MoRe Impresa Festival: tra dazi e IA, ecco la 6a edizione
Settimana dell’Energia e della Sostenibilità: appuntamento per la nostra associazione
settembre ottobre
XXII Congresso Generale: la roadmap di avvicinamento
Francia in crisi, Italia al sorpasso: l’Europa ridefinisce i suoi equilibri economici
Periodico di informazione di Lapam Confartigianato
Conoscere per competere: il nostro territorio al centro delle sfide globali
Il nostro territorio ha una lunga tradizione di imprese capaci di guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici, facendo tesoro delle proprie esperienze. È con questo spirito che ci prepariamo a vivere l’edizione 2025 del MoRe Impresa Festival, un appuntamento che, anno dopo anno, si conferma come uno dei momenti più qualificanti di riflessione e confronto per il mondo produttivo delle province di Modena e Reggio Emilia.
Quest’anno gli ospiti sono due firme autorevoli del giornalismo economico e politico italiano: Francesco Costa e Sebastiano Barisoni. Con loro affrontiamo due temi che già oggi stanno ridisegnando gli equilibri globali e che nei prossimi mesi avranno un impatto diretto sulle nostre imprese: i dazi USA e le sfide poste dall’intelligenza artificiale.
I dazi non sono soltanto una voce di
cronaca internazionale: per le nostre aziende esportatrici significano nuovi scenari competitivi, talvolta rischiosi, ma anche occasioni per ripensare strategie di mercato e filiere puntando sul Made in Italy che resta sempre apprezzato a livello globale. L’intelligenza artificiale, dal canto suo, non è un concetto astratto: è uno strumento che può ottimizzare processi, migliorare la produttività, aprire nuove strade in settori che sembravano già maturi. Al festival vogliamo affrontare questi argomenti con pragmatismo e lungimiranza, convinti che solo la conoscenza possa trasformare le sfide in opportunità.
Accanto a questo grande evento, non dimentichiamo un altro appuntamento che ci sta particolarmente a cuore: la Settimana dell’Energia e della Sostenibilità, promossa dal sistema Confartigianato a livello nazionale.
Perché parlare di futuro delle imprese significa anche parlare di rispetto per l’ambiente, di innovazione responsabile e di una crescita che non consumi risorse senza restituire valore alle comunità.
Come associazione vogliamo ribadire la nostra missione: stare al fianco degli imprenditori, offrire strumenti concreti e momenti di confronto, ma anche proporre una visione. MoRe Impresa Festival 2025 e la Settimana dell’Energia sono due tasselli dello stesso mosaico: quello di un territorio che vuole continuare a essere protagonista, competitivo e sostenibile.
In attesa di ritrovare l’appuntamento di successo con Manifatture Aperte, in programma a novembre, per continuare a mettere sempre di più in comunicazione il mondo delle imprese con il mondo delle scuole e dei giovani.
Carlo Alberto Rossi
Segretario Generale Lapam Confartigianato
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Nelle province di Modena e Reggio Emilia le imprese investono nel green e in digitale
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Direttiva rifiuti UE: approvata la revisione, nuovi obiettivi vincolanti per alimentare e tessile
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Sovranità digitale: un tema fondamentale anche per la nostra associazione
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
A San Felice si riflette sulla violenza di genere con Stefano Rossi
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
“Scampoli d’autore”: quando il piacere diventa il proprio lavoro
SETTEMBRE OTTOBRE 2025
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Appennino: lavoro e imprese nei versanti Modena e Reggio Emilia
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
La dogana oggi: focus operativi per le piccole e medie imprese
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Un bando GAL per le start up non agricole
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
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MORE IMPRESA FESTIVAL
MoRe Impresa Festival: tra dazi e IA, ecco la 6a edizione IN COPERTINA
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MORE IMPRESA FESTIVAL
Sebastiano Barisoni al MoRe Impresa Festival 2025 IN COPERTINA
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SOSTENIBILITÀ Settimana dell’Energia e della Sostenibilità: appuntamento per la nostra associazione IN COPERTINA
XXII Congresso Generale: la roadmap di avvicinamento 24
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FOCUS
Export modenese e reggiano
ARTICOLO A CURA DI ALISEO Francia in crisi, Italia al sorpasso: l’Europa ridefinisce i suoi equilibri economici
Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Fabio Sala - Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Narumi Giovanelli, Elena Baraldi, Laura Roncaglia, Matteo Vezzani, Alberto Belluzzi, Alessio Molinari Bucarelli. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora, Luca Pellacani, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Artestampa Fioranese Srl Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu - 059 893 111
AUTORIPARAZIONE
Autoriparazione, focus sul settore tra comparto e parco auto circolanti nelle province di Modena e Reggio Emilia
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AUTORIPARAZIONE
Targa prova: alcuni aggiornamenti
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ALIMENTAZIONE
Etichettatura alimentare: la carta d’identità di ciò che mangiamo e beviamo
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MOVIMENTO DONNE IMPRESA
Leader al femminile: nuovi orizzonti per le imprese
Scelte scolastiche e mismatch aziendale: formiamo giovani per lavori che non ci sono 26
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SCUOLE E ISTRUZIONE
La nostra associazione premia i progetti più meritevoli di alunne e alunni del Da Vinci di Carpi
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SCUOLE E ISTRUZIONE
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TRASPORTI
Nuovo Codice della Strada: arrivano chiarimenti sulla normativa
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Nuovi mercati, Claudio
Pellegatta: «La Scandinavia un ambiente moderno»
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MECCANICA
Meccanica: gli ultimi aggiornamenti su export e cassa integrazione
MODA
Dare alla moda gli strumenti per difendere il Made in Italy
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BENESSERE
Dal 1° settembre 2025 stop alle sostanze con TPO
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LEGNO E ARREDO
Legno e serramenti: quale futuro per le imprese artigiane?
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TURISMO
Turismo: analisi e strategie tra crescita e nuovi obiettivi
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FORMAZIONE
Corsi e Formazione organizzata da FORMart
MOVIMENTO GIOVANI IMPRENDITORI Giovani imprese in crescita: +4,4% a Modena nel secondo trimestre 2025
Tutti i numeri di Imprese & Territorio 29
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TRASPORTI
Autotrasporto, nuove esenzioni dal tachigrafo: semplificazioni operative già in vigore
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CASSETTA DEGLI ATTREZZI Fisco Lavoro Bandi
Nelle province di Modena e Reggio Emilia le imprese investono nel green e in digitale
Qual è la situazione degli investimenti in ambito green e digitale delle imprese che operano nelle province di Modena e Reggio Emilia? Il nostro ufficio studi ha analizzato la situazione con uno studio approfondito
In provincia di Modena
Nel 2024 oltre due imprese modenesi su tre hanno realizzato investimenti in ambito digitale (precisamente il 68% delle attività): quota in linea con la media regionale e nazionale (entrambe a 66,8%). In ambito green, invece, la sensibilità delle imprese del territorio è superiore alla media, con il 28,8% di realtà modenesi che ha investito per l’ambiente rispetto al 24,7% nazionale. Il contesto di forte incertezza geopolitica ed economica, però, indebolisce e condiziona la domanda di credito da parte delle imprese agli istituti bancari. A ciò, si deve aggiungere che i tassi di interesse effettivi, soprattutto per le piccole imprese, rimangono ancora elevati rispetto all’inizio 2022 (TAE 8,00%). Situazioni che disincentivano la volontà degli imprenditori di investire sempre maggiormente.
I dati al primo trimestre del 2025, disponibili solo a livello regionale, rimarcano che i prestiti alle piccole imprese sono in calo del 6%, peggiore del -3,3% del totale imprese. Specialmente per quanto riguarda l’artigianato, i prestiti diminuiscono del 10,5%.
Di conseguenza, è diffuso su tutto il territorio il calo degli investimenti sia in ambito digitale che green
rispetto alla media 2019-2023: in provincia di Modena, la quota di imprese che fa investimenti green cala di 0,7 punti, mentre scende di 0,5 punti per gli investimenti digitali.
In provincia di Reggio Emilia
Nel 2024 oltre due imprese reggiane su tre hanno realizzato investimenti in ambito digitale (precisamente il 66% delle attività): quota in linea con la media regionale e nazionale (entrambe a 66,8%). In ambito green, invece, la sensibilità delle imprese del territorio è superiore alla media, con il 27,7% di realtà reggiane che ha investito per l’ambiente rispetto al 24,7% nazionale. Il contesto di forte incertezza geopolitica ed economica, però, indebolisce e condiziona la domanda di credito da parte delle imprese agli istituti bancari. A ciò, si deve aggiungere che i tassi di interesse effettivi, soprattutto per le piccole imprese, rimangono ancora elevati rispetto all’inizio 2022 (TAE 8,00%). Situazioni che disincentivano la volontà degli imprenditori di investire sempre maggiormente. I dati al primo trimestre del 2025, disponibili solo a livello regionale, rimarcano che i prestiti alle piccole imprese sono in calo del 6%, peggiore del -3,3% del totale imprese. Specialmente per quanto riguarda l’artigianato, i prestiti diminuiscono del 10,5%.
Di conseguenza, è diffuso su tutto il territorio il calo degli investimenti sia in ambito digitale che green rispetto alla media 2019-2023: in provincia di Reggio Emilia, la quota di imprese che fa investimenti green cala di 2,1 punti, mentre scende di 1,3 punti per gli investimenti digitali.
«Il dato preoccupa perché vede rallentare gli investimenti che assicurano l’eccellenza e la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali – commenta il nostro presidente Gilberto Luppi –. È importante ricordare che, oltre a essere utili per l’ambiente, gli investimenti green permettono di risparmiare materie prime ed energia ed essere più competitivi in un mondo che pone sempre maggiore attenzione alla sostenibilità. Senza dimenticare che l’essere sostenibili è un fattore che sta entrando anche nel circuito bancario: da una rilevazione di fine 2024 condotta tra la base associativa di Confartigianato Emilia-Romagna, infatti, il 10,4% dei rispondenti aveva ricevuto richieste di certificare la propria sostenibilità da parte di istituti di credito. È necessario che a livello politico si adottino delle misure concrete affinché le nostre imprese decidano di continuare a investire nella loro competitività e nel loro futuro».
Direttiva rifiuti UE: approvata la revisione, nuovi obiettivi vincolanti per alimentare e tessile
Via libera a tagli agli sprechi alimentari entro il 2030 e all’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore per il settore tessile. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale
Una svolta cruciale per la sostenibilità europea: il 9 settembre scorso, il Parlamento Europeo ha formalmente approvato il testo dell’accordo provvisorio sulla revisione della Direttiva Quadro UE sui Rifiuti (2008/98/CE). Già validato a luglio dalla Commissione Ambiente, l’intesa mira a ridurre significativamente l’impatto ambientale, concentrandosi in particolare sui settori alimentare e tessile.
Settore alimentare: obiettivi vincolanti contro gli sprechi
La revisione introduce obiettivi vincolanti per la riduzione degli sprechi alimentari da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030. Nello specifico, si prevedono una riduzione del 10% dei rifiuti generati da produzione e trasformazione alimentare e una riduzione del 30% pro capite per i rifiuti provenienti da commercio al dettaglio, ristoranti, servizi di ristorazione e dalle famiglie. Questi obiettivi saranno calcolati sulla base della quantità media annua di sprechi alimentari registrata tra il 2021 e il 2023. La Commissione Europea riesaminerà questi traguardi entro il 31 dicembre 2027, con la possibilità di modificarli o estenderli ad altre fasi della filiera o di fissare nuovi obiettivi oltre il 2030. Sebbene il testo non imponga la donazione degli alimenti invenduti, gli Stati Membri saranno tenuti ad adottare misure per facilitare questa pratica virtuosa.
Settore tessile: la rivoluzione dell’EPR e il ruolo delle micro imprese
Anche il settore tessile è al centro di importanti cambiamenti, con l’introduzione di schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR). Questo significa che i produttori e fornitori tessili all’interno dell’Unione Europea dovranno sostenere i costi relativi a raccolta, selezione e riciclo dei prodotti. Tali schemi dovranno essere istituiti in ogni Stato membro entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva. Un punto chiave, in linea con le richieste della confederazione, è l’estensione dell’ambito di applicazione dell’EPR anche alle microimprese. Queste avranno un periodo aggiuntivo di 12 mesi (per un totale di 42 mesi) per implementare i sistemi di responsabilità estesa del produttore. Dalla direttiva sono esclusi i prodotti su misura. Per le microimprese è previsto un obbligo semplificato di comunicazione annuale, limitato alla quantità (peso) dei prodotti immessi sul mercato per la prima volta, a differenza degli altri operatori economici che dovranno fornire maggiori specifiche. I contributi ambientali saranno determinati in modo commisurato alla capacità produttiva e al ruolo delle microimprese nella filiera.
Prossimi passi: recezione nazionale e impatto futuro
Gli Stati membri avranno 20 mesi per recepirle nelle proprie legislazioni nazionali. Questo aggiornamento è in linea con il percorso nazionale già in fase di definizione per l’EPR tessile, preannunciando un futuro più circolare e sostenibile per l’industria europea e i consumatori.
Sovranità digitale: un tema
fondamentale anche per la nostra associazione
È un tema sempre più cruciale nel panorama tecnologico europeo.
Parliamo della sovranità digitale, ovvero la capacità di individui e organizzazioni di controllare i propri dati, le proprie tecnologie e le proprie infrastrutture digitali, liberi da dipendenze imposte o da monopoli de facto
Nonostante in Italia questa aspirazione si scontri quotidianamente con la realtà dei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione, Lapam Confartigianato evolve in autonomia da un paio di decenni il proprio ecosistema informatico, fondato sul sistema operativo Linux. In passato questa scelta ha causato molte difficoltà nei rapporti quotidiani con la PA, che considerava (ma purtroppo talvolta considera) l’informatica come patrimonio di un unico noto produttore software (Microsoft). Un tema caro alla nostra associazione, che abbiamo approfondito con Franco Violi di Metodo, la società appartenente a Lapam Confartigianato che si occupa della infrastruttura informatica.
Violi, qual è lo stato dell’arte ad oggi della sovranità digitale?
«Oggi, complici anche gli attuali scenari di politica internazionale e le tensioni nei rapporti commerciali tra gli stati, assistiamo ad una presa di coscienza generale sul tema della sovranità digitale e in questo nuovo contesto l’ecosistema informatico della nostra associazione si è dimostrato lungimirante. Tutti riconosco-
no ai nostri imprenditori ingegno, inventiva e qualità, e proprio per questo l’informatica dovrebbe essere un settore di eccellenza del nostro sistema paese. Tuttavia, la subalternità digitale della PA ha in passato soffocato lo sviluppo naturale del settore. Infatti, anche se furono emanate varie leggi a supporto della pluralità nei rapporti digitali tra imprese e cittadini da un lato e lo stato dall’altro, abbiamo vissuto scenari nei quali un imprenditore non riusciva a pagare le tasse senza un computer “Microsoft Windows”, oppure un cittadino non poteva compilare una richiesta nel proprio comune perché non possedeva “Microsoft Word”. Quello che valeva per Microsoft ieri vale oggi anche per tutti i colossi dai quali importiamo soluzioni e tecnologie di uso quotidiano cui abbiamo affidato, senza rendercene conto, le nostre infrastrutture digitali. Anziché meravigliarsi degli utili spropositati (e provare invano a tassarli adeguatamente) realizzati delle cosiddette Big Tech, sarebbe auspicabile che Italia e Europa iniziassero a lavorare seriamente per ridurre un gap tecnologico che si è sedimentato nei
decenni scorsi, creando i presupposti necessari quantomeno a contrastare i monopoli esistenti e offrendo opportunità di crescita ai propri imprenditori e cittadini».
Come?
«Ogni software ha una doppia personalità. Il codice sorgente è la versione comprensibile a noi di quello che fa, ma poi viene trasformato in qualcosa di comprensibile al computer, ma che noi non possiamo capire. Per questa ragione, se non possediamo il codice sorgente di un software non siamo in grado di sapere cosa veramente fa sul nostro computer. Quando il codice sorgente non viene condiviso dal produttore parliamo di software proprietari. Al contrario, quando il codice sorgente è di dominio pubblico e non soggetto a copyright è open source (come Linux). Anche i sistemi operativi (Windows 11, Apple IOS, Android,
Linux e altri) sono software, ma sono progettati in modo da ospitare altri software (Word, Excel, ITunes, Gnome e tanti altri). Ogni sistema operativo è dotato della propria infrastruttura tecnologica per connettersi a Internet, collegare stampanti, chiavette USB e, in generale, ogni dispositivo che possa servire alle nostre attività quotidiane. Tutto il software richiede un investimento iniziale per la sua progettazione e realizzazione, dopo di che può essere soggetto a correzioni o migliorie (gli aggiornamenti). Questi costi sono recuperati con le licenze d’uso, il supporto o attraverso altri canali, ad esempio lucrando sulle pubblicità che si manifestano durante l’utilizzo del programma o sulle informazioni di profilazione che derivano dall’uso che ne facciamo. In generale, comunque, il software proprietario evolve per massimizzare il risultato economico del produttore. Assistiamo infatti spesso a scenari nei quali
un software che andava benissimo viene dichiarato dal produttore obsoleto (e pertanto da cambiare, computer compreso) senza alcuna apparente ragione. Il software, poi, è un bene di consumo molto strano, in quanto è duplicabile con un click del mouse. Anzi, con il cloud possiamo utilizzarlo senza nemmeno duplicarlo e senza sapere né dove risiede né dove vengono memorizzati i nostri dati. Questa caratteristica cambia le “regole del gioco”. Pensiamo quali sconvolgimenti subirebbero le nostre filiere produttive se qualcuno fosse in grado, ad esempio, di duplicare un’automobile a costo zero. Questa ipotesi, relegabile alla fantascienza per ogni cosa, è vera per il software: infatti, quando il numero di utilizzatori paganti supera una determinata soglia gli utili prodotti dall’investimento iniziale diventano esorbitanti e il flusso di denaro migra inevitabilmente dal “lavoro vero” alla finanza. A diffe-
renza dei software proprietari, Linux non evolve secondo le strategie di uno specifico produttore ma solo per migliorare se stesso, in quanto tutti possono vedere e verificare il codice sorgente altrui. I margini di guadagno delle imprese che investono su questa tecnologia non derivano dalle licenze d’uso ma dal reale valore aggiunto (quindi dal lavoro) che viene innestato sulla soluzione software. Proprio per questo investire in questo ecosistema, come ha fatto la nostra associazione, dirotta risorse economiche dalla finanza al lavoro sul territorio, consentendo non solo ai grandi colossi ma anche alle micro imprese di accedere a tecnologie di avanguardia per realizzare soluzioni personalizzate, economiche ed evolvibili in base alle sole reali esigenze dei propri clienti».
