Radiocorriere Tv n 45 Anno 94

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NON SVEGLIATEMI...

THE VOICE SENIOR

Torna il talent show condotto da Antonella Clerici. Con i coach Loredana Bertè, Clementino, Arisa e le new entry Nek e Rocco Hunt. Da venerdì 14 novembre in prima serata su Rai 1

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FRANCO BATTIATO. IL LUNGO VIAGGIO

Dario Aita dà voce e volto al cantautore e alla sua “anima”. Al via le riprese del Tv Movie di Renato De Maria 12

GIANLUCA GAZZOLI

Ventiquattro artisti pronti a sfidarsi a “Sanremo Giovani”, dall’11 novembre in seconda serata su Rai 2. Intervista del RadiocorriereTv al conduttore

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IL COMMISSARIO RICCIARDI

Da lunedì 10 novembre su Rai 1 la terza stagione della serie con Lino Guanciale tratta dalla saga di Maurizio De Giovanni. Le voci del regista e dei protagonisti

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RADIOCORRIERETV

SETTIMANALE DELLA RAI

RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

Numero 45 - anno 94 10 novembre 2025

DIRETTORE RESPONSABILE

FABRIZIO CASINELLI

Redazione - Rai

Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213

LA PROMESSA DI PATRIZIO OLIVA

Terminate le riprese del tv movie di Simona Ruggeri sullo “Sparviero” del ring. Il film tv prossimamente sulla Rai

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Dal nuoto alla pista da ballo del sabato di Rai 1 con la stessa determinazione. L’ex campione Filippo Magnini si racconta al RadiocorriereTv 16

www.radiocorrieretv.rai.it www.ufficiostampa.rai.it

Collaborano Laura Costantini

Cinzia Geromino

Tiziana Iannarelli Vanessa Penelope Somalvico

Trenta nuove storie di eroi comuni, insigniti dal Presidente Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal lunedì al venerdì dal 10 novembre alle 20.15 su Rai 3

La Rai media partner del 43° Torino Film Festival.

Tutte le iniziative

JUVENTUS –IL DECENNIO D’ORO

In anteprima al Torino Film Festival il docu coprodotto da Rai Documentari che racconta il decennio 1975-1985 della Vecchia Signora

La Rai si racconta in

MUSICA

Riparte l’avventura dei Negrita. Dal vivo tra palchi e nuove scenografie

DONNE IN PRIMA LINEA

Il Vice Questore Rosa Manzo, Dirigente dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea e Marittima di Cagliari racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato

RAI RAGAZZI

“Crush”, la storia di Matilde. Come scoprire i segni di un amore tossico, anche da adolescenti. Serie di Rai Kids in onda dal 13 al 17 novembre alle 22.30 su Rai Gulp

CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR Quel che si cela dietro

L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai

Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay

Una selezione dei film in programma sulle reti Rai

NON BASTA ESSERE I PIÙ BRAVI…

Ventiquattro artisti pronti a sfidarsi in scontri diretti nel corso di quattro puntate verso “Sarà Sanremo”, un ponte che conduce direttamente al palco dell’Ariston. L’11 novembre in seconda serata su Rai 2, Rai Radio 2 e RaiPlay, torna “Sanremo Giovani”. Il conduttore al RadiocorriereTv: «A prescindere dal risultato, da chi vince, da chi passa, sarà una grande occasione per tutti loro. Il mio compito sarà quello di accompagnarli in una gara che sia più umana e calorosa possibile»

Cosa ha pensato quando ha saputo che avrebbe condotto “Sanremo Giovani”?

È stata una grande esplosione di emozioni, forse la più grande che abbia mai provato. Per ogni step raggiunto nel mio percorso professionale sono sempre stato molto felice, ma subito dopo mi focalizzavo su quello successivo. Questa volta è andata diversamente, mi sono proprio emozionato. Carlo (Conti) mi ha dato questa possibilità, un qualcosa che avevo sempre sognato, perché Sanremo è un sogno per chiunque, figuriamoci se non lo è per chi fa il mio mestiere (sorride). Un’emozione che si è trasformata immediatamente in un forte senso di responsabilità rispetto all’incarico, con la voglia di farlo nel migliore dei modi.

Come sarà la vostra gara?

La voglia e la volontà sono quelle di renderla il più umana e calorosa possibile. Mi piacerebbe riuscire a far arrivare le emozioni dei ragazzi in gara, insieme alle mie, al pubblico che ci seguirà in televisione o su RaiPlay. “Sanremo Giovani” è sicuramente un’opportunità importante per la musica di chi gareggia ma anche per i giovani, le loro vite. A prescindere dal risultato, da chi vince, da chi passa, sarà una grande occasione per tutti loro.

I nomi dei finalisti sono ormai noti, l’11 novembre sarete in onda…

Mi sono subito informato sui ragazzi, sono andato a vedere chi sono. Ho mandato loro un in bocca al lupo attraverso i miei social proprio perché mi sento molto dalla loro parte. Ho trovato degli artisti che conosco, qualcuno l’ho incrociato, altri invece non li ho mai sentiti, motivo che mi rende ancor più curioso.

Cosa si aspetta da questi giovani artisti?

Grande emozione e soprattutto tanta voglia di stupire, di colpire. Oltre a questo, la consapevolezza di poter vivere un’espe-

rienza importante a prescindere dal risultato. Nel corso della storia della nostra musica “Saremo Giovani” è stato per così dire l’anticamera di carriere e successi importanti, non necessariamente legati al Festival. Il mio compito è quello di accompagnare i ragazzi, i protagonisti sono loro.

Da uomo di radio e di musica, cosa deve avere un brano per “spaccare”?

La parola chiave è “verità”. Quando un brano è vero, a prescindere dal genere musicale a cui appartiene, arriva alle persone. Le canzoni che restano nel tempo sono quelle meno omologate, che spiazzano, colpiscono, che inventano un suono. Questo ha permesso a grandi artisti di affermarsi, di creare grandi repertori.

Cosa deve avere invece un artista per rimanere nel tempo?

Non basta essere i più bravi, di gente brava ce n’è tanta, ma alla fine quelli che ce la fanno, tra i più bravi, sono i più determinati, coloro che hanno la capacità di rimettersi in gioco, che in qualche modo non si arrendono e vanno avanti. Il talento è necessario, ma ci deve essere anche una predisposizione al lavoro, alla cura dei dettagli, alla crescita, all’umiltà di guardare sempre al futuro.

Cosa le piace della musica di questi anni Venti?

Ci sono tante cose che mi piacciono e ce ne sono altre che mi piacciono meno. La musica che preferisco riesce, dal vivo, a dare emozioni ancora più forti. Penso ad esempio a Ultimo, al quale mi lega un’amicizia nata proprio a Sanremo nel 2018, o più recentemente a Olly.

Cosa rappresenta per lei il Festival?

