Adotta un Paesaggista - Catherine Mosbach

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CATHERINE
Matricola 7123865 Progettazione del Paesaggio Urbano A.a 2023/24 Professoressa Anna Lambertini 10 Maggio 2024 Corso di laurea magistrale in Architettura LAC Laboratorio di Architettura e Città
MOSBACH Anxhela Sulstarova

“La maggior parte delle persone lo trova il paesaggio troppo lento, ma per me è un bel dono. Non si tratta solo di un ricordo costante: hai l’opportunità di vedere la vita trasformarsi, di vedere cambiamenti che non ti aspetti.”

Fonte: Intervista di Elliet Spring, “Svelare paesaggi temporali con Catherine Mosbach”. Ottobre 2019

Biografia

Una maestra nell’arte del paesaggio pg. 03 pg. 05

Berges de Seine Jardin Botanique TaichungShiftsPhase Park

Lost in Transition

Louvre Lens Museum Park Bibliografia e Sitografia pg. 07 pg. 09 pg. 12 pg. 15 pg. 17 pg. 23

INDICE
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Catherine Mosbach

Catherine Mosbach (18 ottobre 1962) rappresenta una delle figure più affascinanti e innovative nell’ambito dell’Architettura del Paesaggio. Dopo aver ottenuto la laurea presso l’École Nationale Supérieure du Paysage di Versailles, nel 1987 fonda il suo studio, l’Atelier Mosbach Paysagistes, a Parigi.

Nonostante Catherine sia riconosciuta a livello globale per il suo approccio stratificato e temporale all’architettura del paesaggio, la sua carriera ha seguito un percorso non convenzionale. Catherine Mosbach rivela di essere cresciuta in una zona rurale, trascorrendo gran parte della sua infanzia all’aria aperta. Non avendo una chiara direzione professionale, sapeva solamente di voler lavorare all’aperto. Inizialmente interessata all’ingegneria forestale come possibile percorso. Questo piano si rivelò impossibile, ma fortunatamente, come racconta, in seguito scoprì che un lavoro in ingegneria forestale avrebbe comportato molto tempo in ufficio, cosa che voleva evitare. Mentre l’architettura del paesaggio aveva iniziato a emergere come un’opzione, il suo professore di chimica la incoraggiò a seguire una carriera scien-

tifica. Tuttavia, il suo desiderio di lavorare all’aperto la spinse a concentrarsi sull’ingresso alla Scuola Nazionale di Architettura del Paesaggio (ENSP) di Versailles, dove si immerse nello studio del disegno, essenziale per l’ammissione. Oggi, nei disegni di Catherine, c’è una qualità organica, quasi biologica, che rispecchia il suo percorso formativo e il suo approccio alla disciplina.

All’ENSP, Catherine ha trascorso quattro anni sotto la guida dell’architetto del paesaggio Michel Corajoud, noto per incoraggiare gli studenti a esplorare il contesto e a scoprire gli strati di un sito. Al momento della laurea, Catherine ha scelto un percorso non convenzionale. “Ancora una volta, lavorare in ufficio a tempo pieno non era un’opzione per me,” racconta. Così, insieme a Marc Claramunt, Pascale Jacotot e Vincent Tricaud, hanno creato la rivista Pages Paysages per mantenere viva la dinamica della scuola e unire diverse discipline e competenze. Per Catherine, la rivista rappresentava uno strumento per esplorare le infinite possibilità del paesaggio.

Catherine ha dato vita a diversi progetti di grande importanza, co-

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me il Giardino Botanico di Bordeaux (1999-2007), il Parco Archeologico di Solutré en Saone-et-Loire (1998-2006), e il prototipo del giardino “L’Autre Rive” in Québec (2007). Tra i suoi successi ci sono anche il progetto paesaggistico del Louvre-Lens (2012), che le ha fruttato il prestigioso premio Equerre d’argent insieme a Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, e l’emblematico Jade EcoPark Taichung (2016) a Taiwan, realizzato con Philippe Rahm.