A San Felice si riflette sulla
violenza di genere con Stefano Rossi
Tra i più esperti psicopedagostia del panorama nazionale, Stefano Rossi è stato l’ospite di un nostro evento in occasione della Fiera di San Felice
«H
o appositamente voluto chiamare questo incontro “L’amore che fa male”, perché l’amore non deve e non può fare male». È con queste parole che Stefano Rossi, psicopedagogista, scrittore e divulgatore tra i massimi esperti di educazione emotiva del nostro Paese, conclude la conferen-
Chi è Stefano Rossi
Psicopedagogista, scrittore e divulgatore. Tra i maggiori esperti di adolescenza del Paese. Ha formato 800 scuole e più di 100 mila genitori. Collabora con Sky Tg24, Il Sole24 Ore, Donna Moderna, Focus Junior.
za tenuta in Piazza Matteotti a San Felice sul Panaro davanti a circa 80 persone. In occasione di un evento organizzato dalla nostra associazione durante la sentita e tradizionale Fiera di San Felice, Stefano Rossi ha fatto riflettere i presenti sul tema della violenza di genere e su come gli adolescenti, ma non solo, vivo-
Autore Feltrinelli di bestseller per genitori e ragazzi tra cui “Lezioni d’amore per un figlio”, “Sentimenti mal Educati”, “Mio figlio è un casino” e “Se non credi in te chi lo farà?”. Sui social è seguito da una community di oltre 250 mila persone.
no l’amore e le emozioni. Un lungo excursus, dal narcisismo al proibito, dalla gelosia all’essere genitore “scultore”. «L’amore non dovrebbe fare male – racconta Rossi –, ma dentro di noi, come ci ha insegnato Freud, ci sono due forze, che sono Eros, la parte di noi che si connette col mondo, e Thanatos, che è la parte di noi che distrugge, rompe legami, ferisce. Lo scopo di questa serata è stato riflettere sull’intelligenza sentimentale che non è l’intelligenza emotiva, perché l’intelligenza emotiva ci parla delle emozioni di base. Le emozioni fondamentalmente sono biologiche, quindi noi nasciamo con dei circuiti per la gioia, per la paura, per la tristezza e via dicendo. I sentimenti, invece, sono culturali, cioè sono delle emozioni di secondo livello che sono influenzate dall’area che respiriamo. E per quanto siamo nel XXI secolo, come dice un vecchio detto asiatico, il pesce è l’ultimo ad accorgersi dell’acqua, quindi noi nuotiamo dentro una cultura che su alcuni temi come, la gelosia, il controllo, il significato dell’amore, presenta delle trappole. E lo scopo di questa serata è stato un po’ riflettere su queste trappole, sia per educare i nostri figli, sia per educare anche noi stessi. Eventi come quello di questa sera, organizzati da un’associazione di categoria come Lapam Confartigianato, che ha a che fare con il mondo del lavoro (1:42) sono quello che si può e forse si deve fare per contribuire alla sensibilizzazione, no? Jerome Seymour Bruner, psicologo statunitense che ha dato notevoli contributi allo sviluppo della psicologia cognitiva, della psicologia culturale e della psicologia dell’educazione, diceva che la mente crea la cultura, ma la cultura crea la mente. Se noi facciamo anche degli eventi di riflessione culturale per pensare: “Che cosa significa amare? Che cosa significa stare in un rapporto? Che cosa significa lasciare?” sono temi affettivi su cui noi non abbiamo una codifica interna, ma su cui ci muoviamo un po’ alla cieca. Ecco, fare degli eventi di sensibilizzazione della comunità può creare quella grammatica comune per capirci un po’ di più e essere un pochino meno tossici per gli altri».
Durante la Fiera di San Felice i presenti ascoltano l’intervento di Stefano Rossi
“Scampoli
d’autore”: quando il piacere diventa il proprio lavoro
Un evento a Campogalliano insieme a Giulio Stermieri, pianista, tastierista e compositore, che ha raccontato come si possa fare del proprio piacere un lavoro
Un appuntamento per raccontare come i propri piaceri possano trasformarsi in una professione. È grazie a Giulio Stermieri che la nostra associazione, in occasione della sentita “Fiera di Campogalliano” ha organizzato un’iniziativa che ha avuto per protagonista la musica ma, soprattutto, l’ambizione di trasformare la propria passione in un lavoro. Anche se con Stermieri è vietato parlare di “passione”. «Preferisco parlare di “piacere” più che di “passione” – afferma –perché quest’ultima porta nel suo etimo il “patire” e quindi è come se per fare ciò che piace bisognasse fare dei sacrifici. In parte è ovviamente vero, però anche quando insegno a suonare gli strumenti ai ragazzi preferisco far capire loro che devono farlo con piacere e non con “sofferenza”». L’ormai tradizionale appuntamento della nostra associazione con “Scampoli d’autore”, quindi, quest’anno ha visto come protagonista la musica, con un’esibizione dal vivo del musicista, tastierista e compositore campogallianese davanti a circa una settantina di persone. «Io sono di Campogalliano e non è così frequente suonare qui, quindi comunque è stato bello poter condividere un po’ il mio percorso e anche avere un momento di performance di fronte a amici e parenti –racconta Stermieri –. Il mio percorso inizia abbastanza lontano, nel senso che quando ero all’asilo arrivò a casa a un pianoforte e poi da lì iniziai a prendere lezioni. Dopo una parentesi in cui ho studiato ingegneria elettronica, ho frequentato il conservatorio di jazz, mi sono dedicato inizialmente a questo genere e poi ho iniziato un po’ a cercare una sintesi tra le
cose che mi piacevano, ciò che fino a quel momento avevo ascoltato e che non avevo ben capito come inserire nel mio discorso musicale. Quello che ho presentato nel concerto vuole essere un po’ una sintesi del mio percorso fino ad adesso». Stermieri insegna anche ai giovani che vogliono imparare a suonare uno strumento, ed è a loro che rivolge un pensiero particolare. «Diciamo che quando una persona è consapevole che sta facendo qualcosa che dà soddisfazione e che sa che darà
un piacere non solo immediato ma anche quando si dedicheranno ore di tempo e sforzo è sulla buona strada – conclude il musicista –. Quando non si percepisce fatica nel voler superare i nostri limiti per cercare di apprendere cose che magari in un certo momento ci sembrano lontane ecco, quell’aspetto di gratificazione che si trova e che cerco anche di comunicare nella parte della mia vita professionale dedicata all’insegnamento è una spinta per tirare fuori qualcosa che ci appartiene. È il consiglio che cerco di dare quando ho degli allievi che si avvicinano alla scelta universitaria: cercare di capire, appunto, se vogliono dare spazio alla musica da un punto di vista lavorativo oppure no e, se sì, in che ambito legato alla composizione, proprio per per trovarsi poi sempre di più a interagire con il mondo secondo chi loro sono davvero nel profondo».
Rita Cavalieri, presidente di Campogalliano, apre la serata in occasione della Fiera di Luglio
Un momento dell’intervista a Giulio Stermieri
Appennino: lavoro e imprese nei versanti Modena e Reggio Emilia
Un’analisi su occupazione e demografia d’impresa in Appennino Modenese e Reggiano
Appennino modenese
Nei comuni montani di Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Pavullo, Pievepelago, Polinago, Riolunato, Serramazzoni e Sestola, gli ultimi dati aggiornati al 2023 rilevano più di 20 mila occupati e quasi mille disoccupati in cerca di lavoro, per un totale di oltre 21 mila attuali e potenziali lavoratori, che compongono la forza lavoro locale. È quanto fotografa l’ufficio studi Lapam Confartigianato all’interno di un’analisi complessiva sulla demografia d’impresa e sull’occupazione nel territorio montano. Come si nota dallo studio, altre 17 mila persone di 15 anni e più sono escluse dal mercato del lavoro (inattivi), tra cui rientrano studenti, pensionati, casalinghe e altri soggetti demotivati dal contesto economico che non tentano un reinserimento occupazionale. In media in montagna lavora il 53,6% della popolazione, quota leggermente più bassa rispetto alla media provinciale che si attesta al 54,8%. Risulta lievemente inferiore anche il coinvolgimento della popolazione nel mercato del lavoro: il tasso di attività, che misura il rapporto tra forza lavoro e popolazione in età lavorativa, è del 55,9% rispetto al 57,8% della provincia di Modena. Nel 2023 il tasso di disoccupazione in montagna si attesta al 4,1%, inferiore rispetto al 5,3% in provincia di Modena. Negli ultimi dieci anni è aumentato sia il numero di occupati che di forza lavoro nei comuni montani, a fronte di un calo della popolazione nello stesso periodo. Questo porta ad
un innalzamento del tasso di occupazione, che dal 2013 al 2023, ultimo dato disponibile, cresce di 5,7 punti, in particolare nelle zone di Fanano e Pievepelago e con una forte accelerazione dal 2015 in poi.
L’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato ha interessato anche la demografia d’impresa. Nei comuni montani del modenese, le micro e piccole imprese rappresentano il 99,4% dell’intero tessuto imprenditoriale. Nel dettaglio, il 96,3% sono micro imprese con meno di 10 addetti e il restante 3,7% sono piccole imprese con 10-49 addetti. Rispetto ai comuni non montani si osserva un maggior peso delle micro imprese (2,9 punti in più di quelli non montani). Nelle mpi lavora il 78% degli addetti, quota superiore di 13 punti rispetto alla quota rilevata nei territori non montani. Al 31 dicembre 2024 sono 6.629 le imprese attive operanti nei comuni montani, di cui 2.209 artigiane, pari a una su tre (il 33,3%). Il costante calo delle imprese attive osservabile su tutta la provincia di Modena risulta più accentuato sui territori montani. Negli ultimi 12 mesi i comuni montani perdono 32 imprese, con un calo dello 0,5%. Rispetto al quarto trimestre 2019 si sono perse 324 imprese montane, pari a un calo -4,7%, più accentuato del -2,4% a livello provinciale. Il territorio montano ha una vocazione agricola: oltre un quarto delle imprese lavora nel settore primario (26,4%). Seguono, per numerosità di imprese, il settore delle costruzioni, il commercio, i servizi alle imprese e la manifattura.
Appennino reggiano
Nei 7 comuni montani dell’Appennino Reggiano (Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano, Ventasso, Vetto, Villa Minozzo), gli ultimi dati aggiornati al 2023 rilevano quasi 15 mila occupati e circa 700 disoccupati in cerca di lavoro, per un totale di 15.600 attuali e potenziali lavoratori, che compongono la forza lavoro locale. È quanto fotografa l’ufficio studi Lapam Confartigianato all’interno di un’analisi complessiva sulla demografia d’impresa e sull’occupazione nel territorio montano. Come si nota dallo studio, altre 13 mila persone di 15 anni e più sono escluse dal mercato del lavoro (inattivi), tra cui rientrano studenti, pensionati, casalinghe e altri soggetti demotiva-
ti dal contesto economico che non tentano un reinserimento occupazionale. In montagna lavora il 52,5% della popolazione, quota leggermente più bassa rispetto alla media provinciale che si attesta al 54,7%. Risulta lievemente inferiore anche il coinvolgimento della popolazione nel mercato del lavoro: il tasso di attività, che misura il rapporto tra forza lavoro e popolazione in età lavorativa, è del 54,9% rispetto al 57,5% della provincia di Reggio Emilia. Nel 2023 il tasso di disoccupazione in montagna si attesta al 4,3%, inferiore rispetto al 5% in provincia di Reggio Emilia. Negli ultimi dieci anni è aumentato sia il numero di occupati che di forza lavoro nei comuni montani, a fronte di un calo della popolazione nello stesso periodo. Questo porta a un innalzamento del tasso di occupazione, che dal 2013 al 2023, ultimo dato disponibile, cresce di 5,7 punti.
L’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato ha interessato anche la demografia d’impresa.
Nei comuni montani del reggiano, le micro e piccole imprese rappresentano il 99,6% dell’intero tessuto imprenditoriale. Nel dettaglio, il 95,6% sono micro imprese con meno di 10 addetti e il restante 4,4% sono piccole imprese con 10-49 addetti. Rispetto ai comuni non montani si osserva un maggior peso delle micro imprese (1,9 punti in più di quelli non montani). Nelle mpi lavora l’89,1% degli addetti, quota superiore di ben 24 punti rispetto alla quota rilevata nei territori non montani. Al 31 dicembre 2024 sono 3.308 le imprese attive operanti nei 7 comuni montani, di cui 1.124 artigiane, pari a una su tre (il 34%). Il costante calo delle imprese attive osservabile su tutta la provincia di Reggio Emilia risulta più accentuato sui territori montani. Negli ultimi 12 mesi i comuni montani perdono 48 imprese, con un calo dell’1,4%. Rispetto al quarto trimestre 2019 si sono perse 62 imprese montane, pari a un calo -1,8%, meno accentuato del -2,1% a livello provinciale. Il territorio montano ha una vocazione agricola:
oltre un quarto delle imprese lavora nel settore primario (27,1%). Seguono, per numerosità di imprese, il settore delle costruzioni, il commercio, e i servizi alle imprese.
«I dati confermano una realtà in movimento, con segnali positivi sul fronte dell’occupazione ma anche elementi di forte preoccupazione per la tenuta del tessuto imprenditoriale montano – commentano da Lapam Confartigianato –. È il momento di investire con decisione in questi territori con un piano di rilancio che includa fondamentalmente tre assi: incentivare l’imprenditorialità giovanile e femminile, valorizzare le specificità locali e potenziare i servizi che rendono attrattivo vivere e lavorare in montagna. Senza interventi mirati, rischiamo di disperdere un patrimonio di competenze, identità e coesione sociale fondamentale per il futuro dell’intera provincia».
La dogana oggi: focus operativi per le piccole e medie imprese
Grazie all’intervento della dott.ssa Marica
Mestieri, doganalista del C.A.D. Mestieri Srl, abbiamo realizzato un’iniziativa per concentrarci sull’import e export per le pmi del territorio
Un evento informativo intitolato “La Dogana oggi: focus operativi per le piccole e medie imprese”, organizzato da Lapam Confartigianato e con il patrocinio dell’Unione Terre di Castelli e del Comune di Savignano sul Panaro. È quanto avvenuto presso il Centro Sportivo Tazio Nuvolari di Savignano, dove la dott.ssa Marica Mestieri, doganalista del C.A.D. Mestieri Srl, ha affrontato diversi aspetti operativi legati alla gestione doganale, tra cui come operare correttamente con l’estero, l’origine delle merci e la gestione della supply chain. L’evento era principalmente rivolto a imprese che operano nei mercati internazionali o che intendono avviare attività di esportazione.
«La dogana oggi è diventata virtuale – afferma la dott.ssa Mestieri –: tutto ciò che viaggia fuori dall’Italia, per poter arrivare nel paese di destinazione ha necessità di una dichiarazione doganale. Quando si
esporta ci sono due momenti doganali fondamentali: quello dell’esportazione, cioè la merce che parte, e il momento dell’importazione, dove l’importatore dovrà inserire tutte le informazioni per importare la sua merce. Il primo nodo da sciogliere è proprio questo: se l’importatore chiede di cambiare la voce perché la propria dogana richiede determinati requisiti, chi esporta non è tenuto a farlo, perché la sua merce è preparata per l’export e non è suo compito inserire i dati per l’import. Ma che cosa cambia quando siamo noi a importare? In quanto tali, siamo noi responsabili di ciò che facciamo arrivare nel nostro paese. Quando si importa è fondamentale sapere che cosa si importa: non deve arrivare la merce direttamente nel magazzino perché siamo noi i responsabili e dobbiamo essere noi a sapere il valore di che cosa importiamo. All’interno dell’UE non ci sono importatori o esportatori, ma si parla
di “cessione” o “acquisto”. La fattura deve essere il documento da cui partire, in cui inserire i dati essenziali e fondamentali, come condizioni di pagamento, termini di resa, copertura assicurativa, contratto, ordine e conferma d’ordine, classificazione doganale del prodotto, origine geografica dei prodotti e eventuale attestazione di origine preferenziale delle merci. Per le aziende è possibile diventare AEO, Operatore Economico Autorizzato, cioè un operatore che risulta “affidabile” agli occhi della dogana perché rispetta tutti i requisiti della compliance doganale. Tra i benefici, ad esempio, vi è un aumento della sicurezza con annessi diminuzioni dei problemi, maggiore velocità nelle spedizioni. Come tutelarsi quando si opera con l’estero? Importante creare operazioni blindate, verificando fattibilità, possedere un contratto, conoscere cosa comporta effettuare l’operazione, verificare eventuali restrizioni e così via. Un aspetto importante è la nomenclatura che determina l’applicazione delle misure tributarie ed extra-tributarie. Concludendo, è fondamentale che, prima di esportare verso un paese terzo, l’imprenditore si assicuri di conoscere tutte le restrizioni e i requisiti necessari ai sensi della legislazione vigente nel paese. Con il consiglio, sempre, di rivolgersi e affidarsi a professionisti per qualsiasi dubbio o richiesta di chiarimento».
