ASTA 266 II - DISEGNI SCULTURE E DIPINTI ANTICHI - PRATO 25 OTTOBRE 2025
DIPINTI E SCULTURE
DEL XIX E XX SECOLO
Prato, 25 ottobre 2025
DIPINTI E SCULTURE DEL XIX E XX SECOLO
ASTA PRATO
Sabato 25 Ottobre 2025, ore 15,30
ACQUISIZIONE DI OGGETTI E DIPINTI PER LE ASTE
Per l’inserimento nelle vendite all’asta organizzate dalla Farsettiarte per conto terzi: chiunque fosse interessato alla vendita di opere d’arte moderna e contemporanea, dipinti antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, argenti, è pregato di contattare la nostra sede di Prato o le succursali di Milano e Cortina (l’ultima nel periodo stagionale). Per le aste della stagione autunnale è consigliabile sottoporre le eventuali proposte sin dal mese di giugno, mentre per la stagione primaverile dal mese di dicembre.
e contemporanea, dipinti antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, orologi, argenti, è pregato di contattare la nostra sede di Prato o le succursali di Milano e Cortina (l’ultima nel periodo stagionale). Per le aste della stagione autunnale è consigliabile sottoporre le eventuali proposte sin dal mese di giugno, mentre per la stagione primaverile dal mese di dicembre.
ANTICIPI SU MANDATI
Si informano gli interessati che la nostra organizzazione effettua con semplici formalità, anticipi su mandati a vendere per opere d’arte moderna e contemporanea, dipinti antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, argenti, in affidamento sia per l’asta che per la tentata vendita a trattativa privata.
contemporanea, antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, orologi, argenti, in affidamento sia per l’asta che per la tentata vendita a trattativa privata.
ACQUISTI E STIME
ACQUISTI E STIME
La FARSETTIARTE effettua stime su dipinti, sculture e disegni sia antichi che moderni, mobili antichi, gioielli, argenti o altri oggetti d’antiquariato, mettendo a disposizione il suo staff di esperti. Acquista per contatti, in proprio o per conto terzi.
La FARSETTIARTE effettua stime su dipinti, sculture e disegni sia antichi che moderni, mobili antichi, gioielli, orologi, argenti o altri oggetti d’antiquariato, mettendo a disposizione il suo staff di esperti. Acquista per contatti, in proprio o per conto terzi.
OPERAZIONI DI REGISTRAZIONE E PARTECIPAZIONE ALL’ASTA
OPERAZIONI DI REGISTRAZIONE E PARTECIPAZIONE ALL’ASTA
Compilando e sottoscrivendo il modulo di registrazione e di attribuzione di una paletta numerata, l’acquirente accetta le “condizioni di vendita” stampate in questo catalogo. Tutti i potenziali acquirenti devono munirsi di una paletta per le offerte prima che inizi la procedura di vendita. È possibile pre-registrarsi durante l’esposizione; nel caso l’acquirente agisca come rappresentante di una terza persona, si richiede una autorizzazione scritta. Tutti i potenziali acquirenti devono portare con sè un valido documento di identità ai fini di consentire la registrazione. Le palette numerate possono essere utilizzate per indicare le offerte al Direttore di vendita o banditore durante l’asta. Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e all’indirizzo comunicato al momento dell’assegnazione delle palette d’offerta numerate. Al termine dell’asta l’acquirente è tenuto a restituire la paletta al banco registrazioni. Ogni cliente è responsabile dell’uso del numero di paletta a lui attribuito. La paletta non è cedibile e va restituita alla fine dell’asta. In caso di smarrimento è necessario informare immeditamente l’assistente del Direttore di vendita o banditore. Questo sistema non vale per chi partecipa all’asta tramite proposta scritta.
Compilando e sottoscrivendo il modulo di registrazione e di attribuzione di una paletta numerata, l’acquirente accetta le “condizioni vendita” stampate in questo catalogo. Tutti i potenziali acquirenti devono munirsi di una paletta per le offerte prima che inizi la procedura di vendita. È possibile pre-registrarsi durante l’esposizione; nel caso l’acquirente agisca come rappresentante di una terza persona, si richiede una autorizzazione scritta. Tutti i potenziali acquirenti devono portare con sè un valido documento di identità ai fini di consentire la registrazione. Le palette numerate possono essere utilizzate per indicare le offerte al Direttore di vendita o banditore durante l’asta. Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e all’indirizzo comunicato al momento dell’assegnazione delle palette d’offerta numerate. Al termine dell’asta l’acquirente tenuto a restituire la paletta al banco registrazioni. Ogni cliente è responsabile dell’uso del numero di paletta a lui attribuito. La paletta non è cedibile e va restituita alla fine dell’asta. In caso di smarrimento è necessario informare immeditamente l’assistente del Direttore di vendita o banditore. Questo sistema non vale per chi partecipa all’asta tramite proposta scritta.
PERSONALE E SERVIZI PER QUESTA ASTA
Offerte scritte
PAGAMENTO, RITIRO, SPEDIZIONE MAGAZZINAGGIO DEI LOTTI ACQUISTATI ATTENZIONE
I clienti che non possono partecipare direttamente alla vendita in sala possono fare un’offerta scritta utilizzando il modulo inserito nel presente catalogo oppure compilando l’apposito form presente sul sito www.farsettiarte.it.
Offerte telefoniche
I clienti che non possono partecipare direttamente alla vendita in sala possono chiedere di essere collegati telefonicamente per i lotti con stima minima non inferiore a € 500. Per assicurarsi il collegamento telefonico inviare richiesta scritta almeno un giorno prima dell’asta oppure compilare il form presente sul sito www.farsettiarte.it
Si ricorda che le offerte scritte e telefoniche saranno accettate se accompagnate da documento di identità valido e codice fiscale.
Ritiro con delega
Qualora l’acquirente incaricasse una terza persona di ritirare i lotti già pagati, occorre che quest’ultima sia munita di
Informazioni e assistenza
Farsettiarte tel. 0574 572400
- Stefano Farsetti
- Sonia Farsetti
- Giancarlo Chiarini
delega scritta rilasciata dal compratore oltre che da ricevuta di pagamento.
Pagamento
Il pagamento potrà essere effettuato nelle sedi della Farsettiarte di Prato e Milano. Diritti d’asta e modalità di pagamento sono specificati in dettaglio nelle condizioni di vendita.
Ritiro
Dopo aver effettuato il pagamento, il ritiro dei lotti acquistati dovrà tenersi entro il 7 Novembre 2025. I ritiri potranno effettuarsi dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00, sabato pomeriggio e domenica esclusi.
Trasferimento dei lotti acquistati
I lotti acquistati e non ritirati entro il 7 Novembre 2025 verranno trasportati a spese dell’acquirente presso i depositi della C.F.S. con tariffa da concordare di volta in volta.
Spedizioni locali e nazionali
Lo smontaggio e il trasporto di ogni lotto acquistato saranno a totale rischio e spese dell’acquirente.
Per consegne in Italia si potrà prendere contatto con: Autotrasporti Il Marzocco Via Antella 59, Antella (FI) - Tel. 055 620970
ASTA PRATO
Sabato 25 Ottobre 2025, ore 15,30
ESPOSIZIONE
MILANO
Selezione di opere
Dal 9 al 15 Ottobre
Orario: 10 - 19 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione orario: 10 - 17
ESPOSIZIONE PRATO
Dal 18 al 25 Ottobre
Orario: 10 - 13 / 16 - 19 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione orario: 10 - 12,30
Lotti 101 - 236
Prato, Viale della Repubblica (area Museo Pecci) 59100 - Tel. +39 0574 572400 www.farsettiarte.it info@farsettiarte.it
II SESSIONE DI VENDITA
Sabato 25 Ottobre 2025 ore 15,30
DIPINTI E SCULTURE DEL XIX E XX SECOLO
Dal lotto 101 al lotto 236
Per la lettura del Catalogo
Le misure delle opere vanno intese altezza per base. Per gli oggetti ed i mobili, salvo diverse indicazioni, vanno intese altezza per larghezza per profondità. La data dell’opera viene rilevata dal recto o dal verso dell’opera stessa o da documenti; quella fra parentesi è indicativa dell’epoca di esecuzione.
Il prezzo di stima riportato sotto ogni scheda va inteso in EURO.
La base d’asta è solitamente il 30% in meno rispetto al primo prezzo di stima indicato: è facoltà del banditore variarla.
Si prega di leggere attentamente le informazioni riguardanti pagamento, ritiro, spedizione, magazzinaggio.
101
Eduardo Gordigiani
Firenze 1866 - Popolano di Marradi (Fi) 1961
Natura morta su tavolo, 1948
Olio su tela, cm 58,5x70,3
Firma e data in basso a destra: E. Gordigiani / 48.
Stima € 600 / 800
102
Giulio Salti
Barberino di Mugello (Fi) 1899 - Carmignano (Po) 1984
Natura morta
Olio su cartone, cm 32x27,5
Firma in basso a sinistra: G. Salti.
Stima € 200 / 300
103
Gianni Vagnetti
Firenze 1897 - 1956
Lavandaie
Gouache e matita su carta, cm 16x15
Timbro a secco in basso a destra: Gianni Vagnetti / 1897-1956 / Opera / Originale / Eredi / Vagnetti.
Stima € 300 / 400
104
Ercole Drei
Faenza (Ra) 1886 - Roma 1973
Nudo
Sanguigna su carta, cm 31,5x21,8
Firma in basso a destra: Drei.
Stima € 180 / 220
105
Quinto Martini
Seano (Po) 1908 - Firenze 1990
Nudo con panno
Scultura in bronzo, cm 34 h, cm 37 h (con base in legno)
Stima € 1.000 / 1.500
106
Bruno Innocenti
Firenze 1906 - 1986
Venerina verde
Scultura in bronzo, fusione a cera persa, cm 31 h, cm 33,5 h (con base in legno)
Si riporta la scheda di Sara Meloni: “Il bronzetto della Venere, che in origine stava posata su una base-calamaio con tre putti di gusto neorinascimentale, risale al 1929, incarna una bellezza femminile formalmente diversa dai coevi ritratti di Margherita e Lilia, mostrandosi stilisticamente affine a un gusto Déco, tipico dell’epoca e
riconducibile alle opere del maestro Libero Andreotti. La Venere, da un punto stilistico, è vicina alle tre sirene che compongono la Coppa del Mare realizzata nel 1927. Non è l’unica rappresentazione della divinità che Innocenti esegue in quegli anni com’è documentato dal catalogo pubblicato nel 1930 in occasione della mostra presso la Galleria Pesaro di Milano, presentata da Andreotti, dove Innocenti espone questo calamaio in bronzo dal titolo Nascita di Venere e due Veneri, una in bronzo e l’altra in terracotta (Mostra personale dei pittori Antonio Berti, Romano Romiti e degli scultori Lelio Gelli, Bruno Innocenti, Galleria Pesaro, Milano, 1930). La Venerina è stata poi fusa come bronzetto a sé stante”.
Bibliografia di riferimento: Bruno Innocenti scultore (1906-1986), a cura di Marco Fagioli e Renzo Gamucci, schede di Sara Meloni e Chiara Stefani, Aión edizioni, Firenze, 2011, p. 150, n. 43; Marco Fagioli, Bruno Innocenti statuario del Novecento, Aión, Edizioni Firenze, 2025, p. 83.
Stima € 1.300 / 1.500
107
Anonimo del XX secolo
Busto di Mussolini
Scultura in bronzo, cm 21 h
Scritta sul fronte: B. Mussolini, scritta al verso: Se avanzo / seguitemi / Se indietreggio / uccidetemi / Se mi uccidono / vendicatemi.
Stima € 500 / 700
108
Enrico Sacchetti
Roma 1877 - Firenze 1969
All’armi!
Carboncino su carta, cm 36,5x32,2 Titolo in basso al centro: All’armi!, timbro in basso a sinistra: Raccolta / Ugo Ojetti.
Studio per l’illustrazione di copertina della rivista La Tradotta. Giornale settimanale della Terza Armata, n. 10, 6 luglio 1918.
Stima € 280 / 350
109
Pietro Annigoni
Milano 1910 - Firenze 1988
Veduta di Borgo San Lorenzo, 1956
Acquerello su carta, cm 38,7x57,2 Firma, monogramma dell’artista, luogo e data in basso a destra: Pietro Annigoni / Borgo S. Lorenzo / LVI.
