In copertina, la forlivese Rita Rolli, giurista dal cuore accademico, e il cesenate Fabio Piraccini, Ceo di Onit, azienda leader nello sviluppo di software innovativi. Parliamo di impresa con i Fratelli Bassini de Il Panificio di Camillo, le sorelle Zannoni dell’omonimo Gruppo che commercializza carburanti, e Federico Foli, consulente che unisce strategia e mindfulness. IdentiFAI Labs ci guida nella sua nuova sede dove si smascherano i deepfake creati dall’AI, e con fotografi e artisti riflettiamo sull’arte nell’era dell’intelligenza artificiale. Scopriamo l’edizione romagnola del Noam Faenza Film Festival, gli infossatori di formaggio di Fossa di Sogliano e la casa laboratorio di Francesca Faraoni. Per la rubrica ‘Prof incredibili’ incontriamo Emanuele Parini e, infine, Luciano Poggi racconta il suo libro, tra miti e misteri. Buona lettura!
Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it
Anno XXVI N.4 ottobre/novembre Reg. di Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n.27
Direttore Responsabile: Andrea Masotti
Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Roberta Invidia Artwork e impaginazione: Francesca Fantini
Ufficio commerciale: Gianluca Braga
Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 27/10/2025
Collaboratori: Barbara Baronio, Roberta Bezzi, Vittoria Edini, Cristina Mazzi, Francesca Miccoli.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it
Scopri IN Magazine Romagna, il nuovo portale che raccoglie storie di eccellenza e territorio.
PILLOLE
IL NUOVO CORSO DI CASA ARTUSI
FORLIMPOPOLI | Dopo un anno e mezzo di chiusura, ha riaperto il ristorante di Casa Artusi, completamente rinnovato negli ambienti e nella gestione. La presentazione è avvenuta nel corso di una grande anteprima con le autorità e giornalisti. A guidarlo ora è il Gruppo BbpSocial Food Experience, che ha investito 280.000 euro per rilanciare il locale con un contratto di sei anni, rinnovabili in altri sei, stipulato con la Fondazione Casa Artusi. Con 120 coperti e 15 persone di staff guidate dallo chef Stefano Faccini insieme a Davide Roletti, il ristorante propone una ‘cucina culturale’ che riscopre le ricette di Pellegrino Artusi, valorizzando semplicità, stagionalità e tradizione. Entro novembre arriverà anche l’osteria, più informale e accessibile, con altri 80 posti.
CON ERIK, SPETTACOLO E SOLIDARIETÀ
FORLÌ | La Compagnia Teatrale O.G.M. torna sul palco del Teatro Diego Fabbri con una nuova produzione: Erik, ispirato al capolavoro di Gaston Leroux Il fantasma dell’Opera. Due serate il 18 e 19 novembre alle 20.30, per un viaggio tra musica, passione e mistero nel cuore dell’Opera di Parigi. La Compagnia Teatrale O.G.M. nasce dall’incontro tra due realtà parrocchiali di Forlì, ‘Lacrime di Cera’ e ‘100 Formiche più 1’ e unisce la passione per il teatro e per il musical con un forte impegno sociale e la solidarietà. Il ricavato dei biglietti venduti il 19 novembre sarà devoluto a AFOS ODV - Associazione Forlivese Stomizzati e Incontinenti, AVIS Comunale Forlì ODV - Associazione Volontari Italiani Sangue.
IL CHIODO
FIRMA
IL LOOK DEL FORLÌ CALCIO
FORLÌ | Il brand forlivese Il Chiodo, fondato dai fratelli Mario e Andrea Bondi – molto noto tra attori, influencer e fashion blogger – celebra dieci anni di attività con una nuova collaborazione con il Forlì Calcio, reduce dal ritorno in Serie C. L’accordo unisce due eccellenze del territorio, simboli di passione, stile e appartenenza cittadina creando un dialogo tra mondi affini ma differenti. I fratelli Bondi confermano così la volontà di valorizzare le realtà locali e investire in progetti che rafforzano l’identità forlivese. I nuovi completi firmati dal brand si distinguono per eleganza sobria e cura sartoriale, espressione del Made in Forlì che guarda al futuro con orgoglio e creatività.
PILLOLE
PAOLO CREPET
E IL REATO DI PENSARE
CESENA | Paolo Crepet torna sul palco con lo spettacolo Il reato di pensare, in programma giovedì 12 marzo 2026 al Carisport di Cesena. Lo psichiatra e saggista affronta il tema della libertà di pensiero, minacciata oggi da ideologie, autocensure e conformismo. Con la sua consueta lucidità, Crepet denuncia il rischio di una società che reprime la creatività e l’indipendenza mentale, invitando a riscoprire il valore del coraggio intellettuale e della disobbedienza delle idee. Un invito all’autenticità contro le nuove forme di censura. I biglietti sono già disponibili sulle piatteforme di prevendita online.
SI VOTA PER IL PREMIO MALATESTA NOVELLO
IL PODIO DEL PREMIO IN MAGAZINE
FORLÌ | È la torinese Alessandra Beratto la vincitrice della 22a edizione del Premio Letterario Nazionale ‘Città di Forlì’, sezione IN Magazine per il racconto inedito. Quest’anno, in occasione del 25esimo anniversario della rivista, scrittori da tutta Italia si sono confrontati sul tema ‘I miei primi 25 anni’. Beratto si è guadagnata il primo posto della giuria con il racconto Tecla; secondo classificato Alberto Andreoli Barbi con il racconto La data di scadenza e terzo classificato Giovanni Lupi con I miei primi 25 anni
CESENA | Il 20 novembre torna il Premio Malatesta Novello - Città di Cesena, che rende omaggio ai cittadini che hanno dato lustro alla città in Italia o all’estero. Fino al 10 novembre, i cesenati possono segnalare i nomi dei concittadini meritevoli tramite il sito del Comune. La Giuria, presieduta dal sindaco Lattuca, selezionerà fino a tre vincitori 2025.
RITA
UN TALENTO
DELLA
ROLLI
DI FRANCESCA MICCOLI
Una donna carismatica e determinata, consapevole del proprio valore ma saldamente ancorata alla realtà, lontana da fronzoli e moti di superbia. Rita Rolli, orgoglio forlivese ‘esportato’ a Bologna, ha raggiunto livelli apicali nella sua carriera: professore ordinario di Diritto Privato nel Dipartimento di Scienze Giuridiche all’Alma Mater Studiorum, avvocato civilista a Bologna, nella stanza dei bottoni di importanti società. Un talento palesato già negli anni del liceo classico G.B. Morgagni, “scuola che porto nel cuore, un’esperienza che forma le persone prima ancora di arricchirle culturalmente,” racconta la giurista.
E proprio la solida cultura, l’apertura mentale e la capacità di sviluppare un pensiero critico hanno permesso alla giovane Rita di vivere un’avventura esclusiva quanto determinante nella scelta della facoltà universitaria. “Ai tempi della maturità ero indecisa se iscrivermi a lettere moderne o a giurisprudenza. A sciogliere l’incertezza la partecipa-
zione a uno stage di 15 giorni presso la Bocconi, organizzato dal Soroptimist di Forlì e riservato a cento studenti in tutta Italia.”
L’unico biglietto ferroviario in partenza dalla stazione forlivese venne recapitato, neanche a dirlo, a casa Rolli. “La graduatoria fu determinata sulla base dei voti dell’ultimo triennio scolastico e colsi l’opportunità di vivere un’esperienza indimenticabile. Ricordo l’incontro con Indro Montanelli presso Il Giornale e le lezioni di Mario Monti. Grazie a quest’ultimo, in particolare, riuscii a comprendere concetti di economia che mi sembrava di conoscere da sempre. I grandi maestri si esprimono in maniera chiara.”
Il pensiero corre a Francesco Galgano, un nome che torna continuamente nelle parole della forlivese, letteralmente rapita dall’insigne docente fin dal primo anno accademico. Una stima corrisposta dal luminare, autore di volumi istituzionali che hanno appassionato e avviato alla professione forense migliaia di studenti. Intuito il talento dell’allieva, il giu-
rista la introduce nel suo prestigioso studio bolognese e si fa affiancare durante gli esami. “La concretizzazione del percorso che avevo sempre sognato: sposare l’attività accademica e universitaria a quella di avvocato.”
Nel 2015 con l’ingresso nel CdA di società quotate in borsa si schiude un nuovo capitolo di una carriera già fulgida. “Una terza dimensione che ha completato la mia esperienza di giurista a tutto tondo: ho avuto la possibilità di implementare le mie conoscenze in diritto societario e in corporate governance. Nei sei anni trascorsi nel CdA di Snam, la società europea più importante nel suo settore, ho partecipato alla modifica dello statuto e al crescente ruolo della società come leader nella transizione energetica. Esperienza che mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con professori emeriti di diritto commerciale, oltre a consentirmi di approfondire e attualiz-
MERITO, CURRICULUM, IMPEGNO E DEDIZIONE:
GIÀ A PARTIRE DAGLI
ANNI DEL LICEO, RITA ROLLI GETTA
LE BASI DI QUELLA CHE È UNA CARRIERA
IN ASCESA COME AVVOCATO CIVILISTA, PROFESSORE
ORDINARIO DI DIRITTO
PRIVATO PRESSO
L’UNIBO, AUTRICE E REDATTRICE DI RIVISTE GIURIDICHE.
zare gli studi scientifici sulla sostenibilità.”
Più recente è l’ingresso nel CdA della Fondazione Carisp di Forlì
Rita è anche moglie e mamma, ruoli che vive “con felicità, dedizione e attenzione meticolosa.” Il rapporto con gli allievi richiama spesso le dinamiche familiari. “Vedo gli studenti del primo anno, reduci dalla scuola superiore, e li ritrovo nella scuola di specializzazione, dopo la laurea. Pensano che non mi accorga dei loro cambiamenti, delle loro aspettative e del loro sentire. Non è così: a lezione si crea un circolo magico in cui l’insegnante dà ma riceve anche tantissimo.” Emozioni intense al pari delle settimane lavorative. “Sono spesso itinerante tra Milano e Roma per le varie cariche in ambito societario, poi ci sono gli impegni accademici e quelli professionali a Bologna, le sortite a Forlì, dove vive la mia famiglia di origine e anche la famiglia di mio marito.” All’ombra di Saffi la professoressa Rolli condivide lo studio con i fratelli minori, Marta, presidente Società Avvocati Amministrativisti dell’Emilia-Romagna, e Stefano, civilista con ampia esperienza nel contenzioso. Un bel trittico di avvocati. “Abbiamo un legame molto stretto, cementato dalla condivisione della professione. Mi fido incondizionatamente di loro e il fatto di avere competenze in differenti ambiti del diritto rappresenta un volano di crescita e di servizio per lo studio forlivese, che mediamente frequento un giorno a settimana.” La quotidianità è scandita da cause, redazione di pareri, stesura di contratti, ricevimento clienti. Ma il lavoro fa capolino anche tra le mura domestiche, durante il weekend. “Ma non rappresenta un sacrificio. Scrivo in un’atmosfera rilassata, senza interferenze telefoniche e sono vicina ai miei cari.”
Rita è infatti autrice di numerose pubblicazioni e monografie, partecipa al comitato di valutazione e alla redazione di prestigiose riviste giuridiche. “Alcuni colleghi dell’Accademia mi ritengono una pioniera in materie come la sostenibilità, a cui nel 2020
ho dedicato un libro, edito da Il Mulino. A distanza di 5 anni mi chiamano ancora a fare presentazioni, l’ultima a settembre a Roma e altre sono già in agenda.”
Nei coriandoli di tempo libero c’è spazio per lo sport, “pause che fanno bene a livello sia fisico sia mentale. Amo l’arte, il teatro e la letteratura. Le diverse sfaccettature della mia attività rendono la quotidianità un cantiere sempre aperto: il diritto disciplina la società in cui viviamo, in continua evoluzione.” Una vocazione multitasking in una vita impegnativa quanto amata. “Non è sempre scontato amare così tanto ciò che si fa. Adoro il mio lavoro, che non è mai ripetitivo e mi rende appagata anche nei momenti di stanchezza.” Il fatto di essere donna non ha pregiudicato un’ascesa rapida e inarrestabile. “A parità di condizione, essere donna può rendere tutto più difficile. Ricordo che ai tempi in cui mi iscrissi a giurisprudenza, si era appena registrato il sorpasso del numero delle iscritte
UNA VOCAZIONE
MULTITASKING IN UNA VITA IMPEGNATIVA
QUANTO AMATA: “SONO SPESSO ITINERANTE PER LE VARIE CARICHE IN AMBITO
SOCIETARIO, POI CI SONO GLI IMPEGNI
ACCADEMICI E QUELLI
PROFESSIONALI.”
TRA CUI LO STUDIO
FORLIVESE CHE CONDIVIDE CON I FRATELLI MINORI.
rispetto ai colleghi maschi. Tuttavia, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, nelle posizioni di vertice gli uomini sono molti di più. Nella mia esperienza hanno pesato il merito, il curriculum, l’impegno, la capacità e la dedizione. Non ho mai incontrato clienti a disagio per il fatto di affidarsi a me in quanto donna.” Segue un monito rivolto ai giovani, spesso sfiduciati all’idea di non vedere ricompensata la propria abnegazione. “Nella vita e nella professione si incontrano difficoltà, inciampi, si fatica. Ma gli obiettivi si possono raggiungere.” La chiusura è per la città del cuore. “A Forlì mi sento diversa, è il luogo delle emozioni. Camminare per strada mi riporta indietro nel tempo. Vedo la città cambiata, più vivace anche grazie all’Università e alle iniziative di vario profilo promosse dalla Fondazione. È dolce rivivere i luoghi dell’infanzia ed è altrettanto bello viaggiare in Italia e nel mondo, assecondando la mia anima errabonda.” La felicità esiste.
40 anni a fare e rifare questa cosa: mettere l’accento.
Non nel senso grammaticale del termine, quello è facile. Quello, ormai, lo fanno anche le IA.
Mettere l’accento nel senso di scegliere: decidere dove va il peso, dove si posa lo sguardo, dove una parola smette di essere solo suono e diventa senso.
L’accento è un elemento minuscolo, quasi invisibile. Ma senza, tutto diventa piatto. Senza, una storia è solo cronaca, un progetto è solo tecnica, una voce è solo rumore.