Un evento partecipato per comprendere meglio le dinamiche delle dogane
Un bando GAL per le start up non agricole
Una spinta concreta per start up artigianali e manifatturiere nei territori di Modena e Reggio Emilia, con contributi a fondo perduto fino a 30.000 euro per chi innova al di fuori del settore agricolo
Una notizia di rilievo per il panorama imprenditoriale locale arriva direttamente dal GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, che ha pubblicato un nuovo bando volto a incentivare lo sviluppo di attività extra-agricole nelle province di Modena e Reggio Emilia. L’iniziativa, denominata SRG 06A –LEADER – Attuazione strategie di sviluppo locale e specificatamente l’azione “Start up non agricole” (codice SRE 04), ha come obiettivo prima-
rio quello di sostenere la nascita e il consolidamento di realtà imprenditoriali artigianali e manifatturiere. L’ammontare complessivo messo a disposizione da questo bando è pari a 523.697,94 euro. I contributi previsti sono a fondo perduto e variano in base all’area di realizzazione dell’intervento: si parla di 30.000 euro per gli interventi in Area D e 20.000 euro per quelli in Area B. Il premio verrà erogato in due tranche, ciascuna del 50%. Per verificare l’area di
appartenenza del proprio Comune, i potenziali candidati sono invitati a consultare la sezione dedicata alla Zonizzazione PSR. Ci sarà tempo fino al 17 novembre per presentare le domande: la platea dei soggetti che possono presentarle è piuttosto ampia e include diverse categorie di aspiranti imprenditori e imprese. Possono partecipare persone fisiche che intendono avviare una micro o piccola impresa extra-agricola, micro o piccole imprese extra-agricole già costituite da meno di un anno, oppure quelle costituite da più di un anno ma che intendono avviare un’attività mai esercitata prima. L’opportunità si estende anche ai liberi professionisti (in forma individuale) attivi da non più di un anno e alle associazioni con caratteristiche di micro o piccola impresa (non partecipate da soggetti pubblici), a patto che vogliano avviare nuove attività extra-agricole. Per chi fosse interessato a saperne di più o necessitasse di chiarimenti, è possibile contattare l’ufficio bandi dell’associazione.
IpresidentidellesediLapamConfartigianato
Ipresidenti delle quindici categorie e dei due movimenti (Donne e Giovani), sono già stati eletti nei mesi da marzo a luglio scorso, con il rinnovo dei consigli direttivi dei vari mestieri in cui è suddivisa l’associazione. Nel mese di settembre il XXII Congresso Generale è entrato nel vivo con i rinnovi dei consigli e dei presidenti delle 54 sedi dell’associazione (44 in provincia di Modena e 10 in provincia di Reggio Emilia). Ora, terminato questo vero e proprio tour de force, sarà la volta dei congressi delle tre associazioni federate (Confartigianato e Aspim il 22 ottobre, Licom il giorno successivo) per arrivare al Congresso Generale vero e proprio. Venerdì 7 novembre sarà il giorno di apertura del XXII Congresso Generale, con la presenza di ospiti e delle rappresentanze
istituzionali: sarà la serata in cui si inizierà a discutere dei temi congressuali. Domenica 9 novembre ci sarà un’intera mattinata con la chiusura della discussione e con l’elezione del Consiglio direttivo generale, il Parlamento della nostra associazione e con l’elezione dei comitati direttivi delle tre federate, Confartigianato per il mondo dell’artigianato, Licom per il commercio e i servizi, Aspim per le imprese più strutturate e per quelle del terzo settore. Infine, al termine di un lungo percorso che durerà in totale sei mesi, il Consiglio generale eleggerà il Presidente e il Segretario Generale Lapam Confartigianato. «Un percorso lungo e molto impegnativo per tutta l’associazione – rimarcano Gilberto Luppi e Carlo Alberto Rossi, rispettivamente Presidente e Segretario Generale –. Ma, e
lo possiamo dire a maggior ragione quest’anno, ne vale davvero la pena perché l’incontro con i soci e con gli imprenditori che compongono il variegato mondo Lapam Confartigianato, avvenuto in maniera capillare su entrambi i territori provinciali, è sempre proficuo e sfocia in una grande ricchezza di idee e proposte. Incontrare in presenza gli imprenditori e confrontarsi con loro, dopo che il precedente Congresso Generale aveva visto una modalità mista in
virtù delle restrizioni da Covid, ci permette di ascoltare la base associativa e di renderla sempre più consapevole e propositiva. Un anno intenso e ricco di lavoro, ma siamo consapevoli che possa aiutarci ancora di più a interagire sempre meglio con la nostra base associativa e capire le vere richieste del mondo imprenditoriale, mai come oggi fondamentale per il benessere delle comunità».
L’analisi del nostro Ufficio Studi sul primo semestre 2025
Nei primi sei mesi di quest’anno il valore delle esportazioni della provincia di Modena supera i 9,3 miliardi di euro, mentre Reggio Emilia registra oltre 6,6 miliardi. Complessivamente le due province coprono oltre un terzo del valore delle esportazioni della nostra regione.
La dinamica dell’export di Modena e Reggio è in linea con il calo registrato a livello regionale (-1,4%), mentre risulta in controtendenza rispetto alla media nazionale (+2,1% sul primo semestre dell’anno scorso).
Modena aveva segnato nel 2024 un -1,7% rispetto al valore dell’export dell’anno precedente, e nel primo semestre 2025 mantiene un andamento negativo, registrando un -1,3% rispetto al periodo gennaio-giugno 2024. Calano in particolare le esportazioni di macchinari, mentre autoveicoli e prodotti alimentari sono in crescita.
Reggio Emilia, che segnava un -6,5% nel 2024, conclude il primo semestre 2025 con un calo più contenuto (-1,8%), dovuto in particolare alla crescita dell’export della moda.
Infine si può osservare una dinamica migliore per le esportazioni dei settori a forte presenza di micro e piccole imprese con meno di 50 addetti.
Dinamica del valore dell’export
Variazione % del valore 1o semestre 2025 rispetto 1o semestre 2024
I prodotti più esportati
I principali paesi verso cui esportiamo Variazione % del valore (export manifatturiero) 1o semestre 2025 rispetto 1o semestre
Focus MPI
Export dei settori ad elevata concentrazione di micro e piccole imprese (meno di 50 lavoratori)
Modena
Reggio Emilia
Confartigianato con il supporto della Camera di Commercio di Modena e il patrocinio di Unimore, Comune di Modena, Regione Emilia-Romagna, FORMart. La manifestazione si terrà il 22 e 23 ottobre 2025: due serate gratuite e aperte al pubblico in grado di offrire una serie di eventi rivolti in particolare alle attività, agli studenti, alle istituzioni e ai cittadini interessati al mondo del lavoro e dell’impresa.
Ospiti di rilievo per due serate da non perdere
Francesco Costa, giornalista e direttore de “Il Post”, noto per il suo approfondimento della politica statuniten-
Festival nella serata di apertura che si terrà in Camera di Commercio a Modena. Costa accompagnerà il pubblico in un’analisi chiara e autorevole dell’attuale scenario dei dazi statunitensi, tema di grande rilevanza per le imprese italiane che operano sui mercati internazionali. Comprendere le politiche commerciali degli Stati Uniti, infatti, è fondamentale per imprenditori che guardano al futuro dell’export, delle filiere globali e delle opportunità di crescita in un contesto sempre più competitivo.
Il giorno successivo sarà Sebastiano Barisoni l’ospite d’eccezione con un focus sull’Intelligenza Artificiale come leva strategica: Barisoni, Vicedirettore Esecutivo Radio 24, guiderà il pubblico in un confronto sulle
te politiche e tecnologiche che impattano direttamente su export, investimenti, organizzazione del lavoro, struttura dei costi, e modello di business. Un confronto diretto con esperti consente agli imprenditori di orientarsi e definire strategie informate e attuali. Con un mercato in rapida evoluzione, la partecipazione a eventi come il MoRe Impresa Festival diventa uno strumento di aggiornamento significativo. Il festival favorisce la costruzione di reti tra imprese, scuole, istituzioni, singoli cittadini: un valore aggiunto importante per rendere il territorio più coeso e proattivo».
Sebastiano Barisoni al MoRe
Impresa Festival 2025
Ospite della seconda giornata del Festival rivolto alle imprese promosso dalla nostra associazione, il Vicedirettore esecutivo di Radio24 si sofferma sull’IA
Che ormai sia di fatto entrata nella quotidianità di tutti noi è noto. Che abbia permeato il mondo del lavoro altrettanto. E come fare allora per sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale? È Sebastiano Barisoni, ospite della seconda giornata del MoRe Impresa Festival 2025, a parlare dell’IA. Il vicedirettore esecutivo di Radio24 si è soffermato su tanti aspetti legati a questa quarta rivoluzione industriale.
Barisoni, in che contesto si inserisce l’IA?
«Il tema dell’intelligenza artificiale si inserisce nel più ampio della rivoluzione industriale in corso. Non va infatti confusa con un elemento solo di innovazione tecnologica che può dare un impulso come innovazione di processo, innovazione di prodotto, perché quelli sono elementi che gli inglesi chiamano disruptive: si tratta di elementi di innovazione all’interno di uno scenario, come lo chiamo io, di un acquario che resta immutato. La differenza questa volta è che tutto il tema dell’IT, che riceverà un’ulteriore spinta molto forte dall’intelligenza artificiale, si inserisce non in un’innovazione all’interno di un percorso strutturato e tradizionale, ma rappresenta in sé stessa l’elemento della quarta rivoluzione industriale, che è la rivoluzione dettata dall’algoritmo. Nel momento in cui l’ottica viene spostata da una semplice innovazione a una rivoluzione cambia completamente l’approccio, perché se si trattasse solo di un’innovazione tecnologica uno l’adotta e poi continua a lavorare come prima».
Gli americani parlano di “algorocrazia”: può spiegarci meglio?
«Algorocrazia, cioè dittatura dell’algoritmo: ormai è talmente pervasiva che ha già modificato le mie aspettative come cliente, e tutti noi abbiamo un cliente, che sia B2B o che sia B2C, e cioè quello che noi vediamo è che già noi, quando siamo clienti o consumatori, ragioniamo con le aspettative che genera l’algoritmo. L’algoritmo ti dà una risposta che tende ad essere più possibile customizzata, ti segue pre, durante, post vendita o operazione, ti dà un feedback e soprattutto standardizza i processi, cioè ogni volta che io lo interrogo lui mi risponde con la stessa rapidità e con la stessa affidabilità, e quindi io già come cliente o consumatore sono impostato con questa aspettativa. Se fosse così uno potrebbe dire che le piccole e medie imprese devono rassegnarsi che tutto sarà gestito, è già gestito dall’algoritmo, con l’enorme spinta che arriverà dall’intelligenza artificiale. In realtà quello che noi vediamo è una cosa paradossale, cioè che proprio perché la digitalizzazione delle imprese è a maggior ragione l’introduzione dell’intelligenza artificiale, è un qualcosa di obbligato per tutti, come sempre avviene con le rivoluzioni. Quando è arrivata la seconda rivoluzione industriale con la messa a fattore comune di petrolio e gas per produrre elettricità e macchinari, nessuno poteva fare a meno dell’elettricità, e quindi non è un qualcosa che aumenta la tua competitività, perché tutti ce l’avranno: cioè se tu non ce l’hai semplicemente esci dal mercato, quindi io do per scontato che poi tutti i modelli d’impresa, anche la piccola e la media, si
sposteranno lì, non si potrà farne a meno. Immaginate a inizio 1900 o fine 1800 rinunciare all’elettricità, ma chi è che poteva rinunciare? Dopodiché la competizione mica la facevi su chi ha o chi non ha l’elettricità, quello diventava un plan level field, come dicono gli inglesi, cioè un campo di gioco comune. Tutti abbiamo lo stesso campo di gioco, perfetto: ma quindi come competi? Come fai a stabilire la differenza tra la meta se tutti abbiamo gli stessi strumenti? Ecco perché paradossalmente dando per scontato che quello sia un percorso obbligato, perché è un percorso obbligato, non è che quello basti a creare un aumento di competitività mia rispetto al mio concorrente, perché ce l’avrà anche lui. Quindi dico che paradossalmente questo porterà a aumentare, quando sei in grado, il valore aggiunto dalla componente umana. Ci sono alcune cose che l’algoritmo e anche l’intelligenza artificiale non riescono a fare».
Ad esempio?
«Tutto il livello di empatia, di comprensione di tratti culturali che sono tipici di culture e anche di tratti psicologici, un essere umano lo capisce subito se l’interlocutore che è davanti è nervoso, timido, preparato, disinformato, titubante o se ha le idee chiare, la macchina no, tutto il valore aggiunto che noi chiamiamo in senso molto alto di consulenza, di capacità di empaticamente capire cosa cerca il tuo cliente e fornirgli un servizio e un prodotto sempre più ritagliato sulle sue esigenze, viene esaltato, perché tanto tutti andremo alla fine a giocare con lo stesso tipo di campo, la differenza la farà la capacità che troverai lì al tuo interno di sviluppare un valore aggiunto che non riesce a essere ottenuto dall’intelligenza artificiale e dall’algoritmo. Faccio l’esempio: non hanno chiuso tutte le agenzie di viaggio, non hanno chiuso tutti i negozi di abbigliamento, è chiaro che nessuno di noi va più a comprare un biglietto del treno o dell’aereo in agenzia, lì ha vinto l’algoritmo, è chiaro che se devo comprarmi un paio di scarpe da ginnastica di cui conosco già tutto, le compro online,
ma tutte le volte che ho bisogno di una consulenza, anche per prodotti così apparentemente banali, io se ho una consulenza vera dell’agenzia di viaggio, del negozio di abbigliamento andrò a rivolgermi lì, se invece la consulenza che ricevo è la stessa che ricevo online non vedrò mai un valore aggiunto e continuerò a stare online».
Chi è Sebastiano Barisoni
Forse si è smarrita un po’ la sensazione di paura iniziale che l’IA avrebbe potuto sostituire i lavoratori?
Nato a Roma, originario di Venezia, laureato in relazioni internazionali a Firenze, conduce “Focus economia” ed è vicedirettore esecutivo di Radio 24. Giornalista professionista dal 1996, dopo tre anni di esperienza a Londra a Bloomberg Television, approda nel 1999 a Radio 24 dove si occupa di finanza e risparmio conducendo inizialmente “Salvadanaio”. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro “Terra incognita” in cui analizza le conseguenze strutturali della quarta rivoluzione industriale in atto distinguendole da quelle invece congiunturali e temporanee causate dalle diverse crisi che si sono succedute in questi anni.
«Ci sono varie parole sulle professioni nuove, mi sbilancio poco perché il tema delicato è il tasso di replacement, perché nessuno sa dire esattamente quale sarà. Però io dico attenzione, cioè vi invito a non dire “Vabbè adesso è arrivata l’intelligenza artificiale mi compro ChatGPT e faccio fuori metà del personale” senza andare a vedere se c’è un valore aggiunto o no. Se io so già il ristorante in cui voglio mangiare non ho bisogno di niente, mi basta l’algoritmo, perché l’algoritmo se conosco il prodotto che voglio comprare, se so l’orario del mio biglietto aereo, se so ciò che voglio, mi è sufficiente, perché mi dà tutte le informazioni in un secondo, dove comprarle, i prezzi, tutto. Ma se io non ho un’idea,
devo andare a Venezia con la moglie o la compagna in un ristorante romantico e non conosco Venezia, è impossibile usare l’algoritmo. Se io scrivo ristorante romantico a Venezia esce di tutto, e poi romantico per me è una definizione culturale, quindi tutto ciò che è culturale non c’entra, perché romantico per me è diverso da romantico per un’altra persona. Se devo organizzare un viaggio negli Stati Uniti e chiedo i luoghi più belli, ma che domanda è? Per farla in breve, cosa succederà a quel punto? Che ci si chiederà che cosa intendi per romantico, perché romantico, cosa intendi per rischio, cosa è il rischio per te, è diverso dal rischio per me e così via. Tutto questo poi per dire che cosa? Quando io non ho un’indicazione chiara dell’acquisto che voglio fare e ho bisogno di consulenza, se mi viene fatta consulenza mi rivolgerò, tant’è che questo ristorante benedetto romantico a Venezia, riuscirò a trovarlo solo grazie a un amico che conosce Venezia e condivide in maniera empatica con me la definizione di romantico».
Settimana dell’Energia e della
Sostenibilità: appuntamento per la nostra associazione
Con due iniziative di natura diversa la nostra associazione aderisce alla Settimana dell’Energia e della Sostenibilità 2025 promossa dalla
Confartigianato a livello nazionale
Un momento di partecipazione e riflessione su temi di estrema attualità. Promossa da Confartigianato Imprese, anche nel 2025 torna, dal 20 al 25 ottobre, la Settimana dell’Energia e della Sostenibilità. L’associazione considera l’ambiente, la sostenibilità energetica, la transizione ecologica, l’economia circolare e la lotta ai cambiamenti climatici come temi strategici per le imprese artigiane. Non si tratta di tendenze, ma di pilastri fondamentali che richiedono la strutturazione di nuovi servizi e processi di sviluppo innovativi. L’obiettivo è chiaro: elevare a tutti i livelli la cultura della sostenibilità, coinvolgendo cittadini, comunità locali, istituzioni, il mondo imprenditoriale, la finanza, le scuole, le università, il sistema camerale e i media. È fondamentale sensibilizzare le aziende sulle immense opportunità di sviluppo legate alla transizione green e alla certificazione ESG.
