retail&food 07 08 2025

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Aeroporti e stazioni alla prova dell’estate

lavoro sui brand e qualche criticità

Intervista ad Alessio Streccioni, Cco di Grandi Stazioni Retail

Foodservice Award e Summit: tutti i premiati e le foto dell’evento

Mistery shopping: abbiamo testato HalfPrice, novità di Merlata Bloom

Editoriale

FINANZA E IMMOBILIARE STANNO ESAGERANDO

L’affermazione può sembrare banale, finanche stupida. Ma non lo è. Vediamo perché.

Il retail soffre, ha sofferto nel primo semestre, l’estate che sta cominciando non tranquillizza, non si vedono segnali di forte ripresa. Anzi.

Numerosi brand piangono, alcuni perché sono abituati a farlo, altri perché per la prima volta vivono incertezza e difficoltà mai sperimentate prima. Ci sono diverse insegne, anche prestigiose, dal futuro incerto o nero. Nel tessile, negli accessori, nel food, anche nella gdo.

Sappiamo che la capacità e la volontà di spesa degli italiani si stanno riducendo: meno scontrini, meno valore a scontrino. Quindi, concentrarsi sulla crescita dei ricavi è tassativo benché arduo, visto il contesto e l’incapacità sostanziale di Governo, politica, enti locali nel governare la crisi e fare programmazione economica e industriale per il Paese. Continuare a depauperare la ricerca scientifica e tecnologica che futuro può garantire alle giovani generazioni?

E i costi? È ancora possibile alleggerire i costi di sede? I costi del personale? La logistica? Il costo di lavorazioni e prodotti? Probabilmente sì, come sempre, ma sempre meno: la sensazione generale è di essere già tanto leggeri da rischiare di scomparire.

E l’immobiliare? Il costo degli affitti? Asseconda il momento difficile o continua a crescere? La seconda.

Su strada (alcune strade), nei mall (alcuni mall) e nel travel si assiste a richieste di locazione sempre più alte, perfino esose. Il real estate commerciale è governato, spesso, da grandi gruppi nazionali e internazionali con logica globale, puramente finanziaria e speculativa. Non ci sono crisi “locali” che tengano, non ci sono tasche vuote: bisogna continuare a crescere, sempre e comunque.

E però la sensazione, o la realtà, è che siano tornate ad aumentare le vetrine vuote in città, come in alcuni centri commerciali. E che quelle aperte vedano meno traffico e conversioni.

Non sarà che di questo passo, finanza e immobiliare rischiano di azzoppare retail e ristorazione? Oltre che i consumi, il benessere, le gioie dei loro impoveriti clienti? E alla lunga questa posizione rialzista non penalizzerà anche i protagonisti stessi della finanza e dell’immobiliare? Speriamo di no, sarebbe la fine.

Ecco perché una serena rivalutazione delle posizioni, un temporaneo raffreddamento delle richieste sarebbero quantomai opportuni. Oggi, ora.

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Anno 20 • numero 7-8 Luglio - Agosto 2025

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Award e Summit da record. Già al lavoro per gli eventi del 2026.

Streccioni (Gs Retail): “Il food in stazione corre. Pionieri nel catturare i marchi

Gli aeroporti si preparano alla prova d’urto del traffico estivo

ok in stazione Garibaldi. Forti richieste su Napoli Afragola

Mapic Italy, numeri ok. E dal 2026 va in fiera Rho-Pero. Ma serve un refresh di contenuti e format

Né Unigross né OVS. Conbipel va ai comaschi di Euroseta. Salvi 104 negozi

È la cordata lombarda Euroseta-Mabe, insieme a Invitalia, a farsi carico del salvataggio di Conbipel. Lo storico marchio piemontese, con l’autorizzazione del Tribunale di Asti, passa per il 51% a una newco (Arcadia fashion) formata dalla capofila Euroseta di Como, azienda produttrice e distributrice di capi in seta, circa 6 milioni di fatturato nel 2023 (già fornitrice di Conbipel) e dalla Mabe di Lusiago, società con un ramo tessile e uno nel medicale. Il restante 49% finisce a Invitalia. Il piano presentato al Tribunale prevede il trasferimento alla nuova società di 87 negozi diretti, mentre 17 punti in franchising continueranno sotto il marchio Conbipel. Nel complesso, andando a regime, dovrebbero essere riaperti 104 negozi (su circa 120 attuali) e riassorbiti fra 750 e 800 dipendenti (compresi quelli degli uffici) su un migliaio totali. Dallo scorso 31 marzo, 117 dipendenti della sede centrale di Cocconato (At) lavorano in cassa integrazione a rotazione per un anno.

Stock Options

RALPH LAUREN

Ralph Lauren conferma il suo momento positivo, con l’anno fiscale che si chiude a 7,1 miliardi di dollari di ricavi (+7%) e un utile netto in crescita del 15% a 743 milioni di euro. Salgono le vendite in Europa e Asia, meno negli Usa.

H&M

Primo semestre fiscale con utile netto in calo del 27,7% a 4,567 miliardi di corone (circa 413 milioni di euro) a fronte di un fatturato stabile. Il margine lordo cala leggermente, al 52,3% dei ricavi. Pesano costi e investimenti.

Si è chiuso in crescita del 7% a 2,4 miliardi di dollari il primo trimestre di Lululemon, mentre è lievemente in calo l’utile netto, passato dai 321 milioni di dollari dell’analogo quarter dell’anno precedente agli attuali 314 milioni.

Il gruppo Piquadro ha chiuso l’esercizio fiscale 2024 (al 31 marzo 2025) con un fatturato di 183,6 milioni di euro (+1,9%), un ebitda positivo di circa 31,4 milioni e un utile netto di circa 11,6 milioni di euro (+10%).

NIKE

Nike chiude l’anno fiscale 2024-2025 in sofferenza. Meno 10% delle vendite globali, a 39,6 miliardi di dollari. In calo anche l’utile netto, che scende del 44%, attestandosi a 2,75 miliardi di euro, rispetto ai 5,7 miliardi precedenti.

DR. MARTENS

Dr. Martens archivia i 12 mesi, terminati il 30 marzo 2025, con risultati in calo: fatturato a 787,6 milioni di sterline, in flessione del 10% a cambi correnti, appesantito da un calo a doppia cifra del canale wholesale (-19,5 per cento).

Gap chiude il primo trimestre con un rialzo lieve delle vendite (+2,2%), a 3,4 miliardi di dollari, ma sul fronte del risultato, l’utile netto compie un balzo del 22% a 193 milioni di dollari. Aumenta la quota di mercato.

Nel primo trimestre 2025 (al 3 maggio) il fatturato è rimasto stabile a 1,35 miliardi di dollari, superiore però alla guidance comunicata in precedenza che indicava una forchetta tra 1,30 e 1,33 miliardi.

Si chiude sotto le attese il primo trimestre di Inditex, terminato lo scorso 30 aprile, con ricavi a +1,5% (8,27 miliardi di euro), inferiori alle attese degli analisti. Utile netto a 1,3 miliardi di euro, in rialzo dello 0,8%.

Il franchising chiuderà il 2025 a +3,9%. Dopo anni di calo, si assesta il numero di brand

Nel 2025 il fatturato del franchising in Italia dovrebbe chiudere a +3,9% sul 2024, mentre si è assestato il numero dei brand, dopo alcuni anni di calo costante. Sono alcuni dei dati più significativi del Rapporto Assofranchising Italia 2025 – Strutture, Tendenze e Scenari, realizzato da Nomisma per Assofranchising. La stima 2025, dunque, prevede quasi quattro punti di crescita. Il consuntivo 2024, invece, segna un giro d’affari che raggiunge i 35,8 miliardi di euro (+5,4% rispetto al 2023). A fine anno quindi verrà registrata una parziale frenata, ma vista la congiuntura non potrebbe essere altrimenti. Aumenta il numero di punti vendita in franchising, a 67.275 unità (+2,2% rispetto al 2023) e con essi anche il numero di occupati che si attesta a 293.791 addetti (+2,1% rispetto al 2023). Considerando le reti attive (sono considerate quelle con più di 3 punti vendita), nel 2024 le insegne sono state 931, con un lieve aumento rispetto al 2023. Un’inversione di tendenza rispetto alle ultime rilevazioni.

Phoenix Pharma accelera sul retail: obiettivo 1.100 farmacie tra BENU e Valore Salute

Phoenix Pharma rafforza la sua rete retail, con l’obiettivo di aggiungere almeno un altro centinaio di farmacie all’inizio del prossimo anno. Il gruppo controlla oggi due insegne: Valore Salute (630 farmacia, con diversi tipologie di adesione) e BENU (circa 350 fra proprietà, accordi di franchising o gestione). Gli investimenti si concentreranno sull’allargamento di queste ultime, che entro gennaio 2026 dovrebbe diventare 180. Nel complesso, le circa 1.000 farmacie attuali dei due marchi, dovrebbero diventare 1.100 al gennaio 2026. Il gruppo, guidato dal Ceo Joachim Sowada, investirà inoltre nella creazione di nuovi Hub Salute, un particolare format di servizi di prevenzione e benessere in farmacia, che vede oggi 40 punti attivi.

INNOVAZIONE SOSTENIBILE PER UN FUTURO RESPONSABILE

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Offriamo prodotti con un basso impatto ambientale garantendo sempre qualità e funzionalità.

SDS è certificata FSC®, quest’ultima garantisce la tracciabilità e la sostenibilità dei prodotti in legno e carta. Il nostro obiettivo è chiaro: promuovere soluzioni green per la ristorazione professionale.

Gruppo

Teddy, +7,5% di ricavi

a 735 milioni. Ma i costi sacrificano qualche punto di margine

Il gruppo Teddy ha chiuso il 2024 con ricavi netti consolidati a 735,1 milioni di euro, in crescita (+7,5%) rispetto ai 683,8 del bilancio precedente. Molto meglio l’Italia, rispetto all’estero. I ricavi consolidati sul mercato domestico balzano del 13% a 477,1 milioni, mentre quelli esteri si attestano a 258 milioni, con un decremento dell’1,8%. ll valore a prezzi retail (Iva compresa) delle vendite dei prodotti nel mondo, di tutti i marchi, di tutta la rete distributiva (negozi diretti, affiliati e multimarca) raggiunge 1,18 miliardi. L’EBITDA Adjusted si è attestato a 45,5 milioni (il 6,2% dei ricavi netti consolidati), registrando una diminuzione del 3,8% sul dato del 2023. La redditività ha risentito dei forti incrementi dei costi di trasporto (+70% sul 2023) e di altri fattori. Rispetto alla rete dei negozi, i quattro brand (Terranova, Calliope, Rinascimento, QB24) hanno raggiunto quota 859 store nel mondo (erano 841 nel 2022).

Fusione Ethos Profumerie-Unibee: nel beauty nasce un player da 450 punti vendita

Maxi operazione nel segmento retail delle profumerie: Ethos si unisce a Unibee. Ethos Profumerie rappresenta un network di 267 punti vendita in affiliazione (sono 107 le ragioni sociali), dislocati nei centri commerciali e su strada, molti dei quali rappresentano profumerie storiche di quartiere. Unibee, invece, è una società con 160 punti vendita in sedici regioni italiane, tramite i quattro marchi principali: ideabellezza, Estasi profumerie, Sensation e Mallardo. Dall’unione di queste due realtà, che sarà operativa dal prossimo settembre, nasce un player con un fatturato aggregato di circa 300 milioni di euro, circa 450 punti vendita e che, secondo una stima fornita dai diretti interessati, rappresenterà da solo il 30% di tutti i punti vendita del settore. Al momento è previsto che tutti i brand mantengano la propria identità.

McDonald’s investe ancora sui Dop/Igp italiani e riceve il premio Qualivita

Anche quest’estate McDonald’s Italia investe sui prodotti italiani, inserendo alcune new entry nella consueta campagna McChicken Creation. Fino al 19 agosto, nei panini al pollo di questa linea, i consumatori troveranno ingredienti come il Provolone Valpadana DOP,il Cappero delle Isole Eolie DOP e i Peperoni di Senise IGP (un particolare tipo di peperone crusco lucano) che vi entrano per la prima volta. Anche questa iniziativa viene promossa con il supporto della Fondazione Qualivita. E testimonia la strategia di McDonald’s che punta sull’inserimento di prodotti italiani nei menù, particolarmente rappresentativi di territori specifici. A partire dal 2008, sono 24 gli ingredienti Dop o Igp utilizzati. Storico, ormai, il rapporto con il consorzio Grana Padano Doc.

Gòodurie Soresina, seconda apertura a Milano: “Saremo una catena, ma avanti piano”

È stato inaugurato a Milano il secondo ristorante a marchio Gòodurie, il progetto retail di Latteria Soresina. Questo secondo negozio si trova in una zona periferica ma in profonda trasformazione, zona Lodi-Brenta, alle spalle della Fondazione Prada. “L’obiettivo è diventare una catena retail e senz’altro non ci fermeremo a poche unità” ha detto a margine dell’evento di presentazione Tiziano Fusar Poli, presidente di Latteria Soresina, cooperativa con circa 180 soci attivi. “Ma prima aggiustiamo e consolidiamo il business, poi andremo avanti”. È probabile che la terza apertura avvenga sempre a Milano, ma ancora non si conosce la location. Per poi guardare ad altre grandi città ed eventualmente al travel (ma su questo canale, a parte l’interesse, non ci sono interlocuzioni in corso).

Chef Express incorpora Roadhouse. Arriva un’iniezione da 20 milioni per la crescita

Chef Express Spa ha incorporato la controllata Roadhouse. L’obiettivo dell’operazione è razionalizzare tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, cui appartiene Chef Express, per sviluppare sinergie e migliorare l’efficienza operativa. Roadhouse conta attualmente circa 300 locali, considerando non solo il brand principale, ma anche Calavera, Billy Tacos e Ric-Chicken House. A seguito dell’operazione Chef Express, guidata dall’amminitratore delegato Nicolas Bigard, diventa una realtà con oltre 600 punti vendita e 9.900 dipendenti (di cui 1.100 all’estero). Sul fronte degli investimenti, la controllante Cremonini ha versato un aumento di capitale di Chef Express dal valore di 20 milioni di euro (il capitale sociale ora è di 40), con l’obiettivo di sostenere gli investimenti futuri.

host.fieramilano.com

Da Juicy (primo store italiano) a Popeyes: ecco le novità

estive di Scalo Milano

Scalo Milano Outlet & More, in vista del picco estivo, ha messo mano al brand mix con diversi nuovi ingressi. Spicca il primo monomarca italiano di Juicy Couture, distribuito in Italia dalla società maceratese Eastlab. Un marchio iconico dagli anni ’90, che ha attraversato cadute e riprese. Arriva Sebago, anche questo un marchio di calzature e abbigliamento di qualità che richiama addirittura gli anni Ottanta. E poi Trussardi, dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Miroglio, insieme anche a Manila Grace ed Elena Mirò. In ambito food, ecco Popeyes Lousiana Chicken, che ha esordito in Italia da poco e sta espandendo la sua proposta a base di pollo fritto. E miscusi, il brand di pasta fresca in salsa fast casual. Lo scorso ottobre l’outlet aveva inaugurato un ampliamento da 9.000 metri quadrati in più.

Löwengrube, Sal Service entra nel capitale. Fabrizio Tonfoni prossimo d.g. dei brand

Sal Service entra con una quota di maggioranza nel capitale di Löwengrube, la società che controlla l’omonimo marchio di ristoranti a tema bavarese e il brand Tosca Eccellenze Toscane. Le due società stavano già collaborando e avevano creato una newco per lo sviluppo nei centri commerciali. Con questa evoluzione Sal Service, società real estate che fa capo a Carlo Salvini, diventa a tutti gli effetti azionista di maggioranza dell’intera compagine. I due fondatori, il Ceo Pietro Nicastro e Monica Fantoni, rimangono ai loro posti almeno per un biennio. Ma prossimamente entrerà una nuova figura, Fabrizio Tonfoni, a ricoprire la carica di direttore generale dei due brand. L’intento è accelerare lo sviluppo di Lowengrube e Tosca nelle città e nei centri commerciali, sia in Italia sia all’estero.

Pescheria Pedol, il brand su Mamacrowd per finanziare quattro nuove aperture

Pedol, marchio della holding Tasty Life, tenta la strada dell’equity crowdfunding per trasformarsi in catena. L’iniziativa originale parte da lontano e vede come capofila Ugo Cosentino, imprenditore con un passato nella finanza e nel pharma, settore in cui è stato anche country manager per l’Italia del colosso Pfizer. Tramite la holding Tasty Life aveva acquisito a fine 2012 una storia pescheria milanese, Pedol, che ora sta sviluppando con una formula che integra pescheria, bistrot e food tech. Il marchio Pedol è stato portato su Mamacrowd per finanziare quattro nuove aperture, che sono già state individuate: Bolzano, presso il Mercato Centrale del Waltherpark, ancora Milano città (in piazza Wagner e al Mercato coperto di via Rombon) e poi Rapallo, al Porto Carlo Riva

Innovazione a tavola: il punto cassa in cloud che fa volare Poke Sun Rice

Dalle piattaforme di streaming video e audio all’archiviazione di foto e file, fino alla produttività aziendale, il cloud si sta affermando come standard in moltissimi ambiti della vita di ogni giorno. La ristorazione non fa eccezione e la tecnologia “sulla nuvola” è scelta da sempre più ristoranti, bar e fast food per organizzare ogni aspetto della propria attività, sia sul posto che online, semplicemente accedendo al software gestionale da PC, tablet o smartphone.