Quaranta.
L’abbiamo scritto con le lettere, adesso. Perché i numeri non bastano a scandire il tempo quando il tempo è fatto prima di tutto di persone. E noi siamo questo: persone che hanno scelto di stare qui, a Forlì, con il cuore piantato in Romagna e la testa rivolta al mondo.
Dal 1985 abbiamo visto cambiare tutto. La comunicazione ha vissuto tre, quattro, forse cinque rivoluzioni da quando è nata la nostra agenzia.
Noi siamo sempre cambiati con lei. Non per sopravvivere, ma per essere – essere quello che il momento chiedeva, o ciò che ancora non sapeva di volere. Per la comunità a noi più vicina, così come per i mercati internazionali. Per chi insieme a noi ha scommesso sull’innovazione quando ancora non era cool chiamarla così, o sulla sostenibilità quando ancora – fatta così – nemmeno esisteva.
Per i nostri quarant’anni abbiamo guardato indietro, alla strada percorsa, e abbiamo scoperto una cosa: dei nostri clienti principali, il 70% è con noi da più di dieci anni. Il 40% da quasi venti anni. Quindi è questo che, nel tempo, per noi è rimasto davvero immutato. L’importanza delle connessioni vere. Non quelle rapide, che bruciano in un like. Quelle genuine. Quelle che si costruiscono parola dopo parola, progetto dopo progetto, anno dopo anno. Quelle che lasciano il segno.
Perché mettere l’accento, per noi, significa cercare di scegliere sempre ciò che conta davvero.
Questo per noi è essere Forty.
Non è solo un numero, è la nostra forza. Quaranta volte grazie a chi ci ha scelte e scelti fin qui. E grazie a chi sceglierà di mettere l’accento insieme a noi nei prossimi anni.
FABIO
IMPRENDITORE VISIONARIO
TRA TECNOLOGIA, PERSONE E SFIDE
PIRACCINI
“Cercare di fare le cose bene”: è questo il principio cardine che guida la sua visione imprenditoriale. Animato da una profonda curiosità e da una naturale apertura verso il mondo, affronta ogni sfida con positività e fiducia nel futuro. Dopo gli studi in Elettronica all’istituto Blaise Pascal di Cesena, è stato fra i primi iscritti all’allora neonata facoltà di Informatica della città. Oggi Fabio Piraccini, classe 1970, è Ceo di Onit, la holding di un gruppo che conta oltre 300 professionisti, specializzata in servizi tecnologici e nello sviluppo di software verticali per i settori industria, sanità e terziario, con progetti che spaziano dal pubblico al privato.
“Tutto è partito da un piccolo gruppo di amici di corso,” racconta. “Abbiamo iniziato a collaborare con Olivetti, brand di riferimento a livello mondiale nello sviluppo tecnologico, realizzando i primi progetti in ambito sanitario. Da quell’esperienza è nata una società. Dal 1996 al 2001 abbiamo lavorato in questo settore, poi abbiamo deciso di compiere un
passo in più e fondare Onit, con l’obiettivo di progettare e portare sul mercato soluzioni nostre, caratterizzate da standard qualitativi elevati e affiancate da servizi di spessore.”
Onit (On Information Technology) è un gruppo di aziende informatiche le cui origini risalgono al 2001, anno di fondazione di Onit Spa: realtà specializzata in software, servizi e consulenza per aumentare l’efficienza aziendale, sia in ambito pubblico che privato. La sua crescita ha portato negli anni alla nascita delle diverse società che oggi, insieme a Onit Spa, compongono il gruppo Onit: Onit Sistemi, Onit Sanità, Onit Smart, Onit Operations e, più recentemente, Onit U.S. Inc. con sede a Houston. “Volevamo fare impresa con qualità mettendo davvero al centro il cliente. Nelle mie esperienze iniziali, infatti, troppo spesso la qualità del servizio e l’attenzione alle persone venivano messe in secondo piano rispetto ai numeri e ai risultati economici. Noi, invece, volevamo ribaltare quella logica, deside-
DI BARBARA BARONIO FOTO GIANMARIA ZANOTTI
PROFILI
ravamo lavorare su ciò che ci appassionava, su progetti che rendessero ogni giornata di lavoro significativa. Così abbiamo iniziato a operare nel settore sanitario, poi nel settore della logistica e produzione industriale ma anche in alte competenze di analisi dati e sicurezza informatica.” Oggi il gruppo conta più di 300 dipendenti e più di 500 clienti suddivisi tra Regioni, AUSL, Ospedali, Grandi aziende e PMI nei settori del trasporto e produzione industriale. I soci e i collaboratori della prima ora sono rimasti tutti in Onit e oggi hanno ruoli manageriali. “È proprio questo allineamento di valori nel lavoro, questa sintonia e sinergia, ad aver costruito le fondamenta della nostra azienda. Vivere 25 anni di lavoro insieme in modo costruttivo è un po’ come far parte di una grande famiglia: si cresce insieme, ci si confronta e si impara a mantenere credibilità e coerenza
IL GRUPPO ONIT DI FABIO PIRACCINI, SPECIALIZZATO IN SERVIZI TECNOLOGICI E NELLO SVILUPPO DI SOFTWARE PER LE AZIENDE, È OGGI UNICO
A LIVELLO MONDIALE NELL’OFFERTA DI SERVIZI INTRALOGICISTI. UN’UNICITÀ CHE, RECENTEMENTE, HA
PORTATO ALL’APERTURA DI UNA SOCIETÀ A HOUSTON, IN TEXAS.
reciproca.” Molto motivato, Piraccini crede fortemente nella sua squadra. “Nessuno realizza grandi risultati da solo. Nel nostro team la prima regola è fare bene le cose ma a questo si affianca l’impegno della condivisione delle idee e dei valori.”
Oggi in Onit l’età media aziendale è di circa 33 anni, segno di un ambiente dinamico giovane e orientato al futuro. “Abbiamo ottenuto la certificazione per la parità di genere, che per noi rappresenta molto più di un riconoscimento formale: è la conferma del nostro impegno nel valorizzare competenze e offrire pari opportunità a tutti. In un settore in cui la presenza femminile è ancora limitata, abbiamo trovato un bacino di talenti interessanti soprattutto tra le giovani professioniste del campo biomedico e ne siamo orgogliosi.”
Piraccini è convinto che, se ognuno riuscisse a destinare un po’ delle proprie energie e delle attività per il bene comune, tutti ne trarrebbero beneficio, persino chi si adopera in questa direzione.
“Quello che ci ha animato in questi anni è il cercare di migliorarsi, cercando di far bene i nostri ambiti di competenza. Non esistono le aziende perfette. Il miglioramento ci porta a fare un percorso di crescita. Per migliorarsi è necessario strutturarsi meglio, soprattutto in un mondo, come quello dell’informatica, che è sempre più complesso e competitivo.”
La sfida da raccogliere per Piraccini è l’intelligenza artificiale, che per alcuni aspetti può comportare dei rischi, ma allo stesso tempo offrire tante opportunità mai concepite prima. Nel 2020 è nata Onit Sistemi che si occupa delle reti e del mondo delle infrastrutture e che mira a tutelare la sicurezza interna di Onit, che poi si riflette sulla sicurezza dei diversi clienti.
Piraccini, tendenzialmente ottimista, è cresciuto in una famiglia dove il ‘fare’ è sempre stato all’ordine del giorno. Non amante del rischio, ha sempre però fatto un tentativo davanti a una buona intuizione. “Mi sono sempre detto: ma se altri sono riusciti a realizzare quel progetto, perché noi non dovremmo
Il tempo di vivere la vita che hai sempre immaginato
Pianifica la tua prossima destinazione con Viaggi Manuzzi: dal 1958 contribuiamo a realizzare i desideri di chi vuole partire e scoprire il mondo.
provarci con il nostro? Ricordo quando a 25 anni sono andato per la prima volta in trasferta. È stato un piccolo trauma lavorativo, mi sono trovato a gestire una situazione difficile con persone tutte più esperte, sono stati giorni in cui ho lavorato incessantemente dalle 6 del mattino alle 24. Non è stata una passeggiata, ma questa esperienza mi ha dato la consapevolezza che le situazioni nuove si possono affrontare e superare.”
Oggi Onit ha intrapreso una nuova avventura negli Usa. “Nel settore logistico,” spiega Piraccini, “sviluppiamo soluzioni software che rispondono a diverse esigenze operative poiché le nostre piattaforme sono estremamente complete e aggiornate. Qualche anno fa abbiamo fatto un investimento importante comprando una piccola start-up specializzata nella localizzazione di mezzi in movimento basata su computer vision (elaborazione delle immagini), una tecnologia all’avanguardia. Abbiamo adattato e implementato questa tecnologia con i nostri progetti e ne
abbiamo persino brevettato l’utilizzo: al momento questo investimento ci rende unici a livello mondiale nei servizi intralogistici fornendo ai clienti funzionalità innovative che riducono gli errori nelle fabbriche, aumentano l’efficienza del personale e riducono il rischio di incidenti.” Questa unicità ha portato Onit ad essere al centro dell’interesse di importanti realtà americane. “Abbiamo compiuto un passo strategico aprendo una società a Houston in Texas per essere più vicini ai nostri clienti. Crediamo che per lavorare bene in America sia fondamentale essere presenti sul territorio.” Attualmente questa tecnologia sta suscitando grande interesse e Onit U.S. ha avviato diversi progetti con multinazionali di primo piano.
“Occorre avere coraggio. Rispetto al timore che ci può essere nello scoprire il futuro, possiamo compiere solo una serie di scelte con certezza: non restare indietro, non perdere tempo, imparare ad usare le tecnologie e farlo con eticità e competenza.”
DALLA ROMAGNA AL MONDO: LA LINGUA È IL VOSTRO PONTE
SIAMO IL VOSTRO PARTNER LINGUISTICO PER CRESCERE, COMUNICARE, ESPORTARE.
• Dal centro storico di Cesena, offriamo formazione e servizi linguistici personalizzati per aziende e professionisti su tutto il territorio.
• Strategie su misura per obiettivi reali. Nessun corso fotocopia, solo soluzioni che parlano la lingua del vostro business.
NON DI
I FRATELLI
BASSINI: IMPRENDITORI
CON IL GUSTO DELLA SALUTE
SOLO PANE
DI ROBERTA INVIDIA
Si può ben dire che Raffaele e Alessandro Bassini de Il Panificio di Camillo non sono imprenditori nel senso classico della parola. Nella loro visione del fare impresa c’è qualcosa in più: il gusto di sperimentare, di innovare nel proprio lavoro, ma anche il gusto di fare un prodotto che possa contribuire alla salute delle persone e del territorio. È quello che fanno con il ‘Rustico madre’: un pane per la grande distribuzione realizzato con farine biosimbiotiche e lievito madre che è anche oggetto di uno studio scientifico sul microbiota intestinale. Tutto inizia nel 1963, a Tontola, una frazione di Predappio, dove Camillo Bassini (il padre di Raffaele e Alessandro) apre il suo primo forno insieme alla moglie Adriana. Un piccolo panificio di campagna, pochi aiutanti, lunghe notti di lavoro. Nel 1973, inaugurano il punto vendita che resterà nel centro storico di Predappio per quasi 50 anni.
DOPO AVER LAVORATO
NEL PANIFICIO DI FAMIGLIA, E FONDATO
PRIMA FRATELLI
BASSINI 1963 E POI IL
PANIFICIO DI CAMILLO, ALESSANDRO E RAFFAELE BASSINI
SVILUPPANO UN MODELLO CHE
CONIUGA UN
PROCESSO INDUSTRIALE
A UNA FILOSOFIA
ARTIGIANALE.
Negli anni Ottanta, dietro al bancone arriva anche Raffaele, seppure un po’ riluttante. “Studiavo Economia e Commercio e non pensavo di fare il fornaio,” ricorda. “Mio padre non mi diede molta scelta. Allora mi dissi che se dovevo fare quel mestiere,
lo avrei fatto a modo mio.” Nel 1995 entra in azienda anche il fratello Alessandro, dieci anni più giovane, dopo aver studiato pasticceria con maestri come Iginio Massari. Porta entusiasmo e nuove competenze sulle materie prime. Il panificio si ingrandisce e occupa circa 20 persone impegnate nella produzione di pane fresco e dolci.
È nei primi anni 2000 che si affaccia l’idea del surgelato che poi si realizzerà nell’azienda Fratelli Bassini 1963 (aperta a Forlì con altri soci e da cui Raffaele e Alessandro escono per fondare, nel 2019, Il Panificio di Camillo). “Non volevamo lavorare di notte, il sabato e la domenica,” dice Raffaele. “Con il surgelato potevamo produrre in orari diversi e avere un prodotto che viaggiava lontano senza perdere le sue caratteristiche. È stata una scelta azzeccata, che oggi ci permette di avere clienti in tutta Italia e anche all’estero.” Nascono in questi anni anche
FOTO ANDREA BONAVITA
le basi di un modello che oggi contraddistingue l’azienda: lavorare farine italiane, poco raffinate, con lievito madre e senza additivi, emulsionanti o coadiuvanti chimici, rispettando i tempi di maturazione degli impasti con lunghe lievitazioni. Una lavorazione insolita per pane, pizza e focacce surgelate destinate alla grande distribuzione, bar e ristoranti. “Non è affatto semplice far combaciare un processo industriale con una filosofia artigianale,” aggiunge Alessandro. “In genere l’industria lavora al contrario: prima le attrezzature, poi
le ricette.”
Il prodotto simbolo de Il Panificio di Camillo è appunto il ‘Rustico Madre’, un tipo di pane nato dalla collaborazione con il Distretto Biosimbiotico di Forlì-Cesena, il consorzio di agricoltori che producono grani senza l’uso di prodotti chimici grazie alle micorrize (una particolare simbiosi tra piante, funghi, lieviti e batteri). Il pane ha attirato anche l’attenzione dell’Università di Bologna e dell’Unità di Gastroenterologia dell’ospedale di Forlì ed è oggetto di uno studio che ne misurerà i possibili
IN ALTO, DA SINISTRA, RAFFAELE
ALESSANDRO BASSINI, TITOLARI
IL PANIFICIO DI CAMILLO.