“Sono sempre stata entusiasta e curiosa della biologia. Questo background nelle scienze naturali è stato molto importante per me: mi aiuta a passare dal macro al micro e a bilanciare l’intero sistema e non solo ciò che si vede.”

Catherine Mosbach a Elliet Spring

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Una maestra nell’arte del paesaggio

Catherine Mosbach si distingue come una figura straordinaria nel campo dell’architettura del paesaggio, caratterizzata da un talento eccezionale e una visione innovativa che supera i confini dell’eccellenza professionale. L’assegnazione del Landezine International Landscape Award nel 2018 è una testimonianza del suo straordinario contributo al settore.

La giuria ha elogiato la capacità di Mosbach di spingere la pratica professionale oltre l’eccellenza, rendendo visibili orizzonti nascosti nel modo di progettare e pensare il paesaggio. La sua pratica riflette una determinazione appassionata nel creare opere concettuali uniche e forti, che evidenziano un’originale vocazione personale mentre si adatta in modo responsabile all’ambiente e alla società.

Mosbach concepisce il paesaggio come un processo biologico, sottolineando l’importanza di un approccio lungimirante che tiene conto del tempo necessario per la costruzione e la maturazione di un progetto. I suoi disegni non sono semplicemente estetici, ma strumenti per il dialogo durante il processo di progettazione e costruz-

ione, simili alle parole durante una conversazione. Questo approccio evidenzia il suo interesse per interazioni coinvolgenti con la vita, piuttosto che per la mera estetica. Due temi principali caratterizzano il pensiero di Mosbach: la ricerca e la sperimentazione di nuovi vocabolari progettuali. Esplora il paesaggio come un dispositivo relazionale tra elementi materiali e immateriali, tra percezione e realtà, tra aspetti ambientali, ecologici e socio-culturali, e tra varie scale spaziali e temporali. In particolare, si concentra sulla traduzione delle relazioni invisibili chimiche e fisiche in strutture visibili e dinamiche che rivelano la complessità della vita. Per la paesaggista francese, il paesaggio è un palcoscenico per audaci sperimentazioni che rivelano dinamiche temporali e realtà viventi nascoste. Oltre alle piante, considera il suolo, l’aria, l’acqua, la luce e gli agenti climatici come ingredienti essenziali del progetto. Questa poetica di rivelazione si manifesta nelle sue opere come una narrazione che svela la bellezza e la complessità della natura.

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“Il paesaggio è universale. Abbiamo bisogno di strumenti diversi ma alla fine condividiamo la stessa necessità di spazio vitale.”
Catherine Mosbach a Elliet Spring
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Berges de Seine

Courbevoie, Paris, 1998

Catherine Mosbach, Rodolphe Vanucia, Vania Dormoy

Con: Daniel Vaniche DVD ingénieur structure

Schema delle linee di intervento

1. un viale alberato nella zona piu elevata

2. una terrazza sulla Senna

3. ai piedi della collina

4. sulla banchina alta, una pista ciclabile

5. sulla banchina bassa, un percorso per il tempo libero

A. dal centro al fiume: via Ficatier

B. dal ponte di Courbevoie: una successione di soglie

C,D. ai lati del parco di Becon: i passaggi

E. passaggio sotto il ponte di Levallois

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Il progetto mira a riconsiderare il legame tra la città e il fiume, trasformando un contesto tipicamente portuale in uno spazio multifunzionale che unisce attività portuali e ricreative. L’obiettivo è favorire una reciproca condivisione tra le caratteristiche di una città e quelle di un porto, creando una rete di connessioni che consenta un uso occasionale degli spazi e rafforzando i legami tra l’ambiente urbano e il paesaggio fluviale. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale rendere più chiari i passaggi e gli accessi tra i quartieri abitati e il fiume, al fine di aumentare l’attrattività del porto e creare una continuità urbana tra gli edifici e il corso d’acqua. Questo legame fisico implica la ridefinizione dei percorsi e degli elementi verticali lungo il fiume, così come la suddivisione delle aree destinate alle diverse attività, al passeggio, alle zone di riva e ai servizi. Il progetto si concentra

sull’integrazione dell’acqua e della terraferma attraverso percorsi che seguono il movimento del fiume e includono passerelle e un padiglione panoramico che funge da punto di ristoro e di osservazione. Questo approccio favorisce una maggiore interazione tra le persone e il paesaggio fluviale, offrendo spazi accoglienti e attrattivi lungo il corso d’acqua.

