Storia di Gesù. Un dono disceso dal cielo (Eugenio Dal Pane)

Page 1


Imprimatur

Questo libro appartiene a

Mi è stato regalato da

Eugenio Dal Pane Storia di GESÙ

Un dono disceso dal cielo

arissim , quella che sto per raccontarti è una storia ac­

caduta al tempo dell’imperatore Augusto, poco più di duemila anni fa. Essa ha portato una tale novità nella vita degli uomini e della società da dividere la storia in due: prima di Cristo (a.C.) e dopo Cristo (d.C.).

Quando Gesù nacque, gran parte del mondo allora conosciuto era sotto il dominio di Roma.

Finalmente dopo tanti sconvolgimenti, distruzioni, lutti a causa di guerre, e perfino di guerre civili, l’Impero romano stava vivendo un periodo di pace sotto il governo di Augusto.

Era una pace tanto attesa.

Guerre e violenze di ogni genere, infatti, avevano destato un diffuso e profondo desiderio di un nuovo inizio cui aveva dato voce il poeta Virgilio.

In una sua opera, composta circa quarant’anni prima della nascita di Gesù, egli aveva annun­

ciato «la nascita dal cielo di una nuova stirpe». Con quel bambino che stava per nascere sarebbe finita l’età del ferro, cioè delle guerre e della violenza, e sarebbe iniziata l’età dell’oro, della tanto desiderata pace. Quella nuova stirpe poteva venire solo dall’alto del cielo.

Ben prima di Virgilio il profeta Isaia aveva in­

vocato il Signore perché venisse a rinnovare la terra: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!».

Il cielo si aprì e Dio venne ad abitare in mezzo a noi

Gesù nacque in una regione periferica dell’Impero romano; nessuno se ne accorse, eppure proprio lì, in una povera stalla, con quel bambino nato da Maria iniziava una nuova creazione che, come la prima, era opera di Dio.

All’inizio del mondo Egli aveva creato Adamo, ma ora mandava nel mondo il suo stesso Figlio

per fare conoscere agli uomini il Suo amore di Padre.

Quando a trent’anni Gesù iniziò la sua missione, scelse alcuni uomini perché stessero con lui come amici.

Leggendo questa storia, immagina di essere tu uno di quegli amici che, attratti da Gesù, avevano lasciato tutto per seguirlo. Spesso non capivano le sue parole, eppure era bello stare con lui, ascoltarlo, guardare stupiti i suoi gesti, le sue azioni, il suo modo di vivere.

Sapevano che era il figlio di Giuseppe e di Maria, ma non era come gli altri uomini: c’era qualcosa in lui di insolito, di eccezionale, di sorprendente, di singolare.

Quante volte con gli occhi sgranati si erano chiesti: «Ma chi è costui? Da dove viene? Come fa ad essere così?».

Anche alcune donne furono attratte da quell’uomo così diverso dagli altri.

A quel tempo le donne godevano di ben scar­

sa considerazione e spesso erano trattate e usate come cose e poi disprezzate. Da Gesù, invece, si sentivano guardate con un rispetto, una tenerezza e un amore mai conosciuti, guarite dalle loro infermità fisiche e dell’anima. Da lui si sentivano accolte e comprese, perché sapeva leggere, nella profondità del loro cuore, la loro fame e sete di vita. Così scoprivano che loro erano preziose, uniche ai suoi occhi.

Quei primi discepoli, uomini e donne, non solo lo seguirono per tre anni, ma lo videro dopo la sua risurrezione dai morti. Fu una donna –pensa: allora le donne non potevano testimoniare ai processi – ad essere la prima testimone della risurrezione, a sentire per prima la voce di Gesù che la chiamava per nome.

Proprio da questo fatto, il più grande e incredibile che sia mai accaduto, inizia il racconto di questa affascinante storia. Una storia veramente dell’altro mondo, accaduta in questo mondo, viva ancora oggi.

Il sepolcro vuoto

«Hanno portato via il

Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto».

Maria di Màgdala entrò di corsa nella stanza dove si trovavano Pietro e Giovanni.

Con il cuore in subbuglio raccontò che alle prime luci dell’alba si era recata al sepolcro e aveva trovato la pietra ribaltata.

Senza indugiare un attimo, Pietro e Giovanni si alzarono e corsero insieme verso il sepolcro. Giovanni, che era più giovane, corse più veloce e giunse per primo, ma non entrò e attese il suo arrivo.

Pietro arrivò poco dopo, entrò e Giovanni dietro di lui. Nella caverna scavata nella roccia non c’era nessuno; per terra giacevano le bende in cui

era stato avvolto il corpo di Gesù e, in un angolo, piegato, il sudario che gli era stato posto sul volto, ma lui non c’era.

Ripresero la strada verso casa. Ciò che aveva detto Maria era vero, ma che fine aveva fatto il corpo di Gesù? Quanti pensieri si affollavano nella loro mente!

Maria, invece, che nel frattempo era tornata al sepolcro, era rimasta lì e piangeva sconsolata. Era molto affezionata a Gesù e lo seguiva ovunque da quando l’aveva liberata da sette demoni che la facevano soffrire senza sosta. Aveva in cuore la gratitudine e la gioia di chi sa di essere stato salvato: da allora si era messa al servizio di Gesù e dei suoi discepoli.

Con gli occhi offuscati dalle lacrime guardò ancora una volta dentro il sepolcro, quasi volesse accertarsi che fosse veramente vuoto.

Vide due angeli che le chiesero: «Donna, perché piangi?».

Era talmente sconvolta che quella apparizione

non la distolse dall’unico pensiero che dominava la sua mente: dov’era il suo amato?

«Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».

Detto questo si voltò e vide davanti a lei un uomo che a sua volta le chiese:

«Donna perché piangi? Chi cerchi?».

Maria pensò fosse il custode del giardino: forse era stato proprio lui a rotolare la pietra posta davanti al sepolcro e a portare via il corpo di Gesù.

Con voce supplichevole gli rispose:

«Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai portato e io andrò a prenderlo».

«Maria!».

Solo quando si sentì chiamare per nome, Maria riconobbe Gesù.

Sentì il cuore battere forte e scoppiare di gioia:

Gesù era lì, davanti a lei, vivo. Lo abbracciò; avrebbe voluto stare a lungo con lui, ma Gesù le disse: «Non trattenermi perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».

Chiamò proprio così i suoi amici: «i miei fratel­

li», figli dello stesso Padre, «Dio mio e Dio vostro».

Sulle ali di una incontenibile gioia Maria corse

verso la casa dove stavano i discepoli.

Quando entrò, dal suo volto e dai suoi occhi che brillavano capirono che portava una lieta e incredibile

notizia: «Ho visto il Signore».

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.