VISIONI
effetti sul microbiota intestinale nei pazienti che lo aggiungeranno alla dieta. “Crediamo che molta parte dello stare bene passi da quello che si mangia. Per questo, con lo spin-off ‘Camillo in fermento’, organizziamo iniziative ed eventi con medici e nutrizionisti per parlare di quanto cibo di qualità, rispetto del territorio e salute siano collegati,” chiude Raffaele.
Oggi l’azienda ha sede al Quattro, a Forlì (il negozio di Predappio è stato chiuso nel 2022), ha fatto registrare un fatturato da 13,5 milioni nel 2024, e punta ai 20 milioni nel 2026. Tra i soci sta per entrare lo storico collaboratore e direttore di stabilimento Dauti Zumer e in programma, entro due anni, c’è un nuovo capannone che raddoppierà gli spazi dai 3.500 attuali a circa 8.000 metri quadri. La filosofia dell’azienda si completa con l’attenzione alla qualità della vita
IL PRODOTTO SIMBOLO DEL PANIFICIO DI CAMILLO È IL ‘RUSTICO
MADRE’: UN PANE PER LA GRANDE DISTRIBUZIONE REALIZZATO CON FARINE BIOSIMBIOTICHE
E LIEVITO MADRE CHE È ANCHE OGGETTO DI UNO STUDIO SCIENTIFICO SUL MICROBIOTA INTESTINALE.
dei dipendenti e la valorizzazione delle persone.
“Prossima tappa? Diventare il miglior panificio d’Europa. Un sogno ambizioso, certo. Ma se c’è una strada per farcela, è proprio questa.”
ENERGIA
COSTANZA E VITTORIA RACCOLGONO L’EREDITÀ DEL GRUPPO ZANNONI
AL FEMMINILE
Sorelle ma prima di tutto amiche. Complici e sodali, nella buona e nella cattiva sorte, forti di quella serenità respirata in famiglia sin dall’infanzia e unite dalla condivisione di valori saldi. Costanza e Vittoria Zannoni sono le rappresentanti di terza generazione del Gruppo Zannoni, impresa forlivese leader nel settore del commercio di carburanti. Una prova che l’universo femminile non è poi così lontano da un mondo che, tradizionalmente, è spesso stato dominato da una presenza maschile. Le due imprenditrici sono oggi contitolari dell’azienda fondata dal nonno Primo e sviluppata in maniera illuminata da papà Domenico, venuto a mancare nel 2010. “Prima della Seconda guerra mondiale il nonno partì alla volta dell’Etiopia, dove diede vita a un’attività di trasporti,” spiega Vittoria. “Messo da parte un po’ di capitale, tornò a Forlì e aprì il primo distributore di carburante in via Isonzo.” Erano gli anni pionieristici in cui le rare aree di servizio erano aperte 24 ore su 24.
Costanza e Vittoria rivisitano la storia dell’azienda di famiglia con orgoglio e riconoscenza. “Siamo consapevoli di essere privilegia-
DI FRANCESCA MICOLI
FOTO ANDREA BONAVITA
te rispetto a chi, al termine del percorso di studi, deve costruirsi una professione,” spiegano. “E siamo profondamente grate verso chi ha permesso questo.”
E pensare che, vissuta sin dagli anni verdi l’atmosfera aziendale, le due giovani imprenditrici non ambivano a un ufficio nel palazzo di vetro di via Isonzo. “Io immaginavo un futuro da giornalista,” dice Costanza. “Io invece mi vedevo architetto,” aggiunge Vittoria. “Desideravo iscrivermi a Lettere,” spiega la primogenita, “ma papà insisteva affinché frequentassi Economia e Commercio. Aveva ragione: al liceo studi la letteratura ma non hai cognizione di cosa sia l’economia.” L’ingresso in Zannoni non è stato dunque una forzatura: oggi Costanza segue la parte commerciale, Vittoria il personale. “All’università abbiamo scoperto materie nuove che ci hanno letteralmente rapito. Papà a casa non parlava mai di lavoro e solo seguendo le sue orme abbiamo scoperto un grande formatore, un uomo molto aperto, carico. Era un piacere ascoltarlo. Ed è stato bellissimo conoscerlo da un diverso punto di vista, nella sua veste più vivace e produttiva.”
DALLA PRIMA AREA
DI SERVIZIO APERTA
DA NONNO PRIMO AL GASOLIO BIOLOGICO, OGGI LE SORELLE
ZANNONI TENGONO
SALDO IL TIMONE DEL GRUPPO DI FAMIGLIA, PORTANDO AVANTI
CON DETERMINAZIONE
L’EREDITÀ DEL PADRE DOMENICO
E CONIUGANDO
BUSINESS E VALORI FAMIGLIARI.
Un carisma che non si spegne. “Lo sentiamo sempre presente. Seguiamo il suo modo di organizzare il lavoro e di formare le persone. Le sue massime sono appese in tutta l’azienda.” Non meno importante il ruolo della mamma, insegnante alle scuole medie, adorata dagli studenti, che ancora oggi la ricordano con nostalgia e dolcezza. Coniugare famiglia e professione non appare semplicissimo. “Siamo fortunate perché, gra-
zie a ottimi collaboratori, ogni pomeriggio dopo le 16.30 siamo dedite completamente alle bambine.” Oltre alla perdita dei genitori, le due Zannoni si sono trovate a fronteggiare autentici drammi. “A poche settimane dalla morte di papà, abbiamo dovuto fare i conti con il ‘nevone’,” dice Vittoria. “Ma in due ci si fa forza e non abbiamo mai dubitato di proseguire l’attività,” ribatte Costanza. La vera stangata però arriva nel periodo Covid. “Facile immaginare cosa significhi il lockdown per un’impresa che ha come core business la vendita di carburante!” Momenti complicati, affrontati con coraggio e determinazione. “E con fiducia, non ci si può consegnare all’angoscia. Consapevoli che prima o dopo sarebbe finita.”
Superata di slancio pure la paventata crisi del settore con l’affermarsi della mobilità elettrica: l’asso nella manica è HVO un gasolio totalmente biologico, incolore e inodore, ottenuto da scarti agricoli e alimentari
Ancora una volta il tempo è stato galantuomo. Rispettoso della caparbietà e la capacità di chi sa dare il giusto peso alle situazioni, da vivere con sangue freddo.
LO STRATEGA
LEADERSHIP CONSAPEVOLE: FEDERICO FOLI
DALLA
ROMAGNA A NEW YORK
AZIENDALE
DI FRANCESCA MICCOLI
Un uomo che ha imparato a navigare nel cambiamento. Un pensatore fuori dagli schemi, animato dal piacere della sfida, da affrontare con il sorriso sulle labbra e senza timore di sbagliare. È difficile riassumere in un solo termine i tanti talenti di Federico Foli, top manager di origine ravennate trapiantato a Forlì, con un presente ‘a stelle a strisce’ e un passato – e probabilmente un futuro – da cittadino del mondo. Uno stratega con un’esperienza trentennale ai vertici di imprese internazionali diffuse in oltre 40 Paesi. Protagonista di una vita già romanzesca, fatta di incontri carismatici e improvvisi switch, Foli risolleva mondi ‘inceppati’, restituendo produttività e redditività a imprese in disarmo. “Rivitalizzo modelli di business obsoleti attraverso la semplificazione di problemi complessi, unendo le persone attorno a un obiettivo condiviso,” spiega. “Dando priorità al capitale umano e al lavoro
CITTADINO DEL MONDO E CONSULENTE
STRATEGICO, FEDERICO
FOLI AFFIANCA LE AZIENDE NELLA
CRESCITA E NELLA
COSTRUZIONE DI UN AMBIENTE DI LAVORO
POSITIVO, CHE FA
DEL CAPITALE UMANO UNA PRIORITÀ.
in team.” Concetti che possono apparire semplicistici: impressioni incenerite dai risultati ottenuti in colossi come ITW, Technogym, Axians/Vinci Energies. Proprio con quest’ultimo, come Chief Strategy Officer ha seguito e gestito progetti importanti fregiandosi di clienti come Luxottica Group e Hitachi Usa. “La mia formazione non è stata lineare,” racconta Federico dalla sua casa nel bosco, a ventitré miglia da Manhattan. “Innamorato delle materie umanistiche, avrei voluto frequentare il liceo classico ma mio padre mi indirizzò verso un diploma con un immediato sbocco lavorativo. Scelsi l’Itis a indirizzo elettronico pur non amandolo.” Terminati gli studi superiori, ecco la prima di una lunga serie di sterzate. “A Forlì, città di mia moglie, partì un corso di laurea in Scienze politiche a indirizzo internazionale con docenti illuminati come Panebianco e Andreatta, allora Ministro della Difesa.” Per Fede-
rico, uno dei 33 studenti ammes si, “l’opportunità di studiare di ritto, economia e storia, politica e lingue, l’occasione per comin ciare a viaggiare.” Anni di ricer ca su un tema oggi caldo quale ‘democrazia e sicurezza in Israele’ preludono l’inizio di un mondo
Bruxelles, in Israele, in Giorda nia. “Mi sono appassionato alla ricerca culturale, sociopolitica ed economica sui paesi in via di sviluppo dell’area medio-orien tale. Ho iniziato a studiare l’ara bo e a dedicarmi a ciò che avevo sempre sognato.”
Concluso il percorso universita rio, un nuovo cambio di rotta, questa volta verso l’universo del business rato, propiziato dall’incontro con un Ceo lungimirante (in seguito chiamato a guidare un conglo merato da 20 miliardi di dollari!) Tante le imprese ‘resuscitate’ da Federico, spinto da quella sana curiosità che spalanca orizzonti sempre nuovi. “Il mio segreto?
Dietro ogni lettera c’è una Vita.
La capacità di creare ponti tra culture, connettere le persone, progettare e trasformare modelli di business e uno stile di leadership.” Parole chiave del suo approccio sono connessione, umanità, collaborazione nella trasformazione. Tra le imprese in carenza d’ossigeno risollevate anche Technogym Nord America, per la quale Foli inverte il trend negativo, facendo ritrovare slancio e crescita. “Ho poi anche fondato una mia società, la Nexxpansion Advisory, per fare consulenza strategica sulle acquisizioni.” A destare curiosità è il metodo ‘Businessatva’, che
porta Foli a rivedere strategie, risanare conti: un sistema che incorpora l’esperienza maturata nel business a due grandi passioni. “La musica jazz, che è parte del mio essere e mi ha insegnato ad abbracciare la complessità, l’adattamento e a trovare il ritmo; quindi la meditazione, scoperta grazie a Massimo Sutera, già bassista di Dalla e Morandi; percorso che mi permette di gestire al meglio lo stress. Esperienze sfociate nel 2020 nella pubblicazione del mio primo libro The mindful leader. The sound of business. Un volume da cui si evincono le basi su cui costruire
PAROLE CHIAVE DEL SUO APPROCCIO SONO CONNESSIONE, UMANITÀ, COLLABORAZIONE. FOLI È INVENTORE DEL METODO ‘BUSINESSATVA’, CHE UNISCE MUSICA E MINDFULNESS.
il successo: dalla capacità di collaborare, mettendo l’ego da parte, a quella di affrontare la paura del cambiamento in un mondo ad alta velocità.”
A suggellare l’ennesimo cambio di vita, un imprimatur d’amore che è anche la chiusura di un cerchio. “Prima di andarsene, mio padre mi ha rivolto un invito: ‘Fede, se c’è qualcosa che non hai fatto e vuoi fare, falla subito.’ Oggi mi trovo a suonare e comporre coi jazzisti più grandi del mondo e a frequentare i migliori insegnanti di meditazione del Tibet center, ad appena 10 miglia da casa.”
Scoprili al Centro Porsche Pesaro.
Gamma Cayenne E-Hybrid Black Edition. Consumo carburante ponderato misto (gamma modelli): 4,6 – 4,1 l/100 km. Consumo energia elettrica ponderato misto (gamma modelli): 31,8 – 19,2 kWh/100 km. Emissioni CO₂ ponderate miste (gamma modelli): 103
ADVERTORIAL
RISTORANTE LE QUERCE
L’ARTE DEL GUSTO, TRA RADICI E FUTURO
DUE ANNI DI SAPORI
SOTTO LA GUIDA DI CATALDO GRECO: UNA CUCINA DOVE LA TRADIZIONE ROMAGNOLA INCONTRA INFLUENZE INTERNAZIONALI E UNA PASSIONE AUTENTICA PER LA QUALITÀ.
Spegne due candeline la nuova gestione del ristorante Le Querce, ‘storico’ locale forlivese immerso nel verde di un elegante villa storica, a due passi dall’autostrada ma non lontano dal centro cittadino. Un ambiente raffinato in cui la bellezza della location si sposa a una proposta enogastronomica d’eccellenza, a un servizio impeccabile, alla meticolosa cura di ogni dettaglio.
In un’atmosfera accogliente, intima e conviviale al tempo stesso, si può apprezzare la nuova veste firmata Cataldo Greco, 36 anni e una lunga esperienza nella ristorazione: un imprenditore che ha arricchito la sua professionalità venendo a contatto con differenti Paesi e culture. Dopo aver lavorato in diversi ristoranti italiani, nel 2015 lo chef ha aperto una prima attività in Francia; tra-
scorsi sei anni ricchi di successi, il rientro a casa, in attesa che si presentasse un’occasione nel suo territorio.
La svolta nell’incontro con Afro e Anna, i precedenti gestori del ristorante: è un colpo di fulmine, legato alla condivisione della medesima filosofia professionale e dalla stessa attenzione verso il cliente, sempre al centro.
La prima fase del nuovo corso è all’insegna della continuità, Greco prosegue infatti sulle gloriose tracce di chi lo ha preceduto prima di imprimere un’impronta personale. Una rivoluzione gentile destinata a trasformare ogni piatto in un’esperienza esclusiva
La nuova cucina risente delle influenze internazionali fatte proprie nel corso dei viaggi di lavoro, non solo in Francia ma anche in Spagna e Portogallo.
