la strada che aveva scelto. Gli esiti della politica estera di Gorbačëv furono molto diversi dalle sue aspettative. I paesi dell'Europa Orientale, invece di marciare con l'U.R.S.S. sulla strada delle riforme promesse da Gorbačëv, troncarono tutti i legami che li univano all'Unione Sovietica, sciogliendo il Comecom ed il Patto di Varsavia. Questi paesi erano rimasti legati all'U.R.S.S. a causa della sua schiacciante forza militare e dell'assistenza economica che essa forniva loro con fornitura di materie prime a prezzi stracciati. Quando Honecker, Ceausescu e gli altri capi di stato chiesero all'U.R.S.S. l'aiuto militare contro i propri popoli, ai quali erano invisi da sempre, Gorbačëv glielo negò245. I cittadini sovietici, preoccupati dagli eventi interni all'U.R.S.S. e dall'aggravarsi delle proprie condizioni economiche, non prestavano attenzione a quanto accadeva nell'Europa dell'Est246. Benché dalla fine della II Guerra mondiale l'esercito sovietico presidiasse tutto il territorio ad est dell'Elba, i paesi del Patto di Varsavia non si trovavano affatto nella condizione di colonie, anzi in molti di questi paesi il tenore di vita era notevolmente superiore a quello dei cittadini russi. A partire dalla seconda metà del 1989 i regimi comunisti dell'Europa orientale, non più sostenuti alle forze armate russe, caddero uno dopo l'altro. In Polonia si tennero libere elezioni in cui i comunisti furono sonoramente sconfitti e a capo del governo fu nominato l'anticomunista Tadeusz Mazowiecki. I cittadini della Repubblica Democratica Tedesca emigrarono a frotte nella Germania Federale, passando prima attraverso l'Ungheria e direttamente attraverso il confine poi. Cadde il governo comunista in Bulgaria. In Cecoslovacchia Gusta Husák, che aveva governato dopo la fine della primavera di Praga, rassegnò le dimissioni ed il parlamento elesse al suo posto il drammaturgo Václav Havel. In Romania, il dittatore sanguinario Nicolae Ceausescu fu catturato con la moglie dalla milizia popolare, mentre tentava la fuga, ed entrambi furono fucilati247.
IV.13 Progressivo indebolimento dello stato centrale e del partito Nel febbraio del 1990, su proposta del fisico e premio Nobel Sakarov, il congresso del popolo abolì l'articolo 6 della costituzione, promulgato da Brèžnev nel 1977 e che stabiliva il ruolo del partito comunista sovietico. Sempre nel febbraio 1990 la stampa russa cominciò a parlare apertamente della possibilità della disgregazione dell'Unione Sovietica. 245
Zaslavsky 1995. Service 1999. L'U.R.S.S. non traeva benefici economici dai paesi dell'Europa dell'Est. 247 Service 1999. 246
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