267 - 26 Novembre 2025

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A l lor a!

Le Vecchie ruggini

Nella nostra comunità italiana d’Australia esistono purtroppo ancora spazi in cui prevalgono scontri personali, sospetti e polemiche sterili. È un fenomeno che si ripresenta ciclicamente: lettere inviate ai giornali contro “Tizio” o “Caio”, accuse più o meno velate, richiami a vecchi dissapori che sembrano non trovare mai una conclusione. Il problema? Sono questioni che raramente interessano davvero ai lettori e che, ancor meno, giovano all’immagine della nostra comunità.

Si tratta di dibattiti che non partono da temi di interesse pubblico, ma da storie private trasformate in battaglie pubbliche, a volte con avvocati, lettere legali e altri grattacapi burocratici. Il risultato è un rumore di fondo che soffoca ciò che invece dovrebbe emergere: la ricchezza delle iniziative culturali, l’impegno dei volontari, il contributo delle nuove generazioni e la vitalità dei nostri enti. Chi non fa nulla e cerca gloria non merita di essere riconosciuto, ma chi lavora con determinazione va incoraggiato e sostenuto.

Non si tratta di negare la legittimità delle opinioni o del confronto critico, che rimangono elementi fondamentali di una comunità matura, ma di distinguere ciò che serve a costruire da ciò che serve solo a far apparire come salvatori della comunitità chi invece ci specula sopra. La domanda, allora, è semplice: a chi giova tutto questo? Sicuramente non alla comunità, che appare al mondo esterno più frammentata di quanto non sia realmente. Né giova ai tanti giovani che vorrebbero vedere nella rete associativa italiana uno spazio di crescita e collaborazione, non un campo di battaglia dove chi urla di più spera di guadagnarsi una riga di giornale.

Forse è tempo di lasciar andare certe ruggini, certe gelosie e certe rivalità personali che nulla hanno a che fare con il bene comune. La nostra comunità ha dimostrato più volte di saper essere protagonista di iniziative importanti: dalla promozione della lingua italiana agli eventi culturali, dalla solidarietà alle nuove imprese.

Notte del Gattopardo

Sydney ha vissuto una notte di pura magia italiana con Il Gattopardo Gala Night, evento inaugurale della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

Nella cornice raffinata di una sala in stile tardo Ottocento, costumi d’epoca, luci soffuse e scenografie ricercate hanno riportato gli ospiti nella Sicilia raccontata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Un omaggio elegante a un capolavoro che continua a parlare al mondo con la celebre rifles-

La Coalizione in crisi nei sondaggi

La coalizione Liberal-Nazionale resta in difficoltà nei sondaggi, con il Newspoll che conferma il primario al 24 per cento e un margine ampliato per il Labor al 58-42 nel due partiti preferiti. Nonostante una forte presenza mediatica, la leader dell’opposizione Sussan Ley migliora solo leggermente nei consensi. Barnaby Joyce afferma che molti elettori “vanno a fare shopping politico”, frustrati dalla situazione, mentre cresce l’attesa per una sua possibile defezione verso One Nation. I moderati escludono, per ora, un cambio di leadership.

sione: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi».

Organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Australia insieme all’Italian Trade Agency, la serata ha riunito istituzioni, imprenditori, comunità italiana e operatori del settore agroalimentare, trasformando il gala in un vero palcoscenico di diplomazia culturale.

Lo chef Luigi De Luca ha firmato un menu ispirato ai sapori del romanzo, rielaborandoli con maestria “in chiave contempo-

Ukraine Funds on Prostitutes, Villas

Italian Deputy Prime Minister Matteo Salvini has launched a fierce attack on the management of Western aid to Ukraine, speaking at a League rally in northern Italy. Salvini claimed that funds meant for humanitarian support had instead been diverted into “prostitutes and luxury villas abroad,” citing recent corruption scandals in Kyiv.

He insisted the League has backed every aid package, while remaining “the only party asking where the money goes.” Responding to accusations of Kremlin ties, he added: “If Putin paid me, I wouldn’t be under a tent.”

ranea”, guidato dal motto: «Tradition is innovation slowed down». Determinante il lavoro di Simona Bernardini, responsabile ITA Sydney, che ha coordinato ogni dettaglio dell’evento.

Applauditissimo l’intervento istituzionale di Ciro Carroccio dell’Ambasciata d’Italia a Canberra, che ha ricordato il valore della cucina come strumento narrativo dell’Italia contemporanea e ponte con la vasta comunità italo-australiana.

Servizio a pagine 10 e 11

Raid IFD colpisce Hezbollah a Beirut

Un raid israeliano ha colpito violentemente la periferia sud di Beirut, con l’obiettivo di eliminare Haytham Ali Tabatabai, considerato il capo di stato maggiore di Hezbollah. Le Forze di difesa israeliane hanno parlato di un “attacco mirato” contro un esponente di alto livello del gruppo terroristico.

Secondo l’emittente Al-Mayadeen, tre persone sono rimaste ferite e il raid ha colpito un edificio residenziale.

Funzionari statunitensi, citati da vari media, hanno riferito che Washington non era stata informata in anticipo dell’operazione.

Ornella

degli italo-australiani
IX - Numero 46 - Mercoledì 26 Novembre 2025
Serata delle radici tra Sicilia e Australia
F1 Las Vegas: colpo di scena e squalifiche
L’Italia torna a parlare al mondo Le amnesie di Della Vedova
Centenario Caterina Mauro
Marconi
Saluto alla delegazione di Roccella Ionica
Vanoni addio Signora della Canzone
A Sydney, un tuffo nella Sicilia di Tomasi di Lampedusa tra sapori, eleganza e diplomazia culturale

Nuovo progetto di legge sulla cittadinanza

Si è svolta, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, la presentazione di una proposta di legge sulla cittadinanza targata

Maie depositata in Parlamento dall’On. Franco Tirelli, deputato del Movimento Associativo Italiani all’Estero eletto nella ripartizione America Meridionale.

Nel corso dell’incontro il Presidente del Maie Ricardo Merlo ha

Allora!

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spiegato come questa proposta si proponga di modificare il decreto legge emanato recentemente dal Governo sulla cittadinanza.

“Questa è una proposta equilibrata e alternativa che l’Italia deve accogliere anche perché, con la crisi demografica, avremo un Paese multiculturale ma senza italiani”, ha sottolineato Merlo riferendosi al fatto che l’attuale legge restringe la platea fra gli italiani all’estero che possono acquisire e trasmettere la cittadinanza .

Merlo ha anche ribadito che la proposta è stata pensata insieme al deputato Franco Tirelli e al senatore Mario Borghese. Dal canto suo il deputato Tirelli ha ricordato che con la nuova proposta tornerebbe la possibilità del riconoscimento della cittadinanza italiana indipendentemente dal luogo di nascita ma con il vincolo dell’acquisizione del certificato B1 di conoscenza della lingua italiana.

“Questo progetto è una risposta a quanti chiedevano una riformulazione di questa legge”, ha aggiunto Tirelli citando anche il possibile intervento della Corte costituzionale su questa norma.

Il senatore del Maie Mario Borghese, eletto nella ripartizione America Meridionale, ha spiegato che si tratta di una proposta di legge equilibrata perché difende i diritti degli italiani all’estero e al contempo la promozione della

lingua italiana, il cui apprendimento dovrebbe essere almeno di livello B1 per l’ottenimento della cittadinanza: il tutto considerando anche che ciò valorizzerebbe ancora di più la rete degli istituti e delle scuole che divulgano la lingua italiana nel mondo.

Borghese ha anche invitato a copiare il modello di crescita positivo che c’è ad esempio nella vicina Spagna dove sempre più italiani vanno a vivere.

Segnalato anche il problema, soprattutto in Sud America, della registrazione dei minori presso i consolati su cui il senatore ha auspicato una possibile proroga della data ultima fissata per maggio 2026.

“Sappiamo che la legge si doveva cambiare ma non in questo modo: andava aggiornata ma senza queste limitazioni inopportune anche per la questione demografica”, ha spiegato Merlo criticando anche la scelta di usare per questa materia lo strumento del decreto legge. Secondo il Presidente del Maie l’elaborazione di questa legge avrebbe dovuto coinvolgere Comites e Cgie, ma soprattutto passare per il Parlamento senza la modalità del decreto d’urgenza.

In sostanza la proposta del MAIE vorrebbe il riconoscimento automatico della cittadinanza per la prima e la seconda generazione, a prescindere dal luogo di nascita degli attori chiamati in causa, mentre a partire dai pronipoti occorrerebbe presentare il livello B1 di conoscenza della lingua italiana.

“È incredibile che ci possano essere famiglie nelle quali un fratello è italiano e l’altro no”, ha sottolineato Merlo segnalando anche il problema di come la legge abbia introdotto in qualche modo anche lo“ius soli”, nel momento in cui determina il luogo di nascita come discrimine. (Inform)

Le amnesie di Della Vedova

di Marco Testa

Al convegno “Italiani nel mondo: cittadinanza e identità”, svoltosi recentemente in Senato, Benedetto Della Vedova, Segretario di Presidenza della Camera e già Sottosegretario agli Esteri, ha dichiarato di essere rimasto “molto stupito” dall’arrivo del DL Cittadinanza in Parlamento. Peccato che molti italiani all’estero ricordino bene il suo modus operandi: quanto era sottosegretario, in risposta a CGIE e Comites che chiedevano un suo intervento normativo su varie tematiche, le sue risposte erano fotocopia, un monotono “a legge vigente…”, come per dire che nulla si poteva fare. Oggi, con la stessa leggerezza, Della Vedova critica il governo e parla di “gratuito autogol” dell’I-

Emendamenti a tutela degli italiani nel mondo

I senatori del Partito Democratico eletti all’Estero, insieme ai deputati, hanno presentato un pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio con l’obiettivo di potenziare in modo strutturale i servizi consolari e l’intera rete diplomatica a favore degli italiani residenti all’estero.

Il senatore Francesco Giacobbe, eletto nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, ha ricordato come i Consolati rappresentino “il primo punto di contatto tra lo Stato e milioni di italiani oltre confine”.

Per questo, spiega, gli emendamenti mirano a rafforzare personale, infrastrutture, strumenti digitali e capacità operative, “mettendo davvero al centro le esigenze delle nostre comunità”.

Il pacchetto prevede un significativo incremento delle risorse destinate al Ministero degli Affari Esteri, con nuove assunzioni stabili nelle aree tecniche e amministrative e un ampliamento complessivo degli organici. Una misura centrale riguarda il personale a contratto: il Pd propone

l’inserimento nei

di 200 unità attraverso concorsi per titoli ed esami.

Parallelamente, viene richiesto di aumentare il contingente del personale locale a contratto fino a 3.300 unità, insieme a 1,5 milioni annui per adeguare le retribuzioni al costo della vita nei diversi Paesi.

Un altro capitolo riguarda i consoli onorari, per i quali sono previste risorse tra i 2 e i 12 milioni di euro, a seconda degli interventi. “Nelle aree più lontane dalle sedi principali – sottolinea Giacobbe – i consoli onorari sono spesso l’unico presidio dello Stato. Il loro ruolo va sostenuto e valorizzato”.

Sono inoltre stanziati 4 milioni per potenziare i sistemi informativi telefonici consolari e viene proposta l’abolizione di ogni tassa per il riconoscimento della cittadinanza ai minori, se almeno un genitore è iscritto all’AIRE. “Una risposta concreta – conclude Giacobbe – e continueremo a impegnarci perché queste misure diventino realtà.”

talia, dimenticando la propria responsabilità storica nella gestione delle questioni degli italiani all’estero. Probabilmente la legge approvata dal parlamento penalizza oriundi e discendenti, creando cittadini di serie A e di serie B e ignorando competenze e suggerimenti di chi vive quotidianamente la realtà delle comunità italiane nel mondo.

Veder rispuntare Della Vedova per criticare il governo fa sorgere una domanda semplice: quanto ancora gli italiani all’estero devono sopportare politici che ieri si limitavano a citare la legge vigente e oggi si ergono a critici di ciò che avrebbero potuto influenzare? Forse è tempo di chiedere concretezza e responsabilità, più che parole facili e amnesie storiche.

ruoli del Maeci

Borse di studio fino a $40k

Gli studenti di Werriwa interessati a intraprendere una carriera nell’insegnamento potranno accedere, a partire dal 2026, a nuove borse di studio del valore massimo di 40.000 dollari. L’iniziativa rientra nel terzo round del Commonwealth Teaching Scholarships Program, un investimento complessivo di 160 milioni di dollari del Governo australiano che prevede l’erogazione di 5.000 borse in cinque anni.

Le prime due tornate del programma hanno registrato un’adesione significativa, con quasi 2.000 studenti già beneficiari. Circa il 30 per cento dei destinatari proviene da aree regionali, rurali o remote, confermando l’obiettivo di sostenere fasce e territori tradizionalmente svantaggiati.

Le borse sono rivolte a studenti meritevoli appena usciti dalla scuola superiore e a professionisti a metà carriera, con particolare attenzione ai gruppi più diversificati della popolazione, tra cui studen-

ti per cui l’inglese è una seconda lingua o dialetto, residenti in zone periferiche e persone provenienti da contesti socio-economici svantaggiati.

Il sostegno economico potrà raggiungere i 40.000 dollari per i percorsi universitari triennali e i 20.000 per gli studi post-laurea in corsi di formazione iniziale all’insegnamento accreditati. Le borse prevedono un impegno contrattuale: i beneficiari dovranno insegnare per quattro anni (se studenti undergraduate) o due anni (per i postgraduate) in scuole pubbliche o servizi educativi per l’infanzia.

Il Ministro dell’Istruzione, Jason Clare, ha ricordato che “fare l’insegnante è il mestiere più importante del mondo, e oggi non ne abbiamo abbastanza”. La deputata di Werriwa, Anne Stanley, ha invitato gli studenti locali a cogliere l’opportunità, sottolineando l’impegno del Governo “a rafforzare il personale docente nelle comunità che ne hanno maggiore bisogno”.

Garofani Affair disproportion

The political uproar surrounding Defence Advisor Stefano Garofani has escalated into a storm that bears little relation to the facts. As tensions rise between government figures and the Quirinale, it is worth stepping back to assess why this controversy appears so overstated.

Garofani is no shadowy operator. A former MP for three terms and past chair of the Defence Committee, he currently serves as an adviser to President Sergio Mattarella on matters concerning the Supreme Defence Council. The position is tightly defined by a 1948 law granting the President exclusive authority to appoint and dismiss advisers, who are brought in for their specific expertise. They offer perspective, not executive power, and their role never overlaps with that of diplomats, military officers, or technical specialists.

The case erupted after the newspaper La Verità reported that Garofani allegedly told friends at a restaurant that he had “had enough of this govern-

Cannabis medica, Greenwich spinge riforma

Il deputato indipendente di Sydney, Alex Greenwich, è pronto a riaccendere il dibattito sulle leggi relative alla cannabis medicinale e alla guida, presentando oggi una mozione per introdurre una difesa legale per gli automobilisti ai quali il farmaco è stato prescritto. La proposta arriva nonostante il governo Minns abbia respinto solo il mese scorso le richieste di riforma.

Greenwich aveva sollevato la questione già a settembre, rivelando in seguito di essere lui stesso in possesso di una prescrizione medica per la cannabis e unendosi ad altri parlamentari nel sollecitare il Premier Chris Minns a prevedere esenzioni per i pazienti. Secondo il deputato, l’attuale normativa pone le persone davanti a un dilemma ingiusto.

“Nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra assumere il proprio farmaco prescritto e andare al lavoro, o tra gestire la propria salute e visitare una persona cara”, aveva dichiarato. “La polizia continuerebbe a poter perseguire i conducenti alterati, ma chi non è alterato e risulta positivo solo perché il THC rimane

nel corpo non dovrebbe ritrovarsi in tribunale o con la patente sospesa.”

La proposta permetterebbe agli automobilisti risultati positivi ai test per la cannabis di contestare l’infrazione in tribunale presentando prove mediche. Attualmente, qualunque livello rilevabile di THC nella saliva, nel sangue o nelle urine costituisce un reato secondo la legge del NSW, nonostante la sostanza possa rimanere nell’organismo per giorni o addirittura settimane.

La Ministra della Polizia, Yasmin Catley, ha definito la que-

stione “estremamente complessa”, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza stradale in un contesto di aumento delle vittime. Una difesa medica era stata raccomandata durante il summit sulle droghe dello scorso anno, ma il governo aveva scelto di non adottarla.

Un’ulteriore inchiesta ha inoltre evidenziato come le attuali normative finiscano per criminalizzare gli utenti senza ridurre i rischi. Il disegno di legge sarà presentato giovedì in Parlamento e il governo Minns ha dichiarato che valuterà la proposta nel merito.

IMU, finalmente svolta per italiani all'estero

Entra nel vivo la manovra economica e, tra il consueto caos degli emendamenti, arriva una notizia che gli italiani all’estero aspettavano da decenni: l’abolizione dell’IMU sulla prima casa per gli iscritti AIRE è finalmente all’esame dell’Aula. La proposta, bipartisan, è guidata da Toni Ricciardi (PD) e sostenuta da maggioranza e opposizione.

ment”. Even assuming the remark was made, it is a stretch to suggest that casual comments over dinner amount to a destabilisation attempt.

More importantly, none of this touches the authority or integrity of President Mattarella. Throughout his tenure, he has remained a stabilising and respected figure, committed to constitutional balance and to maintaining an impartial stance between political forces. His leadership has often helped defuse political crises rather than inflame them.

The excessive reaction to the Garofani affair appears driven less by evidence than by political hypersensitivity, particularly among members of the governing coalition who still behave as if they are under siege. This siege mentality amplifies minor incidents into perceived threats.

In truth, the Garofani controversy is little more than a political bubble: inflated by overzealousness, lacking substantive grounds, and likely to dissipate as quickly as it emerged.

Per una volta, le forze politiche parlano la stessa lingua: equità. Gli italiani nel mondo sono oggi gli unici cittadini a pagare l’IMU sulla prima casa non locata. Una stortura evidente, eredità di anni in cui chi era partito veniva trattato come un “bancomat a distanza”. Ricciardi, Di Sanzo (PD) e Di Giuseppe (FdI) lo hanno ribadito in Aula: non si tratta di privilegi, ma di normalità.

Chi vive all’estero continua a mantenere in Italia affetti, radici, borghi e case ereditate, custodite con sacrificio. Non sono speculatori: sono italiani. Punto. La casa nei piccoli centri non è solo un immobile: è un legame culturale

e familiare che spesso permette ai borghi di non spegnersi. Abolire l’IMU significa sostenere quelle comunità, generare consumi nei territori, incentivare rientri temporanei e attirare investimenti. Significa riconoscere che la diaspora è una risorsa strategica, non un capitolo di bilancio.

Di Giuseppe l’ha detto senza filtri: “Se smettiamo di trattare gli italiani nel mondo come un bancomat, possiamo trasformare l’inverno demografico in una

nuova estate demografica”. La battaglia è a un passo dal traguardo e, per la prima volta, segue un iter ordinario, alla luce del sole. Un gesto concreto, non simbolico: un atto di giustizia verso milioni di italiani che, anche lontano, non hanno mai smesso di chiamare casa l’Italia.Se questa riforma passerà, eliminare una tassa significherà restituire dignità.

E sarà un buon modo per ricostruire il rapporto, spesso ferito, tra l’Italia e i suoi figli nel mondo.

Perché la Cucina Italiana merita l’UNESCO

di Emanuele Esposito

Tra pochi giorni, a New Delhi, il Comitato intergovernativo dell’UNESCO deciderà se la Cucina Italiana entrerà a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il primo parere tecnico è già positivo, e questo basterebbe per considerare l’evento un momento storico. La cucina italiana non è soltanto gastronomia: è identità, cultura, memoria, educazione e relazione sociale. È un vero e proprio modo di vivere.

Non sorprende che il dossier di candidatura non citi ricette né ingredienti specifici: non si parla di carbonara, pizza o mozzarella. L’UNESCO non valuta la bontà di un piatto, ma il valore culturale di una pratica. E il cucinare all’italiana è una pratica viva, condivisa e strutturale, tanto quanto il Colosseo o il David di Michelangelo lo sono per il patrimonio materiale.

Il mondo spesso identifica la cucina italiana con un elenco di piatti iconici, ma il suo vero valore risiede altrove: nei gesti, nei saperi e nelle ritualità quotidiane che attraversano generazioni. Cucinare in Italia significa trasmettere tradizioni familiari, educare alla qualità e alla stagionalità, creare comunità attorno a un tavolo, trasformare ingre-

dienti semplici in cultura e dare forma alla memoria collettiva. Come ricordano i curatori del dossier, Petrillo e Montanari, la cucina italiana nasce spesso povera ma ricca di intelligenza: è una cucina che non spreca, che valorizza e che inventa soluzioni. È la cucina di Pellegrino Artusi, che già nel 1891 scriveva: «La cucina è la storia delle famiglie». Non c’è definizione più calzante. La Cucina Italiana è una tradizione dinamica: evolve, si reinventa, accoglie influenze esterne senza perdere il suo nucleo identitario. È sempre se stessa, ovunque vada, persino quando emigra. Le comunità italiane all’estero cucinano non per nostalgia, ma per identità: per restare italiane, mantenendo vivo il legame con le proprie radici.

Il dossier di candidatura introduce un concetto straordinario: quello dei “paesaggi gastronomici viventi”. Sono luoghi in cui il cibo non è solo prodotto, ma compenetrazione perfetta tra ambiente, tecniche artigianali, biodiversità, storia e comunità. È ciò che rende la cucina italiana unica al mondo: non un modello centralizzato, ma un arcipelago di culture locali, tutte diverse e tutte autenticamente italiane.

Nessun Paese al mondo ha un rapporto emotivo con il cibo pa-

ragonabile a quello italiano. In Italia si cucina per amore, non per necessità. Le ricette diventano ponti tra generazioni, e la cucina è un atto affettivo prima ancora che culinario.

Questo legame emotivo è ciò che permette alla cucina italiana di accompagnare gli italiani in ogni angolo del mondo. È una “cucina degli affetti”, fatta di manualità, ingegno e affetto. Un pesto, un ragù o una mozzarella raccontano la storia di un territorio prima ancora di essere assaggiati, e ogni variante locale ha una sua identità irripetibile.

L’ingresso della cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale non sarebbe un titolo da esibire: sarebbe un riconoscimento con conseguenze concrete. A livello internazionale, l’Italia diventerebbe la prima nazione al mondo con la cucina nella sua interezza riconosciuta patrimonio dell’umanità, trasformando il cibo in esperienza culturale e non solo gastronomica, e aprendo nuove prospettive per il turismo esperienziale. A livello nazionale, lo Stato sarebbe chiamato a rafforzare educazione alimentare e sostenibilità, sostenere produttori e filiere artigianali, combattere l’italian sounding e tutelare e trasmettere saperi tradizionali. Un riconoscimento UNESCO non è un premio, ma un impegno. Significherebbe ridefinire il concetto stesso di “cibo”: non più materia prima o tecnica, ma bene culturale a tutti gli effetti. Come ha dichiarato Petrillo: «Sarebbe la prima cucina al mondo riconosciuta patrimonio dell’umanità nella sua interezza».