Il primo menu contempla carne, pesce e pizza, che si fregerà dei 2 spicchi del Gambero Rosso prima di uscire dalla carta delle proposte. Greco punta infatti su un menu più snello, concentrandosi su piatti figli di una ricerca costante. L’identità enogastronomica è incentrata su una priorità assoluta, la qualità della materia prima: dal pesce fresco di giornata, che richiama clienti dalla Riviera, alle carni scelte, provenienti da allevamenti controllati. Tra le chicche, la faraona col topinambur, le nocciole tostate e il suo fondo E il petto d’anatra, cotto alla francese. Privilegiati i prodotti di stagione, l’autunno è un trionfo di doni del sottobosco, dai porcini al tartufo. Senza trascurare la tradizione gastronomica romagnola, rivisitata con innovazioni
IL RISTORANTE PROPONE
ALLA CLIENTELA ANCHE MENÙ A PREZZO FISSO: 25 EURO PER UN PIATTO CON COPERTO, CONTORNO, UN CALICE E ACQUA; 35 EURO CON L’AGGIUNTA DI UNA SECONDA PORTATA A SCELTA. PER LA CENA, IL VIAGGIO NEL GUSTO CONTINUA CON UN MENÙ DEGUSTAZIONE DI PESCE PROPOSTO A 45 EURO.
e interpretazioni contemporanee. Un grande classico come la sfoglia viene elaborato in modo da esaltare i sapori tipici con tecniche e ingredienti inusuali. Riservatissima la ricetta della pasta fatta a mano, individuata dopo ben 38 sperimentazioni e prove volte ad alleggerirne e migliorarne il gusto, con l’uso di farine speciali che conferiscono consistenza e ‘croccantezza’ alla sfoglia, esaltata da ripieni all’anatra, faraona e coniglio. Una tradizione onorata con un tocco di personalità creativa. Piatti semplici e allo stesso tempo ricercati, espressioni di una
cucina d’autore, che sposa alimenti selezionati all’estro creativo dello chef, abilissimo ad accontentare la clientela storica conquistando anche nuovi palati
Da sei mesi Greco ha assunto il timone della cucina, mettendo nei piatti lo stesso amore che precedentemente riversava in sala nel rapporto quotidiano con il cliente.
Ogni piatto racconta una storia, da esplorare attraverso l’abbinamento a vini scelti con cura. Tali da esaltare il gusto con inattese quanto piacevoli sfumature: etichette locali e bollicine d’oltreconfine in una carta vastissima e
altamente selezionata.
Le Querce non si propone come ristorante di lusso ma come locale caratterizzato dall’eccellenza dei piatti e della materia prima, per una cucina dal sapore unico e al contempo sano che enfatizza il gusto senza rinunciare alla salute, offrendo un’esperienza sensoriale esclusiva e trasformando un semplice pasto in un’esperienza memorabile. Il futuro riserverà novità: sono previsti eventi con produttori di vini per sperimentare nuovi abbinamenti e appuntamenti degustativi per far conoscere nuovi piatti. E ancora il debutto nel mondo del catering.
IN QUESTE PAGINE GLI AMBIENTI DELLO STORICO LOCALE IMMERSO NEL VERDE. IN ALTO, CATALDO GRECO.
Entrare nella sede di IdentifAI Labs è un po’ come immergersi nella celebre scena di Matrix, quella in cui Morpheus offre a Neo la scelta tra svegliarsi e vedere la realtà della Matrice (pillola rossa) o restare in un mondo rassicurante, ma falso (pillola blu). In questo grande spazio di oltre 300 mq, appena inaugurato in viale Europa, a Cesena, tutto è disegnato per trasmettere questa dualità e per far capire lo scopo stesso della startup tecnologica: sviluppare software in grado di smascherare i deepfake (immagini, audio e video generati con l’intelligenza artificiale spacciati per veri a scopo di disinformazione o di truffa).
Appena entrati, si apre un corridoio, una soglia tra artificiale e reale. Le pareti sono scandite da monitor con ritratti generati dall’intelligenza artificiale. Ogni settimana cambiano, come in una piccola mostra in continuo movimento che racconta, meglio di mille parole, la velocità con cui le AI imparano a replicare l’essere umano, le im-
perfezioni della pelle, la luce negli occhi, la spontaneità di un sorriso. Ci sono anche i volti degli influencer virtuali, che hanno già profili social popolati da follower, come quelli in carne ed ossa. Il corridoio rappresenta la finzione, il territorio del dubbio, mentre le sale che si aprono oltre sono i luoghi della chiarezza, della luce. All’estremità del corridoio, campeggia il payoff dell’azienda: Find origin (risali alla fonte dell’immagine), un invito e una promessa in un’epoca in cui sarà sempre più difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è verosimile, ma falso. “La storia di IdentifAI comincia proprio da un’immagine,” spiega Marco Ramilli, presidente e fondatore dell’azienda insieme a Marco Castaldo, tra i principali esperti di cyber security e di intelligenza artificiale a livello internazionale. “Era il 2023, la foto del Papa con un piumino da rapper fece andare in tilt i social network. Sembrava autentica, eppure era un falso generato con l’AI. Quando è arrivata la smentita del Vaticano,
DI ROBERTA INVIDIA
FOTO GIANMARIA ZANOTTI
la gente ha continuato comunque a dividersi tra favorevoli e contrari. In quel momento ho capito che il problema era più profondo. Online leggiamo, ci informiamo. Quello che guardiamo ha la capacità di suscitare in noi emozioni, plasmare le nostre idee, farci cambiare opinione. Se quel contenuto è falso, viene messa a rischio la nostra capacità di distinguere la realtà dalla finzione e questo è molto pericoloso. Ogni persona ha il diritto di sapere se quello che ha davanti è vero oppure no. Da qui anche il nostro nome – che vuol proprio dire: ‘identificare i contenuti generati da AI’ – e uno dei nostri motti ‘We stand for truth’.”
Oltre il corridoio, si apre la Home, un grande soggiorno con zona living, divano e TV. Uno spazio dove trascorrere il tempo di lavoro in un modo informale, privilegiare la rela-
zione, lo stare insieme, trovando appagante quello che si fa. Qui il messaggio è chiaro: la tecnologia non sostituisce le persone, ma le riunisce per trovare soluzioni al suo utilizzo malevolo. Tutto è in colori neutri e morbidi – tavoli, sedie, pouf, superfici in legno chiaro – in contrasto con elementi scuri. Sopra un camino moderno, un grande monitor che a prima vista sembra una televisione. In realtà è il punto dove si proiettano le immagini durante le riunioni, un portale di idee più che di intrattenimento. Negli arredi, nella grande luminosità data anche da grandi finestre, si percepisce un tocco tutto femminile: quello dell’architetta Anna Iuliano, napoletana trapiantata a Cesena, che ha curato la ristrutturazione di questi ambienti, un tempo sede del dipartimento di Architettura dell’UniBo, e che da anni lavora tra spazi di lavoro
OGNI STANZA È
STATA DISEGNATA
PER TRASMETTERE
LO SCOPO STESSO
DELLA STARTUP:
SMASCHERARE I
DEEPFAKE CREATI
DALL’AI E TROVARE SOLUZIONI AL SUO UTILIZZO MALEVOLO.
e residenze con un approccio sensoriale e relazionale insieme. Accanto alla Home, c’è una sala di rappresentanza a disposizione dei clienti che sono distribuiti in Spagna, Francia, Inghilterra, Emirati. Il tavolo ampio, le sedie di design e il grande lampadario disegnano una geometria elegante e leggera, affacciata sui mattoni rossi dell’ex zuccherificio. Nella Home cesenate – le altre sedi dell’azienda sono a Londra (divisione commerciale) e a Milano – c’è anche una stanza-foresteria per i colleghi operativi da altre parti d’Italia e d’Europa che si aggiungono alla ventina di persone (soprattutto ingegneri informatici e sviluppatori, tutti laureati a Bologna) che lavorano in sede e che potrebbero diventare 40 entro due anni. “Non si tratta solo di lavorare insieme, ma di creare qualcosa che da soli non sarebbe possibile,” dice Ramilli. “Qui due più due fa cinque.” Due giorni alla settimana si può lavorare in smart working, ma alla fine molti preferiscono lavorare dalla Home piuttosto che da casa. Oggi IdentifAI, che ha già raccolto quasi 8 milioni di euro di capitalizzazione (nel capitale ci sono, tra gli altri, United Venture, Nerio Alessandri, la famiglia Martini e la famiglia Fago) scansiona centinaia di migliaia di contenuti ogni giorno. Il software sviluppato è stato utilizzato anche da NewsGuard (la piattaforma internazionale che si occupa di disinformazione online) per smascherare una fake news su Donald Trump, e viene impiegato da banche e assicurazioni per verificare le identità dei loro clienti; da giornalisti e televisioni alle prese con contenuti di cronaca a rischio falsificazione. Un’azienda che guarda lontano – ed è già tra le top 10 tech company al mondo – unendo il business a un’idea più alta e luminosa di futuro.
ADVERTORIAL
FATTORIA NICOLUCCI
140 ANNI DI SANGIOVESE AUTENTICO
DAL 1885 LA FAMIGLIA NICOLUCCI PRODUCE VINI PREGIATI E LONGEVI. UNA TRADIZIONE RADICATA NELLE COLLINE DI PREDAPPIO ALTA E TRAMANDATA PER GENERAZIONI.
Predappio Alta è un piccolo brillante incastonato tra le colline romagnole noto per la produzione di un Sangiovese dalle caratteristiche uniche al mondo. Qui, tra colline ricoperte da vecchie vigne che affondano le radici in terreni magri e sassosi e antiche miniere di zolfo, può nascere un ottimo frutto solo grazie alla tenacia della vite e di chi la coltiva. È in questo contesto che la famiglia Nicolucci, dal lontano 1885, porta avanti con orgoglio una tradizione vitivinicola che oggi compie 140 anni di storia. Una storia che affonda le radici ben più in là nel tempo: già negli statuti comunali del 1383 si parlava
della cura e dell’attenzione che i vignaioli di Predappio riservavano ‘all’albero di Bacco’. Tutto ebbe inizio con Giuseppe Nicolucci, il bisnonno, mezzadro instancabile che alternava il lavoro in vigna a quello nelle miniere di zolfo. A lui succedette Amedeo, che al ritorno dalla Prima Guerra Mondiale acquistò da un generale di Corpo d’Armata la celebre ‘Vigna del Generale’, destinata a diventare il cru aziendale e punto di riferimento di uno stile produttivo volto al rispetto e valorizzazione di un intero territorio. Proprio da questa vigna nasce il vino più iconico della cantina, un Sangiovese ad acino piccolo
che fermenta per circa 30 giorni e affina due anni in grandi botti di rovere.
La terza generazione, con Giuseppe Nicolucci , porta nuovo slancio all’azienda: investimenti mirati, una visione più ampia e un posizionamento sempre più solido sul mercato nazionale e internazionale, fino ad arrivare ai giorni nostri, con bottiglie Nicolucci che portano il profumo di Predappio anche oltre oceano. Oggi, con il medesimo rispetto della tradizione, la Fattoria Nicolucci è nelle mani di Alessandro, enotecnico, il quale ha introdotto nuovi modi di gestione sia in vigna che in cantina e certifi -
NICOLUCCI PROPONE, IN PRODUZIONE LIMITATA, IL VIGNA DEL GENERALE SELEZIONE ANNIVERSARIO CXXX, UN VINO NATO DA SOLI ACINI SCELTI A MANO DALLE VITI PIÙ ANTICHE, FERMENTATO PER QUASI DUE MESI IN CARATELLI DI LEGNO E AFFINATO 48 MESI IN BOTTI GRANDI DI ROVERE, IN COMMERCIO DA FINE NOVEMBRE.
cazione Bio per le uve, perseguendo una continua ricerca per preservare al meglio le caratteristiche organolettiche del vino. Tradizione, quindi, ma anche innovazione e territorio.
La collina di Predappio Alta è un terroir unico, frutto di un equilibrio raro tra argille antiche, arenarie e vene di zolfo e gesso che emergono nei vigneti aziendali. È da questo suolo straordinario che nascono vini di grande complessità e longevità, avvolgenti, minerali ed eleganti. La famiglia Nicolucci, ricca del sapere concreto di generazioni di vignaioli, non si è mai discostata dal produrre un Sangiovese classico, scevro da mode passeggere e influenze, che spesso allontanano il vino dalla propria terra di origine. I dieci ettari vitati della Fattoria Nicolucci si estendono
sopra le vecchie miniere, tra i
300 e i 400 metri di altitudine ed esposti a Sud-Est, quasi tutti allevati a cordone speronato o guyot e prevalentemente coltivati a Sangiovese, con un restante 10% Terrano e Trebbiano della Fiamma.
Per celebrare i 130 anni di attività, la vendemmia 2015 ha dato vita a una selezione speciale: Vigna del Generale Selezione Anniversario CXXX, un vino nato da soli acini scelti a mano dalle viti più antiche dell’omonima vigna, fermentato per quasi due mesi in caratelli di legno e affinato 48 mesi in botti grandi di rovere, come da tradizione. L’etichetta rossa in carta vellutata, presentata in astuccio singolo, racchiude una produzione limitata e numerata, riproposta solo nelle annate più eccezionali come la 2016 e la
2020, in commercio da fine novembre.
Accanto al Sangiovese, la Fattoria Nicolucci ha recentemente valorizzato un’altra uva simbolo di Predappio: il Trebbiano della Fiamma, che da qualche anno è al centro di un nuovo progetto produttivo. Il vino che ne nasce è di un giallo dorato intenso, di grande struttura e sapidità, capace di accompagnare con armonia i piatti della cucina tradizionale romagnola, dalle grigliate di pesce agli arrosti di coniglio e ai formaggi. Oggi, nel 140° anniversario della Fattoria Nicolucci, ogni bottiglia è un racconto di famiglia e di passione. Una storia di 140 anni che guarda avanti, con lo stesso spirito autentico di chi, da generazioni, continua a credere che il vino più grande nasce dalla fedeltà alla propria terra.
A LATO, ALESSANDRO NICOLUCCI, CHE GUIDA L’AZIENDA DI FAMIGLIA. SOPRA, LE CANTINE E UN VINO
DELLA FATTORIA NICOLUCCI.
