

Zaiting van Cirkul Kultural va Tischlbong
aufprocht is 1984 van Mauro van Cjapitani
aufprocht is 1984 van Mauro van Cjapitani
N. 109 - Avoscht 2025 Druckarai cortolezzis Palutsch
In leistn sunti van mai monat, avn sunti van gaasa, is ckeman dar Fabrizio Nonis. In gonzn toog hottar tischlbongara o ganoman, unt nitt lai, asin eipas hont darzeilt ibara schprooch unt praicha, bosta virn doarf hott gabelt soon unt as darzeilnt nouch in haint ols bos mittar gaas zan tuanan hott. Peisar zan mochn ckenan bia unt bos asmar da gaas milach odar da gaas schouta odar in gaas ckaas meik prauchn, hottar mittar Eddie ckreit van nojan piachlan as is boarn gadruckt unt as va asou bos rein tuat.
Dar ckouch Fabrizio hott noor necklan vrisch gachoucht asar mittar gorgonzola va gaas ckaas o hott gamocht unt asmar mitt glust hott gameik ckoustn. Untara ckircha, berda hott gabelt, hotzi gameik ainschraim unt ckoustn bos da junga van cefab va Kodroip honant olsarlai gackoucht min guatn zoi as var gaas milach ausar ckimpt. anias eisn is boarn voartschteilt mit an sghluck bain var Azienda Bodigoi Nicola.
Berda seem is gabeisn hott gameik a ckoustn da gaas ckaasa in konkors as a giuria va lait, asi guat ausckenant, hont noor premiaat.
Aniga honzi ain tschrrim zan gianan schuang in groasn schtool van Gioachino in Alp: dar Ennio hotza pfiart unt dareimst darzeilt praicha unt liandlan van unsarn dearfar. In Museo van Eraschtn Beltckriag, in deen boarman unt schpasigar toog, hottmar a gameik gianan schaung, baldar in gonzn toog oufa is gabeisn.
Da Romina hott ckoot procht sai viich unt an lama as guat min ckindar iis pliim unt asa hott untarholtn.
Dar Sunti van gaasa gipt anias joar eipas nojs. Berbas boffar schiana nojarickait as bearnt anondar joar ainpfiart?
Dear sunti is schuan va longa hear boarn aufprocht. A mool, is da meiglickait gabeisn zan mein seachn unt aus suachn zan ckafn da schianastn gaasa odar pecka. In haint mitt ola da regiarn as sent umanondar zan viarn is viich, da gaasa asmar meik seachn sent lai biani, ovar da voarm asmar sicht sent obla da seen var “camosciata delle Alpi”, da gaas asi peisar tuat gabenan leim afta schtickla oartn as bia da seen as pan uns sent.
Is obla gabeisn as dar peisasta gaas ckas hont an premi darbischt van lait asi guat
Da earschtn bouchn van sghuin dar swan is bidar af tischlbong gabeisn. in sool van cinema sent boarn gazak da videos van tischlbongara as eipas hont darzeilt van sojarn leim. Avn vertin is boarn gazak a schtickl video van film as beart darzeiln bos da baibar hont gatonan in earschtn Beltckriag. van monti 9 sghuin pis in vraiti 13 sghuin, bearsi hott ckoot aintschriim, hott gameik, min hilf van Swan, learnan a film mochn, bosmar muast beisn unt richti ainviarn asou viil as ols zoma past.
Is liandl as is boarn auszuacht zan darzeiln, iis is sega van Fischiosauro. Da junga hont gamuast van an eika avn ondarn gian aus suachn is peisasta plotz bo o neman. houfmar, in biani, zan seachn bosa hont gamocht.
V.P.
ausckenant zan darchenan in peisastn tschmooch unt mendar ganua hert iis unt zoma plaipt. Unt asou isis aus gongan hojar aa. Kein mitoog is boarn zok dar beila ckaas bar dar peisasta.
Da schualara van cefab, mit guata baindar darpai, hont gamocht ckoustn bosa hont ckoot ckrichtat. In gonzn toog, da gaigara va sudri, hont untarholtn mit sojara lustiga musik.
ols bosta is boarn o ganoman in seen toog, meikmar seachn druckntar deen cknofa.
V. P.
In 12 avoscht um 8 tschnochz, pachmerasi ola zoma virn LUstIGAR oUBARLoNt
Miar bearn rein van nojan piachlan UNsARs EIsN as darzeilt ols bosmar mittar gaas milach meik ckouchn.
Dar Fabrizio beartuns mochn ckenan bosar van oldarlai hott tschrrim ibara ckrofn as ear ckoucht in oldarlajana moniar.
Meimar seachn in video as is boarn gadrat min maschkaras van unsar vosching.
Zoma schaung in video as dar Fabrizio Nonis hott gadrat virn sunti van Gasa.
Uma 8:30 tschnochz van 30 avoscht dar tschock tonzara van GULDANA PEARL mocht sunti vir da 45 joar. Zoma tonz mit unsara ckaln unt groasn ckimpt a grup va Palù in val Fersina, da PALAIAR LEAR MUsIKANtEN, bosa taitsch reint as bia miar.
liandlan avn cinema: dar ckurza film as reit van Fischiosauro
Dal 9 al 13 giugno 2025 si sono svolte le selezioni per il master cinematografico diretto dal regista Swan Bergman, un’iniziativa aperta a tutti i ragazzi e le ragazze interessati al mondo del cinema e della regia. ho avuto la fortuna di partecipare, insieme a Sofia Bugliani, Ines Del Bianco, Viola Maieron e Malvina Di Ronco, a questa esperienza che ci ha portate a ideare e realizzare un breve cortometraggio ispirato alla leggenda del Fischiosauro: un’enigmatica creatura che, secondo la leggenda, abitava le acque della palude di Casalisega tra gli anni ’40 e ’60, emettendo misteriosi fischi. La leggenda del Fischiosauro, oltre a essere il simbolo caratteristico del Gran Ducato di casalisega, è una delle storie più popolari e amate dei nostri paesi. Il primo giorno di master, swan ci ha prima illustrato il progetto che avremmo realizzato insieme, per poi introdurci alle nozioni fondamentali per realizzare e produrre un cortometraggio, spiegandoci sia gli aspetti tecnici sia quelli teorici della produzione cinematografica. Il vero e proprio lavoro da "registe e attrici" è iniziato il secondo giorno, quando abbiamo cominciato le riprese: dopo esserci riuniti tutti quanti e aver concordato le scene da girare, siamo subito andati sul luogo. A supportarci c’era Davis, il nostro operatore tecnico, esperto nell’uso di telecamere e droni professionali, che ha contribuito a dare al cortometraggio una qualità visiva davvero professionale. Le scene le abbiamo interpretate tutte molto "a braccio", senza copione, per
orendere battute e reazioni il più spontanee possibile.
Durante il secondo giorno, ci siamo anche recate da Martha, la creatrice della scultura del Fischiosauro che si trova all’ingresso di Casalisega, per intervistarla sul suo lavoro e sulla sua passione da scultrice. Le informazioni che ci ha fornito sul Fischiosauro si sono rivelate preziose per arricchire e definire meglio la trama del nostro cortometraggio.
Il giorno successivo siamo andate a girare alcune scene insieme a Beppino Matiz van Messio, che ci ha raccontato i suoi ricordi legati al Fischiosauro, aggiungendo un prezioso tocco di autenticità e memoria alla nostra narrazione. Preziosa è stata anche la partecipazione di Agnese Fior, il cui personaggio ha infuso carica e speranza ai nostri protagonisti, spronandoli a non scoraggiarsi e a proseguire con determinazione nella ricerca del Fischiosauro.
Questa esperienza è stata davvero bella e formativa, ci ha fatto uscire dalla nostra comfort zone e metterci in gioco in modi che non avevamo mai provato prima. Abbiamo imparato tanto, sia dal punto di vista tecnico che umano, e ci ha fatto capire quanto sia importante lavorare insieme e avere passione per quello che si fa. Un grazie grande a swan Bergman e a tutti quelli che ci hanno dato questa opportunità incredibile: è stato un percorso che non dimenticheremo facilmente.
Emma Mentil
Is liandl van Fischiosauro in musika
gni volta che ascoltiamo un racconto, sia che siamo bambini o adulti, andiamo a pescare nella memoria ciò che può aiutarci a dare una qual forma ai personaggi, ai luoghi, agli avvenimenti che lo caratterizzano. ciò succede anche a chi ascolta la leggenda del Fischiosauro. La nostra immaginazione cerca di dare forma alla provenienza dei “fischi”, a ciò che succede ogni sera all’imbrunire nella palude.
Il lavoro realizzato, ha ribaltato il tutto: la potenza evocativa delle parole che con la giusta intonazione e le pause d’effetto crea, in chi ascolta, aspettativa e curiosità nel conoscere come il racconto si svolge, è stata completamente sostituita dalla musica. Una musica particolare, fatta di suoni che hanno reso l’atmosfera misteriosa della palude e del suo abitante che si muove tra sbuffi, fruscii, mormorii, gorgoglii, che ogni tanto si fa sentire, ma resta spesso nascosto. Certamente la leggenda si presta ad un’interpretazione dove la sonorità e le tracce musicali possono benissimo sostituire le parole e accompagnare l’immaginazione. tuttavia, anche se siamo abituati ad un altro tipo di musica e a melodie più orecchiabili, riteniamo che ciò che abbiamo sentito ben si addice al vostro racconto della storia del Fischiosauro. É questo quello che abbiamo avuto modo di sentire il 26 aprile al bar da Pakai, quando due musicisti hanno presentato il risultato del loro lavoro dopo aver ascoltato la storia del Fischiosauro. https://youtu.be/KH1L4gCt5d8?si=wYQuiPFotxGt-ucb V.P.
Boartndar da suntigis van avoscht
Aspettando il ferragosto
Avete presente quei quattro giorni che aspetti tutto l’anno? Quei giorni in cui timau rinasce, si riempie di persone, di festa, di vita, quei giorni in cui a noi ragazzi è concesso stare fuori fino a tardi? Questo è il Ferragosto Timavese per me, non solo una bella festa, ma un’occasione per stare con gli amici e per conoscere persone nuove. Io, assieme ad altri giovani, partecipo alle attività dell’evento: il mio compito è quello di fare la cameriera, servo alle persone la loro cena/pranzo e mi occupo di verificare che ci sia tutto quello che hanno ordinato. Ammetto che a volte è una mansione stancante ma la soddisfazione che si riceve alla fine e la voglia di stare insieme supera di gran lunga la fatica. La parte più bella di ogni serata è quando, tutti assieme, ci prendiamo una pausa gustando un fantastico panino (ovviamente accompagnato da un buonissimo dolcetto) una combinazione a cui non si può rinunciare, non credete? Noi siamo solo una piccola parentesi di questa festa, ma nonostante questo, tutti ci fanno sempre sentire importanti, come tasselli fondamentali di un grande puzzle. Spero di aver reso l’idea di quello che il Ferragosto timavese rappresenta realmente. Per noi, ogni anno è un successo, gente che arriva da tutte le parti fa una piccola sosta per prendersi un attimo di pausa vivendo un po’ la vita del paese. Non mi resta che sperare che tutto ciò vada avanti per molti anni ancora. Ines
Unsadar asilo premiaat af Bain La scuola dell’Infanzia protagonista a “Città Fiera premia la tua classe”
Mercoledì 21 maggio 2025, si è conclusa l’undicesima edizione dell’iniziativa promossa da città Fiera alla quale ha partecipato anche la nostra Scuola dell’Infanzia, sviluppando il tema “SPRECO ALIMENTARE: come evitarlo nella vita di tutti i giorni”, aggiudicandosi, per il miglior disegno, il PREMIO SPECIALE IO SONO FVG consistente in un’esperienza di cucina. Alla stessa scuola è stato altresì consegnato un kit di attrezzatura sportiva marchiato Io soNo FvG.
Anche quest'anno abbiamo riscontrato grande partecipazione alla 39ª edizione della Festa delle capre, simbolo di tradizioni, gusto e talento. L’ultima domenica di maggio, come da tradizione, Piazza S. pio X si è riempita di sorrisi, profumi e turisti per celebrare i prodotti caprini. Un evento atteso ormai da tutti i compaesani e sempre più apprezzato anche da chi viene da fuori, riesce ogni anno a mescolare sapientemente identità, gastronomia e tradizione, facendo di un piccolo paese di montagna il cuore pulsante della Carnia, almeno per la giornata principale. Anche quest’anno, la festa è cominciata il sabato pomeriggio, con un momento importante e molto sentito: la 31ª Rassegna Regionale dei Prodotti caprini, che si è svolta a porte chiuse nei locali sottostanti alla Chiesa del Cristo Re. Questa è stata un’occasione preziosa per dare visibilità alla qualità delle produzioni locali e premiare la passione e la cura che tanti allevatori e casari dedicano ai loro prodotti. Per quanto riguarda il concorso caprino tra le caciotte nella categoria professionisti, a distinguersi sono stati:
- candotti Giovanni da Lauco
- Patrizia Pistor da campeglio (Faedis)
- Agricleulis da casali sega (timau)
Per la categoria amatori, invece, ovvero chi produce per autoconsumo, ha vinto Paola Gaspardo da Campagna, frazione di Maniago. Infine, nella categoria caprino morbido, il primo premio è andato a Gabriella Nassutti da Forni Avoltri. Un grande applauso va a tutti i partecipanti, che mantengono vive le tecniche antiche della nostra terra, dando valore al territorio e a un’economia montana fatta di autenticità e sacrificio.
A TUTTO GAAS
Passiamo ora alla serata di “A tutto Gaas” dove il talento dei più piccoli ha acceso il sabato sera: sul palco della sala parrocchiale è andato in scena un frizzante talent show per bambini e ragazzi di timau e dintorni. Uno spettacolo ricco di emozioni, risate e tanta simpatia, condotto magistralmente dalla giovane christel Puntel, che ha saputo alternare ironia e dolcezza, regalando al pubblico un intrattenimento genuino e pieno di cuore. sul palco si sono susseguiti sketch comici, canzoni, balletti e numeri di ginnastica artistica. Abbiamo riso con Andrea ed Erik, ci siamo commossi ascoltando Greta e Zeno con “A modo tuo”, abbiamo ammirato il balletto di camilla, cantato a squarciagola con Andrea e Johanna, ci siamo lasciati travolgere dall’energia rock di Petra, per concludere con lo spettacolare numero di Emerik, con salti e acrobazie da lasciare tutti a bocca aperta! Il tutto accompagnato da basi musicali, videoclip, sottofondi ed immagini. Il pubblico, infine, ha potuto votare i preferiti tramite QR code, ma in realtà… hanno vinto tutti, perché lo spirito della serata era quello della condivisione, del divertimento e dell’orgoglio per i nostri giovani.
Un grazie speciale va alla Parrocchia di timau, al circolo culturale G. Unfer, ai genitori che hanno reso possibile questa serata davvero memorabile.
SUNTI: DAR SUNTI VAN GASA
Domenica: la festa entra nel vivo
Il giorno seguente, domenica 25 maggio, alle ore 9:00, con l’arrivo delle capre in piazza, si è aperta ufficialmente la manifestazione. Le strade del paese si sono animate con i tradizionali mercatini di hobbistica, prodotti artigianali e agroalimentari, mentre dai chioschi sempre aperti si sprigionavano i profumi dei piatti della tradizione, tra cui spiccavano il capretto arrosto, la lasagna alle erbe con formaggio di capra, i ckropn e molte altre bontà tutte da gustare. Il tutto accompagnato dal gruppo itinerante “I si Bemolle” che ci hanno allietato e divertito con musica popolare tradizionale. Nel cuore della mattinata c'è stato il momento culinario con lo chef Fabrizio casali, che ha deliziato i presenti con la preparazione di un piatto a base di prodotti caprini, dimostrando come anche la cucina di montagna sappia reinventarsi con creatività. Nell’occasione è stato anche presentato il nuovo libretto di cucina “Unsars Eisn”, che raccoglie ricette a base di formaggio, ricotta e latte di capra. Un lavoro prezioso, che unisce sapere popolare e nuove generazioni, mettendo nero su bianco i sapori del territorio al fine di stimolare nuovi aspiranti cuochi.
contemporaneamente, nella sala oratorio della chiesa del cristo Re si sono svolti tre turni di degustazioni guidate, ciascuno della durata di circa 20-30 minuti, che hanno accompagnato i visitatori in un vero e proprio viaggio sensoriale nel mondo dei prodotti caprini.
Protagonisti di questo momento sono stati gli allievi del cEFAP di codroipo, supportati dallo chef dell’Unione Cuochi del Friuli venezia Giulia, che hanno preparato dal vivo, davanti al pubblico, un piatto davvero speciale: risotto con crema di formaggi di capra, olio all’aglio orsino e erbe aromatiche, completato da una noce di varhackara, il tradizionale battuto timavese di lardo, spezie e aromi. Mentre i ragazzi cucinavano, il dottor valusso, esperto del settore, spiegava in modo chiaro e coinvolgente le caratteristiche dei prodotti in concorso, aiutando il pubblico a conoscerne pregi, varietà e differenze.
Ad arricchire ulteriormente l’esperienza, è stato proposto un abbinamento con i vini dell’Azienda Agricola Bodigoi Nicola, serviti con grande competenza e disponibilità da silvia, sorella del titolare e sommelier, che ha saputo consigliare al meglio ogni calice in armonia con i sapori del piatto.
Al termine della degustazione, tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di assaggiare i formaggi in gara, esplorando così un panorama di gusti unico, che racconta la varietà, la qualità e la ricchezza del patrimonio caseario caprino del territorio. Dopo le ore 14:00 la sala è stata aperta al pubblico per degustare i vari formaggi e spalmabili, potendo votare il preferito (giuria popolare).
Passiamo ora ai più piccoli, intrattenuti da “L’allegra fattoria” di Romina che ha proposto giochi, animali da accarezzare, attività ludico-educative e tanto divertimento con il lama Poldo! Nel frattempo, chi desiderava conoscere meglio il nostro territorio ha potuto partecipare anche all’uscita con visita alla stalla di Gioacchino, guidata da Ennio, un vero conoscitore dei luoghi adiacenti al paese, capace di raccontare curiosità e guidare tra i sentieri gli interessati.
