PAZIENTE ILPRIMO
La donazione del corpo alla scienza in graphic novel
Il primo paziente. La donazione del corpo alla scienza in graphic novel I edizione: aprile 2024
Curatori: Stefano Ratti, Veronica Moretti, Otto Gabos, Caterina Coluccio, Sara Colaone, Onofrio Catacchio
Autori: Vittoria Adorno, Davide Angelini, Giuseppe “GB” Balestra, Emilia Benedetti, Chiara De Martin, Federico Gaddi, Matilde Ganassi, Francesca Gulino, Paolo Ipsa, Laverve (Marco Libardi), Pastoraccia (Alessandro Pastore), Rachele Robotti, Nicole Tecchio
Coordinamento: Francesco Maria Ghedini, Annalisa Plava
Illustrazione di copertina: Sara Colaone
Progetto grafico: Sebastiano Barcaroli
Impaginazione: Tunué
Lettering: Michela Capaldo
Per l’edizione italiana
Copyright © 2024 Tunué S.r.l.
Direzione editoriale: Massimiliano Clemente
Tunué
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Stampato in Italia
IL NOSTRO PRIMO PAZIENTE
Il primo paziente nasce come opera di incontro tra le scienze mediche, le scienze sociali e l’arte. Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare il contatto tra le discipline di Anatomia umana del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, di Sociologia della Salute del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna e del Dipartimento di Progettazione e Arti applicate dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
L’idea prende origine da diverse iniziative. Per prima cosa, la realizzazione di workshop innovativi presso l’Università di Bologna con le studentesse e gli studenti dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia ai quali è stato presentato il potenziale del fumetto all’interno di contesti medici (richiamando l’approccio internazionale Graphic Medicine) e, in particolare, come mezzo di comunicazione di temi delicati e poco noti.


Su queste premesse, cinque gruppi di studenti e studentesse hanno realizzato progetti illustrati sul tema della donazione del corpo alla scienza, con l’obiettivo di trasmettere, mediante la potenza delle immagini, l’importanza e la sensibilità dell’argomento. Il secondo impulso deriva dal progetto scientifico PRO.DONO, finanziato dall’Università di Bologna, che ha avuto lo scopo di aprire una prima riflessione sul livello di consapevolezza sul tema della donazione del corpo attraverso la realizzazione di numerose interviste con persone coinvolte a diverso titolo in questo percorso.
Proprio a partire da queste storie prendono forma le tavole di fumetti e illustrazioni del volume. I contenuti sono il frutto di aneddoti, riflessioni, testimonianze raccolte tra studentesse/studenti di medicina, professioniste/i del mondo sanitario e della ricerca; donatrici/donatori; familiari di donatrici/donatori e tanti altri esperti. La finalità è stata quella di trasmettere per immagini un percorso fatto di generosità, formazione, ricerca e grande valore etico.
Il primo paziente è anche il risultato di una collaborazione tra l’Università di Bologna e l’Accademia di Belle Arti di Bologna e coinvolge, nello specifico, tutti i corsi di Fumetto e Illustrazione. Le storie sono state realizzate da molteplici figure: studentesse e studenti in corso, neodiplomati e giovani professionisti, e ciascun artista è stato accompagnato da esperti che hanno guidato il team di lavoro in un percorso articolato, a tratti complesso e di profondo dialogo, che si snoda attraverso le storie dell’antologia.
Infatti il fumetto e l’illustrazione sono formidabili strumenti per raccontare in una modalità divulgativa concetti scientifici e tematiche sociali. La capacità di sintesi supportata da uno storytelling diretto ed evocativo riesce a raggiungere un pubblico molto ampio.
Si apre raccontando che cosa si intende per donazione del corpo alla scienza, introduzione necessaria a chi si avvicina a quest’opera. Seguono poi sei storie che regalano diverse prospettive:
• Il contesto storico
• Lo studente di medicina
• Il professionista sanitario
• Il donatore
• Il familiare di un donatore
• Il futuro immaginario
• Le volontà post mortem
Gli autori e le autrici, partendo dalla documentazione raccolta, hanno interpretato con rispetto e autonomia le tematiche emerse dalle interviste realizzate, affrontando argomenti complessi con uno stile personale e offrendo una visione sempre in dialogo con chi leggerà il racconto illustrato.