Stima € 250 / 350
111
Libero Andreotti
Pescia (Pt) 1875 - Firenze 1933
La Plereuse (Maddalena)
Scultura in bronzo a cera persa, cm 17 h, cm 20 h (con base in legno)
Cartiglio sotto la base: Libero / Andreotti / Donna / pensosa.
Stima € 1.400 / 1.600
110
Libero Andreotti
Pescia (Pt) 1875 - Firenze 1933
Bozzetto per La Giustizia
Scultura in bronzo, cm 24 h, cm 26,5 h (con base in legno)
Cartiglio sotto la base: Libero Andreotti / La Giustizia 19[...].
La scultura raffigurante una figura femminile assisa con un bastone di comando, è attendibilmente uno dei numerosi bozzetti che Andreotti realizzò per la statua da collocare nel Palazzo di Giustizia a Milano nel 1932, sebbene lo stile del modellato sia più vicino ai bozzetti della Madonna col Bambino del 1923. Del bozzetto si conosce un altro esemplare con l’autentica del figlio dell’artista, Lupo Andreotti.
Bibliografia di riferimento:
Gipsoteca Libero Andreotti, a cura di Ornella Casazza, Il Fiorino, Firenze, 1992, p. 164, n. 15, pp. 216-17, nn. 36, 37.
Stima € 1.000 / 1.200
112
Silvio Bicchi
Livorno 1874 - Firenze 1948
Nello studio del pittore, 1912
Olio su tela, cm 135x135
Firma e data in basso a destra: Silvio Bicchi 912.
Stima € 7.000 / 10.000
Pittore di formazione postmacchiaiola, iI livornese Silvio Bicchi è tutt’oggi ingiustamente considerato un epigono attardato e marginale di quella stagione pittorica. Pochi e piuttosto stringati i contributi critici, se si esclude il pregevole saggio monografico dedicato all’artista da Marco Fagioli in occasione della mostra tenutasi a Montopoli nell’ormai lontano 2002 (Silvio Bicchi, un maestro della pittura del Novecento a Montopoli, a cura di Marco Fagioli, Renzo Gamucci, Antonio Guicciardini Salini, Montopoli in Valdarno (Pisa), sala Pio XII, 21 settembre - 20 ottobre 2002).
Dopo gli esordi all’ombra di Fattori - seguendo una sorte condivisa da tutti i colleghi livornesi della sua generazioneBicchi si reca a Parigi nel 1906, nello stesso anno di un altro livornese, Amedeo Modigliani. In seguito visita Londra, dove si interessa ai ritrattisti del secondo ‘700 e dell‘800 inglese e successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove soggiorna per alcuni anni. In questo grande e magnifico ritratto - di cui purtroppo non conosciamo né la genesi né l’identità del giovane effigiato - è evidente l’adeguamento stilistico ai modelli della ritrattistica internazionale elegante praticata da James Abbott McNeill Whistler e John Singer Sargent, ai quali il livornese sembra rifarsi con originale cifra linguistica. La posa disinvolta, gli abiti eleganti - si noti la bombetta appoggiata con noncuranza sul mobile in primo piano - il volto ruotato e lo sguardo attento rivolto improvvisamente di lato fanno pensare a una grande familiarità con l’effigiato, forse passato allo studio del pittore (si vedano i pennelli e la cartella di stampe o disegni appoggiata davanti alle grandi tele rivolte verso la parete) per una breve visita amichevole. Rientrato in Italia nel 1914, Bicchi sviluppa uno stile personale graffiante, caratterizzato da un tratto nervoso e corsivo di grande intensità espressiva, in una riuscita sintesi tra origini fattoriane, influenze della pittura americana di “folklore” alla Frederic Remington e un verismo crudo e al tempo stesso vagamente melodrammatico, più evidente nelle grandi scene di interni animati degli anni Venti e Trenta. Muore a Firenze nel 1948.
L. G.
John Singer Sargent, Edouard Pailleron, 1879, attualmente Parigi, Musée d'Orsay
113
Natalia Kahl Bavastro
Costantinopoli 1899 - Milano 1991
Ritratto
Olio su tavola, cm 100x74,7
Firma in basso a destra: N. Kahl. Al verso: abbozzo di altra composizione.
Stima € 1.000 / 1.500
114
Silvio Pucci
Pistoia 1892 - Firenze 1961
Paesaggio
Olio su tela, cm 55,2x45,3
Firma in basso a destra: Silvio / Pucci.
Stima € 300 / 400
Raffaello Arcangelo Salimbeni
Firenze 1914 - 1991
Ombra dell’uomo
Scultura in bronzo, cm 39 h
Bibliografia di riferimento:
Raffaello Arcangelo Salimbeni. Sculture, dipinti, disegni (1940-1973), a cura di Ornella Casazza, Consiglio di
Quartiere, Firenze, 1995; Raffaello Arcangelo Salimbeni 1914-1991, a cura di Sonia Corsi e Annalisa Pezzo, Archivio Artisti senesi del Novecento, Siena, 2004, cat. pp. 122-23, n. 178; Raffaello Arcangelo Salimbeni. Le retour à Paris, Parigi, Selective Art, 2006, cat. pp. 94-95.
Stima € 1.500 / 2.000
116
Silvio Bicchi
Livorno 1874 - Firenze 1948
Autunno
Pastello e tecnica mista su carta, cm 49x35
Titolo e firma in basso a destra: “Autunno” / Silvio Bicchi.
Stima € 800 / 1.000
117
Silvio Bicchi
Livorno 1874 - Firenze 1948
Casolare
Olio su tavola, cm 25,4x34,4
Al verso cartiglio con scritta: Silvio Bicchi.
Stima € 800 / 1.200
118
Giulio Salti
Barberino di Mugello (Fi) 1899 - Carmignano (Po) 1984
Ponte Vecchio
Olio su compensato, cm 22,5x32,5
Firma in basso a destra: Salti; dedica al verso: A Giorgio Nicodemi / con affettuosa gratitudine / G. Salti / Firenze, nov. 1949: scritta: G. SaltiPontevecchio.
Stima € 200 / 300
Bruno Catarzi
Signa (Fi) 1903 - Firenze 1996
Partenza del Legionario, 1938
Scultura in bronzo, cm 34,5x17,2x9, cm 37x27,5x14,8 (con base in legno)
Studio per il monumento del Legionario Partente per l’Africa Orientale Italiana di Sanremo.
Stima € 1.100 / 1.600
119
119
120
Anonimo del XX secolo Nudo
Olio su tela, cm 58x51
Sigla al verso sulla tela: KI.
Stima € 400 / 600
121
Garibaldo Cepparelli
San Gimignano (Si) 1860 - Firenze 1931 Fanciulla, 1894
Olio su tavoletta, cm 14,7x10,8
Firma e data in basso a destra: G. Cepparelli / 94; dedica al verso: Al carissimo Amico / Avvocato [...] / in ricordo / 4 Luglio ‘94.
Stima € 200 / 300
Alfredo Müller
Livorno 1869 - Parigi 1939 Cuscino a fiori, 1918
Olio su tavola parchettata, cm 60,3x59,5
Data e firma in lato a destra: 18 / Müller.
Esposizioni: Mostra individuale di Alfredo Müller, Milano, Galleria Pesaro, marzo - aprile 1922, cat. p. 6, n. 91.
Bibliografia: Catalogo Bolaffi della Pittura Italiana
dell’Ottocento, n. 6, Giulio Bolaffi Editore, Torino, 1976, p. 218 (con titolo Maliziosa e tecnica errata); Alfredo Müller. Peintures. Dipinti. Paintings, a cura di Hélène Koehl, Les amis de Alfredo Müller, Parigi, 2017, n. R10.12 (con tecnica errata).
Stima € 4.000 / 6.000
123
Giuseppe Magni
Pistoia 1869 - Firenze 1956
La raccolta delle castagne a Cireglio
Olio su tela, cm 60,5x74,5
Firma in basso a destra: G. Magni; firma, titolo e scritta al verso sulla tela: G. Magni / La raccolta delle castagne
Cireglio / [ceduto] al Conte Ganucci
Cancellieri Girolamo: etichetta
Raccolta d’Arte / Girolamo Ganucci
Cancellieri: cartiglio con n. 95.
Bibliografia: Jolanda Pelagatti, Renato
Tassi, I Postmacchiaioli, Centro
Editoriale Arte e Turismo, Firenze, 1962, p. 216.
Stima € 1.500 / 1.800
124
Eduardo Gordigiani
Firenze 1866 - Popolano di Marradi (Fi) 1961
La vendemmia
Olio su tela, cm 65,8x75
Al verso sulla tela: dichiarazione di autenticità di Irene Fabbri Gordigiani.
Stima € 400 / 600
125
Memo Vagaggini
Santa Fiora (Gr) 1892 - Firenze 1955
Maremma, 1938
Olio su tavoletta, cm 40x49,7
Firma e data in basso a sinistra: Vagaggini XVI; titolo al verso: “Maremma”: timbro Memo Vagaggini, Firenze.
Stima € 1.800 / 2.500
126
Valentino Ghiglia
Firenze 1903 - 1960
Paesaggio
Olio su cartone, cm 50x72
Firma in alto a sinistra: Valentino Ghiglia.
Stima € 600 / 800
127
Enrico Sacchetti
Roma 1877 - Firenze 1969
Due figurini, 1913
Tempera su carta, cm 33x27,5
Firma, luogo e data in alto a sinistra: Sacchetti / Paris 1913.
Stima € 750 / 950
128
Enrico Sacchetti
Roma 1877 - Firenze 1969
Tre figurini, 1928
Tempera su cartoncino, cm 58x41,3
Firma e data in basso a sinistra: Sacchetti / 28.
Stima € 750 / 950
129
Marcello Dudovich
Trieste 1878 - Milano 1962
Sul Ponte Santa Trinita a Firenze Tecnica mista su carta applicata su faesite, cm 50,2x35
Firma in alto a destra: M. Dudovich.
Stima € 1.000 / 1.500
Moses Levy
Tunisi 1885 - Viareggio (Lu) 1968
Agosto al mare, 1960
Olio su tela applicata su tavola, cm 55,2x70
Firma e data in basso a destra: Moses Levy / 1960; titolo, firma e data al verso sulla tavola: Agosto al mare / Moses Levy / 1960.
Storia: Collezione Lazzeretti, Forte dei Marmi; Collezione privata
Esposizioni: Mostra antologica Moses Levy, Viareggio, Villa Paolina, settembre - ottobre 1980, cat. tav. 54, illustrato a colori.
Bibliografia: Carlo Ludovico Ragghianti, Rosetta Ragghianti, Moses Levy, Ediz. Critica d’Arte, Firenze, 1975, tav. LXIV.
Stima € 1.500 / 2.500
131
Moses Levy
Tunisi 1885 - Viareggio (Lu) 1968
Beduina a Tunisi, 1929
Olio su compensato, cm 60x49
Firma, titolo e data al verso: Moses Levy / “Beduina a Tunisi” / 1929.
Stima € 3.000 / 4.000
132
Sirio Tofanari
Firenze 1886 - Milano 1969
Gufo
Scultura in bronzo su base in marmo, cm 12,5 h, cm 17,5 h (con base)
Firma su un lato: S. Tofanari.
Stima € 1.500 / 2.000
133
Sirio
Tofanari
Firenze 1886 - Milano 1969
Pantera
Scultura in bronzo su base in marmo, cm 13 h, cm 16 h (con base)
Firma sulla coda: S. Tofanari.
Stima € 1.500 / 2.000
Firenze 1886 - Milano 1969
Cicogna con i piccoli
Scultura in bronzo, cm 37 h
Firma e numero sulla base: S. Tofanari.1.
Stima € 3.000 / 4.000
134
Sirio Tofanari
135
Renuccio Renucci
Livorno 1880 - 1947
Notturno
Olio su compensato, cm 36x20,5
R. Renucci.
€ 450 / 550
136
Giovanni Lomi
Ardenza (Li) 1889 - 1969
Vicolo
Olio su compensato, cm 35,2x14,6
Firma in basso a destra: G. Lomi.
Stima € 1.000 / 1.500
Firma in basso a sinistra:
Stima
136
135
Cafiero Filippelli
Livorno 1889 - 1973
Il ciabattino, 1950
Olio su faesite, cm 24x31
Firma in basso a destra: C. Filippelli; firma e data al verso: Cafiero Filippelli / 1950: etichetta e due timbri Galleria d’Arte Bentivegna, Montecatini Terme.
