2025.02.23 ICONOSTASI RM - DEF-compresso

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iconostasi ramon manchovas

iconostasi

Notoriamente, nelle chiese di rito orientale, l’iconostasi è la parete decorata da immagini sacre che separa lo spazio occupato dai fedeli dalla parte riservata al clero. Essa vuol rappresentare una sorta di gerarchia sacra nel percorso spirituale.

Una particolare iconostasi, unione simbolica del monu mento della Mano aperta e del Palazzo del Governatore di Chandigarh, costituisce la struttura portante del “Poème de l’angle droit” di Le Corbusier e a tale modalità compositiva ci si è ispirati nel suo significato più profondo: la necessità di improntare la vita, cominciando dalla propria, alla ricerca dell’ARMONIA.

I protagonisti di questo progetto sono artisti e fotografi professionisti o di alta amatorialità, ognuno dei quali ha declinato la propria ICONOSTASI, anch’essa altamente simbolica, attraverso diciannove immagini fotografiche, suddivise in sette sezioni contrappuntate da un titolo, sia essa una frase o una parola, e da un colore

Queste iconostasi ovviamente, non costituiscono reinterpretazioni del pensiero del grande architetto; ma semmai, attraverso una feroce opera di sintesi, mostrano quanto sia stato pensato e realizzato, a oggi, nell’intero processo di elaborazione artistica dei singoli autori.

La mia iconostasi è un percorso di esplorazione del rapporto tra uomo e natura, mostrando l’armonia, lo sfruttamento, la distruzione e la speranza. Nel primo livello le figure geometriche evidenziano simbolicamente la perfezione matematica della natura,al secondo livello l’indifferenza umana verso di essa che di conseguenza ha generato la sfrenata, incosciente e distruttiva era antropocenica che porta alla totale distruzione rappresentate nel terzo e quarto livello. Nel quinto livello è rappresentato l’avvertimento dell’inarrestabile trascorrere del tempo e che solo il sapere rappresentato dai caratteri di stampa del sesto livello ci impone la ricerca di della via verso una speranza di salvezza e dall’uscita dal tunnel del settimo livello.

Natura Armonia

Ipocrisia Incoscienza

Sfruttamento Inquinamento

Distruzione Morte

Tempo Cura

Sapere Coscienza

Futuro Speranza

Il volo ci ha regalato gli occhi degli uccelli, un punto di vista prezioso per osservare tanto mondo tutto insieme e lo scempio che ne stiamo facendo.

(Le Corbusier)

Recensione di Marco Mattiuzzi – 2024.09.28

È sempre entusiasmante essere accompagnati da un artista che ci guida attraverso le sue opere, svelando le motivazioni profonde che hanno ispirato il suo lavoro. Questo è esattamente ciò che mi è capitato durante una mia recente visita al Museo Leone, sede della mostra ICONOSTASI, dove mi ero recato per assistere a una conferenza del conservatore dott. Luca Brusotto sul tema "Marco Polo". Mentre mi dirigevo verso la Sala delle Cinquecentine, mi sono imbattuto per puro caso nell'autore Ramon Manchovas, che ha subito espresso una certa curiosità riguardo una mia precedente recensione della mostra.

Devo ammetterlo, la recensione era alquanto prolissa, come spesso mi capita, e avevo definito la sua opera in termini di "Memoria e Oblio" – concetto che, a quanto pare, non gli era del tutto chiaro. Di conseguenza, ci siamo recati insieme davanti alla sua opera, dove ho tentato di spiegargli la mia idea. Tuttavia, come accade spesso quando tento di spiegarmi verbalmente, i pensieri si accavallano, le parole si intrecciano, e ciò che ne esce è un caos, amplificato dal mio balbettio. Quindi, con la calma che solo la scrittura riesce a darmi, ho deciso di mettere nero su bianco una recensione più accurata e appropriata, per spiegare meglio cosa intendevo con il concetto di "Memoria e Oblio" riferito alla sua opera. Ecco dunque la mia riflessione scritta, che spera di fare giustizia al significato profondo del suo lavoro. L’opera di Ramon Manchovas, come emerge dall’immagine allegata, si sviluppa in un viaggio visuale che, attraverso sette stadi distinti, riflette una profonda esplorazione del rapporto tra uomo e natura, evidenziando l’armonia, lo sfruttamento, la distruzione e la speranza. Tuttavia, guardando l’opera attraverso il filtro concettuale di “memoria e oblio”, è possibile decifrare un messaggio ancora più stratificato, in cui l’interazione con il passato e l’inevitabile perdita di coscienza diventa l'essenza della sua poetica.

L’armonia perduta e la memoria selettiva

La sequenza che inizia con “Natura” e “Armonia” evoca l’immagine di un mondo primordiale, in cui l’uomo viveva in simbiosi con l’ambiente circostante. Questi primi fotogrammi rappresentano uno stato di equilibrio, un eco di ciò che è stato, ma che oggi sopravvive solo come memoria sbiadita. Le figure geometriche sovrapposte alla natura simboleggiano un ordine perfetto, ma anche la fragilità di quell’equilibrio. Il passato non è più accessibile nella sua interezza, perché la memoria stessa tende a selezionare, a scegliere cosa conservare e cosa lasciare nell'oblio.

Ipocrisia e sfruttamento: il peso dell’oblio

Nel passaggio successivo, “Ipocrisia” e “Sfruttamento”, appare evidente il contrasto tra ciò che ricordiamo e ciò che preferiamo dimenticare. Le tre figure, che richiamano immediatamente alla mente le famose "tre scimmiette" – non vedo, non sento, non parlo – simboleggiano perfettamente l'atteggiamento umano nei confronti della crisi ambientale e morale. Le immagini distorte di volti umani sovrapposti a strutture inquinate e decadenti suggeriscono come l'umanità scelga di ignorare il proprio impatto distruttivo sul pianeta.