Infine, il Museo della Grande Guerra, sempre aperto durante la giornata, ha accolto numerosi visitatori interessati a scoprire una parte fondamentale della nostra storia, immersa nel contesto suggestivo delle montagne carniche e delle portatrici.
A schiana nojarickait: Fabrizio Nonis af Tischlbong min "Bekér on Tour"
La sorpresa: Fabrizio Nonis a Timau con "Bekér on Tour"
A impreziosire la giornata, è stata la presenza del noto volto televisivo Fabrizio Nonis, che ha realizzato proprio a timau una puntata speciale del suo programma “Bekér on tour”, interamente dedicata alla nostra festa.
Durante la registrazione, Nonis ha intervistato lo chef Fabrizio casali, ha visitato i chioschi e i mercatini, ha parlato con velia Plozner che gli ha raccontato l’anima culturale del paese, ha ascoltato il racconto di Nice Matiz sulla tradizionale Festa delle capre, ha ripercorso con il vice sindaco Fabrizio Dorbolò la storia delle Portatrici carniche, ha conversato con il sindaco Luca scrignaro sul tema del turismo, ha prestato attenzione a quanto ha raccontato Luca Piacquadio in merito al Museo della Grande Guerra, ha registrato le parole di Eddie che presentava il nuovo libretto culinario, ha incontrato Massimo Mentil perché parlasse della varhackara.
Il servizio ha messo in luce non solo i sapori, ma soprattutto le persone, l’impegno degli organizzatori, il forte legame con la montagna e con la tradizione, simbolo di fatica e risorsa preziosa in queste terre. La puntata è visibile su Youtube al seguente link: https://youtu.be/CL9-Q0P-0Ig
Infine, a mezzogiorno e mezza, in piazza, si è tenuta la premiazione ufficiale dei vincitori della Rassegna Regionale dei Prodotti caprini, che ha richiamato l’attenzione e l’applauso di tutti i presenti. Un’occasione per ribadire che, dietro ogni formaggio premiato, ci sono storie di dedizione, di tradizione familiare, di passione per la terra. concludendo quindi, la Festa delle capre non è solo un evento folkloristico, è una manifestazione che parla di identità e di appartenenza, capace di far incontrare le generazioni, di tramandare saperi, di fare comunità in modo vero. È la dimostrazione che anche un piccolo paese, se unito e motivato, può creare qualcosa di grande, autentico e memorabile.
Un ringraziamento va a tutti: volontari, cuochi, allevatori, artigiani, bambini, famiglie, associazioni, senza dimenticare gli enti locali che ogni anno sostengono l’iniziativa.
Arrivederci al prossimo maggio, anno 2026, con un’altra edizione ricca di emozioni, risate, gusto e orgoglio per il nostro amato timau. Nice
A festival van Pearga af Tischlbong as reit va portatrices, va schproch, va identitaat
montagne parlano: storie di portatrici, lingua
Lo scorso 8 giugno, presso la Piazza San Pio X di timau, si è tenuto il Festival della Montagna, un evento che ha unito passato, presente e futuro, mettendo al centro la memoria e l’identità delle nostre montagne raccontate attraverso il cinema. Il progetto “territorio e storia – omaggio alle Portatrici carniche”, curato dalla casa di produzione EtD Movie in collaborazione con il comune di Paluzza e con il sostegno del bando PNRR “Il Bosco nel Borgo – Il Borgo nel Bosco”, prevedeva un calendario ricco di iniziative pensate per coinvolgere direttamente la comunità e, in particolare, le nuove generazioni. tra questi anche un hospitality village con stand culturali, mostre, installazioni e spettacoli dal vivo, realizzati in collaborazione con le associazioni del territorio, e un maxischermo su cui proiettare i documentari. Purtroppo, a causa del maltempo, l’evento non si è potuto svolgere completamente come previsto e i vari interventi si sono tenuti all’interno della Casa della gioventù. Il festival è iniziato alle ore 15 con una relazione storica di Luca Piacquadio, direttore del Museo della Grande Guerra di timau, e Novella Del Fabbro che ha arricchito il pomeriggio con racconti toccanti di storie d’amore vissute tra le trincee. Il pomeriggio è proseguito con un documentario sulle vicende del Pal Piccolo a cura del redazionale tele Alto But e la proiezione di una serie di documentari prodotti da EtD Movie, con la regia di swan Bergman. tra questi, Eudaimonia e Pancor, documentari già noti, e i nuovi Tischlbongarish e L’eredità della Gerla. Gli ultimi due documentari sono stati realizzati con materiale d’archivio e testimonianze.
Tischlbongarish è una registrazione di persone del paese che in lingua timavese hanno risposto a domande poste dal regista swan su svariati temi; i più anziani hanno parlato anche dei ricordi della loro infanzia vissuta all’estero.
L’Eredità della Gerla, invece, è una raccolta di interviste svolte nell’ambito dei casting del film “Stelute”,
Nel meraviglioso teatro di timau il 24 maggio, alla vigilia della rinomata festa delle capre, si è tenuto il talent show a "tutto gaas" (Gaas in timavese significa proprio capra!) dove si sono esibiti cantanti, ballerine, acrobati, giornaliste e comici!
Quando ci hanno proposto di partecipare a questo bellissimo talent show, noi ragazzi e bambini ci siamo molto emozionati e ci siamo subito messi a pensare a come stupire tutti con le nostre svariate “doti”.
- Erik e Andrea, due ragazzi nati per fare i comici, ci hanno fatto sbellicare dalle risate imitando due mafiosi siciliani, Uomini e Donne ed infine un giornalista e un politico.
- Greta e Zeno hanno fatto un duetto e per il talent ci hanno cantato “A MoDo tUo”, il meraviglioso
che hanno visto protagoniste giovani ragazze del territorio, alcune delle quali sono discendenti dirette delle Portatrici Carniche, figure eroiche della Prima guerra mondiale il cui contributo per fornire supporto ai soldati in trincea durante il conflitto è stato fondamentale per la storia del territorio. Le intervistate hanno parlato dell’eredità storica lasciata dalle Portatrici e dell’importanza di conservare e tramandare la loro memoria. Alla fine della serata è stato proiettato il teaser del film “stelute” a loro dedicato. Il regista swan Bergman sottolinea che si tratta di un progetto ambizioso, con la volontà di ricostruire con rigore storico ambienti, costumi e usanze dell’epoca, mantenendo viva la lingua locale. A interpretare queste eroine saranno giovani attrici del posto, discendenti delle portatrici. Un'iniziativa che rappresenta un ponte tra passato e presente, e che restituisce voce e dignità a una memoria collettiva spesso dimenticata.
Nel corso della giornata, si è svolta anche la rassegna cinematografica “Monts in Lûs”, dove otto cortometraggi hanno raccontato il patrimonio e le tradizioni delle nostre montagne attraverso temi come la memoria storica, le tradizioni, la vita in montagna, la sostenibilità ambientale, le leggende e la resistenza delle lingue minoritarie. I corti, scelti da una giuria composta da professionisti del settore cinematografico e operatori culturali del territorio, sono stati proiettati e premiati dal regista swan Bergman decretando come miglior film “Femenate” realizzato da Devis Solerti. Il festival ha rappresentato un momento importante per la comunità, un’occasione per valorizzare quel patrimonio di memoria e di cultura che rende uniche le nostre montagne e il paese di timau in particolare. Valentina Unfer
Il commento del regista Swan Bergman postato su Facebook “Un evento straordinario a timau! sabato 8 giugno è stata una giornata davvero speciale per noi di EtD Movie: siamo stati incredibilmente orgogliosi di curare il concept e la direzione artistica dell’evento principale del Festival della Montagna, ‘Territorio e Storia – Un omaggio alle portatrici carniche’, tenutosi a timau. In un contesto ricco di memoria, cultura e montagne, abbiamo presentato in anteprima due dei nostri nuovi documentari: Eredità della Gerla e Tischlbongarish. Nell’ambito del festival di cortometraggi Monts in Lûs — che ha ospitato otto corti dedicati al patrimonio montano e ha premiato ‘Femenate’ come miglior film — abbiamo vissuto una giornata intensa di cinema, dialogo e identità locale. Il momento più emozionante? La proiezione finale dell’esclusivo teaser di Stelute, il nostro prossimo film girato a Paluzza e timau, che ha commosso e catturato il pubblico sotto le stelle. La serata si è chiusa con una simbolica processione dallo schermo gigante verso la montagna reale, regalando un finale indimenticabile. È stato un momento di profonda riflessione, memoria e bellezza condivisa, animato da una comunità viva e partecipe. Grazie a tutti coloro che ci hanno accompagnato e sostenuto lungo questo percorso. Le montagne parlano… e noi continueremo ad ascoltarle.”
Il teaser di Stelute è disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=WO3p_7E3Wvk
STELUTE – Aiutaci a completare il film sulle Portatrici Carniche, eroine dimenticate della Grande Guerra https://gofund.me/24441343
pezzo di Elisa, facendoci emozionare, sciogliere il cuore e riempire fazzoletti di lacrime.
- Andrea ed io, all’inizio, avevamo dei dubbi sul da farsi, lo ammetto, ma alla fine abbiamo deciso di ispirarci agli anni ’90 e per questa edizione abbiamo cantato “SARA’ PERCHE’ TI AMO” dei Ricchi e Poveri e “FELICITA’” di Al Bano e Romina Power: è stato divertente cercare di cantare come loro, assumere le loro caratteristiche nei movimenti e le corografie sul palco e immedesimarci in quei tempi per scegliere i vestiti adatti
- camilla, la nipotina di santo Puntel di casalisega, ha ballato come una vera ballerina a ritmo di una musica caraibica, facendoci emozionare e mandandoci con la mente in un posto colorato e pieno di fiori mentre piroettava sul palco!
- Ed ecco arrivare Christel che con “l’A.TG” ci ha
informati sulla attualità locale con ironia e simpatia! E devo proprio dirti, cara christel che hai talento come giornalista!!! La ringraziamo per averci anche fatto da presentatrice e per aver mantenuto tutto l’entusiasmo e la voglia di fare fino alla fine!
- Emerich ci ha fatto stare col fiato sospeso mentre faceva spaccate, verticali, salti mortali e acrobazie assurde. sembrava una farfalla mentre piroettava per il palco con una disinvoltura degna di un ginnasta olimpico!
- La piccola Petra da trieste è stata bravissima poiché nonostante la sua tenera età si è esibita, ci ha cantato con la sua voce angelica una canzone tipica del suo paese “EL tRAM DE oPcINE” e “QUEL MAZZoLIN DI FIoRI”
Un grande ringraziamento anche a Ines che si è occupata delle luci, delle tende e della disposizione delle cose sul palco!
Grazie Nice, sei stata bravissima e penso che ragazze in gamba come te ce ne siano pochissime: hai inventato il talent e lo hai realizzato, hai creato gli sfondi, recuperato i microfoni, creato il volantino e sopportato, supportato e dato consigli a noi ragazzi durante le prove
Ma soprattutto grazie di cuore al circolo culturale Giorgetto Unfer, alla Pro Loco di timau ed alla parrocchia che ci ha permesso di usufruire della sala! Noi ragazzi aspettiamo la nuova edizione di “A tUtto GAAs” e aspettiamo anche altri ragazzi che partecipino con noi!
Mandi!
Johanna Di Ronco
Dopo il successo di pubblico del 2023 e del 2024 torna in carnia a Paluzza (UD), dal 27 al 28 settembre 2025 la 3a edizione di FORESTER la fiera agro-forestale dinamica che mette al centro il bosco, le filiere del legno e la cura del territorio alpino.
Nella splendida cornice dei Laghetti di timau, lungo un percorso di visita che si sviluppa in bosco, il pubblico può assistere a prove dinamiche della meccanizzazione agroforestale per l’esbosco, la prima lavorazione del legno e la manutenzione del territorio montano
FORESTER si rivolge non solo all’utenza tecnica, professionale e hobbistica ma anche ai molti appassionati ai temi dei boschi e del legno con una rassegna di macchine, attrezzature, accessori ed
abbigliamento.
La Manifestazione ha infatti il duplice obiettivo di stimolare gli operatori di settore a migliorare la propria attività attraverso l’innovazione tecnica e la formazione professionale e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gestione sostenibile del patrimonio forestale, sulla tracciabilità dei prodotti legnosi e sulla migliore valorizzazione del legno locale attraverso le filiere corte bosco-legno Al fine di illustrare meglio l’esposizione, ogni giorno sono organizzate 3-4 visite guidate con un esperto che accompagna il pubblico lungo il percorso di visita fornendo informazioni per la comprensione delle varie fasi di lavoro, dall’esbosco alle prime lavorazione del legname, nonché concetti quali l’efficienza e la sicurezza sul lavoro. Per questa edizione ci sarà uno speciale focus sulla formazione, sia dedicato a chi intende avviare la professione partendo dalle basi come ad es. l’uso corretto della motosega sia per l’aggiornamento tecnico degli operatori attraverso delle specifiche dimostrazioni con attrezzature innovative curate dai principali soggetti in Regione deputati alla formazione.
sono, come sempre, previsti anche eventi collaterali come le dimostrazioni di costruzioni in legno, gli scultori in legno con motosega e, come evento di sport/spettacolo, il grande ritorno delle avvin-
Il giorno tredici luglio si è tenuta l’inaugurazione e la benedizione della meridiana da me realizzata sulla facciata del “cinema” di timau. La casa della Gioventù, che insieme alla imponente chiesa “cristo Re”, delimita la piazza San Pio X, in tempi passati ospitava una meridiana, purtroppo andata persa. Il consiglio parrocchiale, con il supporto del comune di Paluzza ed il contributo regionale per le lingue minoritarie, ha deciso di commissionarmi un nuovo orologio solare, contenente una frase riferita allo scorrere del tempo, in lingua timavese. ho presentato alcuni bozzetti, cercando di mantenere la sobrietà propria dell’edificio ospitante, facilità di lettura e richiami alla tradizione.
Una volta capito quale poteva essere il modello più adatto, ho misurato latitudine e longitudine del sito, inclinazione della parete e disegnato il quadrante solare. vi sono molti tipi di orologi solari, questa è una meridiana verticale con linee orarie alla francese, quindi con gnomone obliquo o polare (ha infatti la stessa inclinazione dell’asse terrestre, anziché essere perpendicolare al muro come lo stilo delle meridiane con ora italica).
L’ora è segnata dall’ombra dell’intera asta dello stilo, che durante il giorno corre da sinistra verso destra sovrapponendosi alle varie linee orarie; quindi l’ombra dello gnomone è una sorta di “lancetta”, mentre le frecce sono le ore (indicate con numeri romani). Ovviamente l’orientamento della parete e la conformazione della nostra valle, consente di leggere le ore solo quando la facciata viene illuminata dal sole.
Il meridiano di riferimento per l’Italia, ed in generale per l’Europa, è il meridiano Etneo, ovvero il meridiano che passa proprio sul vulcano Etna e si trova a 15°E rispetto al meridiano di Greenwich; osservando l’ora della meridiana e confrontandola con quella dei nostri orologi si noterà una differenza anche di un quarto d’ora; questo a causa dell'ellitticità del percorso della terra intorno al sole, quindi alla variazione di velocità del nostro pianeta (è massima quando la terra si trova al perielio, cioè alla sua minima distanza dal sole intorno al 3 gen-
centi gare dei Boscaioli con Michael Del Pin, quest’anno classificatosi al secondo posto al Campionato Italiano timbersports.
Ingresso gratuito al pubblico, sabato e domenica 27 e 28 settembre dalle ore 9:00 alle 18:00. FORESTER gode del patrocinio ufficiale della Comunità di Montagna della carnia e del comune di Paluzza ed è organizzata in collaborazione con le imprese boschive locali.
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naio, ed invece è minore quando la terra si trova all'afelio intorno al 5 luglio). si può correggere questa discrepanza disegnando una curva analemmatica, una specie di 8, in corrispondenza di ogni ora, ma il risultato è di difficile lettura, rispetto alle linee orarie francesi.
Ne risulta che sono solo quattro i giorni dell’anno in cui l'ora del nostro orologio coincide con quello della meridiana, se le linee orarie sono riferite all'ora del fuso etneo: il 16 aprile, il 13 giugno, il 1° settembre e il 25 dicembre… considerando che da marzo ad ottobre in Italia si adotta l’ora legale, possiamo sperare di leggere un’ora molto simile a quella del nostro orologio da polso il giorno di Natale! (sempre che il cielo non sia nuvoloso). tuttavia ritengo che siano i nostri orologi ad essere poco “tarati” rispetto ai ritmi della natura e delle stagioni! Perché adesso parlo di stagioni? Perché la meridiana non è soltanto un orologio solare, ma anche un calendario! La lunghezza dell’ombra ci indica il periodo dell’anno in cui ci si trova, infatti se l’ombra arriva solo fino alla coda della freccia ci troviamo al solstizio d’inverno, mentre in corrispondenza della punta delle frecce (dalla una alle cinque di pomeriggio) cade il solstizio d’estate. Quando la meridiana viene illuminata dal sole, rivela con punti iridescenti un altro segreto: l’equinozio! ossia il giorno in cui notte e giorno hanno la stessa durata e che cade intorno al 21 marzo ed al 23 settembre. La linea meridiana è sottolineata dalla presenza della campanella del mezzogiorno.
In alto vicino alla cornice appaiono i loghi dei committenti dell’opera, la Parrocchia di santa Gertrude, il comune di Paluzza e la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, mentre in basso a destra è riportato l’anno di esecuzione (2025) …e la firma? L’avete scovata? sulla pergamena che si snoda sotto le punte delle frecce abbiamo capito esserci le ore; il nastro più in alto invece contiene il motto di questo eliocronometro. In molte meridiane è infatti presente una frase che richiama al passare del tempo ed alla caducità della vita, spesso con frasi un tantino angoscianti. Ma mettere ansia non è l’intento di questa meridiana, piuttosto vorrebbe esortare scherzosamente a darsi da fare enunciando “DA ZAIt vARGEAt vIR DI AA” (il tempo trascorre anche per te)! spero che questa meridiana sia utile a stimolare ed incoraggiare dolcemente tutti noi a non autolimitarci a fantasticare, ma a concretizzare i nostri sogni, cercando di realizzare qualcosa di buono!