Un ricco programma a cui Lapam Confartigianato aderisce con una duplice iniziativa. La prima, di carattere divulgativo, è in calendario per lunedì 20 ottobre insieme al climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli che parlerà dei cambiamenti climatici e degli impatti del clima alle alunne e agli alunni degli istituti superiori di Sassuolo. Il cambiamento climatico non è più un tema lontano o relegato agli esperti: riguarda la vita quotidiana di ciascuno di noi, dalle abitudini personali fino alle attività produttive che sostengono l’economia dei nostri territori. L’appuntamento nasce con una doppia vocazione: da un lato
sensibilizzare le nuove genera zioni al rispetto dell’ambiente, dall’altro sottolineare come il clima sia un fattore cruciale per il mondo produttivo, dall’agri coltura all’artigia nato, dall’industria al turismo. Senza un ecosistema sano e sostenibi le, infatti, anche l’economia locale rischia di pagare un prezzo altissimo.
Un secondo momento, invece, si svolgerà martedì 21 ottobre al pome riggio: l’associazione ha promosso un webi nar per parlare del REN TRI (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti), uno strumento essenziale per le aziende che gestiscono rifiuti speciali o peri colosi. Durante l’evento verranno illustrati gli obblighi normativi, le modalità di iscrizione per micro e piccole imprese, e il funzionamento del Formulario digitale per la gestio ne e il trasporto dei rifiuti. L’incontro è pensato per fornire chiarimenti e supporto operativo alle imprese con meno di 10 dipendenti, che rappre sentano una grande fetta del tessuto produttivo locale e nazionale. Un doppio appuntamento per sottoli neare come Lapam Confartigianato voglia essere protagonista e accom pagnare le imprese nella transizione green.
Francia in crisi, Italia al sorpasso: l’Europa ridefinisce i suoi equilibri economici
La caduta del governo Bayrou, il debito pubblico francese a livelli record e i rendimenti dei titoli di Stato che superano quelli italiani segnano un’inversione di paradigma. Roma, un tempo “malata d’Europa”, mostra ora una stabilità inattesa, elogiata anche dalla BCE
Lunedì 8 settembre l’Assemblea nazionale francese ha sfiduciato François Bayrou, primo ministro in carica da appena nove mesi. La caduta del secondo esecutivo transalpino in meno di un anno rappresenta il sintomo più evidente di una crisi politica senza precedenti nella Quinta Repubblica, prodotto di un parlamento frammentato e incapace di produrre maggioranze stabili. A far precipitare la situazione ha contribuito la grave condizione delle finanze pubbliche: il governo è stato travolto dal voto di fiducia sulla legge di bilancio per il 2026, pensata per risanare i conti dello Stato ma giudicata da molti come un piano di austerità “lacrime e sangue”, con tagli alla spesa per oltre 40 miliardi di euro.
Poco prima del voto, Bayrou aveva pronunciato parole diventate simboliche: «Potete rovesciare il governo ma non cancellare la realtà». Un monito che lascia intendere come, a prescindere dal colore politico del
prossimo esecutivo, la questione delle finanze statali non potrà essere elusa. Oggi la Francia ha infatti il terzo debito pubblico più elevato d’Europa (116% del Pil) – superata soltanto da Grecia e Italia – oltre a essere in procedura di infrazione da parte dell’Unione europea e sorvegliata speciale di agenzie di rating e mercati.
A ben vedere, la situazione nella quale versa la Francia segna un ribaltamento rispetto a soli dieci anni fa, quando la malata d’Europa, presa di mira dal direttorio franco-tedesco, era l’Italia. Oggi, al contrario, i mercati ritengono più rischioso prestare denaro alla Francia che al Bel Paese – che sta vivendo una stagione di insolita stabilità politica – e il costo del debito italiano è minore di quello francese. Il sorpasso dei rendimenti tra titoli di Stato francesi (Oat) e italiani (Btp) a dieci anni, avvenuto il 9 settembre (3,48% contro 3,47%), fotografa questo cambiamento di paradigma:
per la prima volta da decenni, i titoli francesi non sono più considerati un investimento più sicuro di quelli italiani.
Un’inversione di ruoli che contribuisce a spiegare il nervosismo percepibile a Parigi. Nei giorni precedenti la caduta del governo, Bayrou aveva accusato pubblicamente l’Italia di praticare dumping fiscale, ossia di attirare capitali dall’estero con regimi agevolati. Una dichiarazione che ha mostrato la frustrazione francese e che è stata immediatamente respinta da Palazzo Chigi. Ma al di là delle schermaglie retoriche, la verità è che l’economia italiana appare oggi più solida agli occhi degli investitori e questa inversione di ruoli sta alimentando un dibattito destinato a crescere.
Anche Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha riconosciuto il nuovo scenario. Secondo le sue parole, l’Italia sta compiendo «sforzi molto seri» sul bilancio e potrebbe presto uscire dalla procedura per deficit eccessivo, scattata nel giugno 2024, avvicinandosi alla soglia del 3%. Una valutazione che, se confermata, certificherebbe definitivamente il sorpasso di Roma su Parigi.
Autoriparazione, focus sul
settore tra
comparto
e
parco
auto circolanti nelle province di Modena e Reggio Emilia
Lo stato dell’arte del settore autoriparazione
grazie a un’analisi del nostro ufficio studi associativo
Si tratta di uno dei settori chiave delle province di Modena e Reggio Emilia. Parliamo dell’autoriparazione su cui l’ufficio studi Lapam Confartigianato ha svolto un’indagine. Come emerge dai dati, nella provincia di Modena sono 6.926 gli addetti che operano in micro e piccole imprese della filiera dell’auto, che comprende produzione, servizi e commercio di veicoli. Per quanto riguarda il comparto
della manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli, al secondo trimestre 2025, si rilevano 1.192 imprese attive nel territorio modenese, l’1% in più rispetto allo stesso periodo del 2024: dato che posiziona Modena tra le top 20 province italiane. Modena è ai piedi della top 10 anche per quanto riguarda la dinamica delle realtà artigiane che, sempre al secondo trimestre 2025, sono 931, il 78,1% del totale delle imprese specializzate nel settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli. Il dato per cui la provincia eccelle maggiormente, però, è quello che concerne l’incremento
delle imprese artigiane della riparazione di carrozzerie di autoveicoli, dove Modena è 2ª in Italia, dietro solo a Torino. Su 281 imprese attive specializzate in questo settore, infatti, 224 sono realtà artigiane, il 79,7%.
L’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato si è soffermata anche sul parco auto circolante: nella provincia sono 498.279 le auto circolanti, con una prevalenza di quelle a benzina (38,8%) seguite a ruota dal diesel (37,3%). Le auto ibride sono il 7,7%, mentre quelle elettriche sono ancora sotto l’1%. Modena rientra comunque tra le 20 province italiane per una maggior diffusione delle auto ibride ed elettriche nel 2024, con 8.397 vetture ogni 100 mila circolanti.
Nell’area reggiana, invece, sono 4.092 gli addetti che operano in micro e piccole imprese della filiera dell’auto, che comprende produzione, servizi e commercio di veicoli. Per quanto riguarda il comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli, al secondo trimestre 2025, si rilevano 848 imprese attive nel territorio reggiano, lo 0,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Di queste, 692 sono realtà artigiane e rappre-
sentano l’81,6%. In particolare, tra le imprese di autoriparazione reggiane operano 171 imprese specializzate nella riparazione di carrozzerie di autoveicoli: di queste, l’83%, cioè 142 attività, sono artigiane.
Nella provincia sono 421.268 le auto circolanti, con una prevalenza di quelle a gasolio (38,3%) seguite da quelle a benzina (33,9%). Le auto ibride sono l’11,3%, mentre quelle elettriche sono ancora sotto l’1%.
Reggio Emilia rientra comunque tra le 10 province italiane per una maggior diffusione delle auto ibride ed elettriche nel 2024, con 12.121 vetture ogni 100 mila circolanti: dato che la posiziona al 6° posto tra le province
Targa prova: alcuni aggiornamenti
A integrazione delle precedenti comunicazioni, il Decreto Legge 21 maggio 2025 n. 73, convertito dalla Legge 18 luglio 2025, n.
italiane.
Da sottolineare anche l’analisi, a livello nazionale, relativa alla dinamica dei prezzi al consumo per la manutenzione e la riparazione di autoveicoli, che dopo la fiammata inflazionistica del 2022 e 2023 causata dai beni energetici, continuano a crescere meno della media. Infatti se i prezzi per manutenzione e riparazione di mezzi privati vedono a luglio 2025 una crescita del 2,9% a fronte dell’1,7% dell’indice generale, nel confronto con il 2021 sono cresciuti meno (+16,1% a fronte del +17,7% dell’indice generale). In Italia, nei primi sette mesi di quest’anno, il costo per riparare o fare manuten-
zione alla propria auto è cresciuto meno che negli altri principali paesi europei: il +2,8% nell’ultimo anno, rispetto al +5,6% della Germania, il +3,3% della Spagna e il +3,2% della Francia. Di carattere nazionale è anche l’analisi sul fatturato delle imprese dell’autoriparazione: sebbene siano stati pienamente recuperati i valori pre crisi pandemica, nel primo semestre 2025 la manutenzione e riparazione di autoveicoli mostra una crescita del fatturato inferiore alla media dei Servizi e in rallentamento. Al netto dell’inflazione infatti, il volume del fatturato del settore nei primi tre mesi dell’anno in corso risulta in calo del -0,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, e di un più accentuato -3,6% nel secondo trimestre dell’anno.
«L’autoriparazione è uno dei settori chiave della provincia – spiega Rino Cotugno, presidente della categoria Autoriparazione di Lapam Confartigianato – e per questo motivo dobbiamo investire sempre maggiormente in competenze e formazione. Soprattutto nei giovani, per trovare quelle figure professionali di cui abbiamo estremamente bisogno per mantenere elevata la qualità del nostro lavoro. Tra gli obiettivi principali, poi, vi è quello di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’affidarsi a professionisti del settore, evitando abusivi o il fai da te che rischia di compromettere lo stato di salute del proprio veicolo. È una battaglia che dobbiamo lottare tutti insieme per fare in modo che sulle nostre strade si circoli sempre in sicurezza».
105, ha introdotto alcune novità riguardanti l’utilizzo della targa prova. In particolare, il numero massimo delle autorizzazioni alla circolazione di prova che possono essere rilasciate a ciascun titolare per i veicoli sottoposti a prove tecniche, sperimentali o costruttive, ecc., è fissato in quantità non superiore al numero dei dipendenti del titolare dell’autorizzazione e
degli addetti che partecipano stabilmente all’attività di impresa. Inoltre, le autorizzazioni alla circolazione di prova consentono il trasporto, oltre al conducente, di un solo passeggero. Tale passeggero può essere esclusivamente il titolare dell’autorizzazione o un suo dipendente o addetto avente un rapporto di collaborazione funzionale con lo stesso
Etichettatura alimentare: la carta
d’identità di ciò che mangiamo e beviamo
Normative e sicurezza: ecco perché i produttori di alimenti e bevande devono essere sempre informati sull’etichettatura alimentare
Èimportante parlare di etichettatura nell’ambito degli alimenti e bevande, perché l’etichetta è la carta di identità di ciò che mangiamo e beviamo dunque strettamente legato alla nostra salute. Per i produttori di alimenti e bevande a tale motivazione si aggiunge la complessità normativa che va ben oltre all’applicazione del regolamento UE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Ne parliamo con Carla Cappi, referente per la sicurezza alimentare di PAS (Progetto Ambiente e Sicurezza) della nostra associazione.
Parlare di etichette è importante soprattutto per i produttori che devono realizzare l’etichetta?
«Chi produce e confeziona alimenti, cosiddetti preimballati, redige direttamente l’etichetta diventando il primo responsabile della corretta informazione al cliente, ma è indispensabile saperle leggere ed essere
consapevoli della loro correttezza anche per chi è semplice utilizzatore del comparto, bar e ristoranti, ma anche panetterie, pasticcerie, gastronomia settore nei quali si apre anche la possibilità di realizzare alimenti definiti “non preimballati” sopra ai quali però ritroviamo etichette che possiamo definire “più semplici”».
Ci può fare un esempio di informazione importante per il consumatore?
«Oggi, sempre di più, si parla di allergie e intolleranze, in media si legge che la popolazione con allergie e intolleranze alimentari si aggiri attorno al 5%, numero destinato ad aumentare. Se per le intolleranze il rischio sulla salute sembra non essere fatale, questo non lo si può affermare per le allergie, dove l’ingestione di certi alimenti può comportare shock anafilattico con reale rischio di morte. Conoscere dunque il significato di allergene, quali sono oggi gli allergeni che a livello europeo devono obbligatoriamente essere evidenziati in etichetta e come informare correttamente la clientela sono tutti passaggi fondamentali per chiunque operi nell’ambito di alimenti e bevande. Sull’etichetta si dovranno quindi riportare tutti gli ingredienti con l’evidenza degli allergeni ma questo tipo di informazione il cliente lo deve ritrovare anche in laboratori artigianali ed esercizi commerciali. L’OSA (operatore del settore alimentare) deve quindi approcciarsi scrupolosamente all’etichettatura in primis per tutelare la salute del consumatore, nonché per evitare sanzioni e nei casi più drammatici evitare indagini per omicidio colposo. Errori importanti li troviamo legati ad esempio
nel ‘’dare per scontato’’ che certi alimenti allergenici non si trovino in certi prodotti, quindi non si leggono accuratamente le etichette. Invece possiamo trovare sorprese. Esempio? La presenza di molluschi in creme al tartufo! Ingrediente aggiunto per dare una colorazione più scura. Oppure nel nostro tradizionale ‘’ragù di carne’’ possiamo trovare ricette che differiscono per la presenza di ben 3 alimenti presenti nell’elenco allergeni: latte, sedano, vino (solfiti)».
Altre informazioni importanti che possiamo ritrovare in etichetta?
«Sempre per la tutela della salute del consumatore, è fondamentale conoscere il tempo di vita del prodotto ovvero la data di scadenza o TMC (termine minimo di conservazione) oltre alle indispensabili modalità di conservazione. Informazioni ottenute a valle di studi tecnologici, di letteratura e indagini analitiche. La differenza tra data di scadenza e TMC viene spesso sottovalutata. Nel primo caso mangiare oltre la data di scadenza si può compromettere la salute del consumatore causa rischio microbiologico, il TMC invece indica un cambiamento delle caratteristiche organolettiche che non compromettono la salute. Non dare peso a questa fondamentale differenza porta a comportamenti molto sbagliati dunque pericolosi. Esempio? Somministrare verdure di IV gamma oltre la data di scadenza perché istintivamente si associa questo prodotto alla verdura fresca. Per i laboratori ed esercizi commerciali possiamo offrire supporto da parte di Pas Srl per la realizzazione di adeguati manuali di autocontrollo Haccp e per avere consulenze sulla corretta realizzazione del libro ingredienti con evidenza allergeni».