Sanremo vuol dire famiglia, vuol dire amici: il Festival custodisce in sé alcuni valori che appartengono all’Italia. Sin da piccolo sognavo di poterne fare, in qualche modo, parte. Oggi questo sta succedendo. Un sogno si realizza e diventa un punto di partenza.

Quali sono i brani che per lei raccontano, meglio di altri, Sanremo?

“Almeno tu nell’universo”, una canzone che ho scoperto solo in un secondo momento: quando Mia Martini la portò al Festival io ero troppo piccolo. “Laura non c’è”, perché andai dal parrucchiere per mesi con la foto di Nek cercando di replicare il suo taglio di capelli, cosa che risultò impossibile. E “Occidentalis Karma”, brano vincitore del primo Festival visto con miei occhi. Fu proprio in quell’occasione che mi promisi di ritornarci un giorno in una nuova veste.

THE VOICE SENIOR

Torna il talent show condotto da Antonella Clerici. Con i coach Loredana Bertè, Clementino, Arisa e le new entry Nek e Rocco Hunt. Da venerdì 14 novembre in prima serata su Rai 1

Èormai un cult della televisione italiana premiato da milioni di telespettatori. Da venerdì 14 novembre arriva in prima serata su Rai 1 la nuova edizione di “The Voice Senior”, il talent show condotto da Antonella Clerici che premia le più belle voci over 60 del Paese. Grandi novità per la sesta stagione: accanto ai confermatissimi Loredana Bertè, Arisa e Clementino, fanno il loro ingresso come coach nella giuria due tra le voci più amate della musica italiana: Nek e Rocco Hunt, quest’ultimo in coppia con Clementino, con il quale condividerà l’ambita poltrona. Invariata la formula che ha decretato il successo del programma e che, anno dopo anno, ha regalato al pubblico indimenticabili storie di vita e musica. Si inizia con le avvincenti “Blind Auditions”, le tradizionali “audizioni al buio” dove i giudici, di spalle, ascoltano i concorrenti senza poterli vedere. Sarà solo la loro voce a doverli conquistare: in quel caso, il coach potrà voltarsi per aggiudicarsi il concorrente in squadra. Se più coach si volteranno, invece, sarà il concorrente a decidere in quale team gareggiare. Anche quest’anno, nella fase delle “Blind”, i coach potranno contare su

due preziose “armi”: il tasto “Blocco”, che impedisce a un altro coach di scegliere un concorrente, e il tasto “Seconda Chance”, che permette a ciascun coach di far esibire nuovamente, in una delle puntate successive, un artista che non è riuscito a convincere nessuno al primo tentativo. Al termine della quarta e ultima puntata di “Blind”, i quattro coach dovranno selezionare i 24 concorrenti prescelti – 6 per team – che passeranno al “Knock Out”, la semifinale, in cui i talenti di ciascuna squadra si sfideranno con un brano assegnato dai rispettivi coach. Saranno sempre i coach a decidere, in questa puntata, chi far andare avanti nella gara e solo 3 concorrenti per team accederanno alla spettacolare “Finale” dove sarà il pubblico da casa, tramite il televoto, a decretare chi vincerà la sesta edizione di “The Voice Senior”. Sei nuove puntate per un’edizione che si preannuncia ancora più ricca di musica, emozione e divertimento. Oltre alle straordinarie performance dei concorrenti – che proporranno al pubblico una selezione del miglior repertorio canoro italiano ed internazionale – non mancheranno, come di consueto, le esibizioni delle “guest star” di puntata e gli ormai irrinunciabili duetti dei coach con i concorrenti impreziositi quest’anno dall’arrivo di Nek e Rocco Hunt. Ancora una volta il palco di “The Voice Senior” si prepara a trasformarsi in una grande festa della musica, dove ogni storia è fonte di ispirazione ed ogni esibizione è la testimonianza che nella vita non è mai tardi per seguire le proprie passioni. 

INTENSO, PURO, LIBERO

Inizia lunedì 10 novembre la terza stagione della serie di successo tratta dalla saga di Maurizio De Giovanni: «Credo che il commissario aspettasse da tempo di raggiungere un punto della propria vita in cui potersi lasciar andare a un’espressione di gioia» racconta Lino Guanciale che ha vestito, con successo, i panni del Commissario

LINO GUANCIALE

Inizia un nuovo capitolo del Commissario Ricciardi e questa volta lo vedremo sorridere. Che cosa nasconde quel sorriso?

In realtà nulla. È semplicemente il sorriso di Ricciardi, un dato purissimo e, come tutte le prime volte, è sincero e liberatorio. Non maschera niente, esprime solo il desiderio, finalmente, di concedersi la possibilità di sorridere. Avendo avuto l’onore di indossare i suoi panni per un po’, credo che il commissario aspettasse da tempo di raggiungere un punto della propria vita in cui potersi lasciar andare a un’espressione di gioia, qualcosa che all’inizio sembrava inimmaginabile. In questa stagione c’è davvero tutto, portato forse un po’ all’estremo: e anche la gioia è intensa, profonda e liberatoria.

È possibile immaginare la storia del commissario al di fuori del testo di Maurizio De Giovanni?

Io ho scelto fin dall’inizio di restare molto aderente alla natura del personaggio, così come è restituita nella scrittura originale dell’autore. È il motivo per cui ci tenevo a non sciupare l’opportunità, in questa terza stagione, di mostrare un Ricciardi liberato dalla propria corazza, dopo averlo invece tenuto molto protetto, soprattutto nella prima serie. Quello che impari interpretando un personaggio è che, anche quando ti sembra di allontanarti dalla versione letteraria, se l’approccio è rigoroso — come ho cercato di fare — in realtà non ti stai allontanando: stai traducendo. E una buona traduzione da una lingua all’altra funziona proprio quando “tradisce” il testo solo quanto basta per restare il più possibile fedele allo spirito originario. Ho avuto la sensazione — grazie al rigore con cui ho lavorato sin dalla prima stagione — che in questa terza parte, anche nei momenti

in cui mi chiedevo: “Ma è giusto che sorrida così? Che si comporti così con Enrica?”, fosse come essermi un po’ ricciardizzato. L’idea, da dentro, è di non essermi affatto allontanato dal personaggio del romanzo. Anzi.

Che tipo di essere umano sarebbe Ricciardi se vivesse nella nostra contemporaneità?

Ricciardi oggi sarebbe esattamente ciò che è nei libri e nella serie: un uomo che cerca la giustizia. La sua priorità resterebbe quella, e continuerebbe a voler svolgere il proprio lavoro con dedizione, perché sa che farlo bene è un modo per conquistare una forma di liberazione personale e per ritagliarsi un angolo di utilità nel mondo. Mi piacerebbe vederlo muoversi nella nostra quotidianità. E, lo ammetto, se potessi prendere un caffè con lui, gli chiederei consiglio su come misurarmi — e misurarci — con questo tempo. Perché, da un punto di vista di coerenza, Ricciardi è senz’altro un esempio raro.