La migliore testimonianza di questo fenomeno è il racconto dell’esperienza di chi ne fa già uso per semplificare l’organizzazione del proprio lavoro, migliorando allo stesso tempo il servizio per i clienti. Come Poke Sun Rice, catena di ristoranti nata a Vicenza nel 2019 dall’intuizione dei fratelli Traverso. I locali sono specializzati nella preparazione di poke - il piatto hawaiano a base di pesce crudo, riso e verdure, personalizzabile in base ai propri gusti - e hanno individuato in Tilby Zucchetti la soluzione cassa cloud perfetta per gestire i 20 ristoranti della catena.

I vantaggi di questa sinergia sono stati immediati:

Semplicità e flessibilità

Grazie al cloud, Poke Sun Rice può strut-

turare in modo uniforme l’intera catena e ottenere la stessa organizzazione in tutti i ristoranti. Allo stesso tempo, il sistema garantisce la flessibilità necessaria per gestire i casi particolari.

Controllo in mobilità

Ogni operazione di cassa può essere gestita facilmente, anche da remoto, e aggiornata in tempo reale su tutti gli altri dispositivi collegati allo stesso ambiente. In questo modo Poke Sun Rice raccoglie e analizza le informazioni legate a vendite e prodotti, gestibili da un ambiente “master” che governa i singoli punti vendita.

Integrabile e scalabile

mente dal punto cassa, con cui gestisce le attività di marketing a risposta diretta.

“Tilby Zucchetti ha permesso ai nostri ristoranti di compiere un notevole passo avanti, rispondendo in modo efficace alle nostre esigenze di gestione centralizzata dei singoli punti vendita.”

Dalla gestione centralizzata dei punti vendita al costante monitoraggio dei dati di performance, Poke Sun Rice ha affrontato e vinto le importanti sfide di una gestione smart dei propri ristoranti. Anche grazie al cloud e alle soluzioni di cassa integrate del gruppo Zucchetti.

- Elena Miolo, Assistant Manager Poke Sun Rice

Tilby Zucchetti è integrabile con ulteriori applicativi e strumenti dedicati alla ristorazione. Poke Sun Rice ha così semplificato la gestione di delivery e asporto, una modalità di vendita sempre più diffusa sia in Italia che nel resto dell’Europa.

Anagrafiche e promozioni

La raccolta dei dati di contatto dei clienti agevola iniziative di marketing e fidelizzazioni mirate. È così che Poke Sun Rice ha abilitato la creazione di tessere fedeltà diretta-

Dalla Campania alle isole, La Piadineria accelera con le operazioni nel Mezzogiorno

Campania, Sicilia e Sardegna: nel primo semestre dell’anno l’espansione de La Piadineria si è concentrata al Sud. La catena con quartier generale nel bresciano, che ormai ha superato i 475 locali nel nostro Paese, prosegue con la sua espansione che pone nel mirino tutti i canali, come spiegato in questa precedente intervista, e spinge sulle aree geografiche in cui c’è ancora tanto spazio per crescere. Dallo scorso dicembre, La Piadineria ha inaugurato nuovi locali in provincia di Napoli (due aperture), Cagliari, Taranto e quelle più recenti a Bari, Nuoro e Sassari. Mentre a giugno sono arrivate nuove operazioni a Catania e Palermo. Secondo numeri forniti dalla società, Bari ha accolto oltre 3mila clienti nel primo weekend di attività, con 2.730 iscrizioni al programma fedeltà. Mentre a Nuoro sono state vendute 5.600 piadine nelle prime due settimane.

Deichmann, entro fine anno 20 nuove aperture in Italia

Chiuderà con un saldo di 20 nuove aperture e circa 14 milioni di investimenti il 2025 di Deichmann in Italia. In questo modo, il colosso tedesco delle calzature, dovrebbe arrivare a circa 162 punti vendita nel nostro Paese, molti dei quali concentrati nei centri commerciali. La strategia di espansione fa parte di un piano più ampio del gruppo, che per l’anno in corso mette in campo 420 milioni di euro di investimenti globali, che porteranno all’apertura di 450 nuovi store (oggi sono 4.700 nel mondo), più altri interventi su IT e logistica. Circa 14 milioni è la quota investimenti in capo all’Italia. Sotto questo punto di vista, da segnalare il potenziamento del mercato italiano con la recente inaugurazione del nuovo polo logistico di NCV – Cooperativa Autotrasporti Nuova Camp Veloci – presso il G-Park di Valsamoggia (Bologna).

Dal Tabaccaio

COME DICEVA QUELLO?

Il rocker di Correggio col nome da pittore. L’amore conta. Nel weekend di fine giugno 2026 siamo ancora a dover specificare che gli uomini (human race) sono tutti uguali. O forse no?

A Budapest per sbeffeggiare , giustamente, un pazzo pericoloso tutta Europa organizza il pride più mediaticamente rumoroso degli ultimi anni e a Venezia il capo del commercio mondiale utilizza i media per addobbare una vetrina senza precedenti, durante il suo matrimonio, affittando di fatto una città.

La sposa come una principessa dei cartoni animati. Pecunia non olet, la scusa mal celata, per giustificare la solita ingiustizia da parte di chi concede questi privilegi. Non si può comprare tutto. Questo concetto sfugge. Non si può fermare l’amore. Questo concetto sfugge.

Al di là dello spalto su cui vogliamo sederci a fare il tifo lo stridore è fastidioso. In alcuni posti del mondo non ci si può amare con chi si vuole.

Sento già uno spalto rumoreggiare. Sì, Paesi arabi compresi. Contenti? Non sono in accordo su alcune pratiche gender che tendono all’estremizzazione di concetti che si sono sviluppate negli ultimi anni, soprattutto nell’educazione infantile.

Ecco l’altro spalto mi addita come omofobo. Il tempo in generale e la morte dei vecchi tromboni che governano questo mondo porteranno, non so quando, ad una sacrosanta normalizzazione che in realtà è già parzialmente in atto.

Sant’Agostino, algerino, nel 380 (non 1380) scriveva: ”ama e fa ciò che vuoi.” 1700 anni fa.

A mio parere non bisognerebbe aggiungere altro.

CIRFOOD Retail, concessionario unico per la proposta ristorativa dell’evento, ha portato nella manifestazione

un’offerta gastronomica ampia e diversificata, con particolare attenzione alla qualitаà e alla sostenibilitаà.

Si è conclusa la 13^ edizione di Euroflora, l’appuntamento internazionale dedicato al florovivaismo che ha animato in un’esplosione di colori, profumi e creativitа botanica, la cittа di Genova dal 24 aprile al 4 maggio. Dalla colazione all’aperitivo, prodotti e piatti del territorio ligure e l’offerta dei marchi retail del gruppo CIRFOOD, tra cui RITA, Antica Focacceria S. Francesco e Poormanger.

Un’occasione importante, che ha dimostrato una volta di più l’expertise del gruppo CIRFOOD in ambito fieristico ed eventi e che ha permesso ai suoi format di raggiungere un pubblico ampio e curioso, in un contesto ricco di bellezza e condivisione.

15 punti ristoro

200.000 visitatori

150 professioniste e professionisti della ristorazione coinvolti

12oz, prosegue il piano di espansione. Bis a Firenze in stazione e in piazza del Duomo

12oz ha aperto due nuovi punti vendita a Firenze, per consolidare sia la presenza nel travel sia quella in centro città. Per la catena di coffee-to-go, la prima novità riguarda il punto vendita all’interno della Galleria della stazione di Santa Maria Novella. Questa è la seconda presenza nella zona della stazione, ma si colloca in un punto diverso rispetto a quello in collaborazione con Grandi Stazioni Retail. In questo caso, lo spazio di 12oz è nei pressi della stazione del tram, utile per intercettare pendolari, turisti, ma anche i fiorentini che abitualmente utilizzano il vicino parcheggio sotterraneo della stazione. “A questo si aggiunge l’inaugurazione del nuovo punto vendita in Piazza del Duomo, aperto in franchising, dedicato esclusivamente al servizio da asporto: una scelta mirata per intercettare il flusso costante di turisti e passanti nel centro” ha commentato il Ceo e fondatore David Nathaniel.

PokèFlash arriva a Siena e consolida la leadership regionale, con possibili sviluppi dal 2026

PokèFlash ha inaugurato il 7 giugno un nuovo punto vendita a Siena. La catena è nata a Pisa, nel 2020, dall’idea dei fondatori Alessandro Sbrana, Marco Caramuscio e Claudio Donnarumma. Per ora si è concentrata sulla Toscana ed ha raggiunto un totale di nove punti vendita, numero che la pone come leader del settore nella regione. L’offerta è naturalmente focalizzata sul pokè, arricchita da altre proposte che mantengono la chiave salutista, come sushi burrito, bowls ed altre proposte, in qualche caso anche calde. Per ora l’espansione della rete è avvenuta esclusivamente tramite aperture dirette. Il piano di sviluppo 2025-2026 prevede l’apertura di nuovi store a Massa, Prato e Montecatini, con l’obiettivo di completare la copertura regionale toscana prima di valutare operazioni di partnership, licensing o exit industriale.

Real estate: Farallon Capital compra il Centro Sicilia per 180 milioni

La società di investimenti Farallon Capital è la nuova proprietaria del centro commerciale Centro Sicilia. Con una superficie di quasi 100.000 metri quadrati, circa 140 negozi e un supermercato Conad, è uno dei più grandi dell’isola. Il centro Sicilia apparteneva a GWM Group, che nel 2022 aveva completato una riqualificazione durata 18 mesi, per 15 milioni di euro d’investimento, che aveva portato all’apertura, tra gli altri, del Conad Superstore, di H&M e del primo Primark dell’isola. Il centro ospita anche un grande Decathlon, da 5mila metri quadrati, e negli ultimi anni ha continuato ad attirare i marchi che vanno per la maggiore, come ad esempio Rituals e Jd Sports. GWM Group aveva acquisito il centro per una cifra intorno ai 130-140 milioni di euro. Ora la vendita a Farallon Capital sarebbe avvenuta per circa 180 milioni di euro. Dal 2013 la gestione commerciale è affidata a Cbre.

Gallerie Bennet compra i centri Molinetto ed Eurosia per 50 milioni di euro

Gallerie Commerciali Bennet ha acquisito le gallerie presso i centri commerciali Molinetto di Mazzano (Brescia) ed Eurosia di Parma. L’investimento complessivo è di circa 50 milioni di euro. La galleria del Molinetto (foto) conta su 46 negozi per una Gla pari a 7.369 mq (escluso ipermercato), mentre l’Eurosia comprende 34 negozi, su una Gla di di 6.559 mq (escluso ipermercato). Queste integrazioni portano il patrimonio immobiliare della società a 52 gallerie di proprietà e confermano la strategia di crescita, focalizzata su asset di medie dimensioni (tra 30 e 60 negozi). Gallerie Bennet ha informato che viene garantita la massima continuità ai brand attualmente presenti nelle gallerie.

Hines cede Cordusio 2.0 per 300 milioni. Lo acquista il proprietario di Uniqlo

Il palazzo milanese Cordusio 2.0, trophy asset nell’omonima piazza del capoluogo lombardo, viene ceduto da Hines per circa 300 milioni di euro. L’immobile è stato acquistato da Tadashi Yanai, fondatore e presidente di Fast Retailing, ossia il gruppo proprietario di Uniqlo (tra gli inquilini dello stabile), considerato l’uomo più ricco del Giappone. Oltre a Uniqlo, lo stabile ospita altre attività come la sede italiana di Bain & Co, un negozio Champion e un originale abbinata tra Panino-Giusto e Yamamay. JLL ha agito come advisor del family office giapponese. L’immobile era stato acquisito da Hines nel 2016 (a cedere era Sorgente Sgr), per circa 130 milioni per conto del fondo pensione tedesco Bayerische Versorgungskammer (BVK ). In quell’occasione, si parlava di una superficie complessiva di circa 11.000 mq. Dopo lavori di restyling, oggi il passaggio avviene sulla base di circa 15.000 mq.

In Breve

Primark investe 6 miloni per rifare il look al negozio di Arese

A quasi dieci anni dal suo arrivo in Italia, Primark rifà uno dei suoi luoghi simbolo, lo store presso il Centro di Arese. Il negozio copre una superficie di 5.000 metri quadrati. Tra le novità, l’introduzione di 28 casse self-service che si affiancano a 19 tradizionali; l’ampliamento di alcuni reparti (biancheria da notte, intimo, bambini, articoli per la casa). Rifatti anche gli arredi, i camerini e l’illuminazione a LED a basso consumo energetico, ora presente in tutto il negozio.

OVS subito al 100% di Goldenpoint.

Già aperti 22 nuovi store in franchising

OVS già da luglio sale al 100% di Goldenpoint, anticipando quanto previsto negli accordi del 2024. Goldenpoint è un marchio da circa 100 milioni di ricavi e una rete di 380 store (di cui l’80% diretti). La collaborazione OVS-Goldenpoint ha già portato alla ristrutturazione di 10 negozi secondo un nuovo format e l’apertura di 22 nuovi store in franchising.

Dati Confimprese-Jakala, male i fatturati da gennaio, tengono le aperture

Nel periodo gennaio-maggio i fatturati dei retailer mostrano tutti il segno negativo, secondo dati di Confimprese, Jakala e Tig-The Innovation Group. Abbigliamento-accessori -1,4%, ristorazione -1,4%, altro retail -4,8%. Entro la fine del 2° semestre sono previste 5.580 aperture.

GameStop diventa Gamelife, con la nuova proprietà avanza il rebranding dei negozi

L’intera divisione italiana di GameStop è stata acquisita da Cidiverte Spa, società lombarda attiva nel gaming (negozio e on line) con a capo l’imprenditore Pietro Giovanni Vago. L’investimento è stato di 15 milioni di euro. Sta procedendo il rebranding dei negozi con il nuovo marchio Gamelife.

Al Ruotino: da Napoli un progetto retail basato sulla pizza “al ruoto”

Dopo la prima apertura, a Napoli, Al Ruotino fa il bis a Roma e si presenta sul mercato come format di ristorazione da sviluppare. Il ristorante romano è in una location particolare, ossia all’interno del Mercato Plebiscito, una sorta di food court di 700mq, che ospita il ristorante omonimo, il corner del Ruotino, il bar della Torrefazione Caffè Toraldo e uno spazio per la vendita di prodotti.

La Rubrica Legale

a cura di COCUZZA, Milano

Food

corner nei negozi retail: cosa funziona?

Negli ultimi anni è sempre più frequente incontrare, all’interno di negozi di abbigliamento, librerie o comunque esercizi non food, spazi dedicati alla ristorazione o alla somministrazione di alimenti e bevande. Sono i cosiddetti food corner, una formula che offre vantaggi sia al retailer – che arricchisce l’esperienza d’acquisto – sia al consumatore, che può prendersi una pausa senza dover uscire dal punto vendita. Ma come si regolano, da un punto di vista giuridico, questi rapporti? Non esiste un modello unico, né una normativa specifica: gli operatori si muovono all’interno delle categorie contrattuali esistenti, adattandole al caso concreto. Qui di seguito proponiamo una panoramica dei quattro contratti più utilizzati, elencando per ciascuno vantaggi e svantaggi.

1. Locazione commerciale

La struttura è estremamente lineare: l’operatore food ottiene il godimento di uno spazio all’interno di un esercizio più ampio, a fronte del pagamento di un canone periodico. I due soggetti rimangono giuridicamente separati: ciascuno ha la propria gestione operativa e fiscale, i propri dipendenti, le proprie autorizzazioni commerciali. Questa soluzione presenta però un limite importante: trattandosi di locazione, dovrà necessariamente applicarsi la legge equo canone, che – imponendo numerose tutele a favore del conduttore – rischia di rendere questo strumento poco flessibile.

2. Affitto di ramo d’azienda

Un’alternativa si presenta quando il retailer non food concede il godimento non solo del semplice spazio fisico, bensì di un insieme di beni organizzati, finalizzato all’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande (es. attrezzature, autorizzazioni, dipendenti). In questo caso, non si parla più di semplice locazione, ma di affitto di ramo d’azienda.

Il vantaggio? Anche in questo caso, le due attività rimangono separate e autonome. I contro, però, non sono da sottovalutare. Anzitutto, il ramo d’azienda deve essere esistente e non fittizio: in altre parole, le parti dovranno fare attenzione a dare corpo e sostanza al ramo d’azienda. In secondo luogo, l’affittuario subentra – salvo diverso accordo delle parti – nei contratti già in essere alla sottoscrizione dell’affitto e inerenti all’esercizio del ramo. Infine, il personale dipendente si trasferisce automaticamente con il ramo d’azienda, con responsabilità solidale tra concedente e affittuario in relazione ai debiti verso detti dipendenti. È quindi uno strumento utile, ma che va gestito con le dovute accortezze.

3. Affido di reparto L’affido di reparto presuppone la creazione – all’interno della superficie di vendita di un esercizio commerciale – di uno spazio separato dal resto dell’esercizio mediante appositi allestimenti ed arredamenti, in cui viene commercializzata una specifica tipologia di prodotti oppure uno specifico marchio.

Sebbene l’affidatario abbia autonomia operativa nella gestione del reparto, la gestione a livello fiscale resta in capo all’affidante. In altre parole: lo scontrino viene emesso dal retailer non food.

Si tratta sicuramente di un contratto più flessibile rispetti ai primi due analizzati, che presenta però anche diverse complessità: sarà necessario, ad esempio, che le parti concordino chiari criteri di rendicontazione delle vendite e di riparto degli incassi.