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Jardin Botanique

Bordeaux, 2001-06

C.Mosbach, N.Leroy, T.M.T.N’Guyen,J.Saint-Chely, L.Sciascia, M.Talagrand

Con: Jourda Architects (l’edificio)

1. Giardino acquatico

2. Galleria degli ambienti

3. Campo colturale

4. Giardino urbano

5. Sentiero delle pioniere

6. Viale delle piante

7. Giardino comunitario

Planimetria del Giardino Botanico di Bordeaux
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Il giardino botanico di Bordeaux, striscia di collegamento tra il quartiere della Bastide disegnato da Domenique Perrault e la riva sinistra della Garonne, fa parte di un più ampio progetto municipale per riqualificare la riva destra del fiume Garonne. Contrariamente al lato sinistro più consolidato del fiume, la riva destra è stata oggetto di un processo di adattamento postindustriale dalla fine del ventesimo secolo, in cui il giardino botanico è chiamato a svolgere il ruolo di una nuova centralità urbana. Questo progetto rappre-

senta il frutto della convergenza tra la ricerca sulla diversità biologica, l’utilizzo delle risorse naturali rinnovabili, i cambiamenti nei paesaggi e le dinamiche ecologiche. Il suo obiettivo principale è quello di esplorare e mostrare la vegetazione naturale in tutte le sue forme e habitat, integrando il mondo vegetale con la conoscenza scientifica, i processi di crescita naturale e le pratiche agricole, nonché la diversità biologica e la progettazione del paesaggio.

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Nell’ambito di un’area che è lunga sei volte la propria larghezza, la definizione di moduli base consente di creare una struttura che approfondisce un determinato contenuto mantenendo comunque un’integrazione visiva con l’intero territorio. Il giardino botanico presenta tre principali aree tematiche: una dedicata alle piante esotiche (serre); un’area etnobotanica chiamata Champ de Cultures e un’area ecologica chiamata Galerie des Milieux. Oltre a queste divisioni, il giardino offre percorsi e spazi didattici.

“In questo stretto pezzo di terra ci si aspettava che avrei proposto l’idea di un territorio, con diverse colture. Le relazioni dell’uomo con l’agricoltura, l’agronomia, l’ecologia, la sopravvivenza delle piante implica per me spazi enormi. Come potevo esprimere tutto ciò in una fascia ampia 70 metri? Ho deciso di aumentare il numero di spazi suddivisi, ce ne dovevano essere abbastanza da dare l’impressione di una grande area, attraverso un effetto calcidoscopico.”

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Taichung Phase Shifts Park

Taiwan, 2011-20

Mosbach Paysagistes, Philippe

Rahm architectes

Con: Ricky Liu & Associates Architects and Planners

“Progettazione della biosfera” 12

Il parco lungo la città di Taichung, si presenta come un’opera ambiziosa: un “parco intelligente” che monitora costantemente i livelli di comfort ambientale. Il team di progettazione si è posto come obiettivo principale la creazione di microclimi all’interno dei 70 ettari di area del parco, al fine di incentivare gli abitanti di Taichung a trascorrere più tempo all’aperto anziché nei luoghi interni climatizzati. Dal punto di vista concettuale, la sfida principale di questo progetto consiste nel mettere in relazione scale molto diverse.

