SPORT MAGAZINE 14 NOVEMBRE 2025

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Appena messo on line, nel giro di un'ora ha totalizzato oltre 5.500 visualizzazioni! È un ottimo inizio per www.diogenesport.it, il portale nato dal progetto Diogene Sport Magazine, che si propone di diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati, non solo a Forlì e in Romagna, ma anche per chi vuole vivere lo sport a 360 gradi. Informazione e approfondimento sono gli obiettivi di questo nuovo spazio digitale, ma il progetto non si limita a questo: la partecipazione sarà il segno distintivo di questa nuova iniziativa. Infatti Diogene Sport non sarà soltanto una vetrina di notizie, ma un vero e proprio spazio digitale dove i lettori potranno leggere articoli, ammirare gallerie fotografiche esclusive, commentare i contenuti e prendere parte a sondaggi interattivi, contribuendo così a dare voce alla comunità sportiva. La redazione seguirà i grandi eventi del panorama mondiale, dalla Formula1 alla MotoGP, dove siamo stati accreditati anche quest’anno, passando per il calcio, il basket, il tennis e tante altre discipline. Un’attenzione speciale verrà riservata allo sport locale: dalle squadre di calcio e basket delle categorie inferiori fino a discipline spesso poco raccontate dai media, come softball, rugby, atletica o scherma. Grande spazio sarà dato anche a realtà consolidate come Cesena Calcio, Forlì Calcio e Unieuro Basket, punti di riferimento per il territorio.

Il valore aggiunto sarà garantito dalla collaborazione con giornalisti e professionisti qualificati, tra cui Emanuele Bandini, Simone Casadei, Massimo Nazzaro, Valerio Rustignoli, Mattia Siboni ed Emiliano Tozzi. Ognuno di loro porterà competenze specifiche, passione e capacità di analisi, per offrire ai lettori contenuti originali e autorevoli.

La parte visiva non sarà da meno: fotografi professionisti racconteranno lo sport con immagini capaci di trasmettere energia, emozioni e momenti unici, arricchendo articoli e rubriche.

A rendere ancora più completa l’esperienza ci saranno le rubriche tematiche dedicate a calcio, basket e motorsport, come "A BORDOCAMPO" dedicata all'analisi post-partita della Unieuro Forlì Basket per rivivere ogni emozione della palla a spicchi, analizzando la prestazione, il gesto tecnico e l'anima della squadra, con l'intensità che solo i veri tifosi conoscono.

Per chi ama ascoltare commenti e analisi, ecco una sezione di podcast: CURVA 12, con la voce di Emiliano Tozzi, sul mondo del motosport. Dalla Formula 1 alla MotoGP, al WEC per ogni gara troverete riflessioni attente, giudizi taglienti e verità scomode che solo un occhio esperto può cogliere. La missione di Diogene Sport è chiara: costruire una piattaforma che unisca qualità giornalistica, coinvolgimento del pubblico e attenzione al territorio, senza dimenticare lo sguardo internazionale. Una rivista sportiva digitale che vuole riportare al centro il piacere della lettura e del confronto, con l’entusiasmo di chi vive lo sport come una vera passione quotidiana. L'appuntamento è con www.diogenesport.it, il portale che promette di raccontare lo sport in tutte le sue forme, con professionalità, freschezza e uno sguardo sempre rivolto al futuro.

Sommario

4 GINNASTICA ARTISTICA

5 FORLÌ CALCIO

6 CALCIO

7 CESENA CALCIO

8 BASKET B

9 BASKET A2

10 GINNASTICA RITMICA

11 POSTUROLOGIA

19 F1

Venerdì 14 Novembre 2025

Supplemento a Diogene del 3 Novembre 2025 n. 1251

Aut. Trib. Di Forlì 9/1988 del 29 marzo 1988

Editore: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121

Direttore Responsabile: Marco Viroli

Fotocomposizione: Pigreco s.r.l.

Raccolta Pubblicitaria: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121

Foto di copertina: nella foto di Fabio Casadei, Vanessa Ferrari, vice campionessa olimpica a Tokyo 2020 Stampa: Nuova Tipografia, Via Enrico Berlinguer, 1/7, Forlimpopoli

Nell’impossibilità di verificare tutto il materiale ricevuto, si fa presente sin d’ora che la responsabilità dei diritti iconografici e di altri diritti esclusivi di terzi è di chi ci fornisce le informazioni.

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I giorni tra il 18 e il 20 maggio 2023 sono momenti che Forlì difficilmente dimenticherà. Si scoprì che anche il nostro territorio ha un’intrinseca fragilità idrogeologica non in grado di sopportare eventi atmosferici estremi. I mesi successivi furono difficili per tutti, con lo sport costretto ad un altro stop forzato dopo la pandemia. La palestra “Girolamo Mercuriali”, che dal 2000 ospita il movimento della ginnastica forlivese, subì gravi danni strutturali e nelle attrezzature. Nel maggio 2023 tutto si fer-

mò improvvisamente, ripiegando, grazie all’amministrazione comunale, su strutture di emergenza dove si svolse la preparazione dei ragazzi all’avviamento e alla preagonistica. Ma i ragazzi dell’agonistica furono costretti ad emigrare fuori comune. Solo una grande passione ha permesso di ripartire nella palestra ristrutturata ed inaugurata recentemente alla presenza delle autorità cittadine e del ex numero uno del CONI, Giovanni Malagò, che vanta un legame speciale con la città (di origini

romagnole da parte della madre). La Forti e Liberi società centenaria (tra le prime della nostra comunità fondata nel 1898) è ripartita anche grazie all’opportunità di riorganizzarsi con una nuova direzione tecnica. Lorenzo Ticchi, classe 1989, ex ginnastica della nazionale senior e campione italiano assoluto nel 2005, ha preso le redini della guida tecnica della società per rilanciarne l’intero settore preagonistico e agonistico, con l’intento di riportare la società agli antichi fasti degli anni ‘50 e ‘70. La Forti e Liberi ha voluto sancire questa nuova ripartenza con una testimonial di eccellenza: Vanessa Ferrari, vice-campionessa olimpica a Tokyo 2020. Il 5 ottobre, a pochi giorni dalla riapertura, si è svolto uno stage con Vanessa presso la palestra Mercuriali a cui hanno partecipato oltre 100 ragazze. La giornata sì è conclusa con il premio “Bruno Grandi 2025” assegnato a Vanessa alla presenza di tanti ospiti e dell’amministrazione Comunale di Forlì. C’è un legame particolare con Vanessa, commenta Fabio Grandi, presidente della Forti e Liberi: “storie di persone che hanno avuto la straordinaria capacità di andare avanti ad ogni costo, nonostante gli infortuni e gli ostacoli. Storie alimentate da una passione unica per questo sport che concede pochissimo dal punto di vista economico, ma che gratifica come nessun altro quando raggiungi risultati che ti rendono merito sui campi di gara. Una giornata speciale da ripetere per emozionare ed emozionarci. Chissà che un giorno non riusciremo ad avere tra i nostri ragazzi un talento con cui organizzare uno stage da campioni. Un sogno? Forse sì, ma continuiamo a coltivarlo!” Per informazioni sulle attività fortieliberiginnastica.it