Stima € 600 / 800
138
Cafiero Filippelli
Livorno 1889 - 1973
Interno con anziani e cane
Olio su faesite, cm 19,6x30
Firma in basso a destra: C. Filippelli.
Stima € 600 / 800
137
140
Livorno 1883 - 1979
Vecchia città
Olio su tavola, cm 70,5x50
Firma in basso a sinistra: R Natali; titolo e firma al verso:
Vecchia città / Renato Natali.
Stima € 2.000 / 3.000
Livorno 1883 - 1979
Veduta di Livorno
Olio su tavola, cm 89,7x40,7
Firma in basso a destra: R Natali; titolo e firma al verso:
Veduta di / Livorno / Renato Natali.
Stima € 3.500 / 4.500
139
Renato Natali
Renato Natali
141
Giovanni Lomi
Ardenza (Li) 1889 - 1969
Vele in porto
Olio su cartone telato, cm 28x39
Firma in basso a sinistra: G. Lomi; al verso cartiglio con numero e titolo: 29 / Vele in porto.
Stima € 600 / 800
142
Renuccio Renucci
Livorno 1880 - 1947 Becolino
Olio su tavola, cm 32,8x49,5
Firma in basso a destra: R. Renucci. Al verso: timbro Bottega d’Arte, Livorno: timbro Romano Stefanini, Galleria d’Arte, Livorno.
Stima € 400 / 600
143
Gino Romiti
Livorno 1881 - 1967
Marina, 1935
Olio su compensato, cm 13,5x37
Firma e data in basso a sinistra: Gino Romiti 1935 - XIII.
Al verso: timbro Bottega d’Arte Il Magnifico.
Stima € 700 / 900
144
Ugo Manaresi
Ravenna 1851 - Livorno 1917
Mare in burrasca, 1889
Olio su tavola, cm 25x54
Firma e data in basso a destra: U. Manaresi 1889.
Stima € 2.000 / 3.000
145
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Sera al porto
Olio su tela, cm 70x50
Firma in basso a destra: R Natali; titolo, luogo, firma e dedica al verso sulla tela: Sera al porto / Livorno / Renato
Natali / All’amico [...] / d’animo pieno d’arte / con cari auguri / Renato Natali.
Stima € 1.500 / 2.000
146
Livorno 1883 - 1979
Preghiera
Olio su compensato, cm 37x27
Firma in basso a destra: R Natali; titolo e firma al verso: Preghiera / Renato Natali.
Stima € 800 / 1.200
Renato Natali
Firma in basso a destra: R Natali; titolo, luogo e firma al verso sulla tela: Vecchio cantiere / Livorno - scomparsa/ Renato
Stima € 6.000 / 8.000
147
147
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Vecchio cantiere
Olio su tela, cm 70x100
Natali.
148
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981
Isola d’Elba, 1945
Olio su tela, cm 80x60
Firma in basso a destra: C. Domenici; data, luogo, firma e scritta al verso sulla tela: Opera eseguita / nel
1945 a Portoferraio / (Elba) / Carlo / Domenici / La torre vista / da Forte
Stella.
Stima € 800 / 1.000
149
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981 Lido
Olio su faesite, cm 50,3x70
Firma in basso a destra: C. Domenici; firma e titolo al verso: Carlo / Domenici / Lido.
Stima € 500 / 800
150
Rutilio Muti
Vicchio di Mugello (Fi) 1904 - 1995
Il carro rosso, 1936
Olio su tela, cm 80,5x119
Firma e data in basso a destra: M. Rutilio XIV.
Stima € 1.700 / 2.500
151
Ferruccio Rontini
Firenze 1893 - Livorno 1964
Casolare con figure, 1937
Olio su tela, cm 50x100
Firma e data in basso a destra: F. Rontini 37.
Stima € 1.000 / 1.500
Renato Natali al lavoro
DUE IMPORTANTI DIPINTI
DI RENATO NATALI PROVENIENTI
DALLA RACCOLTA UGO UGHI
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Veglione controluce
Olio su tela, cm 50x100
Firma in basso a destra: R Natali; al verso sul telaio: etichetta Raccolta Ugo Ughi, Livorno, con n. 335: etichetta Archivio Renato Natali, con n. 105, codice VZGLHNMEXONSQN, in data 16/11/2022 (con dati dell’opera).
Storia: Collezione Ugo Ughi, Livorno; Collezione privata Opera registrata presso l’Archivio Renato Natali, con n. 105, codice VZGLHNMEXONSQN.
Stima € 15.000 / 18.000
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Via dell’Olio, (1920-25)
Olio su tela, cm 100x80
Firma in basso a sinistra: R Natali; al verso sulla tela: etichetta e quattro timbri Raccolta Ugo Ughi, Livorno; sul telaio: cartiglio con dati dell’opera e n. 96: etichetta
Archivio Renato Natali, con n. 101, codice VEADDKKOHIO, in data 15/11/2022 (con dati dell’opera).
Opera registrata presso l’Archivio Renato Natali, con n. 101, codice VEADDKKOHIO.
Stima € 12.000 / 15.000
Fotogramma dal film Le notti bianche di Luchino Visconti, 1957
155
154
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981 Cacciatori
Olio su faesite, cm 49,8x35
Firma in basso a destra: C. Domenici. Stima € 500 / 700
155
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981 Campagna toscana
Olio su tavoletta, cm 30x40
Firma in basso a destra: C. Domenici; firma e titolo al verso della cornice: C. Domenici: Campagna toscana. Stima € 300 / 400
Stima € 3.800 / 4.800
156
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979 Maremma
Olio su faesite, cm 50x70
Firma in basso a destra: R Natali; titolo e firma al verso: Maremma / Renato Natali: firma Renato Natali entro etichetta Raccolta Ugo Ughi: quattro timbri Ugo Ughi, Livorno.
158
157
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981 Garofani rosa
Olio su tela, cm 70,5x50
Firma in basso a destra: C. Domenici. Al verso sulla tela: etichetta Premio Rosignano 1954 / Mostra di Pittura: timbro Galleria Panconi, Montecatini, con dichiarazione di autenticità di Mario Panconi.
Bibliografia: Ferdinando Donzelli, Carlo Domenici, Cappelli Editore, Bologna, 1993, p. 114.
Stima € 600 / 800
158
Adriano Baracchini Caputi
Firenze 1883 - Livorno 1968
Mattino sulla riviera degli Etruschi (Quercianella Livorno)
Olio e tecnica mista su compensato, cm 24,5x33
Firma in basso a sinistra: Adriano Baracchini Caputi; titolo e dichiarazione di autenticità al verso: “Mattino sulla riviera degli Etruschi” (Quercianella Livorno) / La firma sul dipinto è la mia autentica / Adriano Baracchini Caputi.
Stima € 450 / 550
159
Cafiero Filippelli
Livorno 1889 - 1973
Il reggicalze
Olio su faesite, cm 24,2x31
Firma in basso a sinistra: C. Filippelli; scritta al verso: Signorina mentre si / spoglia per andare a letto.
Stima € 1.000 / 1.500
160
Carlo Domenici
Livorno 1898 - 1981
Venezia
Olio su tavola, cm 40,5x29,5
Firma in alto a sinistra: C. Domenici.
Stima € 500 / 700
161
161
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Capanna con contadina
Olio su compensato, cm 35,6x39
Firma in basso a sinistra: R Natali; firma al verso, entro etichetta
Raccolta Ugo Ughi: Renato Natali: quattro timbri Ugo Ughi, Livorno.
Stima € 800 / 1.200
162
162
Cafiero Filippelli
Livorno 1889 - 1973
Scena familiare
Olio su tavola, cm 21,5x29,3
Firma in basso a destra: C. Filippelli.
Stima € 300 / 500
163
Cafiero Filippelli
Livorno 1889 - 1973
Sera d’inverno, 1945
Olio su tavola, cm 50x66,3
Firma e data in basso a sinistra: C. Filippelli 1945; titolo, firma e data al verso: “Sera / d’inverno” / Cafiero / Filippelli / Livorno.
Stima € 2.200 / 2.800
164
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Notturno
Olio su tavola, cm 50,5x70
Firma in basso a destra: R Natali; titolo e firma al verso: Notturno / Renato Natali.
Stima € 2.200 / 2.800
165
Gino Romiti
Livorno 1881 - 1967
Strada
Olio su faesite, cm 25x35
Firma in basso a destra: Gino Romiti. Al verso: timbro Collezione Romani, Pisa: dichiarazione di autenticità di Danilo Bonardi.
Stima € 600 / 800
166
Gino Romiti
Livorno 1881 - 1967
Nevicata
Olio su compensato, cm 15x17
Firma in basso a sinistra: Gino Romiti.
Stima € 300 / 400
167
Giovanni Lomi
Ardenza (Li) 1889 - 1969
Dintorni fiorentini, 1924
Olio su compensato, cm 15,4x25
Firma in basso a sinistra: G. Lomi; titolo e data al verso: Dintorni fiorentini / 24.
Stima € 300 / 400
168
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979 Pozzolani
Olio su compensato, cm 70x51,9
Firma in basso a sinistra: R Natali; titolo e firma al verso: Pozzolani / Renato Natali: timbro Centro Italiano Diffusione Arte / Galleria “Proconsolo” / Firenze.
Stima € 3.500 / 4.500
169
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Livorno di sera
Olio su compensato, cm 50,3x70,3
Firma in basso a destra: R Natali; luogo, titolo, firma e scritta al verso: Livorno / Sera / Renato Natali / n° 375.
Stima € 1.800 / 2.500
Olio su compensato, cm 49,7x69
170
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Baruffa
Firma in basso a destra: R Natali, titolo e firma al verso: Baruffa / Renato Natali.
Stima € 2.800 / 3.800
171
Renato Natali
Livorno 1883 - 1979
Vecchia Livorno
Olio su tavola, cm 60x80
Firma in basso a destra: R Natali; al verso: etichetta Natali, Roma e oltre: / dialogo tra arte e affetti, con timbro Le Stanze.
Stima € 5.500 / 7.000
172
Giorgio Kienerk
Firenze 1869 - Fauglia (Pi) 1948
Studio di paesaggio (Fauglia)
Olio su compensato, cm 19,5x32,8
Firma in basso a destra: G. Kienerk; firma e titolo al verso: G. Kienerk / Studio paesaggio (Fauglia): timbro Elenco
G.K., con n. 118: cartiglio con n. 119.
Bibliografia: Il valore dei dipinti italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, XXI edizione (2003-2004), Umberto Allemandi & C., Torino, 2003, p. 429 (con titolo Campagna pisana).
Stima € 2.000 / 2.500
173
Ulvi Liegi
Livorno 1858 - 1939 Paesaggio
Olio su tavola, cm 13x24
Firma in basso a sinistra: Ulvi Liegi; dichiarazione di autenticità al verso: Autentico e / molto fine di Ulvi Liegi / M. Borgiotti / Milano / 7/2/69.
Stima € 800 / 1.200
173
172
174
Cesare Ciani
Firenze 1854 - 1925
Piazza delle Erbe, Verona
Olio su tela applicata su cartone, cm 48,5x34,5
Firma in basso a sinistra: C Ciani.
Stima € 700 / 900
175
Raffaello Gambogi
Livorno 1874 - 1943
Curva sulla strada di Quercianella, 1930
Olio su tela, cm 57,5x42
Firma e data in alto a sinistra: Raffaello Gambogi / 1930, firma in basso a destra: Raffaello Gambogi; titolo al verso sulla tela: Curva sulla strada / di Quercianella: etichetta Galleria d’Arte R. Stefanini.
Stima € 500 / 700
176
Luigi Gioli
San Frediano a Settimo (Pi) 1854 - Firenze 1947
Campagna pisana, 1914
Olio su tela applicata su cartone, cm 40,8x56
Firma e data in basso a destra: L Gioli 914.
Bibliografia: Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, X edizione (1992-93), Umberto Allemandi, Torino, 1993, p. 217.
Stima € 2.500 / 3.500
177
Francesco Gioli
S. Frediano a Settimo (Pi) 1846 - Firenze 1922
Paesaggio
Olio su cartone, cm 30x48
Firma in basso a sinistra: F Gioli.
Stima € 2.000 / 3.000
178
Francesco Fanelli
Livorno 1869 - Bagno a Ripoli (Fi) 1924
Figura femminile
Olio su cartone, cm 63,5x44
Firma in alto a destra: F. Fanelli.