In un mondo che uniforma, semplifica e industrializza, la cucina italiana afferma l’opposto: diversità, profondità, memoria e comunità. L’Italia non chiede all’UNESCO di proteggere una lista di piatti, ma di riconoscere una civiltà, una forma di vita, un’identità collettiva. La Cucina Italiana unisce le persone, costruisce comunità, insegna il valore della cura, celebra la semplicità e trasmette amore e storia. È un patrimonio quotidiano, vivo e universale.

È il modo in cui l’Italia, ancora una volta, apre il suo cuore al mondo. Ed è per questo che merita l’UNESCO: perché non è solo ciò che mangiamo. È ciò che siamo.

Nasce il Comitato "Sì Separa" a favore riforma magistratura

La Fondazione Luigi Einaudi annuncia ufficialmente la nascita del Comitato Territoriale “Sì Separa” a Sydney, primo presidio australiano impegnato a promuovere la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura.

La riforma, sostenuta da anni dalla Fondazione, punta a garantire una giustizia moderna, indipendente e credibile, distinguendo i percorsi dei giudici da quelli dei pubblici ministeri.

Emanuele Esposito è il referente ufficiale del nuovo Comitato, che potrà avviare immediatamente le sue attività in piena autonomia organizzativa. «La presenza capillare nei territori è decisiva per dare forza a questa battaglia — sottolinea la Fondazione Einaudi — e l’apertura del Comitato di Sydney rappresenta un passo significativo per coinvolgere anche le comunità italiane all’estero in un percorso di riforma atteso da decenni».

La riforma costituzionale mira a separare le carriere della magistratura giudicante e requirente,

assicurando giudici imparziali e pubblici ministeri autonomi. La disciplina interna sarà affidata a due Consigli superiori distinti, presieduti dal Presidente della Repubblica, e a un’Alta Corte autonoma di quindici membri. Per spezzare l’inerzia delle correnti, il sistema introduce il sorteggio tra elenchi qualificati per gli incarichi, garantendo competenza e indipendenza.

Inoltre, la gestione delle carriere sarà più trasparente e orientata al merito, con assunzioni, trasferimenti e conferimenti di funzioni affidati ai due Consigli. L’obiettivo è ridurre le appartenenze di corrente e rafforzare la qualità del servizio reso ai cittadini.

Per la Fondazione Einaudi, votare SÌ significa scegliere una giustizia davvero terza, responsabile e credibile: due carriere separate, due Consigli per l’autonomia e un’Alta Corte per una disciplina più solida. La nascita del Comitato di Sydney segna un passo importante per coinvolgere anche gli italiani all’estero in questa riforma storica.

L’Italia torna a parlare al mondo

di Emanuele Esposito

Ci sono momenti in cui la politica riesce a sintetizzare identità, strategia e visione. La Prima Conferenza sull’Italofonia e il dibattito parlamentare sulla riforma dell’IMU per gli italiani all’estero segnano proprio questo cambio di paradigma.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato che la promozione della lingua italiana all’estero è “un investimento strategico non meno importante di quello economico o industriale”. Non più un valore romantico o folcloristico, ma uno strumento di potere, mercato e influenza. La lingua italiana è la chiave per accedere a università, scuole, teatri, musei e laboratori di ricerca, e ha permesso a generazioni di connazionali di farsi ascoltare e rispettare nel mondo. Definire gli italiani all’estero “ambasciatori di amore per la patria” non è retorica: è un riconosci-

mento del loro ruolo strategico e culturale.

Sul fronte fiscale, il deputato Andrea Di Giuseppe ha aperto una strada storica: la revisione dell’IMU per gli italiani residenti all’estero non è un favore, ma un atto di giustizia. La doppia imposizione sulla casa — spesso unico legame concreto con la terra d’origine — penalizzava il legame emotivo e identitario con l’Italia. Tassare quell’appartenenza significava perdere i propri figli. La riforma riconosce invece che gli italiani nel mondo sono una risorsa, non un peso.

Insieme, Italofonia e riforma IMU tracciano una strategia coerente: rafforzare il legame culturale e quello materiale con la diaspora. Non più indifferenza o burocrazia ostile, ma una comunità globale che parla italiano, vive italiano e investe sull’Italia. Il primo passo è fatto. Ora serve continuità.

China's Push on Fair Investing

At the G20 summit in Johannesburg on November 22, 2025, Chinese Premier Li Qiang met with Italian Prime Minister Giorgia Meloni to discuss deepening economic and trade ties between the two countries. Li urged Italy to provide a fair, transparent, and non-discriminatory environment for Chinese investors, framing the talks as part of broader efforts to strengthen bilateral engagement.

The meeting coincided with the 55th anniversary of diplomatic relations between China and Italy. Beijing emphasised its commitment to promoting two-way openness, while Italy highlighted opportunities for Chinese enterprises to expand into the Italian market. Li also pledged greater access for Italian companies via the China International Import Expo and encouraged enhanced people-to-people exchanges in tourism, education, and travel.

Meloni’s office noted that both leaders agreed on maintaining constructive dialogue across areas of shared interest. Italy reaffirmed its commitment to a level

playing field for businesses and secure global supply chains, signalling readiness to coordinate with China on multilateral platforms.

The discussions occurred amid ongoing trade-management tensions in Europe. Italy has supported European Commission tariffs on Chinese electric vehicles, reflecting the delicate balancing act of aligning national and EU-level economic strategies. China, meanwhile, offered to strengthen cooperation within the United Nations and the G20.

Observers say the talks highlight a pragmatic approach by both nations: Italy seeks to attract investment while safeguarding domestic and European interests, and China aims to reassure investors of equitable treatment abroad. Analysts predict that the summit could mark the beginning of more structured economic engagement, particularly in hightech, infrastructure, and cultural exchanges, underscoring the strategic importance of Italy within Beijing’s European outreach.

Roman Sarcophagus in Budapest

Archaeologists in Budapest, Hungary, have made a remarkable discovery beneath the city’s streets: a 1,700-year-old Roman sarcophagus that has remained untouched for centuries. The limestone coffin, found during a routine excavation, contained the skeleton of a young woman along with an array of artifacts that shed light on her status and the funerary customs of late Roman society.

Inside the sarcophagus, experts uncovered 140 coins, delicate glass vessels, bronze figurines, remnants of fine fabric, and pieces of jewellery. These items suggest that the deceased belonged to a wealthy or noble family and that the sarcophagus was commissioned specifically for her, rather than being reused, which makes this find particularly rare.

“The preservation of this sarcophagus is exceptional,” said lead archaeologist Dr. István Kovács. “Not only does it provide

Kellie Sloane sfida

Parramatta, New South Wales – Il debutto di Kellie Sloane come leader dell’opposizione del New South Wales non poteva essere più intenso. Giunta oggi a Parramatta, la neoeletta leader liberale si è trovata di fronte a manifestanti con magliette dei NSW Socialists e membri del Palestine Action Group, che l’hanno contestata accusandola di essere “al servizio di sviluppatori e miliardari”.

La scena, oltre a richiamare l’attenzione dei media, è emblematica di una società che chiede risposte concrete più che dichiarazioni di facciata. Sloane, tuttavia, ha mantenuto un atteggiamento dialogico: “Sono sempre felice di affrontare le conversazioni difficili”, ha dichiarato, sottolineando la volontà di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini. Parramatta, distretto perso dai Liberali nelle ultime elezioni statali, rappresenta una sfida politica significativa. Qui Sloane dovrà lavorare per riconquistare elettori tradizionali e attrarne di nuovi, in un’area caratterizzata

da una demografia complessa. La leader ha puntato l’attenzione su questioni concrete come il sostegno alle piccole imprese, la gestione dei prezzi e degli affitti, ricordando gli investimenti infrastrutturali realizzati dai Liberali in Western Sydney. Nonostante l’apertura al dialogo, la vera prova per Sloane sarà trasformare le intenzioni in risultati tangibili. Il partito, alle prese con sondaggi poco incoraggianti e tensioni interne rispetto alla coalizione federale, attende segnali concreti di leadership.

L’immagine della leader con-

testata a Parramatta sintetizza la nuova sfida politica: guidare un’opposizione sotto pressione richiede capacità di ascolto, gestione delle tensioni e soprattutto azioni visibili.

Con più di un anno a disposizione prima delle prossime elezioni, il successo di Sloane dipenderà dalla sua abilità nel tradurre dialogo e presenza pubblica in risultati concreti, dimostrando che il cambio di leadership non è solo simbolico, ma l’avvio di una strategia solida per riportare i Liberali al centro della scena politica.

L'incompetenza costa all'Australia il COP31

L’Australia non ospiterà il COP31 del 2026. Dopo tre anni di campagne, dichiarazioni roboanti e ingenti investimenti diplomatici, il governo Albanese si ritrova con un pugno di mosche in mano. La conferenza climatica andrà in Turchia, mentre Canberra si accontenta di presiedere le negoziazioni, in quella che viene spacciata come una “grande vittoria”. La verità è un’altra: questa vicenda è un’umiliazione diplomatica che mette in luce l’incapacità del governo di trasformare l’ambizione in risultati concreti.

direct evidence of burial practices in Roman Pannonia, but it also offers a glimpse into the material culture and social hierarchy of the period.”

Archaeologists are carefully examining the coins and artifacts, hoping to uncover further information about the woman’s life and the historical context of the burial. The team has also expressed optimism about discovering additional treasures preserved in the mud at the bottom of the sarcophagus.

Roman-era Budapest, then part of the province of Pannonia, was a thriving centre of commerce and culture. Finds such as this help historians and archaeologists better understand the daily lives, rituals, and social structures of the people who lived there nearly two millennia ago.

Experts note that intact sarcophagi from this era are exceptionally rare, as many were either looted in antiquity or repurposed over the centuries.

Il premier Albanese e il ministro Chris Bowen hanno cercato di minimizzare l’insuccesso, parlando di opportunità per il Pacifico e di ruoli negoziali. Ma i numeri e i fatti parlano chiaro: anni di promesse e milioni spesi per campagne diplomatiche e lobbying sono stati vanificati da un veto turco. La retorica del “non possiamo avere tutto” suona come una giustificazione patetica per un fallimento che mette l’Australia in secondo piano sul palcoscenico internazionale. Non stupisce che l’opposizione guidata da Sussan Ley abbia subito attaccato, definendo il COP

un “talkfest” inutile in tempi di deficit crescente. La critica non riguarda solo i costi – stimati in centinaia di milioni – ma anche la mancanza di concretezza nella strategia climatica del governo. È difficile convincere il mondo della propria leadership ambientale quando non si è in grado nemmeno di ospitare un summit internazionale.

Eppure, il governo continua a dipingere la situazione come una vittoria. Si parla di guidare le negoziazioni, di eventi satellite nel Pacifico e di fiere green ad Adelaide. Tutto corretto, ma insufficiente. La leadership climatica si dimostra con azioni concrete e risultati tangibili, non con titoli altisonanti e comunicati stampa ottimistici.

Il COP31 perso è un avvertimento chiaro: l’Australia deve smettere di affidarsi a slogan e campagne di immagine e cominciare a costruire politiche solide, credibili e rispettate a livello internazionale.

Se il governo vuole davvero guidare il cambiamento climatico globale, deve dimostrare che le parole si traducono in fatti. Senza questo passo, la “grande vittoria” non è altro che un bluff che lascia il Paese ridicolo agli occhi del mondo.

In definitiva, l’umiliazione del COP31 dovrebbe essere un campanello d’allarme. L’ambizione senza strategia è solo propaganda, e Canberra oggi paga il prezzo della propria arroganza e inesperienza diplomatica.

Condannato chiede Vegemite

di Mariano Coreno

Il caso ha dell’incredibile, ma in Australia nulla sembra sorprendere davvero. Andre McKechnie, detenuto condannato all’ergastolo per un omicidio commesso in Queensland nel 1990, ha presentato un’istanza formale al Department of Justice and Community Safety del Victoria per ottenere… un barattolo di Vegemite.

La richiesta è diventata immediatamente una curiosità mediatica. McKechnie, tramite un esposto legale rivolto alla Supreme Court of Victoria, sostiene di non poter fare a meno della Vegemite, che ha consumato fin da ragazzo. Secon-

do lui, non si tratta di un capriccio ma di un elemento identitario: la Vegemite farebbe parte non solo delle sue abitudini alimentari, ma della cultura australiana nel suo insieme. La sua affermazione più sorprendente? «Se una persona non mangia Vegemite, non è un vero australiano.»

McKechnie ha inoltre spiegato che rifiuta il 90% del cibo servito in carcere per motivi religiosi, rendendo la richiesta di Vegemite, almeno ai suoi occhi, tutt’altro che bizzarra.

Vorrei trovare, parole nuove

di Mariano Coreno

Abbiamo appena appreso che la nuova Word of the Year inserita nel Cambridge Dictionary è parasocial, forse scelta osservando da vicino il fenomeno mediatico legato alla celebre cantante statunitense Taylor Swift.

La motivazione fornita dal dizionario è la seguente:“Involving or relating to a connection that someone feels between themselves and a famous person they do not know, or a character in a book, film, TV series, etc.”Ovvero una connessione “immaginaria”, ma emotivamente forte, che una persona instaura con una figura

famosa o un personaggio della finzione. A dire il vero, però, non si tratta certo di una novità. Chi, nei nostri “giovanili” anni, non ha provato una forma di amore platonico per icone come Rita Hayworth, splendida protagonista di Gilda del 1946? Il fenomeno è vecchio quanto il cinema, la musica e la letteratura. Nuova, semmai, è soltanto la parola, un termine che oggi potrebbe persino estendersi al concetto di parasocialism, per descrivere certe dinamiche contemporanee in cui il confine tra ammirazione, identificazione e illusione si fa sempre più sottile.

Jess Wilson eletta nuova leader dei Liberali

di Mariano Coreno

Jess Wilson è stata eletta nuova leader del Partito Liberale e dell'Opposizione nello Stato di Victoria, dopo aver ricoperto il ruolo di ministra ombra del Tesoro.

Ha 35 anni, è sposata con Aaron e madre del piccolo Patrick, di appena 15 mesi. Wilson subentra a Brad Battin, che aveva perso la fiducia interna del partito dopo essere stato eletto leader solo pochi mesi fa. Attualmente in Parlamento figurano quattro ex Premier liberali: Michael O'Brien, Matthew Guy, John Pesutto e Brad Battin, a dimostrazione di un partito in affanno, costretto a rinnovarsi rapidamente in vista delle prossime elezioni statali, previste per novembre dell'anno prossimo.

Wilson è stata eletta leader con

19 voti a favore e 13 contrari. Dopo la sua elezione, ha dichiarato: "As leader, my first priority is getting Labor's spiralling debt under control so we can sustainably invest in the things that really matter and restore hope that the next generation of Victorians will be better off than the last." Alcuni esperti criticano, però, la gestione

del debito pubblico: si stima che entro il 2029-30 il debito dello Stato possa raggiungere i 200 miliardi di dollari.

L’ex tesoriere federale, Josh Frydenberg, ha invece sottolineato che Wilson possiede tutte le carte in regola per svolgere al meglio il suo incarico. In politica, però, le certezze restano poche.

Sanciolo Amazes Audience at U3A Deepdene

On Wednesday 19 November 2025, U3A Deepdene hosted renowned artist Bart Sanciolo for an engaging presentation that drew a full and attentive audience, including students from my Italian class.

Sanciolo offered a compelling narrative of his life, weaving personal history with artistic evolution in a way that held the room throughout.

Arriving in Melbourne at just 13, Sanciolo recounted the early challenges of migration: he spoke no English and felt out of place, still very much the young Sicilian boy who communicated only in Italian.

His father, a respected journalist, community figure and artist, instilled in him a deep appreciation for Italy’s cultural heritage— literature, the arts and, above all, opera. This passion quickly became one of the foundations of Sanciolo’s creative path. A central focus of his talk was the story behind one of his most significant public works: the monumental bronze sculpture inspired by Dante Alighieri’s Divina Commedia. The piece, which explores the realms of Inferno, Purgatorio and Paradiso, reflects themes of sin,

A Melbourne, si sa, può accadere davvero di tutto. E questa storia ne è un’ulteriore conferma. Federazione Lucana - Brunswick Open Bar and Traditional Pizze Domenica, 30 Novembre - 2.30pm Italian Language and Culture 3.00pm with Tom Padula L. Santomartino 0499 900 687 Ibleo Social Club

suffering and redemption, echoing Dante’s enduring vision of the human condition.

Sanciolo detailed the lengthy saga behind the sculpture’s installation, which faced seven years of bureaucratic delays before finally being placed at La Trobe University. Originally intended for a location near the National Gallery of Victoria, the work now stands proudly on the university campus, contributing to the recognition of Italian culture within Australia’s artistic landscape.

The Dante project marked a turning point in Sanciolo’s career, leading to a series of commissions that further cemented his reputation for refined technique and distinctive artistic voice. Today, his work continues to evolve, demonstrating an ever-deepening engagement with form, symbolism and cultural identity.

As a speaker, Sanciolo proved as compelling as his art, offering insights that resonated strongly with those present. His contribu-

tion to Australia’s cultural tapestry, along with his many years of dedicated teaching, remains significant and widely appreciated. His Dante sculpture, long in the making, stands as a testament to perseverance and artistic vision— now permanently housed at La Trobe University.

Tom Padula
Tom Padula

Uniti

per i nostri piccoli eroi

Una serata di generosità e comunità ha illuminato il Sicilia Social & Sports Club lo scorso week-end, quando Jupiter Supports ha consegnato ufficialmente una donazione di 20.000 dollari alla Little Heroes Foundation, raccolti durante il sold-out Quiz Night organizzato dall’associazione.

Con 370 partecipanti, tra famiglie, volontari, sostenitori e imprese locali, l’evento ha trasformato il club in un vero e proprio centro di energia, entusiasmo e solidarietà. La serata, tra quiz, risate, premi e momenti di condivisione, ha confermato la forza della comunità italiana di Adelaide nel sostenere cause benefiche e nel rafforzare legami sociali.

Un ringraziamento speciale è andato a Chris McDermott, leggendaria figura del Sud Australia, il cui impegno per oltre 27 anni a

favore dei bambini malati e delle loro famiglie continua a ispirare tutti i presenti. La sua leadership e dedizione alla Little Heroes Foundation sono stati al centro della celebrazione, ricordando l’importanza della costanza e della generosità nella vita di tutti i giorni.

“Ogni impresa, volontario, donatore e partecipante ha contribuito a rendere possibile questo risultato,” hanno sottolineato gli organizzatori di Jupiter Supports, anticipando già la prossima edizione dell’evento, prevista per 17 ottobre 2026 al Sicilia Club, promettendo una serata ancora più grande, vivace e coinvolgente.

Una serata che dimostra come la passione e l’impegno collettivo possano fare la differenza nella vita dei più piccoli: insieme, comunità e solidarietà creano risultati straordinari e duraturi.

Cinema Grabs Centre Stage

The Embassy Theatre in Wellington played host to a spectacular evening celebrating Italian cinema, marking the launch of a new season of the Cinema Italiano Festival and commemorating ten years of the festival’s presence across New Zealand.

Organisers Paolo Rotondo and Renee Mark were warmly acknowledged for their dedication in bringing Italian film to audiences nationwide. Over a decade, the festival has showcased the richness, creativity, and emotional depth of Italy’s cinematic tradition, offering audiences everything from contemporary dramas to restored classics and the work of emerging filmmakers.

The event drew a large and enthusiastic crowd, highlighting the strong connection between Italian culture and New Zealand audiences. Guests were treated to an authentic Italian experience, with cuisine by Mediterranean

Buon Natale ai Bambini Italiani di Brisbane

Brisbane ha vissuto recentemente un momento di pura magia natalizia grazie all’iniziativa del Consolato d’Italia, che ha organizzato una grande festa per i bambini italiani residenti in Queensland. L’evento si è svolto presso l’Abruzzo Club di Carina, dove famiglie e bambini si sono ritrovati per celebrare insieme l’inizio delle festività con musica, allegria e tanto spirito natalizio.

A rendere speciale l’occasione è stata la presenza di Babbo Natale, giunto direttamente dall’Italia il 22 novembre. In città per pochi giorni prima di tornare in patria in vista della Vigilia di Natale, Babbo Natale ha portato con sé un carico di regali, dolci, addobbi e prelibatezze per rendere felici i piccoli partecipanti. Quest’anno sono stati 110 i bambini italiani che hanno preso parte alla festa, un numero che testimonia la vitalità della comunità italiana a Brisbane e l’entusiasmo con cui le famiglie supportano iniziative culturali e sociali.

Dietro la magia della giornata c’è stato un team speciale di aiutanti di Babbo Natale, attivi già da ottobre per preparare ogni dettaglio dell’evento. Gli elfi e i

volontari hanno lavorato instancabilmente per decorare la sala, organizzare giochi, distribuire regali e garantire che ogni bambino vivesse un’esperienza indimenticabile. La loro dedizione ha reso possibile trasformare l’Abruzzo Club in un vero e proprio villaggio natalizio, ricco di luci, colori e profumi tipici delle feste italiane.

L’evento ha avuto il sostegno del Com.It.Es Queensland & Northern Territory e delle Famiglie Downunder, dimostrando ancora una volta l’importanza di creare momenti di incontro e condivisione per rafforzare il legame tra la comunità italiana all’estero e la propria cultura. Tra sorrisi, abbracci e scatti fotografici, gran-

di e piccini hanno potuto vivere un pomeriggio di gioia e serenità, consolidando la tradizione delle feste italiane in Australia. Per chi volesse scoprire chi si cela dietro i sorridenti aiutanti di Babbo Natale, l’ultima fotografia dell’album dell’evento svela l’identità di questi preziosi volontari, veri artefici della magia del Natale italiano a Brisbane. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa: dalla pianificazione alla realizzazione, ogni gesto ha reso possibile una festa memorabile, confermando come la comunità italiana sappia rendere speciale il periodo più bello dell’anno.

Paola Pivi Exhibition officially opened at AGWA

The Art Gallery of Western Australia (AGWA) officially opened its highly anticipated exhibition dedicated to Italian contemporary artist Paola Pivi on [insert opening date]. The opening ceremony was attended by the Consul of Italy in Perth, Sergio Federico Nicolaci, who joined art enthusiasts, local officials, and media to celebrate the arrival of one of the world’s most original artistic voices.

Foods, Prosecco from JK14 Wines, Peroni Nastro Azzurro beer, and sparkling waters from Sanpellegrino, adding a genuine taste of Italy to the evening.

The evening not only showcased the magic of Italian cinema but also demonstrated the role of cultural diplomacy in strengthening ties between Italy and New Zealand. Through film, both countries share stories that transcend borders, celebrate diversity, and connect communities through shared experiences. With the new season underway, Wellington audiences can look forward to a rich programme of films that promise to entertain, inspire, and deepen appreciation for Italy’s storytelling heritage. The festival continues to be a highlight of the cultural calendar, reflecting both the enduring appeal of Italian cinema and the vision of its organisers in fostering cross-cultural engagement.