Martha Alberta Muser
Dopo la titolazione del plesso militare comina a san Quirino (PN), il 13 aprile, alla Eroina Maria Plozner Mentil, giornata indimenticabile e ricca di momenti emozionanti e della quale si è parlato nell’ultima pubblicazione, nel mese di maggio il Museo della Grande Guerra di Timau è stato presente a Biella all’Adunata Nazionale degli Alpini.
A rappresentare il Museo ed il nostro incessante lavoro, le rappresentanti delle portatrici del gruppo storico Maria Plozner Mentil, gruppo che, ricordiamo, fa capo al Museo.
Altro importante appuntamento si è svolto a timau sabato 24 maggio quando l’autore Eugenio Nascimbeni ha presentato il suo libro KosAKENLAND, storie di colbacchi, fucili e amori; in tale occasione erano presenti al museo le rievocatrici storiche della nostra Associazione insieme ai rievocatori storici di trieste in divisa cosacca. Il Museo ha ufficialmente aperto i battenti i primi giorni del mese di giugno, il cui primo fine settimana è stato davvero intenso e impegnativo. si è dapprima ospitato una scolaresca della provincia di verona, mentre il venerdi successivo abbiamo avuto la graditissima visita di un primo gruppo di hannover. In quel giorno, sia al mattino che al pomeriggio, si è tenuta una conferenza, sempre con ospiti cosacchi, registrando così una forte affluenza di visitatori. La domenica mattina eravamo presenti a Lienz per la commemorazione cosacca e nel pomeriggio dello stesso giorno abbiamo ospitato il coro della cattedrale di Praga, il quale si è esibito in un toccante concerto a timau nella chiesa
di Cristo Re, edificata con la nota donazione dei cosacchi in ritirata nel maggio del 1945. siamo poi stati invitati, il primo ed il due del mese di giugno in occasione della Festa della Repubblica, con una mostra da noi allestita, nella sede della Brigata Alpina Julia a Udine, ove i riscontri sono stati più che positivi, rinsaldando così l’amicizia che lega la Brigata Alpina Julia ed il Museo di timau. Pochi giorni dopo, il 5 di giugno, si è svolta presso la torre Moscarda la manifestazione FABULA IN TORATE, che quest’anno aveva come tema la Prima Guerra Mondiale, pertanto il Museo è stato parte attiva di questo importantissimo evento che auspichiamo nei prossimi anni possa crescere sempre di più. E’ stato un fine settimana speciale nel quale sono stati aperti al pubblico i bunker del vallo Alpino che circondano il sito. Nella stessa giornata si è organizzata anche un’escursione in quota sulle prime linee della Grande Guerra, con una breve cerimonia nel sito di Passo cavallo, con inquadramento storico da parte del Direttore del Museo Luca Piacquadio. Tra le tante iniziative, venerdì 27 giugno, il Museo è stato coinvolto nell’iniziativa della ricorrenza della fucilazione dei soldati a cercivento, riconoscendo così il lavoro svolto nei decenni precedenti quando, in tempi ancora ostili alla riabilitazione dei fucilati, partì l’iter che ha portato fino ai giorni nostri, dove una Legge Regionale ha riconosciuto la triste vicenda. Tanti gli appuntamenti dell’imminente mese di agosto, dei quali parleremo nella prossima uscita.
Il Presidente dell’Ass. Amici delle Alpi Carniche Barbara Carnelutti
L’attvità della Corale prosegue con gli appuntamenti settmanali, volti sempre al miglioramento delle nostre esibizioni, nell’apprendimento di nuovi canti in tischlborgarisch e non, nella presentazione dei nostri brani in occasioni significative del nostro paese, per la salvaguardia e particolarità della nostra lingua, partecipando ad eventi ed appuntamenti in cui è invitata a dare il proprio contributo. Ora abbiamo anche l’apporto di un gruppetto giovanile che ci fa ben sperare per la passione e la ventata di gioventù portata e che ringraziamo sinceramente. Alcuni eventi si sono già svolti: il 5 aprile ci ha visto protagonisti di un bel pomeriggio al “centro Anziani” di villa santina, su invito della nostra giovane corista selene, dove svolge il suo impegnativo ed amorevole lavoro con le persone anziane ed alle quali, esibendoci con i nostri canti, con l’allegra fisarmonca della nostra brava Nice, il bidon-bass dell’altrettanto ecclettico Edimiro, abbiamo fatto trascorrere un pomeriggio di gioia, allegria e serenità, anche con qualche lacrima di commozione perchè alcune strofe dei nostri canti avranno rievocato chissà quale dolce ricordo. Musica e canto hanno
questa enorme potenza, sono espressioni sonore che evocano sensazioni intense, profonde, potenti o trascendenti in un misto di piacere e tristezza, armonia, bellezza e mistero che toccano le più profonde corde dell’animo umano.
Domenica 13 aprile, nell’emozionante cornice del Tempio Ossario ci siamo esibiti nell’ambito della performance dell’artista Claudia Contin, UNGAREttI in Prima Linea, “IL BAULE DELLA GUERRA E LA PAcE DEL GIULLARE”, in collaborazione con il Museo della Grande Guerra e la partecipazione del Gruppo storico delle portatrici “Maria Plonzer Mentil”. Sabato 17 maggio, fortemente voluto dal nostro bravo maestro Dario Scrignaro (che ringraziamo di cuore per la pazienza e l’impegno che mette per migliorarci sempre) ci siamo recati a vernasso (luogo natio del maestro e del vice-sindaco del nostro comune Fabrizio Dorbolò) per accompagnare la santa Messa e a seguire un concerto per la Pace. sotto uno scrosciante temporale ed in una chiesa gremita di persone, abbiamo cantato in tischlbongarisch, friulano e sloveno sotto lo sguardo stupito ed incuriosito del giovane parroco
e dei presenti. con la peculiarità della nostra diversità linguistica stimoliamo sempre molta curiosità nelle persone che non conoscono la nostra storia, che unisce altre comunità, come quella slovena, per mantenere usi, costumi e lingua originale di questa bella regione che è il Friuli venezia Giulia.
A luglio, il 19, si è tenuto il nostro tradizionale concerto “Unsara Zancklan-I nostri canti” assieme al coro “Barski oktet” di Lusevera ed al coro “Ana cime d’Auta” di Roncade nella suggestiva cornice del Tempio Ossario, organizzata dalla nostra efficiente e brava presidente Sara Tavoschi che tanto si spende affinchè la nostra Corale possa continuare a camminare nel tempo speditamente e che ringraziamo sempre con tutto il cuore. Agosto ci vedrà impegnati a Forni Avoltri nella collaborazione dello spettacolo sulle portatrici carniche di Marina Muser, assieme ad altri artisti, portando il nostro contributo canoro con i canti a loro dedicati. con la santa Messa di Ferragosto e l’uscita in ottobre programmata su invito al “Festival di musica sacra oltre le montagne” in croazia, vi saranno certamente altri appuntamenti non ancora in programma. Di questo se ne parlerà nel prossimo numero. Inoltre con garbo, auspichiamo una presenza e un appoggio dei nostri paesani ai nostri concerti a supporto del nostro impegno per il ruolo che la corale svolge per mantenere vive le tradizioni della nostra comunità e poterle continuare nel tempo a venire.
Una corista
Intensa l’attività del Circolo Culturale in questi ultimi mesi. sono proseguiti gli incontri settimanali con il prof. Francesco Zuin finalizzati alla esatta collocazione dei toponimi che caratterizzano il nostro territorio. compito non facile perchè alcuni di questi luoghi, soprattutto quelli in alta montagna, sono difficili da individuare sulle mappe, seppur ingrandite, perché completamente ricoperti dalla vegetazione; tuttavia, le conoscenze dei presenti hanno permesso di ubicarli abbastanza correttamente. Il periodo è stato altresì caratterizzato dalla presenza in paese di diverse comitive di studiosi interessati a conoscere le caratteristiche linguistiche e culturali della nostra comunità.
Il 1° maggio si è trattato di un gruppo di antropologi. Il 4 maggio un interessante incontro con Jutta per parlare del futuro della lingua e dei progetti in corso per il suo mantenimento e diffusione.
Il 24 giugno erano presenti in paese due docenti per conoscere le strategie messe in atto per la sopravvivenza delle aree marginali.
Il 28 giugno, ci ha fatto visita Antonio Gheno, presidente dell’associazione Borgo Piave, per un ulteriore momento di presentazione e confronto con la comunità relativamente al percorso intrapreso per
il riconoscimento del carnevale e delle sue maschere a Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Il 13 luglio, infine, un nutrito gruppo di appassionati di lingue e culture delle minoranze guidato da Walter Fischnaller, ha chiesto di conoscere come la comunità opera a favore della lingua.
In occasione della Festa delle capre è stata proposta una serata condotta da giovani paesani nel ruolo di cantanti, giornalisti, acrobati, … tutto all’insegna del divertimento.
Mentre ai collaboratori viene riconosciuto un periodo di “ferie”, prima di continuare con l’esatta collocazione dei toponimi sulla cartina, l’attività dell’associazione prevede l’organizzazione della serata culturale denominata Lustigar oubarlont che sarà l’occasione per illustrare il contenuto del 6° fascicolo della collana "Unsars eisn", dedicata alle ricette con il latte di capra e i suoi derivati, realizzato in collaborazione con la Pro Loco timau. verranno proiettate le immagini del carnevale, il video curato da Fabrizio Nonis in occasione della Festa delle capre e presentato il libro di ricette di Fabrizio casali. Altre iniziative sono in programma per i mesi a venire, ma di questo ne parleremo la prossima volta.
Un sentito ringraziamento a coloro i quali partecipano agli incontri settimanali: Luciano, Loredano, Pierino, Dino, Ivana, Ennia, Eddie, Doriana, Mauro, Federica e velia
Un po’ di contesto
essina è una città di mare con una lunga storia, sempre legata al suo territorio e al Mediterraneo. Nel corso dei secoli, ha visto passare commercianti, viaggiatori e popoli di ogni genere. Lo stretto che la separa dalla Calabria è stato, fin dall'antichità, un punto strategico di passaggio e di incontro tra culture.
Oggi, quello stesso braccio di mare è anche una sfida per molti appassionati di nuoto. Non tanto per la distanza – circa 3,5 km in linea d’aria – quanto per le correnti, le onde e il traffico marittimo che lo attraversa ogni giorno.
L’idea di nuotare da una sponda all’altra è affascinante: un gesto semplice, ma carico di significato. E quando a febbraio ho scoperto che un gruppo di atleti avrebbe partecipato a una traversata organizzata per metà giugno, mi sono lasciato coinvolgere.
Una leggenda che ancora resiste
Già nell’antichità, lo Stretto era visto come un passaggio pericoloso. I greci raccontavano che lì si trovavano scilla e cariddi, due mostri marini che rendevano il transito mortale per i naviganti. Ulisse, nell’Odissea, fu costretto a scegliere se rischiare di perdere la nave contro le fauci di scilla o venire risucchiato nel gorgo di cariddi. Ancora oggi, chi attraversa lo stretto – anche solo a nuoto – sente il peso di una corrente che ha sempre messo alla prova chi cercava di superarla.
Premessa personale
Quando frequentavo le scuole elementari a timau, ogni anno venivano organizzati i corsi di nuoto. Impero, l’autista del pulmino, ci portava alla piscina comunale di tolmezzo.
Per noi bambini, il nuoto era un’attività come tante, ma fondamentale per tranquillizzare le mamme, soprattutto quando ci avrebbero portati al mare. Di certo mia madre, Mamma Anto, non poteva immaginare che un giorno avrei attraversato l’Italia per nuotare dalla Sicilia alla Calabria. Ma a volte le sorprese nascono proprio nei luoghi più improbabili… anche in carnia.
L'organizzazione
A febbraio, durante una seduta in studio, ho incontrato stefania – la compagna di Alessandro, il farmacista di Sutrio – che lamentava un affaticamento alla spalla dovuto agli allenamenti intensi di nuoto. Fa parte della squadra master agonistica di tolmezzo, e durante la chiacchierata mi ha raccontato del progetto di attraversare lo stretto di Messina a nuoto a metà giugno, insieme al suo gruppo.
L’idea mi è sembrata subito stimolante. Ne ho parlato con alcuni amici e, nel giro di poco, ci siamo iscritti in cinque: io, Stefania, Alessandro, Silvia (un’informatrice farmaceutica) e stefano, il medico di sutrio.
Abbiamo iniziato ad allenarci subito, due volte a settimana, nella piscina di Tolmezzo. Non c’era tempo per perfezionare la tecnica, ma per fortuna eravamo già buoni nuotatori. Siamo passati da 2000 metri a seduta fino a 5000 metri, l’equivalente di 200 vasche da 25 metri a stile libero. Ai primi di giugno ci sentivamo pronti. o almeno, così credevamo.
Il viaggio
Martedì 17 giugno siamo partiti all’alba dall’aeroporto di Trieste con destinazione Catania. Da lì, con un’auto a noleggio, abbiamo raggiunto Torre Faro, un piccolo borgo di pescatori a pochi chilometri da Messina, noto per la pesca del pesce spada e per essere il punto più vicino alla calabria.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato gli organizzatori, tra cui il presidente – un signore di circa 80 anni che per decenni ha detenuto il record di traversata a nuoto più veloce. ci hanno divisi in gruppi da cinque e ci hanno dato le ultime istruzioni: restare vicini alla propria barca di supporto, nuotare in direzione obliqua rispetto alla costa, e non farsi ingannare dalla corrente. Infatti, una delle difficoltà maggiori dello Stretto è proprio la forte corrente
da ovest verso est: se si prova a nuotare in linea retta, si finisce fuori rotta. si parte da un punto A, puntando verso il punto B, in modo che la corrente ti spinga al punto c. In pratica, invece dei 3,5 km teorici, se ne nuotano circa 4,2, seguendo una curva.
Un’altra particolarità: lo Stretto non viene chiuso alla navigazione durante l’evento. Quindi, mentre nuoti, ti trovi accanto traghetti, mercantili, yacht… e le onde che generano non aiutano. Le barche di supporto issano la bandiera “uomo in mare”, ma l’attenzione deve rimanere altissima.
La traversata Il ritrovo era alle 7:30 del mattino, sulla spiaggia sotto una grande antenna. Le previsioni indicavano che la corrente si sarebbe intensificata in tarda mattinata, quindi era fondamentale partire presto.
Dopo i preparativi e qualche controllo, ci siamo avvicinati ognuno alla propria barca di supporto. Poi, il segnale: via, in acqua! Ricordo bene l’ultima parte. Gli ultimi 500 metri: la riva era ormai visibile, il fondale limpido. Ma sembrava impossibile avanzare. La corrente spingeva indietro, e ogni bracciata sembrava inutile. È stato il momento più duro. Ma alla fine, dopo circa due ore di nuoto ininterrotto, abbiamo toccato terra. Calabria raggiunta.
ci siamo abbracciati, congratulati, qualcuno ha riso, qualcun altro si è buttato a terra esausto. Poi siamo saliti sulle barche che ci hanno riportato indietro, in sicilia.
E sì… non vi dico la quantità di cibo che abbiamo divorato a colazione dopo la nuotata. Una soddisfazione enorme, difficile da spiegare a parole. Ma che sicuramente porterò con me per molto tempo. Cristiano Matiz
Un’esperienza personale (e collettiva)
Non nuotavo da almeno quindici anni. Quando ho iniziato ad allenarmi con Alessandro – e soprattutto con Cristiano – ho riscoperto quanto conti l’allenamento costante, l’appuntamento fisso, e quanto la costanza faccia la differenza. Allenarsi da soli può essere faticoso, ma in compagnia tutto diventa più semplice, più leggero, quasi naturale.
L’esperienza, nel suo insieme, è stata incredibile. Il viaggio, la preparazione, l’adrenalina prima della partenza: ogni fase ha lasciato qualcosa.
Durante la traversata, nei primi minuti, nuotavamo tutti insieme, fianco a fianco, con la barca accanto a noi. Ricordo l’immagine nitida dei corpi dei miei amici che fluttuavano tra il blu profondo e il pelo dell’acqua trasparente, attraversati da flebili raggi di sole. È un’immagine che resterà con me per sempre, sospesa tra silenzio e bellezza.
A metà percorso, però, è arrivato il momento più difficile. Alcune grandi navi ci hanno creato onde alte e ci siamo trovati separati. In quel tratto, ho iniziato a sentire davvero la fatica. Avevo bevuto parecchia acqua di mare, le ascelle cominciavano a irritarsi fino a formare delle piaghe, e, come se non bastasse, la temperatura dell’acqua era molto più fredda rispetto all’inizio. Lo sconforto è salito, inevitabilmente.
Ma anche lì, in quel punto critico, qualcosa ci ha tenuti a galla – letteralmente e metaforicamente. Abbiamo continuato a nuotare, insieme, ognuno col suo passo, fino a quando ci siamo aggrappati allo scoglio sulla costa calabra. In quel momento c’era tutto: fatica, sollievo, orgoglio, e soprattutto l’idea di avercela fatta nonostante tutto.
Anche ciò che ha fatto da cornice al viaggio merita di essere ricordato. I paesaggi, i colori, la flora rigogliosa e la storia profonda di quei luoghi hanno reso tutto ancora più speciale.
E poi, naturalmente, il cibo: protagonista discreto ma indispensabile delle nostre giornate. Dopo ogni allenamento, dopo la traversata, in ogni pausa… è stato nutrimento e ricompensa. Dalla colazione post-nuoto alla cena condivisa, ha accompagnato ogni momento con semplicità e gusto.