Stima € 500 / 700
179
Eugenio Cecconi
Livorno 1842 - Firenze 1903
Ritratto di contadina senese
Olio su tela, cm 38,5x27,5
Stima € 800 / 1.200
180
Ludovico Tommasi
Livorno 1866 - Firenze 1941
Donne al lavoro
Olio su cartone, cm 64,3x69,2 Firma in basso a destra: L. Tommasi.
Esposizioni: I pittori del lago. La cultura artistica intorno a Giacomo Puccini, a cura di Andrea Conti e Giovanna Bacci
di Capaci, Seravezza, Palazzo Mediceo, 18 luglio20 settembre 1998, cat. p. 120, illustrato a colori.
Bibliografia: Catalogo dell’arte italiana dell’Ottocento numero 21, G. Mondadori e Associati, Milano, 1992, p. 151.
Stima € 3.000 / 4.000
181
Alberto Pisa
Ferrara 1864 - Firenze 1930 Cave di Maiano
Olio su tavola, cm 20x29
Firma in basso a destra: A. Pisa. Al verso: etichetta Galleria d’Arte Michelangelo, Firenze / 9 - 20 febbraio 1946, con n. 20: etichetta Galleria d’Arte Cancelli, Firenze: cartiglio con indicazione opera citata nel volume I Postmacchiaioli / a pag. 204 di Tassi/Pelagatti / 12/12/1962.
Bibliografia: Jolanda Pelagatti, Renato Tassi, I Postmacchiaioli, Centro Editoriale Arte e Turismo, Firenze, 1962, p. 204, cit.
Stima € 800 / 1.200
182
Cesare Ciani
Firenze 1854 - 1925
La guardiana Olio su cartone, cm 34,2x34,8
Firma in basso a destra: Ciani. Al verso: etichetta Omaggio all’Arte / di / Cesare Ciani / Mostra delle Opere / R. Galleria dell’Accademia / febbraiomarzo / MCMXXVII.
Stima € 800 / 1.000
183
Llewelyn Lloyd
Livorno 1879 - Firenze 1949 I girasoli, 1927
Olio su tavola, cm 43,6x40,2
Firma e data in basso a sinistra: Llewelyn Lloyd 27.
Bibliografia: Llewelyn Lloyd, Tempi andati, Edizione Vallecchi, Firenze, 1951, p. 149, cit.; Antonio Parronchi, Coloristi toscani, Ed. Turati Arte, Firenze, 1992, p. 145, n. 106;
Giuseppe Luigi Marini, Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, XII edizione (1994-95), Umberto Allemandi, Torino, 1994, p. 299; Ferdinando Donzelli, Llewelyn Lloyd 1879 - 1949, EdiCart, Legnano, 1995, p. 364, tav. CLXIII; Tempi andati, a cura di Dario Matteoni, Leo S. Olschki editore, Firenze, 2007, p. 124, cit.
Stima € 4.000 / 6.000
185
184
Ulvi Liegi
Livorno 1858 - 1939
Marina
Olio su tavoletta, cm 5,2x19,4
Firma in basso a sinistra: Ulvi Liegi.
Stima € 800 / 1.200
185
Carlo Passigli
Firenze 1881 - 1953
Paranze
Olio su tavola, cm 37,3x50
Firma in basso a destra: C. Passigli.
Storia: Collezione A. Medici, Firenze; Collezione privata
Bibliografia: Ferdinando Donzelli, Carlo Passigli nel contesto del Naturalismo italiano dell’800 e del ‘900, Giorgi & Gambi Editori, Firenze, 1980, pp. 65, 125, tav. XXV (con tecnica errata).
Stima € 500 / 700
187
187
186
Ludovico Tommasi
Livorno 1866 - Firenze 1941
Capanni al mare
Olio su compensato, cm 69x82,5 Firma in basso a sinistra: L. Tommasi. Storia: Collezione privata, Firenze; Collezione privata
Esposizioni: Alla ricerca dell’Eden. Il paesaggio della Versilia nella pittura italiana fra Otto e Novecento,
Seravezza, Palazzo Mediceo, 10 luglio - 26 settembre 1998, cat. p. 126, illustrato a colori.
Bibliografia: Jolanda Pelagatti, Renato Tassi, I Postmacchiaioli, Centro Editoriale Arte e Turismo, Firenze, 1962, p. 200.
Stima € 2.500 / 3.500
Ugo Manaresi
Ravenna 1851 - Livorno 1917
Il postale dell’Elba
Olio su tavoletta, cm 13,2x23,2 Firma in basso a sinistra: U. Manaresi; al verso: abbozzo di altra composizione: etichetta Galleria Niccolini, Carmignano / Firenze, con dati dell’opera e n. 16.
Stima € 1.000 / 1.500
189
188
Adolfo Belimbau
Il Cairo 1845 - Firenze 1938
Figure nel paesaggio
Olio su tavola, cm 33x17,8
Firma in basso a sinistra: Belimbau.
Stima € 500 / 700
189
Luigi Michelacci
Meldola (FC) 1879 - 1959
La vecchia fornace
Olio su cartone, cm 14,9x22,7
Firma in basso a destra: L. Michelacci.
Stima € 400 / 600
190
Francesco Gioli
S. Frediano a Settimo (Pi) 1846 - Firenze 1922 Giovane contadino
Olio su cartone, cm 51x37,4
Firma in basso a destra: F Gioli.
Bibliografia: Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, XV edizione (1997-98), Umberto Allemandi, Torino, 1997, p. 268.
Stima € 1.800 / 2.500
191
Cipriano Mannucci
Nizza 1882 - Vaglia (Fi) 1970
La canzone del mare
Olio su tela, cm 55x70
Firma in basso a destra: C. Mannucci; scritta al verso sul telaio: (Capri) “Antica canzone”.
Stima € 1.700 / 2.500
192
Giovanni Bartolena
Livorno 1866 - 1942
Natura morta
Olio su tavola, cm 33,5x47
Firma in basso a destra: Gio Bartolena (poco leggibile).
Bibliografia: Il valore dei dipinti dell’Ottocento, XVI edizione, Umberto Allemandi, Torino, 1998, p. 67.
Stima € 1.500 / 2.000
193
Giorgio Kienerk
Firenze 1869 - Fauglia (Pi) 1948
Una via a Casciana
Olio su compensato, cm 50x72,3
Firma in basso a sinistra: G. Kienerk; firma, luogo e titolo al verso: G. Kienerk - Firenze / (Una via a Casciana): timbro Elenco G.K., con n. 835.
Stima € 1.500 / 2.500
Firenze 1846 - 1906
Paesaggio con bimba e capretta
Olio su tela applicata su cartone, cm 33,6x49,5
Firma in basso a destra: N. Cannicci.
Stima € 5.000 / 7.000
194
Niccolò Cannicci
195
Luigi Gioli
San Frediano a Settimo (Pi) 1854 - Firenze 1947
Ponte alla Carraia
Olio su tela applicata su compensato, cm 21,5x45
Firma in basso a destra: L Gioli.
Al verso: etichetta Circolo degli Artisti / Casa di Dante / Firenze / Mostra Dall’Otto al Novecento / 4-16 dicembre 1948.
Stima € 1.800 / 2.500
196
Carlo Passigli
Firenze 1881 - 1953
Ponte Santa Trinita
Olio su tavoletta, cm 28x44,4
Firma in basso a destra: C Passigli; luogo, titolo e firma al verso: Firenze / Ponte S. Trinita / C Passigli.
Stima € 400 / 600
196
197
Llewelyn Lloyd
Livorno 1879 - Firenze 1949
Sole d’inverno (Firenze dal Piazzale Michelangelo), 1934
Olio su tavola, cm 30x56
Firma e data in basso a destra: Llewelyn Lloyd 34; firma e titolo al verso: Llewelyn Lloyd “Sole d’inverno” (Firenze dal Piazzale Michelangelo); sulla cornice: cartiglio Coll. Avv. Medici.
Storia: Collezione Avv. Medici; Collezione privata Esposizioni: Mostra retrospettiva di L. Lloyd, Livorno, Casa della Cultura, 13 - 27 maggio 1951, cat. n. 77.
Bibliografia: Llewelyn Lloyd, Tempi andati, Edizione Vallecchi, Firenze, 1951, p. 154, cit. (con titolo Firenze dalle Porte Sante); Jolanda Pelagatti, Renato Tassi, I Postmacchiaioli, Centro Editoriale Arte e Turismo, Firenze, 1962, p. 219; Ferdinando Donzelli, Llewelyn Lloyd 1879 - 1949, EdiCart, Legnano, 1995, p. 335, tav. LXXXII (con titolo Firenze dalle Porte Sante); Tempi andati, a cura di Dario Matteoni, Leo S. Olschki editore, Firenze, 2007, p. 131, cit. Stima € 4.000 / 6.000
198
Angiolo Tommasi
Livorno 1858 - Torre del Lago (Lu) 1923
Sul campo
Olio su tavoletta, cm 16,8x11,4
Firma in basso a destra: Angiolo Tommasi.
Stima € 800 / 1.200
199
Cesare Ciani
Firenze 1854 - 1925
Il nipote dell’artista, 1916
Olio su cartone, cm 24x26,8
Firma e data in basso a sinistra: Ciani / agosto 1916.
Stima € 300 / 400
200
Eugenio Cecconi
Livorno 1842 - Firenze 1903 Il ventaglio giapponese
Olio su tela, cm 56,2x34,9
Storia: Collezione A. Medici, Firenze; Collezione privata
Firma al verso: Angiolo Tommasi: timbro Collezione Paolo Stefani, Firenze; su un supporto: timbro Collezione Salimbeni Venturi, con n. 1.
Stima € 1.700 / 2.500
202
Eugenio Cecconi
Livorno 1842 - Firenze 1903 Bosco
Olio su cartone, cm 19,7x32
Scritta al verso, su un cartone di supporto: L’ultimo bozzetto che stavo copiando il / 17 dicembre 1903 / Dipinto da Eugenio Cecconi / Comprato nel suo Studio dopo / la sua morte e regalatomi da / [...], Nerina e Nello nel / Gennaio 1904 / B.G.
Stima € 1.800 / 2.500
203
Andrea Markò
Vienna 1824 - Firenze 1895 Bufalari nella Reale tenuta di San Rossore, 1889
Olio su tela, cm 41x69
Firma e data in basso a destra: And. Markò / 1889. Al verso sul telaio: cartiglio con dati dell’opera e n. 3: etichetta Cultura della terra in Toscana / Mezzadri e coltivatori diretti nell’arte dell’Ottocento e Novecento / Seravezza / Palazzo Mediceo / 4 Luglio - 29 Settembre 2009.
Esposizioni: Cultura della terra in Toscana. Mezzadri e coltivatori diretti nell’arte dell’Ottocento e Novecento, a cura di Enrico Dei, Seravezza, Palazzo Mediceo, 4 luglio29 settembre 2009, cat. p. 155, illustrato a colori.
Stima € 1.300 / 1.800
204
Francesco Gioli
S. Frediano a Settimo (Pi) 1846 - Firenze 1922 Fascinaie, 1920
Olio su cartone, cm 57x88
Firma e data in basso a destra: F. Gioli / 920.
Stima € 2.000 / 3.000
205
Luigi Gioli
San Frediano a Settimo (Pi) 1854 - Firenze 1947 Scena campestre, 1895
Olio su tela, cm 35x50,2
Firma e data in basso a destra: L Gioli 95. Al verso sulla tela: etichetta Raccolta d’Arte Girolamo Ganucci Cancellieri.
Bibliografia: Ottocento numero 16. Cronache dell’Arte Italiana dell’Ottocento, Giorgio Mondadori e Associati, Milano, 1987, p. 137.
Stima € 2.500 / 3.500
206
Antonio Mancini
Albano Laziale (Roma) 1852 - Roma 1930 La coppia
Pastello su carta, cm 44x35
Firma in basso a destra: Mancini. Stima € 800 / 1.200
207
Anonimo del XIX secolo
Studio di busto
Inchiostro su carta, cm 16,5x11,5 (luce)
Reca scritte in basso a destra: Cifariello / A Casciaro / 26 [...]. Al verso, su un cartone di supporto: etichetta Raccolta di Nino CarozziLerici: timbro Raccolta Carozzi, Lerici. Storia: Collezione Nino Carozzi, Lerici; Collezione privata
Stima € 180 / 220
208
Vincenzo Irolli
Napoli 1860 - 1949
Ritratto di bimba (Sisina)
Olio su compensato, cm 35,5x29,8
Firma in basso a sinistra: V. Irolli. Al verso: etichetta e quattro timbri
Galleria Mazzoni, La Spezia: timbro
Galleria “La Barcaccia” / Roma / Montecatini Terme: firma Antonio
Russo: etichetta e tre timbri Galleria d’Arte Ballerini, Prato.