GIANPAOLO TESCARI, REGISTA

Alla guida della terza stagione, com’è andata?

È una stagione con eventi e snodi diversi dal solito, che hanno permesso di sviluppare meglio, secondo me, la storia tra Ricciardi ed Enrica, che è sempre stata qualcosa che si ripeteva con una serie di moduli fissi: la ricerca, il rifiuto… in questo caso la ricerca arriva a un risultato che diventa vincente, anche se attraversando, e cercando di risolvere un po’ di ostacoli. Tutte le storie però convergono nel finale.

Qual è la caratteristica umana di questo personaggio che più di altre deve emergere?

Ricciardi è un personaggio strano, onestamente, e in questo senso è affascinante. È un poliziotto durante il regime fascista, ha un’idea della giustizia fondamentalmente etica, per la quale detesta la sopraffazione, l’arroganza, la violenza. Ma questa idea è totalmente coerente. La cosa che lo rende strano è che rispetto al fascismo è di un qualunquismo totale. L’unico rapporto che ha col fascismo è attraverso Modo, il medico antifascista, che un bellissimo personaggio, che il suo amico migliore, che lui tenta di difendere perché ha paura che venga colpito dalla polizia segreta. In questa terza stagione perfino Ricciardi, che sempre tende a portare la testa alta rispetto al fascismo, affronta un problema e risolve.

MARIA VERA RATTI

Terzo capitolo, nuove sfide. Quali sono quelle di Enrica?

Mantenere i nervi saldi, perché sarà abbastanza provante per lei. Devo dire che questa è stata una stagione abbastanza felice, mi sono fatta proprio guidare dal ritmo della scrittura, dall’energia che nel tempo si è creata sul set e che ha reso più facile il nostro lavoro.

Contemplata da lontano, amata nel senso più puro…

Enrica vive nel suo tempo, da questo non può prescindere. Però la sua attitudine caratteriale esiste, è un tipo umano, è un archetipo presente anche nel mondo di oggi, le sue attitudini sono assolutamente universali, fuori dal tempo.

Che insegnamento dà il personaggio di Ricciardi?

Ricciardi mette duramente alla prova Enrica, perché da un lato queste due persone sono scelte, però Ricciardi ha delle problematiche, delle complessità che non le appartengono, perché è una ragazza estremamente più spensierata, e questo quindi le fa fare i conti con un mondo e con delle profondità che non aveva mai toccato.

C’è qualcosa che ancora il pubblico non ha compreso fino in fondo di questa storia?

L’elemento sorpresa che spiazza il pubblico rimane sempre Ricciardi. Le intenzioni ci sono tutte, così come le sue paure, che lo frenano. È il personaggio che ha più polarizzazioni e di conseguenza è il più imprevedibile.

SERENA IANSITI

Una rockstar in difficoltà... … che prenderanno il sopravvento sulla povera Livia, sempre più lacerata dai suoi tormenti e dai dolori del passato, di cui in molti si prenderanno gioco.

Perché Livia si innamora di Ricciardi?

Perché è un uomo moderno come lei, in modi diversi, ma attraenti. Il commissario ha una spiccata femminilità, nel senso dell’ascolto, della sensibilità, della dolcezza, molto raro negli uomini dell’epoca. Elegante ed estremamente in ascolto degli altri, Livia riconosce nel dolore di quest’uomo il suo dolore, creando una connessione umana, che va oltre la chimica, l’interesse fisico, e per lei, abituata a relazionarsi con gli uomini sempre e solo in modo sensuale, è una novità. C’è dunque una affinità elettiva di anime, anche se la sua manifestazione di interesse è spesso troppo aggressiva, impetuosa. Quando capisce che è innamorato di un’altra ragazza, impazzisce, compie gesti di cui poi si pente. Insomma, è l’amore che le scombina tutto.

In libreria

Franco Battiato Il lungo viaggio

Dario Aita dà voce e volto al cantautore e alla sua “anima”. Al via le riprese del Tv Movie di Renato De Maria

Le pieghe più nascoste dell’animo di un grande cantautore che con il suo mix di ironia e spiritualità, ha scritto alcune delle pagine più significative della musica italiana, cambiandone profondamente le atmosfere e le percezioni. Le svela il nuovo Tv Movie “Franco Battiato. Il lungo viaggio” - diretto da Renato De Maria e scritto da Monica Rametta, con Dario Aita nel ruolo di Battiato – le cui riprese sono cominciate a Milano e si concluderanno in Sicilia il 24 novembre. Il biopic - coprodotto da Rai Fiction e Casta Diva Pictures - prende le mosse dalla Sicilia dove Battiato nasce, tra sole, mare e l’Etna vicino. Bambino curioso e affamato di vita, cresce in un rapporto esclusivo con sua madre Grazia (interpretata da Simona Malato) e molto conflittuale con suo padre, mentre scopre l’amore per la musica. Trasferitosi a Milano negli anni Settanta per inseguire il sogno di diventare un artista, entra in contatto con la scena culturale della città. In questo ambiente conosce Fleur Jaeggy (Elena Radonicich), amica e musa, primo dei memorabili incontri che contribuiranno alla crescita autorale e spirituale di Battiato. Dopo gli album d’esordio, caratterizzati da una sfrenata sperimentazione, Battiato si avvicina alla musica commerciale diventando proficuo autore di testi indimenticabili e lanciando cantanti come Alice e Giuni Russo. Allo stesso tempo, però, continua ad essere alla spasmodica ricerca di se stesso; lo agita una profonda crisi esistenziale, che segna il punto di rinascita dell’uomo, oltre che dell’artista. L’incontro con la filosofia di Gurdjieff e con nuovi maestri apre a Battiato un percorso interiore radicale. La consacrazione arriva con l’album “La voce del padrone” e con collaborazioni importanti, ma lui non smette di cercare qualcosa di più alto del successo. Il rapporto con la Sicilia resta un punto fermo, la sua casa e il suo rifugio. La sua vita e la sua musica diventano un viaggio continuo verso un altrove.