Dare alla moda gli strumenti per difendere il Made in Italy
In un’intervista il presidente Confartigianato
Moda Moreno Vignolini rilancia l’appello a interventi necessari e urgenti per il settore
La moda italiana, con la sua anima artigiana fatta di creatività, competenze, tradizione unita a innovazione, non è finita. Dobbiamo darle gli strumenti per affrontare le sfide del futuro e difendere ciò che ci rende unici al mondo, dimostrando che il Made in Italy è un patrimonio culturale ed economico di inestimabile valore, e che le scelte che facciamo oggi sono il nostro atto di fede in un futuro di eccellenza e integrità. È in sintesi il messaggio che il Presidente di Confartigianato Moda Moreno Vignolini lancia in un’intervista pubblicata sul quotidiano “Il Foglio”, indicando gli interventi necessari per rilanciare il settore, valorizzando l’artigianato e le piccole imprese e il vero made in Italy. «La moda italiana – afferma Vignolini – vive un momento cruciale, in cui le difficoltà economiche si sommano a una crisi di credibilità che minaccia di erodere il valore stesso del Made in Italy. Non si tratta solo di affrontare un ciclo negativo, caratterizzato dal calo delle esportazioni e della produzione, ma di riconoscere e risolvere un problema più profondo che riguarda la percezione e la fiducia nel nostro marchio d’eccellenza. La vera sfida consiste nel ricostruire e consolidare questa credibilità, valorizzando il vero Made in Italy e i suoi protagonisti indiscussi: gli artigiani e le piccole imprese. L’Italia si distingue nel panorama globale per il suo ineguagliabile tessuto produttivo, l’unico al mondo ad avere filiere tessili complete, un comparto manifatturiero che dà lavoro a 456.000 persone. Di queste, quasi i due terzi sono impiegate in micro e piccole imprese, con ben 41.000 aziende artigiane che, da sole, rappresentano oltre la metà del totale. Questo è il nostro patrimonio,
la nostra forza e la nostra identità, e va portato fuori da una crisi che sta distruggendo aziende, occupazione, competenze. La soluzione non può prescindere da una ridefinizione chiara e inequivocabile del Made in Italy. È indispensabile affermare che il vero Made in Italy è la produzione fatta al 100% in Italia. Si tratta di un principio fondamentale da riconoscere per tutelare il nostro sistema produttivo e i suoi valori. Per dare concretezza a questa visione, servono misure che garantiscano trasparenza, tracciabilità e un’adeguata remunerazione del lavoro. I recenti episodi che hanno coinvolto marchi prestigiosi della moda in casi di sfruttamento del lavoro e subappalti irregolari dimostrano l’esistenza di “distretti paralleli” inaccettabili, che minano la fiducia dei consumatori e danneggiano le imprese oneste. Per contrastare questi fenomeni che mettono in crisi l’immagine della moda italiana, Confartigianato Moda è impegnata con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per istituire una certificazione di legalità che premi le filiere di eccellenza. L’azienda capofiliera deve essere sensibile e attenta alla tracciabilità e alla trasparenza, scegliendo di conseguenza i propri fornitori. Inoltre, l’adeguata remunerazione del lavoro deve diventare un elemento distintivo del nostro brand, un valore
aggiunto che certifichi l’alta qualità non solo del prodotto, ma anche del processo produttivo. Il rilancio della moda italiana impone una precisa responsabilità collettiva, assunta da tutti gli attori del settore. Le istituzioni, le imprese e le Organizzazioni che le rappresentano devono unire le forze per affrontare le sfide del presente e costruire il futuro. Confartigianato Moda sta già proponendo soluzioni concrete. I nostri imprenditori pagano l’energia elettrica a prezzi insostenibili, i più alti in Europa. Confartigianato Moda chiede un piano di efficientamento energetico nazionale, con un revamping degli impianti che segua lo stesso principio del piano Industria 4.0. L’accesso al credito per le piccole imprese è un incubo. Le attuali misure di sostegno premiano solo le grandi aziende con investimenti milionari. Confartigianato Moda ha sollecitato al Parlamento e al Governo l’introduzione di micro-contratti a partire da 200.000 euro per rendere gli incentivi accessibili anche alle microimprese. Inoltre, proponiamo “Contratti di responsabilità” per le grandi aziende capofila, con l’obbligo di produrre almeno l’80% in Italia, per sostenere concretamente la nostra filiera. Il decreto Responsabilità Estesa del Produttore deve diventare un’opportunità, non l’ennesimo regalo alle multinazionali. Il sistema consortile deve coinvolgere tutti i soggetti della filiera, evitando che sia dominato da pochi grandi attori. È inaccettabile escludere i prodotti “private label,” una mossa che creerebbe una disparità di trattamento inaccettabile. Dobbiamo valorizzare la sostenibilità come elemento di valore aggiunto del Made in Italy, sostenendo la filiera e incentivando il riciclo e la lotta al fast-fashion».
Referente Categoria Moda
Dal 1° settembre 2025 stop alle sostanze con TPO
Cosa cambia per i centri estetici e gli
acconciatori
Il Regolamento (UE) 2024/197, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 5 gennaio 2024, modifica l’allegato VI del Regolamento CLP (1272/2008) sulla classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose. Tra le novità più rilevanti, l’inserimento di due componenti ampiamente utilizzate nei cosmetici per la ricostruzione delle unghie tra le sostanze CMR (cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione).
Le sostanze vietate dal 1° settembre 2025
A partire da questa data sarà vietata l’immissione sul mercato e l’uso professionale di prodotti cosmetici contenenti Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (TPO), un foto iniziatore presente negli smalti in gel per favorire la polimerizzazione sotto lampada UV e Dimethyltolylamine (DMTA), un condizionante che favorisce l’adesione di primer, smalti e gel. Entrambe sono classificate
come Repr. Cat. 1B, ossia tossiche per la riproduzione.
Il divieto riguarda non solo la vendita ma anche l’uso professionale: estetisti, parrucchieri e onicotecnici non potranno più utilizzare prodotti contenenti tali sostanze, nemmeno se già acquistati e presenti in salone.
Immissione sul mercato e periodo transitorio
Per “immissione sul mercato” si intende la prima vendita o distribuzione di un prodotto nell’UE. Questo significa che i prodotti già immessi prima del 1° settembre 2025 erano conformi alla normativa vigente al momento e non vi è un obbligo automatico di ritiro da parte dei produttori. Tuttavia, alcune aziende potrebbero ritirare o sostituire volontariamente le scorte per fidelizzare la clientela.
Smaltimento dei prodotti non conformi
Uno dei punti più delicati riguarda la gestione dei prodotti già acquistati e che diventeranno inutilizzabili. Per
quanto riguarda la classificazione dei rifiuti è responsabilità dell’operatore attribuire il corretto codice
EER (ad esempio 20.01.13*, 20.01.27*, 16.05.08, 15.01.10). In merito allo smaltimento, i rifiuti devono essere affidati ad aziende autorizzate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, oppure trasportati conto proprio previa iscrizione all’Albo Per ciò che concerne invece il registro carico/scarico, grazie all’esonero previsto dall’art. 190, comma 6 del D.Lgs. 152/2006, gli operatori con codici ATECO 96.02.01, 96.02.02, 96.02.03 e 96.09.02 (estetisti e acconciatori) non sono tenuti a registrare i rifiuti prodotti. In alternativa allo smaltimento diretto, è possibile prevedere la restituzione ai fornitori, ma solo se già regolata da specifici accordi contrattuali.
Chiarimenti dalla Commissione Europea
L’assenza di un periodo transitorio e le diverse interpretazioni tra Stati membri hanno generato confusione. Per questo la Commissione Europea ha pubblicato un documento di Q&A ufficiale, disponibile sul proprio sito nella sezione dedicata ai cosmetici, per chiarire l’applicazione del divieto agli utilizzatori professionali, il ruolo dei dati di classificazione CLP e le norme che disciplinano i periodi transitori per immissione e messa a disposizione dei prodotti.
Cosa devono fare ora gli operatori
Gli operatori devono verificare subito la presenza nei propri saloni di prodotti contenenti TPO e DMTA, informarsi con i propri fornitori circa eventuali politiche di ritiro o sostituzione delle scorte (a tal proposito la nostra Associazione ha preparato una lettera fac simile da utilizzare reperibile sul sito www.lapam.eu), predisporre un piano di smaltimento conforme, affidandosi a ditte autorizzate e restare aggiornati tramite i canali ufficiali della Commissione Europea e le informative delle associazioni di categoria.
Giovani imprese in crescita: +4,4% a Modena nel secondo trimestre 2025
Buone notizie per l’imprenditoria under 35: l’analisi della Camera di Commercio di Modena
AModena le imprese giovanili crescono e consolidano il loro peso sul tessuto economico locale. Nel secondo trimestre 2025, infatti, sono passate da 4.683 a 4.891 in soli tre mesi, pari a un incremento del 4,4%.
Più aziende, meno occupati
La crescita delle imprese non si traduce però in più posti di lavoro. Gli addetti complessivi scendono a 9.389, con un calo dello 0,8% rispetto a marzo e una media di 1,9 addetti per impresa. Un dato che conferma come molte realtà giovanili abbiano ancora dimensioni ridotte, spesso individuali.
Reggio Emilia 1ª, Modena 2ª in regione
Il confronto con lo stesso periodo del 2024 conferma la tendenza positiva: +1,5% in un anno. Oggi le imprese giovanili rappresentano il 7,7% del totale modenese, valore che pone la provincia al secondo posto in Emilia-Romagna dietro solo a Reggio Emilia (7,8%). La media regionale si ferma invece al 7,2%.
I settori che trainano e quelli in affanno
Le scelte dei giovani imprenditori si concentrano su tre comparti principali, i servizi alle imprese (26,9% del totale, in crescita del 3,1%), il commercio (20,4%, ma in calo dell’1,8%) e le costruzioni (il 19,4%, in aumento del 4,2%). Segnali positivi arrivano
anche da servizi alla persona (+5,5%) e alloggio e ristorazione (+1,5%). Restano invece in sofferenza le industrie manifatturiere (-5,2%) e l’agricoltura (-1,9%).
Focus manifattura: cresce la riparazione, calano tessile e alimentare
Tra le imprese manifatturiere giovanili emerge una forte concentrazione in alcuni settori, tra cui metalmeccanica (31,9%), riparazione e manutenzione (21,9%), tessile-abbigliamento (15,3%), e alimentare (10%).
Unico comparto in crescita è quello della riparazione e manutenzione (+2,5%). In calo tutti gli altri, in particolare il tessile-abbigliamento (-9,4%).
Forme
giuridiche: prevale l’impresa individuale
Le imprese giovanili scelgono prevalentemente l’impresa individuale, preferita da tre quarti dei giovani e in aumento del 3,6%. Le società di capitale si fermano al 20,3% sono in calo (-3,7%), mentre le società di persone scendono al 4% (-6,2%).
Leader al femminile: nuovi orizzonti per le imprese
La prof.ssa Martina Raffaglio, docente di SDA Bocconi, racconta come le donne stanno ridisegnando il modo di fare impresa e quali sfide attendono le PMI del futuro.
Professoressa, che cosa significa oggi “essere leader al femminile” nel mondo delle imprese?
Significa assumere la responsabilità che deriva da un ruolo di leader adottando comportamenti orientati all’inclusione, alla collaborazione, alla sostenibilità, passando dal cosiddetto span of control allo span of care cioè dall’enfasi sulla gerarchia, la competizione, la performance, il controllo sulle risorse gestite (stile di leadership socialmente attribuito al ‘maschile’) alla costruzione di una qualità della relazione con i propri collaboratori, all’offerta di un supporto che li faccia crescere, all’attenzione alla sostenibilità delle scelte (stile di leadership socialmente attribuito al ‘femminile’). Vanno però sottolineate due questioni importanti sul concetto di leadership al femminile. La prima: quando parliamo di ‘stile di leadership’ ci riferiamo a una modalità di comportamento che l’individuo mette in atto non per determinismo biologico e genetico, cioè non è vero che il fatto di avere un corpo di uomo determina uno stile ‘maschile’ e il fatto di avere un corpo di donna determina uno stile ‘femminile’. Lo stile di comportamento in generale, e quindi lo stile di leadership in particolare, non deriva dalla biologia ma dalla storia della singola persona, dalle interazioni che ha avuto con l’ambiente educativo, fisico, sociale durante la sua vita. Quindi l’attribuzione delle categorie ‘femminile’ e ‘maschile’ a questi due stili è in parte fuorviante, poiché ogni individuo
adotta un certo stile in base alla propria storia, non al proprio sesso. La seconda questione: le culture sociali e organizzative e i condizionamenti che ne derivano portano le donne e gli uomini a trovarsi ingabbiati nelle categorie del ‘femminile’ e ‘maschile’. I processi di socializzazione, le aspettative, i sistemi di opportunità diversi fanno sì che chi nasce con un certo corpo venga incanalato in un certo destino e che quindi ci si aspetti che tutte le donne adottino uno stile di comportamento in generale, e di leadership in particolare, orientato alle persone, all’empatia, all’ascolto senza avere interesse per posizioni di potere e di responsabilità, e che tutti gli uomini adottino uno stile orientato al task, alla performance, al controllo e alla ricerca di posizioni di potere e di responsabilità.
In che modo la leadership femminile può contribuire a introdurre pratiche innovative nelle aziende, soprattutto nelle PMI?
Credo che lo stile ‘femminile’ agito dalle donne, ma anche dagli uomini, possa contribuire a costruire reti di relazioni interne ed esterne alle imprese dove il confronto e l’ascolto di diversi modi di pensare, diverse competenze, diverse visioni possa creare innovazione. Perché può contribuire a creare in queste reti quel clima di sicurezza psicologica che consente alle persone di esprimere liberamente idee, opinioni, sentimenti, bisogni, sentendosi accettati come persone e senza avere il timore di giudizi negativi su ciò che si dice,
o il timore di ripercussioni su status, carriera, mandati organizzativi se si dicono cose scomode o che cambiano il punto di vista su ciò che si è sempre fatto in un certo modo nelle imprese. La sicurezza psicologica è infatti la percezione di un senso di tranquillità nell’esprimersi all’interno di un certo contesto che è il presupposto necessario a dire cose nuove, inaspettate, innovative.
Può condividere qualche esempio di imprese guidate da donne che hanno saputo portare un cambiamento significativo?
Ci sono diversi esempi, anche italiani, che dimostrano come la leadership femminile possa generare trasformazioni importanti.
Catia Bastioli (Novamont), ha guidato lo sviluppo delle bioplastiche a base di materie prime rinnovabili, contribuendo a diffondere un nuovo modello di economia circolare e sostenibilità ambientale.
Adriana Santanocito ed Enrica Arena (Orange Fiber), hanno fondato una startup siciliana che produce tessuti innovativi a partire dagli scarti dell’industria agrumicola, trasformando un rifiuto in risorsa e rivoluzionando il settore moda.
Cristina Scocchia (ora Illycaffè, precedentemente KIKO), ha introdotto un modello di governance orientato alla sostenibilità, alla valorizzazione dei talenti e alla crescita internazionale, dimostrando che l’attenzione alla persona e la performance economica possono andare di pari passo.
Lara Botta (Botta EcoPackaging), ha innovato il settore del packaging con soluzioni digitali e sostenibili, mostrando come la sensibilità per l’ambiente possa tradursi in vantaggio competitivo.
Questi esempi raccontano storie di successo imprenditoriale, ma anche il modo in cui la leadership femminile sa integrare obiettivi economici e impatto sociale, dimostrando che quando le donne guidano le imprese
La prof.ssa Raffaglio analizza lo scenario per le imprenditrici
spesso portano con sé un’attenzione maggiore alla sostenibilità, all’innovazione e al benessere delle persone.
L’università come può supportare la crescita di una leadership femminile più diffusa e riconosciuta?
Le Università sono un perno fondamentale nella trasmissione e nella formazione della cultura di un paese. Hanno la responsabilità di informare le nuove generazioni, uomini e donne, dell’esistenza ancora così dirompente dei meccanismi di discriminazione e dei numeri dell’esclusione, per far prendere coscienza delle dinamiche del contesto sociale e lavorativo agli studenti e alle studentesse. Possono anche offrire una formazione orientata ai valori dell’inclusione, della sostenibilità, della collaborazione, della sicurezza psicologica. Possono diffondere e sostenere l’apprendimento di linguaggi non discriminanti. Possono rompere i meccanismi del soffitto di vetro sulle carriere delle donne per dare un esempio, per offrire dei nuovi modelli di ruolo di leader, operazione che finalmente si è iniziata a fare, seppure in tempi molto recenti, con le nomine di rettrici donne in diversi atenei italiani, dove speriamo che questo porti ad un cambiamento culturale e sostanziale verso la valorizzazione dello stile ‘femminile’.
Quanto conta il networking tra donne imprenditrici e manager per rafforzare questa trasformazione?
Qui interviene un meccanismo tipico delle donne: bravissime a fare
Chi è Martina Raffaglio
Martina Raffaglio è SDA fellow nella Knowledge Area ‘Leadership, Human Resources and Digital Technologies’ presso SDA Bocconi School of Management dove è stata responsabile dei programmi di formazione open market in HR Management, nonché di programmi executive di Formazione manageriale e Master custom per Imprese private, Banche, Enti pubblici, con una lunga esperienza nella progettazione di programmi executive ad hoc per le imprese. E’ inoltre Executive coach nei programmi MBA, Master Executive specialistici, programmi custom per le imprese.
networking nella vita privata (reti di mamme, amiche, colleghe, sempre pronte a darsi supporto, consigli, aiuto) e con una resistenza enorme a fare networking ‘per lavoro’ perché la leggono come una strumentalizzazione delle relazioni. Ma c’è anche un meccanismo legato alle dinamiche interne alle imprese: spesso le donne che raggiungono posizioni di potere dimenticano di poter portare un cambiamento nelle imprese e dimenticano le altre donne. E questo è dovuto al fatto che per i gruppi di minoranza è più difficile esprimersi in modo assertivo con i propri interlocutori e attivare un cambiamento. Una ricerca di SDA Bocconi del 2021, a 10 anni dall’introduzione delle quote di genere nei CDA (Legge 120/2011, Golfo-Mosca) ha messo in evidenza che per le donne nei primi mandati è stata prioritaria l’esigenza di legittimazione di se stesse in un contesto dove erano una presenza nuova, diversa da quella del cosiddetto ‘old boy network’ che c’era sempre stato. Da qui la fatica di portare delle innovazioni o di farsi sostenitrici dei percorsi di carriera di altre donne. Invece il networking tra donne imprenditrici e manager, la generosità nei confronti delle altre donne è fondamentale per creare meccanismi di sostegno reciproco e di appartenenza. In senso generale, studi neuroscientifici molto recenti hanno dimostrato che negli esseri umani far parte di una rete sociale innesca specifici meccanismi comportamentali, neuronali, ormonali, cellulari che preservano le funzioni cognitive e creano benessere, mentre la solitudine percepita ‘consuma’ le energie psicologiche e organiche nel lungo termine, aumentando addirittura le probabilità di morte prematura: siamo nati come esseri ‘sociali’, uomini e donne, nella vita privata come in quella lavorativa.
Quale messaggio vorrebbe lasciare alle giovani donne che oggi stanno pensando di avviare un’impresa o di assumere ruoli manageriali?
