Le nostre modifiche alla legge di bilancio 2024

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1. SANITÀ: Aumento delle risorse della sanità pubblica e attivazione di un piano per le liste d’attesa

2. ISTRUZIONE: sperimentazione contro la dispersione scolastica e potenziamento delle borse di studio per studenti universitari

3. FISCO: Conferma del taglio del cuneo fiscale e delle aliquote agevolate per i prodotti per l’infanzia e di igiene femminile

4. FAMILY ACT: Attuazione del family act per il sostegno alle famiglie e al lavoro femminile

5. INDUSTRIA: Ridurre del 35% il costo di elettricità e del 10% il costo del gas per le imprese energivore e reintrodurre industria 4.0 utilizzando i fondi non spesi del PNRR

1. Maggior deficit programmato dal Governo (da 3,6% a 4,3%)

2. Eliminazione dell’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF

3. Eliminazione dell’esonero contributivo per le madri con due figli (deve confluire nell’assegno unico)

4. Parte dei proventi delle aste per la CO2

5. Fondo esigenze indifferibili

6. Fondo per interventi strutturali di politica economica

7. Eliminazione di quota 103 (confermando invece l’attuale metodo di calcolo delle pensioni per i dipendenti pubblici)

LE NOSTRE PROPOSTE DI MODIFICA ALLA LEGGE DI BILANCIO

PROPOSTE DI MODIFICA

DELLA LEGGE DI BILANCIO

Sanità:

• Aumento stipendi medici e infermieri ed eliminazione

taglio delle pensioni (anche per insegnanti)

• Assunzione di nuovi medici e infermieri

• Adeguamento all’inflazione (esclusi costi personale)

• Piano liste di attesa

Istruzione:

• Sperimentazione tempo pieno e formazione professionale nelle aree di crisi sociale

• Potenziamento delle borse di studio per universitari

Fisco:

• Conferma taglio del cuneo già previsto

• IVA ridotta su prodotti per infanzia e igiene femminile

€10 mld

€3 mld

€2 mld

€3 mld

€2 mld

€2,1 mld

€0,7 mld

€1,4 mld

€10,2 mld

€10 mld

Maggior deficit programmato dal Governo (da 3,6% a 4,3%)

Eliminare l’accorpamento dei primi due scaglioni

IRPEF

Aumento del Fondo Sanitario Nazionale già

previsto nel DDL Bilancio

Eliminare l’esonero contributivo per le madri con due figli (deve confluire nell’assegno unico)

€15,7 mld

€4 mld

€3 mld

€0,6 mld

€0,2 mld Family Act

• Aumento assegno unico per madri lavoratrici

• Fiscalità di vantaggio: rimborso spese per i figli

Industria

• Riduzione del 35% e 10% il costo di elettricità e gas sostenuto dalle imprese energivore

TOTALE

€1,6 mld

€0,6 mld

€1,0 mld

€0,5 mld

Proventi vendita degli ETS

Fondo esigenze indifferibili e Fondo per interventi strutturali di politica economica

Eliminare «quota 103» (mantenendo pensioni dipendenti pubblici)

TOTALE

€24,4 mld Si propone, inoltre, di rifinanziare Industria 4.0 con i fondi non spesi del PNRR che quindi non necessitano di copertura in legge

0,5 mld

€0,4 mld

€0,2 mld

€24,4 mld

Criticità

Gli stipendi dei medici italiani sono inferiori di circa 4.000 euro l’anno rispetto alla media dei paesi OCSE

Gli stipendi degli infermieri italiani sono inferiori di circa 7.000 euro l’anno rispetto alla media OCSE

Attualmente mancano 20.500 medici (di cui 14.500 ospedalieri) e 63.000 infermieri

Nel 2023 si è registrata un’inflazione pari al 5,7% secondo l’ISTAT

Ci sono ancora almeno 10 milioni di prestazioni urgenti in arretrato che il servizio pubblico non riesce a smaltire

Proposta

Adeguare gli stipendi dei medici ospedalieri alle media OCSE (+350 €/mese)

Adeguare gli stipendi degli infermieri alle media OCSE (+580 €/mese)

Assumere nuovi medici e infermieri per colmare circa il 50% del fabbisogno degli ospedali (€ 2 mld)

Adeguare il FSN all’indice di inflazione, esclusi i costi per il personale (€ 3 mld)

Recuperare le prestazioni prioritarie in lista di attesa consentendo ai pazienti di utilizzare temporaneamente

e senza costi aggiuntivi, in caso di impossibilità delle strutture pubbliche, l’intra-moenia, al privato

accreditato e al privato autorizzato (€ 2 mld)

Costo: 10 miliardi di euro (€ 3 mld)

Criticità

ISTRUZIONE: Sperimentare il tempo

Siamo tra i paesi europei con il più alto tasso di Early School Leavers.

Percentuale Early school leavers nel 2021

La dispersione implicita è più che doppia, in termini percentuali, per gli allievi che provengono da famiglie meno avvantaggiate e quasi quadrupla per gli allievi di cui non sono disponibili i dati di background.

L’Italia detiene il primato europeo per numero di Neet, giovani dai 15 ai 29 anni “inattivi”, che non studiano e non lavorano

ISTRUZIONE: Sperimentare il tempo pieno

Proposta

Sperimentare il tempo pieno nelle scuole primarie e secondarie di primo grado nelle aree di crisi sociale complessa per un periodo di 3 anni (cfr. allegato 2 per il piano completo)

• Il tempo pieno/prolungato prevede l’estensione dell’orario scolastico a 40 ore settimanali

• Il maggior tempo scuola a disposizione deve servire a dare spazio ad attività integrative e di approfondimento in modi e interventi non possibili nell’orario normale , valorizzando anche gli spazi esterni alla scuola ed eventuali collaborazioni con il terzo settore.

• Tali attività contribuiscono allo sviluppo delle competenze cosiddette ‘non-cognitive’, sociali ed emozionali e hanno un effetto positivo sulla dispersione scolastica, il rendimento scolastico, la possibilità di emancipazione e il lavoro femminile.

Esempi di attività da svolgere

Attività fisica

Progetti culturali

Compiti assegnati Teatro Laboratori Orientamento

2024 A.S. 2024/25 A.S. 2025/26 A.S. 2026/27

Mappatura delle scuole coinvolte

Avvio costruzione e/o ristrutturazione delle mense

Coinvolgimento terzo settore per progettazione attività pomeridiane

Inizio sperimentazione nelle scuole in cui sono presenti spazi adeguati o in cui è finita la realizzazione dei lavori necessari

Inizio sperimentazione in tutte le scuole che necessitano di lavori infrastrutturali

Ultimo anno di sperimentazione Valutazione dell’efficacia del programma.