A cura di Massimo Nazzaro Foto Fabio Casadei

A cura di Simone Casadei Foto Sara Callegari - Studio Frasca

Il Forlì non smette di sognare. La zona calda è sempre più lontana

Compiuto abbondantemente il giro di boa del girone di andata e dunque con un quarto di campionato oramai già alle spalle, si può affermare che il Forlì è la matricola ‘terribile’ del girone B di serie C. I biancorossi sono la grande rivelazione di questi primi due mesi di stagione e a dirlo sono i risultati ottenuti e le prestazioni sfornate con grande continuità. Orbitare stabilmente in zona playoff è un traguardo di assoluto spessore, che permette di guardare al prosieguo dell’annata con grandissima fiducia. Il trio di testa (Arezzo, Ascoli e Ravenna) fa storia a se e verosimilmente continueranno a far la voce grossa sino a maggio, giocandosi la promozione in B. Poi, però, nel gruppetto all’inseguimento ci sono in prima fila proprio i galletti, che stazionano fissi tra la quarta e la quinta piazza. Avviso ai naviganti. Il campionato è lunghissimo, la terza serie è imprevedibile fino agli ultimi minuti degli ultimi impegni primaverili e tutto può davvero essere stravolto in un attimo. Del resto, il Forlì non si era certo presentato ai blocchi di partenza prefissandosi l’obiettivo di chiudere tra le prime dieci della classe e dunque guadagnarsi quantomeno la qualificazione ai playoff. Bensì, ciò che più conta è naturalmente strappare la permanenza in categoria, nell’annata del tanto atteso ritorno tra i ‘grandi’, e la partenza lanciata va inquadrata proprio sotto questo punto di vista. I numerosi successi conquistati nei primi due mesi di campionato, nonché un mese di otto-

bre da imbattuta in campionato (l’unico passo falso è arrivato in Coppa Italia, effettuando un ampissimo turnover), sono un ottimo bottino innanzitutto proprio in chiave salvezza. Il margine conquistato sulla zona playout fa infatti dormire sonni tranquilli al Morgagni, in questa fase della stagione. Pur nella piena consapevolezza che questo possa anche ridursi nelle proprie settimane, proprio perché, come detto, tutto può ancora succedere. I galletti, però, si sono lasciati alle spalle un bel plotoncino di avversarie con problematiche assortite: tutto il contrario di ciò che succede dalle parti di viale Roma. Conquistando così un discreto vantaggio competitivo grazie alla forza del gruppo e alla compattezza complessiva dell’organico.

Sono questi i veri punti di forza dei biancorossi, plasmati da mister Alessandro Miramari a sua immagine e somiglianza. Una squadra

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giovanissima che – nonostante i dubbi di diversi addetti ai lavori – si è subito dimostrata all’altezza della grande sfida, assorbendo tutti i dettami dello staff tecnico e veleggiando così con il vento in poppa. Potranno anche arrivare momenti di tempesta, fisiologicamente. Ma il valore del gruppo, unito ai suoi importanti margini di crescita, fanno ben sperare. Il cielo è sereno e privo di nubi sopra Forlì.

Un forlivese alle Deaflympics di Tokyo. La storia di Simone Peloni

C’è anche un pizzico di Forlì nel giro della Nazionale italiana di calcio dei non udenti. Stiamo parlando di Simone Peloni, 31enne attaccante del Carpinello che ha già accumulato diverse convocazioni con la maglia azzurra della FSSI. «Gioco con la Nazionale relativamente da poco tempo – ci spiega –. Per ora ho fatto tre raduni e un’amichevole contro la Federazione inglese. Annualmente, verso fine stagione, vengono organizzati tornei fra club di non udenti e lo scorso anno mister Trocchia mi ha notato e ha scelto di coinvolgermi in questa avventura». Proprio l’impegno Oltremanica è un ricordo indelebile per Peloni: «A Birmingham è stato davvero bellissimo. Abbiamo giocato a St. George’s Park, il campo di allenamento e di gioco della Nazionale inglese. Un complesso di campi del genere non l'avevo mai visto prima e sono veramente rimasto estasiato».

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di assoluto rilievo. Sì, perché Simone è stato ‘chiamato’ per partire alla volta di Tokyo per le Deaflympics, vale a dire le Olimpiadi riservate ad atleti con disabilità uditiva. «Non sto nella pelle all’idea di scendere in campo ai Giochi Olimpici – afferma –. Sarà un’esperienza indimenticabile. Le aspettative? Non voglio sbilanciarmi.

Gli avversari sono forti, ma penso che incontrarci sia scomodo veramente per tutti. Siamo nel girone con i padroni di casa nipponici, con la Gran Bretagna e con il Messico. Ho sensazioni positive circa il nostro livello». Gli azzurri, del resto, sono pronti a giocarsi tutte le proprie carte. «Il gruppo è meraviglioso ed il mister tiene viva la sua identità nel corso dell’anno, in modo da dargli più certezze possibili nonostante il poco tempo a disposizione».

Una competizione, quella olimpica, che porta con se anche un bel messaggio. «Rassegne di questo tipo sono sicuramen-

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te inclusivi – spiega Peloni –, anche se le istituzioni potrebbero fare di più affinché chi ha problemi uditivi, sin da piccoli, evitando così che si creino due società parallele. In modo che si possa vivere la vita insieme sotto tutti gli aspetti di amicizia e relazioni.

Per quel che riguarda me, la sordità non è mai stato un problema, avendo sempre giocato con gli apparecchi. Naturalmente, invece, quando gioco le competizioni con i ragazzi non udenti, dobbiamo toglierci le protesi uditive e così sprofondo in una differente percezione delle distanze e degli avversari». Mente e corpo, ora, sono dedicate alle Olimpiadi. «Voglio salutare e ringraziare il Carpinello, i miei compagni di squadra e tutto lo staff tecnico.

