabile dalle alluvioni che hanno colpito la Romagna nel 2023 e nel 2024. L’opera è stata nanziata con 350.000 euro in somma urgenza e 310.000 euro tramite l’Ordinanza n.33/2024 del Commissario Straordinario alla Ricostruzione. Il progetto è stato redatto da Enser srl su incarico di Janson Bridging Italia e realizzato sotto la direzione tecnica del Comune di Riolo Terme e dell’Unione della Romagna Faentina. Il nuovo ponte sarà intitolato all’astro sica Margherita Hack, scomparsa nel 2013. L’inaugurazione si è tenuta venerdì 14 novembre, alla presenza di tanti cittadini di Riolo Terme, della sindaca Federica Malavolti e di altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Riolo. Il nuovo ponte sostituisce la precedente struttura di origine militare e risalente alla ne della Seconda guerra mondiale, che aveva subito danni progressivi con le alluvioni del maggio 2023, del novembre 2023 e in ne con il crollo de nitivo nel settembre 2024. Il manufatto è stato completamente ricostruito con una campata unica di 36 metri e una larghezza utile di 3,5 metri. Realizzato in acciaio modulare, presenta un guadagno altimetrico di circa un metro rispetto al vecchio impalcato, migliorando sensibilmente il franco idraulico e la capacità di de usso del ume Senio. Il nuovo ponte di Isola ripristina la viabilità locale, garantisce il collegamento tra le aree agricole e residenziali e potenzia la sicurezza idraulica del ume Senio. L’intervento si inserisce nel più ampio piano comunale di messa in sicurezza del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico, portato avanti con il supporto dell’Unione della Romagna Faentina, della Regione Emilia-Romagna e degli enti tecnici competenti. La struttura è stata intitolata all’astro sica Margherita Hack. «Una scelta – come ricordato dalla vicesindaca Francesca Merlini – dettata dalla consapevolezza che nel nostro territorio, come in gran parte d’Italia la toponomastica è prettamente al maschile: a Riolo terme solo il 2% dei luoghi pubblici è intestato ad una donna. Abbiamo scelto una donna, e in particolare una scienziata, perché sia da sprone a tutte le ragazze, nel ricordare che anche le materie scienti che sono adatte a loro».

Euro 65 a persona Aperitivo di benvenuto Menù
SECONDO
Grigliata di pesce con filetto di branzino, spiedino di gamberi, spiedino di calamari, fritto misto e patate al forno
DOLCE
Cheesecake con fichi caramellati, arancia candita e praline al cioccolato e torroncino
***
Vino, Acqua e Caffè incl.





TURISMO
RUSTIGNOLI CONFERMATO
PRESIDENTE NAZIONALE
DI FIBA
Il ravennate ai vertici della Federazione italiana balneari di Confesercenti

Il ravennate Maurizio Rustignoli è stato riconfermato Presidente nazionale di Fiba Confesercenti, la Federazione italiana balneari dell’associazione. Insieme a Rustignoli, altri emiliano romagnoli faranno parte in qualità di membri effettivi nella Presidenza: Massimo Ferrari, Riccardo Vincenzi, Riccardo Santoni. L’elezione è avvenuta nel corso dell’assemblea elettiva nazionale, alla presenza della dirigenza Confesercenti. «Sono onorato della riconferma alla guida nazionale di Fiba Confesercenti – ha dichiarato Rustignoli – e ringrazio l’intera assemblea e la presidenza per la ducia rinnovata. In questi anni abbiamo lavorato molto, come gruppo unito e coeso, potendo contare sul sostegno costante di Confesercenti nazionale e del suo uf cio legislativo».
Rustignoli ha ricordato come il settore stia attraversando una fase complessa, segnata da incertezze normative che frenano investimenti e innovazione.
«Serve uscire da questa situazione di stallo – ha detto –perché non è più sostenibile per le imprese e per l’intero sistema turistico. L’instabilità sta generando un danno enorme, riducendo la capacità di investimento e la qualità dell’offerta. Eppure il comparto balneare resta una delle colonne del turismo italiano. La maggior parte dei ussi turistici sceglie le nostre località costiere, e da qui nasce una parte signi cativa della ricchezza del Paese. Non chiediamo privilegi, ma un equilibrio che riconosca i diritti di chi, su un patto duciario con lo Stato, ha costruito valore economico e sociale».
BANDI
Cinque milioni dalla Regione Emilia-Romagna per le start-up
Favorire la nascita e lo sviluppo di startup con prodotti, servizi e soluzioni innovative; valorizzare progetti che derivano da attività di ricerca e trasferimento tecnologico; incentivare l’adozione di modelli di business innovativi e sostenibili nonché promuovere l’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle industrie e tecnologie capaci di ridurre le disuguaglianze sociali. Sono questi gli obbiettivi per le imprese emergenti dell’Emilia-Romagna che la Regione Emilia-Romagna sosterrà con 5 milioni di euro, - Fondi europei del Programma regionale Fesr 2021-2027, attraverso il bando “Sostegno allo sviluppo delle startup innovative”. Il bando prevede infatti che possono presentare la richiesta di contributo le micro, piccole e medie imprese che risultano registrate alla data di presentazione della domanda nella sezione speciale del Registro delle imprese dedicata alle startup innovative. Nello specifico, startup innovative con anzianità di iscrizione nel registro imprese fino a 3 anni (3 milioni di euro) o da più di 3 anni (2 milioni di euro).
Le domande possono essere presentate dal 27 novembre fino al 30 gennaio 2026, esclusivamente online, tramite l’applicativo Sfinge 2020. I beneficiari potranno ottenere un contributo fino a un massimo del 60% (più un altro 15% in caso di premialità) dell’investimento ammissibile e usufruire di servizi di informazione e orientamento offerti da Art-ER, in collaborazione con incubatori, acceleratori e associazioni imprenditoriali, per favorire networking e scale-up. Le iniziative debbono essere avviate dalla data di presentazione della domanda e concludersi, salvo proroghe autorizzate entro il 31 luglio 2027, prevedere soluzioni innovative con impatto sulla sostenibilità e sugli obiettivi dell’Agenda 2030, nonché il coinvolgimento diretto dei soci e del team imprenditoriale. Occorre prevedere un investimento minimo di 120mila euro per startup con anzianità fino a 3 anni e di 250mila euro per startup con anzianità superiore a 3 anni. In Emilia-Romagna, le startup registrate a settembre 2025 sono 889, pari al 7,21% del totale nazionale, che conta circa 12mila startup. La regione si colloca al quarto posto nella graduatoria dopo Lombardia, Lazio e Campania. Per quanto riguarda la concentrazione delle startup in Emilia-Romagna, 282 sono in provincia di Bologna, 142 a Modena, 98 a Reggio Emilia, 93 a Parma, 76 a Rimini, 55 a Ravenna, 53 a Forlì-Cesena, 47 a Ferrara e 43 a Piacenza.
POSTE ITALIANE
Cgil e Federconsumatori: criticità per utenti e lavoratori
«Da un lato mucchi di posta non consegnati, uffici postali chiusi o che funzionano in modo inadeguato, con orari o servizi ridotti, disservizi, e lunghe attese agli sportelli, dall’altro lato un organico ampiamente al di sotto del necessario e una precarietà diffusa» questa la denuncia Cgil, Slc, Spi e Federconsumatori Ravenna sulle fortissime criticità presenti in Poste e che per questo giovedì 13 novembre sono stati in Municipio a Ravenna, con il Comitato cittadino di Lido di Savio, per denunciare gli intollerabili ritardi registrati nei recapiti postali di quella zona. Un problema che in realtà, dicono in particolare da Federconsumatori, non riguarda però solo quella località.
FORMAZIONE LAVORO Nuovo corso dedicato ai Plc alla scuola Angelo Pescarini
Nel laboratorio Plc della Scuola Angelo Pescarini a Ravenna, tra Cpu Siemens 1500, interfacce HMI Comfort e drive per motori Brushless, prenderà il via ai primi di dicembre un nuovo corso di livello intermedio dedicato ai PLC, i “Controllori Logico Programmabili”. L’opportunità è riservata solo a pochi allievi e la scuola fa sapere che restano appena tre posti disponibili e le iscrizioni saranno accolte in base all’ordine di arrivo. Nei mesi scorsi, la proposta formativa della Scuola legata al settore dei Plc ha registrato una partecipazione alta, con due corsi – base e intermedio– andati esauriti in pochissimo tempo. La forte richiesta ha spinto la Scuola Pescarini ad attivare una seconda edizione del corso intermedio. Info: 0544-687311 oppure scrivere a info@scuolapescarini.it.


FINE VITA/2 IN REGIONE UN MAGGIORENNE SU 144
Secondo posto in Italia dopo la Lombardia Ravenna in coda alla graduatoria

Con 25.443 persone, l’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana (dopo la Lombardia) per il numero di cittadini che hanno deciso di depositare le disposizioni anticipate di trattamento (Dat), più conosciute come testamento biologico o biotestamento. È lo strumento che permette a ogni persona maggiorenne di esprimere in anticipo le proprie volontà mediche e di nominare un duciario per rappresentarla, in base alla legge 219/2017. Nello speci co, le Dat danno la possibilità di ri utare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario nel caso, per esempio, di un coma irreversibile. Le Dat possono essere modi cate o revocate in qualsiasi momento e restano comunque valide anche se il duciario non viene nominato oppure se rinuncia, è deceduto o diventa incapace.
I siti web di tutti i Comuni capoluogo e delle principali città emiliano-romagnole hanno già una pagina informativa sulle Dat, ma questo non basta a diffondere la conoscenza dello strumento. Di recente l’associazione Luca Coscioni, che si occupa di diritti civili, ha diffuso le sue statistiche annuali sulla diffusione delle Dat.
La media regionale è una Dat ogni 144 maggiorenni. Guardando alla classifica per province, in vetta c’è Ferrara con una ogni 197 maggiorenni (1.459 in totale). Seguono Reggio Emilia con una ogni 189 (2.171) e Parma con una ogni 159 (2.331). Fuori dal podio ci sono Piacenza (una ogni 158 maggiorenni, 1.341 in totale), Rimini (una ogni 152), Bologna (144), Modena (128), Ravenna (119) e Forlì-Cesena (113).
FINE VITA/3
FINE VITA/1
estamento biologico il consiglio regionale chiede un registro online collegato al fascicolo sanitario
Il consigliere Gordini, ex primario di Rianimazione: «Allo stato attuale c’è il rischio che la sanità non sappia le disposizioni del paziente»
Il consiglio regionale dell’Emilia-Romagna il 12 novembre ha approvato una risoluzione che riguarda l’applicazione della legge del 2017 sul cosiddetto testamento biologico, quel documento chiamato in realtà “Disposizioni anticipate di trattamento” (Dat) con cui una persona maggiorenne e nel pieno delle sue facoltà esprime in anticipo le proprie volontà su futuri trattamenti sanitari e scelte terapeutiche, nel caso non fosse più in grado di esprimersi autonomamente. La risoluzione impegna la giunta guidata da Michele de Pascale a collaborare con enti locali e servizio sanitario per diverse misure: attivare sportelli di orientamento rivolti alla cittadinanza, realizzare campagne informative, inserire il biotestamento nel fascicolo sanitario elettronico e regolamentare la raccolta delle Dat nelle strutture sanitarie. Il bolognese Giovanni Gordini, ex primario di Rianimazione all’ospedale Maggiore di Bologna, è consigliere regionale eletto nella lista “Civici con de Pascale” e vicepresidente della commissione Sanità. Sarà tra gli ospiti di un incontro sul tema del ne vita in programma a Ravenna il 22 novembre (vedi pagina 12) Gordini, l’associazione Luca Coscioni (vedi altro articolo accanto), calcola che in regione risultano oltre 25mila Dat depositate su 3,6 milioni di residenti maggiorenni. E l’Emilia-Romagna è al secondo posto tra le venti regioni italiane. Che signi cato ha questo numero?
«Sono cifre bassissime. È ragionevole pensare che incida una scarsa conoscenza del diritto del singolo a poter de nire le proprie scelte».
La recente risoluzione approvata dall’assemblea legislativa regionale cosa può ottenere?
«L’intento è soprattutto quello di impegnare la giunta a
fare quanto necessario perché i cittadini siano realmente informati sui diritti sanciti dalla legge del 2017. Per esempio cominciando dalla facilitazione informatica del fascicolo elettronico. Ma anche gli sportelli informativi sarebbero uno spazio importante».
Allo stato attuale c’è il rischio potenziale che, in un eventuale momento di emergenza, il sistema sanitario non sappia se un paziente ha depositato il suo biotestamento?
«Il rischio c’è perché la raccolta delle informazioni non è ancora ben organizzata. Ma il personale medico dovrebbe essere capace di leggere la situazione del paziente. Il mondo sanitario dovrebbe essere capace di ascoltare la persona e capire dalla sua biogra a quale sia la posizione più vicina possibile alla sua volontà, anche quando questa non può essere espressa in maniera esplicita. È un tema culturale che meriterebbe percorsi di formazione speci ci». Cosa deve fare il cittadino che voglia depositare il proprio testamento biologico e a chi deve rivolgersi?
«La via più semplice è agli uf ci comunali dello stato civile. È chiaro che in quel caso la persona deve consegnare al funzionario un modulo già pronto. Diverso sarebbe se ci fosse uno sportello ad hoc e in quel caso si avrebbe di fronte una persona formata apposta anche per dare spiegazioni».
In Italia dal 2019, da quando è possibile accedere al suicidio medicalmente assistito, ci sono state 16 richieste: 12 realizzate, due hanno ricevuto l’ok ma hanno deciso di non procedere e due sono in attesa. Quanti riguardano l’Emilia-Romagna?
«I casi in regione sono stati tre».
Perché il Parlamento non ha ancora scritto una legge che regoli il ne vita?

olo oscana e ardegna hanno una legge ma si attende la orte ostitu ionale
Le sentenze dei giudici stanno scrivendo la norma, mentre il Parlamento latita. Dal 2019 è permesso il suicidio medicalmente assistito
In Italia non esiste ancora una legge nazionale che regoli in modo completo il cosiddetto “ ne vita”, l’espressione che indica l’insieme delle scelte personali e mediche che riguardano la morte e il periodo che la precede. Al momento il quadro normativo di riferimento è dato da una legge di otto anni fa (219 del 2017) che ha introdotto le cosiddette disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e da diverse sentenze della Corte Costituzionale, la più importante delle quali, nel 2019, ha autorizzato il suicidio assistito, o morte assistita, cioè la pratica con cui ci si autosomministra un farmaco prescritto da un medico per morire. Occorrono quattro requisiti: una patologia irreversibile; la presenza di sofferenze siche o psicologiche che il paziente reputa intollerabi-
li; la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale; la capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.
Resta il divieto per la cosiddetta eutanasia: un medico o una persona terza non può somministrare un farmaco a un paziente per farlo morire, anche se lo ha chiesto il paziente e non può farlo da solo a causa di una malattia grave, irreversibile e totalmente invalidante. Allo stato attuale sarebbe a tutti gli effetti un omicidio con una pena prevista da sei a quindici anni.
Aggrappandosi alla competenza delle Regioni in materia di sanità, nell’ambito delle ripartizioni tra enti, la Toscana è stata la prima Regione italiana a dotarsi di una legge sul ne vita che garantisce un iter chiaro, unifor-
me e regolamentato per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita. A febbraio 2025 è stata approvata la proposta di legge “Liberi Subito”, depositata 11 mesi prima con 10.700 sottoscrizioni di cittadini toscani. La nuova norma stabilisce che chiunque richieda una valutazione delle proprie condizioni di salute per accedere al suicidio medicalmente assistito debba ricevere una risposta entro un massimo di 30 giorni; in caso di esito positivo e conferma della scelta, l’assistenza deve essere erogata entro ulteriori 7 giorni.
A maggio il governo Meloni ha deciso di impugnare la legge toscana davanti alla Corte costituzionale. L’Avvocatura dello Stato, rappresentando la presidenza del Consiglio, ha sostenuto che la legge toscana violerebbe
l’articolo 117 della Costituzione, invadendo la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e incidendo su diritti personalissimi, come quello alla vita e all’integrità. La Regione Toscana ha respinto le accuse, sostenendo che la legge non introduce nuovi diritti ma si limita a disciplinare, sul piano organizzativo, le modalità con cui le Asl devono dare attuazione alle sentenze della Corte costituzionale (in particolare la 242/2019). La decisione della Corte è attesa a breve e rappresenterà un passaggio cruciale non solo per la Toscana, ma per tutte le Regioni.
A settembre 2025 la Sardegna è diventata la seconda Regione italiana ad approvare una legge sul ne vita.

SUICIDIO ASSISTITO PER LE GEMELLE KESSLER, PREMIO GUIDARELLO NEL 2012
Il ricorso al suicidio medicalmente assistito scelto da Alice ed Ellen Kessler, le celebri gemelle soubrette tedesche, ha toccato l’Italia dove erano molto note e anche Ravenna dove nel 2012 ricevettero il Premio Guidarello di Confindustria che celebra il giornalismo d’autore, di costume e società. La circostanza ha suscitato una riflessione da parte di Giovanni Gordini, consigliere regionale: «È un po’ paradossale che due figure dello spettacolo che hanno incentrato la loro carriera sul rispettabilissimo intrattenimento leggero ora portino l’attenzione su un tema così eticamente denso. Mi auguro che la visibilità dovuta alla loro notorietà possa facilitare la comprensione di come questo sia un tema da affrontare con molta serenità».
«La risposta più semplice è che pur avendo una Costituzione laica non siamo uno Stato laico e facciamo fatica a parlare di questi argomenti. Eppure vorrebbe dire applicare un atteggiamento libertario, peraltro più volte riconosciuto anche dalla Corte Costituzionale, che andrebbe ad ampliare i diritti dei cittadini senza toglierne a nessuno. Dare il diritto ai cittadini di disporre della vita secondo le proprie scelte, non impedisce a chiunque di quei cittadini di continuare a considerare la propria vita nelle mani del Dio in cui credono». Pensa che si arriverà a una legge?
«Un peso lo avrà il pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso del Governo contro la legge della Toscana perché contesta la legittimità delle Regioni in questa