Alle storie si alternano tavole anatomiche, con l’obiettivo di avvicinare anche i meno esperti al tema dell’anatomia. Infatti, l’illustrazione scientifica nasce nel momento in cui si comprende che l’immagine contiene in sé un mezzo di comunicazione ancora più potente del testo, rendendo concetti teorici più comprensibili e straordinariamente divulgativi.
Il primo paziente è quindi una sintesi tra medicina, sociologia, disegno scientifico e arte che vuole dare una voce plurale e sinergica ad un atto di grande generosità per la formazione medica e la ricerca scientifica.
Stefano Ratti, Veronica Moretti, Otto Gabos, Caterina Coluccio, Sara Colaone, Onofrio Catacchio
LA NOBILTA ` DELLA DONAZIONE
In veste di Responsabile del Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare - Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna – ringrazio sinceramente gli autori, colleghi universitari e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, per aver voluto realizzare un graphic novel in grado di rappresentare in maniera semplice, autentica ed efficace il significato della donazione del corpo alla scienza.
In questo progetto, l’atto di donare viene inquadrato in un percorso storico che parte dagli albori della medicina e lo proietta in una dimensione avveniristica, con l’obiettivo di avviare una riflessione intima e collettiva in merito alla figura del donatore.
Donare il corpo alla scienza significa offrire alla collettività e a ogni paziente un contributo determinante all’avanzamento della conoscenza medica attraverso la formazione dei giovani professionisti e il progredire della ricerca scientifica con importanti ricadute sulla sicurezza e sulla salute della società tutta. L’osservazione diretta del corpo umano rappresenta ancora oggi, in un tempo caratterizzato dalla continua, rapidissima evoluzione dello sviluppo scientifico e tecnologico, il metodo insostituibile sia per lo studio dell’Anatomia, disciplina fondante della Medicina, sia per la sperimentazione e lo sviluppo di tecniche e tecnologie di ultima generazione prima di applicarle al paziente.

Il donatore è il primo paziente che il giovane studente incontra quando si avvicina per la prima volta allo studio dell’Anatomia umana, ma il donatore è anche il primo paziente che il medico (re) incontra e attraverso il quale acquisisce capacità e competenze da trasferire ai pazienti successivi. E questo rapporto non si esaurisce con il termine degli studi, ma si mantiene per tutta la vita professionale in virtù della formazione continua che la medicina richiede.
A dispetto dell’importanza che riveste, la donazione del corpo è in Italia un tema tutt’oggi negletto e, pur rappresentando l’evoluzione e il completamento di tutte le altre forme di donazione (donazione degli organi, del sangue, del midollo osseo, solo per citare le più note), con le quali è certamente compatibile, pochi individui hanno recepito l’entrata in vigore di una legge nel marzo 2020 (L. 10/2020), che per la prima volta ne detta la disciplina su una dimensione nazionale e ha il grande merito di richiamare finalmente l’attenzione su un tema tanto delicato quanto essenziale per la salute collettiva.

Donare il corpo alla scienza è un gesto nobile che deriva da una profonda motivazione interiore che è possibile raggiungere solo attraverso la conoscenza del significato che tale azione riveste. L’importanza di questo graphic novel consiste proprio nel raccontare una storia antica ma attuale, una storia che guida un percorso della coscienza e della conoscenza, mettendo in evidenza i valori profondi di scienza e di umanità che da sempre sono costitutivi della medicina e che permangono nel corso della sua evoluzione moderna.
Concludo considerando un atto necessario e un privilegio dedicare questo libro illustrato a tutti i primi pazienti, i donatori di ieri, di oggi e di domani, la cui profonda generosità merita gratitudine infinita da parte di ogni studente, di ogni individuo e di ogni paziente che seguirà.
Lucia Manzoli
Responsabile del Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare dell’Università di Bologna, Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti
PAZIENTE ILPRIMO
La donazione del corpo alla scienza in graphic novel
B0logna, primavera 2024
ti dicevo… è andato tutto bene, anche se all’inizio ero spaventata. il chirurgo era così giovane…
hai mai sentito parlare di “donazione del corpo”?
avrà comunque fatto la pratica che serve in questi casi, magari con un software.
