Il 18 marzo 1848, Milano si copre di barricate. Dopo cinque giorni di lotta accanita, il 23 marzo il comandante austriaco, Radetzky, è costretto a sgomberare. Il 22 marzo si libera anche Venezia in un moto improvviso di popolo. Le insurrezioni nel Regno Lombardo-Veneto danno il segnale dell'intervento Piemontese a favore della Causa Italiana : Carlo Alberto varca con le sue truppe, il 23 marzo, il Ticino, invadendo la Lombardia, si mette alle calcagna degli austriaci in ritirata, battendoli a Pastrengo ( 30 aprile 1848 ). Per sostenere lo sforzo bellico , sotto l'impulso di Luciano Manara veniva proclamato dal Governo Provvisorio Lombardo un affisso che invitava i giovani Milanesi ad unirsi in gruppi volontari ( per aggredire la ritirata austriaca nelle campagne), mentre gli ammogliati e i meno idonei avrebbero costituito la Guardi Nazionale a tutela della città. Nel giugno del 1848 le tabelle dello stato maggiore lombardo contavano trentamila armati, ed i volontari dei valichi più importanti di Lombardia ( Stelvio, Tonale, Caffaro) fecero ogni sforzo per custodirli, consapevoli che un reggimento regolare austriaco anche se continuamente ostacolato sarebbe riuscito ad adempiere al proprio scopo di riconquista. Il giorno 27 marzo i volontari si trovano a Treviglio, con la divisione Pinerolo del Generale Bes, il comando Piemontese stabili che i volontari dovessero formare l'avanguardia dell'esercito Sardo-Piemontese, cosi il giorno 29 i volontari furono trasferiti a Crema, mentre il 31 si trovavano in Brescia. (1)
Fino a quel momento nel comune di Nave ( 2.341 anime nel 1861 ) non si erano ancora compiuti i gesti eclatanti del 1849 ma l'aria ed il pensiero popolare venivano fomentati dagli ideali patriottici portati da vari personaggi locali, tra cui D. Antonio Bonera, D. Giovanni Mingotti, D.Antonio Montini e Carlo Giustacchini. In marzo-aprile si costituì anche a Nave la Guardia Nazionale che come per altre realtà comunali lombarde aveva lo scopo di tutelare i confini ed il proprio centro abitato, infatti le cronache ci lasciano che varie furono le pattuglie fatte presso S.Vito e Serle (2). Il Governo Provvisorio Lombardo decise di porre a capo di questa guarnigione il Capitano Comandante Giuseppe Giustacchini - patriota ed industriale famoso che approfondiremo nella scheda a lui dedicata – tornando agli eventi il 2 aprile 1848 Don. Mingotti benedì il tricolore della Guardia Nazionale ed 4 concittadini esattamente Anelli Giuseppe, Antonelli Marco,Bitelli Giovanni e Dossi Giacomo si arruolarono per la causa italiana i primi tre nella Divisione Lombardia mentre il terzo nel Battaglione Brenta Bacchiglione. Dal Comune di Caino si arruolò nella “Divisione Lombardia “ Francesco Bertacchini.