Le difficoltà di contesto ci sono (poche donne in posizioni di leadership, ostacoli culturali e di sistema, poco network di sostegno, pochi esempi a cui ispirarsi) questo va conosciuto e riconosciuto. Certo può portare ad autoescludersi dai percorsi che portano a posizioni di leadership, per la fatica che questo comporta.Ma può anche stimolarci ad avere il coraggio di desiderare. Spesso di fronte alle difficoltà i nostri desideri restano ‘inerti’: esistono, ma non li legittimiamo, sono vaghi e rimangono nel dubbio o nella fantasia, non li esprimiamo per timore del giudizio altrui o dell’insuccesso, del resto non ci hanno educate ad esprimere ciò che pensiamo e che vogliamo perché siamo quelle che devono restare nelle retrovie semmai per prenderci cura di altri perché loro abbiano successo. Invece chiediamoci sempre se quello che stiamo facendo è veramente quello che vogliamo, se stiamo dicendo quello che veramente vogliamo dire. Esprimere i propri desideri permette di accendere energia verso i propri obiettivi, di andare oltre le dimensioni del dovere, del senso di colpa, del compiacere. Ci permette di valorizzare noi stesse, la nostra identità, la nostra autostima. Se veramente capiamo di voler avviare un’impresa o assumere ruoli manageriali dobbiamo prima riconoscere con noi stesse e poi affermare che ne abbiamo pieno diritto, come uomini e come donne. Ma non possiamo affrontare la strada da sole, e neanche da soli, siamo nate e nati per essere connessi agli altri, per condividere sogni, bisogni, consigli, informazioni, competenze, supporto reciproco. E quando capiamo di aver conquistato il potere necessario per avviare un cambiamento, anche piccolo, nelle pratiche, nelle politiche o nei comportamenti all’interno delle imprese affrontiamolo per scardinare gli ostacoli e per essere di aiuto e di esempio alle donne che verranno dopo di noi. Chiediamoci ‘cosa posso fare io per le donne della mia rete, cosa posso fare per tutte le altre donne di questa impresa?’ e creiamo un impatto che vada al di là di noi. Un passo alla volta, insieme.
Nuova normativa dal 1° gennaio 2026: Sarà obbligatorio il collegamento tra POS e registratore di cassa.
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La nostra associazione premia i progetti più meritevoli di alunne e alunni del Da Vinci di Carpi
Per i vincitori una borsa di studio del valore di 350 euro
«Da anni portiamo avanti questo momento di riconoscimento del lavoro svolto. Vogliamo che i ragazzi lo vedano come un incentivo in più per continuare a investire nella cultura. Dal canto nostro puntiamo molto sul legame con le scuole, con l’obiettivo di formare futuri adulti consapevoli. Ecco perché, come ormai da alcuni anni, abbiamo deciso di premiare gli studenti più meritevoli con borse di studio». Riccardo Cavicchioli, presidente Lapam Confartigianato Carpi, rimarca ancora una volta l’importanza di sostenere il mondo scolastico e gli alunni, lavoratori e imprenditori del domani. Anche in
Referente Rapporti con scuole e istituti Elena Baraldi 059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu
questo 2025 l’associazione datoriale ha deciso di premiare gli studenti dell’Istituto Da Vinci di Carpi che hanno elaborato i progetti più originali. L’iniziativa, che si inserisce all’interno del progetto “Lapam per la scuola”, assegna una borsa di studio del valore di 350 euro ad alunne e alunni i cui progetti sono stati giudicati più interessanti dalla giuria, composta da docenti dell’Istituto da Vinci di Carpi ed esperti Lapam Confartigianato. Per l’associazione hanno partecipato Elena Baraldi, Daniele Zanasi, Damiano Pietri e Riccardo Cavicchioli.
Quest’anno a ricevere la borsa di studio sono stati Alessia Leporati della 5A indirizzo “Chimico” con il progetto dal titolo “Solo Versione Ufficiale”, Tommaso Bonezzi della 5B dell’indirizzo “Meccanico” con il suo progetto intitolato “Sarchiatore”, Mirko Schiavone della 5A dell’indirizzo “Informatico” con il progetto dal titolo “Solaris” e Leonardo Caliumi della 5B dell’indirizzo “Elettronico” con il suo progetto dal titolo “Powerful Low
impact Cogenerator”. Nell’area di indirizzo “Informatica”, una menzione speciale quest’anno è andata allo studente Vlad Gaina della classe 5A per lo spirito imprenditoriale dimostrato nell’analisi del suo progetto che aveva come titolo “ZenFolder”. «Come associazione, abbiamo diverse iniziative collaudate ormai da anni e attive con numerosi istituti scolastici di vari territori – conclude Cavicchioli – ed è un segnale concreto di quanto siamo impegnati a unire il mondo dell’impresa con quello della scuola. Il rapporto è fondamentale perché è dagli istituti scolastici che si formano i nostri futuri collaboratori e, perché no, anche i nostri futuri colleghi imprenditori. I giovani portano nuove idee, generano un impatto positivo nell’impresa e nella comunità: dobbiamo dimostrare di sostenere le loro idee concretamente e l’assegnazione di questo riconoscimento va proprio in questa direzione».
«La collaborazione consolidata nel tempo tra la Lapam Confartigianato e il nostro istituto rappresenta un esempio positivo di sinergia tra il settore produttivo e quello educativo – dichiara il professor Marcello Miselli, dirigente scolastico dell’Istituto da Vinci di Carpi –. L’associazione si distingue da sempre per l’attenzione riservata alla crescita
Gli studenti premiati con una borsa di studio
delle nuove generazioni: soltanto giovani seri, responsabili e adeguatamente formati sotto il profilo umano, culturale e professionale sapranno affrontare le sfide di una società complessa e in continua evoluzione come quella odierna. Desidero quindi esprimere un sentito ringraziamento alla Lapam Confartigianato e
ai suoi responsabili per la sensibilità e la visione dimostrate in questi anni. Mi congratulo inoltre con i nostri studenti che hanno ottenuto le borse di studio: il loro impegno e la loro dedizione rappresentano un motivo di orgoglio per tutta la comunità scolastica».
Scelte scolastiche e mismatch
aziendale: formiamo giovani per lavori che non ci sono
L’ossessione per i percorsi accademici e la carenza di competenze tecniche: chi ha sbagliato i conti? Un’analisi a cura della Fondazione Germozzi ripresa dalla Confartigianato Nazionale
Negli ultimi decenni il mercato del lavoro ha subito trasformazioni radicali, con una cre-
scente domanda di competenze in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Le scelte dei ragazzi e delle famiglie, tuttavia, sembrano ancora privilegiare percorsi formativi liceali a discapito di quelli tecnici e professionali, per quanto i dati 2025-2026 vedano una lieve prevalenza del Liceo Scientifico, dato in linea con la necessità di competenze STEM.
Questo sostanziale disallineamento tra formazione e mercato del lavoro genera un preoccupante e costante mismatch, con giovani preparati per professioni sempre meno richieste e aziende in difficoltà nel reperire personale qualificato in ambito tecnico-scientifico.
La predominanza dei licei
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2025/2026 il 60% degli studenti ha scelto un percorso liceale, con una forte prevalenza per il Liceo Scientifico. Questo dato risulta in crescita dello 0,36% rispetto all’anno scorso. Al contrario, gli istituti tecnici e professionali hanno registrato rispettivamente il 31,32% e il 12,96% delle iscrizioni. I primi con un calo dello 0,34%, i secondi sostanzialmente stabili, con un leggerissimo calo dello 0,03%.Un dato che potrebbe risultare positivo è relativo alla nuova filiera professionale, il percorso del 4+2. Secondo i dati del Ministero, le iscrizioni al primo anno sono incrementate dalle 1.669 dell’anno scolastico in corso alle 5.449 del 2025/2026. Questo dato potrebbe ulteriormente migliorare con lo spoglio delle iscrizioni cartacee.
La tendenza globale, tuttavia, evidenzia una marcata preferenza per i percorsi tradizionali, spesso percepiti come più prestigiosi e in grado di offrire maggiori opportunità future. Tuttavia, questa percezione non sempre riflette la realtà del mercato del lavoro. Un rapporto di Unioncamere del 2024 ha evidenzia-
to che il 40% delle imprese italiane ha difficoltà a trovare personale con competenze tecniche specifiche, mentre gli studenti con competenze generaliste o umanistiche affrontano tassi di disoccupazione più elevati rispetto ai loro coetanei con formazione tecnica.
La divisione gentiliana e lo stigma verso i percorsi tecnici e professionali
La struttura del sistema educativo italiano affonda le sue radici nella riforma Gentile del 1923, che ha istituito una netta separazione tra licei, istituti tecnici e istituti professionali. Separazione le cui conseguenze tutt’ora perdurano. Questa divisione ha contribuito a creare una gerarchia percepita tra i vari percorsi formativi, con i licei considerati come la scelta d’élite e gli istituti tecnici e professionali spesso stigmatizzati come opzioni di serie B. È una percezione che influisce profondamente sulle scelte degli studenti e delle loro famiglie. Uno studio dell’ISTAT del 2023 ha rilevato che il 65% dei genitori preferisce indirizzare i propri figli verso un liceo, indipendentemente dalle inclinazioni o dalle competenze dei ragazzi, spesso per motivi legati al prestigio sociale e alle aspettative future.
Un bagno di realtà
“(…) Da un’analisi dei dati annuali dal Sistema informativo Excelsior pubblicati nei giorni scorsi da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2024 le imprese italiane indicano una difficoltà di reperimento del personale nel 47,8% delle entrate previste, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al 45,1% del 2023. La difficoltà di reperimento nelle micro e piccole imprese (MPI) sale al 51,3% (3,2 punti in più del 48,1% nel 2023), per arrivare al 59,2% nelle imprese artigiane (…).”
Questi dati confermano che una formazione tecnica offre prospettive occupazionali solide e remunerative,
rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro e colmando il divario tra domanda e offerta di competenze specializzate.
L’esempio di altri sistemi educativi: Francia, Germania e Stati Uniti
La Fondazione Germozzi, già in un rapporto del marzo 2022, ha proposto di rivedere la struttura complessiva del sistema educativo italiano, prendendo spunto da modelli esteri come quelli di Francia, Germania e Stati Uniti, dove la divisione tra percorsi accademici e professionali esiste ma è meno marcata. In Francia, il sistema educativo non divide in modo netto (come in Italia) i licei dagli altri percorsi. Esiste il “Lycée Général” (che sarebbe il nostro Liceo Classico), il “Lycée Technologique” e il “Lycée Professionnel”, equivalenti ai nostri Istituti Tecnici e Professionali. Questa struttura permette una maggiore flessibilità e riduce lo stigma associato ai percorsi professionali. Particolarmente interessante è il sistema educativo tedesco, che si distingue per la sua forte attenzione alla specializzazione precoce e alla valorizzazione dei percorsi tecnici e professionali. Dopo la scuola primaria, gli studenti vengono indirizzati verso diversi tipi di scuole in base alle loro capacità e interessi: il Gymnasium, per chi punta all’università; la Realschule, che offre una preparazione intermedia; e la Hauptschule, orientata verso il mondo del lavoro.
Ciò che rende il sistema tedesco particolarmente efficace è l’importanza data alla formazione tecnica e professionale. Molti studenti, invece di seguire un percorso puramente accademico, scelgono la Berufsschule, che combina teoria e pratica, o la Fachoberschule, che offre una formazione tecnica avanzata. Il cuore di questo sistema è il modello duale, che permette ai giovani di alternare lezioni scolastiche con un vero e proprio apprendistato in azienda. Altrettanto interessante è il sistema educativo degli Stati Uniti, caratterizzato da una struttura più
flessibile rispetto a quella tedesca. Dopo la scuola primaria, gli studenti accedono alla middle school (o junior high school, dai 12 ai 14 anni) e successivamente alla high school (dai 14 ai 18 anni). L’istruzione superiore è molto valorizzata e gli studenti possono scegliere tra college e università. Tuttavia, il costo elevato rappresenta una barriera all’ingresso che fortunatamente non esiste nella nostra realtà.
La Commissione Bertagna
In questa direzione salutiamo con interesse i lavori della Commissione Bertagna, che riprendono le indicazioni esplicitate sin dal 2022 dalla Fondazione Germozzi.
In estrema sintesi, la Commissione Bertagna propone di uniformare la denominazione degli indirizzi di studio, estendendo il termine “Liceo” anche agli istituti tecnici e professionali. Il modello prevede:
Liceo con opzioni classica e scientifica.
Liceo tecnologico, articolato in tre indirizzi: ICT, meccatronico e chimico-industriale.
Liceo professionale o di Istruzione e Formazione Professionale, con tre opzioni: sociosanitario, meccanico e alberghiero-ristorazione.
Conclusione
Il divario tra le scelte scolastiche dei giovani italiani e le reali esigenze del mercato del lavoro rappresenta una sfida cruciale per il futuro del Paese. Occorre promuovere percorsi formativi che valorizzino le competenze tecniche, scientifiche e applicative, favorendo una maggiore integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Solo attraverso una riforma mirata sarà possibile preparare le nuove generazioni ad affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione.
Legno e serramenti: quale futuro per le imprese artigiane?
Abbiamo analizzato gli scenari futuri per il settore insieme a Samuele Broglio, vicepresidente Confartigianato Nazionale Legno con delega a norme e leggi tecniche
CAM, bonus e finanziamenti e scenari futuri per le imprese artigiane del settore. Il comparto del legno e arredo è in costante evoluzione e insieme a Samuele Broglio, vicepresidente Confartigianato Nazionale Legno con delega a norme e leggi tecniche, abbiamo provato a tracciare un quadro del settore. Iniziando dalla seconda edizione del corso formativo per la posa qualificata dei serramenti, in collaborazione con Formart: un momento di aggiornamento tecnico importante per aumentare le competenze aziendali.
«Il corso formativo qui ha due facce – spiega Broglio –, una è quella del corso per installatori, che non è obbligatoria, ma è grandemente consigliata, perché comunque abbiamo una norma che spiega cosa vuole dire posa a regola d’arte. Abbiamo progettisti che richiedono di garantire la posa a regola d’arte, nei lavori pubblici è sempre più richiesta l’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi). Gli acquisti della pubblica amministrazione richiedono che la posa dei serramenti sia fatta nel rispetto delle norme. Quindi chi, nella sua attività, ha inserito anche la posa in opera, pensiamo in particolare alle micro e piccole imprese artigiane che producono e installano, deve comunque avere la possibilità di dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio, di aver operato correttamente. Esiste un altro tipo di formazione altrettanto importante, legata ai materiali, alle tecnologie, alle norme tecniche. Questo tipo di formazione è più utile per stare sul mercato, conoscendo bene la resa e i limiti di certe prestazioni fornite dall’azienda e potersi anche difen-
dere in caso di dubbi o contestazioni. Ad esempio si può pensare ad una formazione sui vetri, perché il vetro è il 60-70% della superficie del serramento. Un serramentista anche bravo, non è detto che conosca veramente i vetri, certe particolarità come lo shock termico e le ragioni per le quali avviene, le rotture cosiddette spontanee, quali siano i limiti di una vetrazione piuttosto che un’altra. Certe cose è meglio saperle, costituiscono un vantaggio e dimostrare l’avvenuta formazione da parte dei posatori evita discussioni e riduce il rischio di contestazione». Con Broglio abbiamo provato anche ad analizzare quali potrebbero essere gli scenari futuri del mercato per le imprese artigiane del settore. «È difficile fare previsioni – afferma Broglio – anche perché dipende da tanti fattori che non sono di nostra competenza. Basta che lo Stato decida di mantenere ,anche nel 2026, il 50% in luogo del 36% per le ristrutturazioni edilizie, che già il mercato ne risente positivamente. Tutte le analisi economiche prevedono una flessione per l’anno che viene. Personalmente ritengo che le imprese artigiane dovrebbero sempre più, soprattutto quelle che producono e che realizzano legno, rivolgersi a un mercato di fascia alta. L’artigiano che vuole affrontare tutti i mercati e lo fa perché ha un mercato locale che non riconosce la qualità, deve diventare in parte un commerciante, nel senso che avrà la sua produzione di prodotto “premium” in legno o in metallo, ma deve evidenziare la qualità del lavoro artigiano».
Prorogata la qualificazione manutentori antincendio
La qualificazione dei tecnici manutentori viene prorogata al 25 settembre 2026
Slitta al 25 settembre 2026 la scadenza per la qualificazione manutentori antincendio. All’articolo 1 si legge che al comma 1-bis dell’art. 6 del DM 1/9/2021 la data «25 settembre 2025» è sostituita con «25 settembre 2026». All’art. 2 vengono aggiornati i riferimenti al dirigente competente in «Direttore centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica, antincendio ed energetica» e alla relativa Direzione centrale. Il motivo della proroga è da vedersi nelle difficoltà operative nella qualificazione dei tecnici manutentori antincendio: necessità di sedi d’esame idonee con apparecchiature dedicate, non uniformemente distribuite sul territorio, oltre al completamento dell’applicativo informatico per la gestione dei procedimenti e alla complessità delle valutazioni sui requisiti.