Li considero indispensabili per la mia condizione atletica e mentale, oltre che essere persone umanamente squisite e che augurerei ad ogni giocatore di incontrare nel proprio percorso».

CESENA CALCIO A

Berti, Shpendi e il “Mignanismo” identitario del Cesena

La focosa marcia cesenate, in questo inizio di stagione, pare aver assunto contorni più definiti: non parliamo più di stantio entusiasmo, ma entriamo a gamba tesa sui binari di visione e ambizione. Fermatevi e dimenticate, per un attimo, la sfortunata caduta di Bari, perchè dalla vittoria in casa per 2-1 contro la Carrarese, consumata lo scorso 28 ottobre, emerge una trama fatta di personalità e pragmatismo, elementi affatto scontati che dimensionano il racconto odierno. In particolare, questo match ricama lo stoicismo di una rosa ora in grado di soffrire e conquistare punti nelle esibizioni

casalinghe, consci del fatto che nemmeno le uscite fuori porta sembrano volersi sottrarre all’elogio. Viene in mente il successo per 1-2 sul campo del Venezia, così come lo 0-1 inflitto al Südtirol di Castori il 25 ottobre scorso. Risulta semplice notare come - anche nelle performance lontane dal terreno di casa - gli uomini di Mignani riescano a costruire e convincere. Il Cavalluccio di oggi si presenta come una squadra che ha finalmente assorbito la categoria, comprendendone ritmi, logiche e necessità. È una formazione consapevole del proprio valore, che non vive più di fiammate, ma di sequen-

di

ze ragionate. Già, perchè la solidità non è un episodio, ma un processo che Mignani ha saputo consolidare giorno dopo giorno, calibrando i carichi, le rotazioni e persino il linguaggio tecnico. Le ultime uscite hanno confermato una rinnovata maturità, fatta di concretezza e adattamento tipici di chi, in Serie B, non vuole limitarsi a esistere. Questo lo si nota - anzitutto - nella gestione della gara. Il baricentro medio più alto rispetto a inizio stagione, l’aggressione del portatore e la densità centrale in fase di non possesso raccontano una squadra che difende in avanti, accorciando gli spazi e rifiutando la passività. Non è un caso che molte delle occasioni decisive nascano da recuperi immediati, con l’innesco rapido di Shpendi o la verticalizzazione pulita di Berti, che si conferma uno dei profili più evoluti e lucenti di questa categoria. Non a caso, la sua capacità di leggere le linee di passaggio, di inserirsi negli spazi e di alzare la qualità della manovra sta diventando una - gradevolissima - cifra bianconera. Chiaramente non basta, perchè il Cesena è cresciuto anche nella gestione del ritmo. Non cerca più l’affondo imperterrito, ma alterna momenti di pressione a fasi di consolidamento del possesso, sfruttando l’ampiezza e il lavoro degli esterni. Per esempio, Adamo garantisce corsa e profondità, mentre Frabotta, sull’altro lato, sta affinando la sensibilità nei tempi di sovrapposizione. Mignani ha chiesto ai suoi di “sporcarsi le mani”, di non pretendere sempre la perfezione ma di interpretare le partite secondo l’andamento, senza irrigidirsi in un solo copione tattico. È proprio questa flessibilità, più che la brillantezza, a rendere il Cesena una squadra affidabile. E che, scaramanzia a parte, riesce a farci sognare oltre i confini convenzionali.

cura
Mattia Siboni Foto Fabio Casadei

BASKET

Baskèrs: tutto può succedere per chi non smettemai di sognare

In questa stagione, per la prima volta nella loro giovane storia societaria, i Chemifarma Baskérs Forlimpopoli sono impegnati in un campionato nazionale, una B Interregionale che rappresenta la porta d’ingresso verso il mondo del professionismo e che certo mai sarebbe stata immaginata quando nel 2013 un gruppo di amici fondò per passione la squadra. Nonostante l’importante salto, obbligato dopo l’incredibile promozione senza sconfitte dello scorso anno, la prima squadra forlimpopolese ha

dimostrato di poter competere in questo torneo, in un girone durissimo sia da un punto di vista tecnico che logistico, che raggruppa formazioni di tutta la dorsale adriatica dalla Romagna fino alla Puglia. Giunti ormai a metà del girone di andata, Forlimpopoli ha mostrato che puntare sulla continuità è stata la migliore delle soluzioni: la guida tecnica di coach Alessandro Tumidei e la conferma di gran parte del gruppo dello scorso anno hanno portato i Baskérs ad occupare un posto a metà

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classifica, regalandosi anche il lusso di uno scalpo importante come quello di Porto Recanati, contro quell’Attila Basket, battuta per 58-68 grazie alla scoppiettante prova balistica di Gabriele Fin (21 punti), che sarà certo una delle contender alla promozione in terza serie. Certo, lo scotto del noviziato c’è stato anche per Brighi e compagni, che tra le mura amiche per due volte sono stati superati in volata da formazioni forti ed attrezzate: sia contro Matelica (57-58) che contro Senigallia (65-68), gli artusiani sono capitolati al fotofinish, mostrando però tenacia e la capacità di giocarsela alla pari contro formazioni ben più rodate ed ambiziose per puntare ad obiettivi importanti. Dopo una prima parte di annata molto dura, la seconda parte del girone di andata metterà Forlimpopoli dinanzi alla maggior parte delle squadre che lotta per mantenere la categoria: da Pescara a Termoli, Valdiceppo, Gualdo, Canosa. Insomma, per i galletti si avvicina il momento clou del campionato, prima del giro di boa, una fondamentale occasione per macinare punti e per portare fieno in cascina allo scopo di avvicinare il primo obiettivo stagionale, quello della salvezza diretta. Per raggiungerlo, occorrerà chiudere l’annata almeno al decimo posto: un obiettivo che sembra alla portata per la società del presidente Gardelli, ma che occorre non dare per scontato, onde evitare di trovarsi in difficoltà in corso d’opera. Una volta conquistata la salvezza si potrà provare a puntare ancora verso l’alto, anche verso i primi otto posti che valgono l’accesso ai playoff: la storia dei Baskérs Forlimpopoli insegna, infatti, che tutto può succedere per chi non smette mai di sognare.