Organised in partnership with the Consulate of Italy in Perth, the exhibition showcases an extensive collection of Pivi’s works, including iconic installations, photographs, and newly commissioned pieces created specifically for the gallery. Pivi, often described as “the artist who turns the impossible into the everyday,” continues to captivate au-

diences with her innovative use of humour, surprise, and exploration of the relationship between humans, nature, and contemporary imagination.

“This exhibition celebrates the strength of Italian creativity and the ability of art to connect worlds,” said Consul Nicolaci during the opening. “It is a privilege to welcome Paola Pivi to

Perth and to offer the public a chance to engage with the vitality of Italian culture.”

The exhibition forms part of the Festival of Italian Creativity, an initiative that has positioned Perth as a global hub for Italian artistic and cultural expression. It will remain on display at AGWA until April 2026, making it a must-see for art all lovers.

Al Berkley Centre una strepitosa giornata di amicizia con la comunità

di Maria Grazia Storniolo

È stata una splendida giornata di amicizia e condivisione quella organizzata dal Patronato Epasa-Itaco insieme al Centro Comunitario di Berkeley, un appuntamento che ha riunito la comunità dell’Illawarra in un clima di calore, partecipazione e autentico spirito comunitario.

L'iniziativa, molto attesa dai residenti, aveva come obiettivo principale quello di rafforzare i legami sociali e offrire un momento di serenità e convivialità a tutti i presenti. L’inizio della giornata ha visto come protagonisti volontari e staff, che fin dalle prime ore del mattino si sono dedicati alla preparazione del barbecue con delle ottime salsicce, rendendo un ambiente famigliare che ha riunito attorno allo stesso tavolo persone di età e origini diverse.

Maria Di Carlo, manager del Berkeley Centre, ha curato con grande dedizione l’organizzazione dell’evento, assicurandosi che ogni dettaglio fosse perfetto e che gli ospiti si sentissero accolti e valorizzati. Altrettanto prezioso è stato il contributo di Stella Vescio, la cui generosità ha accompagnato tutta la giornata: dalle deliziose torte fatte in casa, molto apprezzate da tutti, al supporto costante nelle attività, fino alla sua emozionante performance insieme al coro Berkeley Songbirths, che ha regalato un momento di gioia e commozione attraverso canti natalizi.

Tra i presenti anche Linda Campbell, vice sindaco di Wollongong, che ha voluto portare il suo saluto istituzionale, sottolineando l’importanza di iniziative come questa nel rafforzare il tessuto sociale e nel valorizzare la straordinaria diversità culturale dell'area. A rendere la giornata ancora più speciale è stata l’estrazione di tre classici panettoni come Lucky Door Prize, un momento che ha aggiunto entusiasmo, sorrisi e un pizzico di suspense all’evento.

L’intera giornata si è conclusa con un forte senso di comunità, gratitudine e soddisfazione. Grazie a tutti coloro che, con il loro impegno e la loro presenza, hanno contribuito a rendere questo incontro un momento indimenticabile per la comunità dell’Illawarra: un evento semplice ma ricco di significato, che ha dimostrato ancora una volta quanto sia preziosa la forza dello stare insieme.

Associazione Trevisani nel Mondo Sezione di Sydney Inc

P O Box 35, EARLWOOD NSW 2206

Tel: 0408 240 055 - E-mail: eileen@santolin.org

PRANZO DI NATALE

Orgogliosamente sponsorizzato da Trevor Byrne, Ray White Carnes Hill Real Estate

L’Associazione Trevisani nel Mondo di Sydney invita i soci e loro amici e simpatizzanti a partecipare al pranzo di Natale

Domenica 7 Dicembre 2025, alle 11am-3.30pm nella sala “Michelini” al Club Marconi, Bossley Park. Si prega di arrivare prima delle 11.30am per il benvenuto del Presidente.

Verrà servito un abbondante pranzo di 4-portate con tanta allegria e musica di Tony Gagliano per cantare e ballare. Il costo del biglietto è $80 per i soci e $95 per i non soci (Birra, Vino e Bibite incluse) Liquori alcoolici a proprie spese. Prenotare IL PIÙ PRESTO POSSIBILE entro il 30 novembre: Presidente Renzo VALLERI 0418 242 782; Vice Presidenti Luigi VOLPATO 9753 4646 / 0419 611 770 e Rita PERENCIN 9604 7472 / 0410 447 472; Segretaria Eileen SANTOLIN 0408 240 055 (Email: eileen@santolin.org); Asst Segretaria Laura CHIES 9610 0680 / 0421 279 610 (Email: laurachies3@bigpond.com); Asst Tesoriera Adriana ZAMPROGNO 0411 701 062; Consiglieri Ernesto CALDERAN 9823 0232 / 0413 719 133 e Robert FEDRIGO 0415 946 474.

NB: If you have any special dietary requirements, please notify the Committee member when making your booking - NOT ON THE DAY OF THE FUNCTION.

For further information and prepayment for the Luncheon please contact one of the committee members. We look forward to greeting you.

PLEASE NOTE: If you have booked and are unable to attend you must advise one of the Committee, by 1 December, otherwise you will be required to pay the cost of your “booked” luncheon.

Stella Vescio, Stella Maimone e Giuseppina Auteri
S. Maimone, G. Auteri e M.G. Storniolo
Il gruppo vincitore dei luky door price con la piccola Eva
Il Coro Berkeley Songbirths
M. Di Carlo, S. Vescio, M.G. Storniolo, G. Auteri e S. Maimone
Linda Campbell ringrazia la comunità presente all'evento

Serata dedicata al turismo delle radici tra Sicilia e Australia

di Maria Grazia Storniolo

Ha avuto luogo al Club Marconi, una partecipata serata dedicata al Turismo delle Radici, un fenomeno culturale che negli ultimi anni sta assumendo crescente rilevanza per le comunità italiane all’estero. L’incontro, nato per approfondire aspettative e criticità del progetto, ha visto la presenza di numerosi esponenti istituzionali e della collettività italo-australiana, con ospiti d’onore il Dott. Salvatore Bonura e la Dott.ssa Laura Bisso, giunti dalla Sicilia in missione esplorativa, il Sen. Francesco Giacobbe e l’On. Nicola Carè. La delegazione era stata accolta in mattinata dal Console Generale d’Italia a Sydney, Dott. Gianluca Rubagotti, per un confronto sul ruolo della comunità siciliana e sugli obiettivi del Turismo delle Radici nel rafforzare i legami con l’Italia. Successivamente, il Cav. OAM Filippo Navarra ha ricevuto gli ospiti presso il Le Montage Navarra Venues, dove Filippo Navarra Junior ha donato a Bonura e Bisso un distintivo in oro realizzato per il 50° anniversario della famiglia Navarra, gesto simbolico del profondo legame tra Sicilia e Australia.

La serata è stata organizzata dal Cav. Uff. Toni Noiosi, presidente della Federazione delle Associazioni Siciliane del NSW, in collaborazione con l’USEF Sicilia. Noiosi ha aperto l’incontro ricordando quanto la Sicilia continui a rappresentare un solido punto di riferimento identitario. «Ogni arrivo dalla terra madre riporta con sé un pezzo di Sicilia», ha affermato, ringraziando Bonura e il Console Rubagotti per il sostegno operativo.

Uno dei momenti più suggestivi è stata la proiezione di un filmato con paesaggi della Sicilia, borghi storici e scorci della Conca d’Oro, accompagnati dal suono dello scacciapensieri, che ha suscitato emozione e nostalgia nel pubblico.

Il Sen. Francesco Giacobbe ha evidenziato il ruolo della diaspora quale ponte culturale capace di trasmettere alle nuove generazioni l’orgoglio delle proprie origini, ricordando che il ritorno nei borghi italiani porta benefici tanto emotivi quanto sociali e culturali.

L’On. Nicola Carè ha sottoline-

ato come il Turismo delle Radici rappresenti non solo un ritorno simbolico alle origini, ma anche un’opportunità economica per i piccoli borghi. Ha ricordato che le seconde e terze generazioni vivono spesso la loro italianità con grande passione, sebbene il progetto incontri talvolta ostacoli burocratici e politici.

La Dott.ssa Bisso e il Dott. Bonura hanno rimarcato il valore dell’incontro diretto con la comunità italo-australiana. Bisso ha sottolineato l’importanza delle associazioni come custodi

della memoria collettiva, mentre Bonura ha spiegato come il dialogo con la diaspora consenta di comprendere meglio le esigenze di chi vive lontano dalla terra d’origine.

La serata si è conclusa con un rinfresco conviviale, occasione per scambiarsi impressioni e rafforzare legami.

Un evento che ha rinnovato il significato profondo del Turismo delle Radici, capace di unire generazioni e continenti, rendendo per qualche ora più vicine la Sicilia e l’Australia.

Cav. Uff. Tony Noiosi
Dott. Salvatore Bonura
Ospiti presenti all'incontro
La comunità a tavola al termine della conferenza
Sen. Francesco Giacobbe
Cav. Dr John Gullotta AM
Il Comitato della Federazione e la delegazione siciliana
Tony Noiosi e Filippo Navarra insieme agli ospiti siciliani
Partecipanti in un momento di convivialità
Joan Pellegrino OAM
Giovanni Testa al Marranzano
On. Nicola Carè
Dott.ssa Laura Bisso

Gattopardo Gala Night celebrando la Settimana della Cucina Italiana

Una sala dallo stile raffinato di fine Ottocento ha ospitato costumi d’epoca nell'ambito de, “Il Gattopardo Gala Night”, la Serata di Gala del Gattopardo, evento ufficiale della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Australia in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, la serata ha riunito istituzioni, rappresentanti della comunità italiana, imprenditori, stampa e operatori dell’agroalimentare per celebrare la cultura mediterranea e la grande tradizione culinaria siciliana.

L’atmosfera, curata in ogni dettaglio, ha voluto rendere omaggio al capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, un romanzo che ha segnato in modo indelebile l’immaginario culturale italiano. Pubblicato postumo nel 1958, il romanzo racconta la decadenza dell’aristocrazia siciliana durante il Risorgimento attraverso gli occhi del principe Fabrizio Salina, personaggio iconico della narrativa italiana. Il Gattopardo è un’opera che coniuga introspezione, ironia e memoria storica, offrendo un ritratto indimenticabile della Sicilia di metà Ottocento. Con la celebre frase «Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi», Tomasi di Lampedusa ha consegnato al mondo una riflessione universale sulla trasformazione sociale e sulla complessità umana.

La serata ha evocato queste atmosfere aristocratiche con una raffinata interpretazione estetica. Il pubblico è stato invitato a immergersi nella Sicilia ottocentesca attraverso luci soffuse, costumi ricercati e una narrazione scenica che ha fatto da filo conduttore di tutto l’evento. Anche la cucina tematica, ispirata ai capitoli più emblematici del romanzo, è stata protagonista assoluta. Lo chef Luigi De Luca ha firmato un menu ispirato ai sapori storici del racconto, rielaborati con maestria in chiave contemporanea. «Tradition is innovation slowed down – la tradizione è innovazione rallentata» è stata la frase guida che ha accompagnato il suo percorso creativo. Lo chef ha inoltre condiviso un pensiero particolarmente apprezzato: «La passione che mi porta alla cucina è quella di non cambiare gli atti e non modificare nulla. Noi stasera abbiamo cucinato per amore.»

Un ruolo fondamentale nel successo organizzativo lo ha svolto Simona Bernardini, responsabile ITA Sydney, che con il suo staff ha coordinato con precisione ogni fase della serata: dalla costruzione del concept visivo alla selezione dei partner, dalla regia del cerimoniale alla gestione logistica. Numerosi ospiti hanno elogiato la sua professionalità e la sensibilità con cui ha saputo valorizzare il Made in Italy nel contesto australiano. Uno dei momenti istituzionali più significativi è stato l’intervento di Ciro Carroccio, rappresentante dell’Ambasciata d’Italia

a Canberra, che ha portato i saluti dell’Ambasciata e ha sottolineato il ruolo strategico della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo come strumento di diplomazia culturale. Carroccio ha evidenziato come la cucina, in particolare quella regionale, sia uno dei veicoli più potenti per raccontare l’Italia contemporanea: un Paese che continua a rinnovare le proprie eccellenze senza perdere il legame con la tradizione. Nel suo discorso, ha ricordato l’importanza del dialogo tra le istituzioni italiane e la vasta comunità italo-australiana, definendo eventi come questo “un

Stella Maimone con ospiti alla serata di gala
Luigi Virginia e Salatore De Luca
Tavolo dei convenuti
E. Esposito, A. Bovier, G. Testa e una dama della serata
G. Testa, E. Esposito e A. Bovier con una carta della Sicilia in ceramica
Esibizione del Trio d'archi e G. Testa al Marranzano
Alcuni ospiti della serata
G.Testa, S. Bernardini, A. Bovier, M.G. Storniolo e la Principessa Nicol
Simona Bernardini Italian Trade Commission Ciro Carroccio dell'Ambasciata d'Italia a Canberra
Stefano, Nicol e Simona Ospiti in costume per la serata

per una riscoperta delle belle tradizioni siciliane dell'ottocento

ponte vivente tra memoria, identità e futuro condiviso”. Ha infine ringraziato ITA, gli organizzatori e i partner culturali, sottolineando il valore della sinergia che permette all’Italia di presentarsi nel mondo con autorevolezza e autenticità.

Il percorso sensoriale della serata è stato arricchito da un allestimento dedicato alla ceramica siciliana. Esposte opere di Santo Stefano di Camastra, realizzate dalle Ceramiche Grey di Giovanni Testa e Maria Grazia Storniolo, insieme a una selezione proveniente da Caltagirone, simbolo delle radici artistiche dell’isola. Un omaggio a una tradizione millenaria che unisce acqua, terra e fuoco in creazioni riconosciute in tutto il mondo.

La musica tradizionale ha aggiunto un ulteriore livello emotivo alla serata grazie all’esibizione dello “Scaccia Pensieri”, l’iconico strumento popolare siciliano, eseguito da Giovanni Testa e accompagnato da un trio d’archi. Un momento evocativo che ha trasportato il pubblico nell’anima più profonda dell’isola.

Il successo della serata ha confermato l’efficacia della collaborazione tra istituzioni, enti culturali e imprese private nel valorizzare il patrimonio italiano. La combinazione di talento, professionalità e passione ha reso il gala un momento di celebrazione della Sicilia, della sua storia e della sua capacità di attrarre, emozionare e affascinare un pubblico internazionale.

In nome del Gattopardo, Sydney ha vissuto una notte in cui la Sicilia si è raccontata attraverso il cibo, l’arte, la musica, l’artigianato e l’eleganza dei costumi d’epoca. La serata ha unito storia e futuro, memoria e innovazione, confermando come la cultura italiana, se raccontata con cura e passione, possa diventare un linguaggio universale, capace di emozionare e connettere persone e comunità oltre confine.

La decima edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo a Sydney ha offerto un vero viaggio sensoriale tra colori, aromi e storie della Sicilia, celebrando eccellenza gastronomica, cultura, creatività e relazioni internazionali.

Un ponte concreto – culturale, commerciale ed emotivo – tra Italia e Australia, che ha lasciato

un ricordo indelebile negli ospiti e ha rafforzato l’immagine del Made in Italy nel mondo Nel corso dei saluti finali è stata ribadita l’importanza della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo come occasione per promuovere eccellenze agroalimentari, turismo culturale, artigianato artistico e visione economica.

Tradizione, creatività e qualità

si sono intrecciate in un evento che ha saputo trasformarsi in un vero e proprio racconto culturale. La serata si è conclusa in un clima di entusiasmo, tra applausi e ringraziamenti. In nome del Gattopardo, Sydney ha celebrato la Sicilia con una notte che ha unito storia e futuro, arte e sapori, memoria e innovazione: un raccordo culturale e umano tra Italia e Australia.

Giulia, S. Bernardini, Nicole e Ciro Carroccio
Giulia e Simona
Il ballo del tango
Gli Chef Luigi De Luca e Demitry Rode
Ospiti in costume d'epoca
L'omaggio floreale a Simona Bernardini
Ospiti in costume per la serata
Testa di Moro di Caltagirone e ceramiche siciliane
Simona Bernardini e Ciro Carroccio con gli ospiti

La comunità roccellese di Sydney saluta la delegazione di Roccella Ionica

di Maria Grazia Storniolo

Si è svolta in un clima di profonda emozione e sincera condivisione la cena organizzata dall’Associazione Madonna delle Grazie e San Vittorio Martire presso la prestigiosa Doltone House del Club Marconi, un appuntamento speciale dedicato al saluto ufficiale della delegazione roccellese giunta in Australia per una settimana intensa di incontri, celebrazioni e scambi culturali. Prima del loro rientro in Italia, la serata ha rappresentato un momento simbolico per rinnovare il legame che unisce le due comunità, divise solo dalla distanza geografica ma unite da identità, storia e tradizioni comuni.

L’evento si è aperto con un suggestivo rito di benvenuto australiano: un artista aborigeno ha eseguito un’emozionante performance di didgeridoo, rendendo omaggio alla terra ospitante. Subito dopo, il tenore Gaetano Bonfante e la soprano Rita Spata hanno intonato con grande intensità gli inni nazionali d’Italia e d’Australia, regalando ai presenti un momento di commozione e orgoglio collettivo.

Cuore della serata sono stati la delegazione proveniente da Roccella Ionica e il comitato di Sydney dell’Associazione Madonna delle Grazie e San Vittorio Martire, che hanno curato con dedizione e passione ogni dettaglio dell’accoglienza. A guidare i lavori, il chairman dell’associazione, Joe Frasca, che ha sottolineato come questi incontri rappresentino un ponte insostituibile tra le generazioni e tra le due comunità roccellesi nel mondo. Particolarmente sentiti sono stati gli interventi istituzionali. L’On. Nicola Carè ha ricordato il valore dell’emigrazione calabrese, fatta di sacrifici, cultura e resilienza, e ha sottolineato l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni l’orgoglio delle proprie radici. Ha descritto la Calabria come una terra straordinaria, ricca di storia, eccellenze e tradizioni uniche, invitando i giovani italo-australiani a essere ambasciatori dell’italianità.

Il Sen.Francesco Giacobbe ha evidenziato il ruolo fondamentale dei gemellaggi tra città sorelle, come quello tra Liverpool e Roccella Ionica, che permettono di mantenere vivo il filo della memoria e dell’identità anche a migliaia di chilometri di distanza. In uno

dei momenti centrali della serata, Pino Sgambellone ha ringraziato con calore la delegazione roccellese per la loro visita in Australia, sottolineando quanto sia fondamentale per i connazionali in Australia conservare un legame vivo con la propria terra d’origine.

L’assessore Fabrizio Chiefari ha espresso gratitudine per l’accoglienza ricevuta, ricordando che a dividere le due comunità roccellesi vi è soltanto un oceano, ma non lo spirito di appartenenza che continua a unirle in modo indissolubile. Un ricordo affettuoso e’ stato rivolto a Silvio Marrapodi, assente per motivi di salute, menzionando la sua simpatica comparsa nel film Bello, onesto, emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata, suscitando un emozionato sorriso tra i presenti. Anche il Professore Orsino ha sottolineato il valore emotivo degli incontri, definendo la set-

timana trascorsa come un’esperienza capace di lasciare un segno profondo e duraturo nei partecipanti.

Momento simbolico della serata è stato lo scambio dei doni: una pietra del castello di Roccella Ionica è stata consegnata a Pino Sgambellone, mentre pregiate litografie sono state donate al presidente Frank Furfaro e alla moglie Tina, a Joe Frasca e Adrian Coluccio a testimonianza di un legame che continua a rafforzarsi nel tempo, mentre in segno di ringraziamento, un mazzo di fiori sono stati consegnati a Lisa Placanica, organizzatrice della serata.

La serata si è conclusa con un caloroso abbraccio simbolico, confermando che, nonostante la distanza, Calabria e Australia restano unite dal cuore, dalla memoria e da un’identità comune che continua a vivere e rinnovarsi.

Frank, Tina Furfaro e Fabrizio Chiefari
Gaetano Bonfante e Clarissa Spata
Momento di convivialità tra i partecipanti
Membri del comitato con F. Giacobbe e N. Care'
S. Bonura, L. Bisso, G. Pellegrino, F. e T. Furfaro, T. Noiosi, J. Frasca e A. Festa
P. Sgambellone e i coniugi Furfaro alla consegna dei fiori
I coniugi Furfaro al taglio della torta commemorativa
Fabrizio Chiefari Francesco Ursino
Joe Frasca Adrian Coluccio e Fabrizio Chiefari

L'Arma celebra a San Fiacre la Virgo Fidelis

Si è svolta domenica 23 novembre, presso la chiesa di San Fiacre a Leichhardt, la solenne celebrazione della Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, Patrona e Protettrice dell’Arma dei Carabinieri. Un appuntamento sentito e profondamente simbolico, che ogni anno riunisce autorità, familiari, simpatizzanti e membri dell’Arma per rendere omaggio ai valori di fedeltà, sacrificio e servizio alla comunità.

La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, tra cui il Sen. Fran-

cesco Giacobbe e l’On. Nicola Carè, entrambi da sempre vicini alla comunità italiana e alle realtà associative che operano sul territorio australiano. Accanto a loro, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri, era presente il Coordinatore Nazionale Comm. Antonio Bamonte, che con parole cariche di rispetto e riconoscenza ha ricordato il ruolo fondamentale dei Carabinieri nel garantire sicurezza, legalità e sostegno nelle situazioni più difficili.

L’atmosfera è stata resa ancor

più suggestiva dalla presenza dei Carabinieri in alta uniforme, che con il loro portamento impeccabile hanno dato solennità all’intera celebrazione. Le letture, le preghiere e il momento dedicato al ricordo dei caduti hanno sottolineato l’importanza del servizio svolto dall’Arma, anche oltre i confini italiani, mantenendo sempre vivo il legame con le comunità all’estero.

Al termine della funzione religiosa, la giornata è proseguita con un momento di convivialità presso Gioia Caffè, dove i presenti hanno condiviso un pranzo che ha rafforzato lo spirito di amicizia e appartenenza. Un’occasione per ritrovarsi, scambiare ricordi e testimonianze, e rinnovare quel senso di unità che caratterizza l’Arma dei Carabinieri e coloro che la sostengono.

La celebrazione della Virgo Fidelis si è così confermata un appuntamento imprescindibile per la comunità italiana, unendo tradizione, devozione e gratitudine verso chi quotidianamente opera al servizio del bene comune.

ICCIAUS Hosts Planning Talks

On 17 November 2025, the Italian Chamber of Commerce in Australia (ICCIAUS) hosted the NSW Minister for Planning and Public Spaces, the Hon. Paul Scully MP, for a high-level business roundtable on the future of urban planning in NSW. Discussion centred on reforming outdated legislation, encouraging higher-density development near transport hubs, and streamlining approvals through a proposed Development Coordination Authority. Minister Scully also outlined initiatives to expand tourist accommodation

and lift productivity by removing unnecessary regulatory barriers.

Guests included Consul General of Italy Gianluca Rubagotti, ICCIAUS President Fabio Grassia, European Australian Business Council CEO Jason Collins, and senior representatives from Webuild, the event sponsor.

ICCIAUS President Fabio Grassia said the roundtable highlighted the value of dialogue between government and industry to ensure planning reforms support community needs and economic growth.

Una Messa bilingue a Bossley Park con i bambini chiude l'anno liturgico

Una comunità viva, unita e in crescita ha animato domenica la parrocchia di Mary Immaculate, dove Padre Danai Penollar ha presieduto la Messa bilingue italiano/inglese dedicata alla Solennità di Cristo Re, appuntamento che segna la conclusione dell’anno liturgico. L’iniziativa, che si svolge l’ultima domenica di ogni mese, ha richiamato circa ottanta parrocchiani, tra famiglie, giovani e anziani, testimoniando un rinnovato entusiasmo attorno a un progetto pastorale che, in pochi mesi, ha saputo consolidarsi e crescere.

Sebbene la Santa Messa in italiano non sia nuova a Mary Immaculate, essendo stata celebrata a più riprese negli anni, la sua ripresa in forma strutturata e mensile ha un significato speciale. Il merito va soprattutto alle giovani famiglie italiane della zona, desiderose di custodire e trasmettere la propria eredità culturale e spirituale. Grazie al loro entusiasmo e alla guida di Padre Penollar, la tradizione ha ritrovato nuova linfa e si è trasformata in un punto di riferimento stabile all’interno della vita parrocchiale.

La celebrazione di domenica è stata particolarmente sentita: il tema della Solennità di Cristo Re ha offerto l’occasione per riflettere sulla regalità di Cristo come servizio, apertura e comunione, valori che ben rispecchiano lo spirito con cui la comunità ha dato vita alla Messa bilingue. Le letture e i canti, alternati tra italiano e inglese, hanno creato un clima inclusivo e armonioso, capace di unire persone di diverse generazioni e provenienze culturali.

Uno degli elementi più significativi dell’iniziativa è la partecipazione dei bambini e dei ragazzi, che da marzo hanno assunto un ruolo sempre più centrale nella liturgia. Lettori, salmisti e chierichetti: i giovani parrocchiani non solo affiancano gli adulti, ma spesso guidano momenti importanti della celebrazione, leggendo in italiano con sicurezza e competenza. Il loro contributo è il frutto dell’“esperimento pastorale e linguistico” voluto da Padre Penollar, che ha visto nella dimensione bilingue una straordinaria opportunità educativa. «Ascoltare le nuove generazioni leggere nella nostra bellissima

lingua è un segno di speranza», ha commentato un parrocchiano, «perché ci ricorda che la nostra cultura può essere custodita e continuare a vivere attraverso i giovani».

Al termine della Messa, la comunità si è ritrovata nell’area parrocchiale per un pranzo conviviale che ha trasformato Bossley Park in una piccola isola d’Italia.

I tavoli, colmi di piatti regionali preparati dai parrocchiani, hanno composto un mosaico di sapori autentici: lasagne, arancini, melanzane ripiene, focacce, crostate, biscotti tradizionali e molte altre specialità cucinate con passione.

Ogni famiglia ha contribuito con un proprio piatto, ma soprattutto con il tempo e la disponibilità necessari all’organizzazione dell’evento, dimostrando un forte spirito di collaborazione.

Il pranzo del 23 novembre ha rappresentato non solo un momento di festa, ma anche il sigillo della riuscita di un progetto che, in meno di un anno, ha restituito vitalità alla presenza italiana nella parrocchia. Molti parrocchiani hanno sottolineato come l’esperimento sia stato capace di creare legami, rafforzare relazioni e costruire un senso di appartenenza condiviso.

La comunità italiana di Mary Immaculate ringrazia calorosamente Padre Danai Penollar per la sua visione, il suo sostegno e la capacità di valorizzare la lingua e la cultura italiana all’interno della vita pastorale. L’auspicio è che la Messa bilingue continui a crescere, coinvolgendo sempre più persone e diventando un ponte tra generazioni e culture, nel segno della fede e della convivialità.

Famiglie che hanno partecipato alla Santa Messa
Padre Danai con chierichetti e lettori
Deliziosi piatti del pranzo

Premio per Sandro Isabella

Roma, 3 novembre 2025 – Un importante traguardo per la carriera dello chef Sandro Isabella, che ha ricevuto a Roma il prestigioso riconoscimento Collegium Cocorum, uno dei massimi premi attribuiti dalla Federazione Italiana Cuochi (FIC). Si tratta di un’onorificenza che celebra oltre cinque lustri di attività professionale ai più alti livelli della cucina italiana e internazionale.

Per l’occasione, lo chef Isabella è giunto appositamente dall’Australia, dove vive e lavora da anni, e ha ritirato il premio accompagnato dal fratello Fabio. L’emozione è stata palpabile e condivisa con i più di 500 cuochi presenti al Teatro Ghione di Roma, teatro della cerimonia di premiazione.

Durante l’evento, Isabella ha avuto modo di incontrare amici e colleghi dei tempi della scuola

alberghiera, molti dei quali sono stati a loro volta insigniti del medesimo riconoscimento, trasformando la serata in un momento di festa e di ricordi condivisi.

Alla cerimonia era presente anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, grande sostenitore e amico della Federazione Italiana Cuochi. Numerosi critici gastronomici hanno preso parte all’evento, sottolineando ulteriormente il valore della premiazione, trasmessa in diretta durante il programma “Mi Manda Rai Tre”.

Lo chef Sandro Isabella ha espresso profonda soddisfazione per questo importante riconoscimento, considerandolo un simbolo del lungo e appassionato percorso che lo ha portato a distinguersi nella scena culinaria italiana e internazionale.

Risultati elettorali al Club Marconi

Domenica 23 novembre 2025, nel pomeriggio, alle ore 15:20, presso la sala della Doltone House -Club Marconi si è svolta la ripresa dello scrutinio per il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo, allopreens dei soci riuniti in assemblea. La presidenza della seduta ha precisato in apertura che i nominativi sarebbero stati letti seguendo l’ordine riportato sulla scheda elettorale e non in base al numero di preferenze raccolte, come previsto dal regolamento interno.

Per la carica di Presidente è stato proclamato eletto Morris Licata, che ottiene così il suo terzo mandato consecutivo alla guida del club. Per le due posizioni di Vicepresidente sono stati annunciati i nomi di Robert Carniato e Sam Noiosi, riconfermati alla vice- presidenza. Per il ruolo di Direttore sono stati eletti, nell’ordine della scheda: Gaetano Zangari, Tony Paragalli, Dean Zonta, Angelo Ruisi, Joan Pellegrino e Robert De Filippo, completando la composizione del nuovo Consiglio. Nel corso della proclamazione, la presidenza ha rivolto un ringraziamento ai soci presenti, sottolineando come il sostegno e la partecipazione attiva della base associative costituiscano l’elemento centrale dell’intera vita sociale del club. È stato inoltre riferito che il valore del processo elettivo non risiede solo nella procedura formale, ma nel-

la comunità unita che continua a sostenerlo. Nel suo intervento, il Presidente eletto Morris Licata ha espresso profonda gratitudine per la fiducia ricevuta. Ha dichiarato che guidare il club richiede impegno costante, senso di responsabilità e capacità di collaborazione. Ha poi evidenziato l’importanza del lavoro

di squadra e del dialogo continuo tra Consiglio e soci, considerandolo il presupposto essenziale per la crescita futura del sodalizio. Licata ha infine espresso apprezzamento verso i Vicepresidenti e i Consiglieri eletti, auspicando un percorso condiviso e costruttivo. La seduta è stata dichiarata chiusa alle ore 15:25.

Morris Licata durante la lettura dei risultati
Il nuovo comitato del Club Marconi

Leone XIV loda vescovi sui migranti, scontro a distanza con Trump

di Domenico Maceri PhD

“Apprezzo moltissimo quanto detto dai vescovi. È una dichiarazione importante. Inviterei in particolar modo tutti i cattolici e tutte le persone di buona volontà ad ascoltare quello che hanno detto. Credo che dobbiamo cercare maniere di trattare la gente con umanità rispettando la loro dignità”. Con queste parole Papa Leone XIV ha commentato il recente comunicato della Conferenza episcopale americana sulla situazione dei migranti negli Usa.

I vescovi americani hanno votato quasi unanimemente il messaggio (216 sì, 5 no, 3 astensioni) nel quale si legge fra l'altro il dissenso dalla “campagna indiscriminata di deportazione” e una preghiera per “la fine alla retorica di disumanizzante e di violenza”. Si tratta di parole abbastanza dure sulla gestione dei migranti dell'amministrazione di Donald Trump anche se il nome del presidente non viene menzionato nel comunicato.

I comunicati dell'intera Conferenza episcopale sono atipici. L'ultimo in tempi recenti è avvenuto nel 2013 durante l'amministrazione di Barack Obama. In quel caso l'immigrazione era anche al centro del messaggio poiché i vescovi incoraggiavano una riforma comprensiva sull'immigrazione. Allo stesso tempo però i vescovi dissentivano da un aspetto dell'Obamacare, la rifor-

ma sanitaria approvata nel 2010, perché includeva nelle polizze la copertura sulla contraccezione. Nel 2013 i vescovi avevano dunque virato sia a sinistra che a destra.

Alcuni si aspettavano una reazione della Conferenza episcopale molto prima considerando la campagna brutale dell'amministrazione Trump sulle deportazioni che dura da parecchi mesi. Il cardinale Mark Seitz della diocesi di El Paso, Texas, ha spiegato

Italy Rare Earths Strategic

Italy is positioning itself to play a pivotal role in the global rare earths market, a sector increasingly central to the digital and green economy.

The III Commission of the Italian Chamber of Deputies has highlighted Europe’s vulnerability to China’s near-monopoly on these critical materials, essential for wind turbines, batteries, semiconductors, and defence systems.

Federica Onori, secretary of the Commission on Foreign and European Affairs, stressed that while “China is not the enemy, it remains the main source of risk and uncertainty.”

Onori emphasised that past European strategies prioritised economic convenience, while China focused on longterm economic security—a gap Europe now seeks to close.

The Commission’s report, unanimously approved, advocates a pragmatic, non-ideo-

logical approach. Italy is exploring multiple options, from mapping domestic mineral reserves to diversifying supply chains through partnerships with “like-minded” countries such as Brazil, Australia, Japan, and even Ukraine. Such diversification could mitigate risks associated with overreliance on China, which controls both extraction and processing of these resources.

Onori also highlighted the importance of recycling, reusing, and investing in technological alternatives to rare earths.

While Italy currently lags behind the European average in these areas, supporting research into synthetic substitutes could reduce dependency on scarce materials.

For Italy and Europe, the rare earths challenge is not only industrial but deeply geopolitical.

a Amna Nawaz della Pubblic Broadcasting System (Pbs) che non è facile per i 300 vescovi raggiungere un consenso, specialmente considerando la lingua precisa del comunicato. C'è poi da ricordare che i vescovi americani hanno due correnti tra conservatori che supportano la politica di Trump e quelli che vi si oppongono. Il loro presidente è l'arcivescovo di Oklahoma City Paul Coakley, eletto poche settimane fa. L'arcivescovo Coakley, considerato conservatore, ha sconfitto il centrista Daniel Flores, vescovo di Brownsville, Texas, il quale è stato eletto vicepresidente.

La Conferenza dei vescovi americani in molti aspetti riflette idee politiche dei fedeli che pendono anche se non in maniera schiacciante a destra. Nell'elezione presidenziale del 2024 hanno supportato Trump invece di Kamala Harris (55%-43%). La politica di Trump però ha avuto un effetto e in un recente sondaggio del Pew Research Center solo il 42% dei cattolici adesso approva l'operato di Trump.

Si capisce dunque la riluttanza della Conferenza episcopale e di Papa Leone XIV di indirizzare frecciate direttamente a Trump per non inasprire i rapporti con la Casa Bianca.

Ciononostante alcune voci dell'amministrazione hanno reagito dandoci un'idea della posizione del governo.

La prima è stata quella di Tom Homan, considerato lo zar della campagna di deportazione, il quale ha semplicemente detto che la Chiesa si sbaglia. Inoltre Abigail Jackson, vice portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che il presidente Trump “sta mantenendo la sua promessa di deportare i criminali alieni ille-

gali”. Il problema della reazione della Jackson è che tutte le informazioni venute a galla ci indicano che la stragrande maggioranza degli individui deportati non sono criminali.

Le retate hanno anche coinvolto individui con cittadinanza americana che sono stati trattati come criminali. Inoltre per cercare di raggiungere i milioni di deportati promessi in campagna elettorale gli arresti avvengono quasi dappertutto, incluso luoghi pubblici, posti di lavoro, e persino fuori dalle aule dei tribunali dove i migranti si recano per completare le loro pratiche di residenza legale.

I numerosi video in circolazione ci danno un'idea della disumanizzazione discussa dai vescovi e da Papa Leone. Il Pontefice ha riconosciuto che se ci sono “persone negli Usa senza diritto legale, ci sono misure appropriate. Ci sono i tribunali. C'è un sistema giudiziario”.

In effetti, il Papa ha giustamente additato al problema fondamentale della politica sui migranti di Trump. Con l'approvazione della Corte Suprema i diritti civili e umani non vengono rispettati poiché gli individui arrestati vengono condannati dagli agenti senza nessun rispetto dei diritti invocati dal Papa.

Negoziati per pace in Ucraina

A Ginevra i colloqui tra Stati Uniti, Ucraina e rappresentanti europei registrano progressi significativi.

Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha definito l’incontro “il più produttivo finora”, mentre Kiev si dice soddisfatta della nuova bozza di piano di pace.

La proposta aggiornata prevede garanzie di sicurezza rafforzate, impegni sulla non aggressione e meccanismi per la ricostruzione,

rispettando la sovranità ucraina. Parallelamente, l’Europa presenta un contro-piano in 24 punti che consente l’adesione di Kiev alla NATO e difese illimitate, congelando le linee del fronte. Intanto, sul campo, droni russi colpiscono Kharkiv e Zaporizhzhia, causando morti e feriti. Il dialogo diplomatico prosegue, con l’obiettivo di un cessate il fuoco e una pace giusta e duratura.

speciale centrale a scuola

Marco Polo Awards Honour Excellence in Italian Language and Culture

The 2025 Marco Polo Awards Ceremony on 15 November opened to the unmistakable Montalbano theme song at midday, marking the beginning of a celebration dedicated to Italian language and culture in New South Wales schools. Established in 2020, the Awards recognise students from Years 6–12—along with, for the first time, teachers— who demonstrate exceptional achievement, cultural curiosity, and dedication to preserving Italian heritage.

Former award recipient Marcus Igual, now a language teacher at Marco Polo - The Italian School of Sydney and learning support officer, offered an encouraging address reflecting on his own educational journey.

Presenters Dr Marco Gioacchini, Director of the Institute of Culture, and Mr Bruno Lopreiato, President of CNA Multicultural Services, conferred the first round of non-monetary student awards.

Damian Pivas, Year 12, Prairiewood High School

“Damian Pivas has demonstrated exceptional dedication to the study of Italian, consistently producing high-quality work enriched with colloquial expressions and advanced vocabulary. His enthusiasm for the language and culture, paired with his strong academic results and admirable work ethic, make him a deserving recipient of this award.

His thoughtful reflection on his favourite Italian phrase, ‘In bocca al lupo’, shows a deep appreciation for the symbolic richness and cultural nuance of the Italian language.”

Cartia Longo, Year 10, Good Samaritan Catholic College, Hinchinbrook

“Cartia Longo has consistently demonstrated excellence in Italian language and culture, drawing on her strong personal connection and heritage to enrich her studies. Her high academic achievement, growing vocabulary, and steady confidence reflect her commitment to deepening her knowledge. Her active participation in language competitions and dedication to her coursework further highlight her passion for learning.

Cartia’s appreciation for the phrase ‘Come stai?’ underscores her belief in the power of language to build connection, showing her thoughtful understanding of Italian as a tool for communication and community.”

Brando Flammia, Year 8, St Patrick’s College, Strathfield

“Brando Flammia is an exceptionally enthusiastic language learner whose curiosity and quick mastery of new vocabulary and structures set him apart. His active participation, confidence in applying Italian in unfamiliar contexts, and genuine love of learning make him an outstand-

ing student of Year 8 Italian. His thoughtful reflection on his favourite phrase, ‘A tavola non s’invecchia’, reveals a deep appreciation for family, culture, and the meaningful traditions that shape his connection to the Italian language.”

Elina Banerji, Year 12, Loreto Normanhurst

“Elina Banerji has embraced the Italian language with exceptional passion and commitment, proving that true cultural appreciation goes far beyond heritage. Since beginning her studies in Year 8, she has demonstrated curiosity, discipline, and academic rigour, rising to first place in her cohort through her own determination and love of learning. Elina actively promotes Italian within her school community, mentoring younger students and nurturing their confidence.

Her thoughtful connection to the phrase ‘Non è tutto rose e fiori’ reflects her maturity and her deep understanding of how language captures human experience. Elina’s journey from beginner to highly proficient speaker stands as an inspiring example of perseverance, cultural openness, and genuine enthusiasm for Italian.”

Crystal Zhou, Year 12, Cerdon College, Merrylands

“Crystal Zhou has demonstrated exceptional dedication and passion in her study of Italian Beginners, achieving a level of fluency and confidence comparable to an Extension Italian student. Despite never having visited Italy, she has immersed herself in the language and culture with remarkable determination, building on her knowledge of Mandarin and Cantonese to excel in Italian. Crystal’s growth from a shy beginner to a confident and enthusiastic learner reflects her perseverance, curiosity, and love of languages.

Her thoughtful use of the phrase ‘sbagliando s’impara’ highlights her understanding of the importance of learning through experience and embracing challenges.”

The Consul General, Dr Rubag-

otti, then joined the presenters to confer the monetary award.

Rheanna Dott, Year 10, Good Samaritan Catholic College, Hinchinbrook

“Rheanna has demonstrated outstanding dedication to the study and appreciation of Italian language and culture. She approaches learning with curiosity, enthusiasm, and a genuine desire to connect with Italy’s rich traditions, history, and way of life… Her favourite Italian phrase, ‘La vita è come una fotografia. Se sorridi, viene meglio,’ perfectly captures her approach to life and learning: embracing challenges with positivity, resilience, and joy.

Rheanna’s enthusiasm, diligence, and love for Italian language and culture make her a highly deserving recipient of the 2025 Marco Polo Award.”*

The ceremony acknowledged the presentation of the inaugural Teacher Award, recognising excellence in Italian language education. This year’s recipient was Miss Annelise Macolino, Languages Teacher at St Patrick’s College, Strathfield. Annelise's conferral took place on 6 November at Marco Polo's premises in Bossley Park.

Her citation was read to the audience: “Annelise Macolino excels as an educator both inside

and outside the classroom. With a deep command of Italian language and culture, she inspires students with her passion and creates engaging, well-planned lessons that support every learner. She consistently goes above and beyond for colleagues, contributing ideas, seeking advice, and engaging in professional learning. Her recent work on the Preliminary Paper for Italian Beginners reflects her commitment to improving teaching and strengthening our languages program.”

The ceremony affirmed the growing strength of Italian language education in NSW, celebrating not only student excellence but also the teachers whose dedication ensures its bright future.

Longo Cartia
Rheanna Dott
Brando Flammia
Elina Banerji
Crystal Zhou
Damian Pivas della Prairiewood HS
Miss Annelise Macolino
Awards Receipients at the Ceremony

Al lora! a scuola

Allora! partecipa attivamente alla divulgazione della lingua e della cultura italiana all’estero, attraverso la pubblicazione di articoli e di periodiche attività didattiche. La rubrica “Ambasciatori di Lingua” si rinnova per fornire ai lettori delle nozioni sem-

NUOVE LEZIONI D’ITALIANO N. 145

plici, veloci e pratiche di base per imparare la lingua italiana.

L'italiano è una lingua con un ricchissimo vocabolario, espressioni idiomatiche e sfumature semantiche che riportiamo volentieri in queste pagine, con la speranza che al termine dell’anno la comunità abbia appreso qualcosa in più sulla Bella Lingua e quanti sono ancora indecisi, si possano impegnare per conoscere più a fondo l’Italiano. La rubrica è realizzata in collaborazione con la Marco Polo - The Italian School of Sydney.

Irina: Ciao Ibrahim, da dove vieni?

Ibrahim: Io vengo dal Marocco. E tu da dove vieni, dalla Russia?

Irina: No, non vengo dalla Russia, vengo dalla Polonia. Sono polacca. Moses: Io vengo dal Congo. Sono congolese.

a. Ibrahim non viene dalla Polonia.

b. Irina viene dalla Polonia.

c. Moses non è Congolese.

d. Ibrahim è Congolese.

Collega le parole, come nell’esempio

paese nazionalità

Senegal marocchino

Marocco senegalese

Brasile indiano

Congo spagnolo

Italia nigeriano

India cinese

Bosnia brasiliano

Cina congolese

Nigeria bosniaco

Spagna italiano

Quasi un epigramma di

Salvatore Quasimodo

Il contorsionista nel bar, melanconico e zingaro, si alza di colpo da un angolo e invita a un rapido spettacolo. Si toglie la giacca e nel maglione rosso curva la schiena a rovescio e afferra come un cane un fazzoletto sporco con la bocca. Ripete per due volte il ponte scamiciato e poi s'inchina col suo piatto di plastica. Augura con gli occhi di furetto un bel colpo alla Sisal e scompare. La civiltà dell'atomo è al suo vertice.

Almost an Epigram

di Salvatore Quasimodo

The contortionist in the bar, melancholic and gypsy-like, suddenly rises from a corner and invites you to a quick performance. He takes off his jacket and, in the red sweater, bends his back backwards and seizes like a dog a dirty handkerchief with his mouth. He repeats twice the sleeveless bridge and then bows with his plastic plate. He wishes with ferret-like eyes a lucky strike at the Sisal and disappears. The civilisation of the atom is at its peak.

Salvatore Quasimodo’s poem Quasi un epigramma is a striking, modernist snapshot that juxtaposes everyday life with the grand, often ironic commentary on contemporary civilization.

The poem opens with the image of a contortionist in a bar, described as “melancholic and gypsy-like,” immediately setting a scene that is both intimate and slightly marginal. This character embodies a sense of transient, almost theatrical existence, performing for attention yet remaining somewhat enigmatic.

His sudden movement from the corner to the center of the bar underscores the spontaneity of life and art, where moments of human ingenuity appear briefly and vanish just as quickly.

The detailed depiction of the contortionist’s actions— removing his jacket, bending backward in a red sweater, seizing a dirty handkerchief with his mouth, and performing the “sleeveless bridge”—illus-

trates Quasimodo’s ability to find poetry in the grotesque and the mundane. The imagery is precise, almost cinematic, capturing both physicality and eccentricity.

The bow with a plastic plate and the ferret-like gaze further accentuate the contrast between the lowly, everyday object and the intense human presence of the performer.

The poem’s final lines introduce a sharp, ironic twist. The contortionist “wishes a lucky strike at the Sisal” and disappears, while Quasimodo comments, “The civilization of the atom is at its peak.” Here, the poem shifts from the microcosm of the bar to a broader, societal reflection.

The ordinary, marginal figure becomes a lens through which Quasimodo critiques the paradoxes of modernity: technological and scientific advancement exists alongside the trivial, sometimes absurd, spectacle of daily life.

Leggi il dialogo e poi decidi se le frasi sono vere (V) o false (F)

mezz'ora di religione

L'Altare verso il popolo una novità della nostra epoca

di Luisella Scrosati

@LaNuovaBQ

Se c’è un dato certo che emerge con grande chiarezza dallo studio delle chiese e dei testi cristiani dei primissimi secoli della Chiesa è il fatto che i luoghi di culto venivano costruiti, fatte salve alcune eccezioni, sull’asse est-ovest, con l’abside prevalentemente rivolta a est. L’altare era collocato in modo che il vescovo e i presbiteri potessero sacrificare rivolti verso oriente: quando l’abside era sul lato orientale, allora i ministri sacri erano rivolti anche verso l’abside; quando invece, meno frequentemente, l’abside era rivolta ad ovest, allora si celebrava rivolti verso la facciata della chiesa, che risultava essere collocata sul versante orientale.

Quello che non emerge affatto da queste ricostruzioni storiche è che sia mai esistita una celebrazione “verso il popolo” e, di conseguenza, un altare “verso il popolo”. Detto in altri termini: il popolo non è mai stato considerato quale punto di orientamento della preghiera pubblica della Chiesa, come anche della preghiera del fedele. Che la Chiesa come popolo gerarchicamente ordinato fosse il soggetto di questa preghiera era fuori discussione; ma, proprio per questo, il suo punto di orientamento non era in se stesso, ma in Dio.

Si potrebbe obiettare – e di fatto si obietta – che “Dio è in ogni luogo” e dunque non avrebbe senso orientare fisicamente la preghiera. Ma non era affatto questa la convinzione dei cristiani dei primi secoli; e non perché non credessero all’onnipresenza divina, bensì perché erano assai più consapevoli e attenti rispetto a noi nel riconoscere il simbolismo cosmico, conseguenza dell’atto creativo della Sapienza eterna, e la sua importanza nei confronti dell’homo religiosus.

Il segno del sole non ha lasciato indifferente alcun popolo antico, nemmeno i cristiani, che del significato di questo segno cosmico conoscevano ormai il senso pieno, nel suo essere espressione della potenza di Cristo risorto così come dell’orientamento di tutta la storia umana verso la Parusia.

Il senso dell’orientamento della preghiera, e dunque degli edifici sacri e degli altari, non lo si comprende di certo a partire dall’onnipresenza divina, bensì a partire dalla nostra umanità, che è collocata in un universo simbolico, uscito da Dio, Sapienza eterna. Il nostro tempo fa tremendamente fatica a ricomprendere questa verità, perché il nostro rapporto con l’universo si è ridotto drasticamente al suo uso e consumo o, al massimo, alla sua “comprensione” in termini meramente fisico-matematici. La realtà è però che culto e cosmo si incontrano e si illuminano reciprocamente proprio nel loro riferimento intimo alla trascendenza da cui derivano e a cui tendono. E così est geografico e orientamento della preghiera si uniscono armonicamente.

Dunque, non è mai esistito, fino a tempi molto recenti, alcun

altare orientato verso il popolo, né un tale orientamento sarebbe stato compreso. Anche quando il ministro sacro era effettivamente orientato verso la navata, lo faceva perché la Chiesa aveva la facciata verso est, anziché verso ovest. La ragione è persino elementare per l’uomo religioso e per il cristiano in particolare: la preghiera è rivolta a Dio, il sacrificio offerto dal sacerdote sale al cospetto dell’Altissimo, l’altare è segno dell’altare del Cielo che sta davanti alla Maestà divina: solo Dio è il punto d’orientamento della preghiera della Chiesa. Pertanto il punto fisico di questo orientamento dev’essere capace di esprimere questa realtà trascendente, secondo un linguaggio cosmico universale.

E il “popolo” non ha certamente questa caratteristica. L’incomprensione di questo punto è ormai talmente radicata che persino il tradizionale orientamento verso Dio/est viene compreso solo negativamente, come un “dare le spalle” al popolo; interpretazione che conferma ulteriormente come ormai il popolo sia diventato, per la prima volta nella storia, non solo della Chiesa, ma anche delle religioni, il punto focale dell’azione cultuale.

Da dove viene dunque questa idea di un altare verso il popolo? La risposta a questa domanda (che continuerà anche la prossima domenica) deve prima sgomberare il campo da un luogo comune duro a morire, ossia che questo nuovo orientamento sia stato voluto dal Concilio Vaticano II. In realtà è accaduto come per altri cambiamenti liturgici: la Costituzione sulla Sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium (SC), non dice una sola parola su questo tema, né per quanto riguarda l’orientamento, né per quanto concerne la costruzione di nuovi altari.

È l’Istruzione emanata dalla Sacra Congregazione dei Riti e dal Consilium per l’applicazione della Costituzione liturgica, Inter Oecumenici (26 settembre 1964), a prendersi una licenza

e introdurre per la prima volta l’espressione versus populum riferita alla celebrazione liturgica: «È bene che l’altare maggiore sia staccato dalla parete per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo».

Non si comprende quale punto di SC si stia qui applicando, dal momento che, come dicevamo, la Costituzione liturgica non ne parla minimamente; ad ogni modo, si può notare che l’Istruzione parla ancora di una possibilità, non di un obbligo. Il testo è stato recepito nell’Ordinamento Generale del Messale Romano e, nella sua edizione ancora in fase di studio, nell’anno 2000, riporta l’aggiunta, apparentemente restrittiva: «la qual cosa è desiderabile ovunque sia possibile».

Il carattere non obbligatorio degli altari staccati dalla parete e della celebrazione verso il popolo era già stato messo in luce dall’allora presidente del Consilium per l’applicazione della Costituzione sulla Sacra Liturgia, il cardinale Giacomo Lercaro, che il 25 gennaio 1966 spiegava a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali nazionali che «per una liturgia vera e partecipe, non è indispensabile che l’altare sia rivolto versus populum: nella Messa, l’intera liturgia della parola viene celebrata dalla sede, dall’ambone

e dal leggio, quindi rivolti verso l’assemblea; per quanto riguarda la liturgia eucaristica, i sistemi di altoparlanti rendono la partecipazione abbastanza possibile. In secondo luogo si dovrebbe pensare seriamente ai problemi artistici e architettonici essendo questi elementi protetti in molti paesi da rigorose leggi civili». Detto e smentito: in tutte le chiese l’altare versus populum fu di fatto imposto, arrivando persino ad abbandonare e demolire altari antichi.

La non obbligatorietà emerge anche dalla risposta del 25 set-

tembre 2000 della Congregazione per il Culto Divino, che appunto chiariva come l’indicazione di Inter Oecumenici «non costituisce una forma obbligatoria, ma un suggerimento». Riflettendo su come diversi fattori possano sconsigliare di apportare queste modifiche, concludeva che «la posizione verso l’assemblea sembra più conveniente […] senza escludere però l’altra possibilità». Le stesse rubriche del Messale romano vigente richiedono che il sacerdote, al momento dell’Orate, fratres, della Pax Domini, dell’Ecce Agnus Dei e dell’Orémus che introduce l’Orazione dopo la Comunione, sia «rivolto verso il popolo», rubrica che non avrebbe senso se tutta la celebrazione si svolgesse necessariamente già verso il popolo.Possiamo dunque constatare una scansione a cui siamo purtroppo abituati quanto a riforme liturgiche: il Vaticano II non parla di altare e celebrazione versus populum; l’Istruzione che dovrebbe semplicemente applicare il documento sulla liturgia ne introduce la possibilità; vescovi e liturgisti ne impongono l’obbligo, proibendo l’orientamento tradizionale, che per comodità chiamiamo ad Deum.

Va da sé che il ritornello di oggi e di allora non è altro che quello di una presunta migliore partecipazione del popolo, così che chi difende l’orientamento classico possa e debba essere avversato come “nemico del popolo”. Anche questo è un déjà vu di ogni rivoluzione che si rispetti. Alla quale però non può mancare il supporto di plausibilità offerto dalla scienza. Come vedremo.

Una chiesa con altare versus populo
Altare della Basilica di San Clemente a Roma

Luigi Balzan un naturalista nelle foreste amazzoniche

160 anni fa nacque Luigi Balzan, un giovane scienziato veneto che raccontò senza filtri il volto nascosto del Sudamerica di fine Ottocento

di Generoso D'Agnese

«Non parlo del clero di questi paesi perché bisognerebbe scriverne un volume». Con queste sferzanti parole, dirette ai religiosi boliviani, Luigi Balzan descrive la sua avventurosa esperienza nel cuore del Sudamerica e la sua personale opinione sull'operato degli uomini del clero in quelle remote zone della Bolivia.

....«Che moralità quella di certi preti, che carità cristiana»! Balzan ha appena assistito ad una funzione religiosa nella settimana santa, svoltasi ad Exaltaciòn de la Cruz, funzione conclusasi con un sacerdote che aveva insultato le donne presenti, e non può trattenere tutta la sua ira per le misere condizioni in cui vengono tenuti gli indios Mojos dagli amministratori della zona e dagli uomini della chiesa. Ma Balzan è soltanto un esploratore ed un naturalista, uno dei pochi uomini di scienza italiani che hanno raggiunto il cuore del subcontinente sudamericano e le sue osservazioni può soltanto depositarle sulla carta, lasciando una traccia indelebile nella valutazione dei posteri.

Siamo in Bolivia, intorno all'anno 1892 e lo studioso italiano osserva con rammarico il regresso degli indios, educati con pazienza dai gesuiti e affidati al clero secolare - dopo l'allontanamento della Compagnia di Gesù con la speranza di un proseguimento della paziente opera missionaria. Speranza talmente malriposta, secondo quanto osservato dallo scienziato, da innescare ripetuti tentativi di ribellione dei nativi, ribellioni soffocate metodicamente nel sangue.

E non sarà l'unica nota negativa che Balzan riporterà in Italia dalla sua spedizione scientifica. Partito da Asunciòn il 30 dicembre del 1890, Luigi Balzan si inoltra nelle regioni centrali del Sudamerica con il finanziamento della Società Geografica Italiana. Egli attraversa il Paraguay, l'Argentina, il Cile ed il Perù per arrivare nel cuore della Bolivia settentrionale, per esplorarne le Yungas ovvero il versante orientale delle Ande e la regione percorsa dal Beni dal Marmoré, due fiumi appartenenti al bacino del Rio delle Amazzoni. Sarà di fatto tra i primi esploratori ad attraversare il Gran Chaco.

Attento studioso della biologia, Balzan raccoglie numerose nozioni scientifiche sulla zoologia, la botanica e la fitogeografia delle zone attraversate raccogliendo il tutto nel resoconto pubblicato sul Bollettino della Società Geografica Italiana e in un volume pubblicato nel 1932. Balzan però si trasforma, nella sua spedizione americana, anche in un involontario giornalista e sociologo, etnografo e antropologo, registrando fedelmente tutte le stridenti contraddizioni che compongono la società sudamericana di fine 800, soprattutto quella residente nei territori di frontiera, al confine della società "civile" occidentale. E non è un bel quadro, quello che realizza l'italiano sulle condizioni di vita indigena nelle zone da lui attraversate. Primitive e povere, queste le prime sensazioni sulle terre visitate. Per il naturalista la zona centrale del Sudamerica è una vera miniera di risorse, che sono ben lontane dall'essere valorizzate, mancan-

do una qualsiasi forma di rete di comunicazione. Siamo in un paese, la Bolivia, che nel fine secolo Ottocento è interessato soltanto a sfruttare al massimo la sua ricchezza mineraria e che per essa tralascia qualsiasi altra forma di sviluppo e di promozione produttiva. È la miseria che regna sovrana nella Bolivia "dimenticata", con un'agricoltura ridotta al livello di pura assistenza, e con uno spietato sfruttamento della popolazione indigena da parte dei bianchi, in un contesto che assomiglia moltissimo a quello della frontiera nordamericana e dell'epopea dei cercatori d'oro californiani. Il biologo impegnato nelle sue attività scientifiche, si trasforma quindi involontariamente in una fonte eccezionale per gli studi etnografici. Nato il 30 gennaio del 1865 a Badia Polesine, fin da giovanissimo Luigi rivela un grande interesse per i vari aspetti della natura che lo circonda, e si appassiona all’entomologia e alle attività naturalistiche. Frequenta l’Università degli Studi di Padova conseguendo nel 1885 la laurea in scienze naturali. Nell’ateneo veneto conosce anche Giovanni Canestrini, direttore del gabinetto di zoologia e anatomia comparata.

Prima di arrivare in Paraguay come docente di Fisica e Scienze Naturali al Colegio Nacional di Asunciòn, Luigi Balzan nel 1987 coglie l'occasione per approfondire la propria passione decidendo di partecipare a una spedizione scientifica diretta in America del Sud e che lo porta come prima tappa in Argentina. Rimasto inizialmente nella capitale Buenos Aires, dopo aver assunto l'incarico di riordinare il locale Museo di Storia Naturale si trasferisce in seguito a Plata, e infine ad Asuncion dove concentra i suoi studi aracnologici sull'ordine Pseudoscorpionida raccogliendo numerosi esemplari zoologici per il Museo Civico di Scienze Naturali di Genova. Il viaggio verso la Bolivia viene quindi partorito proprio in terra americana, terra nella quale il giovane esploratore trova il suo habitat più consono e nella quale sopravvive, nella seconda metà dell’Ottocento una comunità italiana ridotta ai minimi termini. Giunti in terra boliviana con la costruzione di una linea ferroviaria tra Salar e Antofagasta, i gruppi familiari italiani si erano infatti dispersi soprattutto nel Cile, dove

avrebbero trovato uno tra i paesi più brillanti del continente americano. In terra boliviana rimangono un centinaio di persone, quasi tutte in condizioni economiche problematiche. Soltanto nella città di La Paz si affermano ditte di tessuti con il nome tipicamente italiano: Torti, Vignolo e C., Mazzolini affacciano le loro botteghe sulle vie principale della capitale sudamericana. Anche nei generi alimentari e nelle drogherie si ritrovano tracce dell’intraprendenza italica: i Lorini, i Cesarino, i Linale, i Marchetti contribuiscono a lasciare segni significativi in uno stato sudamericano uscito sconfitto anche dalla guerra con il vicino Cile. Diversi nomi italiani si ritrovano invece tra le file del clero (francescani e salesiani), impegnato a riorganizzarsi, nelle foreste e nelle montagne boliviane, attingendo al modello delle missioni gesuitiche dei Sei e Settecento.

Balzan trascorre oltre un mese nelle missioni di Mosetenes del Beni e una settimana in quelle Guarayo del dipartimento di Santa Cruz, approfondendo la sua personale conoscenza della materia: lo scienziato descriverà poi nelle sue relazioni l’organizzazione di tali missioni, imperniate sempre sulla grande deferenza riservata al capomissione.

Durante il suo viaggio esplorativo lo scienziato di Badia Polesine si imbatte in molte situazioni sociali scabrose.

«L'uomo è calcolato una macchina, e tanto più si apprezza quanto più è giovane, perché si calcola che ha meno probabilità di morire». Le acute osservazioni di Balzan vengono scritte osservando le miserabili vite dei "gomales", gli addetti all'estrazione della gomma (conservate nel Museo civico di Scienze Naturali di Genova).

Con queste osservazioni, Balzan si congeda da quel mondo surreale non prima di essersi soffermato ad osservare i "mozos", utilizzati dai potenti latifondisti sudamericani: retribuiti con pochi pesos; o addirittura con marche di metallo da cambiare (con relativa svalutazione del valore effettivo), questi sfortunati lavoratori delle foreste amazzoniche devono perennemente saldare i loro debiti contratti per acquistare beni di prima necessità. Anche per i "gommeros", i padroni, la vita nelle foreste è del resto alquanto dura e viene esorcizzata con fiumi e fiumi di alcool, e con i giochi d'azzardo.

Dopo due anni di viaggio avventuroso nelle foreste sudamericane, nel 1893 Luigi Balzan rientra in Italia con un prezioso corredo di materiale scientifico.

Dona la sua raccolta di rettili, pesci e insetti al Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Nella sua mente, il rientro in Italia rappresenta in realtà solo un momento di preparazione alla nuova spedizione esplorativa che vorrebbe effettuare da lì a pochi mesi. Nel settembre 1893, mentre si prepara a ripartire per l’America con un programma di nuove esplorazioni, muore però per un attacco di febbre malarica contratta nel suo ultimo viaggio. Ad appena ventotto anni.

La sua eredità scientifica per fortuna non è andata persa. Arnaldo Fraccaroli ha raccolto e pubblicato il Viaggio di esplorazione nelle regioni centrali del Sud America (Milano 1931), attingendo agli scritti pubblicati dal Balzan nel Bollettino della Società Geografica Italiana. Badia Polesine ha affidato invece allo scultore Angelo Viaro la realizzazione di un busto commemorativo, inaugurato il 27 settembre 1931.

La Roma che pochi conoscono

di Pino Forconi Roma, una citta' tutta nascosta e come tale va scoperta, sfogliata come un antico libro, pagina per pagina e con delicatezza per non rovinarne il valore. Pagine scritte oltre duemila anni fa, che giungono a noi fin dalla sua origine. Spesso si leggono frasi che descrivono Roma come: si suppone, si immagina, pensiamo che, oppure, non si hanno precise referenze, ecc. ecc. Quindi quanti anni può avere Roma? Alcuni angoli di questa città si trovano tra il passato e il moderno, sarà' im-

possibile elencarveli tutti ma cercherò di farlo passo passo. La chiesa dei Cappuccini e le sue ossa. La chiesa fu fatta costruire dal Papa Urbano VIII nel 1626 si trova nella famosa Via Veneto e sede della confraternita dei Frati Cappuccini. Nella cripta si trovano le ossa di circa 4000 frati raccolte tra il 1528 e il 1870, una targa, redatta molti anni fa dagli stessi frati dice:- Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete - Non c'è ombra di dubbio che cosi sarà. Continua...

La storia dei Pionieri di New Italy (Sesta

Zzzzzzzzzzzzzzz Ahhh, sono appena tornata da uno svolazzo alla spiaggia vicina al complesso di New Italy, a Woodburn. L’acqua del mare e’ trasparentissima, ma, poiche’ ho capito che avrei fatto tardi per il racconto delle peripezie dei coloni, sono dovuta scappare, anche se mi sarebbe piaciuto trattenermi per vedere i bambini correre e divertirsi su quel lembo di spiaggia non troppo frequentata, come al contrario, sono invece diventate le nostre spiagge di Nord Sydney. Zzzzzzzzzzzz

Nello spazio all’aperto del caffe’, comodamente sedute, cinque persone stanno conversando piacevolmente. L’aria e’ calda, ma di tanto in tanto arriva una folata di brezza leggera, che rinfresca piacevolmente l’ambiente. Bruno, Luciano, Andrea, Franca ed Antonio, che ha appena espresso le sue scuse per Maria, rimasta a casa a riposare, dopo una leggera influenza. Sul tavolino, vedo una sola tazza di caffe’, ordinata da Antonio, mentre i giovani hanno optato per qualcosa di fresco. Infatti Franca si sta deliziando con un grande gelato al limone, mentre i tre ragazzi, stanno godendosi la birra. Come sempre, Antonio interrompe la conversazione, onde accelerare i tempi del racconto sui coloni, quindi Andrea prende la parola:

-“ Dunque, come abbiamo saputo, il primo ed il secondo convoglio di coloni sono stati un vero disastro. Ma ora, parliamo del terzo viaggio, che poi, e’ quello di maggior interesse per noi, perche’ parla dei pionieri di New Italy.

Infatti, mentre si stava provvedendo alla preparazione del veliero, in molti centri rurali del Veneto, numerosi aspiranti coloni, si stavano preparando al grande passo...

Era ormai la fine dell’ Aprile 1880. I futuri coloni del De Rays, provenienti da parecchi centri rurali del Veneto, stavano per liquidare ogni attivita’, vendere le proprieta’ e preparare i bagagli, poiche’ il giorno della partenza era ormai vicinissimo.

Il veliero a vapore India, di mille tonnellate, ancorato al molo del porto di Barcellona, era pressoche’ pronto per la navigazione. La partenza era stata disposta per i primi di Luglio e, fra i parenti ed amici dei futuri coloni c’era grande eccitamento e commozione. Abbracci e baci tra addii e lacrime.

Era l’11 maggio 1880, quando i partenti si lasciarono alle spalle le casette ariose ed allegre, i villaggi in fiore, le colline ridenti e tutti i loro cari. Essi portavano con se’ un cuore pesante ed un patrimonio di ricordi ed affetti. Con gli occhi rossi ed un nodo alla gola guardavano il cielo, sospirando mentre sognavano la nuova terra lontana, che li avrebbe accolti come una madre, con calore ed affetto, pensando che essa gli avrebbe dato nuova prosperita’ e felicita’.

Si vedeva una lunga colonna di carri agricoli, carichi di mobili, arnesi da lavoro, sementi, piantine per innesti, indumenti vari

e tutto cio’ che sarebbe stato necessario per iniziare una nuova vita e far produrre le nuove terre vergini.

Quando i coloni veneti arrivarono a Barcellona, il Console Italiano si fece cura di ammonire i fiduciosi, sui rischi ed i pericoli a cui sarebbero andati incontro. Tento’ in tutti i modi di dissuaderli a partire, naturalmente non gli disse che i coloni della prima spedizione erano morti tutti e quelli della seconda erano dispersi, forse perche’ non lo sapeva o forse perche’ non voleva mettersi in cattiva luce con le persone importanti, sta di fatto che i coloni veneti decisero di scegliere l’unica via che gli era rimasta, cioe’, quella di andare verso l’avventura e verso l’ignoto. Erano 340, i coloni veneti salpati da Barcellona.

L’India levo’ le ancore il 9 luglio 1880 e si diresse alla volta del Canale di Suez. Al comando della nave era il Capitano Leroy ed il Governatore della colonia era un tizio che godeva della massima fiducia del Marchese, un certo Le Prevost, persona piuttosto taciturna ed enigmatica.

A bordo, salirono inoltre, il medico Goyon ed il Rev. Padre Lanuzei, un missionario cattolico, che era stato assegnato a Port Breton. A quanto pare, la Chiesa aveva preferito adottare tale formula prudente, anziche’ dare riconoscimento ufficiale al progetto, per evitare di dichiarare che quella era una legale zona cattolica.

Tuttavia, il Marchese si dichiaro’ esultante per tale onore, conferito alla colonia libera di Port Breton e non si senti’per niente colpevole di tutti quei morti che la sua ingordigia aveva gia’ causato e che avrebbe continuato a fare. “-

Mentre i giorni passavano, il calore sulla nave era diventato insopportabile. Nei cameroni pieni zeppi di gente, non esisteva ventilazione ed il cibo era immangiabile. La situazione diventava sempre piu’ critica, a causa delle sofferenze indicibili, le privazioni ed i maltrattamenti che i coloni dovevano sopportare. Lo sconforto era evidente ed ogni giorno che passava, sembrava fosse un’eternita’. Verso la meta’ del viaggio, la maggior parte dei passeggeri, era ormai preda delle malattie tropicali. Fu solo la loro eccezionale fibra fisica e morale e la loro forza d’animo che impedi’ a quegli sventurati coloni di lasciarsi vincere dal panico e cadere nel vortice della pazzia.

-“Ah,”- interviene Luciano, con disprezzo, -“ e poi abbiamo il coraggio di parlare di criminalita’? I criminali non sono quelli che sono in galera, sono quelli che vivono nei castelli, attorniati dai servitori e dalle guardie del corpo, ma quelli sono quelli che se la cavano sempre, anche se commettono i genocidi.”-

-“ Hei Luciano, “- aggiunge Bruno, oggi hai proprio deciso di essere virale... Pero’... “Quando ce vo’, ce vo’”, ma ora credo che dobbiamo lasciare continuare Andrea.”-

-“ Ok, dunque, quando la nave giunse a Singapore, le scorte

puntata)

di viveri erano completamente esaurite, percio’ venne caricato un certo quantitativo di carne e riso, che era del tutto insufficiente al numero di persone da nutrire. Per peggiorare la situazione, durante la traversata del Mar Rosso sei bambini morirono, nonostante le cure del Dr. Goyon, quindi mori’ anche Roder Lucietta in Buoro, seguita da altri tre bambini al di sotto dei due anni. Poiche’ anche le macchine del funzionamento della nave, davano segni di totale collasso, tra i coloni furono evidenti i sintomi per causare una rivolta generale, quando si vide la sagoma della terra, apparire in lontananza e tutto si calmo’. Il 14 Ottobre 1880, la nave fece la sua entrata nella baia di Port Breton. La visione che li colpi’, fu allucinante: il Genil che si dondolava sulle onde della baia, come una nave abbandonata, mentre l’estrema aridita’ del terreno su cui avrebbero dovuto ammarare, mostrava solo una totale desolazione. Davanti ai loro occhi sbarrati, anziche’ una bella citta’, si profilavano le minacciose, impenetrabili foreste tropicali, che si estendevano sui pendii irti, discendenti dall’alta vetta di Monte Vernon. Dev’essere stata, senza dubbio, una visione infernale, pressoche’ apocalittica, poiche’anche il cielo coperto di nubi nere e gigantesche stava stendendo un manto di lutto su tutta la scena.

Seguendo alla lettera le istruzioni del De Rays, il nuovo governatore della colonia, Le Prevost, insceno’ la solita cerimoniosa pagliacciata per prendere possesso di Port Breton, che non impressiono’ nessuno. Infatti, i coloni italiani si erano ormai resi conto che “Il Paradiso del Pacifico” era stato solo un sogno e che il Marchese li aveva truffati nel modo piu’ vile, derubandoli di tutti i loro risparmi.

Chiesero spiegazioni, giustificazioni... Volevano sapere dov’erano sparite le case, le fertili campagne, la citta’ moderna per cui avevano pagato con i risparmi sudati di tutta la loro vita.

Nessuna delle promesse del manifesto era stata mantenuta e, come gia’ era successo con il Chandernagor, i coloni si trovavano tutti li’, ammucchiati su quello stretto lembo di spiaggia inospitale, con alle spalle quel muro gigantesco di foresta ver-

gine, dov’erano in agguato i famigerati “tagliatori di teste”. I viveri erano insuffucienti e lo spettro della morte divenne, per tutti loro, un’ossessionante realta’ . Nonostante la debolezza e l’esaurimento, i loro spiriti fremevano di rabbia, indignazione e disgusto incontenibili. A questo punto, si trattava di essere uniti e di trovare una via d’uscita al piu’ presto, altrimenti sarebbe stata la fine per tutti.

Intanto Liki-Liki era stata abbandonata completamente, ed il Farrell s’era impossessato di tutto cio’ che il Chandernagor e l’Emily avevano lasciato sul posto. Ormai non v’era piu’ nessuna traccia del passaggio dei coloni delle precedenti spedizioni.

A Port Breton venne scaricato dall’ India, un capannone prefabbricato, a due piani, che venne eretto dai coloni italiani, su un’altura, al fondo della baia. Per lungo tempo, questa fu l’unica costruzione di Port Breton.

Dopo alcuni giorni di esperimenti, il Dr. Goyon, dichiaro’ che il luogo era insalubre e non adatto alla vita umana. E’ da notare che il Marchese non aveva nemmeno provveduto a fornire scorte di Chinino, contro la malaria, che contava la maggior parte delle vittime. Inoltre, le piogge tropicali, che cadevano in continuazione, non lasciavano spazio per nessun tipo di coltivazione e, per gli sventurati coloni sbarcati dalla nave India, come per quelli della Chandernagor, la situazione andava peggiorando di giorno in giorno. percio’ il Comandante Le Prevost decise di partire per Sydney, accompagnato dal sacerdote Lanuzel, per chiedere soccorso. Partirono a bordo del Genil, ritenuto piu’ veloce.

Il comando a Port Breton fu affidato al capitano Leroy, durante l’assenza del Prevost, che assicu-

ro’ essere di ritorno entro 50 giorni, ma mentre i giorni passavano, il numero dei morti cresceva e due di loro, che s’inoltrarono nella foresta in cerca di selvaggina, non fecero piu’ ritorno, percio’, si ritiene siano caduti nelle pentole dei “Tagliatori di teste”. “Antonio, che aveva a stento, trattenuto il suo disgusto durante il racconto, sbotta con disprezzo:-“ Peccato che il Marchese si trovi gia’ sicuramente all’inferno, altrimenti, mi sarebbe proprio piaciuto sputargli in faccia.”-“ Eh, caro Antonio, “- dice Andrea, -“penso proprio che le famiglie di tutti quei coloni morti, avrebbero voluto fare molto peggio, che non solo sputargli in faccia.

La lista dei coloni morti a Port Breton, sembra quella dei caduti in un campo di battaglia, infatti dal loro arrivo in quella terra maledetta, erano ormai decedute 18 persone. “-

Antonio rispondendo al telefonino, si alza dicendo: -“scusate ma io devo andare perche’ Maria mi fa sapere che la pasta e’ pronta, pero’ non vedo l’ora di sentire come va a finire questa storia, percio’ vi prego di farmi sapere quando sara’ il nostro prossimo incontro.”- Anche gli altri si alzano e si congedano.

Zzzzzzzzzzz Io, se penso alle cose che ho appena sentito, mi sento gelare, percio’, e’ meglio cambiare argomento Zzzzzzzzzzzzzz E perche’ non farci una bella risata?Zzzz

“ Un paziente viene visitato dal medico, durante la visita, il medico viene avvicinato dalla sua segretaria, che sembra molto preoccupata. Il medico le chiede come mai e la segretaria risponde con veemenza: E’ un caso gravissimo, dottore; questo paziente non ha un soldo! Zzzzzzzzzzzzzzzzzz Prossimamente qui. Ciaoooo. Zzzzzzzzzzzzzzzzzz

Chiarina Tonon, da Detroit al "Cafè Cortina" con tanta italianità

Rina Tonon è nata nel Bronx, New York. Si trasferisce a Farmington Hills Michigan e in seguito a Detroit. Con due figli e tre nipoti è nonna soddisfatta dei sacrifici per uno dei più importanti ristoranti di qualità degli States, rinomato con cibi italiani.

di Ketty Millecro

Diceva Socrate, il grande filosofo greco,”Non dalle ricchezze, ma dalle virtù nasce la bellezza”. Proprio da qui partiamo per conoscere l’interlocutrice di oggi, Chiarina Tonon, emblema di bellezza del corpo e dell’anima, che incontriamo collegata da Detroit. Parla molto bene l’italiano, che adora come lingua, insieme a tutti gli italiani.

Rina è il suo nome diminuitivo, come la chiamano tutti in America, insieme ai parenti di origini italiane. Non è molto informatica, tanto che si fa aiutare dal figlio Giancarlo, che in pochi secondi la fa collegare con noi in Zoom-web.

Una donna americana, mamma, nonna, intelligente e matura , ma travagliata dalle intemperie della vita.

Non le è mancato nulla, la fama, il benessere da farle credere di avere la felicità eterna. Eppure…il dolore all’improvviso sembrava averla distrutta. Quel grande amore indissolubile, suo marito Adriano, se n’è andato troppo presto purtroppo.

Nel volerci raccontare la sua storia le brillano gli occhi e inizia un dialogo cordiale, come se ci conoscesse da sempre. Rina è nata nel Bronx, New York. Incontra il bell’Adriano negli States a Tomball. Si trasferisce a Farmington Hills Michigan ed in seguito a Detroit. Erano due ragazzi, lei 17 anni e lui 20. Amore a prima vista, Adriano si innamora pazzamente di lei, bella e perbene. Così giovane non aveva ancora il permesso di potere uscire. Si fa

coraggio e chiede al papà se può frequentarsi con questo giovane italoamericano, da poco venuto dall’Italia. Il padre lo vuole conoscere e trovandolo rispettoso, concede il permesso. I giovani si conoscono, ma dopo poco è d’obbligo la richiesta di matrimonio, che li corona marito e moglie. Un racconto appassionante, pieno di imprevedibilità, che ci fa stare con il fiato sospeso.

I genitori di Rina erano due bravi cuochi, così Adriano va a lavorare al Restaurant del suoceri, Santina e Gaetano Merolla. Gli insegnano tante pietanze italiane e i trucchi del mestiere.

I nonni materni erano originari dall’isola di fronte a Gaeta, l’isola di Ponza, nota per la poesia del poeta Luigi Mercantini: La spigolatrice di Sapri.

La nostra ospite riferisce che a Ponza i nonni avevano una bella casa, che in seguito è stata acquistata dal celebre attore italiano, Gigi Proietti. Papà Gaetano, invece, era originario del Veneto, così non avendo figli, Rina e il marito alternavano alcuni mesi nell’una e nell’altra località. In Veneto hanno imparato la cucina del nord-Italia.

Dopo aver conosciuto i sapori del Sud e del Nord, Adriano si ritiene pronto ad aprire un ristorante tutto proprio, alternando i cibi di ambedue le cucine tipiche italiane. Nasce così il pregiatissimo Restaurant “Cafè Cortina” a Farmington Hills, Michigan, sorto in un terreno agricolo.

Dopo il cambio di destinazione del terreno fanno costruire su

50 anni, battezzando con lui le nozze d’oro. Adrian e Giancarlo oggi sono due uomini, entrambi laureati che hanno studiato nelle migliori scuole, afferma con orgoglio; tuttavia non hanno mai abbandonato il sogno di veder crescere l’attività di mamma e papà. Adrian è un Manager di Architettura, per sei mesi rimasto a Venezia per imparare l’arte culinaria veneta.

Tornando in America si è divenuto esperto dei piatti acquisiti in Italia. Giancarlo è, invece, il capo del Marketing, essendo in possesso di questa laurea. Entrambi sono indispensabili, perché “ci vogliono tanti occhi”, dice mamma Rina. Molte le personalità famose che hanno assaggiato le specialità, attori famosi, del cinema, cantanti internazionali che si sono fidati del marchio di qualità del “Cafè Cortina”.

un meleto, la sede del locale. Decidono di piantare un grande orto con erbe e insalate di loro produzione. “Café Cortina” è stato uno dei primi a lanciare il concetto di “farm to table”.

Le verdure tramandate dalla famiglia divengono gli ingredienti della loro cucina. La fama di “Restaurant di eccellenza” non tarda ad arrivare, insieme al concetto di accoglienza cordiale e amichevole per gli ospiti, che ancora adesso vengono da tutte le parti del mondo per assaggiare il buon cibo genuino italiano.

Innamorati dell’Italia, i due coniugi cominciano a viaggiare tutte le volte che possono fino a che, dopo 10 anni di matrimonio nasce il primo figlio Adrian e come per grazia ricevuta, dopo 21 anni la loro casa viene benedetta per l’arrivo di un secondo figlio, Giancarlo. Nove anni più tardi papà Adriano si ammala e all’età di 51 muore.

Il mondo crolla addosso a Rina, che rattristata dal distacco e dalla perdita del suo uomo, non vuole mollare. Ci rivela che, tutti credevano che alla dipartita di Adriano, “Cafè Cortina” chiudesse. Lei sa bene quanta passione il marito avesse riposto in quel locale. Si alza le maniche e lavora intensamente per la floridezza economica dei suoi figli. Crea insieme a loro un Restaurant diverso dagli altri, di qualità, di cui tutti ne parlano.

I clienti lo distingueranno da tutti gli altri per due caratteristiche peculiari, eleganza e genuinità dei cibi. Il farm-table rompe tutti confini, diventando famoso non soltanto in America, ma in tutto il mondo.

Le chiediamo quale sia il piatto forte; la nostra intervistata risponde che è il piatto di Ponza, la pasta con l’aragosta. C’è voluta grinta e determinazione per fare resistere “Cafè Cortina” per

Oggi la Tonon ha dato ancora una sfaccettatura esclusiva al Ristorante. Si occupa di eventi importanti, matrimoni, preparazione a gala e ricevimenti degli sposi. Per eventi speciali presenziano anche vini prestigiosi, che etichettano il Ristorante in alto alle classifiche si merito, tanto rinomato dagli intenditori “Resturant di classe”.

Tra le sue più affezionate clienti, Rina ha conosciuto ed è divenuta grande amica di Pierette Simpson, la superstite bambina di 9 anni della tragedia del transatlantico, Andrea Doria, affondato il 26 luglio 1956. Di lei ne parlano ancora tutti i giornali del mondo, considerandola “sopravvissuta fortunata”.

Tramite la Simpson ha potuto incontrare la Presidente “Association Italian American Educators”, AIAE, Producer ed Host, Cav. Josephine Buscaglia Maietta, che definisce “donna dalla forte passione per l’Italia, per la Sicilia, ricchezza e sostegno dei popoli”.

La giornalista è Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano” a Radio Hofstra University di New York, premiata dall'UNESCO, Prima “Radio University in the world”, di cui Rina è stata ospite radiofonica. Le mancano molto i viaggi che faceva con il suo Adriano, anche se ama sentirsi telefonicamente spesso con i suoi e con i parenti di suo marito.

L’Italia è per lei come fosse la sua seconda patria. Tempo fa ha visitato la Costiera amalfitana, che definisce “il luogo più bello del mondo”. Si sente vicina agli italiani che definisce “persone di cuore e generose” . Rammenta le parole di suo papà: Quando due cavalli tengono la carrozza, si va bene avanti”. Il suo messaggio agli italiani all’estero: “ Bisogna essere orgogliosi di ciò che i nostri padri hanno fatto in America, in Australia e nel mondo”.

In un tour a Washington le è rimasto impresso avere scoperto tante sculture, monumenti creati dagli italiani, unici, intelligenti, artefici della cultura italiana nel mondo, che non va mai dimenticata.

Ornella Vanoni addio alla Signora della canzone italiana, una carriera immensa

Il mondo della musica italiana piange la scomparsa di Ornella Vanoni, una delle interpreti più eleganti, raffinate e originali che il nostro Paese abbia mai conosciuto. Artista di straordinaria sensibilità, voce inconfondibile e presenza scenica magnetica, Vanoni lascia un’eredità culturale immensa. Le sue canzoni, le sue interpretazioni e la sua capacità unica di raccontare l’animo umano continuano a vibrare nella memoria collettiva, confermandola come una delle ultime grandi signore della canzone d’autore. Nata a Milano nel 1934, prove-

niente da una famiglia della borghesia cittadina, Ornella Vanoni intraprende giovanissima gli studi teatrali al Piccolo Teatro, dove incontra il grande regista Giorgio Strehler. È un incontro che le segnerà per sempre la vita artistica e personale: Strehler intuisce subito la forza della sua interpretazione, quel timbro caldo e sofisticato che trasformava ogni frase in una carezza o in una lama sottile. Sotto la sua guida, Vanoni impara l’arte del controllo della voce, la misura, i silenzi, la potenza dell’allusione. È in questo laboratorio che nasce

la sua cifra stilistica: un’eleganza mai ostentata, il dominio delle sfumature, la capacità di far vivere ogni parola.

Gli anni ’50 e ’60 rappresentano la sua prima, straordinaria stagione di crescita. Vanoni debutta come “cantante della mala”, interpretando brani che Strehler e Fiorenzo Carpi le affidano per raccontare un mondo notturno, popolato da figure ai margini. In questo repertorio affilato e malinconico si afferma il talento di un’interprete in grado di dare dignità e poesia anche alle storie più dure.

Il successo nazionale arriva negli anni ’60, quando Ornella abbandona gradualmente il repertorio teatrale per dedicarsi alla canzone moderna. È la stagione delle sue prime canzoni immortali: “Senza fine”, “Che cosa c’è”, “Una ragione di più”, frutto anche della sua irripetibile vicinanza artistica e affettiva con Gino Paoli. Con Paoli nasce uno dei sodalizi più significativi della musica d’autore italiana: un legame complesso, intenso, indissolubile, che continuerà a echeggiare nei rispettivi percorsi creativi. Paoli scrive per lei parole che solo la sua voce sapeva rendere pura emozione.

Negli anni ’70 e ’80, Vanoni consolida uno dei repertori più ricchi e stratificati della canzone italiana. Il suo modo di cantare, misurato ma profondissimo, conquista pubblici di tutte le generazioni. Successi come “L’appuntamento”, divenuto un classico senza tempo, “Domani è un altro giorno”, “Tristezza” e “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria” entrano stabilmente nella colonna sonora dell’Italia. La sua voce vellutata, riconoscibile dopo una sola nota, si fa garante di una qualità interpretativa che pochi artisti hanno saputo eguagliare.

Determinante nella sua carriera è anche il dialogo con il Brasile. L’incontro con Toquinho apre un capitolo nuovo: nasce un ponte musicale fatto di ritmi morbidi, armonie leggere e profonde a un tempo, che si traduce in dischi amatissimi come La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria (1976), vero e proprio manifesto di eleganza latino-milanese. Questa stagione brasiliana regala a Vanoni un respiro internazionale e un’immagine di modernità che la accompagnerà fino agli ultimi anni.

Non meno importanti le col-

laborazioni con artisti di grande spessore come Enzo Jannacci, compagno di una Milano che non c’è più, fatta di cabaret, ironia e umanità spietatamente vera; con Sergio Bardotti, paroliere finissimo con cui sperimenta nuovi linguaggi; con jazzisti come Paolo Fresu, che negli ultimi decenni contribuiscono alla sua continua reinvenzione musicale. Ornella non si è mai fermata: a ogni età ha cercato nuove sonorità, nuove forme narrative, nuovi palchi su cui restare se stessa pur cambiando.

La sua presenza in televisione ha segnato un altro tassello fondamentale della sua popolarità. Tra apparizioni iconiche al Festival di Sanremo, programmi di varietà, interviste e ospitate, Vanoni si è costruita un’immagine di donna intelligente, ironica, imprevedibile. Memorabili la sua sincerità tagliente, l’umorismo spontaneo, la capacità di sdrammatizzare sé stessa e il mondo dello spettacolo. Ornella era sempre Ornella, con la sua cultura raffinata e il suo disincanto leggero che l’hanno resa amatissima anche da chi non seguiva abitualmente la musica.

Nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato oltre 40 album, venduto milioni di copie, ricevuto premi, riconoscimenti e omaggi da generazioni di artisti italiani e internazionali. Fino ai suoi ultimi anni ha continuato a esibirsi, a registrare, a raccontare la vita con una profondità che solo la maturità può offrire. Il suo disco Unica (2021), inciso a 86 anni, è l’ennesima prova della sua vitalità creativa.

Ornella Vanoni è stata una donna libera, elegante, ribelle quando serviva, generosa nella sua fragilità, forte nella sua dolcezza. Una donna che ha attraversato quasi settant’anni di musica senza mai smettere di cercare, studiare, interpretare. E soprattutto, emozionare.

La sua assenza lascia un vuoto enorme, ma la sua voce continua a riempire il mondo di quella sottile malinconia luminosa che era il suo dono più prezioso. Le sue canzoni resteranno per sempre: perché Ornella Vanoni non ha solo cantato l’Italia, l’ha raccontata, sussurrata, accarezzata con la grazia rara di una vera artista. Una signora della musica. Una voce per sempre.

La cappella italiana delle isole Orkney

di Anna de Peron Ecco la Scozia. Alte montagne brulle, profonde insenature di mare blu cristallino, misteriosi castelli velati dalla foschia, aspre scogliere che si tuffano nelle onde e il lamento cadenzato delle cornamuse. Non dimentichiamo gli uomini in gonnelle di tartan e il buon whisky di malto che riscalda lo spirito nelle fredde giornate piovose.

In questo paesaggio grigio e imponente, spicca un edificio abastanza particolare. Proprio nelle sperdute isole Orkney al nord della Scozia, vicino ad Aberdeen, ci si trova davanti una chiesetta tutta intonacata di bianco con i cornicioni rosa cupo

– sembra una cassata siciliana, un tocco solare che si addice piu’ al mediterraneo che alla bruma scozzese. Ci avviciniamo alla chiesetta e vediamo che dietro la facciata di cemento ci sono due baracche Nissen congiunte. Entriamo e vediamo che l’ interno di ferro corrugato e’rivestito di calce con molti begli affreschi di ispirazione rinascimentale italiana.

I candelabri dell’ altare sono stati fatti con le lamiere dalle scatolette di corned beef, e la fonte battesimale e’ stata fatta con l’ interno del tubo di scappamento di una macchina, ricoperto di cemento.

Ma da chi e’ stata costruita questa chiesetta? E come mai

proprio qui nelle lontane Orney?

La risposta sta nella storia.

Nel 1942, 550 soldati italiani sono stati catturati in Nord Africa e portati alle isole Orkney come prigionieri di guerra. Furono portati li per lavorare sulla costruzione delle barriere di Churchill, create dal ministero di guerra per bloccare il passaggio delle navi nemiche a Scapa Flow, la base navale chiave della Gran Bretagna.

Li, nelle sperdute isole scozzesi nascondeva in segreto la sua flotta durante la prima e la seconda guerra mondiale. I prigionieri italiani erano la soluzione ideale per colmare la mancanza critica di manodopera durante la guerra. Trasportati ai campi di Lamb Holm e Burray questi uomini facevano il lavoro forzato in un paesaggio ostile e difficile, lontano dalla loro patria.