Dott. Stefano Valentini
Il 25 giugno 2025, presso il circolo culturale di timau/tischlbong, alcuni membri delle associazioni locali hanno partecipato a un momento di confronto dedicato al tema della sostenibilità culturale nelle aree di lingua minoritaria delle Alpi italiane. L’incontro è avvenuto con la Dott.ssa Asja Gollo, antropologa e dottoranda in Geografia presso l’Università di Innsbruck, e il Prof. Oliver Bender, geografo e leader del gruppo di ricerca “Cultural Landscape and Land Use” dell’Istituto di ricerca interdisciplinare sulle aree montane (IGF) dell’Accademia delle Scienze Austriaca (ÖAW). La loro ricerca si inserisce all’interno del progetto europeo Highlands.3 (H.3 ─ Collective Approach of Research and Innovation for sustainable Development in highlands) volto a contribuire allo sviluppo sostenibile nelle aree montane attraverso un processo di co-innovazione, basato innanzitutto sulla condivisione di saperi, esperienze e strategie adottate a livello locale e globale. Il progetto, di durata quinquennale (2020-2025), coinvolge oltre 45 partner in tutto il mondo (di cui circa il 35% non accademici) e prevede periodi di ricerca e lavoro sul campo per ricercatori junior e senior che si interessino di queste tematiche, che vogliano tessere reti di relazione e scambio sul territorio, contribuendo a una ricerca applicata e innovativa. Una funzione fondamentale, a questo proposito, è svolta dalle 8 sessioni collettive di ricerca e innovazione ─ le cosiddette (R&IS) ─ che coinvolgono partner pubblici/privati e non accademici, al fine di costruire una visione condivisa dello sviluppo locale sostenibile nelle aree montane, migliorare le capacità
di ricercatori, abitanti e responsabili politici, colmando così il divario tra ricerca e sviluppo. I dati raccolti durante l’intero progetto saranno archiviati in una piattaforma online condivisa, interattiva e accessibile che, oltre a raccogliere quanto emerso nel corso delle ricerche, sarà anche strumento potenzialmente utile ai decisori politici. Nel quadro del progetto, dunque, Gollo e Bender hanno l’obiettivo di esplorare come la dimensione culturale (e linguistica) interagisca e contribuisca alla sostenibilità nelle aree montane di lingua minoritaria. Il loro obiettivo è capire se e perché gli istituti culturali, le associazioni, i circoli e, più in generale, le varie forme di associazionismo più o meno informale presenti nei territori alloglotti delle Alpi italiane possano essere considerati esempi o strumenti di sostenibilità culturale. La ricerca, avviata nell’estate 2023, ha già visto il coinvolgimento delle minoranze nella Provincia di trento (Ladini, Mòcheni, cimbri) e di Bolzano (Ladini), in veneto (Ladini e cimbri) e in Friuli venezia Giulia (Sauris e Sappada). L’incontro del 25 giugno è stato momento di confronto sulla nascita del circolo culturale di timau/tischlbong, sulle sue attività, sul suo funzionamento e su eventuali difficoltà. Particolarmente significativa è stata la partecipazione di alcuni membri delle associazioni locali (gruppo folkloristico, coro, Proloco, Museo della Grade Guerra) che hanno portato il loro punto di vista su alcuni punti critici, tra cui le relazioni interne alla comunità e le strategie per superare eventuali ostacoli di natura economica, sociale e culturale. In particolare, è emerso che i punti di forza del circo-
lo sono la passione e il senso di appartenenza dei suoi membri, nonché la loro volontà di preservare il patrimonio storico, culturale e linguistico timavese. Gli elementi di tipicità, specialmente quelli gastronomici, vengono percepiti come possibile volano di sviluppo locale sostenibile, mentre le difficoltà riguardano soprattutto la mancanza di risorse umane che possano anche garantire un ricambio generazionale, l’assenza di spazi adeguati alla salvaguardia del materiale raccolto o realizzato nel tempo, la necessità di un coordinamento super-partes delle associazioni locali. L’insegnamento più significativo raccolto durante l’incontro è stata la dimostrata capacità dei timavesi di trasformare il senso di inferiorità e isolamento generato dagli eventi storici e politici dell’ultimo secolo in orgoglio identitario e rivalsa orientati al futuro.
Asja Gollo
Va Klonfurt af Tischlbong: noch is leim van anian toog voar zbahundart joar
Sulle tracce del quotidiano nell'800: escursione dei ricercatori di Klagenfurt a Timau-Tischlbong
Nel primo fine settimana di maggio, noi collaboratori del progetto Discourses and Practices of the In-Between in the Alps-Adriatic Region (1815-1914) dell'Istituto di Analisi culturale dell'Università Alpen-Adria di Klagenfurt abbiamo organizzato un'escursione in Friuli-venezia Giulia, facendo tappa anche a timau-tischlbong. Qui abbiamo incontrato velia Plozner, rappresentante del Cirkul kulturaal Tischlbong, che ci ha parlato della storia, della lingua e della cultura locali. ci ha colpito in particolare la vicinanza della lingua locale al dialetto carinziano e le reti familiari transfrontaliere che si estendono fino alla valle del Gailtal. Questi aspetti illustrano gli intrecci storici e culturali della regione, che sono fondamentali anche per il nostro progetto.
La regione dell'Alpe-Adria, parte della Monarchia Asburgica, era un'area culturalmente, linguisticamente e socialmente diversificata. Fino alla fine del XIX secolo, la regione Alpe-Adria era strettamente legata dal punto di vista economico e culturale, pertanto la consideriamo uno spazio di transizione. tuttavia, questi legami sono stati in parte distrutti dalle successive divisioni e dai conflitti nazionali, motivo per cui la storia è spesso raccontata attraverso la lente degli stati nazionali e dei conflitti etnici. Tali semplificazioni trascurano, però, il modo in cui vivevano effettivamente le persone: si adattavano, agivano in modo pragmatico e si muovevano tra mondi diversi. Il progetto parte proprio da qui, mira a racconta-
re la storia della regione Alpe-Adria in modo più differenziato e pone la seguente domanda: come si svolgeva la vita quotidiana delle persone in un ambiente così complesso e diversificato? L'obiettivo è offrire una nuova prospettiva sulla storia, mettendo al centro le azioni e le decisioni delle persone. vogliamo rendere visibili le diversità e le contraddizioni della vita quotidiana. A tal fine, il progetto introduce il concetto di doing in-between, secondo il quale il comportamento quotidiano delle persone è determinato dalla situazione e dalle circostanze del momento. Di conseguenza, il comportamento può anche essere contraddittorio.
La nostra ricerca si basa sull'antropologia storica e su metodi microstorici per portare alla luce queste pratiche sfumate.
Una categoria centrale dell'indagine è la mobilità, un aspetto importante della vita nelle zone di confine. Come dimostra anche la storia di TimauTischlbong, i confini venivano superati per motivi economici, sociali o religiosi, che fosse per lavoro, migrazione o matrimonio. L'analisi di queste mobilità mostra come i confini possano avere un effetto non solo divisivo, ma anche unificante. Inoltre, analizziamo la lingua come elemento di connessione, in quanto nella vita di tutti i giorni le persone spesso passano da una lingua all'altra per favorire la comunicazione e la comprensione reciproca. Ciò dimostra quanto sia difficile classificare l'identità linguistica in categorie rigide. Allo stesso tempo, analizziamo come i movimenti nazionali abbiano utilizzato la lingua come mezzo per la formazione dell'identità e per la definizione dei confini, e come questi sforzi siano spesso falliti a causa della diversità e della flessibilità linguistica riscontrate nella realtà.
Una nuova prospettiva sulla storia comune non solo arricchisce la nostra comprensione della regione dell’Alpe-Adria, ma offre anche preziosi spunti di riflessione sulla complessità dell'identità e della convivenza in società diversificate. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web del progetto: https://inbetween.aau.at/ Janine Schemmer
n da raas van unsarn leim, bearda mearar, bearda bianigar, homar aan Pops hintarn ondarn zeachn unt aniadar hottuns eipas glosn, saiar simpatisch gabeisn odar niit ovar, abia hirtn var ckircka, sooi hontuns unt viarntuns mitt glaub kein Goot, dar see glaub asuns schuan va cklanat auf hont glearnt zan hoom unt asuns nia bianigar meik ckeman bal is aa dar soft van unsarn burzn.
Nemar hear noor dein leistn zbelf joar bomar hoom zeachn virpaai gianan drai Popsn. In ochtazbanzkn fevraar van 2013, dar Joseph Aloisius Ratzinger, Pops Benedetto XVI, nooch ocht joar va sain tscheft hottarsi afta saita gazouchn unt vraai glosn doos plozz. Dar Ratzinger is van taitsch gabeisn, a schtudiartar moon ovar, vir mii, a pisl zaviil teologisch mendar hott ckreit unt hott a ckolz tuabearch ckoot, asou hottamar gadaicht aniada mool asin hoon zeachn afta televisghion.
Gonz ondarscht dar Jorge Mario Bergoglio, Pops Francesco asa in draizachn merz van 2013 hont gamocht. In seen toog tschnochz, bidar iis ausar avn gonck, laai bais ongleik, ona in seen roatn raichn montl af d’ozzl, mitt sain lochatn zicht hottarsi voartschteilt dar gonzn Belt mitt laichta bartlan unt va tschbint isar zareacht ckeman zan pagraifn da hearzn va glaubin unt umglaubin.
Dar Bergoglio is var Argentina gabeisn, suun va balischa lait as, bia viil ondara, sent in seen Lont gongan oarbatn unt seem varpliim, ear iis aufgabozzn in da oarmickait unt hott obla tschauk zan helfn bearda vaneatn hott ckoot. vir aneitlan joarn homar noor zbaa hirtn var ckircka ckoot asi ananondar hont ckolfn unt untarreit vir ola da hoarting soochn var Belt. Pops Francesco hozzi vir nizz schtolzi gamocht seachn, in aniada pout hottar da richtin laichtn bartlan packeman zan mochnsi varschtianan. Ear iis in da ckaickn gongan hammsuachn da seeng asi is leim hont varderpt schtealntar, teatntar unt asou baitar, ear is gongan in da earmastn teldar unt hozzi niit gagraust nidar zan sizzn unt zoma eisn min oarman, min leistn var Belt, ear iis pan ckronckn gongan, ear hott ola da ckindar in oarm ganoman unt gapusst abia mendar baar gabeisn dar neni van ola. Bi viil mool asar hott varlonk zan mochn aufhearn da ckriagar ovar niamp hottin glisnt unt da schreicklickaitn geant baitar nouch in haint.
Dar Pops Francesco schuan in onvoon va sain tscheft hiatar gabolat seachn a ckircka mear oarm niit aingabicklt in golt ovar, aa mendar vanols hott pro-
biart zan tuan, doos hottar niit zalont procht. Umvargeisntar is da zait van schiachn ckruana tusl asuns ganua soarga hott gamocht, in seen ckoarn vraiti van 2020 mendar alana avn plozz var ckircka va san Peatar is aufn gongan unt voarn ckraiz hottar gapetat as da Belt lous beart var seen ckronckat.
schian is gabeisn mendar anian sunti avn venstar iis ausar ckeman unt vorols hottaruns gagriast mitt: “Guatn sunti” unt nooch oogackraizigat ola saina bartlan sent obla gabeisn “Moolzait, unt tuazenck niit vargeisn zan petn vir mii”. As ii bisat, leistla vir da seen asmi gadenck, laai dar Albino Luciani iis guat unt gamiatlich gabeisn ovar ear hott in Pops gamocht vir aa monat noor isar tschtoarm hintn losntar a groasa eilant in da gonza Belt, noor dencki as aseitana poarmhearziga Popsn bearmar sichar niamar darleim.
Baar nouch viil zan soon van Bergoglio asuns hott varlosn hojar in anazbanzkn apriil, sai gadonckn, saina bartar meikmar nia vargeisn unt hiaz asar pa Goot iis beart bool ear vir uns petn.
In ochtn mai van 2025, dar amerikanischa Robert Francis Prevost is dar noja Pops min nomat va Leone XIV unt iin bintschmar ols guat unt asar zareacht ckimpt zan ibarvidarn ola da hoartickaitn var Belt, as is mentsch auf heart min seen ckriagar unt asmar ola in vriidn meing leim.
Zan verting bili ibartroon bos dar Pops Francesco hott zok a mool: “Gadenckmarsi asmar meik onschaung a mentsch va ckopfaztn af vuasatn laai memars hott zan helfn aufziachnsi va nidaroon, unt nizz mear”, doos scholatmar nia vargeisn in haintigis toos bosi da maistn schtolzigar onschaunk mitt nait unt rooch untarmischt!
Laura Plozner
Di questi tempi il telefonino squilla continuamente per promozioni, annunci, sondaggi, offerte... una vera seccatura. Un venerdì pomeriggio del mese di marzo, il mio cellulare ha squillato per la decima volta in quella giornata, un numero non presente nella mia rubrica ed il mio commento è stato:”hiaz ganua, sais berda bilt, hiaz heartarsa mear asibia ganua!Ii pin vouldro.” (“ora basta, chiunque sia, ora le sente di santa ragione! sono stufa!”).
Rispondo alla telefonata, pronta e risoluta a dirgliene quattro quando mi sento dire: ”Buona sera, parlo con Alessandra? Io i soi Novella Del Fabbro!”. Pochi secondi per realizzare quanto stava succedendo, un momento di silenzio… è uno scherzo oppure un sogno che si realizza? Rispondo con la voce tremante: ”Buona sera, si sono io, che piacere e che sorpresa.”
La signora Novella cura da oltre 30 anni la trasmissione “cjargne” in onda il lunedì mattina alle ore 10 dagli studi dell’emittente diocesana Radio spazio 103, trattando con competenza, precisione e garbo i temi di attualità, cultura, storia e tradizioni della nostra terra, rigorosamente nel suo carnico nella variante di Forni Avoltri.
Abbiamo intrapreso una bella conversazione chiacchierando del più e del meno e, dopo essermi presentata, raccontando le mie passioni ed i miei passatempo preferiti, Novella mi ha spiegato i motivi della sua telefonata.
Mi invitava a partecipare, in diretta, alla sua tra-
smissione “cjargne” presso gli studi di Udine alla puntata del 7 aprile 2025 dal titolo “Campane e scampanotadors”, rimanendo meravigliata che ci fosse in carnia una donna che gira da un campanile all’altro per praticare questa antica arte campanaria riconosciuta dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità nel dicembre del 2024. Emozionata per questa bella opportunità, ho spiegato che per un impegno precedentemente assunto, non potevo essere presente a Udine assieme a Romeo Patati, anche lui scampanotador furlan ed al presidente della Associazione scampanotadors furlans Renato Miotti.
Pronto il piano B della signora Novella. Mi avrebbe fatto contattare dal tecnico radio Rocco che avrebbe provveduto ad effettuare un collegamento telefonico per la diretta di lunedì 7 aprile.
Arrivati al giorno fissato per la diretta radio, ho ricevuto una prima telefonata da Novella per gli ultimi accordi e poi una dal bravissimo Rocco che mi ha guidato durante la diretta. ho semplicemente raccontato la mia storia, come è nata la mia passione, i corsi che ho frequento presso la Polse di cougnes a Zuglio, il conseguimento del
artedì 20 maggio un nutrito gruppo di scampanotadors Furlans ha partecipato alla trasmissione “Lo scrigno” in onda su telefriuli alle ore 21, rigorosamente in diretta e condotta da Daniele Paroni.
“Alessandra, vieni anche tu?” questa la domanda che mi ha rivolto il maestro Gianmarco Pitton che ha curato l’organizzazione della serata. Potevo mancare? Certamente no…!
Ho indossato la felpa della divisa ufficiale della nostra associazione (l’occasione lo richiedeva) e via con la mia macchinina verso gli studi televisivi di tavagnacco. solitamente sono pigra alla guida, ma per la diretta tv, questo ed altro. “sichta monda bilst bida geast mittar maschiin! Polda pis af Bain!” (Quando vuoi, con l’automobile, raggiungi tutte le destinazioni! Arrivi fino quasi a Udine!).
Non ero mai stata in uno studio televisivo, luci, microfoni, telecamere, schermi tv; un mondo affascinante e tutto da scoprire. Ho subito notato che ero l’unica donna presente del gruppo cosi mi sono mimetizzata tra i miei amici per sfuggire all’intervista di Daniele Paroni che però mi ha scoperta poco dopo durante un’interruzione pubblicitaria, notando come io fossi l’unica quota rosa del gruppo ma anche che arrivassi da piu’ lontano, da Timau. Tra interviste, video, intermezzi musicali la diretta si è conclusa verso le 22.30 circa con la foto di gruppo assieme al conduttore: è stata una bellissima serata. verso mezzanotte sono rientrata a casa sullo stile di Cenerentola, stanca sfinita ma soddisfatta e appagata. Grazie a chi crede in me, a chi mi da fiducia e mi vuole bene. vargelzgoot oln! (Grazie a tutti!)
Alessandra Primus van Polak
trimestrale del circolo culturale «G. Unfer»
Iscrizione al Tribunale di Tolmezzo n. 5 / 85 del 7.6.1985
Direttore responsabile - Alberto terasso
Redazione: Piazza S. Pio X n. 1 - 33020 Timau - Tischlbong (Ud) e-mail: circoloculturalegunfer@gmail.com
hanno collaborato:
Mauro e valentina Unfer, Emma Mentil, Laura van Ganz, Ines Del Bianco, Giordano Muser var taitscha, Barbara carnelutti, velia Plozner, Federica Bulliano, corale teresina Unfer, Alessandro Piacquadio, Asja Gollo, stefano Valentini, Cristiano Matiz, Nice Matiz, Il Gruppo FNP/CISL Alto Bût, Swan Bergman, FieraForester, Janine schemmer, Parco Monte terzo, Alessandra Primus van Polak, Martha Muser var taitschn, Johanna Di Ronco, Federico Mentil, Marco Ragonese
Asou geats... è realizzato dal comune di Paluzza anche con i finanziamenti regionali (L. R. 20/2009) Tipografia C. Cortolezzis - Paluzza
diploma e poi l’inizio della mia attività di scampanottador che svolgo in carnia, val canale e anche un po' in Friuli. “schtolzi unt vroa!” (“orgogliosa e felice!”).
E’ stata un’ esperianza strabiliante, emozionante e anche gratificante. Ringrazio prima di tutto la signora Novella Del Fabbro e Radio spazio 103 per l’opportunità , la persona che le ha fatto il mio nome e che ci ha messo in contatto , lo staff della radio nella persona di Rocco gentile, competente e disponibile e i miei maestri (io li chiamo cosi) i ragazzi dell’Associazione Scampanotadors Furlans che mi hanno insegnato tantissimo di questo “mestiere” insolito per una donna e che mi coinvolgono nella nostra attività campanaria che mi spronano ad andare avanti e a non mollare.