A cura di Valerio Rustignoli Foto Sara Callegari - Studio Frasca

di Antimo Martino. Sì, perché l’Unieuro si presenta al PalaPentassuglia di Brindisi da vittima sacrificale, con rotazioni ridotte all’osso (ben tre assenti) contro la prima della classe. Forlì però non ci sta ed esce a braccia alzate dal confronto, sulle ali di una serata da ricordare nelle percentuali dalla lunga distanza.

È la chiave di volta dell’inizio di stagione biancorossa. Perché poi i biancorossi cominciano a macinare successi e sistemare pure parecchi aspetti tecnici. A cominciare dalla ‘guida’ della squadra, che, complice anche qualche acciacco fisico di Kadeem Allen, è sempre più nelle mani – quest’anno finalmente affidabili – di Demonte Harper, sempre più giocatore totale sui due fronti di gioco. Quindi si è assistito all’atteso ‘ritorno’ delle altre bocche da fuoco come Raphael Gaspardo e Pietro Aradori, con quest’ultimo che pare aver trovato la propria dimensione nello scacchiere di Antimo Martino.

Una partenza a dir poco shock, tenendo un ritmo da piena lotta salvezza. Poi la risalita, con lampi di squadra – nel vero senso della parola – e le prime vittorie convincenti che hanno riportato il sereno. Con l’auspicio di aver finalmente trovato la quadra e continuità. È questo il ‘quadretto’ di inizio regular season della Pallacanestro 2.015 Forlì, autrice di un primo mese e mezzo di campionato davvero ‘double face’. Troppo brutta per essere vera nelle prime sei uscite della stagione, che hanno fruttato a Tavernelli e compagni una sola vitto-

ria, contro la neopromossa Ruvo di Puglia, facendoli stazionare a lungo nelle retrovie della classifica. Oltre ai risultati negativi, ciò che creava maggiori preoccupazioni nell’ambiente forlivese era soprattutto la totale ‘scollatura’ nelle componenti della formazione biancorossa. Non vi erano segnali di positività sotto alcun punto di vista, nulla e nessuno a cui aggrapparsi per poter anche soltanto sperare in un’inversione di rotta nell’immediato.

Invece, all’improvviso, un lampo in un sabato sera salentino ha assistito la squadra

La Pallacanestro 2.015, dunque, dopo settimane particolarmente complicate, pare poter finalmente giocare un ruolo da protagonista nel corso di questa regular season. I segnali lanciati a cavallo tra fine ottobre e inizio novembre andranno naturalmente confermati nelle prossime uscite di campionato. Con un calendario che, prima della fine girone di andata (domenica 28 dicembre a Bergamo), proporrà diversi incroci contro le avversarie più quotate a tastare il polso della formazione in maglia Unieuro. Una serie di importanti banchi di prova che saranno una cartina al tornasole per le ambizioni di Forlì da qui al mese di maggio.

A cura di Simone Casadei Foto Massimo Nazzaro

GINNASTICA RITMICA

A cura

Non solo, però, i risultati individuali impreziosiscono il lavoro della società forlivese: la giovane Aurora Benedetti, atleta nata nel 2010, è stata convocata per il Centro Tecnico Addestrativo Nazionale di Udine e grazie a questa esperienza, avrà la possibilità di allenarsi durante la stagione, una volta al mese, con lo staff federale e di essere visionata e curata dai tecnici della Federazione, confrontandosi con le più importanti atlete del panorama nazionale.

“La nostra disciplina è una disciplina molto impegnativa: ci alleniamo quattro ore al giorno, per sei giorni, dal lunedì al sabato, mentre nel weekend spesso siamo impegnati con le gare - confessa Domeniconinoi abbiamo fatto la scelta di non costituire un’accademia e di lasciare che le ragazze restino nel loro contesto scolastico e familiare quanto più possibile”.

È ripartita con grande carica la stagione della Gymnica 96 Forlì, che con le sue oltre 200 ragazze tesserate e le 50 atlete impegnate con l’attività agonistica, porta avanti il lavoro e i valori della ginnastica ritmica sotto San Mercuriale e in tutta Italia. La prima buona notizia, per la società del presidente Fossi, è stato il ritorno nella palestra Mercuriali di via Isonzo, la casa della ginnastica forlivese, riconsegnata alla città nel mese di settembre dopo i lavori di ristrutturazione imposti dai danni causati dall’alluvione del 2023.

Non solo però, perché sono tante le ragazze della società che stanno ben figurando a tutti i livelli: “Abbiamo dieci atlete che partecipano alla sezione agonistica Gold, di cui ben tre si sono qualificate per le gare del campionato nazionale in corso - racconta Chiara Domeniconi, allenatrice e responsabile tecnica della società - se non fosse stato per il cambio di regolamento introdotto quest’anno, addirittura sei sarebbero passate all’ultima fase dei campionati, ma le regole più restrittive introdotte ce lo hanno impedito per un pelo”.

Laddove ci siano richieste o necessità di fare un ulteriore step di crescita, è la società ad accompagnare le ragazze verso contesti più importanti: esemplare è la storia di Milena Baldassarri, pluricampionessa italiana e due volte atleta olimpica (a Parigi e a Tokyo), che si è allenata a Forlì fino a tredici anni, prima di essere indirizzata verso l’Accademia di Fabriano. Per il 2026, diverse iniziative bollono in pentola: “Come prima cosa, il 18 gennaio organizzeremo al Villa Romiti una gara interregionale, mentre a dicembre parteciperemo ai campionati SIlver in programma a Rimini. Poi, stiamo lavorando per organizzare a giugno un grande evento pubblico per celebrare i trent’anni della nostra società - conclude Domeniconi - ma ancora siamo al lavoro per questo”.