La “ Divisione Lombarda “ fu creata l'11 aprile del 1848 ed affidata al Generale Perrone comandante dell'esercito Sardo-Piemontese. I reggimenti di questa divisione assunsero i numeri corrispettivi di 19°, 20°, 21° e 22° continuando quelli dell'esercito Piemontese. Riuniti presso il campo di Ghedi gli elementi della “ Divisione Lombarda “non fecero in tempo a svolgere una regolare istruzione, schierati lungo il Mincio dal 13 luglio furono aggregati alle truppe del Generale Ferrero per supportare il blocco di Mantova e per le operazioni che si svolsero intorno a Milano fino al 5 agosto. Il 6 la “ Divisione Lombarda “ fu sciolta. (3)
Il “ Battaglione Brenta Bacchiglione “ questo corpo, costituito in realtà da due grossi battaglioni di 6 compagnie ciascuno, prese parte alla difesa di Venezia, segnalandosi per valore e sopratutto per costanza, giacché organizzato nel novembre 1848 non si sciolse che dopo la resa della città. Fu infine incorporato nella Terza Legione Veneta. (4)
Il Gen. Giacomo Durando il giorno 29 luglio 1848 diede ordine a tutte le truppe volontarie di schierarsi sulla linea di Brozzo, Nozza, Vobarno e Salò. Con questo movimento concentrico il Generale poteva sostenere tramite invio di una avanguardia presso Vestone la Rocca d'Anfo, o accorrere in caso di bisogno ha Brescia, Peschiera o ritirarsi in caso estremo verso Bergamo tramite la strada che unisce la Valle Trompia alla Valle Sabbia e al Lago di Garda. ( attuale SP237, SP57, SP114). Il Generale Durando aveva mantenuto questa posizioni durante l'assedio di Peschiera da parte delle truppe Sarde, agendo contro la retroguardia austriaca, pur mantenendo la difesa della Città di Brescia. Caduta Peschiera ( 30 maggio 1848 ) il Gen. Durando elaborò un altro piano per difendere le campagne circostanti senza asserragliarsi nella Città di Brescia in attesa degli eventi. Questa linea di difesa consisteva nell'occupare il paese di Caino e le sue posizione presso S.Eusebio appoggiandosi sulle coste stradali delle montagne che difendono a dx Gavardo ed a sx la rotabile verso Zanano sul Mella. Ma con la mala condotta della guerra e la sconfitta di Custoza cominciò la ritirata delle truppe Piemontesi che non si fermò neanche a Milano. Durando con le sue truppe isolato e in costante pericolo di un colpo austriaco ricevette il 7 agosto 1848 dal Comandante Militare di Brescia l'invito a entrare in città per congiungersi col presidio Bresciano e poter marciare in tutta sicurezza verso il lago d'Iseo, la Valle camonica e la Svizzera. Ma Durando non voleva salvarsi in Svizzera preferiva anzi riparare in Piemonte per congiungersi con l'esercito Sardo-Piemontese quindi decise di inviare due battaglioni ad occupare dei vaporetti presso Iseo ( vaporetti che potevano servire per transitare le truppe fino a Lovere ). cosi detto il giorno 11 il generale marciò verso Brescia per
conferire con la municipalità sulla difesa, il vettovagliamento, la difesa cittadina o le strade per la ritirata. Il giorno 12 a poca distanza da Brescia il generale seppe che la città era stata evacuata e che il comandante di presidio si era già condotto con la guardia nazionale verso Iseo e la valle Camonica e che gli austriaci non avrebbero tardato ad occupare la città. Cosi il generale Durando che voleva a tutti costi salvare il suo corpo d'armata diede ordine all'artiglieria, al parco ambulanze che erano stanziate a Nave, di passare rapidamente il Mella ( dal Ponte Crotte o dalla passerella di Collebeato ) per recarsi ad Adro. Manara e Borra che erano in Forze sulle posizioni di S.Eusebio e Caino ebbero le stesse direttive di marcia su Adro, tutti gli altri battaglioni passarono il Mella avendo l'ordine di concentrarsi ad Adro e Iseo per tenere aperta la strada per Bergamo o la Svizzera, tra varie vicissitudini il giorno 19 agosto le truppe del Gen. Durando raggiunsero Oleggio in Piemonte dove furono messe a riposo. Intanto già il 9 agosto il Generale Salasco conclude l'armistizio con gli austriaci, entrando cosi nella ripresa della ostilità che avverrà nel 1849. (5)