AUSL
La direttrice di Medicina legale: «Un farmaco generalmente utilizzato per anestesia»
Il suicidio medicalmente assistito (Sma) in Italia è consentito dal 2019 e avviene con l’autoassunzione di un farmaco prescritto da un medico: «In linea generale si tratta farmaci utilizzati per scopi clinici, di solito nell’ambito dell’anestesia – spiega la dottoressa Donata Dal Monte, direttrice della Medicina Legale dell’Ausl Romagna –. L’uso nel suicidio medicalmente assistito è qualificato come off label, ossia per impieghi diversi da quelli per i quali sono stati autorizzati. In linea generale ove l’azienda dovesse dare corso a una procedura di Sma se non ha a disposizione i farmaci è tenuta a procurarseli, senza addebitare alcun costo al paziente». Nel percorso verso l’autorizzazione allo Sma, è richiesto il parere del Comitato regionale per l’etica nella clinica (Corec): «Si tratta di un organismo consultivo, multidisciplinare e indipendente – spiega Dal Monte –. Su richiesta dei professionisti sanitari delle aziende sanitarie esprime valutazioni di carattere etico su casi clinici eticamente problematici. Ma il Corec ha anche altre funzioni, diverse dall’esame delle richieste di Sma. Per l’Ausl Romagna è presente un professionista dell’ambito di Cesena». Nel corso del 2024 e del 2025 sono stati effettuati diversi incontri informativi/formativi per i professionisti, è in programma nel 2026 un incontro rivolto ai cittadini a Ravenna promosso da Ausl e associazioni.
materia. Il pronunciamento dovrebbe arrivare in questi giorni. Ma sinceramente da questo Parlamento preferisco non esca una legge su questa materia perché le proposte che circolano, sebbene farcite da molti emendamenti, sono robaccia irricevibile».
La Toscana, per prima a febbraio 2025, poi la Sardegna, pochi mesi fa, sono nora le uniche Regioni che si sono dotate di una legge speci ca sul suicidio medicalmente assistito. Perché l’Emilia-Romagna invece ha approvato solo una delibera con la giunta Bonaccini?
«È vero che la delibera dell’Emilia-Romagna di febbraio 2024 è un atto amministrativo e non una norma, ma nei



fatti ha gli stessi contenuti della legge della Toscana. Si ribadisce che il sistema sanitario regionale deve dare piena attuazione alle disposizioni della sentenza 2019 della Corte Costituzionale. E soprattutto si ssa una tempistica: il cittadino che richiede il suicidio assistito deve avere una risposta entro 42 giorni».
Una consigliera di Forza Italia ha presentato ricorso al Tar contro la delibera. A che punto è?
«Non ci sono esiti. Credo che anche il tribunale amministrativo voglia attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sul caso Toscana».
Perché l’Emilia-Romagna non ha scelto la via della legge?
«A quel tempo si era reduci dalla situazione del Veneto che era partito con l’idea del normare, ma si fermò perché una consigliera Pd invalidò tutto esempli cando le contraddizioni interne alla sinistra, cosa ben nota anche senza quel caso. Quindi la giunta Bonaccini prese una decisione di tattica politica per ottenere lo stesso risultato». Andrea Alberizia

Pianificazione del funerale in vita
Previdenza funeraria
Iscrizione So.crem (cremazione)



Funerale gratuito e risarcimento se causa terzi
Funerali Sociali € 1.690
Servizi funebri personalizzati in tutta la Romagna
Trasporti da e per tutte le nazioni
Pagamenti personalizzati
Tutela Medico-Legale per danni da colpa terzi
Funerali e cremazione animali domestici
IL CASO
10 / PRIMO PIANO
RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025
FINE VITA/4
«
ul biotestamento manca una campagna di informa ione per medici e cittadini»
ainardi associazione oscioni segnala la de olezza della deli era dell’ milia omagna a nostra proposta di legge è in attesa dal 2023». Cure palliative: «Si usano negli ultimi giorni di vita, ma andrebbe fatto prima»

«Sono passati otto anni dall’approvazione della legge italiana sul testamento biologico e la sua applicazione avviene ancora a macchia di leopardo. Anche se è la seconda regione in Italia per numero di biotestamenti depositati, l’Emilia-Romagna potrebbe promuovere una campagna di informazione tra i medici e i cittadini per aumentare ulteriormente la diffusione. Altrettanto importante è il tema del suicidio assistito, su cui resta ancora da discutere la proposta di legge che abbiamo depositato nel 2023». Matteo Mainardi è consigliere e responsabile delle iniziative sul ne vita per l’associazione Luca Coscioni , che si occupa di promuovere le libertà civili e i diritti umani, e interverrà all’incontro “Riflessioni sul tema del fine vita” a Ravenna il 22 novembre (vedi pagina 12). Nel frattempo, l’esperto fa chiarezza sui diversi e complessi temi in camp.
«In Italia non esiste una legge sull’eutanasia, ossia l’atto di procurare intenzionalmente la morte di un individuo che ne faccia esplicita richiesta, al fine di evitargli le sofferenze dovute a una condizione di malattia», spiega Mainardi. «Ma grazie a una sentenza della Corte costituzionale è possibile avvalersi del suicidio medicalmente assistito: significa che un dottore, dopo avere concluso un’apposita procedura riservata a specifici e diagnosticati casi di malattie dolorose e incurabili, può prescrivere un farmaco letale al paziente che però deve assumerlo in autonomia».
FINE VITA/5
La pronuncia della Corte è stata emessa nel 2019 per il noto caso di Dj Fabo, l’uomo tetraplegico e cieco che è stato accompagnato in Svizzera per togliersi la vita. «La nostra proposta di legge depositata nel 2023 vuole regolamentare le procedure e garantire dei tempi certi per il suicidio assistito, ma la Regione ha deciso di non discuterla», afferma l’esponente dell’associazione Luca Coscioni. «C’è ancora la possibilità di farlo, perché le proposte di iniziativa popolare sono valide per due legislature, ma sembra che non ci sia il coraggio da parte dei consiglieri, che hanno lasciato tutto in fase di stallo». Dal momento che l’attuale governo non
sembra intenzionato a occuparsi della questione, prosegue Mainardi, «le Regioni possono almeno fissare dei tempi massimi obbligatori. Ad oggi solo Toscana e Sardegna hanno adottato una legge sul suicidio medicalmente assistito, imponendo che la procedura non duri più di trenta giorni. L’Emilia-Romagna ha invece deciso di dotarsi di una delibera di giunta, che riprende gli stessi principi della proposta di legge ma è uno strumento giuridicamente più debole. Tant’è che la consigliera Valentina Castaldini di Forza Italia l’ha impugnata al Tar bloccando il percorso del primo caso di suicidio assistito in regione. Ad oggi chi ne fa richiesta può arrivare ad aspettare anche molti anni, e nei due casi avvenuti finora in Emilia-Romagna, entrambi i pazienti sono morti prima che il tribunale si esprimesse. D’altronde, purtroppo le persone che chiedono il suicidio assistito non hanno una lunga aspettativa di vita». Riguardo il testamento biologico, la situazione normativa è invece più solida ma per Mainardi «si può ancora migliorare». La legge 219/2017 dà la possibilità a ogni cittadino di esprimere in anticipo le proprie volontà mediche e di nominare un fiduciario per rappresentarla, attraverso le Dat (“Disposizioni anticipate di trattamento”). La norma prevede anche che il ministero della Salute, le Regioni e le strutture sanitarie si occupino di informare i cittadini sulla possibilità di avvalersi di questo strumento. «Ad oggi non è mai stata avviata una campagna istituzionale in merito», denuncia Mainardi. «I Comuni emiliano-romagnoli hanno pubblicato le informazioni sui propri siti web: sono utili, ma queste pagine vengono consultate
solo da chi conosce già lo strumento. Ci vorrebbero delle locandine negli uffici pubblici, anche per rendere noto che le Dat sono gratuite. Molti pensano di doverle depositare dal notaio, ma non è l’unica possibilità. Negli uffici comunali si può fare velocemente e senza spendere nulla».
«Le disposizioni possono alleviare le sofferenze dei familiari nei momenti critici»
Secondo Mainardi «una campagna di informazione servirebbe anche tra i medici di base, che spesso non conoscono le regole sul biotestamento e non sanno rispondere ai pazienti che chiedono lumi in merito». Il consigliere afferma che si tratta di uno strumento fondamentale per tutti i cittadini, a prescindere da come la pensino: «Con le Dat si può decidere per il proprio futuro e il proprio corpo, nel caso in cui non si sia più in grado di autodeterminarsi. Non si tratta di uno strumento univoco, poiché è possibile rifiutare tutte le cure ma anche, al contrario, imporre di ricevere tutti i trattamenti possibili fino all’ultimo secondo. Togliendo questa difficile scelta ai propri familiari, in modo da alleviarli da una sofferenza in più».
Il vero problema sul fine vita, conclude il consigliere, è l’accesso alle cure palliative. «La terapia del dolore in Italia è prevista dal 2010, ma ogni Asl si comporta in modo diverso. Spesso viene usata solo negli ultimi giorni di vita del paziente, mentre invece ci dovrebbe essere una presa in carico già al momento della diagnosi. Inoltre gli ospedali hanno pochi posti letto per le cure palliative e nonostante la legge preveda la possibilità di somministrarle a domicilio, nessuno lo fa». Alex Giuzio
Pro ita e amiglia «Invece di curare si apre la strada alla cultura dell eutanasia»
Il presidente Brandi commenta i dati dei testamenti biologici depositati in regione: «Lo Stato non può aiutare a morire»
«Mentre anziani, malati cronici e persone non autosufcienti fanno i conti con liste d’attesa, carenza di personale e dif coltà di accesso alle cure palliative, la Regione Emilia-Romagna sceglie di primeggiare nella classi ca dei testamenti biologici e di promuovere ancora la legge 219/2017. È una deriva culturale e politica gravissima: invece di curare e accompagnare, si normalizza l’idea di poter sospendere alimentazione e idratazione no alla morte». Lo dichiara Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando i dati sulle Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) e la recente risoluzione approvata dall’assemblea legislativa (vedi pagina 8). Con oltre oltre 25mila Dat depositate, l’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana per numero di biotestamenti. «Non è un vanto – prosegue Brandi –, ma il segnale di una Regione che, invece di investire in prossimità, assistenza domiciliare, sollievo per le famiglie e reale accesso alle
cure palliative, spinge su uno strumento che apre di fatto la strada alla cultura dell’eutanasia passiva, presentata come scelta “autonoma” e “civile”. Preoccupa inoltre che la risoluzione chieda campagne informative e un registro regionale collegato al fascicolo sanitario elettronico, seguendo la linea dell’Associazione Luca Coscioni, da anni in prima la per la legalizzazione di eutanasia e suicidio assistito. Così si rischia di trasformare un atto amministrativo in una spinta ideologica verso il “diritto di morire”, mentre resta sotto traccia il diritto ad essere curati, accompagnati e sostenuti no alla ne naturale».
Pro Vita & Famiglia chiede alla Regione Emilia-Romagna di sospendere ogni ulteriore campagna di promozione delle Dat e di destinare priorità politica e risorse a: rafforzamento delle cure palliative, sostegno concreto ai caregiver familiari, presa in carico dei malati cronici e dei disabili gravi.
L’Associazione ribadisce anche la propria netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di legge nazionale sul suicidio assistito: «Non esiste un “male minore” su questi temi – sottolinea Brandi –. Ogni progetto di legge che introduca, regoli o in qualche modo organizzi il suicidio assistito, anche se presentato come argine ad altre proposte peggiori, nisce inevitabilmente per legittimare l’idea che lo Stato possa aiutare a morire invece che impegnarsi no in fondo per curare e sollevare la sofferenza. Su questo non ci possono essere compromessi al ribasso. Lo dimostrano anche i casi di Toscana e Sardegna. Mentre i dati italiani sulle cure palliative restano drammatici, garantire solo al 33 percento dei pazienti che ne avrebbero diritto e in Sardegna addirittura a meno del 5 percento, è inaccettabile che Regioni e istituzioni si preoccupino di organizzare il ne vita, prima ancora di assicurare a tutti cure adeguate, accompagnamento e sostegno alle famiglie».
« a vita un dono di io ma limitiamo uanto possibile la sofferen a»
Don Valdès è presbitero diocesano e riconosce che l’argomento è divisivo per i fedeli: «Ne ho avuto la prova da una discussione al bar dopo la morte delle gemelle Kessler»
Sul tema del ne vita, anche oggi, la dottrina della Chiesa non cambia: la vita è sacra, dall’inizio alla ne. «L’apertura più signi cativa riguarda l’ambito pastorale – spiega don Alain Francisco Gonzàlez Valdès, presbitero diocesano e direttore dell’Opera di Santa Teresa di Ravenna –. Anche se il principio rimane invariato, c’è una comprensione più profonda della sofferenza legata alle richieste di ne vita, per questo, la Chiesa cerca di accompagnare con maggiore attenzione e vicinanza le persone che vivono momenti di particolare fragilità. La compassione cristiana non sta nel mettere ne alla vita di chi ci sta accanto, ma nel prendersi cura dell’altro no all’ultimo istante».
Sul piano giurdico, eutanasia e suicidio assistito restano due temi distinti (la prima è ancora illegale in Italia, il secondo è stato depenalizzato dalla sentenza 242/2019), ma per la dottrina cristiana risultano equivalenti: «Anche quando interviene un sanitario, la scelta di interrompere la vita è del paziente. La vita è un dono di Dio, nessuno se la dà da solo e nessuno dovrebbe togliersela», continua il sacerdote.
Il dibattito, intanto, cresce anche dentro la comunità ecclesiastica: «L’argomento è divisivo per i fedeli, ne ho avuto prova anche pochi giorni fa, assistendo a un’animata discussione al bar dopo la morte delle gemelle Kessler. Come ecclesiastici non dobbiamo aver paura di indicare la verità del Vangelo, ma nemmeno di confrontarci con la nostra coscienza». Tra le critiche spesso rivolte agli atteggiamenti più reazionari, infatti, c’è la convinzione secondo cui dare la possibilità, in casi eccezionali, di porre ne alla propria vita non lederebbe la libertà dei credenti di ri utare questa soluzione: «Su questo piano è necessario distinguere Chiesa e Stato: lo Stato deve esprimere la volontà popolare attraver-

so le leggi, il cattolicesimo dovrebbe invece vivere seguendo la legge del Vangelo, oltre che quelle statali. Più grande di ogni legge però, c’è la coscienza – precisa don Alain –. Per capire una situazione tanto delicata bisognerebbe viverla: a volte forse non si trovano altre strade e, personalmente, non mi sento di giudicare. La sofferenza però non deve mai diventare né un problema politico né di morale ecclesiastica. Non si tratta di sventolare una dottrina, ma di comprendere a fondo un dolore».
Coerentemente con questa prospettiva, la dottrina cri-
IL DETTAGLIO
Come depositare le disposizioni
La procedura per il deposito delle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), il cosiddetto testamento biologico, è regolata dall’articolo 4 comma 6 della Legge 219/2017. Le Dat devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura privata consegnata personalmente dal cittadino all’ufficio dello stato civile del comune di residenza che provvede all’annotazione in apposito registro, se istituito. L’atto è completamente gratuito. I comuni trasmettono le Dat a una apposita banca dati nazionale del ministero della Salute, consultabile anche dai professionisti sanitari. È sempre modificabile.
stiana condanna l’accanimento terapeutico e promuove cure palliative e terapia del dolore. «Lasciamo che la vita segua il suo corso, limitando quanto possibile la sofferenza – conclude il sacerdote –. Il limite è sottile e va valutato caso per caso, senza trasformarlo in una battaglia ideologica. La volontà dei cattolici non deve prevalere, non siamo nemmeno più una maggioranza, ma una legge troppo lassista rischierebbe di lasciare troppo spazio all’interpretazione personale, aprendo la porta a qualcosa di opposto alla compassione». (ma.fa.)

RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025
a filosofa « a societ di oggi cerca di rimuovere la morte invece attraversare il dolore serve per sentire la gioia»
Maia Cornacchia lavora da tempo a contatto con i malati terminali: «Saper ascoltare chi muore è utile soprattutto per chi resta»

Formatasi tra teatro e loso a, Maia Cornacchia lavora da quasi 25 anni a stretto contatto con la Fondazione Gigi Ghirotti di Genova che offre assistenza gratuita, cure palliative domiciliari e in hospice ai malati terminali. «Ho scelto di occuparmi di chi muore dopo la morte di mio padre – racconta Cornacchia –. Non mi sentivo pronta, e ascoltavo solo il mio dolore. Poco prima che se ne andasse però, sono riuscita ad ascoltare davvero lui che, a differenza mia, era pronto. Ho sentito il bisogno di spiegare a tutti l’importanza di ascoltare chi muore, non solo per loro, ma per noi». I suoi insegnanti più grandi però, «sono stati i bambini», con cui ha portato avanti percorsi di drammatizzazione e animazione teatrale in ambito scolastico. Le sue ricerche loso che hanno portato nel 1985 alla creazione della Pratica di Lavoro Organico: un esercizio di ascolto e contatto col presente. Anche di questo parlerà Cornacchia il 22 novembre a Ravenna nell’incontro alla biblioteca Oriani (vedi il box grigio in pagina).
Cosa si può imparare dal lavoro con i malati terminali? «A vivere. Può sembrare un pensiero banale, ma stare vicino a chi muore, e imparare ad ascoltare davvero chi muore, è il modo più chiaro per vedere l’intreccio indissolubile tra vita e morte. Tutto il mio lavoro si basa sul “sentire”: ognuno di noi è unico e irripetibile come una goccia, ma in quanto goccia fa parte di qualcosa di più grande, come l’acqua. In quella dimensione, l’io e l’altro diventano un’unica cosa. Da questo punto di vista, credo che i bambini piccoli siano stati i miei migliori maestri, ancora poco formati come individui singoli e impercettibilmente legati a quell’insieme. In questa prospettiva, un malato terminale assomiglia a un bambino piccolo: si allontana dalla dimensione sica della vita per avvicinarsi a quella più sottile, invisibile». La società di oggi sta cercando di allontanare la morte? «Assolutamente sì, c’è una grande rimozione della morte. Non ci sono più situazioni di condivisione della morte al di fuori dei funerali. Anche su quelli poi, vigono ancora troppi tabù: un funerale dovrebbe essere un momento di alternanza tra gioia e dolore, senza regole e con spazio per tutto: lacrime e risate, bello e brutto, così come accade dentro ognuno di noi. Si tende a scacciare la morte solo perché non la si vede nel suo intreccio con la vita. Si pensa alla morte come un’unica tappa alla ne della vita, ma non è così. Quella è solo una delle sue manifestazioni, ma si tratta di un’esperienza continua, che spesso non riusciamo a leggere. Anche le parole nascono e muoiono nel momento in cui le pronunciamo: se la nostra ultima parola non morisse, non ci sarebbe spazio per quella dopo. Fare spazio alla vita è una delle funzioni principali della morte». Quanto in uisce il contesto culturale sul tema del ne vita?
«Sicuramente siamo tutti molto condizionati dal contesto culturale in cui siamo immersi. Citando Jung, è più facile attenersi a
quello che è stabilito e considerato “bene” o “male” per tutti, piuttosto che prendere ogni volta la responsabilità di interrogarsi al riguardo. Vivere senza costrutti, come un bambino, ci renderebbe la vita più semplice».
I bambini, quindi, sarebbero più pronti ad affrontare il tema della morte rispetto agli adulti?
«Assolutamente sì. Al tempo stesso però, sono dipendenti da noi e sensibili ai nostri stati d’animo. Tendiamo a passare loro una serie di condizionamenti pesanti, spesso in buona fede. Capita che quando un bambino perda un genitore non lo si porti al funerale o si eviti di parlare del lutto in maniera approfondita. Sono gesti fatti con un intento di protezione, ma sortiscono l’effetto contrario, lasciando i più piccoli soli col proprio dolore». Esiste un modo giusto per affrontare l’argomento?
«Trovo che termini come “giusto” o “sbagliato” siano troppo stretti rispetto alla ricchezza della vita. Anche qui, l’ascolto è fondamentale. Il fulcro del mio lavoro è quello di far ritrovare la percezione di essere goccia nell’acqua. La prima lezione della morte è quella di lasciare andare: secondo i nativi americani, chi è su un cammino di consapevolezza non dovrebbe avere “aspettative, attaccamenti o giudizi”. Spesso ci attacchiamo alle cose anche se non ci danno più vita, e non ci fa bene. In ne, bisogna imparare ad accogliere il dolore, perché l’unico modo per sentire davvero la gioia è attraversarlo, e imparare a ritrovare lo straordinario nell’ordinario».
Il teatro fa bene ad approcciarsi a questi temi? «Deve farlo. Più interagiamo con la morte, più sarà facile correggere la brutta abitudine di rimuoverla dalle nostre vite. Avere a che fare con la morte aiuta ad apprezzare il valore della vita, e anche invecchiare può diventare un cammino di libertà. La paura di morire è la madre di tutte le paure: è paura dell’ignoto, dell’incontrollabile. Ma stare insieme alle proprie paure è l’unico modo per trasformarle in forza, e questo i teatranti lo sanno bene, perché spesso è ciò che trasmette energia sul palco. Abitare la nostra paura e famigliarizzare con la morte rende tutto più facile».
E per quello che riguarda chi resta invece?
«In effetti, la morte riguarda soprattutto chi resta. Come scrive Epicuro, non ha senso preoccuparsi della propria morte: quando c’è lei non ci sei tu, e viceversa. La sofferenza spaventa di più, ma le cure palliative hanno raggiunto livelli eccezionali. Elaborare il lutto è fondamentale, ma non dobbiamo dimenticarci che la luce delle stelle che vediamo viene da astri morti milioni di anni fa. Lo stesso vale per le persone che non ci sono più, ma che continuano a illuminare le nostre vite, in modo del tutto soggettivo. C’è chi ha la sensibilità per percepire una presenza sottile e chi le porta ogni giorno con sé, tra mente e cuore». Maria Vittoria Fariselli
IN SCENA L’EUTANASIA E IL FINE VITA IN UNO SPETTACOLO POLACCO
All’Almagià l’opera di Rakowski: chi dovrebbe decidere?
Le numerose domande che accompagnano la questione della libera scelta sul ne vita sono il tema di uno spettacolo proposto dalla Stagione dei Teatri di Ravenna alle Arti cerie Almagià sabato 22 novembre alle 21 e domenica 23 novembre alle 16. Il Jk Opole Theatre, con il Teatros del Canal di Madrid e l’International Divine Comedy Festival, porta in scena “I’m nowhere/Desvanecimiento”, un dramma psicologico diretto da Norbert Rakowski (nella foto), regista tra i più importanti e innovativi della Polonia e del nuovo teatro europeo al suo debutto in Italia.

