

Thiene MesePlus
Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 30 - luglio 2025
Città del formaggio 2025, Thiene conquista il titolo - p.4 ◆ San Giorgio di Perlena, il paese degli Iris - p.6

Il fotografo Jobin racconta la città attraverso i suoi volti
Sono 99 gli scatti posizionati nelle vetrine di 25 negozi ed esercizi pubblici cittadini che compongono la mostra “Facce per bene, facce per Thiene”. Un’esposizione diffusa che mette al centro il cuore e racconta la vita e la storia di volti noti, e meno noti, di persone che a Thiene, per diversi motivi, si sono fatte conoscere.


Copertina

Il fotografo Jobin racconta la città attraverso i suoi volti
Attraverso la mostra diffusa “Facce per bene, facce per Thiene” si vogliono mettere in luce le persone che, con le rispettive attività, hanno contribuito a mantenere viva la città. L’esposizione è composta da 99 scatti posizionati nelle vetrine di 25 negozi ed esercizi pubblici cittadini, non solo in centro, ma anche nelle zone più periferiche.
C’Anna Bianchini
è l’artigiana, l’operaio, il commerciante e l’edicolaio. La poliziotta, la commessa, l’imprenditore, i pittori, il maestro di karate e il veterinario. Ci sono novantanove volti di thienesi nel progetto “Facce perbene facce per Thiene” del fotografo Ernesto Jobin, che con i suoi scatti, che presto diventeranno un libro, ha voluto raccontare la città attraverso i volti, le espressioni, il vissuto di chi è nato e vive a Thiene o di chi l’ha scelta come sede della sua attività professionale.

Un progetto ambizioso ed emozionale, che mette al centro il cuore e racconta la vita e la storia con scatti in primo piano di volti noti e meno noti, di persone che a Thiene, per diversi motivi, si sono fatte conoscere. Jobin, come è nato questo progetto?
Il mio sogno è sempre stato quello di fotografare un paese intero. Ci sono riuscito a Laghi, dove ho fotografato tutti gli abitanti. E anche nella Contrà Covolo di Lusiana. L’idea a Thiene è nata pensando a persone che contribuiscono alla vita della città. Tempo fa, con amici, avevo fotografato tanti uomini seduti in una panchina rossa, in una posa per esprimere solidarietà e contro la violenza sulle donne. Questa volta volevo raccontare la città attraverso i suoi volti, i sorrisi, le battaglie personali, la serietà, le rughe delle persone.
Chi sono i novantanove thienesi?
Dal prete al benzinaio, il fiorista, il cantante, la sportiva, i musicisti, i giornalisti, industriali, operai, gente comune. Gente normale, che fa la sua vita, ognuno a modo suo, con i suoi modi di fare e i suoi valori. Siamo tutti persone, con le nostre vite fatte di tante esperienze e di tanti momenti. Un singolo fattore non può eliminarne un altro perché esisterà sempre. Ognuno di noi ha fatto buone cose, qualcuno è inciampato, ma ogni
gesto che compiamo, giusto o meno giusto, fa parte del nostro bagaglio e definisce chi siamo. Io ho voluto catturare la persona. Come ha scelto le foto?
Io amo fotografare le persone. Non cerco mai la foto artistica che serve soprattutto a far vedere quanto bravo è il fotografo. Io cerco le espressioni, le sfumature dell’anima, voglio che le persone i riconoscano nelle foto che faccio loro. Per questo le ho scelte insieme a loro.
Quanto conta il fattore psicologico nella fotografia dei soggetti?
Il fatto psicologico è tutto ed è l’elemento principale per ottenere la fotogenia del soggetto, che deve essere a suo agio, deve mostrarsi per quello che è.
Come è diventato fotografo Jobin?
La mia prima foto l’ho fatta a 11 anni. È uno scatto fatto a mio cugino mentre gioca a calcio. L’ho fatto mettere in posa, insieme a mio fratello. Alla fine della quinta elementare invece di farmi regalare la bicicletta, come facevano i miei amici, mi sono fatto comperare una macchina fotografica. Aveva la pellicola a rullo e costava 3.500 lire. Quando l’ho caricata la prima volta sudavo e tremavo per l’emozione e per la paura di rovinarla. Ho cominciato così.
Poi?
Il secondo passo è stato in attesa degli esami di terza media. Ero timidissimo. Sono andato con mio cugino nella birreria vecchia di Piovene e lì ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie. E che è stata la mia prima modella. Abbiamo festeggiato 50 anni insieme e ho chiesto lo stesso tavolo in birreria.
Ernesto Jobin
Com’è fare il fotografo oggi, nell’era dei telefonini e dei filtri?
Il lavoro del fotografo spesso è svilito perché i mezzi di oggi fanno credere a chi li possiede di essere capaci e forti. Ma avere una Ferrari non significa essere un bravo pilota. Oggi molte persone fanno centinaia di foto con i telefonini e si sentono fotografi. In realtà non sanno valutare l’esposizione o la luce. Un tempo le foto non erano alla portata di tutti, bisognava essere dei bravi fotografi. Le persone ne erano consapevoli e si affidavano a chi del mestiere. A volte, soprattutto nei contesti privati, chi contatta un fotografo non si rende conto del lavoro che c’è dietro ad una buona fotografia. Diverso è l’approccio delle aziende, abituate ai professionisti.
Nel progetto di Thiene qual è lo scatto riuscito meglio nel minor tempo?
Quello a Gino Zoccai. In 25 secondi è arrivato lo scatto che volevo. Naturalmente, come capita quando si fa il proprio lavoro, l’esperienza è fondamentale. In questo caso ci ho messo 25 secondi, più 30 anni di esperienza. C’è uno scatto, o più scatti, che hanno lasciato un segno indelebile nel suo cuore?
Il calendario realizzato con le ragazze di “Raggio di sole”, associazione di volontariato impegnata a restituire alle donne malate di cancro la grinta e la voglia di vivere, aiutarle a scoprirsi forti e dare sostegno nella quotidianità. Quando abbiamo fatto il calendario c’è chi doveva essere operata il giorno dopo, chi non riusciva a sorridere da mesi, chi lanciava una sfida alla vita. È stato travolgente per me, una soddisfazione morale immmensa. Per il progetto “Facce perbene facce per Thiene” ho fotografato anche la presidente Claudia Guido.