– (1) Libro “ I Volontari ed I Bersaglieri Lombardi “ - E.Dandalo Cap.II
– (2) Rivista “ Nave il Paese e la sua Gente “ Pag. 7-8-9 Edizione 1998
– (3) Libro “Corpi Volontari Italiani 1848-1870” pag. 38
– (4) Corpi Volontari Italiani 1848-1870 pag.4 e 5 – Ministero della Guerra, Stato Maggiore de R.Esercito – Ufficio Storico – Cesare Cesari – Roma 1921
–
(5) Libro “ Memorie ed Osservazioni sulla Guerra del 1848-1849 “ Cap.IV – Torino 1849 – G.Frattini
Nave Risorgimentale : 1849
La sconfitta di Carlo Alberto fu anche la sconfitta del partito moderato e riformista. Cosi l'iniziativa unitaria passa nelle mani delle forze rivoluzionarie, decise a mantenere attiva la lotta. A Venezia Daniele Manin proclama la Repubblica ( agosto 1848 ); a Firenze, Francesco Guerrazzi si impadronisce del potere e proclama una Costituente italiana. Anche Roma il regime costituzionale dei papi non riesce a reggersi e il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica Romana. Intanto il Piemonte riprende la Guerra il 20 marzo 1849. Tre giorni dopo l'esercito piemontese veniva sconfitto a Novara. A Carlo Alberto non rimaneva che abdicare; a suo figlio, Vittorio Emanuele II, spettò il compito di trattare con i vincitori austriaci. Il 26 marzo veniva firmato a Novara l'armistizio. Invece il giorno 23 marzo Brescia insorgeva contro gli occupanti austriaci e Nave non fu estranea al fatto. Al Colle di S.Vito, il curato di Serle Don Pietro Boifava aveva collocato il suo quartier generale per sorvegliare e difendere eventualmente il passo di comunicazione con la Valle Sabbia. Con lui ritroviamo anche Carlo Giustacchini, Giacomo e Bortolo Zanoni. A Nave, essendovi la produzione della carta, vennero stampati i manifestini rivoluzionari delle Dieci Giornate che erano poi distribuiti a Brescia; il torchio tipografico era stato trasportato da Brescia a Nave dal Giustacchini, che lo aveva nascosto sotto un carico di stracci, e collocato in casa Pilati a S.Rocco, che per qualche tempo serviva come tipografia clandestina, poi spostata presso Collebeato. Durante le dieci giornate Tommaso Lonati di S.Gallo domiciliato a Nave per lavoro infervorato dai discorsi di Don Mingotti decise di armarsi e partire per Brescia se non arrivato presso Porta Pile, impressionato ed atterrito dalla crudeltà dei combattimenti penso bene di ritornare in paese, arrivato a Conicchio il Lonati fermò un ladro che fuggendo si fece cadere il sacco con la refurtiva, il Lonati aprendo il sacco trovo paramenti ed oggetti sacri appartenenti alla Chiesa di Cortine da dove erano stati prelevati con l'uccisione del parroco Don. Bresciani, il Lonati fu trattenuto fino all'avvenuto arresto del vero responsabile, concludendo cosi la sua avventura delle dieci giornate. Si era pure costituita in quel tempo a Nave una banda di rapinatori, per difendersi da queste bande e anche per sedare lo spirito antiAustriaco di Nave fu inviato a presidio del comune oltre che hai soli gendarmi, un plotone di 25 Croati, la Caserma era il vecchio Palazzo Comunale ( oggi non più esistente ). Sedata la rivolta Bresciana il 1 aprile 1849 l'Austria presento il conto a Brescia e Provincia tramite una multa espiatoria che anche il comune di Nave dovette pagare. Il pagamento avvenne anche grazie al contributo di Don Giovan Battista Nicolini, consigliere comunale e fabbricere della Parrocchia di Cortine che accordo alla municipalità di Nave un mutuo di 3333,33 lire per saldare la tassa di mantenimento dell'I.R. Truppe austriache. (1) (2)