ISTRUZIONE: Potenziare la formazione professionale

Tasso regionale di iscrizione al sistema IeFP

Sperimentare il potenziamento del sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) per un periodo di 3 anni nelle aree di crisi complessa per contrastare l’abbandono scolastico tra i 14 e i 18 anni.

• Il sistema regionale di Istruzione e Formazione Professionale ( IeFP) è uno dei canali per l'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione stabiliti dalla legge. i titoli rilasciati sono validi su tutto il territorio nazionale e fanno riferimento a figure professionali e standard di competenze concordati tra tutte le regioni e lo Stato.

• Il sistema IeFP è valutato come il principale strumento contro la dispersione scolastica.

• Rispetto alla scuola statale, è previsto un maggior numero di ore di laboratorio e stage (circa il 50%)

• Il raggiungimento del diploma consente di accedere agli ITS

2024

Mappatura degli istituti coinvolti.

Rilevazione degli alunni a rischio dispersione nelle scuole medie dei territori interessati

Proposta Costo: 109 milioni di euro di cui metà finanziati con fondi europei

A.S. 2024/25

A.S. 2025/26

A.S. 2026/27

Primo anno di sperimentazione per il 30% dei ragazzi attualmente a rischio dispersione Secondo anno di sperimentazione Terzo anno di sperimentazione 109 mln 183 mln 255 mln

Criticità

ISTRUZIONE: Potenziare le borse di studio universitarie

La percentuale di laureati in Italia è il 13% più bassa rispetto alla

media europea e di oltre il 20% rispetto ai principali paesi europei.

Situazione attuale

Esonero tasse universitarie :

Per ISEE < € 20.000: esonero totale

Per ISEE tra € 20.000 e € 30.000: esonero parziale

Borse di studio per studenti in regola con gli esami (per i nuclei familiari con ISEE <24.000 €)

Per ISEE < € 12.000 l’importo è aumentato del 15%

Per ISEE > € 16.000 l’importo è gradualmente ridotto fino al 50%

Italia Francia Olanda Germania Spagna Media UE
Percentuale laureati
Fuori sede Pendolari In sede

Proposta

ISTRUZIONE: Potenziare le borse di studio universitarie

Aumentare l’importo standard delle borse

Rendere l’erogazione della borsa

Criticità

Anche se è vero che la diminuzione dei prezzi non è stata quella attesa, secondo i dati del MIMIT è comunque

avvenuta una riduzione dei prezzi del 50% rispetto a quanto previsto, in particolare:

• pannolino aperto: -4,9%

• pannolino mutandina: -2,9%

• latte infanzia partenza: -1,3%

• latte infanzia crescita: -2,6%

• latte infanzia proseguimento: -1,4%

• seggiolino auto per bambini: -2%

L’eliminazione dell’agevolazione comporterebbe un rialzo dei prezzi di questi beni, trattandosi di beni sostanzialmente anelastici

Proposta

Mantenere le aliquote agevolate per i prodotti per l’infanzia e per i prodotti di igiene femminile

Criticità

Con lo sgravio contributivo per le madri con due figli, il governo discrimina tra tipologie di lavoro aiutando solamente chi ha un contratto a tempo indeterminato e ignorando le libere professioniste e le donne che hanno un contratto di lavoro precario

1 donna su 5 lascia il lavoro entro 2 anni dal parto

L’Italia ha il numero medio di figli per donna più basso del mondo

Negli ultimi tre anni la povertà assoluta è aumentata più tra i giovanissimi che tra gli adulti: il 15,4% dei bambini tra i 4 e i 6 anni (circa 222 mila) è sotto la soglia della povertà

1 minore su 4 presenta sintomi depressivi, mentre i ricoveri per anoressia e bulimia sono triplicati tra il 2020 e il 2021 ;

Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 25 anni a livello globale;

Proposta

I ncentivare il rientro al lavoro delle madri aumentando la quota aggiuntiva dell’assegno unico per le lavoratrici madri

Rimborso diretto delle spese sostenute per le attività educative e scolastiche dei figli (tra cui l’asilo nido) e il lavoro domestico

tramite una piattaforma unica

Eliminare l’esclusione dei titoli di stato dal calcolo dell’ISEE e far confluire le coperture sull’assegno unico ( 44 milioni) .

Rifinanziare i «Servizi professionali per l’assistenza e il supporto psicologico» e istituire un servizio di psicologia scolastica.

Costo: 1,6 miliardi di euro

Industria: Ridurre il costo dell’energia

Criticità

Nonostante il prezzo dell’energia stia diminuendo le imprese manifatturiere italiane continuano a pagare un prezzo di elettricità e gas sostanzialmente superiore a quello dei competitor francesi e tedeschi. In particolare per quanto riguarda l’elettricità:

Alle aziende manifatturiere francesi e tedesche vengono rimborsati 15€/MWh di costi indiretti mentre alle aziende italiane circa 3€/MWh

Francia ha raggiunto un accordo per cedere circa 270TWh prodotte da centrali nucleari a 70€/MWh e la Germania compenserà

le aziende in modo equivalente utilizzando la sua maggiore capacità fiscale (crediti di imposta)

Proposta

Ridurre di circa 35% il costo di elettricità e di circa 10% il costo del gas per le imprese energivore, attraverso i seguenti interventi: Rimborsare 15€/MWh della spesa elettrica delle aziende manifatturiere utilizzando parte dei proventi delle aste ETS come avviene in Francia e Germania.

Attuare l’energy release e il gas release: mettere a disposizione delle imprese manifatturiere, a prezzo di costo, rispettivamente circa 30 TWh di elettricità acquistata dal GSE e circa 2 miliardi di metri cubi di gas estratti grazie al revamping degli impianti italiani.

Costo: 0,5 miliardi di euro

Criticità

Nel 2017, grazie al Piano Industria 4.0 gli investimenti sono aumentati di circa il 10%.

Dal 2018 il piano (ora Transizione 4.0) è stato costantemente depotenziato, diminuendo le percentuali del costo del bene (che ora va a credito d’imposta) e inserendo massimali di investimenti che hanno ridotto gli incentivi ai grandi investimenti

di cui l’Italia avrebbe bisogno.

