Nell’altare dell’abside destro è presente un trittico di Andrea Rico da Candia del XV secolo; nella parete retrostante sono vari resti di affreschi trecenteschi. Sulla destra il ricco altare di San Nicola, in lamina d’argento sbalzato del 1684. Nell’abside sinistro campeggia una pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino in trono e i santi Giacomo, Ludovico, Nicola di Bari e Marco, sovrastata una cimasa che raffigura il Cristo in pietà fiancheggiato dai santi Gregorio e Francesco eseguita da Bartolomeo Vivarini nel 1476.
TEATRO PICCINNI « Il Piccinni è il Teatro di una Città ricca di teatri, è il Teatro di un capoluogo e di un Sud presente e vivo. Il Piccinni deve essere una scena aperta alle influenze del mondo e una platea ospitale, di spettatori partecipi. Deve emozionare, il Piccinni, sfidando tipologie, età e indifferenza: rappresentare e alimentare quel sentimento di comunità che fa un teatro e una città. » (Nicola Laforgia). Il teatro comunale Niccolò Piccinni è il più antico teatro della città di Bari. A causa dell’incendio che nel 1991 ha distrutto il teatro Petruzzelli, è stato per quasi un ventennio la sala più importante del capoluogo sia per capienza sia per tradizione. Il Piccinni è inoltre, per dimensioni, il quarto teatro all’italiana della regione, dopo lo stesso Petruzzelli, il Politeama Greco di Lecce e il Verdi di San Severo. Il teatro si trova sul corso Vittorio Emanuele II, importante via cittadina, nei pressi dei Giardini Isabella d’Aragona. L’edificio teatrale fu ultimato nel 1854 e inaugurato il 30 maggio dello stesso anno con un allestimento del Poliuto di Gaetano Donizetti. Nel 1855 fu intitolato al compositore barese Niccolò Piccinni.Tra i Direttori d’orchestra più celebri dell’800 che hanno diretto al Teatro di Bari, si annovera il M° Antonino Palminteri, presente sul podio del Piccinni nella stagione teatrale a cavallo tra il 1898 e il 1899, portando in scena Opere quali:La Bohème, La Favorita, Il re di Lahore, La Gioconda. Gli esiti delle rappresentazioni furono eccellenti e apprezzatissimi, in particolare dalla Stampa che in occasione della messa in scena del Don Carlos così di espresse: “al 62