La promessa di Patrizio

Terminate le riprese del tv movie di Simona Ruggeri su Oliva, lo “Sparviero” del ring. Una storia di coraggio, amore familiare e riscatto sociale. La pellicola è coprodotta da Rai Fiction e Cinema Fiction

Una storia di riscatto sociale, cuore e talento in una Napoli che lotta, soffre, sogna e fa da cornice alla vita di un ragazzo – Patrizio Oliva - che, sfidando povertà e destino, ha inciso il suo nome nel firmamento della boxe. È la storia che Simona Ruggeri dirige in “La promessa di Patrizio”, il tv movie coprodotto da Rai Fiction e Cinema Fiction, le cui riprese sono terminate a Napoli, dopo cinque settimane di set. Al centro del racconto, la vita del pugile napoletano, campione del mondo e oro olimpico a Mosca nel 1980, soprannominato “Sparviero” per la velocità e l’eleganza sul ring. Scritto da Valerio D’Annunzio, Fabio Rocco Oliva, Patrizio Oliva, il film ha come scenario il capo-

luogo partenopeo, nei luoghi simbolo della città e nei quartieri dove Patrizio Oliva - interpretato da Ciro Minopoli - è cresciuto e si è formato come uomo e come atleta. Nel cast, anche Fortunato Cerlino, Antonia Truppo, Azzurra Mennella, Annalisa Pennino, Erasmo Genzini, Francesca Colasante, Maria Luisa Addezio, Gianluca Di Gennaro, Gennaro Silvestro e lo stesso Patrizio Oliva. Il giovane che sarebbe diventato lo “Sparviero”cresciuto in una famiglia numerosa e in un quartiere difficile di Napoli - dopo la tragica perdita del fratello maggiore Ciro, decide di raccoglierne l’eredità e di combattere per riscattare sé stesso e la sua famiglia. Magro, fragile, ma determinato oltre ogni previsione, Patrizio trova nella boxe una via di salvezza, trasformando il dolore in forza e il talento in disciplina. Una promessa fatta al fratello lo guida verso un destino straordinario: diventare campione olimpico e simbolo di speranza per un’intera città. Quella di Patrizio è una storia di coraggio, amore familiare e riscatto sociale. Una battaglia nell’arena della vita che, come sul ring, si vince solo rialzandosi ogni volta.

IL RITMO DEL NUOTO, LE EMOZIONI DEL BALLO

Dal nuoto alla pista da ballo con la stessa determinazione. L’ex campione Filippo Magnini al RadiocorriereTv: «Il pubblico mi dà una grande energia. Se nel nuoto non si sente granché, in pista l’ovazione ti carica a fare ancora di più»

Cosa le ha fatto dire di sì alla proposta di Milly Carlucci?

La curiosità di imparare una disciplina così lontana da me e provare a fare il massimo. In più “Ballando”, senza tanti giri di parole, è un programma in prima serata, è seguitissimo e per me questo è lavoro.

Cosa stanno portando “Ballando” e il ballo nella sua vita?

Mi stanno mettendo alla prova perché devo superare la difficoltà più grande, che non è ballare, ma stare spesso lontano dalla mia famiglia.

Il nuoto e il ballo, c’è qualcosa che li unisce?

Forse il ritmo che serve in entrambe le discipline, la costanza nell’allenamento. Ma molte cose sono opposte, nel ballo devi lasciare andare le emozioni, nel nuoto le devi trattenere.

Nel nuoto si gareggia da soli, a “Ballando” in coppia… cosa cambia per un atleta?

Si pensa che il nuoto sia uno sport individuale ma insieme all’atleta ci sono una squadra, un allenatore, un compagno di allenamento. La differenza è che nel ballo l’allenatore scende in gara con te. Ti dà proprio una mano durante la gara.

Un pregio (e un difetto) della sua partner Alessan-

dra Tripoli…

Il pregio è che è molto precisa ed esigente. Un difetto? Studia bene la coreografia più bella e difficile da propormi, dimenticandosi a volte che sono un nuotatore (sorride).

Cosa le ha insegnato, in queste sei prime settimane di gara, “Ballando con le Stelle”?

Che ogni settimana si deve cominciare con un nuovo ballo, apparentemente sconosciuto, ma che le cose che hai imparato la settimana prima ti servono, quindi è un percorso continuo.

Cosa prova di fronte all’affetto e all’applauso del pubblico che la scopre in una veste diversa?

Il pubblico mi dà una grande energia. Se nel nuoto non si sente granché, in pista l’ovazione ti carica a fare ancora di più.

Il complimento/giudizio che le ha fatto più piacere tra quelli ricevuti dalla giuria?

La prima puntata Ivan Zazzaroni mi ha detto che potevo essere un vincitore e questo mi ha dato una grande carica.

Quando la giuria la fa “arrabbiare”?

Provo a farmi scivolare le cose addosso. Sto comunque facendo un programma tv dove tutti vogliono fare show.

Ha un gesto scaramantico prima di andare in scena?

Do il cinque a Massimiliano Rosolino in camera delle stelle.

Pensi al podio di “Ballando”, chi ci vede sopra?

Chiunque, ovviamente mi farebbe piacere essere tra quei tre.

A chi dedica questa avventura?

A mia moglie e alle mie figlie, che sono sempre con me nel mio cuore.

Trenta nuove storie di eroi comuni, insigniti dal

Presidente Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal lunedì al venerdì dal 10 novembre alle 20.15 su Rai 3

Tornano le grandi storie di eroismo quotidiano di cittadine e cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella nuova stagione di “Nuovi Eroi”, il format originale prodotto da Stand by Me e Rai Approfondimento con la preziosa collaborazione del Quirinale, in onda dal lunedì al venerdì a partire dal 10 novembre alle 20.15 su Rai 3. Trenta nuove puntate per raccontare le storie straordinarie di persone che si sono distinte in alcuni campi professionali e non solo: eroi comuni, quasi sempre sconosciuti al grande pubblico, rappresentativi dei più alti valori umani e solidali che definiscono il significato di Nazione, che si sono fatti apprezzare per l’impegno civile e per il forte senso di comunità, diventando un esempio virtuoso per tutto il

Paese. In ogni puntata la storia di uno di questi eroi comuni viene raccontata attraverso un’intervista diretta al protagonista, intervallata dalle testimonianze di amici, familiari e colleghi, da immagini fotografiche e video privati e da repertorio di cronaca, perché le loro vicende s’intrecciano molto spesso con momenti cruciali della nostra storia recente. Anche per questa stagione, a guidare il racconto la voce fuori campo di Veronica Pivetti, mentre i passaggi decisivi della vita del protagonista di puntata sono ricostruiti come sempre attraverso il repertorio personale foto e video trattato attraverso innovative tecniche di rielaborazioni delle immagini. Chiude ogni episodio la cerimonia di conferimento dell’Onorificenza al Merito Civile svoltasi al Quirinale alla presenza del Presidente Mattarella. Un Ordine “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari’’. 

Ernia

Tommaso Paradiso

Achille Lauro

Giorgia

Pinguini Tattici Nucleari

Bresh

Damiano David, Tyla & ..

Annalisa feat. Marco M..