Rispetto ad Industria 4.0, oggi, per un investimento di 50 milioni, il beneficio (con valori attualizzati)

Proposta

Ripristinare il Piano Industria 4.0 utilizzando i fondi non spesi del PNRR

Rimuovendo il tetto massimo per gli investimenti, Aggiornando la lista dei «beni innovativi»

Investimento

Invecchiamento

della popolazione

La situazione della Sanità oggi - Overview

• Nel 2050 la quota di persone over 65 ammonterà al 35,9% della popolazione italiana, con un rapporto tra giovani e anziani di 1 a 3

• Si prevede un aumento preponderante di malattie cronico -degenerative

• Già oggi il 40% della popolazione è affetta da malattie con andamento ingravescente e progressivo aumento delle problematiche legate alla cronicità

Carenza di personale

• Ad oggi mancano 20.500 medici e 63.000 infermieri

• Gli stipendi degli infermieri sono pari a 1410 euro al mese, ben distanti dalla media europea pari a 1.900 euro al mese

• L’

’età 55-64 anni, con il 53,3% dei medici over 55 (valore OCSE pari al 34%)

• Il 60%

Arretratezza delle strutture

40 anni e la metà è di dimensioni troppo piccole

• Il numero di posti letto per 1.000 abitanti negli ospedali ha registrato una progressiva diminuzione dal 1998 al 2018: da 5,8 a 3,2 (media europea pari a 5)

• Nella classifica dell’indice di digitalizzazione UE, la sanità italiana è al 25° posto su 28 Stati membri

Finanziamento del

SSN insufficiente

• Nel 2024 la quota di finanziamento della sanità in rapporto al PIL sarà pari al 6,4% (minore rispetto alla quota pre-covid), dopo che nel 2020 aveva raggiunto il 7,4%

• Nel 2021 la spesa pubblica pro-capite in sanità è pari a € 2.856, molto minore rispetto a Germania (€ 5.944), Francia (€ 4.355) e media OCSE (€ 3.771)

I tempi di attesa per le principali prestazioni arrivano ad avere un ritardo dai 3 ai 24 mesi.

Prestazioni Tempi massimi in mesi (2021) Mammografia

Fonte: Rapporto Civico
Cittadinanzattiva

Le prestazioni non effettuate causa Covid sono state 98 milioni

Negli anni del Covid-19 sono state effettuate circa 98 milioni di prestazioni in meno rispetto al 2019, di cui 13 milioni

di prime visite e 17 milioni di visite di controllo (fonte: Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - AGENAS)

Prestazioni di specialistica ambulatoriale (in milioni)

di cui:

milioni di prime visite

milioni di visite di controllo 68 milioni di ulteriori prestazioni (inclusi gli accertamenti diagnostici)

Rimangono 10 milioni di prestazioni urgenti in arretrato

Delle 98 milioni di prestazioni non effettuate durante il periodo pandemico, il Ministero della salute ha individuato

23 milioni di prestazioni prioritarie da recuperare, divise in tre categorie:

• ricoveri per interventi chirurgici programmati

• screening oncologici

• prestazioni ambulatoriali

Nel 2022 sono state recuperate 13 milioni di prestazioni. Rimangono almeno 10 milioni di prestazioni prioritarie da recuperare.

Prestazioni urgenti in arretrato

Questo dato tiene conto solamente delle persone che erano in lista di attesa a dicembre 2021.

Non tiene conto di: prestazioni non considerate prioritarie

nuovi pazienti inseriti in liste di attesa nel 2022

pazienti che hanno rinunciato alle cure a causa dell’attesa (stimati in 2,5 milioni di persone)

pazienti che non sono riusciti ad inserirsi in lista di attesa a causa di eventuali blocchi delle prenotazioni da parte delle regioni

I ritardi danneggiano la salute e comportano maggiori costi

Il rallentamento delle attività di screening e di diagnostica causate dalla pandemia hanno provocato un calo delle

nuove diagnosi e la scoperta di malattie in stato più avanzato

La maggior parte delle patologie sono più facilmente curabili se diagnosticate in tempo, mentre diventano più complesse da trattare se scoperte in ritardo, con conseguente peggioramento delle condizioni di salute del paziente

e aumento dei costi di trattamento

Per una visita diabetologica le attese registrate arrivano fino a un anno

Un paziente diabetico adeguatamente trattato e con costanti follow up costa al Ssn circa 800 euro l'anno

Un diabetico scompensato o con diagnosi tardiva può arrivare a costare fino a 36mila euro l'anno

(fonte: Centro Studi Federfarma)

Focus: la diagnosi di cancro

A causa della pandemia non sono stati effettuati circa 2,5 milioni di screening oncologici che si stima individueranno circa 14.700 nuovi tumori

Il costo per patologie oncologiche rappresenta oltre il 20% della spesa sanitaria complessiva (fonte life1)

Un singolo trattamento sanitario con i farmaci innovativi costa tra i

150.000 e i 200.000 euro

(fonte: CONFAPI)

Se fosse necessario utilizzare i trattamenti più avanzati su tutti i nuovi pazienti, il costo sarebbe di circa 2,9 miliardi.

Proposta

Nel breve periodo

Aumentare l’offerta di prestazioni nel breve periodo

1. Sovvenzionare l’utilizzo dell’intramoenia per smaltire le liste di attesa per le visite ambulatoriali

2. Affidare alle strutture accreditate gli esami diagnostici che il pubblico non riesce ad effettuare entro 60 giorni

3. Riorganizzare il processo: le visite svolte in intramoenia e presso le strutture accreditate per i ritardi delle strutture

pubbliche devono essere pagate direttamente dalla ASL senza che i pazienti anticipino le spese e il centro di

prenotazione deve essere unico.

1. Sovvenzionare l’utilizzo dell’intramoenia per recuperare le

Criticità

Solo il 43% dei medici con rapporto esclusivo ha esercitato la libera professione intramuraria (intramoenia) nel

2020 (fonte: Ministero della Salute)

Non tutte le aziende ospedaliere mettono a disposizione spazi ambulatoriali per l’intramoenia

Per i medici che esercitano in extramoenia è vietato esercitare anche in intramoenia

I medici percepiscono, al netto delle tasse, una quota ridotta della tariffa pagata dal paziente

Cos’è l’intramoenia

Prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai

medici di un ospedale:

utilizzando le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale

dietro pagamento da parte del paziente di una tariffa

con la possibilità di scelta del medico da parte del paziente

Su 100 euro di tariffa media per una visita in intramoenia:

40 euro sono ripartiti tra la struttura e il personale

60 euro sono il ricavo lordo del medico

Considerando un’aliquota fiscale del 47%, il ricavo netto del medico per una prestazione da 100 euro, è di circa 32 euro

1. Sovvenzionare l’utilizzo dell’intramoenia per recuperare le visite

Proposta

Recuperare il ritardo sulle liste di attesa sfruttando l’intramoenia, con un regime particolare:

1. I pazienti che non vengono visitati o operati entro i tempi massimi previsti per legge possono richiedere la prestazione in intramoenia

2. I pazienti con ISEE inferiore a 50.000 euro pagano solo il ticket ma non possono scegliere il medico che effettuerà la prestazione (per non creare imbuti)

3. Il medico effettua la prestazione dietro il pagamento di una tariffa stabilita per legge, pagata in parte dal paziente tramite il ticket (ove previsto) e per la parte restante dal pubblico

4. La tariffa pagata al medico deve essere esentasse

Su 100 euro di tariffa:

40 euro sono ripartiti tra la struttura e il personale

60 euro sono il ricavo del medico su cui non paga le tasse

• Garantire in ogni azienda ospedaliera spazi dedicati all’intramoenia

• Consentire per un anno di esercitare in intramoenia anche ai medici che nell’ultimo anno hanno esercitato in extramoenia, esclusivamente per l’abbattimento delle liste di attesa

Questa proposta, oltre a consentire di effettuare un numero di prestazioni maggiori, produce un aumento del reddito dei medici (il cui salario è tra i più bassi in Europa, cfr. slide 21) e la possibilità per i giovani medici di farsi conoscere da un numero più ampio di pazienti

2. Affidare alle strutture accreditate gli esami diagnostici

Le strutture accreditate oggi

Le strutture accreditate ricevono ogni anno dalle regioni circa 3 miliardi di euro per l’esecuzione di prestazioni sanitarie in vece del pubblico (fonte: Anaao)

Ogni regione stabilisce il tetto massimo di prestazioni da poter effettuare in accreditamento e fissa la quota massima di finanziamenti da spendere annualmente per le strutture accreditate che svolgono attività per conto del pubblico

Superata tale quota, le strutture accreditate possono operare esclusivamente come privati e quindi non possono contribuire allo smaltimento delle liste di attesa.

Proposta

Affidamento alle strutture accreditate di tutte le prestazioni che il pubblico non riesce ad erogare nei tempi previsti (60 giorni). Questa redistribuzione delle visite consentirebbe anche di ridurre i tempi di attesa per l’elaborazione dei referti.

Aumento del fondo a disposizione delle regioni per la spesa annua in strutture accreditate (circa 1 miliardo, cfr. slide 16)

3. Riorganizzare il processo

Criticità

In alcune regioni il sistema di prenotazione è frammentato a livello di singola azienda sanitaria o struttura. Questo

crea inefficienza allocativa e disagi ai pazienti

È attualmente previsto che, qualora i tempi di attesa superino i tempi massimi previsti dalla legge (30/60 giorni), il paziente possa chiedere che la prestazione venga fornita da un privato accreditato o da medici che forniscono

prestazioni in intramoenia. Tuttavia, le ASL non pubblicizzano tale opportunità in modo adeguato e i pazienti

devono anticipare il costo della prestazione privata che viene rimborsato solo successivamente dalla ASL.

Il paziente si reca in ospedale per una visita

Se l’ospedale non riesce a trattare il paziente nei tempi massimi previsti, questi può rivolgersi al privato*

Il privato eroga la prestazione dietro il pagamento di una tariffa

Il paziente paga la tariffa completa al privato e richiede all’ASL il rimborso della prestazione effettuata

L’ASL rimborsa il paziente per la parte eccedente il ticket

* Per privato si intende una struttura accreditata o un medico che eroga prestazioni in intramoenia

3. Riorganizzare il processo

Proposta

• Prevedere un solo Centro Unico di Prenotazione (CUP) per aree omogenee (ad es. regioni o province) che si occupi di smistare i pazienti tra le strutture pubbliche e le strutture accreditate

• Rendere effettiva la pubblicazione sul sito del Ministero della Salute della ricezione da parte delle regioni delle disposizione del PNGLA, nonché i risultati dei monitoraggi effettuati dall’Osservatorio Nazionale sulle liste di attesa

• Prevedere che se gli ospedali pubblici non riescono a garantire la visita nei tempi massimi previsti dalla legge (30/60 giorni), il paziente possa recarsi in una struttura privata accreditata, o svolgere la visita in intramoenia, pagando solo il ticket (ove previsto). La tariffa al privato deve essere pagata direttamente dalla ASL di competenza senza esborsi da parte del paziente.

Privato

Il paziente chiama il CUP per prenotare una visita

Paziente ASL/Ospedale CUP

Se il CUP non registra disponibilità in un ospedale nei tempi massimi previsti per legge, il paziente viene affidato a un privato.

Privato

Paziente ASL Paziente

Il paziente, a fronte della prestazione, paga solamente il ticket (ove previsto)

Il privato eroga la prestazione e chiede il rimborso della tariffa prevista all’ASL

L’ASL rimborsa il privato per la parte eccedente il ticket

1. Sovvenzionare l’utilizzo dell’intramoenia per recuperare le visite Tariffa media delle visite intramoenia (A)

100 Costo medio ticket (B)

35 Tariffa netta media (in capo al SSN) (C = A – B)

65 Numero di visite in ritardo (D)

stimato per recupero prime visite e visite di controllo (E = C*D)

2. Sovvenzionare l’utilizzo dell’intramoenia per recuperare i ricoveri chirurgici Tariffa media dei ricoveri chirurgici (A)

medio ticket (B)

milioni

4.500

3. Affidare alle strutture accreditate gli esami diagnostici

Tariffa media delle prestazioni specialistiche (A)

150 Costo medio ticket (B)

Tariffa netta media (in capo al SSN) (C = A – B)

Numero di prestazioni specialistiche in ritardo (D)

Costo stimato per recupero prestazioni specialistiche (E = C*D)

EXECUTIVE SUMMARY

L’Italia detiene il primato europeo per numero di NEET (giovani dai 15 ai 29 anni “inattivi” che non studiano e non lavorano) e registra un tasso di abbandono scolastico che supera di 2 punti percentuali la media europea.

Per combattere la dispersione scolastica e garantire livelli di occupabilità maggiori, proponiamo una sperimentazione triennale nelle aree di crisi sociale complessa che prevede:

1. L’estensione del tempo pieno per le scuole “primarie” e “medie”

2. Il potenziamento del sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) per gli studenti dai 14 anni in poi.

Il costo pluriennale è pari a 3.8 miliardi di euro.

COS’È IL TEMPO PIENO E CHE

Il tempo pieno/prolungato prevede l’estensione dell’orario scolastico a 40 ore

settimanali (circa 10 ore in più a settimana)

Grado Normali orari di funzionamento

Scuola primaria

Scuola secondaria di primo grado

• 24, 27 o 30 ore senza tempo pieno;

• 40 ore con tempo pieno

• 30 ore senza tempo prolungato;

• 36 o 40 ore con tempo prolungato

Il maggior tempo scuola a disposizione deve servire a dare spazio ad attività extracurricolari di arricchimento dell’offerta formativa non possibili nell’orario normale, valorizzando anche gli spazi esterni alla scuola.

Esempi di attività da svolgere

Attività fisica

Progetti culturali

Compiti assegnati Teatro Laboratori Approfondimenti

Restare a scuola per tempi prolungati contribuisce inoltre allo sviluppo delle competenze cosiddette ‘non-cognitive’, sociali ed emozionali (cfr. prossima slide).

IL TEMPO PIENO HA UN EFFETTO POSITIVO SU:

La dispersione scolastica

Nelle regioni in cui si manca il tempo pieno/prolungato, osserviamo un elevato tasso di dispersione scolastica.