Quando nel 2018, all’età di 104 anni, il botanico britannico David Goodall dichiarò apertamente di non avere alcun desiderio di vivere e di volersi sottoporre all’eutanasia, divenne un caso mediatico e le sue parole furono interpretate in tutto il mondo. Chi dovrebbe decidere delle nostre vite? La legge? I progressi della medicina? I tribunali? La Chiesa? Noi stessi? Siamo abbastanza responsabili da prendere decisioni irreversibili? Domande che riguardano il credo religioso come la conoscenza scienti ca, la natura delle leggi e la coscienza umana. I dilemmi etici sull’eutanasia s dano le nostre convinzioni, affrontano le norme sociali e ci costringono ad attraversare ambiguità morali che ogni individuo, e la società nel suo insieme, devono decifrare. La performance – in parte basata sul testo di Ivan Vyrypaev Znikanie (Scomparsa) - si offre come luogo immaginario per ri ettere sulle scelte profonde e sulla dignità di ogni singolo viaggio; è un invito al pubblico a viaggiare in profondità nella propria coscienza, a confrontarsi con le proprie convinzioni sulla vita e sulla morte e ad acquisire una comprensione più profonda dell’esperienza umana. Non si tratta solo dell’atto dell’eutanasia in sé, ma della miriade di sentimenti, convinzioni ed esperienze che lo circondano.
Lo spettacolo (durata 100 minuti) è in lingua polacca e spagnola, con sovratitoli e voce fuori campo in italiano. I biglietti (intero 12 euro) sono disponibili su www.ravennateatro.com.
Ri essioni sociali e politiche alla biblioteca Oriani
In occasione dello spettacolo, sabato 22 novembre alle 17 alla sala Spadolini della Biblioteca “Oriani“ di Ravenna (via Corrado Ricci), ci sarà l’incontro “Riflessioni sul tema del fine vita“, in cui intervengono Alessandro Argnani, codirettore di Ravenna Teatro; Maia Cornacchia, filosofa, ideatrice della Pratica di Lavoro Organico; Giovanni Gordini, consigliere Regionale per il gruppo Civici con de Pascale e vicepresidente della Commissione Sanità; Matteo Mainardi, consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni e responsabile delle iniziative sul fine vita; Norbert Rakowski, regista dello spettacolo. L’incontro, a ingresso libero, sarà coordinato da Andrea Pocosgnich.

RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025
L’INTERVISTA
« n universit per gli adulti perch il bisogno di conoscen a ci accompagna per tutta la vita»
Ne parla la nuova presidente, l’ex parlamentare Elsa Signorino L’apertura del nuovo anno al Rasi con Walter Veltroni


Da quarantuno anni, l’Università Giovanna Bosi Maramotti per la formazione permanente degli adulti offre alla città un percorso di Lifelong Learning, con la possibilità per studenti di ogni età di iscriversi a corsi di approfondimento, lezioni di lingua e laboratori. La proposta formativa è marcatamente trasversale: dai corsi di storia (dall’archeologia all’arte contemporanea) no alle scienze, passando per sociologia, loso a, musica, cinema e letteratura, ma anche macramè, scrittura creativa e costume ravennate. La scuola nasce da un’associazione di promozione sociale e af anca al lavoro dei docenti quello dei volontari. Sabato 22 novembre (ore 21) il Teatro Rasi ospiterà la presentazione del nuovo anno scolastico. Interveranno la nuova presidente, Elsa Signorino (già assessora alla cultura del Comune di Ravenna e parlamentare dal 1995 al 2001) e l’ex vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, per una conferenza aperta alla cittadinanza sulla gura di Pier Paolo Pasolini.
Signorino, come nasce questo nuovo incarico?
«Da circa un anno ho deciso di impegnarmi nel volontariato, partecipando all’Aps Università Giovanna Bosi Maramotti per la formazione permanente degli adulti. Al seguito della rinuncia di Guido Ceroni al ruolo, che rimane comunque attivo all’interno dell’associazione, gli organi interni hanno deciso di af dare questo incarico a me. Ho accettato con grande piacere, soprattutto considerando a chi è intitolata l’associazione: Giovanna Bosi Maramotti, grande intellettuale, donna di governo e mia meravigliosa insegnante».
L’apertura dell’anno scolastico è dedicata a Pasolini. Cosa vi ha guidati verso questa scelta?
«Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte di Pasolini, un efferato omicidio ancora avvolto nell’ombra. In tutta Italia sono in atto celebrazioni e momenti di incontro dedicati a lui. Come ente che investe nella conoscenza continua abbiamo deciso di unirci alle iniziative, riconoscendo il valore di un intellettuale straordinario, custode di un messaggio profetico e ancora in grado di parlare al nostro tempo».
Come mai la scelta di Veltroni come relatore?
«Crediamo sia un autentico privilegio averlo con noi: il suo pro lo di romanziere, regista, saggista e uomo di governo, è in grado offrirci una conversazione approfondita e stimolante sulla gura di Pasolini. Inoltre Veltroni ha avuto l’occasione di conoscerlo personalmente in gioventù, rappresentando quindi un testimone d’eccellenza».
Ad eccezione di qualche anteprima in autunno, la maggior parte dei corsi è in partenza a seguito della presentazione. Come funziona l’accesso alle lezioni?
«In quanto associazione di promozione sociale, richiediamo ai nostri studenti il tesseramento annuale, con una quota volutamente contenuta. È possibile iscriversi ai corsi desiderati no a una settimana prima dell’avvio, versando le relative quote. Per chi frequenta più corsi, è disponibile anche la “carta d’oro”, che consente l’iscrizione a diverse lezioni a fronte di un’unica quota. Quest’anno ne sono già state vendute 28. Per sottolineare il nostro impegno sociale organizziamo invece un ciclo di conferenze gratuite e aperte alla cittadinanza, “I pomeriggi del Gufo”, momenti di scambio e divulgazione».
L’offerta formativa si è ampliata negli anni?
«Cresce ogni anno, in base agli interessi degli iscritti e alla disponibilità dei docenti. Manteniamo alta la qualità, af ancando a intellettuali dal pro lo consolidato giovani di talento, laureati e quali cati, che si cimentano nell’esperienza dell’insegnamento. In cattedra si alternano esperti, docenti universitari e gure importanti della vita culturale locale, ognuno con un’offerta originale e approfondita». A chi si rivolge la vostra offerta di formazione permanente?
«La nostra missione è quella di rispondere al bisogno di conoscenza che accompagna le persone nell’arco di tutta la loro vita. Lo scorso anno abbiamo registrato 566 iscritti, per la maggior parte donne. Questo dato ci rende molto eri: le iscrizioni femminili dell’anno scolastico 2024-2025 hanno toccato il 68 percento del totale. Un motivo di orgoglio per noi è l’alta scolarizzazione degli associati, per la maggior parte di diplomati e laureati. L’età media si è attestata sui 64 anni. Negli ultimi anni però abbiamo deciso di aprirci maggiormente verso i più giovani, con una serie di agevolazioni, anche e soprattutto per favorire un dialogo intergenerazionale».
Riguardo alla sua storia, è ancora legata alla politica ravennate? Segue il lavoro della nuova giunta?
«La mia vita è stata fortemente legata alle istituzioni, ma ho chiuso quel percorso nel 2021. È stata sicuramente un’esperienza importante, la passione di una vita. Ora però sto recuperando la mia libertà personale e professionale dedicandomi al volontariato: questo è il contributo che posso dare oggi alla città. Sono consapevole che il mio passato evochi determinate dinamiche, ma questo contesto è differente: completamente orizzontale e fondato sull’impegno dei volontari. Ho raccolto il testimone di una presidenza gestita nora nel migliore dei modi e desidero rinnovare il mio impegno nella valorizzazione di questa realtà, favorendo la collaborazione con tutte le istituzioni culturali cittadine». Maria Vittoria Fariselli
IL CONVEGNO
“LA VOCE ARTISTICA” TRA FONIATRIA E LOGOPEDIA: CANTANTI, ATTORI E VOCAL COACH
ALL’ALIGHIERI
Una miriade di appuntamenti e due serate gratuite per il pubblico
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È in programma al teatro Alighieri di Ravenna, da giovedì 20 a domenica 23 novembre, la XV edizione del convegno internazionale di foniatria e logopedia “La Voce Artistica”. L’iniziativa, che si svolge a cadenza biennale ed è divenuta ormai un punto di riferimento assoluto del settore su scala internazionale, ha come curatore scienti co Franco Fussi, come direttori artistici Albert Hera e Gegè Telesforo ed è organizzato da Ravenna Incoming. Come tradizione, “La Voce Artistica” abbina una corposa partecipazione di medici ed esperti scientici, alla presenza come dimostratori di cantanti, attori e vocal coach di enorme fama. Ogni giorno si articolerà in decine di interventi, che spazieranno su numerosi aspetti della voce applicata alla musica (fra queste il gospel, il blues, il rock, la trap, così come il canto su , il reggae o il griot africano) ma anche su speci ci aspetti medici e foniatrici.
Aperta alle 12.30 di giovedì 20 dai saluti delle principali autorità cittadine, la manifestazione vedrà anche la presenza di uno spazio dedicato ai libri di settore, nella giornata di sabato 22 alla Sala Corelli del Teatro; e come sempre sono in programma anche due serate gratuite e aperte al pubblico no a esaurimento posti, sempre al teatro Alighieri: venerdì 21 alle 21.30 “Salvation 2033: l’ultimo canto” di Albert Hera; e sabato 22 uno spettacolo musicale con Daniela Spalletta e Stefania Tallini, giovani ma già apprezzatissime musiciste.
FORMAZIONE
Un ciclo di incontri per scoprire i servizi digitali della Classense e per difendersi dai pericoli del web
Alla biblioteca Classense di Ravenna un ciclo di sette incontri per promuovere le competenze digitali e un approccio critico e sicuro verso l’uso delle fonti di informazione online tra i cittadini over 60 e le famiglie migranti. Il focus degli incontri del 20 novembre (dalle 10 alle 11) e del 13 gennaio (dalle 16 alle 17) sarà sulla piattaforma di valorizzazione delle collezioni storiche “CDC - Collezioni Digitali Classensi”; gli appuntamenti del 27 novembre (dalle 10 alle 12) e dell’11 dicembre (dalle 16 alle 18) verteranno invece sull’utilizzo dei servizi digitali offerti dalla biblioteca; infine, il 4 dicembre (dalle 16 alle 18) è in programma un laboratorio per imparare a difendersi dalle fake news. Prenotazioni telefonando allo 0544482112 o scrivendo a informazioni@classense.ra.it. Altri due incontri, organizzati in collaborazione con la direzione provinciale Inps e il Comando provinciale carabinieri e ad accesso libero per tutti gli interessati, saranno occasione per imparare le buone pratiche per la navigazione online in sicurezza. In particolare, il 26 novembre (dalle 10 alle 11) interverrà il direttore provinciale Inps Stefano Speranzoni e alcuni funzionari dell’Istituto, mentre il 17 dicembre (dalle 17 alle 18) il tenente colonnello Alessio Gallucci e il maggiore Andrea Coppi del Comando provinciale carabinieri aiuteranno a riconoscere e a evitare le truffe online.
SPORT

Un viaggio nel ciclismo contemporaneo, dal World Tour alle categorie giovanili, attraversando paesaggi, emozioni, tifo e storie di strada: è questo il racconto al centro di “Dove corre il ciclismo”, la mostra fotografica di Roberto Bettini e Andrea Chiarucci. L’inaugurazione è in programma domenica 23 novembre alle ore 17.30 al Moog Slow Bar, nella nuova location di via Corrado Ricci 8 a Ravenna, che ospiterà l’esposizione per un mese.
L’inaugurazione rappresenta anche un importante punto di aggiornamento sulla raccolta fondi per la realizzazione dell’Area Bimbi Mtb del Ravenna Bike Park, promossa dal Comitato Amici del Ciclismo, che ha raggiunto quota 17.000 euro. La raccolta fondi proseguirà fino alla fine del 2025, con l’obiettivo di creare uno spazio dedicato ai giovani biker. Durante l’inaugurazione sarà possibile acquistare le t-shirt ufficiali del Comitato, il cui ricavato contribuirà ulteriormente alla raccolta.
IL CICLISMO IN MOSTRA AL MOOG, RACCOLTA FONDI PER L’AREA BIMBI
Osteria Moriconi, un angolo di Toscana a pochi passi dalla spiaggia di Punta Marina per un’esperienza unica di gusto e convivialità
Da 15 anni la famiglia Moriconi gestisce la prima osteria tosco-romagnola della città, proponendo i grandi classici della cucina toscana, dalla fiorentina alla ribollita, dagli affettati di cinta senese ai fagioli all’uccelletto, senza dimenticare i migliori piatti della tradizione romagnola
Fiorentina, ribollita, affettati di cinta senese e fagioli all’uccelletto, il tutto annaffiato da chianti e vin santo (con gli irrinunciabili cantucci): da 15 anni, la famiglia Moriconi porta un angolo di Toscana a pochi passi dalla spiaggia di Punta Marina. Il padre Marco Moriconi, con i figli Eleonora e Ennio, accolgo no ogni giorno ravennati e curiosi nella prima osteria tosco-romagnola della città, offrendo un’esperienza unica di gusto e convivialità.
L’osteria al civico 6 di via dell’Ancora a Punta Marina si presenta già al primo sguardo in tutto il suo calore, con un tocco di stravaganza e originalità: «L’ab biamo pensata come un luogo dove sentirsi istintivamente a casa» commenta Eleonora Moriconi, responsabile della sala dove regna il calore dei rivesti menti in legno, tra bottiglie di vino, piatti in porcellana, botti e antichi “attrezzi del mestiere”, come bilance e macinini.
L’idea di casa e genuinità passa anche e soprattutto attraverso il menù, dove alle specialità gastronomiche del territorio, come cappelletti e tagliatelle al ragù, si affiancano vere e proprie leccornie toscane, con un focus sulla carne e uno spazio per la pizza e per il pesce, da gustare specialmente in estate con il rumore del mare a pochi passi dal ristorante. «La nostra idea di cucina è sem plice, casalinga e autentica – continua Moriconi –. Soprattutto per quel che ri guarda le carni, mettiamo al centro la materia prima e la nostra ricerca. Questo ristorante nasce da una grande passione per la cucina e lo stare insieme, oltre che da un po’ di nostalgia dai sapori di casa, la nostra Toscana». Lombate, fiorentine e costate infatti provengono direttamente da allevamenti selezionati toscani e vengono portati a Punta Marina direttamente dalla famiglia Mori coni. Nella grande griglia a vista del ristorante però trovano spazio anche le eccellenze dal mondo: a “sua maestà” la Chianina si affiancano entrecôte irlandesi, danesi e argentine, la famosa costata marezzata del Nebraska e ancora Angus e Flank Steak (pancia del bovino, conosciuta in Italia con il nome di Bavetta), un taglio sottile e particolarmente povero di grasso, adatto







a diete ipocaloriche e agli sportivi che non vogliono rinunciare al gusto, anche grazie al sapiente lavoro di marinatura e cottura svolto da Moriconi che rende la carne succosa e indimenticabile Anche la frollatura è un aspetto fondamentale della preparazione delle bistecche, viene svolta direttamente in loco con un apposito macchinario e, in alcuni casi, può durare fino a 30 giorni Al buon cibo e all’atmosfera, si aggiunge poi l’accoglienza unica del locale, unione perfetta tra la celebre ospitalità romagnola e quella toscana: «Soprattutto durante l’inverno, cerchiamo di pro muovere convivialità e intrattenimento anche sui lidi – prosegue Eleonora Moriconi –. Per questo ogni due giovedì organizziamo un karaoke serale, capace di coinvolgere l’intera sala, unendo ta volate e persone tra divertimento e risate. In una società come quella di oggi, sempre più “connes sa” online e disconnessa dalla realtà, crediamo sia importante ritrovarsi a gioire insieme, perché l’anima di un ristorante non è solo nei suoi piatti». La cura per il cliente e la comunicazione sono protagoniste di ogni servizio, dove la carne e le preparazioni vengono raccontate con passione e conoscenza, trasformando ogni pasto in un’esperienza. Per quanto riguarda la cantina, anche qui è la Toscana a brillare, con una linea selezionata di chianti della Fattoria Piazzano, a cui si affian cano proposte di bianchi come pignoletto e trebbiano.
Il locale dispone poi di una sala privata, dotata di una quarantina di coperti, disponibile per compleanni, cerimonie e feste aziendali. In questo caso è possibile concordare un menù speciale per la serata. Osteria Moriconi è aperta tutti i giorni a pranzo e cena, ad eccezione del lunedì dove viene svolto solo il servizio serale: «Vi aspettiamo per un viaggio tra i sapori della tradizione toscana, in una cornice unica, tra pineta e mare, a pochi passi da Ravenna – conclude la famiglia Moriconi –. Senza dimenticare i grandi piatti della tradizione romagnola, la proposta di pesce fresco del nostro mare, e la pizza: simbolo per eccellenza dell’identità gastronomica italiana, preparata con le migliori materie prime nel pieno rispetto della tradizione».
RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025
amminate convegni concerti e letture per il 25 novembre
Gli appuntamenti per contrastare la violenza di genere in provincia
Con l’avvicinarsi del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ovunque in provincia si moltiplicano gli appunti sul tema rivolti a pubblici diversi. Di seguito alcuni dei principali appuntamenti, a cui si af ancano le numerose iniziative con scuole medie e superiori.
A Faenza l’appuntamento è per sabato 22 novembre, alle ore 10, nella Sala del Consiglio comunale per il convegno dal titolo “Violenza di genere: riconoscerla, contrastarla, prevenirla”, un’occasione di ri essione e confronto in una città che ha vissuto sulla propria pelle il dramma efferato della violenza contro le donne.
A Ravenna, il 22 novembre alle 9 parte da piazza San Francesco la pedalata nei luoghi simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, “Donna, Musica e Bici – Facciamoci vedere”. Alle 15 invece, al cimitero di Massa Castello si svolgerà “Lungo il vialetto del rispetto”, letture e brani musicali alla panchina rossa dedicata a Elisa Bravi. E alle 16, alla sala del circolo cittadino di Villanova di Ravenna, andrà in scena lo spettacolo di danza Danzando oltre le oscurità. Domenica 23 novembre alle 18 a Palazzo Rasponi sarà la volta di Parole in transito, performance e coro di azioni e letture con accompagnamento musicale di Daniela Peroni. Lunedì 24 novembre alle 20, sempre a Palazzo Rasponi, si svolgerà la performance teatrale Passi di gentilezza fra letture e tango, di Adriana Corbelli. Verranno inoltre presentati i percorsi “Io mi sento” per il contrasto del maltrattamento psicologico. Il 25 novembre, alle 10, al centro commerciale Esp Un cantiere verso la libertà, performance di Spazio A sui temi della violenza e della conciliazione tra cura e lavoro. Alle 17.15 partirà da piazza del Popolo la accolata contro la violenza maschile sulle donne con letture e performance lungo il percorso. In ne alle 20.30 al Teatro Rasi lo spettacolo teatrale Inside out – La rinascita, reading teatrale a
LA FOTO DELLA SETTIMANA
A cura di Federica Angelini
Quella panchina rossa distrutta a Carraie