An schian gruas oln -Un caro saputo a tutti Alessandra Primus
www.sentierosgl.info
N OTI z IE DALLA SE z IONE DI PALuzz A
Anni accademici 2004-2024
La scorsa estate in sala san Giacomo si sono festeggiati i venti anni di attività della sezione staccata di Paluzza dell’Università della Terza Età della carnia (U t E) con la mostra di alcuni dei tanti lavori fatti nel ventennio di vita della sezione. La locandina della mostra ha ricordato tutti i docenti e tutti i corsi che si sono tenuti dal lontano 2004: cucito, ricamo, merletto a tombolo, pittura, inglese, storia, tedesco, friulano, sci da fondo, tennis, ginnastica dolce, balli di gruppo, piante officinali, teatro, restauro, costruzione di cos e zeis e tanto altro.
Anno accademico 2024-2025
Si è da poco concluso l’anno accademico 2024/25 che, accanto ai corsi ormai tradizionali ( piante officinali spontanee con Ursula Puntel e Domenico Molfetta, taglio e cucito con caterina concina, ricamo, maglia e uncinetto con Fulvia De Reggi e caterina silverio, merletto a tombolo con Benedetta Barbacetto e pittura con viviana Di vora), si è arricchito di nuovi corsi.
• Un corso per imparare a creare gli scarpets con Antonella Morassi con ben venti iscritti desiderosi di non perdere quest’antico sapere locale.
• Un corso di danza classica con Manuela De stefano. Da subito postura corretta e, su una strepitosa play list musicale, grand battement, jeté, ronde de jambes, tendù, plié … È stata subito chiara la ferrea disciplina necessaria ai ballerini professionisti per dare quell’impressione di leggerezza, di sospensione, di mancanza di peso che tanto incanta gli spettatori.
• Camminata consapevole con Nicola candussio: una camminata settimanale in primavera per le vie del paese intervallata da esercizi funzionali al potenziamento di equilibrio, mobilità articolare e allungamento muscolare.
Anno accademico 2025- 2026
Si sta lavorando per ampliare l’offerta abituale, al momento possiamo garantire queste nuove proposte, certi che altre se ne aggiungeranno:
• Cucito creativo con Nadia Puntel.
• Storia: l’occupazione nazista dell’Alto Bût 1943-1945 con Giulio Del Bon e Mauro Unfer.
• Intarsio con Ernesto Gangi.
• Educazione economica di base: risparmio, investimento, speculazione con Roberto Baggio.
• Conversazione lingua Inglese con Regina valle.
• Corso base di lingua Tedesca con Michela Kofler. chi si voglia proporre come docente per nuovi corsi ed entrare così a far parte della grande famiglia dell’UTE (che ha superato di molto gli 800 soci), sarà accolto con gioia e vivrà sicuramente un’esperienza positiva. tutto quello che è stato fatto in passato e si farà in futuro dipende unicamente dalle tante persone pronte a mettere gratuitamente a disposizione di tutti
il proprio tempo e le proprie conoscenze/competenze. Il ringraziamento va in primo luogo alla coordinatrice della sezione staccata di Paluzza velia Plozner e ai tanti che a vario titolo hanno dato negli anni il loro contributo e che sarebbe impossibile ricordare in questo breve scritto, senza dimenticare l’amministrazione Comunale con cui c’è costante confronto e collaborazione e il personale dell’Albergo Diffuso, sempre pronto, gentile e ben disposto. Chi si iscrive all’UTE può partecipare ai corsi di Paluzza, ma anche a quelli che si tengono nella sede centrale di tolmezzo e nelle altre sezioni staccate ( val tagliamento, val chiarsò, val Pesarina e val Fella).
Per avere ulteriori informazioni rispetto ai corsi di tutte le sezioni staccate consultare la pagina facebook o il sito dell'Università della terza Età della carnia.
Per l’Organo di amministrazione UTE Carnia La Vicepresidente dott.ssa Antonella Pilotto
La mia scelta di fare il carabiniere è stata motivata in quanto ero solo, nullatenente e senza prospettive sul mio futuro.
Da piccolo dicevo: “Alpin io Mame”, ossia da grande avrei fatto l’Alpino ed invece il Giordano si è presentato alla scuola Allievi carabinieri di Roma nell’Ottobre del 1971 ossia a ventidue anni e siccome il giorno prima della partenza ero caduto in moto e avevo lesionato il malleolo sinistro, andai a Roma con una scarpa ed una ciabatta. Il problema si presentò quando mi diedero la divisa e gli anfibi in quanto il malleolo era tutto malandato ma feci di necessità virtù ossia praticai un buco nel cuoio dell'anfibio di modo che il malleolo sporgesse ed il buco era coperto dai pantaloni, Il problema sorgeva allorquando, inquadrati, si doveva marciare e l’ufficiale segnava il tempo dicendo: “Uno, due, tre, passo!”. Quel mio “passo” era di una inconsistenza totale, non riuscendo neppure a camminare e tantomeno a sbattere il piede. Avendo già conseguito la maturità magistrale mi ritennero sveglio assegnandomi il compito di scrivano alla compagnia comando. Ero sveglio, però, non ero di certo furbo e come ben sanno coloro che hanno fatto il militare alla sveglia il letto doveva essere fatto a “cubo” ossia con lenzuola, coperte e materasso piegate e coperte dal telo. Un giorno l'Ufficiale di Picchetto controllò il mio letto e si accorse che non era fatto a "cubo" e mi punì con l'obbligo di "ramazzare", ossia scopare la piazza d'armi. All'adunata dei puniti mi scappò da ridere fragorosamente e l'Ufficiale di Picchetto mi punì con tre giorni di cPR ossia di camera di punizione di rigore. Insomma, io finii in cella per tre giorni e vi entrai con un rotolo di carta igienica in mano, senza cintura e stringhe delle scarpe onde evitare che potessi impiccarmi. Provate voi a passare tre giorni in cella con la luce sempre accesa e con la sentinella, munita di fucile con baionetta che, ogni ora apriva lo spioncino e mi chiedeva se andava tutto bene. E’ stata una lezione dura ma efficace: da allora il mio “cubo” era sempre perfetto.
Anche al Battaglione Mobile di Moncalieri fui assegnato come capo scrivano alla compagnia comando in quanto dicevano che ero un carabiniere che sapeva scrivere a modo! In casi eccezionali però dovevo fare anch’io ordine pubblico ma il moschetto, lo scudo ed il manicotto mi creavano ansia e quando alla FIAT o all’Olivetti dovevamo fare cariche di alleggerimento stavo sempre nelle ultime file.
Quando invece ero di servizio allo stadio a Torino non c’era modo di scansare lattine e bottiglie ma però ero munito di casco e di scudo.
Avete già capito che fare il carabiniere non era un "abito su misura" per me anche perché, se devo essere sincero, ero sempre con la testa nelle nuvole. vi racconto un fatto.
Un dì, mentre ritornavo in caserma dal tribunale di verbania, incrociavo per-
Dsone che però non salutavo perché sempre assorto nei miei pensieri astrali (io soffro forse anche di prosopagnosia ossia non sempre associo un volto ad una persona in quanto io vedo ma non guardo ed il guardare è un aspetto durativo del vedere). In buona sostanza più volte ho visto delle persone che ben conoscevo ma non le ho salutate di talché sono sorte gravi incomprensioni e tante, troppe volte, sono stato accusato di superbia non salutando persone a me note ed a mia richiesta del perché non mi salutavano più mi rispondevano, astiose "sei tu che non hai mai risposto ai miei saluti".
Ritornando al comandante, quel dì, ritornato in caserma, il predetto mi convocò nel suo ufficio e mi disse: "carabiniere Muser perché oggi incontrandomi sulla strada e guardandomi negli occhi non mi salutò, pur essendo io in divisa?" Gli risposi: "Comandante, non l'ho vista"
Mi rispose: "Bugiardo, mi hai guardato e non mi hai salutato, pertanto ti infliggo tre giorni di punizione" e mi ordinò anche di fare tre giorni il cuoco in caserma. I colleghi, onde evitare di essere io rimesso in cucina, mi supplicarono di salutare sempre non solo il comandante ma anche il capitano e i
Sottoufficiali tutti. E così feci salutando anche i commilitoni contenti perché non avrei più fatto il cuciniere. come noto, alle nove di sera suonava il silenzio e non ci si poteva alzare se non per gravi motivi e se scappava pipì non restava che farla nella gavetta, come spesso mi è successo.
Mi viene ora in mente un aneddoto di un mio commilitone che era addetto al trasporto dei detenuti con la camionetta cellulare. Un dì il capitano chiese al commilitone di ritornare in caserma e portargli il "cellulare". Il commilitone rientrò in caserma e portò al capitano la camionetta cellulare anziché il di lui telefono cellulare!
Il comandante si mise le mani nei capelli scuotendo la testa!
Nel periodo della leva ho combinato altre infrazioni ma non le riporto onde evitarmi guai pur se tutto è prescritto perché io pensavo sempre di essere furbo ma furbo non ero, tanto da essere stato ripreso dal comandante anche quando mi vide, in divisa, munito di ombrello.
Avete mai visto un carabiniere con l’ombrello? Avete mai visto un carabiniere rincorrere il cappello d’ordinanza portatogli via dal vento?
Dall’arma ho appreso lezioni di vita che mi hanno stimolato a studiare ed arrivare a fare l’avvocato per quaranta anni, oltre che pilota di elicotteri.
Grazie Benemerita.
omenica 29 giugno 2025 si è svolta a sutrio la 21a edizione della FESTA D’ESTATE dei PENSIONATI organizzata dal GRUPPO FNP/ cIsL – ALto BUt. Il programma prevedeva alle 11 visita al maestoso presepio “vaticano 2022” nella piazzetta sottostante il Municipio dove è stato collocato al rientro da Roma e a seguire, la visita al caratteristico Presepio di Teno, tutto costruito dall’autore Straulino Gaudenzio in tanti anni di sapiente lavoro, che rappresenta la comunità sutriese ed è il logo del Natale a sutrio.
Ore 12,30 pranzo presso l’Hotel Ristorante Del Negro. Sono presenti 80 pensionati dei comuni di sutrio, Paluzza, cercivento e treppo/Ligosullo. hanno fatto festa con noi i dirigenti sindacali: Luciano Bordin segretario regionale FNP-cIsL Friuli venezia Giulia, Antonino Nascimbeni segretario della FNP-cIsL Alto Friuli, Fabiano venuti segretario della cisl Alto Friuli, Maurilio venuti presidente regionale ANtEAs-cIsL, cesarino Urban presidente ANtEAs-cIsL Alto Friuli e stefania Nicoloso responsabile del cAF/cIsL ALto FRIULI.
Di seguito riportiamo gli interventi di saluto portati da Antonino Nascimbeni per la FNP/cIsL territoriale Alto Friuli: “vi ringrazio e mi complimento con Voi per l’attività che portate avanti da tanti anni in questa splendida valle. Nei vostri quattro comuni gli iscritti della FNP/cIsL sono 530 e questo è un numero che vi fa onore e che gode di una buona rappresentanza. Il programma dei prossimi mesi da voi proposto è da sottoscrivere e vi garantisco che la FNP/territoriale Alto Friuli vi sarà sempre vicino. continuate ad essere protagonisti!”
IL sottosegretario regionale FNP Luciano Bordin ha aggiunto: “sono felicissimo di condividere con voi questa giornata di festa che è giunta alla 21a edizione. Quindi parte da lontano ed è diventata una tradizione legata alla cultura ed alla identità della vostra Comunità. Un grazie alla FNP/Alto Bȗt promotrice
Giordano Muser var Taitscha
di tutte queste iniziative ed un saluto e un sincero ringraziamento a tutti voi presenti.”
L’augurio è di continuare a coltivare e custodire questa bella tradizione come segno di APPARtENENZA, MEMoRIA, sPERANZA coNDIvIsA.
Il GRUPPo FNP/cIsL ALto BÛt da parte sua ringrazia gli amici che con la loro presenza garantiscono la riuscita delle manifestazioni e invita a tenersi pronti per le iniziative programmate come la gita e pellegrinaggio a Barbana, Grado e Aquileia in previsione per settembre, il Pranzo di Natale e il Natale in casa di Riposo a Paluzza.
Il Gruppo FNP/CISL Alto Bȗt.
1489-1602
a pisl schtoria: ckirchn, process, gaistligara unt ckraizar
un po' di storia: chiese, processi, preti e crocefissi
Continuiamo a seguire le tracce lasciate nei secoli dall’antica chiesa di Santa Gertrude. Dopo le prime notizie, illustrate nel Fontanon di Natale 2004, prendiamo in esame i documenti più interessanti che vanno dal 1489 al 1602 e mettono in luce la storia dell’edificio ecclesiastico e la sua descrizione, grazie ai quali veniamo anche a conoscenza di molti dettagli riguardanti la vita quotidiana sociale e religiosa dei timavesi nell’arco temporale preso in esame. Per chi non lo sapesse, ricordiamo che fino all’alluvione, che nel 1729 distrusse Timau, il paese si trovava a nord dell’attuale Tempio Ossario e la chiesa di Santa Gertrude era situata sul posto dello stesso sacrario militare. Dopo la ricostruzione del paese nell’attuale posizione, nel 1732 anche la chiesa venne edificata nella posizione che ancor oggi occupa mantenendo lo stesso titolo di S. Gertrude.
Nel 1489 il vicario patriarcale Buzio de Palmulis scrisse a prete Giovanni beneficiato in Paluzza, informandolo di aver dato a frate Urbano dell’Ordine di S. Bernardo, il permesso di celebrare la Messa nella cappella di s. Gertrude della villa di timau per i minatori della cava d’argento e questi soltanto udire nella confessione dei loro peccati. Il frate doveva conoscere anche la lingua tedesca per confessare i lavoratori delle miniere che prestavano la loro opera nei giacimenti della zona di timau e che erano originari di aree linguistiche germaniche. Nell’atto, conservato nell’archivio della Curia di Udine, si legge fratre urbano ordinis Sancti Bernardi abitante in Thamao; quell’abitante in Thamao ci fa supporre che il religioso risiedeva stabilmente nel paese e probabilmente era stato chiamato dai minatori stessi, a loro spese, per ottemperare alla cura delle loro anime. continuiamo a seguire le tracce lasciate nei secoli dall’antica chiesa di Santa Gertrude. La ritroviamo in alcuni testamenti della seconda metà del 1500: nel primo dell’ottobre del 1554, Pietro di Giovanni di Agnese da timau, essendo malato, nella sua abitazione detta il proprio testamento e chiede di essere sepolto nel cimitero di s. Daniele di Paluzza, nella tomba di famiglia. Alla chiesa di s. Gertrude di timau lascia un legato perpetuo di una libbra d’olio, da pagarsi ogni anno il giorno di s. Michele Arcangelo su un pezzo di prato sito in ‘Stalali’ nelle pertinenze di Timau. Inoltre, afferma di aver ricevuto per dote della moglie orsola del fu Leonardo de Pala del Monte croce quarantanove soldi rainesi, una vacca, una manza di circa due anni, un vitello da latte e otto capre, assicurando alla moglie il pieno diritto su tali beni. Infine, nomina suo erede universale il figlio Antonio. Due anni dopo, in una compravendita, Giovanni di Agnese da timau, in età avanzata e reso quasi decrepito dalla vecchiaia, con il consenso del figlio Alessio, abitante per proprio conto a cleulis, e di Leonardo altro figlio dello stesso Giovanni, questi oste in Sacile all’insegna della Torre, essendo debitore di molto denaro verso Lorenzo detto “Lentz” del fu Giovanni Mentil da timau, non ha altro modo di saldare il debito se non mediante la vendita di alcuni beni immobili tra cui una casa col coperto di tavole, costituita da cucina, stufa, camera e cantina, con stavolo e orto adiacenti, sita nel villaggio di Timau. L’acquirente dovrà però pagare su detti beni un livello annuale di diciotto lire e dodici soldi al nobile Matteo di Colloredo, e dodici soldi e una libbra d’olio
alla chiesa di S. Gertrude. Infine, si precisa che, siccome Giovanni di Agnese non conosce bene il latino, il contratto gli viene notificato in tedesco da Angelo Del Moro e dallo stesso Nicolò Pianese notaio.
Negli anni seguenti vari documenti iniziano a descriverci in maniera più dettagliata la nostra chiesa. Nel 1566 si tiene la visita pastorale di Jacopo Maracco, vicario del patriarca Giovanni Grimani. Il 27 ottobre di quell’anno Maracco si reca alla chiesa di s. Marco di Mauthen, dove assiste alla messa cantata dal cappellano don Francesco Poruello e poi visita la chiesa insieme al sacerdote Giovanni Scheffaner, curato in detto luogo. Dopo aver ordinato di mantenere tutto pulito e in ordine, Maracco interroga il cappellano in merito alla condotta del clero locale: ne risulta che questi ha moglie e figli, che somministra la comunione con ambe le specie del pane e del vino, e che i sacerdoti della provincia non osservano le disposizioni contenute nella breve del Papa Pio Iv, e in particolare il pievano di s. Giacomo di Lesach, Pietro Scorio. Prima di partire per l’Italia Maracco scrive una lettera a don Pietro scorio, ordinandogli di comparire il giorno seguente a Paluzza. Quindi si avvia verso il passo di Monte croce, (...), impraticabile, e vedemmo le epigrafi antichissime di Giulio Cesare, quindi arrivammo in Italia, in un luogo chiamato Tamau nella Contrada della Carnia, dove detto domino Vicario entrò nella chiesa di Santa Maria (santa Gertrude n.d.r.) di detto luogo di Tamau, diocesi di Aquileia, e la trovò completamente devastata e bisognosa di restauro tanto del tetto che della chiesa stessa, poichè stava per andare in rovina (et invenit eam totam / devastatam et indigere tam reparationem in tecto quam / ecclesia predicta, quia iminabatur ruvinam); e avendo mandato a chiamare il cameraro, gli fu risposto da molte persone che questi al momento non si trovava in casa, perciò dette ordine che appena fosse rincasato gli si notificasse di presentarsi l’indomani a Paluzza al suo cospetto, intendendo discutere con lui in merito ai lavori di restauro da farsi in detta chiesa; e mentre stavamo andando verso Paluzza, a metà del tragitto, ci raggiunse in tutta fretta il cameraro cui il Vicario aveva dato appuntamento a Paluzza per l’indomani, sotto pena di scomunica ed interdetto ecclesiastico, dovendo anche portare con se i registri delle entrate e delle uscite della chiesa, affinchè vi si potesse provvedere a gloria di Dio e a beneficio della chiesa, quindi circa due ore dopo il tramonto giungemmo a Paluzza. Il vicario patriarcale Maracco visita poi la chiesa
... sita in profunditate valis prope montem qui / appellatur Sanctae Crucis, citra quem est vallis Gilia / Germaniae; et primus locus dictae vallis qui inveni / est villa appellata La Muda, quae distat a / Tamau per X milliaria, et per dictam villam / est iter continuum mercatorum germanorum, qui / presertim ad emenda vina veniunt in Forum Iulii; / et villa habet numerum octo focularium, cuius habitatores utuntur li<n>gua italica et / germanica. Ecclesia non habet cemeterium nec sepulturas, nec sacristiam.