Nelle regioni in cui si manca il tempo pieno, osserviamo un elevato tasso di dispersione scolastica.

Ad esempio, in Sicilia, la percentuale di studenti che usufruiscono del tempo pieno sono l’11 ,5 % e circa il 21 % dei ragazzi abbandona gli studi precocemente

Classi a tempo pieno

Il rendimento scolastico

Le possibilità di emancipazione

Una scuola in grado di erogare i servizi aggiuntivi (es.: mensa ed estensione dell’orario scolastico) aumenta del 167% la probabilità dei ragazzi di emanciparsi da situazioni di disagio socioeconomico

Fonte: Rapporto (Non) tutti a Mensa 2018 di Save the Children

Il lavoro femminile

Le ricerche scientifiche confermano che il tempo pieno/prolungato ha effetti positivi sul rendimento scolastico degli alunni, particolarmente evidenti nelle bambine, negli studenti con basso status socioeconomico e per gli italiani con diversi background linguistici e culturali

Nelle regioni in cui si manca il tempo pieno, osserviamo un elevato tasso di dispersione scolastica.

Ad esempio, in Sicilia, la percentuale di studenti che usufruiscono del tempo pieno sono l’11 ,5 % e circa il 21 % dei ragazzi abbandona gli studi precocemente

Fonte: Do Differences in Schools Instruction time explain international achievement gaps? Evidence from developed and developing countries di V. Lavy

Aumentare il tempo a scuola aiuta i genitori, e in particolare le madri, a conciliare vita lavorativa e familiare. Chi è costretto a lavorare part-time per poter accudire i figli nel pomeriggio non ha questo ostacolo con il tempo pieno e il servizio mensa

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

• Le Marche, l’Umbria e tutte le regioni meridionali (ad eccezione della Basilicata), sono sotto la media nazionale di alunni iscritti in classi a tempo pieno (39,8%).

Classi della scuola primaria nell’A.S. 2021-22

LA NOSTRA PROPOSTA

Proponiamo di avviare una sperimentazione del tempo pieno nelle scuole primarie e secondarie di

primo grado nelle aree di crisi sociale complessa per un periodo di 3 anni

2024

A.S. 2024/25

A.S. 2025/26

A.S. 2026/27

Mappatura delle scuole coinvolte

Avvio costruzione e/o ristrutturazione delle mense

Coinvolgimento terzo settore per progettazione attività pomeridiane

Inizio sperimentazione nelle scuole in cui sono presenti spazi adeguati o in cui è finita la realizzazione dei lavori necessari

Inizio sperimentazione in tutte le scuole che necessitano di lavoriinfrastrutturali

La nostra proposta di sperimentazione tiene conto di tre i livelli di spesa:

il costo del personale (a carico dello Stato);

i costi per il servizio mensa (a carico dei Comuni);

i costi per nuove strutture o trasformazione di locali (a carico dei Comuni).

Ultimo anno di sperimentazione

Valutazione dell’efficacia del programma.

Le aree di crisi in cui attivare la sperimentazione sono state individuate considerando i 400 comuni italiani con il più alto indice di vulnerabilità sociale e materiale

L’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) è un indicatore composito costruito attraverso la sintesi di sette indicatori. In particolare:

incidenza percentuale della popolazione analfabeta e alfabeta senza titolo di studio;

incidenza percentuale delle famiglie con 6 e più componenti;

incidenza percentuale delle famiglie monogenitoriali sul totale delle famiglie;

incidenza percentuale delle famiglie con potenziale disagio assistenziale;

incidenza percentuale della popolazione in condizione di affollamento grave;

incidenza percentuale di giovani (15-29 anni) fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione scolastica e professionale;

incidenza percentuale delle famiglie con potenziale disagio economico.

LE SCUOLE COINVOLTE NELLA SPERIMENTAZIONE

Gli studenti coinvolti in questa sperimentazione sono circa il 10% del

totale. Le scuole coinvolte, localizzate principalmente nel Mezzogiorno,

sono circa:

• 2.000 scuole primarie (circa 15.800 classi)

• 1.700 scuole medie (circa 7.800 classi)

Le province con più di 100 scuole interessate sono:

Napoli 1.770 scuole

Palermo 560 scuole

Catania 445 scuole

Caserta 346 scuole

Salerno 307 scuole

Reggio Calabria 266 scuole

Foggia 155 scuole

Cosenza 150 scuole

Crotone 115 scuole

Le stime sono state effettuate partendo dal numero totale di scuole primarie e secondarie di primo grado presenti nei 400 comuni considerati. Per stimare il numero di scuole a tempo normale è stato utilizzato l’indice regionale di scuole a tempo normale, mentre le scuole secondarie di primo grado sono state considerate tutte non a tempo pieno. Per stimare le classi coinvolte è stato moltiplicato il numero di scuole stimate per il numero medio di classi per scuola a livello nazionale.

IL COSTO PERSONALE SCOLASTICO

Sulla base della retribuzione iniziale, al lordo degli oneri riflessi a carico dello Stato, le assunzioni previste sarebbero:

Scuole primarie

• 7.877 docenti/educatori

• 1.197 personale ATA aggiuntivo

• Costo complessivo di 360.5 milioni

Scuole secondarie di primo grado

• 3.897 docenti/educatori

• 592 personale ATA aggiuntivo

• Costo complessivo di 192.7 milioni

TOTALE

553 MLN L’ANNO

Le stime sono state effettuate considerando che per convertire una classe a tempo normale in una classe a tempo pieno occorrono 0,5 docenti (quindi un’unità ogni due classi) in più. Considerato il numero di classi stimato, si prevede l’assunzione di circa 7.877 educatori professionisti di scuola primaria e 3.897 educatori professionisti di scuola media. Considerando i costi medi di assunzione di un docente elementare (41.649 ,5 euro) e di un docente della scuola secondaria (45.346,91 euro) si stima un costo complessivo pari a 504,8 milioni di euro/anno. Per quanto riguarda il personale ATA, si stima un fabbisogno pari a 1.789 impiegati in più (0,076 per classe). Considerato il costo di assunzione pari a 27.088 ,5 euro, il costo complessivo è pari a 47,8 milioni di euro/anno. Sommando i costi complessivi per il personale aggiuntivo, si arriva a un investimento complessivo annuo pari a circa 553 milioni di euro.