Stima € 1.500 / 2.000
209
Anonimo del XX secolo
Figura
Olio su tela, cm 43,6x35
Stima € 300 / 400
210
Attilio Pratella
Lugo (Ra) 1856 - Napoli 1949 Marina
Tempera su cartoncino, cm 21,8x25,3 Firma in basso a sinistra: A. Pratella. Al verso, su un cartone di supporto: due timbri Centro Culturale Galleria G[...]rdano, Napoli: timbro Collezione Lu[...]alli / Napoli: timbro Collezione privata [...] Luigi Di Casola - Roma / Pittori Italiani dell’Ottocento.
Stima € 2.200 / 2.800
211
Anonimo fine XIX - inizio
XX secolo
Veduta del Golfo di Baja dalla Strà di S. Gennaro
Acquerello su cartoncino applicato su cartoncino intelaiato, cm 51,4x72,8
Titolo in basso: Veduta del Golfo di Baja dalla Strà di S. Gennaro.
Stima € 300 / 400
212
Giovanni (Nino) Costa
Roma 1826 - Marina di Pisa (Pi) 1903
Marina
Olio su tela, cm 38,6x74
Al verso sulla tela: etichetta e tre timbri Galleria d’Arte Ballerini, Prato.
Stima € 4.000 / 6.000
IMPORTANTI OPERE DEL DIVISIONISMO E DEL SIMBOLISMO
Testi a cura di Leonardo Ghiglia
L’ALBA DELLA MODERNITÀ: LA POTENZA GENERATRICE DELLA LUCE
NEL DIBATTITO TRA ’NATURA’ E ’SIMBOLO’
“Se la mia Arte avesse continuato a svolgersi nei paesi del Nord dove la intensità dell’atmosfera dà delle colorazioni sonore in cui si accentua vigorosamente il linguaggio del chiaroscuro, avrei molto probabilmente potuto contentarmi della tradizionale pittura d’impasto sulla tavolozza. Ma trasportandomi alla fine del 1885 in Italia la poesia della nostra Natura aveva delle vibrazioni per esprimerne le quali era indispensabile purificare, allontanarsi dal nero e penetrare nei misteri delle colorazioni impure accostate a stimolarsi a vicenda. Era un istrumento nuovo da creare e, creatolo, addestrarsi a farlo risuonare colla musica che lo spirito andava carezzando” (Vittore Grubicy de Dragon, Lettera a Benvenuto Benvenuti, 14 febbraio 1910, in L’Eroica, 1921).
Con queste parole Vittore Grubicy de Dragon rievocava, a molti anni di distanza, l’inizio della stagione divisionista in Italia, “l’alba della modernità” per la pittura del Bel Paese, in quegli anni un po’ stagnante per l’incapacità di dar seguito coerente al portato rivoluzionario dell’esperienza macchiaiola e per la passiva e sterile adesione agli stilemi di quel Naturalismo internazionale ormai imperante nei Salons di mezza Europa. In realtà la storicizzazione di quella stagione estetica che va sotto il nome di Divisionismo è un fenomeno abbastanza recente che non deve essere letto come un processo lineare, bensì come il risultato di molteplici e discontinue esperienze intellettuali e artistiche, articolate in tempi e zone geografiche diverse. Nel corso della seconda metà dell’Ottocento lo studio dei fenomeni ottici di diffusione e rifrazione della luce si era fatto più sistematico, e la scomposizione dei colori si imponeva come il metodo più moderno e attuale per rappresentare pittoricamente la realtà. Si affermava, in sintesi, che i colori complementari disposti l’uno accanto all’altro risultassero più luminosi, quindi in pittura la luminosità avrebbe dovuto essere ottenuta non con l’impasto e con la fusione cromatica, ma tramite l’accostamento di colori puri, che il meccanismo percettivo avrebbe successivamente ricomposto così da ricreare l’effetto di saturazione ottica. Da queste premesse si erano sviluppati l’Impressionismo e la sua conseguenza più radicale, il Pointillisme.
In Italia queste teorie erano state recepite in modo meno sistematico, e i soli Macchiaioli avevano tentato di chiarire, sia pur in modo sommario, i propri fondamenti teorici, senza peraltro mai basarli su presupposti esplicitamente scientifici.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Sole o Il Sole nascente, 1904, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Se Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati e Baldassarre Longoni (per citare solo gli appartenenti al primo nucleo divisionista, operante in area lombardo-piemontese) condivisero con Grubicy la sperimentazione del nuovo metodo, i risultati non furono affatto univoci; ognuno impiegò la nuova tecnica nella ricerca di valori espressivi ed estetici personali, ma nessuno avvertì l’esigenza di teorizzare in modo sistematico le proprie esperienze, limitandosi a porre come base della sperimentazione quanto appreso dai trattati di studiosi di fisica e di ottica stranieri, come Michel Eugène Chevreul, Hermann von Helmholtz, Jean-Georges Vibert (tradotto in italiano proprio da Previati) e Odgen Rood, sulle cui teorie era basato anche il piccolo trattato di Giulio Bellotti edito da Hoepli nel 1886. Nonostante il tentativo dei protagonisti di far gruppo unitario nel proporre una visione ’corale’, fu subito chiaro come il Divisionismo non potesse essere considerato come una poetica, ma rimanesse piuttosto un metodo, una prassi esecutiva, sia pure al servizio di un’arte nuova e più avanzata. Da qui la difficoltà di inquadrarlo criticamente con un sistema metodologico, spesso riducendolo in chiave positivista a puro esercizio meccanico di derivazione francese, oppure –all’opposto – riconducendolo nell’alveo delle poetiche simboliste, ignorandone i presupposti di scientificità a favore di posizioni antipositiviste e idealiste.
Il dibattito sulla novità e sulla legittimità della tecnica divisionista divenne pubblico in occasione di due fondamentali esposizioni braidensi, le Triennali di Belle Arti del 1891 e del 1894, che sancirono l’esordio ufficiale del movimento. Nella prima furono esposte opere rivoluzionarie come Le due madri di Segantini, Maternità di Previati, L’oratore dello sciopero di Longoni e Giorni...
Giovanni Segantini, Le cattive madri, 1894, Vienna, Galleria del Belvedere
Angelo Morbelli, Per ottanta centesimi!, 1895-97, Vercelli, Fondazione Museo Francesco Borgogna
ultimi di Morbelli, che catalizzarono l’attenzione di pubblico e critica con esiti assai contrastanti. Ciò che si proponeva al dibattito – che si sarebbe prolungato sino al primo decennio del secolo successivo – era la contrapposizione tra natura e simbolo: da un lato quei pittori che ritenevano che la rappresentazione della realtà fosse ancora essenziale per trasmettere qualsiasi contenuto di poetica, dall’altro coloro – Grubicy e soprattutto Previati – che auspicavano un superamento delle aderenze mimetiche al vero in favore di un ’ideismo’ spirituale, che permettesse di ricostruire “il proprio sogno”, un’immagine interiore frutto di stimoli psichici e pulsioni interiori.
I due aspetti, certo non esclusivi della pratica divisionista, ma condivisi in senso più ampio dall’intero dibattito sul rinnovamento della pittura in Italia, si compenetravano ed erano rintracciabili – sia pure in modi e misure diversi – nelle opere di Segantini, di Longoni e successivamente in quelle di Fornara, improntate, in quegli anni, di un sentimento di intensa connessione spirituale con la natura, e pervase da quel senso di spiritualità laica, comune a tanta parte della cultura estetica europea a cavallo tra i due secoli, riscontrabile, ad esempio, nei monumentali “paesaggi sinfonici” di Richard Strauss e Gustav Mahler.
Con la prematura scomparsa di Segantini nel 1899 – il protagonista più noto e celebrato a livello internazionale – a fine secolo si concludeva di fatto anche la prima fase dell’esperienza divisionista.
Mentre si accentuava la divaricazione tra le due tendenze, impersonata dalla figura di Previati, divenuto il teorico “militante” del gruppo (sono noti i suoi ripetuti scritti e trattati teorici) ma giunto al Divisionismo “non tanto dalle sue idee scientifiche sulla luce [...] quanto da un suo istinto che gli faceva sentire il divisionismo fosse più alto della vecchia maniera a rappresentare le visioni appunto della sua anima religiosa” (E. Corradini, Gaetano Previati, in La nuova antologia, 1 dicembre 1906, n. 839, pp. 421-434).
L’intensificarsi del progresso tecnico-industriale, che avrebbe avuto nell’Esposizione Nazionale di Milano del 1906 la sua ideale celebrazione, aveva nel frattempo incoraggiato anche l’approccio a tematiche di più recente attualità: la pittura a tema sociale, che attraverso l’asse francese Millet-Corot si era diffusa in Europa e in Italia (esemplari i casi del belga Costantin Meunier e, ancor prima, dell’italianissimo Giovanni Fattori), lo stile Liberty e la Belle Epoque rappresentavano terreno fertile per una diffusione “trasversale” della nuova tecnica tra generi e aree geografiche anche molto distanti. Emblematico e paradossale il caso di un’operamanifesto del Divisionismo, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.
Cartolina con Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1906
Emilio Longoni, L'oratore dello sciopero, 1891
Il celeberrimo dipinto vide la luce, com’è noto, nel 1901, al termine di una gestazione decennale, e fu presentato ufficialmente in occasione della Quadriennale di Torino del 1902. All’immediato successo di pubblico – dovuto principalmente al supporto della stampa socialista – non fece eco il sostegno della critica e delle istituzioni, e l’opera venne ripresentata in un’esposizione ufficiale soltanto una volta, nel 1907, poco prima che il suo autore, appena quarantenne, decidesse di togliersi la vita.
All’alba del Novecento, accanto ai più anziani colleghi, una nuova e variegata generazione di Divisionisti si andava affacciando alla ribalta nazionale: Giacomo Balla e i romani Enrico Lionne, Camillo Innocenti e Arturo Noci si proponevano in diretto antagonismo all’influsso lombardopiemontese per mezzo di un colorismo più acceso e di un’attenzione mirata agli aspetti più attuali della modernità; a cavallo tra Roma e la Liguria il bolognese Antonio Discovolo si faceva promotore di un Divisionismo notturno di matrice böckliniana, probabilmente influenzato dalla collaborazione con il gruppo simbolista romano “In Arte Libertas”, mentre Toscana e Liguria – già protagoniste della prima fase divisionista e idealmente unite dalla figura di Plinio Nomellini – vedevano affacciarsi nuovi interpreti come Rubaldo Merello, Giuseppe Sacheri, Giorgio Kienerk, Alfredo Müller e il giovanissimo Raul Viviani, i quali, pur tra tangenze e divergenze stilistiche, sarebbero stati in grado di innervare con nuova linfa gli stilemi divisionisti. Un particolare riguardo merita, a questo proposito, il legame istauratosi in quegli anni tra l’ormai anziano Previati e un giovane pittore che di lì a poco avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella più importante rivoluzione pittorica italiana del Novecento: Umberto Boccioni. Approdato a Milano nel 1907, e subito rapito dalla frenesia e dai rumori della metropoli, Boccioni incontrerà Previati l’anno successivo, rimanendone affascinato: “Dopo tanto tempo mi sono deciso e ho fatto visita a Gaetano Previati. Mi ha accolto con somma cortesia e abbiamo parlato tre ore! Quante cose dette! Quanta fede! Gli ho parlato delle mie lotte e si è spaventato quando ha saputo che oltre alle lotte dell’arte ho anche quelle per la vita! L’ho trovato d’accordo
Plinio Nomellini, Sulla costa ligure, 1891, Tortona, Pinacoteca Divisionismo
Giacomo Balla, Ritratto all’aperto, 1903, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
quasi in tutto. È un’anima piena di fede e di coraggio” (M. Calvesi, E. Coen, Boccioni L’opera completa, Electa Editrice, Milano, 1983).