Altri progetti in corso?
L’esposizione della mia “Leggenda delle anguane” a Bassano Fotografia. Una grande soddisfazione essere inserito nella Biennale di Bassano, che è una mostra molto quotata, con protagoniste fotografie che invitano a riflessioni e visioni sul mondo. La fotografia infatti, è il messaggio che il fotografo lancia al mondo, alla società in cui vive. Le fotografie sono occasioni uniche, immagini che raccontano, che portano a riflettere, ad indagare su ciò che si vede e ciò che si percepisce da quanto si vede. Lei fa sempre scatti a colori. C’è una ragione particolare per cui evita il bianco e nero?
Semplicemente amo i colori, il bianco e nero non mi piace, non è nelle mie corde. Cosa farà delle foto di “Facce perbene facce per Thiene”?
Ne farò un libro. Sicuramente raccoglierò prenotazioni e lo farò per chi lo richiede, ma se trovassi degli sponsor lo farei anche in tiratura più ampia. E farei lo stesso progetto anche in altri comuni, perché i volti delle persone sono il modo migliore per raccontare una città. Attraverso le espressioni, il vissuto di ognuno, attraverso i visi di chi compone la società nelle sue diverse e svariate componenti, è a mio avviso il modo più veritiero di raccontare un paese. Chi sono le “Facce perbene facce per Thiene”
Scelti direttamente da Ernesto Jobin o suggeriti, i volti che simboleggiano Thiene sono: Laura Milan, Oscar Comparin, Dennis Dellai, Marcello Crestani, Paola Bassan, Marco Benetti, Chester Stella, Massimo Nicolussi, Gianni Casarotto, Giorgio Zuccolo, Vittorio Miotto, Arianna Foscarini, Giuseppe Arnaldi, Nerino Dalle

Copertina
Carbonare, Andrea Cerato, Monica Milano, Giny Grisi, Gino Zoccai, Elisa Lovisetto, Silvia Marsetti, Claudia Guido, Katia Dal Masetto, Carla Villani, Valter Borgo, Elsa Marsilio, Lorenzo Signorini, Gianni De Franceschi, Franco Gonzato, Tony Zanella, Claudio Susanna, Elisa Martini, Domenico Perdoncin, Antonio Grotto, Giuliana Frigo, Giuseppe Pegoraro, Rodolfo Maggio, Adriano Salbego, Artemio De Marchi, Don Lino Cecchetto, Aldo Pigatto, Roberta Manzardo, Frenk Cavedon, Antonella Bianco, Luca Maculan, Silvia Turra, Achille Vaccari, Rosa Cappozzo, Maria Elena Marchetto, Cristina Costa, Venanzio Bassanese, Toto Rondon, Tony Conte, Roberto Padovan, Mirella Fontana, Bepi Restiglian, Marziano Dalle Carbonare, Diego Faccin, Gianni Carollo, Carlo Bonollo, Nicola Romere, Mauro Pozzer, Carlo Maino, Paolo Caldaro, Loris Corà, Giovanna Davò, Mario Manzardo, Giovanni Giuriato (Stanco), Giovanni Bassan, Raffaello Gatti, Pieraldo Dalle Carbonare, Fino De Muri, Nereo Bonollo, Marialuisa Duso, Baggi Borriero, Antonio Rizzato, Loris Dalla Vecchia, Stefania Tagliapietra, Adriano Meneghello, Orazio Eterni, Giuliano Zamperetti, Andrea Trentin, Massimo Chemello, Renato Dorio, Domenico Saccardo, Enzo Valente, Luciano Bassan, Giancarlo Illesi, Vinicio Pido, Vincenzo Soddu, Giuseppe Borgo, Carmen Favotto, Patrizia Dal Carobbo, Anna Grotto, Suor Angela Cappellini, Suor Maura Caldara, Elena Busellato, Vittorio Dal Zotto, Giancarlo Miotto, Ernesto Jobin.◆

Claudia Guido
Laura Milan
Gino Zoccai
Attualità
AOmar Dal Maso
Thiene il formaggio è davvero in... forma. Visti l’interesse e l’entusiasmo che ha saputo catalizzare in un semestre speciale in cui i verbi assaggiare e assaporare si sono fusi insieme in piena armonia.
La cerimonia ospitata all’auditorium comunale chiude le iniziative ospitate e legate al riconoscimento e all’entrata di Thiene nella rete delle “Città del Formaggio 2025”. Aprendo, nel contempo, a proposte future che dal mondo del gusto si addentra in quello della degustazione.
Di fronte a 150 presenti, si sono celebrati due momenti ai primi di giugno: prima l’invito ufficiale dell’associazione Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi) rivolto alla città a far parte del club esclusivo, da unica vicentina insieme ad Asiago, e in seguito la consegna dell’attestato a 46 neodiplomati assaggiatori di primo livello.
Si tratta di coloro che, dai primi di febbraio, hanno frequentato il corso ospitato in aula magna dell’Istituto “Ceccato” di Thiene, al mercoledì sera. Imparando a osservare, annusare, gustare, discernere, e infine nominare le diverse tipologie di prodotti di caseificio secondo un metodo oggettivo proposto dai docenti.
Tra questi Paolo Dal Maso, delegato provinciale di Onaf – la cui sede nazionale sorge invece in Piemonte - che ha guidato i partecipanti in un affascinante quanto gustoso viaggio nel mondo dei formaggi tipici e non del nostro territorio. Qualificandoli, ora, come assaggiatori dopo l’esame finale e al termine del cerimoniale di investitura, sullo stile delle confraternite. Con tanto di giuramento solenne, seguito poi da un pranzo conviviale ospitato in un ristorante a concludere la domenica. Nel corso del quale, per una volta, si è deciso di accanto -