4. Contratto di concession

Si tratta di un contratto a natura mista, sostanzialmente riconducibile alla concessione di rivendita, molto utilizzato in realtà come i department store, dove coesistono e convi-

vono contemporaneamente una pluralità di corner.

La logica è simile all’affido di reparto, ma con una differenza importante: in questo caso, è il concedente (e non il concessionario) ad essere titolare dell’autorizzazione commerciale per la somministrazione di alimenti e bevande. Il cliente finale paga direttamente il concedente, che a sua volta acquista dal gestore del corner i prodotti somministrati. In altre parole, c’è un doppio passaggio di proprietà: dal gestore al concedente, e da questi al consumatore.

Il vantaggio di questa soluzione è che offre al concedente una maggiore possibilità di controllo sull’offerta e sull’immagine complessiva, nonché una certa flessibilità nella definizione dei corrispettivi. Al tempo stesso, però, è un modello che richiede una gestione contabile e contrattuale molto attenta, alla luce della maggiore complessità nei flussi di cassa e nei reciproci rapporti debito-credito.

5. In sintesi

Non esiste una soluzione unica per integrare un food corner in un negozio retail: ogni modello ha le sue logiche, i suoi vantaggi e i suoi punti critici. La scelta va fatta caso per caso, in base a obiettivi commerciali, rapporti di forza tra le parti, grado di integrazione desiderata e livello di complessità che si è disposti a gestire.

Detto questo, è bene ricordare che i contratti sopra descritti – pur astrattamente validi e giuridicamente ammissibili – non sono sempre tutti praticabili. A fare la differenza saranno, come spesso accade, gli elementi concreti del singolo caso: la struttura organizzativa del punto vendita, la disponibilità di personale, le esigenze operative, ma anche e soprattutto il tipo di rapporto che si vuole instaurare con il food operator.

Un esempio su tutti: le autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande, che abbiamo volutamente

lasciato fuori dall’analisi ma che sono tutt’altro che un dettaglio. Ogni modello contrattuale impatta in modo diverso sulla titolarità dell’attività: in alcuni casi sarà il retailer a dover essere titolare della relativa autorizzazione e dei requisiti soggettivi; in altri, tali oneri graveranno sul gestore del corner.

Non sempre le scelte giuridiche sono libere: talvolta è la normativa locale o l’interpretazione dell’autorità competente a condizionare – se non addirittura a determinare –l’unica strada percorribile. Quel che è certo è che, dietro a un corner, c’è spesso un articolato impianto contrattuale, da conoscere.

News Opening

Rossopomodoro-Autogrill:

nuova opening congiunta al Mercato del Duomo

Una nuova pizzeria Rossopomodoro, gestita da Autogrill, viene inaugurata nel centro di Milano, all’interno del Mercato del Duomo. Con questa operazione si consolida la collaborazione tra le due realtà, che insieme hanno già aperto altre tre location, all’Outlet Village di Vicolungo, nell’aeroporto di Milano Linate e nel recente progetto che ha preso vita a Bergamo, Chorus Life. L’insegna combina i format di Rossopomodoro, quindi ristorazione con pizza napoletana e cucina, con quello di Rossopomodoro la Bottega, quick service con pizza alla pala e street food napoletano. Il Mercato del Duomo è un progetto multiformato di Autogrill, con al suo interno anche un bar-caffetteria Motta Milano 1928, un Old Wild West, mentre di recente è stato riaperto il pezzo pregiato dell’ultimo piano, dopo un restyling: la Terrazza Aperol con vista sul Duomo.

Zara riapre in centro a Torino: store separati per Donna/Bambino

e Uomo

Zara ha riaperto le porte del suo store più grande, nel pieno centro di Torino, in via Roma 360, con un nuovo concept esclusivo dedicato alle collezioni Donna e Bambino. Dopo un lavoro di restyling, ne è sorto un negozio che si estende su una superficie di 1.124 mq distribuiti su due piani e va ad aggiungersi allo spazio Zara Man inaugurato nel 2024, che si trova al numero civico 354 della stessa via. Gli esterni dello store mantengono le caratteristiche estetiche di tutta la strada, con i portici che incorniciano l’ingresso principale. Tra le funzionalità disponibili che dovrebbero migliorare l’esperienza in negozio, ci sono la consultazione in tempo reale dello stock in negozio, la localizzazione dei prodotti e la possibilità di ritiro in store degli ordini online entro due ore. Inoltre, il negozio dispone di casse assistite di self-checkout e di una cassa specifica per la gestione dei resi.

Da Milano a Verona, Panino Giusto viaggia verso i 40 locali

Prosegue il piano di espansione di Panino Giusto, con quattro nuove aperture attese quest’estate e altre quattro entro fine anno. La storica insegna milanese, fondata nel 1979, nei mesi estivi opererà quattro nuova aperture, di cui due a Milano (via Carducci e via Savoia-zona Stazione Centrale), una a Verona, all’interno del centro commerciale Adigeo e una a Reggio Emilia presso il centro commerciale I Petali. Il piano di sviluppo vedrà un ulteriore impulso da settembre con altre quattro aperture: una a Bergamo, una a Genova, un’altra a Milano e una a Bolzano per arrivare alla fine del 2025 con un totale di 39 ristoranti. Gli ultimi dodici mesi hanno visto diverse novità per Panino Giusto, tra cui l’apertura all’aeroporto di Linate e l’arrivo del nuovo socio, Govanni Gross.

SMASHBURGERS

HOT DOG

MILKSHAKES

FRIES

FREE REFILL

IL FAST CASUAL CHE STA CONQUISTANDO L’ITALIA

CI TROVI GIÀ A:

Centro Commerciale Sicilia - CATANIA

Centro Commerciale Campania - CASERTA

Centro Commerciale Roma Est - ROMA

Largo dei Pecile - UDINE

I VINCITORI GRAZIE

alle aziende che hanno partecipato candidando i propri format, alle giurie che hanno valutato le performance dei concorrenti, agli sponsor che hanno creduto nella manifestazione e alle associazioni di categoria che hanno sostenuto l’award

Event Partner

Sponsor Foodservice Summit

Sponsor Espositori

Sponsor Coffee Break

Event Partner

Sponsor Light Lunch

Sponsor Tecnico

Sponsor Platinum Sponsor Gala Dinner

Sponsor Gold

Sponsor Silver

Product Placement Aperitivo

Product Placement Gala Dinner

Product Placement Dessert Gala Dinner e Dolce Arrivederci

Foodservice Award e Summit da record

Già al lavoro per gli eventi del 2026

Lo stadio di San Siro, lo scorso 21 maggio, ha ospitato la sesta edizione del premio di Edifis dedicato alle migliori catene di ristorazione, arricchito da una giornata intera di Summit, una serie di dibattiti e conferenze con i protagonisti del food retail. Ecco nelle pagine che seguono alcuni scatti e i nomi dei brand vincitori.

La casa editrice è già al lavoro per gli appuntamenti del prossimo anno: DFM e Industry Chain Circle

Èstata archiviata con enorme successo la sesta edizione di Foodservice Award, l’evento organizzato da Edifis e dalle riviste retail&food e Ristorando, diventato ormai l’appuntamento più atteso nel panorama del foodservice italiano. Accanto al premio per le migliori catene di ristorazione italiane, ecco la seconda edizione di Foodservice Summit, la giornata di meeting che ha messo insieme una platea qualificata di professionisti, per un totale di 13 incontri, 45 relatori e il sostegno di 29 sponsor. Nel corso delle pagine, ecco una carrellata di contenuti, immagini e le schede dei vincitori, per ciascuna delle dieci categorie in cui era suddiviso il premio. Intanto, la nostra casa editrice è già al lavoro per altri due importanti eventi. Nel 2026, torna la consueta edizione di DFM-Dire Fare Mangiare, l’evento organizzato insieme alla rivista Ristorando, che si occupa sia di ristorazione commerciale sia di collettiva. Poi, il 12 e 13 marzo, arriva Industry Chain Circle, una novità assoluta, riservata ai manager, per mettere in contatto l’industria del food e la ristorazione organizzata. Un evento promosso da Andrea Aiello, amministratore delegato di Edifis, e Paolo Borgio, ceo di Rexim.

Il peso del foodservice: in Italia supera gli 80 miliardi

La giornata si è aperta con l’intervento di Tommaso Nastasi, Head of Value Creation Service di Deloitte, che ha fornito una puntuale panoramica di mercato. Il dato di partenza: fra prima e dopo la pandemia, il settore a livello mondiale si è messo a viaggiare a un ritmo doppio, con un Cagr medio passato dal 2,1 a oltre il 4%, fino al 2024. Tra 2023 e 2024 il Full Service è cresciuto di 5,1%, il Quick service del 4,5%. Nel 2024, parliamo di un valore globale di 2.916 miliardi di euro, di cui 587 miliardi ascrivibili all’Europa. L’Italia (circa 83 miliardi) è il quarto mercato nel Full service e il quinto nel Quick a livello mondiale. Da noi, le catene rappresentano il 10% del mercato, circa il 4% nel full restaurant e il 18% nel Qsr, mentre in Europa siamo all’8% nel primo caso e già al 59% nel secondo. Uno spazio da colmare che rappresenta un’opportunità. Dal post Covid è anche raddoppiato il tasso di operazioni di M&A che hanno per oggetto le catene di ristorazione. In Italia, ci sono state 29 operazioni tra 2022 e metà 2025. A livello di prospettive, fino a tutti il 2029 il mercato promette di crescere a un Cagr

Cipolloni: “Ecco il nuovo format Eataly Caffè”

Andrea Cipolloni, scelto da Investindustrial come nuovo ceo di Eataly dalla fine del 2022, ha messo in campo un lavoro straordinario che ha permesso al marchio fondato da Oscar Farinetti di riprendersi un posto di primo piano. Eataly ha spinto sulle aperture all’estero, con alcune operazioni strategiche (come prendere in mano la gestione diretta di Parigi), ha accelerato nel travel, ha stretto collaborazioni con chef come Massimo Bottura e Carlo Cracco. In Italia, ha rivoluzionato la sede storica dello Smeraldo, a Milano. Andrea Cipolloni, intervistato dal direttore di retail&food Andrea Aiello, ha tratteggiato la strategia di Eataly nel corso del Foodservice Summit. E ha scelto questa occasione per presentare una novità. A New York, è stato lanciato il primo format Eataly Caffè, presso il Rockfeller Center. Eataly Caffè si presenta come un concept capace di coprire i vari momenti della giornata, dalla colazione all’aperitivo, con un’offerta quick service basata sulla cucina italiana, dolci e pasticceria, pizza alla pala alla romana, focaccia, il corner gelato e l’immancabile caffetteria. “Tanto torrefattori ci chiedono di diventare partner. Ma abbiamo scelto di restare autonomi anche sul caffè” ha raccontato Cipolloni. Eataly ha già annunciato la prossima apertura di un secondo Eataly Caffè, sempre a New York, sulla Hudson Yard. Eataly Caffè, dunque, si presenta come un format separato rispetto agli store già esistenti nel mondo (13 nel Nord America) e si prepara per essere esportato e adattato in altri contesti, in primo luogo il travel.

Andrea Aiello, amministratore delegato di Edifis, con Riccardo Orlandi, presidente Aigrim
Andrea Cipolloni, Ceo di Eataly

medio globale del 2,2%.

Non ci sono solo note positive. Un nodo rimane quello del reperimento e del costo del personale. Nell’ultimo biennio, il 58% del campione ha alzato i prezzi non solo per inseguire l’inflazione, ma anche per adeguare i prezzi al costo in crescita del personale. Più del 50% ha modificato i menù per meglio adeguarsi alle esigenze della forza lavoro, aggiungendo piatti che richiedono poca preparazione (low prep dishes) e nel 28% restringendo le voci nel menù.

Il nodo risorse umane: non basta il “racconto”, servono percorsi reali

In questo momento di mercato, selezione e reperimento delle risorse umane sono una spina nel fianco delle catene f&b. “E’ davvero il tema del momento” ha introdotto Riccardo Orlandi, presidente di Aigrim. Come coinvolgerli nel progetto? E come offrire loro un percorso di carriera convicente? Non poteva mancare la testimonianza della più grande catena in Italia, McDonald’s, in cui spicca quasi un terzo dei dipendenti di età molto giovani, spesso studenti. “Creiamo tante iniziative, da quelle sul territorio insieme ai franchisee, fino ai progetti su ambiente e rifiuti. E poi abbiamo il nostro programma interno legati ai brand ambassador, che periodicamente si riuniscono in attitvità di formazione e team building. Tutto que-

QUOTE DI MERCATO IN ITALIA E NEL MONDO

sto accende l’attenzione sul brand e finisce per far sentire coinvolte le risorse umane” ha testimoniato Delia Ciccarelli, Corporate Relations Director Italy McDonald’s. Accanto a questo, non devono mancare gli elementi più concreti, a partire dalle mansioni. “Occorre essere chiari, e mai vaghi, sulla tipologia di lavoro che si andrà a svolgere. Con tutti, stagionali compresi. E poi occorre cercare, come azienda, di essere distintivi rispetto ad altri” secondo Gabriele Belsito, a capo delle risorse umane di Eataly.

Il foodservice dove la leadership è al femminile

Il foodservice, per sua natura, è uno settore in cui la componente femminile è numerosa, il 50,8% secondo i dati Fipe. Ma come in tutti i settore economico-industriali italiani, c’è bisogno di maggior apporto di donne nelle posizione di vertice o comunque di management. Il Foodservice Summit ha ospitato tre profili d’eccezioni,

Un momento dell’incontro relativo alla ricerca delle risorse umane
Tommaso Nastasi, partner di Deloitte Italia

coordinati da Monica Cannalire, fondatrice di Younicorn. Il valore del fare rete è stato al centro della riflessione di Valeria Casani, Chief Marketing Officer McDonald’s. “ E poi, una parola chiave: consapevolezza. Che permette di riconoscere il proprio contributo, ma anche valorizzare le persone e i team”. L’approccio femminile alla leadership si fonda sulla continua capacità di ascolto e spiegazione, per Stefania Criveller, General Manager di Cigierre: “La mia porta dell’ufficio è sempre aperta, ho un atteggiamento estremamente accogliente, ma non per questo meno deciso. Ci sono momenti in cui essere fermi, anche nello spiegare perché una cosa, in quel momento, non si deve fare. La mia porta è sempre aperta – ha scherzato - anche per sentire quello che in quel momento vorrebbero nascondermi…”. Ha una formazione chimico-farmaceutica, ma si è tuffata nel foodservice Rana Edwards, fondatrice di I Love Poke. “Il mio approccio è pragmatico, è indispensabile una grande attenzione all’analisi corretta dei dati. Sulla base di questi, servono riunioni ad hoc per tracciare la rotta del breve e medio periodo, occorre farle anche se quelli delle operations si stufano... Però accanto a questo, serve anche l’intelligenza emotiva e la passione verso l’attività. Noi in fondo proponiamo cibo salutare perché ci crediamo, mangiamo così anche a casa”.

TRE DOMANDE SULL’INNOVAZIONE A… LUCA D’ALBA (AUTOGRILL)

L’innovazione ha un peso sempre più centrale nel foodservice di oggi. E non meno nel travel. Nel corso di un colloquio con il direttore di retail&food, Andrea Aiello, Luca d’Alba (CEO Italy F&B di Avolta) ha tracciato la traiettoria sul percorso di Autogrill.

Come cambia il settore e come si evolve la vostra offerta?

Nel travel si sta alzando l’asticella. Non si puà stare fermi. Noi lavoriamo senza sosta

Il 12 e 13 marzo 2026 si terrà Industry Chain Circle 2026, evento riservato ai manager, punto di incontro tra catene e industria della ristorazione. Info su www. industrychaincircle.it

per innovare i nostri brand, anche quelli più tradizionali, come Alemagna. Considerando anche i marchi dei partner, oggi ne gestiamo una cinquantina. Qualche anno fa erano la metà.

Ha migliorato la situazione e la capacità di investire. Nella sede di Rozzano abbiamo una food factory che Avolta ha saputo valorizzare, perché tutti i manager hanno capito la nostra capacità di creare proposte nuove.

Qualche novità futura?

Posso confermare che gestiremo un ristorante Eataly all’aeroporto di Torino Caselle, non prima del 2026.

Da sinistra, Monica Cannalire (Younicorn), Valeria Casani (McDonald’s), Stefania Criveller (Cigierre), Rana Edwards (I Love Poke)
PizzaFlor

- Impasti in purezza è la nuova pizzeria di Areas Italia.

Il nome rievoca immediatamente il mondo delle cose semplici e buone, fatte sapientemente bene.

Tradizione e innovazione si uniscono in una combinazione di materie prime eccellenti, unite a passione e creatività.

Le caratteristiche location PizzaFlor sono 12, più altre in arrivo, tra aeroporti, aree di servizio autostradali e Fiere.

Negli aeroporti è possibile trovarle a Milano Malpensa, Linate, Orio al Serio e Firenze, mentre nelle aree di servizio presso San Martino Est, Giove Est, Chatillon Nord e Cascina Gobba Est.