All’epoca Previati aveva già pubblicato La tecnica della pittura (1905) e I principi scientifici del Divisionismo (1906), letti avidamente da Boccioni, che vi rintraccerà i principi per l’applicazione in chiave futurista di alcuni stilemi del Divisionismo, che egli assumeva essere non una scienza ma un “atteggiamento dello spirito” (Umberto Boccioni. Altri inediti apparati critici, a cura di Z. Birolli, Feltrinelli, Milano, 1972, p. 11).
Negli anni a seguire Boccioni visiterà ripetutamente Previati nel suo studio milanese “dominante la piazza fragorosa” alle cui finestre salivano “Le immagini della vita bella, della vita nuova, del ‘tumulto’ della città meravigliosa” (G. Marangoni, Il pittore dell’anima e della luce (Gaetano Previati), Capriolo e Massimino, Milano, 1910, p. 106), tributandogli a più riprese attestati di stima: se nel Manifesto dei pittori Futuristi del febbraio del 1910 Previati, Segantini e Medardo Rosso saranno gli unici artisti italiani valutati positivamente, negli appunti per la conferenza “La pittura Futurista” tenuta da Boccioni a Roma nel 1911 si darà un’attenta analisi dell’opera e degli scritti del pittore ferrarese anche in rapporto alla poetica futurista. Nel 1916 l’ultimo riconoscimento: “Previati è il solo grande artista italiano che abbia concepita l’arte come una rappresentazione in cui la realtà visiva serve soltanto come punto di partenza. Egli è il solo grande artista che abbia intuito da più di trent’anni che l’arte fuggiva il verismo per innalzarsi allo stile. […] Previati è stato il precursore in Italia della rivoluzione idealista che oggi sbaraglia il verismo e lo studio documentato del vero. Egli ha intuito che lo stile comincia quando sulla visione si costruisce la concezione, ma mentre la sua visione si è rinnovata nella modernità, la concezione è rimasta, come ossatura al vecchio materiale elaborato del Rinascimento italiano…l’ultimo artista del Rinascimento italiano…un sogno che svanisce nella luce della modernità” (U. Boccioni, Le esposizioni collettive di Gaetano Previati e Carlo Fornara a Milano, in Gli avvenimenti, II, 14, 26 marzo - 2 aprile 1916, ripubblicato in T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Officina Edizioni, Roma, vol. I, 1968, pp. 54-58).
La stagione divisionista si chiudeva simbolicamente nel 1922, ad avanguardie concluse e in pieno clima “Novecento”, con una mostra collettiva che celebrava i protagonisti della prima ora (Esposizione retrospettiva dell’opera di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Vittore Grubicy De Dragon, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Bottega di poesia, Milano, 1922), ormai tutti scomparsi: l’esperienza divisionista era definitivamente consegnata alla storia della pittura italiana.
Umberto Boccioni, Rissa in galleria, 1910, Milano, Pinacoteca di Brera
Esposizioni: Divisionismo romano, a cura di Lucia Stefanelli Torossi, Roma, Galleria Arco Farnese, 20 gennaio - 31 marzo 1989, cat. p. 113, n. 54; Camillo Innocenti 1871-1961, a cura di Lela Djokic Titonel, Maurizio Fagiolo Dell’Arco, Roma, Galleria Campo dei Fiori, dicembre 1993, cat. p. 46, n. 25, illustrato (opera datata 1912).
Bibliografia: Fortunato Bellonzi, Il divisionismo nella pittura italiana, Fabbri, Milano, 1967, p. 93, cit. (opera datata 1910-12); Teresa Fiori, Camillo Innocenti, De Luca, Roma, 1968, p. 79, n. 112, fig. 31;
Teresa Fiori, Archivi del Divisionismo, volume secondo, saggio introduttivo di Fortunato Bellonzi, Officina Edizioni, Roma, 1969, p. 156, n. XII.114, n. 1935, tav. 396, n. 1935 (opera datata 1915 ca.).
Stima € 60.000 / 80.000
Tra i molti artisti che all’inizio del Novecento si accosteranno alla tecnica divisionista, interpretandola con maggior libertà e piegandola ad esigenze estetiche tra loro disomogenee e talvolta contrastanti, Camillo Innocenti occupa un posto di assoluto rilievo. Formatosi inizialmente sulla pittura di Domenico Morelli, Francesco Paolo Michetti e Antonio Mancini, nel 1901 ha l’occasione di recarsi in Spagna per un pensionato artistico, dove ha modo di conoscere il paesaggio e il folklore andalusi ma anche la pittura di Ignacio Zuloaga, da cui sembra mutuare quegli accenti mondani, sensuali o esplicitamente voyeuristici che caratterizzeranno la sua opera a partire dalla seconda metà degli anni Dieci. Il suo esordio divisionista accanto a Aleardo Terzi, Enrico Lionne e Arturo Noci lo vede interpretare la tecnica con una libertà cromatica meno aderente a rigidi precetti scientifici, con cui riesca a conferire vivacità a tematiche di gusto mondano, talvolta dichiaratamente in stile Belle Époque. Gli accostamenti di colore puro non sono mai aggressivi, ma tesi piuttosto a creare armonie eleganti e raffinate, moderne “nel significato buono del termine, di un modernismo che non ha d’altronde niente di aggressivo, di blasfemo, né di iconoclasta” (Gabriel Mourey, Camillo Innocenti, Bernheim-Jeune & Cie, Parigi, 1913, ristampato in Camillo Innocenti 1871-1961, Roma, 1993, pp. 14-17).
Signore sul terrazzo, 1912 ca., appartiene al momento di massima aderenza a quel gusto internazionale variamente rappresentato da pittori come il francese Henri Martin o lo spagnolo Hermenegildo Anglada Camarasa, e trova nel grande dipinto Sera a Parigi (1910) il suo ideale pendant per la medesima resa stilistica del rapporto tra le grandi figure eleganti in primo piano e lo sfondo di lucecolore su cui si affaccia la scena. Innocenti ci illustra con raffinata indifferenza un episodio di vita mondana, un’immagine di sapore proustiano in cui ogni dettaglio sembra suggerire “lusso calma e voluttà”. La tecnica è larga, originale nell’interpretare le possibilità offerte dal colore diviso, alternato all’uso di campiture più ampie che richiamano esplicitamente l’immediatezza dell’affiche pubblicitaria.
Nonostante l’alta qualità e le ragguardevoli dimensioni, l’opera è rimasta praticamente sconosciuta alla letteratura sino alla fine degli anni Sessanta del Novecento.
Camillo Innocenti, Sera a Parigi, 1910
Plinio Nomellini
Livorno 1866 - Firenze 1943 Bambina (Bambina in kimono), 1912
Olio su tela, cm 100x59,6
Firma e data in basso a destra: P. Nomellini / 912; firma e titolo al verso sul telaio: P. Nomellini / -Bambina-. Esposizioni: La ricerca dell’identità da Antonello a de Chirico, a cura di Vittorio Sgarbi, Cagliari, Castel San Michele, 21 giugno - 21 settembre 2004, cat. pp. 192, 203, n. 102, illustrato a colori; Giapponismo. Venti d’Oriente nell’arte europea 18601915, a cura di Francesco Parisi, Rovigo, Palazzo Roverella, 28 settembre 2019 - 26 gennaio 2020, cat. pp. 217, 317, 318, n. 140, illustrato a colori.
Stima € 90.000 / 120.000
Corrispondente a un gusto più di tipo decadentista che secessionista, Plinio Nomellini in questo dipinto opera una messa in scena degna di un quadro musicale della Madame Butterfly dell’amico compositore Giacomo Puccini.
La figura di Aurora, figlia del pittore, vestita con un kimono giapponese decorato in azzurro, è rappresentata in una sinuosa posa curva che può ricordare non solo le forme dei vasi orientali in porcellana ma anche i motivi classici dell’arte giapponese delle onde e dei ghirigori. Gli stilemi decorativi orientali sono tuttavia rimodulati all’interno di una pittura di gusto liberty, e trattati nello stile divisionista proprio di Nomellini in questi anni.
Il dipinto è in relazione con un’altra tela di due anni precedenti di analogo soggetto e composizione, che raffigura anch’essa Aurora in un interno, in questo caso nuda, con lo stesso kimono azzurro appoggiato su un piano sullo sfondo, con la funzione di puro motivo cromatico.
C.S.
Plinio Nomellini, Bambina, 1910
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Ferruccio Ferrazzi
Roma 1891 - 1978
Maternità (Adolescente, Allegoria), 1912
Olio su tela, cm 130x127,5
Firma, data e scritta al verso sulla tela: Ferruccio Ferrazzi / 1912 anni 21: etichetta Raccolta G. Chierichetti, Milano, con n. 204; sul telaio: etichetta parzialmente abrasa
Esposizioni: La Galleria di Giuseppe Chierichetti, Milano, Galleria Pesaro, maggio 1926, cat. n. 129, tav. XLIX, illustrato.
Bibliografia: Teresa Fiori, Archivi del Divisionismo, volume secondo, saggio introduttivo di Fortunato Bellonzi, Officina Edizioni, Roma, 1969, p. 209, n. XXIII.15, n. 2584, tav. 548, n. 2584;
Carlo Ludovico Ragghianti, Jacopo Recupero, Ferruccio Ferrazzi, Officina Edizioni, Roma, 1974, p. 80, n. 26, tav. 9; Alessandra Imbellone, Il Novecento di Ferruccio Ferrazzi (1891-1978), Galleria d'Arte Berardi, Roma, 2019, tav. 56.
Stima € 60.000 / 80.000
Ferruccio Ferrazzi “nel corso del 1912 affronta la grande composizione Maternità o Adolescente [...], di cui un grande studio dell’Adolescente è visibile nel Museo della Tecnica di Torino. È un quadro d’ambizione simbolica complessa, dove il risveglio dalla pubertà nel recinto fiorito e apparato di bianche sponde di calce irrorate dal sole guida alla maternità eretta come un idolo intorno al quale s’agita il coro delle più antiche madri e vedove consapevoli e presaghe, in un contrasto cui non è certo estranea l’illazione di una lauda drammatica. Per trovare qualcosa di analogo a un livello di linguaggio ed anche di stilemi impersonati, non di pure intenzioni od escogitazioni mentali, bisogna riferirsi a Casorati, richiamato pungentemente dalla figura dell’adolescente gracile e acerba (è un parallelismo, si badi, non una relazione, e tanto meno una dipendenza). Il contesto pittorico conferma la predilezione per impianti di sintassi sostanzialmente semplice ed esplicita, in questo caso un’angolatura di proscenio comandata dalla dominante bianca figura della madre, che diverge in basso e in alto nelle sponde divaricate e nei gesti, e si declina in primo piano nella lunata sigla della fanciulla che si recupera dall’abbandono del sonno e del sogno” (Carlo Ludovico Ragghianti, Jacopo Recupero, Ferruccio Ferrazzi, Officina Edizioni, Roma, 1974, p. 15).
Felice Casorati, Le signorine, 1912, Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro
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Giovanni Segantini
Arco (Tn) 1858 - Schafberg 1899 Sul balcone, (1892-94)
Matite su carta, cm 24,8x15,5
Firma in basso a destra: G. Segantini. Al verso, su un cartone di supporto: etichetta Galerie Jan Krugier, Ditesheim & Cie, con n. JK6549.
Storia: Karl und Faber, Monaco; Collezione Georg Schaefer, Schweinfurt; Christie’s, Londra, 23 giugno 2005, n. 342; Sotheby’s, Londra, 10 dicembre 2014, n. 10; Collezione privata
Esposizioni: Esposizione dei quadri di Giovanni Segantini a Trento, Trento, 1905; Segantini, Basilea, Fondazione Beyeler, 16 gennaio25 aprile 2011, cat p. 94, illustrato a colori.
Bibliografia: Giorgio Nicodemi, Giovanni Segantini, L’Arte, Milano, 1956; Annie-Paule Quinsac, Segantini. Catalogo generale volume secondo, Electa, Milano, 1982, p. 386, n. 472.