Città del formaggio 2025 Thiene conquista il titolo
È ufficiale l’entrata della città nella rete nazionale delle realtà amiche del celebre prodotto caseario. Il sindaco: “Questo titolo non è solo un onore, ma anche un potente stimolo a proseguire sulla strada dell’innovazione, della qualità e della valorizzazione delle nostre eccellenze”
nare la prelibata pietanza protagonista dei mesi di incontri e motivo di condivisione dell’esperienza portata a termine, dopo serate su serate di assaggi a volontà.
Una storica tradizione agroalimentare
Un tassello ulteriore che valorizza la tradizione agroalimentare e la storia della città di Thiene associata al settore lattiero-caseario, che si perde nei secoli e si fonda sulla civiltà contadina del passato come radici, ma anche in epoca contemporanea su scuole di formazione per tecnici casari, sulla storica Latteria Didattica e sulle agenzie

di controllo di qualità per conto di Veneto Agricoltura. Basti citare come, fin dall’epoca medievale, la città altovicentina veniva descritta come “capitale veneta del latte e del formaggio” e, assieme ai territori limitrofi, rappresenti un punto di riferimento consolidato per la produzione e il commercio dei prodotti lattiero-caseari e per lo sviluppo di impianti di lavorazione del latte. “Posso affermare senza di dubbio che abbiamo completato l’evento più importante degli ultimi anni in provincia di Vicenza per la nostra associazione – conferma il referente Paolo Dal Maso, cerimoniere insieme al vicepresidente nazionale di Onaf Giampaolo Gaiarin, giunto da Trento _ con due cerimonie in una, mettendo insieme la giornata finale del corso e l’ingresso ufficiale di Thiene nella rete italiana delle città amiche del formaggio”.
Tra le novità presentate e descritte, anche il dono di un pannello da installare sui cartelli di ingresso alla città di Thiene che riporta proprio la dicitura “Città del Formaggio 2025”. Va subito chiarito che associare il 2025 alla toponomastica non significa che si tratti di un’iniziativa estemporanea e destinata ad esaurirsi a fine dicembre.
Fotografie: Circolo fotografico Città di Thiene. Qui, neodiplomati assaggiatori
Anzi, come spiega ancora Dal Maso, “l’augurio è che questo fiorire di idee portate a compimento funga da anno zero, vista la passione dimostrata dai thienesi e l’impegno continuativo che si è assunto il Comune”.
Gli assaggiatori neodiplomati
Tornando ai corsisti, nelle 10 lezioni serali teoriche e pratiche da due ore ciascuna, fino all’esame, sono stati guidati nel riconoscere il sapore, il profumo, il colore, l’aroma e ancora la consistenza della pasta interna dei formaggi, approfondendo quindi le caratteristiche organolettiche attraverso l’utilizzo di più sensi primari.
“Da parte degli iscritti, che provenivano da realtà e luoghi profondamente differenti tra loro tra addetti del settore e semplici appassionati, abbiamo riscontrato molto entusiasmo nell’affrontare il percorso proposto. Ora sono tutti in grado di descrivere le caratteristiche del formaggio, dopo aver stilato una trentina di schede di valutazione nelle lezioni, imparando le terminologie corrette da usare per definirne la qualità. Una prova del gradimento ricevuto da loro è l’interesse che in tanti hanno manifestato per approfondire oltre. Insomma, non si sono presi un diplomino da mettere nel cassetto o in quadretto da ap -
pendere, ma hanno sviluppato interesse e passione spinti dalla forte motivazione ad approfondire le conoscenze sul mondo del formaggio”.
Per chi vorrà, ora, si apre un ventaglio di opzioni: frequentare l’upgrade con il corso di secondo livello, partecipare alle attività associative tra fiere, mercati di prodotti tipici e sagre, anche come componenti di giurie, oppure ancora “spendere” in ambito privato – leggasi a tavola, magari in occasioni di pranzi o cene tra amici o parenti - quanto appreso proprio a Thiene. Prima ancora, il corso annuale è stato ospitato ad Asiago, Bressanvido e Lonigo per citare solo le ultime tappe.
Un riconoscimento per la cultura del buon formaggio
All’evento finale hanno preso parte ovviamente le autorità cittadine, sindaco compreso, impreziosito anche dal Coro Giovanile “Città di Thiene” e dai fotografi del Circolo locale. “Thiene ha una lunga e importante tradizione nel settore lattiero caseario – sono le parole del sindaco cittadino Giampi Michelusi -. Non è una semplice vocazione, ma una storia che fa parte del nostro Dna, una tradizione che affonda le radici nel tempo e che oggi, con rinnovato

vigore, continua a percorrere strade nuove e innovative. L’attribuzione a Thiene, da parte dell’Onaf, del titolo di Città del Formaggio per il 2025 è dunque un riconoscimento oltremodo significativo e meritatissimo. Questo titolo non è solo un onore, ma anche un potente stimolo a proseguire sulla strada dell’innovazione, della qualità e della valorizzazione delle nostre eccellenze. Ci impegneremo affinché Thiene continui a essere un punto di riferimento per il mondo lattiero-caseario, promuovendo la cultura del buon formaggio. I neo diplomati che hanno completato il corso di primo livello si apprestano a divenire ambasciatori del gusto e a continuare con noi in questo entusiasmante percorso”. ◆