... bene pavimentata, cum una porta quae / firmiter clauditur et fenestris vitreatis et / vase aquae benedictae rupto in ingressu ecclesiae. / Tota ecclesia una cum capella, quae est fornicata et / pariter dealbata et pavimentata, est longa / quinque passibus cum dimidia in circa, lata tribus / cum dimidio in circa et totidem alta; habet unam / campanam positam in campanili in apice fron/tispiciae ecclesiae cum cruce ferrea. In eadem / ecclesia est unum tantumodo altare sub fornice / cum una imagine alta crucifixi Domini nostri lignea / deformi.
di s. Daniele di Paluzza e segue la messa cantata dal prete Antonio. successivamente visita la chiesa e ordina di ripulire e riparare il tabernacolo, di acquistare due nuovi corporali e sistemare quelli esistenti; il fonte battesimale viene rinvenuto aperto e senza serratura, perciò egli ordina di provvedervi un lucchetto. chiede poi di esaminare il registro dei battezzati, ma il sacerdote si scusa dicendo di non aver trascritto i nomi sul libro, perciò Maracco ordina che lo faccia entro otto giorni e procuri anche di tenere meglio i mobili della sacrestia. Prosegue con la visita alla chiesa campestre di s. Nicolò e ordina di imbiancare le pareti, sistemare il crocifisso e la pietra dell’acqua santa entro un mese. Infine, visita la chiesa di s. Maria e ordina di provvedere ad un tabernacolo, come aveva già ordinato nella sua visita precedente; inoltre vi trova i corporali sporchi e gli altari pieni di polvere e ragnatele, perciò ordina al sacerdote di pulire e tenere in ordine le chiese soggette alla sua cura, minacciandolo ripetutamente di sospensione e scomunica.
Dobbiamo soffermarci brevemente sulla frase entrò nella chiesa di Santa Maria di detto luogo di Tamau. Probabilmente l’estensore della relazione sulla visita pastorale confonde il giorno della dedicazione della chiesa di s. Gertrude che cadeva il dì della Natività della Madonna, anche perché di un’altra chiesa così intitolata non esiste traccia. Dodici anni dopo la visita di Maracco, alcuni abitanti di Timau vengono denunciati al Sant’Officio e, nel 1583, il processo coinvolge l’intero paese. I timavesi sono accusati di disprezzo verso gli ordini di santa Romana chiesa, per aver mangiato cibi proibiti in tempi proibiti e per non essersi recati alla s. Messa nei giorni di festa. Grazie agli atti dell’incartamento processuale veniamo a conoscenza di molti dettagli riguardanti la vita quotidiana sociale e religiosa dei timavesi alla fine del 1500. La chiesa di S. Gertrude, testimonia nel 1582 Iulianum de Signoribus officiante in Paluzza, fu già cinque anni in circa menata giù da l’aqua. Anche Regina, moglie di Massimiliano Raisocher, uno dei maggiori imputati al processo, interrogatata rispose: Mo signore, qui non si dice messa per non esser chiesa, qual vi fù menata giù da l’aqua; et l’intrate la maggior parte sono in mano di quelli di Paluza. E Battista Ianis da tolmezzo che riscuoteva la muda a timau testimoniò che: Vi sono più di sette o otto anni che non hanno chiesa, perché l’aqua ge la menò giù. Quanto all’entrata de la chiesa, nessuno non la scode, ma mi par che ogn’uno che prega se riserva in si. I fedeli erano pronti a ricostruire la loro chiesa la potrebbero fare, perché sono assai anni scorsi che non hanno pagato et datto conto de le intrate, che ogn’uno d’essi hanno in mano di quello de la chiesa chi cinquanta et chi cento lire. Ma c’era anche chi ragionando sopra la reedificatione de la chiesa, hebbe a dire: “Che far chiese ? - Vi sarebbe meglio far una stalla”. Dagli atti si rileva che dalle rovine della chiesa venne recuperata una campana mediocre, qual era sopra la chiesa, con la quale sera et matina sonano l’Ave Maria e un officiol de la Madonna latin et un libro volgare de le epistole et vangeli. Dove venivano celebrate le messe se la chiesa era diroccata?
Iulianum de signoribus da tredici anni era officiante in Paluzza e conosceva bene i timavesi a quali vado a dirli messa una volta al mese, e
quando vado ce ne vengono assai a messa e stanno con devotione. Riguardo la confessione asserisce: Parte ne confesso io, cioè alcuni di quelli che hanno la lingua italiana, et parte ne ha già per il passato confessati pre Osualdo de Sauris, qual sa la lingua todesca … eccetto la nora d’esso Milian, che per esser todesca vi va a confessarsi a Chietes (Kötschack). Interrogatus se ogni anno sono sta confessati questi che hanno la lingua todesca, respondit: «Questi tali quest’anno si sono confessati dal reverendo messer padre Vido, qual sta in San Daniele in zeia. Anche Angela moglie di Giovanni di Emiliano Raisocher essendo di Dosaco nella valle del Gail e per non haver la lingua italiana risponde all’inquisitore: mi sono andata a confessar et comunicar de ... (?) propriamente questa settimana passata son statta a confessarmi per esser in aspetto di scaricarmi … Mi son confessata sola inanci il prete come si fa de qua … Signorsì che mi sono comunicata anco, et mi è stato datto solamente l’hostia consecrata et poi drio mi fu datto il vino.
A questo punto dobbiamo ricordare un prete di timau che forse, conoscendo bene il tedesco ed i timavesi, potrebbe aver interagito nella vita religiosa e sociale dei nostri antenati. si tratta di Mattia Todesco presente nell’Alto Bȗt nei primi decenni del ‘500 ricordato anche come cappellano-curato di Paluzza. Mattia del fu Giovanni da Priola del fu Antonio da timau era anche curatore dei figli di suo zio Cristiano da Timau e succesivamente degli eredi del fu Pietro di cristiano da timau.
Questi argomenti andrebbero approfonditi ulteriormente, come sarebbe opportuno studiare a fondo un’altra parte della deposizione di prete Giuliano beneficiato in Paluzza, riguardante il culto dei morti a timau. Egli asserisce che: È solito farsi per li morti li settimi, trigesimi et anniversarii, ma per nessuno d’essi non ne ho mai dette, né quando havevano la chiesa, né poi; né manco gli ho mai detto nessuna messa votiva … Interrogatus se nel giorno universale de morti celebrava ne la sua chiesa, respondit: Signorsì, ma mai non veniva nessuno d’essi, come sogliono far gli altri cristiani sopra le sepolture de suoi morti; né anco ora che si sepeliscono di qua lo fanno. Quest’ultima frase di Iulianum de Signoribus è molto interessante e ci riporta alla tradizione orale, ricordata da autori carinziani, secondo la quale i morti di timau venivano seppelliti a s. Daniel nella valle del Gail, argomento che riprenderemo più avanti. I timavesi risposero alle accuse ribadendo con forza che osservavano il culto dei defunti con preghiere e celebrazioni di messe in loro suffragio. Il processo si concluse con l’affermazione, da parte dei timavesi, di essere cristiani obbedienti a santa Romana chiesa e gli inquisitori sentenziarono che stante maxime quod nil invenit propter quod penam mereatur (non avendo trovato nulla che meritasse una pena) gli imputati venissero assolti da tutte le accuse. Alcuni anni più tardi, nella relazione inerente alla visita pastorale effettuata nel 1602 da Agostino Bruno, canonico di cividale e vicario generale della diocesi Aquileiese, si parla più diffusamente della chiesa di s. Gertrude. Al mattino del 3 ottobre il Bruno si diresse a cavallo alla chiesa intitolata a santa Gertrude nella villa di timau; qui dapprima pregò devotamente e recitò l’antifona e l’orazione di detta Santa, quindi iniziò la visita:
Una rara immagine dell'antico crocifisso. Riportiamo alcune righe tratte dagli appunti di don tita Bulfon. L' antica miracolosa immagine in legno oscuro, portava la data del 1527 e stava rinchiusa nella nicchia dell'altare: lunc e sehc come il Crist da Tamau. Nel 1902 dalla buon’ Anima del curato Don Floriano cav. Dorotea fu data a deturpare e sfigurare ad un indegno ed ignoto pennello di un tale ubaldo Cavalli bolognese, sfuggito dalla polizia austriaca, pescivendolo in Trieste. una tale profanazione dai paesani rattristati si deprecava con questa sestina:
Chel vardonta di pitor cul so taifel di pinel e cul mal pastat color; sciau sciau, cambiajal mai dut il sang e la pièl al nestri Crist Signor!?
In remoti pellegrinaggi da più bocche giovanili nell'allontanarsi dall'altare del Cristo, fra tante preghiere votive si mormorava anche questa quartina:
Oh grand Crist di Tamau just, misericordios di cûr un vot us prei daimi un bon moros.
Inventario dei beni delle chiese redatto dal notaio Broili nel 1771: Nella chiesa del SS. Crocifisso un crocifisso miracoloso ai giorni nostri che fù posto alorche fù edificata la Chiesa di Timauo Vecchio nel 1527 e fù trafugata la villa nel 1729 li 28 ottobre dal inondacione e rimase solo per vestigia intata la chiesa che ogidi si vede rimodernata…
... Questa chiesa dista da Paluzza cinque miglia in direzione dei monti che separano l’Italia dalla Germania, lungo un percorso difficile e angusto dove scorre un torrente chiamato Fluvius. Detta chiesa è edificata nella villa denominata Tamau, villa posta sotto la giurisdizione temporale della comunità di Tolmezzo e sita in fondo alla valle presso il monte chiamato <Monte> di Santa Croce, oltre il quale vi è la valle Gailtal della Germania; la prima località che si incontra in questa valle è la villa denominata La Muda, che dista da Timau dieci miglia, e in detta villa <di Timau>
c’è un traffico continuo di mercanti tedeschi che vengono in Friuli soprattutto per acquistare vino; e il villaggio conta otto fuochi, i cui abitanti parlano la lingua italica e germanica. La chiesa non ha cimitero né sepolture, e neppure la sacristia. Alle domande fu risposto che in precedenza vi era un cimitero; tuttavia, un’alluvione ne aveva abbattuto il muro. Il visitatore ordinò di cingere il luogo con un muro e <di predisporre> l’altare per la consacrazione, appena verrà consacrata la chiesa. La chiesa presentava pareti robuste, all’interno imbiancata e all’esterno intonacata,
a cura di Mauro e Valentina Unfer
con un soffitto nuovo tavolato, e coperta bene di tavole (scandole) all’esterno, pavimentata bene, con una porta che si chiude correttamente, finestre con vetrate e il vaso rotto dell’acqua benedetta all’ingresso della chiesa. L’intera chiesa con la cappella, che è fatta a volta e similmente imbiancata e pavimentata, è lunga cinque passi e mezzo circa, larga tre e mezzo circa e alta altrettanto; ha una campana posta sul campanile in cima al frontespizio della chiesa con una croce di ferro. Nella stessa chiesa c’è un solo altare sotto la volta, con un’immagine lignea, sul fondo, del crocifisso di nostro Signore, sfigurata. Alle domande fu risposto che la chiesa era stata restaurata poco prima dal comune di detta villa di Timau e che era atteso il reverendissimo vescovo di Trieste che avrebbe consacrato la chiesa, l’altare, il cimitero e la campana. Il visitatore ordinò di dipingere le croci necessarie per la consacrazione nella chiesa, che nell’altare si dovesse sistemare decentemente la tavola in pietra, circondare con un muro il cimitero e predisporre tutto il resto per la consacrazione. Manca il confessionale. E poiché venne riferito che gli uomini del luogo avevano stabilito di far fare un’icona, il visitatore ordinò loro di collocare quanto prima possibile un’icona decente sopra detto altare, di alzare l’immagine del crocifisso sino alla volta <del coro> e di restaurarla, ponendo quindi l’icona sotto detta immagine del crocifisso. Venne fatto l’inventario di tutte le suppellettili di detta chiesa, che qui si allega. Alle domande fu risposto che la chiesa era stata consacrata prima del restauro e che l’anniversario della consacrazione si celebra ogni anno nel giorno della natività della beatissima Vergine. Alle domande fu risposto che il reverendo preposito è tenuto alla celebra/ zione della messa in detta chiesa soltanto nella festa di Santa Gertrude e nell’anniversario della consacrazione e che anche in altri giorni in detta chiesa vengono celebrate messe dal reverendo preposito, oppure da altri sacerdoti con il permesso dello stesso preposito. Alle domande fu risposto che ogni anno nella solennità della Pasqua tutti gli abitanti di Timau confessano i propri peccati e si comunicano, e che il sacramento dell’eucaristia viene allora impartito agli anziani ed agli inabili dal reverendo preposito in questa chiesa, mentre agli altri che possono compiere il viaggio <viene impartito> nella chiesa parrocchiale di San Daniele di Paluzza, di cui questa chiesa è filiale. Alle domande fu risposto che l’eucaristia per gli infermi viene portata dalla chiesa parrocchiale, e così pure l’olio santo degli infermi; e lungo l’intero percorso vi è il torrente Moscardo, che molto spesso straripa e rende la via impraticabile. Alle domande il reverendo preposito risponde che <soltanto> cinque o sei volte, nei quindici anni da quando egli è preposito, è accaduto che mancassero i sacramenti agli infermi di questo luogo. Alle domande fu risposto che il comune amministra il culto di detta chiesa e che la chiesa non ha alcun reddito, eccettuato un prato del valore di venti ducati. Alle domande fu risposto che non è mai capitato che qualcuno <proveniente> dalla Germania avesse predicato in questo luogo. Alle domande fu risposto che da parte di questi uomini vengono osservati i digiuni, ovvero non si consumano cibi proibiti in Quaresima, se non i latticini con la licenza del reve-
Archivio Curia Arcivescovile di Udine. 1578, frontespizio del processo contro i timavesi. Processus per Offitium Sanctissimae Inquisitionis Aquileiensis diocesis formatus contra habitatores loci nuncupati Thamau positi supra villam Palutiae contrata Carneae in canali Sancti Petri occasione introscripta.
rendo preposito. Alle domande fu risposto che il popolo del luogo per la maggior parte la domenica ascolta il sacro verbo nella chiesa parrocchiale di San Daniele. Alle domande fu risposto che tutti gli abitanti sanno il “Pater noster”, l’“Ave Maria” ed il “Credo”. Alle domande fu risposto che i matrimoni si celebrano nella chiesa parrocchiale, nella quale parimenti si amministra anche il battesimo. Alle domande fu risposto che viene suonata la campana per la salutationem angelica (?) al mattino e alla sera. Davanti all’altare vi è appesa una lampada di rame, che si disse resti accesa durante la notte.... La relazione riguardante questa visita pastorale ci potrebbe dare lo spunto per sviluppare le tematiche di numerosi argomenti molto interessanti. Per motivi di spazio ci soffermeremo solo su alcuni. Un passaggio particolarmente interessante mette in evidenza il bilinguismo di timau “... et villa habet numerum octo focularium, cuius habitatores utuntur li<n>gua italica et germanica ...” (e il villaggio conta otto fuochi, i cui abitanti parlano la lingua italica e germanica). Già in alcuni documenti notarili, della prima metà del 1500, viene precisato che gli atti vengono notificati anche in tedesco in quanto la maggior parte degli abitanti presenti in otto fuochi, ossia famiglie, o meglio ceppi famigliari, sono di origine carinziana e solo alcuni conoscono bene la lingua italiana. Riprendiamo brevemente il passaggio riguardante le sepolture delle salme dei timavesi. Il sopracitato Iulianum de signoribus ricorda che … ora che si sepeliscono di qua …, questo di qua ci porta ad alcune considerazioni. I timavesi probabilmente portavano i loro morti di la ovvero nei loro paesi d’origine compresi tra la valle del Lesach ed il Weisensee oppure, come racconta la tradizione, li seppellivano attorno alla chiesa di s. Daniel nella valle del Gail. Ma cosa significa ora che si sepeliscono di qua? Nel cimitero di Timau, attorno alla chiesa di santa Gertrude, o in quello della parrocchiale di S. Daniele in Casteons? Sfogliando il primo libro dei morti (1603/1657) dell’archivio parrocchiale di Paluzza si nota che la maggior parte delle inumazioni dei defunti dei paesi facenti parte della parrocchia di s. Daniele (Ligosullo, tausia, treppo, Rivo, casteons, Naunina, Paluzza, cleulis, timau), avveniva nel camposanto di s. Daniele. ci sono anche delle eccezioni come alcune sepolture presso la Pieve di s. Pietro o nel cimitero della chiesa di s. Giacomo in Paluzza e il caso degli abitanti di Rivo, che seppellivano i propri morti anche nel camposanto della chiesa di
s. Lorenzo. Per quanto riguarda timau nel registro citato sono trascritte, fino al 1620, solamente otto sepolture anche se va ricordato che agli inizi del 1600 Timau contava solo circa 45 abitanti. La cosa che più ci interessa è che troviamo annotate solo due sepolture effettuate nel cimitero di S. Gertrude: la prima nel 1608 e l’altra nel 1692. La nota defunctorum del 1608 ricorda la sepoltura di Joannes unferier di timau che fu inumato in tumulo suorum predecessorum ovvero Giovanni venne sepolto nella tomba dei suoi antenati. sulla base di queste notizie, possiamo supporre che originariamente le sepolture di qua iniziarono a timau e in seguito avvennero nel cimitero parrocchiale di s. Daniele di casteons, anche se sporadicamente qualche inumazione poteva avvenire nei pressi di S. Gertrude. Infatti, nel 1602 si dice che attualmente … la chiesa non ha cimitero né sepolture … fu risposto che in precedenza vi era un cimitero. Anche negli ordini seguiti alla visita pastorale si legge: Si cinga il loco del cemiterio in maniera che gl’animali non vi possino intrare. Il camposanto viene anche nominato per i danni subìti nel corso delle alluvioni del 1714 e 1719 e per un incidente avvenuto attorno al 1690, ricordato in un documento del 1714 attestante la sepoltura di un tedesco che in poca distanza dalla Villa di Timau, dove il medesimo caminando per la strada Reggia verso la germania, fù precipitosamente colpito d’una taglia che colava giù del monte sudetto <Lavareit> et fu come sopra sepolto nel cimiterio della Capella di Timau. Esaminiamo ora un altro punto della visita pastorale che dice: … nella stessa chiesa c’è un solo altare sotto la volta, con un’immagine lignea, sul fondo, del crocifisso di nostro Signore, sfigurata e negli ordini si alzi limagine del Crucifisso che sta su l’altare e si orni in maniera che non paia deforme et sotto alla detta imagine del Crucifisso su l’altare si faccia un quadro semplice di tela di poca spesa mà decente con l’imagine della Madona in mezo a man destra S. Geldruda et a man sinistra S. Rocho. Si faccia il confessionale e tutto questo si eseguisca infra termine di cinque mesi. Si compri doi candeglieri d’ottone, un crocefisso piccolo, la carta delle secrete posta in tavola. compaiono per la prima volta in questi documenti un crocifisso e un dipinto che hanno segnato la storia della nostra comunità. Il crocifisso e la tela dovrebbero essere quelli segnalati nell’inventario dei beni delle chiese redatto dal notaio Broili nel 1771: Nella chiesa del SS. Crocifisso un cro-
cifisso miracoloso ai giorni nostri che fù posto alorche fù edificata la Chiesa di Timauo Vecchio nel 1527 … nella chiesa di s. Gertrude … altro altare magiore di S. Gertrude dipinto con la B.V. di mano di Luca di Linden Todesco … Il documento in esame ci ricorda dunque che la chiesa di S. Gertrude venne ricostruita nel 1527 e un crocifisso, poi ricordato nelle visite pastorali seguenti, viene collocato nella stessa. L’antico crocifisso è andato distrutto nell’incendio che, in seguito agli eventi bellici della Grande Guerra, bruciò il Santuario del Santissimo Crocifisso nell’ottobre 1917.