Emma, Juli

Tiziano Ferro

Per te

Lasciamene un po’

Senza Una Stupida Storia

Golpe Amaro

Dai Che Fai

TALK TO ME

Piazza San Marco

Brutta storia

Fingo&Spingo

LA RAI MEDIA PARTNER DEL TORINO FILM FESTIVAL

Al Centro di Produzione Tv di Torino di via Verdi riapre la “casa” del cinema

Il Centro di Produzione Rai del capoluogo piemontese torna ad aprire le porte al Torino Film Festival, giunto alla 43esima edizione, di cui Rai è Main Media Partner, con Rai Cultura Content Partner e Rai Radio3 radio ufficiale. Dal 21 al 29 novembre negli spazi di via Verdi 14, in particolare, torneranno gli uffici operativi della rassegna, mentre lo Studio Tv1 in via Verdi 16 – con accesso dal Museo della Radio e della Televisione – ospiterà il Media Center del TFF.

Ampio spazio alla rassegna sarà garantito da servizi, collegamenti e approfondimenti in tv, alla radio, su digital e social oltre negli spazi informativi dei Tg, di RaiNews24, di RaiNews. it, della Tgr Piemonte e dei Gr Rai.

La copertura di Rai Cultura, come Content Partner, prevederà due Speciali di “Cinematografo” per il TFF con Gigi Marzullo, in onda su Rai 1, e due Speciali di “MovieMag” trasmessi su Rai Movie domenica 23 e 30 novembre in seconda serata, e disponibili anche su Rai Play. Sempre su RaiPlay saranno disponibili quotidianamente i tv call realizzati dalla redazione di Rai Cultura.

La Direzione Day Time, inoltre, proporrà lanci e interviste nei programmi contenitore durante i giorni del Festival. Per la Radio, su Rai Radio3 – Radio Ufficiale - “Hollywood Party” sarà quotidianamente in onda dalle 19 alle 20 in diretta dal Museo della Radio e della Televisione. Su Rai Radio1 seguirà l’evento la redazione cultura e spettacoli del Gr, mentre su Radio2 se ne occuperanno “Stai Serena”, con Serena Bortone e Massimo Cervelli (in onda dal lunedì al venerdì alle 12) e “Tutti nudi” con Elena Di Cioccio, Pippo Lorusso e Francesco Migliazza (in onda il sabato e la domenica alle 17.00). Anche su Isoradio spazio al TFF nel programma “Da casello a casello” con Camilla Ferranti, in onda dal lunedì al venerdì alle 11.00.

Juventus Il Decennio D’Oro

Quando il calcio non è solo un gioco, ma uno specchio della storia e della società. In anteprima al Torino Film Festival

Una delle epoche più belle del calcio italiano, dominata dalla “Vecchia Signora”. La ripercorre il doc “Juventus – Il Decennio D’Oro”, una produzione Lux Vide, Società del Gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Documentari, che sarà presentato mercoledì 26 novembre in anteprima Fuori Concorso nella sezione Zibaldone al Torino Film Festival, e successivamente trasmesso sulle reti Rai. Il documentario diretto da Angelo Bozzolini racconta il decennio d’oro della squadra di calcio torinese, dal 1975 al 1985, momento in cui la Juventus si afferma conquistando trofei nazionali e internazionali. Ma non si tratta solo di una storia di successi sportivi: è un viaggio attraverso un’Italia segnata da forti tensioni sociali, terrorismo e scandali. Il racconto si sviluppa attraverso le testimonianze dei grandi protagonisti di allora, tra cui Marco Tardelli, Michel Platini, Zbigniew Boniek e Dino Zoff. Ne esce la fotografia di un momento cruciale della storia del Paese. Dalla rivalità cittadina con il Torino negli anni di piombo, fino alla tragedia dell’Heysel nel 1985, la Juventus si erge a simbolo di eccellenza e resistenza. L’arrivo di Giovanni Trapattoni in panchina segna l’inizio di una rivoluzione tecnica e mentale, mentre l’Avvocato Agnelli e Giampiero Boniperti costruiscono una squadra di campioni i: Zoff, Scirea, Tardelli, Bettega, fino agli stranieri di classe mondiale Platini e Boniek. In questo periodo la Juventus vince scudetti, Coppe Uefa e, infine, la tanto agognata Coppa dei Campioni, anche se questo trionfo è oscurato dalla tragedia dello stadio Heysel, che cambia per sempre il calcio europeo. Un racconto di gloria e dolore, di sogni e cadute, che mostra come il calcio non sia mai solo un gioco, ma uno specchio della storia e della società.

LA MACCHINAZIONE

Nel 1975 Pasolini lavora al film “Salò” e al romanzo “Petrolio”, mentre scava nei rapporti opachi tra potere e affari. La relazione con il giovane Pino Pelosi e il furto del negativo del film lo spingono dentro un clima sempre più minaccioso. La Roma che attraversa è un labirinto politico e personale, carico di tensioni e ambiguità. Il film segue passo dopo passo la spirale che lo trascina verso l’ultima notte a Ostia. Massimo Ranieri interpreta un Pasolini inquieto e lucido, tratto dal libro di David Grieco. Una storia che interroga il presente con le sue ombre più dure. 

Basta

IL COLIBRÌ

Negli anni Settanta Marco Carrera incontra Luisa Lattes, un amore assoluto che non diventerà mai una storia ma attraverserà tutta la sua vita. Da adulto vive a Roma, dentro un equilibrio fragile fatto di scelte mancate e legami irrisolti. Il matrimonio con Marina è segnato dall’infedeltà, mentre il rapporto con la figlia Adele resta l’unico approdo stabile. La sua esistenza procede come un volo immobile, nel tentativo di resistere agli urti del destino. L’arrivo di figure nuove e antiche fa emergere ferite, resilienza e dolori non detti. Dal romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020.

Basta un Play!

GERRI

Gregorio “Gerri” Esposito ha trentacinque anni, origini rom e uno sguardo che racconta più del passato che vuole mostrare. È un ispettore brillante e inquieto, capace di leggere gli indizi come se ascoltasse la terra assolata di Puglia. Nelle indagini si butta senza rete, attirando i rimproveri del capo della mobile e la stima silenziosa dei colleghi. La sua vita è un equilibrio tra talento e ferite, tra margini sociali e un istinto investigativo fuori scala. Ogni caso diventa un modo per fare i conti con ciò che lo ha plasmato. Dai romanzi di Giorgia Lepore.

LA VOLPE

E LA BAMBINA

In una valle del massiccio del Giura una bambina osserva il mondo con la curiosità limpida di chi scopre tutto per la prima volta. Durante un mattino d’autunno incontra una volpe, creatura elegante e sfuggente che la affascina e la intimorisce. Passo dopo passo trova il coraggio di avvicinarsi, trasformando la paura in meraviglia. La natura diventa un terreno di crescita, dove ogni incontro insegna delicatezza e rispetto. La voce narrante di Ambra Angiolini accompagna questo viaggio intimo e poetico. Dal regista de “La marcia dei pinguini”, Luc Jacquet.