Durante il trasporto di questi denari la I.R. Gendarmeria di Brescia comunicava alla municipalità di Nave che il 25 giugno aveva proceduto all'arresto di Giacomo Rubera ed altri cinque compaesani per aver promosso nel territorio comunale di impedire all'esattore comunale di trasportare in Brescia il denaro riscosso, facendo intervenire la gendarmeria. Un ruolo chiave lo avranno ancora Carlo Giustacchini, Ubaldo Comini ( Padre di Onorato Comini deputato italiano dal 1882 al 1886 ) e i fratelli Zanoni nel sostenere il movimento rivoluzionario di Tito Speri. Comini verrà incarcerato in Castello, condannato a morte e poi graziato. Il Giustacchini dopo aver organizzato e promosso nel 1850 esercitazioni paramilitari, aver depositato armi per l'insurrezione presso la sua Cartiera di Nave, in località “Rocchino” di Nave e presso la chiesetta di S.Eusebio, dopo aver avviato in Collebeato in tipografia clandestina antiAustriaca verrà il 9 settembre 1856 arrestato ed incarcerato a Mantova condannato a morte sarà graziato per volere dell'arciduca Francesco Giuseppe, i due fratelli Zanoni saranno incarcerati fino al 1859 presso Vicenza. (1)
Dopo la sconfitta di Novara e la cessazione delle Dieci Giornate di Brescia rientrarono nel Comune di Nave espatriati al seguito delle truppe sardopiemontesi Nicolini Giovanni e Pietro Stefana, Giacomo Dossi considerato disertore di leva si riconsegna alle autorità austriache, mentre Galizzi Giuseppe abitante in contrada Sacca di Nave fu arrestato in Svizzera. Francesco Bresciani e Giacomo Taiola “refrattari” alla coscrizione di leva furono arrestati presso Artogne durante il taglio della legna. (2)
– (1) Libro “Storia di Nave” - P.Guerrini Cap. 17 Risorgimento – Brescia Tipografia Queriniana dell'Istituto Aartigianelli 1950
– (2) Rivista “ Nave il Paese e la sua Gente “ Pag. 7-8-9 Edizione 1998
Nave Risorgimentale : 1859
Il 10 gennaio 1859, il discorso della corona di Vittorio Emanuele II suona come uno squillo di guerra: dopo una serrata compagna diplomatica, l'Austria, decisa a stroncare le “ provocazioni “ piemontesi, invia un ultimatum a Torino ( 23 aprile ). È la guerra. Una grande vittoria presso Magenta ( 4 giugno ) apre ai Franco-Piemontesi le porte di Milano, mentre Garibaldi dopo gli scontri di Varese e San. Fermo entra in Brescia ( 13 giugno ) sostiene il combattimento di Virle Tre-Ponti ( 15 giugno ). Il generale Garibaldi verrà posizionato in Valtellina per salvaguardare i passi montani. Da qui un estratto (1) del percorso del generale attraverso i paesi di Gavardo, Vallio, Caino e Nave per raggiungere Ospitaletto e poi la Valtellina che qui ripubblichiamo integralmente : < Da Gavardo il Generale non volle condurre la brigata a Brescia per la strada principale, al fine di non incontrare colonne francesi che marciavano da Brescia verso il Ponte di S.Marco sul Chiese, per non cagionare ingombro. Eppure stando egli in una bottega di fruttivendolo in Gavardo, mentre mangiava della frutta interrogava i bravi paesani sulla via che per Vallio mena verso S.Eusebio, dove incontra la strada che da Brescia per Nave e Caino, su per il torrente Garza, sale al lago d'Idro. Bene i paesani confermarono, essere buona la via da Gavardo fino a Vallio, ma quindi in su non esservi altra via da carri, ma solamente un sentiero scarpato sul dosso della montagna che si chiama alpe di S.Eusebio. Tuttavia il generale