Referente Categoria Legno e Arredo
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Turismo: analisi e strategie tra crescita e nuovi
obiettivi
Modena conferma l’aumento per arrivi e pernottamenti nel 2024 e un solido primo semestre 2025. La nostra associazione ha partecipato a incontri sulle strategie turistiche per il territorio Bologna Modena
Èemerso che i dati, certificati dal Servizio Statistica della Regione Emilia-Romagna, confermano buone notizie per il turismo territoriale. Infatti il Territorio Turistico Bologna-Modena durante il 2024 ha registrato un incremento degli arrivi del 7% rispetto al 2023. La stessa tendenza emerge anche nei pernottamenti: nel 2024 le presenze registrano un +11% rispetto al 2023, a conferma non solo di una crescita complessiva, ma anche di soggiorni mediamente più lunghi. Il primo semestre 2025 segna una crescita sia del numero di turisti (+9,7%) che del numero di pernottamenti (+7,5%) in provincia di Modena. Il dato conferma un aumento generale del numero delle notti trascorse sul territorio. Il trend positivo degli arrivi mostra una crescita omogenea tra capoluogo e territorio provinciale, con una buona performance nel mese di maggio. Gli arrivi nel capoluogo rappresentano il 43% degli arrivi totali nella provincia di Modena. Rispetto allo stesso periodo del 2024 crescono sia gli arrivi di turisti italiani (+10,1%), che rappresentano oltre due terzi dei turisti totali (precisamente il 67,9%), sia i turisti provenienti dall’estero (+8,7%). Un numero maggiore di turisti stranieri viene da Polonia (il 9,5%), Francia (8,4%) e Germania (8,1%).
Strategie di promozione
La crescita nel territorio modenese pur condividendo mercati e target analoghi a quelli di Bologna, evidenzia dinamiche differenti. In questa fase dello sviluppo occorre continuare a lavorare per costruire una immagine turistica forte di Modena
in senso di brand che rappresenti tutto il territorio, con un approccio che punti a comunicare e promuovere l’intero territorio modenese come una destinazione unica, capace di offrire esperienze diversificate, da un lato valorizzando i soggiorni nei weekend, in particolare per il mercato italiano, quando l’occupazione è inferiore rispetto ai giorni infrasettimanali sostenuti anche dal turismo d’affari e a stimolare una distribuzione degli eventi, inclusi meeting e congressi, quando compatibile, anche nei mesi invernali per rinforzare la destagionalizzazione. Il contesto dell’Appennino modenese presenta dinamiche e stagionalità specifiche che richiedono strategie specializzate. Qui l’obiettivo è concentrarsi sulla promozione del turismo attivo e sostenibile, puntando a far diventare l’Appennino una destinazione turistica per tutte le stagioni, trasformando l’area in una meta appetibile per un turismo che duri tutto l’anno, sfruttando non solo l’offerta naturale e paesaggistica, ma anche eventi culturali e sportivi che possano attrarre un pubblico diversificato. Tra cultura, food & wine, outdoor active & slow, trekking su cammini di grande successo (Via degli Dei, la Via Vandelli) e motori visite ai luoghi dei motori, sono questi i principali temi trasversali che interessano il Territorio Turistico Bologna-Modena. «I numeri
danno riscontro di una effettiva ripresa degli arrivi – afferma Federica Marcacci, presidente Turismo Lapam Confartigianato –. Sotto questo aspetto sono positive anche le iniziative messe in campo, come il progetto “Modena ti regala una notte” della Camera di Commercio di Modena che rimarrà attivo fino al 14 dicembre e che hanno contribuito sicuramente ad agevolare la permanenza dei visitatori sul nostro territorio. Dobbiamo continuare sulla strada tracciata, dando valore a un turismo lento, dall’Appennino fino alla provincia, perché nel territorio abbiamo molte attrazioni da visitare e conoscere in modo approfondito. Proprio per questo si deve investire nel rinnovamento e nelle infrastrutture, così da rendere più fruibile ai turisti il soggiorno. Questo passa anche da una manutenzione delle piste ciclabili e della rete stradale. La stagione turistica comunque sta dando buoni riscontri: il Festival Filosofia, complice il meteo, ha visto un grande successo di pubblico: è importante continuare a intercettare questi festival per richiamare sempre più persone e far conoscere il territorio sempre di più. Alle istituzioni va sempre il nostro appello di destinare l’imposta di soggiorno allo scopo per cui è stata introdotta, cioè alla promozione e al sostegno di tutto ciò che rende attrattiva la nostra area».
Referente
Autotrasporto, nuove esenzioni dal
tachigrafo: semplificazioni
operative già in vigore
Il Decreto MIT introduce deroghe per alcune tipologie di veicoli impiegati in trasporti brevi o servizi non commerciali, con l’obiettivo di alleggerire burocrazia e rispondere a esigenze sanitarie e di benessere animale
Una novità interessa il settore dell’autotrasporto: sono già operative nuove esenzioni dall’uso del cronotachigrafo e dalle regole sui tempi di guida e riposo, previste dal Regolamento (CE) n. 561/2006. A stabilirle è il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 22 aprile 2025. Si tratta di un provvedimento che abroga la disciplina precedente, risalente al 2007, e che introduce un quadro aggiornato pensato per semplificare il lavoro di molte imprese. Le nuove regole si applicano esclusivamente ai trasporti effettuati in ambito nazionale e riguardano una serie di categorie specifiche. Sono esentati, ad esempio, i veicoli fino a 7,5 tonnellate utilizzati per i servizi postali universali, come nel caso delle consegne di Poste Italiane. Rientrano nelle deroghe anche i mezzi impiegati dalle scuole guida per attività di formazione e per sostenere gli esami di patente, purché non si tratti di attività svolte a fini di lucro. Il provvedimento tocca inoltre ambiti di pubblica utilità: sono esclusi dall’obbligo i veicoli che operano nei servizi essenziali, come la manutenzione delle reti idriche ed elettriche, la gestione fognaria, la raccolta dei rifiuti, i servizi di telecomunicazioni e radiotelevisione. Esenzioni sono state concesse anche ai mezzi adibiti ad attività particolari, come quelli utilizzati per i circhi e i parchi divertimento, oppure ai veicoli destinati alla raccolta del latte direttamente presso le aziende agricole, alla restituzione dei contenitori o al trasporto di prodotti zootecnici. Un’attenzione
specifica è rivolta ai veicoli blindati per il trasporto di denaro o beni di valore, così come a quelli destinati al trasporto di rifiuti animali o carcasse non destinate al consumo umano. Particolare rilievo assume infine la disposizione che riguarda il trasporto di animali vivi: l’esenzione vale infatti per i tragitti inferiori a 100 chilometri, come nel caso degli spostamenti tra allevamenti, mercati locali e macelli. Una misura che tiene conto delle esigenze di tutela del benessere animale, riducendo i tempi di trasporto e lo stress per gli animali stessi. Le finalità del decreto sono chiare: semplificare la vita delle imprese che operano su tratte brevi o in settori specifici, ridurre i costi e gli oneri burocratici legati all’installazione e alla gestione del cronotachigrafo e, al contempo, garantire maggiore flessibilità organizzativa. Per le aziende coinvolte si traduce in un vantaggio concreto: meno vincoli normativi, maggiore rapidità nelle operazioni e una capacità di risposta più immediata alle necessità operative quotidiane. Nonostante le semplificazioni, è fondamentale verificare con precisione se i propri veicoli rientrano nelle nuove esenzioni e aggiornare le procedure interne, dalla formazione degli autisti alla documentazione operativa, per restare in linea con la normativa.
Nuovo Codice della Strada: arrivano chiarimenti sulla
normativa
Il Ministero dell’Interno chiarisce aspetti fondamentali su sanzioni e sospensione della patente, fornendo direttive essenziali per il settore
Tramite una circolare, il Ministero dell’Interno precisa alcuni aspetti cruciali per quanto
riguarda le sanzioni pecuniarie e, in particolare, la complessa disciplina della sospensione della patente di guida. Uno dei punti cardine della circolare ministeriale riguarda la maggiorazione degli importi delle sanzioni in presenza di tariffe non corrisposte, sia nelle Zone a Traffico Limitato (ZTL) che per la sosta a pagamento. Il Ministero ha stabilito che gli importi dovuti e non saldati per queste tariffe andranno a incrementare la sanzione prevista per la singola violazione. È però specificato che tali importi, pur diventando parte integrante della sanzione, devono essere riportati in modo disgiunto nel verbale di contestazione. Questo accorgimento è volto a evitare che si verifichino maggiorazioni arbitrarie dell’importo totale. L’altro aspetto principale chiarito concerne la sanzione accessoria della sospensione breve della patente di guida. In via generale, questa sospensione si applica ai conducenti titolari di patente che, al momento della violazione, hanno meno di 20 punti. La norma prevedeva inizialmente che tale sanzione non fosse applicabile
qualora il conducente fosse identificato in un momento successivo alla commissione o all’accertamento della violazione. Tuttavia, la nuova interpretazione fornita dal Ministero dell’Interno estende il raggio d’azione di questa misura accessoria. La sospensione è ora considerata applicabile anche quando il conducente viene identificato al momento dell’accertamento della violazione, persino se questo avviene in un’epoca successiva alla commissione del fatto. Un esempio pratico di questa situazione è l’accertamento di una violazione in ufficio a seguito della ricostruzione di un incidente stradale, nel momento in cui il conducente viene identificato durante i rilievi del sinistro. Analogamente, per le violazioni dell’articolo 174 del Codice della Strada, che disciplina i tempi di guida e di riposo, la sanzione può essere applicata se l’infrazione è stata commessa in epoca precedente al controllo e accertata attraverso l’esame dei dati della carta del conducente, del disco del tachigrafo o di altri dispositivi di controllo, a patto che il conducente sia identificato al
momento dell’accertamento della violazione e della relativa contestazione. La circolare ministeriale precisa inoltre l’applicabilità della sanzione accessoria della sospensione breve anche in presenza di un conducente titolare di patente rilasciata all’estero. Un chiarimento di fondamentale importanza per le imprese di trasporto riguarda le violazioni commesse nell’esercizio di attività professionali di trasporto di persone o merci, per le quali è richiesto il possesso della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC). In questi casi, il Ministero ha specificato che il punteggio da verificare per l’eventuale applicazione della sospensione breve della patente non è quello risultante dai titoli professionali, bensì quello derivante dalla patente di guida posseduta dal conducente.
Nuovi mercati, Claudio Pellegatta: «La Scandinavia un ambiente moderno»
Alla luce delle situazioni geopolitiche attuali, per le imprese esportatrici del territorio è importante sondare nuovi possibili mercati
Tra conflitti, dazi e sanzioni, mantenere rapporti stabili con l’estero per le imprese del territorio non è semplice. E in situazioni complicate per le realtà esportatrici sarebbe utile trovare nuovi sbocchi internazionali. Uno di questi è rappresentato dalla Scandinavia, come ci racconta Claudio Pellegatta, Account Executive di COLUMDAE ApS, società che si occupa di aiutare le imprese a espandersi andando oltre i confini nazionali. Ne avevamo già parlato in una precedente edizione del nostro bimestrale di approfondimento, in occasione di un webinar promosso dalla nostra associazione proprio con COLUMDAE Aps e, a distanza di qualche mese, con Pellegatta abbiamo fatto il punto della situazione.
Pellegatta, quali sono le opportunità di sbocco nel nord Europa per le realtà di Modena e Reggio Emilia? «La Scandinavia rappresenta un ambiente economico internazionale aperto e moderno. La crescita, particolarmente omogenea e costante, in Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia è una delle più dinamiche e sicure a livello europeo: lo sviluppo economico e l’andamento dell’export italiano confermano le grandi potenzialità di questi mercati dove è presente una classe media con un forte potere d’acquisto, sensibile al brand Italia e molto interessata a prodotti di qualità e alta gamma del Made in Italy. Secondo i dati ISTAT, le esportazioni nazionali segnano una tendenza particolarmente positivo sia nel B2C che nel B2B, iniziata
già nel 2020 dopo il rallentamento subìto a causa della pandemia e in forte crescita in questi ultimi due anni. Per quanto riguarda le tensioni geopolitiche forse la criticità più forte per i paesi scandinavi sono i dazi americani, ad esempio in Danimarca nel settore farmaceutico, dove Novo Nordisk ne potrebbe risentire, ma la Danimarca e i paesi scandinavi in generale si confermano tra le economie più competitive al mondo, mantenendo la prima posizione per l’efficienza delle imprese, oltre a mantenere una forte competitività, finanze pubbliche solide e un basso debito pubblico. I prodotti italiani godono di una forte considerazione di buona qualità, flessibile nelle soluzioni ed economicamente competitiva. Tale considerazione unita al salto della produzione industriale e ai forti investimenti privati e pubblici stimolati dai governi locali ha determinato un considerevole aumento del volume d’affari. La Scandinavia è sede di un gran numero di aziende industriali leader a livello mondiale, che necessitano di fornitori di alta qualità in vari settori particolarmente interdipendenti con la manifattura italiana. Il Made in Italy è potenzialmente apprezzato da queste aziende e consumatori del Nord Europa che hanno già una buona esperienza dei prodotti Made
in Italy e dei fornitori italiani, specialmente nei distretti di Öresund, Århus, Göteborg e Stoccolma, e Helsinki. Inoltre, il Mercato Scandinavo sta dando conferma di forte dinamismo e stabilità, anche grazie a scelte strategiche energetiche ed economiche interne, sia per la vivacità dei consumi interni sia per l’importante richiesta delle aziende nordiche di nuovi supplier più vicini ed europei in relazione alla crescita del settore e al bisogno di accorciare e rendere più sicura la propria filiera e logistica, particolarmente interessate alle soluzioni Made in Italy, per qualità, capacità di customizzare e alta competitività. Alcuni dei principali settori particolarmente in crescita in Scandinavia in questo periodo: macchinari ed apparecchi, dove i paesi scandinavi attraggono quasi il 6% dell’export nazionale, ed in costante crescita progressiva. Ma anche prodotti alimentari (forte trend di crescita dei prodotti food di qualità italiani dal post Covid) e bevande: più di un decimo dell’export nazionale di vino in Europa è assorbito dai mercati scandinavi. Metalli di base e prodotti in metallo: in Danimarca, Finlandia e Svezia l’export continua la forte crescita costante del segmento».
Quali sono le filiere più apprezzate?
«Sicuramente direi tutto quello che riguarda la meccanica, subfornitura, food & agro food, fabbricazione macchinari e tessile con i prodotti di alta gamma. Infatti il mercato di consumo nordico, con una classe media particolarmente ampia e con forte potere di acquisto, ama particolarmente i prodotti di qualità e contenuto del Made in Italy, legato allo story telling del nostro paese (da rilevare che anche il turismo nordico è particolarmente cresciuto verso l’Italia, questo porta altresì ad ancora un maggiore interesse per i nostri prodotti, basta osservare tutto il settore GDO ed HORECA negli ultimi anni qui in Scandinavia). In Danimarca, ad esempio, l’indice di disoccupazione è tra i più bassi negli ultimi 15 anni questo permette una maggiore competizione del mercato del lavoro, con stipendi più alti perciò più forte liquidità per i consumi
di qualità e del benessere, che possono andare dal sistema casa all’alimentare e alla moda e dove il forte potere di acquisto degli scandinavi da una forte attenzione ai nostri prodotti. Dal punto di vista industriale, customizzazione, flessibilità e alta qualità con costi contenuti del Made in Italy per le aziende scandinave particolarmente apprezzati, sono forti asset qui in Nord Europa per le nostre PMI e stanno portando a una crescita costante».
In un contesto geopolitico instabile, come indirizzarsi su mercati al momento esclusi dalle tensioni per ovviare alle mancanze provenienti dal mercato russo e dai dazi USA?
«Sicuramente l’Europa, e vediamo infatti un fortissimo interesse da tutte le nostre aziende dell’Unione oltre che svizzere e britanniche, (noi in tutti i mercati dove siamo presenti supportiamo anche le aziende del paese, cosa che risulta alquanto strategico per i nostri clienti) a causa di un quadro geopolitico extra EU così instabile in questo momento. Il mercato europeo è infatti un grande centro e opportunità di sviluppo per le aziende dell’Unione Europea, è il continente più ricco, innovativo e integrato del mondo. E come dicevo stiamo osservando in questa fase dell’anno un forte riscontro dall’economia Scandinava e dalla Supply Chain della Scandinavia con la ricerca in questo momento di nuovi
fornitori dei principali segmenti industriali. L’economia qui in Scandinavia, in controtendenza con il resto d’Europa, sta andando particolarmente bene, con indici economici robusti e di disoccupazione più bassi degli ultimi 15 anni qui in Nord Europa e forte interesse da parte dei consumatori scandinavi dei prodotti di qualità del Made in Italy, oltre al loro forte potere d’acquisto sull’euro. Per le aziende consigliamo anche sempre prima un’attenta analisi di mercati e in COLUMDAE offriamo sempre una nostra Pre Analisi dedicata e gratuita specifica per ogni PMI per valutare le proprie singole e specifiche opportunità export dei mercati e soprattutto quali mercati in questo momento potrebbe essere utile e strategico concentrarsi per loro, con, ripeto, sempre un focus specifico, perché per nostra esperienza ogni aziende fa e deve sempre storia a sè indifferentemente in settori magari simili per capitalizzare e ottimizzare al meglio le proprie opportunità export con nuovi clienti e distributori internazionali. È magari anche consigliabile rafforzare le relazioni con mercati “amici” e l’Europa fa sicuramente da pivot, con ricchezza, vicinanza (trasporto su gomma ad esempio, evitando i cargo) e sicurezza, oltre che puntare sulla qualità, customizzazione dove il Made in Italy è particolarmente forte ed apprezzato».
Meccanica: gli ultimi aggiornamenti su export e cassa integrazione
Il presidente della categoria Meccanica della nostra associazione Davide Gruppi commenta un’analisi del nostro ufficio studi per le province di Modena e Reggio Emilia
Nel primo semestre 2025, la produzione del comparto meccanico in Italia scende del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte del
-2,1% del totale manifatturiero. Lo riferisce un’indagine del nostro ufficio studi associativo, che evidenzia come a calare in maniera più marcata siano i mezzi di trasporto con
un -8,6%. Pesa infatti la crisi europea dell’auto che ha il suo epicentro in Italia: nei primi sei mesi del 2025 la produzione di autoveicoli in Unione Europea scende del 4,4% e, tra i maggiori paesi produttori, il calo è più intenso per l’Italia che segna un -17,3%.