di Valerio Rustignoli Foto fornita dalla Società

Posturologia: i segnali da non sottovalutare che il nostro corpo ci invia

Abbiamo approfondito con il Dott. Conte una materia non sempre percepita nella sua interezza e nelle sue molteplici ripercussioni. Dott. Conte ci parli della sua formazione e del suo percorso professionale Posturologo, audiopsicofonologo, psicomotricista, sociologo sono alcuni titoli della mia formazione: dagli anni ’90 ad oggi ho mantenuto attivo il mio studio e in ambito lavorativo ho svolto funzioni manuali, di docenza, di conduzione di gruppo, di coordinamento, in ambito educativo, rieducativo e terapeutico. Nel 2024 fondo “conTE” azienda che offre servizi per aiutare le persone nella strutturazione di un proprio e personale stile di vita sano. Quali sono i campanelli d’allarme che indicano problematiche posturali? Sono molteplici, potremmo dire che è la presenza di tensione, dolore o malfunzionamento di origine muscolare percepibili quando la nostra attenzione è rivolta all’esterno. L’analisi PNC (Posturo-Nutrizionale-Corporea), da noi creata, offre la possibilità di rilevare se la persona è a rischio di processo infiammatorio cronico e se sta efficientando al meglio il proprio tono muscolare. A quali conseguenze porta una cattiva postura nello svolgimento dell’ attività sportiva? Aumentare i processi infiammatori acuti; rischio di incorrere in infiammazioni croniche; dispendio energetico, in particolare nervoso; mala efficienza delle funzioni mentali. Alcuni esempi posso-

no essere difficoltà di attenzione, di sonno, di coordinazione motoria, della gestione delle proprie emozioni, di concentrazione, di memorizzazione, della capacità di scelta, etc. Una buona postura che vantaggi offre nella quotidianità? Maggiore consapevolezza di sé stessi: capacità di riconoscere se un malfunzionamento (per esempio essere spesso irritabile) ha un’origine muscolare e di conseguenza quali esercizi fare per riequilibrarsi; performare meglio per esempio in un gesto atletico (riequilibrando la salute tonica posso incrementare fino al 20% la mia performance); ottimizzare le mie capacità mentali utilizzando tutto il mio potenziale mentale. La sua consulenza allarga l’approfondimento e le soluzioni ad altri ambiti, ci spieghi in cosa consiste il percorso proposto da “conTE”? conTE si fonda su 5 pilastri legati a 5 azioni: conTE mi alleno - movimento, conTE respiroossigenazione, conTE mi carico - energia, conTE mangio - nutrizione e conTE sono – meditazione. Attraverso l’accoglienza della domanda del cliente proponiamo l’analisi PNC e gli restituiamo quali azioni risultano essere più efficaci ed efficienti. Le proposte possono orientarsi verso un lavoro personalizzato individuale o di gruppo. Alcuni esempi: percorso di posturologia funzionale, trattamenti personalizzati sulla distensione e rilassamento, respirazione, riequilibrio energetico, consiglio nutrizionale

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È partito con il piede giusto il nuovo corso della Querzoli Volley

Era certo un inizio di stagione che poteva riservare qualche insidia, invece la Querzoli Volley è partita subito al massimo nel campionato di serie B, issandosi a suon di vittorie nelle zone più nobili del girone D della serie B maschile. Dopo il cambio in panchina che ha visto Claudio Visani sostituire Gabriel Kunda dopo quasi un decennio al timone della prima squadra forlivese, la Querzoli ha puntato sulla continuità anche

all’interno della squadra, che può sempre contare sul palleggio di Giulio Mariella, sui centrali Pirini e Soglia, sul pacchetto di bande formato da Gabriel Peripolli, Matteo Camerani, Marco Silvestroni, Nicolas Kunda e Roberto D’Orlando, senza dimenticare l’esperienza di Alfonso Bendi (classe 1976) e la devastante potenza dell’opposto Luca Bigarelli, che dopo aver perso qualche settimana per un piccolo problema che non gli

ha permesso di ottenere l’idoneità sportiva, ha esordito contro San Severino segnando subito 25 punti e confermandosi top scorer per la squadra e giocatore pericolosissimo per il campionato. Tra i volti nuovi, invece, ci sono il libero Matteo Pirazzoli e il duo, ex Rubicone, formato dal centrale Andrea Graziani e dal palleggiatore Mattia Massaro. Come detto, dopo la sconfitta all’esordio, al tie break contro San Marino al termine di un match equilibratissimo contro una squadra ben organizzata, la formazione forlivese ha macinato punti e vittorie, infilando anche diversi e perentori 3-0, contro formazioni come Montorio e San Severino, ma anche contro avversarie strutturate come l’ambiziosa Cavallino 4 Torri Volley Ferrara. Nelle prossime settimane, la Volley Forlì è attesa da una serie di gare difficili ed equilibrate: entro fine anno, le sfide contro Loreto e Macerata promettono scintille ed un livello di gioco molto elevato, così come i derby contro Bologna e contro una Consar Ravenna finora parsa un po’ in difficoltà metteranno alla prova forza nervosa e potenziale di una Querzoli che al momento ha dimostrato di potersela giocare alla pari con le migliori. Agguantare i playoff sembra una sfida molto dura, visto che solo le prime due squadre classificate al termine del girone di ritorno accederanno alla post season che mette in palio le sei promozioni in A3, ma al momento Forlì è in piena corsa per poterci provare. Certo è che il nuovo corso della società, che in estate ha visto l’avvicendamento dello storico presidente Giovanni Gavelli con Simone Canali e gli altri soci, è partito decisamente con il piede giusto e sognare, nell’anniversario dei primi cinquant’anni di vita della società, non costa davvero nulla.

A cura di Valerio Rustignoli Foto Studio Frasca

Dopo una partenza faticosa, si aprono ora nuovi orizzonti per

C’è grande entusiasmo in casa Life365.eu Libertas Volley Forlì dopo la serie di vittorie che ha rilanciato la formazione allenata da coach Nello Caliendo ai margini delle zone nobili del campionato. Una serie di vittorie che ha subito scacciato i dubbi di una preseason non troppo scintillante e i due ko nelle prime due gare nei derby contro Ravenna e Bologna, arrivati in maniera forse un po’ severa rispetto alle attese potenzialità del gruppo. Il successo casalingo per 3-1 contro Ostiano, una delle formazioni più accreditate ed ambiziose del torneo, invece, ha cambiato il corso di questo inizio di stagione per Arcangeli e compagne, che poi hanno preso abbrivio andando a punto anche nelle gare successive e risalendo così la classifica, abbandonando le zone più calde spesso frequentate nella passata stagione. Certo, ancora molto c’è da fare per la prima squadra forlivese, che ancora aspetta di conoscere il reale impatto di Lara Salvestrini, la banda titolare del sestetto della Libertas, che finora non ha potuto giocare con continuità a causa di alcuni acciacchi fisici. Nella bellissima cornice del Villa Romiti, che quest’anno ospita le gare interne della formazione forlivese, sabato arriverà Riccione, per l’ennesimo derby che potrebbe proiettare ulteriormente verso l’alto la Life365.eu considerate anche le dif-