Ecco alcune immagini della giornata del 21 maggio, iniziata con i lavori del Foodservice Summit, cui è seguita una cena di gala e poi la premiazione dei vincitori del Foodservice Award 2025

89 catene finaliste all’Award, quasi 40 relatori al Summit e centinaia di persone intervenute sono alcuni dei numeri salienti dell’edizione 2025 del nostro evento

Travel e ristorazione: gli

scontrini non mancano, ma guai a sbagliare un colpo

Con il rimbalzo del turismo post Covid, è esploso anche la ristorazione nel travel. Il solito panino non basta più. I viaggiatori pretendono scelta, si fidelizzano ai brand, vogliono esperienze veloci ma gustose. Come si sviluppano i brand in questo settore? “In effetti è stato un boom. Noi, fra pre e post Covid, siamo passati da 180 a 280 milioni di ricavi. Creiamo tanti brand e abbiamo anche iniziato un percorso interessante ma complicato, quello delle collaborazioni con gli chef. Prima Davide Oldani, poi Antonino Cannavacciuolo e ora abbiamo la novità dell’accordo con l’Alta Pasticceria di Iginio Massari” ha raccontato Sergio Castelli, Ceo Italia di Areas-MyChef. “Noi, forti della leadership con gli Eni Caffè, ora sviluppiamo il format ALT, ristorazione con servizio, che ci dà un altro riposizionamento” ha spiegato Alessandra Conte, Head of Food Retail Services ALT Enilive. “Ne abbiamo 13, di cui dieci in Italia. Ne apriamo altri 16 entro fine anno” ha aggiunto. “Il traffico non manca, ormai anche nel travel si organizzano le food hall. Ma questo non deve ingannare” ammonisce Gabriele Morisi, Chief Business Development Officer di ChefExpress. “I landlord sono molto esigenti e c’è tanta concorrenza. Diciamo che non puoi sbagliare”. C’è spazio anche per i piccoli brand? “Sicuramente” conclude Sergio Castelli, “ma devono conoscere il settore. Se chiedono il 5%-8% di royalties sono fuori strada. Devono sapere che l’introito è limitato, ma si guadagna tantissimo in visibilità del marchio”.

QSR e Fast Casual: è una sfida di valore, non a colpi di promozioni

Durante il convegno “QSR e Fast Casual: come attrarre clienti in questa fase di mercato”, moderato da Alberto Anderloni, i responsabili di tre grandi brand della ristorazione – Chiara Camerini (Burger King), Nicola Saraceno (Rossopomodoro) e Alessandro Medi (Dispensa Emilia) – hanno messo a confronto strategie, visioni e valori per affrontare un periodo segnato da instabilità economica e mutamento delle abitudini di consumo.

Chiara Camerini (Burger King) ha evidenziato come la pandemia abbia accelerato processi di innovazione che altrimenti avrebbero richiesto anni, ma ora il vero tema è la complessità del rapporto col cliente. “L’esperienza non è più solo prodotto e servizio: è un viaggio che tocca identità, aspettative, tecnologia e contesto economico”, ha spiegato. Per Burger King il focus resta il prodotto – l’hamburger – ma con un lavoro forte su digitalizzazione, co-

municazione personalizzata e una proposta che bilanci convenienza e premium, senza cadere nella trappola della “promozione a tutti i costi” che rischia di erodere il valore del brand.

Nicola Saraceno (Rossopomodoro) ha ribadito l’importanza di rimanere fedeli ai propri valori. Anche per una catena con un DNA “classico” come Rossopomodoro, il cliente chiede accessibilità ma anche coerenza, qualità e capacità di evolvere in modo snello, specie nel format e nella gestione degli spazi. “È una corsa verso l’efficienza, ma anche verso la consistenza – ha detto – sia nel prodotto che nell’esperienza complessiva”.

Alessandro Medi (Dispensa Emilia) ha portato un punto di vista molto pragmatico: “Oggi si compete con tutto: il weekend fuori, il cellulare nuovo, la gita dei figli. I consumi si concentrano e si spostano”. Medi ha raccontato un quadro di concorrenza sempre più affollata – “ogni mese un nuovo competitor” – e ha ribadito che la vera strategia è fare bene il proprio mestiere ogni giorno, senza cercare scorciatoie. “Le promozioni aggressive non fidelizzano, minano la fiducia del cliente e svalutano il lavoro”.

Il punto comune emerso da tutti gli interventi è chiaro: in un contesto di pressione sui prezzi e volatilità della domanda, la differenza non la fanno gli sconti ma la fedeltà ai propri valori, l’efficienza operativa e la capacità di creare un’esperienza coerente e memorabile.

(Alberto Anderloni)

Chiara Camerini Porzi (Burger King)
Multi operator e basket company, ecco le novità

Spoon Brands, come azionista insieme a Yousef Sharafi, ha iniziato lo sviluppo del marchio Milos Greek Food. È una delle novità emerse durante il panel focalizzato sui cosiddetti “mumbo” e sulle basket company. “Non serve seguire le mode, ma proporre progetti chiari e strutturati” ha suggerito Marco Beretta, amministratore di Spoon Brands. Altra novità da Blooming, che a fianco ai suoi 22 Burger King gestiti nel Nord Italia, inizia a sviluppare anche dei punti vendita La Yogurteria. “A noi interessa gestire progetti replicabili, con possibilità di esclusive territoriali o per canali, ma anche in cui i fondatori abbiano un’idea della possibile uscita” suggerisce Davide Canavesio, fondatore di Blooming Group. È della partita anche Investfood , rappresentato dal Ceo Gianmaria Brusini, che tramite acquisizioni ora ha una presenza verticale, con vari marchi, nel segmento sushi-poke.

Quando l’inclusione è una pratica reale, non una vetrina

Il Foodservice Summit non poteva dimenticarsi di presentare alla platea progetti di ristorazione che pongono al centro anche l’inclusione. Progetti, va sottolineato, con una solida base economica, con ricavi e margini perfettamente in ordine. Non semplici tentativi. Ma allo stesso tempo, attività che nascondono qualcosa di straordinario. Uno di questi è PizzAut , la celebra insegna di pizzerie fondata da Nico Acam -

pora, che nei suoi locali ospita lavoratori che rientrano nello spettro autistico. Una realtà che vanta collaborazioni che vanno da Autogrill a Lidl fino agli hotel Hilton. Un altro progetto, premiato con una menzione speciale, è quello di Giovanni Nicolussi, che si chiama Pit’sa. Due punti vendita, un menù basato su una pizza al 100% vegetale, ma anche un modo per dare lavoro a ragazzi affetti dalla sindrome di down. Il segreto per compiere questo cammino? Dal business plan non si può prescindere. Un po’ di cocciutaggine non guasta, bisogna crederci. “Mi dicevano tutti che sarebbe stato impossibile” ha raccontato Acampora. Ma ci vuole anche tanta serietà. “L’inclusione non è una moda e il ristorante non è una vetrina in cui cercar di far vedere agli altri che si impiegano persone con disabilità” ha chiosato Nicolussi. “Se coinvolgi un ragazzo Down, ma poi non sei preparato a gestirlo, non sai quale mansione affidargli e come, rischi di fare ancora più danni”.

Un momento della conferenza sugli operatori multibrand nel food
Nico Acampora, fondatore di PizzAut, durante il panel dedicato all’inclusione nelle ristorazione
Da sinistra, Sergio Castelli (Areas My Chef), Nicola e Iginio Massari. Areas svilupperà nel travel il format Iginio Massari Alta Pasticceria

MENZIONE SPECIALE

AREAS MYCHEF

Con il restyling dell’area San Martino Est, Areas – MyChef ridefinisce l’esperienza autostradale attraverso un approccio integrato a sostenibilità, design e qualità alimentare. L’articolazione dei format risponde in pieno alle esigenze del viaggiatore contemporaneo, mentre l’attenzione all’efficienza energetica e alla valorizzazione territoriale conferma una visione evoluta della ristorazione in mobilità.

• Premiatore: Antonio Savoia, Presidente Edifis

• Premiato: Sergio Castelli, CEO di Areas – MyChef

MENZIONE SPECIALE

PIT’SA

Pit’sa si distingue nel proporre un modello ristorativo inclusivo, capace di coniugare accessibilità alimentare e culturale con una narrazione gastronomica contemporanea. La varietà dell’offerta, l’estetica transgenerazionale e l’attenzione a diverse esigenze nutrizionali configurano un format che ridefinisce la pizzeria come spazio democratico e aperto alla pluralità.

• Premiatore: Alberto Anderloni, Coordinatore Editoriale di Ristorando

• Premiato: Giovanni Nicolussi, Co-founder di Pit’sa

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA TASTE & TRADITION

• Premiatore: Alfio Schiatti, Chief Commercial Officer di Fattorie Garofalo

• Premiato: Luca D’Alba, Direttore Generale di Autogrill

AMORE DO EAT BETTER

Amore Do Eat Better dimostra come la valorizzazione della tradizione culinaria italiana possa trovare piena espressione anche nella ristorazione del canale travel. L’approccio progettuale del format Autogrill coniuga l’efficienza operativa tipica del fast casual con un’attenzione meticolosa alla narrazione dei territori e delle ricette regionali, restituendo al cliente un’esperienza di gusto riconoscibile, accessibile e radicata.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

QUICK SERVICE

• Premiatore: Antonio Balestrieri, Marketing Manager di Bindi

• Premiato: Gabriele Morisi, Chief Business Development Officer di Chef Express

PRET À MANGER

Pret A Manger, le cui prime aperture italiane sono in capo a Chef Express, si distingue per la capacità di definire un modello di quick service fondato su coerenza valoriale e rigore operativo. Dalla produzione interna quotidiana alla scelta di caffè sempre biologico, ogni elemento del format è orientato alla qualità percepita e reale. L’attenzione all’impatto sociale rafforza ulteriormente una proposta moderna e responsabile.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

DESIGN & ESPERIENZA

• Premiatore: Matteo Schipa, Direttore Generale di SDS

• Premiato: Vito Brunetti, Marketing Manager di Starbucks presso Percassi

STARBUCKS

Starbucks si afferma per la capacità di interpretare il design come leva strategica per arricchire l’esperienza del cliente, con ambienti che fondono estetica internazionale e dettagli locali. La cura degli spazi, l’integrazione di mixology e cultura, e un approccio inclusivo all’ospitalità trasformano ogni store in un luogo di relazione e scoperta, contribuendo, così, all’evoluzione del concetto di caffetteria.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

LOCAL HERO

• Premiatore: Silvia Butta, Channel Manager Modern AFH di Pepsico Italia

• Premiati: Filippo Sironi CEO e Gianmarco Venuto Co-Founder de Il Mannarino

IL MANNARINO

Il Mannarino – Il progetto dei due giovani fondatori, avviato nel 2019, ha preso il volo da Milano ed è cresciuto arrivando oggi in quattro regioni e quasi venti ristoranti. Il Mannarino sa rimanere fedele all’idea iniziale di “macelleria con cucina”, coniugando il sapore e il calore della bottega con il servizio e la qualità tipici di un format di ristorazione di successo.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA GLOBAL FLAVORS

• Premiatore: Andrea Aiello, CEO di Edifis

• Premiato: Fabio Zhou, Founder di Ippo

IPPO

Ippo è in grado di dare una veste nuova alla proposta giapponese che ruota intorno al sushi. Il packaging originale, con asporto e delivery curati nei minimi dettagli, si accompagna a una elevata qualità della materia prima e delle lavorazioni. Il gradimento di Ippo testimonia la vivacità di una classe di giovani imprenditori, nati in Cina e perfettamente inseriti, sempre più protagonista sulla scena della ristorazione.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

BIG SPACES

• Premiatore: Roberto Bramati, VP CNCC e Presidente di Spazio Futuro

• Premiato: Nicola Saraceno, CEO di Rossopomodoro

ROSSOPOMODORO

Rossopomodoro - Ecco l’esempio più efficace della pizza napoletana che, grazie a una gestione manageriale, si è imposta in Italia e nel mondo, dagli outlet ai centri città, passando per il travel. Dalla Campania all’America fino in Asia, abbinando la gestione diretta e la collaborazione con i migliori partner, oggi Rossopomodoro è un punto di riferimento solido del mercato, con tanta potenzialità di riposizionamento e crescita.

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

PERSONE & INCLUSIONE

• Premiatore: Corrado Cagnola, Vice Presidente di AIGRIM

• Premiate:

- Viola Di Claudio, HR Manager di La Piadineria

- Laura Galli, Communication Manager di La Piadineria

LA PIADINERIA

Con oltre 450 punti vendita, La Piadineria impiega la diversità come ingrediente principale! Un mosaico di 2600 collaboratori di ogni età e provenienza dove il 70% delle posizioni manageriali nasce da promozioni interne mentre programmi formativi personalizzati trasformano sfide in opportunità. Per una inclusione in formato piada!

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA SOSTENIBILITÀ

• Premiatore: Salvatore Principato, Head of PL & OOH Fresh di Bonduelle

• Premiato: Matteo Wagner, Franchising & Development Director di miscusi

MISCUSI

miscusi - In linea con il motto aziendale “Good for you, good for the planet”, miscusi rivoluziona il piatto più amato con una visione che nutre la Terra! Progetti di agricoltura rigenerativa, packaging plastic-free, emissioni tagliate, sprechi alimentari ridotti al minimo: una ricetta che trasforma ogni forchettata in sostenibilità, al dente!

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

TECH & INNOVAZIONE

• Premiatore: Gilberto Frascaroli, Presidente di Imola Retail Solutions

• Premiato: Alessandro Medi, CEO di Dispensa Emilia

DISPENSA EMILIA

Ordini e pagamenti digitali, programma fedeltà, promozioni personalizzate, app per la comunicazione e la formazione dei dipendenti: Dispensa Emilia ha implementato una serie di soluzioni tecnologiche avanzate per migliorare l’esperienza dei clienti e la gestione interna, dimostrando un impegno continuo nell’innovazione e nell’efficienza operativa. Quando i tortellini della tradizione abbracciano il futuro!

1° CLASSIFICATO

CATEGORIA

CRESCITA & SVILUPPO

• Premiatore: Fabrizio Brunoldi, Amministratore Unico di Syrve

• Premiati:

- Micol Viano, Responsabile R&D EMEA di Eataly

- Antonio De Pasquale, Responsabile Operations EMEA di Eataly

EATALY

Un’inarrestabile spinta verso l’eccellenza: Eataly conquista il mondo con 50 cattedrali del gusto in 16 Paesi, dove migliaia di produttori italiani raccontano storie di passione gastronomica mentre l’e-commerce porta l’Italia sulle tavole del globo. Una crescita che non è solo numeri, ma cultura, formazione e orgoglio tricolore!

Streccioni (Gs Retail): “Il food in stazione corre.

Pionieri nel

catturare i marchi premium”

Da inizio anno Alessio Streccioni è il nuovo Chief commercial officer di Grandi Stazioni Retail. Nel gruppo dal 2018, ha iniziato (con successo) a proporre i temporary ai marchi di fascia alta, che ora fanno a gara per un posto nelle migliori gallerie. “Sul food abbiamo fatto un lavoro straordinario”. Lo abbiamo intervistato alla vigilia della stagione estiva di Andrea Aiello e Adriano Lovera

L’estate per le ferrovie italiane si annuncia rovente. I flussi turistici cresceranno ancora, superando i 65 milioni di vacanzieri (+3,4% rispetto all’estate 2024 secondo Demoskopika). Una buona fetta di questi, fra giugno e settembre, si muoveranno sui treni. Ad accoglierli, una rete di stazioni sempre più nuove e con un’offerta commerciale e di ristorazione abbondante. In prima fila c’è naturalmente la rete gestita da Grandi Stazioni Retail, società che da inizio anno ha una nuova proprietà (il fondo infrastrutturale gestito da DWS e OMERS). Il passaggio ha determinato un giro di poltrone, che ha portato alla nomina di Alessio Streccioni

a nuovo Chief commercial officer, oltre ad alcune uscite eccellenti come quelle di Alberto Baldan e Sebastien de Rose. Laureato a Roma Tor Vergata, Streccioni fa parte del gruppo dal 2018. Prima, ha passato quasi 15 anni di carriera in Decathlon. Il manager era alla guida di Retail Group, la società interna che gestisce gli spazi “temporary”. Ora ha preso in mano tutta l’offerta retail, f&b e servizi della rete di Grandi Stazioni Retail. Un grande mosaico, da quasi 800 unità commerciali fra retail e ristorazione, dislocate nelle 14 principali stazioni italiane. Lo abbiamo incontrato alla viglia della stagione estiva.

Alessio Streccioni, Chief Commercial Officer di Grandi Stazioni Retail

La precedente esperienza è stata fondamentale, perché proprio quel canale, negli anni passati, ci ha permesso di capire che la strategia intrapresa del gruppo era giusta.

Lei arriva da una specializzazione sui “temporary”. Che cosa porta dal “vecchio” ruolo? Quale?

Alzare il livello generale dei brand. Tra 2017 e 2018, quando andavamo da marchi premium a proporre una stazione ferroviaria, qualcuno ci prendeva per matto. Ma chi ha voluto testare, ha sempre visto ottimi risultati in termini di vendite. E da lì abbiamo proseguito. Così in stazione hanno iniziato a spuntare tanti marchi, dalle calze Gallo fino al recentissimo Pasticceria Iginio Massari. E ci sono brand di oggi che hanno deciso per una presenza stabile, vedi Uniqlo a Roma Termini.

La stazione come il centro commerciale, quindi?

Il potenziale è lo stesso. Negli shopping center, si calcola che il 20% di chi entra, compri qualcosa. Noi siamo indietro, ma possiamo arrivarci. Nel commercio di oggi non è il contenitore che conta, quanto il meccanismo alla base della spesa. È provato che l’80% dei nostri acquisti siano emozionali, d’impulso, non servono a soddisfare un bisogno, come quando si compra la bottiglietta d’acqua. L’acquisto dà un momento di piacere e di benessere.