Riparte l’avventura DEI NEGRITA

Dal vivo tra palchi e nuove scenografie

Dopo i concerti da tutto esaurito della scorsa primavera, la band torna con “Canzoni per anni spietati tour in teatro 2025”, 22 date nei principali teatri italiani tra inediti set elettrici e una scaletta completamente rinnovata

“Canzoni per anni spietati tour in teatro 2025”, è il nuovo viaggio live dei Negrita, che ritornano in formazione completa con uno spettacolo elettrico costruito appositamente per le grandi platee teatrali del Paese. Dopo la stagione primaverile caratterizzata da una lunga serie di sold out nei club e la parentesi estiva in acustico, questo nuovo percorso offrirà alla band la possibilità di presentare un set rinnovato, insieme a una scaletta che unisce brani recenti e pagine storiche del loro repertorio. Alcuni appuntamenti hanno già registrato il tutto esaurito – Isernia, Potenza e Rende – mentre per altre tappe sono ancora disponibili gli ultimi biglietti, da Palermo a Milano, passando per Pescara, Roma, Ancona e Assisi. Il tour sarà anche l’occasione per ascoltare dal vivo le tracce dell’ultimo disco “Canzoni per anni spietati”, concept album pubblicato lo scorso marzo a sette anni dal precedente lavoro in studio. Il progetto include

i singoli “Non esistono innocenti amico mio”, “Noi siamo gli altri”, “Nel blu (lettera ai padroni della terra)” e molti dei brani che hanno segnato la storia dei Negrita, canzoni che dopo tre decenni continuano a parlare con forza e autenticità a generazioni diverse. Sul palco, accanto a Paolo “Pau” Bruni, Enrico “Drigo” Salvi e Cesare “Mac” Petricich, ci saranno Giacomo Rossetti al basso e ai cori, Guglielmo Ridolfo Gagliano alle tastiere e Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria. Il calendario del “Canzoni per anni spietati tour in teatro 2025”, attraversa il Paese con 22 serate. La loro storia inizia il 10 marzo 1994 con l’uscita dell’album di debutto “Negrita”. Da allora il gruppo ha consolidato una carriera che comprende nove album in studio, tre live e una lunga serie di brani divenuti imprescindibili per il pubblico italiano: da “Cambio” a “Mama Mae”, da “Rotolando verso sud” a “Gioia infinita”, passando per “Ho imparato a sognare”, “Magnolia”, “A modo mio” e “In ogni atomo”. A questi si aggiungono i pezzi dell’ultimo lavoro, tra cui “Non esistono innocenti amico mio”, un brano che affronta temi contemporanei con uno sguardo critico e maturo; “Noi siamo gli altri”, manifesto identitario del concept album; “Nel blu (lettera ai padroni della terra)”, un gesto poetico di resistenza; e “Buona fortuna”, dedicato al pubblico e pubblicato il 25 aprile insieme al videoclip ufficiale.

STORIE

ALESSANDRO GIROLA: INTRATTENERE NON È UNA COSA SEMPLICE

Se gli chiedi di definirsi snocciola: età – classe 1975; provenienza – milanese; professione – divulgatore del fantastico dai tempi in cui non era cool esserlo e autore indie prima che l’indie diventasse una moda. Alessandro Girola, nella vita di tutti i giorni, si occupa di social media marketing per creativi, artisti e comunicatori, ma – soprattutto – scrive storie spaziando dall’horror all’ucronico, dai supereroi al fantasy storico.

Quando hai capito che le storie erano la tua strada?

«Quando ho visto che c’erano persone disposte ad ascoltarle. O meglio, a leggerle. Anzi, c’erano – e ci sono tutt’ora – persone che sono impazienti di leggere altre mie storie, quelle che devo ancora scrivere. Ho capito che il mio scopo nella vita è intrattenere chi vuole godere delle storie che invento. E, come dico sempre, autoconvincendomi, “intrattenere non è una cosa semplice.”»

Però tu e la tua partner-in-crime ci riuscite benissimo: com’è nata l’idea di “Lost Boys Show”?

«Mi sembrava carino discutere delle cose che tanto amo, con una persona che le ama come me (Alberica Sveva Simeone n.d.r.). L’idea era di fare delle chiacchierate “da bar”, ma a distanza, registrandole per un canale YouTube. Il “Lost Boys Show” non ha mai premuto l’acceleratore sull’approfondimento esagerato di un determinato argomento. Preferiamo conversare alla leggera, il che non vuol dire in modo banale, bensì in modo piacevole. In un mondo, quello dei content creators, che spesso tende a essere ossessivo, ci piace l’idea di essere più easy.»

Hai una smodata passione per gli anni ’80: torneresti indietro nel tempo?

«Idealmente sì, in pratica no. Mi piacerebbe rivivere una giornata intera nei miei anni ‘80 (o anche nei ‘90), ma sarebbe più un viaggio nella nostalgia, che non in un mondo ideale. In realtà l’epoca moderna, gli anni in cui viviamo, offre molte opportunità, come per esempio quello di trasformare la scrittura in un lavoro. Degli anni ‘80 mi manca principalmente una cosa: la grande creatività, che ancora

oggi viene copiata. Anzi, no: come dicono quelli bravi viene “omaggiata”.»

“Sei racconti del terrore” è la tua ultima uscita. Ma tu sei un autore estremamente prolifico.

«Da quando – insieme alla mia socia, Sveva Simeone – ho deciso di provare a vivere di scrittura, la prolificità è diventata una conseguenza dello stare 7-8 ore al giorno davanti al portatile. Le idee vanno e vengono. Molte le scarto, ma provo sempre a lavorarci su. Le ultime le ho trasformate in una piccola antologia di racconti nata per Halloween: “Sei racconti del terrore”, un assaggio della mia scrittura. Per chi poi volesse passare a qualcosa di più corposo... nel mio catalogo di certo la scelta non manca.»

DONNE IN PRIMA LINEA

MISSIONE E SCELTA DI VITA

Il Vice Questore Rosa Manzo, Dirigente dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea e Marittima di Cagliari

spiega la sua esperienza con la Polizia di Stato

In Polizia dal 2009, dopo aver frequentato e superato il corso biennale presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma. Laurea in giurisprudenza, già avvocato presso il foro di Salerno, un master in scienze della sicurezza, ha già diretto la DIGOS di Potenza dal 2012 al 2014, dove ha contribuito alla cattura del latitante siciliano Domenico Rancadore. Prima di approdare alla Questura di Nuoro, dove ha svolto gli incarichi di Dirigente dell’Ufficio Personale, Dirigente dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale, della D.I.G.O.S., nonché Capo di Gabinetto e Portavoce Stampa. Attualmente è Dirigente dell’Ufficio Polizia di Frontiera Marittima e Aerea di Cagliari. In Polizia “Esserci Sempre” è fondamentale, la presenza sul territorio, significa provare, e magari riuscire, a dare la risposta giusta al momento giusto a chi si trova in difficoltà ed entrare nel cuore dei cittadini come un loro punto di riferimento – afferma la dott.ssa Rosa manzo.

Perché ha deciso di entrare in Polizia?