COSA RESTA
DIALOGO
TRA FOTOGRAFI E ARTISTI
NELL’ERA
DELL’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE
DELL’ARTE
DI ROBERTA INVIDIA
Cosa succede all’arte, e al ruolo dell’autore, quando l’intelligenza artificiale sembra saper fare tutto? Da questa domanda siamo partiti per interrogare chi, nella fotografia e nell’arte, ha già fatto i conti con questa nuova tecnologia. Nel dialogo tra Filippo Venturi – fotografo cesenate pluripremiato per i suoi reportage d’attualità – e Francesca Leoni e Davide Mastrangelo – ideatori e direttori artistici di Ibrida Festival che porta a Forlì la video art e le performance multimediali –, emerge che, paradossalmente, più la tecnologia diventa autonoma, più diventa necessario sapere di chi è la paternità di un pensiero, di un’opera. Un nuovo spazio di autenticità da cui ripartire.
“L’intelligenza artificiale mi ha incuriosito da subito,” dice Filippo Venturi che è laureato in Scienze dell’Informazione a Bologna. “Ho cominciato a sperimentare nel 2023 e poi mi sono appassionato a Midjourney: mi incuriosiva il modo in cui le immagini generate dal software potevano imitare la fotografia, anche se in modo ancora approssimativo.” Da quell’esperimento è nato Broken Mirror, un progetto che ‘ri-racconta’ il suo repor-
PIÙ LA TECNOLOGIA
DELL’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE AVANZA, PIÙ DIVENTA
NECESSARIO SAPERE
DI CHI È LA PATERNITÀ
DI UN PENSIERO, DI UN’OPERA.
APRIAMO UN DIALOGO
SULL’ARTE CON IL FOTOGRAFO FILIPPO
VENTURI E GLI IDEATORI E DIRETTORI
ARTISTICI DI IBRIDA
FESTIVAL FRANCESCA
LEONI E DAVIDE
MASTRANGELO.
tage fotografico sulla Corea del Nord. “Ho creato una metafora visiva, inserendo elementi alieni – dei grandi insetti – che si insinuano in ogni momento della vita dei nordcoreani. Quegli elementi rappresentano la dittatura che influenza la società, ma anche la natura invasiva e controllante della tecnologia, AI compresa.” Nel progetto He Looks Like You, il fotografo ha ricreato
un incontro impossibile. “Quello tra mio padre e mio figlio che non si sono mai conosciuti. Ho dato all’AI i loro ritratti, ne sono uscite immagini imperfette, non copie fedeli. Ogni volta il risultato era una sorpresa, come trovare una foto nel cassetto di cui non ricordavo l’esistenza. Potevo confondere questa imprevedibilità dell’immagine generata con l’autenticità, seppur solo per un istante.”
È lo stesso rapporto di imprevedibilità che molti artisti multimediali cercano di mantenere nel dialogo con l’AI. “Gli artisti sono come bambini curiosi,” spiegano Davide Mastrangelo e Francesca Leoni. “Quando arriva un nuovo mezzo lo decostruiscono, lo criticano, lo spingono oltre i limiti, lo usano per provocare.” Nell’ultima edizione di Ibrida Festival – che ha festeggiato la decima edizione – l’installazione Portable Insult Machine ha fatto riflettere sulla capacità di questi strumenti, se usati male, di generare odio.
“L’AI di solito è gentile e accondiscendente,” dice Francesca. “Nell’opera di Igor Imhoff viene manomessa nei suoi protocolli di sicurezza. Il visitatore viene osservato e descritto in tempo rea-
“LA FOTOGRAFIA PER ANNI È STATA SINONIMO DI VERITÀ,”
DICE VENTURI, “POI ABBIAMO SCOPERTO CHE POTEVA MENTIRE.
ORA L’AI CI METTE
DAVANTI A UNA NUOVA SFIDA: CI FARÀ CREDERE A TUTTO O DUBITARE DI TUTTO.”
TECNOLOGIA
le da un algoritmo AI, trasformato in un’immagine caricaturale e fatto oggetto di insulto.”
In tema di provocazioni, quella di Venturi si chiama The Ravenuos Machine: un lavoro che riflette sul modo in cui le intelligenze artificiali vengono addestrate grazie alle nostre attività online. “Ogni volta che clicchiamo su uno di quei test, i reCAPTCHA, che ti chiedono di ‘riconoscere un oggetto’, stiamo affermando di non essere dei robot ma, allo stesso tempo, stiamo aiutando la macchina ad accumulare conoscenza su di noi e a imitarci meglio. Ho voluto mostrare questo paradosso con diverse provocazioni, ad esempio con la foto di una soldatessa in divisa nei classici quadrati e la richiesta all’utente, come nei test, di indicare dove sono gli organi vitali.”
Ma che cos’è dunque l’AI per un artista e cosa ci rende artisti se gli strumenti per generare immagini e video sono sempre più potenti e accessibili? “L’AI è un partner creativo, un copilota che potenzia le capacità dell’artista,” dice Davide Mastrangelo, autore di spot Tv realizzati con l’intelligenza artificiale, “ma la direzione resta umana. Si può delegare il tecnicismo, non l’identità e la propria visione artistica. A Ibrida abbiamo visto gli artisti utilizzare l’AI mantenendo intatta la loro poetica, ci ha fatto molto piacere.”
“L’intelligenza artificiale,” aggiunge Venturi, “mi ha permesso di fare cose nuove e di esplorare un mio lato creativo che non pensavo di avere. Però bisogna dire, specialmente ai più giovani, che serve una base di cultura e di tecnica per essere consapevole di cosa si sta creando. Il pensiero originale che sta dietro
PH COURTESY IBRIDA FESTIVAL BY GEORGE MATEI
LA TUA MEDICINA A FORLÌ
Odontoiatria Medicina Estetica e Chirurgia Plastica
ARTISTI SONO COME BAMBINI CURIOSI,” SPIEGANO MASTRANGELO E LEONI. “QUANDO ARRIVA UN NUOVO MEZZO LO DECOSTRUISCONO, LO CRITICANO, LO SPINGONO OLTRE I LIMITI, LO USANO PER PROVOCARE.”
l’immagine sarà sempre più importante rispetto a come la stessa immagine è realizzata.”
Nel mondo dell’arte la prossima sfida sarà dare forma a un’intelligenza ‘autoriale’. “In futuro,” dicono Davide e Francesca, “molti artisti vorranno addestrare un proprio modello di AI per superare i limiti imposti dalle piattaforme generiche e avere un’intelligenza addestrata sul linguaggio personale dell’artista. È un modo per difendere la propria libertà espressiva e per
continuare a decifrare il reale.”
Lo stesso principio che guida Filippo Venturi quando dice: “La fotografia per anni è stata sinonimo di verità, poi abbiamo scoperto che poteva mentire. Ora l’intelligenza artificiale ci mette davanti a una nuova sfida: ci farà credere a tutto o dubitare di tutto. La soluzione sarà scegliere accuratamente le nostre fonti di informazione: giornali, fotoreporter, pensatori di cui decideremo di fidarci per la loro aderenza al reale.”
IN ALTO, FRANCESCA LEONI E DAVIDE MASTRANGELO, IDEATORI DI IBRIDA FESTIVAL. SOTTO, UN’ISTANTANEA DEL VIDEO MASCHERE DI SABBIA DELL’ARTISTA FRANCESCA FINI.
Detersivi Responsabili per trasformare la pulizia quotidiana in un gesto consapevole
MADE IN ROMAGNA
con cura artigianale
ZERO SPRECHI ricaricainnegozio i tuoi flaconi
Formuliamo detersivi ecologici ad alta tecnologia, profumatori e additivi naturali, realizzati con ingredienti biodegradabili, da fonti rinnovabili. Nei nostri negozi trovi oltre 150 prodotti sfusi, con la possibilità di ricaricare i flaconi, e la garanzia di una pulizia profonda senza compromessi.
CRISTALLI DI ESSENZA®
Un solo prodotto, tre risultati.
Realizzati con ingredienti biodegradabili e fragranze ispirate alla natura lasciano sui tessuti un profumo intenso e duraturo, senza appesantire le fibre né irritare la pelle.
• ammorbidente,
• profumatore per bucato,
• smacchiatore naturale con ossigeno attivo
Aggiungine un cucchiaio in lavatrice e trasforma il tuo bucato in un’esperienza di pulizia sensoriale e sostenibile.
Vieni a trovarci a Forlì
Viale Roma 276
Viale Italia 99
Trovi i nostri prodotti su: www.soapsapone.it soapsapone_
PELLICOLE
IL NOAM FAENZA FILM FESTIVAL SBARCA IN TUTTA LA ROMAGNA
AMERICANE
Coinvolge tutta la Romagna il Noam Faenza Film Festival, la prima manifestazione in Italia che promuove il cinema e la cultura nordamericano (USA, Canada e Messico), con particolare attenzione alla produzione indipendente. Ospiti internazionali, grandi omaggi e anteprime nazionali: ecco gli ingredienti
della terza edizione in programma dal 12 al 16 novembre, con un’anteprima itinerante, dal 21 ottobre al 15 novembre – in collaborazione con Menabò Group ed Edizioni IN Magazine (entrambi media partner ufficiali) – interamente dedicata a Gene Hackman, tra i più rappresentativi interpreti del cinema norda-
mericano, scomparso lo scorso 18 febbraio. In tutto 7 appuntamenti speciali, di cui 2 sul territorio forlivese-cesenate, con le proiezioni di Night Moves (1975), che si è tenuta il 27 ottobre al Cinema Eliseo di Cesena, una serata presentata da Marco Lovisato, e Scarecrow (1973), il 3 novembre alla Sala San Luigi di Forlì, con
DI ROBERTA BEZZI
DAL 12 AL 16 NOVEMBRE, IL FESTIVAL CHE
PROMUOVE IL CINEMA
NORDAMERICANO
PORTERÀ IN ROMAGNA
BEN 40 FILM E 10 OSPITI INTERNAZIONALI
DI SPESSORE, IN UN ALTERNARSI DI PREMI, PROIEZIONI, INCONTRI E MASTERCLASS.
introduzione a cura di Casaba Podcast. Spazio ora al festival con circa 40 film in rassegna, 10 ospiti di spessore e numerosi premi assegnati, in un alternarsi di proiezioni, incontri e masterclass. A cominciare dalla proiezione in anteprima nazionale di The Smashing Machine di Benny Safdie, pellicola acclamata al festival di Venezia con protagonista Dwayne Johnson, in uscita nelle sale dal 19 novembre. Tra le opere presenti a Noam, da segnalare anche Atropia di Hailey Gates, che vanta la produzione di Luca Guadagnino, Rebuilding di Max Walker-Silverman, Anna Kiri di Francis Bordelau, film canadese interpretato da Catherine Brunet, presente a Faenza. Nella sezione Noam Classic, per l’apertura del festival spicca l’omaggio a Robert Redford con la proiezione del celebre Butch Cassidy and the Sundance Kid, mentre in chiusura quello a David Lynch con un evento speciale in collaborazione con
la Cineteca di Bologna e Lucky Red: il capolavoro Mulholland Drive a Faenza, due settimane prima della sua redistribuzione in sala. Quest’anno il premio alla carriera va alla regista newyorchese Eliza Hittman, vincitrice dell’Orso d’Argento al Festival di Berlino 2020 con Never Rarely Sometimes Always, protagonista di una retrospettiva completa dei suoi film durante le giornate del festival, e di una masterclass. Due le giurie del festival per la premiazione dei film in concorso. Quella relativa ai lungometraggi è presieduta dal giornalista e documentarista Casey Kauffman, affiancato da due faentini d’eccezione: l’attrice Benedetta Cimatti e il regista Andrea Tagliaferri. La giuria dei cortometraggi è invece composta dal regista Vito Palmieri, dall’attrice Cecilia Bertozzi e dall’esperta di cinema Joana Fresu de Azevedo. Tra gli ospiti, il giornalista sportivo Buffa e dell’ambasciatore del Messico Lozano.
Confrontiamo condizioni e costi delle polizze assicurative per offrirti quella più conveniente.
Professioni Sanitarie
Privati
Professionisti
Aziende
ADVERTORIAL
ARTEMIA DESIGN PLACE ABITARE
IL DESIGN
ERICA MASINI E MICHELE RICCI
PROGETTANO
AMBIENTI CON
CURA ARTIGIANALE E VISIONE
CONTEMPORANEA, CREANDO CASE
CHE RACCONTANO
STORIE AUTENTICHE.
La loro forza è la progettazione, sono in grado di tradurre in spazi reali idee, intuizioni e desideri.
Da Artemia, design place a Cesena progettare è dare forma ai sogni: affidarsi a questo atelier dell’arredo significa poter definire in ogni sfumatura l’identità della propria casa, scegliendo tutto, senza rinunce e facendosi guidare in una progettazione che tenga conto delle soluzioni più efficaci e raffinate per valorizzare gli ambienti. Dal 2009, sotto la guida di Erica Masini e Michele Ricci, Artemia ha intrapreso un percorso di rinnovamento profondo trasformandosi in un punto di riferimento per chi desidera ambienti eleganti, armonici e perfettamente integrati con
lo stile di vita contemporaneo
Pur presente in città dal 1998, è con la nuova gestione che lo showroom ha assunto un’identità chiara e distintiva, diventando una realtà che guarda alla casa a 360 gradi
La solida esperienza di Erica Masini e Michele Ricci, che arriva da una storia e una formazione che affondano le radici nell’ambito delle costruzioni e del design, si riflette in ogni progetto di Artemia. Dalla cucina al living, dalla zona notte fino agli spazi dedicati al benessere con le sale da bagno, ogni ambiente è studiato con cura artigianale e visione contemporanea, creando case che raccontano storie autentiche. “Lavoriamo con software
di modellazione e rendering per creare un progetto dettagliato e personalizzato, offrendo inoltre una visione completa e tridimensionale della casa,” raccontano. “Analizziamo attentamente l’ambiente abitativo con l’obiettivo di proporre le soluzioni che rispecchino i gusti dei nostri clienti e, al tempo stesso, garantiscano la massima funzionalità.” Fiore all’occhiello di Artemia è proprio la progettazione integrata, che parte dalla definizione degli spazi, dalla scelta dei materiali e dall’individuazione dello stile e del carattere di quell’ambiente, per passare anche alla selezione degli elettrodomestici e delle luci fino a giungere al coordinamento completo di tutti i professionisti
IN EQUILIBRIO TRA ESTETICA, INNOVAZIONE E FUNZIONALITÀ, ARTEMIA INTERPRETA LE ESIGENZE
ABITATIVE CON SOLUZIONI SU MISURA GRAZIE A UN ACCURATO PROCESSO DI PROGETTAZIONE INTEGRATA. “GARANTIAMO UN CONFRONTO
CONTINUO CON I CLIENTI E LA CERTEZZA DI POTER
CONTARE SU UN PUNTO DI RIFERIMENTO CONCRETO E COMPETENTE.”
coinvolti, così che ogni fase sia perfettamente condivisa e allineata con il progetto complessivo. Che si tratti di piccoli spazi o ambienti ampi, la proposta di Artemia si distingue per la capacità di interpretare le esigenze abitative con soluzioni su misura, a volte realizzate attraverso interventi strutturali leggeri, come l’inserimento di elementi in cartongesso. Ogni progetto è seguito dal team di progettisti di Artemia che si occupa anche del rilievo delle misure e della realizzazione degli schemi tecnici. La loro presenza sul campo, anche durante le fasi di montaggio e post installazione, è una garanzia di qualità e di continuità. “Monitoriamo tutti gli aspetti tecnici, affiancando il cliente anche in cantiere,” sottolineano. “A supportarli vi sono le squadre di montatori professionisti che collaborano stabilmente con lo studio garantendo precisione e affidabilità nell’allestimento di cucina, zone living, camere da letto e bagni.” Particolare attenzione è dedicata alla fase di post vendita considerata da Erica e Michele “una delle più complesse anche tra le più delicate.” È qui che si gioca la vera differenza: “nel garantire un
confronto continuo con i clienti e la certezza di poter contare su un punto di riferimento concreto e competente.”