Il quadro venne ritrovato alcuni anni fa nella cripta della chiesa di cristo Re, ma alla tela manca l’immagine di S. Rocco. Il dipinto venne restaurato e riproposto all’ammirazione dei fedeli nella chiesa di s. Gertrude. La restauratrice conferma che la pittura e lo stile possono essere datati verso la fine del 1500. È il quadro citato nei documenti di inizio ‘600? Parrebbe di sì. S. Rocco potrebbe essere stato “mozzato” quando, fortunatamente, il quadro è stato spostato dalla chiesa del ss crocifisso all’altare maggiore di S. Gertrude e, essendo troppo largo, è stato tagliato. Questo è avvenuto sicuramente prima del 1888; in quell’anno, infatti, il cappellano curato Pre Luigi Rossitti scrive: Nell’altare maggiore vi è un quadro in cui a destra è dipinta Maria Santissima col Bambino in braccio ed a sinistra S. Gertrude Vergine. Il dipinto di Luca di Linden Todesco rappresenta l’unica vestigia che ci lega all’antica chiesa di S. Gertrude che, come abbiamo più volte sottolineato, fino al 1729 si trovava al posto del Tempio Ossario. La tela, risanata dalla restauratrice Luciana simonetti, ha ripreso la brillantezza dei colori così come li videro 400 anni fa i nostri antenati quando la collocarono nell’antica cappella. Ora il quadro fa bella mostra di sé nella nuova chiesa parrocchiale. scriveva don Renzo Micelli potevamo lasciar perdere una cosa così importante sia al patrimonio culturale del paese, ma soprattutto al patrimonio religioso? No di certo! Ora entrando in chiesa, guardate con gli occhi del cuore e della fede questo dipinto. si ringrazia per la collaborazione Giulio Del Bon, Gilberto Dell’Oste, Manuela Quaglia, don Tarcisio Puntel.
Mauro Unfer
le
15/16/17/18 apriil – reink
19/20/21/22 apriil - eibli
19 apriil – gapeart Alma Beltrame
23 apriil – suna ovar indarvria hott ckreink
24/25/26/27 apriil – eibli
25 apriil – plost a ckoltar luft
26 apriil – pan Pakaj, af chlalach, zba puam darzeilnt is liandl van Fischiosauro mittar musika
28/29/30 apriil – schia beitar
30 apriil – sunti in Alp
01/02/03 mai – suna
01 mai – ckemant in doarf aneitlan lait van Extraich as belnt eipas mearar beisn af unsara schprooch unt praicha
04 mai – eibli unt nochmittog schtoarcka rein. Da Jutta pachemzi mit anietlan tischlbongara (Loredano, Ivana, Ennia, Mauro, Eddie, Federica, velia) za rein bisa dencknt as da schprooch baitar geat
05 mai – rein, plitza unt tondara
06 mai – reink schtoarck
07/08/09/10/11 mai – eibli
12/13 mai – suna
12 mai – ckemant da ckindar var schual va Enemontsch as belnt eipas mearar beisn afta Portatrices
14 mai – eibli
15/16/17/18 mai – suna
19/20/21/22 mai – reink
23/24/25/26 mai – suna
24 mai – um holb ochta tschnochz, in sool van cinema, a schpasigar toog tschnochz min ckindar as voarschteilnt eipas van ols
26 mai – sunti van Gasa. In gonzn toog is darpai dar Fabrizio Nonis as onempt ols bosta min gasa za tuanan hott.
27 mai – reink
28/29/30/31 mai – suna
01 sghuin – suna. Nochmitoog a groasa unt schtoarcka rein
Min ckropfn af sudri
02 sghuin – suna
03 sghuin – eibli
04 sghuin – holba unt holba. Da nocht reink
05/06 sghuin – suna
07/08 sghuin – eibli
08 sghuin – indarvria geat viir a gara va bicikletas as van Extraich abeck is gongan.
Aneitlan Portatrices geant, indarvria par Unckircha unt nochmitoog af Fors.
Nochmitoog, avn plotz unt noor in cinema beart voartschteilt bosta is boarn gatonan pis hiaz in film van Portatrices za mein mochn.
09/15 sghuin – suna unt boarm van 9 sghuin pis in 13 sghuin beart a Master va cinema ainpfiart min Swan
13 sghuin – af Glamaun schtearp da vincenzina van schkarnutl
15 sghuin – da Portatrices geant avn raduno van triveneto af Konean
In Pearck is da gara afta beiglan as da Portatrices hont gamocht mensa afta pearga senant gongan
16/17 sghuin – eibli
18 sghuin/06 lui – suna unt boarm
21 sghuin – avn Rouspoun beart gadenckt bis beart aus sain gongan in ckriazait
23 sghuin – a kamion is drina plim in da galaeria var heacha
Nochmitoog tuat schtoarck rein
25 sghuin – ckemant af tischlbong da dott.ssa
Asja Gallo unt dar Profesoor oliver Bender
26 sghuin – ckimp a tschock lait van Eztraich as mearar bilt beisn van doarf unt saina praicha
28 sghuin – nochmitoog pachemarsi ola zoma in Gamaan zimar rein min Antonio Gheno va maschkaras, vosching unt saina praicha
29 sghuin – da roasn baichn
30 sghuin – schtarp da spira
01 lui – min Portatrices af tchurchuvint in ondenck van saldotn as senant boarn darschousn in Earschtn Beltckriag
06 lui – min Portatrices af Palutsch avn sunti van alpins
Nochmitoog a schtoarcka rein unt a pisl schauar
07/08 lui – rein unt ckolt
08 lui – schtearp dar Renè, Puc
09 lui – holba unt holba
10 lui – suna, ovar a ckoltar luft
11 lui – eibli, unt nochmitoog rein
Min Walter Fischnaller sent af Tischlbong 28 lait
12/13 lui – eibli
13 lui – min Portatrices avn raduno var sezion alpins var cjargna af Davar
Noch da Meis beart o gadeckt da noja sunauhr as da Martha hott gamocht afta mauar van cinema
14/15 lui – suna
16 lui – polt rein, polt suna
17/18 lui – suna
19 lui – holba unt holba. Um zeichna tschnochz a schtoarcka rein
Unsadar koro singt par Unckircha
20 lui – suna
ondenck, af Palutsch van toatn van Promoos is joar 1944
21 lui – eibli
In Promoos, Meis in ondenck van toatn van 1944. Noch da Meis beart o gadeckt a targa as darchent in Promoos is oart as hott zan sain gadenckt vir bosta is passiart in Earschtn unt in zbaitn ckriag
22 lui – suna
23/27 lui – eibli unt rein
28/29 lui – eibli unt nitt asou boarm
30 lui – suna indarvria nor, lonzn, lonzn ziacht bidar zoma sghboarza eibl. Da nocht umin hott schtoarck ckreink.
31 lui – suna
10 giugno 2025 Luca Terenziani percorrendo in solitaria il Sentiero Italia ha appena raggiunto Timau
Domenica 20 luglio 2025, in Piazza XXI – XXII luglio a Paluzza, è stata deposta una corona di alloro presso la lapide a ricordo di quanto avvenuto nell’estate del 1944. L’orazione è stata tenuta dal prof. Leonardo Primus.
Lunedì 21 luglio 2025, al termine della Santa Messa a suffragio delle vittime dell’Eccidio nel 1944 è stata scoperta, a Malga Promosio, la targa commemorativa “comprensorio di malga Promosio. Luogo della memoria”.
Viola Maieron, figlia di Igor e Simona Muser, il 25 aprile 2025, in Piazza Libertà a Udine mentre legge la motivazione con la quale nel 1979 fu conferita la medaglia d’argento al Valor Militare alla città di Tolmezzo per tutta la Carnia.
Unfer Vincenzina
Nata a Paluzza il 5 settembre 1946
Morta a Gemona del Friuli il 12 giugno 2025
Emigrata giovanissima in svizzera, ha trovato occupazione presso una prestigiosa sartoria di Basilea e la sera, per permettere al marito di frequentare i corsi a numero chiuso e con frequenza obbligatoria di ingegneria edile, foderava pellicce per un’azienda di moda. Rientrata definitivamente in paese con la sua famiglia il 17 luglio 1977, Vincenzina ha continuato con il suo lavoro di sarta che svolgeva con vera passione. Per un periodo ha tenuto corsi di cucito a nome della sartoria Le Grand chic nei comuni di sutrio, Paluzza e treppo, riscuotendo apprezzamento da parte delle allieve per la pazienza e la professionalità dimostrate. Da qualche anno organizzava in paese, durante il periodo estivo, un corso di cucito con i bambini e ciò le dava grandi soddisfazioni.
Amava intrattenersi con le persone che incontrava dimostrando cordialità e gentilezza nei modi. Partecipava a tutte le iniziative del paese sempre con il sorriso sulle labbra anche se le sue condizioni di salute non erano ottimali. Le piaceva cantare ed era componente attiva della corale teresina Unfer. Ai suoi familiari, le più sentite condoglianze.
A ricordo dei due fratelli coristi
Nel corso del 59° anno di attvità della corale teresina Unfer, ciò che ha colpito profondamente il nostro gruppo canoro è stata la perdita di due storici componenti della formazione, fratello e sorella, velio e vincenzina Unfer, a pochi mesi l’uno dall'altra, lasciando vuoto e profonda tristezza sia nei coristi che in tutta la comunità di timau – tischlbong. Il loro contributo e apporto nelle tante ore spese a lavorare in gruppo è stato prezioso anche per le belle amicizie venutesi a creare nel corso del tempo. velio, solare, sagace, instacabile lavoratore, sempre sorridente nonostante la stanchezza e i dolori che ultimamente lo affliggevano, ha donato veri momenti di allegria e simpatia, con le sue battute ed il suo impegno costante, ha fatto sì che tutti gli volessimo bene. Per tanti di noi è stato un faro, manca e mancherà sempre. Lasciandoci attoniti, dopo poco, ci lascia anche la cara vincenzina. Amabile, dolce, positiva e sempre presente fino a quando le forze glielo hanno consentito, ci ha insegnato, regalandoci la sua amicizia, ad essere positivi e propositivi nonostante le difficoltà che la vita ci presenta. Li abbiamo salutati con il cuore gonfio di tristezza e le voci rotte dall’emozione; ora nella nuova dimensione in cui si trovano, certamente continueranno a cantare e a rallegrare anche gli angeli. Mandi amici cari, il vostro posto ed il vostro spirito aleggerà sempre intono a noi.
La Corale Teresina unfer
Micolino Speranza
Nata a Cleulis il 17 settembre 1942
Morta a Casali Sega il 30 giugno 2025
La nostra mamma Speranza era nata il 17 settembre 1942 a cleulis; era ancora una ragazzina quando, con papà, si è trasferita in svizzera dove è nato il loro primogenito. Dopo poco è ritornata al paese di timau, lì ha costruito la famiglia crescendo cinque figli con instancabile forza d’animo. La sua vita non è stata facile, con tanti sacrifici e difficoltà, ma lei non si è mai arresa. ha messo sempre al primo posto la famiglia. Era anche una nonna molto premurosa e amata da tutti i nipoti. È stata una donna eccezionale, una lavoratrice instancabile, sempre gentile e premurosa con tutti. Amica sincera, mai una lamentela, neanche negli ultimi giorni segnati dalla malattia. ha vissuto per gli altri con le mani sempre pronte ad aiutare, anche quando il male le aveva tolto le forze, era amorevole e dolce con tutti e lo è stata fino alla fine. Ha avuto la gioia di vedere e stringere tra le braccia il pronipotino Gioele e l’ha fatto col cuore pieno di felicità. L’abbiamo accompagnata con amore negli ultimi giorni della sua vita e lei ci ha insegnato ancora una volta cosa significa vivere con dignità e forza. È mancata il 30 giugno 2025. ci manchi tantissimo ma il tuo amore vive in ogni gesto che ci hai insegnato, grazie mamma.
Renato Unfer
Nato il 1° aprile 1958 a Ettelbruck (Lussemburgo)
Morto l’8 luglio 2025 a Timau
Increduli abbiamo appreso la triste notizia dell’improvvisa scomparsa di Renè. Renè era nato in Lussemburgo. Rientrato giovanissimo in paese con i genitori, terminati gli studi ha trovato occupazione presso la Secab dove ha lavorato fino alla pensione. sempre disponibile alla collaborazione e al sostegno, non si sottraeva mai nell’aiutare in ogni occasione e in ogni iniziativa le associazioni del paese. Grande appassionato di calcio, ha militato per lungo tempo nella squadra del paese e, anche dopo il suo ritiro, ne seguiva con passione le sorti. Rosta in rua, Renè
È sempre difficile trovare le parole giuste per salutare qualcuno ma abbiamo cercato di farlo ricordandoti nell'eco di positività e allegria che lasciavi impresso in tutti noi. sei sempre stato un volontario presente, disponibile, instancabile e solare. Quante foto ti ricordano a ridere e scherzare con i cavi elettrici a portata di mano. Insieme ai tuoi amici, pur lavorando, eri felice di dedicare il tuo tempo alle nostre tradizioni. sempre presente ad ogni manifestazione, immancabile anche a reggere quel pesante "palo" su cui i ballerini intrecciavano i nastri, un'immagine quasi simbolica del tuo modo di essere: silenzioso ma determinante, un gigante buono a sostegno di una comunità. Purtroppo oggi siamo qui a darti l'ultimo saluto, nella speranza di riabbracciarci un giorno e magari organizzare una grande festa con l'aiuto di tutti voi che ci aspettate lassù: la tua mamma Anita assieme alla quale sicuramente ci stai guardando e ogni volontario e volontaria che abbiamo perso in questi anni e di cui sentiamo sempre di più la mancanza. Siamo fiduciosi, però, che l'esempio che hanno dato persone come te, caro René, possa essere il fuoco che animerà i nostri giovani che, crescendo, continueranno a dedicarsi a timau e alla sua storia, come hai fatto tu per tutti questi anni. Ci mancherai... mancherà il tuo viso affacciato a quel balcone di casa, con lo sguardo sereno e quel sorriso disteso mentre ci salutavi con la mano per darci il tuo buongiorno. oggi, siamo noi a salutarti con gli occhi pieni di malinconia, ma, pensandoti a quella finestra, sorrideremo con te, sapendoti in pace. vARGELtZGot RENÉ
Miar va tischlbong
Dar portiir - Il portiere sin da giovanissimo ti sei appassionato al mondo del calcio ricoprendo il ruolo di portiere. Hai militato in tutte le categorie fino ad approdare in prima squadra. vogliamo ricordare il contributo che hai sempre manifestato, fatto di passione e di attaccamento, alla maglia con il capriolo e serbare il ricordo di un estremo difensore che proteggeva la porta con cuore e grinta. Quando per l’età non ti è stato più possibile continuare a giocare, il tuo sostegno alla squadra non è venuto meno. sempre positivo e propositivo, genuino esempio di entusiasmo e di attaccamento ai colori sociali per le giovani leve, hai ricoperto i più svariati compiti all’interno della Nostra Polisportiva, collaborando attivamente nel settore Giovanile ed in Prima squadra e ritagliandoti poi il ruolo di Guardialinee storico che hai sempre svolto con disponibilità e dedizione. Negli ultimi tempi, quando non venivi più al campo, affacciato alla finestra di casa, seguivi con attenzione lo svolgersi delle partite senza mai condannare le sconfitte, ma sempre incoraggiando i giocatori a dare il massimo. Siamo in tanti a darti l’ultimo saluto, mentre la nostra mente ricorda i tanti momenti “sportivi” trascorsi assieme. La tua Squadra, la Tua Polisportiva, la TimauCleulis, ti saluta con affetto e ti ringrazia per tutte le “parate” che l’hanno salvata dalla sconfitta.
sEN t I t E co ND o GLIANZE DA t U ttA LA co MUNI tà ALLE FAMIGLIE DI
Clorinda Mentil in De Luca
venuta a mancare, all’età di 86 anni, a Bertiolo
Adriano e Beppino Mentil var Ckloo
figli di Giusto e oliva Matiz van Fat, deceduti a cordoba Argentina.