Piazza Duca d’Aosta, all’ingresso della stazione Centrale di Milano, viene utilizzato spesso per ospitare eventi, come questa tappa della King’s League

Qual è il cluster di consumatori cui si rivolge la

stazione?

Nessun cluster, perché la platea è l’intera piramide della popolazione italiana, con tutte le sue caratteristiche e differenze rispetto alla capacità di spesa. L’esperienza ci dà ragione, perché vediamo ogni giorno come la mescolanza tra alto e basso, tra fascia premium e affordable, non va a detrimento di nessuna delle due. Si completano.

Facciamo qualche esempio?

Prendiamo il fast food, l’offerta più classica a livello di foodservice. Quando abbiamo affiancato un Five Guys a McDonald’s, cioè un brand con uno scontrino che vale quasi il doppio dell’altro, il primo ha iniziato a fare buoni numeri, ma il secondo non ha perso clientela. Prima c’era qualcuno che avrebbe mangiato un hamburger in stazione ma non trovava un’esperienza adatta a sé e ora ce l’ha. E lo stesso vale per la pizza: puoi comprarti il trancio al volo o sederti da Rossopomoodoro. O addirittura andare da Eataly, per un’esperienza di ristorazione seduta ancora diversa.

Restiamo al food, segmento in cui avete raggiunto una varietà di proposta che fa invidia a qualsiasi shopping center o centro città. Com’è il riscontro a livello di consumi?

Anche le stazioni sono legate alla congiuntura quindi, nei periodi in cui i consumi si raffreddano, ne risente anche la nostra rete. E il 2025, specialmente il primo trimestre, non è stato semplice. In generale, però, i risultati sono buoni e il lavoro effettuato sul food è stato finora quello più completo. Un dato su tutti è davvero inatteso: registriamo un picco di vendita che parte dal giovedì pomeriggio e dura per tutto il weekend. Il contrario di quanto ci si aspetterebbe, visto che una stazione vive di pendoralismo. Penso in particolare alla Terrazza food di Torino Porta Nuova o al Mercato Centrale di Milano che, per quanto esterno alla stazione, è un partner su cui abbiamo puntato molto. Il segreto di queste aree food è di offrire qualcosa che in città non si trova o comunque

Lo store Victoria’s Secret alla Stazione Centrale di Milano
La terrazza Eataly della stazione Termini a Roma

non a distanze brevi. Quando il brand è di richiamo, la stazione diventa permeabile rispetto alla città.

Dunque l’idea della stazione che si apre alla città e diventa un luogo da vivere per i residenti, non solo per i viaggiatori, funziona?

Sì, in parte. Inutile raccontare una favoletta. Dipende molto dalle operazioni. Restando all’esempio di Torino Porta Nuova, la Esselunga in stazione che dà direttamente su via Sacchi è stato un goal pazzesco, era un’offerta che mancava e davvero è una porta che collega la stazione e la città. Così come funziona la Unieuro adiacente. Ma in passato, in altre stazioni, sono stati condotti tentativi meno fortunati. È un lavoro complicato stare al passo con le abitudini di acquisto e con i gusti del momento. Le persone accettano di venire a consumare e fare shopping in stazione quando si propone qualcosa che altrove non troverebbero.

In una stazione, quanto conta il fattore “tempo di attesa”? Ritardi e cancellazione, purtroppo frequenti, finiscono per favorire gli acquisti?

No, il contrario. È verificato che quando ci sono i ritardi c’è meno spesa, cambia la condizione mentale, il passeggero passa i minuti a guardare il tabellone in attesa del binario. In questo senso, siamo molto diversi da un aeroporto, dove l’utente arriva sempre con abbondante anticipo e una volta conosciuto il gate può gestire quel tempo, dedicandone una parte al consumo. In generale, in stazione si arriva a pochi momenti dalla partenza, l’acquisto è più veloce.

Oltre ai ritardi, anche il contesto delle stazioni non è sempre favorevole. Sedute e sale d’attesa sono quasi completamente sparite, fruire dei bagni è a volte difficoltoso, la sicurezza e il decoro non sono ancora al massimo, specialmente di sera. Che opinione ha?

spettro di categorie merceologiche da coprire è ampio. Ma l’obiettivo di fondo è lo stessom, offrire qualcosa di interessante a tutta quella piramide rappresentativa della popolazione di cui parlavamo sopra. Scegliere brand che portino con sé una certa caratterizzazione, un po’ di esclusività. L’acquirente della stazione generalmente è una persona che trascina un trolley e con poco tempo a disposizione, quindi si ferma se trova un brand che non incontra facilmente vicino a casa oppure se presenta prezzi di favore. Altrimenti, quell’acquisto perde di significato.

Una categoria su cui siete più avanti rispetto alle altre?

Sulla cosmetica abbiamo davvero creato un’offerta di riguardo. Se pensiamo a Roma È vero, ci sono ancora delle criticità. I bagni, per esempio, sono spesso lontani ma ormai stiamo implementando dappertutto l’ingresso con carta di credito/bancomat e almeno la formula a pagamento li tiene puliti. Quanto alle sedute, è difficile stabilirne la quantità giusta. In stazione non conosci mai il flusso preciso di persone che passeranno e vanno comunque garantite vie di fuga. Non penso che più sedute si traducano in maggior spesa, anzi, forse l’assenza di sedie spinge un po’ di più le persone nei bar e nei negozi. Ad ogni modo, su questo abbiamo lavorato. Per esempio, a Roma Termini ne abbiamo messe tante nell’atrio, prima erano quasi inesistenti. E anche il restyling in corso di Milano Centrale ne prevede di più.

Invece, nel segmento nonfood, come giudica il livello raggiunto dall’offerta?

C’è ancora molto da lavorare, perché lo

Five Guys è una delle ultime novità che ha arricchito la terrazza food a Torino Porta Nuova
Pret a Manger è una delle new entry in arrivo a Milano Centrale
La splendida vetrata del ristorante Roadhouse nella food hall di Napoli Centrale

Termini, abbiamo un ventaglio che passa da Jo Malone a Veralab, da Wycon a Rituals, passando per Nashi Argan, Lush, fino ai grandi contenitori come Douglas e Sephora. Sul beuaty siamo oggettivamente molto avanti.

Vediamo qualche aspetto un po’ tecnico, che riguarda il rapporto landlord/tenant. Oggi qual è il vostro tasso medio di occupancy?

Siamo intorno al 91%. Un tasso che riteniamo molto soddisfacente e che ci permette di selezionare a dovere i brand da inserire, senza la fretta di riempire gli spazi ad ogni costo.

Tanti retailer lamentano la pressione eccessiva raggiunta dai canoni d’affitto. Qual è la vostra posizione? E come giudica la qualità della contrattazione?

I canoni seguono l‘andamento di mercato e naturalmente salgono quando c’è molta richiesta. Per fortuna, noi ne abbiamo tanta. In generale riusciamo sempre a chiudere i contratti, quindi significa che alla fine il punto d’incontro si trova sempre. Oggi si conduce un vero e proprio lavoro di sartoria, praticamente ogni rapporto tra noi e un brand è personalizzato, farei fatica a parlare di un tipo di contratto standard per durata o elementi di flessibilità. C’è sempre un ricambio continuo perché è fisiologico che certi brand, a un certo punto, non performino più bene e vadano sostituiti con altri che in quel momento incontrano di più il favore del pubblico.

Parliamo di investimenti sulle strutture. In questi anni sono stati realizzate opere come le aree food di Torino Porta Nuova e Napoli Centrale, un investimento milionario su Roma Termini. Qual è il prossimo tassello importante?

Senz’altro la ristrutturazione in corso a Milano Centrale, che avverrà a fasi, in modo da rendere sempre fruibili i percorsi, e terminerà nel 2026. Il fulcro dei lavori è la sostituzione dei tappeti mobili con scale mobili di ultima generazione per spostarsi tra i piani. In sintesi, occuperanno metà dello spazio e saranno veloci il doppio. Questo renderà più agevole spostarsi e inviterà gli utenti a servirsi delle scale e quindi attraversare tutti i corridoi commerciali, che invece oggi molte volte vengono bypassati, perché le scale permettono in poco tempo dal basso di raggiungere i binari. Migliorerà anche l’aspetto visivo, con una maggior sensazione di “apertura” e anche questo inviterà i viaggiatori in arrivo a utilizzare le scale.

Come sono le vostre stazioni, rispetto al contesto internazionale?

All’estero, alcune caratteristiche delle stazioni sono legate indissolubilmente alle diverse abitudini delle persone. Pensiamo al food. In Italia, siamo ancora molto legati ai pasti principali: colazione, pranzo e cena. Altrove si mangia un po’ tutto il giorno e questo consente alle attività di distribuire meglio i ricavi e il personale. Dal punto di vista strutturale, per esempio nel Nord Europa, molte stazioni sono chiuse, ci si entra passando per una porta. E questo oggettivamente le rende un po’ più ordinate. Ma se guardiamo al livello dell’offerta, direi che non abbiano nulla da invidiare a stazioni rinomate, che sia la Gare de Lyon o la Grand Central. Almeno in Europa, costituiamo un benchmark e siamo stati pioneristici nel volere innalzare l’offerta.

Guardando agli anni futuri, qual è il sogno che vorrebbe realizzare?

Vorrei che le stazioni vivessero h24 o quasi. In Italia abbiamo luoghi bellissimi, spesso ci dimentichiamo di alzare la testa e guarda-

re soltanto il valore architettonico di questi edifici, che possono prestarsi per eventi di ogni tipo. In parte, già lo facciamo. A Milano, lo spazio esterno su piazza Duca D’Aosta ospita tanti eventi, sempre pieni di persone. Restando su un aspetto più pratico, vorrei che la ristorazione esprimesse al 100% il suo potenziale lungo tutto l’arco della giornata. Siamo bravi a fare la colazione e il pranzo, mentre non registriamo ancora lo stesso numero di coperti per la cena. Alcuni brand stanno lavorando bene sulla fascia dell’aperitivo, ma io vorrei che ogni stazione avesse qualche format così originale ed efficiente, da risultare attraente agli occhi dei consumatori la sera e il pranzo senza distinzioni. A quel punto, tornando al discorso di prima, davvero l’offerta food sarebbe una proposta rivolta al viaggiatore ma anche al residente, senza più distinzione.

Rituals è uno dei tanti brand di cosmetica presenti in stazione, qui a Roma Termini
Rituals è uno dei tanti brand di cosmetica presenti in stazione, qui a Roma Termini
Il negozio di Fao Schwarz a Roma Termini
L’alta pasticceria parigina di Maison Pierre Hermes in Stazione Centrale a Milano

Altarea: “Food ok in stazione Garibaldi” Forti richieste su Napoli Afragola

Altarea Cogedim, nel 2019, ha rilevato da Centostazioni la gestione retail di cinque importanti snodi ferroviari: Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Susa, Padova, Roma Ostiense e Napoli Afragola. Ecco come stanno evolvendo di A.L

All’inizio del 2023, a Milano-Garibaldi, Altarea e il partner Chef Express hanno inaugurato una nuova food hall. Il risultato è stato eccezionale. Secondo la società, il delta fra il fatturato perso per le attività chiuse e quello acquisito con le nuove aperture, è positivo per 6 milioni di euro l’anno. “Un risultato incredibile, che dimostra quanto ci fosse una domanda di food insoddisfatta, che deriva non solo dai viaggiatori, ma anche dagli uffici circostanti e dai residenti” spiega Simone Maltempi, amministratore delegato di Altarea Italia Ora sono in corso i lavori nel fronte stazione, che porteranno alla creazione di un parco e di altre attività retail, in modo che la zona diventa una vera e propria “cucitura” fra la stazione e piazza Gae Aulenti.

Anche a Padova è stata creata da poco una zona food in uno snodo di passaggio in disuso, dove hanno trovato posto brand come Italico, McDonald’s, Alice Pizza. Una spina nel fianco è Torino Porta Susa, la seconda stazione del capoluogo piemontese, dove da tempo Altarea aspetta che Rfi sposti numerosi uffici, in modo da iniziare a lavorare sugli spazi retail del piano più nobile (il meno uno). Su 5.000 mq da gestire, oggi sono attivi circa un quarto. Ma è già in corso un’attività di pre-letting. Si entrerà nel vivo nella seconda metà del 2026.

“Poi c’è grande interesse su Napoli Afragola, dove ormai i brand vogliono assicurarsi un posto per anticipare il mercato” aggiunge l’a.d. Afragola, infatti, si sta imponendo come hub campano dell’alta velocità. E oltre i treni collegati con il nord, nei prossimi anni arriverà l’alta velocità Bari-Napoli che dimezzerà i tempi di percorrenza attuali (da 4 a 2 ore) oltre alla nuova stazione iper moderna (foto a destra).

Altarea, in virtù di un bando di gara del 2024, è entrata in una fase di due diligence con In arrivo la gestione delle metro milanesi

ATM per la valorizzazione commerciale delle fermate milanesi della metropolitana, in cui siano presenti spazi retail, per un totale di 83 stazioni. In totale si tratta di circa 17mila metri quadrati di superficie, alcuni dei quali riguardano luoghi di passaggio storici, come la Galleria dell'Artigianato che collega piazza

Cordusio alla fermata Duomo. Luoghi, però, dove spesso le attività sono in sofferenza e che, secondo i piani, saranno sottoposti a lavori di restyling, a partire dalle stazioni più centrali. Le trattative tra Altarea e ATM sono alle fasi finali ed entro il 2025 è prevista senz’altro la chiusura del contratto.

Simone Maltempi, amministratore delegato di Altarea Italia

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Gli aeroporti si preparano alla prova d’urto del traffico estivo

Il primo semestre ha portato alcune novità in ambito food-retail, ma la grande ondata delle aperture si è esaurita, anche perché gli spazi sono full. Le società di gestione hanno investito sull’allargamento dei terminal a livello di banchi check-in e controlli sicurezza, per migliorare l’esperienza degli utenti. Sperando di mitigare le code e i rallentamenti del 2024 A.L.

Gli aeroporti italiani provano a reggere l’urto della stagione estiva e nei mesi scorsi hanno messo in campo investimenti utili a migliorare e snellire l’esperienza di chi vola. Dopo il record del 2024 (quasi 220 milioni di pax totali), anche questa stagione promette di registrare numeri rilevanti, se non in aumento quanto meno sullo stesso tenore. I vettori hanno moltiplicato le rotte. Sotto i riflettori ci sono le tratte dirette tra gli Stati Uniti e il Sud Italia, con le novità dei diretti su Bari, Catania e Palermo. In generale, si può dire che ormai l’offerta food e retail sia abbondante e l’ondata delle nuove aperture si sia assestata, anche perché gli

spazi sono praticamente esauriti. Le società di gestione, fra l’inverno e il primo semestre, hanno messo in campo investimenti su altri fronti. Benché non manchino apprensioni. È inutile negare che i momenti di picco, l’anno scorso, hanno messo in seria sofferenza diversi scali. E questo non per scioperi o cancellazioni di voli, quanto perché le code ai banconi del check-in, i parcheggi insufficienti e la viabilità inadeguata hanno acceso i fari sulla situazione congestionata di tanti aeroporti. Lo stesso presidente Enac Pierluigi Di Palma, in un’intervista, aveva spiegato come l’intera infrastruttura europea non riuscisse a stare al passo con la crescita co-

stante dei movimenti. Vediamo comunque alcuni investimenti.

Il nuovo Terminal 3 di Fumicino

Intanto, ci sono stati aeroporti che hanno aperto intere nuove aree. Il caso principale è quello di Roma Fiumicino, che con un investimento da 250 milioni ha inaugurato il nuovo Terminal 3, dedicati ai passeggeri extra-Schengen. I lavori, durati 4 anni, hanno portato al rinnovo di 6 isole check-in con 150 nuovi banchi, per un totale di 248 e 60 postazioni. È aumentato il numero di nastri

bagagli (da 9 a 14) ed è stata rinnovata l’area dei controlli di sicurezza per i voli sensibili, dotata di 11 macchine RX e per i voli in transito. Per l’estate 2025, il terminal dovrebbe poter gestire al meglio una capacità di traffico del 30% superiore all’anno scorso. C’è tanto lungo raggio su Roma, ma intanto è anche arrivata la nuova base di easyJet. Tra le novità food, si segnalano al Terminal 3 i nuovi punti vendita gestiti da Chef Express a marchio Panella e Mignon-Eccellenze napoletane. Mentre a fine 2024, Avolta-Autogrill aveva svelato la nuova food court al Terminal 1, Avolta, player mondiale della travel experience di cui Autogrill è parte, ha inaugurato una con i marchi: All’Antico Vinaio, EXKI e Lievito di Francesco Arnesano. Anche se le dimensioni sono molto minori (circa 15 milioni di investimento) anche l’aeroporto di Genova ha aperto la nuova ala Est. Gli spazi ospitano 4 linee di controllo sicurezza, tre nuovi gate di imbarco, 250 sedute e un nuovo pontile di imbarco con accesso sul piazzale. Inoltre, 550 mq sono destinati alla zona commerciale, rappresentata da un duty free a marchio Genova Duty Free che è di Dufry (gruppo Avolta), insieme al quale si trova anche un punto vendita multiprodotto Hudson. In questo modo, il Cristoforo Colombo raggiunge una capienza potenziale fino a 3 milioni di passeggeri. Questo lavoro è il primo tassello di un piano di restyling più ampio che, con altri 12,6 milioni di euro di investimenti, ridisegnerà il volto dello scalo entro fine del 2026.