Mentre si moltiplicano le iniziative per contrastare la violenza di genere sulle donne nel mese dedicato a questo tema, è stata vandalizzata ed è andata completamente distrutta la panchina rossa (simbolo ormai noto della lotta alla violenza sulle donne) inaugurata un anno fa a Carraie al parco “Bella Ciao”. Lo ha reso noto l’assessore Giancarlo Schiano e il fatto è stato denunciato anche dalla Casa delle donne con un post sui social in cui si legge: «Non è la prima panchina rossa ad essere vandalizzata ma è la prima volta che accade nella nostra città. Un attacco vigliacco ai simboli del contrasto alla violenza sulle donne. Pensavamo che almeno su questo fossimo tutti e tutte concordi. Come si fa a non sentirsi a favore del contrasto alla violenza contro le donne? E invece dobbiamo prendere consapevolezza che non è così. Non è più così». Chissà se lo è mai stato davvero, chissà se davvero non si è trattato di “semplice” vandalismo, o di una provocazione. In ogni caso, è certamente un segnale allarmante, comunque sia. Esiste una narrazione tossica e purtroppo più diffusa di quanto vorremmo che vuole gli uomini nella parte delle vittime, che racconta una società in cui le donne detengono ormai il potere e vessano i poveri maschi. Ecco, non solo la battaglia non è vinta, ma sembra farsi sempre più complicata. E trovare nuovi linguaggi per parlarne diventa quanto più urgente.
cura delle operatrici e volontarie del centro antiviolenza A Lugo, il 23 novembre alle 15.30 al Salone della Collegiata ci sarà un concerto gratuito dal titolo “Facciamo rumore insieme” mentre alle 17, al Globo ci sarà la presentazione del libro Com’è l’acqua (Settenove, 2023) di Marianna di Gioia. Martedì 25 novembre alle 10, al Parco del Loto, si tiene la cerimonia in ricordo delle vittime di femminicidio presso il monumento contro i femminicidi mentre alle 20 prende il via la Camminata in rosso, ormai tradizionale appuntamento in simultanea in tutti i Comuni della Bassa Romagna: alle partecipanti è richiesto di indossare simbolicamente un indumento o accessorio rosso. A Lugo il ritrovo è davanti all’ingresso della Rocca, A Fusignano il 24 novembre l’Auditorium Corelli alle 20.30 ospita lo spettacolo teatrale Crudités, Corto teatrale rea-
lizzato dalle allieve e dagli allievi del corso annuale della Scuola Teatro La Bassa. La camminata in rosso del 25 prenderà il via da piazza Corelli alle 20 per raggiungere il Centro Sportivo di Maiano per una “Cena in Rosso”
A Russi, il 22 novembre, alla Biblioteca Comunale, alle 17.30 sarà presentato il libro Donne che non muoiono alla presenza dell’autrice Maristella Lippolis (edizioni Vallecchi Firenze), mentre alle 21, al Teatro comunale, va in scena Come un ore raro, racconti, canzoni e video intorno a Mia Martini di e con Davide Giandrini.
Il 24 novembre al Parco Falcone/Borsellino, alle 20 l’appuntamento “Voci di Donne” mentre al Centro sociale culturale Porta Nova, alle 20.30 ci sarà la proiezione del lm di Mayasaloun Hamoud Libere, disobbedienti e innamorate
PER TUTTE LE ETÀ

Antonio Cortesi è stato il primo istruttore a Ravenna a fare corsi di autodifesa per donne e ragazze. Le donne affrontano forme di aggressione diverse rispetto agli uomini, perciò la loro autodifesa deve essere specifica, non muscolare ma fisica, tecnica e psicologica. È necessario fare un percorso che consideri gli aspetti emotivi di paura e insicurezza che possono bloccare la reazione di difesa. Per questo Antonio lavora in modo mirato sull’aspetto ficico e mentale.
Piazza Ridracoli, 6 - Ravenna - 0544 67222 - 3388819958 - www.body2000.it
AGENDA
Al Planetario si parla di paternità durante il periodo perinatale
Sabato 22 novembre alle 10 al Planetario di Ravenna, in viale Santi Baldini 4/a, sarà proiettato il docufilm Papà ha bruciato i biscotti, sulle sfide della paternità. Dopo la proiezione sarà offerto un coffee break ed è previsto un momento di riflessione e confronto sull’esperienza della paternità e del benessere della famiglia durante il periodo perinatale. L’evento è gratuito con ingresso libero ed è organizzato dal Centro per le Famiglie di Ravenna, Cervia e Russi in collaborazione con l’Azienda Usl della Romagna. Il film, della durata di 55 minuti, è diretto dal regista Jeffrey Zani ed è stato realizzato attraverso immagini senza filtri girate in ambienti domestici e arricchito da interviste a genitori e accademici. Il documentario ha visto il coinvolgimento di Franco Baldoni, docente dell’Università di Bologna, medico e psicoterapeuta, tra i massimi esperti internazionali dei disturbi affettivi paterni perinatali.
Af ancamento familiare: un progetto di comunità La presentazione alla biblioteca di Russi
Sabato 22 novembre, alla Biblioteca comunale di Russi alle 10 sarà presentata la forma di sostegno che consente a singoli o famiglie di mettere a disposizione il proprio tempo per aiutare famiglie in difficoltà. Il progetto EmpowHER, co-finanziato dal Comune di Russi e dalla Regione Emilia-Romagna, propone infatti l’incontro informativo dal titolo «Affiancamento familiare e vicinanza solidale». In che cosa consiste l’affiancamento familiare? Famiglie, ma anche singole persone, con o senza figli, mettono a disposizione qualche ora al giorno o un periodo di tempo determinato a supporto di altre famiglie. Gli esempi vanno dall’assistenza pratica quotidiana, al supporto scolastico e lavorativo, all’integrazione sociale e culturale. L’evento è organizzato in collaborazione con il Centro per le Famiglie Ravenna, Russi, Cervia.

Standing ovation al Pala Costa per Valentina Pitzalis, sopravvissuta alla violenza, bruciata viva dal marito
La sua toccante testimonianza è andata in scena di fronte ai novecento studenti e studentesse dell’Itei Ginanni di Ravenna, martedì 18 novembre al pala Costa, nell’ambito delle iniziative contro la violenza sulle donne Su www.ravennaedintorni.ti il report dell’evento di Leonardo Ferri. La foto è di Massimo Argnani
A Bagnacavallo, il 21 novembre il tema della violenza di genere entrerà nel mondo dello sport: al Palazzetto si terrà alle 19.30 l’iniziativa “Lo sport contro la violenza”, con la partita del campionato di Prima Divisione femminile tra Bagnacavallo e Massa Lombarda, promossa da Fulgur Pallavolo e Spi-Cgil. Alle 20.45, alla Sala Oriani di via Cadorna 10, Daniele Vasari ed Elisa Forlani dialogheranno sulle radici psicologiche e culturali della violenza maschile nell’incontro “Narcisismo o violenza patriarcale?”, a cura di Demetra Donne in aiuto. Il 22 novembre piazza della Libertà accoglierà dalle 8.30 alle 12.30 il banchetto informativo “Mai+” mentre domenica 23 novembre è in programma a Villanova la camminata “In attesa del 25 novembre”. Il 25 novembre si aprirà alle 20 in piazza della Libertà con la “Camminata
in rosso”, che coinvolgerà le vie del centro storico. La serata proseguirà alle 21 nella Sala di Palazzo Vecchio con la proiezione del lm Cerchi, prodotto dall’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia-Romagna. Il 26 novembre la Sala di Palazzo Vecchio ospiterà il seminario “Luoghi di lavoro sicuri. Conoscere, valutare, prevenire violenze e molestie”, promosso da Cisl Romagna per approfondire strategie e responsabilità condivise nella prevenzione e nella tutela dei lavoratori, mentre il 27 novembre, sempre a Palazzo Vecchio, la rassegna Cucù – promossa da Controsenso – proporrà alle 21 “Donne in viaggio: tra suoni, radici e orizzonti femminili”, un concerto del Lympha Trio. Il 25 novembre il balcone del Municipio sarà illuminato di rosso mentre per tutta la settimana lungo la ciclopedonale di via Vecchia Darsena saranno
LA MOSTRA
“All You Can Hit”, quando la violenza è in cucina Giovedì 20 novembre (ore 18.30) inaugura alla Galleria della Molinella di Faenza la mostra “All You Can Hit” di Silvia Levenson, un progetto espositivo potente e simbolico che trasforma la cucina domestica in una scena di contraddizioni e rivelazioni. La mostra crea un parallelismo tra il concetto di “tutto ciò che puoi mangiare” – il menù senza limiti dei buffet – e le infinite azioni violente che, troppo spesso, trovano spazio nelle cucine di ogni giorno. Dopo il taglio del nastro, talk “Il personale è politico: genealogie di una rivoluzione femminista” a cura della storica Elena Magalotti; alle 19.30 concerto della cantautrice Isabella Del Fagio. Giovedì 27 novembre il finissage, dalle 18.30, con visita guidata a cura dell’artista Silvia Levenson; alle 19.30 presentazione del libro ‘‘Fare Femminismo’’ di Giulia Siviero. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30.
collocati cartelli tematici dell’iniziativa “Parole in rosso”.
A Cotignola, domenica 23 novembre alle 17, a Palazzo Sforza sarà inaugurata la mostra fotogra ca “Un rifugio tutto per sé”, a cura di MondoDonna Onlus, che segna l’inizio di una settimana di ri essione e sensibilizzazione.
A Massa Lombarda, dal 21 al 28 novembre, sulla facciata del Municipio, è visibile l’installazione “Vogliamo il pane e le rose”, composta da 300 rose rosse realizzate dalle volontarie di Udi Massa Lombarda. Il 22 novembre saranno due gli appuntamenti dedicati all’arte e alla creatività: alle 10, al Centro Culturale Venturini, sarà inaugurata la mostra “Un lo rosso che ci unisce”, che raccoglie gli elaborati realizzati dagli alunni delle scuole secondarie di primo grado, mentre alle 11, a Palazzo Zaccaria Facchini, aprirà la collettiva di pittura e fotogra a “La violenza non è la soluzione”, curata da Maurizio Callegati, Laura Bubani e Nedo Zanolini e promossa dal Circolo Fotograco Massese. Martedì 25 novembre sarà la volta della Camminata in rosso con partenza alle 20 dalla scuola “S. D’Acquisto” e arrivo alle 21nella Sala del Carmine con il concerto gratuito “Mulheres: Luta e Poesia” del trio Ireré. A Conselice, il programma parte a Lavezzola domenica 23. Alle 17.30 nella sala Comunale di via Bastia 265 con lo spettacolo teatrale “Lotto anche a marzo”, a cura di Caffè delle Ragazze aps e La Locomotiva Aps. A Villa Verlicchi è inoltre prevista l’installazione della Scarpa rossa presso il Dart, a cura del Gruppo Rispetto, che verrà completata in settimana e sarà illuminata dal 24 novembre al 6 dicembre. Nella serata di martedì 25 novembre la Camminata in rosso partirà alle 20 dal municipio con arrivo previsto alle 20.30 al centro civico Gino Pellegrini, in piazza Foresti 25.

20-26 novembre
L’INTERVISTA
Il viaggio di Paolini tra fiumi e territori stravolti: «Nessuno può chiamarsi fuori»
Fra i padri del teatro italiano di narrazione, l’autore presenta il 25 novembre all’Alighieri il suo monologo Bestiario idrico
«Ho attraversato molti territori colpiti dalle alluvioni, osservando le ferite provocate al tessuto sociale ed economico»
Uno spettacolo che parla di umi e alluvioni, con un approccio ecologista che ci fa ri ettere sulle alterazioni del clima e del paesaggio provocate dall’uomo. Bestiario idrico è la nuova opera di Marco Paolini, attore e autore fra i padri del teatro di narrazione italiano, che negli ultimi anni si è molto concentrato sulle questioni ambientali. Col laboratorio “La fabbrica del mondo” ha messo insieme un gruppo di scienziati ed esperti, tra cui il biologo e losofo evoluzionista Telmo Pievani e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che porta avanti progetti artistici come Atlante delle rive: in occasione della Giornata mondiale dei umi, celebrata il 28 settembre, 40 teatri in tutta la penisola hanno composto un racconto corale sulla cura dei corsi d’acqua e sui con itti intorno a essi. All’edizione 2025 ha aderito anche Ravenna Teatro, che ha inoltre programmato Bestiario idrico per la stagione dell’Alighieri, martedì 25 novembre (ore 21).
C’è un lo liquido che collega “Atlante delle rive” a “Bestiario idrico”.
«Sono due tappe dello stesso viaggio. La prima è un progetto triennale e collettivo per raccontare il paesaggio acquatico del nostro Paese; la seconda è un mio percorso personale dentro ai corpi idrici. Si usa questa de nizione burocratica per indicare l’insieme di umi, laghi e risorse d’acqua, ma non mi dispiace: indica qualcosa di vivo e naturale. In Bestiario idrico mi avventuro in quella risorsa preziosa che è l’acqua dolce, prima di sfociare in mare. Una percentuale minima rispetto al totale che copre il pianeta, ma vitale per tutte le specie».
Nel 1993 ha messo in scena il monologo “Il racconto del Vajont”, che narrava il disastro della diga avvenuto nel 1956. La sua sensibilità ambientale nasce da lì?
«Il racconto del Vajont era una storia di ingiustizia; una tragedia nel senso classico del termine, con vittime e carne ci. Un lavoro vicino alla mia sensibilità dell’epoca, che era più civile che ambientale. Di sicuro è stato un primo passo per arrivare a raccontare storie meno antropocentriche; ma allora non avevo l’attuale consapevolezza ecologista. In generale la mia generazione ha iniziato in ritardo e con fatica a maturare un pensiero sull’ambiente e la biodiversità. Fino a pochi anni fa si usava il concetto di ecologia per riferirsi ad azioni giuste e importanti ma anche poco incisive, come per esempio le persone che pulivano le spiagge. Poi sono avvenuti eventi di enorme portata, come la pandemia del Covid e l’acuirsi del riscaldamento globale, ma anche l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, che hanno allargato la prospettiva e diffuso una maggiore coscienza sulla complessità della questione. Con La fabbrica del mondo ho iniziato a frequentare scienziati come Telmo Pievani e David Quammen, avviando un processo che ha dato origine a molte domande. All’inizio era dif cile tradurle in una qualche forma di teatro; ora stiamo tentando la s da. Il teatro civile oggi può e deve guardare all’ecologia, e non solo alla memoria».
appeal popolare. Compito del teatro ecologista è costruire storie che rendano le questioni ambientali meno cerebrali e più emotive. In Bestiario idrico provo a farlo raccontando i umi come un corpo vivo e non come un concetto giuridico e amministrativo».
In che senso?
«Se chiediamo a Google quanti umi ci sono in Italia, ci risponde che sono circa 1.200. A questi si aggiungono 1.500 laghi e altri 7.000 corsi d’acqua. In Gran Bretagna, invece, sono censiti ben 40mila corpi idrici. Ma loro non ne hanno più di noi; semplicemente hanno un modo culturalmente diverso di considerarli. Lì hanno dato un’identità a ogni risorsa acquatica; qui siamo pieni di torrenti e canali senza nome. Non è solo una questione di diritto o di toponomastica; bensì ri ette la diversa importanza che attribuiamo ai corpi idrici. Solo in Veneto ne esistono più di duemila; e anche se la maggior parte di questi non ha un nome, comunque esiste».

In passato la cultura contadina si occupava di gestire i umi e sapeva riconoscere l’arrivo di una piena. Oggi invece abbiamo delegato questa funzione ai tecnici e ce ne siamo dimenticati come cittadini. Tanti non conoscono nemmeno il nome del corso d’acqua che passa dietro casa.
«Compito del teatro ecologista è costruire storie meno cerebrali e più emotive»
«Dalla scomparsa di questa consapevolezza comune deriva l’impossibilità di governare bene i umi. Non nel senso di controllarli, bensì di gestire qualcosa di vivo. Come il bue che trainava l’aratro o il cavallo per spostarsi, che era ben diverso dal trattore e dall’automobile coi pedali per decidere la velocità. Il mondo contadino aveva con denza con gli elementi naturali e oggi quell’esperienza va recuperata, senza nostalgia, per mettere in discussione il concetto di cittadinanza. Non ci possiamo permettere di fare a meno di quella cultura diffusa ma diversa per ogni luogo. L’ecologia non può essere un approccio all’ingrosso».
“Bestiario idrico” andrà in scena in un territorio devastato da tre alluvioni in due anni, dove si sta molto discutendo sulla necessità di ripensare la gestione dei corsi d’acqua con un approccio diverso rispetto al passato.
Lo spettacolo “Bestiario idrico” è offerto alla città da Copura, nell’ambito delle celebrazioni dei primi 50 anni della coop. I BIGLIETTI SONO GRATUITI fino ad esaurimento posti, a disposizione dal 22 novembre presso la biglietteria del Teatro Alighieri, aperta i giorni feriali dalle 10 alle 13 e giovedì anche dalle 16 alle 18
D’altronde, oggi l’ecologia dovrebbe essere la principale questione di cui occuparsi a livello politico.
«Sono d’accordo, a patto di non considerarla una materia. L’ecologia va intesa come l’acqua: uisce ovunque, forma i punti di vista e modi ca i racconti. Bestiario idrico non è uno spettacolo canonico, perché il ruolo dei personaggi non corrisponde alle classiche narrazioni delle vicende umane. Il termine “bestiario” indica la complessa natura dei protagonisti, i umi, che hanno un altro grado di vita rispetto al concetto antropico. Ma si tratta sempre di vita».
Uno dei rischi del parlare di ecologia è cadere nella retorica.
«Il rischio c’è sempre, bisogna saperlo tenere a bada. Ma c’è anche una questione culturale: spesso i discorsi degli ambientalisti vengono etichettati come ragionamenti di persone che parlano da una posizione privilegiata, dunque di scarso
«L’aria sta cambiando; per esempio la sensibilità dei giovani ingegneri idraulici è opposta rispetto alla generazione precedente. Chi fa questo lavoro oggi ha una maggiore consapevolezza dell’impatto biologico delle sue scelte e azioni. Ma credo si debba evitare ogni tipo di contrapposizione culturale tra “naturale” e “arti ciale”. Le trovo due categorie loso che astratte del Novecento, che andrebbero cancellate dalla dialettica».
Come può cambiare il nostro rapporto coi corsi d’acqua?
«L’aspetto che ha oggi la Romagna, così come buona parte del Veneto, è conseguenza delle boni che portate avanti per secoli. Entrambi i territori sono in prevalenza sotto al livello del mare e vengono tenuti all’asciutto dalle idrovore. Ma la separazione biblica tra terra e acqua è un’idea molto recente, che si è radicata col fascismo e la sua retorica bellica delle boni che, fondata sulla lotta contro l’acqua. Tutto questo appartiene al secolo scorso, che ha visto il consumo di suolo predominare sul verde e l’uomo sopraffare i umi. Oggi esistono soluzioni ingegneristiche che mediano tra la necessità
di mettere in sicurezza il territorio dalle prossime alluvioni e l’importanza di destinare più spazio agli alvei e agli alberi; ma in un paese così densamente segnato dall’antropizzazione, non si può ripartire da zero. La questione è molto complessa e dif do dalle teorie semplicistiche, talvolta demagogiche. Non si può dire “torniamo alla natura”, giacché questa natura è ormai manipolata e non più vergine. Ne possiamo uscire solo intervenendo sulle alterazioni che abbiamo fatto noi stessi. Non ho e non posso portare risposte concrete, ma rivendico la necessità di uno sforzo culturale e laico, che tenga conto delle diverse soluzioni possibili, ognuna coi suoi costi e bene ci. Finora siamo stati bravi a valutare bene i primi, meno i secondi. La modernità è stata segnata da avventurosi passi in avanti, che però non hanno tenuto conto delle conseguenze sul lungo periodo di un certo tipo di progresso. Solo da poco ci siamo accorti che ogni investimento deve tenere conto del peso che avrà sui nostri gli e nipoti».
La versione integrale dell’intervista si può leggere sul magazine Palcoscenico e su Ravennaedintorni.it.
AGENDA TEATRO
“Ombrelloni” di Studio Doiz a Cervia e Faenza
Lunedì 24 (ore 21) e martedì 25 novembre (ore 21), rispettivamente al Teatro comunale “Walter Chiari” di Cervia e allla Casa del Teatro di Faenza, andrà in scena Ombrelloni. Riviera Blues, uno spettacolo di Studio Doiz (co-produttore con Accademia Perduta), scritto da Iacopo Gardelli, interpretato da Lorenzo Carpinelli con musiche dal vivo di Giacomo Toschi.
Tanti Cosi Progetti alle “Favole” del Masini
Domenica 23 novembre (ore 16) la rassegna Favole del Teatro Masini di Faenza propone Granny e Lupo. Tutto in una notte, di TCP Tanti Cosi Progetti. Lo spettacolo, scritto da Danilo Conti e Antonella Piroli, sviluppa il percorso drammaturgico della compagnia sui miti e sulle paure, in particolare sull’archetipo del “lupo”.
I Burattini di Massimiliano Venturi a Filetto
Sabato 22 novembre (ore 17) alla sala del circolo Don Luigi Fabbri di Filetto si apre la rassegna Libri, storie e burattini, con I Burattini di Massimiliano Venturi in Arlecchino e Sganapino in cuccagna
di Alex Giuzio