Catherine, nel suo lavoro, ha sfruttato le diverse scale per creare rilievi che fungono da bacini di ritenzione delle piogge, contribuendo così a mitigare le inondazioni e offrendo anche momenti di fresco riposo dal caldo tropicale. La scelta delle piante è stata fondamentale: sono state selezionate specie arboree con ampie foglie per fornire ombra, alberi di sughero per assorbire il rumore del traffico e felci arboree per regolare l’umidità atmosferica.

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Il progetto prende gli elementi della litosfera - acqua, topografia, suolo - e li combina con quelli dell’atmosfera - calore, umidità, inquinamento. Sono state create undici stazioni dedicate al tempo libero, alle attività sportive e ai giochi. Le infrastrutture integrate nel parco contribuiscono a mitigare il traffico urbano, offrendo un ambiente che favorisce la connessione tra la città e la natura. Le ondulazioni del terreno creano spazi aperti con panorami estesi e una sensazione di continuità. Piazze come il “Northern Lounge” forniscono luoghi freschi e accoglienti per eventi culturali e incontri sociali. Il parco funge da mediatore tra gli esseri umani e l’ambiente circostante, offrendo una varietà di percorsi, giardini e piazze che stimolano esperienze sensoriali uniche per gli abitanti di Taichung. Questo permette loro di immergersi in un ambiente in costante evoluzione, garantendo nel contempo corridoi ecologici perper le popolazioni animali e vegetali.

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Lost in Transition

Ulsan,

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Il progetto riguarda la realizzazione di un piccolo giardino di circa 500 metri quadrati all’interno del Parco Nazionale di Ulsan, lungo le rive del fiume Taehwa, come parte di un programma di rigenerazione ecologica e culturale dell’area. L’approccio progettuale si basa sul concetto di scala per creare un piccolo universo di stratificazioni e interazioni tra elementi che coesistono, ampliando così la percezione dei suoi confini fisici e temporali.

Il giardino è stato concepito per essere un vero e proprio racconto vivente della storia che ha modellato il paesaggio che ci circonda. Attraverso il suo design, funge da catalizzatore di processi naturali, creando “apparizioni” che evo-

cano la lunga storia che ha portato alla formazione del nostro ambiente. Le figure in cemento, in tre diverse finiture, sono realizzate utilizzando materiali come il polistirolo e elementi metallici. La varietà di piante, tra cui ombrellifere, perenni e medicinali, è stata scelta appositamente per generare cambiamenti stagionali e mantenere un’atmosfera selvaggia, che sfuma il confine tra natura e civiltà.

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Louvre Lens Museum Park

Lens, North Pas de Calais, France, 2005-12 Mosbach Paysagistes, SANAA / Kazuyo Sejima+

Ryue Nishizawa, Imrey Culbert Architects

Cliente: La regione North Pas de Calais

Area: 28ettari - 18.1m€

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Nel dicembre del 2012, il Museo del Louvre ha inaugurato una sua nuova sede a Lens, una città mineraria situata poco più di un’ora di treno ad alta velocità da Parigi. Questo nuovo spazio funge da una sorta di estensione del famoso museo parigino, permettendo l’esposizione di parte della sua vasta collezione d’arte al di fuori della capitale, dove lo spazio è limitato. La realizzazione di questa filiale ha attirato l’attenzione di rinomati architetti internazionali, tra cui Steven Holl, Zaha Hadid, Sejima and Nishizawa and Associates (SANAA) e Rudy Ricciotti, tutti partecipanti a un concorso di progettazione internazionale lanciato nel 2005. Il progetto è stato

infine assegnato al team guidato dalla società di architettura giapponese SANAA, con il compito di progettare l’edificio, e la paesaggista francese Catherine Mosbach ha creato un parco di 20 ettari attraverso il quale i visitatori possono accedere all’edificio del museo. Il complesso del Louvre-Lens, occupa una vasta area di 28 ettari che una volta era una miniera di carbone dismessa. Questo sito minerario si trova nel cuore di una città aziendale originariamente costruita per fornire alloggi ai minatori.