NAttualità
Anna Bianchini
icola Luigi Michelon ha saputo trasformare gli iris in una attrazione turistica: a San Giorgio di Perlena si può ammirare la sua collezione personale che conta mille varietà. La frazione di Fara Vicentino è ormai conosciuta come “il paese degli iris” e attira visitatori da ben oltre i confini del Veneto.
Quella di Michelon è una passione sfrenata e una conoscenza profonda del mondo degli iris, il cui nome significa arcobaleno; un fiore antico, orgoglioso, con numerose varianti di colore.
“Se devo descrivere il carattere di un iris dico che è un messaggero divino che nella mitologia greca creava contatto tra il divino e l’umano attraverso l’arcobaleno”, sottolinea Michelon, che racconta l’evoluzione del fiore che simboleggia fede, speranza, saggezza e coraggio. Nella simbologia, il colore dell’iris ne influenza ulteriormente il significato: il viola è legato alla saggezza, l’azzurro alla speranza e alla fede, il giallo alla passione e il bianco alla purezza. In Giappone, l’iris è simbolo di nobiltà e coraggio, mentre in Croazia è il fiore nazionale, simbolo di pace tra i popoli.
“Ci sono moltissime varietà – racconta Michelon – Nelle vecchie case coloniche si chiavano spadoni e ce n’erano in ogni casa. Con l’ibridazione c’è stata una grande evoluzione e la varietà dal colore azzurro è diventata grande il doppio, la struttura del


San Giorgio di Perlena il paese degli Iris
La frazione di Fara Vicentino è diventata una vera e propria attrazione turistica grazie alla passione di Nicola Luigi Michelon, che ha piantato centinaia di rizomi in vari angoli del paese che ad ogni primavera sboccia come i suoi iris. “Questo è un fiore speciale, che simboleggia fede, speranza, saggezza e coraggio”.
fiore è cambiata e oggi è più consistente”. Socio della società italiana dell’iris, dove dal ’59 si tiene un concorso internazionale legato all’iris e il primo premio è il fiorino d’oro, Nicola Luigi Michelon racconta il progetto che ha fatto conoscere San Giorgio di Perlena come “Il paese degli iris”.
“Il mio intento era quello di rendere piacevole tutta la frazione di San Giorgio, che con la chiusura di molti servizi è diventata un paese di transito – Grazie alla mia attività la frazione si San Giorgio è stata conosciuta in un tutto il mondo”.
Numerosi gli appassionati di iris che sono arrivati nel vicentino per ammirare il lavoro di Michelon, ma anche per i turisti amanti dei fiori lo spettacolo di San Giorgio era degno di nota.
“Il progetto è stato ripreso da altri comuni italiani per il valore paesaggistico che dava, il mio intento era di valorizzare la Pedemontana Vicentina – racconta – Ho donato tantissimi rizomi, li ho seguiti con cura. In 11 anni abbiamo ospitato cinque feste degli iris e partecipato anche a contest fotografici di respiro nazionale e internazionale. Ogni primo maggio facevamo la festa dell’iris, con varie attività ricreative,
con mostra del reciso, acquerelli. Esponevo varie varietà di iris”.
Gli iris sono noti per la loro forma unica, con tre petali esterni ricadenti e tre petali interni eretti, e per la varietà di colori vivaci che presentano. Il loro nome deriva dalla dea greca Iris, personificazione dell’arcobaleno, e i loro fiori ricordano appunto i colori del fenomeno atmosferico. Caratteristica è la forma del fiore, con tre petali esterni ricadenti, spesso chiamati ‘cascate’, e tre petali interni eretti. Gli iris presentano una vasta gamma di colori, dal viola intenso al blu, bianco, giallo e persino sfumature arancioni, con alcune varietà che presentano anche venature o macchie
“Gli iris barbati non possono essere piantati sotto gli alberi, non devono avere umidità e richiedono il sole per fiorire, altrimenti fanno solo verde, non devono rimanere nel ristagno di acqua”, spiega Michelon.
Il progetto di San Giorgio di Perlena oggi è concluso ma Nicola Luigi Michelon guarda avanti, fiducioso nel suo lavoro e nella passione per gli iris.
“La primavera è la stagione per godere tutti insieme dello spettacolo degli iris in fiore”. ◆

IAttualità
Omar dal Maso
l municipio “cambia classe”. Si parla di classe energetica nel caso specifico, e della casa dei 24 mila thienesi che si prepara ad affrontare una serie di lavori interni ed esterni all’immobile che ospita il cuore amministrativo della città di Thiene. Serviranno 774 mila euro per completare l’opera in partenza, che andrà a stravolgere in positivo le prestazioni dell’edificio principale di piazza Arturo Ferrarin, al cui interno si trovano importanti uffici – dai servizi demografici alla contabilità e finanze – e si coordina l’attività politico amministrativa, con la sala consiliare e la sala della giunta comunale.
Nelle previsioni un biennio di lavori, con ultima vite avvitata entro maggio 2027. Da coniugare qui saranno le esigenze di conservazione di un bene simbolo della città sul piano artistico con le istanze intrecciate a risparmio energetico e impatto sull’ambiente.
L’intervento annunciato va considerato ovviamente di manutenzione straordinaria, finalizzata all’efficientamento energetico, che riguarderà l’intero palazzo municipale. Da tenere presente la valenza storico-artistica sul piano architettonico del municipio, prossimo a compiere 140 anni dalla sua edificazione, risalente al 1888 su quello che un tempo era un appezzamento agricolo