UNA GUIDA
Tutto il fascino del mosaico, dalla vecchia guardia alle tecniche del contemporaneo
La Biennale in corso a Ravenna propone una miriade di eventi, tra cui quattro mostre di particolare interesse che comprendono l’omaggio a Santo Spartà, le “Opere del mondo” selezionate da Aimc, i giovani del GAeM e la personale di Matylda Tracewska



Nella miriade di eventi (tra cui la mostra di Chagall al Mar di cui abbiamo parlato nello scorso numero) che compongono la Biennale del Mosaico o entrano nella scia delle iniziative collaterali, si segnalano alcune esposizioni di particolare interesse, a cominciare da quella – prossima alla chiusura di sabato 22 novembre – dedicata a Santo Spartà, ultimo della vecchia guardia dei maestri mosaicisti. Spartà (1936-2025) appartiene infatti alla generazione di allievi iscritti negli anni del dopoguerra alla Scuola di Mosaico di Ravenna, fondata nel 1924 presso la locale Accademia di Belle Arti. Trasferito durante l’infanzia a Ravenna dalla provincia catanese, ha frequentato la Scuola artieri in Accademia ma viene presto indirizzato al corso di pittura diretto da Teodoro Orselli. In seguito, Giuseppe Salietti –ormai maestro e uno dei primi mosaicisti ad uscire dalla scuola ravennate – lo convince a iniziare l’esperienza musiva presso il Gruppo Mosaicisti dell’Accademia, una Srl fondata anni prima, nel ‘48. Dal 1969 Spartà diventa insegnante di mosaico all’Iniasa e successivamente responsabile del laboratorio all’Albe Steiner, mentre a giugno 1974 risulta fra i partecipanti della trasformazione dello storico Gruppo Mosaicisti in cooperativa. Sono giusto questi gli anni in cui Felice Nittolo, mosaicista e resposabile della NiArt gallery, lo conosce e la mostra si trasforma in un omaggio a distanza di pochi mesi dalla scomparsa di Spartà. A lui è dedicato anche il catalogo che arricchisce la bella serie curata da Nittolo e dedicata a donne e uomini che hanno costruito la storia del mosaico ravennate. In esposizione alla NiArt quindi sono sia mosaici che dipinti, spesso salvati grazie all’intervento di Nittolo, di amici e familiari di Spartà. Infatti, il mosaicista spesso riutilizzava i telai dei mosaici, operando una continua creazione-distruzione delle opere dopo lo strappo delle tessere. Lo stesso è avvenuto per numerose tele che sovrappongono strati compositivi diversi. Una serie di autoritratti musivi databili agli anni ‘80 sono presenti assieme ad alcuni mosaici in cui elementi gurativi transitano verso l’astrazione e una forte attenzione verso i pattern decorativi. I dipinti risultano speculari e ripropongono pennellate dimensionate a tessera che si sviluppano come i mosaici fra astrazione, decorazione e gurazione.
Agli Antichi chiostri francescani da segnalare anche la personale di Mieke Ceusters
Ai Chiostri francescani è ospitata una doppia mostra, dedicata al versante contemporaneo e internazionale del mosaico: si tratta di Opere dal mondo, una selezione di opere realizzate dai soci dell’Aimc (Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei) curata da Rosetta Berardi e Maria Grazia Marini. A corredo è allestita anche una piccola monogra ca del lavoro di Mieke Ceusters, selezionata da Daniele Torcellini. Di Ceusters, mosaicista belga iscritta all’Aimc, sono visibili alcuni mosaici recenti che risentono della prima formazione gra ca dell’autrice: mediante una tecnica che interpreta l’antico tessellatum romano vengono proposte icone dal forte impatto mediatico secondo una poetica tipicamente Pop. In altri mosaici, l’ironia trapassa al grottesco per immagini talvolta impietose – un donnone in abiti da Superman con junk food in mano – che reinterpretano a mosaico la vena critica degli artisti fra Pop e iper realismo, ricordando i lavori di Segal e Duane Hanson. Nell’esposizione collegata dei 32 mosaici dal mondo si evidenzia la coesistenza di poetiche molto diverse, dall’applicazione musiva al design al suo utilizzo di chiave di linguaggio artistico autonomo, reinterpretato in senso astratto-materico, gurativo, decorativo o concettuale. Sono opere interessanti ma una menzione particolare va all’interpretazione sacrale della Croce di Iliya Iliev, mosaicista bulgaro con un forte legame a Ravenna, all’interpretazione poetica ed evocativa di un paesaggio della greca So a Gounari. Si aggiungono le calibrate trame geometriche della giapponese Toyoharu Kii, la bella tenda ricamata a mosaico eseguita da Eleftheria Galanopoulou e il mosaico Nascosta della ravennate Luciana Notturni, un coinvolgente e delicato richiamo alla gura dell’imperatrice Teodora in San Vitale.
Sempre internazionale è la partecipazione alla mostra concorso GAeM - Giovani Artist* e Mosaico – curata da Sabina Ghinassi e Antonio Rocca alla Manica Lunga della Classense – che è stata realizzata in collaborazione con la ditta Orsoni di Venezia – storica produttrice di smalti e tessere pregiate il cui premio va ai migliori mosaici tradizionali – e la Fondazione Cingoli di Roseto degli Abruzzi, che monitora la creatività musiva non convenzionale. La selezione delle 38 opere in mostra, eseguite da artisti under 35, raccoglie una creatività versatile: da una par-
te si seguono linee di continuità col mosaico tradizionale mentre dall’altra si esplora la possibilità di dialogo con altri linguaggi, mettendosi a confronto con i nodi tematici della contemporaneità. A questo proposito si segnalano le opere di Anica Kitanoska, un’artista di origine macedone che vive a Bologna, già presente in passato in altre edizioni della Biennale: tipico della sua produzione è l’utilizzo delle tessere in modo simile a pennellate, uno stile ormai inconfondibile che ricorda la tecnica divisionista e imprime un forte effetto di movimento ai mosaici. Premiata è anche Irene Giornelli, che scompagina la tradizione con l’impiego di piccole caramelle Tic-Tac per la sua psichedelica composizione, così come Luca Federico Ferrero, che assembla un Bordo Mare con paste di vetro e cemento in una lontana citazione delle creazioni di Pascali.
Da non perdere è in ne la personale di Matylda Tracewska aperta ancora per pochi giorni al Mar di Ravenna. A cura di Eleonora Savorelli, il nucleo delle opere della mosaicista polacca di adozione ravennate è stato realizzato durante una residenza artistica presso il Museo di Storia naturale di Parigi. Lo studio delle pietre conservate – in particolare dei stromatoliti, una tipologia che testimonia l’origine della vita sulla terra – ha condotto alla creazione di una serie di opere in cui il mosaico interferisce con le venature del materiale in modo da restituire nuove cosmogonie. Avvincenti e ricche di fascino sono soprattutto le micro gurazioni che sembrano derivare da opere rinascimentali. Le immagini decontestualizzate che emergono raccontano un mondo antico, rimandando a quell’antica e avvincente tradizione pittorica che punteggiava gli sfondi pittorici con scene, azioni e dialoghi silenziosi.
Serena Simoni
- “Santo Spartà. L’ultimo bizantino”. Fino al 22 novembre; NiArtgallery, via Anastagi 4a/6 Ravenna; orari: ve 17-19; sa 10-12.30 e 17-19.
- “Opere dal mondo” + “Mieke Ceusters”. Fino al 18 gennaio; Aantichi chiostri francescani, via D. Alighieri 4, Ravenna; orari: lu-do 10-18.
- “GAeM - Giovani Artist* e Mosaico”. Fino al 18 gennaio; Manica Lunga Biblioteca Classense, via Baccarini, Ravenna; orari: ma-ve 15-18.30; sa 10-13 e 15-18.30.
- “Matylda Tracewska . Uno dei mondi. Pietre sensibili e omologe inattese”; no al 30 novembre; Arts & New Media Room, Mar, Ravenna; orari: ma-sa 9-18; do e festivi 10-19.
A sinistra, un autoritratto di Spartà; a destra la tenda ricamata a mosaico di Eleftheria Galanopoulou
Un’opera di Mieke Ceusters
FUMETTO MOSAICO
Felice Nittolo presenta “Rampicante d’Amore” al Palazzo della Provincia
Sabato 22 novembre (ore 11) alla sala Nullo Baldini della Provincia ci sarà la presentazione del catalogo Rampicante d’Amore di Felice Nittolo, edito da Danilo Montanari Editore. Il catalogo è dedicato all’opera site-specific allestita nei giardini e nella torretta gotica del Palazzo della Provincia. Si tratta di un’installazione, alta circa 17 metri, dedicata alla storia d’amore tra Teresa Guiccioli e Lord Byron realizzata nel 2012. L’anno successivo l’opera viene acquisita dall’amministrazione provinciale e diventa permanente. Interverranno la presidente della Provincia Valentina Palli, Vincenzo Patanè, storico dell’arte e studioso di Byron, la promotrice di arte e cultura Patrizia Poggi, la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Mirella Falconi e il direttore artistico della IX Biennale di Mosaico contemporaneo Daniele Torcellini. Al termine della presentazione sarà possibile osservare l’opera ed effettuare una visita guidata al Palazzo della Provincia.
Al Mar l’incontro con Lisa Martignoni e Adrian Paci e l’inaugurazione di “Musivale”
Due appuntamenti ravvicinati animano il weekend del Mar. Venerdì 21 novembre (ore 17) si inizia con l’incontro con Adrian Paci, un momento di riflessione dedicato all’arte contemporanea. In occasione della recente acquisizione e del riallestimento di Brother, opera musiva di Paci entrata nelle collezioni permanenti del Mar, il museo ospita l’artista per una conferenza pubblica. Sabato 22 novembre il pomeriggio si apre alle 15.30 nell’adiacente basilica di Sant’Apollinare Nuovo per l’inaugurazione dell’opera Musivale di Dalia Tvardauskaite, a cura di Giorgio Vernuccio. Artista e curatore guideranno il pubblico alla scoperta della genesi dell’intervento. Alle 16, al Mar, verrà poi presentata l’opera (T)essere di Lisa Martignoni, a cura di Viviana Piraneo, seguita da un talk in Sala Martini.

INCONTRI LETTERARI
DI GIANDOMENICO E BILOTTA A LUGO
SCRITTORI

CRISTIANO CAVINA A CERVIA TRA LIBRI E TEATRO
Venerdì 21 novembre, al Teatro comunale di Cervia, il Festival letterario Salmastro propone due appuntamenti con Cristiano Cavina. Alle 18 si terrà la resentazione del nuovo romanzo Tropico del fango (Laterza) in dialogo con l’autore, mentre alle 20.45 lo stesso Cavina sarà protagonista insieme a Vittorio Bonetti dello spettacolo teatrale Made in Romagna. Un Recital di musica e parole. Secondo la presentazione, si tratta di “fatti memorabili di un pianista della Bassa e di un narratore di montagna. Bonetti è l’alfiere del pianobar, quello suonato e cantato davvero, Cavina racconta storie per iscritto”. La serata prevede che il pubblico possa fare richieste sulle canzoni da suonare e sulle storie da raccontare. Ingresso libero.
Sabato 22 novembre a Lugo, al Salone Estense (ore 21), un incontro pubblico (preceduto dal firmacopie alla fumetteria Momomanga dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19) con il disegnatore Carmine Di Giandomenico, uno dei più famosi fumettisti italiani nel mondo (Marvel, Dc Comics, Bonelli), e Alessandro Bilotta, tra i più importanti sceneggiatori della Nona Arte. I due avevano collaborato più di vent’anni fa realizzando il cult distopico La La Dottrina (nella foto). Saranno intervistati da Claudio Lolli.
Paola Novara racconta la leggenda di Teodorico
Venerdì 21 novembre, alle 18, a sala D’Attorre, a Ravenna, si terrà la presentazione del libro “Una carrozza tutta d’oro. La leggenda di Teodorico da Ravenna ai mari del Nord” di Paola Novara.
Il pedagogista Giuseppe Dalle Fabbriche alla Manfrediana
Venerdì 21 novembre (ore 18.30), alla biblioteca Manfrediana di Faenza, Giuseppe Dalle Fabbriche presenterà il suo Abbiamo cura dei bambini (Tempo al libro). Pedagogista ed educatore, Dalle Fabbriche ha osservato le fasi della vita dagli zero ai 18 anni.
La Resistenza di Tommaso Piffer a Lugo
Venerdì 21 novembre alle ore 21 all’Hotel Ala d’Oro di Lugo lo storico Tommaso Piffer presenterà al Caffè Letterario il suo libro “Sangue sulla Resistenza” edito da Mondadori.
Baldini e Bellosi presentano il “loro” Natale
Sabato 22 novembre (ore 17.30), alla Bottega Bertaccini di Faenza, Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi presenteranno la loro ultima fatica comune, la nuova edizione di Tenebroso Natale - Il lato oscuro della Grande Festa, pubblicata da Il Ponte Vecchio di Cesena. Con una profonda e meticolosa ricognizione nelle culture popolari italiane, Baldini e Bellosi ci accompagnano in un percorso che riscopre le radici inquietanti della data più celebrata.
Il ravennate Graziano Lonardi da Liberamente
Sabato 22 novembre (ore 17.30) la libreria Liberamente ospita l’autore ravennate Graziano Lonardi per la presentazione del suo nuovo romanzo Il lupo sotto la pelle. Il mostro sono io (De Tomi Editore).
FOTOGRAFIA
Uno scatto in nome dell’amicizia ricordando Grazia Deledda

Sabato 22 novembre (dalle 9 alle 13) alla biblioteca “Maria Goia” di Cervia, per le attività che guideranno verso il centenario del Nobel a Grazie Deledda nel 2026, si terrà Lampi di amicizia, con le fotografe Silvia Caponigri, Roberta Fraiese, Daniela Poggiali, Giovanna Sarti e Luana Viaggi. Il progetto nasce da una vecchia fotografia che ritrae Grazia Deledda con la nipotina Mirella (nella foto) ed è aperto a chi vuol dare una testimonianza con un gesto o un oggetto o un libro che abbia un personale significato di amicizia, sorellanza, gratitudine, benevolenza tra persone amiche, familiari, figli e nipoti, animali d’affezione. L’invito è quindi a recarsi in biblioteca e offrirsi alla ripresa delle fotografe, che fisseranno in uno scatto quel lampo di un legame speciale.
MOSTRE

SÉLINE A VILLA VERLICCHI DI LAVEZZOLA
Sabato 22 novembre (ore 15) si inaugura a Dart Villa Verlicchi di Lavezzola Alberi Liberi, di Séline, curata da Gianni Mazzesi per Crac. Artista pugliese trapiantata in Toscana, Séline porta una ventina di dipinti e rielaborazioni fotografiche, che insieme a una base di sound art, formano “un’installazione unica e ci trasportano in un universo onirico, per divenire ancora più consapevoli che la natura è e resta salvifica, nella sua essenza più semplice”.
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Un artista “fenomenale” Conversazione con Adriano Zanni
In oltre un decennio di sequenze fotografiche e registrazioni di suoni sul campo, ci ha reso consapevoli e restituito il paesaggio e lo stato d’animo in cui viviamo, una messa a fuoco del conflitto fra natura e antropizzazione, progresso e degrado
Adriano Zanni è un artista “fenomenale”, non solo nel senso comune del termine (cioè stra-ordinario) ma soprattutto nel signi cato più originale e radicale. Quello di cogliere e raccogliere fenomeni, qui e ora e, talvolta, nel corso del tempo. Manifestazioni visuali e sonore, epifanie sensoriali laddove accadono e dove si trasformano. Senza manipolazioni creative: osservare e ascoltare, intuire e scegliere dove e quando, senza giudicare, senza plasmare o fantasticare.
In oltre un decennio di innumerevoli sequenze fotogra che e registrazioni di suoni sul campo, Adriano (ravennate, classe 1964, collaboratore storico di questo giornale con la rubrica Fulmini e Saette - Cronache dal Deserto Rosso) ci ha reso consapevoli e restituito, con un occhio “fuori dal comune”, il paesaggio e lo stato d’animo in cui viviamo: il territorio an bio di mare, valli e piallasse, pinete e pianure della bassa boni cata, casolari abbandonati e alberi solitari, fabbriche e ruderi industriali, periferie suburbane con architetture, decorazioni, insegne bizzarre e grottesche, declinate al kitsch.
Potremmo de nirla una poetica dello spaesamento attuale, una messa a fuoco del sottile con ittoadattamento fra natura e antropizzazione, progresso e degrado, sia materiale che culturale e psichico. Il riferimento esplicito di questa incessante attività documentaria è Il deserto rosso, lm capolavoro di Michelangelo Antonioni, girato nel 1964 a Ravenna, durante l’edi cazione del petrolchimico Anic e la fase di industrializzazione della città nel dopoguerra. Su quel richiamo sia storico che etico e estetico, Zanni ha iniziato, diramato e evoluto le sue “cronache” visuali e sonore, poi riportate su svariate esposizioni e pubblicazioni (la più signi cativa è ANIC Sequenze di fabbrica - 2024, con libro + vinile), no agli eventi live e alle esposizioni progettate per l’edizione 2025 del festival “Transmissions” (vedi pagina a anco). Ne parliamo con l’autore...
Le tue “Cronache dal Deserto Rosso” sono ormai un vasto patrimonio di immagini, “rumori di fondo”, musiche concrete in evoluzione. Quando hai iniziato, e ci sarà un esito?
«Sono partito nel 2010 a raccontare questa storia fra suoni e immagini. Dietro avevo la coincidenza di nascere proprio nel ‘64 del Deserto Rosso e di aver vissuto un’adolescenza “border line” al Villaggio Anic, poi nella fabbrica di via Baiona ho trovato anche un lavoro. Quindi si tratta della mia vita. Così come il lm di Antonioni, a partire dalla colonna sonora con gli inserti di musica elettronica di Vittorio Gelmetti, è stata la mia ispirazione sia sonora, con registrazioni ambientali, e poi visuale, per l’avvio di quella ricerca sul mondo che mi è sempre stato accanto, e ci circonda come ravennati. Magari, a questo punto, è un po’ come un cerchio che si chiude, ma può continuare a girare». Quanto c’è di ideologia o di un certo indirizzo morale nelle tue visioni sul predominio del progresso industriale sulla natura?