ficoltà finora mostrate dalle rivierasche che occupano il fondo della classifica. Guardando oltre, la fine del 2025, metterà la prima squadra forlivese davanti ad un calendario da non sottovalutare: di qui a Natale, Forlì sfiderà Ripalta e Valdarno, due formazioni di alta classifica, ed avversarie toste come Montespertoli, San Giorgio e Reggio Emilia, quest’ultime due in trasferta. Insomma, sulla carta il cammino non è semplice, ma sin

dall’estate si conosceva la difficoltà di un girone caratterizzato da grande equilibrio e da un gran numero di formazioni strutturate e di buon livello. In questo scenario, però, per la Libertas l’obiettivo non cambia: come prima cosa, occorre conquistare matematicamente il decimo posto che vale la salvezza diretta e il mantenimento della categoria, poi continuare a giocare partita dopo partita, con la consapevolezza di potersela giocare con tutti e con il desiderio di non porre limite ai sogni. Dopo la difficile passata stagione, la sensazione è che quest’anno Folli e compagne abbiano più esperienza e più punti nelle mani, sia all’esterno che al centro, ma ancora è presto per tirare le somme: la stagione è molto lunga e Forlì vuole provare ad essere una delle protagoniste, con la leggerezza di chi non ha niente da perdere e la fiducia di chi sa che sta facendo del proprio massimo per riuscire al meglio.

Dietro le quinte del Circolo Tennis Villa Carpena con

Roberto Capparelli e Alberto Casadei

Al Circolo Tennis Villa Carpena di Forlì il tennis si vive in ogni colpo: dai giovani che muovono i primi passi agli atleti che già calcano palcoscenici internazionali.

A seguire, una doppia intervista con Roberto Capparelli, presidente SSD Tennis Villa Carpena, e Alberto Casadei, responsabile generale scuola tennis e Accademia Carpena, per scoprire come nasce e cresce questa eccellenza sportiva.

Roberto, quali sono i principali tornei che ospitate durante l’anno?

Nel 2025 il Circolo Tennis Villa Carpena si è distinto per tornei giovanili e internazionali, tra cui il Tennis Europe Under 12, che

ha portato a Forlì futuri campioni da quattro continenti, il torneo Wheelchair con atleti tra i primi trenta al mondo e il M15 di agosto, che ha visto sfidarsi le migliori promesse italiane del circuito ATP, attirando giocatori di ogni livello, dagli agonisti agli amatori e ai giovani emergenti”.

Avete collaborazioni con la FITP o con altri circoli per eventi o circuiti a tappe?

“La collaborazione con la FITP è ai massimi livelli: il circolo ospita regolarmente corsi di aggiornamento per allenatori e dirigenti ed è un punto di riferimento per le attività federali. Almeno 7-8 nostri atleti partecipano stabilmente agli stage della

nazionale a Tirrenia. La FITP ha più volte lodato l’organizzazione dei nostri tornei, sottolineando la qualità del lavoro dei maestri e dei soci del circolo, che garantiscono eventi impeccabili e coinvolgono attivamente i giovani della scuola tennis. Il nostro obiettivo è confermare questo livello di attività e riportare a Villa Carpena un torneo challenger, che in passato ha visto vincitori di rilievo come Musetti e Draper”.

Alberto, quanti iscritti ha la scuola tennis?

“La scuola tennis conta attualmente 140 iscritti, dai bambini del mini-tennis fino agli atleti dell’Accademia di alto livello, seguiti da tecnici, preparatori fisici e mentali per prepararli al circuito professionistico. Possediamo la certificazione Standard School della Federazione italiana Tennis e padel e di conseguenza seguiamo il sistema Italia. Gli istruttori, sempre aggiornati, puntano a sviluppare tecnica, fisico e mente dei ragazzi, unendo crescita sportiva e divertimento”.

Offrite programmi specifici per l’avviamento all’agonismo o per la preparazione di giocatori?

“La crescita degli allievi viene monitorata con il FIT Junior Program, attraverso tappe interne e provinciali, con preparazione fisica e mentale per uno sviluppo completo. Per gli agonisti offriamo allenamenti mirati e supporto nei tornei, mentre l’Accademia segue atleti professionisti in collaborazione con il Centro Tecnico Federale di Tirrenia, garantendo aggiornamento continuo e alta professionalità”.

GRAZIE A TUTTI per la partecipazione e collaborazione

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PICKLEBALL

Pickleball: il nuovo fenomeno sportivo in Italia

Stefano Garoia è maestro di body building, istruttore di indoor cycling, preparatore atletico FIF e istruttore PK1 di Pickleball. Con oltre vent’anni di esperienza come personal trainer in palestra, Stefano ha conseguito l’attestato di istruttore PK1 di Pickleball attraverso i corsi ufficiali della FITP, valido su tutto il territorio nazionale.

Stefano, che cos’è il Pickleball?

“E’ uno sport che unisce tennis, badminton e tennis tavolo. Si gioca su un campo rettangolare diviso da una rete bassa, con zone specifiche come la “kitchen” vicino alla rete, dove non si può colpire la palla al volo”.

Quali sono le differenze principali tra Pickleball e altri sport con racchetta, come tennis o padel?

“Le differenze principali riguardano le dimensioni del campo, le racchette utilizzate e, per il padel, la presenza delle pareti. Il Pickleball, che si può giocare sia in doppio che in singolare, si distingue per la facilità degli scambi, che lo rendono accessibile a tutti”.

Come ti sei avvicinato al Pickleball e cosa ti ha appassionato di questo sport?

“Ho sempre praticato sport con racchetta: da adolescente il tennis, poi il beach tennis e successivamente il padel. La curiosità di provare il Pickleball è nata quando al cir-

colo Tennis Villa Carpena è stato realizzato il primo campo in provincia di Forlì. Fin da subito ho apprezzato la dinamicità e la socialità di questo sport”.

Quali qualità servono per diventare un buon giocatore di Pickleball?

“Il pickleball è accessibile a tutti: non richiede grandi doti fisiche e permette di divertirsi subito grazie al campo piccolo e alla rete bassa. Per crescere, però, servono allenamento, tecnica e tattica”.

Quanto tempo serve a un principiante per raggiungere un buon livello di gioco?

“Per chi ha già esperienza in sport da racchetta, il tempo necessario è breve: bastano alcune settimane fino a pochi mesi per acquisire una buona padronanza del gioco”.

