1.500


“Per l’acquisto rivolgersi alla fantasia. Io vendo solamente le mie opere eseguite nel passato. Prenotate quelle dell’avvenire.”
Marco Carnà (1929 - 2021) nasce in Brianza, a Carnate, il luogo da cui sceglierà di prendere il nome. Pittore, scultore, disegnatore e poeta, è stato un artista di incredibile creatività. Nel 1958 si stabilisce a Milano e frequenta artisti innovativi, come Piero Manzoni ed Enrico Castellani, espone a Roma, Milano, Parigi, Londra, ma all’apice del successo arnate. rifiuta i condizionamenti del mercato e decide di ritirarsi a Carnate. “Carnà non ha mai barattato il Gioco con lo Scherzo. È sempre riuscito a lavorare giocando: ha occupato di sé chilometri quadrati di fogli e tele, legni, gessi, metalli, cartoni, pietre”, così lo descrive lo scrittore Giro Melis. “Non somiglia a nessun artista di questo secolo. Sapendo fin dalla più tenera età di non possedersi, non si è mai venduto a nessuno”.
Autore di innovative estroflessioni, ma anche straordinario interprete del messaggio cristiano (sue sono le due grandi vetrate sulla facciata del Duomo di Monza), ha inventato un originale alfabeto formale: le Strutture primarie. Affastellamenti di “tubi”, canali ideali che rappresentano le infinite possibilità di connessione, premessa della vita. Un artista che la critica sta finalmente riscoprendo come uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi settant’anni.
Calend’Arte - Marco Carnà
In copertina:
Sovrastrutture (Precipite delle strutture), 1982 acrilico su tela, 100x120 cm
La scelta di un nome d’arte è la scelta di un destino? Quale sarebbe stato quello di Marco Colombo se non avesse deciso di chiamarsi Carnà?
Il suo nome d’arte non è certo una scelta di identità. A un grande industriale che un giorno si presentò nel suo studio in cerca di un bel paesaggio della Brianza l’artista rispose, spalancando una finestra: “Ce ne sono finché vuole”. E lo congedò.
Fine conoscitore della storia dell’arte, scelse un nome che fosse piuttosto eco dei Pisanello, Veronese, Caravaggio. Operoso, come tutti in Brianza, ma con quel rigore dei grandi artisti capace di trasformare l’ostinazione in visione, la materia in pensiero, il gesto ripetuto in liturgia formale. “Il ritmo è la ripetizione di una cosa amata”, ha intitolato così diverse opere, a indicare che nella ripetizione di un gesto era il segreto del suo amore per il fare arte.
Il 2026 sarà l’anno della riscoperta di questo artista. La Reggia di Monza ospiterà la prima, attesa mostra antologica; i Musei Civici una mostra dossier che per la prima volta presenterà le estroflessioni di Carnà insieme a quelle di Castellani, Bonalumi e Simeti, mentre il Museo del Duomo di Monza, la Chiesa del Sacro Cuore al Triante e il MUST di Vimercate completeranno un percorso nel territorio di un artista del territorio, ma di levatura internazionale. Totem, che da quasi trent’anni si dedica a diffondere la passione per l’arte, con questo calendario annuncia l’anno culturale dedicato a Carnà. Mese dopo mese, ci accompagnerà alla scoperta dell’universo formale che l’artista ha saputo inventare, con una gioia del fare arte che era ragione del suo vivere da uomo libero.
Marina Pizziolo storica e critica d’arte

Calend’Arte - Marco Carnà (Ritmo) Sistole e diastole, 1975 legno, tela e acrilico, 34x27x5 cm

Calend’Arte - Marco Carnà
Il volo (Un ritmo è la ripetizione di una cosa amata), 1968 tempera vinilica su tela, 39x29 cm

- Marco Carnà

Calend’Arte - Marco Carnà
Abnioco Sdualpa, 1965 tempera vinilica su tela, 80x60 cm


Calend’Arte - Marco Carnà
Un ritmo è la ripetizione di una cosa amata, 1968 legno, tela e acrilico, 62x55x10 cm

Calend’Arte - Marco Carnà Dal ciclo strutture, 1964 tempera vinilica su tela, 50x40 cm

Calend’Arte - Marco Carnà
Rilievo giallo. Sistole e diastole, 1972 legno, tela e acrilico, 100x80x12 cm

Calend’Arte - Marco Carnà
Omaggio a Piero della Francesca, 1965 acrilico su tela, 100x120 cm

Calend’Arte - Marco Carnà
Tubi (Raffineria a Villasanta), 1975 legno, tela e vernice metallizzata, 63x53x11 cm

Calend’Arte - Marco Carnà Struttura primaria, 1980

Calend’Arte - Marco Carnà

Negli anni Sessanta le estroflessioni di Marco Carnà dialogano con quelle di Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Turi Simeti.
Sarà un linguaggio che l’artista svilupperà coerentemente fino a inediti esiti figurativi pop.
Con il contributo di:

grafica a.salvioni
Calend’Arte - Marco Carnà Rilievo, 1968
legno, tela e vernice metallizzata 53x35x8 cm