IL COSTO DEL SERVIZIO MENSA

SPESA LORDA: 400 MILIONI DI EURO

Si stima che il costo lordo del servizio mensa sia pari a circa 400 milioni di euro, tenendo conto delle seguenti

ipotesi:

• mediamente un pasto costa al Comune circa

5,5 euro (fonte: Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza)

• gli alunni interessati sono circa 450.000

(ipotizzando 19 studenti per classe, come la media nazionale)

• i giorni di scuola sono circa 200 ogni anno

ENTRATE: 200 MILIONI DI EURO

Si stima che le entrate grazie ai contributi a carico

delle famiglie siano pari a circa 200 milioni di euro, ipotizzando che:

• le famiglie con ISEE inferiore a 15.000 euro

ricevano gratuitamente il servizio mensa

• le famiglie con ISEE tra 15.000 e 25.000 euro

paghino un contributo pari a 40 euro al mese

(1,8 euro a pasto)

• le famiglie con ISEE superiore a 25.000 euro

paghino un contributo pari a 80 euro al mese

(3,6 euro a pasto)

TOTALE

€ 300 MLN L’ANNO

IL COSTO DELLE INFRASTRUTTURE

In molte scuole è necessario realizzare i locali adeguati per fornire il servizio mensa. Secondo i dati MIUR, il 32% delle scuole primarie ha già una mensa . Ipotizzando che anche nei 400 comuni selezionati il 32% delle scuole primarie abbia

già una mensa, è necessario costruire una mensa in 1.400 scuole primarie, mentre in 600 istituti sono già presenti.

Inoltre, è necessario realizzare una mensa in tutte le scuole secondarie di primo grado (1.700) che al momento non prevedono il tempo pieno.

La costruzione o la ristrutturazione di una nuova mensa comporta un costo medio di circa 500.000 euro (fonte: bando PNRR del MIUR per la realizzazione di nuove mense scolastiche).

TOTALE

€ 1,5 MLD UNA TANTUM

2024

3 MILIARDI DI EURO IN 3 ANNI PER LA SPERIMENTAZIONE

Mappatura delle scuole coinvolte

Avvio costruzione e/o ristrutturazione delle mense

Coinvolgimento terzo settore per progettazione attività pomeridiane

A.S. 2024/25 A.S. 2025/26

Inizio sperimentazione nelle

scuole in cui sono presenti spazi

adeguati o in cui è finita la realizzazione dei lavori necessari

Inizio sperimentazione in tutte le scuole che necessitano di lavori infrastrutturali

A.S. 2026/27

Ultimo anno di sperimentazione

Valutazione dell’efficacia del programma.

€ 1,6 mld

• € 0,1 mld per nuovo personale in 600 scuole

• € 1,5 mld per costruzione e/o ristrutturazione mense in 3.100 scuole

• € 0,03 mld per servizio mensa

€ 0,8 mld

• € 0,5 mld per il personale in tutte le scuole

• € 0,3 mld per servizio mensa

€ 0,8 mld

• € 0,5 mld per il personale in tutte le scuole

• € 0,3 mld per servizio mensa

La sperimentazione può essere finanziata in larga parte utilizzando i fondi europei:

Personale

Realizzazione nuove mense

• Fondo Sociale Europeo: stanziati 14 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 per investimenti a favore dell’occupazione e della crescita

• PNRR: stanziato 1 miliardo di euro per la realizzazione di 1.000 nuove mense scolastiche, tra cui alcune nei comuni coinvolti dalla sperimentazione

• FESR: stanziati 3,7 miliardi di euro per il Programma Nazionale Scuole e competenze

LA DISPERSIONE SCOLASTICA NELLE SCUOLE SUPERIORI

• Nel 2022, l’11, 5% dei giovani tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola precocemente, quasi 2 punti percentuali in più rispetto alla media europea (9,6%) e 2,5 punti percentuali in più rispetto al target fissato dall’agenda UE per il 2030 (9,5%).

• La discrepanza tra l’Italia e gli altri paesi europei è dovuta principalmente a profonde disparità regionali che l’Italia riscontra in termini di opportunità formative e lavorative.

Dispersione scolastica per regione

Basilicata

Marche

Lazio Umbria

Friuli Venezia Giulia

Molise

Abruzzo

Veneto

Emilia Romagna

Lombardia

Liguria

Calabria

Trentino Alto Adige

Toscana

Piemonte

Sicilia Campania

L’OFFERTA FORMATIVA ATTUALE

Terminate le scuole medie, gli studenti possono scegliere tra le seguenti opzioni:

Istituti a gestione statale

Licei

Tecnici

• Durata: 5 anni

• Indirizzi: L’attuale ordinamento prevede 6 indirizzi

1. Artistico

2. Classico

3. Linguistico

4. Musicale e coreutico

5. Scentifico

6. Scienze umane

• Durata: 5 anni

• Indirizzi: L’attuale ordinamento prevede 2 settori e 11 indirizzi

Settore economico:

1. Amministrazione, finanza, Marketing

2. Turismo

Settore tecnologico:

1. Meccanica, meccatronica, energia

2. Trasporti, logistica

3. Elettronica, elettrotecnica

4. Informatica, telecomunicazioni

5. Grafica, comunicazione

6. Chimica

7. Moda

8. Agraria, agroalimentare

9. Costruzioni, amviente, territorio

Professionali

• Durata: 5 anni

• Indirizzi: L’attuale ordinamento prevede 11 indirizzi

1. Agricoltura e sviluppo rurale

2. Pesca commerciale, produzioni ittiche

3. Industria, artigianato

4. Manutenzione, assistenza tecnica

5. Gestione delle acque, risanamento ambientale

6. Servizi commerciali

7. Enogastronomia, ospitalità alberghiera

8. Servizi culturali e dello spettacolo

9. Servizi per la sanità, assistenza sociale

10. Odontotecnico

11. Ottico

Istituti a gestione regionale

IeFP

(Istruzione e formazione professionale)

• Durata: 3 anni per la qualifica, 4 anni per il diploma

• Indirizzi: L’attuale ordinamento prevede 12 indirizzi

1. Elettronico

2. Impianti termoidraulici

3. Benessere

4. Tessile, abbigliamento, calzature

5. Grafico, cartotecnico, legno

6. Agricolo, agroalimentare

7. Servizi di accoglienza

8. Logistica, trasporti, riparazioni

9. Amministrativo e servizi di vendita

10. Edile ed elettronico

11. Ristorazione

12. Meccanico

CARATTERISTICHE DEL SISTEMA IeFP

• Il sistema regionale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) è uno dei canali per l'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione stabiliti dalla legge. I titoli rilasciati sono sono validi su tutto il territorio nazionale e fanno riferimento a figure professionali e standard di competenze concordati tra tutte le regioni e lo Stato.