Fresca di studi e con tanta voglia di mettere in pratica quanto appreso sui libri universitari, ho sentito sempre l’esigenza di operare fattivamente tra la gente e per la comunità e di svolgere un lavoro che conciliasse la conoscenza del diritto, la possibilità di difendere i più deboli, di impedire le ingiustizie e gli abusi, di isolare e punire i violenti e i criminali, affidandoli alla giustizia: diventare poliziotto e, perfino, Funzionario di Polizia è stata una scelta naturale che, dal 2009, anno del mio ingresso nella famiglia della Polizia di Stato, ha appagato e continua ad appagare le mie aspirazioni di vita e di lavoro.

Ci racconta le tappe più importanti della sua carriera?

Al termine del 100° corso di formazione per il conseguimento della qualifica di Commissario Capo, nel 2012 sono stata assegnata alla Questura di Potenza con l’incarico di Dirigente della D.I.G.O.S. Dopo due anni, sono stata trasferita alla Questura di Nuoro dove ho svolto vari incarichi: dap-

prima come Dirigente dell’Ufficio del Personale e poi anche dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale. Successivamente ho assunto la direzione della D.I.G.O.S. e nel 2019 ho concluso il mio servizio a Nuoro con l’incarico di Capo di Gabinetto e Portavoce della Questura. Nell’aprile del 2019 sono stata trasferita alla Questura di Cagliari ove, fino all’ottobre del 2025, ho diretto l’Ufficio del Personale. Contemporaneamente ho svolto anche l’incarico di Responsabile del G.O.S. nel corso dei diversi campionati di serie A in cui ha militato la squadra del Capoluogo.

Qual è il suo ruolo attuale?

Dal 03.11.2025 ricopro con grande orgoglio l’incarico di Dirigente dell’Ufficio Polizia di Frontiera Marittima e Aerea di Cagliari. Orgoglio anche determinato dalla circostanza che è la prima volta che un Funzionario donna ricopre a Cagliari tale prestigioso incarico di Polizia a presidio della sicurezza marittima e aerea del territorio.

C’è un episodio in particolare che ha segnato la sua carriera?

Nei miei 13 anni di effettivo servizio sul campo ho fatto sempre tesoro di ogni esperienza lavorativa nella convinzione che ogni intervento di polizia avesse inevitabili riflessi sulla vita altrui. Ogni incarico svolto e le conseguenti relazioni istituzionali e amicali instaurate con i diversi interlocutori, pubblici o privati, incontrati lungo il mio percorso lavorativo, hanno lasciato un segno indelebile nella mia esperienza professionale, migliorandola ed arricchendola di valori aggiunti.

Un suggerimento ai giovani che vogliono entrare in polizia. Il nostro lavoro è tanto complesso quanto affascinante e richiede costante passione, determinazione, equilibrio e buon senso: l’essere al servizio del cittadino a salvaguardia delle sue libertà fondamentali è una missione ed una scelta di vita che coinvolge non solo i diretti interessati ma anche amici e familiari. Coloro che scelgono questo percorso devono studiare, approfondire le proprie conoscenze con la consapevolezza che le Forze dell’Ordine sono diventate punti di riferimento dei cittadini e che, da loro pretendono, più che da ogni altro lavoratore, correttezza, onestà operativa ed intellettuale e rispetto delle regole. 

LA VIOLA DI TAMESTIT per il concerto di Walton

Un omaggio a Maurice Ravel nel 150esimo dalla nascita e Orozco-Estrada sul podio. In prima visione giovedì 13 novembre a partire dalle 22.20 su Rai 5

Ha debuttato nella stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai prima di essere portato in tournée in Spagna, all’Auditorio Nacional de Música di Madrid, il Concerto per viola e orchestra di William Walton, con l’acclamato Antoine Tamestit in veste di solista che Rai Cultura propone su Rai5 giovedì 13 novembre a partire dalle 22.20. Sul podio è impegnato Andrés Orozco-Estrada, Direttore principale della compagine. In apertura di serata

Orozco-Estrada propone Alborada del gracioso di Maurice Ravel, del quale ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita. Segue il Concerto per viola e orchestra di William Walton. Solista è Antoine Tamestit, che ha all’attivo collaborazioni con prestigiose orchestre quali la Boston Symphony, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre National de France e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nella seconda parte della serata, la Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitrij Šostakovič. Chiude il concerto La valse di Ravel, pagina nata tra il 1919 e il 1920, quando l’Europa provava a riemergere dalle macerie della Grande Guerra.

La settimana di Rai 5

Pino Daniele Live

Il cantautore e tutto il suo amore per il blues: è il concerto registrato nel 1980 a Pescara, in onda lunedì 10 novembre alle 24.15

Storie della tv

Fabrizio Frizzi, il conduttore gentile

Volto inconfondibile e sorridente della tv, ha lasciato una traccia profonda nella storia della televisione e della Rai. Martedì 11 novembre alle 18.30

Documentario

Le mille luci di Antonello Falqui

In onda giovedì 13 novembre alle 21.20 celebra il centenario della nascita di Antonello Falqui

Music, Money, Madness:

Jimi Hendrix Live In Maui

L’esibizione della band “The Jimi Hendrix Experience” e la storia di Hendrix “intrappolato” nelle sessioni d’incisione dello sfortunato lungometraggio “Rainbow Bridge”. Venerdì 14 novembre alle 22.55

Noos - Viaggi nella natura

Il regno degli orsi polari

Una femmina di orso polare con i suoi cuccioli nella sua lunga marcia verso la baia di Hudson, nel nord del Canada. Mercoledì 12 novembre alle 21.20

Balletto – Carmen

Ciclo Sabato in danza

Rai Cultura propone cinque appuntamenti con il grande balletto. Sabato 15 novembre alle 8.00 su Rai 5 è la volta di Carmen, dal Teatro dell‘Opera di Roma

Teatro

Li nipute de lu sinneco

Per il ciclo “Il teatro i Scarpetta”, Rai Cultura propone la commedia domenica 16 novembre alle 15.30

Studenti e operai IN LOTTA

Le riforme della scuola e dell’università avviate dal centrosinistra sono alla base dei processi che portarono al cosiddetto Sessantotto studentesco. La puntata della serie Rai Cultura “L’Italia della Repubblica” è introdotta da Paolo Mieli. Mercoledì 12 novembre alle 21.10 su Rai Storia

La consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere un benessere diffuso che la società, quella dei consumi e della mobilità sociale, sembrava promettere a tutti o quasi, e sicuramente ai talentuosi, portò molti studenti a rifiutare l’idea stessa di benessere e la falsa promessa che ne faceva la società borghese. Così, tra il 1967 e il 1968, ha inizio la “contestazione studentesca” con l’occupazione di numerose facoltà, cortei, grandi manifestazioni e frequenti scontri con le forze dell’ordine. Sull’onda poi dell’”operaismo”, il movimento studentesco individua nella classe operaia il suo interlocutore privilegiato. La puntata della serie Rai Cultura “L’Italia della Repubblica” è introdotta da Paolo Mieli. Mercoledì 12 novembre alle 21.10 su Rai Storia. 