Artemia si posiziona da anni come leader nel settore delle cucine di alta gamma, con una proposta pensata per un pubblico esigente e attento alla qualità, al design e alla funzionalità proponendo una scelta accurata di marchi prestigiosi e al 100% made in Italy. Tra questi spicca Modulnova, azienda d’arredo originaria di Pordenone, riconosciuta a livello nazionale e internazionale per il suo stile sofisticato. “Modulnova è un punto fermo per noi,” spiegano Erica e Michele, “e rappresenta perfettamente la nostra filosofia progettuale: eleganza, innovazione e ricerca. Una proposta che si estende anche ad ambienti bagno e zona living, offrendo un’idea di casa coordinata, coerente e raffinata.” La crescita di Artemia è frutto di un percorso autonomo, costruito con dedizione e con un aggiornamento costante sull’innovazione e sulle tendenze dei materiali e delle tecnologie. Grande attenzione viene dedicata alla sostenibilità e alla qualità dei materiali, privilegiando fibre naturali e finiture che coniughino
estetica e durabilità. Il dettaglio, per Artemia, non è mai un elemento secondario. Anche nella scelta degli elettrodomestici, l’approccio è orientato all’eccellenza: Miele, Neff, AEG, Smeg e Bosch sono solo alcuni dei marchi selezionati per rispondere a stili di vita sempre più dinamici. “Riteniamo che il design non sia solo estetica, ma un equilibrio tra innovazione e funzionalità, è per questo che proponiamo case da vivere ogni giorno in cui il gusto personale incontra le migliori soluzioni del presente.”
A SINISTRA, MICHELE RICCI ED ERICA MASINI, TITOLARI DI ARTEMIA. IN ALTO, LO SHOWROOM A CESENA.
TERRITORIO
ORO DAL
A SOGLIANO, L’ANTICA
TRADIZIONE
DEGLI
INFOSSATORI
DI FORMAGGIO
SOTTOSUOLO
DI CRISTINA MAZZI
“Quei ‘cerchi’ strani spuntavano dal pavimento della cantina. Non capivamo cosa fossero, così siamo andati più a fondo. Laggiù, la grande sorpresa: sotto casa erano nascoste nove fosse e un pozzo.” La storia delle Fosse Brandinelli di Sogliano è nata così, per caso, ristrutturando casa. Ed è proseguita, passo dopo passo, fino a oggi. “L’infossatore è un mestiere lento, affascinante, un’arte da affinare nel tempo, con la consapevolezza che non si smette mai di imparare,” riepiloga Silvano Brandinelli, oggi titolare. “Ho imparato tutto da mio babbo Marino, ma solo dopo ho deciso di abbandonare il mio lavoro in Comune, il ‘posto fisso’, per portare avanti l’attività di famiglia. È un’arte e una tradizione che ha più di 500 anni e risale ai Malatesta: ho deciso che volevo far parte di questa storia.”
Una storia, quella degli infossatori, che si tramanda di generazione in generazione. A celebrar-
SOGLIANO È LA CULLA
DI UN MESTIERE LENTO E AFFASCINANTE
CHE ANCORA OGGI
UTILIZZA LA STESSA
ANTICA TECNICA DI PRODUZIONE. TRA LE
AZIENDE CHE PORTANO
AVANTI LA TRADIZIONE:
FOSSE BRANDINELLI, ANTICHE FOSSE E FOSSE VENTURI.
la, quest’anno, un appuntamento speciale: la Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop festeggia i 50 anni, e per l’occasione animerà le piazze e i vicoli del centro storico del borgo il 23, il 30 novembre e il 7 dicembre con degustazioni ed eventi.
“Ci sono voluti tre anni per finire di ristrutturare i locali di
stagionatura,” continua Brandinelli, “poi mio babbo ha aperto l’azienda. È nato come un secondo lavoro perché prima dovevamo acquisire l’esperienza giusta, sono stati preziosissimi i racconti degli anziani del paese. Poi abbiamo capito di dover puntare sulla qualità dei prodotti, creando nuovi formaggi con la nostra identità valorizzati dalla stagionatura anaerobica fatta in fossa, ma sempre rispettando la tradizione. Oggi siamo una piccola azienda familiare, infossiamo solo io e mio babbo. E lo facciamo in maniera ‘analitica’, studiata nel dettaglio.”
A Sogliano tutto inizia dal sottosuolo con un vero e proprio rito. Antichissimo. Nel corso del Medioevo, uno dei problemi principali gravitava attorno alla necessità di conservare i generi alimentari, come il grano e il formaggio. Così, si ricorreva all’infossamento: gli alimenti venivano ammassati in profonde buche scavate nel terreno, a forma
SILVANO BRANDINELLI, DOPO LA RISTRUTTURAZIONE
DELLE FOSSE TROVATE
NELLA CANTINA DI CASA, PORTA AVANTI L’ATTIVITÀ INSIEME ALLA FAMIGLIA. FRANCESCO ROSSINI DI ANTICHE
FOSSE È INVECE
L’ULTIMO EREDE DI BEN 28 GENERAZIONI.
TERRITORIO
tronco-conica, poi sigillate. Una tecnica che, nei secoli, è rimasta quasi sempre la stessa. “Le fosse si lasciano respirare, l’ossigeno crea muffe che col tempo diventano porose e più facili da pulire. Poi, in gergo, le ‘raschiamo’, mettiamo un tavolato di legno alla base della cavità, le canne e la paglia,” racconta Brandinelli. “Quando si ‘sfossa’ si toglie la paglia e le assi che sono bagnate. Il liquido che si forma durante la stagionatura del formaggio lo togliamo a mano. In ogni fossa mettiamo solo una tipologia di formaggio per averlo più delicato, al contrario dell’antica tradizione che voleva che ogni famiglia portasse i suoi formaggi. Spesso organizziamo degustazioni ed eventi per far conoscere i nostri prodotti, l’ultima a no-
vembre per lanciare nuove referenze.”
Sempre durante il mese di novembre, precisamente il 25, cade il giorno nel quale ogni anno si ripete l’antico rito della sfossatura. Uno degli appuntamenti più attesi a Sogliano, quello delle ‘Fosse aperte’, durante il quale gli amanti del formaggio di fossa possono scoprire anche le Antiche Fosse di Sogliano, letteralmente, le più remote. L’ultimo erede di 28 generazioni è Francesco Rossini. E come ribadisce lui stesso: “Io in mezzo ai formaggi ci sono cresciuto. Il nostro nome è rimasto quello di un tempo,” continua. “Le 12 fosse sono state scavate all’interno delle mura del castello dai Malatesta, nell’antica corte, oggi piazzetta.” Oggi Rossini vive
nell’antica casa della famiglia Mengozzi, “diventata proprietaria dell’immobile nel Settecento, situata sopra le Fosse stesse. Abbiamo ancora l’atto notarile di quei tempi, quando il formaggio veniva chiamato ‘Oro di Sogliano’, oltre un secolo e mezzo fa.” L’azienda Antiche Fosse è specializzata nel Formaggio di Fossa di Sogliano Dop. “Abbiamo sempre rispettato la tradizione e sempre cercato di rispettare il prodotto, tanto che lo produciamo ancora come si mangiava un tempo, con un gusto più pungente e piccante. Oggi funzionano di più i sapori più dolci, ovviamente facciamo anche quelli, sempre con formaggio locale.” E poi Rossini continua a raccontare: “Basta fare una ricerca storia per trovare tanti aneddoti che ri-
PH GIANMARIA ZANOTTI
40 ANNI DI AMORE PER IL GUSTO
Da quarant’anni Il Buongustaio trasforma la passione per il buon cibo in arte del dono.
Nato nel 1985 a Gambettola, l’atelier del gusto fondato da Paolo Farabegoli seleziona da tutta Italia e oltre le migliori eccellenze gastronomiche, trasformandole in doni unici e raffinati. Oggi, è un punto di riferimento per la regalistica gourmet e per chi ama il cibo e il vino di alta qualità.
Nello showroom di Gambettola ti aspetta una ricca selezione di dolci, salumi, vini, formaggi Romagna Terre pluripremiati al World Cheese Awards, nonché oggetti di design, confezionati con cura in eleganti scatole artigianali. Scegliere Il Buongustaio è sinonimo di gusto, classe, qualità e affidabilità, dal primo assaggio alla consegna.
Buon compleanno Buongustaio!
www.ilbuo ngustaio .it
FIERE ED EVENTI SONO OCCASIONI PER RACCONTARE L’ARTIGIANALITÀ E LA STORIA DI QUESTO LAVORO. “SEGUIAMO IL METODO TRADIZIONALE,” RACCONTA VENTURI, SECONDA GENERAZIONE A CAPO DI FOSSE VENTURI.
guardano le nostre fosse. Vedere che la produzione di questo prodotto non si è mai interrotta ci rende orgogliosi. Produciamo in estate, mettiamo giù il formaggio nel mese di agosto, ma a volte capita di fare qualche infossatura conto terzi in primavera.”
Chi, invece, di generazioni è alla seconda, è Fosse Venturi. “Abbiamo imparato l’arte come è stata tramandata da secoli a Sogliano, rispettando la storia e la tradizione dell’infossatura del formaggio di fossa,” racconta il titolare Mattia Venturi, “ma al
tempo stesso abbiamo deciso di ricercare le materie prime tra quelle prodotte nelle aree più vocate d’Italia. È per questo che selezioniamo formaggi vaccini e caprini provenienti dalle zone alpine e ricerchiamo pecorini in Toscana, a Pienza e in Sardegna. Infossando poi nelle nostre fosse a Sogliano, seguendo l’antico metodo tradizionale. Il nostro obiettivo è proporre formaggi di altissima qualità, continuando a cercare latte sempre nuovo, genuino e innovativo.” La famiglia Venturi abita sopra le fosse, dove
Mattia è cresciuto. “Ho scelto di fare questo mestiere perché mi piace tantissimo ricercare i formaggi più gustosi, in lungo e in largo per l’Italia. Provare abbinamenti sempre nuovi che valorizzino la tradizione della nostra terra. Un’altra caratteristica di Fosse Venturi è che lasciamo i formaggi uno ad uno nei sacchetti di tela, dentro e fuori le fosse. Per noi, così, si garantisce una qualità maggiore. L’artigianalità e la storia che ci sono dietro questo lavoro, per me, sono impagabili.”
PH GIANMARIA ZANOTTI
PH GIANMARIA ZANOTTI
IMPLANTOLOGIA AVANZATA
LA SOLUZIONE PER CASI COMPLESSI
Pensi che il tuo caso sia troppo complesso?
Non hanno trovato una soluzione al tuo problema?
Alla Clinica Merli affrontiamo con successo anche le situazioni più complesse:
• Esperienza riconosciuta a livello internazionale
• Tecnologie chirurgiche d’avanguardia
• Trattamenti personalizzati per ogni paziente
• Risultati affidabili anche quando altri approcci non hanno funzionato
Il nostro team di esperti, guidato dal Dott. Mauro Merli, offre percorsi dedicati per restituire funzionalità, comfort ed estetica, con la massima attenzione alla sicurezza e l’impegno costante per risultati di qualità ed eccellenza.
ADVERTORIAL
TECNOACUSTICA
L’INNOVAZIONE CHE ASCOLTA
OLTRE VENT’ANNI DI ESPERIENZA, PROFESSIONALITÀ E INNOVAZIONE AL SERVIZIO
DELL’UDITO, PER RESTITUIRE AI SUONI IL LORO AUTENTICO
VALORE.
TecnoAcustica nasce a Forlì nel 2003 per iniziativa di Luca D’Eusebio e Alessandro Bucchi, audioprotesisti di lunga esperienza e comprovata professionalità, accomunati dal desiderio di creare un centro audio protesico d’avanguardia a completo servizio del paziente. Trascorsi i primi vent’anni di attività nel cuore cittadino di via Achille Cantoni, recentemente l’azienda si è trasferita nella nuova sede di via Vespucci , nel quartiere del Foro Boario. Un locale di ampia metratura, dove il paziente viene accolto da tecnici audioprotesisti preparati e cordiali, e accompagnato lungo il percorso verso il recupero del benessere uditivo perduto.
L’ipoacusia ha infatti un forte impatto sulla qualità della vita della persona, sulla salute sensoriale ma anche sulla sfera emotiva e sociale. “L’udito è l’unico tra i cinque sensi sempre attivo, non si ‘spegne’ mai, nemmeno durante il sonno,” spiega la figlia del fondatore Silvia D’Eusebio che, ereditata la passione dal papà Luca, ne ha raccolto il testimone al termine del percorso accademico. “La percezione dei suoni provoca un’importante stimolazione a livello cerebrale.