Istituti

L’offerta di percorsi IeFP sul territorio nazionale è garantita da:

• Istituzioni formative accreditate

• Istitutuzioni scolastiche superiori statali e paritarie

Impostazione didattica

I percorsi IeFP assicurano un’adeguata formazione culturale di base ma privilegiano:

• l’apprendimento pratico in contesti di laboratorio

• periodi di stage obbligatori a partire dal 2° anno

Durata

I percorsi IeFP si dividono in:

• Qualifica (3 anni): finalizzato al conseguimento di un attestato di qualifica professionale di 3° livello

• Diploma (4 anni): finalizzato al conseguimento diun diploma professionale di 4° livello

Risultati di apprendimento

Gli studenti IeFP raggiungono risultati migliori di quelli raggiunti dagli studenti di Istiuti Professionali a gestione statale (fonte: INVALSI)

POCHI STUDENTI RISPETTO ALLA DOMANDA DI LAVORO

• Il Sistema Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) coinvolge

circa 230 mila studenti l’anno e registra un tasso di successo

lavorativo molto elevato (circa il 70%).

Condizione occupazionale dei diplomati IeFP (pre-pandemia)

• Nel quadriennio 2022- 2026 l’offerta formativa IeFP riuscirà a soddisfare

solo il 68% della domanda potenziale prevista. *

Domanda e offerta di lavoro per qualificati e diplomati IeFP

Altri indirizzi IeFP

Elettronico

Impianti termoidraulici

Benessere

Tessile, abbigliamento e calzature

Grafico, cartotecnico e legno

Agricolo e agroalimentare

Servizi di promozione e accoglienza

Logistica, trasporti e riparazione veicoli

Amminstrativo segretariale e dei servizi di vendita

Edile ed elettrico

Ristorazione

Meccanico

Istruzione e Formazione Professionale

*Fonte: Excelsior-Unioncamere, Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2022-2026)

Offerta neoqualificati (media annua) Fabbisogno (media annua)

L’IeFP PER COMBATTERE LA DISPERSIONE SCOLASTICA

• Le regioni del mezzogiorno, dove si concentrano la maggior parte delle aree di crisi sociali complessa, sono caratterizzate da un maggior tasso di dispersione scolastica e minore o addirittura assente presenza di istituzioni formative regionali che erogano percorsi di IeFP. Tali istituzioni, autorizzate e finanziate dalle Regioni (anche attraverso fondi europei), sono state valutate come il principale strumento contro la dispersione scolastica. *

*Fonte: audizione INAPP in settima Commissione Senato, indagine conoscitiva su povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica.

LA NOSTRA PROPOSTA

• Proponiamo di l’attivazione di nuovi percorsi quadriennali di IeFP per il 30% dei giovani ( 14- 19 anni) a rischio di abbandono scolastico nelle aree di crisi sociale complessa.

• In particolare, la sperimentazione riguarderà le prime 20 provincie italiane per Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM). Queste si trovano in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, regioni che scontano alti tassi di dispersione scolastica e che – ad eccezione della Sicilia -

registrano tassi di adesione ai percorsi IeFP molto ridotti.

Provincia Studenti a rischio

Fondi assegnati

2024 A.S. 2024/25

Mappatura degli istituti coinvolti.

Rilevazione degli alunni a rischio dispersione nelle scuole medie dei territori interessati

109 mln

A.S. 2027/28

Inizio sperimentazione: intake della

prima classe di studenti

A.S. 2025/26

Prima classe: finanziamento 2° anno

Seconda classe: finanziamento 1° anno

183 mln

A.S. 2026/27

Prima classe: finanziamento 3° anno

Seconda classe: finanziamento 2° anno

Terza classe: finanziamento 1° anno

255 mln

Prima classe: finanziamento 4° anno

Seconda classe: finanziamento 3° anno

Terza classe: finanziamento 2° anno

185 mln

A.S. 2028/29 2029

Prima classe: finanziamento terminato

Seconda classe: finanziamento terminato

Terza classe: finanziamento 4° anno

26 mln

Finanziamenti terminati

Valutazione d’efficacia del programma

Dettaglio implementazione del Family Act

Dettaglio misure

1. Incentivare il rientro al lavoro delle madri aumentando l’assegno unico

2. Rimborso diretto delle spese sostenute per le attività educative e scolastiche dei

figli (tra cui l’asilo nido) e il lavoro domestico tramite una piattaforma unica

TOTALE

0,6

1,0

1,6

Incentivare il rientro al lavoro delle madri aumentando l’assegno unico

Criticità

Secondo i dati dell’Inps, 1 donna su 5 lascia il proprio lavoro entro 2 anni dalla maternità.

Il gap del tasso di occupazione tra padri e madri

è di oltre 30 punti percentuali (88,2% i padri e 57,4% le madri).

Questa differenza è molto meno marcata prima

della maternità: il tasso di occupazione degli

uomini senza figli è pari a 73,1 % mentre quello

delle donne senza figli è pari a 64,6%.

Il tasso di occupazione dei padri varia poco

all’aumentare dei numero di figli mentre quello

delle madri diminuisce. Report «le equilibriste» di Save the Children su dati ISTAT

Incentivare il rientro al lavoro delle madri aumentando l’assegno

Proposta

Trasferimenti decrescenti (per 3 anni) alle madri che tornano a lavoro entro 12 mesi

Costo: Circa 0,6 miliardi di euro l’anno

• Nuovi figli: 399.413

• Tasso di occupazione attuale delle madri: 57%

• Tasso di occupazione target delle madri: 62%

• Totale madri che torneranno a lavoro (target): 247.636

• RAL media di donna in nucleo con ISEE<€40.000: €16.000

• Trasferimento medio:188

• Costo per 3 anni: 1,8 miliardi di euro

Retribuzione annua lorda (su cui poi si calcolano i contributi) Retribuzione mensile Lorda (13 mensilità) Retribuzione giornaliera Lorda (22 gg lavorativi)

Proposta

Le famiglie potranno richiedere un rimborso per le spese sostenute per le attività educative e scolastiche dei figli e il lavoro domestico

La richiesta di rimborso avverrà tramite una piattaforma dedicata

Per finanziare questa misura si potranno usare i fondi dedicati alle attuali detrazioni per le spese per i figli a carico

4 mld € 0,4

1. Riduzione della pressione fiscale

Conferma del taglio del cuneo fiscale già in vigore negli ultimi

sei mesi del 2023.

Senza questo intervento le buste paga sarebbero scese di 67–99

euro al mese.

Accorpamento dei primi due scaglioni Irpef con la stessa

aliquota al 23% (in attuazione della prima fase della riforma fiscale)

La norma è sterilizzata per i redditi superiori a 50mila euro e

dovrebbe piccoli effetti positivi solo per i lavoratori con reddito

superiore a 15mila euro

Riduzione canone Rai da 90 a 70 euro per il 2024.

In compenso, è previsto un contributo di 430 milioni di euro a favore della Rai per migliorare la qualità del servizio (pari alla

riduzione del canone per 21,5 milioni di persone).