Tanti interventi su check-in e sicurezza

Tanti aeroporti hanno investiti su aree check in e sui controlli di sicurezza, adot -

tando scanner e nastri di ultima generazione. È il caso di Bergamo Orio al Serio, che a fine maggio ha svelato la nuova area per il check in, con 30 nuovi banchi di accettazione, di cui 22 in modalità “self drop bag” e 8 tradizionali, in aggiunta ai 34 banchi preesistenti, per un totale di 64 postazioni. Per i lavori di ampliamento della sezione est del terminal, che si completeranno a dicembre 2025, Sacbo ha investito 41 milioni di euro. Entro quella data arriveranno anche qui gli scanner di sicurezza di ultima generazione, che consentono in sostanza di non dover estrarre liquidi a apparecchi elettrici dalle borse (fatte salve le norme imposta dagli enti).

Anche il Catullo di Verona ha proseguito con il piano di investimenti, che ha por -

tato a un’importante riqualificazione della sala check-in, dove i banchi accettazione sono passati da 40 a 46, comprensivi di postazioni self check-in e self baggage drop. E poi, sono state realizzate nuove sale d’imbarco al primo piano (da 13 a 19 gate), è arrivato anche qui il nuovo sistema di controllo bagagli di ultima generazione, insieme ai primi test relativi all’airport checkpoint, sistema di lettura delle carte d’imbarco automatizzato.

Un altro aeroporto super affollato, non privo di congestionamento l’estate scorsa, è il Marconi di Bologna. C’è un dato tecnico nuovo, rispetto al 2024, che dovrebbe consentire allo scalo di reggere meglio i flussi estivi, ossia il passaggio a scalo “coordinato” (da “facilitato”) secondo la ter

Doppio Malto, insieme a Lagardère Travel Retail, ha aperto un nuovo locale presso l’Aeroporto di Venezia, con 80 posti a sedere interni e 50 all’esterno
Il nuovo locale di 12oz all’aeroporto di Torino
A gennaio Alice Pizza, insieme al partner Chef Express, ha aperto due nuovi punti vendita allo scalo di Malpensa e a Orio al Serio (in foto)

minologia Enac-Assoclearence. In pratica Bologna passa alla categoria cui appartengono tutti i maggiori scali, con limiti maggiori rispetto alla concentrazione eccessiva di movimenti orari. Bologna è anche in affanno per i parcheggi ed è in costruzione un “multipiano” da oltre 2mila nuovi posti. I primi 1.100 dovrebbero essere aperti entro fine anno, ma difficilmente saranno accessibili già quest’estate.

Volgendo lo sguardo al Sud, invece, gli investimenti più recenti premiano il Fon -

tanarossa di Catania. Catania è il primo scalo del Meridione ad avere gli scanner di ultima generazione, come già Linate e Malpensa, Roma Fiumicino, Venezia e Bologna. La Sac, società di gestione, ha lavorato anche sul miglioramento della serpentina che regola il flusso dei passeggeri e sul comfort generale dell’area “controlli”, con un nuovo impianto di climatizzazione e monitor le informazioni in tempo reale. Inoltre, è stata aperta la nuova VIP Lounge Angelo D’Arrigo da 400 metri quadrati.

La situazione a Malpensa e Linate

L’inizio del 2025 non ha portato grandi novità strutturali per gli aeroporti milanesi. Ed era tutto previsto. Nel 2021 era andato in porto il restyling di Linate , un’opera da 40 milioni di euro. A metà 2023 è arrivata l’apertura del nuovo Terminal 2 di Malpensa. Ora gli occhi sono puntati sul T1. L’amministratore delegato di SEA Milano, Armando Brunini, da poco rieletto, ha svelato la prossima partenza di un cantiere per l’ingrandimento del Terminal 1 di Malpensa. Lo scorso 25 giugno era la data ultima per partecipare a un primo bando di SEA, per un importo da 81 milioni, che riguarda appunto un primo allargamento del terminal verso nord, contestuale ad alcuni lavori sulla pista che riguardano i movimenti degli aerei. Tutto questo si inserisce nel Masterplan 2035, faticosamente approvato lo scorso autunno, che comprenderà anche un ampliamento del Terminal 2, nuovi “ponti” d’imbarco, più altre opere di vario tipo. L’investimento è pensato nella prospettiva di raggiungere, in un decennio, circa 40 milioni di passeggeri. Un obiettivo che in realtà lo scalo insegue da tempo, perché i 27 milioni di pax del 2024 rappresentano un volume al di sotto della capacità. Ma negli anni Malpensa ha subito tanti fattori, come l’addio progressivo della base Alitalia, il successo di Orio al Serio e naturalmente il Covid. C’è grande attenzione su Linate, che già nel 2024 ha gestito oltre 10 milioni di passeggeri. Qui non c’è molto spazio per aumentare i movimenti, ma è evidente che il city airport fa gola ai vettori, che si sono mossi per occupare gli slot rimasti liberi dopo l’acquisizione di Ita da parte di Lufthansa. A marzo, KLM ha salutato Malpensa a favore di Linate. Dall’inverno, lo farà anche Austrian. Ci scommette forte anche easyJet, che domina al Terminal 2, che ad aprile ha inaugurato la sua nuova base con ben 22 aeromobili. Linate, che ora gode della nuova metropolitana a regime, promette di reggere l’urto.

Il primo locale in un aeroporto italiano dell’Antico Vinaio è firmato Autogrill, allo scalo romano di Fiumicino
Mignon Eccellenze napoletane ha aperto anche all’aeroporto di Fiumicino

Mapic Italy, numeri ok. E dal 2026 va in fiera Rho-Pero. Ma serve un refresh di contenuti e format

Archiviata l’edizione 2025 della principale rassegna italiana del retail real estate. Buona la presenza dei retailer. Il prodotto nuovo latita. Ma il consueto racconto positivo finisce per rendere i contenuti piuttosto piatti

A.L.

Dal prossimo anno, Mapic Italy cambia sede e si trasferisce a Rho Fiera. Sembra un’esagerazione, ma questa in fondo è una delle notizie più interessanti al termine della kermesse 2025. Un’edizione che ha raccolto un buon seguito a livello di numeri (gli organizzatori segnalano oltre 2000 partecipanti di cui 700 retailer da 17 Paesi diversi e 30 conferenze tematiche). Ma che in fondo, guardando ai contenuti, ha lasciato qualche perplessità e un senso di “già visto”.

Dubbi sul cambio location

cambio di sede. Quella solita, il Superstudio Maxi in zona Famagosta a Milano, poteva apparire ormai “soffocata”. E magari scomoda da raggiungere, specialmente per il problema del parcheggio. Ma il Mapic Italy resta comunque una fiera “boutique”, un posto di relazione, di contatto ravvicinato, una fiera b2b che non ha bisogno di spazi larghi, come ad esempio la Bit del turismo che include anche una giornata “consumer”. “Il trasferimento a Rho Fiera di MAPIC Italy 2026 risponde alla crescita costante dell’evento e alla rinnovata fiducia nel mercato italiano. Naturale evoluzione per un salone in continua crescita in termini

di partecipanti, espositori e contenuti” ha affermato Francesco Pupillo, Direttore di Mapic Italy. Gli diamo credito. Ancora non si conoscono i dettagli del 2026, ma siamo sicuri che ci fosse bisogno di Rho? Il Superstudio Maxi è circa 10.000 mq lordi, di cui 7.000 espositivi. Un solo padiglione di Fiera Rho è 17.000 mq da allestire. Staremo a vedere…

Un racconto che appare stanco

A sentire gli operatori, uno dei momenti migliori è stato vissuto fuori dalla fiera. I brand

internazionali hanno gradito molto il retail tour organizzato da Colliers e Nhood, che li ha portati in alcune location strategiche di Milano, da Porta Nuova alle vie del centro a Merlata Bloom. Per quanto riguarda i contenuti emersi in fiera, la sensazione è stata di un “già sentito”. Il filo rosso sembrava il solito “va tutto bene”. È stata rimarcata la ripresa degli investimenti a livello di real estate commerciale: nel primo semestre 2025, 2,7 miliardi di euro di volume (+46% sullo stesso periodo 2024), con 560 milioni appannaggio della categoria “retail”. Segnali buoni, senz’altro. Dettati anche da rendimenti alti. Siamo comunque ancora lontani dal 2019, che si era chiuso a 1,9 miliardi nel solo segmento retail.

Il racconto positivo del mondo dei centri commerciali è una costante. I suoi protagonisti sono le società della finanza real-estate insieme ai proprietari-gestori dei centri, che operano in maniera sempre più sinergica, quasi talvolta a sovrapporsi. I dati di vendita, purtroppo, raccontano altro (-2,8% ad aprile, un misero +0,7% nell’intero 2024). Secondo Microlog, il footfall a maggio ha segnato +2,4%, ma il problema è convertire le visite in acquisti. Da ricordare che l’osservatorio del Cncc monitora circa 300 strutture, ma gli shopping center in Italia sono un migliaio, di tutti i tipi e le geografie. Centri in sofferenza, che sfuggono alle statistiche e che naturalmente non si vedono in fiera.

E poi avanti, con i panel su “omnicanalità e integrazione tra fisico e digitale cruciali per il successo dei retailer”. Concetto verissimo, un po’ come le potenzialità dell’IA. Eppure, o si mostrano esempi concreti, tanti, evidenti,

magari con numeri alla mano, oppure si può anche saltare un giro. Poi c’è il tema eterno della sostenibilità. Importantissimo anche questo. Ma uno dei momenti più piatti della fiera (con poche presenze in sala) è stato l’evento di apertura del secondo giorno, dal titolo “Sostenibilità e retail il futuro dell’industria è adesso”. Durante il quale si sarebbero potuti utilizzare gli stessi speech del 2024, senza in fondo perdere o aggiungere nulla di rilevante.

Insomma, una volta c’era il prodotto. Progetti “freschi”, in fase di consegna o realizzazione. Poi questo è venuto a mancare. E il mantra si è spostato sull’Esg. Ora che anche questo concetto è abusato, il claim 2025 è stato “la creazione di valore. Il valore percepito dai consumatori e dagli investitori è

oggi l’elemento determinante delle decisioni dei player del mercato”. Parole belle, un tantino fumose.

Certo non è semplice organizzare una fiera e riempirla di contenuti interessanti e originali. Eppure, cercando tra gli operatori, magari non sempre i più grandi o famosi, è possibile recuperare storie concrete che meritano di essere presentate. A scapito magari dei panel in cui mandare in passerella i soliti nomi.

Ecco alcuni dei progetti presentati

Per quanto riguarda i nuovi progetti illustrati a Mapic Italy, CBRE ha presentato il centro commerciale Messina con apertura prevista nel 2027. A ottobre, invece, è prevista la completa apertura di tutti gli spazi di ChorusLife, a Bergamo, già inaugurato lo scorso anno. Nhood Services Italy ha presentato il progetto di riqualificazione del centro commerciale Rescaldina, la cui apertura è prevista entro marzo 2026, che riguarda 11.000 mq al primo piano. E nel 2027 è prevista anche l’inaugurazione della rigenerata Piazza Loreto a Milano. Svicom Agency ha anticipato Parma Promenade (in foto): 40mila mq di GLA, di cui 15mila riservati alle attività leisure, sia indoor che outdoor e 13 campi da padel, con un tasso di commercializzazione già al 90%. Di Savills il refurbishment di BIM, progetto di rigenerazione urbana nel quartiere milanese Bicocca: previsti 4 building a destinazione uffici e il piano terra con destinazione retail. Nel portafoglio di Investire SGR e presentato da Colliers, Corso Vittorio Emanuele - Galleria Passarella, immobile che si affaccia direttamente sulla celebre via milanese. Dils ha ri-presentato Galleria Alberto Sordi, a Roma.

HalfPrice: versione moderna dei “grandi magazzini” anni ‘80

Abbiamo tentato un’esperienza di shopping dal marchio polacco, arrivato in Italia al Merlata Bloom. Un brand che, nel giro di quattro anni, ha aperto 150 negozi nel mondo, con la promessa di comprare di tutto, dai costumi da bagno alle piante da giardino, a pochissimo prezzo. Ecco com’è andata di Adriano Lovera

Anche in Italia è arrivata HalfPrice, la catena “fenomeno” nata in Polonia solo nel 2021 (gruppo CCC) che conta già 150 negozi in una quindicina di Paesi, forte di una proposta offprice che promette di trovare tantissimi prodotti a prezzi super scontati. “Lo store, su oltre 5.000 mq, presenterà una selezione di brand premium, proponendo un’esperienza di shopping unica, alla ricerca di vere e proprie occasioni, fra abbigliamento, calzature, accessori e prodotti per la casa e per gli animali domestici” recitava il lancio del marchio in Italia, a Merlata Bloom. Ci abbiamo fatto una visita, la mattina di lunedì

10 giugno, provando a capire il meccanismo di questi sconti.

Un’offerta abbondante, pure troppo

Che dire? Dagli occhiali da sole ai cuscini per il giardino, dalle t shirt (in numero infinito) alle scarpe, una visita da HalfPrice è in realtà un viaggio nel consumismo moderno. L’industria ha prodotto (in Cina, Pakistan, Bangladesh ecc…) tante di quelle tonnellate di merce, che non sappiamo più dove metterle. Quintalate di roba che fanno chissà quali giri fra distributori e magazzini, per

poi finire nell’ingrosso, su Internet, oppure qui, nei negozi come HalfPrice. Uno spazio aperto su un unico piano, sullo stile “grandi magazzini” anni ’80. Qui non si viene alla ricerca di un capo specifico, quel pezzo per quella particolare occasione. La promessa di HalfPrice è: entra e qualcosa da buttare nel carrello lo trovi di sicuro.

Ci sono cose di ogni tipo. Alcuni costumi da bagno Nike o magliettine Adidas sembrano quasi recenti. Alcune camicie sono normali. Altre, dalla fantasia improbabile, non le mettono più neanche in Polonia e non le regaleresti neppure al tuo parente più acido. Ci sono t-shirt Jack & Jones a 15 euro che sono vendute sul sito Jack & Jones a 15 euro. Va bé. In generale, quasi tutti i prodotti riportano sul cartellino un prezzo più alto e quello scontato da HalfPrice. Puoi girare nel negozio fino ad annoiarti e senza essere disturbato dai commessi. Anche perché non ci sono. Magari non è il turno giusto, essendo lunedì mattina, ma vediamo solo due addetti alla sicurezza in vestito scuro, più qualcuno alla cassa e un’addetta ai camerini.

Costa poco, ma il commesso non sa perché

Visto che lo sconto è il pezzo forte, ci avviciniamo alla cassa e chiediamo lumi. “Scusi, il prezzo di partenza, su cui è calcolato lo sconto, a che cosa si riferisce?”. Risposta: “Di preciso, non lo so. Ma sa, HalfPrice compra in tanti Paesi del mondo, credo che sia il prezzo medio di quello specifico prodotto”. Ma dove? In Italia? Nel mondo? Si fa tanto parlare della formazione del personale. Ci voleva tanto a insegnare “un raccontino” standard da vendere al consumatore? Generalmente ci beviamo tutto. Ma qui il racconto manca completamente.

Comunque tentiamo lo shopping, il più classico dei pantaloni blu di cotone da uomo. Ci portiamo in camerino due capi, taglia S, uno di Guess e uno Navigare, che stranamente riportano lo stesso prezzo di partenza e lo stesso scontato. Uno, in particolare, è larghissimo. Non può essere una small. “Guardi, non saprei” abbozza la commessa addetta ai camerini. “È che l’azienda è polacca, magari hanno un metro diverso circa le taglie. Comunque le confermo che se c’è scritto S è la più piccola di quel capo”. Ma qui nessuno sa niente?

C’è anche il “lusso”, con gli scarti delle stagioni scorse

Passiamo al lusso. Perché un’altra delle promesse di HalfPrice è che puoi comprare i vasi per piante. Ma se ti sposti, trovi anche le sneakers Balenciaga. Stuzzichevole, no? La sensazione generale è che si tratti di capi ormai fuori collezione, che nei monomarca dei vari brand non ci sono più. E che iniziano il loro tour di fortuna, nel mondo, alla ricerca di un compratore. Il prezzo di partenza dei cartellini potrebbe essere quello che, in origine, quei capi avevano in negozio. Un valore di riferimento che oggi conta poco o niente. Si risparmia davvero? Abbiamo scelto qualche prodotto a caso e provato a fare qualche raffronto con le proposte on line. Scoprendo che qualche volta si risparmia, altre volte si può trovare di meglio. E ce ne andiamo con la sensazione che oggi va cosi. Abbiamo l’invasione dei prodotti polacchi, con il massimo

rispetto per il gruppo CCC o anche per Pepco o per LPP. Anzi, forse in questo periodo sono proprio loro a sostenere un po’ di footfall dei centri commerciali. La tanto decantata “experience” è un’altra roba. Ma almeno, in periodo di vacche magre, il consumatore può godere di quell’effimero piacere di trovare un prodotto di cui non sapeva di aver bisogno e gettarlo nel cestello, fiducioso di aver fatto l’affare. E andando verso le casse, tirare giù anche un lucida labbra e un sacchetto di dolcetti cinesi/scandinavi/americani che ormai costellano la corsia dei pagamenti di tanti negozi.