Il municipio diventa green per i suoi 140 anni
Il progetto di efficientamento dello storico immobile di piazza Ferrarin, presentato un anno fa, ha ottenuto i finanziamenti necessari. Entro fine primavera 2027 la fine dei lavori che avranno un costo complessivo di 774 mila euro. L’assessore Zavagnin: “ Il nostro municipio è un luogo di preminente valore civile per la nostra comunità”.
appena fuori le mura dell’allora Castello Colleoni. Per quasi mezzo secolo lo stabile fu sede delle scuole elementari del centro di Thiene, fino ai primi anni ‘30, prima dell’avvento delle scuole “Scalcerle”. Vincolante il nulla osta della Soprintendenza ai Beni Culturali, che ha ha vagliato e approvato il progetto finale. L’investimento finanziato da due “rubinetti” distinti viene coperto dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per oltre mezzo milione di euro (542 mila) e da altri contributi della Regione Veneto. Via tutti i serramenti visibili dal parco e dall’area del teatro comunale, sostituendoli con altri più al passo con i tempi.
Il tema dell’efficientamento energetico si sta espandendo dal privato al pubblico, con i Comuni ad affrontare la necessità di rendere concreti ed effettivi progetti che mirano prima di tutto a diminuire i consumi di energia nel lungo periodo, ridurre l’impatto sull’ambiente e, non ultimo, garantire condizioni di lavoro ideali per i dipendenti dell’ente locale e allo stesso tempo per gli utenti dei vari uffici, vale a dire i cittadini thienesi.
I lavori programmati prevedono tra l’altro la rimozione dei 162 serramenti esterni e degli scuri, mantenendo tutte le soglie esistenti al fine di non modificare l’aspetto estetico dell’edificio caratterizzato dalle finestre ad arco di fine ‘800. Da citare, tre le azioni più incidenti, il piano di isolamento dei sottotetti con materiale ignifugo in ossequio alle norme antincendio e di sicurez-
za, e all’installazione di una contro-parete isolante interna.
Referente per l’intervento che ha ottenuto i benefici economici dei bandi Ue e regionali è l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Thiene, Nazzareno Zavagnin. “Il progetto complessivo – spiega l’amministratore di giunta è stato oggetto di presentazione di domanda specifica a febbraio dell’anno scorso, nel 2024, sbloccato di recente con le risorse risorse aggiuntive messe a disposizione dalla Regione. Si trattava di un bando con requisiti particolarmente stringenti, in quanto richiedeva un incremento della classe energetica dell’edificio e il rispetto di una serie di specifici parametri legati ai consumi dello stabile, da dettagliare in un’approfondita diagnosi energetica dell’immobile che ne analizzasse la prestazione energetica, sia nello stato attuale che nella previsione a seguito dell’intervento. Il nostro municipio è un simbolo del passato e un luogo di preminente valore civile oggi per la nostra comunità: questo progetto assicura che abbia anche un futuro sostenibile”.
Da ricordare anche uno step precedente completato, legato alla riqualificazione e alle collegate opere di ammodernamento della centrale termica, impiegando in questo caso oltre 200 mila euro. E, infine, la realizzazione di un nuovo bagno per persone con disabilità, nell’ambito dei lavori di rifacimento dei locali di toilette del primo piano con sostituzione di impianti idraulici e dei sanitari. ◆



SOmar dal Maso
e è vero che “al cuor non si comanda”, quando non si parla di affetti personali ma del muscolo che pompa sangue e vita in ciascuno di noi, è importante affidarne la salute e l’efficienza a specialisti del settore. E proprio a Thiene, nella sede che ospita il Centro Sanitario Polifunzionale, meglio noto ai più come ex ospedale “Boldrini”, un percorso efficace di riabilitazione cardiovascolare - specificamente pensato per i pazienti affetti da cardiopatia ischemica – si accinge a beneficiare di un potenziamento del servizio. Meglio definirlo con il termine di evoluzione, rispetto al passato recente. Un compendio di pratiche pensate e ora attuate per garantire un approccio moderno della presa in carico, a 360 gradi, per quei vicentini ai quali una forma di cardiopatia grave ha concesso loro una seconda chance di vita, dopo aver affrontato un’angioplastica coronarica in seguito a sindromi coronariche acute. Si parla di infarti, per utilizzare una terminologia alla portata di tutti. Il progetto di recente rinnovato, che segue la direzione sancita dalle azioni inaugurate – e valorizzate anche fuori i confini del Veneto – nel 2003 con il varo di “Cardioaction”, include l’hub di Thiene a fianco di quello di Asiago nell’Altopiano. Differenziando i “sentieri” di cura in relazione alle problematiche cardiache superate o da superare e alle esigenze del paziente. Abbandonando la “vecchia medicina” che imponeva lunghe degenze in regime di ricovero in seguito ad un evento malevolo come un infarto. In determinati casi, quando le dimissioni dai poli di cura sono quasi immediate,