La settimana di Rai Storia

Cronache dalla storia

I cavalieri di Malta

L’ordine di monaci-cavalieri nasce a difesa dell’Isola dagli attacchi turchi. In onda lunedì 10 novembre alle 21.10 in prima visione

a.C.d.C

Marchfeld 1278.

La battaglia per l’Europa

In onda giovedì 13 novembre alle 21.10 con l’introduzione del professor Alessandro Barbero

Grande Guerra. Le ore finali I negoziati tra le Potenze Novembre 1918, il destino dell’Europa era nelle mani di pochi uomini che rappresentavano le superpotenze dell’epoca. Martedì 11 novembre alle 22.10

Passato e Presente

La Biennale del dissenso

1977, Carlo Ripa di Meana, presidente della Biennale di Venezia, annuncia che l’edizione sarà dedicata al tema del dissenso nei paesi dell’Est. Venerdì 14 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Passato e Presente

La Teologia della Liberazione

Anni ’60, l’America Latina è sconvolta da una serie di colpi di stato che instaurano dei governi militari. In onda mercoledì 12 novembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia

Cinema Italia

Il bidone

Un film firmato Federico Fellini e scritto con Ennio Flaiano e Tullio Pinelli: in onda sabato 15 novembre alle 21.10

Binario cinema

Giordano Bruno

Gli ultimi otto anni di vita del grande filosofo nolano. Li racconta il film di Giuliano Montaldo, in onda domenica 16 novembre alle 21.10 su Rai Storia

RAGAZZI

Crush, la storia di Matilde

Come scoprire i segni di un amore tossico, anche da adolescenti? È il tema della serie di Rai Kids in onda dal 13 al 17 novembre alle 22.30 su Rai Gulp

Matilde ha quindici anni ed è una ragazza brillante e serena: ottimi voti a scuola, una grande passione per la scherma e un rapporto speciale con le sue due migliori amiche, Alessia e Chiara. Quando conosce Marco, un nuovo compagno di scherma, Matilde resta subito colpita: bello, gentile e affascinante, Marco sembra l’incarnazione del ragazzo perfetto. In breve tempo conquista il cuore di Matilde, aprendo la porta alla sua prima storia d’amore. Inizialmente, Marco si dimostra affettuoso e premuroso: la sorprende ogni mattina con il suo cornetto preferito, le

dedica attenzioni continue e la fa sentire unica. Tuttavia, col tempo, il comportamento di Marco cambia. La sua insicurezza emerge sotto forma di gelosia e possessività, portandolo a isolare Matilde dalle sue amicizie storiche. Alessia e Chiara non riescono più a riconoscere l’amica di un tempo, sempre più distante e concentrata esclusivamente sul fidanzato. L’equilibrio di Matilde viene minacciato dal comportamento ambivalente di Marco che continua a passare dal romanticismo all’umiliazione, dall’amore al ricatto. Matilde si rende conto di quanto la relazione stia influenzando negativamente la sua vita e trova la forza di riallacciare i rapporti con le sue amiche storiche e di interrompere la storia con Marco. Il ragazzo non accetta la fine della loro relazione. Continua a cercarla, controllarla e seguirla, fino a spaventarla. Riuscirà Matilde a spezzare la spirale tossica in cui è intrappolata?

CLASSIFICHE AIRPLAY per RadiocorriereTv

I FILM DELLA SETTIMANA

CINEMA IN TV

ore

Il western moderno trova una delle sue espressioni più riuscite in questo racconto ambientato nell’Oklahoma del 1906, dove Henry, agricoltore vedovo che vive con il figlio Wyatt, si imbatte in uno sceriffo ferito inseguito da una banda di fuorilegge. L’arrivo dei criminali alla fattoria innesca un confronto che costringe Henry a rivelare un passato rimasto nell’ombra, mentre la storia si sviluppa tra tensione crescente, ribaltamenti narrativi e un ritmo che restituisce al genere il suo respiro più autentico. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e penalizzato in sala dalle restrizioni del periodo, è un titolo che merita di essere riscoperto, anche per la prova intensa di Tim Blake Nelson.

Nel rigoroso college femminile di Wellesley, negli anni Cinquanta, l’arrivo dell’insegnante di storia dell’arte Katherine Watson accende un confronto generazionale e culturale: anticonformista, brillante, decisa a spingere le sue allieve oltre le aspettative imposte dalla società, la docente si trova davanti un ambiente che resiste al cambiamento e ragazze divise tra ambizione personale e tradizione. Julia Roberts guida un cast straordinario – da Kirsten Dunst a Maggie Gyllenhaal, passando per Julia Stiles – in un racconto che scorre con cuore e intelligenza, offrendo una lettura femminista che richiama, con tono tutto suo, lo spirito de “L’attimo fuggente”.

11 novembre

Old Henry – Lunedì 10 novembre
21.10 – Anno 2021 – Regia di Potsy Ponciroli
Mona Lisa Smile – Martedì
ore 21.10 – Anno 2003 – Regia di Mike Newell

Durante la Vigilia di Natale, un padre vede il proprio figlioletto morire a causa di un proiettile vagante esploso durante uno scontro tra bande rivali. Ferito alla gola e rimasto senza voce, l’uomo dedica un anno intero a prepararsi fisicamente e mentalmente per scendere nei bassifondi criminali e affrontare i responsabili. John Woo firma un action-thriller privo di dialoghi, costruito sulla potenza dell’azione visiva e sulla trasformazione emotiva del protagonista, interpretato da un intenso Joel Kinnaman, capace di comunicare dolore e determinazione soltanto attraverso lo sguardo.

Negli ultimi giorni della Seconda Guerra mondiale, un cercatore d’oro solitario incrocia uno squadrone di soldati nazisti nelle terre selvagge della Lapponia finlandese. Derubato del suo oro e dato per spacciato, l’uomo rivela di essere un veterano soprannominato l’Immortale, capace di trasformare la fuga dei nazisti in una caccia al contrario. Presentato al Toronto International Film Festival, il film costruisce un action feroce e volutamente sopra le righe, mescolando western, cinema bellico e innesti pulp che esaltano violenza, ritmo e una forte componente visiva. Jalmari Helander firma un’opera pop originale e divertita, guidata dalla presenza magnetica di Jorma Tommila, poi protagonista anche nel sequel presentato al Sitges Film Festival.

Sisu – L’immortale – Sabato 15 novembre ore 21.10 – Anno 2022 – Regia di Jalmari Helander
Silent Night – Il silenzio della vendetta –Venerdì 14 novembre ore 21.20 – Anno 2023 – Regia di John Woo

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