… e invece viene fuori che il caro vecchio corpo umano è ancora prezioso dopo la morte.
che vuoi dire?
sì, lo credevo anch’io…
sì, ho firmato per la donazione degli organi qualche anno fa.
vediamo allora di cosa si tratta.
no, la donazione del corpo è una cosa diversa, ma che non esclude la donazione degli organi, che ha sempre la priorità.
*Questo è il luogo in cui la morte è lieta di aiutare la vita.
donazione... un po’ di storia.
lo studio del corpo umano post mortem risale a tempi antichi e risponde alla necessità di osservare direttamente il corpo per capirne il funzionamento e conoscerne e curarne le patologie.
da questa necessità nascono gli studi di mondino de’ liuzzi (bologna, 1275-1326), cui si deve il primo trattato di anatomia…
… e in seguito di celebri anatomisti come andrea vesalio (bruxelles, 1514zante 1564) o anna morandi manzolini (bologna, 1714-1774). dai teatri anatomici diffusi in tutta europa nel rinascimento alle moderne “sale settorie”, l’obiettivo è quello di insegnare ai giovani medici la teoria unita all’osservazione pratica.
a partire dagli anni ‘70, quando l’accesso alle facoltà di medicina viene aperto agli studenti provenienti da ogni ordine di scuola superiore e fino all’introduzione di una selezione d’accesso il numero degli studenti delle facoltà di medicina diventa così alto…
… da rendere impossibile lo studio dell’anatomia sui corpi donati alla scienza. solo negli anni ‘90 con l’introduzione del “numero chiuso” per l’accesso alle Facoltà di Medicina, viene ripresa l’idea di studiare il corpo umano in sala settoria.
nel 2005 all’istituto di anatomia di bologna gli studenti hanno la possibilità di osservare solo segmenti ossei.
il comitato nazionale per la bioetica nel 2013 dichiara inaccettabile la destinazione dei corpi alla scienza in assenza del consenso del donatore.
nel 2012 viene stipulata una convenzione tra il comune di bologna e l’università di bologna nel rispetto della normativa vigente (regio decreto del 1933 e regolamento nazionale di polizia mortuaria del 1990): i corpi non richiesti dai famigliari possono essere donati alla scienza.
il defunto deve donarsi consapevolmente.
marzo 2020: viene approvata la prima legge italiana che disciplina la donazione del corpo su scala nazionale e istituisce i centri di riferimento nazionale per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti.
nel 2014 viene inaugurata una moderna sala settoria presso l’istituto di anatomia dell’università di bologna.
il corpo può essere un involucro che dopo la morte scompare immediatamente, oppure una crisalide che continua a evolvere per essere di aiuto al progresso della scienza e dell’umanità.
mmmh…
vedo che sei stupita… ma ti faresti operare da un chirurgo che non è mai intervenuto su un corpo vero? che ha fatto pratica sempre e solo su un manichino o, peggio, esegue l’intervento per la prima volta su di te?
certo, se ogni persona è un mondo a sé, ogni corpo può essere fonte di conoscenza. un manichino, per quanto realistico, non potrà mai essere paragonabile a un corpo reale. verso un corpo proviamo per forza empatia.
FRANCESCA GULINO
COSA AVVIENE PRIMA DEL DECESSO
si redige la dichiarazione di consenso alla donazione del corpo in una delle forme previste dalla legge.
nomina di una persona di fiducia (fiduciario) ed eventualmente di un suo sostituto, i quali dopo la morte gestiranno i rapporti tra il medico che accerta il decesso e il centro di riferimento che prenderà in carico il corpo del donatore.
consegna della dichiarazione di consenso all’azienda sanitaria di appartenenza.
l’empatia è un aspetto fondamentale, che stimola il medico-chirurgo a comprendere l’unicità del corpo e quindi dell’operazione.