Stima € 40.000 / 60.000
Come nota Giuseppe Pellizza da Volpedo in un suo soggiorno a Savognino, luogo di ambientazione di questo disegno di Giovanni Segantini, la scena ambientale del nostro soggetto “è la stessa di quella del Riposo all’ombra e della Vacca bagnata; si tratta di uno dei cortili, che Segantini modifica ogni volta, secondo le sue necessità compositive. La casa [...] oggi non esiste più, ed ecco l’importanza della descrizione di Pellizza, che cito per esteso: «Anche il balcone abbiamo veduto e dal balcone, la casa, il terreno di sfondo. La parte superiore della tettoia è stilizzata - più vero il balcone - le case il terreno hanno trasposizioni (una casa che è sotto il campanile è fatta sopra nel quadro) sonvi particolari ingranditi e altri inconvenienti. Nel giardinetto che sta sotto il balcone venne fatto il quadro Vacca e vitello veduto prima a Brera 1891, anche qui elementi non fotograficamente veri ma equilibrati con sapienza. Così dicasi di Siesta pure fatto qui». Segantini questa volta sfrutta la cornice ambientale in modo da adattarla al formato verticale da lui prescelto, ciò che dà [...] un taglio compositivo aperto che la diagonale del balcone, unico elemento di supporto, accentua ancora. L’aggiunta di un cornicione ad angolo acuto, inesistente nella realtà, rivela quanto fosse importante questa struttura diagonale per l’autonomia dell’immagine. La sagoma del cornicione rende più singolare l’effetto del controluce riflettendo la luce pomeridiana, accentuando la compattezza delle case e delle capanne nel piano mediano, e dotando di una presenza ossessiva le venature del legno, in primo piano. [...] Il verismo di Segantini non è di natura analitica, ma classica, in quanto è un tentativo di astrarre dal vero quel che ne è più caratteristico e di ricostruire quegli elementi astrattamente, secondo una logica interiore, sviluppata dal contatto con questa particolare realtà” (Annie-Paule Quinsac, Segantini Catalogo generale volume secondo, Electa, Milano, 1982, p. 384).
Giovanni Segantini, Sul balcone , Coira, Bündner Kunsthaus
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Gaetano Previati
Ferrara 1852 - Lavagna (Ge) 1920 Vespero autunnale, 1908 ca. Olio su tela, cm 108,7x88,2
Firma in basso a destra: Previati. Al verso sul telaio: etichetta X Esposizione Internazionale d’Arte / della Città di Venezia - 1912, con n. 639: etichetta Comune di Bologna / Galleria d’arte moderna / Mostra Liberty / 1977.
Esposizioni: X Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, 1912, sale 11-12, cat. p. 46, n. 21; Esposizione retrospettiva dell’opera di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Giuseppe
Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Milano, Bottega di poesia, 29 marzo - 16 aprile 1922, cat. n. 39, illustrato; Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo - maggio 1977, cat. pp. 291, 350, n. SP 270, illustrato.
Bibliografia: Teresa Fiori, Archivi del Divisionismo, volume secondo, saggio introduttivo di Fortunato Bellonzi, Officina Edizioni, Roma, 1969, p. 72 (opera datata 1908 ca.).
Stima € 80.000 / 100.000
Questa importante tela del pittore ferrarese Gaetano Previati, uno tra i maggiori esponenti del nostro Divisionismo, è un eloquente esempio del fascino, della bellezza e insieme della straordinaria opportunità innovativa che la nuova tecnica ha rappresentato nel panorama della pittura italiana sin dal suo esordio ufficiale alla Triennale di Milano del 1891.
Al portato “scientifico” del metodo divisionista, Previati – diversamente da molti suoi colleghi – sovrappose da subito stimolanti implicazioni simboliste, in una visione armonica di forte suggestione visiva, che evoca stati d’animo mistici e sognanti attraverso l’uso di un linguaggio tecnico estremamente puntuale e consapevole (Previati svolse anche un’intensa attività teorica, consegnando alle stampe tre scritti fondamentali: La tecnica della pittura,1905; I Principii scientifici del Divisionismo, 1906; Della pittura, tecnica e arte, 1913).
In Vespero autunnale l’ora del tramonto bagna di una luce dorata la composizione, accarezzando le figure assorte in silenzioso raccoglimento davanti alla bellezza avvolgente dell’evento. Le pennellate, divise e arcuate, intessono il manto erboso, evocano i panneggi evanescenti delle vesti, suggeriscono il velo cupo delle nubi.
La tecnica divisa – in questa come in altre celebri opere di questi anni – non solo rompe gli schemi del vero nella direzione del sentimento e dell’immaginazione, ma apre la strada a tanta avanguardia, come dimostrerà di aver compreso, nei suoi dipinti prefuturisti, un giovane Umberto Boccioni, al quale si deve anche la prima rilettura in chiave autenticamente progressista dell’opera dell’ormai anziano maestro.
Il dipinto fu esposto nella fondamentale mostra retrospettiva dei divisionisti che si tenne presso Bottega di poesia a Milano nel 1922 e successivamente nel 1977 nella mostra Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna.
Sexto Canegallo, Rivoluzionario, 1920
Carlo Fornara
Prestinone di Val Vigezzo (No) 1871 - 1968 Mattinata sulle Alpi, (1903-11 ca.)
Olio su tela, cm 91x183
Firma in basso a sinistra: C. Fornara. Al verso sul telaio: etichetta XI Esposizione Internazionale d’Arte / della Città di Venezia - 1914, con n. 1031.
Foto autenticata dall’artista, Prestinone, 26/XI/46, con indicazione di esposizione alla Biennale del 1914; certificato con foto Istituto Matteucci, Viareggio, 22 aprile 2002, con n. 92066.
Esposizioni: XI Esposizione Internazionale d’Arte della
Città di Venezia, 1914, sala 26, cat. p. 91, n. 1.
Amilcare Pizzi, Milano, 1949, tav. XXV (con titolo Mattinata sulle Alpi e data 1911);
Marco Valsecchi, Franco Vercelotti, Carlo Fornara pittore, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1971, p. 74, n. 79, tav. 79 (con titolo Mattinata sulle Alpi, data 1911 e misure cm 205x105).
Stima € 180.000 / 250.000
Fra i maggiori divisionisti italiani, Carlo Fornara partecipa nel 1891 alla prima Triennale di Brera – esposizione capitale che segna la nascita ufficiale del Divisionismo in Italia – presentandosi da protagonista sulla ribalta nazionale con due opere Rimembranze e La bottega del calderaio, esposte accanto a capolavori come Maternità di Gaetano Previati e Le due madri di Giovanni Segantini. L’incontro con quest’ultimo, in particolare, lo segnerà profondamente, risultando determinante per la successiva evoluzione poetica, sia per la scelta dei temi sia per lo sviluppo della tecnica a filamenti.
Entrato nella “scuderia” di Alberto Grubicy (fratello minore del pittore Vittore) nel 1904, in quello stesso anno ottiene visibilità internazionale partecipando al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens a Parigi e all’Esposizione universale di Saint Louis, mentre l’anno successivo riceve la medaglia d’oro all’Esposizione di Monaco di Baviera.
Proprio in questi anni, tra i più proficui dell’intera attività, Fornara dipinge questa splendida Mattinata sulle Alpi, opera colma di luce, realizzata in alta quota nell’area di Fontanalba, nelle Alpi Lepontine, dove il pittore si era rifugiato per soggiornare “condividendo la vita rude dei pastori”.
La veduta è ampia, la pittura filamentosa, realizzata con materia ricca e polposa; al centro della scena una mucca, rappresentata semplicemente nell’atto di muggire – come un canto solitario in un teatro naturale fatto di spazi smisurati, alte vette, rocce magmatiche e laghi immobili e cristallini – esprime una dimensione poetica di semplice, silenziosa tranquillità, in cui la natura sembra assumere quella connotazione di solenne sacralità che ritroviamo, in quegli anni, in analoghi capolavori di Giovanni Segantini.
Questo celebre dipinto fu esposto nella sala dedicata al pittore alla Biennale di Venezia del 1914, e poi riprodotto sulla prima monografia curata da Raffaele Calzini nel 1949. Si conosce un’altra versione dell’opera, di misure quasi identiche, passata sul mercato milanese a metà degli anni Novanta del Novecento e successivamente presentata alla mostra Carlo Fornara. Un maestro del Divisionismo (Trento, 1998-1999).
L. G.
Pizzo di Fontanalba
Emilio Longoni
Seveso (Mb) 1859 - Milano 1932 La pianta, 1900-03 ca. Olio su tela, cm 41,8x76,5
Firma in basso a destra: E Longoni. Al verso sul telaio: timbro e etichetta Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente / Milano / Mostra di Emilio Longoni / 24 febbraio - 4 aprile 1982 / cat. 57 (opera datata 1900-1903 ca.).
Storia: Collezione Pietro Curletti, Milano; Collezione Annamaria e Cornelia Zuccoli, Milano; Nuova Galleria Carini, Milano; Collezione privata, Milano; Collezione privata
Esposizioni: Mostra di Emilio Longoni (1859-1932), Milano, Palazzo della Permanente, 24 febbraio - 4 aprile 1982, cat. pp. 70, 71, 267, n. 57, tav. 62, illustrato.
Bibliografia: Giovanna Ginex, Emilio Longoni. Catalogo ragionato, Federico Motta Editore, Milano, 1995, pp. 92, 93, 246, n. 256.
Stima € 50.000 / 70.000
“In questo nitido, misurato paesaggio Longoni compone lo spazio della tela in tre fasce orizzontali con un’inquadratura del soggetto a pieno campo. La stesura dei colori complementari è accurata, in sottili filamenti intrecciati.
L’omaggio a Segantini, scomparso nel 1899, è forse più evidente qui che altrove, sia per la resa analitica della natura del terreno che per l’accenno di sentiero tra l’erba, quasi una citazione dal segantiniano Amore alla fonte della vita (Milano, Galleria d’Arte Moderna) del 1896, sia ancora per la configurazione delle montagne all’orizzonte, già viste in Passo d’Eira e che ritroveremo ne Pecorina ammalata. Ma segni inconfondibili e quasi preludio dell’approccio lirico al paesaggio che contraddistinguerà le opere degli anni più tardi di Longoni, sono l’estensione in orizzontale di questo panorama spoglio, la delicatezza della gamma cromatica, la presenza della betulla disegnata da minuscoli tocchi divisi” (Giovanna Ginex, Emilio Longoni. Catalogo Ragionato, Federico Motta Editore, Milano, 1995, p. 246).
Giovanni Segantini, Amore alla fonte della vita, 1896, Milano, Galleria d'Arte Moderna (part.)
Federico Zandomeneghi
Vittorio Corcos
Vincenzo Gemito
TRE RITRATTI FEMMINILI DELL'OTTOCENTO
ZANDOMENEGHI, CORCOS, GEMITO
Federico Zandomeneghi
Venezia 1841 - Parigi 1917
I guanti neri
Pastello su carta, cm 61,5x46,5
Firma in basso a destra: F. Zandomeneghi. Al verso, su un cartone di supporto: etichetta Federico Zandomeneghi. Impressionista veneziano / Fondazione A. Mazzotta, 20/26/6 2004 / n. 53 Catalogo Mazzotta 2004 p. 144.
Esposizioni: Federico Zandomeneghi. Impressionista veneziano, Milano, Fondazione Mazzotta, Foro Buonaparte, 20 febbraio - 20 giugno 2004, cat. n. 53, illustrato a colori.
Bibliografia: Enrico Piceni, Zandomeneghi, Bramante Editrice, Milano, 1967, n. 144, tav. XVI; Raffaele De Grada, Giuseppe Mazzariol, Giuseppe Pavanello, Giandomenico Romanelli, Federico Zandomeneghi. Un veneziano a Parigi, Edizioni Mazzotta, 1988, p. 68; Zandomeneghi, catalogo generale dell’opera (seconda edizione a cura di R. Capitani e M.G. Piceni), Bramante Editrice, Busto Arsizio, 1991, n. 144, tav. XXI; Enrico Piceni, Maria Grazia Piceni, Camilla Testi, Federico Zandomeneghi, Catalogo generale, nuova edizione aggiornata e ampliata, Fondazione Enrico Piceni, Libri Scheiwiller, Milano, 2006, p. 235, n. 165.
Stima € 70.000 / 90.000
“La scena rappresenta una giovane donna dall’incarnato diafano mentre sta ultimando la sua toeletta, infilandosi sulle braccia nude i guanti neri lunghi fino al gomito, che danno il titolo all’opera. La signora indossa un vestito giallo pastello, stretto da un bustino che modella la morbida e sensuale figura in una pronunciata “S”, conferendole un’affascinante linea sinuosa. Come dettava la moda del tempo una spilla impreziosisce l’ampia scollatura a frange, simile a uno scialle, e un’altra ancora l’acconciatura a chignon, donando un tono di brillantezza alla composizione. In questo pastello Zandomeneghi si avvale di un’architettura scenica essenziale, la cui profondità è determinata dallo scorcio di un tavolino sulla sinistra, su cui compaiono un ventaglio e alcune scatoline, forse dei portagioielli di lacca con decorazioni giapponesi. Oggetti d’arte e artigianato giapponese vengono inseriti da Zandomeneghi nelle sue opere a partire dalla stampa orientale nel dipinto La conversazione del 1895, secondo una consuetudine cara agli impressionisti.