A differenza di quanto accade nel caso di perdita visiva, che di norma è progressiva, la carenza uditiva non si avverte subito e nel tempo può causare e aggravare un decadimento cognitivo. L’ap-
parecchio acustico permette di percepire suoni gradevoli, quali possono essere la voce di un nipotino e una canzone amata, ma anche suoni meno piacevoli come la sirena di un’ambulanza o il clacson di un’automobilista, il campanello di una bicicletta o una persona che bussa alla porta. Stimoli che mantengono attivo il cervello.”
Dopo l’esame dell’udito, il paziente prova la protesi acustica per almeno quattro settimane: “Il tempo che serve a chi la indossa ma anche a noi audioprotesisti per capire la soluzione più adatta.” È indispensabile calibrare la protesi acustica ad personam, in base al quadro audiologico. Oggi esistono innumerevoli modelli di
CON 8 CENTRI IN ROMAGNA E LA COLLABORAZIONE
CON BEN 21 FARMACIE
DI TUTTA LA VALLATA, TECNOACUSTICA ASSISTE
OGNI PAZIENTE IN UN PERCORSO SU MISURA
VERSO IL BENESSERE UDITIVO E LA SERENITÀ QUOTIDIANA, GRAZIE AD APPARECCHI ACUSTICI DI ULTIMA GENERAZIONE.
apparecchi acustici, in linea con l’evoluzione tecnologica: protesi acustiche che si distinguono per la dimensione e la collocazione, la potenza e la modalità di utilizzo. “Ci sono i modelli endoauricolari, piccolissimi e impercettibili, e i retroauricolari posizionati discretamente dietro il padiglione auricolare. Tutti gli apparecchi acustici vengono programmati dall’audioprotesista in base alle esigenze di ascolto e sono altamente performanti grazie all’intelligenza artificiale, che permette ad esempio di capire la direzione da cui proviene il suono percepito e discriminare le parole nel rumore.” Esistono anche modelli specifici per le persone fragili: in casi di emer-
genza, ad esempio una caduta, l’apparecchio acustico invia una chiamata automatica a figli, nipoti o parenti. È tuttavia ormai anacronistica l’equazione che mette in correlazione apparecchio acustico e anziano: “Oggi la protesi acustica non viene più percepita come il marchio di un handicap. Ci sono infatti modelli per chi desidera discrezione e prodotti giovani, di tendenza, colorati. L’ultima novità riguarda le protesi acustiche endoauricolari ricaricabili su base portatile: l’ideale per il professionista che lavora tutto il giorno lontano da casa.”
Individuato il modello più appropriato, verificati adattamento e messa a punto, il paziente viene
guidato nel corretto uso dell’apparecchio acustico. “Ci teniamo a rendere la persona autonoma nell’inserimento e nell’utilizzo della protesi acustica.”
TecnoAcustica è presente in maniera capillare nel territorio romagnolo con otto studi a Forlì, Forlimpopoli, Meldola, Predappio, Mercato Saraceno, Cervia, Mezzano e Imola. Inoltre per agevolare l’assistenza a pazienti e non, TecnoAcustica collabora con ben 21 farmacie disseminate in tutta la vallata: grazie al progetto ‘Giornata del Controllo Uditivo’, una volta al mese in giornate prestabilite, un tecnico di TecnoAcustica è presente a disposizione della clientela, e di coloro che desiderano acquisire
informazioni, per rispondere in maniera esaustiva a tutti i quesiti. “Ci lega alle farmacie un rapporto fiduciario ventennale, sfociato in amicizia e confidenza,” spiega Silvia. “Il loro apporto è fondamentale e la loro stima ci riempie di orgoglio.”
TecnoAcustica garantisce ai pazienti l’ assistenza post vendita gratuita a vita : controlli programmati in studio, e a domicilio limitatamente agli anziani soli e non autosufficienti; previsti senza costi aggiuntivi la regolazione e manutenzione degli apparecchi acustici, la prima fornitura di batterie e set di pulizia. Sono fornite consulenza, gestione e assistenza per l’inoltro di pratiche Ausl-Inail agli aventi diritto.
SPAZIO AL
LABORATORIO
DI FRANCESCA
FARAONI
TEMPO LENTO
DI BARBARA BARONIO
FOTO GIANMARIA ZANOTTI
GRAZIE A UNA METICOLOSA OPERA DI RICERCA E RESTAURO, UN’ANTICA DIMORA
TRA LE COLLINE DI MONTELEONE È RIFIORITA: OGGI, LA CASA COLOR SABBIA È UNO SPAZIO CHE È INSIEME LABORATORIO E RIFUGIO DELLA SCULTRICE CESENATE FRANCESCA FARAONI.
Cercando un nuovo spazio in cui far germogliare il proprio lavoro di scultrice è approdata a Monteleone. Ha allungato lo sguardo, ha respirato il silenzio di quella terra ed è entrata in quella che un tempo è stata l’antica dimora del fattore del Castello: è stato amore a prima vista. Francesca Faraoni, scultrice cesenate, con il marito e il figlio, lasciandosi alle spalle il cuore urbano di Cesena, ha scelto di reinventare il proprio quotidiano.
Tra le mura del vecchio casolare, lentamente rifiorite grazie alla meticolosa opera di ricerca e restauro, ha preso forma la Casa Color Sabbia di Francesca: uno spazio che è insieme laboratorio, rifugio e teatro delle sue visioni artistiche. Qui le intuizioni trovano materia, l’arte dialoga con la natura e ogni dettaglio racconta il desiderio di indagare il reale con occhi nuovi. Quella di Francesca Faraoni è la casa laboratorio e insieme scena quotidiana da cui prende forma, in un equilibrio di discreto tra ispirazione e intimità, una linea di prodotti naturali dal profumo di lavanda. Appassionata alla creta sin da giovanissima, Francesca ha coltivato il suo talento tra i banchi dell’Accademia di Belle Arti, per poi dedicarsi interamente alla scultura a partire dal
bronzo per passare all’argilla. Le sue opere ricercano armonia e perfezione, sono animate da una sensibilità profonda e autentica per la materia. Il corpo umano, soprattutto quello femminile, è il suo tema prediletto: figure di giovani donne ritratte in pose spontanee e lievi che raccontano dolcezza e seduzione. Per quindici anni Francesca, insieme al marito Damiano, ha lavorato con pazienza e tenacia alla rinascita della casa: “Conosciamo ogni centimetro della nostra abitazione.” L’hanno smontata, pezzo per pezzo, come si sfoglia un libro antico per riscriverne le pagine con nuova
poesia. “Quando l’abbiamo comprata,” racconta Francesca, “abbiamo iniziato a viverla subito, pur non essendo ancora completamente ‘casa’. Non potevamo dormirci, ma ci stavamo comunque. Era già nostra anche quando ancora non lo era del tutto. Forse abbiamo avuto un pizzico d’incoscienza oppure abbiamo guardato oltre l’esistente.”
L’ingresso è un inno all’accoglienza: un vecchio tavolo è stato adattato con amore, circondato da sedie, ognuna con il proprio vissuto e la propria piccola storia. Ogni porta nella casa è unica. Recuperata, reinventata, parla un linguaggio per-
sonale: “Amiamo profondamente l’arte del riuso,” raccontano. “Le travi del vecchio solaio sono diventate elementi d’arredo, il pavimento è stato ricavato con materiali recuperati; le mura rifinite con calce romana, scelta per la sua texture naturale e il suo respiro antico.”
Le luci sono soffuse, pensate per accompagnare i silenzi e seguire l’anima della casa. Disposta su due piani, la Casa Color Sabbia alterna spazi di raccoglimento e di convivialità. Al primo piano due poltrone da cinema all’aperto recuperate, mobili provenienti da un palazzo dismesso a Montiano, specchi, utensili, oggetti di ogni tipo, tutti selezionati, rimodellati e inseriti con grazia in una narrazione coerente. E poi vi è il mare, che si mostra attraverso i vetri delle finestre: “Per me, era indispensabile,” confida Francesca. “Ogni mattina quando mi sveglio lo vedo da lontano, è una presenza lieve ma costante. La nostra casa apparentemente lontana è invece per noi centrata su ciò che conta: lo spazio ideale per immaginare, il tempo lento e il piacere dell’ascolto del silenzio.” Ritornando al piano terra della Casa Color Sabbia si entra nello studio di Francesca, un luogo luminoso, incorniciato da pareti
esposte a nord, sud e ovest, dove la luce naturale danza sulle superfici delle sue sculture. È qui che nascono i suoi ‘contenitori di emozioni’: oggetti in terracotta plasmati a mano, scrigni pensati per custodire ricordi e frammenti di vita. Andando nel retro della casa un lungo tavolo rivela la vocazione di questa famiglia che si apre al mondo, alla realtà e che in tante occasioni accoglie ospiti, esperienze e idee con lo sguardo rivolto al campo di 11.000 piante di lavanda, protagonista di questa dimora immersa nella natura. Da questo legame profondo con la terra nascono Le Galanterie, una linea di prodotti artigianali alla lavanda ideati da Francesca e Damiano. Le Galanterie includono i ‘camini emozionali’: diffusori in argilla dalle forme sinuose o che rimandano alle immagini degli antichi bidoni del latte, realizzate da Francesca seguendo un antico metodo etrusco. Oltre a sprigionare profumi delicati, questi oggetti sono vere e proprie sculture, capaci di arredare e sorprendere. Salendo al piano superiore, l’antica scala del fattore conduce a un soggiorno dal fascino retrò, dove il rustico della calce incontra l’eleganza degli arredi d’epoca sapientemente disposti per valorizzare lo spazio.
È evidente lo sguardo creativo e la capacità di andare oltre agli schemi di Francesca, che anche nell’arredamento come nella sua opera scultorea riesce a caricare ogni elemento di un significato molto più alto di quello che è la semplice funzionalità. Un letto è trasformato in un sofà dal gusto quasi coloniale, la cucina cuore pulsante della casa è un’esplosione di colori. Francesca ha voluto uno spazio non convenzionale prediligendo armonie cromatiche e accostamenti inediti. Spicca, nella zona giorno, una grande vetrata a tutta altezza frutto del recupero di una struttura industriale, un esempio di riuso intelligente e perfettamente integrato con la Casa Color Sabbia. Uno spazio fuori dal tempo, creato nel tempo, e che come tutte le opere di Francesca contiene e libera le emozioni di chi la vive.
IN QUESTE PAGINE,
CASA LABORATORIO RESTAURATA DA FRANCESCA FARAONI E DAL MARITO DAMIANO, RITRATTI NELLA
ELEGANCE IN EVERY LINE, INNOVATION IN EVERY SPACE
PROJECT ONE STUDIO
In PROJECT ONE STUDIO, ispirazione e progettazione si uniscono in una visione condivisa, plasmando spazi che raccontano una storia. La grammatica architettonica si intreccia armoniosamente con le esigenze del committente, dando forma a linee eleganti e spazi innovativi. È questa la missione che guida l’operato della società presieduta dall’ingegnere Fabio Bartolini, dall’architetto Emanuele Pasini e dall’ingegnere Gianmarco Pasini Frutto di un importante processo di rebranding, Project One Studio rappresenta l’evoluzione dello storico studio tecnico Galassi Giannessi Pasini, attivo dal 1981 e da sempre punto di riferimento a Cesena. La nuova identità, presentata ufficialmente nel 2022, restituisce una prospetti-
va contemporanea più forte, riconoscibile eppure discreta, capace di lasciare un segno senza cercare protagonismi. “Il nostro approccio stilistico è flessibile, mai confinato a un solo linguaggio,” afferma l’ingegner Fabio Bartolini. “La nostra forza risiede nella capacità di adattarci con efficacia alle esigenze del cliente, grazie a un approccio integrato che coniuga sostenibilità ambientale ed economica. Siamo progettisti poliedrici, aperti alla sperimentazione e in continua evoluzione.”
Lo studio si distingue per la qualità estetica e funzionale dei suoi progetti, curati in ogni dettaglio: dalla fattibilità tecnica alla resa visiva, dalla distribuzione degli spazi alla funzionalità.
Ogni soluzione nasce da un ascolto attento e si sviluppa con il supporto delle più avanzate tecnologie digitali: i clienti possono seguire l’evoluzione del progetto in tempo reale, grazie a modelli render personalizzati e immersivi. Particolare attenzione è riservata alla progettazione bio ed eco-sostenibile, con l’adozione di strategie che garantiscono il minimo impatto ambientale e la massima ottimizzazione economica. Tra i clienti dello studio figurano realtà di rilievo come Technogym, Wellness Foundation, BCC Riviera Banca, Hilti Group, Casa di Cura San Lorenzino, Mareco Luce, SAC Petroli, SAC Energy, CMC Lamiere, CILS Onlus, Villa Monti Banks, Poliambulatorio A-Medic, Centro Medico San Mauro e Automa Group.
Il nucleo fondatore di Project One Studio si è formato già ai tempi accademici, consolidandosi attraverso le prime esperienze condivise nello studio originario, poi oggetto di un’importante trasformazione. “Abbiamo background differenti e complementari,” spiega l’ingegner Gianmarco Pasini, “frutto di percorsi universitari di alto livello, svolti presso poli di eccellenza e arricchiti da master e specializzazioni che oggi costituiscono il nostro valore aggiunto.” Lo studio guarda al futuro come a un laboratorio aperto e in costante trasformazione, pronto a esplorare nuove frontiere progettuali.
“Vogliamo metterci continuamente in discussione,” afferma l’architetto Emanuele Pasini, “sperimentare forme, materiali e linguaggi per anticipare i bisogni di domani. Per noi, l’architettura è un dialogo vivo tra innovazione, sostenibilità e identità del luogo Siamo ossessionati dalla ricerca della perfezione: non ci accontentiamo della prima idea, ma rifiniamo ogni scelta con rigore e passione. Il nostro compito è dare forma al potenziale degli spazi, generando architetture che ispirano e trasformano. Ogni progetto è un’occasione per plasmare il futuro.”
