Primo Piano - Settembre 2021

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lavoro

Giacomo Bigliardi

POI NON SI DICA CHE CHI CERCA TROVA I GIOVANI TRA PRECARIETÀ, INCERTEZZE E SCARSE TUTELE

Quante volte anche quest’estate avete sentito la frase “I giovani non hanno voglia di fare niente”? Ristoratori e albergatori hanno lamentato la mancanza di intraprendenza e voglia di fare di chi si affaccia al mondo del lavoro; i giovani, dal canto loro, hanno evidenziato le criticità di contratti troppo precari e occupazioni mal retribuite, mettendo in luce aspetti che non possono essere ignorati. Per cercare di capire come questa situazione venga vissuta nel nostro territorio, a Primo Piano abbiamo iniziato da qualche tempo a raccogliere le storie di giovani di Correggio e dintorni che si affacciano al mondo del lavoro, per cercare di ricostruire un quadro sempre più dettagliato della realtà. In fondo a questo articolo, troverete anche qualche interessante considerazione che ci è stata fornita da un funzionario Filcams CGIL sulle condizioni di lavoro dei giovani reggiani.

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Ma incominciamo dalla storia che ci ha raccontato Giorgia, ventiquattrenne correggese che, quasi un anno fa, si era messa a cercare un lavoretto per occupare il tempo mentre scriveva la sua tesi di laurea triennale. Ha scelto così di provare con uno dei tanti motori di ricerca online dove è possibile caricare il proprio curriculum. «In quei siti vengono pubblicati annunci di qualunque tipo, senza restrizioni», spiega Giorgia, «e per un giovane sono il modo più rapido e semplice per poter trovare qualcosa. Si tratta di leggere un piccolo riassunto di cosa prevede l’offerta di lavoro e mandare il curriculum, tutto qui. Solitamente non ti ritorna nemmeno un feedback: la sensazione è quella di rapportarsi con qualcosa di muto. Avevo mandato circa una decina di curriculum, e dopo una settimana ho ricevuto una telefonata dall’impiegato di un’azienda interinale». Gli annunci presenti su questi portali sono infatti

spesso pubblicati dalle agenzie, che si occupano poi successivamente di contattare i diversi candidati per spiegare loro in cosa consista la mansione cui sarebbero stati assegnati. «È in quel momento che sono venuta a conoscenza del luogo di lavoro, dello stipendio e via dicendo», prosegue Giorgia, «Mi proponevano di fare la cassiera per un supermercato della zona. Il contratto era pensato per studenti universitari, ed era quindi articolato prevalentemente nei weekend. In realtà, lavoravo mediamente dalle 18 alle 27 ore settimanali». Giorgia ha così portato avanti questo lavoro per i tre mesi previsti dal contratto, ossia il periodo natalizio. Passato quello, un paio di giorni prima della fine del contratto, le è stato detto che non ci sarebbe stato nessun rinnovo. «Il contratto scadeva di lunedì, e il venerdì ricevo una telefonata dove mi dicono che non sarebbe stato rinnovato. Mi hanno chiesto se volessi dare ulteriori disponibilità, ma non erano in grado di dirmi che cosa avrei potuto fare, e quindi a quel punto mi sono ritrovata da capo». Questa è una storia comune a tanti giovani, che ruota intorno ad annunci online, agenzie interinali e contratti a termine non rinnovati. Qualunque tipo di lavoro permette comunque sempre di imparare e fare esperienza, e que-

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