Prezzi a confronto:

HalfPrice vs on line

Paragonare pochi prodotti non è esaustivo e non avrà valore statistico. Ma abbiamo comunque effettuato un raffronto tra alcuni capi o accessori presenti in negozio, segnalando il “prezzo pieno” indicato da HalfPrice , il costo proposto in store e il prezzo che si potrebbe recuperare on line per lo stesso oggetto. Il risultato è variabile: qualche volta si risparmia, altre volte si può far meglio in Rete. L’impressione è che non ci sia alcun trucco particolare, da HalfPrice, ma semplicemente che esistano immensi stock di prodotti invenduti, che alcuni distributori cedono in tutti i canali disponibili. Ecco la tabella.

Foto in negozio Prodotto

Balenciaga sneakers alte di tela beige modello “Paris”

Missoni Sport sneaker uomo grigia modello ACBC

Ambush sandalo donna pelle color kaki

Calvin Klein occhiale da sole blu CKJ23653S 400

Prezzo pieno indicato da HalfPrice

Prezzo scontato in negozio

Prezzo on line Immagine on line

Guess pantalone blu cotone uomo

(Yoox)

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New Travel Markets

a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it

L’ultra fast fashion: meteora o futuro dell’abbigliamento?

La Cina domina incontrastata il settore dell’ultra fast fashion, grazie all’efficiente capacità produttiva, alla lettura immediata delle tendenze guidata dall’intelligenza artificiale e alla struttura avanzata dell’e-commerce. Ma si trova ora ad affrontare crescenti problematiche dovute alla sostenibilità, al rispetto delle condizioni lavorative e alle politiche doganali. Questo settore sta rivoluzionando l’abbigliamento grazie alle risposte istantanee alle mutevoli tendenze dei consumatori con l’immissione sul mercato di migliaia di nuovi articoli settimanalmente a prezzi estremamente bassi, superando così il tradizionale modello dei cicli stagionali.

La Cina è leader in quanto sede dei due giganti globali Shein e Temu, che dominano a livello internazionale.

Questi marchi, sfruttando l’avanzato ecosistema manifatturiero e digitale del paese, sviluppano design, produzione e vendita quasi in tempo reale.

Shein, il marchio leader indiscusso, supportato da una produzione altamente reattiva, ha imparato velocemente l’arte di sfruttare le previsioni di tendenza basate sull’intelligenza artificiale. Il marchio vende esclusivamente on-line e principalmente sui mercati esteri. La società è stata fondata a Nanjing (Nanchino) nel 2008 e, grazie anche al boost della pandemia, ha visto crescere le proprie vendite da 2,5 miliardi di US$ nel 2019 a 48 miliardi di dollari nel 2024, diventando a livello totale un serissimo competitor di Zara ed H&M, mentre limitandosi alle sole vendite on-line la battaglia è già stata ampiamente vinta.

Temu, al contrario, è un marketplace che non vende con un marchio proprio ma mette in contatto i produttori direttamente con i consumatori, consentendogli di scalare rapidamente le proprie vendite senza gestirne direttamente l’inventario. Temu ha guadagnato importanza nei mercati occidentali offrendo sconti aggressivi e un’ampia selezione di prodotti (moda, accessori, biancheria per la casa, elettronica).

A livello globale, i giganti occidentali del fast fashion, come Zara, H&M e Uniqlo, stanno lottando per contrastare questa tendenza ma i loro cicli di produzione più lenti e i loro costi più elevati rappresentano una sfida molto critica.

Il fenomeno sopra descritto se da un lato sta rimodellando il panorama competitivo, dall’altro sta sollevando questioni critiche sulla sostenibilità, sulle pratiche lavorative e sui controlli normativi.

Innanzitutto, vengono sottolineate le questioni legate alle emissioni dovute dall’uso intensivo di materiali poco sosteni-

bili e alle produzioni di enormi quantità di rifiuti tessili a causa delle sovra-produzioni. Shein, che propone online tra i 2.000 e i 10.000 nuovi articoli giornalmente, sostiene però che proprio la produzione a piccoli lotti limiti gli sprechi senza nulla di ambientalmente insostenibile. Nel 2020, la Cina ha generato circa 22 milioni di tonnellate di rifiuti tessili (ora molti di più), con un tasso di riciclaggio di circa il 20% e, pur considerando il target governativo del 25% entro il 2025, i rifiuti rimangono sostanzialmente molto elevati.

L’altro problema riguarda le condizioni di lavoro. Una recente inchiesta della BBC, effettuata a seguito di una visita presso il quartiere produttivo di Shein, ha riferito di lavoratori che operano per 75 ore a settimana con un solo giorno di riposo al mese in violazione delle leggi sul lavoro cinesi.

Infine, i controlli normativi hanno evidenziato come Shein abbia legittimamente beneficiato dell’esenzione “de minimis”, una pratica commerciale che consente ai beni di valore inferiore agli 800 US$ di essere importati sul mercato statunitense in regime duty-free. Le recenti modifiche tariffarie sotto l’amministrazione Trump hanno abrogato questa esenzione e ciò, come affermato dai vertici delle aziende coinvolte, causerà un aumento dei costi operativi con conseguenti aggiustamenti sui prezzi per la clientela americana.

Concludendo, la Cina continua a dominare il settore dell’ulta fast fashion grazie ad una domanda che rimane su livelli molto alti ma il crescente bisogno di responsabilità ambientale e il rispetto delle normative vigenti stanno spingendo i marchi a ripensare i loro approcci; solo il futuro ci potrà dire se questo dominio sarà sostenuto ancora per lungo tempo.

Vendite e-commerce 2018-2024 in miliardi di US$ (source China Briefing and ECBD)

Fig.1:

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PAM. Vince con la qualità e lancia Tibì, il drugstore

Il gruoppo Pam ha studiato con calma il mercato, senza fretta di colmare un gap con gli altri big della gdo. Ora arriva l’esordio nel segmento del prezzo accessibile per la casa

Ndi Mario Sassi senior advisor e blogger

on è da lui ma Andrea Zoratti, DG di PAM Panorama, nel 2023 si era fatto prendere un po’ la mano. Così come la stessa Esselunga. Insieme avevano ipotizzato un’apertura di un punto vendita senza casse per il 2024 sull’onda del successo di DAO Conad. Il problema è che israeliani e americani sono stati nel frattempo surclassati dai portoghesi (Rekon e Sensei) e l’entusiasmo, forse, si è un po’ ridimensionato. Però come canta Francesco De Gregori: “Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia…” Ed è su questo che PAM alza l’asticella e tenta di uscire dal gruppo tra gli inseguitori dei primi della classe.

Tanto lavoro sui prodotti a marchio

Qualità e/o convenienza, niente più che un ossimoro fino a poco tempo fa. O una banale trovata di marketing. Invece in tempi di

inflazione che rialza la testa è il paradosso su cui dovrebbe puntare l’intera GDO. Per PAM, è il centro della sua strategia. Pam Panorama opera con le insegne Pam, Panorama, Pam local e Pam City fa parte di Gruppo Pam, punto di riferimento nel mondo della grande distribuzione italiana da oltre 60 anni. Gli oltre 600 punti vendita che compongono la rete Pam Panorama, tra diretti, franchising e in master franchising sono presenti in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia e Campania.

“Abbiamo elevato il prodotto a marchio, unendo convenienza e qualità, per offrire ai clienti prodotti di valore a prezzi competitivi. Inoltre, abbiamo investito nei freschi –carne, pesce e ortofrutta – settori nei quali eccelliamo grazie al centro carni di Firenze e alla nostra flotta di pescherecci,” ha raccontato in una recente intervista a InstoreMag Riccardo Martinelli, Direttore Divisio-

ne Prossimità e Acquisti di Pam Panorama. Tale è l’impegno che con “Tesori dell’Arca” si è aggiudicata ben 5 premi, all‘International PLMA Salute to excellence Awards 2025, la prestigiosa competizione organizzata da “Private Label Manufacturers Association” (PLMA) che ogni anno celebra l’eccellenza dei prodotti a marchio del distributore su scala internazionale.

La potenza di fuoco è notevole: 3.200 referenze e 11 linee a marchio. Doppia cifra per il fatturato 2024 con un incremento della quota di mercato del 2%, superiore alla media del settore. Obiettivo 30% per il 2026 e altre 400 referenze per il 2025. “Il successo delle nostre linee a marchio è il risultato di una visione strategica e di un lavoro di squadra,” sottolinea Gerardo Luca Sinesi, Responsabile Private Label Pam Panorama. “Abbiamo investito in un team multidisciplinare per presidiare ogni fase, dalla selezione dei fornitori allo sviluppo dei prodotti, dal packaging alla comunicazione nei punti

vendita. Questo approccio ci ha permesso di conquistare la fiducia dei clienti, consolidando la nostra posizione come partner affidabile per la spesa quotidiana.” Pam Panorama continua a diversificare e arricchire la propria offerta con nuove proposte.

Drugstore: mossa studiata con cura

Sul Drugstore ero rimasto in attesa. I test erano in corso. L’intera GDO, pur assediata dalla ripresa dell’inflazione, dai discount e dai category killer non stava dando particolari segnali di reazione sul tema. Eppure, secondo i dati NielsenIQ, nel primo trimestre 2025 il canale drugstore ha registrato una crescita significativa: +4,4% in valore e volume, con i comparti Home Care e Personal Care a trainare il trend. Aumenta anche la spesa per il pet care, segno di un’attenzione crescente verso il benessere degli animali domestici. Adesso PAM, finita la positiva fase sperimentale, cala l’asso e presenta ufficialmente TIBì, il nuovo format drugstore pensato per rispondere in modo attuale e accessibile ai bisogni quotidiani delle persone. Il nome, breve e riconoscibile, – dal latino “a te” – racchiude lo spirito di un progetto che mette il cliente al centro, con una proposta ampia, funzionale e conveniente.

“TIBì si inserisce perfettamente in questo scenario, con un’offerta ampia, competitiva e in linea con le nuove priorità dei consumatori” – dichiara Marta Buongiorno, Capo Settore e Responsabile progetto Tibì. – “Le performance dei punti vendita che hanno già adottato il layout TIBì – tra cui Villorba, Marghera, Tiburtina, Roma Granai, Roma Boccea, Alessandria, Pontedera e Udine

Sud – confermano l’efficacia del format. Guardando al futuro, il nostro obiettivo è ambizioso: vogliamo arrivare a 15 aperture entro il 2027”. Pam Panorama conferma così il proprio impegno verso un modello di retail che evolve con i tempi e con i bisogni delle persone. Proprio come TIBì. Concepito per valorizzare la spesa non alimentare all’interno delle grandi superfici Panorama, TIBI propone un assortimento trasversale di prodotti per la cura della casa, della persona e degli animali, con una selezione accurata di brand noti e di marca privata Pam Panorama – Pam, Arkalia e Zoa – garanzia di convenienza e qualità.

Il payoff “La convenienza è di casa” sintetizza perfettamente la missione del format: offrire ogni giorno prodotti a prezzi fissi, chiari

e vantaggiosi, su tutto il territorio nazionale. A caratterizzare l’identità del format è anche un sistema di comunicazione interna innovativo, basato su una codifica cromatica delle aree merceologiche per facilitare la lettura e orientare l’esperienza d’acquisto: viola per la persona, celeste per l’igiene casa, arancione per il pet. A completare il layout, un visual fresco, amichevole e dinamico, con call to action promozionali e un sistema di segnaletica efficace come la nuova apertura del 19 giugno a Roma Lunghezza, nell’Agro romano, all’interno dell’ipermercato Panorama di via Collatina 858. Un progetto che mette al centro il cliente con un’offerta trasversale dedicata alla cura della casa, della persona e degli animali, prezzi chiari e vantaggiosi tutti i giorni, e un’identità visiva coinvolgente e accessibile.

World Travel Retail

Aci Europe incorona ancora una volta Fiumicino

ROMA - L’aeroporto di Roma Fiumicino è il migliore d’Europa per la settima volta dal 2018 nella categoria degli scali oltre i 40 milioni di passeggeri. Lo ha decretato ad Atene l’associazione internazionale di categoria ACI (Airport Council International) Europe nel corso della sua 35ª Assemblea generale, in cui, ogni anno, vengono premiati con il “Best Airport Award” gli scali che si sono distinti per l’eccellenza del personale, per la trasformazione digitale, l’innovazione tecnologica e la ecosostenibilità delle infrastrutture aeroportuali. Le valutazioni sono state svolte da una giuria indipendente composta da 8 rappresentanti istituzionali del settore dell’aviazione europea tra cui la Commissione Europea, EUROCONTROL, ITF, ECAC, SESAR JU e altri.

Vuitton e Dior riaprono a Malpensa

MILANO – Si sono conclusi i lavori che hanno interessato alcune attività del segmento lusso a Milano Malpensa, lungo la galleria che porta alle partenze internazionali. Di recente ha aperto un prestigioso store Louis Vuitton, presto seguito da Dior. Malpensa è considerato alla stregua di una destinazione di shopping di lusso, potendo contare su altri marchi, da Bottega Veneta a Dolce e Gabbana, da Armani a Gucci. I ricavi non-aviation sono sempre più importanti nel business di Sea Milano e nel 2024 i ricavi totali derivanti da negozi e ristoranti ha toccato 432 milioni, con un incremento del 15,4% sul 2023.

Il Catullo accoglie il nuovo duty free Aelia

VERONA - All’aeroporto Catullo di Verona è stato inaugurato un nuovo duty free Aelia, marchio di Lagardère Travel Retail. La particolarità del punto vendita è che, per rendere omaggio alla città veneta, il design e le decorazioni richiamano a Romeo e Giulietta, con addirittura una piccola riproduzione del noto balcone della tragedia di Shakespeare, posto al centro del duty free. Il nuovo Aelia veronese si trova come d’abitudine alle Partenze.

Francoforte, in arrivo 3.000 mq di spazi retail

FRANCOFORTE – Far (Frankfurt Airport Retail GmbH) è la joint venture formata da Fraport AG e Gebr. Heinemann. La società avrà in gestione più di 3mila metri quadrati di spazi commerciali, al nuovo Terminal 3 del Frankfurt Airport. Il nuovo terminal aprirà nella prima metà del 2026. “Gli spazi retail del nuovo terminal verranno concepiti come un vero marketplace, con un brand mix studiato su misura.

A Schipol l’esordio del nuovo format Today Duty Free

AMSTDERDAM – Dalla collaborazione fra la società di gestione dell’aeroporto di Amsterdam Schiphol e Lagardère Travel Retail ha esordito, presso lo scalo della capitale olandese, il duty free più grande dell’aeroporto, con il brand “Today Duty Free”. Situato presso la Lounge 1, con una superficie di 1.500 metri quadrati, lo spazio è pensato per rivisitare il concetto di shopping duty free. A differenza di quelli tradizionali, infatti, propone anche novità come un angolo caffè-ristorazione e spazi beauty-profumeria dove le addette possono fornire consigli di bellezza personalizzati.

duty free world |

Analysing the South Korean shopper

Il cliente sud coreano

ai

raggi X

It has become clear that per-head spending from the Chinese is unlikely to reach the levels of the golden pre-Covid era. But another nearby nationality may offer an offset for travel retailers: the South Koreans.

The country has always been a top travel shopping market, largely thanks to its downtown duty-free model giving outbound nationals big spending allowances. The rising tide of Chinese travellers to the country also propelled the market to record heights until 2019. Since then it has struggled to regain momentum.

New data from m1nd-set, released in May, suggest there is potential from outbound South Korean travellers, if retailers take a generational approach. The consultancy says these tourists are “highly engaged shoppers, with footfall, conversion, and purchase rates exceeding global averages” – with particularly dynamism among Gen Zs.

The study claims that, compared to the pre-Covid era, South Korean shoppers in 2024 purchased significantly more and that the share of Gen Z buyers has risen exponentially. Millennials have also increased their airport purchasing, as have females.

“With shopping being a priority for South Korean travellers, a generationally tailored approach is crucial,” commented m1nd-set CEO Peter Mohn. “Gen Z shoppers respond to exclusive, visually striking, and locally inspired products, but their high engagement does not yet translate into conversion. This highlights the need for improved in-store interactions and merchandising. Meanwhile, baby boomers respond best to pre-travel campaigns, particularly when aligned with their category preferences.”

This is good news for travel retailers, but not everywhere. While international travel by South Koreans is rising – outbound traffic this year is projected to exceed 2019 levels by 9% – the majority of that travel is within Asia at 83%, or 36 million arrivals in 2024. The next two biggest regions are North America at 8.6% and Europe with 5.5% which equates to 3.8 million and 2.4 million arrivals respectively last year, so still insignificant.

The main beneficiaries of South Korean spending are Japanese travel retailers as Japan takes a huge 24% slice of South Korea;s international travellers. Osaka, Tokyo Narita, and Fukuoka rank as the most popular arrivals airports. Other top destinations in Asia are Taiwan, Thailand, Vietnam, Hong Kong, China, Singapore, and the Philippines.

È chiaro ormai che la spesa pro capite dei cinesi difficilmente raggiungerà i livelli dell’epoca d’oro del pre-Covid. Ma un’altra nazionalità vicina potrebbe offrire una parziale controparte per i retailer: i sudcoreani.

Il Paese è sempre stato un mercato di primo piano, nel travel retail, grazie al suo modello di duty-free nei centri città che offre ai residenti indubbi vantaggi di prezzo. L’ondata crescente di viaggiatori cinesi nel Paese ha anche spinto il mercato a livelli record fino al 2019. Da allora ha faticato a riprendere slancio.