• 7 punti per i redditi fino a 25mila euro

• 6 punti per i redditi fino a 35mila euro

Reddito Aumento mensile

15mila euro

0 15-20 mila euro

mila euro

mila euro

8

16

22

fonte: fondazione nazionale dei commercialisti

2. Famiglia

Novità

• Maggiorazione del primo mese di congedo parentale dal 30% all’80% della retribuzione

• Aggiunta di un mese ulteriore al primo di congedo parentale, retribuito al 80% solo per il 2024 e al 60% in modo strutturale per i genitori con figli fino ai 6 anni

• Decontribuzione al 100% dei contributi IVS (aliquota per invalidità, vecchiaia e superstiti) per tutte

le madri lavoratrici, fino al limite massimo di 3mila euro annui, fino ai 10 anni di età del figlio più piccolo per chi ne ha due e fino ai 18 anni di età del figlio più piccolo in caso di tre figli

• Rafforzamento strutturale del bonus asili nido (150 milioni di euro) solo ai secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei con già un under 10 e un Isee massimo 40mila euro

• Esclusione dei titoli di stato italiani nel calcolo dell’ISEE familiare fino a 50mila euro

Conferme

• Proroga della carta “dedicata a te” (600 milioni di euro)

Durata: 1 ANNO

• Contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro)

Il sistema dei congedi diventa così:

• 5 mesi di congedo di maternità e 10 giorni di congedo di paternità retribuiti al 100%.

• un mese aggiuntivo utilizzabile da madre o padre entro i 6 anni del figlio retribuitoall'80%,

• un ulteriore mese fino ai 6 anni del figlio retribuito al 60%,

• ulteriori 8 mesi al 30%.

La Presidente Meloni aveva parlato di asilo nido gratis dal secondo figlio anche se si tratta solo di un potenziamento del fondo esistente

Durata: 3 MESI

• Non viene confermato il taglio dell’IVA al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene femminile

che dunque tornano ai livelli precedenti (22% e 10%)

Tagli

Misura

Rinnovo dei contratti del comparto sanità

Incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive di medici e infermieri

Aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati

Aggiornamento dei LEA

Assunzione personale per assistenza territoriale

Rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica e modifiche alla modalità di distribuzione dei medicinali

Stanziamento

€ 2,5 mld l’anno

€ 280 milioni l’anno

€ 123 milioni per il 2024, € 368 milioni per il 2025,

€ 490 milioni dal 2026

€ 50 milioni per il 2024, € 200 milioni dal 2025

€ 250 milioni per il 2025, € 350 milioni dal 2026

€ 53 milioni per il 2024, € 77 milioni dal 2025

4. Rinnovo contratti pubblico impiego

Stanziati 5 miliardi di euro l’anno per il rinnovo dei contratti pubblici

• Per l’anno 2024, vengono anticipati 2 miliardi di euro al 2023 per consentire il pagamento già a dicembre

dell’intero valore annuo dell’incremento previsto da gennaio 2024

• Al comparto sanitario sono destinati 2,5 miliardi di euro dello stanziamento complessivo

5. Pensioni

Novità

Modifiche all’importo minimo per andare in pensione con il sistema contributivo: abbassata da 1,5 volte a 1 volta la pensione minima per accedere alla pensione di vecchiaia, alzata la soglia da 2,8 a 3 volte la pensione minima per la pensione anticipata (ma non alle donne con figli)

Riscatto dei buchi contributivi: possibilità per i lavoratori che rientrano in toto nel contributivo di riscattare fino a 5 anni di contributi

Conferme

Indicizzazione delle pensioni: rispetto al 2023, è diminuita l’indicizzazione delle pensioni oltre 10 volte il minimo (dal 32% al 22%)

Quota 103 con penalizzazioni: le finestre passano da 3-6 mesi a 6-9 mesi e la quota di pensione calcolata con il retributivo cambia e viene ricalcolata con il contributivo

Pensioni anticipate

Ape sociale, ma il requisito di età passa da 65 anni a 65 anni e 5 mesi

Opzione donna, ma il requisito d’età passa da 60 a 61 anni (diminuiti per donne con figli)

Revisione delle aliquote contributive: tagli fino al 20% (7-11 mila euro l’anno) per circa 700mila dipendenti statali (tra cui 55.600 medici e infermieri), con risparmi fino a 2,3 miliardi di euro sul lungo periodo

2 miliardi di euro di tagli su 14 diversi fondi (ad es. fondo per gli adeguamenti pensionistici e fondo per recupero dell’inflazione)

Tagli

• L’istituzione del Codice identificativo nazionale per i proprietari di casa per gli affitti attraverso le piattaforme telematiche

• Estensione delle agevolazioni sui mutui prima casa per i giovani under36 (282 milioni)

• Ampliamento della copertura del Fondo Gasparrini (Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa)

• Aumento dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26% sulle seconde case (€ 1 miliardo)

• Tassazione del 26% sulla plusvalenza degli immobili ristrutturati con il Superbonus 110% in caso di vendita prima di 10 anni dal termine degli interventi

Nuova tasse
Conferme
Novità

7. Produttività

Novità

• Maxi-deduzione del costo del lavoro (IRES) per le imprese che assumono a tempo indeterminato pari al 120% e al 130% in caso di assunzione di «categorie svantaggiate»: mamme di almeno due figli minori, donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, under 30, ex percettori del Reddito di cittadinanza e persone con invalidità

• Innalzamento della soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit da 258 euro a mille euro per tutti i dipendenti e riduzione a 2mila euro (da 3mila euro) per quelli con figli a carico

Conferme

• Detassazione al 15% del lavoro notturno e degli straordinari festivi per i lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale fino al 30 giugno 2024 (81 milioni di euro)

• Mantenimento al 5% della tassazione dei premi di produttività (invece del 10%) con importo massimo di 3mila euro annui per i lavoratori con redditi fino a 80mila

• Riduzione dell’agevolazione per chi torna a lavorare in Italia e trasferisce la residenza per almeno 5 anni dal 70% al 50%

Tagli

8. Nuove tasse

La Legge di Bilancio introduce una serie di nuove tasse, anche con lo scopo di compensare le

minori entrate dovute al taglio del cuneo fiscale e all’accorpamento delle aliquote IRPEF

• Possibilità per i comuni di aumentare di 2 euro la tassa di soggiorno

• Possibilità per Roma e Venezia di superare il limite attuale di 10 euro per la tassa di soggiorno

• Aumento di circa 10 centesimi a pacchetto per sigarette tradizionali e tabacco riscaldato

• Aumento di circa 30 centesimi a busta per il tabacco trinciato

• Aumento dell’1% della tassazione per il 2025 e 2026 per le sigarette elettroniche

9. Spending review

Complessivamente sono previsti tagli per un totale di 2,6 miliardi di euro, così suddivisi:

820 milioni di euro per il 2024, 880 milioni di euro per il 2025 e 900 milioni di euro per il 2026.

Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione,

conservazione e valorizzazione della fauna e della flora, salvaguardia della biodiversità e dell’ecosistema

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