

Ritratto di Carlo Nason / Portrait of Carlo Nason
Ph. ©Neno Brusegan
Courtesy Archivio CSV
Catalogo Vincenzo Nason
& C. Murano, fine anni
cinquanta / Vincenzo
Nason & C. Murano
catalogue, late 1950s
Courtesy Archivio CSV
Ritratto di Carlo Nason / Portrait of Carlo Nason
Ph. ©Neno Brusegan
Courtesy Archivio CSV
Catalogo Vincenzo Nason
& C. Murano, fine anni
cinquanta / Vincenzo
Nason & C. Murano
catalogue, late 1950s
Courtesy Archivio CSV
Rosa Chiesa, Alessandro Zannoni
Carlo Nason nasce a Murano nel 1935, all’interno di una nota famiglia di vetrai, da Vincenzo Nason e Lina Moretti, ultimo di sei figli. Nonostante la sua formazione scolastica sia orientata verso discipline economico-amministrative, è la formazione “pratica”, acquisita informalmente nella fornace di famiglia Vincenzo Nason & C., a fornirgli la preparazione necessaria per lavorare con un materiale complesso come il vetro e a fargli acquisire la padronanza delle tecniche tradizionali. Traendo i fondamenti dalla tradizione familiare, se ne distanzia per assecondare la sua curiosità per il design, integrando la dimensione culturale con quella operativa e affermandosi come uno dei designer di lampade in vetro più prolifici in Italia e con una relativa notorietà anche a livello internazionale.
Carlo Nason was born in Murano in 1935, to a family of famous glassmakers. his parents were Vincenzo Nason and Lina Moretti, and he was the last of six siblings.
Although he studied mainly economics and administration at school, it was his informal, ‘practical’ training in the family glassworks, Vincenzo Nason & C., that prepared him for working with this complex material and where he mastered the traditional techniques. After learning the basics from the family tradition, he distanced himself from it to satisfy his curiosity about design, integrating the cultural front with the operational one and making a name for himself as one of the most prolific glass lamp designers in Italy, also winning international fame.
h is earliest professional activity, in the late 1950s, was within Vincenzo Nason & C., the company founded by his father Vincenzo in 1935 and concentrated on large-scale production of furnishings, lighting and bathroom accessories, for which Carlo designed a line of products still influenced by the Murano tradition. During those years, he participated with Vincenzo Nason & C. in the exhibition Glass 1959: A Special Exhibition of International Contemporary Glass at the Corning Museum of Glass in New york, displaying two pieces, a vase and a bowl, sheathed in elongated forms and in contrasting hues.
Le prime esperienze professionali di fine anni cinquanta si avviano, in modo naturale, all’interno della Vincenzo Nason & C., azienda fondata dal padre Vincenzo nel 1935 e dedita a una larga produzione di complementi d’arredo, componenti per l’illuminazione e accessori per il bagno, per la quale Carlo disegna una linea di oggettistica ancora ascrivibile alla consuetudine muranese. Partecipa, in quegli anni, con la Vincenzo Nason & C. alla mostra Glass 1959: A Special Exhibition of International Contemporary Glass tenutasi presso il Corning Museum of Glass nello stato di New York, esponendo due esemplari, un vaso e una ciotola, incamiciati dalle forme allungate, con colori a contrasto.
Already well known on the island of Murano at a young age for his skills as a graphic designer and photographer, he
Già noto sull’isola di Murano, fin da giovanissima età, per le sue abilità di grafico e fotografo, apre uno studio professionale presso la sua abitazione, nel 1965, che rimarrà la sede della sua attività lungo tutta la sua carriera. Durante la lunga collaborazione, come designer, con A. V. Mazzega, Carlo imposta inizialmente un rapporto continuativo tanto da ricevere uno spazio lavorativo dedicato all’interno della fabbrica, contiguo alla sala esposizioni e prototipi. Prosegue la collaborazione come libero professionista, e agevola l’entrata del suo primo collaboratore, Massimo Rioda, all’interno di A. V. Mazzega, che qui troverà spazio come disegnatore e designer. L’attività di Carlo procede nel proprio studio, caratterizzato dall’affaccio su un giardino cosiddetto “giapponese”, avvalendosi tra il 1980 e il 1981 del supporto di un giovane Giorgio Camuffo – che ha proseguito con successo l’attività in ambito grafico – e dell’architetto, Fabrizio Tibolla. Interessato al design e alla grafica, e meno incline all’espressione artistica pura, Carlo si forma da autodidatta nel settore grafico, grazie a una costante passione, e al continuo aggiornamento tramite la lettura di riviste di settore, sulla fotografia,
E Carlo innova, lavorando dapprima nel solco della tradizione, come accade con i modelli proposti nel 1959 e realizzati con Vincenzo Nason & C. per la Glass 1959: A Special Exhibition of International Contemporary Glass al Corning Museum; qui gli esemplari proposti da Carlo, realizzati in vetro incamiciato con colori a contrasto – nero e turchese, nero e arancio – abbandonano i tradizionali riferimenti formali per assumere nuove configurazioni, che ben rappresentano la direzione nel design italiano del vetro della fine degli anni cinquanta. È questo un lavoro aurorale che prelude a successivi cambiamenti molto più radicali. Nella collaborazione “libera” con A. V. Mazzega Carlo può sperimentare, ha “carta bianca” per avanzare proposte di prodotto e segue da vicino le tecniche realizzative. Esplora così una varietà importante di tecniche vetrarie, dalla soffiatura all’incalmo, dalle fasce al vetro sfumato; predilige un vetro pulegoso denominato “vetro nebbia” dal particolare effetto evanescente, utilizza le molteplici espressioni del vetro opalino (impossibile da riprodurre a causa della presenza, oggi vietata, di arsenico nella composizione) tra gli altri. Ma è soprattutto per il “vetro a piastra” che Carlo esprime la sua predilezione applicandolo al settore illuminotecnico. Di facile realizzazione, le superfici spesse, ottenute per colatura del vetro in stampo, assumono durante il raffreddamento texture materiche, e possono essere
It was especially in connection with Nason’s longest professional partnership, that with A. V. Mazzega, which ran from the mid 1960s to the 1980s, that he revealed the aptitude for technical and formal innovation that characterises his work as a designer. Through his practical training in the family business, Vincenzo Nason & C., and through his frequentation of master glassworkers, he gained all the necessary ‘artisan’ tools for designing with glass. But Nason is not an artisan. he is a designer, although certainly aided by deep knowledge of the material and traditional methods for working with it.
As observed by Andrea Branzi: ‘In reality, artistic craftsmanship, transferring to industry the search for new commodities sciences and new uses, offers itself as a pure and simple “reproduction” of existing models, already made by tradition. The myth of artisan creativity falls before analysis of its typological function on the market: all innovative processes are extraneous to it, and it accesses them only if they are already established formal models.’4
This is where the distance between designer and artisan resides, in the designer’s ability to design an innovative component, to abandon the imitation of established
variamente colorate. Lampade da soffitto, con elementi a petalo e grandi foglie in piastra (LS 184, LS 185, LS 203), lampade di ispirazione vagamente naturale, come la lampada da terra LT 320 e LT 379, si alternano nel catalogo di Mazzega con altri modelli, sempre realizzati con la medesima tecnica, ma dai diffusori più geometrizzati. La sperimentazione sulla qualità della luce e sull’oggetto luminoso porta Carlo a indagare gli effetti della luce in tutti i suoi gradi di diffusione, attraverso schermi sovrapposti in vetro trasparente e traslucido, che producono un effetto impalpabile. Quel diafano che Patrizia Magli, definisce: “Qualcosa che si interpone tra l’oggetto e chi guarda: questo qualcosa può essere un banco di nebbia, un velo d’acqua, una membrana traslucida che, giocando tra trasparenza e opacità, nasconde e allo stesso tempo lascia intravedere”5.
Il diafano, il “vedere attraverso” è l’esperienza estetica delle lampade LS 173 - LT 305 - LS 120 – solo per citare i modelli più noti – create con Mazzega attraverso la sovrapposizione di elementi concentrici: utilizzando il vetro “a bolle” l’effetto produce oggetti effimeri, mentre la sovrapposizione di elementi vitrei dai colori diversi valorizza il profilo dei singoli componenti.
formal models in favour of untraditional design ideas, based on research and connected to real market needs.
And Nason innovated, initially following tradition, examples including the models presented in 1959 and produced with Vincenzo Nason & C. for Glass 1959: A Special Exhibition of International Contemporary Glass at the Corning Museum.
In this exhibition, Nason’s pieces, made in glass sheathed in contrasting hues (black and turquoise; black and orange), cast off traditional formal references to present new configurations, neatly representing the direction of Italian glass design at the end of the 1950s.
This early work was a prelude to far more radical changes later on.
In his ‘free’ partnership with A. V. Mazzega, Nason was able to experiment. he had ‘carte blanche’ to advance ideas for product designs and closely follow production. This allowed him
Gli strati sovrapposti, in vetro trasparente e traslucido, nelle lampade realizzate per A. V. Mazzega, permettono al designer di sperimentare diversi effetti luminosi modulando la diffusione della luce / The superimposed layers, in transparent and translucent glass, of the lamps designed for A. V. Mazzega allowed the designer to experiment with different lighting effects, modulating the diffusion of light Courtesy Studio Pointer
LS 120, A. V. Mazzega, 1965-1967 circa lampada a sospensione, vetro opalino, soffiato a stampo / pendant lamp, opaline glass, mould blown, Digital image courtesy of The Corning Museum of Glass, Corning, N y © Carlo Nason
Il vetro incamiciato è caratterizzato da strati sottili sovrapposti, ottenuti per ripetute immersioni nel crogiolo del soffiato iniziale.
Questa tecnica venne messa in opera per la prima volta nel 1815, dal maestro vetraio Benedetto Barbaria. È tuttora in uso ed è spesso utilizzata per opacizzare il vetro colorato trasparente ponendo al suo interno uno strato di vetro lattimo o bianco latte. Frequentemente i colori sono intervallati e rifiniti da ulteriori strati in cristallo che impreziosiscono la finitura, aumentando la lucentezza.
Cased glass is made of thin overlapping layers, created through repeated immersion in the melting pot of the initial blown piece.
The technique was used for the first time in 1815, by the master glassmaker Benedetto Barbaria. It is still in use today, often for making transparent coloured glass opaque, putting a layer of milk glass inside it. The hues are often alternated with and refined by additional crystal layers, which enhance the surface, increasing its shine.
(in alto / top)
lS 190
lampada a sospensione / pendant lamp
vetro balloton, opaline o fumé / balloton glass, opaline or smoked
A. V. Mazzega cat. 8
©Fragile/Nicola Galli (a destra / right)
(in basso / bottom)
lS 111
lampada a sospensione / pendant lamp
vetro pulegoso, fumé / pulegoso glass, smoked
A. V. Mazzega cat. 12
©Fragile/Nicola Galli (in basso / bottom)
lS 177
lampada a sospensione / pendant lamp
vetro pulegoso / pulegoso glass
A. V. Mazzega cat. 7, cat. 9 (p. 33), cat. 12
©Fragile/Nicola Galli (a sinistra / left)
lT 328
lampade da tavolo / table lamp
vetro pulegoso / pulegoso glass
A. V. Mazzega cat. 9 (p. 125)
©Fragile/Nicola Galli (a sinistra / left)
lT 353 lampada da tavolo portafiori / table lamp flower vase cristallo con fascia filigrana bianca, fumé con fascia filigrana fumé / crystal with white filigree band, smoked with smoked filigree band
A. V. Mazzega cat. 8, cat. 12 ©Fragile/Nicola Galli (a sinistra / left)
LT 327
lampada da tavolo portafiori / table lamp flower vase base grigio opaco a bolle / base opaque bubble grey vaso grigio trasparente / vase transparent grey
A. V. Mazzega cat. 7, cat. 9 (pp. 122-123)
LT 323, 1975
lampada da tavolo portafiori / table lamp flower vase opaline e fascia bianca / opaline and white band
A. V. Mazzega cat. 7, cat. 9 (pp. 120-121)
LT 217 lampada da tavolo / table lamp due dischi, spirale bianca / two discs, white spiral A. V. Mazzega cat. 7
LT 212 - LT 213 lampade da tavolo / table lamps cristallo e fascia
LP 244 - LP 245 lampada da parete o da soffitto / wall or ceiling lamp in cristallo e fascia
A. V.
Lampade a sospensione / pendant lamps pagina da A. V. Mazzega cat. 12 / page from A. V. Mazzega cat. 12
LS 195 lampada a sospensione in vetro a piastra / pendant lamp in cast glass fumé / smoked
A. V. Mazzega cat. 8, cat. 9 (p. 57)
LS 188 lampada a sospensione in vetro a piastra / pendant lamp in cast glass cristallo/tabacco o cristallo/ verde / crystal/tobacco or crystal/green
A. V. Mazzega cat. 8
LS 109 lampada a sospensione / pendant lamp stampo a fermo / mould grigio / grey
A. V. Mazzega cat. 12
LS 110 lampada a sospensione / pendant lamp base esagonale, stampo a fermo / hexagonal base, mould grigio / grey
A. V. Mazzega cat. 12
Opera, 1991
lampade da terra, da parete, a sospensione / floor, wall, pendant lamps struttura in metallo o legno, paralume in vetro soffiato incamiciato, biancolatte, ambra,
blu interno bianco / metal or wood frame, lampshade in cased blown glass, milk-white, amber, blue interior white (a sinistra e al centro / left and centre)
Courtesy Archivio CSV
Palace, 1994
lampada a sospensione / pendant lamp diffusore in vetro soffiato incamiciato biancolatte, aste decorative a tortiglione cristallo, blu, rosso, verde e multicolore / diffuser in milkwhite cased blown glass, twisted decorative rods crystal, blue, red, green and multicolour (a destra / right)
Courtesy Archivio CSV
in grey metal, diffuser in poured glass, amber, blue, yellow, red, satin-finish green, glossy crystal with crystal granules Courtesy Archivio CSV
In copertina / Cover Lampada in vetro soffiato incamiciato / Lamp in cased blown glass biancolatte, blue, verde menta, biancolatte / milk-white, blue, mint green, milk-white ©Fragile/Nicola Galli
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