È una forma di oblio volontario: la coscienza umana preferisce voltarsi

dall’altra parte, evitando di vedere, ascoltare o parlare della responsabilità che abbiamo verso il nostro ambiente.

Manchovas ci mostra così come l'ipocrisia nasca dall'oblio, in un tentativo collettivo di cancellare il ricordo delle nostre azioni distruttive e perpetuare un ciclo di negazione. Le tre scimmiette rappresentano simbolicamente questa forma di autoindulgenza: chiudere gli occhi, le orecchie e la bocca di fronte all’evidenza, pur di non affrontare la realtà.

Distruzione e morte: l’oblio inevitabile

La “Distruzione” e la “Morte” sono il punto di non ritorno. Qui il concetto di oblio diventa inevitabile: ciò che è stato distrutto è cancellato dalla memoria, perché la memoria stessa non può sopravvivere in un mondo devastato. La terra martoriata diventa un terreno fertile per l’oblio totale, dove ogni traccia del passato viene spazzata via. Questo stadio sembra suggerire che l’oblio, alla fine, è inevitabile: quando la distruzione diventa troppo grande, nulla può essere salvato, né nella memoria collettiva né in quella individuale.

Tempo e cura: il ritorno della memoria

Tuttavia, Manchovas non ci lascia in un pessimismo totale. “Tempo” e “Cura” rappresentano una fase di possibile guarigione, in cui la memoria, attraverso la cura, può essere recuperata. Il tempo, raffigurato qui come una sfera che sembra galleggiare in uno spazio sospeso, simboleggia il trascorrere costante del tempo, come un pendolo o un metronomo che scandisce il ritmo inesorabile dell'esistenza. Questo moto perpetuo non solo segna il passaggio del tempo, ma anche la possibilità di riannodare i fili della storia, di ricordare e imparare dal passato. L’immagine successiva, che riproduce dei caratteri mobili, è emblematica della trasmissione del sapere e della memoria, simboli di come solo la conoscenza e la sua diffusione possano preservare la memoria dall'oblio. È attraverso il sapere, trasmesso di generazione in generazione, che l'umanità può trovare una via di salvezza. I caratteri mobili, simbolo della stampa e della conservazione del sapere scritto, ci ricordano che il ricordo fissato nella parola scritta è l’unica via per sottrarci all'oblio, e quindi per salvarci dal ripetere gli errori del passato. L’opera suggerisce che, nonostante l'oblio sembri inevitabile, il tempo porta con sé anche una possibilità di ricostruzione. Grazie al sapere e alla memoria condivisa, possiamo restaurare, anche se solo in parte, ciò che rischiamo di dimenticare. In questo modo, Manchovas ci invita a riflettere sulla necessità di custodire la memoria attraverso il sapere, perché è proprio lì che risiede la nostra possibilità di guarigione.

Futuro e speranza: la lotta tra memoria e oblio

L’ultimo stadio, “Futuro” e “Speranza”, chiude l’opera con una nota positiva, ma non priva di ambiguità. L’immagine finale, un corridoio che si perde nell’oscurità con un puntino rosso che brilla alla fine, rappresenta l’incertezza del futuro.

La speranza di cui parla Manchovas è una speranza fragile, che esiste solo se l’uomo è in grado di ricordare, ma che rischia di scomparire se l’oblio ha il sopravvento. Il futuro, quindi, diventa una battaglia costante tra la memoria e l’oblio: ciò che scegliamo di ricordare ci guiderà, ma ciò che dimentichiamo può condurci alla ripetizione degli stessi errori.

Tiriamo le somme…

L’opera di Ramon Manchovas, da me interpretata attraverso il concetto di “memoria e oblio”, ci invita a riflettere sulla complessa relazione tra il nostro passato e il nostro futuro. Le immagini parlano di un mondo in cui la memoria, se trascurata, può essere completamente annientata dall’oblio, e con essa, la possibilità di apprendere dal passato. Tuttavia, in questa lotta tra dimenticanza e consapevolezza, Manchovas lascia uno spiraglio di speranza: un futuro in cui, se siamo in grado di curare la nostra memoria, potremmo ancora trovare una via per la guarigione.

L'opera, dunque, non è solo una rappresentazione della crisi ecologica, ma un monito sull'importanza di ricordare, e sul potere dell'oblio di cancellare sia il passato che le lezioni che questo porta con sé.

ed all’ottavo giorno si pentÌ del sesto

Raccolta delle fotografie utilizzate nell’installazione dell’autore e delle installazioni dei componenti il progetto ICONOSTASI

Copertina dell’autore, acrilico su tela Fotografie su carta Hahnemühle Photo Rag Matt Baryta 308

Spazio Cento4

Bergamo Feb. 2023

Museo Leone Vercelli Sett.2024

PARTECIPAZIONI E MOSTRE

Milano Photofestival sett.- 2022

Galleria Quintocortile - Milano, Sett.. 2022

AMACI- Ass. musei d’arte cont. italiani - Milano, Ott. 2022

Quintocortile

Associazione Culturale Cento4 - Bergamo, Febr. 2023

ADI DESIGN MUSEUM Selezione per Oggetto-libro - Milano, Ott. 2023

Accademia di Belle Arti - Lecce, Marzo 2024

Il Filandone - Martinengo(BG), Marzo 2024

Museo Leone - Vercelli, Sett. 2024

© 2025 Ramon Manchovas

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa edizione può essere riprodotta o trasmessa senza l’autorizzazione del proprietario dei diritti

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