Alessandro Grittini PIN lo spazzacamino


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Nella collana Icaro
Alessandro Grittini
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Costellazione Kurt
Nicola Mastronardi
Viteliú. Il viaggio di Marzio
Sara Allegrini
Asylum
Abisso
Mina sul davanzale
Alessandro Grittini
Pin lo spazzacamino
www.itacaedizioni.it/pin-lo-spazzacamino
Prima edizione: agosto 2025
© 2025 Itaca srl, Castel Bolognese
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-526-0804-9
Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)
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Ai miei alunni che in tutti questi anni mi sono stati maestri
Il grande buio non finiva più. Era come un mostro che sembrava inghiottirlo. Nessuna luce filtrava attraverso il berretto calato sugli occhi. Faticava anche a respirare. Polvere… solo polvere intorno. E nessuna voce, solo l’ansimare del suo respiro e, quando questo per un attimo cessava, il battito, forte e insistente, del suo cuore.
Non sentiva più nulla. Silenzio. La sua mente gli diceva di andare avanti, senza pensare a nulla…
Avanti… salire… sempre salire che prima o poi ne sarebbe uscito.
E alla fine ne uscì. Vide una luce che filtrava dall’alto, prima tenue, poi sempre più chiara. E cominciò a sentire un soffio d’aria fresca.
E allora raddoppiò gli sforzi, fece leva sui piedi scalzi che si appoggiavano su minuscoli appigli nella parete, senza più badare alle scorticature che gli procuravano dolore e bruciature. E finalmente fu in cima. Uscì dal camino facendosi forza con le mani e si eresse quanto più poteva. Riuscì a mettersi seduto su una parete del camino, alzò
la caparüza1 e gridò Con tutta la voce che aveva in corpo: «Spazzacamino!».
Dal basso, sotto la casa, giunse una voce che non era quella di suo padre.
«Bravo bagaj, adesso esci dal camino e sali sul tetto. Attento che i coppi si muovono e si possono rompere. Scendi piano piano da questa parte. Bravo, così…».
Lui seguiva quelli che sembravano ordini anche se non riconosceva la voce.
«Vedi quei coppi vicino alla grondaia? Sono sollevati e spostati. Guarda che alcuni sono finiti più lontano. Valli a prendere e portali lì. Rimettili a posto, che uno deve finire sopra l’altro, e chiudi il buco. Bravo. Così. Attento… è tutto bagna…».
La voce si interruppe di colpo. Il ragazzo perse l’equilibrio, scivolò lungo la pendenza del tetto e fu spinto fuori, nel vuoto. All’inizio gli sembrò di spiccare il volo… una farfalla. Ma solo per un attimo. Poi ci fu lo schianto e un dolore fortissimo alla schiena e alla testa. Qualcosa si era spezzato.
Le ultime cose che vide furono gli occhi scuri di suo padre, chini su di lui, muti, e una striscia grigia di cielo alle sue spalle. Anche il sole in quel momento se n’era andato.
1 Copricapo simile al passamontagna, però completamente chiuso, che veniva calato sul volto degli spazzacamini e copriva anche gli occhi e la bocca per impedire che vi entrasse la fuliggine.
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Il racconto è ispirato a vicende reali legate alla tragica epopea dei piccoli spazzacamini delle valli piemontesi, valdostane e ticinesi operanti nella seconda metà del XIX secolo fino ai primi decenni del XX. Si tratta di uno dei più gravi casi di sfruttamento minorile che il nostro Paese ricordi, una forma quasi di schiavitù, diffusasi ampiamente soprattutto dopo l’unità d’Italia, e legata alla particolare miseria di queste terre. Al pari di quella dei carusi siciliani e dei pastorelli del Sud, anche questa vicenda ha segnato la nostra storia, ma non è altrettanto conosciuta dal grande pubblico oppure, quando se ne parla, è travisata in film come Mary Poppins, o in varie canzoncine piuttosto melense. Per narrare questa vicenda mi sono documentato sui lavori dello storico vigezzino Benito Mazzi, in particolare su due suoi libri: Angeli dal volto nero. Storie e memorie di spazzacamini (Il rosso e il blu 2018) e Fam, füm e frecc. Il grande romanzo degli spazzacamini (Priuli & Verlucca 2012).
Molto interessante e ricco di documentazioni visive e di cultura materiale è il Museo dello Spazzacamino a Santa Maria Maggiore (VB), gestito
dall’Associazione Nazionale Spazzacamini, di cui consiglio vivamente la visita (www.museospazza camino.it).
Ricordo infine che a Santa Maria Maggiore ogni anno, nel primo fine settimana di settembre, si tiene il “Raduno Internazionale dello Spazzacamino”, grande rassegna a cui partecipano migliaia di spazzacamini provenienti da tutto il mondo e che richiama moltissimi visitatori.
Erano i più minuiti i maggiormente richiesti poiché con la loro esile statura si avvitavano meglio sulle gole strette, arrampicavano più agili in mezzo alla fuliggine, assicurando un lavoro particolarmente accurato.
« La mamma non era così sicura che avrebbe rivisto il suo Pin.
Quello dello spazzacamino era infatti un mestiere pericoloso, così si diceva in paese, e molti rüsca, una volta partiti, non tornavano più, andavano in giro per il mondo, oppure morivano in qualche incidente».
Alessandro Grittini ha insegnato Italiano e Storia. Al suo esordio narrativo, con il romanzo Costellazione Kurt (Itaca) si è classificato secondo al 66° Premio Bancarellino.
€ 10,00