Nuovi dati di m1nd-set, pubblicati a maggio, suggeriscono che c’è un ottimo potenziale dai viaggiatori sudcoreani in uscita, se i retailer sapranno adottare un approccio generazionale. La società di consulenza afferma che questi turisti sono “acquirenti altamente coinvolti, con tassi di affluenza, conversione e acquisto superiori alle medie globali” – con particolare dinamismo tra i Gen Z.

Lo studio afferma che, rispetto all’era pre-Covid, i consumatori sudcoreani nel 2024 hanno acquistato significativamente di più e che la quota di Gen Z è aumentata esponenzialmente. Anche i Millennials hanno aumentato i loro acquisti in aeroporto, così come le donne.

“Con lo shopping come priorità per i viaggiatori sudcoreani, un approccio generazionale è cruciale”, ha commentato il CEO di m1nd-set Peter Mohn. “Gli acquirenti Gen Z rispondono a prodotti esclusivi, visivamente accattivanti e ispirati localmente, ma il loro alto coinvolgimento non si traduce ancora in conversione. Questo evidenzia la necessità di migliorare le interazioni in negozio e il merchandising. Nel frattempo, i baby boomers rispondono meglio alle campagne pre-viaggio, in particolare quando allineate alle loro preferenze di categoria.”

Questa è una buona notizia per i brand, ma non ovunque. Mentre i viaggi internazionali dei sudcoreani sono in aumento – il traffico in uscita quest’anno è previsto superare i livelli del 2019 del 9% – la maggior parte di questi viaggi è all’interno dell’Asia all’83%, ovvero 36 milioni di arrivi nel 2024. Seguono il Nord America all’8,6% e l’Europa con il 5,5%, che equivale rispettivamente a 3,8 milioni e 2,4 milioni di arrivi l’anno scorso, quindi ancora insignificanti.

I principali beneficiari della spesa sudcoreana sono i giapponesi poiché il Giappone prende una grande fetta del 24% dei viaggiatori internazionali della Corea del Sud. Osaka, Tokyo Narita e Fukuoka sono gli aeroporti di arrivo più popolari. Altre destinazioni principali in Asia sono Taiwan, Thailandia, Vietnam, Hong Kong, Cina, Singapore e Filippine.

News International

Da Nike a Ikea, i retailer affrontano lo spauracchio dei dazi di Trump

Luglio dovrebbe essere il mese in cui si capirà meglio la portata dei dazi internazionali imposti dagli Usa. In questo mese, infatti, dovrebbe scadere la sospensione di 90 giorni decisa dall’amministrazione Trump (salvo, ovviamente, proroghe). Pubblicando le trimestrali, molti retailer tra cui Walmart, Target, Costco e Nike hanno già detto che un rialzo dei prezzi al consumatore sarà inevitabile. Nike ha azzardato una cifra: l’entrata in vigore dei nuovi dazi potrebbe pesare fino a 1 miliardi di dollari di extra costo. Chi va controcorrente è Ikea. Già lo scorso anno il colosso svedese aveva tagliato del 15% i prezzi all’ingrosso. Per le prossime settimane, Ikea ha promesso sconti fino al 50%, e in alcuni casi pasti gratis per i bambini, nei ristoranti dei punti vendita di tutto il mondo. Una misura favorevole, che attende di trovare un’applicazione pratica.

Per la catena Claire’s spunta l’ipotesi della vendita

Per la catena di gioielleria, bigiotteria e accessori Claire’s si fa strada l’ipotesi di una vendita. Il marchio, che ha sede negli Stati Uniti, nel 2018 era già uscito da una condizione di difficoltà, che aveva reso necessario il ricorso al Chapter 11. Attualmente le quote di maggioranza sono in capo a fondi di Elliott Management e Monarch Alternative Capital. Secondo l’agenzia Bloomberg, il management avrebbe iniziato a sondare una banca americana alla ricerca di possibili compratori. Il momento di stasi, nel business dell’azienda, è dovuto alla concorrenza fortissima nel segmento della gioielleria per teenager, ma anche ai possibili effetti negativi dei dazi, che potrebbero farsi sentire presto.

Palladium Shopping Center: a Praga possibile maxi deal da 700 milioni

Union Investment avrebbe messo in vendita uno dei più grandi centri commerciali del suo portafoglio: il Palladium di Praga. Non è il più grande in assoluto, in Repubblica Ceca, ma è il principale della capitale ed è un pezzo iconico, vista la sua architettura stile Ottocento e visto che si trova nella centralissima piazza della Repubblica. Union Investment lo aveva acquisito nel 2015 per una cifra superiore al mezzo miliardo di euro. Ora il centro, superata la fase più buia del Covid, è in forte ripresa e il fondo vorrebbe capitalizzare, puntando a un rendimento monstre: la vendita sarebbe stata fissata a 700 milioni di euro. Il Palladium, inaugurato nel 2007, dispone di circa 170 negozi e una trentina di attività food.

dm drogerie markt: nel 2045 emissioni zero in tutti i Paesi in cui è presente

dm drogerie markt ha scelto l’Italia per presentare il report di sostenibilità, relativo all’anno fiscale 2023/24, il primo che sintetizza le attività di tutti i 14 Paesi in cui il gruppo è presente. Obiettivo 2045: emissioni nette pari a zero, a prescindere dalle differenze legislative nazionali. Dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, già nel 2023 il 67% del fabbisogno deriva da fonti rinnovabili. In Italia, a oggi il 98% dei punti vendita e la sede di San Giovanni Lupatoto (VR) sono alimentati con energia verde. Quanto al sociale, dm Italia ha avviato diversi progetti significativi. Tra questi, l’inaugurazione dello sportello gratuito di accoglienza e supporto psicologico “Il Petalo Bianco”, dedicato alle donne vittime di violenza (insieme a Cicatrice e all’associazione Fare x Bene) presso il punto vendita dm di Via Vittor Pisani 10 a Milano. Durante il 2024/2025, c’è stata l’inaugurazione degli Spazi Vera, ospitati dal Municipio 8 di Milano.

Mondadori, con Zeercle, trasforma i libri usati in gift card

Dal punto di vista della sostenibilità, l’iniziativa è lodevole. In oltre 300 Mondadori Bookstore aderenti al servizio, è ora possibile consegnare i propri libri usati (di tutti i tipi, tranne quelli scolastici), ricevendo in cambio una gift card corrispondente al valore attribuito al libro, utilizzabile nelle librerie Mondadori Store e sul sito Mondadoristore.it. Il servizio è condotto insieme alla startup Zeercle. Per utilizzarlo, si va sul sito Zeercle e tramite il codice a barre del libro si riceve una valutazione immediata del volume. Nessuno pensi di farci un business. Abbiamo provato qualche simulazione. I libri, a seconda dell’anno e dell’autore, vengono valutati in alcuni casi poche decine di cent, fino ad arrivare anche a 5 o 6 euro per romanzi appena usciti e di pregio. Ma il risultato del riciclo virtuoso dei libri è centrato.

Scalo Milano è il primo outlet con i parcheggi certificati Parksmart

Scalo Milano Outlet & More ha ottenuto la certificazione Parksmart, lo standard internazionale per la progettazione, la realizzazione e la gestione sostenibile dei parcheggi. Si tratta infatti della prima infrastruttura civile in Italia certificata secondo il protocollo Parksmart v1.0 for New Construction. Questo “bollino” di qualità fa parte di un percorso avviato da Scalo insieme al partner Greenwich, che aveva già portato ad ottenre due importanti certificazioni ambientali: il rating Very Good sia per la BREEAM International In-Use, Commercial Version 6, relativa alla gestione sostenibile degli edifici esistenti, sia per la BREEAM International New Construction V6, che attesta la sostenibilità delle nuove costruzioni.

Dati Adyen-OnePoll: italiani desiderosi di un checkout rapido al ristorante

I pagamenti digitali sono ormai una realtà consolidata nel panorama food & beverage italiano: costituiscono la modalità di checkout preferita dal 67% delle persone. È quanto emerge da una ricerca elaborata da Adyen insieme a OnePoll. In prima fila ci sono la carta di credito o di debito, come metodo utilizzato. I consumatori si dichiarano anche propensi a sperimentare altre soluzioni, come il saldo tramite app o Qr code, ma quel che conta è la rapidità. Se il 69% degli italiani sarebbe, infatti, disposto a pagare al tavolo tramite QR code o app, il 40% specifica che lo farebbe solo a fronte di un servizio rapido. L’equilibrio tra rapidità e comodità sembra anche determinare la differenza tra chi preferisce pagare il conto al tavolo e chi invece si reca alla cassa. Il mercato è suddiviso quasi a metà, con il 42% che predilige l’opzione seduta e il 48% quella in piedi. La cassa viene prescelta in modo particolare dal cluster “over 45”, specialmente per il contatto umano con l’operatore, mentre i giovani desiderano un’esperienza self check-out.

Essse Caffè sceglie MobieTrain per digitalizzare la formazione della rete vendita

Essse Caffè, storico marchio della famiglia Segafredo, ha scelto MobieTrain come partner tecnologico per digitalizzare e rendere più efficace il processo di formazione dello staff e della rete vendita. È stata sviluppata l’app MyEssse, che consente ai venditori e ai dipendenti di accedere in modo semplice e immediato a contenuti formativi tecnici, commerciali e operativi. Questo strumento integra e potenzia gli strumenti tradizionali di formazione, offrendo un’esperienza di microlearning che si adatta alle esigenze di un’organizzazione moderna e dinamica. “La nostra Forza Vendita è oggetto di una continua attività di formazione, finalizzata a dare il migliore supporto possibile ai clienti” ha spiegato Luca Cioffi, Direttore Generale di Essse Caffè. “Ma con i tantissimi contenuti realizzati, in ambito tecnico, commerciale e operativo, sentivamo il bisogno di avere uno strumento più moderno per facilitarne l’apprendimento da parte dei nostri venditori”.

MyCIA e Qodeup, nuova integrazione nel settore del menù digitale

MyCIA e Qodeup, tra i player più rilevanti sul mercato italiano per la digitalizzazione dei servizi horeca, annunciano una partnership strategica. L’accordo prende avvio con la distribuzione da parte di MyCIA del sistema di self checkout dal tavolo Q-pay, soluzione di pagamento sviluppata da Qodeup, unica del suo genere attiva nell’Europa mediterranea. “Dopo l’acquisizione di Dishcovery, questa nuova collaborazione ci permette di rafforzare l’offerta” racconta Pietro Ruffoni, Ceo di HealthyFood. Si riferisce appunto all’acquisizione operata sul finire del 2024 con cui Dishcovery, pur continuando ad operare con il proprio brand, è entrata a far parte del gruppo HealthyFood, che controlla MyCIA. “Abbiamo entrambi sviluppato piattaforme solide, scalato il mercato, e oggi riconosciamo il valore di unire forze e tecnologie per andare oltre il concetto di menu digitale e offrire un’esperienza completa, dalla scelta del piatto al pagamento” afferma Fabio Marniga, Ceo di Qodeup.

Calendario I prossimi appuntamenti di settore

5° RETAIL BAROMETER

Ecco l’incontro semestrale, corredato da numeri e statistiche, che fa il punto sull’andamento del mercato food e non food.

Milano, 25 settembre, www.confimprese.it sezione Eventi

TFWA

In Costa Azzurra va in scena il consueto appuntamento annuale con tutti i protagonisti del travel retail e in modo particolare del mondo dei duty free.

Cannes, 28 settembre - 2 ottobre https://www.tfwa.com/tfwa-world-exhibition-conference

SALONE FRANCHISING MILANO

Torna con l’edizione 2025 il più importante evento italiano dedicato al franchising, organizzato con il contributo attivo delle principali sigle di settore (Assofranchising, Confimprese e Federfranchising).

Milano, Allianz MiCo, 02 - 04 ottobre www.salonefranchisingmilano.com

AIGRIM Day

Ritorna finalmente la giornata di incontro istituzionale fra gli associati Aigrim e altri protagonisti della ristorazione di catena in Italia.

Milano, Centro congressi Confcommercio, corso Venezia 47, 16 ottobre https://aigrim.it/

HOSTMILANO

A Milano arriva la fiera mondiale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza, con il foodservice e l’ho.re.ca in primo piano.

Milano presso Fieramilano Rho, 17 - 21 ottobre https://host.fieramilano.it/

13° RETAIL & REAL ESTATE

Incontro sull’andamento del mercato degli immobili commerciali in Italia con un’attenzione ai nuovi trend emergenti. In questa occasione sarà presentata la ricerca annuale realizzata da Reno – Your Retail Partners, in esclusiva per Confimprese.

Rimini, Centro Congressi SGR, 22 - 23 ottobre www.confimprese.it sezione Eventi

SALONE DEI PAGAMENTI

Arrivato alla sua decima edizione, è stato ideato da Abi nel 2016, con lo scopo di realizzare il più importante appuntamento italiano su pagamenti e innovazione.

Milano, Allianz MiCo, 29 - 31 ottobre www.salonedeipagamenti.com/it

MAPIC

La principale fiera europea dedicata al real estate commerciale ritorna come di consueto in Costa Azzurra.

Cannes, Palais des Festivals, 04 - 06 novembre www.mapic.com/

FORUM RETAIL

Giunto alla sua 25esima edizione, Forum Retail, evento di Ikn, è diventato il più grande hub di networking tecnologico per la community italiana del retail.

Milano, Superstudio Più, 12 - 13 novembre https://ikn.it/forum-retail/

SICUREZZA

Evento leader in Italia e in Europa, è una vetrina delle novità e strumento di incontro e confronto per tutti gli operatori delle tecnologie per la security e l’antincendio.

Milano, fieramilano (Rho), 19 - 21 novembre www.sicurezza.it/

7° RETAIL & FINANZA

Confimprese organizza il consueto appuntamento dedicato al rapporto tra finanza, catene e in particolar modo alle opportunità che il retail offre nel mercato di oggi a fondi e altri investitori.

Milano, presso Dodecaedro Urbano (via Monte Rosa 91), 20 Novembre www.confimprese.it sezione Eventi

CAMBI DI POLTRONA

LETIZIA CANTINI

Amministratrice delegata

Svicom

Leitizia Cantini è la nuova amministratrice delegata di Svicom S.p.A. Società Benefit. Cantini, 44 anni, era entrata nel gruppo nel 2018 e dal 2020 ricopriva il ruolo di General manager e partner, mentre è anche Ceo delle controllate Svicom Agency e Svicom Gestioni Condominiali. Ora assume interamente la guida di Svicom. In precedenza aveva lavorato per Unicoop Firenze, diventando la più giovane dirigente del sistema Coop.

CATTAGNI Head of Retail Agency di Savills

Francesca Cattagni è la nuova responsabile del dipartimento Retail Agency di Savills. Si tratta di una nuova struttura, che unifica sotto un’unica direzione i team di Leasing Out of Town, High Street Leasing e Tenant Representation Retail. Marcello Deledda continuerà a ricoprire il ruolo di Head of Leasing Out of Town. “La nascita del nuovo dipartimento e la nomina di Francesca rappresentano un passo importante verso un modello più agile, più moderno e coerente con la nostra strategia locale ed internazionale” ha commentato Davide Dalmiglio CEO di Savills.

Capital Markets Director

Nhood Services Italy

Dario Ferraina è il nuovo direttore del team Capital Markets di Nhood Services Italy, mentre al suo fianco Marco Fuggetta è Capital Markets Manager. Entrambi riporteranno a Federico Valentini, Global Head of Capital Markets. Ferraina, professionista con oltre 20 anni di esperienza nella finanza immobiliare, prima di entrare in Nhood ha ricoperto il ruolo di Director nella divisione Deals di PwC, specializzandosi in operazioni nel settore hospitality. In precedenza, è stato Vice President in Vitale&Co. Marco Fuggetta vanta quasi dieci anni di esperienza nel settore immobiliare, tra cui CBRE e Kroll.

TOM FOLEY

Ceo di Intersport International

Tom Foley, dal primo luglio, è il nuovo Ceo di Intersport International Corporation. Per il manager è un ritorno nell’azienda in cui era giù stato direttore generale, dal 2011 al 2017. Di recente, aveva ricoperto la carica di Ceo di Go Sport a aveva lavorato per Courir, da poco passata a Jd Sports. La nomina di Foley segue il recente annuncio dei risultati finanziari positivi del gruppo per il 2024, che si è chiuso con vendite omnicanale globali pari a 14 miliardi di euro, con un aumento del 2,1% rispetto al 2023.

PAOLO DE CESARE

Presidente Grandi Stazioni Retail

Paolo De Cesare è stato nominato Presidente del Cda di Grandi Stazioni Retail. Una nomina che avviene sulla scia del ricambio di management operato dalla nuova proprietà (Dws e Omers). Il ruolo è quello di presidente non esecutivo, a supporto di azionisti e stakeholder. De Cesare, che fa anche parte del cda di Attica department stores (in Grecia) ha un lungo passato in ambito retail di fascia alta e per tredici anni è stato presidente e Ceo di Printemps. Romano, laureato in Economia e Commercio, è stato anche presidente dell’associazione IGDS (International Group of Department Stores).

LUCA MANDELLI

Direttore Marketing Nespresso Italia

Nespresso annuncia la nomina di Luca Mandelli a nuovo Direttore Marketing per l’Italia. Con una laurea in Economia e Management presso l’Università Bocconi di Milano e un master all’ESADE Business School di Barcellona, Mandelli vanta un percorso internazionale in ambito marketing, maturato in aziende leader di prodotti e servizi come L’Oréal e Vodafone dove ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità, con una particolare attenzione allo sviluppo di strategie di brand e customer experience end-to-end.

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