PROF EMANUELE
PARINI E LA MATEMATICA
CHE SI FA POESIA
INCREDIBILI
DI BARBARA BARONIO
L’incontro con un maestro, gli occhi che si spalancano, l’irrequietezza che sa di buono e che porta a voler conoscere dell’altro, il desiderio di osare, l’abbraccio di una sfida difficile e infine la consapevolezza di essere andati oltre le mura della scuola e di aver posseduto la materia. Quella dei pitagorici è una storia d’amore con la matematica. Il professore Emanuele Parini è il primo artefice di tutto questo. È colui che ha saputo accendere, negli anni, una fiamma destinata a brillare nell’animo di molti studenti dell’Istituto tecnico tecnologico Pascal di Cesena. Da quel sentimento è nato un gruppo che ha dato il via alla Notte Pitagorica, poi evolutasi in Itinerari cosmici: due format di divulgazione scientifica che uniscono menti appassionate dal medesimo intento, quello di svelare la bellezza della matematica e dell’astronomia anche ai neofiti della disciplina
IL PROFESSOR
EMANUELE PARINI, MATEMATICO E ASTRONOMO, HA
DATO VITA ALLA NOTTE
PITAGORICA E AGLI
ITINERARI COSMICI:
DUE FORMAT IN CUI
STUDENTI E INSEGNANTI
ESPLORANO INSIEME
MATEMATICA E ASTRONOMIA, DA CUI
SONO NATI SPETTACOLI E DIALOGHI CHE
SUPERANO I CONFINI
DELLE AULE.
Emanuele Parini, classe 1974, è astronomo e professore di matematica presso l’Itt Pascal di Cesena. Originario di Longiano, nei suoi spettacoli unisce le sue due anime: quella razionale della logica con quella emozionale
della scrittura. Tutto ha avuto inizio quasi per caso, da una serata con ex studenti. Un dialogo sui modelli matematici, una proposta lanciata con entusiasmo (una notte tra stelle e numeri) e così è germogliato il grande progetto pitagorico del prof. Parini. Oggi, attorno a lui ruota l’associazione ‘Pitagorici’, nata per divulgare idee scientifiche e realizzare spettacoli culturali di alto livello. Il Palazzo del Ridotto è stato il primo luogo a ospitarli; poi è arrivato il Parco della Rocca Malatestiana con oltre 300 spettatori, fino all’approdo nei teatri. La scorsa primavera i Pitagorici hanno calcato il palco del Petrella di Longiano, e a febbraio approderanno al Bonci nel festival degli spettacoli delle scuole.
Emanuele Parini alterna le lezioni con lo studio delle vite dei grandi matematici. Attingendo alla preziosa biblioteca dello storico professore del Pascal Mauro Zoffoli, Parini nel tempo libero
FOTO MARCELLO PARINI
legge, approfondisce, immagina e crea i propri spettacoli: narrazioni in cui la scienza si fa poesia e il numero si trasforma in emozione. “La prima Notte Pitagorica,” racconta il professore, “ha generato un movimento di idee e di progettualità, soprat-
tutto da parte dei nostri ragazzi, e questo ci ha spinti ad andare avanti. Ne è nato un viaggio teatrale che racconta la visione illuminata di Pitagora per passare al segreto di Copernico, fino all’ossessione di Schwarzschild, noto per il suo raggio gravitazio-
nale, e all’errore di Einstein. Poi i pitagorici si sono avventurati fino agli orizzonti cosmologici e al dilemma di Archita. Si tratta di spettacoli,” conclude Parini, “che nascono dal ‘cercare insieme buone domande’, da un dialogo educativo tra maestri e studenti che in questi mesi ha superato i confini delle aule. Il desiderio mio e dei diversi professori che collaborano è quello di offrire delle opportunità ai nostri studenti. Nei nostri spettacoli emerge la voglia di sperimentare, di trovare nuove forme espressive per raccontare in modo nuovo antiche verità. La scuola diventa così un laboratorio di passioni e talenti, capace di mostrare al territorio la ricchezza delle sue giovani menti.”
VIANELLO INSURANCE BROKER
DA 50 ANNI SOLUZIONI ASSICURATIVE AVANZATE
Festeggia il cinquantesimo compleanno Vianello Insurance Broker di Ravenna che ha sempre saputo stare al passo con i tempi ed anche anticiparli, spingendosi in mercati come quello delle energie rinnovabili, delle avver-
sità atmosferiche in agricoltura, del cyber risk e dell’offshore, coprendo l’intero territorio nazionale ed internazionale. A fondare l’azienda di brokeraggio assicurativo nel 1975 è stato Roberto Vianello, fra l’altro figura di spic-
FESTEGGIA I PRIMI
50 ANNI LA SOCIETÀ
RAVENNATE NEL
SEGNO DELLA
CONTINUITÀ E DELL’INNOVAZIONE ASSICURATIVA.
co nel basket ravennate, scomparso nel marzo 2025 all’età di 76 anni. Nel luglio 2021 hanno fatto ingresso in Società Wilfrido Franceschini (Presidente) e Gianluca Russo (Consigliere) che controllano l’Azienda e, nel segno della continuità, dopo la scomparsa di Roberto Vianello, sono subentrate le due figlie, Natalia e Alessandra che già lavoravano da molti anni con il padre. “Vianello è stato un imprenditore visionario,” ricorda Franceschini, “soprattutto se si considera che, quando ha iniziato, ancora non esisteva la categoria dei broker assicurativi creata nel 1984. Ancora oggi per tanti non è chiaro chi sia il broker ovvero la figura professionale che, a differenza dell’agente che opera in qualità di intermediario di una Compagnia, collabora con l’intero mercato assicurativo e rappresenta i Clienti da cui riceve un mandato fiduciario e per cui crea coperture assicurative cucite su misura. Il nostro lavoro si è sviluppato e perfezionato nel tempo e oggi siamo in grado di aiutare la clientela nella vera e propria gestione dei rischi. Scegliere la nostra Società significa affidarsi a un consulente esperto che accompagna e indirizza le aziende verso le soluzioni assicurative più aderenti alle proprie esigenze, analizzando il mercato assicurativo nazionale e internazionale e individuando il miglior rapporto coperture, garanzie e premio. Il nostro processo di valutazione si svolge con una prima mappatura dei rischi, attraverso un assesment dell’intera azienda
LA SOCIETÀ IDENTIFICA
LE AREE DI RISCHIO E DISEGNA LA STRUTTURA
DEL PIANO ASSICURATIVO
DIVENTANDO PARTNER
DEI PROPRI CLIENTI
INSTAURANDO UN RAPPORTO FIDUCIARIO E GARANTENDO
UNA COPERTURA
ASSICURATIVA IN TUTTO IL MONDO, PROPONENDO POLIZZE INNOVATIVE.
identificando le aree di rischio e disegnando la struttura del piano assicurativo seguendo l’indirizzo definito con il cliente. Gestiamo in modo dinamico tutto il programma e gli eventuali sinistri. In questo processo, la Società diventa Partner dei propri clienti instaurando un rapporto fiduciario che prosegue lungo tutte le fasi di trasformazione e crescita aziendale, assicurando un continuo miglioramento delle condizioni tecniche ed economiche.”
Le aziende di livello medio-grande rappresentano il cuore dell’attività di Vianello che, grazie a una rete internazionale di broker, riesce a garantire una copertura assicurativa worldwide. “Siamo in grado di offrire e gestire un Programma Internazionale per i nostri Clienti in tutto il mondo garantendo l’aderenza delle coperture assicurative alle leggi dei Paesi in cui si trovano le attività delle Società estere, così da avere non solo in Italia ma anche nel mondo le coperture ottimali,” continua Franceschini, prima di ricordare che il fatturato della Società è più che raddoppiato in questi ultimi quattro anni. “Siamo riusciti a crescere così in fretta,” spiega, “lavorando molto sui processi interni e facendo squadra. E pensare che inizialmente è stato
difficile perché abbiamo dovuto gestire i sinistri dell’alluvione. La stragrande maggioranza dei nostri clienti, il 90%, era assicurata. E la cosa più bella che un cliente possa dire è che quando avevano bisogno, noi ci siamo stati.” “Vianello Insurance Broker ha inserito nelle proprie competenze anche quelle relative alle Avversità Atmosferiche in Agricoltura,” spiega Gianluca Russo, “creando una propria capacità assicurativa esclusiva nei rischi agricoli sia del tipo tradizionale (con componente catastrofale) sia del tipo ‘parametrico’ diventando un importante player del settore in Italia sia per volumi che per soluzioni innovative. Stiamo lavorando su diversi tavoli tecnici per elaborare nuovi modelli parametrici sui dati meteorologici che possono influire negativamente sulle colture. Queste tipologie di coperture, a differenza di quelle tadizionali, pagano al superamento di determinate soglie (per esempio, un mancato conferimento di merci, il terremoto di un certo grado, ecc.). Si tratta di polizze molto più veloci nel pagamento del danno e che richiedono un’attenta valutazione scientifica.” E proprio il mercato delle avversità atmosferiche in tutta Italia porterà un’ulteriore
forte crescita della Società ravennate.
Vianello Insurance Broker ha saputo inoltre entrare con grande competenza anche nel settore delle energie alternative (fotovoltaico, solare, eolico, biomasse ecc.) con un importante knowhow sulle coperture assicurative per gli impianti di cogenerazione da biometano, aprendo ex novo rapporti con compagnie specializzate nel mercato londinese e americano.
“Siamo stati tra i primi,” prosegue Franceschini, “a proporre polizze cyber risk che coprono i rischi legati ad attacchi hacker, ossia al blocco di dati in cambio di riscatto. Oggi, nell’epoca della crescente digitalizzazione delle aziende, il cyber risk è considerato più importante dell’incendio perché ha impatti spesso superiori rispetto a quelli fisici.” Guardando al futuro, la Società ravennate ha le idee chiare: “Insisteremo nello sviluppo di settori dove c’è bisogno di professionalità e di una attenta gestione dei rischi.”
A FIANCO, IN ALTO DA SINISTRA, WILFRIDO FRANCESCHINI E GIANLUCA RUSSO. SOTTO, NATALIA E ALESSANDRA VIANELLO.
TRA REALTÀ
LUCIANO POGGI CI PORTA ALLA SCOPERTA DEI MISTERI ROMAGNOLI
E LEGGENDA
DI VITTORIA EDINI
“Ci sono luoghi che raccontano, altri che sussurrano. E poi ci sono quelli che vibrano: di storia, di fede, di energia.” Con queste parole Luciano Poggi introduce Luoghi e misteri di Bologna e della Romagna, il libro pubblicato da Minerva Edizioni
che il giornalista e conduttore tv cesenate ha scritto a quattro mani insieme a Claudio Cannistrà, ricercatore ed esperto di astrologia e simbologia. L’idea dell’opera, uscita nell’estate del 2025, ha origine da un progetto che Poggi porta avanti da anni insieme a Cannistrà: il format televisivo Luoghi e misteri, in onda su Teleromagna, dove gli spettatori vengono accompagnati alla scoperta di storie insolite, enigmi e curiosità del territorio. Dal successo di quella trasmissione è scaturito il desiderio di approfondire il viaggio in forma di libro, arricchendo il racconto con nuove ricerche e testimonianze. L’opera si propone come un viaggio nella parte più affascinante e meno conosciuta dell’Emilia-Romagna: quella sospesa tra realtà e leggenda, tra spiritualità e mistero. Il volume è quindi un itinerario che unisce storia e suggestione, dove gli autori analizzano, come moderni investigatori, le vite di personaggi famosi e la storia di chi ha lasciato impronte indelebili nel proprio cammino terreno, eventi inspiegabili ma realmente accaduti, luoghi magici, miti tramandati nei secoli.
Dalla Bologna rinascimentale
dei Bentivoglio alle valli romagnole abitate da santi, alchimisti e studiosi eccentrici, il libro attraversa luoghi simbolici come la basilica di San Giacomo Maggiore, dove si conserva il corpo incorrotto di Santa Caterina de’ Vigri, o la rocca di San Leo, teatro della prigionia di Cagliostro, e rievoca figure come Guido Bonatti, l’astrologo forlivese, e Raffaele Bendandi, che tentò di leggere nei pianeti i segni dei terremoti.
Per Poggi, la Romagna è un territorio che da sempre vibra di spiritualità e di enigmi, una terra dove convivono fede e mistero, miracoli e magnetismo. Gli autori danno voce a tutto questo, costruendo così un racconto dalla doppia anima, quella del giornalista, abituato a documentare, e quella del simbolista, che cerca connessioni oltre la superficie, alternando pagine di ricostruzione storica a momenti di introspezione e riflessione spirituale
Un libro dove la curiosità diventa strumento di conoscenza e la Romagna si rivela non solo come terra ospitale e concreta, ma anche come luogo di spiritualità, leggende e antichi enigmi ancora vivi nel presente.
SCOPRI IL CONTO CORRENTE FIDEURAM ONE
Dedicato a chi utilizza il conto come appoggio per i propri investimenti, senza rinunciare ad un servizio di operatività bancaria completo.
ZERO SPESE PER:
Canone annuo del conto corrente; Prelievo di contante presso tutti gli sportelli automatici (ATM) di tutte le banche in Area Sepa.
CONDIZIONI AGEVOLATE:
per la compravendita di strumenti finanziari sui mercati italiani ed esteri; sulle commissioni per acquisto e vendita titoli italiani ed esteri (con ulteriori agevolazioni per le operazioni online).
FUNZIONI DIGITALI INNOVATIVE
Semplicità e velocità:
per aprire un nuovo conto bastano pochi passaggi grazie ad un processo di onboarding semplificato che sfrutta la firma grafometrica.
CHECK UP FINANZIARIO GRATUITO
Comodità e versatilità: con l’app Alfabeto Banking hai sul tuo smartphone ciò che ti serve per entrare e operare nella banca online.
Sono disponibile a offrirti un check up finanziario gratuito, senza alcun impegno da parte tua, se non sei già cliente di Fideuram o di altre Società del Gruppo Intesa Sanpaolo. Contattami per avere maggiori informazioni.
Servizio “Pagamenti sicuri internet”: effettuare acquisti sui siti internet tramite il circuito indicato sulla carta con elevati standard di sicurezza.
Ufficio dei Private Banker di Forlì Piazza Orsi Magelli, 5 Tel. 0543 451911
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali dei prodotti e servizi citati consulta il documento informativo del conto corrente Fideuram One disponibile presso gli Uffici dei Private Banker* e sul sito www.fideuram.it
* Il Private Banker è un professionista della consulenza finanziaria, previdenziale ed assicurativa iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari.