
“Se la mente è una soffitta, a volte è meglio tenerne la porta ben chiusa.” Rachel Cooke, The Guardian













Un tempo sognavo draghi.





“Se la mente è una soffitta, a volte è meglio tenerne la porta ben chiusa.” Rachel Cooke, The Guardian
Un tempo sognavo draghi.
Quando li squarciavo, dai loro ventri prorompevano ricchezze in un fetido flusso di cruore e gioielli splendenti
e io, lì sotto...
trovavo la quiete tra le viscere calde.
Queste sono le cose che mi piacciono del matrimonio:
Versare il caffè a mio marito al mattino.
Mi piace il “grazie” che mormora sotto i baffi, con appena un accenno di sorpresa (e una goccia di latte).
E mi piace togliere i piatti dalla lavastoviglie e rimetterli al loro posto, designato da me e da nessun altro.
Ogni angolo e scaffale di questa casa appaiono caotici nel miglior modo possibile.
Ogni cosa ha il suo posto.
Mi piace lavorare al Valu-Save sapendo di non essere costretta a farlo.
So che sono agli anni Novanta e che dovrei volere la mia indipendenza, magari una carriera, ma David guadagna bene come dentista, ed è bello non avere preoccupazioni.
Almeno mi tengo occupata.
Oh, e mi piace la finestra della nostra camera da letto, quella che dà sul lago.
Al mattino ascolto le strolaghe.
Un tempo credevo che il loro verso suonasse triste e solitario, ma era prima di ascoltarlo da un letto che non è più solo il mio.
Imparerò ad amare Crystal.
L'ultimo anno non è stato affatto male!
David è più grande di me, e a volte fa riferimenti a cose che non conosco, ma a dirla tutta, capita alla maggior parte della gente.
La notte emana troppo calore e russa, ma non è che io sia cresciuta sognando il mio matrimonio, o con in mente un marito ideale.
E
Sudo molto. Ho il seno cadente. Mi lacrimano gli occhi di continuo. Ho problemi a parlare, intendo con le persone. Quindi non ho amici.
La sua prima moglie era un,artista, mi ha detto una volta, mentre io ho quasi trent,anni e l,unica cosa che so fare è lavorare al Valu-Save.
Finalmente ti ho beccata!
Sono Beth Wilson, la tua vicina, abito in collina.
La casa blu? Con le finiture verde foresta?
Sono passata già un paio di volte, ma immagino fossi impegnata. E poi, be’, continuava a sfuggirmi di mente…
Benvenuta nel nostro quartiere!
Meglio tardi che mai, no?
Di solito siamo qui solo per alcuni mesi all’anno.
Oh… sì, certo! Certo. Ciao, Beth.
Vuoi accomodarti?
Sembra fare molto caldo fuori.
Non è tremendo?
Quest’anno abbiamo saltato a piè pari la primavera!
Non che mi lamenti, dopo l'ultimo inverno, dico bene?
Gradisci dell'acqua? Del tè?
Uff, ho scordato anche il parasole! Ma dove ho la testa?
Mi prenderò una scottatura…
Vodka?
Scherzo. Un bicchiere d'acqua con ghiaccio sarebbe divino, grazie.
Hai detto che vivete qui solo alcuni mesi all’anno?
Proprio così!
Oh, scusa…
Peter ed io ci ritiriamo in città per l'inverno, naturalmente, ma d'estate ci piace trascorrere qui più tempo possibile.
È bello avere un posto così, sai, per i bambini e...
Oh, hai solo acqua di rubinetto? Non ne hai filtrata?
Va bene, tranquilla.
Perfetta.
Oh!
Comunque io sono Abby. Scusami.
Non preoccuparti, Abby!
Come ho detto, non è la più puntuale delle visite, la mia.
Cos’è che fa tuo marito, Abby?
Fa il dentista, qui in città.
Dottor Smith, della Odyssey Dental.
Oooh, ma certo.
Allora, dimmi di te! Hai figli?
Ah ah, no, nessun problema.
Me lo chiedono tutti…
Quando arriva la stagione dei cottage, tutte le donne in città sono come lei.
E tutte hanno figli.
Non mi disturbo a chiederle dei suoi figli.
Quanti anni hanno, quanti sono.
Oh, solo Crystal. È figlia di David, dal suo primo matrimonio.
BENE!
Dovete venire a cena da noi, qualche volta.
Magari per il Canada Day! Se Dave porta le birre, lui e Peter diventeranno migliori amici.
Solo lei?
Be’, sei giovane. Sono una ficcanaso, non è vero?
Probabilmente ci proveremo. Ad avere un bambino, intendo.
ah
Io, un giorno.
Un giorno, io.
Coi mariti che parlano a stento ma stanno sempre alla griglia.
Famiglie grandi.
Comunque…!
Ti lascio alle tue cose, Abby. È stato un piacere conoscerti, finalmente.
Devi agghindare un po’ queste pareti!
Magari con le foto del matrimonio.
Oh, be’, noi--
Quel quadro del faro sì che è carino, magari spostalo qui nell’ingresso.
Be’, quello è l’ufficio di David, non credo che--
Va be’, qualcosa del genere.
Questo cos’è, un carillon? Che dolcezza!
Però credo che dovrebbe stare sulla porta, cara…
Quando se ne va, rovisto tra i volantini che abbiamo ammassato sul frigo finché non ne trovo uno della Canadian Tire, mi bagno la punta delle dita per sfogliarlo, sempre più in fretta, alla ricerca di un filtro per l'acqua.
Dopo anni di silenzio e solitudine Abby ha deciso di ricominciare.
Si è sposata con un uomo gentile, un dentista rimasto vedovo da poco, trasferitosi in città con la figlia per lasciarsi il passato alle spalle.
Ma quel passato non se ne va. Sheila, la prima moglie, sembra essere ovunque: nei racconti della bambina, nei gesti quotidiani del marito, persino nelle stanze della casa. Abby cerca di adattarsi, di diventare ciò che ci si aspetta da lei: una buona moglie, una madre presente. Eppure qualcosa non torna. Più Abby scava, più emergono dettagli inquietanti.
Sheila è davvero morta per cause naturali? O è rimasta intrappolata in quel matrimonio… in un modo che nessuno ha il coraggio di ammettere?
Mentre la linea tra sé e l’altra si assottiglia, Abby si ritrova a combattere contro un’ombra che forse è parte di lei.
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“Leggere Tutto quello che resta è sentirsi piccola e triste e desiderosa, ma curiosa, sensuale, proibita. E poi terrorizzata, intrappolata, in corsa verso una fine da cui non puoi distogliere lo sguardo. L’ho adorato, certo che l’ho fatto!!”
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