COME FUNZIONA IL PERCORSO DI DONAZIONE
COSA AVVIENE DOPO IL DECESSO
il fiduciario comunica al medico che accerta la morte l’esistenza della volontà alla donazione. viene contattato il centro di riferimento più vicino al luogo del decesso, che si attiva per prendere in carico il donatore.
giunto al centro di riferimento, il corpo del donatore può essere conservato a +4 gradi dopo essere stato sottoposto a una procedura conservativa (embalming)…
il corpo donato costituisce sia per lo studente di anatomia che per il medico-chirurgo il “primo paziente”.
… oppure direttamente conservato a -20 gradi.
dopo circa dodici mesi, (termine previsto dalla l. 10/2020) i corpi vengono restituiti alle famiglie per la successiva cremazione o sepoltura.
donare il corpo dopo la morte è una decisione importante, che testimonia il rispetto per la vita, ma può certamente spaventare.
p u r r r r
ciascun individuo ha le proprie convinzioni, ma tutti credono nella ricerca scientifica.
è un gesto che comporta scelte morali. alcune religioni sacralizzano il corpo dopo la morte, ma con la donazione gli si attribuisce un nuovo valore, un valore universale.
l’importante, se si vuole condividere questa scelta, è farlo con sincerità.
ci sono persone che non hanno un vincolo particolare con il proprio corpo e pensano alla donazione del corpo come a un modo per fare del bene. un modo per sentirsi utili anche dopo la morte. il centro di riferimento si fa carico delle spese funebri e della cremazione, ma non è certamente l’aspetto economico la spinta alla donazione del corpo.
per la ricerca nella cura delle malattie, la donazione del corpo è di importanza sostanziale. ci sono molte resistenze nel mondo comune, legate forse ai tabù sulla morte e talvolta a luoghi comuni sulle pratiche mediche.
ma siamo sicuri che i famigliari dei donatori possano capire appieno e condividere questa scelta?
purrrr
come sarebbe a dire che vuoi donare il corpo?
tesoro, perché invece non fai volontariato?
mamma, non è così grave, in fin dei conti sarò già morta.
che idea! non pensi alla fatica che ho fatto per metterti al mondo? ti vuoi buttare via così?
è così che voglio essere utile al prossimo. la morte in fin dei conti è un passaggio e il mio corpo diventerà un tempio di conoscenza.
certo, se lo vogliamo…
be’, allora… dici che accettano anche gli anziani? anche i malati?
è proprio il contrario, non mi butteranno via. mi studieranno e mi tratteranno con rispetto.
poi mi restituiranno alla mia famiglia… potremo fare il funerale?
certo, tutti i corpi sono importanti, poiché possono raccontare e insegnare ancora tanto, oltre la vita.
capisco, o meglio, non del tutto. ma rispetto questa tua decisione.
grazie.
a volte i famigliari fanno fatica ad accettare la scelta del donatore.
mi hai fatto fare tardi, devo correre alla lezione di pilates. ciaoooooo…
e vedi di non morire prima di domenica, ché abbiamo il pranzo da zia lina. quella fa una tragedia pure se arrivi con cinque minuti di ritardo!
ci sono associazioni che si occupano di sensibilizzare e aiutare la comprensione di queste azioni di autodeterminazione. in italia, ci sono per esempio avis, admo e aido, tra le tante.
Gli stessi medici-chirurghi possono essere di aiuto per chiarire i dubbi e le incertezze dei familiari dei donatori attraverso una relazione seria e umana.
alla fine, oltre la fine, una scelta che sembrava complessa diventa naturale: un atto d’amore verso il prossimo.
ma lo scorrere della vita può riservare molte sorprese.
«Mio padre ha scelto di donare il suo corpo alla scienza per saldare il debito di riconoscenza con la Medicina. È stato ammirevolmente curato, assistito e rispettato, portando a termine la sua missione su questa terra dopo aver passato gli ultimi mesi in compagnia degli studenti. Lui, uomo di scuola, ha continuato a insegnare anche dopo la morte!»
Aneddoti, riflessioni e testimonianze professionali e scientifiche dal mondo dei donatori e dei loro famigliari sono il punto di partenza dei racconti di quest’opera, che restituisce la delicatezza e l’importanza del gesto della donazione del corpo alla scienza.
Progetto grafico: Sebastiano Barcaroli