Garibaldi, intollerante di indugi e ostacoli, comando che la brigata da Gavardo andasse verso Sopra-ponte quindi Vallio e presso S.Eusebio. Due battaglioni passarono quindi il monte nella stessa sera del 20 giugno, e sostarono presso Caino : altri sostarono presso Vallio. Il Generale si fermò all'osteria che stà sulla cresta dell'alpe di S.Eusebio, sulla strada che per Caino sale al lago d'Idro. Su quel monte sebbene in piena estate, si sentiva molto freddo. Fino alla metà del giorno dopo , il 21 , furono i carrettieri, i mulattieri e i militi di scorta tutti occupati, con grande fatica, nel portar su i carri le artiglierie e l'ambulanza. Al mezzodì il primo e secondo reggimento con il comando generale le artiglierie e l'ambulanza vennero accolti in Caino mentre il terzo reggimento fece sosta a Nave. Scendendo da S.Eusebio verso Caino il Generale Garibaldi accompagnato da un suo ufficiale di stato-maggiore, si interrogava sul destino dell'Italia da farsi una e indivisibile. In Caino il generale fu accolto trionfalmente e preferì sostare nella case in un umile bottegaio piuttosto che nelle abitazioni signorili messe a disposizione. Dormi poco poi sotto la pioggia parti per Brescia accompagnato da due ufficiali dello stato-maggiore. Infine la brigata dei Cacciatori delle Alpi marciò il giorno 22 da Nave verso S. Bartolomeo, dietro a Brescia dove mangiò il rancio ed al vespro riprese a marciare verso Ospitaletto dove pernottò>. Nel frattempo Napoleone III e
Vittorio Emanuele II proseguirono l'avanzata verso Verona, si combatte una sanguinosa battaglia : l'esercito austriaco, guidato dall'imperatore Francesco Giuseppe, viene sconfitto dai Francesi a Solferino e dai Piemontesi a San Marino. All'indomani della vittoria, Napoleone III interrompe bruscamente le ostilità, concludendo con l'imperatore d'Austria un armistizio presso Villafranca ( 11 giugno ), mettendo cosi fine alla seconda guerra d'indipendenza italiana.
(2) Il Comune di Nave diede per la causa dell'unità italiana nel 1859 un arruolato, che si iscrisse nelle file militari come volontario nei Cacciatori delle Alpi Compagnoni Faustino classe 1839 congedato dal servizio militare il 9.12.1860.
Mentre invece altri si arruolarono nelle file del Esercito Piemontese :
• - Cadoni Giovanni – Nizza Cavalleria
• - Comini Giuseppe – 15° Reggimento di Fanteria (3)
• - Fiori Giuseppe – Bersaglieri
• - Maffioli Angelo – 15° Reggimento di Fanteria
• - Mensi Giovanni – 15° Reggimento di Fanteria
• - Stefana Giovanni – 1° Brigata d'artiglieria
• - Testori Pietro – 2° Brigata d'artiglieria
• - Zanoni Stefano – 9° Reggimento di Fanteria
– (1) Libro “ I Cacciatori delle Alpi “ F. Carrano – Torino Unione Tipografica 1860 – Cap. III
– (2) Nominativi ritrovati tramite il Progetto Torelli.
– (3) Libro “ La Guerra del 1859 per l'indipendenza d'Italia “ - Ufficio di Stato-Maggiore del Regio esercito – Roma 1912 pag.794
Nave Risorgimentale : Il Ricordo
I richiamati di Leva delle guerre risorgimentali 1860/61 - 1866 - 1870, non parteciparono a fatti locali ma seppero servire l'idea dell'unità Italiana in ogni momento delle varie campagne militari i loro nomi rimarranno scolpiti nella nostra memoria collettiva :
1860/61
– Ancolini Giacomo – Soldato
– Campi Giovanni Battista – 40° Reggimento di Fanteria
– Cancarini Giovanni – 15° Reggimento di Fanteria
– Condinelli Agostino – 3° Reggimento Granatieri
– De Giacomi Pietro – 55° Reggimento di Fanteria
1866
– Taddei Paolo – Corpo Volontari Italiano – 1866 (1)
– Camigni Onorato – Corpo Volontari Italiano – 1866
– Morandi Carlo – Corpo Volontari Italiano – 1866
– Perrucchetti Giovanni – Corpo Volontari Italiano – 1866