«Nel Deserto rosso Antonioni pre gura e insinua un disagio, un’incertezza, un’alienazione nella vita dei protagonisti del lm, alle prese con la modernizzazione, ma la gran parte della gente all’epoca vedeva con favore questo progresso e il riscatto di una vita migliore. Non c’era alcuna consapevolezza sul valore dell’ambiente naturale che era stato devastato o compromesso. Nelle mie “osservazioni” attuali però emergono ferite ancora aperte o profonde cicatrici di quella fase di sviluppo economico e sociale. La questione è controversa ancora oggi, se pensiamo alla recente vicenda della distruzione delle due solitarie torri Hamon dell’ex raf neria Sarom. La sensibilità ambientalista e della tutela dell’archeologia industriale è molto cresciuta, tuttavia sul valore di quelle testimonianze industriali ci si è divisi fra chi li vedeva come simboli da conservare e magari riconvertire e chi invece li giudicava emblemi di sofferenza e inquinamento che potevano essere rasi al suolo. Due punti di vista legittimi… Io quelle torri ho provato a “raccontarle” per immagini quando erano ancora in piedi e quando sono state smantellate pezzo per pezzo, come fosse un’agonia. E le contraddizioni sono ancora più evidenti, fra le improbabili ipotesi di recupero e l’enorme degrado dei ruderi della Darsena di Città, che ho documentate in diverse circostanze».
Gli ultimi due lavori tra Anic e “Fauna italiana”
Classe 1964, ravennate, Adriano Zanni è fotografo, artista sonoro e field recordist. I suoi lavori sono stati parte di mostre d’arte contemporanea, progetti collettivi di web art e video, realizza mostre fotografiche e installazioni e si esibisce dal vivo realizzando live set nei quali interagiscono fra loro sonorità elettroniche sperimentali, fotografie e registrazioni ambientali. Negli ultimi anni ha pubblicato libri fotografici e musica per: Bronson Recordings, Boring Machines, Under My Bed Recordings, 13/Silentes, Dissipatio, 89Books. Tra le ultime pubblicazioni “Sequenze Di Fabbrica” (Boring Machines, 2024), excursus sonoro-fotografico in una curatissima edizione libro + vinile che ha il suo fulcro nel paesaggio industriale dell’Anic e ispirazione inevitabile la pellicola di Antonioni Il deserto rosso (il lavoro verrà presentato da Zanni a Transmissions, vedi pagina a fianco). Quest’anno ha invece pubblicato il libro fotografico “Fauna italiana” (89Books), in cui, attraverso un lungo processo di osservazione ed esplorazione durato circa 15 anni, mette in relazione una rappresentazione fantasiosa della fauna (finta) con il paesaggio urbano italiano contemporaneo.

Appunto, le circostanze... Le tue “osservazioni”, i tuoi scatti o le registrazioni, seguono un piano preciso, dei temi o soggetti speci ci su cui puntare l’obbiettivo? «Non sempre, spesso si tratta di “incontri casuali”, non premeditati, di sguardi curiosi, che nascono lungo i percorsi della vita quotidiana, andando al lavoro e per altre faccende. Ho spesso con me la macchina fotogra ca ma in certi casi uso anche il cellulare. Magari nel tempo libero scelgo qualche itinerario più de nito, dei sentieri in pineta, nelle valli, sul lungomare, nei meandri delle periferie o della campagna. Un po’ come andare a caccia solo con gli occhi, dipende dagli orizzonti e dai particolari, da cosa guardo o intravedo. Spesso parto da uno spunto inaspettato e, a volte, da lì nasce un immaginario tutto sommato coerente. Mi attraggono peraltro i luoghi comuni, anche visioni apparentemente banali, perlopiù ignorate, che molti non vedono più ma che forse vale la pena svelare e riconsiderare». Sei un purista nella raccolta di immagini e suoni o un manipolatore, un ri nitore?
«Sono fondamentalmente un autodidatta, e certi aspetti tecnici o non li conosco o non mi intrigano. Quello che mi interessa è il senso dell’immagine e dei suoni, la loro essenza emozionale non la perfezione estetica. Spesso questa sostanza la preferisco interpretare nella tonalità del bianco e nero e nelle frequenze originali delle registrazioni».
Nei tuoi scatti è rara la presenza umana...
«Nelle gran parte delle mie immagini le persone ci sono ma non appaiono, come me osservano se possono e vogliono. È un “contro campo”, in primo piano c’è il paesaggio e i suoi particolari, le gure e le espressioni umane sono intorno, o dietro e oltre lo sguardo». Fausto Piazza
Transmissions fa 17 e omaggia Deserto rosso «Un programma sonico e multidisciplinare»
Fino a sabato 22 novembre il Teatro Rasi ospita musicisti da tutto il mondo tra cui Stephen O’Malley, Micah P. Hinson, Sanam, Bruno Dorella, Roberta Sammarelli e Hilary Woods


Oltre
Torna, per la sua 17ª edizione, il festival Transmissions, che da giovedì 20 a sabato 22 novembre si svolgerà al Teatro Rasi con il sottotitolo Red Desert, chiaro omaggio a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni, lm-cult del 1964 girato a Ravenna e divenuto nel tempo un riferimento trasversale per musicisti e artisti di tutto il mondo. A partire da questa edizione, il format – negli ultimi anni caratterizzato dalla curatela esterna (tra le più recenti Marta Salogni, Kali Malone e Moor Mother) – si articolerà dunque attorno a un asse tematico che guiderà l’intero triennio, con la direzione artistica af data al team di Bronson Produzioni, guidato da Chris Angiolini. «Il festival – spiega appunto il direttore artistico Angiolini – offre un programma sonico, cinematico e multidisciplinare. Ogni edizione sarà dedicata a un tema speci co legato alla città di Ravenna. Apriamo quest’anno con Deserto rosso, un lm che si distingue per l’uso pionieristico del colore. Un altro elemento di grande innovazione è la colonna sonora, che introduce suggestioni elettroniche e musicali inedite per l’epoca. L’estetica del paesaggio industriale – vero protagonista visivo del lm – fa da sfondo alle tematiche dell’incomunicabilità, dell’alienazione e della depressione, che hanno anticipato i tempi e restano attuali ancora oggi. La depressione della protagonista Giuliana, interpretata da Monica Vitti, è al centro anche della locandina di questa edizione, realizzata da Gianluca Costantini». Ma vediamo nel dettaglio le tre serate di Transmissions 2025. Giovedì 20 si inizia alle 21.30 con Bruno Dorella – musicista e sound designer, fondatore di OvO e gura cardine dell’underground italiano –, che insieme a Roberta Sammarelli (storica bassista dei Verdena) sonorizzerà Il Gigante di Ravenna, storico documentario del 1957 diretto da Fernando Cerchio, e dedicato alla nascita e agli esordi dello stabilimento Anic. A seguire, ecco il ritorno in città di Stephen O’Malley, architetto sonoro e fondatore dei leggendari Sunn O))), maestro del drone/doom. Estremamente proli co, il lavoro di O’Malley si caratterizza per la sua notevole ampiezza, complessità e multidisciplinarità. Le sue esibizioni dal vivo sono caratterizzate da una nebbia riverberante di minimalismo chitarristico elettrico, una magia che s da i con ni dello spazio e del tempo. Venerdì 21 novembre partenza alle 21 con i Wow, gruppo cult della scena romana capitanato dal duo China Blu e Leo Non, con le sue canzoni notturne e sensuali venate di psichedelia (Rosa di Luce, settimo disco della band, è uscito a giugno per Maple Death Records). Dopo di loro salirà sul palco la musicista, lmaker e scrittrice irlandese Hilary Woods, a Transmissions in una delle sue rare esibizioni live (unica data italiana) per presentare il suo ultimo album Night CRIÚ, in uscita a ne ottobre per Sacred Bones. Chiusura af data a ua vecchia conoscenza di casa Bronson, il cantautore texano Micah P. Hinson, straordinario autore di ballate folk scabre e narrativamente dense, tra confessione e resistenza romantica. Il suo nuovo album è The Tomorrow Man, una raccolta di canzoni scritte tra Spagna e Texas insieme al chitarrista milanese Alessandro “Asso” Stefana.
ai concerti ci saranno mostre,
n on d anche al Fargo
La terza e ultima giornata di sabato 22 si apre alle 21 con Adriano Zanni – fotografo e compositore, autore di eld recording e paesaggi elettroacustici legati alla memoria dei luoghi (vedi intervista della pagina a anco) – che presenterà ANIC, indagine sonora e visiva sul paesaggio industriale ravennate. Si prosegue quindi con gli Index For Working Musik, quintetto londinese che scava nel post-punk e nell’art-rock con una tensione lirica e desertica (il nuovo album Which Direction Goes The Beam è uscito ad aprile per Tough Love Records), mentre il festival si concluderà con il sestetto libanese Sanam, con il suo amalgama unico di psichedelia, jazz, canto tradizionale arabo
AVANGUARDIA
Il tedesco Guido Möbius al Clan Destino di Faenza
Sabato 22 novembre (ore 22) al Clan Destino di Faenza torna il tedesco Guido Möbius, artista che è un’orchestra individuale con chitarra, voce, tromba ed effetti, e che crea musica in continua evoluzione e ad alta energia. L’interazione spontanea con il pubblico e una miscela di techno, funk, noise, poliritmi e gospel rendono le sue performance uniche. La preparazione meticolosa incontra l’improvvisazione; ogni set è un’avventura sonora distinta. Möbius é un musicista esploratore che usa pedaliere da chitarra e produce una techno sperimentale ai limiti della performance, coinvolgente, radicale.

e poesia contemporanea, uscito a settembre su Constellation Records con il secondo disco Sametou Sawtan Tra gli appuntamenti a latere di Transmissions OFF, la collettiva Tales from the Red Desert nel ridotto del Rasi, con opere di Luca Barberini, Adriano Zanni, codeczombie (aka Alessandro Randi) e Channeldraw, autore delle gra che di questa edizione del festival (tutti i giorni dalle ore 20), e l’incontro con Yuri Ancarani (in collaborazione con Cinema in Centro), che sabato 22 novembre a partire dalle ore 16.30 sarà al cinema Mariani, prima con la proiezione del suo progetto San Siro, poi con la presentazione di Deserto Rosso. Tutti i giorni, inoltre, dalle 18.30 alle 20.30, il Fargo ospiterà tre speciali Desert Sessions con dj set dedicati, mentre come sempre nel foyer del Rasi si alterneranno a partire dalle ore 20 i Warm Up curati da ?Alos, Adriano Zanni e Trinity. Info: transmissionsfestival.org
FARMACIE DI TURNO
+APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30
DAL 20 AL 23 NOVEMBRE CANDIANO via Trieste 1 - tel. 0544 422590; COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; MEZZANO via Reale 470 (Mezzano) - tel. 334 8832508; PIFERI viale dei Navigatori 37 (Punta Marina) - tel. 0544 437448.
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FIDO IN AFFIDO

CUCCIOLI
Questi dolcissimi cuccioli di circa 4 mesi cercano una famiglia speciale! Sono 3 maschietti e 3 femminucce, giocherelloni, affettuosi e pieni di vita. Futura taglia media, buoni e socievoli. Se seriamente interessati all’adozione, inviate un WhatsApp al 349 612 3736
ADOTTAMICI

Questa bella gattona ha 16 anni ben portati, deve solo prendere una piccola pastiglia per la tiroide al giorno. È sterilizzata, vaccinata, molto tranquilla e abituata in casa. Per problemi dei suoi umani, stiamo cercando una nuova famiglia dove possa vivere serena gli anni a venire. Se nel vostro cuore c’è posto per questi occhioni dolci, contattate il 333 207 0079
Stephen O’Malley
Sanam
MICIA
24 / CULTURA
RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025

MUSICA IN CHIESA
Da Albinoni a Mozart nella basilica
Per la rassegna “Musica e spirito”, il concerto di domenica 23 novembre alle 18.30 all’interno della basilica di San Francesco di Ravenna, eseguito dal Coro polifonico Jubilate e dal Coro e Orchestra della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco di Ravenna, propone un programma capace di unire la spiritualità barocca e la grazia classica. Telemann con pagine tratte dalle cantate Du aber, Daniel, gehe hin e Machet die Tore weit. Durante, maestro napoletano del Settecento, con le Litanie della Beata Vergine. Mozart e il suo Andante K 315. A chiudere Albinoni con l’Adagio dal Concerto op. 9 n. 2. Un mosaico di stili e sensibilità che attraversa secoli e scuole. Ingresso a offerta libera.
AGENDA CONCERTI
AL COMUNALE DI RUSSI
DANIELA PINI IN “DI TANTI PALPITI”
Martedì 25 novembre (ore 20.30) al Teatro Comunale di Russi va in scena il concerto Di tanti palpiti, protagonista il mezzosoprano lughese Daniela Pini (nella foto), insieme a Paola Cigna (soprano), Fulvio Fiorio (flauto), e Davide Burani (arpa). Il concerto propone una miscellanea di arie liriche e musiche da camera tra le più accattivanti del panorama lirico internazionale. Di tanti palpiti presenta una formazione insolita, elegante e innovativa: due voci femminili accompagnate da arpa e flauto, un mix che permette di spaziare tra sfumature insolite ed effetti raffinati.
NOTE E PAROLE
La presentazione del libro su Ghetti con intermezzi musicali dal vivo
La chiesa di San Francesco a Cotignola, in via San Francesco 15, ospiterà la presentazione del volume “Genuzio Ghetti - Un violoncello e il suo maestro. Da Cotignola al teatro Alla Scala”. Appuntamento sabato 22 novembre alle 17.30. Il volume è a cura di Raffaella Zama, con testi di Afra Bandoli, Roberto Ghetti ed Ernestina Argelli.
La serata, dedicata alla figura del celebre violoncellista cotignolese, sarà arricchita da intermezzi musicali a cura di Elisa Segurini (violoncello) e Federico Segurini (pianoforte), che accompagneranno la narrazione del percorso artistico e umano di Ghetti, dal cuore della Romagna al prestigioso palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano.
In occasione della presentazione, dalle 17.45 alle 18.45 sarà attivo un ufficio postale distaccato per l’annullo figurato realizzato in collaborazione con il circolo filatelico numismatico cotignolese «Luigi Ballardini».
L’iniziativa, organizzata dalla Pro loco, è a partecipazione libera e aperta a tutti.
Ennio Morricone rivive al Socjale con il suo biografo Alessandro De Rosa e il duo Beccalossi-Farinone
Venerdì 21 novembre (ore 21.30) il Teatro Socjale di Piangipane ospita Ennio Morricone, inseguendo quel suono, uno spettacolo–concerto che intreccia parole, immagini e musica ispirandosi all’omonima autobiografia ufficiale del compositore, pubblicata da Alessandro De Rosa in tutto il mondo e definita da Morricone stesso “il miglior libro che mi riguarda, il più autentico, il più dettagliato e curato. Il più vero”. Sul palco, il biografo De Rosa, con filmati inediti in cui lo stesso Morricone si confida al pubblico, e la grande musica interpretata da Fausto Beccalossi, alla fisarmonica cromatica, e Claudio Farinone, chitarrista e compositore.
“CuCù (curiosità culturali)” si apre a Bagnacavllo con il Lympha Trio
Giovedì 27 novembre (ore 21) la quarta edizione di CuCù (curiosità culturali) si apre a Palazzo Vecchio di Bagnacavallo con Donne in viaggio: tra suoni, radici e orizzonti femminili, protagonista il Lympha Trio. Un viaggio che attraversa epoche, culture e tradizioni, dalle danze balcaniche alle suggestioni del Sud America, dall’antica Grecia fino ai paesaggi sonori delle terre celtiche. Note e parole si fanno racconto, memoria e speranza: un omaggio alla femminilità in tutte le sue forme.
Al Mama’s Club il bal folk dell’Andrea Capezzuoli Duo e il rock ‘n’ roll dei King Lion and The Braves
Due concerti nel weekend del Mama’s Club. Venerdì 21 novembre (ore 21.30) si ascolterà il “Bal folk” del duo Andrea Capezzuoli (organetti, voce, stomp box) e Mattia Console (violino). Eseguiranno brani tradizionali e nuove composizioni con arrangiamenti vitali e moderni. Sabato 22 (ore 21.30) tocca poi ai King Lion and The Braves, con il loro “old time vintage swing e rock’n’roll”. La band è com posta da Mr. Lucky (voci, basso), Fabrais Bum Bum (batteria) e Stevie Ray Mariano (chitarre).

CLASSICA/1
Pietro Fresa e Francesco Manara chiudono il Rossini Open di Lugo
Con due concerti alla chiesa del Suffragio di Lugo si chiude l’edizione 2025 del festival itinerante Rossini Open. Giovedì 20 novembre (ore 20.30) l’appuntamento è con il 24enne pianista bolognese Pietro Fresa, considerato un grande talento della tastiera, messosi in luce di recente per una riuscita incisione di opere pianistiche di Mozart. Qui però presenterà un programma incentrato su Beethoven, di cui eseguirà eseguirà le 10 Variazioni su “La stessa, la stessissima” dall’opera Falstaff di Antonio Salieri, la Sonata n. 1 in fa minore op. 2 n. 1, la Sonata n. 21 in do maggiore op. 53 “Waldstein” e la Sonata n. 31 in la bemolle maggiore op. 110. La chiusura di lunedì 24 novembre (ore 20.30) è invece affidata al recital di Francesco Manara (nella foto), primo violino del Teatro alla Scala. In programma Sonata n. 3 in do maggiore BWV 1005 e Partita n. 2 in re minore BWV di Johann Sebastian Bach, Sonata in si maggiore n. 6 op. 27 di Eugene Ysaye e 3 Capricci op. 1 di Niccolò Paganini. Info: teatrorossini.it.