L’immagine femminile risponde alle necessità del mercante Durand-Ruel – “il bisogno d’un pittore di figura nuovo da imporre ai clienti, Degas non producendo più che a sbalzi e a capriccio e Renoir facendo lo stesso” (lettera a Martelli, 9 ottobre 1894) – che aveva chiesto la sua collaborazione per supplire, all’interno del mercato francese, alla scarsa produttività dei maggiori impressionisti del genere figurativo.
La donna di Zandomeneghi si distanzia sia dalla tipologia alto-borghese delle figure femminili denittissiane, sia dalla raffinata sensualità di quelle di Renoir, esprimendo un’umanità più schietta e garbata.
Come ha evidenziato Enrico Piceni nella prima monografia su Zandomeneghi del 1932, il maestro veneziano non dipinse né dee né femmine, ma “signore” e “signorine”: ‘No, La signora dai guanti neri – in realtà si riferisce a un altro quadro, ideale seguito di questo, dove la donna ha già indossato anche il cappotto e il cappello – non si reca ad un appuntamento amoroso, ma ad una festa di beneficenza, o da un’amica ‘che riceve’. Dall’amante ci vanno le donne di Boldini’” (Silvia Bignami, in Federico Zandomeneghi. Impressionista veneziano, Fondazione Mazzotta, Milano, 2004, pp. 159-160).
Rita Hayworth in Gilda, 1946
223
Vittorio Corcos
Livorno 1859 - Firenze 1933 La lettura, 1880
Olio su tela, cm 79,2x45,5
Firma e data in basso a sinistra: V. Corcos / 1880. Al verso sul telaio: timbro Studio d’Arte Bertini, Firenze; sulla cornice: etichetta Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti / Museo Civico Giovanni Fattori / Vittorio Corcos / Il fantasma e il fiore / 1859 - 1933 / Villa Mimbelli, Livorno 26/6 - 1/9/97 / Palazzo Pitti, Firenze 16/9 - 12/10/97: etichetta Corcos. I sogni della Belle Époque / Padova, Palazzo Zabarella / 6 settembre - 14 dicembre 2014.
Storia: Collezione Franca Medici; Collezione privata
Esposizioni: Vittorio Corcos. Il fantasma e il fiore, 1859 - 1933, Livorno, Villa Mimbelli, 26 giugno - 1 settembre 1997, poi Firenze, Palazzo Pitti, 16 settembre - 12 ottobre 1997, cat. p. 68; Boldini e gli italiani a Parigi. Tra realtà e impressione, a cura di Francesca Dini, Roma, Chiostro del Bramante, 14 novembre 2009 - 14 marzo 2010, cat. pp. 180-181, n. 52, illustrato a colori; Corcos. I sogni della Belle Époque, a cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Padova, Palazzo Zabarella, 6 settembre - 14 dicembre 2014, cat. n. 36, illustrato a colori.
Stima € 10.000 / 15.000
“Nel suo elegante abito di velluto nero - sul quale risalta la camicia bianca dai ricchi polsini - accompagnato da un copricapo dello stesso colore e guarnito di piume, la giovane donna è assorta nella lettura. È effigiata di profilo, come in certi ritratti rinascimentali, a lasciare illuminata la guancia e l’orecchio, dal quale pende un prezioso monile di corallo, dello stesso colore della copertina del libro, della fantasia a croci in alto a sinistra e della firma del pittore. Questi chiasmi cromatici ravvivano il dipinto, giocato sul contrasto di tinte, ora chiare e luminose, ora scure e profonde. Sullo sfondo compaiono altri due personaggi: in alto a destra un uomo con pince-nez, in basso a sinistra una donna con cappellino rosso e un grande orecchino dorato. Si tratta di due figure appena abbozzate, volutamente ambigue: a metà tra figure reali e incarnazioni di personaggi del libro letto dalla protagonista (Taddei, in Boldini e gli italiani a Parigi, 2009). L’opera è stata con ogni probabilità dipinta durante il primo anno di soggiorno a Parigi, date le assonanze con certa pittura di Edgar Degas e i rimandi a un proprio dipinto del 1881, Figure in un omnibus, nel quale ritroviamo una figura femminile simile a quella sullo sfondo. Proprio tale analogia potrebbe suggerire che la donna qui rappresentata si trovi all’interno di una vettura, e che si tratti di una «fugace “impressione” colta dal pittore osservando dall’esterno» (Taddei, in Boldini e gli italiani a Parigi, 2009). Tema iconografico antichissimo, il momento della lettura si diffonde ancor di più durante l’Illuminismo, grazie ad artisti come Jean-Marc Nattier, Joshua Reynolds e Jean-Honoré Fragonard (evidenti le analogie con La liseuse di Fragonard, 1770 circa, Washington, National Gallery of Art). Corcos, autore a sua volta del racconto Mademoiselle Leprince (1894), lo rappresenta spesso nelle sue opere: come momento “privato”, in questo dipinto e in Ore tranquille; come attimo “idilliaco”, in Lune de miel; come passatempo “corale”, in Leggendo il «Fanfulla» e In lettura sul mare. All’attività della lettura possono alludere anche i libri chiusi, come nel celebre Sogni, nel quale essi rimangono abbandonati sulla panchina a fianco della protagonista”(Alessandro Malinverni in Corcos. I sogni della Belle Époque, a cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Marsilio, Venezia, 2014, p. 190).
Vincenzo Gemito
Napoli 1852 - 1929
Volto di giovane popolana, 1884
Carboncino e biacca su carta, cm 46,5x34,2
Firma e data in basso a destra: Gemito / 1884: timbro NC (Nino Carozzi). Al verso: timbro NC (Nino Carozzi): due timbri Raccolta Carozzi / Lerici.
Questo intenso disegno inedito, Volto di giovane popolana, firmato e datato “Gemito 1884”, appartiene alla prima fase della ritrattistica dello scultore, quando egli era ancora legato, così come il coetaneo Antonio Mancini (1852-1930) ad una visione “potentemente verista”, e quindi ancora lontano da quel tono “ellenistico a volte persino a certi manierismi alessandrini” che caratterizzerà la sua grafica dei primi due decenni del Novecento. Due anni dopo la data di questo ritratto, nel 1886, lo scultore si chiuse in “volontario e totale isolamento”, causato da quella depressione nervosa dalla quale sarebbe uscito solo nel 1905.
Parente prossimo della ritrattistica verista napoletana della seconda metà del Novecento, che caratterizzò altri scultori come Giovanni Battista Amendola (1848-1887), Filippo Cifariello (1864-1936) e Francesco Jerace (1853-1937), in questo Volto di giovane popolana, Gemito concentra l’intensità emotiva del carattere, espressa fortemente nello sguardo, con i tratti tipici della condizione umana e sociale a cui la giovane appartiene.
I disegni di Gemito degli anni 1885-90 sono pochi rispetto alla mole dei disegni del 1900-20 dei quali esiste una documentazione cronologica e ragionata cospicua; inoltre ancora più rari sono i disegni a carboncino, tra i quali si può indicare il Profilo di Mastro Ciccio della Collezione Minozzi (Maria Simonetta de Marinis, 1993, tav. 317), e il nostro Volto di giovane popolana sembra essere uno di quelli più rilevanti. In aggiunta l’uso di “rialzi a biacca” come lumeggiature è tipico di Gemito, si veda come exemplum il Ritratto di Irene, figlia del pittore Siviero, 1919 (ibidem, tav. 295).
Tuttavia l’intenso “naturalismo emotivo” del nostro disegno si può ritrovare in disegni “canonici” di Gemito, come nello straordinario ritratto della moglie Anna Gemito, Cosarella, del 1886, ma firmato nel 1909, già della Collezione Consolazio (Gabriele Consolazio, 1951, n. 38), ora Intesa Sanpaolo, e ancora, per la “finità patetica degli occhi”, nel Ritratto di Anna, tagliato al naso, del Museo Real Bosco di Capodimonte di Napoli (Gemito. Le sculpteur de l’âme napolitaine, 2019, p. 117). Per la corrispondenza calligrafica della firma e data si confronti con quella della Fanciulla del popolo, 1885, già Collezione Consolazio, uno dei capolavori della grafica dell’Ottocento (Disegni di Gemito, 1944, tav. IV).
Marco Fagioli
Bibliografia di riferimento: Catalogo della mostra e delle sculture di Vincenzo Gemito, Orsa Editore, Milano, 1938, tav. LV; Disegni di Gemito, presentazione di Odoardo H. Giglioli, Arnaud, Firenze, 1944, tav. IV; Ugo Galletti, Gemito Disegni, Damiani, Milano, 1944, tav. XXVII, p. 32 (Testa di ragazza); Gabriele Consolazio, Vincenzo Gemito, Arnaud, Firenze, 1951, copertina e tav. 38 (Cosarella); Gemito, Comitato per le Onoranze Nazionali per il primo centenario della nascita di Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, testo di Guido Guida, Roma, 1952 (Testa di bambina); Maria Simonetta de Marinis, Gemito, prefazione di Ferdinando Bologna, Japadre, L’Aquila e Roma, 1993, tavv. 77, 85, 109, 110, 183, 274, 295, 317; Gemito. Le sculpteur de l’âme napolitaine, sous la direction de Jean-Loup Champion, Parigi, Petit Palais, Musée des BeauxArts de la Ville de Paris, in collaborazione con Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, 15 ottobre 2019 - 26 gennaio 2020, p. 117 (Portrait d’Anna e Portrait d’Anna Gemito).
Gabriele Carelli
Napoli 1820 - Londra 1900
Fontana degli Innocenti, Parigi
Acquerello e china su cartoncino, cm 32,8x62,5
Firma in basso a sinistra: Gab. Carelli.
Stima € 500 / 800
226
Ignoto del XIX secolo
Piazza San Pietro, 1814
Tecnica mista su carta applicata su cartone, cm 37,5x70
Reca firma e data in basso al centro: C.W.E. 1814.
€ 400 / 600
Stima
228
227
Scuola tedesca XIX - XX secolo Sognando
Olio su tela, cm 81,5x45,6
Reca sigla in basso a sinistra.
Stima € 800 / 1.200
228
Ignoto del XIX secolo
Trompe l’oeil di paesaggi e figure
Collage con parti a litografia, disegno a grafite e acquerello su carta, cm 74,5x104,5
Il collage reca tra gli elementi sei biglietti da visita intestati a Carlo Toscani di Venezia, forse da identificare con l’autore del collage, Bartolomeo Berri, Marianna Berri, Famiglia Berri, Bernardo Pietro Berri, Teresa Berri.
Stima € 500 / 700
229
Aleardo Villa
Ravello (Sa) 1865 - Milano 1906
Ritratto di signora
Olio su tela, cm 60x35
Firma in basso a destra: A. Villa.
Stima € 1.800 / 2.200
230
Jean-Félix Documunn
Svizzera 1920 - 1958
Figura in giardino
Olio su tela, cm 60x81
Stima € 1.200 / 1.600
Parigi 1832 - Charenton-le-Pont 1884
Un secret d’en haut
Scultura in bronzo, cm 101 h
Firma su un lato: Moulin / Sc, scritta sul fronte: Moulin. Stima € 3.000 / 4.000
231
Hippolyte Alexandre Moulin
232
232
Charles Edward Perugini
Napoli 1839 - Londra 1918
Sibilla
Olio su tela, cm 151x100
Scritta in greco sulla colonna di destra. Danneggiato.
Stima € 5.000 / 8.000
Tito Lessi
Firenze 1858 - 1917
Arabo, 1900
Olio su tela, cm 55x35
Data e firma in alto a sinistra: 5/6/900 / T. Lessi.
Stima € 500 / 700
Arnaldo Tamburini
Firenze 1854 - 1908
Soldato arabo
Acquerello su carta, cm 26,5x14,7
Firma in basso a destra: Arnaldo Tamburini. Al verso: bozzetto di figura araba.
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