– Andreucetti Pietro – Corpo Volontari Italiano – 1866
– Arrighini Evaristo – 61° Reggimento di Fanteria (2)
– Benedetti Carlo - 40° Reggimento di Fanteria
– Bragaglio Paolo – 52° Reggimento di Fanteria
– Buffoli Bernardo – 63° Reggimento di Fanteria
– Coglio Costanzo – 7° Reggimento di Artiglieria
– Comini Antonio – 2° Reggimento Bersaglieri
– Fusari Costanzo – 18° Reggimento di Fanteria
– Ghidini Giacomo – 70° Reggimento di Fanteria
– Liberini Alessio – 9° Reggimento di Artiglieria
– Liberini Antonio – 32° Reggimento di Fanteria
– Maggiori Giacomo – 30° Reggimento di Fanteria
– Manza Giacomo – 34° Reggimento di Fanteria
– Mastarda Angelo – Soldato
– Mazzoleni Luigi – Artiglieria da Piazza
– Mezzana Giuseppe – 64° Reggimento di Fanteria
– Monti Sebastiano – 6° Reggimento di Artiglieria
– Pratti Faustino – 57° Reggimento di Fanteria
– Rossi Giovanni – 32° Reggimento di Fanteria
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–
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–
–
–
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1870
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Saleri Giovanni Battista – 49° Reggimento di Fanteria
Saleri Leopoldo – 29° Reggimento di Fanteria
Taddei Battista – 8° Reggimento Granatieri
Taiola Giovanni – 1° Reggimento Bersaglieri
Tameni Domenico – 3° Reggimento Granatieri
Tamussi Angelo – 2° Reggimento Granatieri
Testori Pietro – 2° Reggimento di Artiglieria
Venturiono Angelo – 68° Reggimento di Fanteria
Zanini Giovanni – 3° Reggimento Bersaglieri
Zanotti Costanzo – 3° Reggimento Bersaglieri
Zanotti Francesco – 70° Reggimento di Fanteria
Zanotti Giacomo – 30° Reggimento di Fanteria
Benedetti Carlo – 40° Reggimento di Fanteria
Zanoni Giacomo – 41° Reggimento di Fanteria
< “ Troppi dei suoi figli Nave aveva visto all'epoca del risorgimento e dell'unificazione italiana abbandonare le proprie case e non curanti di fortune e d'agi, offrire se stessi in sacrificio alla patria …....”>. è con le parole del Consigliere Comini Celestino passiamo alle conclusioni di questo breve volumetto sul risorgimento presso Nave. E forse con queste parole, instillate nel cuore dei reduci che anche a Nave si venne a creare un sodalizio che aderì alle varie Società dei Reduci delle Patrie Battaglie comitato patriottico e di mutuo soccorso verso i reduci del risorgimento. La società dei reduci delle patrie battaglie di Nave riusci a far confezionare un vessillo molto elaborato da portare nelle varie commemorazioni “ Care alla Patria” come il 7 gennaio ( Festa del Tricolore ), il 14 Marzo ( Unità d'Italia ), il 20 Settembre ( Roma Capitale ) ecc.... . Il vessillo dei reduci del risorgimento intitolato “ La Popolazione Grata ai Prodi di Nave “ toccò il suo punto più alto di visibilità e prestigio nel 1934 quando assieme alla banda S. Cecilia di Nave diretta dal Maestro Gatti si esibì nel Brano “Epopea Nazionale “ ( un collage di canti del risorgimento ) per il 75° Anniversario della Battaglia di San. Martino e Solferino. (3) (4)
Dopo di che gradualmente venendo a mancare prima i reduci del risorgimento e poi quelli dei conflitti mondiali il vessillo non venne più esibito e all'oggi risulta disperso, è possibile però vederlo in diverse fotografie all'interno del volume “ Scorci Panoramici e di vita locale nelle immagini di Severino Liberini “ Di Franco Liberini.
– (1) Archivio di Stato di Torino
– (2) Nominativi ritrovati tramite il Progetto Torelli. – (3) Libro “ Banda S. Cecilia di Nave 1885/2005 centoventi anni di musica” pag. 10 – M.Guerra.
– (4) Archivio Storico Istituto “Luce” - Filmato della Manifestazione 75° Anniversario Battaglie di S.Martino e Solferino.