All’ex ospedale Boldrini l’hub per la cura del cuore
Al via in città un nuovo percorso di riabilitazione per prevenire ricadute nei pazienti colpiti da infarto. La presa in carico ambulatoriale prevede incontri con dietologi, infermieri e psicologi, sedute di fisioterapia, monitoraggio dei pazienti, con l’eventuale correzione di fattori di rischio. A dirigere il progetto è il dottor Sergio Cozzi, cardiologo a Santorso.
è lecito intraprendere cure domiciliari e ambulatoriali (Thiene), per altre invece si procede tra le corsie ospedaliere (Asiago) laddove indicato con la degenza H24.
La proposta moderna e attuabile prevede un periodo di 12 mesi di presa in carico, in cui non solo i medici specialisti in cardiologia metteranno a disposizione le proprie conoscenze, ma anche dietisti, psicologi, fisioterapisti e personale infermieristico formato. Il tutto per garantire al paziente la riabilitazione fisica e psicologica richiesta, e costituire un’azione di contrasto al rischio di insidiose recidive. Il tutto, quando possibile e utile, ricorrendo anche alla telemedicina che i tempi pandemici recenti hanno reso un valore aggiunto da spendere nel rapporto medico/paziente.
“Tutto nasce dalla considerazione che, mentre trent’anni fa un paziente post-infarto rimaneva ricoverato anche un mese, oggi, grazie all’adozione estesa di metodiche mininvasive come l’angioplastica coronarica, è possibile tornare a casa dopo soli 4-5 giorni”. A specificarlo è il dott. Sergio Cozzi, cardiologo dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso, referente del progetto presentato ai primi di giugno per conto dell’azienda sanitaria Ulss 7 Pedemontana. “Questo tempo così breve – continua lo specialista del cuore-motore dell’organi -
smo umano - fa sì che molti pazienti quasi non si rendano conto della gravità dell’evento patito. L’infarto, tuttavia, è un evento cardiovascolare di grande rilievo e richiede attenzioni specifiche anche dopo il rientro a domicilio, altrimenti il rischio di recidive è molto concreto”.
La scelta del Centro “Boldrini” come sede non è comunque casuale, legata ai risultati già ottenuti dall’esperienza ultraventennale che ha portato a “vigilare” sulla ripresa di circa 250 soggetti ogni anno, dal 2003, a conti fatti circa 5 mila altovicentini e dintorni. Un’iniziativa, innovativa per l’epoca, oggetto di studi e convegni tra gli specialisti del settore in Europa e oltre, e che a km zero, invece, ha favorito la nascita della felice esperienza dell’associazione “Amici del Cuore Altovicentino”.
Adottando questo nuovo percorso studiato nei dettagli, come spiega ancora il dott. Cozzi, il target va perfino triplicato. “Puntiamo a prendere in carico circa 600-700 pazienti l’anno – dice – auspicando che questi numeri consentano di raccogliere una casistica di assoluto interesse anche per la comunità scientifica. In questa prospettiva, il progetto di riabilitazione cardiovascolare del Boldrini è destinato a diventare una best practice a livello nazionale e internazionale”. ◆
Dott. Sergio Cozzi

Attualità
Settanta giovani e tantissimi colori. Il murales “Insieme” ha preso forma e vita in via del Costo a Thiene grazie all’impegno di Engim Thiene e sotto la guida del Collettivo Blee, all’interno del progetto europeo Human Tribe, finanziato dal programma Erasmus+ e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani.
Un murales partecipativo, ideato e realizzato per raccontare la forza del fare comunità. “Insieme” non è solo un titolo, è un messaggio potente e un processo concreto. Nato da un percorso di progettazione partecipata che ha coinvolto giovani in momenti di confronto, ascolto e scambio creativo. Ognuno ha portato idee, emozioni, visioni. Ognuno ha lasciato il proprio segno, contribuendo a un’opera che respira voci diverse e le intreccia in un’unica storia dipinta collettivamente. Le forme e i colori che compongono il murales raccontano la bellezza dell’incontro, il valore della cooperazione, la ricchezza delle differenze. È un’opera astratta, che non raffigura volti o oggetti riconoscibili, ma che comunica in modo immediato e profondo il senso di appartenenza, la forza del fare comunità, la possibilità di generare qualcosa di bello quando si lavora insieme. «Non si tratta solo di dipingere un muro, ma di costruire uno spazio simbolico e reale in cui i giovani possano

Nuovo murales “Insieme”: l’arte per costruire relazioni
L’opera partecipativa ha preso vita in via del Costo e ha coinvolto i ragazzi di Engim Thiene che hanno vissuto momenti di confronto, ascolto e scambio creativo. Fa parte del progetto “Human Tribe” che nei prossimi mesi proseguirà con un festival culturale.
esprimersi, sentirsi ascoltati, agire insieme – commenta Marta Rigo, direttrice di ENGIM Thiene – L’arte partecipata valorizza i processi tanto quanto i risultati finali: crea connessioni, rafforza relazioni, alimenta l’autostima e il senso di responsabilità, stimola la cittadinanza attiva. In un mondo in cui molti giovani si sentono invisibili o esclusi, dare loro voce e visibilità attraverso l’arte è un atto profondamente politico e generativo».
Il murales è una delle azioni del progetto Human Tribe, che intende coinvolgere attivamente i giovani nella vita della comunità attraverso i linguaggi dell’arte e del digitale. Nei prossimi mesi, il progetto proseguirà con un festival culturale e un meeting sull’attivismo digitale, che si terranno a Villa Fabris, con l’obiettivo di continuare a promuovere partecipazione, creatività e impegno civico tra le nuove generazioni. ◆ [A.B.]
Il Luna Park sostiene i progetti sociali
Nel 2024 gli esercenti del Luna Park di Thiene avevano donato una somma da destinare ad un progetto di educazione alla non violenza nei confronti delle donne, quest’anno la loro generosità si è diretta a chi è affetto da autismo.
Non solo divertimento per grandi e piccini. Dal Luna Park di Thiene, allestito anche quest’anno in occasione della festa di San Giovanni, patrono della città, è arrivato al al comparto sociale cittadino un regalo del valore di 455 euro da destinare al progetto Special Coach. “Anche quest’anno gli esercenti del Luna Park della Fiera di San Govanni Battista hanno contribuito a un progetto di solidarietà per Thiene – spiega Marina Maino, assessora comunale all’animazione del centro – Li abbiamo incontrati e ci hanno donato l’importante somma da devol-
vere al progetto Special Coach, l’iniziativa promossa e organizzata dall’Associazione Autismo Triveneto ODV Onlus in collaborazione con il Comune di Thiene, per rendere l’ambito sportivo ancora più accessibile a bambini e ragazzi con diverse tipologie di disabilità”.
“Ringrazio gli Esercenti per quest’attenzione al territorio e per la sensibilità con cui si rendono disponibili a sostenere progetti di inclusione”, è il commento del sindaco Giampi Michelusi.
“Sono contenta della disponibilità dimostrata dagli Esercenti del Luna Park