Analizzando la situazione nelle province di Modena e Reggio Emilia, nei primi sei mesi del 2025 la dinamica dell’export della meccanica continua a essere negativa: rispetto al primo semestre 2024 l’export di prodotti della meccanica modenesi calano del 2,2%, con una diminuzione meno accentuata rispetto al -3,4% dell’anno 2024, mentre la provincia di Reggio Emilia vede un -5,9%, meno accentuato rispetto al -9,8% dell’anno 2024. Entrambe le province tuttavia fanno peggio rispetto alla dinamica regionale del -1,8%.
Nel dettaglio, i macchinari, principale settore dell’export di meccanica, calano in provincia di Modena del 9% nel primo semestre 2025 rispetto al -12,2% del 2024, mentre Reggio
Referente Categoria Meccanica
Alberto Belluzzi
059 893 111
alberto.belluzzi@lapam.eu
Emilia fa segnare un -6,1% e un -11,9% nello stesso arco temporale in esame.
Per quanto riguarda gli autoveicoli, Modena si piazza nella top ten delle province italiane per export, segnando un +4,1% nel primo semestre 2025, dato che la posiziona al sesto posto in questa graduatoria, anche se in calo rispetto al +7,3% fatto registrare nell’anno 2024. Colpa, principalmente, dell’effetto dazi: la dinamica annuale delle esportazioni di autoveicoli verso gli Stati Uniti nel primo semestre dell’anno in corso ha registrato un -1,7%, rispetto al +13,1% a cui si è assistito nel 2024.
Migliora, per quanto rimanga in terreno negativo, il dato della richiesta da parte della Germania di macchinari Made in Modena e Made in Reggio Emilia. La provincia modenese segna nel primo semestre 2025 un -4,3% di export di macchinari verso il paese tedesco, migliore rispetto al -21,8% registrato nel 2024. Situazione analoga per Reggio Emilia, che nel primo semestre di quest’anno segna un -4,2% di export, migliore rispetto al -17,8% registrato nel 2024.
Dopo il forte aumento registrato nel 2024, quando le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS nella
meccanica in provincia di Modena sono più che quintuplicate (+405,7%) e a Reggio Emilia sono più che raddoppiate (+158,6%) nei primi sei mesi del 2025 la crescita risulta più contenuta. Nel territorio modenese le ore autorizzate nel primo semestre del 2025 sono 4.261.740 (+92%), mentre nel reggiano ammontano a 4.317.092 (+39%).
«La situazione rimane complicata – commenta Davide Gruppi, presidente della categoria Meccanica della nostra associazione e anche presidente Meccanica per Confartigianato Emilia-Romagna – e non possiamo essere sereni. I dati però mostrano, per alcuni aspetti, barlumi di speranza: la situazione conflittuale e di instabilità che sta coinvolgendo ormai tutto il mondo non aiuta a lavorare con serenità, ma dobbiamo essere consapevoli che il Made in Italy rimane di grande appeal. Lavorando con qualità e con efficienza possiamo rimanere competitivi sul mercato. Per farlo, però, abbiamo bisogno anche di una classe politica pronta a sostenere le nostre attività e le nostre imprese con misure concrete e tangibili».
Corsi e Formazione organizzata da FORMart
Competenze organizzative e gestionali per l’Open Innovation nella rete per lo sviluppo del territorio - marketing intelligente: strumenti digitali e AI
Obiettivi: Il corso intende potenziare le competenze strategiche e operative di professionisti che operano nell’ambito della promozione e della comunicazione d’impresa, fornendo strumenti mirati per affrontare la trasformazione digitale in chiave locale.Durata: 20 ore
Periodo: 03/11 – 24/11
Costo: Gratuito
Competenze organizzative e gestionali per l’open innovation nella filiera meccanica
Obiettivi: Questo corso vuole fornire una comprensione chiara e pratica di cosa sia questa nuova tecnologia, come funziona e perché oggi rappresenta un’opportunità concreta anche per le realtà aziendali più piccole: i partecipanti verranno guidati passo dopo passo nella conoscenza dei concetti fondamentali dell’intelligenza artificiale generativa, a partire dalla differenza tra AI tradizionale e generativa, fino alla scoperta di come gli strumenti basati su modelli linguistici avanzati siano in grado di apprendere dai dati per generare testi, immagini, sintesi e contenuti visivi.
Durata: 20 ore
Periodo: 03/11 – 01/12
Costo: Gratuito
Competenze gestionali per l’open innovation. Nuove professionalità nella rete per lo sviluppo del territorio
Obiettivi: Il corso rappresenta una guida introduttiva e accessibile all’intelligenza artificiale per utenti non tecnici, con l’obiettivo di sviluppare consapevolezza e competenze pratiche nell’utilizzo degli strumenti di Generative AI
Durata: 24 ore
Periodo: 04/11 – 02/12
Costo: Gratuito
Competenze tecnico specialistiche per l’Open Innovation finalizzate all’inserimento di nuove professionalità nella filiera meccanica
Obiettivi: Il corso fornisce le competenze teoriche e pratiche essenziali per comprendere, progettare e gestire reti di comunicazione. I partecipanti apprenderanno i fondamenti dell’architettura di rete, i principali protocolli, dispositivi e standard, oltre ai meccanismi di trasmissione, routing e progettazione di LAN e WAN, con un focus su IPv4, DNS, TCP/UDP e applicazioni di rete
Durata: 24 ore
Periodo: 11/11 – 11/12
Costo: Gratuito
Estetica oncologica
Obiettivi: Apri la tua professionalità a nuovi percorsi per il benessere e la bellezza. Con il corso di estetica oncologica, realizzato con il contributo scientifico del Prof. Beniamino Palmieri e di Angela Noviello, potrai eseguire in totale sicurezza trattamenti estetici su pazienti oncologici.
Durata: 45 ore
Periodo: 03/11 – 26/01
Costo: € 1.800,00 + iva
Corso
ed esame per il patentino
f-gas
Obiettivi: Preparati per superare con successo l’esame per lavorare con i gas refrigeranti fluorurati. Apprendi le normative nazionali ed europee, approfondisci le tecniche, esercitati sui quiz e confrontati con i docenti comodamente in webinar. Nella lezione finale completerai la tua preparazione in vista della prova pratica.
Durata: 15 ore
Periodo: 28/10 – 29/10
Costo: € 6650,00 + iva
Percorso formativo teorico specialistico per i responsabili e gli addetti alla trattazione degli affari dell’impresa funebre
Obiettivi: Ottieni l’abilitazione necessaria per svolgere il ruolo di titolare o addetto alla trattazione degli affari in una agenzia o impresa funebre. Il percorso formativo offre la preparazione e l’attestato di qualificazione per lavorare nel settore. Sviluppa con docenti e formatori specializzati le competenze indispensabili per gestire ogni attività con professionalità.
Durata: 16 ore
Periodo: 11/11 – 02/12
Costo: € 300,00 esenti iva
Consulente automobilistico per agenzia pratiche auto
Obiettivi: Preparati per superare con successo l’esame di consulente automobilistico per aprire un’agenzia di pratiche automobilistiche. Con l’esperto Stefano Giuli potrai apprendere tutte le conoscenze indispensabili per risolvere i 1000 quiz su circolazione stradale, trasporto merci, Pubblico Registro Automobilistico e regime tributario. Potrai esercitarti sull’esame finale in ogni lezione del corso.
Durata: 33 ore
Periodo: 20/11 – 12/12
Costo: € 700,00 + iva
Corso di preparazione all’esame di abilitazione per scorte tecniche
Obiettivi: Preparati al prossimo esame nella tua regione per acquisire o rinnovare l’abilitazione ai servizi di scorta tecnica per i trasporti eccezionali. Il corso è focalizzato al superamento degli oltre 300 quiz, al colloquio orale e alla prova pratica: all’interno delle lezioni in webinar sarà dato ampio spazio alle esercitazioni e alle simulazioni d’esame.
Durata: 15 ore
Periodo: 21/11 – 17/12
Costo: € 400,00+iva
Corso sul buon funzionamento del cronotachigrafo
Obiettivi: Monitora e promuovi la regolarità di guida attraverso l’uso corretto dei cronotachigrafi e l’interpretazione immediata di stampe e pittogrammi. Il corso, valevole anche come aggiornamento quinquennale dell’attestato, illustra il quadro normativo attuale e presenta l’evoluzione tecnologica dei cronotachigrafi (analogici, digitali e intelligenti).
Strategie di Mercato Eco Digitali di Base per la Manifattura – PG8
Questo corso è utile per conoscere e distinguere i principali social, a ottimizzare i profili per presentarsi in modo efficace, a creare contenuti visivi e testuali che funzionano davvero. Viene illustrato come costruire una community attiva, gestire campagne pubblicitarie su Facebook e Instagram, monitorare i risultati e adattare le strategie in modo agile. Grande attenzione sarà data anche al personal branding su LinkedIn e alla creazione di un portfolio professionale, con l’obiettivo di preparare concretamente all’ingresso nel mondo del lavoro, sia in azienda che in agenzia.
Questo corso sviluppa la capacità di ideare, organizzare e gestire progetti creativi digitali in modo strutturato e sostenibile. Un percorso pratico, coinvolgente e aggiornato che integra strumenti tradizionali di progettazione visiva con l’impiego delle nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale generativa, oggi sempre più centrali nel mondo della comunicazione.
Inglese per le strategie di accoglienza alberghiero-ricettiva
Obiettivi: questo percorso rappresenta un’occasione di specializzazione nell’utilizzo dell’inglese proprio del settore dell’hospitality, coprendo vari aspetti della comunicazione in lingua con lessico specifico ed espressioni idiomatiche, presentando situazioni pratiche che si verificano nella routine lavorativa quotidiana nel contesto turistico-ricettivo.
Durata: 20 ore
Periodo: 04/11 – 28/11
Costo: Gratuito
Buste paga e contributi
Obiettivi: il corso è finalizzato a fornire gli strumenti applicativi necessari per l’elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge. Al corso possono accedere sia operatori junior del settore, che principianti in materia.
Durata: 42 ore
Periodo: 21/10 – 16/12
Costo: € 520,00 + iva
Controllo di gestione: fai il check up online
Obiettivi: monitorare l’andamento aziendale, valutare lo stato di salute dalla propria impresa e intervenire per migliorare la gestione e massimizzare gli utili
Corso di abilitazione per assistente di studio odontoiatrico
Obiettivi: il corso consente di ottenere l’attestato di assistente di studio odontoiatrico (aso), l’abilitazione richiesta per lavorare in strutture mediche pubbliche, private e catene/gruppi odontoiatriche/ci. I medici, i docenti e gli esperti prepareranno ogni partecipante ad assistere l’odontoiatra durante gli interventi clinici, visite e attività di prevenzione; predisporre gli strumenti e le apparecchiature; accogliere i clienti e gestire gli appuntamenti, anche telefonicamente, via mail e piattaforme; interfacciarsi con i fornitori, collaboratori e società assicurative. L’attestato di assistente di studio odontoiatrico può essere utilizzato anche per concorsi pubblici.
Tecnico in installazione e manutenzione di impianti domotici e ad alta efficienza energetica in ambito civile e industriale
Creazione di soluzioni di domotica e di efficientamento - impiantistica smart e sostenibile
Obiettivi: questo corso fornisce competenze teoriche, esperienze laboratoriali e in aziende di settore; offre la possibilità di accedere all’esame per il rilascio di un certificato di specializzazione tecnica superiore (ifts)
Destinatari: il corso è dedicato a chi è interessato a operare nell’ambito del settore impiantistico e domotico, delle costruzioni, del settore energetico; il profilo ha alte potenzialità di conversione alla libera professione o all’avvio di impresa. Il corso è aperto a tutte le persone che, indipendentemente dalla loro posizione occupazionale, sono residenti o domiciliate in emilia-romagna in data antecedente l’iscrizione alle attività e che supereranno le due fasi di selezione: test attitudinale e colloquio motivazionale. L’accesso è consentito anche a coloro che non sono in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore, previo accertamento dei requisiti, delle competenze di base, chiave di cittadinanza e tecnico professionali inerenti il profilo.
Durata: 800 ore totali
Periodo: novembre – giugno 2026
Costo: Gratuito
Fisco
Ravvedimento speciale per le annualità 2019 -2023
L’art. 12-ter del D.L. 17 giugno 2025, n. 84, ha introdotto per i soggetti ISA che aderiscono al CPB per gli anni 2025/2026 la possibilità di accedere ad un ravvedimento “speciale” sulle annualità pregresse con effetti preclusivi in termini di accertamento. Il ravvedimento “speciale” si perfeziona mediante il pagamento di una imposta sostitutiva ai fini delle imposte dirette, relative addizionali e dell’IRAP. Al contribuente è data la possibilità di accedere al ravvedimento per tutti, o anche solo per uno, dei periodi d’imposta dal 2019 al 2023. In particolare, come detto, i soggetti ammessi al ravvedimento “speciale” sono individuati nei soggetti ISA che aderiranno, entro il 30 settembre 2025, al CPB per gli anni 2025/2026. È dovuta distintamente per ogni annualità un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali (con un minimo di 1.000 euro per singola annualità) e, laddove applicabile l’IRAP. Il principale vantaggio che deriva al contribuente dall’adozione del ravvedimento “speciale” consiste, per le annualità per le quali le imposte sostitutive sono regolarmente versate, nella preclusione delle rettifiche del reddito d’impresa o di lavoro autonomo di cui all’art. 39 del D.P.R. n. 600/1973 (accertamento di natura: analitico, analitico-induttivo e induttivo “puro”) e quelle ai fini dell’IVA di cui all’art. 54, comma 2, secondo periodo, del D.P.R. n. 633/1972 (di accertamento di natura analitico-induttivo, ossia basate su presunzioni semplici). Il versamento delle imposte sostitutive è effettuato tra il 1° gennaio 2026 e il 15 marzo 2026 in un’unica soluzione oppure in un massimo di 10 rate mensili di pari importo maggiorate di interessi calcolati al tasso legale con decorrenza dal 15 marzo 2026.
Lavoro
Congedo e permessi per dipendenti affetti da malattie oncologiche, invalidanti, croniche o rare
La legge n. 106/25, in vigore dello scorso 9 agosto, riconosce ai lavoratori affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74% la possibilità di richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a ventiquattro mesi, durante il quale dipendente conserva il posto di lavoro, pur non avendi diritto alla retribuzione. La fruizione di questo nuovo congedo decorre dall’esaurimento degli altri periodi di assenza giustificata, con o senza retribuzione, spettanti al dipendente a qualunque titolo. Inoltre i soggetti di cui cui sopra, a far data dal prossimo 1° gennaio 2026, potranno godere di permessi di lavoro per visite, esami strumentali e cure mediche per ulteriori dieci ore annue, con riconoscimento dell’indennità e della copertura figurativa. L’indennità sarà pagata dal datore di lavoro e recuperate dall’INPS tramite il consueto meccanismo a conguaglio con i contributi dovuti all’ente previdenziale.
Contratto
a tempo
determinato: proroga per causali individuate dalle parti (datore di lavoro e dipendente)
La legge 118/2025 proroga a tutto il 31 dicembre 2026 il termine entro il quale i datori di lavoro nel settore privato possono stipulare contratti a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti (ovvero dal datore di lavoro e dal dipendente), in assenza di specifiche previsioni contenute nei contratti collettivi.
Bandi
Bonus Partecipazione Manifestazioni Fieristiche
Al via il Bonus Partecipazione Manifestazioni Fieristiche 2025, un’opportunità per le piccole e medie imprese italiane di partecipare a fiere nazionali e internazionali sul territorio. L’agevolazione è un contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 10.000 euro per azienda, con una dotazione complessiva di 7.880.000 euro. I beneficiari sono piccole e medie imprese attive con sede legale e/o unità operativa in Italia, che dispongano di almeno due bilanci approvati o dichiarazioni dei redditi. Un requisito fondamentale è non aver partecipato alle edizioni precedenti della specifica fiera per cui si richiede l’agevolazione nei tre anni antecedenti la data di presentazione della domanda. Le medie imprese, a partire dal 2 ottobre 2025, dovranno inoltre essere in regola con gli obblighi previsti per l’assicurazione dei rischi catastrofali. Le fiere ammissibili sono eventi inseriti nel calendario fieristico approvato dalla Conferenza delle Regioni per il 2025, che si terranno fino al 31 dicembre 2025. I settori coperti sono ampi e includono, tra gli altri, arredamento, auto, costruzioni, energia, industria, ospitalità, ambiente e trasporti. Le spese coperte riguardano l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi, la pulizia, la spedizione e il trasporto di campionari, il noleggio di impianti audio-visivi, l’impiego di personale di supporto (hostess, steward, interpreti), i servizi di catering e le attività pubblicitarie e di promozione connesse all’evento. Le domande potranno essere inviate dalle ore 12:00 del 7 ottobre alle ore 12:00 del 28 ottobre 2025. La graduatoria di precedenza sarà determinata dal punteggio della domanda e, in subordine, dall’ordine cronologico di presentazione. È importante notare che gli aiuti sono concessi in regime “de minimis” e non sono cumulabili con altre agevolazioni pubbliche per le stesse spese.
MoRe
22 ottobre | ore 20:30
Sguardo oltreoceano:
Come gli Stati Uniti d’America impattano sulle MPMI locali
23 ottobre | ore 18:30
Non è una crisi ma una rivoluzione e nessuno sarà escluso