Nel 2007, un dibattito coinvolse la valle del But, in carnia, relativamente alla possibilità di interrare la linea elettrica così da eliminare finalmente i pali che da sempre punteggiavano il paesaggio. Per chi non lo sapesse, la carnia è quella porzione del Friuli nord occidentale confinante con l’Austria e coronata dalle Alpi carniche. Per capire bene questa porzione di regione, basta vedere le mappe catastali: una polverizzazione di particelle che testimoniano una tendenziale scarsa propensione all’accondiscendenza e alla condivisione, poi smentita da un’inaspettata generosità. Nei primi mesi dell’anno la SECAB – la cooperativa di gestione dell’energia elettrica di cui sono soci buona parte degli abitanti della valle – decise di dare il via all’interramento e posizionare sette cabine di trasformazione lungo tutto il territorio di Paluzza, ovvero l’ultimo Comune prima del confine austriaco di passo di Monte Croce Carnico. L’allora direttore della SECAB recepì la sollecitazione di affrontare architettonicamente un tema puramente “funzionale”, nel tentativo di rendere palesi le esigenze e le necessità che usualmente sorgono nel momento in cui un oggetto tecnologico viene collocato in contesti paesaggisticamente rilevanti. L’incarico partì dalla riflessione che nella visione contemporanea la percezione del paesaggio passa sempre di più da strumenti che “sorvolano” il territorio, appiattendone la morfologia, le caratteristiche e le peculiarità per restituirlo all'omogenea bidimensionalità dello schermo di un computer. Per contrastare questa attitudine, ogni progetto alla scala “grande”dovrebbe prendere in considerazione le caratteristiche e le peculiarità di un luogo per poter instaurare una relazione dialettica finalizzata non solo a rispondere a esigenze precise, ma capace di generare nuove possibilità. La committenza accettò la sfida – tecnica, teorica, sociale – seppur senza molta convinzione, conscia delle difficoltà che si sarebbero incontrate nel proporre delle soluzioni non ancora codificate e sedimentate.
sui temi dell'ecologia e dalla sostenibilità ambientale. La loro architettura prevede, infatti, l'uso di materiali eco-compatibili e sostenibili che, fungendo da sostegno per la crescita della vegetazione, sono state inserite senza contrasti negli ecosistemi esistenti facendo si che la scelta di interrare la linea elettrica potesse favorire la costruzione di un paesaggio più complesso e migliorare la vita dei suoi abitanti.
Una delle invarianti nel lungo tempo della realizzazione – circa quindici anni, con la riduzione da sette a sei cabine – riguarda la consapevolezza che il sistema “fallisca”, ovvero che le cabine non vengano utilizzate dalle persone della valle: in questo caso la struttura continua la sua funzione infrastrutturale, fornendo ospitalità alla fauna (nidificazione, colonizzazione) e supporto alla crescita della vegetazione circostante.
La strategia utilizzata per la costruzione ha previsto l’utilizzo di materiali e manodopera a km0, così da sfruttare al meglio la conoscenza costruttiva e la disponibilità di materia prima. La sostenibilità è stata associata a un’economia di scala direttamente rapportabile al territorio: l’utilizzo di materiali locali ma utilizzati con differenti modalità costruttive – rispetto agli abachi di soluzioni finto tradizionali allegati ai piani regolatori - contribuisce a rendere visibile i manufatti e a manifestarli come anomalie “domestiche”.
Lo sforzo principale si concentrò nel coinvolgimento della cittadinanza e dei diversi attori operanti sul territorio (la società elettrica come proponente, il comune di Paluzza, l’Anas, la regione Friuli Venezia Giulia, la provincia di Udine e la Soprintendenza della provincia di Udine) affinché si comprendesse l’opportunità di non abbandonarsi a facili mimetismi (o a soluzioni da abaco tipologico) e che le cabine tecnologiche diventassero un sistema territoriale riconoscibile e utile.
Alla necessità di integrare le cabine elettriche con il paesaggio si è risposto, così, non soltanto puntando alla possibilità di ridurre l’impatto visivo – così come previsto dal Piano regolatore comunale - ma fornendo un valore aggiunto che consentisse ai singoli oggetti progettati di costituire una rete territoriale, unendo i punti di interesse localizzati in questa porzione di carnia. Questo approccio ha permesso un dialogo diretto tra la committenza e i cittadini, costruendo uno spazio di consenso in cui l’infrastruttura si è trasformata in nuovi e fruibili luoghi del paesaggio.
Metodologicamente si è operata la scomposizione del paesaggio attraverso l'esclusione mirata dell’insieme visivo, così da evidenziare alcuni elementi, considerati “punti notevoli”. Mediante i “quadri visuali”, definiti dalle soluzioni architettoniche progettate per le cabine, sono stati selezionati gli elementi morfologici primari del paesaggio: in questo modo, l'osservatore può mettere in relazione i “punti notevoli” con il luogo da cui si guardano e, visitando le diverse cabine, può apprezzare l'apparente modificazione indotta dalla mutata percezione.
Non più spettatore passivo ma, grazie a questo nuovo “paesaggio selezionato”, parte attiva e consapevole del luogo che sta osservando.
L’intento era che le peculiarità naturalistiche, storico- artistiche o legate alla cultura materiale potessero essere lette in maniera unitaria grazie all'organizzazione di itinerari che trovano nelle nuove cabine, arricchite di nuove funzionalità, dei “luoghi” dove poter svolgere diverse attività o sostare prima di proseguire nella visita dell'alta valle del But. Alle connessioni tematiche possibili – legate ai tempi di percorrenza, alle emergenze storico artistiche, alle attività sportive – ciascun visitatore può innescare nuove relazioni e modificare le intensità di utilizzo. Tracce nell’erba, piccoli sentieri, variazioni nel colore di un marciapiede sono i segnali di una nuova geografia non formalizzata, né progettata.
Programmaticamente non era escluso che i nuovi manufatti potessero diventare esse stesse degli “eventi”, capaci di attivare flussi turistici (come accade in altre località con i musei diffusi) e processi di sensibilizzazione
oggetti capaci di attrarre grazie alla loro empatia col territorio e, al tempo stesso, per la loro totale estraneità.
Articolo di Mentil Federico e Ragonese Marco tratto da ARCHALP nr. 14 - 2025
La festa sociale della Polisportiva timaucleulis a chiusura della stagione invernale si è tenuta domenica 1° giugno a cleulis. La mattina è iniziata con la santa Messa nella chiesa di s osvaldo dove il parroco Don tarcisio ha sottolineato nell’omelia l’importanza della Chiesa e dello sport nel costruire valori positivi che rafforzano la coesione del gruppo ed allontanano i ragazzi da violenza e percorsi sbagliati. Dopo una camminata tra i sentieri della frazione del comune di Paluzza, il gruppo ANA cleulis ha preparato il pranzo ad atleti e famigliari presso il complesso scolastico. sono seguite le premiazioni di tutti i partecipanti, compresi quelli della scuola dell’infanzia, anche a seguito della gara sociale di sci fondo svoltasi domenica 9 marzo ai Laghetti di timau dove si sono riuniti atleti e famigliari per la classica staffetta a coppie di sci che diverte molto i più piccoli, soprattutto per la possibilità di gareggiare con i propri genitori, fratelli o amici. Nel discorso del Presidente, Luciano Bulliano, sono emersi i ringraziamenti alle associazioni locali e sponsor che supportano le attività dell’associazione, ai genitori e volontari che collaborano con i tecnici ed a Boris Maieron e Rita veritti per la disponibilità, garantendo la pista per gli allenamenti da dicembre a marzo. Infine l’allenatore Elio Ferigo ha presentato i programmi estivi di allenamento ai vari gruppi suddivisi per fasce di età e settore, dall’at-
letica al trail running, in vista delle gare di corsa in montagna del trofeo Gortani, soprattutto per la tappa casalinga di domenica 7 settembre, il duathlon a malga Promosio del 4 ottobre e il vertikal Plan das stries del 19 ottobre, nonché della preparazione alla stagione invernale 2025/26 anche con skiroll, sci estivo e raduni del comitato regionale FIsI FvG per i vari settori. Le convocazioni nella squadra A della Fisi Fvg per la stagione 25-26 della disciplina sci di fondo prevedono i nostri atleti Baschiera Brian e Primus christopher, accompagnati dal tecnico Ferigo Elio; la novità è la creazione del gruppo dello scialpinismo dove sono stati inseriti Baschiera Russel e Palladino christian, seguiti dal nuovo direttore tecnico Del Negro Ruben, che è anche il responsabile della disciplina per la nostra società. Per chiudere in bellezza la stagione invernale della corsa, cristina treu e Marco Nardini sono i vincitori della propria categoria, rispettivamente Allieve e Amatori B maschile, del Gran Prix 2025 di corsa campestre del csi regionale, le cui premiazioni si sono tenute sabato 24 giugno a Biauzzo di codroipo.
Dalla primavera i nostri atleti si sono cimentati in diverse competizioni, sia su strada che in montagna, con ottimi risultati che andiamo ad elencare. Sabato 17 maggio al duathlon “Memorial Valentino cacitti”, a Mediis, composto da una prima frazione di corsa e una seconda in mountain bike, si sono cimentati: nella frazione di corsa, stefano Nascimbeni, con il secondo tempo e con il terzo, Federico Bitussi, che ha svolto da solo entrambe le frazioni, quinto tempo per Alessandro De Anto-
ni, prima in campo femminile con il settimo tempo assoluto Micaela Mazzuca; nella frazione di MtB Rudy Bolt ha siglato il quarto tempo assoluto seguito da Federico Bitussi, quinto tempo in campo femminile per Martina Flora. Domenica 25 maggio si è tenuta la sesta edizione della timent Run 10K, gara su strada disputata su un veloce percorso tra i comuni di Latisana e Ronchis, dove il nostro portacolori Marco Nardini ha ottenuto il titolo di campione regionale nella categoria sM45 con il tempo di 34’42” e la nona posizione assoluta. Nella stessa giornata si è svolta la gara di corsa in montagna che da Paularo sale a castel valdajer per 4,5 km di percorso con 750 mt di dislivello, dove stefano Nascimbeni ha ottenuto un ottimo quarto posto seguito da Rudy Bolt 17°, Sergio Dassi 23°, Lino Moro 24°, Simone Unfer 27° ed Elio Ferigo 29°. Vittoria della staffetta femminile alla 16a edizione della staffetta dal “Bosc Bandit”, lunedì 2 giugno a Ludaria di Rigolato, con la formazione composta da Micaela Mazzuca e carla spangaro, autrici anche del miglior tempo della propria frazione. La staffetta composta da Gessica Mori e simone Unfer ha ottenuto la quinta posizione nella classifica delle staffette miste, mentre un quarto posto è stato ottenuto da stefano Nascimbeni nella prova individuale che, con il quinto tempo di Rudy Bolt, hanno affrontato il percorso complessivo di circa 11 km tra frazione di andata fino alla località temerat e ritorno a Ludaria. Micaela Mazzuca ha vinto la categoria del 1° trail dei castellieri - Grubla trail con la quarta posizione assoluta in campo femminile: la gara di è svolta sabato 31 maggio nel pomeriggio, a san Dorligo della valle (ts) sul percorso di 15 km con un dislivello di 600mt. Ottimi risultati alla cronoradime di sabato 31 maggio, gara che da villa santina porta a Lauco tra sentieri e strade che percorrono le frazioni sino al campo sportivo in località Porteal. terzo assoluto stefano Nascimbeni, seguito dal giovanissimo Andrea Nodale con il sesto posto assoluto, che è riuscito a precedere un altro dei nostri portacolori Federico Bitussi settimo, quindicesima posizione per Rudy Bolt e diciottesimo sergio Dassi. La competizione è stata vinta da Mirco Romanin. terzo posto alla staffetta delle Mummie con il trio femminile composto da Micaela Mazzuca, carla spangaro e orietta Gressani. La competizione si è svolta venerdì 6 giugno a Venzone. Alla prima tappa del Friul vertical challenge a Riegersdorf in Austria di mercoledì 18 giugno, vittoria di cristina treu nelle Allieve femminili. La prova per i giovani di
1,2 km e 240 D+ ha visto la partecipazione anche di alcuni atleti della squadra di sci alpinismo regionale coordinata da Ruben Del Negro. Al vertical di st. Leonhard di 4,1 km e 800 D+ per le categorie assolute ha partecipato Daniele Petris 22° assoluto. A metà della stagione del trofeo Gortani di corsa in montagna organizzato dal centro sportivo italiano, con pomeriggi afosi o mattinate sotto il diluvio, tra Moggio, Muina, terzo, Paluzza e chiusaforte, possiamo vantare vittorie e numerosi podi grazie ad un nutrito numero di fondisti proveniente dal Gruppo sciatori Edelweiss di villa santina che ci aiuta nelle trasferte con gli allenatori Lucrezia ed Emanuele. svariate volte siamo saliti sul podio nelle classifiche di società. Hanno vinto almeno una prova: Marta Nardini e cristina treu tra le Allieve, Elisa Eder nella Juniores, carla spangaro nelle Amatori A, Marco Nardini negli Amatori B e chiara Di Lenardo nelle veterane B, sono poi saliti sul podio cristina Puntel e vittoria Meneano nelle cucciole, Bjorn cauglia nei cuccioli, Emerich Puntel e Alba casanova negli Esordienti, christel Puntel nelle Ragazze, cristopher Primus e Andrea Nodale negli Allievi, stefano Nascimbeni nei senior, Marco Primus e Francesco cozzi negli Amatori B. Da segnalare che la prova di Moggio ha assegnato anche i titoli regionali FIDAL di corsa in montagna: tra le Allieve Marta Nardini è risultata la vincitrice del titolo regionale e anche di quello del triveneto, mentre carla spangaro è stata la vincitrice sia del titolo regionale assoluto che di quello Master F40, Marco Nardini di quello Master M45; sono saliti sul terzo gradino del podio Marco Primus e Fabrizio cortolezzis, rispettivamente tra i Master M50 e quelli M55.
Proseguono gli allenamenti estivi di corsa per i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria per continuare al meglio la stagione estiva per poi iniziare a settembre con la presciistica.
Federica Bulliano e Valentina Unfer
Groasar schtolz vir unsara Nice Grande successo per la nostra Nice
Grande riconoscimento per Nice Matiz che, assieme ad Ambra Pochero di Rigolato, è stata inclusa nella squadra della Nazionale femminile di calcio del Friûl. L’augurio della comunità è di vederti raggiungere ulteriori traguardi dentro e fuori dal campo di gara.
Domenica 27 luglio è terminato il girone di andata della III^ Categoria del campionato carnico che vede impegnata la nostra Prima squadra. Al giro di boa, a fronte di 13 partite giocate, la Nostra squadra ha collezionato n. 4 vittorie, n. 3 pareggi e n. 6 sconfitte con 22 reti realizzate e 23 subite, realizzando così 15 che ci collocano all’ottavo posto, sostanzialmente al centro della classifica.
cLAssIFIcA GENERALE
Un piazzamento che, al momento, desta in noi qualche rammarico e rimpianto, soprattutto per alcune sconfitte che, in virtù di quanto visto in campo, si potevano evitare; si evidenziano comunque molti aspetti positivi che lasciano ben sperare, quali una certa fluidità di gioco, compattezza e solidità di squadra, qualità che ci hanno permesso di fare bei risultati anche contro le prime in classifica.
Qui di seguito, il dettaglio dei risultati:
11/05/2025
timaucleulis - La Delizia
18/05/2025 Paluzza - timaucleulis
28/05/2025 Bordano - timaucleulis( a venzone)
Chiudiamo augurando a tutti i nostri tifosi ed ai lettori dell’Asou Geats un Buon Ferragosto. Forza caprioli.
Gentile sig. Mentil, A nome del Consolato d’Italia a Basilea, desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine e le più vive congratulazioni per l’onorificenza conferitale in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica dello scorso 8 giugno 2025. La sua dedizione e il suo impegno nel sociale e in ambito lavorativo sono un esempio prezioso e motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità. con i migliori auguri e i nostri più calorosi ringraziamenti, Consolato d’Italia a Basilea
Milena Unfer assieme a Fausto Primus e la moglie Judie. Fausto è partito all’età di 5 anni con i genitori Silvano e Silvia Unfer, destinazione Toowoomba, Australia. Lo scorso giugno, di rientro da una visita al figlio che abita a Londra, si è fermato per alcuni giorni a Timau prima di proseguire per l’Australia.
Il 4 ottobre 2024
è nato Ewan, figlio di Zoe Mentil e Mattia Provean.
Tanti auguri ai nonni Willi e Lisa Mentil
Tanti auguri a Flora Mattia diplomato, a luglio, perito agrario
Tanti auguri a Gioele Cigliano di Serenella Manna e Augusto Cigliano, nato a Udine l’11 settembre 2024, battezzato a Mortegliano il 27 aprile 2025. Tanti auguri ai nonni Orietta Matiz e Massimo Manna
Complimenti a Mathias Muser che ha concluso il percorso liceale.
Il 15 luglio 2025
presso l'Università Telematica San Raffaele di Roma, con la tesi dal titolo: L'Aspetto Interrelazionale del Calcio al femminile seguita dalla Professoressa Katia Serra, Nice Matiz ha conseguito la laurea Triennale in Scienze delle Attività Motorie e Sportive.
Tanti auguri e complimenti da noi tutti alla neo dottoressa Nice
Il 23 luglio 2025 presso lo IUAV di Venezia, con la tesi dal titolo Portfolio, ha conseguito la laurea triennale in architettura Beatrice Dan.
Tanti auguri e complimenti dai concittadini dei nonni.
Lorenzo Mentil e Rosetta Minato l’8 maggio hanno festeggiato i 50 anni dal loro matrimonio celebrato ad Asolo l’8 maggio 1965. Tanti auguri da figli, nuore, nipoti, parenti ed amici di Timau