Esercenti e amministratori
nell’appoggiare questo nuovo progetto che rende l’attività sportiva ancora più inclusiva e che contribuisce a migliorare le proposte formative del nostro territorio ricordandoci anche di chi vive situazioni di fragilità. Lo sport si conferma così un diritto accessibile a tutti”, conclude Marina Maino. ◆ [A.B.]

Attualità
ÈAnna Bianchini
stata inaugurata a Thiene Officina Giovani, «uno spazio nato dal desiderio concreto di dare voce, strumenti e opportunità ai giovani della città».
Un soddisfatto Alaeddine Kaabouri, consigliere comunale delegato alle politiche giovanili, racconta la nascita dell’Officina, in via Vanzetti, pensata perché i giovani possano trovarsi, studiare, mangiare, condividere il tempo libero.
«In questi ultimi due mesi abbiamo aperto le porte in modo ufficioso, lasciando che i ragazzi iniziassero a viverlo – sottolinea Kaabouri – Hanno prenotato le aule studio, condiviso pranzi, momenti di confronto, idee. Abbiamo visto crescere l’interesse, l’energia e il senso di appartenenza. È la conferma che c’era bisogno di un luogo così: vivo, aperto, fatto su misura per le nuove generazioni».
Su cosa serve ai giovani Alaeddin Kaabouri non ha dubbi: «Hanno bisogno di essere ascoltati, noi adulti dobbiamo metterci al loro fianco e ascoltare quello che ci dicono, quello che ci comunicano con i gesti, con gli sguardi. Officina Giovanni me l’hanno chiesta proprio loro, attraverso i tavoli di lavoro messi in piedi circa due anni fa con i rappresentanti di istituto. Ora i tavoli sono aperti a tutti i giovani che vogliono partecipare. In questo momento siamo in 60. Stiamo facendo un buon lavoro destinato a non fermarsi, stiamo gettando le basi per trovarci anche in futuro. Voglio e vogliamo costruire qualcosa che poi sia in grado di camminare con le sue gambe, in pratica con le gambe dei ragazzi. A loro serve fiducia nel presente e nel futuro. Se analizziamo il momento e pensiamo ai giovani, con questa congiuntura sociale e politica nefasta e preoccupante, ci rendiamo conto che i


Inaugurata Officina Giovani Uno spazio di incontro per le nuove generazioni
Nello stabile di via Vanzetti è entrata in funzione l’Officina Giovani, un luogo sicuro in cui poter studiare, mangiare e condividere il tempo libero. Gli attuali orari di apertura sono il lunedì e il mercoledì dalle 13 alle 17.30 (cucina, sala consumo pasti e aule studio) e il martedì e il venerdì dalle 13 alle 14.
giovani meritano serenità e pace». Venerdì 30 maggio il taglio del nastro, che ha ufficializzato l’apertura del nuovo spazio messo a disposizione dell’amministrazione comunale: «È un investimento sul futuro e un simbolo tangibile di fiducia nei giovani – dichiara il sindaco Giampi Michelusi – Questo spazio nasce da un’idea potente: offrire un luogo sicuro, accogliente e stimolante dove ritrovarsi per studiare o condividere del tempo libero. Troppo spesso, i giovani faticano a trovare opportunità e luoghi di aggregazione che rispondano davvero alle loro esigenze. Con questo progetto è stato messo un altro importante tassello nelle politiche giovanili thienesi. Ringrazio il consigliere delegato Alaeddine Kaabouri per l’impegno e per il grande lavoro».
«Officina Giovani è molto più di uno spazio fisico. È frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto amministrazione, associazioni, tecnici e soprattutto i ragazzi – continua Alaeddin Kaabouri – È uno spazio nato dal desiderio concreto di dare voce, strumenti e opportunità ai giovani della nostra città. Vogliamo che Thiene continui a investire sui giovani, sul loro talento e sulla loro voglia di costruire».
I ragazzi della classe terza Elettrici della Scuola Formazione Professionale Patronato San Gaetano hanno avuto un ruolo importante anche nella fase di allestimento dei locali, montando con cura e precisione
cucina, tavoli e sedie acquistati dal Comune e da assemblare. Oltre ai nuovi arredi, Officina Giovani ha recuperato e riutilizzato mobilio proveniente dai magazzini comunali, dimostrando un forte impegno verso la sostenibilità e il risparmio delle risorse. Divani, tavoli e altri complementi d’arredo hanno trovato così una nuova vita all’interno dello spazio, contribuendo a creare un ambiente unico e caratteristico. Anche il gruppo Scout Clan Cirri Magenta Thiene 1 ha contribuito con il lavoro di sistemazione di complementi d’arredo. Il Liceo Corradini ha consegnato in comodato d’uso gratuito materiale didattico. Officina Giovani offre una cucina, una sala dove consumare i pasti portati da casa nelle pause pranzo prima dei rientri scolastici, una sala relax per socializzare, leggere, giocare e passare del tempo di qualità in compagnia e aule studio per studiare, fare lavori di gruppo, partecipare a laboratori ecc. «Abbiamo pensato questo spazio con i giovani e per i giovani – conclude Michelusi – A loro chiedo di prendersi cura di questo luogo, di viverlo pienamente, di animarlo con la creatività e l’entusiasmo, di renderlo un luogo vivo, dinamico, un vero e proprio laboratorio di idee e di amicizie, nel rispetto degli altri e del bene comune». Gli attuali orari di apertura sono il lunedì e il mercoledì dalle 13 alle 17.30 (cucina, sala consumo pasti e aule studio) e il martedì e il venerdì dalle 13 alle 14. ◆
Il consigliere Kaabouri