Nel 1943, dopo un anno di internamento, il comandante Buckland e padre Gioacchino Giacobezzi erano d’ accordo che c’era bisogno di un luogo di preghiera, raccoglimento e di conforto spirituale e morale per i prigionieri. Ottenerono il permesso di costruire una cappella, ma solo con quello che potevano trovare sull’ isola.

Con l’ estro e l’ ingenuita’ i nostri italiani si misero all’opera e costruirono la loro chiesetta –appunto con il materiale che potevano trovare sull’ isola- gli scarti della costruzione delle barriere e altro materiale reciclato.

La decorazione interna e’ stata completata da Domenico Chiocchetti dopo la fine della guerra. E tra le nebbie scozzesi questa cappella rimane come testimone alla resilienza e alla creativita’ dello spirito umano nei periodi difficili e tristi.

La cappella e’ stata restaurata negli anni 60 e 90. Oggi la cappella e’ ancora consacrata. Attualmente fa parte della parrocchia di Our Lady and Saint Joseph delle isole Orkney ed e’ amministrata dalla diocesi di Aberdeen.

Si celebra la Messa ogni prima domenica del mese tra aprile e settembre. E’ diventata una popolare attrazione turística ricevendo circa 100,000 visitatori ogni anno .E’ riconosciuta come uno dei simboli piu’ famosi e importante della riconciliazione e della pace internazionale nella Gran Bretagna.

L’intelligenza artificiale aiuta

di Angelo Paratico I giornalisti italiani sono preoccupati per la diffusione della Intelligenza artificiale che li costringe a cambiare parametri di lavoro. La tirannia dei Seo e delle power words che l’algoritmo ricerca pare volgere al termine.

Ormai i motori di ricerca con l’ausilio della IA pescano gli articoli d’interesse solo se di alta qualità. Gli editori associati alla FIEG hanno presentato un reclamo alla AGCOM perché anche Google sta superando le overviews con il AI Mode, ma paiono fuori tempo.

Dice un esperto come Salvatore Aranzulla: “Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il settore, e chi vuole migliorare il posizionamento del proprio sito deve comprenderne l'impatto concreto.

L'intelligenza artificiale, ad esempio, permette ai motori di ricerca di capire il significato e il contesto dei contenuti, andando oltre le semplici parole chiave.

Per chi gestisce un sito significa che non basta inserire keyword strategiche: bisogna creare testi rilevanti, ben strutturati e coerenti con l'intento dell'utente, usando titoli e sottotitoli chiari che organizzino le informazioni e paragrafi facilmente leggibili sia dai visitatori sia dai crawler”. Scrive Bardazzi sul Foglio: “In un mondo dove aumentano i tiranni, c’è una tirannia che invece sta finendo, ma chi l’ha subita non sembra festeggiare.

Anzi, chiede di poterla preser-

vare ancora un altro po’, non si sa bene in attesa di cosa. È la tirannia dell’algoritmo, che da una quindicina d’anni ha imposto a una serie di professioni, dal marketing al giornalismo, di adeguarsi alla logica della Seo (Search engine optimization) e quindi di organizzarsi per andare a caccia di traffico […].

La Seo adesso se non è proprio morta, è comunque in uno stadio terminale e per il giornalismo dovrebbe essere una buona notizia. […] Con l’arrivo sul principale motore di ricerca al mondo, Google, delle opzioni Overview e AI Mode, si è cominciato a vedere l’effetto della rivoluzione in atto. Dopo anni in cui gli editori sono andati a inseguire l’algoritmo, costruendo fabbriche di contenuti “Seo oriented” tutti mirati a portare traffico ai propri siti di news, adesso è l’algoritmo che insegue i giornalisti per valorizzare contenuti autorevoli.

È arrivato il momento in cui la qualità vince sulla visibilità, è finita la schiavitù dei titoli scritti con le parole chiave scelte per cercare di adescare il motore di ricerca, dei tag e delle keywords prodotte su scala industriale […].

Presto non saranno più premiati quei siti […] dove si apre la pagina con i sedicesimi di finale di un torneo di tennis dall’altra parte del mondo, solo perché così si può usare la preziosa parola-chiave “Sinner”, che crea traffico ormai come le ben rodate “Ferragni” e “Fedez”.

'Domani sarà tardi' di L. Contu

di Giovanni Battafarano

“Domani sarà tardi” di Luigi Contu, (editrice Ritagli Solferino, Milano 2025), è un romanzo in cui la vicenda privata del protagonista è strettamente intrecciata con la vicenda più generale dell’Italia.

Il protagonista si racconta in un diario che narra le vicende dei mesi cruciali del crollo del regime.

Il diario, ritrovato da un pronipote omonimo, diventa un romanzo ispirato alle terribili vicende di quei mesi.

Siamo nell’aprile del 1945, nella val Brembana, all’epilogo della guerra di liberazione dal fascismo.

La Repubblica di Salò è agli sgoccioli. Luigi dirige un ufficio del Ministero dell’Agricoltura, ma è stato deputato al Parlamento e sottosegretario alle Corporazioni.

È un fascista convinto, ma alieno dalla violenza. Luigi ha una fidanzata, Virette, di famiglia antifascista, che non approva la sua sordità nel comprendere la brutalità del fascismo. La situazione precipita, gli alleati e i partigiani avanzano. Luigi è circondato da antifascisti: il parroco Gianni; il giovane autista Gregorio; e Falcetta. Allorché la Lombardia viene liberata e Mussolini giustiziato, Luigi viene arrestato e sottoposto a un processo popolare. La sentenza è prevista per la mattina seguente, ma nella notte il parroco Gianni e Gregorio fanno evadere Luigi, che potrà tornare a Roma e abbracciare il fratello Raffaele e la sua famiglia. Tornerà uomo libero grazie all’amnistia emessa del Guardasigilli Palmiro Togliatti.

LA FINANZIARIA E BRAVO GIORGETTI!

Chissà perché ci sono notizie importanti che quasi non vengono riprese dai media. Per esempio, per una volta, tutta l’Italia –opposizione compresa - dovrebbe apprezzare la dura posizione del governo Meloni che, per bocca del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, ha annunciato di porre il veto in sede Ecofin ad una nuova tassazione “europea” sul gas che avrebbe danneggiato in modo gravissimo non solo le imprese italiane, ma anche tutti i singoli cittadini, di fatto – almeno per ora - facendola accantonare. Una volta di più emergono però aspetti strategici di politica energetica che andrebbero ben più approfonditi.

Il primo è geopolitico, ovvero ricordare cosa abbia comportato la decisione di sospendere le forniture dalla Russia (che nel 2021 rappresentava il principale fornitore europeo e particolarmente per l’ Italia) e che ci vendeva gas a prezzi contenuti.

La settimana scorsa, commentando l’impennata dei prezzi degli alimentari che in un quadriennio sono aumentati di circa il 25%, si sottolineava proprio che

la principale responsabile degli aumenti era proprio la “componente energia”. La decisione di chiudere a Mosca (soprattutto dopo che la “manina” presumibilmente ucraina ha distrutto i gasdotti del Mar Baltico facendo diventare problematiche le importazioni del gas russo anche se un domani si giungesse finalmente a sospendere il conflitto) ha avuto infatti conseguenze molto diverse per i singoli paesi UE.

Alcuni ne hanno risentito poco, per altri – come l’Italia – le conseguenze sono state gravissime con impennate dei prezzi energetici che Bruxelles non riesce a controllare (e tantomeno a calmierare, ammesso lo volesse) con splenditi risultati per la speculazione che ci sta dietro.

Secondo elemento è il perché si dovesse ricorrere a una nuova tassa sul gas e qui rispunta questo pallino della Commissione europea che vede nel “green” il suo massimo obiettivo strategico. Nell’ottica del pacchetto legislativo “Fit for 2055” (ovvero emissioni zero per il 2055) eliminare il consumo di gas sarebbe

INTANTO, IN CILE…

Non ne ha parlato nessuno, ma domenica scorsa ci sono state le elezioni legislative e il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile con una grande vittoria per i partiti di destra che hanno vinto la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e tutti quelli in palio al Senato (se ne rinnovava un terzo), portando inoltre il candidato per la presidenza, Josè Kast a due passi dal successo che probabilmente sarà gli confermato con il secondo turno di ballottaggio il prossimo 14 dicembre.

Il Cile è ormai da decenni una democrazia seria e basata sull’al-

ternanza, che non ha paura di guardare al suo passato, ma che ha anche dimostrato la volontà di cambiare dopo alcuni anni di posizioni demagogiche del presidente uscente, l’ ultrà ecologista Gabriel Boric. Kast è stato ovviamente subito accusato dalla sinistra “di volere far tornare Pinochet” ma il voto dei cileni è stato chiarissimo. Questo, anche perché la più solida economia del Sudamerica si ritrova ora con 2 milioni di immigrati clandestini (quasi tutti venezuelani) e con un aumento visibile della criminalità e dell’insicurezza.

infatti una pietra fondamentale e un “deal” fisso per gli ecologisti della Commissione. Che il “green” europeo non conti concretamente nulla nel mondo se gli stessi criteri non vengono applicati da chi inquina infinitamente di più (Cina, India, USA) resta un dettaglio, eppure imperversa questa nostra volontà di autoflagellazione e suicidio industriale (vedi Taranto). Il problema vero è poi che il costo dell’energia è molto diverso nei singoli paesi europei. Il prezzo finale nasce da un dedalo di sommatorie spesso incomprensibili che partono dai prezzi delle materie prime, imposte, sovraimposte, oneri aggiuntivi salvo poi abbuoni sociali e detrazioni, IVA diversificata ecc. Pensate che in alcune zone della Norvegia l’energia costa un decimo dell’Italia e i prezzi sono molto più bassi in Ungheria, Francia, Spagna e tutto l’est europeo. E qui sta appunto l’aspetto centrale cui si oppone l’Italia: non ha senso mettere una nuova imposta per ridurre i consumi se a monte non c’è una volontà di uniformare i prezzi di gas e di energia elettrica all’interno della UE o si moltiplicherebbero le disuguaglianze economiche.

Una questione fondamentale, ma che ha visioni profondamente diverse soprattutto perché alcuni paesi vendono energia ai vicini (sovente ad un prezzo molto superiore a quello interno, vedi la Francia nei confronti dell’Italia) e non hanno interesse a fare sconti, mentre chi deve importare si trova in difficoltà.

Noi poi ci abbiamo messo del nostro: l’aver deciso di chiudere al nucleare quarant’anni fa ci vede ora molto in ritardo in questo settore e anche eolico e solare soffrono di tempi burocratici spesso infiniti per poter far funzionare nuovi impianti. Per un paese che ha già sfruttato al massimo le risorse idroelettriche, importa petrolio e gas, non ha nucleare e sta in piedi con la industrie di trasformazione la trappola energetica è un rischio costante.

MATTARELLA E LA PREMIER

Giorgia Meloni non aveva e non ha nessun interesse a montare una polemica contro Mattarella ed ha fatto benissimo a sostenere “caso chiuso”, ma è gravissimo che in una pubblica cena, presenti 16 persone, il segretario del Consiglio Supremo di Difesa (primo “civile” nominato da Mattarella in un posto che era sempre stato affidato a una carica militare) ovvero l’ex parlamentare - prima dell’Ulivo e poi del PD - Francesco Garofani, già componente per tre anni della Direzione Nazionale PD, si sia permesso di auspicare non solo la caduta della Premier ma un salutare “scossone” per rimettere in piedi una coalizione di centrosinistra alla Prodi ed affidata a Ruffini.

Più grave ancora che quando la cosa è diventata di dominio

pubblico Mattarella non l’abbia fatto immediatamente dimettere ma (per ora) mantenuto nel ruolo dicendogli - sostiene Garofani - “di non preoccuparsi”. Se è difficile fare il Presidente della Repubblica quando sei un esponente ufficiale della sinistra ed hai un governo di colore opposto (ma sostenuto dal voto popolare) è inaudito mantenersi un “consigliere” così sprovveduto che pubblicamente faccia uscire “tra amici” quella che è la verità dei fatti, ovvero che la Meloni sta sulle croste ai più intimi “consiglieri” dello staff presidenziale che le remano contro e tramano contro il governo e con il Presidente che perde così credibilità, indipendenza ed autorevolezza del suo ruolo, altro che far finta di essere “super parte” e “garante” del voto popolare.

MAFIA UCRAINA

Ricordiamoci sempre chi sia l’aggredito e l’aggressore, così come certamente la mafia prospera anche in Russia, ma i lettori de IL PUNTO mi daranno atto che da mesi scrivevo dei grossi scandali che stanno emergendo a Kiev, problema volutamente dimenticato e nascosto dalle TV e dai grandi media italiani che devono difendere ad oltranza l’invio di nostre armi in quel paese. A parte che è singolare che NOI ora paghiamo gli USA perché forniscano LORO le “nostre” armi (e poi qualcuno dice che Trump è stupido?!) resta il fat-

to che in Ucraina la questione della trasparenza è centrale e purtroppo NON c’è trasparenza, neppure sui nostri aiuti che temo finiscano in mani pericolose. Lo scandalo non tocca solo un paio di ministri, ma lo stesso entourage di Zelensky e si minimizza sul fatto che proprio il suo ex principale collaboratore, Timur Mindich (quello del bagno tutto d’oro, mentre la gente muore al fronte ed è senza corrente), era a capo dell’organizzazione criminale scoperta, ma che è scappato - sembra in Israele – combinazione il giorno prima dell’arresto.

Redattore Sportivo Guglielmo Credentino

Risultati delle partite della 12ª Giornata di Serie A

Difesa friulana distratta, generosa e che con una serie di errori grossolani agevola il compito del Bologna. La squadra di Italiano ringrazia e consolida la sua posizione nelle parti nobili della classifica.

La Roma fa sul serio, non è solo un fuoco di paglia bensì un chiaro segnale che la squadra non fa alti e bassi come nel passato. Cremonese meno brillante del solito.

Gol e spettacolo in Sardegna. Alla fine un punto a testa e qualche rimpianto di troppo per tutti. Svetta su tutti Borrelli autore di una doppietta, si sblocca anche Seb Esposito finalmente a segno.

Dominio laziale che si concretizza solo nel finale ma il risultato poteva essere ben più pesante per il Lecce. Sorride Sarri, con una partita finalmente all’altezza del suo calcio.

La Juve non sfigura a Firenze ma contro una squadra che arranca faticosamente era lecito aspettarsi di più. Kean colpisce una clamorosa traversa e Mandragora segna da 30 metri.

L’Inter gioca e spreca, il Milan subisce e fa gol sull’unica azione degna di nota. Due pali e un rigore fallito per i nerazzurri. Le statistiche dicono Inter, il risultato dice Milan.

Il Napoli asfalta l’Atalanta con un primo tempo di sostanza, forza fisica e impegno. Conte stravolge la formazione e Lang e Neres non deludono. Ripresa di gestione e gol della bandiera di Scamacca.

Il Verona sprofonda sempre più in classifica mentre il Parma, grazie alla doppietta di Pellegrino, da’ segnali di ripresa. Errori difensivi e poca forza offensiva dei veneti.

Coppe Europee per club, il punto sulle italiane

Napoli e Juve alla ricerca di punti preziosi, rischia l’Inter

Dopo la disfatta della Nazionale, l’Italia del calcio cerca il riscatto a livello di club. Le partite incalzano, in Champions League siamo arrivati già al 5° turno e, a parte l’Inter, i club italiani arrancano nelle retrovie.

Sulla carta, il Napoli e la Juventus dovrebbero essere in grado di portare a casa i tre punti e risalire un po’ la classifica. Per i bianconeri anche l’occasione di prendersi una mini-rivincita e battere i norvegesi del Bodo/ Glimt. Cosa che sembrava semplicissima da fare solo qualche anno fa ma le cose sono cambiate e la scuola norvegese ha fatto passi da gigante.

Molto ostico l’impegno dell’Atalanta, in trasferta contro i temibili tedeschi dell’Eintracht Francoforte. Il cambio di allenatore potrebbe dare una spinta in più ai bergamaschi e anche solo un pareggio sarebbe oro che cola. Dopo quattro turni agevoli, dove l’Inter ha raccolto i 12 punti in palio, la squadra di Chivu se la vedrà contro l’Atletico Madrid, una squadra che ti logora e ti

asfissia con una tattica di gioco attendistica ma sempre puntuale nel colpire in ogni momento. Pronostico favorevole agli spagnoli ed anche in questo caso, un pari sarebbe un risultato molto apprezzato in casa nerazzurra.

In Europa League e Conference League, le tre squadre italiane sono tutte impegnate tra le mura amiche. Vittorie non scontate perché le avversarie non sono esattamente da sottovalutare.

Spazio alle seconde linee e a chi gioca di meno, con un occhio al campionato ed un occhio ai premi-partita delle Coppe. Roma e Bologna non vorranno spendere troppe energie per poi pagare pegno in campionato.

Lo stesso dicasi per i Viola alle prese con una classifica deficitaria in Italia. Valutare i pro e i contro, dannarsi al 100% oppure ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Le Coppe Europee hanno un fascino tutto particolare, una scuola calcistica contro l’altra, fisico contro tecnica, tattiche a confronto. Le coppe sono il futuro del calcio.

Europei Nuoto: i convocati azzurri a caccia di medaglie

Attesa per il debutto della 14enne Alessandra Mao

L’Italia è pronta a fare scintille agli Europei 2025 di nuoto in vasca corta, in programma a Lublino dal 2 al 7 dicembre!

Il DT Cesare Butini ha ufficializzato una super squadra da 32 atleti (20 uomini e 12 donne) con l’obiettivo di replicare, o superare, lo straordinario bottino dell’ultima edizione: 7 ori, 12 argenti e 3 bronzi. Tra i big spiccano i grandi protagonisti degli ultimi Mondiali: Simone Cerasuolo (50 rana), Thomas Ceccon (100 dorso), Simona Quadarella (1500

Mondiali calcio 2026, sorteggio playoff

L’Italia pesca l’Irlanda del Nord, gara secca in casa il 26 marzo 2026, forse a Bergamo In caso di vittoria, In finale ci attende il Galles o la Bosnia, da affrontare in trasferta

L'Italia, per la terza volta consecutiva, dovrà passare dai playoff per qualificarsi ai Mondiali di calcio 2026. Dal sorteggio di Zurigo è emerso che nella semifinale dei playoff, da giocare in casa il 26 marzo 2026 in gara secca, gli azzurri affronteranno l'Irlanda del Nord. Questa squadra è una delle "ripescate" come migliori vincitrici dei gironi di Nations League 2024/25; le altre possibili avversarie erano Svezia, Romania e Macedonia del Nord.

L'Irlanda del Nord è una vecchia e sfortunata conoscenza per l'Italia, che nel dicembre 1957 crollò a Belfast perdendo il treno per il Mondiale in Svezia e che poi nel 2021 fece 0-0 nel girone, pari che di fatto spedì gli azzurri ai play-off persi poi con la Macedonia. La nazionale nordirlandese ha chiuso al terzo posto il gruppo A alle spalle di Germania e Slovacchia con 9 punti in sei partite ed è stata ripescata per i play-off. L'eventuale finale l'Italia la giocherebbe contro Galles o Bosnia, che si sfidano nell'altra semifinale. In caso di successo sull'Irlanda del Nord, l'Italia do-

vrà giocare in trasferta l'eventuale finale contro la vincente tra Galles, quindi a Cardiff, e Bosnia, probabilmente a Sarajevo. Questo percorso playoff rappresenta un'altra tappa delicata nel cam-

alla prova la squadra guidata da Gennaro Gattuso.

Coppa Davis – Trionfo

italiano a Bologna

Il trofeo conquistato per la terza volta consecutiva. Spagna superata per 2-0

L'Italia è di nuovo sul tetto del mondo del tennis. Per il terzo anno consecutivo, gli azzurri conquistano la Coppa Davis, superando la Spagna 2-0 in una finale vibrante, intensa, destinata a restare negli annali.

Prima Matteo Berrettini, poi Flavio Cobolli: due firme diverse, una sola anima, quella della squadra di Filippo Volandri che continua a riscrivere la storia. Il pomeriggio di gloria si apre con la solidità di Matteo Berrettini, perfetto nel domare Pablo Carreño Busta. Una partita sempre nelle mani dell'azzurro, giocata con potenza, lucidità e la consueta monumentalità nei momenti chiave.

Il suo punto porta subito l'Italia sull'1-0, creando il clima ideale per il match più atteso. Poi tocca a Flavio Cobolli, protagonista di una partita epica contro Jaume Munar, un duello durato più di tre ore che sembra la sceneggiatura perfetta di una rimonta memorabile.

Il romano parte malissimo ma non molla mai. Entra nel match punto dopo punto, sale di livello nel secondo set, ribalta inerzia e convinzioni: lottando come un veterano. È la quarta Coppa Da-

vis, la terza consecutiva, un dominio assoluto che vale un'era. E mentre gli azzurri abbracciano Volandri, il palazzetto è un'unica voce: questa squadra non è più una sorpresa. È una dinastia.

stile libero), Nicolò Martinenghi (100 rana). Ma non mancano le novità! Riflettori puntati sul debutto assoluto della 14enne Alessandra Mao, simbolo del ricambio generazionale promosso da Butini. Convocati anche giovani promettenti come Carlos D’Ambrosio, Sara Curtis, Guatti, Ambler, Burato e Borrelli. Butini conferma la linea verde: «Questa stagione sarà fondamentale per costruire la squadra verso Los Angeles 2028»

mino della Nazionale italiana verso la qualificazione ai Mondiali 2026, con appuntamenti decisivi a fine marzo 2026 che metteranno

Aus C’ship 2025, derby d’Italia: che partita!!! Marconi ai rigori ma Apia che esce a testa alta

Spettacolo al Leichhardt Oval, pari dell’Apia al 98’. Dopo 120’, ai rigori infiniti prevale il Marconi 7-6

Guglielmo Credentino

- Leichhardt Oval venerdi 21/11/2025 – Mamma mia, che partita !!! Che spettacolo al Leichhardt Oval tra due clubs che hanno scritto e fatto la storia del calcio in Australia. Qualcuno storcerà il naso ma questo derby ha lo stesso fascino, se non di più, di quelli che attualmente si giocano nella A-League.

La rivalità storica tra i due clubs ha aggiunto un’altra pagina di sport in una partita dove si è visto di tutto. Ed è un vero peccato che alla fine una delle due squadre sia stata costretta all’eliminazione ma il destino ha voluto che ai quarti si incrociassero due squadre entrambe meritevoli della finale. Il pathos vero e proprio è stato raggiunto dopo 130’ (incluso i tempi di recupero) giocati già al limite del crepacuore. Basti pensare al pareggio otte-

nuto dall’Apia al 98’ con il 16enne Oscar Gonzalez che faceva esplodere la panchina granata. Poi la serie infinita dei rigori che si è protratta ad oltranza, a causa di errori dal dischetto ed imprese dei portieri ed è stata decisa, paradossalmente, proprio dalla sfida finale tra i due portieri. Con il conteggio dei rigori segnati fermo sul 5-5, è toccato ai due portieri sfidarsi dal dischetto degli undici metri. Inizia Kalac ma Hilton si supera e para per la gioia della panchina del Marconi. I ruoli si capovolgono, ora tocca a Hilton fronteggiare Kalac. I due si studiano e si guardano negli occhi, sanno che tutto dipende la loro a questo punto. Gli spettatori trattengono il fiato, i compagni di squadra schierati ed abbracciati a centrocampo fanno gli scongiuri. La tensione, altissima, pervade lo stadio. Hilton tira

a mezz’altezza alla sinistra di Kalac che intuisce la conclusione e solo per un pelo i suoi guantoni non arrivano sul pallone.