CLASSICA/2
L’Orchestra LaCorelli inaugura la stagione di Brisighella con l’onirica tradizione di “Fantasia”
Domenica 23 novembre (ore 18) l’Orchestra LaCorelli torna a Brisighella con la nuova stagione musicale diretta da Jacopo Rivani, intitolata Le Radici, primo capitolo del triennio artistico Il viaggio dell’Uomo. Alla scuola materna “Cicognani” LaCorelli propone Apprendista Stregone, un concerto che unisce musica, fantasia e coinvolgimento, offrendo al pubblico un’esperienza unica tra tradizione e innovazione. Reso celebre dal lungometraggio di animazione Disney Fantasia (1940), questo è il poema sinfonico più noto di Dukas, composto nel 1897 e ispirato alla ballata omonima di Goethe (Der Zauberlehrling). La musica, brillante e ironica, racconta la vicenda di un giovane apprendista che, abusando della magia, scatena forze più grandi di lui. Dukas costruisce una partitura vivace, colorata da timbri orchestrali originali e da un irresistibile senso narrativo. L’incantesimo prende forma nel celebre motivo ostinato dei fagotti.
Alla concattedrale di Cervia il talento del giovane violinista Emiliano Gennari

Domenica 23 novembre (ore 21), alla concattedrale di Cervia, Emilia Romagna Concerti presenta il “Concerto per la solennità di Cristo Re”, che verdà protagonista il giovane violinista Emiliano Gennari. Il programma prevede l’esecuzione della Ciaccona e Sarabanda dalla Partita n. 2 in re minore di Bach, la Sonata n.3 Ballade di Ysaÿe e il Moderato dalla Sonata op.115 di Prokofiev. Info: erconcerti@yahoo.it.
CLASSICA/3
L’ENSEMBLE D’ARCHI “GIUSEPPE SARTI” A FAENZA
CON UN “DIALOGO ARMONICO”
Il 25 novembre alla chiesa dei Cappuccini, dirige Paolo Zinzani

Martedì 25 novembre (ore 21), in ambito ERF&TeatroMasiniMusica 2025/26, alla chiesa dei Cappuccini di Faenza l’Ensemble d’archi “Giuseppe Sarti”, diretto da Paolo Zinzani al violino e alla viola, sarà protagonista di Dialogo Armonico, portando sul palco alcune delle pagine più signicative del repertorio barocco e classico. Il programma attraversa alcune tappe rappresentative della scrittura concertistica tra primo Settecento e classicismo. Di Vivaldi vengono proposti il Concerto per due oboi RV 535 e il Concerto per violoncello RV 419, ma ascolteremo anche il Concerto per due violini BWV 1043 di Bach, il Concerto per clavicembalo op. 9 n. 1 di Giovanni Battista Sammartini, che documenta la prima affermazione del concerto per tastiera nell’ambiente milanese, e l’Allegro con brio dal Concerto per pianoforte e viola obbligata IJB 8 di Johann Christoph Friedrich Bach.
LIRICA
FIORI MUSICALI

Torna su grande schermo la versione restaurata di un capolavoro di Lynch
di Albert Bucci
Ci sono occasioni imperdibili per i cinefili. La prossima irripetibile esperienza sarà la settimana prossima, quando uscirà in alcune sale per pochi giorni la versione restaurata di una delle massime esperienze cinematografiche: la visione sul grande schermo di Mulholland Drive del compianto David Lynch , film del 2001, con protagonista Naomi Watts. Come in molti film di Lynch, la narrazione esiste ma non ha uno sviluppo logico e lineare, e si estende per simboli, allegorie, accadimenti nei quali diventa improbabile seguire la logica della causa e dell’effetto. Siamo a Los Angeles, la capitale mondiale del cinema. Una donna su una lussuosa limousine, di notte, proprio lungo la celebre Mulholland Drive, strada sopra le colline di Hollywood piena di lussuose ville nascoste tra crinali e boschi. L’autista si ferma e sta per ucciderla, ma un’auto li tampona violentemente. La donna è l’unica sopravvissuta all’incidente, ma non ricorda nulla di sé. Ha con sé un’enorme e ignota quantità di denaro, e una chiave blu ancora più oscura. Incontrerà un’aspirante attrice canadese; un regista costretto a far recitare quest’ultima; un sicario maldestro; e un misterioso uomo, il Cowboy, che sembra l’unico a comprendere quello che sta accadendo… Mulholland Drive è un film hollywoodiano, ma nel senso che rappresenta la geografia di Hollywood come luogo fisico e mentale, come una mappa immateriale delle pulsioni inconsce che emergono da quel territorio, come quelle finte carte geografiche così bene immaginate da scrittori come Ballard. Un plot che inizia come un noir classico imbevuto di passione erotica, e devia da subito verso un’allucinazione permanente di ogni fatto e di ogni elemento visivo e auditivo. L’enigma del genere noir diventa enigma assoluto su cosa sia un film, la sua storia e i suoi elementi costitutivi immagine e suono. Tutti amano Mulholland Drive , pur se nessuno l’ha mai capito; e nemmeno io sfuggo alla regola. Ecco perché rivederlo è una necessità non della ragione, ma dell’estetica. Film di assoluta fascinazione, di totale abbandono estatico a una catena di eventi, immagini e suoni sconnessi e antilineari, l’occasione per ritornare, anzi retrocedere nell’universo lynchiano e continuarne l’esperienza.
E l’esperienza del cinema inizia dal buio di una sala e prosegue lontana; tanto che concludo con una storia personale. Quest’estate siamo stati in viaggio in California; e tra i tanti luoghi attraversati, annoveriamo anche un’escursione in auto, a Los Angeles, lungo la Mulholland Drive: eco di emozioni di questo film che avevo visto anni prima.
Oltre 2mila opere in un libro magnifico
di Enrico Gramigna *
Oggi si scriverà di un libro. Non un libro qualunque, evidentemente, ma un libro che parla di musica, anzi, anche di musica. Il volume in questione è l’ultimo prodotto dalla felice penna del più grande critico musicale d’Italia (e, forse, del mondo) Alberto Mattioli. Il titolo Il loggionista impenitente. Duemila sere all’opera non nasconde per nulla ciò di cui tratta. Mattioli, infatti, ha collezionato nella sua vita più di 2.000 visioni di opere sparse per tutto il globo e in questo libro raccoglie alcune tra le più signi cative recensioni (e note di sala) che ha scritto nell’ultimo decennio. In queste 368 pagine non ci si annoia davvero mai, la penna del giornalista c’è e si vede tutta: lo stile è puntuto e puntuale, la prosa solida e le citazioni di grande spessore. Ci sono riferimenti a tutti i più importanti cantanti di oggi, ma non viene tralasciato nessuno dei cantanti delle epoche passate, dimostrando così che Mattioli padroneggia con maestria suprema non solo la conoscenza attuale ma anche una memoria storica di rara profondità. È incredibile il numero di opere citate e la diversità di ricezione del pubblico di esse. Proprio nel libro emerge come l’Italia, sebbene si erga a paladina del melodramma, in realtà si sia (volontariamente) con nata tra quei frusti quattro titoli che richiamano pubblico, o almeno così si dice, a discapito di una sperimentazione, sia verso altre epoche precedenti al romanticismo-verismo, sia verso le opere contemporanee. Attenzione, proprio qui è il punto interessante, Mattioli, infatti, afferma che l’opera non è assolutamente morta e melodrammi contemporanei sono composti, con grande successo, dappertutto tranne, indovinate dove… C’è poi affrontata l’annosa questione della regia, perché come è noto, è nodo principale di una rappresentazione operistica (almeno secondo molti). Il giornalista divide le regie in buone o cattive, e non in moderne o tradizionali. Qui bisogna, dunque, fare un passo indietro e capire in realtà davvero cosa si intenda per regia: questa, infatti, non è il costume o la scenogra a, ma è tutto quell’insieme di gesti, azioni, movimenti che rendono viva l’azione scenica sottolineando il testo musicale e poetico. In quest’ottica, regia non è veder cantare il tenore in jeans o in calzamaglia e quindi non si può non essere d’accordo con Mattioli nella suddivisione tra regia buona o cattiva. Spunti, approfondimenti e ri essioni sono ni, acuti e davvero interessanti. È un libro da leggere? Decisamente sì! * musicista e musicologo

È l’Inferno dantesco il primo horror?
Per vivere una vita etica è sempre buona cosa tenere presente l’inferno. Questa era un’opinione molto diffusa nel medioevo. Il mistico Ignacio di Loyola nel suo Esercizi spirituali (scritto nel 1548), una sorta di manuale con l’obiettivo di liberare l’anima dalle passioni e condurla all’unione con Dio attraverso un percorso di quattro settimane (tipo i manuali di auto-aiuto odierni), suggeriva tra le altre cose di tenere un “inferno dipinto” vicino al letto. Questo agevolava visioni notturne in cui viaggiare nei gironi infernali e visualizzare le torture subite dalle anime dannate. Questo avrebbe dissuaso dal commettere peccati. Gli uomini e le donne di quei secoli pensavano continuamente all’Inferno, e lo immaginavano come era stato canonizzato da Dante. Era il Sommo Poeta ad aver creato un immaginario ef cace di quel luogo grazie a immagini potenti e incisive che erano rimaste innestate nella mente (e nei dipinti) di tanti. A duecento anni dalla sua composizione la Divina Commedia era letta e studiata in tutta Europa (anche se alcune parti erano state messe all’indice nella Spagna dell’inquisizione per alcuni riferimenti non graditi). Oggi la Divina Commedia è stampata in oltre 50.000 edizioni. Ognuna di questa ha un taglio diverso, chi si concentra di più sui signi cati nascosti nel testo, con un ricco apparato di note, chi invece sulle illustrazioni curate da grandi artisti, da Gustave Dorè a Salvador Dalì no a più recenti come quella di Lorenzo Mattotti (la storia dell’iconogra a dantesca è ripercorsa in Dante per immagini, Einaudi, di Lucia Battaglia Ricci). In questi giorni è uscita una nuova edizione per la casa editrice spagnola Blackie Edizioni intitolata Divina Commedia liberata - inferno che punta invece su storie a corollario dell’Inferno dantesco. La fascetta è a dir poco provocatoria, c’è infatti scritto “La Divina Commedia: il primo romanzo dell’orrore”. Forse non l’abbiamo mai pensata come tale, ma sicuramente l’opera dantesca ha tinte che poi sono state riprese dall’horror, tanto che Stephen King la de nisce “una vertiginosa discesa nell’oscurità”. La chiave di lettura che ne dà l’editore iberico è quella di Borges, che diceva “Il modo migliore per amare la Commedia è partire dal testo: senza commenti, allegorie e interpretazioni”. Il testo di Dante appare così nudo e crudo, accanto solo a una versione in prosa. Ad arricchire l’albo sono immagini e testi in cui si parla dell’inferno nel cinema, nella musica e nella cultura pop. Tra le parti più interessanti c’è una carrellata tra gli inferni nelle diverse culture del mondo. Ne Il libro di Arda Wiraz, testo iranico della religione zoroastriana del X secolo, si racconta di Arda che viene inviato nell’aldilà per dimostrare agli infedeli che esiste un luogo in cui si nisce dopo la morte. Arda, dopo aver attraversato un ume che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, incontra Sros, un saggio, e Adur, uno spirito, che lo conducono a conoscere alcune delle anime. Arda assiste così atterrito alle terribili torture corporali in itte a chi si era comportato male in vita. Vi ricorda qualcosa?
scrittore
di Matteo Cavezzali *
PASTICCERIA
atti in casa nei laboratori artigianali o confe ionati trova la differen a
agli zuccheri alle materie prime, fino alla conserva ilit i dolci non sono tutti uguali
C’è una differenza sottile ma sostanziale tra un dolce preparato in casa, uno realizzato da un laboratorio artigianale e uno acquistato in confezione sigillata. Non è solo una questione di gusto: è un tema di controllo, qualità e libertà. Nel dolce domestico domina la scelta personale; nel prodotto artigianale subentrano competenza tecnica, liera selezionata e processi manuali; nel dolce industriale prevalgono logiche di standardizzazione e conservabilità. La differenza nasce dalla materia prima e si manifesta in ogni dettaglio: profumo, struttura, digeribilità, persistenza aromatica. Partiamo dal controllo sugli ingredienti In casa la trasparenza è totale: si selezionano farine, uova, grassi e zuccheri secondo un criterio di qualità personale, evitando additivi, coloranti e aromi arti ciali. Il laboratorio artigianale opera in modo simile, pur con esigenze produttive diverse: il pasticcere sceglie burro fresco, uova intere, panna e aromi naturali, seguendo disciplinari interni e tecniche professionali che mirano alla qualità più che alla durata. Al contrario, l’etichetta dei prodotti confezionati riporta spesso una lista lunga e opaca: emulsionanti, mono e digliceridi degli acidi grassi, stabilizzanti, aromi “identici al naturale”. Sono elementi tecnologici utili a garantire omogeneità e lunga shelf-life, ma che distanziano il prodotto dalla genuinità dell’artigianato e dalla spontaneità del fatto in casa. Nella cucina domestica, come in laboratorio,
la clean label non è un obiettivo di marketing: è una conseguenza naturale delle scelte.
Anche la selezione delle materie prime varia sensibilmente. L’industria privilegia grassi più stabili e meno costosi (oli vegetali raf nati o parzialmente idrogenati) uova in polvere, aromi ricostituiti e farine standardizzate. Il laboratorio artigianale colloca invece la materia prima al centro: burro di centrifuga con pro lo aromatico de nito, panna fresca, uova intere non ricostruite, vaniglia naturale, cioccolato e frutta secca di origine tracciabile. Il dolce casalingo, pur meno tecnico, conserva anch’esso l’identità degli ingredienti scelti da chi lo prepara. È la somma di questi elementi che determina la complessità aromatica e la ricchezza tattile del prodotto, con sfumature che l’industria non replica, per natura e scopo. Capitolo zuccheri. In casa è possibile scegliere tra saccarosio bianco, zucchero di canna, miele, malti o sciroppi naturali. Nei laboratori artigianali si utilizzano gli stessi zuccheri, ma con bilanciamenti più accurati (ad esempio invertito d’origine naturale, miele mono ora o zucchero grezzo) per modulare struttura, colore e umidità. L’industria, per esigenze tecnologiche, impiega invece sciroppi di glucosio-fruttosio, maltodestrine e zuccheri invertiti ottenuti per idrolisi controllata: composti indispensabili per ottenere morbidezze costanti, umidità trattenuta e stabilità microbiologica, ma con una complessità sensoriale
CONSAPEVOLMENTE
Per consumatori attenti alle differenze e alla provenienza dei prodotti alimentari di Giorgia Lagosti Maestra di cucina Aici, esperta e consulente di comunicazione nel settore cibo, giornalista freelance


più povera e un impatto glicemico maggiore. Sul piano della creatività, il dolce casalingo è un atto di libertà assoluta: si può modi care, personalizzare, adattare a intolleranze o preferenze alimentari. Il laboratorio artigianale offre una libertà diversa, guidata dalla tecnica: utilizzo di farine alternative, lievitazioni naturali, paste di frutta secca pure, infusi aromatici preparati in proprio. L’industria, invece, non può permettersi variabilità: deve garantire uniformità, identico sapore e identica consistenza in ogni lotto.
Quanto alla conservabilità, i prodotti confezionati devono rimanere stabili per setti-
mane o mesi: ciò richiede conservanti (come sorbato di potassio e antiossidanti) o processi di stabilizzazione termica e confezionamenti in atmosfera modi cata. I dolci artigianali hanno una durata superiore a quelli casalinghi grazie a tecniche professionali (bilanciamento dell’acqua libera, cotture controllate, utilizzo di zuccheri e grassi naturali con funzione conservante) ma restano comunque prodotti freschi, con una shelf-life breve. Il dolce fatto in casa vive ancora meno, ma questa “fragilità temporale” diventa un valore: il tempo breve è garanzia di freschezza e autenticità. Anche il pro lo nutrizionale cambia. I


dolci industriali tendono ad avere densità calorica più elevata e una combinazione mirata di zuccheri semplici e grassi saturi per massimizzare la palatabilità. I dolci artigianali possono essere altrettanto ricchi, ma vantano ingredienti più riconoscibili e un minor uso di additivi, risultando generalmente più digeribili. La pasticceria casalinga, in ne, permette di modulare quantità e tipi di zuccheri, scegliere farine più ricche di bre, integrare frutta secca o fresca e personalizzare le porzioni. Preparare un dolce in casa resta un gesto affettivo, mentre acquistare un prodotto artigianale è un atto culturale: signi ca sostenere
Gli zuccheri nella pasticceria industriale
Nei dolci industriali, lo zucchero svolge una funzione tecnologica essenziale. Oltre al saccarosio, vengono impiegati sciroppi di glucosio-fruttosio, maltodestrine e zuccheri invertiti: composti che migliorano consistenza, colore, conservabilità e palatabilità, ma che innalzano la risposta glicemica e riducono il senso di sazietà. La combinazione di zuccheri semplici a rapido assorbimento con grassi raffinati o idrogenati crea prodotti estremamente stabili e palatabili, ma meno equilibrati dal punto di vista metabolico.
COSE BUONE DI CASA
A cura di Angela Schiavina

Una torta di mele soffice e vegana
Ingredienti (per una tortiera da 22–24 cm): 3 mele grandi (meglio se Golden o Fuji); 250 g di farina 00 (oppure metà 00 e metà integrale); 100 g di zucchero di canna; 1 bustina di lievito per dolci (16 g); 1 cucchiaino di cannella (facoltativo ma consigliato); 250 ml di latte vegetale (soia, avena o mandorla); 60 ml di olio di semi (girasole o mais); 1 cucchiaio di succo di limone; scorza grattugiata di 1 limone (non trattato); un pizzico di sale; zucchero di canna extra per la superficie. Preparazione. Prepara le mele: sbucciane due e tagliale a cubetti piccoli. L’altra tagliala a fettine sottili per decorare la superficie. Irrora con il succo di limone per non farle annerire. Per quanto riguarda l’impasto: in una ciotola unisci farina, zucchero, lievito, sale e cannella. Aggiungi il latte vegetale, l’olio e la scorza di limone. Mescola con una frusta finché non ottieni un composto liscio. Incorpora le mele a cubetti. Versa l’impasto in una tortiera oliata e infarinata (o con carta forno). Decora la superficie con le fettine di mela e una spolverata di zucchero di canna. Cuoci in forno statico a 180°C per circa 40–45 minuti, finché dorata e asciutta al centro (fai la prova stecchino). Raffredda e gusta!
SBICCHIERATE
A cura di Alessandro Fogli

Palmentino, il rosso del vulcano
competenze tramandate, tecniche manuali e una liera corta. La pasticceria artigianale non compete con l’industria sul piano dei numeri, ma vince sulla qualità sensoriale, sull’identità degli ingredienti e sulla riconoscibilità del mestiere. La cucina domestica, d’altra parte, vince per libertà e trasparenza totale, mentre il prodotto confezionato assolve alla funzione di praticità e sicurezza microbiologica. Ogni torta fatta in casa e ogni dolce di pasticceria artigianale raccontano una storia: di ingredienti veri, di gesti misurati, di scelte consapevoli. Una dolcezza che non è standardizzata, ma vissuta.
Allora, prendiamo Shakespeare, la Sicilia e un buon vino rosso, cosa salta fuori? Salta fuori la commedia Molto rumore per nulla, che il bardo ambienta a Messina tra il 1598 e il 1599, nella quale tutti si divertono come matti, anche sbevazzando ottimi rossi autoctoni. Ora, sono quasi certo che a ne ‘500 la piccola azienda Vino di Anna non esistesse, ma nel caso il suo Palmentino avrebbe sicuramente fatto la gioia dei protagonisti shakespeariani. Il Palmentino – io ho degustato il 2022 – è un assemblaggio di diverse microvini cazioni di Nerello Mascalese (92%) da agricoltura biologica, raccolto in vigna insieme a Nerello Cappuccio (2%), Grenache (3%) e alle varietà bianche autoctone dell’Etna, Carricante, Grecanico e Minnella Bianca (5%). Tutte le uve sono state raccolte a mano da vecchie vigne ad alberello coltivate ad alta quota, sul versante nord del vulcano. Rosso cremisi brillante, questo vino irresistibile ha aromi attraenti di ciliegia rossa e fragolina di bosco. Al palato è secco, ricco di sfumature fruttate, che si integrano ai tannini succosi e maturi e a una fresca acidità. L’equilibrio tra durezze e morbidezze è praticamente perfetto, ed è proprio così, suadentemente, che questo Palmentino ti si installa in casa e non se ne vuole più andare.