IOmar Dal Maso
l cielo è sempre più blu. L’hanno cantata tanto e, a squarciagola più che mai ai primi di giugno, tutti quelli che hanno vissuto emozioni “da lupi”, a Carrè e dintorni, seguendo il balzo in B della Pizeta Express Playbasket. Una stagione estenuante, fatta di tappe da raggiungere e ostacoli da superare, che alla fine ha premiato la società altovicentina, la prima della storia da queste parti – al maschile, ovviamente – a raggiungere una categoria nazionale come la serie B2, la quarta serie del basket italiano. Ascensore preso, allora, tenendo tra le mani il trofeo di vincitori della serie C Veneto/ Trentino, un successo sudato e centrato di fronte al pubblico di casa in visibilio. Tutto vero, per qualcuno una mezza sorpresa magari, per altri affatto, anzi, la conferma della bontà del lavoro svolto. Per il presidente del sodalizio Marco Zecchinati?
“In tutta onestà – confida – è il risultato di un triennio di programmazione e di scelte fatte migliorandoci di anno in anno, creando una struttura articolata e un metodo. Di sicuro non è il frutto di improvvisazione, perché non siamo stati oggi e non saremo in futuro degli sprovveduti. L’apporto di tanti bravi collaboratori, che ringrazio per aver accettato la sfida e aver portato ciascuno un pezzetto prezioso per puntare a questi traguardi, è stato fondamentale. Così come la collaborazione con i paesi limitrofi”.


La Pizeta Playbasket agguanta la serie B
Stagione memorabile per il club di Carrè che vince il campionato veneto/ trentino di serie C e poi si aggiudica il pass promozione. Il presidente Zecchinati: “È il risultato di un triennio di programmazione e di scelte fatte migliorandoci di anno in anno, creando una struttura articolata e un metodo.
Due le “fotografie” più entusiasmanti dai palasport, con l’appendice poi della festa di Carrè a target conquistato. La “bella” dell’atto conclusivo dei playoff giocata in casa battendo i trevigiani di Ormelle, e lo spareggio per la B2 disputato sul neutro di Verdello (Bergamo) contro i friulani del Sacile, (stra)vinto 86-63 in gara secca. Ultima gemma di un diadema costellato di preziosi ricordi dai colori bianco e blu. Regular season, playoff e infine la sfida a quattro per la promozione. Momenti vissuti tutti d’un fiato per capitan Crosato e tutti i “Wolves”, diretti dai coach capobranco Giuliano Calgaro e Andrea Santacatterina e sorretti da tanti amici in tribuna. In tutto 36 partite nell’annata, con full immersion tra maggio e i primi di giugno, che hanno reso merito al lavoro non solo sul parquet ma anche a quello nel dietro le quinte di una società che affonda radici anche a Piovene Rocchette, Zanè e Thiene.
In ordine un 2°, un 1° e un 3° posto nei tre diversi “gironi infernali” in cui il quintetto ha dovuto districarsi per ottenere il pass riservato a soli tre club di serie C del Nord Est Italia. Prima l’argento virtuale in regular season (utile per il piazzamento) dietro ai padovani del Roncaglia, con 21 vittorie su 26 duelli, poi la formidabile cavalcata ai playoff estromettendo in ordine i veneziani del Murano, i vicini di casa del Concordia Schio e poi la sorpresa Ormelle e, infine,
la poule promozione per la serie B. A bersaglio con la finale-bis vinta sul Sacile per il terzo e ultimo pass promozione.
Alla sirena si è potuta scatenare la festa per tutto il popolo Playbasket, composto da atleti della prima squadra, delle giovanili che si allenano nel “quadrilatero altovicentino”, da dirigenti, collaboratori e famiglie sempre più affezionati viste le emozioni date e ricevute. Da brividi vedere le denominazioni del terzetto di neopromosse: i bergamaschi del Romano di Lombardia, i bolognesi dell’Ozzano Emilia ed eccoli qui, i vicentini del Pizeta Playbasket, a portare gloria e la B2 alla palla a spicchi dell’Altovicentino. “È bello aver scritto una pagina di storia del nostro sport e del nostro territorio – afferma Zecchinati a nome di tutto l’entourage – e ci faremo trovare pronti per continuare”. Così come promesso ai tifosi. In circa 250, in nel parco di località Pra’ Secco a Carrè, hanno preso parte al feston finale, a cui non potevano certo mancare. Momento clou l’arrivo a sorpresa dei loro beniamini “scortati” dalla mascotte pelosa Wolfie all’interno di un furgone dello sponsor. Fingendo una consegna, con tanto di cartello “trasporto eccezionale”, per poi scaricare invece gli (eccezionali) basketplayer biancoblu seguiti e sostenuti per tutta la stagione 2025/2026, accolti tra gli applausi e le risate. ◆
Marco Zecchinati