Tecniche di imaging
Capitolo 1
Near-Infrared Autofluorescence (NIR-AF). Nella NIR-AF, utilizzando un fascio luminoso della lunghezza d’onda di 787 nm (la stessa lunghezza d’onda utilizzata per eccitare il verde di indocianina nell’ICGA), si eccitano i fluorofori, che rispondono emettendo un fascio luminoso con lunghezza d’onda >800 nm. La NIR-AF, che in virtù della sua lunghezza d’onda maggiore rispetto alla BAF e alla GAF penetra più in profondità nei tessuti, viene utilizzata principalmente per studiare la distribuzione di melanina e melanofuscina di EPR e coroide e si è dimostrata superiore alle altre metodiche precedentemente descritte nel valutare lesioni prettamente coroideali, come i laquer cracks negli occhi miopici o le angioid streaks nei quadri di pseudoxanthoma elasticum. Altro importante ambito di applicazione è quello della valutazione dei nevi coroideali, che appaiono iperautofluorescenti in NIR-AF.
1.4. Ultrawide-Field Imaging L’imaging retinico continua a progredire di anno in anno. Fino a poco tempo fa le tradizionali fundus camera erano in grado di fotografare tra i 30° e i 60° del polo posteriore. Negli ultimi anni, invece, grazie alla progressione tecnologica, gli oftalmologi hanno la possibilità di raccogliere immagini fino a 200° del polo posteriore con un solo scatto, circa l’80% dell’intero fundus oculare. La storia del Wide-Field imaging parte da una intuizione di Lotmar, il quale, utilizzando uno specchio ruotabile ed una fixation lamp è stato capace, nel 1977, di creare una mappa a 96° grazie al montaggio di 19 fotografie del fundus oculi. Con l’implementazione di nuove tecnologie oggi siamo in grado di ottenere immagini Wide-Field anche con un singolo scatto. Inoltre gran parte delle nuove fundus camera sono device multifunzione e permettono di eseguire FAG, Angiografia con verde d’indocianina (ICGA) del fondo (FAF). Alcuni dispositivi particolarmente all’avanguardia come l’OPTOS™ Silverstone SS-OCT permettono di acquisire scansioni OCT utilizzando come guida la foto del fondo. Elenchiamo in seguito alcuni dei dispositivi più utilizzati ad oggi. RetCam3: questo dispositivo è utilizzato in ambito neonatale per la valutazione e stadiazione della retinopatia del prematuro. Si serve di una fonte di luce ottica esterna a contatto con la superficie oculare. 5 lenti interscambiali garantiscono diverse ampiezze, fino a 130°.
13