II.9 L'assassinio di Kirov Kirov era un rivoluzionario di origine operaia, aveva da sempre propugnato una linea più morbida nella repressione ed era stato il maggior difensore dei perseguitati dal governo. Kirov era il segretario del partito comunista di Leningrado. Era stato nominato a questa carica nel 1925, quando Zinoviev, il segretario precedente, era stato cacciato dal partito insieme a Trotskij. Kirov era la figura più rappresentativa del gruppo dei moderati. Il primo dicembre 1934 a Leningrado Kirov viene assassinato da un giovane comunista. L'assassino viene giustiziato immediatamente. Quanti erano stati in contatto con l'assassino spariscono. I rapporti, anche epistolari, di Stalin con Kirov erano stati sempre improntati a grande cordialità72. Tuttavia Chruščëv nel suo rapporto al XX congresso del partito accusò Stalin di essere il mandante dell'assassinio di Kirov. Quando Kirov venne assassinato, le indagini si orientarono verso le trame dei bianchi, che, sia dall'estero dove vivevano in esilio, che dall'interno, organizzavano azioni terroristiche contro il regime sovietico. L'assassinio di Kirov fu l'occasione per scatenare una fase molto più grave del terrore. Il terrore, fortemente voluto e personalmente diretto da Stalin, non fu una aberrazione immotivata, ma la risposta alla tragica situazione in cui l'U.R.S.S. si trovava sul piano internazionale e sul piano interno73. Il pericolo dello scatenarsi di una II Guerra mondiale si faceva sempre più concreto. La Russia aveva contro di sé tutti i paesi capitalisti, praticamente tutto il mondo, dove veniva proclamata apertamente la volontà di distruggere l'U.R.S.S. Nel 1919 Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti, aveva proclamato: «Noi dobbiamo darci da fare perché il governo del popolo non si diffonda da noi o in qualche altro paese». Lo scopo dichiarato delle potenze europee, 14 paesi che avevano inviato le proprie truppe a combattere contro l'armata rossa durante la guerra civile, era stato quello di bloccare l'infezione bolscevica. Anche dopo la fine della guerra civile l'atteggiamento verso la Russia delle nazioni dove la rivoluzione bolscevica era stata sconfitta, non era cambiato. Il nazionalismo più esasperato si era diffuso in tutta l'Europa: le dittature fasciste ne erano l'espressione più estrema. Il sogno rivoluzione di un mondo senza confini e senza frontiere era svanito. L'U.R.S.S. correva il rischio di venire distrutta. Per le popolazioni slave si profilava il pericolo del genocidio: infatti, nei piani di Hitler gli slavi, considerati una razza inferiore, 72 73
Kirov si era schierato con Stalin nel 1926 contro la sinistra. Losurdo 2008.
56