RAVENNA&DINTORNI 20-26 novembre 2025
SANITÀ PUBBLICA
Nuove dota ioni tecnologiche per natomia Patologica
«Non potevamo pi lavorare»
Dall’Ausl 600mila euro, «dopo un lungo periodo di totale assenza di investimenti»

Inaugurate nei giorni scorsi nuove dotazioni tecnologiche in Anatomia Patologica a Ravenna, acquisite grazie alle risorse (circa 600mila euro) messe a disposizione dall’Ausl Romagna. L’Unità Operativa di Ravenna, diretta dal professor Luca Saragoni, coordinatore delle Anatomie Patologiche della Romagna, ha bene ciato della acquisizione di 3 nuove cappe aspiranti, 3 processatori, 3 centraline da inclusione e di 1 microtomo per il taglio delle sezioni di tessuto ottenuto da biopsie o pezzi chirurgici. «Tali strumentazioni - ha speci cato il dottor Saragoni - consentono la standardizzazione delle procedure di laboratorio, la sicurezza degli operatori (medici e tecnici di laboratorio) e una completa tracciabilità delle varie fasi, riducendo signi cativamente il rischio di errori. Inoltre, la modernizzazione del laboratorio garantisce una buona qualità dei preparati (vetrini) istologici e, quindi, una buona qualità diagnostica. Da tutto ciò consegue un evidente bene cio per i pazienti, visto il ruolo centrale che l’Anatomia Patologica riveste all’interno dei percorsi diagnostico-terapeutici. Mi sento pertanto in dovere di ringraziare sentitamente la direzione della Ausl Romagna per la sensibilità e l’attenzione rivolta alla Anatomia Patologica, che necessitava con urgenza di un adeguamento delle dotazioni tecnologiche, ormai divenute obsolete e non più idonee allo svolgimento delle normali attività routinarie». Il medico sottolinea quindi nalmente «un cambio di passo signi cativo dopo un lungo periodo di totale assenza di investimenti destinati alle nostre strutture».
SALUTE e BENESSERE
DONAZIONI/1

ONCOLOGIA, “PAXMAN” PER PREVENIRE LA CADUTA DEI CAPELLI
Nei giorni scorsi, al reparto di Oncologia dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, è stato presentato il sistema Paxman, un dispositivo acquisito grazie ai fondi (circa 6mila euro, suddivisi anche per Gastroenterologia di Ravenna e Chirurgia di Lugo) raccolti durante la serata di beneficenza promossa da Teatro Astoria di Ravenna e palestre NowGym H24 il 29 novembre dello scorso anno. L’Oncologia ha deciso di destinare la somma all’acquisto del sistema Paxman che, grazie alla sua tecnologia avanzata, aiuterà i pazienti del reparto a prevenire la perdita dei capelli, un aspetto che ha un forte impatto psicologico per chi affronta la malattia. L’Oncologia del territorio è ora fornita di sei apparecchi (due a Ravenna, due a Lugo e due a Faenza); in questo modo tutti i pazienti potranno usufruire di questa possibilità nei tempi congrui dell’inizio del trattamento chemioterapico.
SOLIDARIETÀ
Al Goldoni di Bagnacavallo uno spettacolo comico per sostenere la Lega italiana contro i tumori
La compagnia teatrale “Amici del Pronto Soccorso di Lugo”, con la regia e l’interpretazione di Paolo Parmiani, propone al Teatro Goldoni di Bagnacavallo lo spettacolo “C’è chi va e c’è chi viene… nel convento cosa avviene? (dov’eravamo rimasti?)”. Si tratta di una nuova tappa del percorso comico ambientato in un convento, tra relazioni quotidiane, contrattempi e situazioni inaspettate raccontate con tono leggero e ironico. L’appuntamento è per domenica 23 novembre, con spettacolo pomeridiano alle 16 e replica serale alle 20.30. Ingresso unico: 10 euro. Il ricavato della giornata sarà destinato alla Lilt – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, a sostegno delle attività di prevenzione e assistenza rivolte alla comunità.
DONAZIONI/2

Una nuova auto per l’assistenza dei malati di Sla
L’Associazione Fabionlus ha donato un’auto (una Fiat Panda) all’Ausl Romagna. Servirà ai professionisti sanitari per garantire e facilitare gli accessi a domicilio. Tale iniziativa è scaturita dalla collaborazione tra Ausl Romagna e Fabionlus per migliorare l’assistenza alle famiglie e alle persone malata di Sla. L’associazione Fabionlus svolge anche la funzione di sportello di ascolto per le problematiche e necessità che possono scaturire durante il percorso di adattamento all’evoluzione della malattia di questi pazienti e soprattutto garantire agli stessi di continuare ad avere un ruolo attivo all’interno della propria famiglia e a mantenere relazioni sociali il più a lungo possibile. La raccolta fondi dell’associazione ha permesso (grazie anche alle risorse della stessa Fabionlus) di raggiungere l’obiettivo di donare una Fiat Panda. Un particolare ringraziamento da parte dei promotori è rivolto alla concessionaria Auto Ghetti per il contributo alla donazione e la concreta realizzazione dell’iniziativa.




SALUTE e BENESSERE SPECIALE

percentuali di sopravvivenza minori. Sono circa 5.000 le diagnosi tardive di carcinoma ovarico che avvengono ogni anno in Italia, condizione in cui la sopravvivenza a 5 anni risulta appena del 43%. Il dato sale no al 90% e oltre, al contrario, laddove l’identicazione arrivi nelle fasi più primitive.
DONAZIONI/4
sponsor. Il prossimo “Charity Dinner” è in programma giovedì 20 novembre dalle ore 20 al Grand Hotel Mattei: l’obiettivo è il sostegno delle famiglie che affrontano le fasi terminali della malattia di un proprio caro tramite il servizio d’assistenza domiciliare fornito dalle Oss quali cate dello Ior.
A Lugo una stazione digitale portatile per le indagini proctologiche
Si è svolta lo scorso 11 novembre la cerimonia di donazione in favore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Ospedale “Umberto I” di Lugo, di una stazione digitale portatile “THD Digital Mobile Manometry Light” che consente l’esecuzione di indagini proctologiche ottimizzando la posizione del paziente durante l’esecuzione dell’esame. Il bene, del valore di circa 11 mila euro, è stato donato dall’Associazione Lughese Pro-Chirurgia anche grazie all’importante contributo dell’azienda lughese Diemme Filtration S.r.l. La manometria ano-rettale rappresenta un esame fondamentale nell’ambito della diagnosi e gestione delle patologie proctologiche. Questo esame consente di valutare la funzionalità, risultando imprescindibile per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico di numerose condizioni, quali l’incontinenza fecale, la stipsi ostinata, le disfunzioni del pavimento pelvico e altre patologie ano-rettali.

Sconti dal 15 al 45%
VALIDO FINO AL 1° DICEMBRE

ESAME COMPUTERIZZATO DEL PASSO convenzionato Ausl • Inail
per sensibilizzare sul tema della demenza
Nell’ambito dell’iniziativa “La demenza non spegne le emozioni”, attenta ai bisogni delle persone con demenza e delle loro famiglie, ha preso il via una rassegna cinematografica per sensibilizzare, emozionare e avvicinare la cittadinanza a questo tema. In programma gli ultimi due film in proiezione al cinema Sarti di Cervia. Venerdì 21 novembre, ore 20.30, “Ella & John - The Leisure Seeker” (2017), con Helen Mirren e Donald Sutherland; venerdì 28 novembre, ore 20.30 “The Father – Nulla è come sembra” (2020), con Anthony Hopkins e Olivia Colman.


no oggi un approccio multidisciplinare che metta il paziente al centro. Per questo motivo a Maria Cecilia Hospital integriamo diagnostica avanzata a competenze cliniche e interventistiche. Il modello operativo del Centro prevede un Case Manager dedicato, che coordina i percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati attraverso una rete integrata di specialisti: cardiologi interventisti ed esperti di imaging, cardiochirurghi, cardioanestesisti, elettro siologi, infettivologi, specialisti della riabilitazione e medici del territorio. L’obiettivo è pianicare il timing ottimale per l’intervento, la migliore scelta terapeutica - sia essa chirurgica, ibrida o percutanea - e un follow-up strutturato che combini visite in presenza e monitoraggio da remoto». Come sottolineato anche dalle Linee Guida Europee più recenti, solo i Centri riconosciuti come Heart Valve Center possono garantire una presa in carico completa e proporre l’opzione terapeutica più appropriata e personalizzata per ciascun caso clinico.
SALUTE e BENESSERE
SULLO SMARTPHONE
Un Sms dall’Ausl il pagamento del ticket
Da lunedì 10 novembre, oltre al consueto Sms che dieci giorni prima ricorda la data dell’appuntamento di visite ed esami prenotati, gli utenti dell’Ausl Romagna riceveranno anche un Sms di promemoria per facilitare il pagamento del ticket prima dell’erogazione della prestazione, se dovuto. Dandogli la possibilità di scaricare il modulo di pagamento da cellulare, tramite il link pagopa.auslromagna. it. Sono consultabili le istruzioni dettagliate sul sito web
Pappe realizzate in modo personalizzato per poter nutrire quei neonati prematuri che non sono ancora in grado di processare il latte a causa della criticità delle loro condizioni. È il nuovo servizio di nutrizione parenterale pediatrica all’interno del Laboratorio di Galenica Clinica dell’Ausl Romagna a Ravenna. Un passo in avanti che tiene insieme innovazione tecnologica e attenzione ai pazienti, in questo caso bimbe e bimbi nati prima del tempo e ancora immaturi dal punto di vista gastrointestinale, tanto da non poter ingerire, o solo in parte, cibo in modo naturale.
Le pappe vengono realizzate tramite un “compounder”, ovvero quelle gure professionali che preparano farmaci su misura per le esigenze speci che di un singolo paziente, quando la loro versione commerciale non è disponibile o non è adatta. Ma in questo caso il “compounder” non è una persona, ma un macchinario totalmente automatizzato che
è in grado di miscelare e mescolare gli ingredienti secondo le indicazioni dei tecnici di laboratorio, ma azzerando le operazioni manuali e conseguentemente il rischio di errori. E garantendo così una terapia sicura per i pazienti, sia dal punto di vista microbiologico, sia per la precisione ed accuratezza delle quantità di componenti da miscelare.
Dal momento che le condizioni dei piccoli pazienti non permettono di tollerare quantitativi di nutrizione enterale tali da soddisfare i fabbisogni nutrizionali, le pappe vengono poi somministrate per via endovenosa:.
Inoltre, il nuovo servizio permette una totale essibilità (ogni soluzione è formulata per le necessità speci che del singolo paziente con apporti adeguati per una crescita ottimale) e la possibilità di modi care la prescrizione quotidianamente, in base alle variazioni cliniche o metaboliche del paziente e ai più recenti esami di laboratorio.
Su Whatsapp arrivano le ricette per piatti salutari ma gustosi È attivo il canale Whatsapp “A tavola con l’Ausl Romagna”, un nuovo strumento ideato dal dipartimento di Sanità pubblica aziendale. Unendosi al canale, sarà possibile ricevere ogni settimana ricette semplici, stagionali e salutari, elaborate da chef ed “educhef” (cittadini competenti in tema di sana alimentazione), con la supervisione di esperti di nutrizione. Iscriversi è gratuito: basta cliccare il link www.whatsapp.com/chann el/0029VbAuFubBvvsjzoKeao0X. È possibile contribuire invitando la propria ricetta alla mail atavola@auslromagna.it: verrà valutata ed eventualmente pubblicata con il nome dell’autore.
































straordinarie: lun 22 e lun 29 dicembre dalle 10 alle 18 sabato 27 Dicembre Chiuso - Chiuso per ferie dall’1 al 7 Gennaio 2026

LA FARMACISTA CONSIGLIA
eto frutta secca tisane e vitamine per combattere il mal di Natale
Il “Christmas blues” disturba i soggetti più sensibili. Alcune dritte in vista delle feste
Pubblichiamo un intervento della dottoressa Michela Migliorelli del gruppo Ravenna Farmacie.


“Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese”, scriveva Bukowski. E anche Ungaretti non viveva il Natale con il massimo entusiasmo: “lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e poi dimenticata”. Si chiama Christmas blues, disturba i soggetti più sensibili nel periodo festivo e nasce dalla dissonanza fra luci accese e decorazioni e l’incapacità di provare euforia collettiva. Sovrastati da stress e ansie di diversa natura, i “Grinch” si aggirano disorientati fra aperitivi da emicrania e il diktat dello shopping mal riuscito. Gli incontri sociali e familiari ci costringono a un sordo bilancio dei successi e insuccessi a cui nessuno vorrebbe essere sottoposto. Il sottofondo richiama disponibilità economiche illimitate per essere promossi dal “Natale dei consumi”. I più scaltri sacri cano le ferie estive per fuggire sotto una palma con una scatola di fermenti lattici e il cellulare carico per gli auguri. Chi resta a casa merita un vademecum preventivo. Abbiamo aspettative irrealistiche sul “tutto perfetto” a spese delle nostre forze e l’obbligo verso noi stessi di ridurre al minimo questo stress annunciato.
Iniziamo con un budget realistico: il valore di un regalo non dipende sempre dal denaro investito ma dall’attenzione al destinatario, un’esperienza condivisa che resti nella memoria è meglio di un cachemire vaniglia, organizzandosi per tempo con un evento a date aperte. La maratona sociale genera senso di stanchezza e sopraffazione emotiva e rispondere positivamente a tutti gli inviti risulterebbe eroico e senza premio: lasciamo che il nostro organismo abbia tempi di recupero. Ritagliamo spazio per attività motorie che stimolano la pro-

duzione di endor ne e serotonina. Riduciamo l’irritabilità operando un detox pre-natalizio leggero: tisane drenanti durante la giornata alleggeriscono gli organi emuntori e correggono il peso dei primi incontri sociali a tavola: moderando le porzioni, iniziando il pasto con le verdure, consumando drink in giusta misura e masticando lentamente, l’organismo non andrà in tilt da sovraccarico. Cerchiamo di evitare gli extra, spiluccare continuamente genera una costante fase digestiva che affatica l’organismo; se proprio l’appetito è ingestibile possiamo ricorrere a bre insolubili sotto forma di integrazione o nelle pietanze consumate a casa, in modo da garantire senso di sazietà e limitarci ai pasti principali senza mai saltarli. Nel periodo di succulenta frutta secca e conservata facciamone tesoro per i nostri snack evitando cibi grassi e industriali.
Facciamo il pieno di vitamine: non solo la C contenuta negli agrumi di stagione ma anche il gruppo B che garantisce energia e lucidità. Passeggiate al freddo, sbalzi di temperatura dentro librerie affollate o caffè festanti… meglio partire strutturati che consumare un esubero di sostanze eccitanti per arrivare a sera.
Curiamo la qualità del sonno evitando pasti abbondanti la sera, utilizziamo fonti di magnesio per il rilassamento muscolare e camomilla o tisane alle spezie e melatonina per spegnere le luci e i pensieri. Un sonno ristoratore genera il giorno seguente una persona migliore.
Sarebbe fantastico svelare un toestratto che permetta la digestione del tempo costretto con parenti, colleghi e amici non proprio al vertice della nostra classi ca… Esiste la rhodiola rosea, adattogeno che aumenta la resistenza… O il prosecco!
ALIMENTAZIONE
MEDICINALI
La campagna della Regione contro l’abuso degli antibiotici
Grazie agli antibiotici si possono curare le infezioni ed effettuare interventi complessi anche nei pazienti più fragili. “É un peccato usarli male”, quindi. Perché “L’abuso di antibiotici li rende inefficaci e mette a rischio noi, i nostri animali e l’ambiente”. Questo lo slogan della campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna, partita martedì 18 novembre, proprio nella Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici, che alla prima parte del messaggio, la stessa dello scorso anno, aggiunge in un’ottica “One health” il corretto smaltimento di questi farmaci e l’attenzione che giustamente va posta anche in ambito veterinario.
Una campagna pensata e voluta per sensibilizzare i cittadini sull’uso corretto degli antibiotici, nella convinzione che si possano ottenere risultati ancora migliori di quelli già conseguiti negli ultimi anni in Emilia-Romagna. Dove, nel primo semestre 2025, si registra un calo di consumo per gli adulti – 13,65 dosi medie giornaliere ogni 1.000 abitanti rispetto alle 14,64 del primo semestre 2023 – e un calo di prescrizioni per i più piccoli, 799,8 annue ogni 1.000 bambini, rispetto alle 1.013,9 del primo semestre 2023. La campagna informativa si aggiunge alle azioni che si stanno portando avanti in Regione con i professionisti dell’ambito sanitario e veterinario e con Arpae. Sono state messe a punto le raccomandazioni (basate sull’evidenza) per la gestione ambulatoriale delle infezioni. Tali raccomandazioni, destinate prioritariamente ai medici e pediatri di famiglia, indirizzano a un utilizzo prudente degli antibiotici da assumere solo quando necessari, su indicazione medica, col giusto dosaggio e, nella maggior parte dei casi, per durate brevi.
I consigli della nutrizionista per seguire una dieta bilanciata secondo la stagionalità

«Seguire la stagionalità degli alimenti è un ottimo modo per man tenere un piano alimentare vario e sostenibile durante tutto l’anno» spiega Silvia Arveda, biologa nutrizionista attiva in tre centri a Ra venna. Ecco i suoi consigli su come valorizzare al meglio le specialità autunnali. Il suo lavoro si basa su un approccio empatico e multidisciplinare, che mette al centro il paziente aiutandolo a trovare l’equilibro senza rinunce. «Zucca, funghi, legumi e castagne sono i protagonisti della stagione: gustosi, versatili e adatti alla maggior parte dei piani alimentari – spiega la nutrizionista –. Spesso si confonde ancora la zucca con un carboidrato: niente di più sbagliato. È un ortaggio a tutti gli effetti ed è possibile consumarla in varie ricette all’interno di un piano alimentare equlibrato. Il suo sapore dolce poi, la rende particolarmente gradita anche ai più piccoli, un ottimo modo per inserire più verdure nella loro alimentazione». Oltre a zuppe e vellutate, perfette con l’arrivo dei primi freddi, il consiglio della nutrizionista è quello di cuocerla in forno a fette sottili, con passata di pomodoro e mozzarella: un’alternativa divertente e originale alle pizzette. Anche le castagne possono essere inserite nel piano alimentare: «Nella giusta quantità, sono uno spuntino perfetto e poi si possono trovare solo per due mesi all’anno: godiamocele senza rinunce ». Infine, spazio ai legumi, spesso evitati perché considerati poco digeribili: «Si tratta di alimenti sani e nutrienti, a volte non si è abi tuati a consumarli, e basta aumentarne l’apporto – conclude Arveda –. In alternativa, si può provare con legumi secchi, da ridratare o decorticati. Diventano un alleato insostituibile della dieta, perfetti anche per preparazioni e schiscette da portare con sé al lavoro. La programmazione dei pasti è fon damentale: quando si sta fuori casa tutto il giorno. Consiglio sempre di portare con sé pranzo e spun tini, in modo da non trovarsi costretti a mangiare la prima cosa che capita in un momento di pausa». Info: Dott.ssa Silvia Arveda cell. 349 245 5157