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Il Louvre-Lens era destinato a svolgere un ruolo significativo nello sviluppo della regione del Nord-Passo di Calais e a fungere da catalizzatore per la crescita economica. Le autorità locali e regionali vedevano l’opportunità di contribuire alla rinascita della regione attraverso il turismo culturale. Miravano ad emulare il successo del Museo Guggenheim di Bilbao, in Spagna, attraverso il cosiddetto “Effetto Bilbao”.

L’approccio di Catherine Mosbach per il parco del Louvre-Lens è stato caratterizzato da una capacità unica di ‘liberarsi’ dall’edificio stesso. Il suo progetto non è stato concepito come una semplice cornice per l’architettura circostante o per soddisfare le ambizioni degli architetti. Piuttosto, si tratta di un’opera che si ispira alla geomorfologia del sito, mettendo in evidenza la sua capacità di

trasformazione per creare un parco che celebra il ricco patrimonio minerario del luogo. Dopo la chiusura della miniera, l’area è rimasta in stato di abbandono per più di quarant’anni. Questo lungo periodo di inattività ha permesso alla vegetazione spontanea di ricolonizzare e coprire le superfici minerali, dando vita a una foresta con piante adattate all’acidità del suolo sul margine occidentale del sito. Catherine ha interpretato questa fase di abbandono come una risorsa, percependo il sito come un organismo vivente in grado di evolversi nel tempo, proprio come il suo intervento.

“Il vuoto per i clienti è una debolezza, per me è un potere. É l’unico modo per vedere la luce, le nuvole, la pioggia e tutto il resto.” Catherine Mosbach

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monticelli di terra e ‘depressioni’ come aree picnic

vuoti superficiali riempiti con scorie di carbone tagli nel cemento

scorie di carbone strato permeabile piantatointenzionalmente da colonizzarsi terreno con rete interna ciottoli

lastra di cemento taglio taglio lastra di cemento prato monticelli di terra prato cavità nel terreno

lastra di cemento

lastra di cemento perforazione

Elementi binari piantati celle di vegetazione percorso

Moduli

strutture elevate dismesse terreno di superficie terreno da piantare

lastra di cemento piantagione

piantagione

Diagramma e sezione delle perforazioni superficiali, resti e tracce; creando storia e rigenerazione

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La proposta di Mosbach per il

Parco del Museo del Louvre-Lens si basa sui quattro percorsi esistenti che provengono dall’esterno del sito e lo attraversano per dare accesso al museo. Sono state ridisegnate come passeggiate piantumate che permettono ai visitatori di seguire i percorsi originali che i carri merci utilizzavano più di quarant’anni fa. La posizione

dell’edificio al centro del parco non interrompe la continuità di queste passeggiate; Infatti, la sua bassa forma orizzontale definisce il percorso verso l’ingresso del museo e la sua facciata in alluminio riflette il parco, creando un paesaggio continuo. Mosbach cerca di rendere la storia del sito ovvia ai visitatori che passeggiano per questi percorsi.

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La sua idea di reinterpretazione del patrimonio minerario consiste nel portare in superficie le componenti sotterranee del suolo – calcari, siltiti e scorie – utilizzandole come materiali da costruzione ed esponendole agli agenti naturali, come il tempo, il vento e l’erosione dell’acqua, per creare un parco che si evolve attraverso processi naturali e imprevedibili. Quattro sono gli elementi che articolano il design: il muro che circonda il museo, realizzato in pietra calcar-

ea recuperata dal sito; i percorsi esistenti sopraelevati trasformate in passeggiate piantumate; la foresta esistente sul lato occidentale, che rappresenta la fase finale della colonizzazione del sito da parte della vegetazione spontanea; la superficie piana intorno all’edificio, che è ravvivata da tumuli di terra e perforazioni. Tutti questi elementi sono pensati per creare un paesaggio performativo, che esprime l’interesse di Mosbach a rilevare le dinamiche della natura.