Che attrezzatura consigli a chi vuole iniziare?

“Consiglio abbigliamento sportivo e scarpe da tennis. Le racchette e le palline sono normalmente disponibili nei centri Pickleball”.

Hai notato una crescita di interesse per il Pickleball in Italia?

Assolutamente sì. Il Pickleball è stato recentemente inserito come disciplina ufficiale dalla FITP, e il numero di tesserati e campi disponibili in Italia è in costante aumento”.

Qual è il consiglio più importante per chi vuole migliorare il proprio livello di gioco?

“Rivolgersi a un istruttore qualificato è fondamentale per acquisire una solida tecnica. È altrettanto importante programmare una preparazione atletica mirata, con esercizi di cardio, scatti, balzi e spostamenti rapidi, per sostenere scambi più lunghi e aumentare la resistenza”.

A cura di Emanuele Bandini Foto fornita dalla Società

Dal 30 ottobre al 2 novembre, Forlì è diventata per quattro giorni la capitale dell’hockey inline: si è svolto qui, infatti, il Trofeo delle Regioni, che ha coinvolto oltre 500 atleti e atlete provenienti da tutta Italia. A sfidarsi sono state le rappresentative regionali delle categorie under 10, under 12, under 14 e under 16 maschili e under 13 e under 18 femminili. In quei giorni si sono tenute anche le partite che hanno assegnato la Supercoppa femminile e maschile, il primo importante titolo della stagione 2025-2026 per le squadre della massima serie di hockey inline. Ma perché proprio a Forlì? Innanzitutto perché qui c’è uno dei migliori impianti per la pratica di questo sport in Italia: il pattinodromo comunale di via Ribolle può contare su una pista di 25x50 metri e tribune per oltre 200 persone. A questo impianto, nelle giornate del

Trofeo delle Regioni, si è poi affiancata una struttura provvisoria nel parco adiacente per le attività promozionali. C’è poi la capacità organizzativa della Libertas Hockey Forlì, con l’impegno dei tanti volontari, che ha convinto la Federazione Italiana Sport Rotellistici - Skate Italia a rinnovare anche per i prossimi tre anni la manifestazione a Forlì. La Libertas Hockey - War Pigs esiste dal 1995. La squadra vanta, nel proprio palmares, una vittoria di Coppa Italia di serie A2 e il secondo posto nella Coppa Italia di serie B nel 2024. Dalla scorsa stagione, la prima squadra milita in serie A. La prima stagione della massima serie è stata ricca di soddisfazioni, con un quinto posto finale nella regular season. Quest’anno, il campionato è partito più in salita, ma ci saranno ancora molte occasioni per rifarsi. Ma l’attività della squadra non si limita ovviamente

a questo: l’attività più impegnativa e ricca di gratificazioni è quella dedicata ai più giovani e all’avvio all’hockey e al pattinaggio, con corsi che partono dai 5 anni di età. Gli atleti delle categorie giovanili sono impegnati nei campionati under 10, under 12, under 14, under 16, under 18 e under 20, spesso in collaborazione con le società vicine. Inoltre, ci sono una squadra di serie B e una formazione amatoriale per chi vuole cimentarsi in un campionato senza troppi impegni. Numerosi sono gli atleti e le atlete che, negli anni, sono stati selezionati nelle rispettive categorie per manifestazioni internazionali con la maglia della nazionale italiana. Ultimi in ordine di tempo, Michelangelo Carli (Junior uomini) e Caterina Folli (Senior donne) hanno partecipato, la scorsa estate, al Campionato europeo di hockey inline a Cittadella (PD). Per info: Mirco, tel. 3395094656, hockeyforli2002@ gmail.com, e gli account Instagram e Facebook War Pigs Hockey Forlì.

Entusiasmo e Forlì Roller

Passione, in mezzo alla gente. Basta una sola parola a illustrare gli intenti della società di pattinaggio “Forlì Roller”, per voce del suo vicepresidente Andrea Buccioli. “Dall’82 svolgiamo attività di pattinaggio artistico e corsa a rotelle, sia su strada che su pista. Sportivamente parlando siamo diventati una compagine storica del tessuto della città. Da una piccola realtà, nel tempo siamo arrivati agli attuali 200 tesserati, che continuano a svolgere nell’ambito prettamente sociale attività di pattinaggio. Ma l’obbiettivo primario della società resta quello di avvicinare più ragazze e ragazzi possibili al nostro sport, a prescindere dalle singole capacità.

Quindi, una funzione ben presente nel vostro organigramma societario, diciamo così.

“È il motivo per cui non facciamo solo agonismo “spinto” ma cerchiamo di portare la nostra disciplina a un livello di fruibilità il più ampio possibile. Abbiamo bambini di 4 anni fino a persone di 25/30, a dimostrazione di un bacino creatosi decisamente ampio. Abbiamo una ventina di allenatori che sono in larga parte ex atleti della nostra società, una cosa che ci permette di mantenere quella filosofia da cui parte il nostro intento iniziale, affrontando problematiche di ogni genere. Impianti, gestione degli stessi, COVID, energia, alluvioni. Negli ultimi anni ne sono davvero successe un po’ di tutte i colori, ma come dice Vasco “Siamo ancora qua”.

Eh già, aggiungerei. Dopo un anno che vi ha visti sempre e comunque protagonisti.

“Abbiamo ottenuto risultati nella corsa coi fratelli Massa e titoli italiani, fatto due podi con i quartetti e il gruppo spettacolo. Cerchiamo di difenderci senza perdere di vista l’obiettivo principale legato al sociale. La città ci conosce e facciamo il possibile per far sapere che a Forlì si pattina.”

E mi pare ci stiate riuscendo pure in termini numerici.

“Anche se non lo sa nessuno, calcio a parte, numericamente siamo una delle realtà più importanti in città”.

Poi effettivamente qualcosa d’importante lo avete davvero ottenuto.

“Beh si (sorride). Abbiamo avuto campioni del mondo sia in coppia che in singolo, En-

rico Fabbri, Anna Remondini, ma il nostro intento rimane sempre il medesimo, con una preponderanza femminile importante nell’artistico.”

Uno sport dove contano ancora ago e filo. Me lo conferma?

“Certamente abbiamo ancora una fortissima componente artigianale, tra sarte e costumi su misura, che indubbiamente determinano un rimando a una decisa componente romantica del nostro sport.

E per il futuro?

“Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e delle nuove generazioni con il loro entusiasmo, per non perdere di vista questa filosofia e modello di vita. Ce n’è bisogno.”

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A cura di Emiliano Tozzi Foto fornita dalla società

Una moto per un’epoca: Davide Rossi

Segnatevi un nome per un’intervista speciale tutto cuore e moto d’epoca. A Davide Rossi da Forlì.

Come inizia la tua storia Davide?

“ Ero ragazzino e passavo davanti alla concessionaria Guzzi di Zigolo. Dentro di me dicevo: ”Chi cavolo correrà con quei “motoracci” lì?”

Poi?

Poi la vita s’incarica di smentirti. La concessionaria passa a un ex meccanico di Zigolo, Carlo Cagnani. Un mago della meccanica che se n’è andato troppo presto. Fu lui a portarmi in questo mondo.

Scommette su di te e vinci 7 titoli italiani.

“Prima gara a Magione nel 2005. Con la Guzzi di Carlo ho tre diversi incidenti. Mi cercano per menarmi. Raffaele Lanza, l’organizzatore, mi chiede se cortesemente non mi presentavo più al via, ma i video in direzione gara mi scagionano completamente. L’anno dopo, Carlo fece una Guzzi 750 derivata di serie che era un missile. Vinsi tutte le prove con 6 hat trick consecutivi e il mio primo di sette campionati.

Vincete il titolo ma le vostre strade momentaneamente si separano.

“Carlo era smagato dalla situazione e dai reclami continui. Dopo un 2007 interlocutorio e un 2008 pieno di sacrifici (che ho sempre fatto), a Franciacorta incontro Giuliano Vernocchi, uno che fece correre Mamola. “Ho una Yamaha TZ350. È lì che ti aspetta.” Vinco il titolo nel 2009 e 2010 e arrivo terzo all’europeo di Rijeka sempre nel 2009 alzando il dito sul traguardo. Anche se alla frontiera…lascia perdere(ride). Due anni prima a Salisburgo

(mai visto il circuito) ho avuto a che fare anche con Phil Read, uno che contendeva titoli e gare a Giacomo Agostini. Poi?

“Carlo mi richiama nel 2012 e rivinciamo il titolo ancora tra mille reclami. Grazie a Sansovini che fa da tramite corro per Elio Cappelli, proprietario di una HD 250 e una 350. In due anni vinco entrambi i campionati. Nel 2019 ho quasi smesso di correre ma a Magione quel matto di Vittoriano Guareschi mi ributta nella mischia con un team della Basilicata (Team 598). L’anno dopo ad Adria vinciamo una gara “Fast Endurance” per una cabala a dir poco magica legata al numero 19 che ho tatuato sul braccio.”

E oggi?

“A 58 anni corro ancora. Quest’anno, solo il brutto tempo mi ha impedito di giocarmi il titolo fino in fondo a Misano.”

Hai un ricordo che più di qualsiasi altro porti con te?

“Tutte le persone che hai citato nell’articolo.

e guarnizioni RESTAURO MOBILI vecchi e antichi

Queste parole sono per loro e per Carlo, cui devo tutto quello che so sulle moto. E poi Sandroni che nel 2019 mi fece guidare due Desmosedici (2005-’06) di Capirossi e Bayliss, dentro la base dell’Aeronautica di Forlì e alla rievocazione della 200 Miglia a Imola. Pensavo di essere dentro una Candid, ma era tutto vero.”

Vero. Come Davide Rossi col suo polso destro d’epoca.

A cura di Emiliano Tozzi Foto fornita dal pilota

FORMULA 1

A cura di Emiliano Tozzi Foto Fabio Casadei

Bilancio di un anno

Tocca star sul vago.

In attesa degli eventi.

Anche se tra F1 e Wec, ci si avvia verso il prossimo finale di stagione, nonostante la F1 emetterà i suoi verdetti definitivi solo il giorno dell’Immacolata, nella luminosissima serata di Abu Dhabi.

Tutto scritto?

Quasi.

E quindi per la Ferrari cosa possiamo sinteticamente dire in queste poche righe? Beh, che con ogni probabilità se non ci fossero state le ruote coperte, il bilancio delle Rosse con le monoposto sarebbe apparso ancora più magro di quanto i risultati del campionato non abbiano esaurientemente illustrato fino a questo punto. Ammesso e non concesso si possa attendere ancora un successo di tappa da qui al termine della stagione per la SF-25.

È evidente che tre vittorie consecutive a Le Mans della 499P siano la gemma più

splendente del recente passato agonistico ferrarista. Recente, anzi, recentissimo. E con ogni probabilità, vista la stabilità regolamentare che viene paventandosi nella categoria e l’intenzione di Ferrari (con simili premesse) di corrervi almeno fino al 2029, è altrettanto chiaro che a Maranello vi siano tutte le intenzioni di voler proseguire nei successi con le ruote coperte. E l’altra riva del fiume Rosso?

A fronte del prossimo cambio regolamentare 2026 (da un punto di vista tecnico ancora tutto da decifrare), le incognite sembrano invece essere molteplici, e certamente di non facile interpretazione. E certamente da parte nostra, non vi è alcun intento polemico nel volervi illustrare il possibile scenario Ferrari in F1 per la prossima stagione, con aspetti quanto meno decisivi. Almeno nel cercare di smentire quelle bieche Cassandre che si ostinano a definire la gestione sportiva come una per-

fetta Babele della discordia. Comunque, la realtà non può ricondurre al solo Vasseur tutte le colpe dell’attuale presente del Cavallino nel Circus. Un passo indietro nella comprensione degli eventi aiuterebbe a rendersi conto che i mali veri della Rossa (almeno nel passato recente) dalla morte di Marchionne in poi, non sono ancora stati in grado di trovare una cura efficace in grado di ricondurre le cose sulla via della vittoria e di un ritrovato iride tra piloti e costruttori.

Vale la pena ricordare (ancora una volta) come la volontà di Montezemolo nel voler rivedere la Rossa campione del mondo, trovò nell’Avvocato terreno fertile in cui far attecchire le proprie ambizioni. Ecco quindi il chiedersi con chi il presidente Elkann, sia chiamato a confrontarsi nelle proprie ambizioni presidenziali.

Storicamente, lo scenario non è proprio lo stesso, quando in tre anni ti riesce di vincere tre 24 Ore consecutive e al contempo solamente una manciata di Gran Premi in F1.

Alla luce, dei semplici fatti.

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