E’ l’apoteosi per il Marconi, che reduce da un pesante 0-5 del turno precedente, supera il turno e giunge in semifinale. L’uscita di scena del Wests Apia però nulla toglie al club di Raciti, Parisi e D’Apuzzo che possono consolarsi con la conquista del titolo di Campioni del NSW di poco tempo fa e con la certezza e la soddisfazione di aver disputato una grande stagione.

F1 Las Vegas: colpo di scena dopo la gara

Squalificate

Norris e l’australiano Piastri penalizzati, 1° Verstappen, 4° Leclerc su Ferrari

Max Verstappen (Red Bull) domina il Gran Premio di Las Vegas, 22o appuntamento stagionale. Lando Norris e Oscar Piastri sono stati squalificati: sulle loro vetture e' stato riscontrato un eccessivo consumo del fondo.

In virtù della doppia squalifica, George Russell sale in seconda posizione e Andrea Kimi Antonelli in terza, completando una strepitosa rimonta dalla 17esima posizione; Charles Leclerc, infine, è quarto. Un colpo di scena

che ha grandi implicazioni anche nella classifica piloti, con Max Verstappen che ora ha solo 24 punti di distacco da Norris.

La gara è stata dominata dal primo all'ultimo giro dal pilota olandese, bravo ad approfittare di una sbavatura in partenza di Lando Norris (McLaren) per mettersi al comando delle operazioni.

69a vittoria in carriera (6a quest'anno, 2a nel GP di Las Vegas) per il quattro volte campione del mondo, che centra il 125o podio in carriera (13 quest'anno, 8o consecutivo), avvicinandosi a -30 da Michael Schumacher (155, 2o posto di tutti i tempi dietro Hamilton, 202).

L’Australia crolla nel finale La Colombia domina 3 - 0

Partita a senso unico e risultato mai in discussione New York USA, mercoledì 19 novembre (by Guglielmo Credentino)– Il pronostico vedeva la Colombia (13° nel ranking mondiale) vincente ed il campo ha rispettato le premesse. Il 3-0 finale rispecchia il divario tra le due squadre con la Colombia che si candida ad un ruolo da primattore al prossimo mondiale e l’Australia che, a parte una buona tenuta difensiva, deve trovare la forza, gli schemi e gli uomini se non vuole fare da semplice spettatore nel 2026.

Il crollo è avvenuto nel finale, quando finalmente Popovic, in svantaggio di una rete, ha ordinato ai suoi uomini di attaccare con più decisione. Ma fino a quel punto, l’Australia si era schierata con un 5-4-1 che era tutto un programma. Combattere su ogni palla, rallentare i ritmi e testare la pazienza dei sudamericani. La tattica ha funzionato fino al minuto 74 quando l’arbitro su un ennesimo attacco in area aussie ha ravvisato gli estremi per un calcio di rigore. Decisione abbastanza discutibile. Dal dischetto Jamie Rodriguez, asso ancora sulla cresta dell’onda, spiazza Paul Izzo.

La pochezza offensiva dell’Australia è fotografata dal numero delle conclusioni a rete nell’intera gara. Appena due ed entrambe

su calci di punizione di McGree. Su uno in particolare, Vargas evita con un balzo felino la rete. La Colombia poi raddoppia in contropiede all’89’, disattenzione collettiva della difesa verdeoro e Diaz infila a porta vuota. Game over e crollo finale al 93’ quando Lerma in mischia sottorete appoggia per il facile 3-0. Sconfitta che brucia ma fino ad un certo punto, trattandosi solo di una amichevole. Le indicazioni non sono super incoraggianti, basterà la famosa tenuta atletica aussie abbinata ad una buona dose di determinazione ad evitare brutte figure ai prossimi mondiali?

Novella Calligaris, la madre del nuoto azzurro femminile

Un lampo di luce che brilla negli anni bui del nuoto italiano

Chi è appassionato di sport conosce bene la leggenda di Novella Calligaris, la madre del nuoto azzurro. Il 30 agosto 1972, a 17 anni, Novella Calligaris conquista la prima medaglia olimpica del nuoto italiano con l'argento nei 400 stile libero a Monaco di Baviera, alle spalle dell'australiana Shane Gould. successivamente la padovana si prende il bronzo nei 400 misti e negli 800 stile liberi.

Tre podi storici con annessi tre record europei.

Ma è ai Mondiali di Belgrado, il 9 settembre dell'anno successivo, che la giovane atleta azzurra scrive un'altra pagina indelebile dello sport italiano e mondiale.

In Jugoslavia stravince gli 800 stile libero con una facilità disarmante. Ferma il cronometro in 8'52"973, stabilendo così anche il record del Mondo.

La Calligaris, oltre a essere la prima iridata del nuoto italiano, diventa così la prima detentrice di un record mondiale. Lei, min-

gherlina contro i colossi americani, tedeschi e australiani. Nel 1974, senza aver compiuto ancora 20 anni, si ritira dall'attività agonistica con un palmares impressionante, soprattutto la carriera così breve.

21 record europei, di cui il primo stabilito a 14 anni; 71 titoli italiani individuali, tra cui tutte le distanze dello stile libero; 3 Medaglie olimpiche; 3 Medaglie mondiali; 3 Medaglie europee; 4 Medaglie ai Giochi del Mediterraneo.

Per capire la portata delle imprese della Calligaris, basti pensare al fatto che la prima atleta italiana a vincere una medaglia mondiale dopo di lei è stata Lorenza Vigarani ai mondiali di Roma del 1994. Inoltre è stata la sola donna italiana ad ottenere medaglie olimpiche nel nuoto fino alla medaglia d'argento conquistata dalla "Divina" Federica Pellegrini ad Atene 2004 nei 200 m sl. 32 anni dopo.

Palermo anni 50: idolo un n.9

turco

Şükrü Mustafa Gülesin fece innamorare una città intera con le sue gesta sportive

"Provate a socchiudere le palpebre e a raffigurarvi la scena. Questa figura colossale, 1m e 91cm per oltre 100kg, accolto in città quasi fosse un sultano venuto a prendere possesso del suo nuovo feudo. Palermo, 5 luglio 1950. L'uomo in questione ha un nome esotico: Şükrü Mustafa Gülesin, all'anagrafe Melaid Gülesin.

Un turco da queste parti, a dire il vero, non è mica queste grande novità. La Sicilia ne ha accolti a decine di migliaia, nel corso della sua lunga storia. Stavolta però la battaglia è calcistica, su un rettangolo verde di gioco. I rosanero, alla loro terza stagione consecutiva in Serie A, vogliono scalare posizioni e staccarsi dal nomignolo di ‘provinciale’.

Dunque eccolo accaldato e idolatrato, Gülesin, scortato sotto braccio nel centro storico dal presidentissimo Raimondo Lanza di Trabia, che l'ha preso in prestito dalla Lazio e gli ha fatto sottoscrivere un contratto biennale ricchissimo. La gente accorsa ai bordi delle strade, mentre la coppia e altri dirigenti del club sfilano verso lo stadio, sfida la canicola opprimente per toccarlo. Şükrü Mustafa è l'ariete che andavano cercando. L'implacabile cannoniere, terrore dei portieri. Il centravanti completo. Amunìmm’, è arrivato il turco! grida la folla estasiata.

Eppure sa essere anche molto più di questo. Certo, con quel fisico da corazziere i difensori gli rimbalzano addosso, lui non si smuove di un centimetro e spara missili terra-aria da dentro l'area, da fuori, da ogni posizione. Per non parlare del suo colpo di testa. La Lazio l'ha girato subito

in prestito senza avvedersi compiutamente di tutte queste su capacità. Un errore da incompetenti. Arriva dal Besiktas, dove ha segnato la bellezza di 76 gol in 87 partite. Come diamine fai a dare via uno così? Gülesin è pure rigorista glaciale ed è dotato di un tiro talmente potente da spargere autentico terrore. In un Palermo - Padova che si gioca in novembre, il portiere avversario, Enzo Romano, preferirà scansarsi piuttosto che correre il rischio di scontrarsi con la cannonata del turco, sugli sviluppi di un calcio di rigore. Ma c'è ancora dell'altro. Le risorse di questo colosso arrivato da Istanbul sembrano inesauribili. Perché Şükrü Mustafa Gülesin non si accontenta di catalizzare ogni pallone che spiove in area di rigore. Non gli basta nemmeno battere i calci di rigore. Lui vuole calciare anche gli angoli. Ma come, obietta qualcuno, come fa a battere il corner se allo stesso tempo dovrebbe trovarsi in area per scaraventare la palla in rete, di testa? Nessunissimo problema. Non c'è alcun bisogno che Gülesin presidi l'area in questi

dal 26 Novembre al 02 Dicembre 2025

frangenti. Il motivo è semplicissimo: lui segna direttamente da calcio d'angolo. Non una o due volte a stagione, per pura botta di fortuna: a ripetizione.

Il sovrano turco ha infatti elaborato una specialissima traiettoria a rientrare. Prende tre-quattro passi di rincorsa, quindi colpisce la sfera con il collo del piede, impartendogli un effetto traditore. Pare sempre che la traiettoria si allarghi, quando all'improvviso rientra e si caccia all'incrocio. A fine carriera, nel 1955, avrà collezionato la bellezza di 32 reti da calcio d'angolo. Un record tutt’oggi imbattuto. Tutta Palermo freme e sospira quando si avvicina alla bandierina. Sa bene che, in quella luccicante stagione 1950-51, ogni corner può tramutarsi in gol.

Alla fine di quella sua prima stagione le reti complessive saranno 13 in 26 partire. Abbastanza per convincere la Lazio a fare marcia indietro e a riprenderselo. A Roma ne farà 16, prima di tornare un altro anno a Palermo, dove era stato così bene, lasciando come ricordo un bottino di 7 gol, prima di tornare in Turchia.

Onoranze Funebri

GATTO VITTORIO

Nato l'11 novembre 1939

Deceduto il 17 gennaio 2024

L'ETERNO RIPOSO

RAPISARDA ANTONIO

Nato il 14 febbraio 1941

Deceduto 31 gennaio 2023

L'ETERNO RIPOSO

FERELLA MARIA

Nata il 13 ottobre 1934

Deceduta il 2 gennaio 2024

L'ETERNO RIPOSO

RAO ALFIO

Nato il 2 ottobre 1944

Deceduto il 30 gennaio 2024

L'ETERNO RIPOSO

LIVOLSI ANNAMARIA

Nata il 16 ottobre 1940

Deceduta l’ 11 gennaio 2024

L'ETERNO RIPOSO

CIGNARELLA CONNIE (VALLARIO)

Nata il 31 ottobre 1951

Deceduta il 24 gennaio 2025

L'ETERNO RIPOSO

BIANCO AMATO

nato a Gesualdo (Avellino – IT) il 30 settembre 1928 deceduto a Austral (NSW) il 20 novembre 2025 Residente a Austral NSW Caro e amato sposo di Maria Rosa, ne danno il triste annuncio, la moglie i figli, la sorella i nipoti, parenti ed amici vicini e lontani. Il rosario sarà recitato giovedì 27 novembre 2025 alle ore 17.00 nella chiesa cattolica St. Anthony’s da Padua, 105 Eleventh Avenue, Austral NSW 2179. Il funerale sarà celebrato venerdì 28 novembre 2025 alle ore 11.00 nella stessa chiesa. Le spoglie del caro congiunto riposeranno nel cimitero di Liverpool, 207 Moore Street Liverpool NSW 2170. I familiari ringraziano anticipatamente tutti coloro che si uniranno al loro dolore e parteciperanno al funerale del caro estinto.

“Ti affidiamo alle braccia misericordiose del Padre Celeste" L'ETERNO RIPOSO

LENTINI ROSA MARIA (ROSETTA)

Nata l’8 settembre 1937

Deceduta il 15 gennaio 2025

L'ETERNO RIPOSO

MARIA CICCALDO in CAMPISI

nata a Oppido Mamertina (RC), il 25 giugno 1958 deceduta a Kemps Creek (NSW) il 27 ottobre 2025 Amata sposa di Giuseppe. Ad un mese dalla sua dipartita,il marito, i figli Jessica con il marito John Massoni, Joanna con il marito Roberto Minnici e Eugenio, nipoti, parenti ed amici vicini e lontani la ricordano con dolore e immutato affetto. Una messa in memoria sarà celebrata mercoledì 26 novembre 2025 alle ore 19.00 nella Chiesa Cattolica St. Anthony of Padua di Austral, 105 Eleventh Avenue, Austral NSW 2179.Le spoglie della cara estinta riposano nel cimitero di Liverpool NSW 2170. I familiari ringraziano quanti hanno partecipato al loro dolore per la scomparsa prematura della cara Maria e si uniranno per la messa del mese.

“Il tuo esempio ci ha insegnato ad amare e la fierezza di vivere."

PREGHIERA

FERRARO MARIA GIOVANNA (MACRÌ)

Nata il 1° giugno 1937

Deceduta il 3 febbraio 2023

L'ETERNO RIPOSO

Nell'Urbe la Chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte

Io, Sam Guarna, sono disponibile ad aiutare la tua famiglia nel momento del bisogno. Sono stato conosciuto sempre per il mio eccezionale e sincero servizio clienti. So che, per aiutare le famiglie nel dolore, bisogna sapere ascoltare per poi poter offrire un servizio vero e professionale per i vostri cari e la vostra famiglia. Tutto ciò con rispetto, attenzione e fiducia, sempre.

In via Giulia a Roma sorge la chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte, un luogo sacro della confraternita omonima, edificato sopra il cimitero dei morti sconosciuti. La facciata settecentesca di Ferdinando Fuga e gli affreschi di Giovanni Lanfranco raccontano la storia della vita e della morte. La cripta sotterranea custodisce sepolture dalle composizioni uniche, testimoni silenziosi della cura e del rispetto riservato ai defunti. Un luogo dove memoria e spiritualità si incontrano.

IN MEMORIA
UNA

Addio a Loris Rispoli, la voce del Moby Prince

È scomparso domenica 23 novembre 2025 Loris Rispoli, presidente dell’Associazione 140 e instancabile difensore della memoria delle vittime della strage del Moby Prince. Aveva dedicato oltre trent’anni della sua vita alla ricerca della verità e della giustizia per le 140 persone che persero la vita nell’incendio del traghetto Moby Prince il 10 aprile 1991, a Livorno.

Nato a Livorno negli anni ’60, Rispoli ha vissuto da vicino il dramma del Moby Prince: la perdita di persone care in quella tragedia lo ha spinto a trasformare il dolore personale in impegno civile. Sin dai primi anni, ha affiancato i familiari delle vittime nella difficile battaglia contro silenzi, ritardi e ostacoli istituzionali, diventando punto di riferimento per chi cercava risposte e giustizia. La sua leadership ha contribuito a mantenere viva l’attenzione sull’incidente e a garantire che la memoria delle vittime non venisse dimenticata.

Come presidente dell’Associazione 140, Rispoli ha partecipato a numerose audizioni pubbliche, incontri istituzionali e iniziative di sensibilizzazione, portando sempre con sé la determinazione e la lucidità che lo distinguevano. Il suo impegno è stato definito da molti “una battaglia di civiltà”, e il suo esempio ha ispirato fami-

glie, giornalisti e cittadini. Loris Rispoli è stato descritto come un “combattente per la verità” e, allo stesso tempo, una persona di straordinaria umanità, capace di unire le persone intorno a un obiettivo comune.

Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, ha ricordato: “Conobbi Loris negli anni ’90. Era un amico e un compagno di percorso. I suoi occhi riflettevano il dolore della tragedia, ma anche la forza e la speranza di chi lotta per la verità. Livorno non dimenticherà mai il suo impegno”. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha aggiunto: “La sua tenacia e la sua capacità di trasformare un dolore personale in impegno civi-

le sono un esempio per tutti. La Toscana gli sarà sempre grata”. Oltre al suo impegno civile, Rispoli era noto per la sua sensibilità, la sua disponibilità e la profonda attenzione verso i familiari delle vittime. La sua scomparsa lascia un vuoto difficile da colmare, ma la sua eredità morale e il lavoro instancabile per la verità continueranno a guidare chi oggi porta avanti la sua missione. Loris Rispoli lascia un segno indelebile nella storia di Livorno e nella memoria nazionale, ricordando a tutti il valore della resilienza, del coraggio e della giustizia. La sua vita e il suo impegno resteranno un esempio per le generazioni future.

50 anni di Australian Chamber Orchestra

Venerdì 21 novembre si è celebrato alla Sydney Opera House il 50esimo anniversario dell’Australian Chamber Orchestra (ACO), nella stessa sala in cui l’ensemble debuttò nel 1975. A ricordarci dell’attualità della storia dell’orchestra, è stato chiesto a chiunque tra il pubblico avesse partecipato o suonato nel concerto inaugurale del 1975 di salutare: un gesto semplice ma potente, che ha permesso di riconoscere visivamente i membri storici dell’orchestra presenti in sala.

L’ACO si distingue per la sua apertura verso i grandi maestri del repertorio internazionale, con un’at-

tenzione particolare alla musica di origine italiana. Se come me, eravate un po’ perplessi sulla differenza tra una chamber orchestra e una classica orchestra sinfonica, la prima è una formazione ridotta e più intima, dominata dagli archi e da pochi fiati e percussioni. Il concerto si è aperto con L’Estate di Vivaldi, uno dei brani più amati dal pubblico dell’ACO e ricorrente nelle programmazioni dirette dal Direttore Artistico Richard Tognetti, sottolineando così il legame profondo dell’orchestra con il repertorio italiano. Da qui, la serata si è trasformata in un viaggio attraverso culture e paesaggi: la Turchia di Constantinople

con i fratelli Tawadros; le Highlands scozzesi evocate dalla voce ultraterrena di Iestyn Davies accompagnato dalla Sydney Dance Company; e le montagne australiane di Mountain e River, raccontate attraverso le voci e l’elettronica di Satu Vänskä. A proposito di Italia: sul palco suonava anche un violino Guarneri di 282 anni, proveniente da Cremona e affidato allo stesso Tognetti.

La serata si è trasformata in un vero e proprio dialogo tra mondi e generazioni. Nel pieno spirito “cross-artform” che ha caratterizzato la direzione artistica di Tognetti, la performance ha integrato brani musicali, danza contemporanea, e brevi interviste ai membri chiave dell’orchestra. Un intreccio di linguaggi che ha davvero “ridefinito le possibilità di quello che un’orchestra da camera può essere”.

Tra i momenti più teneri, l’apparizione sul palco degli studenti dell’ACO Foundations della St Marys North Public School. Con strumenti quasi più alti di loro, hanno suonato Simple Gifts di Aaron Copland, oscillando tra concentrazione e la ricerca dei genitori in platea.

Per chi volesse rivivere la serata, la registrazione sarà trasmessa su ABC TV il 12 dicembre alle 19.30, ed è già disponibile on demand su ABC iview.

Italian Chamber to Host End-Of-Year Evening

The Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCIAUS) is inviting members and business professionals to celebrate the close of 2025 at its annual End-of-Year Networking & Cheers evening, to be held at the newly renovated Euroluce Showroom in Surry Hills on Wednesday, 3 December, from 5pm to 8pm.

The event promises an elegant

evening of networking, reflection, and celebration, bringing together the Italian Australian business community in Sydney. Guests will have the opportunity to connect with colleagues, partners, and friends, share their achievements from the past year, and discuss ambitions for 2026 in a relaxed and welcoming atmosphere.

Set in the stylish Euroluce

Showroom, the evening will feature drinks, bubbles, and nibbles, providing the perfect backdrop for conversations and business connections. “This is a unique occasion to strengthen relationships within the Italian Australian business network while celebrating a year of success and resilience,” said a spokesperson for ICCIAUS.

The ICCIAUS End-of-Year Networking Evening also reflects the Chamber’s ongoing commitment to supporting the growth of Italian businesses and fostering professional relationships in Australia. Attendees can expect a lively and convivial atmosphere, making it an ideal opportunity for both reconnecting with familiar faces and meeting new contacts.

Hosted by Euroluce, the event is part of ICCIAUS’s calendar of professional networking initiatives, designed to enhance collaboration, knowledge exchange, and community engagement. Registration is open, and interested participants are encouraged to secure their place early.

Rare Roman Gold Coins Set to Shine at Sydney Auction

A collection of rare Roman gold coins, spanning some of the most dramatic chapters of imperial history, is set to go under the hammer at a major Sydney auction next week, attracting collectors and investors from across Australia and beyond.

At the centre of the sale is a Caligula/Agrippina gold aureus, estimated at $100,000. Struck during the reign of the notoriously enigmatic Emperor Caligula (37–41 AD), this coin is exceptionally rare, depicting the emperor alongside his mother, Agrippina the Elder, a powerful figure in Roman politics whose life was marked by ambition and tragedy. The aureus is a window into the complex and often perilous world of the Julio-Claudian dynasty, reflecting the delicate balance of power, propaganda, and prestige in ancient Rome. Coins like this were more than currency—they were a tool of political messaging, carrying the image of the emperor across the vast Roman Empire and reinforcing his authority.

Also featured are two Julius Caesar gold aurei, each estimated at $15,000, a Galba aureus (est. $70,000), and an Otho aureus (est. $50,000). The Julius Caesar coins date from the final years of the Roman Republic, minted shortly before Caesar’s assassination in 44 BC, and are prized not only for their scarcity but for their direct connection to

one of history’s most famous figures. Galba and Otho, both emperors during the turbulent “Year of the Four Emperors” in 69 AD, are represented by coins that capture the fleeting, violent, and politically unstable nature of their reigns.

The auction, Sale 140, runs from Monday 24 to Friday 28 November 2025 at the Michael Crouch Room, State Library, Macquarie Street, Sydney, with live online bidding available. Monday’s session will be an eSale only, while Tuesday to Friday will feature live bidding for collectors attending in person.

In total, the sale offers 1,221 lots of ancient coins, spanning Greek, Roman, and Byzantine issues, presenting an extraordinary opportunity for collectors to acquire pieces of classical history. The Roman coins, in particular, are expected to generate intense interest, given their rarity, historical significance, and the recent surge in gold prices.

Jim Noble, Managing Director of Noble Numismatics, commented: “These coins are not just valuable for their gold—they are fragments of history. Owning a coin like the Caligula/Agrippina aureus is like holding a tangible piece of the Roman Empire, connecting the modern collector with stories of ambition, power, and legacy that are nearly two millennia old.”

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