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Bibliografia e Sitografia

- Gilles Davoine, “Catherine Mosbach et David Besson-Girard: aménagement des berges du canal Saint-Denis, Saint-Denis-Aubervilliers.”, Moniteur architecture AMC, Vol. (118), pg. 58, 2001

- Murielle Hdadik, “Jardin botanique de la Bastide, Bordeaux: Catherine Mosbach paysagiste”, Architecture d’aujourd’hui, Vol. (348), pg. 34-35, Ottobre 2003

- Catherine Mosbach, “Studies in the History of Gardens & Designed Landscapes”, pg. 175–181, 2003

- Peter Reed, “Groundswell: Constructing the Contemporary Landscape”, The Museum of Modern Art, 2005

- Thierry Kandjee, “The invisible made present: the Louvre-Lens Museum in Northern France should work as a catalyst to the development of a former mining region.”, Topos: the international review of landscape architecture and urban design, Vol. (85), pg.28-35, 2013

- Catherine Mosbach, “Bordeaux:Mosbach Paysagistes, Jardin Botanique”, Lotus international, Vol. (156), pg.16-19, 2015

- Vega Santiago, “A collection of stories: Euralens Centralité and the Louvre-Lens Museum Park.” Journal of Landscape Architecture (JOLA), pg. 44-57, 2015

- Tessa Matteini, Margherita Vanore, “Necessità dell’oblio, paesaggi e patrimoni costruiti dall’acqua.”, IUAV Dipartimento di Culture del Progetto Mimesis, Venezia, 2016

- Agnes Kloocke, “Inspirationsquelle: Catherine Mosbach, Mosbach Paysagistes, Paris.”, Bauwelt, Vol. (111), pg. 33, 2020

- Anna Lambertini, Biagio Guccione, Emanuela Paglia, “Maestri di Paesaggistica II”, Edifir, Firenze, 2020

- Mary Pat McGuire, “Is landscape surface?” Journal of Landscape Architecture (JOLA), pg.18-31, 2020

- Nina Bassoli, “Catherine Mosbach” Lotus International, Vol. (172), pg.94-101, 2021

https://paysage.it/numero-topscape/topscape-44/personaggi-catherine-mosbach-il-progetto-delpaesaggio-materia-vivente/

https://www.gsd.harvard.edu/event/catherine-mosbach-design-is-a-language-being-receptive-being-in-motion/ https://landezine-award.com/catherine-mosbach/ https://issuu.com/dida-unifi/docs/03r_2005

https://www.researchgate.net/profile/Jillian-Walliss/publication/309765908_Landscape_ architecture_and_the_anthropocene_engaging_the_invisible/links/58228e6a08aeebc4f8917755/Landscape-architecture-and-the-anthropocene-engaging-the-invisible.pdf https://bltawards.com/a-dialogue-with-catherine-mosbach-founder-of-mosbach-paysagistes/ https://www.pca-stream.com/en/explore/design-of-the-biosphere-2/ https://assemblepapers.com.au/2019/10/30/catherine-mosbach-temporal-landscapes/ https://landscape.coac.net/en/node/589

https://landezine-award.com/phase-shifts-park/ http://spaziresiduali.blogspot.com/2012/04/catherine-mosbach-paysagistes.html https://landezine.com/museum-park-louvre-lens-by-mosbach-paysagistes/ https://www.area-arch.it/louvre-lens-museum-park/ https://www.archdaily.com/312978/louvre-lens-sanaa

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Il progetto paesaggistico del Louvre-Lens le vale il premio Equerre d’argent con SANAA nel 2013. Riceve nel 2016 dal presidente della Repubblica François Hollande il titolo di Chevalier de la Légion d’Honneur, la più alta onorificenza conferita dallo Stato francese. Il suo team Mosbach Paysagistes è stato premiato come Azienda dell’Anno 2021 nel settore del Paesaggio e del Design Urbano dall’Architecture Master Prize di Los Angeles.

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